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M io padre nacque a San Felice sul Pa- naro (Modena) il 24 ottobre 1888 da una famiglia benestante, nella quale erano fortemente radicati i sentimenti di pa- triottismo, senso del dovere, rettitudine e one- stà. La sua passione per il mare nacque a Ba- ri, quando suo padre venne inviato in tale cit- tà quale Intendente di Finanza. Il 14 agosto 1905, non ancora diciassettenne, entrò in Ac- cademia Navale. In un momento particolarmente difficile per la nostra Nazione, la proclamazione dell’Armi- stizio alle ore 19,45 dell’8 settembre 1943, era il Comandante in Capo delle Forze Navali da Battaglia. Le decisioni da lui prese – in quelle ore par- ticolarmente travagliate e dolorose – furono sofferte, ma decisive per la Storia della nostra Marina Militare e per la ricostruzione della no- stra Nazione. Il 6 settembre Supermarina av- ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 7 N. 37 - LUGLIO-AGOSTO 2009 S catole vuote. Giorni densi di avve- nimenti questi degli ultimi due me- si, d’importanza mondiale con un coinvolgimento particolare, per vari motivi, dell’Ita- lia. Filo comune la necessità di ri- attivare la vita dei diversi Pae- si, sotto tanti punti di vista, economico fi- nanziario politi- co sociale etico mo- rale. Le parole che si leggono nel- l’ultima enciclica di Papa Ratzinger, “Caritas in veritate”, e quelle contenute nei risultati del G8 dell’Aquila sembrano convergere negli intenti e negli scopi. Scrive il Papa “La crisi finanzia- ria obbliga a riprogettare il cammino sociale dell’uomo”, ma “non si può affrontare la que- stione sociale senza riferirsi alla questione eti- ca e morale”. Un’affermazione forte di riferimento impre- scindibile all’etica, non un’etica qualsiasi pla- smabile e soggettiva, ma l’unica etica possi- bile basata su principi uguali per tutti, sulla condizione dei doveri reciproci, sul persegui- mento e la protezione del bene comune, sul- la solidarietà e la fiducia, sulla indispensabile diffusione della cultura che con la conoscen- za garantisce migliori condizioni di vita, sulla migliore distribuzione delle risorse, sul rispet- to della natura, sull’uso controllato dei mezzi tecnici e scientifici. I documenti prodotti dal G8 all’Aquila, cui è stato dato ampio risalto e risonanza mediati- ca anche per opportuna scelta politica del no- stro Paese, paese ospitante, così bisognoso soprattutto nella persona del suo Presidente del Consiglio, di recupero di credibilità nazio- nale e internazionale, i documenti del G8, di- cevo, toccano argomenti vitali quali la lotta al- la povertà e alla fame, la liberalizzazione degli scambi mondiali, la fissazione di regole per i mercati finanziari. Le perplessità e le preoccupazioni sono che tutte queste parole, questi generosi progetti, queste brillanti argomentazioni, che non pos- sono che essere condivisi da ogni benpen- sante, qualsiasi sia la razza, la religione, il cre- do politico, rimangano inoperosi, fissati in te- sti, che nel tempo potranno essere letti e riletti, sorpresi di non aver visto realizzate le pro- messe concertate e i suggerimenti elargiti. Per il G8 la mia sensazione di molta forma e poco contenuto è particolarmente forte, né so- Politica “Ci vorrebbe un marziano” di Alessandro Petti a pag. 5 Territorio “Il libro dei sogni” di Al. Cr. a pag. 3 continua a pag. 6 C ENTR O S T ORICO SAN FELICE CIRCEO Territorio Il lago di Paola non si vende! di Anna Scalfati pag. 11 Inserto Speciale Parco Nazionale del Circeo Il fatto Un disco per l’estate Mazzetta libera di E. Dantes e Roderigo a pagg. 8-9 Multa agendo nihil agens Sembra che faccia grandi cose e non fa nulla Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 328 6110379, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti. Redazione Francesca Faccini, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, 157 - Roma di ALESSANDRO CRESTI 7-8-9 SETTEMBRE 1943 L’Ammiraglio Carlo Bergamini e la corazzata “Roma” di Pier Paolo Bergamini I L PAESE DELLINDIFFERENZA Ci vorrebbe un marziano di Alessandro Petti continua a pag. 2 UN PATRIMONIO INESTIMABILE A RISCHIO pag. 11 continua a pag. 5 Il lago di Paola non si vende! di Anna Scalfati Editoriale Lago di Paola Marte È il 1954 quando Ennio Flaiano, gran libe- rale e soprattutto maestro come pochi di satira di costume e di rigore morale in un Paese che si preoccupava già allora di tutt’al- tro, dà alle stampe un racconto: Un marziano a Roma, destinato a diventare celebre.

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Mio padre nacque a San Felice sul Pa-naro (Modena) il 24 ottobre 1888 dauna famiglia benestante, nella quale

erano fortemente radicati i sentimenti di pa-triottismo, senso del dovere, rettitudine e one-stà. La sua passione per il mare nacque a Ba-ri, quando suo padre venne inviato in tale cit-tà quale Intendente di Finanza. Il 14 agosto1905, non ancora diciassettenne, entrò in Ac-cademia Navale. In un momento particolarmente difficile per lanostra Nazione, la proclamazione dell’Armi-stizio alle ore 19,45 dell’8 settembre 1943, erail Comandante in Capo delle Forze Navali daBattaglia.Le decisioni da lui prese – in quelle ore par-ticolarmente travagliate e dolorose – furonosofferte, ma decisive per la Storia della nostraMarina Militare e per la ricostruzione della no-stra Nazione. Il 6 settembre Supermarina av-

ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 7 N. 37 - LUGLIO-AGOSTO 2009

Scatole vuote. Giorni densi di avve-nimenti questi degli ultimi due me-si, d’importanza mondiale con un

coinvolgimento particolare, per varimotivi, dell’Ita-lia.Filo comune lanecessità di ri-attivare la vitadei diversi Pae-si, sotto tantipunti di vista,economico fi-nanziario politi-

co sociale etico mo-rale.

Le parole che si leggono nel-l’ultima enciclica di Papa Ratzinger, “Caritas inveritate”, e quelle contenute nei risultati del G8dell’Aquila sembrano convergere negli intentie negli scopi. Scrive il Papa “La crisi finanzia-ria obbliga a riprogettare il cammino socialedell’uomo”, ma “non si può affrontare la que-stione sociale senza riferirsi alla questione eti-ca e morale”.Un’affermazione forte di riferimento impre-scindibile all’etica, non un’etica qualsiasi pla-smabile e soggettiva, ma l’unica etica possi-bile basata su principi uguali per tutti, sullacondizione dei doveri reciproci, sul persegui-mento e la protezione del bene comune, sul-la solidarietà e la fiducia, sulla indispensabilediffusione della cultura che con la conoscen-za garantisce migliori condizioni di vita, sullamigliore distribuzione delle risorse, sul rispet-to della natura, sull’uso controllato dei mezzitecnici e scientifici.I documenti prodotti dal G8 all’Aquila, cui èstato dato ampio risalto e risonanza mediati-ca anche per opportuna scelta politica del no-stro Paese, paese ospitante, così bisognososoprattutto nella persona del suo Presidentedel Consiglio, di recupero di credibilità nazio-nale e internazionale, i documenti del G8, di-cevo, toccano argomenti vitali quali la lotta al-la povertà e alla fame, la liberalizzazione degliscambi mondiali, la fissazione di regole per imercati finanziari.Le perplessità e le preoccupazioni sono chetutte queste parole, questi generosi progetti,queste brillanti argomentazioni, che non pos-sono che essere condivisi da ogni benpen-sante, qualsiasi sia la razza, la religione, il cre-do politico, rimangano inoperosi, fissati in te-sti, che nel tempo potranno essere letti e riletti,sorpresi di non aver visto realizzate le pro-messe concertate e i suggerimenti elargiti.Per il G8 la mia sensazione di molta forma epoco contenuto è particolarmente forte, né so-

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Multa agendo nihil agens Sembra che faccia

grandi cose e non fa nulla

Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 328 6110379, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti. Redazione Francesca Faccini, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, 157 - Roma

di ALESSANDRO CRESTI 77--88--99 SSEETTTTEEMMBBRREE 11994433

L’Ammiraglio Carlo Bergaminie la corazzata “Roma”di Pier Paolo Bergamini

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Il lago di Paola non si vende!di Anna Scalfati

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Lago di Paola

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Èil 1954 quando Ennio Flaiano, gran libe-rale e soprattutto maestro come pochi disatira di costume e di rigore morale in un

Paese che si preoccupava già allora di tutt’al-tro, dà alle stampe un racconto: Un marzianoa Roma, destinato a diventare celebre.

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 22

Personaggi

vistò 3 grandi convogli di forze aero-navaliAnglo-Americane diretti verso il Golfo di Sa-lerno; si prevedeva che avrebbero condotto,all’alba del 9, una massiccia azione di sbar-co.

La mattina del 7 mio padre fu convocato alMinistero per partecipare a diverse riunioni.Alle ore 9 vi fu la riunione, tra l’ammiraglio deCourten - Ministro e Capo di Stato Maggioredella Regia Marina - e mio padre. Venne esa-minata la situazione e definita l’ormai prossi-ma partenza delle FF.NN.BB. dirette al Golfodi Salerno per contrastare lo sbarco Anglo-Americano.Mio padre riferì che ammiragli, comandanti,ufficiali ed equipaggi erano pronti ad affron-tare le forze anglo-americane in quella che sa-rebbe stata l’ultima, ma epica, battaglia. Ven-ne convenuto che le FF.NN.BB. dovevano en-trare in azione all’alba del giorno 9, inizio del-lo sbarco, perchè era un momento partico-larmente delicato per le forze Alleate. Quindile FF.NN.BB. dovevano partire, dal Porto di LaSpezia, non oltre le 14 del giorno 8. Nel tar-do pomeriggio vi fu un ulteriore incontro tral’ammiraglio de Courten e mio padre per esa-

minare anche l’eventualità di un possibile au-toaffondamento delle Unità dipendenti dalleFF.NN.BB..Alle 06,00 dell’8 mio padre ripartì, in macchi-na, da Roma per rientrare a La Spezia. Arri-vò verso le ore 13,00. L’ammiraglio Caraciotti– suo Capo di Stato Maggiore - lo mise alcorrente degli ordini pervenuti da Supermari-na. Ore 08,30 “Pronti a muovere alle 14,00”,ore 10,30 “Portarsi in rada, pronti a muoverein due ore”. Mio padre, rendendosi conto chealle ore 12 non era arrivato l’ordine “Salpatealle ore 14.00”, telefonò alle 13,30 a Super-marina e parlò con l’ammiraglio Sansonetti –Sotto Capo di Stato Maggiore - il quale gli ri-ferì che il Comando Supremo alle 12,30 ave-va annullato la partenza delle FF.NN.BB., po-teva divenire esecutivo l’autoaffondamento.Mio padre ne ricevette un duro colpo. Alle 15riunì ammiragli e comandanti, da lui dipen-denti, per riferire la situazione. Alle 15,30 con

il Roma, ed unitamente all’Italia, si portò in ra-da. Lasciò nei recinti retali il Veneto per assi-curarsi il collegamento telefonico fino all’ulti-mo momento. Alle 18,30 apprese, dal comu-nicato da Radio Algeri del generale america-no Eisenhower – Comandante in Capo delleForze Armate Alleate –, che era stato firmatoun armistizio tra l’Italia e gli Alleati. Rimase do-lorosamente colpito da tale notizia non soloper la gravità dell’evento ma anche perchèera stato tenuto all’oscuro della situazione.Radunò il suo Stato Maggiore e l’orienta-mento fu di autoaffondare le navi come da or-dini di Supermarina delle 13,30. Alle 19,45 eb-be conferma della firma dell’armistizio dalProclama al Popolo Italiano letto all’EIAR dalCapo del Governo, Maresciallo Badoglio. Dis-pose di indire, per le 22 sul Veneto, una ri-unione dei suoi ammiragli e comandanti. Sirecò quindi sul Veneto per parlare con de Co-urten. La telefonata avvenne dalle 20,30 alle21,00. L’inizio fu molto burrascoso in quantomio padre comunicò, aspramente, il suo dis-appunto per non essere stato informato pre-ventivamente della situazione, “chiedeva, inconseguenza, di essere immediatamente sol-levato dall’incarico”. de Courten si attendevaquesta reazione che “era più che giustificatada parte di chi non era a conoscenza dei fat-ti, che lo toccavano invece direttamente eprofondamente”. Ma anche lui “era statomesso di fronte al fatto compiuto che gli era

noto solo in parte, col vincolo del segreto”.Mio padre resosi conto di come si erano svol-ti gli eventi comunicò a de Courten che eraorientato verso l’autoaffondamento delle na-vi e che aveva convocato a rapporto per leore 22,00, sul Veneto, i suoi ammiragli e co-mandanti. de Courten precisò che gli venivarichiesto un sacrificio più doloroso chiaren-dogli che le clausole armistiziali (art. 4 dell’”Ar-mistizio Corto”) prevedevano il trasferimen-to delle nostre navi in porti posti sotto il con-trollo degli Alleati. Quindi le nostre navi rima-nevano armate da equipaggi italiani, coman-date da ufficiali italiani, poste alle dipenden-ze del Ministero della Regia Marina. Inoltre ildocumento di Quebecq – allegato all’”Armi-stizio Corto” – prevedeva, nella premessa,che “La misura in cui le condizioni sarannomodificate a favore dell’Italia dipenderà daquanto verrà effettivamente fatto dal Gover-no e dal popolo italiano per aiutare le Nazio-ni alleate contro la Germania durante il restodella guerra.” il Re ordinava di “eseguire leal-mente le dure clausole armistiziali”. de Cour-ten assicurò che gli Alleati avrebbero rispet-tato l’onore che la Regia Marina si era con-quistata in 40 mesi di guerra combattuta conalta professionalità ed eroismo. Mio padrecomprese che per il bene della Marina e del-la Patria, e per eseguire gli ordini del Re, eranecessario “obbedire al più amaro degli ordi-ni”. Assicurò de Courten che avrebbe obbe-dito e che nella riunione delle 22.00 “avreb-be svolto la sua opera per convincere tutti sul-la necessità di attenersi agli ordini del Sovra-no”. L’ammiraglio de Courten gli accennò“pure in via generica che l’Armistizio preve-deva il trasferimento della Flotta in zone con-trollate dagli anglo-americani oltre Bona (Tu-nisia) [...] gli dissi di prepararsi a partire appe-na possibile per La Maddalena [...] dove gliavrei fatto trovare il testo esatto delle clauso-le armistiziali [...] nonché le istruzioni di det-taglio per gli ulteriori movimenti” Alle 21,30lo chiamò l’ammiraglio Sansonetti per comu-nicargli che dovevano salpare anche le naviche “pur essendo ai lavori, potevano essereapprontate rapidamente”. Mio padre chiamòil Direttore dell’Arsenale di La Spezia e fu de-ciso che per le ore 03,00 potevano esserepronte a salpare, l’incrociatore Attilio Regoloe il cacciatorpediniere Artigliere. Nella riunio-ne delle 22,00 i suoi ammiragli e comandan-ti assicurarono che avrebbero “obbedito”.Verso le 23,00 mio padre richiamò de Cour-

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7-8-9 settembre 1943

L’Ammiraglio Carlo Bergaminie la corazzata “Roma”

de Courten e mio padre definiro-no la partenza delle FF.NN.BB.

per il golfo di Salerno per contrasta-re lo sbarco anglo-americano“ “

apprese dell’armistizio dell’8 set-tembre sentendo alla radio il co-

municato del generale americano Ei-senhower“ “

l’8 settembre 1943 mio padre erail Comandante in Capo delle For-

ze Navali da Battaglia“ “

Comandante in Capo della Forze Navali da Battagliasegue da pag. 1

La corazzata “Roma”

continua a pag. 8-9

L’Associazione Culturale “Il CentroStorico” è lieta di comunicare chenel mese di ottobre si terrà pressol’Hotel Maga Circe una conferenzasulla figura dell’Ammiraglio CarloBergamini. La conferenza riguarde-rà il comportamento tenuto dal-l’Ammiraglio nei giorni dell’Armi-stizio del 7, 8 e 9 settembre 1943, non-ché il suo stretto rapporto con SanFelice Circeo e la sua popolazione.

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 33Territorio

I l Bilancio di previsione di un Comuneè un documento importante, che nonsolo deve rispettare precise regole for-

mali, ma deve soprattutto essere aderen-te alla realtà, concreto e realizzabile. E’ lospecchio delle attività dell’Amministrazio-ne pubblica, che consente di compren-derne e valutarne la credibilità oltre chel’efficienza e la capacità.Giovedì 25 giugno u.s., il Consiglio comu-nale di San Felice Circeo ha approvato il“Bilancio di previsione 2009” con 10 votifavorevoli e 3 contrari, (oltre a GiuseppeBianchi, hanno dato voto contrario i con-siglieri Corrado Capponi e Domenico But-tari). L’assessore Monia Di Cosimo, in as-senza dell’assessore al Bilancio, NicolaCeccato, ha illustrato il documento con-tabile, puntualizzando che in esso “nonsono previsti incrementi nel carico fiscaleper i cittadini” e aggiungendo un elenco diopere pubbliche da completare e altre darealizzare.

Al Comune di San Felice Circeo presiedela Commissione Bilancio Giuseppe Bian-chi, consigliere della lista civica “Un Co-mune per Amico”, esperto in materia, che,spinto da intenti di collaborazione per unacorretta giusta e legale attività ammini-strativa, ha analizzato il “Bilancio di previ-sione 2009”, facendo alcune interessantiosservazioni, dopo essersi subito postouna domanda che, già da sola, contieneun allarmante considerazione: “E’ un librodei sogni?”Giuseppe Bianchi precisa, infatti, che, nel-la costruzione del documento, si è proce-duto “in maniera confusa e nebulosa, percui ogni importo deve essere preso con ilbeneficio d’inventario”, perché lontanodalla realtà.E’ come dire che in Comune si è lavoratocome in passato, ripetendo gli stessi erroridel “Bilancio 2008”, senza alcun partico-lare sforzo o impegno di valutazione deiprogrammi enunciati. In particolare si sache nel documento devono essere indivi-duate le risorse che serviranno all’attua-zione di questi programmi. “Ebbene - pre-cisa Giuseppe Bianchi - non si riesce a ca-pire come le risorse finanziarie si calino nelBilancio di previsione per l’anno 2009 esoprattutto nel Piano triennale 2009-2011per le opere pubbliche. Più precisamentel’importo totale dei Lavori pubblici 2009-2011 ammonta a 68 milioni di euro circa,mentre il Bilancio triennale definisce qua-li massimali di spesa per lo stesso triennioun totale di circa 24 milioni di euro. E’ ve-ro che i quasi 68 milioni di euro non de-vono essere necessariamente capitalepubblico, ma ciò nonostante è indubbio

che si discostano troppo dai circa 24 mi-lioni di euro destinati agli investimenti.”“Ovviamente - prosegue Giuseppe Bianchi- dei 59 progetti presenti nel “Piano trien-nale dei lavori pubblici” pochissimi saran-no realizzati e molti invece saranno ogget-to della sola progettazione, andando a in-crementare i portafogli dei professionistigià incaricati o da incaricare che, come sipuò evincere leggendo gli atti gestionaliprodotti dall’Ente, riguardano sempre lestesse persone o le stesse Società.” (n.d.r.E’ recente la notizia di una formale prote-sta di un gruppo di geometri per la co-stante esclusione dagli incarichi profes-sionali).Tornando ad analizzare il Bilancio nel suoinsieme, molto preoccupante è l’osserva-zione del consigliere Bianchi, che dovreb-be allarmare tutti i sanfeliciani e indurli acontrollare l’operato dei loro Amministra-tori. “Come può essere credibile un docu-mento programmatico che complessiva-mente s’incrementa da un anno all’altro dicirca 6-7 milioni di euro? Si dimentica che,se le spese sono quasi 20 milioni di euro,le entrate dovrebbero registrare lo stessoimporto. Allora da dove arrivano questi

soldi? O incrementando la tassazione oaumentando i prestiti, che però aumenta-no il debito pubblico.Si potrebbe forse sperare che finalmentequest’anno il Comune di San Felice Circeoha deciso di sfruttare al meglio gli investi-menti che i cittadini hanno pagato o chestanno ancora pagando, uno per tutti ilPorto. Ebbene io di proventi dal Porto, ilpiù grande investimento degli ultimi 50 an-ni, non ho trovato traccia in tutto il bilan-cio triennale di previsione. Come mai nonsi pensa di sfruttare al meglio questa enor-me risorsa, di cui ancora si sta pagando ilmutuo?”Amaramente Giuseppe Bianche conclude:“Il Bilancio di previsione approvato a me-tà anno dimostra che molte delle cose chein teoria si vorrebbero realizzare non si po-tranno concretizzare e questo a discapitodi tutti i cittadini. Credo che la maggio-ranza dovrebbe seriamente preoccuparsidello stato in cui versa il Comune. Forsenon ha avuto il tempo di redigere un cor-retto documento perché impegnata su al-tri fronti! Voglio, infatti, ricordare ai citta-dini che dall’inizio dell’anno c’è stata unamassiccia presenza delle forze dell’ordine

negli uffici del Comune, in quanto ci sonopiù indagini in corso sia di natura penaleche di natura amministrativo-contabile.” Inparticolare il consigliere ricorda che il con-trollo in Comune da parte di un Ispettoredella Ragioneria Generale dello Stato hadato luogo a una relazione che evidenziaben 14 violazioni di legge.Una considerazione finale. E’ molto gravel’assenza dell’assessore al Bilancio, Nico-la Ceccato, alla seduta del Consiglio co-munale del 25 giugno scorso, durante laquale è stato discusso e approvato il piùimportante documento di gestione di unComune. Non ci sono motivi, se non gra-vi (l’Assessore forse era in vacanza in Sar-degna?), per giustificare tale assenza, inquanto la data della seduta viene pro-grammata con largo anticipo. Anche il Sin-daco è responsabile di un tale comporta-mento, in quanto avrebbe dovuto preten-dere la presenza di tutta la maggioranza inquesta particolarissima e importante se-duta di Consiglio comunale.L’assenza dell’Assessore Ceccato ci èsembrata un’assenza strategica assimila-bile a una fuga. Forse perché era difficiletener testa alle competenti e fondate con-testazioni del consigliere Giuseppe Bian-chi? �

di Al. Cr.

Editoriale Sembra che facciagrandi cose e non fa nulla1

Personaggi L’AmmiraglioCarlo Bergamini 2

Territorio “Il libro dei sogni” 3Territorio Aspettative e delusioni 4Politica “Ci vorrebbe un marziano” 5Lettere Lettere al Direttore 6Territorio Restaurare o ristrutturare? 7Il fatto Un disco per l’Estate

Mazzetta libera 8-9Libri Assenze ingiustificate 10Territorio Il lago di Paola

non si vende! 11Racconti Gli Anni Settanta

alla Baia d’Argento 12Personaggi/ O’KEA’MUSOroscopo 13Sport Calcio 14Tempo libero Cucina – Cinema –

Ora legale – Poesia 15

SSSSOOOOMMMMMMMMAAAARRRRIIIIOOOO

il 25 giugno è stato approvato il“Bilancio di previsione 2009”“

il consigliere della lista “Un Co-mune per Amico” analizza e cri-

tica il Bilancio“ “

Tanti incarichi professionali e pochi progetti realizzati

“Il libro dei sogni”Approvato il “Bilancio di previsione 2009”

è un’assenza strategica quelladell’Assessore al Bilancio, Nicola

Ceccato?“ “

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 44

Territorio

Vivo nel commercio e qualche volta mitrovo a parlare con i miei compaesa-ni delle problematiche di Borgo Mon-

tenero. Alla fine dei discorsi l’unica speran-za è di veder migliorare quei pochi serviziche ci sono, ridotti in condizioni penose oaddirittura pericolose per la vita stessa dinoi cittadini.Non ci aspettiamo ciò che è stato promes-so durante “le campagne elettorali” … trop-po lusso …. ma almeno gli interventi più ur-genti. E adesso partiamo con l’elenco, perportarlo a conoscenza non solo del Primocittadino, ma, soprattutto, di tutti gli Ammi-nistratori che a Borgo Montenero hannopreso voti.

1° - Strade che non hanno più il manto stra-dale, ma una serie di dossi causati dalle ra-dici dei pini. Grande pericolo per i condu-centi di macchine e motorini, soprattutto lasera, in quanto queste strade, sebbenemolto frequentate, non sono illuminate. Ve-di Via Africa Orientale, Via dei Caprioli e Viadella Pineta; pericolosa è anche Via IV No-vembre che si presenta, a tratti, frastaglia-ta per la mancanza di asfalto nei margini.Eppure in queste vie abitano Amministrato-ri e loro amici: hanno altre strade per tor-nare a casa, a noi sconosciute e in mi-gliori condizioni?2° - Via Monte Circeo zona centro. Man-canza di limitatori della velocità; presenti sututto il territorio, tranne che a Borgo Mon-tenero. Frecce che vanno … frecce chevengono … e noi stiamo in mezzo.3° - Via Monte Circeo, in particolar modo zo-na centro. Rami dei pini sempre più pesantie secchi. Impossibilità di una discreta illumi-nazione notturna. Stato di pericolo per chitransita e per chi sosta. L’ultima potatura ri-sale ai miei ricordi di bambina, ossia parec-chi anni fa. Atto satanico - satirico, le ban-dierine tricolori appese ai pali della luce, chenemmeno si vedono, evviva gli Alpini! 4° - Via Monte Circeo zona centro, versan-te S. Vito. Mancanza di rete fognante comenegli altri 3/4 delle zone limitrofe. Troppocattivo odore per trattare l’argomento in se-de Amministrativa.5° - Borgo Montenero. Non arriva l’acquadell’acquedotto nei primi piani durante il pe-riodo estivo. Chi non ha provveduto a do-tarsi di cisterna, rimane senza.6° - Scuola. Nota dolente. Mancanza di si-curezza. Quando la frequentavano le mie fi-glie, in alcuni tratti della parete, non si po-teva attaccare nemmeno un chiodo, per-ché l’intonaco si sbriciolava e c’era la muf-fa nel soffitto dell’atrio. Non c’era il localemensa né la palestra, né tanto meno la tet-toia per riparare l’entrata o l’uscita dei bam-bini, cosicché ogni volta che pioveva si ri-schiava di accecarsi con gli ombrelli per leresse. Nulla è cambiato … Ah ... sì, dimen-ticavo l’Aula Magna nella Centrale, su in

Paese. E poi c’è il superbo progetto delPlesso Unico, che non si sa dove si farà, topsecret. Sicuro è che i ragazzi di Borgo Mon-tenero rimarranno ancora per parecchi an-ni senza strutture.Questo elenco, che stanca anche me a ri-leggerlo, non è poi così difficile da realizza-re, confessiamolo …. è solo questione dibuona volontà. Altrimenti non si spiega per-ché alcune di queste opere si realizzanocon la ciclicità di 4 anni o all’avvicinarsidi altre votazioni.La pazienza è la virtù dei forti. Due anni so-no passati … tutto è immobile! Tutto è fer-mo, come nella favola della Bella Addor-mentata, a San Felice Circeo pare che iltempo non passi mai almeno per quanto ri-guarda i servizi ai cittadini.Gli anziani che fanno parte del Centro So-ciale, in compenso, sono molto contenti,perché finalmente dopo un anno che il Co-mune pagava l’affitto per una parte di im-mobile, ha cominciato i lavori per la loronuova sede. Peccato si trovi al primo piano… però i più informati hanno saputo che cisarà l’ascensore.Mi ritorna in mente, in questo momento, unpasso del Vangelo che dice “Beati quelliche pur non avendo visto, crederanno”.Speriamo solo facciano in tempo.Per quanto riguarda i famosi “tavoli” dell’A-gricoltura e del Commercio penso che nonci siano rimasti nemmeno i chiodi. Settoritrainanti della nostra economia che se nontrovano soluzioni in sede locale, provincia-le e nazionale, con l’aumento dei costi e lamancanza di figure professionali, non pos-sono concorrere con l’estero e nemmenoredigere un piano di collocazione dei pro-dotti sul mercato in rapporto alla qualità -quantità – prezzo. In parecchi rischiano dichiudere, come è accaduto per il settorezootecnico.Alla fine di questo elenco (ridotto) bisognariconoscere e dare merito all’Amministra-zione comunale che con la nuova realizza-zione dei marciapiedi e la sistemazione deigiardini il Borgo si è molto rivalutato.Per non parlare poi della “Perla” collocataai piedi della Torre … la monumentale fon-tana, costo di appena 30.000,00 euro. Eu-ro in più euro in meno non fa differenza.

Colgo l’occasione per ringraziare chi ha de-ciso la sua collocazione in quel preciso pun-to, almeno si evita di vederla dalla Piazza.Però la bella Piazza non ci basta, noi qui ci vi-viamo 365 giorni l’anno … non ci passiamo so-lo le ferie. E pensare che Borgo Montenero ènoto per il potere decisionale sulle votazioniamministrative.Nota positiva nel Borgo è il mercato. Come sisa movimento = denaro e quasi tutta la cate-goria dei commercianti ne ha potuto benefi-ciare. Speriamo che i vari tentativi per non far-lo più svolgere, appigliandosi a regolamenti re-gionali, non si attuino; per questo auspico chei venditori ambulanti del mercato possano tro-vare e allargare altre fonti di informazione o col-laborazione, in modo da non essere più allamercé di questi Amministratori.Infine, voglio ricordare che, circa un anno fa,una trentina di persone di Borgo Montenerohanno avuto un incontro con il Sindaco Vin-cenzo Cerasoli, l’Assessore Nicola Ceccato eil Rappresentante del Borgo Michele D’Auriaper parlare delle varie problematiche del Bor-go. Sapendo dell’evento, in tre giorni racco-gliemmo 124 firme per sensibilizzare l’Ammi-nistrazione Comunale, affinché consentissel’apertura continuata del Cimitero di BorgoMontenero.

Nelle mani del Sindaco consegnammo la pic-cola petizione e, in toni molto amichevoli, il pri-mo cittadino rispose che avrebbe senz’altroprovveduto affinché tale richiesta potesse es-sere soddisfatta in tempi celeri.A tutt’oggi l’orario non è cambiato e rimanequello stato di disagio e di impossibilità da par-te di molte persone che lavorano di recarsi afar visita ai propri cari in un orario troppo limi-tato: la mattina dalle 8,00 alle 12,00 e il po-meriggio dalle 16,00 alle 18,00.Non vogliamo ridurci a scavalcare il cancello,come fanno diverse persone rischiando la pro-pria vita.Negli altri Cimiteri, come quelli di Terracina eSabaudia, le persone si lasciano libere di re-carvisi quando il tempo glielo consente, so-prattutto dopo il lavoro. Vogliamo sperare chela dimenticanza sia dovuta solo alla grande re-sponsabilità che il Sindaco ha nello svolgi-mento del suo incarico, incarico che però lodovrebbe portare vicino alle esigenze dei cit-tadini. Se poi si dovesse aggiungere un mini-mo di sensibilità, sarebbe proprio questa a fa-re la differenza consentendo al Sindaco di es-sere un “sindaco buono” come lui stesso si èdefinito, quando è stato eletto.Per questo motivo, se a breve non ci sarà ri-sposta, chiederemo al Sindaco Vincenzo Ce-rasoli una convocazione, alla quale invitiamotutti i politici che hanno preso voti a BorgoMontenero a partecipare, perché riteniamoche argomenti che interessano tutta la collet-tività, come in questo caso, non possano es-sere ignorati da coloro che hanno conquista-to e ottenuto la fiducia degli elettori. �

di Giuseppina Barbisan

Succede a Borgo Montenero

Un elenco di promesse non mantenute

Aspettative e delusioni

a Borgo Montenero le strade so-no pericolose, perché sconnesse

e non illuminate“ “

i cittadini aspettano la promes-sa apertura continuata del Ci-

mitero“ “

l’amministrazione comunale harealizzato marciapiedi, sistemato

i giardini e collocata una fontananella piazza“ “

“La fontana” del Borgo

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Politica

Un racconto che contiene in sé forse l’interasua opera, fatta di narrazione ingegnosa, sar-casmo, aforismi che non si lasciano dimenti-care, battute fulminee e lucido dolente pessi-mismo. E che diventa subito celebre perché ri-esce a rappresentare in modo impareggiabilequel cancro dell’indifferenza, della paura delcambiamento e quel non senso della cosa pub-blica che esprime fin da allora il carattere na-zionale italiano.La storia che vi si narra èsemplice e diretta: è il 12ottobre del ’54 quando aRoma, a Villa Borghese, nelprato del galoppatoio,scende con la sua aerona-ve un marziano. Tutta lapopolazione, appresa la

notizia, si riversa al centro della città come unfiume in piena, in preda a una curiosità “mistain tutti – scrive Flaiano – ad una speranza chepoteva sembrare assurda ieri e che di ora in orasi va invece facendo più viva. La speranza chetutto cambierà”.Il 15 ottobre quel fiume scorre ancora per Ro-ma e le persone sembrano come formiche im-pazzite, cercano un amico al quale comunica-re la loro felicità e ogni cosa – annota Flaiano– appare in una nuova dimensione: “Quale il no-stro futuro? Potremo allungare la nostra vita,combattere le malattie, evitare le guerre, darepane a tutti? … Sentiamo che qualcosa di nuo-vo si prepara. Non è la fine del mondo, ma ilprincipio del mondo”.Poi, dopo che il marziano, di nome Kunt, saràstato ricevuto dalle massime autorità istituzio-nali, politiche e religiose, invitato a ogni gene-re di manifestazione e fotografato e ripreso intutti i modi possibili, incomincia a manifestarsiintorno a lui una più calma curiosità, via via de-generante in indifferenza – “ma che è venuto afare?!” – fino a venir inesorabilmente fagocita-to, il nostro Kunt, dalla banalità e normalità del-la vita quotidiana. E a nulla serve che, per at-trarre un po’ di attenzione, dica a un certo pun-to a chi l’incontra, puntandosi il dito sul petto:“Io, marziano!”. Arriviamo al 6 gennaio, ultimo giorno del dia-rio-racconto, sono trascorse anche le feste na-talizie, è notte, e Kunt, sempre più sconsolatoe solo, viene anche ripetutamente spernac-chiato “da un suono lungo, straziante, plebeo”proveniente naturalmente dall’oscurità, mentresta attraversando via Veneto per raggiungere illuogo dov’è la sua aeronave. Sopra le chiomedei pini di Villa Borghese brilla il rosso puntinodi Marte. Kunt si ferma a guardarlo (meditandocertamente di ripartire al più presto).Non ci sono a mio avviso molte altre storie ca-paci di raccontare con tanto psicologico sar-casmo come, in fondo, siamo fatti (ora comeallora) noi romani, noi italiani, insomma, noi: in-

differenti nel nostro animo più nascosto, capa-ci di digerire tutto, di appiattire qualsiasi novi-tà e diversità, con un senso innato della cadu-cità delle cose ma condito con l’ignoranza ci-vica popolare, privi come nazione di una filo-sofia civile superiore a ogni altra manchevolez-za. Privi di una vera e propria “religione civile”,come la definisce il teologo Vito Mancuso, ca-pace di legare responsabilmente l’individuo al-la società e che in Italia, a differenza degli altripaesi occidentali, manca del tutto ed è questoil suo problema più grave.Il nostro non è un paese - scrive Giampaolo Vi-setti nel suo ultimo bellissimo libro-viaggio ExItalia, edizioni Baldini Castoldi Dalai - ma “unPaese di paesi”, che coabitano sotto lo stessotetto, nello stesso spazio, ma che sono in real-tà una collezione di contesti e di realtà locali dicui è difficile trovare il denominatore comune. Tante identità e tante realtà locali – municipali,provinciali, regionali – marcate e dotate di tra-dizioni storico-culturali e socio-economiche co-sì diverse, che ci vorrebbe un marziano per te-nerle tutte insieme, io credo.Ma che cosa penserebbe questo marziano se,atterrando di nuovo a Roma dopo 55 anni,sempre a Villa Borghese (il galoppatoio del re-sto è sempre là), s’imbattesse in questa Italiadi oggi?L’atterraggio dell’astronave produrrebbe sen-z’altro lo stesso spavento, poi stupore, poi im-pazzimento della gente, che si riverserebbe dicerto ancora a fiumi verso il centro, con la dif-ferenza – questa sì – di un più caotico gigan-tesco ingorgo di tutto il traffico, dovuto al cen-tuplicarsi dei mezzi di trasporto rispetto a 55anni fa. L’effetto mediatico dell’evento, consi-derato lo sviluppo e il moltiplicarsi dei mezzidi comunicazione di massa in questi anni, sa-rebbe poi incalcolabile e non vi sarebbe mo-mento o gesto della sua presenza che nonverrebbe subito captato e mandato in onda,discusso e commentato, sviscerato e riman-dato in onda.L’enorme potenziale mediatico dell’evento nonfarebbe poi mai perdere l’occasione al Presi-dente del Consiglio italiano (si chiama Berlu-sconi) di raggiungere, tra i primi, l’ospite di unaltro pianeta, per accoglierlo con il miglior sor-riso, invitarlo a Palazzo Chigi (non gli parrebbeopportuno, infatti, per il momento e per rispet-to del senso dello Stato, ospitarlo in Sardegnaa Villa Certosa) e per rilasciare infine la se-guente dichiarazione: “Anche io in fondo sonoun marziano nel mio Paese”.In quale paese democratico del mondo, infat-ti, il sistema politico è fondato su un partito –che è anche il partito di maggioranza – fonda-to su una sola persona?. Un partito che nonprevede congressi elettivi, che non ha dibatti-to interno, che non produce di conseguenza ri-cambio di classe dirigente e persegue comeunico sistema di selezione quello della coop-tazione e della fedeltà al capo? In quale paese democratico occidentale il Go-verno esautora ogni giorno il Parlamento, im-bavaglia la stampa e la tv, ponendole per di più“al servizio” non di un progetto politico di inte-resse generale, ma di interessi personali?E ancora, in quale paese democratico del mon-do vengono approvate leggi a colpi di decretio a colpi di una maggioranza cortigiana (fra po-

co toccherà a quella sulle intercettazioni, riget-tata in extremis dal Presidente Napolitano perpalese incostituzionalità), leggi “ad personam”finalizzate esclusivamente a tutelare l’incolumi-tà giudiziaria del premier?Il nostro marziano, membro di una civiltà su-periore capace di viaggiare oltre il tempo e lo

spazio e quindi sicuramente ben documentatosul paese in cui ha scelto di atterrare, sarebbeprobabilmente informato anche sull’imbarbari-mento politico e culturale presente oggi in Ita-lia, che si manifesta col populismo e con mol-ta virulenza. Ma probabilmente, come già il Pre-sidente Obama a L’Aquila, non mancherebbedi diplomazia, e per non guastare i rapporti in-terplanetari appena intrapresi tra Marte e il Po-polo delle Libertà, si limiterebbe a proporre alpremier Berlusconi di ricambiargli appena pos-sibile la visita, per un soggiorno sul Pianeta ros-so (ma non comunista, specificherebbe subito)foriero di scambi galattici di nuovi prodotti, dinuove tecnologie e anche di nuove serie di fic-tion Tv su amori stellari, destinate queste ulti-me al pianeta Mediaset. Intorno al quale, ilmarziano apprenderebbe certamente prima dipartire, il satellite Italia gira da quasi un ven-tennio (un dato che sconfessando Copernico,riabilita dopo molto tempo sia Tolomeo, sia Del-l’Utri, che di Mediaset è il creatore). Questo fa-rebbe probabilmente il marziano. E gli italiani? Che cosa faranno invece gli ita-liani per evitare che il proprio Paese rimanga –come la Birmania - un Paese “a sovranità limi-tata”? Gli italiani preferiscono non schierarsi…, “nonessere”, convivere con il potere per far tran-quillamente carriera. Meglio stare coperti, apa-tici, mostrarsi affidabili.E’ solo così, con l’eutanasia delle passioni edelle ragioni, che può proliferare il berlusconi-smo, un cancro che ha trovato un ambienteperfettamente favorevole al suo sviluppo –esattamente come il fascismo - in un tratto per-manente della società italiana: la sua anima de-magogica e populista, plebiscitaria e autorita-ria, antiparlamentare. Un tratto congenito chesembra per alcuni periodi sparire e che in de-terminati momenti riemerge in tutta la sua pe-ricolosità, oggi amplificato dai mass media.E allora non c’è niente altro da fare, nessu-n’altra speranza: ci vorrebbe un marziano. So-lo un marziano potrebbe portarsi via Berlu-sconi (parlo naturalmente di una visita di sta-to), metterlo in orbita nel sistema planetariodi un altro sole lontano - un pianeta che po-tremmo chiamare simbolicamente Escort (chein inglese, ironia della sorte, oltre che accom-pagnatore-trice, significa anche “Cavaliere”) -fino a una lieta conclusione dei suoi giorni.Staccati per sempre dal “cordone” del loro ca-po, anche i suoi cortigiani-baccelli sparireb-bero per sempre. Amici marziani! Per favore, aiutateci dove gli ita-liani non sanno, non vogliono fare. Portatevelovia, sparatecelo fuori! �

ddii AAlleessssaannddrroo PPeettttii

Il Paese dell’indifferenza

Il senso civico che gli italiani non hanno

“Ci vorrebbe un marziano”

il nostro Paese è fatto di tante real-tà così diverse che ci vorrebbe un

marziano per tenerle insieme“ “

solo un marziano potrebbe por-tarsi via Berlusconi metterlo in

orbita nel sistema planetario di unaltro sole, “Escort”“ “

segue da pag. 1

E. Flaiano

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Lettere

no ingannato dai consensi ottenuti per l’orga-nizzazione giudicata da tutti perfetta, ma d’al-tra parte , si sa, il nostro Presidente in fatto di“feste”ci sa proprio fare. E buon per lui e pertutti noi, perché se avesse fallito, dopo tutte lepolemiche che lo hanno investito prima dell’8luglio, sarebbe stato un disastro per l’Italia.Spero, comunque, che l’entusiasmo per que-sto successo formale non inganni gli italiani enon faccia loro perdere di vista quanto staemergendo sulle abitudini di vita del Presiden-te del Consiglio, abitudini che dimostrano controppa chiara evidenza l’incoerenza tra i valoriproclamati e i comportamenti tenuti, dando unpessimo esempio. Condivido quindi quantoscrive Eugenio Scalfari sulla Repubblica di do-menica 12 luglio, quando, al termine di un lun-go articolo sul G8, assicura che da parte deigiornalisti come lui riserve e critiche non ces-seranno “se non altro per indurre il Premier sca-pestrato a cambiare definitivamente compor-tamenti pubblici e privati che sono l’esatto con-trario di quelli ai quali un Capo di Governo do-vrebbe attenersi. … ma non speriamo e non ciilludiamo di vedere effetti vistosi. Salvo quellodi saper far bene il mestiere dell’anfitrione”.Non mancano esempi di scatole vuote anchenella realtà sanfeliciana, gestita da Ammini-stratori che probabilmente approvano idee estili di vita del Premier. In proposito mi sembrapossa essere simpaticamente provocatorio ri-cordare una poesia di Trilussa:

NUMMERIConterò poco, è vero: diceva l’Uno ar Zero — ma tu che vali? Gnente: propio gnente. Sia ne l’azzione come ner pensiero rimani un coso vóto e inconcrudente. Io, invece, se me metto a capofila de cinque zeri tale e quale a te,

lo sai quanto divento? Centomila. È questione de nummeri. A un dipresso è quello che succede ar dittatore che cresce de potenza e de valore più so’ li zeri che je vanno appresso.(1944 – Trilussa)

Come non ricordare la recente approvazionedel “Piano triennale delle opere pubbliche”? Unpiano che non ha la sufficiente copertura fi-nanziaria, ma che prevede comunque una se-rie di opere che non potranno essere realizza-te. Quindi, come al solito, è partita la costosamacchina preparatoria con incarichi progetti estudi, si spenderanno tanti soldi e tutto finiràcosì, in un nulla di fatto. Molti dei lavori pubbli-ci previsti sono ancora alla fase di progetto pre-liminare, istruttoria del progetto preliminare o al-l’idea di progetto. Alcuni esempi: Parcheggiovia Amm. Bergamini; parcheggio Centro stori-co Via dell’Acropoli; realizzazione di nuove areedi parcheggio in Via G. Rossi e in Via C. A.Blanc; recupero ex cava di Mezzomonte; ilgrande Parco Botanico; l’impianto polisportivoe il campo da golf a Borgo Montenero … e tan-ti altri ancora. In particolare, nelle premesse del-la relazione programmatica, c’è il programmadelle opere da attuare nel 2009: praticamentel’anno sta per terminare e non si è visto anco-ra nulla. Si ha da subito la sensazione che ven-

gano date notizie, dati e progettazioni in modosuperficiale e questo trova conferma nella sti-ma delle presenze turistiche ridimensionate a40.000 per quest’anno, mentre nel passato neerano sempre state stimate tra le 80.000 e le100.000. E’ un errore?Tutto ciò è ripetitivo, nel senso che sono anniche si procede nello stesso modo, il program-ma triennale delle opere pubbliche è stato sem-pre un libro dei sogni. Ebbene, potrebbe sem-brare che per uno di essi il sogno si è avvera-to, dal momento che nello stesso programmarisulta che il collegamento viario tra via G. Ros-si e piazzale S. Francesco sia nella fase di rea-lizzazione e che il suo completamento è previ-sto entro il 2009. In proposito avremmo un’idea:perché non organizzare una caccia al tesoro,che preveda come premio un soggiorno di unasettimana alla “Bussola”, a chi riesce a indivi-duare il cantiere?

Da LA TERZA ROMAParla Checco er benzinaro

E Giove, che ciaveva ne le manotutta l’azzienna elettrica celeste,viveva fra le nuvole e da questefurminava la gente da lontano.

D’accordo co’ Nettuno e co’ Vurcanofaceva l’uragani e le tempestepe’ sconocchià1 li boschi e le forestee spaccà le montagne a tutto spiano2.

Se sa: so’ tutte pappole3 ch’ormaifanno ride li polli; ma l’antichise l’ereno bevute4 bene assai.

Questo vô di’ che l’ommini so’ prontia crede a tutto quello che je dichie a qualunque fregnaccia j’aricconti.

(Trilussa) �

1 Per sconquassare2 Senza riposo3 Favole4 Le avevano credute

segue dalla primaEditoriale di ALESSANDRO CRESTI

Sembra che faccia grandicose e non fa nulla

MMaarrccoo VVuucchhiicchh

CENTRO STORICO

Egr. Sig. Direttore,da circa un paio di mesi sul Corso VittorioEmanuele appaiono ben allineate delletransenne, che, così come sono colloca-te, non si capisce cosa stiano a fare e dache cosa debbano proteggere.Alzando lo sguardo si può pensare a uncornicione pericolante e allora dovrebbeessere precluso il passaggio lì sotto, men-tre, come si vede bene dalla foto, chiun-que non solo vi passa ma, spesso fa so-sta davanti alle vetrine della gioielleria.

Delle due l’una, se il pericolo esiste letransenne vanno disposte diversamente,se il pericolo è cessato vanno tolte.E’ tempo di turismo a San Felice, ci vo-gliamo affrettare a sistemare meglio quel-la strada molto frequentata?Dopo le transenne, sulla serranda abbassa-ta di un negozio, appare un grande cartelloche, alludendo a un palazzo pericolante, al-larma i passanti ed è brutto a vedersi. Il tra-sferimento dell’attività penso sia ormai notoa tutti, quindi il cartello dovrebbe essere im-mediatamente rimosso. Se ne potrebbe in-teressare anche il proprietario del negozio.

(lettera firmata)

Caro Direttore,come volevasi dimostrare, nel numero digiugno de “Il Centro Storico”, E. Dantescriticava (giustamente!) l’utilizzo delle pan-chine di legno con annesse fioriere ricchedi gerani in quanto più adatte a un conte-sto tirolese che a uno mediterraneo. Og-gi, l’argomento è ancora più attuale inquanto quel discutibile arredo urbano haperso quasi del tutto l’addobbo floreale(seccato dal caldo torrido di questo pe-riodo) e si è trasformato, di volta in volta,in mensa per la degustazione di pizza, pa-nini o gelati, tavolo da gioco, fasciatoiodove poter cambiare i pannolini ai neona-

ti. Servirà da insegnamento ai nostri am-ministratori? Mi perdoni il pessimismo, matemo proprio di no.

(lettera firmata)

LA SPIAGGIACaro Direttore,l’estate sta praticamente volgendo al ter-mine e le presenze turistiche sul nostroterritorio stanno scendendo per qualità equantità. Mi sono trovato a percorrere illungomare alle sette di una domenica mat-tina e ho assistito all’assalto di quei pochitratti di spiaggia libera da parte di nonnimattinieri che si assumono il compito dipiantare ombrelloni in “prima fila” e par-cheggiare macchine nei punti privi di par-cheggi a pagamento; il tutto, mentre glistabilimenti balneari mostrano, anche inorari più tardi, una scarsissima frequenta-zione. Si tratta di segni inequivocabili dicrisi economica e, forse, per questo mo-tivo, ci saremmo aspettati da parte di chici comanda, iniziative più incisive che nonquella di rilasciare concessioni ad aprirediscoteche sulla spiaggia che poi sonostate chiuse dai carabinieri per la man-canza dei requisiti urbanistici. Anche sequesto fatto, su tutto il litorale, è la pras-si comune....

(lettera firmata)

a proposito di bilancio o “libro dei sogni”

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Territorio

Èpratica ormai consolidata per il co-mune di San Felice Circeo destinarenelle vacanze estive soldi pubblici,

ovvero di noi contribuenti, per promuovereinteressanti manifestazioni “culturali”: sfila-te di moda, mostre, manifestazioni gastro-nomiche del tipo “la festa della sardina”.Spesso i proventi investiti non sono nem-meno irrisori e la riuscita è a volte discuti-bile. Come discutibili sono gli interventi di“restauro” promossi negli ultimi anni sem-pre dal nostro Comune, ultimo tra tutti lanuova pavimentazione del centro storico oil restauro di parte del palazzo baronale. Alcomplesso baronale, anche se a lui ante-riore, appartiene la sala oggi adibita a sededell’ufficio della pro loco detta “Porta delParco”. Il nome è dovuto con molta proba-bilità all’elegante portale d’accesso ad ar-co acuto che fa da ingresso monumentalea quella che in origine era forse la cappelladella Torre dei Templari, a questa collegatamediante una scala attualmente esistente,ma non più agibile, visibile attraverso unateca in vetro situata alle spalle della recep-tion dell’ufficio. Il portale richiama da vicinola maniera architettonica cistercense, ap-prodata nel Lazio agli inizi del XIII secolocon i monaci francesi impegnati a costrui-re la bellissima abbazia di Fossanova, e an-che l’architettura dell’ambiente si presentasubito in tutto il suo interesse. In esso, in-fatti, si individuano due diversi momenti co-struttivi: uno romano, relativo al muro di fon-do in opus reticulatum facente parte di unedificio preesistente che i Templari hannosuccessivamente sfruttato per costruire laloro torre e gli edifici ad essa connessi, euno medievale, connotato da una tecnica

costruttiva del tutto simile a quella della Tor-re appunto e delle mura di cinta medievalidel vicino giardino di Vigna la Corte. Nelleparti della fase costruttiva medievale si no-ta una differente messa in opera del mate-riale tra le pareti esterne della sala, prospi-cienti verso la piazza del comune e conti-gue con l’elegante portale in stile gotico, equelle interne. Nelle prime la tecnica co-struttiva è più accurata, i blocchi di calcaresono tagliati in modo regolare, in manieratale da non lasciare affiorare la sottostantemalta e da rendere compatta e solida la pa-rete che, mostrandosi all’esterno, doveva ri-spettare un certo criterio estetico, non ne-cessario nelle pareti interne dell’aula, dovesi nota una messa in opera meno scrupo-losa. L’esame della struttura antica del-l’ambiente si ferma però alle sole pareti pe-rimetrali a causa degli spregiudicati inter-

venti di “restauro” moderni che ne hanno ir-rimediabilmente alterato la lettura e l’inter-pretazione. In origine la sua spazialità do-veva essere completamente diversa, ele-mento che appare evidente dalla conside-razione di alcuni particolari, completamen-te tralasciati dai nostri eroici restauratori.Addossati alle pareti della sala stanno, in-fatti, dei pilastri in blocchi calcarei anch’es-si di epoca medievale sui quali si dovevaimpostare la copertura originale della cap-pella, forse a volta a botte o a crociera, oancora in capriate di legno.

Durante gli ultimi restauri, non ancora ter-minati, si è invece optato per una saggia co-pertura in cemento per metà intonacato eper metà no, ricadente su possenti pilastrianch’essi in cemento armato posti a fiancodei “colleghi medievali” esautorati così dal-la loro funzione architettonica non si sa perquale motivo. In più in fondo alla parete si-nistra, in alto, si nota una piccola monofo-ra -del tutto uguale a quelle che si apronosu due delle quattro pareti della Torre deiTemplari- in parte occlusa dalla bella voltamoderna in cemento; l’altezza della fine-strella fa supporre che l’ambiente dovevaessere originariamente di ampio respiro econ una copertura sicuramente posta ad unlivello più alto di quella attuale. Un buon restauro avrebbe dovuto non oc-cultare ma valorizzare la struttura antica e il

nuovo non avrebbe dovuto sostituirsi al“vecchio” ma permetterne una più duratu-ra conservazione. Il mancato esame filolo-gico dell’organismo architettonico è anda-to oltre, estendendosi alla cattiva informa-zione riguardante la storia locale che vienedata nei pannelli didattici che circondano ilperimetro dell’aula. In uno di essi, se non er-ro l’ultimo a destra, si dice che nel 1240 In-nocenzo III affidò la Rocca del Circeo aiTemplari con lo scopo di difenderla e di ri-edificarla. Peccato che nel 1240 InnocenzoIII fosse morto da 24 anni. Ad onor del ve-ro è per volontà di papa Gregorio IX che nel1239 la Rocca del Circeo entra tra i pos-sessi della chiesa di Santa Maria dell’Aven-tino e quindi all’ordine dei Templari, cheportarono a termine la ricostruzione dellaRocca del Circeo interessata nei primi annidel ‘200 da numerose guerre e devastazio-ni. Di questa fase edilizia rimangono la Tor-re, l’adiacente sala della Porta del Parco ealcune porte d’ingresso delle mura anticheche presentano la caratteristica forma ogi-vale, novità introdotta nell’architettura la-ziale dalle maestranze impiegate nella co-struzione della già menzionata Abbazia diFossanova consacrata, quella sì, da Inno-cenzo III nel 1208. Porgo così un invito a chi proseguirà in que-sto restauro di non confondere i lavori di ri-strutturazione con la conservazione e la tu-tela di un bene pubblico che appartiene atutti e che merita rispetto, anche se ormaiil danno è stato irrimediabilmente fatto. �

di Chiara Parlagreco

La “Porta del Parco”

Un buon restauro dovrebbe valorizzare e non occultare

Restaurare o ristrutturare? Questo è il dilemma...

discutibili sono gli interventi di“restauro” promossi dal Comune

di San Felice Circeo“ “

la muratura è tipica del periodoromanico“

l’informazione sulla storia localenei pannelli dell’aula della Porta

del Parco è in parte errata“ “

Porta del Parco

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ten e gli disse “Stai tranquillo fra poche oretutta la Squadra partirà per compiere intera-mente il proprio dovere; tutte le navi che so-no in grado di muovere, anche con una solaelica partiranno con me”. Alle 23,15 gli tele-fonò l’ammiraglio Giartosio – Sotto Capo diStato Maggiore Aggiunto – per comunicarglile seguenti clausole armistiziali: la rotta da se-guire per recarsi a La Maddalena doveva es-sere esterna alla Corsica, le armi dovevanoessere per chiglia eccettuate quelle contrae-ree, ma il fuoco poteva essere aperto “solo difronte ad una definita azione ostile da partedegli avversari”. Alle 23,40 Supermarina inviòl’Ordine d’Operazione. Il 9 settembre 1943, al-le 03,40, le FF.NN.BB. salpano da La Spezia

dirette a La Maddalena. Alle 12,25 truppe te-desche, dislocate in Sardegna, occupano laMaddalena. Supermarina decide che leFF.NN.BB. non possono più entrare a LaMaddalena ma devono invertire la rotta e di-rigere direttamente su Bona. Alle ore 14,37viene consegnato a mio padre il seguentemessaggio di Supermarina “Protocollo 348PAPA (Precedenza Assoluta sulla Preceden-za Assoluta) Cifrato 16 ter Supermarina a na-

ve Roma per CCFFNNBB Alt La Maddalenaoccupata dai tedeschi invertite la rotta e diri-gete su Bona – 131609 (Ora di compilazionedel messaggio)”. In quel momento leFF.NN.BB. si trovavano nello stretto canale disicurezza situato vicino alle Bocche di Boni-facio, comprese tra l’estremità sud della Cor-

sica e le isole dell’arcipelago di La Maddale-na. Mio padre invia immediatamente il se-guente messaggio “A tutti accostate ad untempo di 180° a sinistra”. Le unità navali, fa-cendo questa manovra, invertivano la rottama venivano a trovarsi con la formazione in-vertita, i sezionari precedevano i loro coman-danti di Divisione o di Squadriglia. Pertanto al-le 14,46 invia il seguente messaggio: “A tuttivelocità 18 nodi Rotta 285°”. La riduzione divelocità a 18 nodi era necessaria per riordi-nare la formazione; la rotta di 285° era quellaper uscire dal Golfo dell’Asinara, accostarepoi a sinistra e dirigere su Bona. La manovradelle nostre unità indicava chiaramente che laFlotta non entrava più a La Maddalena pro-prio perchè occupata dai tedeschi. Alle 14,47un ricognitore tedesco osserva la nuova si-tuazione e comunica la notizia al suo Co-mando. Il Comando della Flugtflotte in Italiatrasmette la segnalazione alla Luftwaffe. Il pia-no “Achse”, predisposto a suo tempo, pre-

Quando arriva l’estate al Circeo, te neaccorgi subito. Da qualche anno,per la verità, giunge un po’ più tar-

di del solito ed è sempre preceduta daqualche strana perturbazione, come se iprotagonisti della stagione calda non ri-uscissero a trovare un accordo. Quest’an-no, poi, la cosa sembra essere stata an-cora più complicata del solito... No, no, scusate... forse non ci siamo spie-gati bene... ma no, la colpa non è dell’an-ticiclone delle Azzorre... nooo, non c’entraneppure il buco dell’ozono... Il fatto è che,nella terra della maga Circe, ci accorgia-mo dell’arrivo dell’estate quando una se-ra te ne vai a dormire con le strade se-gnate da chilometri di strisce bianche e lamattina dopo le trovi, invece, invase da al-trettanti chilometri di strisce blu; un bellis-simo blu elettrico che, se non altro, donaun tocco di colore ad un’atmosfera sem-pre più grigia. Stiamo parlando del blu chedefinisce i confini degli odiati parcheggi apagamento, quelli che ti impediscono disostare senza il patema d’animo di bec-care una multa, quelli che ti costringono apagare anche se devi andare a fare un cer-tificato al comune o a trovare un amico de-funto al cimitero; insomma quella sorta ditangente che viene imposta al cittadinodall’arroganza del potere. E poco importa se chi è residente può fa-re un abbonamento a basso prezzo, per-ché in molte zone d’Italia è proprio il piz-zo “economico”, cioè quello che paganotutti, che rafforza un certo tipo di mentali-tà e di affari. La verità è che non ci sarebbe nessuna ne-cessità di mortificare i residenti e gli ospi-ti estivi per racimolare dei soldi che poiverranno, con ogni probabilità, gettati alvento. Volete un esempio? La cifra che glistrateghi del bilancio comunale suppon-gono di percepire quest’anno dall’affida-mento a terzi della gestione dei parcheg-gi è, soldo più o soldo meno, di 40.000 Eu-

ro. Ebbene, al-cuni mesi fa,nell’angolo piùnascosto dellapiazza di BorgoMontenero è

stata posizionata quella che, dalla mentefaraonica della Giunta Comunale, è statadefinita una “Fontana Monumentale” mache l’arguzia del popolo ha subito ribat-tezzato l’ “Abbeveratoio”. Forse non tuttisanno che quella cosa è costata a noi cit-tadini ben 30.000 Euro (per la precisione29.920 Euro); e allora, la considerazionenasce spontanea: ma non sarebbe statomeglio evitare la realizzazione di quellastruttura inutile e discutibile, e rinunciarea questa – per dirla come il commissarioMontalbano – “camurria” dei parcheggi?Non avremmo fatto una figura migliore?Avremmo anche evitato quelle chiacchie-re dei cittadini pettegoli che, ora, vannodicendo che la Cooperativa che gestiva iparcheggi l’anno scorso è stata fatta fuo-ri per vendetta nei confronti del suo vice-presidente che ha osato sfidare (e dan-neggiare) l’Assessore al Bilancio alle ele-

zioni; oppure quelle di altri cittadini invi-diosi i quali andrebbero insinuando mali-gnamente che alcuni esponenti dell’am-ministrazione comunale siano i padrini del-le altre due sole Associazioni ONLUS chehanno partecipato alla gara. Evidentemente, l’amore per la complica-zione delle cose e per il gioco delle tre car-te resta la passione irresistibile degli am-ministratori nostrani. Anzi, per santificarel’evento, sembra pure che il Comune ab-bia deciso di individuare una colonna, an-zi una colonnina sonora dei parcheggi apagamento, una sorta di inno al blu, in-somma una canzone per l’estate, propriocome succedeva nei mitici anni sessanta. Ed avrebbe già in mente di bandire unconcorso per scegliere il brano vincenteche verrà eseguito ad ogni uscita estivadella Banda del Paese (ci riferiamo allaBanda Musicale, ovviamente). Secondovoci non controllate, vista anche l’impor-tanza sempre maggiore che va assumen-do la nostra città nel panorama turistico in-ternazionale, sarebbero fin da ora nume-rose le case discografiche in cerca di unposto (possibilmente non a pagamento) alsole del Circeo per un importante ritornod’immagine. Le prime indiscrezioni vorrebbero la costi-tuenda giuria già spaccata sulle candida-ture dei classici Nel blu dipinto di blu, Lemille bolle blu, Lisa dagli occhi blu, Can-zone blu, Ma il cielo è sempre più blu, Unangelo blu, Blu moon, Blu gardenia, Unarosa blu, Torpedo blu, Angeli nel blu e Unafavola blu. Destinate, invece, alla esclusione sembra-no essere Blu Tango ed Azzurro, entram-be di Paolo Conte, almeno fino a quandonon verrà stabilito che non esiste parentelatra il cantautore di Asti e l’on. GianfrancoConte (ideatore di Nuova Area, il movi-mento politico che infiniti addusse lutti al-l’amministrazione nella recente battagliaprovinciale, ndr). �

IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 88

Il fatto

di E. Dantes

Un disco per l’Estate

segue dalla pagina 2Personaggi di PIER PAOLO BERGAMINI

L’Ammiraglio Carlo Bergaminie la corazzata “Roma”

mentre le FF.NN.BB. dirigono suBona viene avvistata una forma-

zione di 11 bombardieri tedeschi“ “

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L’istituzione del Parco ha storicamentecostituito un argine rispetto alla radi-cale trasformazione del territorio che,

per molteplici motivi non sempre legittimi ecorretti sotto il profilo autorizzativo, ha carat-terizzato le aree esterne a questo. Ciò non-ostante lo sviluppo che nel Parco alcune at-tività economiche hanno avuto rischia oggi dientrare in conflitto con le esigenze di tutelache devono essere garantite. Infatti, é da sot-tolineare il fatto che non sempre dette attivi-tà sono corredate delle necessarie autorizza-zioni e, comunque, nella stragrande maggio-ranza dei casi non sono corredate delle op-portune valutazioni ambientali anche perchéspesse volte queste non erano previste quan-do dette attività economiche si sono insedia-te. Ci si trova pertanto a dover fare i conti conuna realtà che complessivamente va riordi-nata sia sotto il profilo della legittimità auto-rizzativa, sia sotto quello della coerenza e del-la compatibilità ambientali rispetto ai valoridell’area protetta. L’obiettivo a cui l’insieme del Piano del Parcoe del Piano di Sviluppo Socio Economico de-ve mirare è quello di garantire standard diconservazione nei termini indicati dall’UnioneEuropea cercando di rendere il più funzionalia questi le attività economiche e cercando diriconvertire o delocalizzare quelle manifesta-mente incompatibili. Queste analisi non po-tranno che essere di dettaglio. In questa se-de ci si limiterà a stabilire in via generale gliorientamenti su cui si muoverà il Piano delParco chiarendo da subito che rispetto ad al-cune scelte saranno necessarie analisi pre-ventive che proprio l’elaborazione del Piano èchiamata ad operare. Fatte salve le verifiche che comunque do-vranno essere fatte e che dovranno dare ri-sposte documentate ed oggettive, è difficilepensare di poter soddisfare all’interno dell’a-rea protetta molte delle esigenze di sviluppoeconomico nei termini in cui queste sono sta-te avanzate. Inevitabilmente occorrerà indivi-duare risposte convincenti all’interno di unavisione territoriale più ampia che travalica iconfini del Parco e prende in considerazioneun’area ben più vasta; questo consente di ga-rantire non solo risposte concrete e di più am-pio respiro alle esigenze di sviluppo, ma an-che una maggior efficacia degli interventi diconservazione mettendo o ricreando conti-nuità tra i vari sistemi naturali del territorio.

Il Parco, infatti, è un ambito relativamente pic-colo, addirittura piccolissimo se si escludonole superfici forestali e quelle lacuali. Anche ef-fettuando una corretta zonizzazione, le aree dimassima tutela inevitabilmente saranno estre-mamente vicine a quelle dove necessaria-mente occorrerà prevedere e consentire atti-vità produttive; questo significa che è difficilepensare ad un’espansione delle attività eco-nomiche senza provocare interferenze con learee di massima tutela. In questo senso l’obiettivo primario di unParco Nazionale (conservare in piena effi-cienza i servizi ecosistemici resi dalle po-polazioni di flora e fauna, dagli habitat e daidiversi tipi di paesaggio) diviene particolar-mente complesso (non complicato) e rag-giungibile solo se alla manifestata e diffusavolontà di conservazione si associa unapuntuale conoscenza della struttura e del-la funzionalità dei diversi ecosistemi.

Non si cada nell’errore di confondere l’e-spansione delle attività economiche con lacrescita delle stesse. Il concetto di crescitaeconomica non sempre dipende, infatti, dal-l’espansione “fisica” delle attività produttivepoiché, soprattutto in un’area ad altissima va-lenza turistica, questa può essere determina-ta anche da fattori di qualità ed estensionestagionale dell’offerta che possono incre-mentare la redditività attraverso un migliora-mento dei servizi ed una riduzione dei perio-di di inattività. Con il Piano del Parco i con-cetti di crescita e di sviluppo dovranno assu-mere una nuova accezione. Ciò nonostante,però, molte risposte sono possibili solo pren-dendo in considerazione una gestione terri-toriale che travalica i confini dell’area protet-ta; il punto di equilibrio dunque può esseretrovato solo mantenendo il Parco come bari-

SSPPEECCIIAALLEE PPAARRCCOO NNAAZZIIOONNAALLEE DDEELL CCIIRRCCEEOO

ddii GGaaeettaannoo BBeenneeddeettttoo**

Le Linee di Indirizzo al Piano del ParcoL’Ente Parco Nazionale del Circeo sta lavorando al suoPiano, con un incarico all’Università de La Sapienza,Sede di Latina (Ingegneria Ambientale, proff. AlbertoBudoni e Luciano De Bonis). Per delineare gli indirizzidell’incarico all’Università, il Parco ha elaborato un“Documento Direttore Preliminare di Piano (DDPP)”,dal quale sono tratti i contributi che seguono, nel te-sto approvato dal Consiglio Direttivo dell’Ente ParcoNazionale del Circeo nella seduta del 23 febbraio 2009.Il DDPP è disponibile per la consultazione per asso-ciazioni e soggetti sociali del territorio, e può essere ri-chiesto all’Ente Parco (Tel. 0773 512240, Fax 0773512241, e-mail [email protected]).

continua a pagina successiva

Inse

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Il litorale pontino è una realtà di notevoleinteresse per le attività di turismo legatoalla nautica da diporto, incentrato soprat-

tutto sui collegamenti con l’Arcipelago Pon-ziano, vista la vicinanza territoriale, ed in ge-nere alla possibilità di mantenere barche lun-go tutto il ciclo annuale. La principale strut-tura portuale esistente è quella di San FeliceCirceo; in zona operano inoltre il porto-canaledi Rio Martino a Sabaudia e quello di PortoBadino a Terracina, oltre allo stesso Porto diTerracina. Inoltre negli anni si è stratificata unasituazione di fatto all’interno del Lago di Pao-la in seguito ad un’iniziale autorizzazione tem-poranea nel 1985, che ha portato alla pre-senza di un numero rilevante di barche. At-tualmente le strutture (pontili) risultano in granparte sequestrate dall’autorità giudiziaria. In generale emerge per il settore una do-manda di posti barca estremamente ecce-dente le disponibilità nelle strutture esistenti,con conseguenti numerose iniziative nell’areaindirizzate alla realizzazione di nuova portua-lità turistica: il Porto di Foce Verde a Latina,il nuovo porto di Rio Martino tra Latina e Sa-baudia (con previsione di traghetti per Pon-za), la ventilata darsena permanente nel La-go di Paola, il raddoppio del Porto di San Fe-lice Circeo, la Darsena di Torre Olevola a SanFelice. Evidentemente queste iniziative infra-strutturali devono trovare una regolazione eun equilibrio complessivo all’interno del Pia-no del Parco, che ne definisca l’eventualecompatibilità, spazi e limiti. Connesse all’attività diportistica potrebberoessere alcune iniziative di valorizzazione delpatrimonio marino indirizzate non solo o nontanto alla tutela quanto alla creazione di oc-casioni di visita in barca e di attività collatera-li (pesca, diving), ed in particolare la realizza-zione di interventi di gestione delle aree natu-ralistiche esistenti a mare (Siti di ImportanzaComunitaria sui posidonieti; Zona di Protezio-ne Speciale che fronteggia la spiaggia del Cir-

ceo; zona di protezione a mare di fronte al ter-ritorio del Promontorio fino a 500 m dalla rivaprevista dal PTP n. 13 vigente; fondali di Zan-none e ZPS a mare dell’Arcipelago Ponziano). Gli interventi di valorizzazione potrebbero in-cludere la delimitazione dei siti con boe di at-tracco che evitino la posa delle ancore e con-seguenti danni ai fondali (sono anche statisperimentati in altre aree italiane, come leCinque Terre e la Maddalena sistemi elettro-nici di autorizzazione-tariffazione delle visite);la posa di tripodi anti pesca a strascico nel-le aree in cui essa è vietata, che potrebberoanche fungere da riserve di ripopolamento(alcune esperienze sono già state sperimen-tate o progettate anche in zona); la regola-mentazione della pesca sportiva in modo daaumentare il pescato potenziale intorno allearee “cuore” del sistema; lo sviluppo delle at-tività di diving (vedi oltre). In questo senso è possibile pensare ad un’i-niziativa di “Riserva Marina” nell’area, chepuò avere una potenzialità di aumento dellespecie preda per l’osservazione (diving) o lapesca (apnea o dalla barca), ma soprattuttopotrebbe fornire un “attrattore” anche per ilmarketing turistico del Circeo, che al mo-mento ha un appeal piuttosto basso, fornen-do sostanzialmente da appoggio per le bar-che dei romani o dei napoletani o da base perla visita dell’Arcipelago Ponziano (che co-munque rappresenta un’importante risorsaturistica per la nautica). Di notevole interesse per il collegamento at-tività diportistiche – ambiente marino sono leattività di scuba-diving, che ruotano intornoai centri servizi indispensabili per la ricaricadelle bombole, le visite guidate, i corsi di for-mazione, ecc… Da una prima indagine nel-l’area del Parco e dell’Arcipelago Ponziano(area fronteggiante il Parco e di primario in-teresse per questo tipo di attività anche pergli appassionati in partenza da San Felice Cir-ceo) risultano operare in totale una ventina di

diving centres, di cui 5 tra Sabaudia e SanFelice Circeo (Vedi Tabella). Alcune iniziative in passato (come la posa del“Cristo del Circeo” di fronte al Porto di SanFelice Circeo) sono state attivate anche co-me stimolo a questa attività, che vede vincolinel basso interesse del Promontorio visto an-che il depauperamento dei fondali in seguitoalla pesca indiscriminata nel passato (si rac-conta ancora delle Cernie ed Aragoste a bas-sa profondità sul Promontorio negli anni ’60). La messa in rete delle strutture esistenti, il lo-ro coinvolgimento nelle attività organizzate divisita del Parco, la promozione specifica delsito come destinazione di visita per gli ap-passionati, la produzione di articoli sulle rivi-ste specializzate e le attività sopra riportatepotrebbero incentivare lo sviluppo di questeattività nel parco, anche e soprattutto fuoristagione. Le attività connesse all’idea di “Ri-serva Marina” possono fortemente sostene-re l’idea del Circeo come una destinazione“nuova” e specifica per questo tipo di attivi-tà, che nel marchio del Parco Nazionale pos-sono trovare nuovo stimolo. �

SSPPEECCIIAALLEE PPAARRCCOO NNAAZZIIOONNAALLEE DDEELL CCIIRRCCEEOO

centro di un sistema più ampio che va pro-grammato e gestito di concerto con tutti i sog-getti istituzionali competenti e d’intesa con glioperatori. Nell’ambito del mandato effettuato per la re-dazione del Piano è fondamentale non solol’aspetto metodologico scientifico multidisci-plinare, ma anche quello metodologico delprocesso che dovrà essere partecipato. Co-stituisce, infatti, precisa prescrizione il fattoche l’azione di pianificazione avvenga attra-verso una preventiva fase di ascolto (o con-sultazione preventiva) con i cosiddetti stake-holders, cioè i portatori d’interessi. La rico-gnizione dei “bisogni” costituisce, al pari delpresente atto di indirizzo e delle necessarieconoscenze di base in chiave naturalistica edecosistemica, elemento propedeutico al pro-

cesso di pianificazione. Con questi interlocu-tori, che dovranno essere individuati nell’am-bito dei vari comparti interessati dal proces-so di pianificazione (agricoltori, operatori turi-stici, imprenditori ecc), sarà necessario prov-vedere a una o più fasi intermedie di riscon-tro e di comunicazione prima che il Piano siaportato alla definitiva adozione ed approva-zione degli organi preposti.Il processo di partecipazione previsto preve-de tre fasi principali: a) la prima di contatto diretto con gli attori isti-

tuzionali che si ritengono maggiormenterappresentativi, attraverso una serie di in-terviste indirizzate a costruire un quadro diriferimento generale dei bisogni, e a costi-tuire alcuni tavoli permanenti di consulta-zione sui diversi temi del Piano;

b) la seconda che riguarda l’attivazione dei ta-voli di confronto, dei quali il primo sarà adesempio quello degli attori tecnico-urbani-stici, nelle figure dei soggetti tecnici degli

Enti Locali, e che sarà indirizzata a detta-gliare il quadro dei bisogni delle realtà loca-li, in modo da costruire il Piano anche te-nendo in dovuto conto tali bisogni, e dellevisioni ed idee del territorio che da essiemerge;

c) la terza, nella quale si rovesceranno i ruoliall’interno dei tavoli, e nella quale il gruppodi Piano e il Parco proporranno la loro vi-sione, che tenterà una sintesi del quadro diesigenze naturalistiche, territoriali e dei bi-sogni, proponendola alla discussone dei ta-voli stessi.

La capacità di interloquire con la società lo-cale, e con quella del sistema sociale più este-so a scala regionale, nazionale e internazio-nale, è vista come chiave per l’effettiva riuscitadel processo di pianificazione e l’efficacia del-le previsioni che da esso deriveranno. �

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Il Parco guarda verso il mare

* Direttore dell’Ente Parco

Tabella. Diving centresoperanti in zona

Comune Numero strutturediving centre

Latina 6Sabaudia 1San Felice Circeo 4Ponza 4Ventotene 3

Fonte: Indagine del Parco su siti internet efonti locali

* Presidente dell’Ente Parco

segue dalla pagina precedente

Le Linee di Indirizzo al Piano del Parco

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SSPPEECCIIAALLEE PPAARRCCOO NNAAZZIIOONNAALLEE DDEELL CCIIRRCCEEOO

Il tema del turismo all’interno del Parco Na-zionale del Circeo assume, com’è norma-le che sia, varie sfaccettature. Basti pen-

sare alla questione alberghiera, a quella deglistabilimenti e chioschi, alla mobilità connes-sa alla fruizione, alla promozione e quindi al-l’identificazione di un’offerta idonea a favori-re una destagionalizzazione. Al fine di identi-ficare un corretto sviluppo di questo settore ènecessario condividere in via preliminare al-cuni elementi che poi in coerenza possanoorientare le scelte. […]Non v’è dubbio che sotto un profilo am-bientale le problematiche nascono dai co-siddetti periodi estivi di punta ormai ridottia qualche week end primaverile, a tutti iweek end estivi e una ventina di gironi con-tinuativi ad agosto. L’offerta turistica capa-ce di reggere i numeri importanti che si re-gistrano in questi periodi non sempre è ba-sata su strutture che non sono mai state va-lutate sul grado della loro compatibilità am-bientale. […] Obiettivo generale del piano èquello di non intaccare l’attuale livello eco-nomico ed occupazionale, cercare anzi diimplementarlo, trovando le migliori soluzio-ni per gestire le attuali imprese con il migliorgrado possibile di compatibilità ambienta-le puntando sull’innovazione tecnologica edenergetica mediante un forte rapporto isti-tuzionale con il mondo della ricerca scien-tifica soprattutto tramite le strutture territo-riali della Facoltà di Ingegneria e di Scien-ze della Sapienza Università di Roma giàpresenti nel Polo di Latina. È auspicabile che le strutture turistiche di-ventino dei veri e propri momenti di pro-mozione e conoscenza del Parco, oltre chedi manutenzione e corretta gestione di par-ti del territorio di questo. A tal fine occorreche gli operatori siano pienamente coinvol-ti in un processo di riqualificazione e di pro-mozione che rinunciando ad aumentare lapressione nei momenti di punta, favoriscaun allargamento dell’offerta ad altri momentianche attraverso la predisposizione di for-mule specifiche e mirate da sviluppare diconcerto con l’Ente Parco e gli altri Enticompetenti (turismo naturalistico, turismocongressuale, turismo scolastico, turismodella terza età ecc).• Il Piano dovrà provvedere alla ricognizio-

ne di tutte le strutture preposte ad attivi-tà turistiche e valutare sotto il profilo am-bientale il rapporto tra queste ed il terri-torio ad esse circostante. […]

Il Piano è chiamato ad individuare anchequale possa essere il miglior modo per ga-rantire uno sviluppo dell’agriturismo e delpescaturismo nonché una riconversione dicubature attualmente esistenti con finalitàdi ricezione turistica. Per meglio calibrare la tipologia degli inter-venti, il Piano analizzerà come predisporrele strutture necessarie per costruire un’of-ferta turistica e di fruizione basata sulle at-tività congressuali ed un’incentrata sull’e-ducazione ambientale.

Una particolare attenzione dovrà essere da-ta alle strutture sportive ed alla regolamen-tazione che a queste dovrà essere data an-che per garantire lo sviluppo e l’implemen-tazione. […] A tal fine il Piano dovrà indivi-duare gli ambiti dove sarà possibile inserire:• percorsi vita attrezzati;• piste ciclabili;• strutture a bassissimo impatto all’area

aperta idonee a praticare sport particola-ri (come ad esempio free climbing o tirocon l’arco);

• i relativi posteg-gi di riferimentoe (eventualmen-te) punti ristoroe servizi.

In relazione agliimpianti profes-sionali, o comun-que destinati adattività agonisti-che anche di ordi-ne internazionale,il Piano dovrà va-lutare la fattibilitàdella realizzazionedi un campo dagolf in un’areaprossima al Par-co. Detto campodovrà comunqueessere realizzatocon le più avanza-te tecniche di ge-stione idrica ed ’ i n s e r i m e n t opaesaggistico edambientale ancheal fine di garantir-ne la funzionalitàin termini di corri-doio ecologicodelle aree a que-sto destinate.Nell’ambito di un Parco costiero com’è ilCirceo, il diportismo costituisce un proble-ma concreto e reale mai correttamente af-frontato e mai gestito in modo coordinatoed integrato. A tale proposito il Piano deve:produrre un’analisi dello stato di fatto e del-le esigenze rappresentate dagli operatori;individuare quanta della domanda attuale epotenziale può trovare risposta all’internodell’area parco e individuare le relative lo-calizza-zioni e modalità con cui questa puòessere soddisfatta;individuare risposte positive possibili all’in-terno di un’area vasta considerando ovvia-mente in prima battuta le zone più prossimeal parco e valutando l’ipotesi di realizzare al-l’interno, fuori i confini del parco, un’apposi-ta darsena che possa essere gestita anche intermini naturalistici come ulteriore zona umi-da che rafforza il sistema ecologico di prote-zione che circonda il Parco stesso. Anche in questo caso si tratta di sviluppa-

re in forma progettuale il modello di riferi-mento assunto per il Piano del Parco, mo-dello che non tende mai a separare l’obiet-tivo di tutela e gestione naturalistica dallosviluppo sociale ed economico. Non si pen-sa, infatti, solo ad una darsena, ma ad una“zona umida multifunzionale” utile per la tu-tela della biodiversità, la riqualificazione e lafitodepurazione delle acque percolanti dalsistema agricolo con all’interno una darse-na particolarmente innovativa in termini tec-

nologici ed am-bientali.

I Beni Culturali

Com’è noto nel-l’ambito del Parcosono presentimolteplici beniculturali risalenti averi periodi, dal-l’età preistorica alrazionalismo ar-chitettonico deglianni trenta, pas-sando ovviamen-te per l’epoca ro-mana prima e me-dievale dopo. In stretta collabo-razione e sinergiacon le competen-ti Sovrintendenze,il Piano deve indi-viduare formed’intervento chefavoriscano gli in-terventi di restau-ro, di conserva-zione e di valoriz-zazione di questibeni. In particola-re il Piano deve

prevedere la modalità migliore affinchéquesti beni siano messi in rete e siano mag-giormente fruibili all’interno di un contestoambientale ad alto valore naturalistico cheimmediatamente (ed in modo assoluta-mente istintivo anche per il visitatore piùdistratto) assuma valore anche storico,proprio per la presenza di questi beni, chedeve essere maggiormente percepibile achiunque. �

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Il Turismo nel Parco

Le Attività agricoleIl comparto agricolo è quello che poten-zialmente è il più compatibile con le fun-zioni di un’area protetta. Nell’ambito delParco Nazionale del Circeo però le attivi-tà agricole e gli allevamenti si sono svi-luppati in forma intensiva in aree di estre-ma delicatezza ambientale; aree agricoleche nel caso del Parco Nazionale del Cir-ceo dovranno svolgere anche un ruolo es-senziale in termini di “connessione” nellarete ecologica territoriale e in diverse retiecologiche specie specifiche. Una ricon-versione di dette attività non è auspicabi-le, occorre quindi ipotizzare un percorsoprogressivo di compatibilizzazione e di de-localizzazione mirata per gli allevamentibufalini.Nell’ambito del Piano dovrà essere valu-tato anche l’eventuale plus valore che po-trebbe essere dato alle produzioni agrico-le e zootecniche attraverso l’utilizzo delmarchio del Parco i cui termini di conces-sione dovrebbero essere preventivamenteregolamentati dall’adozione di specificiprotocolli che garantiscano non solo laqualità dei prodotti, ma anche la compa-tibilità ambientale degli stessi.

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SSPPEECCIIAALLEE PPAARRCCOO NNAAZZIIOONNAALLEE DDEELL CCIIRRCCEEOO

Il turismo naturalistico legato alle aree pro-tette presenta negli ultimi anni costantitendenze all’incremento, come dimostra il

Rapporto Ecotur del 2008. Il valore del Par-co dal punto di vista ambientale (foresta, la-ghi, dune, Promontorio) nel movimentare tu-rismo specifico legato alla fruizione dei beninaturali (extra-estate) è da valutare, ma sicu-ramente presente e rilevante almeno per il tu-rismo scolastico. Da rilevamenti del CFSpresso il Centro Visite in loc. Pantalone a Sa-baudia si stimano oggi (2008) circa 100.000visitatori specifici che si recano a visitare ilParco, di cui 12.500 delle scuole, concentra-ti nel periodo primaverile; nel 1994 erano71.000 (rilevamenti CFS). Per il Borgo di Fo-gliano si stimano 40-50.000 visitatori, so-prattutto nei week-end primaverili e dei pon-ti, nelle domeniche d’estate e fino alla fine disettembre-inizio di ottobre. Nel 2008 circa10.000 persone hanno partecipato ad even-ti organizzati dal Parco (picco per il concertodi Carmen Consoli in foresta, oltre 3.000 pre-senze), e circa 25.000 hanno partecipato al-le visite guidate organizzate dall’Ente Parcoin collaborazione con l’ARP, l’Istituto Pangea(che da solo ha guidato circa 15.000 perso-ne), i Parchi Letterari, la Legambiente, la LI-PU e il WWF. Circa 8.500 persone sono en-trate nel Museo del Parco, circa 5.500 han-no visitato l’Isola di Zannone.Altri importanti valori di grande potenzialità (ingran parte inespressa) per il turismo soprat-tutto extra stagionale sono le emergenzepreistoriche e archeologiche della zona. Il ful-cro come “attrattore” da questo punto di vi-sta è indubbiamente la Villa di Domiziano,complesso di eccezionale valore conosciutosolo dagli esperti, mentre avrebbe una po-tenzialità al pari di siti molto noti per numeridi visitatori ben diversi da quelli attuali (nel-l’ordine di qualche migliaio – circa 4.000). Adoggi la potenzialità per le visite è molto sot-toutilizzata. Oggi è possibile potenzialmen-te far accedere circa 12.000 visitatori annui(di cui però solo 1.850 nei week-end e festi-vi). Obiettivo del Parco (e delle amministra-zioni coinvolte in generale) dovrebbe esserenell’immediato quello di sfruttare al massimopossibile le attuali occasioni di visita con op-portuni interventi di promozione. Resta peròla fondamentale scommessa di portare il si-to della Villa di Domiziano – in termini infra-strutturali e di organizzazione – ad un livellodi accessibilità pari a quello di altre aree ar-cheologiche di pari valore (o di valore infe-riore), che potenzialmente significa decine dimigliaia di visitatori nella visione più pessimi-stica. Ciò però richiede alcuni interventi so-stanziali, da realizzarsi tramite una sinergia traSovrintendenza, Ente Parco, CFS e Comune,oltre alle altre amministrazioni interessate percompetenze sullo sviluppo territoriale (comela Provincia e, soprattutto, la Regione Lazio).Inoltre esistono numerosissimi altri potenzia-li attrattori “secondari” nell’area per circuiti ar-cheologici (in realtà di valore assoluto), chesono in corso di catalogazione, e che po-

trebbero costituire un vero e proprio circuitofruibile dal pubblico con grandi potenzialitàturistiche. Si ricordano anche le numeroseemergenze pre-romane come l’Acropoli diCirceii (monumentale), le Terme di Torre Pao-la (che non sono visitabili se non occasional-mente), le grotte sul Promontorio (la più no-ta è Grotta delle Capre) o i siti preistorici sul-la pianura.In questa direzione sarebbe importante an-che elaborare in tempi brevi una guida tu-ristica (volume) specifica per il turismo ar-

cheologico, e favorire la formazione di per-sonale locale in materia. E’ da sottolineare che davvero, al di là del-l’aspetto culturale, la visita a questi siti per-metterebbe di attivare un vero e sostan-ziale flusso turistico per l’intero compren-sorio. A fronte di ciò la Villa di Domizianoe altre aree archeologiche del Circeo nonè allo stato attuale considerato come “at-trattore” dalla legge regionale in materia,mentre lo è in zona l’Abbazia di Fossano-va a Priverno. �

ddii GGiiuulliiaannoo TTaalllloonnee

Turismo naturalistico ed archeologico

Per le attività turistiche le strutture esistenti sono diverse:– il complesso del Centro Visite del Parco in loc. Pantalone, che include Museo, Bi-

blioteca, Bar-Ristoro, Giardino Giochi per Bimbi, Sentiero Natura (e sentiero vita), Au-ditorium (144 posti), Arena all’aperto (circa 500 posti), Sala seminari, Centro Studi (Fo-resteria per ricercatori), Area pic-nic, Bagni pubblici e uffici;

– il complesso del CFS del Borgo di Villa Fogliano;– il Centro di Documentazione di Lestra Cocuzza, con il Museo della bonifica, aperto

regolarmente al pubblico;– il Complesso di Cerasella (per lo più uffici CFS), con area pic-nic, recinto faunistico,

parcheggio e accesso alla sentieristica della Foresta Demaniale;– la Porta del Parco di San Felice Circeo, gestita in collaborazione Ente Parco, CFS,

Comune di San Felice Circeo e Pro-Loco;– la Porta del Parco di Sabaudia (piazza principale), gestita in collaborazione Ente Par-

co, CFS, Comune di Sabaudia e Pro-Loco;– la sentieristica turistica escursionistica nella Foresta Demaniale e sul Promontorio;– i recenti interventi con sentieri schermati sul Lago di Fogliano per l’osservazione fau-

nistica.Sono inoltre in corso di realizzazione da parte dell’Ente Parco alcuni altri interventi fi-nalizzati anche alla fruizione turistica - escursionistica e naturalistica del Parco:– il Centro Ornitologico presso il Podere Cicerchia, nei pressi del Lago di Fogliano, in

Comune di Latina;– il sentiero e osservatorio faunistico - ornitologico sul Lago dei Monaci, nell’ambito del

progetto di riqualificazione ambientale degli argini e delle sponde del lago;– la Tabellonistica diffusa del Parco per l’interpretazione dei valori ambientali, storici e

paesaggistici nell’ambito di un progetto finanziato con la Legge sul Litorale (diverselocalità su tutto il territorio del Parco).

Tutti questi interventi sono indirizzati a migliorare la fruibilità dei valori naturalistici esi-stenti per il pubblico, creando occasioni di visita nel periodo fuori dell’alta stagione, maanche alternative di attività complementari a quelle balneari nella stagione estiva. E’ evi-dente che essi non sono sufficienti per utilizzare il potenziale, altissimo, del territoriodel Parco in questa direzione.

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vedeva “Le navi da guerra italiane che fuggo-no o provino a passare dalla parte del nemi-co devono essere costrette a rientrare in por-to o distrutte”. Pertanto viene ordinato ai bom-bardieri tedeschi di base a Istress (Marsiglia)di bombardare le FF.NN.BB.. Questi aerei era-no i più vicini alla zona in cui si trovavano lenostre navi ed erano dotati di bombe telegui-date sul bersaglio, potevano quindi condurrel’attacco da 6.000 mt. e su un sito (angolocompreso tra la congiungente nave-bombar-diere e il piano orizzontale della coperta del-la nave) di 80°. Fino al 9 settembre i bombar-damenti aerei venivano internazionalmente ef-fettuati da 3.000 mt. e su un sito di 60°. Alle14,55 mio padre predispone in seguente mes-saggio: “PAPA cifr. Tabella Lodi prot. 06992 daComando F.NN.B. a supermarina e pc. 7° Di-visione, 8° Divisione et 9° Divisione Alt Inver-tita rotta dirigo su Bona 145509” Con talemessaggio mio padre conferma a Superma-rina di aver invertito la rotta e comunica, an-

che alle Divisioni dipendenti, che la nuova de-stinazione era Bona. Alle 15,15 ilCC.FF.NN.BB. avvista una formazione aereache dal golfo di Bonifacio dirige verso la Flot-ta. Dà l’allarme aereo alle 15.16. Mio padreconstata che la formazione è costituita da 11

bombardieri tedeschi e, malgrado volasse aduna quota di 6.000 mt., fa ugualmente alzareil segnale a bandiere P3 che allora significa-va “Posto di combattimento pronti ad aprireil fuoco” . Alle 15,37 i bombardieri sgancia-no una prima bomba. Solo in questo mo-mento mio padre può dare l’ordine “Aprite ilfuoco, zigzagate, diradatevi, avanti a tutta for-za”. Alle 15,42 una prima bomba colpisce ilRoma, si bloccano le eliche dell’estrema pop-pa la velocità si riduce a 16 nodi. Alle 15,52

una seconda bomba colpisce il Roma tra iltorrione corazzato, la torre n. 2 armata concannoni da 381/40 situata di fronte al torrio-ne, ed i cannoni da 152/55 situati di fianco altorrione sul lato sinistro. La bomba scoppianel 2° locale motrici che si fermano, vengonobloccati anche i comandi del timone quindi lanave prosegue per abbrivio alla velocità di 16nodi. Deflagra la Santa Barbara – depositomunizioni - dei 152/55 e per simpatia – ter-mine usato nella marina militare per definireche una deflagrazione che si verifica in un de-posito causa la deflagrazione di un altro de-posito posto nelle sue vicinanze – deflagra laSanta Barbara della torre n. 2 dei 381/40 cheviene lanciata in aria. Una densa colonna difiamme e fumo, alta circa 700 mt., avvolge iltorrione corazzato provocando la morte istan-tanea del personale destinatovi. Alle 16,11 ilRoma si capovolge, si spezza in due tronco-ni e affonda. Scomparsi in mare, unitamentea mio padre, 1393 marinai; superstiti 628. �

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Il fatto

“La lotta alla mafia non deve es-sere solo una distaccata operadi repressione, ma un movi-

mento culturale e morale che coinvolgatutti, che tutti abitui a sentire la bellezza delfresco profumo di libertà che si contrap-pone al puzzo del compromesso morale,dell’indifferenza, della contiguità e quindidella complicità”Paolo Borsellino, nel trigesimo dell’assassi-nio di Giovanni Falcone

Quante volte sarà successo a ognuno di noidi chiedersi come ha fatto questa o quellapersona a ottenere ciò che ci è stato ne-gato, non ostante avessimo tutte le carte inregola? E’ il tipico andazzo italiano (e nonci si accusi di qualunquismo): alcuni sem-bra che abbiano sempre tutte le porte aper-te, altri stentano a vedersi riconosciuto an-che il più elementare dei diritti. Supponia-mo vogliate avviare un’attività commercia-le: se appartenete alla seconda categoria,rischiate di trovare un qualunque assesso-re che, con l’aria di essere il padreterno (chenon è) vi sghignazza in faccia un “No tu no!”(diceva Jannacci: “E perché?” “Perchéno!”). Se riuscite a non mettergli le mani ad-dosso, ve ne andate mugugnando e sco-prite che qualcun altro ha aperto esatta-mente lo stesso esercizio che piaceva a voi,senza fatica e senza attese. Vi viene in men-te di costruire legittimamente un immobile?Preparate progetti, versamenti, domande,tutto quanto la legge prevede….e rischiatedi invecchiare prima di ricevere un segno dirisposta, abitualmente negativo. Nel frat-tempo, tutti i lotti intorno al vostro sarannostati coperti di cemento legale e illegale emagari vi avranno fregato anche la stradadi accesso al vostro terreno dove pensa-vate, almeno, di andare a coltivare un po’di ortaggi. Quel che manca è la certezzadelle regole. No, per carità, non le regole ur-banistiche, o i piani commerciali, o i rego-

lamenti, è che non si sa con precisione aquanto ammonti la tangente da pagare perottenere ciò che si desidera. Abbiamo a lungo riflettuto su come ovviarea questo problema, su come garantire a tut-ti le stesse possibilità. E abbiamo scoper-to l’arcano: non esiste un regolamento perle mazzette! Era così facile, eppure nessu-no ci ha pensato. Allora vogliamo proporloa qualche politico che voglia passare allastoria come il salvatore dello sterminato po-polo degli sfigati: prepari una bella propo-sta di legge che codifichi il metodo di valu-tazione e pagamento delle tangenti. Tutti,così, avranno certezza dei loro diritti e deicosti relativi. Sapremo con precisione quan-to pagare per ogni atto dovuto, quanto co-sta un certificato, una licenza, una conces-sione. La proposta di legge dovrà essereprecisa al limite della pignoleria. Non do-vremo più essere tratti in inganno da un im-piegato o un assessore che si presenti a ri-scuotere spacciandosi per il risolutore deinostri guai senza averne titolo: per ogni ri-chiesta, dovrà indicarsi a chi versare il mal-loppo. Contemporaneamente, dovremo an-che avere garanzia di successo: se il tan-gentista non adempirà i suoi doveri, dovràrestituirci i soldi con un’aggiunta consisten-te a titolo di risarcimento del danno cheavremo subito. Per evitarci l’imbarazzo del-la consegna manuale delle bustarelle, i ver-samenti potranno essere fatti anche con va-glia o bonifico, indicando nella causale“Tangente per la pratica numero…del….”.Ovviamente, i soldi così versati diverrannodetraibili dalle tasse, mentre il ricevente do-vrà indicarli in un’apposita voce della di-chiarazione dei redditi. In questo modo, ol-tre a garantire a tutti i cittadini uguaglianzadi fronte agli enti locali, si rimetterà in mo-to l’economia del paese, grazie all’emersio-ne di palate di denaro che ora resta occul-to. Anche chi già utilizza questo sistema,troverà grande giovamento dalla riforma:basta strizzatine d’occhio, segni conven-

zionali, telefonate cifrate. Finito il patemad’animo di trovarsi ai polsi un paio di ma-nette fatte scattare da qualche tutore del-l’ordine che ancora s’illude di dover difen-dere un concetto superato come quello dilegalità. Tutti più liberi, tutti a testa alta. Fi-nita per sempre l’invidia nei confronti di chiha “gli agganci giusti”, la Costituzione po-trà finalmente recitare: “Tutti i cittadini sonouguali davanti alla legge e alle mazzette”.Per estensione, si potrebbero valutare an-che altri casi. Siete in cerca di un posto dilavoro? Dovrete solo preoccuparvi di trova-re una candidatura nella lista elettorale vin-cente. Il trucco sta nel cercare i voti, ma nontroppi: basterà qualificarsi primi dei noneletti e l’amministrazione provvederà ad as-sumervi immediatamente. Se poi non ave-te il titolo di studio necessario, sindaci egiunte si impegneranno a cambiare la pian-ta organica per lasciarvi al vostro posto. Sie-te tanto incompetenti da non riuscire a qua-lificarvi in nessun concorso e così incapacida non procurarvi neanche uno straccio dicandidatura? Nessun problema, dovrete so-lo riempire un modulino in cui vi impegnatea sostenere sempre, in ogni caso, e anchecontro qualsiasi logica, il volere di primi cit-tadini e assessori. Presentate il vostro cur-riculum e la poltrona è già pronta e dispo-nibile. Questo vale a maggior ragione (ci sa-rà un apposito articolo anche per questo) seavete qualche parente già al servizio dei po-tenti di turno: sarà utile anche per informarvidella disponibilità di posti, manterrà il se-greto per non farvi avere concorrenti, vispianerà la strada intercedendo per voi. Certo, il parlamentare che vorrà presenta-re questa proposta di legge dovrà essereferratissimo in materia, conoscere tutti imeandri del tangentismo, recitare a me-moria il decalogo del mazzettaro … Cosadite? Che in parlamento non ci sono an-cora deputati sanfeliciani? E chi parlavadel nostro paese?Certo che siete proprio delle malelingue! �

di Roderigo

Mazzetta libera

il “Roma” viene colpito da duebombe teleguidate lanciate da

6.000 mt. di quota“ “

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Libri

Manca nulla? Non vi siete accorti diniente? Come avrete potuto nota-re voi stessi, quest’anno ancora

non siamo arrivati! Pare che la nostra pre-senza non sia più gradita e quindi per il mo-mento ognuno per la sua strada anche sea noi sarebbe bastato quel vicolo per stareancora insieme quest’estate ma così va ilmondo, del resto San Felice è la patria deilibrai, santi, navigatori, giornalai, beghine...C’è rimasto, al momento, quest’articolo chesarà poca cosa ma è già qualcosa il pen-siero, il desiderio di ritrovarsi forse un gior-no tutti quanti in quel vicolo (mi stupisco avolte della mia messianicità).Altro piccolo appunto. Quest’anno il premioStrega se l’è aggiudicato “Stabat Mater” diTiziano Scarpa (Einaudi € 17), non un gran-ché, ma del resto tutta la cinquina lasciavamolto a desiderare.

Per questo nume-ro estivo mi per-metterei di consi-gliare qualcosa diinteressante, chemi è capitato dileggere proprioper i tipi dell’Ei-naudi, “Vedi dinon morire” diBazell Josh.In un malfamatoospedale di Man-hattan si aggiraPeter Brown exmafioso ora inse-

rito in un programma di protezione testi-moni (quella cosa che in America amman-ta tutto di un fascino tutto particolare). Il no-stro dottore si districa tra casi di prontosoccorso, turni interminabili e sfiancanti re-lazioni umane spesso brusche e visceralicome l’attaccamento ad un vecchio redu-ce di guerra ormai avanti con gli anni e af-fetto da diabete o ad uno strano caso diosteosarcoma che affligge una povera ra-gazza. Tutto sembra filare liscio fino a quan-do, sotto falso nome, non viene ricoveratauna sua vecchia conoscenza, un amico de-gli amici della sua passata attività di killermafioso “ufficiale” e subito capisce che lasua vita è irrimediabilmente legata alla buo-na riuscita di questo intervento.Il romanzo, mi dicono opera prima di Bazell,si snoda molto velocemente tra “ER”, “Dr.House” e i “Soprano”, non mancano il bri-vido, il brio di una pagina molto ben scrittae l’ironia che corona ogni azione del nostrostrano, molto strano, supereroe. Il tutto benamalgamato con flashback del suo oscuropassato fatto di ragazzate giovanili, viagginella memoria per riscoprire le radici deisuoi nonni, esuli polacchi, uccisi in circo-stanze misteriose, vicende amorose, vicis-situdini di un affiliato ad una famiglia ma-fiosa e puntuali precisazioni su anatomia e

fisiologia che rendono più vivace la narra-zione. Finale al cardiopalma con lieto fineinatteso, aperto ad un’eventuale continua-zione della storia.

Il classico da ri-scoprire o scopri-re se volete, è“L’uomo dal brac-cio d’oro” di Nel-son Algreen (Net€ 8). La cruentastoria di FrankieMachine, l’uomodal braccio d’oro,mazziere e picaronella Chicago delsecondo dopoguerra, il suo me-stiere è quello digiocare d’azzardo

e in un azzardo continuo si snoda la vicen-da ironica e disperata del protagonista, excombattente che sprofonda nell’inferno deiquartieri malfamati, costretto prima a fare ilcroupier e poi travolto dalla droga, la suascimmia si chiama Morfina e pesa trenta-cinque libre per un quarto di grano. Lo ac-compagnano nelle sue avventure figure in-dimenticabili come Sparrow Saltskin, il la-dro di cani, Piggy-o, il cieco, Loui, lo spac-ciatore del “Safari”, il Carceriere, l’affittaca-mere tiranno dello stabile in cui Frankie vi-ve con Sophie sua moglie. Sempre in bili-co tra realtà e incubo, il libro si porta den-tro un dolore, il dolore atavico dei vinti (perdirla col Verga) e mostra la fantasia e il ge-nio dell’autore che l’ha creato consacrandopersonaggi e situazioni largamente riusateda tutta la letteratura americana contem-poranea. Questa volta il finale è tragico e di-sperato, tirate fuori i fazzoletti e preparate-vi a salutare Frankie a lungo e dolorosa-mente. Letto questo pensate seriamente alfatto che non c’è redenzione per i pecca-tori.Ora, cercherò di raccontarvi una storia mol-to bella e molto strana. Intorno alla metà delSettecento, Israel ben Elieser, fondò inUcraina occidentale un movimento mistico-popolare che diede vita a comunità, nellequali le antiche norme e consuetudini dellaTorah rinascevano a nuova vita grazie alla

consapevolezza che qualsiasi azione, an-che la più consueta, se fatta con purezza,contribuisce alla santificazione del mondo.

Nelle comunitàchassidiche nonc’è separazionetra fede e opere,fra morale e politi-ca: un solo regno,un solo spirito,una sola realtà. Daqui si parte perl’avventura delle“Nove Porte” diJiri Langer (Adel-phi €13). La storiadel libro è la storiadel suo autore, fi-

glio di quella Praga ebrea fatta di commer-cianti pulsori dell’economia dell’imperoasburgico di inizio Novecento, che, arriva-to alla maturità sente il bisogno di ritrovarele sue radici e quelle della sua cultura ebrai-ca e decide di compiere un difficilissimoviaggio a est, nelle sperdute comunitàchassidiche poste alle estreme propagginidegli imperi austroungarici da un lato, rus-so dall’altro. Quello che nasce è un’operaaffascinante, capace di condensare l’enor-me sapere ebraico, fatto di rabbini capacidi intercedere direttamente con Dio e i San-ti, ma sempre pronti a sdrammatizzare l'al-ta carica di misticismo con il tipico sarca-smo che li contraddistingue. Nasce cosìuna sorta di “Mille e una notte chassidim”una sorta di percorso a tappe verso un'e-levazione morale e spirituale se volete osemplicemente godibile sotto il profilo nar-rativo, un'opera che ti prende, ti avvolge escuote mettendoti a diretto contatto dellospeciale mondo chiuso e anacronistico dicomunità sperdute nelle grandi, gelide pia-nure occidentali, dove si prega stringendo-si le braccia nei filatteri, dove ci si rivolge al-le donne dandogli le spalle e ci si veste confogge strane, caffettani di seta che si tra-mandano di generazione in generazione ebuffi cappelli di feltro. Uno scrigno pieno ditesori, a cui la narrativa mitteleuropea diKafka ha attinto a piene mani, fatto di tau-maturgia, silenzio, digiuno, insonnia e bea-titudine. �

di Andrea

Niente “Punto Einaudi” al Centro Storico

San Felice patria di…, “beghine”

Assenze ingiustificate

L’8 agosto p.v. alle ore 20.45, pressol’area “Vigna la Corte” al Centrostorico, verrà presentato il libro“Omero nel Baltico”dall’autore Fe-lice Vinci. Vi si sostiene con molte-plici prove che le avventure canta-te da Omero nell’Iliade e nell’Odis-sea si sarebbero svolte nel mar Bal-tico e non nel Mediterraneo.

La scrittrice Dacia Maraini ci hadato la sua disponibilità per un in-contro, il prossimo mese di otto-bre, per la presentazione del suolibro “Sulla mafia”. Nel prossimonumero del giornale preciseremodata e luogo.

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Territorio

Mi raccontava mio padre che quandoagli inizi del secolo, in una Italia ri-unificata ma pur sempre divisa tra

Nord e Sud, il suo bisnonno – ClementinoBattista - doveva raggiungere da Sperlon-ga il Lago di Paola, impiegava quasi unasettimana di cammino. Partivano da Sper-longa nella stagione invernale, quando lapesca era impossibile a mare per le condi-zioni di cattivo tempo e, riuniti in una caro-vana di decine di persone, affrontavanoquello che era allora un vero e proprio viag-gio. Adesso che mio padre non c’è più eneanche tutti quelli venuti prima di lui io cer-co di ricordare i suoi racconti. Mi diceva chela vegetazione tra Terracina e San FeliceCirceo era altissima e rigogliosa. I carri coni bambini, le mogli dei pescatori e le vetto-vaglie procedevano lenti sulle strade ster-rate e a volte melmose.

Il lago di Paola offriva per decine di perso-ne di Sperlonga la possibilità di avere un la-voro anche nella stagione invernale. Il miobisnonno portava anche le mucche e i vi-telli per far sì che non mancasse il latte e lacarne. Piantò allora una vigna che forse an-cora resiste da qualche parte sulle spondedel lago, che forniva uva e vino. Le casesettecentesche che ancora esistono sul la-go avevano grandi camini e se voglio pen-sare che la vita non fosse facile, immaginoche il freddo e l’umido possano avere fattoammalare più di qualcuno. Nell’organizza-zione imprenditoriale di allora e forse anchenei decenni precedenti alla riunificazione,ancor prima che il lago divenisse di pro-prietà di Clementino Battista, quando lui eraun semplice affittuario, il pesce del lago diPaola arrivava sulle tavole più importanti.Da quella del Papa a quella del Re del Re-gno delle Due Sicilie. Si faceva arrivare -nelle prime ore dell’alba - con carri di legnotirati da cavalli in corsa la neve dai MontiAurunci e in quel geniale “frigorifero” il pe-sce viaggiava per essere venduto. Questaeconomia ha garantito per decenni una cer-ta tranquillità a tante famiglie. Io stessabambina (sono del 55) ricordo nella grandecasa di Sperlonga un via vai di contadini,una febbrile attività produttiva ma soprat-tutto una grande armonia tra le persone.Certo, la figlia di Clementino Battista, Mar-gherita, sposò l’allora Procuratore Genera-le del Re, la più alta carica della magistra-tura, e quindi l’impresa ittica tra Sperlongae il lago passò in un certo senso in secon-do piano ma, quel senso di attaccamentoalla terra, ai valori, alle tradizioni e – pensoio - all’infinita bellezza dei posti - ha attra-versato le generazioni. Tanto che quando ilfiglio di Margherita Battista, mio nonno Al-

fredo Scalfati, decise di ven-dere il lago in cambio di dueappartamenti a Roma, neglianni sessanta (fatto cheavrebbe consentito sicuramente alla spe-culazione edilizia e ai costruttori di farsiavanti) Margherita tuonò: “Il lago di babbo(Clementino Battista ndr ) non si vende pernessuna ragione!”. E questo perché – miraccontava mio padre - Margherita era con-

sapevole degli enormi sacrifici economiciche il padre (Clementino) aveva dovuto so-stenere per comprare il lago di Paola. Que-sto lago che mia madre (figlia di costrutto-ri e nativa di Milano) ha sempre definito co-me “maledetto” perché fonte di enormi sa-crifici e di pochissima resa economica con-tinua da centinaia di anni a caratterizzare ilcomportamento morale della famiglia Scal-fati: c’e’ chi lo vuole fare diventare una poz-za piena di denaro e chi vuole che conser-vi la memoria storica di una umanità fede-le ad alcuni importanti valori. Ho piacere di raccontare questa storia suun giornale a grande diffusione popolarenelle zone del Monte Circeo perché in que-sti ultimi due anni l’aggressione di tipo ma-fioso che ho subito per essermi opposta afolli progetti di sviluppo non nasce da basi

di conservazioni feudali di un bene, ma dal-la consapevolezza che solo la tutela di que-sto bene permetterà alle generazioni futuredi continuare a vivere e a lavorare in terrapontina. Abbiamo, infatti, raggiunto un livello di pe-ricolo per le nostre vite altissimo. I concimichimici stanno aumentando il numero deitumori, ogni alimento e’ potenzialmente pe-ricoloso per la nostra salute mentre noi vi-viamo in uno dei luoghi che con una cor-retta economia, un’agricoltura biologica te-

sa meno agli incassi e piùai risultati in benessere,potrebbe dare lavoro econsentire sviluppo. Ab-biamo oggi ogni tipo diproblema: acqua (Acquala-tina) immondizia, energia(nucleare), mancanza di la-voro.

Sono convinta che combattendo control’uso improprio dei beni che con tanta fati-ca i miei antenati hanno custodito, non so-lo eviterò che di tutto il territorio si impos-sessi la mafia – come ha dimostrato di sa-per fare portando da queste parti esponentidei clan- ma stabiliremo che ancora oggiesistono dei validi motivi per condurre unalotta ardua sul filo dei valori. Per evitare cheun progetto di sviluppo abnorme e ingiusti-ficato usi denaro riciclato della droga, perevitare che infrangere le leggi sia un esem-pio di vita comune, per evitare che il più for-te vinca sul più debole, per evitare che leIstituzioni non rappresentino più nulla per icittadini: il lago oggi e’ una carta di svilup-po eco compatibile, di sviluppo sostenibilee forse di produzione di energia pulita e nondi scorie tossiche. Il lago sarà di tutti se nondiventerà il posto dove alcuni vogliono spe-

culare per diventare i nuovi padroni. E fare informazione come questo giornalefa e’ indispensabile perché i cittadini deci-dano quello che e’ meglio senza farsi ulte-riormente imbrogliare da una classe politi-ca fasulla. Dove e’ lo sviluppo? Dove e’ illavoro? Non sarà l’espugnazione del lago diPaola a cambiare le carte in tavola. Questagente che ci ha amministrati ha solo favo-rito l’illegalità’ e la corruzione. Difendiamoil nostro territorio, i nostri valori, i nostri fi-gli. Come disse la mia bisnonna Margheri-ta Battista di Sperlonga “il lago non si ven-de”, perché da qualche parte c’e’ ancora lavigna e l’uva delle nostre terre che può es-sere esportata sulle più importanti tavoledel mondo. Solo la cura di questo inestimabile patri-monio collettivo potrà riportare progresso ebenessere. �

ddii AAnnnnaa SSccaallffaattii

C’è chi lo vuole fare diventare una pozza piena di denaro

Il lago di Paola non si vende!Solo la cura di questo inestimabile patrimonio potrà riportare progresso e benessere

il bisnonno di mio padre, Cle-mentino Battista, impiegava una

settimana di cammino da Sperlongaal lago di Paola“ “

il pesce di Paola arrivava sulle ta-vole più importanti“

la figlia di Clementino Battista,Margherita non volle mai vende-

re il lago“ “

sul lago di Paola non si deve spe-culare, perché oggi è una carta di

sviluppo eco-compatibile “ “

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1122

Racconti

D’inverno in genere partivamo il ve-nerdì sera dopo il corso di nuoto.Nello spogliatoio mia madre tirava

fuori da una borsa uova sode, formagginimilkana oro, banane, un thermos con lacioccolata calda. E mentre cenavamo inpiedi, con la testa sotto gli asciugacapelli,ci faceva infilare il pigiama e sopra al pigia-ma la tuta. Quindi andavamo a prenderepapà che lavorava al San Camillo e corre-vamo al Circeo. Io ero la maggiore, perciòil sedile posteriore della Citroen DS, il “fer-ro da stiro”, mi spettava di diritto. Fabio erail più piccolo, a 4 - 5 anni entrava giusto giu-sto nel lunotto e meno male che la Strada-le non ci fermò mai. Riccardo era il fratellodi mezzo e accettava di malavoglia il tap-petino tra i sedili davanti e quelli di dietro,ma poi si addormentava subito.Arrivavamo alla Baia di notte, quando tut-

ti e tre dormivamo profondamente o face-vamo finta. Così papà e mamma ci pren-devano in braccio, ci toglievano la tuta e cimettevano a letto. La casa era fredda, lacaldaia spesso rotta, le lenzuola umide egelate, ma i risvegli erano comunque alle-gri e inebriati da quel tipico odore di boscoche in tanti detestano. A noi invece la Baiad’Argento piaceva e piace anche per quel-lo. Il fatto che in inverno fosse deserta e pri-va dunque di compagni di gioco non ce lafaceva amare di meno.

L’aveva scoperta papà quando era militare al-la Scuola d’Artiglieria di Sabaudia e una voltasposato gli era sembrato il posto ideale per levacanze della famiglia. In quei weekend nonfacevamo niente di speciale, le mie bambineoggi direbbero che erano weekend da sfigati.Giravamo in bicicletta (la mia era una Graziel-la), facevamo la spesa da Carletto a La Cona,raccoglievamo le ghiande per i maiali (ma qua-li maiali, poi?), cercavamo legna per il camino,anche se poi alla fine non l’accendevamo maiperché tirava malissimo e affumicava il salo-ne. Ma la cosa più bella era andarcene a spas-so con Black e Pallottola, due randagi affet-tuosi con tutti. Noi però eravamo convinti chefossero nostri perché ogni volta che arrivava-mo da Roma correvano come pazzi per sal-tarci addosso, e tutto il fine settimana resta-vano nel nostro giardino, forse perché li ab-boffavamo di latte e biscotti. La colonna so-nora delle nostre giornate era la canzone pre-ferita di mio padre, “What wonderful world”. Lamusica di Louis Armstrong usciva da un man-giadischi portatile turchese messo in bilico suldavanzale di una finestra, e intanto noi ra-strellavamo le foglie o tagliavamo l’erba conuna scassata falciatrice gialla e nera. Ogni tan-to mamma era presa dallo sconforto per imontarozzi di una nuova talpa oppure si in-furiava per l’ultimo furto: la griglia del barbe-

cue, i vasi con i ciclamini, l’applique in ferrobattuto, l’amaca, il tubo per innaffiare. I furti e l’indignazione di mia madre sono an-cora oggi quelli di una volta .

D’estate tutto diventava più bello. Saporet-ti non era molto diverso da come è ades-so. Aver lasciato allo stabilimento il fascinodi un tempo è il più grande merito di Giulioe dei suoi figli. Ivana, la madre di Gino eClaudio, aveva capelli corti sale e pepe, lasigaretta sempre tra le dita, una voce pro-fonda e roca. Ridendo ci chiamava fagot-tari perché invece di pranzare al ristorantearrivavamo da casa trascinandoci la ghiac-ciaia con i panini e la frutta. Purtroppo il no-stro sogno di andare al mare in biciclettasenza rischiare di essere arrotati dalle mac-chine non si è mai realizzato. E più di 30 an-ni dopo siamo ancora qui ad aspettare unostraccio di pista ciclabile che colleghi Mez-zomonte a Torre Paola. In spiaggia occupavamo con i nostri amicicinque, sei ombrelloni vicini. Di lì dopo pran-zo gli adulti partivano per la solita passeg-giata fino “alla casa con le colonne”, villa Vol-pi di Misurata. Tutti rientravano convinti diaver smaltito almeno un paio d’etti. Le cabi-ne erano numerate e allineate al posto del-l’edicola e del negozio di Bellora. Talvolta cifinivamo dentro chiusi a chiave in punizione.E poi c’era il nostro mito: Gennaro De Mat-teis, amico carissimo dei miei genitori. Pro-prietario di una barchetta, il “Graziascafo”bianco e blu (che lui chiamava Graziaschifo),al mattino Gennaro raccoglieva torme di ra-gazzini e li portava al largo dietro la monta-gna, oltre la spiaggetta dei sassi bianchi, perpescare o fare gare di nuoto, tuffi e sci d’ac-qua. Ai maschi piaceva infilarsi nelle grotteper acchiappare i polpi, e io scappavo via an-gosciata quando veniva il momento di am-mazzarli afferrandoli per i tentacoli e sbat-tendoli contro le rocce. Di quelle estati mi restano in mente la felici-tà e il divertimento di una comitiva affiatatis-sima. Ragazzini che nel tardo pomeriggio siritrovavano nella piazzetta dei Cavalli Marini,i piccoli in bici e i “grandi “ con Vespe e Ciaosgangherati, per raccogliere le more, gioca-re a tennis, portare carote ai cavalli del ga-loppatoio… Per me d’altronde qualunque co-sa era meglio che cavalcare, visto che in unadelle prime (e ultime) lezioni di equitazionemio fratello si era intrufolato con la bici tra lezampe di Pinello, che spaventato mi avevafatto volare a terra. Ricordo che nonostantela paura e il dolore ad una spalla trovai la for-za per rincorrere Riccardo. Nel minimarket della piazzetta, sul confine traBaia d’Argento e Darsena Verde, poco primadella chiusura serale cominciava il via vai deibambini in bici spediti lì da mamme a cui era

mancatoimprovvisamente

qualche ingrediente per la ce-na. Una ventina di metri più in là c’era

il bar di Gianni, con piccoli tavolini tondi in fer-ro e sedie con stringhe di plastica colorate.Gianni era umbro di Gubbio ma viveva a Sa-baudia da anni con la moglie e il figlio Fabri-zio, e quando chiuse l’attività continuò ugual-mente a frequentare la piazzetta passandogiornate intere seduto in macchina davanti alsuo vecchio bar nella speranza di chiuderequalche affare immobiliare. Il mio gelato pre-ferito era il Camillino Algida, costava 50 lire. Ilflipper, per il quale facevamo la fila, andavasempre in tilt per le nostre spinte. Il juke box- tre canzoni cento lire - non stava mai zitto.Fu ascoltando “Fiori rosa fiori di pesco” e “Miritorni in mente” che mi innamorai perduta-mente di Lucio Battisti. Il telefono era appeso

al muro in una microstanzetta puzzolente di unmetro quadrato, fuori c’era sempre gente in at-tesa. Se partivo per un torneo di tennis pren-devo un appuntamento con mamma o papàche pazientemente appoggiati alla ghiacciaiadei gelati aspettavano che trovassi la linea li-bera. E quando finalmente chiamammo la Sipper mettere il telefono a casa, ci sembrò unagran conquista. Amerigo, il custode della Baia,era il referente di tutti. Riscuoteva rispetto an-che l’ingegner Maurelli, un estroso napoleta-no che aveva costruito tre quarti della Baiad’Argento: case tutte uguali in quell’inconfon-dibile stile moresco, eppure tutte con una pro-pria identità. Case in cui si organizzavano bel-lissime feste danzanti. Perché la notte ovvia-mente i protagonisti erano i genitori: si scate-navano al Capanno, all’Inferno (che guarda ca-so finì poi bruciato) o in party vietatissimi a noipiccoli che immaginavamo cose folli spiandodalle reti dei giardini le signore in pigiama pa-lazzo. A casa nostra invece le cene finivanosempre con papà che suonava la fisarmonicabattendo il tempo con il piede. Tutti cantava-no e ballavano agitando a casaccio maracase tamburelli, mentre noi bambini con la scusadi giocare ai mendicanti giravamo con i piat-tini in mano per raccattare qualche spicciolo.Mi vergognavo al pensiero che mio padre nel-la sua infanzia a Camerino avesse imparato asuonare uno strumento da sagra paesana co-me la fisarmonica anziché una fichissima chi-tarra con la quale avrebbe potuto cantare “Lacanzone del sole”. Glielo dicevo sempre, cheaveva scelto lo strumento più burino, buonosolo per “Rosamunda”e “Malafemmena”.Eppure “Rosamunda” e “Malafemmena” og-gi mi piacciono e mi emozionano. Mi sa chedevo proprio chiederti scusa, papà, la pros-sima volta che vengo a portarti una conchi-glia al cimitero sulla montagna del Circeo. �

ddii FFllaavviiaa FFiilliippppii

Sereni ricordi di un recente passato

Fu una scoperta di mio padre

a noi la Baia d’Argento piacevae piace anche per l’odore di bo-

sco“ “

d’estate, da Saporetti, occupa-vamo con gli amici cinque-sei

ombrelloni vicini“ “

a casa nostra le cene finivanosempre con papà che suonava

la fisarmonica“ “

Gli Anni Settanta alla Baia d’Argento

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1133Personaggi tipici - Oroscopo

L’estate del 1948 fu una pessima sta-gione. Durante i mesi di luglio e diagosto il tempo fu caratterizzato da

nubi, acquazzoni e vento. In compenso set-tembre fu stupendo, meraviglioso e il beltempo si protrasse per tutto ottobre, fino al-l’otto novembre, giorno in cui caddero le pri-me piogge. In questo periodo ci rifacemmodi quanto perso nei mesi di luglio e di ago-sto. Una mattina, eravamo a metà circa di ot-tobre, affacciandomi al balcone, notai cheTerzilio aveva già aperto il Bar-Gelateria, chesi trovava sotto casa mia, con l’ingresso prin-cipale a destra di chi imbocca l’arco del Pon-te. Scesi le scale del Balichetto ed in un atti-mo fui entro il Bar. Vi trovai Licitte (Felicetto),che prendeva il caffè assieme a Terzilio. Miassociai e mentre sorbivo la mia tazzina, pro-posi ai due di fare una capatina alla scoglie-ra, per rimediare un po’ di pesce.Mentre stavamo organizzandoci per la pescaalla scogliera, arrivò Dante. Quel giorno nonera andato a Latina, dove frequentava il liceoclassico, perché Domenica e così per Licit-te, muratore, era giornata di riposo.Dopo aver preso il caffè, venuto a cono-scenza delle nostre intenzioni, ci disse: “Ra-gazzi perché non venite con me? Oggi mio

padre non c’è, è andato a Terracina; la bar-ca è libera, a nostra disposizione. Ho sco-perto un posto, una scogliera sottomarina, di-stante circa un miglio dalla “Cunnelella”, do-ve abbondano le cernie. L’altro giorno ne hopescata una che pesava più di sei chili”. Io eLicitte aderimmo subito all’invito. Terzilio eb-be un attimo di esitazione. “Oggi è domeni-ca, disse, e non vorrei lasciare l’eserciziochiuso”... Poi continuando: “Ma chi se ne fre-ga! Uscendo, prima del Corso Vittorio, dirò amia sorella Elvira di sostituirmi per qualcheora”. La barca, tirata in secco, si trovava esat-tamente dove poi è sorto il ristorante Mira-mare. Spingemmo la barca, facendola sci-volare sulla sabbia, verso l’acqua. Il mare eracalmo, liscio e piatto come una tavola. Dan-te si mise ai remi, diede una virata alla bar-ca, si avvicinò alla “Cunnalella” e poi tagliòdritto. Dopo circa trenta minuti rallentò la na-vigazione, tirò i remi in barca e disse: “Siamoarrivati. Il fondale roccioso si trova qui sottoa cinque-sei metri di profondità. Adesso mituffo io, voi rimanete ad aspettarmi, senza al-lontanarvi”. Prima di scendere in acqua, legòla sagola della freccia del fucile ad uno scal-mo della barca.Dopo circa un minuto e mezzo emerse e, tol-

tasi la mascherina, tuttoraggiante gridò: “Ho colpi-to una cernia enorme, gigantesca. Si trova-va su uno scoglio appiattito, per questo hopotuto facilmente centrarla. Ora aspettiamoche si dissangui, poi la tireremo su. Dopo cir-ca dieci minuti si rituffò e nel riemergere cidisse: “L’ho stanata, ora incominciate atirare lentamente la sagola”. Ci pensò Ter-zilio. Io porsi il coppo (jù cuéppe) a Dante, cheera in acqua. Appena apparve in superficie lasagoma della cernia, la imprigionò con la re-te nel coppo e la issò a bordo. Era un pesceveramente grosso, di circa undici chili. Poi-ché allora in paese scarseggiava l’acqua, de-cidemmo di andarla a pulire e sezionare, nelpomeriggio, su alla vigna di Terzilio, alle “Ce-raselle”. Pulimmo la cernia, la tagliammo a pezzi, ri-empiendo un grosso secchio che portammoalla “Croce”.Carlo aveva già acceso il forno e Giacomo,incaricato di predisporre il tutto per la cenet-ta, vi aveva già provveduto. Dopo alcuni minuti incominciarono ad arri-vare, alla spicciolata, gli amici invitati. Tra

ddii AAnnddrreeaa DDee SSiissttii

Dopo aver cucinato e mangiato una grossa cernia

O’KEA’MUS

Oroscopo di Agosto 2009 di AldebaranAriete

dal 21/3 al 20/4

Con Venere in Cancro le posi-zioni celesti sono più sensibili eappassionate, ma un pò insta-bili, quindi le relazioni amorosesono suscettibili di migliora-menti, ma cautela nel fare pro-messe impegnative.

Torodal 21/4 al 20/5

Nel lavoro non fatevi tentare dafacili soluzioni. Negli affetti gliastri consigliano di allontanarele amicizie che non vi soddisfa-no; una revisione o cambia-mento anche in amore. Ottimi inuovi incontri.

Gemellidal 21/5 al 21/6

Marte nel segno vi rende abili ecompetenti. Possibili vantaggieconomici soprattutto per chiviaggia. Periodo buono per lecoppie. Un alone di romantici-smo avvolgerà l’inizio di nuoverelazioni.

Cancrodal 22/6 al 22/7

E’ tempo di rimboccarsi le mani-che! Le stelle sottolineano l’esi-genza di molto impegno per ot-tenere risultati validi. Emergonoora i vostri valori più profondi:una sensibilità che sa cogliere lavoce del cuore e sa creare intor-no a sé atmosfere vibranti.

Leonedal 23/7 al 23/8

Troverete la soluzione ad un in-tricato problema familiare. Inamore guarderete verso l’oriz-zonte con una nuova passionesempre pronta ad accendersinel cuore. Una vostra idea vin-cerà la diffidenza dei più scet-tici.

Verginedal 24/8 al 22/9

Sotto la benevolenza di Mercu-rio muoverete con sicurezza levostre pedine vincendo più diuna partita. In amore si tratta diprovare a immergervi nell’emo-zione e nel sentimento, così lasfera delle abitudini si riveleràpiù ricca.

Bilanciadal 23/9 al 22/10

Marte positivo e Venere stimo-lante faranno brillare le vostrecapacità persuasive. Eccellentirisultati in arrivo. Cresce l’ener-gia, rinascono gli entusiasmi. Inamore il clima sarà tenero e de-licato.

Scorpionedal 23/10 al 22/11

Gli incontri professionali sonoproficui, ma alcune dissonanzeastrali impongono cautela nelprendere nuovi impegni. La ca-rica energetica per voi è purapotenza che si lega alla mente… quindi passionalità straordi-naria.

Sagittariodal 23/11 al 21/12

Marte in opposizione prometteun cielo sentimentale carico dielettricità e pronto a scatenareun temporale alla minima solle-citazione. Saturno vi aiuterà adapprofondire senza timore i va-ri problemi. Forma fisica splen-dida.

Capricornodal 22/12 al 20/1

Nel lavoro sono in arrivo grati-ficazioni più che meritate. An-che se Venere non vi proponeemozioni forti, lasciatevi am-morbidire dagli affetti allonta-nando timidezza e riservatezza,così vi esprimerete con piùpassione.

Acquariodal 21/1 al 19/2

Giove e Nettuno vi metterannoin testa molte idee nuove, mafate attenzione a seguire soloquelle ponderate. L’amore puòessere un nuovo sentimentoche sta arrivando: potrebbeportare la felicità se elimineretela vostra diffidenza.

Pescidal 20/2 al 20/3

Fantasia e creatività darannonuovi impulsi alle vostre inizia-tive. Siete pronti al cambia-mento, ma non limitatevi amuovervi dentro i confini diquesto mondo: penetrate an-che nei luoghi del sogno o delmistero!!!

continua a pag. 14

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1144

Sport

Con un improvviso e repentino colpo dimano, il presidente Vittori ha acqui-stato il titolo di Promozione lasciato

vacante dal Sezze. E’ stata davvero una pia-cevole sorpresa, e sarà una grossa iniezio-ne di fiducia per tutto l’ambiente calcisticosanfeliciano che aveva manifestato unacerta delusione dopo l’ultima stagione ago-nistica.Alcune voci di fine campionato, davano percerto l’addio del presidente Vittori, pronto alasciare per l’atteggiamento disfattista e perniente costruttivo di certa tifoseria. In fondo,certi sanfeliciani non sfuggono a quel mal-costume tipicamente italiano votato al po-pulismo, per cui, se le cose non vanno peril verso giusto sono pronti ad affossarti, sal-vo poi, prendersi a calci vicendevolmentepur di salire sul carro del vincitore.Nell’ultima stagione ho visto una passionecrescente nei giovani sanfeliciani,una fiumana di ragazzi al seguitodella squadra in trasferta (come di-menticare le circa cento personepresenti nella trasferta di Sermo-neta), come in una sorta di trans-umanza calcistica, tutti pronti a so-stenere i colori rossoblu. La “me-glio tifoseria sanfeliciana” è fatta digiovani ragazzi che seguono lasquadra la domenica mattina, ma-gari dopo una nottata di bagordi atirar tardi fino alle prime luci del-l’alba. Ad ogni modo, l’improvvisoe sorprendente salto di categoriaha prodotto un forte rimpasto tec-nico e dirigenziale.Molti ex calciatori della Nuova Cir-ce sono entrati a far parte dellostaff dirigenziale e in particolare ri-cordiamo la presenza di VincenzoCapponi (Biancamaria), Giorgio DiCosimo, Marzio Cavalieri e Fede-rico Magnanti. Da segnalare il ri-torno in società, dopo un anno sa-batico, di Franco Farinella. Inoltre,da questa stagione, la formazione

sanfeliciana si potrà avvalere della presen-za del direttore sportivo Bruno Federico,esperto e profondo conoscitore del calciopontino.Anche a livello tecnico è in atto un corposocambiamento, giustificato dall’esigenza disoddisfare la presenza di tre giocatori di le-

ga in campo e altrettanti in panchina (in Pro-mozione è prevista la presenza in campo ditre giovani calciatori nati tra il 1989 e il 1991).Alle partenze ormai certe di Carbone, Tam-maro e Reggio si dovrebbe aggiungere qual-che altro nome eccellente. Da segnalare gliarrivi dei portieri Reccanello dal Sezze e Pa-parello ex dell’Aprilia, del forte centrocam-pista Omizzolo dal Terracina, degli esterniMonti dal Bassiano e Di Giorgio dal SezzeSetina con quest’ultimo giocatore cresciutocalcisticamente nella Primavera della Lazio,e dell’attaccante Sampaolo ex Sabotino eComprensorio Lepino. Nel frattempo sonoben avviate le trattative che potrebbero por-tare in maglia rossoblu Sorrentino, il rifinito-re della Pro Calcio Fondi e la punta Maglit-to che, se dovesse arrivare, rappresente-rebbe un vero lusso per la categoria.La formazione sanfeliciana non fa proclami

e prova a nascondersi, ma è ovvioche una campagna acquisti diquesta portata, mette mister Mar-zella nelle condizioni di poterselagiocare con le migliori tra le socie-tà di Promozione. Per il momentoè ancora difficile stabilire l’even-tuale favorita per il salto in Eccel-lenza, ma è ovvio che la fusione trail Sezze ed il Sezze Setina che hadato vita ad un’unica società, fa in-tuire facilmente le potenzialità diuna realtà calcistica abituata aben altri palcoscenici.Un ultimo doveroso ricordo lo vo-glio spendere per l’amico FilippoSenesi con il quale la Circe ha vis-suto alcuni dei momenti più bellidella sua storia recente. In seno al-la Nuova Circe ha ricoperto le piùimportanti cariche dirigenziali, èstato il segretario, il direttore spor-tivo e, nella sua ultima stagione, il2006/2007, è stato il presidentedella squadra rossoblu. Ciao Filip-po … e sempre e comunque, for-za Circe. �

questi c’era Vincenzo il “pesciarolo”. Vincen-zo non faceva parte della nostra comitiva, malo invitammo, per l’occasione, perché esper-to nell’arte culinaria del pesce.Gustare la cernia, affogandola nel vino mo-scato secco, che ben si associava con il pe-sce. Dopo aver mangiato e bevuto abbon-dantemente, allorché il vino cominciò a far sen-tire i suoi effetti, uno della comitiva propose unbrindisi. Allora tutti con il bicchiere colmo e ilbraccio destro alzato, ascoltammo il propo-nente, il quale dopo aver elogiato Dante per lapesca “miracolosa”, il “cuoco” Vincenzo per lapreparazione e cottura della cernia e Carlo, il

fornaio, per essersi cortesemente prodigato,concluse: “Nunc bibendum est!”.Quella frase latina diede la stura agli sproloquimaccheronici: “Carole! Sfornamus castagnasarrostas - Bibemus usque ad mbriacandum -Post cerniam, manducamus nucem atque ca-

stagnam - Cum cazzotto rumpemus nucem -Pescavimus cerniam, piscem gigantem - Sco-lamus bicchierum - e altri ancora”. Eravamouna quindicina, quasi tutti studenti liceali, uni-versitari diplomati o diplomandi, eccetto Vin-cenzo Carlo e Licitte. Quest’ultimo semprepresente nei nostri banchetti, gite e scampa-gnate, questa volta si trovò a disagio, non co-noscendo una sola parola di latino. Sembravaun pesce fuor d’acqua, si era abbacchiato. Maall’improvviso fece un salto e agitando il brac-cio destro, urlò: “Okeamus!”. Ci fu una frago-rosa risata, poi applausi. Aveva latinizzato laparola americana “Okay”. Licitte riprese il suoconsueto umore e dopo il successo ottenuto,si sentì protagonista. Ora era veramente Feli-ce di nome e di fatto.. �

da O’KEA’MUSdi Andrea De Sisti

di Tommaso Di Prospero

Calcio

La formazione sanfeliciana ha acquistato il titolo di Promozione del Sezze

La Circe si prende la Promozione

I lettori di questo giornale, che fosse-ro interessati a contribuirvi con artico-li e notizie, sono invitati a contattare laredazione ai seguenti numeri: 328.6110379fax 06.51985217 e-mail: [email protected]

segue dalla pagina 13

O’KEA’MUS

“Il Centro Storico” vi dà il benvenuto pressowww.sanfelicecirceo.info il nuovo Sito web del-l’Associazione culturale.In linea con i più moderni sistemi di informazio-ne, il sito vuole essere punto d’incontro anche on-line su cronaca, storia, leggende e curiosità del ter-ritorio del Circeo.Il sito è attualmente in corso di allestimento e vo-gliamo scusarci per qualsiasi disagio si possa ave-re nella sua fruizione.

A partire da questo numero non pubblicheremopiù le delibere di Giunta e Consiglio comunale inquanto è possibile visionarle sul sito dell’Associa-zione www.sanfelicecirceo.info all’indirizzo circeo� istituzioni � comune � delibere.Ciò ci consente di avere una ulteriore pagina dis-ponibile per altre notizie.Informazioni sulle delibere sono reperibili anchesul sito istituzionale del Comune.

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Tempo libero

Immaginate se unplayboy potesse ri-vedere tutte insieme

le donne del suo passato, e so-prattutto cosa gli direbbero! Ilpassato non si può cambiare,ma il futuro sì? Bè a ConnorMead questa possibilità è stata data. Connor è un celebrefotografo di moda col vizio delle donne e della poligamia. Co-stretto suo malgrado a partecipare alle nozze del fratello mi-nore, lo sciupafemmine incallito torna alla tenuta del defun-to zio Wayne. Allergico all’istituzione del matrimonio e fer-mamente deciso a far saltare in aria matrimonio e torta nu-ziale, sarà al contrario costretto a rivedere il suo cinismo e ilsuo antisentimentalismo da tre fantasmi in gonnella che lo fa-ranno viaggiare avanti e indietro nel tempo alla ricerca del suocuore perduto. Tra fughe e viaggi metafisici, Connor rivedràJenny, ex amata, lasciata e mai dimenticata. Forse per il se-duttore impenitente è tempo di amare. La rivolta delle ex è un viaggio impossibile nel tempo, quellodella seconda chance e dell’opportunità riparatrice, che im-pegna il protagonista a riformulare la propria vita e a compiereil desiderio inesaudito dell’amore. Se i flashback ripercorro-no il passato sentimentale del protagonista, le donne da luisedotte e abbandonate, i flashforward gli anticipano un futu-ro tragico, risultato di un’esistenza spesa a deprezzare le don-ne. Alla base della sua “cattiva abitudine” c’è un trauma ado-lescenziale che lo ha reso un seduttore a caccia della quan-tità e mai della qualità. Una sola volta, al ballo della scuola,gli accadde di soffrire e fu un errore da non ripetere e addi-rittura esorcizzare. L’ironia della prima metà del film, guerradei sessi, inseguimenti e situazioni imbarazzanti, si disperdesul traguardo, negando l’epilogo amaro e concedendo via difuga e strategia di riscatto agli amanti, tormentati, lasciati eritrovati sull’altalena della loro infanzia. �

ORA LEGALE Avv. Antonio Di Salvo

Il Comune risponde del dannoal motociclista cadutoper la presenza di gasolio sull’asfalto

Una recente sentenza della Cassazione ha segnato una svolta epocale in materia. La sen-tenza 2 dicembre 2008-23 gennaio 2009 n. 1691 ha affermato che: « … La presunzio-ne di responsabilità salvo ricorso del caso fortuito per il danno cagionato dalle cose che

si hanno in custodia stabilita dall’art. 2051 c.c. è applicabile anche nei confronti dei Comuni,quali proprietari delle strade, pur se tali beni siano oggetto di un uso generale e diretto da par-te dei cittadini, qualora la loro estensione sia tale da consentire l’esercizio di un continuo edefficace controllo che sia idoneo a impedire l’insorgenza di cause di pericolo per terzi, com-portando la zonizzazione della manutenzione delle strade un maggiore grado di possibilità disorveglianza e di controllo sui beni …» e ancora « … la responsabilità presunta del comunequale proprietario del demanio stradale per danni a terzi non viene a cessare per averne l’en-te affidato la pulizia a terzi, costituendo l’appalto lo strumento tecnico-giuridico per la realizza-zione di un proprio obbligo istituzionale a norma dell’art. 14 del codice della strada …» (cfr.massime sent. 1691/2009). La fattispecie sulla quale il Giudice di legittimità è stato chia-mato a pronunciarsi atteneva ad un motociclista che, impegnato ad affrontare una cur-va a sinistra, scivolava sul manto stradale a causa della presenza, non facilmente rile-vabile, di gasolio procurandosi lesioni giudicate guaribili in 40 giorni. Fino a qualche tem-po fa, l’utente delle strada poteva vantare ben scarse possibilità di tutela posto che ave-va l’onere di provare la responsabilità della P.A. in base all’art. 2043 c.c. (neminem lae-dere). Ebbene, più di recente, anche grazie alla sentenza in commento, la Cassazione,affermando che né l’estensione del demanio stradale né l’affidamento a terzi della ma-nutenzione sono tali in se stessi da eliminare la responsabilità del Comune, segna un’im-portante svolta di diritto in quanto produrrà la conseguenza giuridica in base alla qualeil Comune sarà esonerato da qualsivoglia responsabilità solo ove ricorra l’esimente delcaso fortuito ex art. 2051 c.c… Tale nuovo indirizzo giurisprudenziale produrrà, in primoluogo, la principale conseguenza per la quale sarà il Comune stesso, e non più l’utente,a dover provare l’esistenza di quel caso fortuito che escluderebbe la propria responsa-bilità civile con l’evidente semplificazione del giudizio per l’utente danneggiato. �

LA RIVOLTA DELLE EX

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di ALESSIA BRAVO

Canascionettial sugo

Ingredienti:

300 grammi di farina6 uovasale300 grammi di ricotta150 grammi di zuccheroun mazzetto di prezzemolo tritatocannellasalsa di pomodoroparmigiano

Con la farina, 3 uova e un pizzico di sale fate una sfoglia sottile.Preparate il ripieno: ponete in una ciotola le rimanenti 3 uova, laricotta, lo zucchero, il prezzemolo e una generosa spolverata dicannella; mescolate per amalgamare bene gli ingredienti. Conla sfoglia e il ripieno formate dei ravioli quadrati, sigillate bene ilati e lessateli in abbondante acqua salata, come fareste per inormali ravioli fatti in casa. Scolate i canascionetti e conditelicon la salsa di pomodoro e il parmigiano.

da “LA VISCOTTA”Ricette di San Felice Circeo

di Angela Bassani

AANNGGOOLLOO DDEELLLLAA PPOOEESSIIAA

di Aldo Alessandrelli

ImmunitàGuardando il video, sento ‘na mattina,che più d’un tizzio della maggioranza,se stà a dà da fà, con tutta ‘na manfrina,p’allontanà dar gabbio l’alleanza1,

p’allontanà de più de ‘nindagato,“che guarda caso” n’ha mollato er posto,anzi, tanto ha magnato ner passato2, che grazzie alla portrona, stà nascosto.

Er primo è quello che mò stà ar’ governoche me cozenta non è tanto matto –de fasse mette n’gatta in sempiterno –doppo d’avè zompato come er gatto3.

Tutta stà gente vo sumà4 a misura,‘na legge che già er popolo italianoaveva messo a degna seportura,ma questi che te fanno? Caso stranola vonno riciclà facenno un coro –dicono: famo questo per paese!Quale paese – pe li c…. loro!

1 Per allontanare dai processi i presunti colpevo-li della maggioranza.2 Copertura politica che gli permette di godere ilmaltolto.3 Dopo aver eluso, glissato, schivato, scansato, ecc.4 Riesumare, riportare alla luce.

Page 20: a pagg. 8-9 pag. 11 a pag.a 5 CENTRO STORICO. 37 Agosto 2009.pdf · Il lago di Paola non si vende! di Anna Scalfati pag. 11 Inserto Speciale Parco Nazionale del Circeo Il fatto Un

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Matrimoni24 settembre. Per Samanta Di Palma e Fabrizio Cormons. Chequesto giorno indimenticabile sia l’inizio di una vita meraviglio-sa, da mamma e papà. Si uniscono Giovanni, Serena e Ales-sandro augurando ai futuri sposi una vita felice come sarà il mo-mento del loro sì.

Compleanni14 luglio. Il nostro fichissimo Giulio ha compiuto 11 anni. Au-guri, auguri e ancora auguri da papà, Hannah, Lorenzo, nonna,zii e cugini.

18 luglio. Piervincenzo Marinelli ha compiuto 70 anni. Auguridalla moglie Sara, dai figli Federico, Augusto e Francesco, dal-le nuore, dal fratello e da Letizia.

21 luglio. La nostra “mascotte” Adele Capponi ha compiuto101 anni ed è sempre attenta alle notizie del Paese. Affet-tuosi auguri da tutti noi, redattori e soci dell’AssociazioneCulturale “Il Centro Storico”.

21 luglio. Il nostro fantastico Niccolò ha compiuto 6 anni. Cu-gini e cugine più grandi promettono di non trattarlo più da pic-colo. Tanti auguri da noi tutti, grande niccolò !!!!!!!!!!!!!!

1 agosto. Infiniti auguri di buon compleanno ad Alessia Fon-tanella per i suoi 21 anni da mamma e papà.

5 agosto. Buon compleanno a Letizia Cati da Carmen e Fran-cesca Giulivo.

6 agosto. A nonna Elvira Pines “BIRA” auguri per un felice com-pleanno da tutta la famiglia.

6 agosto. Ad Emanuela Baglioni affettuosi auguri per i suoi 37anni da tutta la famiglia ed in particolare da Giulia e Pierluigi.

8 agosto. Felice compleanno a Sabatino Angri dalla numero-sa famiglia.

8 agosto. A zio Luca gli auguri più belli per il suo compleannoda tutta la famiglia.

9 agosto. Il nostro giovanotto, Salvatore Pines, compie 11 an-ni. Affettuosissimi auguri dai nonni e da zio Luca.

11 agosto. Beatrice e Costanza compiono 12 anni. Un maredi auguri da mamma, papà, nonna Esther, nonna Gina, zio Ric-

cardo, zia Valeria, zio Fabio, zia Hannah, Lorenzo, Giulio, Gior-gio e Niccolò.

12 agosto. Buon compleanno a zio Antonio Di Prospero daigenitori, sorelle e tutta la famiglia. Per l’anno prossimo prepa-ra i “BOTTI”!!!!!!

20 agosto. Auguri a Enzo Vullo per il suo compleanno da par-te della famiglia e di tutti gli amici.

23 agosto. Un mondo di auguri a Mauro Brusca per i suoi me-ravigliosi 27 anni. Con amore da mamma Anna, papà Maurizioe dalla sorella Gioia.

28 agosto. Tanti auguri a Claudio Bianchi, il nostro Conte, peri suoi 79 anni da tutti i suoi cari.

1 settembre. Auguroni al sessantunenne di Monticchio, CarloBaglioni da tutta la numerosissima famiglia.

12 settembre. Nicolò Foti compie un anno. I genitori, i nonni egli zii Reka e Riccardo lo strapazzano di baci.

20 settembre. Felice compleanno a Federica Di Benedetti dal-la famiglia Franco Ziarelli.

20 settembre. A una tra le mejo … Gabriella Zambon. Tanti au-guri per il suo compleanno da Domenica, Chiara e Pina.

29 settembre. Buon compleanno a Franco Ziarelli dalla sua fa-miglia.

30 settembre. Tanti auguri di buon compleanno a Gina Ziarel-li da Domenica.

30 settembre. A Margherita Mantovani. Nonostante le grandidifficoltà che stai affrontando, non possiamo non ricordare chequesto giorno è sempre stato occasione di festa per tutti noi, edè per questo che ti auguriamo con tutto il cuore che possanoritornare presto per te giorni sereni e felici. Da Domenica e da-gli amici.

Onomastici6 agosto. Auguri al nostro nipotino Salvatore per il suo ono-mastico da nonno Claudio, nonna Anna e zio Luca.

6 agosto. A Salvatore e Salvatore Junior Fontanella. Tanti au-guri per il vostro onomastico da Marcella e famiglia.

Il 12 agosto 2009 alle ore 18.00,si terrà l’assemblea ordinaria annuale dei Soci dell’Associazione culturale

“Il Centro Storico” di San Felice Circeo.

L’assemblea si svolgerà presso la sala “La Porta del Parco” – Piazza Lanzuisi (Centro Storico).

ORDINE DEL GIORNOConsuntivo attività 2008/2009

Dimissioni / nomina Presidente e DirettivoAttività 2009/2010

Campagna Soci 2009/2010Varie

Il presente comunicato vale come avviso di convocazione per tutti i Soci.L’assemblea è aperta anche ai cittadini simpatizzanti.

Il PresidenteAlessandro Cresti