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N. 36 • 24 ottobre 2010 • 0,90 Anno LXIV • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Elena Barattolo Teresa Beltrano Michele Borriello Alberto Castelli Gaetano Castello Antonio Colasanto Stefania De Bonis Pina De Cicco Villani Doriano Vincenzo De Luca Gerardo De Rosa Mario Di Costanzo Alessandra Di Dio Felice D’Onofrio Gianluca Manca Enzo Mangia Gaetano Marino Fiorenzo Mastroianni Antonio Perillo Antonio Spagnoli. Gli interventi Arzano verso la Gmg 2 Assemblea Generale dell’Agesci 4 Seminario, al via l’anno pastorale 5 Accoglienza per studenti universitari 6 40 anni dal referendum sul divorzio 10 Custodi del Creato 11 V edizione del Premio Strazzullo 12 A S. Giovanni Battista si parla di santità 14 Raffaele Ponte La comunione ecclesiale: la chiave della missione A Roma il Papa canonizza Giulia Salzano 3 PRIMO PIANO CHIESA Caritas in veritate dibattito alla Parthenope 5 VITA DIOCESANA La 46 ma Settimana Sociale dei cattolici italiani 8 e 9 SPECIALE Cento anni per il Monastero dei Ponti Rossi 4 VITA ECCLESIALE È questo il tema della Giornata missionaria mondiale, che ci introduce nel cuore della riflessione in quanto, «la comunione rappresenta la sorgente e insieme il frutto della missione: la comunione è missionaria e la missione è per la comunione» (Christifideles laici, 32). Se la Chiesa non vivesse la comunione al suo interno la sua stessa missione finirebbe col perdere linfa, sostanza. Non si può infatti testimoniare nel mondo Gesù Cristo, se manca la comunione ecclesiale o addirittura restano evidenti i segni del dolore che le divisioni e le divergenze provocano. In questo momento, così delicato per l’intera umanità, la Chiesa chiama a raccolta tutti i suoi figli e li invita a dare testimonianza di comunione, ad essere missionari, ad annunciare la Parola affinché ogni uomo possa incontrare Cristo e, con Lui, dare senso alla propria vita. segue a pagina 14

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N. 36 • 24 ottobre 2010 • ! 0,90

Anno LXIV • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Elena Barattolo • Teresa Beltrano • Michele Borriello •Alberto Castelli • Gaetano Castello • Antonio Colasanto• Stefania De Bonis • Pina De Cicco Villani • DorianoVincenzo De Luca • Gerardo De Rosa • Mario DiCostanzo • Alessandra Di Dio • Felice D’Onofrio •Gianluca Manca • Enzo Mangia • Gaetano Marino •Fiorenzo Mastroianni • Antonio Perillo • AntonioSpagnoli.

Gli interventiArzano verso la Gmg 2

Assemblea Generale dell’Agesci 4

Seminario, al via l’anno pastorale 5

Accoglienza per studenti universitari 6

40 anni dal referendum sul divorzio 10

Custodi del Creato 11

V edizione del Premio Strazzullo 12

A S. Giovanni Battista si parla di santità 14

Raffaele Ponte

La comunione ecclesiale:la chiave della missione

A Romail Papa canonizza

Giulia Salzano3

PRIMO PIANO CHIESA

Caritas in veritatedibattito

alla Parthenope5

VITA DIOCESANA

La 46ma

Settimana Socialedei cattolici italiani

8 e 9

SPECIALE

Cento anniper il Monasterodei Ponti Rossi

4

VITA ECCLESIALE

È questo il tema della Giornata missionariamondiale, che ci introduce nel cuore dellariflessione in quanto, «la comunione rappresenta lasorgente e insieme il frutto della missione: lacomunione è missionaria e la missione è per lacomunione» (Christifideles laici, 32). Se la Chiesanon vivesse la comunione al suo interno la suastessa missione finirebbe col perdere linfa,sostanza. Non si può infatti testimoniare nel mondo

Gesù Cristo, se manca la comunione ecclesiale oaddirittura restano evidenti i segni del dolore che ledivisioni e le divergenze provocano. In questo momento, così delicato per l’interaumanità, la Chiesa chiama a raccolta tutti i suoifigli e li invita a dare testimonianza di comunione,ad essere missionari, ad annunciare la Parolaaffinché ogni uomo possa incontrare Cristo e, conLui, dare senso alla propria vita.

segue a pagina 14

Vita Ecclesiale Nuova Stagione2 • 24 OTTOBRE 2010

Suore Salesianedei Sacri Cuori

UnamadresenzatempoSabato 6 novembre, alle ore18, presso il Teatro “Figliedella Carità”, in via AndreaD’Isernia 23, Napoli, si terràla Sacra rappresentazione:“Maria di Nazareth. Storia diuna Madre senza tempo”.

* * *

Vicariato per la LiturgiaPie Discepole del Divin Maestro

La liturgiaepifaniadella bellezzaSi svolgerà da giovedì 11 adomenica 14 novembre,presso il Centro di spiritualità“S. Ignazio” a CappellaCangiani un corso sul tema“La liturgia epifania dellabellezza”.L’iniziativa è aperta a tuttiquelli che sono interessati adapprofondire la propriaformazione tecnica eliturgica: chi già prestaservizio nelle parrocchie comefioristi, aiuto pulizia, sacristi,catechisti, lettori, cantori,animatori liturgici, religiosi ereligiose.Nel corso delle giornate sonopreviste visite alla Cattedrale,alle chiese di San LorenzoMaggiore e San Pietro aMaiella.Si chiede di far pervenire lacomunicazione della propriaadesione entro il 6 novembre.Per ulteriori informazioni èpossibile fare riferimento asuor Maria Piera Moretti pd(081.299.886 –333.965.17.27).

«Maestro buono: Voi chi diteche io sia?» questo il temadella giornata dei giovani

dell’XI Decanato, domenica 10 ottobre,nell’ambito della preparazione alle GMGin programma nell’agosto del 2011 aMadrid.

La location è stata la parrocchia CristoRedentore di Arzano, che non ha mostra-to crepe nell’accogliere i quattrocento gio-vani accorsi dalle parrocchie di Casoria,Afragola, Casalnuovo, Casavatore eArzano. Fin dal mattino, arrivando allaspicciolata, si sono ritrovati sotto al palcoallestito per l’occasione, nell’ampio corti-le dell’oratorio parrocchiale, e sul quale adaccoglierli hanno trovato i gruppi dell’ani-mazione che hanno provveduto, durantetutto l’arco della giornata a tenere altol’entusiasmo. Presenti don Marco Liardo,il decano, i parroci don Giuseppe Abate edon Salvatore Piscopo, don PasqualeFerone e don Massimo Vellutino. Ospitisono stati i componenti della comunità“Orizzonti Nuovi” che hanno portato l’e-sperienza della loro fondatrice, ChiaraAmirante, e della stessa loro vita.

«Non ho aggettivi per questa giornata,definirla splendida è dire poco – raccontadon Marco Liardo – l’aria che abbiamo re-

spirato è quella che auguro a tutti di respi-rare tutti i giorni. Questa è stata la primadelle cinque giornate che vedranno i giova-ni del decanato incontrarsi per approfondi-re varie tematiche - continua il decano - inpreparazione della giornata della gioventùdell’anno prossimo che si terrà a Madrid,con il Papa. Le esperienze che si vivono nel-la comunità “Orizzonti Nuovi”, con i piùpoveri, con persone perdute, apriranno i te-mi da affrontare. In questa comunità stan-no avvenendo miracoli, con gente che sta ri-trovando la via della Verità, della realizza-zione, del Vangelo. Partiamo da Arzano –conclude - in quanto proprio qui si sta vi-vendo l’esperienza delle Unità Pastorali, si-gnifica che le parrocchie interagiscono traloro. La parrocchia autoreferenziale nonpuò più essere vicina in tutto ai fedeli, perquesto tutta la pastorale viene organizzatain modo da coinvolgere tutti i gruppi dellevarie parrocchie, ed i giovani stanno dimo-

strando, con il loro entusiasmo, che questiprogetti possono attecchire».

Perché affidare ai giovani il lancio del-le nuove proposte?

«C’è bisogno di persone che annunzinola vita vissuta. I giovani nell’ambito delleparrocchie possono fare moltissimo.Abbiamo bisogno di mani nude: il decano,i sacerdoti, da soli possono poco, quindicon l’aiuto dei giovani possiamo entrare neivari contesti. Chi meglio dei giovani stessipuò farlo?»

Questo lavoro è sintetizzato dallacommissione giovani del decanato, cosicome la commissione oratorio ha orga-nizzato diversi campionati di calcetto perle tre fasce di età dei bambini e ragazzi.La commissione scuola, invece, sta orga-nizzando come entrare nelle scuole, in uncontesto spesso fatto di bullismo e indif-ferenza.

La presenza così massiccia, a questoprimo appuntamento, lascia aperte le por-te alla speranza degli operatori pastoraliche mirano a fare della formazione unpunto di partenza importante per la parte-cipazione attiva dei giovani in vista dellarealizzazione di progetti impegnativi.

Gerardo De Rosa

Dal 10 al 13 settembre 2010 si sono svolti, come ogni anno, gli eser-cizi spirituali per gli anziani della diocesi di Napoli, presso i PadriSalesiani a Pacognano. Gli esercizi sono stati guidati dal gesuita P.Bartolomeo Di Pierro. Il primo giorno, si è reso un saluto alla nostraMadre Celeste a Pompei partecipando anche alla Santa Messa.

“La vocazione umana: rullare sulla pista della vita per decol-lare verso l’infinito” è stato il tema trattato da padre Di Pierro.Pur essendo molto impegnativo e profondo l’argomento, tutti ipresenti hanno seguito con grande interesse. Anche durante gliintervalli, i partecipanti si sono confrontati tra di loro, per com-prendere i vari punti di vista e per riflettere su quanto meditato.

Durante questi giorni di paradiso, si è giunti alla conclusioneche: “Dio è il centro della nostra vita e bisogna abbandonarsisempre alla sua volontà”.

Elena BarattoloResponsabile animazione spirituale

Questi gli appuntamenti previsti nella programmazione annuale

Ritiri spirituali diocesani a cura di padre Bartolomeo DiPierro, coordinati dall’Ufficio Pastorale Terza Età (presso i padriGesuiti - Cappella Cangiani Napoli).

• Sabato 6 novembre 2010; • sabato 4 dicembre 2010; • domenica 9 gennaio 2011; • venerdì 4 febbraio 2011; • venerdì 4 marzo 2011; • sabato 2 aprile 2011; • sabato 7 maggio 2011.

Pastorale Terza Età

Ritiro spirituale annuale Diocesano

Un camminodi comunione

Ad Arzano la Giornata dei giovani dell’XI decanato, in vista di quella mondiale che si terrà nell’agosto 2011 a Madrid

Rinnovamento nello Spirito Santo - Comitato Diocesano di Servizio di Napoli

XII Convocazione dei Gruppi e delle Comunità Domenica 21 novembre, Palasport Ponticelli - Via Argine

“…..Non conformatevi a questo mondo ,ma lasciatevi trasformare rinnovando la vostromodo di pensare , per poter discernere la volontàdi Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”.(Romani 12,2)

Ore 8.30 - Accoglienza

Ore 9.00 - Preghiera comunitaria carismatica

Ore 10.00 - Relazione: Corrado Di Gennaro Responsabile della Comunità Magnificat Dominum

Ore 11.00 - Pausa

Ore 11.30 - Celebrazione EucaristicaPresiede S. E. Mons. Lucio Lemmo Vescovo Ausiliare di Napoli

Ore 13.00 - Fine Sessione e Pranzo

Ore 15.00 - Lode corale

Ore 15.30 - Roveto ArdenteOre 16.30 - Pausa

Ore 17.00 - Preghiera di intercessione per i sofferentiCorrado Di Gennaro

Ore 18.00 - Saluto e congedo

Per ulteriori informazioni:328.615.44.83 – 329.066.78.64

Primo Piano ChiesaNuova Stagione 24 OTTOBRE 2010 • 3

Migliaia di fedeli in Piazza San Pietro per la canonizzazione della BeataGiulia Salzano, fondatrice delle Suore Catechiste del Sacro Cuore

«Apostola dell’educazione cristiana»Sabato in Cattedrale, alle 17, la Diocesi con l’Arcivescovo celebra Santa Giulia

servizio a cura di Doriano Vincenzo De Luca

Una grande festa di fede e di Chiesa universale è quella che si è vis-suta domenica scorsa in Piazza San Pietro con la canonizzazione di seinuovi santi, tra cui Giulia Salzano, fondatrice delle Suore Catechiste delSacro Cuore. Folta la delegazione napoletana guidata dal CardinaleCrescenzio Sepe, che ha concelebrato con il Santo Padre. Decine i pul-lman che da Casoria, da Santa Maria Capua Vetere e da altri paesi del-la Campania hanno raggiunto Roma. Ad attenderli Suor RobertaBranco, Superiora generale della Congregazione e don Nunzio D’Elia,Postulatore della causa di canonizzazione. Anche il sindaco di NapoliRosa Russo Iervolino ha assistito alla cerimonia di canonizzazione.

Durante il rito, mons. Angelo Amato, Prefetto della Congregazioneper le Cause dei Santi, ha letto una breve biografia di ciascuno di loro eha chiesto al Pontefice la canonizzazione. In seguito i postulatori sonogiunti con le reliquie per deporle sull’altare, e il Papa ha presentato uf-ficialmente la formula con cui, a partire da quel momento, i sei beatipassavano a far parte del santorale romano.

Alla Messa erano presenti anche alcuni Vescovi e sacerdoti che par-tecipano al Sinodo per il Medio Oriente, in svolgimento in Vaticano fi-no al 24 ottobre. Dopo la proclamazione del Vangelo, Benedetto XVI hapronunciato l’omelia, nella quale ha sottolineato la necessità di una pre-ghiera costante, basata sulla fede. «La liturgia di questa domenica ci of-fre un insegnamento fondamentale: la necessità di pregare sempre, senzastancarsi», ha affermato. «Talvolta noi ci stanchiamo di pregare, abbia-mo l’impressione che la preghiera non sia tanto utile per la vita, che sia po-co efficace», ha riconosciuto. «Perciò siamo tentati di dedicarci all’atti-vità, di impiegare tutti i mezzi umani per raggiungere i nostri scopi, e nonricorriamo a Dio».

La fede, ha ricordato il Pontefice, è essenziale come base dell’atteg-

giamento della preghiera, aggiungendo: «è quanto hanno fatto i sei nuo-vi Santi che oggi vengono proposti alla venerazione della Chiesa universa-le». Nel tracciare il profilo di Giulia Salzano, il Papa l’ha definita «un’a-postola dell’educazione cristiana». «Madre Giulia - ha sottolineato - com-prese bene l’importanza della catechesi nella Chiesa, e, unendo la prepara-zione pedagogica al fervore spirituale, si dedicò ad essa con generosità e in-telligenza, contribuendo alla formazione di persone di ogni età e ceto so-ciale. Ripeteva alle sue consorelle che desiderava fare catechismo fino al-l’ultima ora della sua vita, dimostrando con tutta se stessa che se “Dio ciha creati per conoscerLo, amarLo e servirLo in questa vita”, nulla bisogna-va anteporre a questo compito». Ha poi concluso il suo intervento conun’esortazione: «L’esempio e l’intercessione di santa Giulia Salzano so-stengano la Chiesa nel suo perenne compito di annunciare Cristo e di for-mare autentiche coscienze cristiane».

Dal canto suo mons. Amato ha sottolineato come Giulia Salzano«manifestò giovanissima il suo carisma non solo di educatrice ma anchedi catechista, collaborando con dedizione nella catechesi parrocchiale aibambini della prima Comunione e organizzando laboratori di cucito perl’arredamento delle chiese povere». In tal modo si consolidò in lei l’inten-zione di fondare un istituto religioso «che avesse come precipua finalitàl’educazione religiosa delle giovani generazioni». Giulia proseguì nellasua attività di catechista, senza trascurare nessuna categoria di perso-ne: dai fanciulli ai giovani, agli adulti e persino ai militari della primaguerra mondiale. «Il suo impegno educativo, svolto con fede e competen-za, - ha rimarcato il Prefetto - fu unanimemente apprezzato non solo daifedeli ma anche dalle autorità civili. L’intenso impegno nella fondazione ela passione per l’apostolato non diminuirono nemmeno durante le fre-quenti crisi di angina pectoris, una delle quali, nel 1929, le fu fatale».

Le guarigioni inspiegabili attribuite all’intercessionedella Salzano

I miracolidi DonnaGiuliettaCasoria, provincia di Napoli, erala città dei tre beati ma adesso haanche una santa: Giulia Salzano,fondatrice delle Suore Catechistedel Sacro Cuore, oggi più di 200in tutto il mondo. LaCongregazione della Causa deiSanti riconobbe la sua fama disantità con Decreto del 4 aprile1974. Nel mese di aprile del 1977venne celebrato a Napoli ilprocesso apostolico con ladeposizione di 10 testi «de visu».Il 12 luglio 1991 è stato emesso ildecreto di validità del processo. Il23 aprile 2002 sono statericonosciute le sue virtù eroiche. Giulia Salzano fu beatificata daPapa Giovanni Paolo II il 27aprile del 2007. Allora, per suaintercessione, le fu attribuita laguarigione di Stefania Milo, unabimba di 10 anni che nel 1993aveva una grave malattia e che,ricoverata al Cotugno, guarìinspiegabilmente dopo lepreghiere che i familiari avevanorivolto a suor Giulietta. Stefaniaera affetta da grave sepsibatterica con meningitepurulenta, complicata dacoagulazione intravasaledisseminata e da sindrome diWaterhouse-Friederichsen. Il 14marzo 2002, un Collegio dicinque specialisti, convocatodalla Congregazione per le Causedei Santi, dopo accurato esame,dichiarò che la guarigioneottenuta «è stata rapida,completa e duratura, quindiscientificamente inspiegabile».La Santa ha poi compiuto unaltro miracolo guarendo MariaGrazia Pelliccia, una signora diAfragola che oggi sta vivendouna seconda vita. Nel 2005rimase ferita in modo gravissimoin uno spaventoso incidented’auto. Ricoverata in ospedale,durante una complicataoperazione il suo cuore cessò dibattere per circa 20 minuti; poimisteriosamente ricominciò afunzionare. Maria Graziarimaneva comunque in pericolodi vita. Il medico disperava disalvarla ma i parenti, soprattuttola sorella, si recarono a pregarenella Chiesa delle SuoreCatechiste del Sacro Cuore, aCasoria. E avvenne il miracolo.

«Io farò sempre il catechismo, finchéavrò un filo di vita», diceva madreGiulia Salzano. «E poi vi assicuro che

sarei contentissima di morire facendo il cate-chismo». Fu proprio dopo aver preparato 100bambini alla Prima Comunione che “DonnaGiulietta” morì nel 1929.

L’esperienza dell’insegnamento nella scuo-la comunale di Casoria, dove la sua famiglia siera trasferita nel 1865, risvegliarono in lei uninteresse speciale per il catechismo e per l’edu-cazione dei giovani ai valori, così come per ladevozione alla Madonna: «L’intelligenza di fedeche la guidava nell’insegnamento la faceva ren-dere conto che i fanciulli avevano bisogno anchedella “dottrina cristiana” - ha spiegato donNunzio D’Elia, postulatore della causa di ca-nonizzazione -, una catechesi che li formasse,in un paese allora prevalentemente agricolo,umanamente, culturalmente e poi spiritual-mente».

«Trovò la giusta strada, intuì che il Signorele donava un carisma unico al suo tempo: la ca-techesi». Un carisma che secondo don NunzioD’ Elia risulta “originale e profetico” e «fu col-tivato nella centralità dell’amore al Sacro Cuore,e alla Vergine Maria. Perciò non trascurava l’oc-casione di catechizzare».

Per Giulia Salzano, l’amicizia fu un ele-mento fondamentale nel cammino verso lasantità. Era amica della napoletana SantaCaterina Volpicelli, fondatrice delle Ancelledel Sacro Cuore, canonizzata ad aprile del2009 da Benedetto XVI. Questo incontro laaiutò nella sua esperienza vocazionale.Caterina fu per lei «un punto di riferimento al

Un profilo della Santa nelle parole di don Nunzio D’Elia, postulatore della causa

Maestra di catechesi

quale guardò con ammirazione, sapienza edemulazione», ha detto il suo postulatore. Avevaanche uno stretto legame con il beato Ludovicoda Casoria, sacerdote professo dell’Ordine deiFrati Minori, fondatore della Congregazionedei Fratelli della Carità e della Congregazionedelle Suore Francescane di Santa Elisabetta.Egli la orientò nel discernimento della sua vo-cazione e le disse quasi in tono profetico:«Bada di non farti venire la tentazione di ab-bandonare i fanciulli della nostra cara Casoria,perché la volontà di Dio è che tu viva e muoiain mezzo ad essi».

Mossa così da una preoccupazione costan-te di trasmettere fedelmente gli insegnamentidella Chiesa e la vita di Gesù, riunì un gruppodi ragazze che avevano lo stesso desiderio.Nasceva nel 1905 la Congregazione delle Suore

Catechiste del Sacro Cuore. «La suora catechi-sta deve sentirsi sempre pronta in tutte le oreper istruire i piccoli e gli ignoranti», dicevaGiulia alle sue figlie spirituali, «non deve misu-rare i sacrifici che richiede tale ministero, anzidovrebbe desiderare di morire sulla breccia, secosì piacesse a Dio».

Oggi le Catechiste del Sacro Cuore sonopresenti in Italia, in Brasile, Canada,Filippine, Perù, Indonesia, Colombia e India.“Donna Giulietta”, come la chiamavano i suoiamici, morì il 17 maggio 1929, dedicandosi fi-no alla fine alla catechesi. «Credo che la sua vi-ta - ha sottolineato il Postulatore -sia stata ca-ratterizzata dallo spirito di obbedienza allaChiesa e dall’umiltà profonda nella cornice diun grande spirito di preghiera e di amore alSacro Cuore».

Vita Ecclesiale Nuova Stagione4 • 24 OTTOBRE 2010

Cento anni per il monastero dei Ponti Rossidi Stefania De Bonis

“Un misterioso piano divino”, così lacomunità delle carmelitane scalze deiPonti Rossi sintetizza la storia del mo-nastero dei SS. Teresa e Giuseppe.Sono «cento anni di grazie, di luce e diamore. Cento anni colmi di misericor-dia, ma anche di preghiera e di adesionealla volontà di Dio».

“Una lucerna sulla città”, è la bellis-sima immagine, con allusione alla suaposizione, in cima a Santa Maria aiMonti, usata dal cardinaleCrescenzio Sepe, arcive-scovo Metropolita diNapoli che domenica 10 ot-tobre, con una concelebra-zione pomeridiana ha con-cluso i riti in occasione dei100 anni di vita del mona-stero.

La luce, il respiro, l’oasi,l’acqua, il dono… simboliche si sono ripetuti nelleomelie di quanti - dal ve-scovo ausiliare mons.Lucio Lemmo (26 settem-bre) al Vicario Generaledell’Ordine deiCarmelitani Scalzi, padreEmilio Martinez (3 otto-bre); dal Superiore dellaProvincia Napoletanadell’Ordine deiCarmelitani Scalzi, padreVincenzo Caiffaall’Arcivescovo di Napoli(10 ottobre) _ si sono alternati per le ce-lebrazioni.

Nel corso della Messa solenne con-clusiva, il cardinale Sepe ha sottolinea-to che «Il Signore ha fatto dono di que-sto monastero il 15 agosto del 1910quando Antonietta, sorella diGiuseppina, cominciò a far sgorgarequesta sorgente di vita spirituale. un pic-colo rigagnolo…..l’acqua scorrendo siallarga e diventa fiume, sbocca nel maree diventa vita. Forse il frutto più bello è labeata Giuseppina. Ma quante sante mo-nache, forse non beatificate, stanno lìdavanti a Dio, che contemplano Dio. Lacontemplazione è anche qui, sulla terra.

«Ringraziamo il Signore per il tantobene…- ha detto il cardinale - per averfatto dono alla chiesa di Napoli del prov-videnziale monastero che nel corso diquesti anni è stato un faro, una lucernaposta sul monte per illuminare la nostracittà, la nostra Diocesi. E’ diventata unluogo di spiritualità, di santità. Tanti ri-corrono qui, per incontrare il Signore,per respirare - al di là di questo frastor-nato mondo che tende a distrarci ad al-

lontanarci anche dalla nostra fede - pa-ce e spiritualità. Abbiamo bisogno di unluogo dove incontrare il Signore».

Dopo aver commentato il Vangelodel giorno, il cardinale ha concluso:«Ho voluto scrivere una lettera per que-sto centenario per tanti sacerdoti, pertante suore, per tanti seminaristi, pertutti noi che veniamo qui per abbeverar-ci alla sorgente di questa preghiera.Preghiamo il Signore perché continui aeffondere queste sorgenti di grazie spiri-tuali per tutti, perché attraverso santevocazioni (sono entrate tre giovani inquesto monastero, da poco) continui aeffondere la sua misericordia, la sua

Grazia in questo luogo, oasi di pace, dicarità, di amore, di contemplazione».

Nell’arco di questi cento anni di vi-ta, il Carmelo dei Ponti Rossi non hamai smesso di essere «segno della pre-senza del Dio vivo» (come ha sottolinea-to padre Enzo Caiffa), di essere «un pol-mone che purifica e bonifica la città»(padre Emilio Martinez).

In particolare il Vicario generaledell’Ordine dei Carmelitani Scalzi ha

evidenziato «che il nostromondo è inquinato, ma nonsoltanto da spazzature o dalfumo delle macchine e delleindustrie ma anche, e so-prattutto, dal peccato.Pensate a una città vicina aun fiume inquinato. Ha unimpianto depuratore, chepurifica l’acqua...così la vi-ta delle sorelle claustrali pu-lisce e libera di ogni inqui-namento di peccato la vitadi una città, anzi, la vita diuna diocesi. Non esagero.Pensate quante volte sietesaliti qua per chiedere allemonache le loro preghiere.Pensate pure a tanti malati,fisici o spirituali che son ve-nuti dalla Beata Giuseppinaper trovare da lei consiglio econsolazione. E parlo dellecose che si possono vedere,ma c’è tutta un’aria invisibi-

le di santità che, partendo di questo san-to monte, percorre le strade di Napoli pu-rificandola, anche se senza saperne».

Questa presenza “viva e stabile”, “si-lenziosa e orante” è stata sottolineataanche nella Lettera del rev. padreSaverio Cannistrà, Preposito Generaledei Carmelitani Scalzi, alle monachedei Ponti Rossi. «Se dai frutti possiamoconoscere la bontà e la solidità delle no-stre iniziative, ciò significa che il vostroCarmelo – ha scritto il padre Generale –ha generato, guidato dalla grazia delSignore, persone e opere sante. Di ciòdobbiamo essere particolarmente gratial Signore e gioire».

Domenica 24 ottobre, dalle ore 8.30 alle 13.30, presso la chie-sa di San Giuseppe Maggiore, in via Medina 3, assemblea gene-rale dell’Agesci di Napoli.

L’appuntamento segna l’inizio del cammino associativo allaluce del nuovo Progetto di Zona (PdZ), che sarà presentato e ap-provato da tutti i delegati presenti.

In questo quadriennio 2009-2013 sono impegnati ad accom-pagnare tutti i 13 gruppi scout della zona di Napoli. Saranno pre-senti, oltre a don Marco Beltratti, quale assistente ecclesiasticodiocesano (AE), i due responsabili di zona, Roberto Rippa edAlessia Rolle. Sono loro, insieme al Comitato di zona (CdZ) a rea-lizzare e redigere il nuovo PdZ. Esso ovviamente è stato condivi-so con il Consiglio ed infine con l’assemblea che domenica 24,appunto, lo approverà.

Si tratta di un progetto ambizioso e reale nella sua attuazio-ne, teso soprattutto a rilanciare la presenza degli scout in tuttala realtà ecclesiale. Il progetto si articola in quattro parti fonda-mentali che indicano la volontà dei capi scout e comunità capidi intensificare la propria formazione cristiana ed associativaper essere e sentirsi Chiesa, nello specifico carisma dello scauti-smo.

Ecco gli ambiti operativi previsti dal PdZ: Formazione dei ca-pi (vita umana e spirituale con il metodo dello scautismo);Presenza sul territorio (progetti a favore dei più deboli); Esserechiesa (vita cristiana, sacramenti, eventi diocesani); Essere as-sociazione Agesci.

Siamo certi che l’impegno di tutti i capi e i responsabili, si tra-

durrà in un impegno concreto per meglio essere scout al serviziodei bambini e dei giovani che vivono questa profonda esperien-za di vita e di fede nell’Agesci a Napoli.

Sempre più si sta prendendo coscienza del valore dei carismie doni che Gesù fa alla sua Chiesa per l’utilità comune,perché «molte le membra, ma unico è il corpo» cui apparteniamoe di cui dobbiamo prenderci cura, anche alla maniera Scout.

Assemblea generale Agesci della zona di Napoli

Santuario San GerardoMaiella

Residenza per sacerdoti anzianiNel quadro dei lavori chehanno interessato lestrutture del Santuario diSan Gerardo Maiella aMaterdomini, si è volutodare una particolareattenzione all’accoglienzadei confratelli sacerdotianziani nella “Residenza SanGerardo”.La residenza è situata apochi metri dal santuario edha una disponibilità didodici camere con bagno,tutte arredate in modosemplice e dotate di tutti iservizi, con ambienticomuni come la Cappella, ilrefettorio, la sala comune.L’invito è rivolto a tutti queiconfratelli i quali, nonavendo più responsabilitàdirette, desiderino conciliarela serenità del soggiorno conla partecipazione alla vitadel Santuario, specialmentenel Sacramento dellaRiconciliazione.La bellezza del posto ed ilmisticismo del luogo in cui èvissuto San Gerardo negliultimi mesi della sua vita edove è custodito il suocorpo, faranno da idealecornice a tale soggiorno.Per ulteriori informazioni eprenotazioni è possibile fareriferimento a padre GaetanoDesiderio, responsabile“Oasi San Gerardo”(0827.53.78.04 –[email protected]) e a Valerio Falcone,direttore delle strutturericettive (340.000.24.90 –[email protected]) .

Antonio PerilloRettore

Vita DiocesanaNuova Stagione 24 OTTOBRE 2010 • 5

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Ufficio Amministrativo

Avvisoai parrociSi comunica che la scadenzaper la presentazione delladomanda della riduzionedella quota capitaria a caricodella parrocchia per l’anno2011, è fissata a venerdì 29ottobre. La domanda va presentatapresso l’ufficio di donAlessandro Maffettone o didon Raffaele Grosso.Si invitano pertanto ireverendi parroci interessatiad usufruire della riduzione,qualora non l’avessero ancorafatto, a presentare il bilancioconsuntivo 2009 e a versare ilrelativo contributo comeprevisto dal can. 1263 del CDC.

Inaugurazione dell’Anno Pastorale al Seminario Arcivescovile di Capodimonte

«Conformatevi a Cristo»di Alberto Castelli *

Lunedì 18 ottobre presso il nostro seminario diocesano con la solenne con-celebrazione presieduta dall’arcivescovo, il card. Crescenzio Sepe, è stato inau-gurato il nuovo anno di formazione. Come accade ormai da alcuni anni, in que-sta occasione, la comunità del seminario ha presentato i nuovi seminaristi cheiniziano il loro cammino di discernimento. I giovani ad essere presentati sonostati 18: Ago Faction, Della Rocca Luca, De Rosa Giovanni, Imparato Pasquale,Mosca Daniele che iniziano il loro percorso al seminario minore, «un tempoche - come ha ricordato il rettore mons. Antonio Serra, nel saluto iniziale indi-rizzato a sua Eminenza - è fecondo per approfondire quel rapporto di amiciziaspirituale con Gesù che è il fondamento di ogni vocazione». Gli altri tredici chedinanzi al card. Sepe hanno manifestato il loro desiderio di approfondire l’in-tuizione vocazionale avvertita nel loro cuore sono: Alfieri Andrea, DanieleDomenico, D’aniello Ciro, D’Agostino Ciro, Formisano Vincenzo, GargiuloDomenico, Guarino Angelo, Leperino Lorenzo, Mazzei Polibio, MellusoSalvatore, Ruscillo Claudio, Sciccone Agostino, Landolfi Aldo. A costoro, du-rante la sua appassionata omelia, l’arcivescovo ha ricordato, prendendo spun-to dalla figura dell’evangelista S. Luca, che il Signore chiama continuamenteuomini ad evangelizzare ma soprattutto chiama sempre a due a due (Lc 10,1).Ha, inoltre, indirizzato i seminaristi ormai al primo anno di teologia ad un se-minario «che è innanzitutto casa di formazione. Formare – ha proseguito – si-gnifica dar forma, un po’ come avviene per la scarpa con il piede – ha aggiunto

scherzosamente. Ogni seminarista, perciò, è chiamato a vivere questo tempoesclusivamente per conformarsi a Cristo». Il cardinale ha, poi, ribadito loro confermezza come nel mondo di oggi la scelta del sacerdozio debba essere vissutain maniera sempre più seria e radicale, spogliata da ogni ricerca del proprio in-teresse personale.

Infine, Sua Eminenza ha invitato tutti, giovani e formatori, a leggere la let-tera scritta dal Santo Padre e indirizzata proprio ai seminaristi. In essa il pon-tefice afferma: «il mondo ha bisogno di preti grandi e puri e – ha aggiunto – la co-sa più importante nel cammino verso il sacerdozio e durante tutta la vita sacer-dotale è il rapporto personale con Dio in Gesù Cristo».

Al termine della celebrazione, il cardinale ha ringraziato i parroci dei semi-naristi, per aver trasmesso l’ardore della sequela di Gesù, le loro famiglie, perla disponibilità ad affidare i propri figli nelle mani della Chiesa. Sua Eminenza,poi, insieme ai parroci si è fermato in seminario per la cena, momento di festain cui la comunità si è ritrovata come famiglia intorno al pastore per gioire deinuovi semi che stanno germogliando nella nostra chiesa napoletana e affidareil nuovo anno formativo, che avrà come testimone don Lorenzo Milani, nellemani di Dio affinché esse diano quella forma necessaria per essere immaginedel Figlio Suo, il Pastore Buono del gregge.

* seminarista secondo biennio

Caritas in veritate per un Paese solidaledi Mario Di Costanzo

Il tema: Caritas in veritate per un Paesesolidale. La data: 25 ottobre dalle 17 alle20. La sede: l’Università Parthenope a ViaActon. Si tratta dell’annuale Convegnoprogrammato per inizio d’anno dallaConsulta diocesana delle aggregazionilaicali. L’idea è quella di sottolineare l’at-tenzione del laicato associato al magiste-ro della Chiesa che è stato segnato in que-sti anni da alcuni documenti altamente si-gnificativi. Tra gli altri, la Caritas in verita-te e, recentissimo, il documento della CeiPer un Paese solidale. Chiesa italiana eMezzogiorno. Tra l’altro saremo anche auna settimana di distanza dallaSettimana sociale dei cattolici di ReggioCalabria. In effetti, bisogna serenamentericonoscere che tali documenti non sem-bra abbiano avuto fin qui particolare ap-profondimento. Incontri qualificati mageneralmente circoscritti. Da ciò l’urgen-za di rilanciarli con forza vista la perdu-rante attualità.

Il Convegno sarà sostanzialmente cen-trato sul seguente ambito di riflessione:qual è il filo che unisce Caritas in veritatee Per un Paese solidale. Chiesa italiana eMezzogiorno fino alla Settimana sociale?Quali le idee-forza? E poi, più in dettaglio,cosa questi documenti possono dire aduna realtà specifica e complessa comequella napoletana? Quali le possibili indi-cazioni concrete sul piano operativo?Saranno relatori due esperti ai massimi li-velli. Stefano Zamagni, docente all’uni-versità di Bologna, ha collaborato alla ste-sura della Caritas in veritate e, per quantoriguarda Napoli, Pino Acocella, vice presi-dente del Cnel.

Di per sé, il Convegno, in quanto pro-mosso dalla Consulta, è per sua natura ri-volto al mondo dell’associazionismo cat-tolico. Tuttavia esso si configura come unservizio che la stessa Consulta offre a tut-ta la comunità cristiana. Tra l’altro, allar-gando la prospettiva, non v’è dubbio cheuna siffatta iniziativa avrà molto da direalla stessa città, visto che i documenti ci-tati trattano, come noto, tematiche chevanno dall’educazione al lavoro, dallo svi-luppo alla legalità. Che, non a caso, sono igrandi temi di Napoli.

Ecco il programma

Nuova Stagione6 • 24 OTTOBRE 2010 Vita Diocesana

APPUNTAMENTI

Centro MissionarioDiocesano

“Sulle orme di Gesù: dalgruppo virtuale alla comu-nità con i poveri”. Propostadei Giovani di ImpegnoMissionario per un camminodi responsabilità. L’itinerarioha come obiettivo l’approfon-dimeno del cammino di fedein Cristo e di formazione mis-sionaria e si rivolge ai giovanidai 17 ai 30 anni in ricerca diuna personale scelta di vita.Si svolge attraverso un incon-tro mensile con un program-ma di catechesi e di testimo-nianze missionarie, al CentroMissionario Diocesano, in viadei Tribunali 188, presso lachiesa di Santa Maria delRifugio. La giornata inizia al-le ore 9.30 e finisce con laCelebrazione eucaristica alleore 18. Prossimo appunta-mento domenica 14 novem-bre: “Adrenalina pura!” (Mt 5,1-16). Per ulteriori informa-zioni: suor Daniela Serafin(347.19.88.202) o LorenzaBiasco (340.595.85.01).

AmiciziaEbraico-Cristiana

Il tema dell’anno degli in-contri organizzatidall’Amicizia Ebraico-Cristiano di Napoli è: “Voi,che inseguite la giustizia”(Isaia 51, 1). Prossimo ap-puntamento, lunedì 15 no-vembre, alle ore 17.30, pressol’Istituto Italiano per gli StudiFilosofici, in via Monte di Dio14. Clementina Gily presentail libro di Franco Villano“Buddismo Induismo Islam”.Sarà presente l’autore.

Per ulteriori informazionisul programma e le attivitàdell’associazione: www.aec-na.org.

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese,

incontro mensile di preghieradei malati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appun-tamento è per mercoledì 17novembre, a partire dalle ore16. Alle ore 17, celebrazionedella Santa Messa, i padri so-no disponibili ad accogliere ifedeli che desiderano riceve-re il Sacramento dellaPenitenza.

Ars Universitatis (accoglienza ricreazio-ne studenti universitari) anche quest’annoriapre i battenti. Ritornano le attività pro-mosse dalla pastorale Universitaria presso laparrocchia di S. Maria di Costantinopoli aCappella Cangiani. L’ideatore e curatore èdon Antonio Colamarino insieme ad un teamgiovane che ha voglia di esprimersi. Tutti i ra-gazzi, ed in particolare gli universitari, han-no bisogno di avere più spazi. Ecco per loroun’opportunità che si chiama “ArsU”. Si trat-ta di un’iniziativa e non di un movimento oassociazione. E’ aperta a tutti i giovani dai 18ai 35 anni e offre agli studenti accoglienza,svago, tempo libero, momenti di spiritualitàe formazione, con una particolare attenzio-ne ai fuori sede. Sono infatti disponibili, perloro, alloggi in vari punti della città vicini al-le università, presso strutture religiose e non.

Inoltre vi è l’opportunità di promuovere ini-ziative formative e di approfondimento del-la fede a docenti e a personale non docente.ArsU è un luogo di confronto per le realtà ec-clesiali e di ispirazione cristiana, anche nonimpegnate nel mondo universitario.

Rappresenta un modo per sostenere ini-ziative di carattere diocesano, sensibilizzarele comunità parrocchiali, in collaborazionecon gli organismi della Pastorale Giovanile edella Cultura. Nata il 5 novembre 2009,“ArsU” è diventata un’attività in continuacrescita, tra le attività di quest’anno si impe-gna nella sensibilizzazione dei giovani a par-tecipare alla prossima GMG e ad essere unostrumento attivo della PastoraleUniversitaria della Diocesi (e-mail [email protected] , sul sito del-la Diocesi: settore cultura). Si auspica, che a

partire dagli universitari presenti nelle varieParrocchie, ci sia un interessamento vivo aquesto settore ad essi dedicato.

Per tutte le informazioni necessarie e i con-tatti, visitare il sito www.arsuniversitatis.it, ilnuovo sito di “Ars”, più chiaro ed esaustivo.Inoltre da ricordare l’imperdibile appunta-mento di benvenuto e di conoscenza che siterrà mercoledì 27 ottobre 2010 alle ore 20,30presso l’aula Paolo VI di Cappella Cangiani alRione Alto. Un happy hour allegro e diverten-te nel quale verranno presentati gli appunta-menti di quest’anno. Continuare ad innaffiareuna pianta vuol dire prendersene cura. Questoè quello che si può capire, frequentando ArsU,perché crescere insieme vuol dire prendersicura di sé e degli altri.

Alessandra Di Dio

Il Santo Padre ricorda Angela da Folignodi Antonio Colasanto

Tra i grandi mistici di tutti i tempi Angelada Foligno, una terziaria francescana che èstata ricordata dal Santo Padre nel suo in-contro settimanale con i fedeli e che merita diessere conosciuta e venerata per il suo cam-mino di penitenza e di conversione.

La Beata, nata il 1248 (?) da una famigliabenestante, visse in maniera agiata e da gau-dente benchè sposata e con figli. Una serie dieventi tragici scuotono la vita di Angela cheprende coscienza dei suoi peccati, fino ad unpasso decisivo: invoca san Francesco, che leappare in visione, per chiedergli consiglio invista di una buona confessione generale dacompiere.

Siamo nel 1285, Angela si confessa da unFrate a San Feliciano. Tre anni dopo, la stra-da della conversione conosce un’altra svolta:lo scioglimento dai legami affettivi, poiché,in pochi mesi, alla morte della madre seguo-no quelle del marito e di tutti i figli. Alloravende i suoi beni e nel 1291 aderisce alTerz’Ordine di San Francesco, ed è in Assisiche si manifesta, in maniera clamorosa, lasua prima, profonda e mirabile esperienzamistica.

Questo evento clamoroso fu all’originedel colloquio, che Angela ebbe da allora inavanti, per sei lunghi anni, con un frate fran-cescano, forse suo parente e confessore , delcui nome si conosce solo la lettera iniziale A.,pare fosse tale ‘frate Arnaldo’. Il memorialescritto da Arnaldo, che riporta le confidenzedi Angela e le annotazioni del Frate, precedu-to da un ’Prologo’, è la prima parte di quell’o-pera conosciuta con il titolo ’Il Libro dellaBeata Angela da Foligno’. Esso contiene so-prattutto una utile documentazione circatutte le tappe fondamentali del camminoascetico e dell’itinerario mistico. Angelamuore a Foligno il 4 gennaio 1309.

Angela da Foligno – ha detto BenedettoXVI - presenta il suo “vissuto” mistico, senzaelaborarlo con la mente, perché sono illumi-nazioni divine che si comunicano alla suaanima in modo improvviso e inaspettato…Alla difficoltà per Angela di esprimere la suaesperienza mistica si aggiunge anche la diffi-coltà per i suoi ascoltatori di comprenderla.Una situazione che indica con chiarezza co-me l’unico e vero Maestro, Gesù, vive nel cuo-re di ogni credente e desidera prenderne to-tale possesso. Così in Angela – ha ricordato ilPapa - che scriveva ad un suo figlio spiritua-le: “Figlio mio, se vedessi il mio cuore, sarestiassolutamente costretto a fare tutte le coseche Dio vuole, perché il mio cuore è quello diDio e il cuore di Dio è il mio”. Risuonano quile parole di san Paolo: “Non vivo più io, maCristo vive in me”… . Tuttavia, il cuore diAngela porta sempre le ferite del peccato; an-

che dopo una confessione ben fatta, ella sitrovava perdonata e ancora affranta dal pec-cato, libera e condizionata dal passato, assol-ta ma bisognosa di penitenza. E anche il pen-siero dell’inferno l’accompagna perché quan-to più l’anima progredisce sulla via della per-fezione cristiana, tanto più essa si convincerànon solo di essere “indegna”, ma di essere me-ritevole dell’inferno.

Ed ecco – ha spiegato il Papa- che nel suocammino mistico, Angela comprende in mo-do profondo la realtà centrale: ciò che la sal-verà dalla sua “indegnità” e dal “meritare l’in-ferno” non sarà la sua “unione con Dio” e ilsuo possedere la “verità”, ma Gesù crocifisso,“la sua crocifissione per me”, il suo amore…Proprio per questo contempla di preferenzail Cristo crocifisso, perché in tale visione ve-de realizzato il perfetto equilibrio: in croce c’èl’uomo-Dio, in un supremo atto di sofferenzache è un supremo atto di amore… La conver-sione di Angela, iniziata da quella confessio-ne del 1285, arriverà a maturazione soloquando il perdono di Dio apparirà alla suaanima come il dono gratuito di amore delPadre, sorgente di amore: “Non c’è nessunoche possa portare scuse – ella afferma - per-ché chiunque può amare Dio, ed egli nonchiede all’anima se non che gli voglia bene,perché egli l’ama ed è il suo amore”.

E’ il “Dio passionato”- ha sottolineatoPapa Benedetto – che diventa il suo “maestrodi perfezione”… Dalla conversione all’unionemistica con il Cristo crocifisso, all’inesprimi-bile. Un cammino altissimo, il cui segreto è la

preghiera costante: “Quanto più pregherai –ella afferma - tanto maggiormente sarai illu-minato; quanto più sarai illuminato, tantopiù profondamente e intensamente vedrai ilSommo Bene, l’Essere sommamente buono;quanto più profondamente e intensamente lovedrai, tanto più lo amerai; quanto più loamerai, tanto più ti diletterà; e quanto più tidiletterà, tanto maggiormente lo comprende-rai e diventerai capace di capirlo.Successivamente arriverai alla pienezza del-la luce, perché capirai di non poter compren-dere”

Cari fratelli e sorelle – ha detto BenedettoXVI concludendo la catechesi - la vita di san-ta Angela comincia con un’esistenza monda-na, abbastanza lontana da Dio. Ma poi l’in-contro con la figura di san Francesco e, final-mente, l’incontro col Cristo Crocifisso risve-glia l’anima per la presenza di Dio, per il fat-to che solo con Dio la vita diventa vera vita,perché diventa, nel dolore per il peccato,amore e gioia. E così parla a noi santa Angela.Oggi siamo tutti in pericolo di vivere come seDio non esistesse: sembra così lontano dallavita odierna. Ma Dio ha mille modi, per cia-scuno il suo, di farsi presente nell’anima, dimostrare che esiste e mi conosce e mi ama. Esanta Angela vuol farci attenti a questi segnicon i quali il Signore ci tocca l’anima, attentialla presenza di Dio, per imparare così la viacon Dio e verso Dio, nella comunione conCristo Crocifisso. Preghiamo il Signore che cirenda attenti ai segni della sua presenza, checi insegni a vivere realmente.

Nasce “Arsu” per i giovanidai 18 ai 35 anni

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 24 OTTOBRE 2010 • 7

24 ottobre: Domenica XXX del Tempo Ordinario

I sensi della Scrittura nei Vangeli domenicaliLittera gesta docet: la lettera insegna i fatti. Quid credas allegoria: l’allegoria cosa credere.

Moralis quid agas: la morale cosa fare. Quo tendas anagogia: l’anagogia indica la meta

Lettera (Luca 18, 9-14): un fariseo vanel tempio a ringraziare Dio di essereperfetto in tutto, e prende le distanze daun pubblicano che, riconoscendo di es-sere peccatore, si ferma alla porta deltempio, occhi bassi, si batte il petto e di-ce: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.

Allegoria: il fariseo e il pubblicanosimboleggiano due categorie di personesempre presenti nella storia umana.Gesù, dice Luca, raccontò la parabolaper tutti coloro che avevano “l’intimapresunzione di essere giusti e disprezza-vano gli altri” (exouthenoùntas tous loi-poùs). Non solo i due personaggi, maanche l’elenco dei meriti del fariseo e deidemeriti degli “altri uomini” è allegori-co. Tra i meriti, il digiuno due volte lasettimana e le decime regolarmente ver-sate. Tra i demeriti degli “altri” (tous loi-poùs), l’essere ladri, ingiusti, adulteri.Sia i primi che i secondi sono simbolici,perché indicano ogni azione positiva eogni azione negativa: la perfezione (lamia) contro l’imperfezione (la tua).

Morale: la morale della parabola èevidenziata dallo stesso Gesù: “chiun-que si esalta sarà umiliato, chi si umiliasarà esaltato”. Forse ci chiediamo se siaun male ringraziare Dio che ci ha resi

buoni, come fece il fariseo. Il sempliceringraziare Dio per i suoi doni non è unmale ma un bene, anzi un dovere. Ma lalode di Dio non può stare insieme col di-sprezzo dei fratelli. Inoltre, i doni di Diovanno inquadrati sempre nei nostri de-meriti, sempre presenti e mai da dimen-ticare. I farisei pagavano le decime, macoi soldi delle vedove (Mc 12,40).Digiunavano due giorni e ingrassavanoper cinque. Erano anch’essi “ladri, in-giusti, adulteri”, ma non lo riconosceva-no. Gesù era particolarmente severocon loro, perché gli ponevano tranelliper accusarlo, e alla fine lo uccideranno,colmando la misura dei padri, che ucci-sero i profeti pensando di onorare Dio(Mt 23,29ss).

Oggi, molti sedicenti cattolici, rin-graziano Dio perché hanno la fede e re-citano qualche preghiera, ma non chie-dono perdono di non associarsi ai fratel-li ogni domenica per adorare Dio “insie-me”, di non confessarsi spesso, di nonricevere Gesù eucaristico, di dare scan-dalo col loro comportamento… I fariseiosservavano le prescrizioni della Leggema commettevano tanti peccati da esse-re come sepolcri imbiancati e vermino-si (Mt 23,27ss), disse Gesù. Poteva, allo-

ra, il fariseo della parabola e certi “cre-denti” di oggi, essere perdonati se nonchiedono perdono perché si ritengonogiusti? Per questo, il fariseo tornò a ca-sa non giustificato, a differenza del pub-blicano, che diceva: “O Dio, abbi pietà dime peccatore”.

Anagogia: anagogia significa “guar-dare in alto”, ma oggi traduciamo “guar-dare in basso”. Il fariseo guardava in al-to, salì sul piedistallo, si mise “super” esi dimostrò “superbo”. E i superbi di-spiacciono a Dio e agli uomini. Il pubbli-cano guardava in basso, alla sua mise-ria, alla terra o humus, e si dimostrò“umile”. E facendosi umile fu portato inalto da Dio. Questa è la vera anagogia,valida per tutti, perché chiunque si umi-lia sarà esaltato! Di Maria si dice chepiacque a Dio per la sua verginità, ma di-venne madre di Dio per la sua umiltà e ilsuo spirito di servizio, come Gesù, chescese dal cielo in terra, visse tra gli uo-mini come servo e disse: “Imparate dame, che sono mite e umile di cuore” (Mt11,29).

Fiorenzo Mastroianni, OfmCappuccino

I fedeli laicidi Antonio Spagnoli

Nella Lumen Gentium al n. 31 si legge «che per loro vocazione èproprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali eorientandole secondo Dio. Essi vivono nel secolo e nelle ordinarie con-dizioni della vita familiare e sociale. Qui sono da Dio chiamati a con-tribuire, quasi dall’interno a modo di fermento, alla santificazione delmondo».

Il laico ha, dunque, il compito di contribuire a rinnovare il mon-do in Cristo, operando all’interno delle varie realtà umane, per puri-ficarle, elevarle, rinnovarle con la vita nuova della risurrezione. Vivenel mondo l’amore di Cristo per esso nella dimensione della condivi-sione e della solidarietà con ogni uomo e la sua vita vuole essere unsegno profetico della laicità di tutta la Chiesa, dell’impegno con cuitutta la Chiesa ama il mondo e si impegna per l’uomo.

Dalla sua vocazione derivano per il fedele laico precise responsa-bilità. Con il Battesimo tutti i fedeli, indipendentemente dalla condi-zione di chierici, religiosi o laici, sono chiamati alla santità, a segui-re Cristo e a testimoniarlo nella propria vita. Anche per i fedeli laici,allora, la prima responsabilità, quella più alta, è la chiamata alla san-tità e il primo impegno riguarda la cura della propria vita interiore,la vita nello Spirito. Non a caso il Concilio ha indicato nell’intimaunione con Cristo la risorsa e l’impegno principale di ogni vita cri-stiana, anche di quella laicale.

I mezzi per mantenere e alimentare la comunione con il Signoresono quelli ordinari della spiritualità cristiana: l’ascolto e la medita-zione della parola di Dio, la vita liturgica e sacramentale, la costantepreghiera personale, l’abnegazione di se stessi, l’esercizio delle virtù,la dedizione e il servizio ai fratelli, tutto questo per crescere nella ca-rità, che è il vero fine al quale deve tendere ogni cammino di santità.

La seconda responsabilità deriva direttamente da quella che vie-ne definita “l’indole secolare dei laici”. Il biblista Marcello Semeraroscrive che «il cristiano laico è uno che, in quanto persona umana, èsin dal principio già posto “nel mondo”. Col battesimo egli diventa cer-tamente cristiano, ma non rinuncia a essere uomo» e, dunque, a es-sere nel mondo. «Ha, però, il dono di diventare “figlio nel Figlio”, edunque “più uomo”. Per questo egli si “ri-trova” nel mondo, titolarenon più soltanto di quei compiti, pur grandi, che gli derivano in quan-to creatura, ma partecipe della stessa, unica missione della Chiesa nelmondo. Questo suo modo di vivere-nel-mondo è la base ecclesiologi-ca per quell’indole secolare che il Vaticano II riconosce come propriae peculiare del cristiano laico» (M. Semeraro, Con la Chiesa nel mon-do. Il laico nella storia, nella teologia, nel magistero, Vivere In, Roma1991, pp. 30 s.).

(2 - continua)

ALFABETO SOCIALE

Il Beato NewmanLa straordinaria storia di un uomo che fece della ricerca della

verità la forza del suo esistere e dell’incontro intimo e affettuosocon Dio lo scopo della vita.

John Henry Newman, nell’Inghilterra anglicana del XIX seco-lo, dopo anni di studi e di arditi confronti teologici, scoprì la con-tinuità della Chiesa fondata da Cristo nella Chiesa Cattolica, siconvertì dall’Anglicanesimo e, ordinato sacerdote, fondò inInghilterra l’Oratorio sullo stile di San Filippo Neri.

Il suo esempio attirò numerose ulteriori conversioni. Nel feb-braio 1879, all’età di 78 anni, venne elevato alla dignità cardinali-zia da Papa Leone XIII. Il 19 settembre 2010 è stato beatificato daPapa Benedetto XVI.

Graziano Pesenti, John Henry Newman, BeatoEdizioni Elledici - pagine 48 - euro 3,50

Cristiani tra l’integralismoe la guerra

«La lettura di commenti, interviste e testimonianze dirette, rac-colte da don Francesco nei suoi viaggi in Mesopotamia e nelle regio-ni adiacenti, può offrire, anche a chi non ha conosciuto personal-mente quella parte del mondo, una chiave importante di riflessionee di comprensione di un passato recente e di un presente che conti-nua a svolgersi drammaticamente davanti agli occhi di tutti» (dallaprefazione di mons. Lazzarotto).

E nel percorrere una terra piena di contraddizioni lo sguardodell’autore non è semplicemente quello del cronista attento e luci-do. Esso mostra grande simpatia e solidarietà nei confronti di duepaesi che sono stati culla di civiltà, hanno conosciuto le guerre, re-stano problematici sotto il profilo politico e insieme sono abitati dapopoli ricchi di spiritualità e cultura. Con stile vivace e di facile let-tura, Strazzari offre un interessante spaccato dell’area e delle sueinquietudini, nonché della difficile esistenza delle Chiese cristiane.

Strazzari Francesco, Dalla terra dei due fiumi. Iraq – Iran Cristiani tra l’integralismo e la guerraEdizioni Dehoniane - Pagine 128 - euro 10.00

RECENSIONI

A proposito di sfida educativa

Meglioconvincereche vinceredi Teresa Beltrano

«Nulla è forte quanto ladolcezza. Nulla è dolce quantola forza vera», affermazione diSan Francesco di Sales,riportata nel libro: Terapia perl’anima, edito dalle Paoline,scritto da François Garagnonautore francese. I suoi scrittisono segnati da una fortericerca di valori spirituali emorali come chiave di letturaper dare senso al vivere di ognigiorno. Scrive Garagnon: «I genitori egli educatori lo sanno bene: èmeglio convincere che vincere,meglio proporre che imporre,meglio indugiare nelriconciliarsi che nel punire.Queste regole semplicicostituiscono delle carteimportanti nel gioco dellerelazioni umane. Dovremmosempre sforzarci di trasformarele nostre relazioni in percorsi dialleanza e non in rapporti diforza».È questo in parte il filo rossoche caratterizza il film “Iragazzi di dicembre –December Boys” del registaRod Hardy uscito nel 2007,con Daniel Radcliffe(conosciuto al pubblico per ilsuccesso riscosso conl’interpretazione di HarryPotter). Il film è basatoparzialmente su un romanzo diMichael Noonan, scrittoreamericano. La pellicola narrala storia di tre preadolescenti edi un adolescente, che vivonoin un orfanotrofio e che sononati tutti nel mese di dicembre. Il loro percorso educativo vamaturando durante la loroprima vacanza al mare lontanodall’orfanotrofio. Nell’attesa difare colpo su una coppia dipotenziali genitori adottivi,ciascuno di loro mettere inmoto energie e strategie perottenere l’adozione. Alla finedella loro nuova realtàrelazionale i quattro siritroveranno cambiati etrasformati. Hanno avutomodo di conoscere di più sestessi e di rinsaldare il legameprofondo della loro amicizia.Anche gli adulti possonoimparare a crescere nellarelazione con gli adolescenti.

Speciale Nuova Stagione8 • 24 OTTOBRE 2010

Le parole del CardinaleBagnasco

I valori non negoziabili«Le scelte dei cristiani, nella vitaprivata come in quella pubblica,non possono prescindere daCristo, pienezza della Verità e delBene. Egli non è un bene ma è ilBene, la vera felicità». Con questeparole il Cardinale AngeloBagnasco ha aperto a ReggioCalabria la 46ma SettimanaSociale dei Cattolici.Aspettarsi che «i cattolici silimitino al servizio della caritàperché questa è un fronte cheraccoglie consensi e facili intese,chiedendo invece l’afasia convintao tattica su altri versanti ritenutidivisivi e quindi inopportuni – haprecisato il Presidente della Cei -,significherebbe tradire il Vangelo equindi Dio e l’uomo». «Se icredenti, nei vari campidell’esistere, conoscono solo leparole del mondo, non hannoparole diverse, sono omologatialla cultura dominante o credutatale – ha continuato -, sarannoirrilevanti». «Il punto non è lavoglia di rilevanza, ma il desideriodi servire». In questo contesto hasostenuto che «l’immagineevangelica del “sale della terra edella luce del mondo” è unriferimento significativo cheguida la presenza dei cattolicinella società».Parlando della necessità e delsogno di una nuova generazionedi cattolici in politica,l’Arcivescovo di Genova ha dettoche non si può prescindere dai«valori non negoziabili». La difesadella vita dal concepimento allamorte naturale, la famiglia comecellula fondamentale eineguagliabile della società,formata da un uomo e una donnae fondata sul matrimonio, e lalibertà religiosa ed educativa, nonsono «un elenco casuale, mafondativo della persona e di ognialtro diritto e valore». «Ogni altro valore - ha aggiunto -,necessario per il bene dellapersona e della società, come illavoro, la casa, la salute,l’inclusione sociale, la sicurezza,le diverse provvidenze, la pace el’ambiente, germoglia e prendelinfa da questi. Staccatidall’accoglienza radicale dellavita, questi valori si inaridisconoe possono essere distorti dalogiche e prospettive di parte». «Questi valori – ha conclusoBagnasco - non sono divisivi, maunitivi ed è precisamente questo ilterreno dell’unità politica deicattolici perché su questa linea, sigioca il confine dell’umano».

Dove vanno i cattolici italiani? La domanda se lo sono posta in mol-ti, soprattutto da quando papa Benedetto XVI nel settembre del 2008 haauspicato la crescita di una «nuova generazione» di politici cattolici,animati da «rigore morale» e «competenza». Un appello che, da allora,è stato ripetuto e fatto proprio da molti, soprattutto ai vertici della ge-rarchia e delle associazioni dei laici cattolici italiani, ma che deve anco-ra trovare una propria concretizzazione. Un ulteriore passo in avanti èstato fatto a Reggio Calabria. Ne abbiamo parlato col segretario delComitato organizzatore della Settimana Sociale, Edoardo Patriarca.

Serve davvero una nuova generazione di cattolici impegnati inpolitica?

Credo che una nuova generazione sia necessaria. Forse, non pensoall’aspetto anagrafico, penso a una generazione che sappia misurarsicon i problemi del Paese, che abbia un quadro chiaro della Dottrina so-ciale della Chiesa e al contempo sia concretamente radicata sui territo-ri. Io sono ottimista, nel senso che questa nuova generazione - vecchiao nuova che sia in termini anagrafici - stia nascendo nei territori. Nei co-muni abbiamo tanti bravi consiglieri, abbiamo tanti bravi sindaci chestanno davvero sperimentando una politica a misura di persone e di fa-miglia, e anche di bene comune. Forse da lì stanno nascendo i nuclei diquesta nuova stagione di cattolici impegnati in politica.

A proposito di “bene comune”, a Reggio Calabria è stato ribadi-to che quest’attenzione passa anche attraverso un rafforzamentodello Stato sociale. Qual è la sua opinione?

Si tratta di un passaggio di grandissimo livello perché il welfare de-ve sostenere la coesione sociale. Io dico spesso che questo Paese potràriprendere a crescere se avrà un welfare finalmente diverso da quelloche abbiamo pensato sino ad oggi, più attento alle persone, soprattuttopiù attento alla famiglia. Nei lavori di questa settimana sociale abbiamoancora una volta posto al centro la “questione famiglia”. Un welfare chenon si misura sulla capacità di sostenere questo soggetto importante cheè la famiglia, è faticoso e fasullo.

In Parlamento sta passando il federalismo fiscale. Anche que-sto è un tema ampiamente discusso alla Settimana sociale. Temeteun aumento delle differenze tra un’area e l’altra del Paese?

Abbiamo soltanto ribadito che un federalismo è buono se ha a cuo-

re tutto il Paese, quindi se è un federalismo veramente solidale. Non unfederalismo “per abbandono” ma un federalismo che sostiene anche leparti più affaticate di questo Paese, attento alla sussidiarietà, che non ri-crea altri nuovi venti centralismi ma davvero aiuti il cittadino a misu-rarsi e a incontrarsi con coloro che detengono la responsabilità dei be-ni pubblici.

Temete un aumento dello scontro politico in atto, anche dei to-ni?

Ho detto molte volte che gli scontri e i toni violenti sono questioniche non debbono essere per nulla sottovalutate, penso per esempio an-che alle ultime forti contestazioni subite dalla Cisl. Provengo da una sta-gione - ero giovane - che ricordo bene, negli anni ’70, drammatica.Qualcuno sottovaluta questi gesti. È bene, invece, tenerli ben presenti,in grande considerazione, perché sono segni di un Paese che sta ripiom-bando in uno scontro ideologico che non lo aiuterà certo ad uscir fuoridalla crisi.

«Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese» una preparazione di due anni, con circa 100 incontri in tutte le città d’Italia, e che

Una nuova generazion servizio a cura di Doria

Si sono incontrate per scrivere insiemepagine di speranza nell’agenda per l’Italia.La cultura della gente e la cultura di quanti,per professione, impegnano la vita nellostudio e nella ricerca. La fede della gente e lafede degli intellettuali. Fede e cultura si so-no date appuntamento dal 14 al 17 ottobrealla 46ma Settimana Sociale di ReggioCalabria manifestandosi nei volti e nei pen-sieri degli oltre 1.200 delegati e in quelli de-gli intellettuali incaricati di offrire elementie spunti di analisi e approfondimento.

È anche questo un frutto di quel«Progetto culturale orientato in senso cri-stiano» che, dal Convegno ecclesiale diPalermo nel 1995, ha progressivamentetrovato accoglienza nella realtà del territo-rio come nelle sedi propriamente dedicatealla ricerca. Si è nel tempo creata una fe-

conda intesa, si è sviluppata una singolarecomunicazione tra queste due realtà, diffe-renti ma unite nel dire, con i loro specificilinguaggi, le ragioni della speranza cristia-na.

Si è lavorato molto in questi anni per farcrescere nella comunità cristiana compe-tenze, responsabilità e sensibilità in ambitoculturale. In questo contesto il laicato catto-lico italiano ha fatto passi decisi nella dire-zione di una fede pensata ed è oggi ben con-sapevole che questo non è il tempo delle la-mentele e delle paure ma è il tempo delle re-sponsabilità e del coraggio. Con questo at-teggiamento i delegati delle diocesi italiane,espressione della quotidianità e del territo-rio, hanno preso la parola sui temi dellaSettimana Sociale dopo avere ascoltato gliintellettuali. Un ascolto attivo nel desiderio

A colloquio con il segretario del Comitato organizzatore, Edoardo Patriarca

Per un impegno «solidale»

LavoroNo all’evasione fiscale

Una forte denuncia sulla troppa evasione fiscale chec’è in Italia, la richiesta di attenzione per il regime fisca-le delle famiglie e del lavoro, un notevole interesse per ilmondo delle imprese: sono gli aspetti centrali emersi dalgruppo di lavoro su «Intraprendere nel lavoro e nell’im-presa». Molto interesse ha suscitato il tema della preca-rietà del lavoro, della flessibilità, delle difficoltà lavora-tive e occupazionali soprattutto nel Sud Italia. In eviden-za anche alcuni “antagonismi”: giovani e anziani, nord-sud, lavoratori garantiti e precari, realtà che fanno emer-gere sofferenze, soprattutto nelle zone meridionali delPaese, anche se l’aspetto più rilevante è la forte richiestadi una maggiore legalità nei comportamenti collettivi, apartire dall’evasione fiscale.

EducazioneGiovani e politica

Recuperare il ruolo della persona adulta come riferi-mento per i giovani: è stato questo uno dei temi discussinell’area tematica «Educare per crescere». L’adulto comepersona da ascoltare deve essere credibile e dare rispo-ste adeguate ai giovani per aiutarli a crescere. Anche iltema della cittadinanza deve essere posto in un progettoeducativo. La “legalità” deve essere vista come valore im-portante per la crescita dei giovani nella società e nellacultura di oggi. Si tratta di valorizzare anche il loro ruo-lo di “cittadini attivi” aiutandoli a “ri-amare la politica,quella con la P maiuscola”. Un richiamo è stato fatto,sempre in ambito culturale e politico, anche al ruolo deimedia e ai valori o non valori che vengono trasmessi aigiovani attraverso questi strumenti.

ImmigrRipartire dalla

“Cittadinanza” e “protag chiave nella riflessione del grazione». Il tema della cittad viso, come l’attenzione ai Italia. Si accompagna alla r zare quella “seconda fase” d cordata anche dal messaggio galità. È emersa anche la ne contro vero tra culture e per stessi stranieri si sentano p per esserlo, anche all’intern Allo scopo sono decisive le p re in atto, così come deve tro tradizioni, di chi arriva e di

SpecialeNuova Stagione 24 OTTOBRE 2010 • 9

Le conclusioni di Miglio e Diotallevi

Una grande passione«La ricerca del bene comunecostituisca sempre il riferimentosicuro per l’impegno dei cattolicinell’azione sociale e politica». Lo hadetto Benedetto XVI, dopol’Angelus, ricordando la 46maSettimana Sociale dei CattoliciItaliani. I partecipanti allaSettimana hanno potuto ascoltarein diretta tv le parole del Pontefice,arrivate dopo che mons. ArrigoMiglio, presidente del Comitatoscientifico e organizzatore ed il suovice, Luca Diotallevi, avevanotracciato le conclusioni dei lavori.«Educare e formare una nuovagenerazione di laici cattolicichiamati al servizio per il nostroPaese»: è l’impegno della SettimanaSociale, come ha rciordato mons.Arrigo Miglio, nel suo discorsoconclusivo. «Un secondo impegnoè vivere e operare per il “benecomune”, che è per tutti», haaggiunto,«soprattutto verso igiovani». Mons. Miglio haringraziato i parlamentari di varipartiti «che hanno partecipato aldiscernimento comune in manieradiscreta, come uno dei segni disperanza nel nostro Paese allaricerca del bene comune». «Saremoincisivi come cattolici al serviziodel bene comune se saremopienamente cattolici senzariduzionismo o schizofrenieculturali o religiose rispettandotutte le differenze».«Abbiamo sperimentato un modonuovo di essere Chiesa, facendo iconti con le cose così come sono».La “chiave” di questa “opera didiscernimento” fatta dagli oltre1.200 delegati è stata «il primatodella vita spirituale». «C’è gente cheha una forte passione per il benecomune. Non si tratta di una lobby- ha puntualizzato - ma di ungruppo di persone che ha unadiscreta esperienza nel campo».«Non possiamo chiedere coperture-ha ammonito il relatore - siamonoi la prua della nave di una nuovagenerazione che si misura conl’onere di un pensiero nuovo e diun’azione nuova, che il Papa ci hachiesto nella “Caritas in veritate”».Il “popolo” di Reggio Calabria, haricordato Diotallevi, «ha un’agendacomune da cui partire, una piccolastrada per arrivare dal particolare algenerale». Il primo compito delComitato, tornati a casa, haassicurato il vicepresidente , «saràquello di raccontare ai vescoviquello che è successo, in termine diconquiste e di problemi»,attraverso il Documentoconclusivo.

è stato il tema della 46ma Settima Sociale di Reggio Calabria, che ha avuto e ha visto la presenza di 1200 partecipanti e la rappresentanza di 177 associazioni

ne di politici cattolici ano Vincenzo De Luca

di rispondere insieme e a pari dignità alledomande, alle preoccupazioni e alle ango-sce dell’uomo di oggi.

La vivacità e la concretezza dell’espe-rienza della gente si è misurata con il rigoredell’analisi e della ricerca. Un incontro fe-condo, per crescere insieme, per offrire uncontributo unitario alla costruzione del be-ne comune. Questa Settimana Sociale con-ferma che la distanza tra le due dimensionidel vivere e del pensare, quella “popolare” equella “elitaria”, si è accorciata molto senzaperdere in qualità: la fatica e la bellezza delpensare sono più che mai una ricchezza euna responsabilità condivise.

L’agenda della speranza per il nostroPaese verrà così scritta a due mani. Una no-vità, questa, che potrebbe anche sfuggire achi si ostina a guardare l’evento ecclesiale

con le lenti dell’ideologia. Una novità chenon sfugge però all’osservazione di quanticamminano con onestà intellettuale sul sen-tiero della ricerca della verità e della felicità.Infastidisce alcuni una Chiesa e un laicatocattolico che su questa strada sono intenti afare dell’impegno culturale e politico un at-to di speranza e di amore per la città. Per to-gliere questo fastidio si ricorre al silenziomediatico.

Non é una scelta nuova ed è sempre sta-ta una scelta perdente. Come ignorare la vo-ce di 1.200 persone che si confrontano sulfuturo di un Paese e intendono scrivere perquesto stesso Paese un’agenda della speran-za?

La domanda rimane aperta mentre laprima pagina dell’agenda della speranza èstata scritta a due mani a Reggio Calabria.

A margine del Documento dei vescovi italiani «Chiesa italiana e Mezzogiorno»

Le ragioni di una presenza

razione a cittadinanza

gonismo”. Sono due parole- gruppo dedicato all’«immi-

dinanza è fortemente condi- figli degli stranieri nati in riflessione su come organiz-

del fenomeno migratorio ri- o del Papa, nel segno della le-

ecessità di realizzare un in- r questo l’importanza che gli

protagonisti, abbiano spazi o della comunità ecclesiale. politiche formative da mette-

ovare spazio un lavoro sulle chi accoglie.

SviluppoMobilità e Società

La mobilità sociale non deve andare a scapito delleregole di una cultura democratica: è una delle richiestefatte nell’area tematica su «slegare la mobilità sociale».Uno dei fatti che bloccano lo sviluppo, è stato detto, è si-curamente la criminalità organizzata in tutte le sue for-me.

Far crescere la cultura della qualità e del merito,ad esempio, comporta ri-legare la cultura della demo-crazia, della legalità, della giustizia, così come “slega-re il mercato” vuol dire trovare forme per facilitarel’accesso al credito, favorire gli investimenti con mo-dalità diverse di fiscalizzazione, ma anche investire dipiù sull’occupazione femminile, rinnovare il patto dellavoro.

IstituzioniFederalismo solidale

Il federalismo in Italia è stato uno temi più dibattutinell’area tematica dedicata a «Completare la transizioneistituzionale». Si tratta di un fatto già deciso, a comincia-re dalla riforma del titolo quinto della Costituzione e daidecreti approvati. I cattolici hanno assunto questarealtà, cercando di qualificarla di più come federalismosolidale, nel rispetto della soggettività delle autonomielocali e della sussidiarietà “verticale e orizzontale”. È sta-to sottolineato un grave disagio di fronte alla legge elet-torale vigente, ma è del cattolico stare dentro a una situa-zione, e da dentro cercare di cambiare. Sul tappeto, inol-tre, il tema della rappresentanza come questione demo-cratica, sulla quale occorre fare pressioni al Parlamentoperché renda più chiara la delega.

«Le denunzie della Chiesa sulla mafia, la‘ndrangheta, la camorra, sono da diversi annimolto nette», a cominciare dalla famosa frasepronunciata da Giovanni Paolo II adAgrigento, il 9 maggio 1993, fino alle recen-tissime parole di Benedetto XVI, che aPalermo ha definito la mafia “una strada dimorte” e ne ha «solennemente dichiarato l’in-compatibilità col Vangelo e la vita cristiana».Ma le denuncie non bastano, perché «persconfiggere la mafia c’è bisogno di un precisointervento educativo. È su questo terreno chesi gioca il ruolo decisivo della Chiesa nel Sud».Lo ha detto Giuseppe Savagnone, direttoredel Centro diocesano per la pastorale dellacultura di Palermo, nella sua relazione allaSettimana Sociale, incentrata sul documento«Chiesa italiana e Mezzogiorno».

«In mancanza di questo rinnovamento cul-turale, nessuna innovazione giuridica può ri-sultare decisiva», ha spiegato il relatore, se-condo il quale «proprio a questo livello cultu-rale la comunità cristiana sa di dover fare sem-pre più coerentemente la propria parte, traen-do precisamente dal Vangelo, e non da un gene-rico codice etico, l’ispirazione per un impegnosempre più pienamente umano». «Resta, però- ha proseguito - lo scandalo di un territorio sucui i cattolici hanno un capillare e profondo ra-dicamento, più che al Nord, e nel quale leChiese debbono ancora recepire sino in fondola lezione profetica di Giovanni Paolo II e l’e-sempio dei testimoni morti per la giustizia».

Non si tratta di invocare un assistenziali-smo che sarebbe fatale, ma di suscitare, par-tendo dalle potenzialità già presenti, nuove

mentalità e nuovi stili di comportamento daparte della stessa gente del Sud che non ha bi-sogno di un ente assistenziale in più, o di unsupporto alla lotta contro la mafia che vengain soccorso alle istituzioni politiche, eserci-tando una funzione di supplenza. Serve “ungrande progetto educativo” che «affronti allaradice, partendo dalla formazione delle perso-ne, i problemi culturali, attraverso una profon-

da trasformazione della pastorale», a partireda un nuovo protagonismo dei laici.

«Forse sorprende e spiazza - ha osservatoSavagnone - il fatto che la Chiesa si occupi, ol-tre che dei problemi più strettamente connessialla sfera etica, come sono quelli della biome-dicina e della famiglia, in cui sarebbero ravvi-sabili in modo esclusivo i valori non negozia-bili, anche di quelli relativi agli assetti sociali epolitici». Un “merito” del documento dei ve-scovi «Chiesa e Mezzogiorno» è di aver sotto-lineato che alla Chiesa sta a cuore non soltan-to la vita nel momento del suo concepimentoo in quello terminale, ma anche ciò che sta traquesti due momenti estremi. «Anche la soli-darietà - ha aggiunto il professore - è un valo-re non negoziabile, come lo è la sorte di tutti ideboli e gli esclusi. È a questo titolo che laChiesa si occupa della questione meridionale».

«Non si tratta - ha puntualizzatoSavagnone - di invitare la comunità ecclesialenazionale a occuparsi di una parte malata.Non è solo che bisogna curare lo sviluppo delSud perché è indispensabile a quello dell’interanazione: bisogna curare uno sviluppo più ar-monico dell’intera nazione che comporta ne-cessariamente lo sviluppo del Sud». Per que-sto, ha concluso, «il problema del Sud si risol-verà solo con un impegno di tutto il Paese, nonper beneficenza, ma nella consapevolezza chenon c’è sviluppo per nessuno se non ce n’è pertutti».

Foto:Siciliani-Gennari/Sir

Attualità Ecclesiale Nuova Stagione10 • 24 OTTOBRE 2010

40 anni dal referendum sul divorzio

di Felice D’Onofrio *

Mi parli della patologia dei figli dei sepa-rati! Questa domanda fu rivolta dal prof. diendocrinologia ad un laureato in medicina echirurgia che sosteneva gli esami per la spe-cializzazione in medicina interna.

Eravamo nella stessa commissione diesami; debbo riconoscere che la domandami sorprese forse perché non avevo maitroppo indagato sugli aspetti psicologici diun giovane, maschio o femmina, di fronte aduna situazione particolare di una famiglianella quale le due prime espressioni: padre emadre, rompono il loro vincolo matrimo-niale con una separazione che, poi, divieneun fatto stabile con la sentenza del divorzio.

Non deve troppo sorprendere il mio sen-tirmi impreparato ad una simile domanda,dato che eravamo in un’epoca nella qualenella legislazione italiana non era ancoracontemplato il divorzio e, comunque, il nu-mero delle famiglie dei separati era ancorapiù ridotto e, comunque, vi era sempre lasperanza di una possibile riconciliazione trai coniugi. Non vi era la sentenza definitiva diuna legge che rende di nuovo liberi i due spo-si, a prescindere dagli aspetti patrimonialied assistenza economica per la prole secon-do le disposizioni legislative in merito ed al-la consistenza economica di ciascuno deidue separati.

Quel che, purtroppo, nessuna legge uma-na potrà mai valutare in tutta la sua estensio-ne, soprattutto nel risvolto psicologico, è laricaduta sui figli e sulla loro psicoemotività,di una rottura definitiva di un vincolo matri-moniale.

La biologia ci dice che è pur vero che l’o-vulo fecondato dallo spermatozoo immedia-tamente inizia la moltiplicazione cellulare ela differenziazione nei tre foglietti (endo,meso ed ectoderma) che daranno corpo atutti i nostri organi ed apparati. L’eredità pa-terna e quella materna nel concepito rappre-senterà la base fissa ed indispensabile per lacostruzione psico-fisica del nuovo essere.Questi, pur nella sua unicità ed autenticità,parte comunque da quel patrimonio cromo-somico ereditato per metà dal padre e permetà dalla madre, la quale, ultima, conser-verà nel suo essere per tutta la vita le cellulefetali con le due impronte, materna e pater-na. Tali cellule, durante il periodo gravidico,come cellule staminali, si annidano nel tes-suto reticolo endoteliale materno onde evi-tare il rigetto del concepito che è comunqueun essere a sé stante e quindi diverso dal pa-dre e dalla madre.

E’ questo il meraviglioso processo di pro-creazione il quale continua dall’inizio dellacreazione degli esseri viventi ed in tutte lespecie conservando la unicità dell’identità diquel nuovo essere, a prescindere se uomo oanimale.

E’ questo il grande progetto nel quale sisvolge la vita di tutti gli esseri sulla terra.

In questo ambito il rapporto materno epaterno negli esseri umani assume una par-ticolare specificità, dato che l’uomo è l’uni-co essere vivente che si può chiedere: chi so-no, da dove vengo, dove vado quando la miavita finirà, cosa è la vita e cosa è la morte, chimi ha creato e dato l’intelligenza e la volontàdi poter essere creativo in tutti i campi tantoda essere riuscito anche ad atterrare sulla lu-na?

Dalla preistoria vi sono i segni delle do-mande dell’uomo e dalla preistoria l’uomo,sia pur con espressioni diverse ha fede, siaessa monoteista o politeista, in una creazio-ne divina che ha voluto l’uomo, unico tra tut-ti gli esseri viventi, ad avere intelligenza e vo-lontà.

I figli si sono sempre riportati ai genitoriper risalire alla loro genealogia; i figli vedo-no sempre nei genitori, specie nell’età infan-tile e giovanile, l’esempio, lo sprone, la me-

todologia per affrontare anch’essi la vita.E’ comprensibile che una frattura tra i

coniugi abbia sempre ripercussioni sui figli,specie se in età infantile o giovanile ma co-munque anche in età matura, specie quandodalla frattura del matrimonio deriveranno,quasi sempre, nuove famiglie. Il nuovo part-ner, del padre o della madre o di ambedue,porta con sé l’eredità di altra famiglia divor-ziata o ancora di più se dalla nuova unionenascono altri figli.

Fino ad un certo tempo fa, non era diffi-cile fare la genealogia di una famiglia; oggisi va sempre rendendo più indaginosa per lagrande varietà delle unioni che sempre più sivanno costituendo e disfacendo.

E’ un mondo che cambia ma, al di là de-gli aspetti spirituali ed anche di quelli ana-grafici e razziali, per la sempre più frequen-te unione di maschi e femmine di razze di-verse, quale è il vero impatto in un nuovo es-sere che nasce, cresce e si matura in un cli-ma che non è più quello della famiglia tradi-zionale? Diversità di abitudini, cultura, reli-gione e costumi?Il diciannovesimo e il ven-tesimo secolo sembrano essere stati quasi lospartiacque nell’equilibrio delle relazioni fa-miliari, umane e lavorative. Quanto mai at-tuale e premonitrice sembra l’enciclica diPapa Leone XIII, scritta alla fine dell’800con il titolo De Rerum Novarum. Novità cheil grande papa, Gioacchino Pecci, notava edannotava cercando di inquadrarle sempre inuna cornice nella quale fede, dignità dell’uo-mo e sacralità della vita, rimanessero sem-pre i poli fondanti sul quale costruire fami-glia, società e progresso.

Nell’evoluzione culturale, morale e tec-nologica del mondo di oggi vanno semprepiù decadendo quei vincoli come la fede,l’indissolubilità del matrimonio, la sacralitàdella vita dall’inizio alla fine ed anche lacompagine familiare, caratteristiche di unrecente passato, che troppo spesso archivia-mo come un “piccolo mondo antico”. Non èpiccolo né antico quel mondo ma è l’espres-sione di una autenticità che l’uomo acquistae mantiene, anche nel progresso più bello,più grande e più necessario, conservandoquei vincoli che da sempre hanno caratteriz-zato e fatto progredire l’uomo in tutti i cam-pi, non escluso quello della sua identità fa-miliare.

40 anni dal referendum sul divorzio;quante situazioni familiari legalmente sana-te o rinnovate, ma anche quanto dolore,quanti travagli psicologici specie nei figli e,certamente non ultima, quanta frattura inquella sacralità dell’unione matrimonialeche in tutte le religioni, e fin dalla preistoria,ha caratterizzato la famiglia nella specieumana!

* Professore EmeritoClinica Medica Università Federico II

Carità emissione

di Michele Borriello

Si è tenuta recentemente a Napoli, pressola Casa Provinciale delle Figlie della Caritàall’Arco Mirelli, una mostra documentariaper testimoniare il ruolo attivo svolto aNapoli e nel Meridione, tra il XVII ed il XX se-colo, dalla Congregazione della Missione – aNapoli conosciute come “Vergini” o“Verginisti” – e dalle Figlie della Carità. Laprima fu fondata nel 1625 da San Vincenzode’ Paoli e la seconda dallo stesso Santo insie-me a Santa Luisa de Marillac, nel 1633.

Nella mostra è stata esposta la documen-tazione esistente negli archivi delle due co-munità. Si è voluto esporre, da parte delleFiglie della Carità, tutto il materiale esisten-te nella casa Provinciale dell’Arco Mirelli,con lo scopo di valorizzare il tesoro di mano-scritti e di altri cimeli esistenti nel loro archi-vio. La mostra ha costituito un’occasione pri-vilegiata per andare alle origini del carismadelle Figlie della Carità: “Servire i poveri èservire Gesù Cristo”.

Sfogliando le tante carte, ingiallite daltempo è perciò assai preziose, si va alla sco-perta di una storia d’amore che le Bianche Alihanno scritto con la loro vita e la loro operamissionaria e di carità evangelica nelMeridione italiano, a iniziare dal 21 settem-bre 1843. Una storia che continua nel tempofino ad oggi. Unico scopo: cercare di scopri-re nei poveri il volto del Cristo, spendendotutte le energie di cui sono capaci, energie dicuore e di braccia per dare ad essi la dignitàdi uomini. E quindi l’obiettivo: promozioneintegrale dell’uomo, attraverso un serviziospirituale e corporale.

La mostra si articola in due sezioni docu-mentarie e ciò per sottolineare le differenzeesistenti nella storia della Congregazionemaschile e di quella femminile. Dalle carteesposte risulta un vivo e concreto interessa-mento delle suore per le svariate attività cari-tative e sociali. Infatti molti sono i diplomi egli attestati di benemerenza di cui possonomenar vanto. Ad esempio quelli che premia-no l’abnegazione totale delle Figlie dellaCarità per le calamità naturali come per l’e-ruzione del Vesuvio nel 1906 ed il terremotodi Casamicciola il 28 luglio 1883 e tante altre.

Nella prima sezione – una perla! – una let-tera del 1865 che Bernadette Soubirous scris-se a Suor Costanza Paneboeuf, Figlia dellaCarità, che la Santa aveva conosciuto aTarbes, un paese vicino Lourdes mentre eraospite degli zii. Ivi aveva seguito le lezioni dicatechismo. Santa Bernadette loda con vene-razione la religiosa e ricorda i momenti feli-ci trascorsi insieme.

Nella seconda sezione si trova il docu-mento attestante l’origine dell’installazionedelle Figlie della Carità nella città di Napoli(1835). Singolare il Documento n. 24 dellaprima sezione, ove si descrive «l’atmosfera digrazia e di eleganza femminile della vita dome-stica». Si tratta di programmi di Economiadomestica delle Scuole SecondarieFemminili, istituite dalle Figlie della Carità.

Nella seconda sezione, al n. 1, si può leg-gere una lettera autografa di San Vincenzode’ Paoli a Santa Luisa de Marillac in ci sononotizie sulla salute del figlio Michele. SantaLuisa era vedova. Al n. 12 una “Pianta icno-graphica di parte della contrada dei Verginifuori la Porta di San Gennaro di questa città”(1736). Ancora al n. 15: “Libro di memorieper la cucina della Venerabile Casa deiVergini”.

Ed infine, vogliamo ricordare il n. 17:“Esami pratici e meditazioni ed altre prati-che spirituali della Congregazione dellaMissione” ove si descrive come i Padri devo-no vivere santamente le vacanze, cioè non de-vono mancare occasioni per praticare atti divirtù, di umiltà, di mortificazioni e carità.

La mostra, dunque, ha fatto rivivere il «fa-scino del Carisma Vincenziano tra storia e pro-fezia nell’Italia Meridionale».

XII Decanato

La Graziadei fedeliseparati edivorziatiCosa succede ad uncattolico che si separae ad un cattolico che divorzia?Mercoledì 27 ottobre, alle ore 19,nella Casa Decanale del XIIDecanato, in via Madonnelle 13,a Portici, affianco alla chiesa diSan Pietro Apostolo, si terrà unincontro rivolto a tutti coloro chesi interrogano sul valore dellafamiglia, in qualità di coniugi,genitori, insegnanti, operatoripastorali. Tema dell’incontro: “LaGrazia dei fedeli separati edivorziati per la Chiesa”Relatore: don Carlino Panzeri,consulente familiare e morale,direttore dell’Ufficio Famigliadella Diocesi di Albano, dellaCommissione Famiglia del Lazioe membro della Consultanazionale della ConferenzaEpiscopale Italiana per laFamiglia.

Primo Piano CittàNuova Stagione 24 OTTOBRE 2010 • 11

Un master per la legalitàUomini di legge e di giustiziahanno presentato mercoledì 20ottobre, nell’Aula del Consiglio diAmministrazione presso ilRettorato dell’Ateneo Federico II,il nuovo master organizzato dalleFacoltà di Lettere e Filosofia e diGiurisprudenza dell’UniversitàFederico II.Si tratta di un Masterinterfacoltà di II livello in“Criminologia e diritto penale.Analisi criminale e politiche perla sicurezza urbana”. Sonointervenuti il questore di Napoli,Santi Giuffré, il comandanteprovinciale della Guardia diFinanza, Generale GiuseppeGrassi, il comandanteprovinciale dei Carabinieri,Colonnello Mario Cinque, ilprocuratore capo di Napoli,Giandomenico Lepore, e ilprocuratore capo di Salerno,Franco Roberti, insieme alRettore dell’Università FedericoII, Massimo Marrelli, al presidedella Facoltà di Giurisprudenza,Lucio De Giovanni, al presidedella Facoltà di Lettere eFilosofia, Arturo De Vivo, e ipromotori del master, i professoriVincenzo Patalano e Giacomo DiGennaro. Il master ha l’obiettivodi formare professionisti edoperatori in grado di fornirecompetenze elevate nel campodegli interventi di prevenzione econtrasto ad ogni forma dicrimine.

“Festival del Libro”a San GiuseppeVesuvianoOtto grandi firme italiane nelloscaffale del Festival del Libro edella Scrittura di San GiuseppeVesuviano. Da Diego De Silva aPeppe Lanzetta, da Pino Aprile aGaetano Amato, da EnricoVarriale a Maria Pia Ammirati;ed ancora Gaetano Amato ed igiovani Alessandro Fabbri eAndrea De Rosa. Sono stati iprotagonisti degli incontri del 22e 23 ottobre in Piazza Elenad’Aosta, nel comune di SanGiuseppe Vesuviano.Al fianco di questi autori disuccesso, già ottimamentepiazzati nel circuito dell’editoria,presenti sei autori emergenti.Tutti napoletani e tutti in fase diesordio: la coppia Aurora diGiuseppe e Vincenzo Mazza,Simona Messina, AntonioMocciola, Antimo Pappadia,MariaGrazia Poggiagliolmi eVincenzo Torella che insieme allecase editrici (Millennium,Bompiani, Graus, Cairo,Graf/Testepiene, Einaudi, Fabbri,Edizioni Giammarino, Pironti,Mangrovie, Piemme)occuperanno gli stand all’internodella tensostruttura del Festival.In un’apposita area laboratorio,gli autori incontreranno glistudenti delle scuole superioriche parteciperanno all’evento e liguideranno all’interno delmondo dei romanzi e delletecniche di scrittura.

L’impegno comune dei cristiani per un at-teggiamento rispettoso verso la natura non è unfatto nuovo. Oggetto di innumerevoli riflessio-ni avvenute all’interno delle diverse chiese cri-stiane trova un’autorevole sintesi in quanto af-ferma la Charta Oecumenica (Strasburgo 2001)frutto di un pronunciamento condiviso dallamaggior parte delle denominazioni cristiane:«Credendo all’amore di Dio creatore, ricono-sciamo con gratitudine il dono del creato, il va-lore e la bellezza della natura». La riconoscen-za verso il creatore non può non trasformarsi inistanza etica, impegno attivo per la difesa delcreato come afferma lo stesso documento pocopiù avanti: «Vogliamo impegnarci insieme perrealizzare condizioni sostenibili di vita per l’in-tero creato». L’impegno di cui si parla in queldocumento è pensato come azione concreta persviluppare una qualità della vita responsabile euna cultura dello sviluppo sostenibile, ancheimpegnandosi attivamente in organizzazioniambientali e in «reti ecumeniche che si assumo-no una responsabilità per la salvaguardia dellacreazione» (Charta Oecumenica, 9).

Lo stimolo offerto da questo importante eancora poco conosciuto documento, come di al-tri pronunciamenti comuni nei quali si affermail valore teologico ed etico per la salvaguardiadel creato, ha da tempo spinto il GruppoInterconfessionale di Attività Ecumeniche diNapoli (Giaen) a impegnarsi in questo senso. Èevidente quanto gli eventi che accomunano ilmondo intero nella preoccupazione per le sortidel creato, spesso ridotto a mero deposito di ri-sorse da sfruttare senza controllo, fosse da tem-

po al centro delle riflessioni di un gruppo ecu-menico che opera nella città di Napoli.L’emergenza rifiuti è purtroppo ancora una vol-ta cronaca quotidiana con le vicende della disca-rica di Terzigno, dell’inceneritore di Acerra chenon funziona, dell’inquinamento atmosfericoche raggiunge e supera settimanalmente i livel-li di guardia. A questa sorta di allarme generaleper le sorti del nostro ambiente naturale si ag-giunge la questione della distribuzione dell’ac-qua, con l’ormai avviata privatizzazione del ser-vizio. Di tali questioni si parla quotidianamentesulla stampa locale, nazionale e mondiale.

Perché dunque un incontro ecumenico? Ilmotivo, richiamato all’apertura dell’incontro, èquello di recuperare e ridare forza ad un messag-gio che emerge dalla Bibbia, Antico e NuovoTestamento, e ripreso lungo il corso dell’interatradizione cristiana, sia orientale che occidenta-le: l’ambiente porta la traccia di Dio, suo creato-re, e come tale va interpretato e rispettato. Siamoben lontani da quell’attribuzione di responsabi-lità alla tradizione biblica (giudeo-cristiana) ac-cusata di aver decretato, insieme alla sacralitàdell’uomo –immagine di Dio–, la corrisponden-te desacralizzazione del mondo su cui Adamoavrebbe fatto sentire il peso del suo potere incon-trollato e irresponsabile (White L., “TheHistorical Roots of Our Ecologic Crisis”, inScience3767/1967, 1203-1207). D’altra parte nonsi tratta da parte delle chiese cristiane, di mette-re in atto un ulteriore movimento o organizza-zione per la salvaguardia del creato. L’incontroecumenico “Custodi del Creato” svoltosi sabato16 ottobre presso la Sezione San Tommaso della

Facoltà Teologica di Napoli, attraverso gli inter-venti di teologi e pastori impegnati per la salva-guardia del creato ha voluto segnalare che la spi-ritualità cristiana, in tutte le forme istituzionaliin cui il cristianesimo si concretizza, non può ri-nunciare a considerare la natura, il cosmo inte-ro, come rivelazione della grandezza e dellabontà divina, da trattare dunque come dono, conun rispetto fondato non solamente sulla giustapreoccupazione per il futuro dell’umanità (a co-minciare già dai nostri figli, vista l’enormità el’urgenza dei problemi ambientali), ma anchesul valore intrinseco che ha la natura per un cre-dente che si pone nel mondo come creatura trale creature davanti al Creatore a cui innalza in-nanzitutto il suo ringraziamento.

È ciò che hanno proposto all’attenzione deicirca trecento convenuti la Dottoressa MarinaKolovopoulou (Greco ortodossa dell’Universi-tà di Atene) il Pastore Massimo Aprile (Pastoredella Chiesa Battista) e Padre Alex Zanotelli(Cattolico - Comboniano). Per la sua natura diincontro ecumenico (e non di convegno accade-mico) le tre relazioni sono state intervallate dal-la presentazione di schede audiovisive prepara-te per l’occasione da gruppi delle diverse chieseappartenenti alle tre grandi denominazioni(cattolici, ortodossi e protestanti) mentre laCorale della Basilica di Sant’Antonio (Afragola)e il coro The Gospel Voices hanno trasformato incanto, secondo la migliore tradizione francesca-na, quanto espresso nei diversi interventi.

* Delegato arcivescovile per l’Ecumenismo e il Dialogo

Custodi del CreatoUn incontro ecumenico presso la Facoltà Teologica per riflettere sull’impegno comune

dei cristiani a favore di un atteggiamento rispettoso verso la naturadi Gaetano Castello *

200 anni da celebrare: tra memoria e profeziaIn occasione

del bicentenario della fondazione napoletana

delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida

Thouret,convegno presso la Casa

provinciale “Regina Coeli”in vico San Gaudioso

Nuova Stagione12 • 24 OTTOBRE 2010 Città

I monumenti dellaCampania

Il complessomonastico delVallo di DianoSono tanti in Italia especialmente in Campaniaconventi e monasteri di diversecongregazioni religiose, ma“davvero pochi quelli chepossono vantare secoli di vitareligiosa artistica culturalepraticamente ininterrotta”,come si legge nella prefazionedel volumetto “Il Santuariofrancescano di Polla”, sito inprovincia di Salerno, a restauricompletati. L’ha curato padreDomenico Marcigliano, per leedizioni Frati Minori .La chiesa fu fondata nel 1541 efu affidata all’Ordinefrancescano con la bollapontificia di Giulio III del 4nov. 1553. La costruzione delconvento terminò nel 1593,data scolpita sul portaled’ingresso, finemente intagliato,con decorazioni d’arte sacra diepoca rinascimentale che siestendono all’intero complessomonastico. La grande cupolarende lo scenario maestoso deicieli del Paradiso con angeli efigure di santi assorti nellacontemplazione di Dio.Il complesso monastico èsituato su un pregevole boscosoaltopiano dell’Appenninocampano e gode di unpanorama stupendo che siestende sull’intero Vallo diDiano. E’ circondato dallearmoniose colline dei Baratta acoltura olearia intensiva, cheproducono olio extravergine dieccellente qualità. Scendendoper pochi chilometri verso Sudsi possono ammirare la Certosadi Padula, la seconda perdimensioni in Italia, dopoquella di Pavia, e le grotte diPertosa, poste invece a Nord delVallo, dove d’estate vengonorappresentate scene tratte dallaDivina Commedia. A volte nonsi sa dove andare a finesettimana o in vacanza, perchési ignora il patrimonioinestimabile storico-artisticodella propria regione o delproprio Paese.

Enzo Mangia

Un ambulatorio per trapiantati

Al sicuronei parchi

In funzione la videosorveglianzaal Mascagna nel quartiere Vomero

È partito, dallo scorso 19 ottobre, il progetto di videosorve-glianza dei parchi cittadini a Napoli. L’Assessore comunaleall’Ambiente Gennaro Nasti ha inaugurato al Parco Mascagnaal Vomero il primo sistema per la fruizione in sicurezza deglispazi verdi comunali. Scopo del progetto integrato, che si av-vale di un sistema moderno ed avanzato studiato dal ServizioRealizzazione Parchi del Comune di Napoli e messo a puntodal Consorzio Nazionale Sicurezza, è la protezione dei parchie delle persone che li frequentano migliorandone la vivibilità.

Si tratta di una rete di telecamere a prestazioni avanzatecombinata ad una protezione antintrusione perimetrale ed anumerose colonnine “SOS” utili a segnalare situazioni diemergenza al Centro di Servizio operativo 24 ore su 24.Attraverso le colonnine sarà possibile attivare un immediatocolloquio citofonico per la richiesta di soccorso pigiando sem-plicemente un tasto, posto anche ad altezza carrozzina per di-sabili, e comunicare direttamente con un operatore per speci-ficare l’identità dell’intervento richiesto.

Analogo sistema è stato realizzato anche al Parco Troisi, invia Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio. «Ne è previ-sta l’estensione graduale – ha ricordato l’Assessore Nasti – a tut-ti i parchi urbani cittadini. Tale programma risponde anche al-l’esigenza di salvaguardare gli ingenti investimenti che ilComune sta impegnando per la ristrutturazione e gli allestimen-ti dei parchi cittadini per evitarne il degrado e scoraggiare il van-dalismo di cui è vittima spesso questo prezioso patrimonio del-la cittadinanza».

Associazione Medici Cattolici Italiani Sezione San Luca

Il nuovo anno socialeGli incontri mensili si svolgeranno, come negli anni scorsi, presso la Casa di eser-

cizi spirituali “Sant Ignazio”, sita in Napoli in via Sant’Ignazio di Loyola 51, nellaquarta domenica di ciascun mese, salvo variazioni necessarie per esigenze organiz-zative, con il seguente schema.

Alle ore 10, partecipazione alla Santa Messa, celebrata dall’assistente spirituale,padre Vincenzo Pezzimenti sj.

Alle ore 11, incontro culturale-formativo a tema. È possibile trattenersi a pranzopresso la Casa dei padri Gesuiti, comunicandolo all’inizio dell’incontro.

Questo il programma, già definito, con i relativi temi di riflessione, relativo agliincontri della prima parte dell’anno sociale:

Domenica 24 ottobre: “Per un nuovo Umanesimo”. Riflessioni su argomenti diBioetica. Relatore: Giuseppe Battimelli Consigliere Nazionale Amci, Presidente del-la sezione Amci “San Giuseppe Moscati” dell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni.

Seguirà una testimonianza dal titolo: “La promozione umana dell’Africa” di pa-dre Nzuzi Bibaki, gesuita, della Repubblica Democratica del Congo, fondatore dellaCongregazione delle Suore Curatrici Missionarie di San Luca.

Domenica 28 novembre: “Il principio guida di un ospedale modello: l’umanizza-zione”. Relatore: Ciro Verdoliva, Capo ufficio tecnico dell’Ospedale Cardarelli,Responsabile della realizzazione dell’Ospedale del Mare.

Domenica 19 dicembre, incontro spirituale presso la Casa Sant’Ignazio, dalle ore10 alle ore 12,30. Riflessioni di padre Vincenzo Pezzimenti sj. Si concluderà con lacelebrazione della Santa Messa che avrà inizio alle ore 11.30.

Domenica 23 gennaio: “Padre Matteo Ricci sj, umanista, scienziato, apostolo.Ponte fra oriente ed Occidente. Relatore: padre Vincenzo Pezzimenti sj. assistente ec-clesiale Amci sezione San Luca.

Si ricorda che è aperto il tesseramento, rinnovo o nuova adesione. È possibile ver-sare la quota sul conto corrente postale n. 15513807 intestato a: Associazione MediciCattolici Italiani oppure direttamente al tesoriere, Ciro Petillo.

Si ricordano alcune ricorrenze particolari: 16 novembre 2010: Festa ed anniver-sario della Beatificazione di Giuseppe Moscati. Per tale ricorrenza verrà celebrata laSanta Messa presso la Chiesa del Gesù Nuovo.

31 gennaio: S. Ciro. Verrà celebrata la Santa Messa presso la Chiesa del GesùNuovo.

4 febbraio: Giornata della Vita 11 febbraio 2011: Giornata mondiale del malato.

È stato inaugurato il 20 ottobre alle ore11, presso l’Azienda Ospedaliera Monaldi,l’Ambulatorio per il controllo dei pazientitrapiantati di cuore e per quelli in attesa ditrapianti.L’Ambulatorio, realizzato con ilfinanziamento della Regione Campania, èparte integrante dell’Unità Diparti-mentale “Trapianti di cuore ed assistenzameccanica del circolo”, diretta da CiroMaiello.La struttura avrà la funzione digarantire il follow-up dei pazienti, in lineacon le indicazioni del presidente StefanoCaldoro, commissario ad acta per il Pianodi Rientro sanitario, e della Giunta regio-nale sul miglioramento dell’assistenza edella qualità delle prestazioni.Si completain tal modo il percorso diagnostico-tera-peutico del Centro Trapianti di Cuore, fon-

dato e diretto per oltre un ventennio daMaurizio Cotrufo.Il Centro, attualmentetra le eccellenze in Italia per tipologia as-sistenziale e qualità dei risultati, ha effet-tuato 558 trapianti di cuore adulti e pedia-trici, ed ha impiantato assistenze circola-torie a breve, medio e lungo termine.

All’inaugurazione erano presenti,tra gli altri, il subcommissario allaSanità Giuseppe Zuccatelli e il diretto-re generale dell’AO Cotugno AntonioGiordano, incaricato dalla Giunta re-gionale, nell’ambito del nuovo pianoospedaliero approvato dal Governo, direalizzare la fase di accorpamento cheporterà alla nascita dell’Azienda ospe-daliera di rilievo nazionale Monaldi-Cotugno-CTO.

Accordo tra Regione e Università

Sono stati siglati tra il Commissariato allaSanità e i rettori dell’Università di NapoliFederico II e della Seconda Università degliStudi di Napoli, Massimo Marrelli e FrancescoRossi, i nuovi protocolli d’intesa per lo svolgi-mento delle attività assistenziali.

I protocolli sono stati elaborati di intesacon l’Arsan (Agenzia Sanitaria regionale), l’as-sessore all’Università Guido trombetti e il con-sigliere del presidente per la Sanità RaffaeleCalabrò.

Tra le novità inserite nei due protocolli sot-toscritti, è di particolare rilievo quella sulle ri-sorse regionali. I finanziamenti sono legati al-le esigenze ed agli obblighi derivanti dal Pianodi rientro sottoscritto con il Governo, in un’ot-tica di razionalizzazione delle risorse che com-porterà una contrazione del 10% della spesa ri-spetto al 2009.

L’articolo 13 del Protocollo, oltre al finan-ziamento base destinato alle effettive neces-sità dei Policlinici universitari, prevede anchela possibilità di risorse aggiuntive ancorate alconseguimento degli obiettivi assegnati.

«I protocolli rappresentano un tassello im-portante che va nella direzione di una miglioreriorganizzazione della sanità in Campania e delpotenziamento della formazione universitaria”,dice il presidente della Regione CampaniaStefano Caldoro.

«Il rinnovo in tempi brevi dei protocolli diintesa con le Università, in ottemperanza aquanto richiesto dal governo nazionale, segnaun altro importante traguardo raggiunto dallagiunta regionale. Abbiamo rispettato la vocazio-ne dei due Policlinici, sia sul versante della for-mazione che dell’assistenza», sottolinea il con-sigliere del presidente della RegioneCampania per la Sanità Raffaele Calabrò.

«Le università - aggiunge il subcommissa-rio per la Sanità Giuseppe Zuccatelli - sonoparte fondamentale nell’organizzazione della re-te assistenziale delle Regione, per la struttura-zione dei livelli di eccellenza,per il coinvolgi-mento nella rete dell’emergenza e per la loro at-titudine a formare medici e infermieri, ovvero laclasse medica del futuro”. L’assessoreall’Università Guido Trombetti sottolinea infi-ne che «il finanziamento deliberato dalla giun-ta regionale, nonostante la scarsità di risorseeconomiche, è la prova provata che la Campaniacrede nella crescita progressiva dei duePoliclinici».

Nuova Stagione 24 OTTOBRE 2010 • 13Città

Il PremioMasanielloa padreMassimoRastrelliIl Comitato promotore del

Premio Masaniello, giunto

alla V edizione, presieduto

da Luigi Rispoli, presidente

del Consiglio provinciale di

Napoli, nel corso di una

manifestazione musicale e

culturale svoltasi all’aperto a

Piazza del Carmine, gremita

di folla, ha consegnato

diversi premi a personalità

che si sono distinte nel

mondo della cultura,

dell’imprenditoria,

dell’artigianato ecc.

L’organizzazione del

concerto-spettacolo è stata

curata da Umberto Franzese

ed ha avuto come

presentatrice Lorenza

Licenziati. Si sono esibiti

diversi artisti. A Padre

Massimo Rastrelli, gesuita,

che dirige il “Centro la

famiglia”, cioè il consultorio

familiare di Via S.

Sebastiano, è stato attribuito

il Premio Masaniello 2010 al

valor civile, con la seguente

motivazione letta dalla

prof.ssa Roberta

Combattente: la sua è “la

lezione umana di un

religioso che affronta con

impeto la sofferenza della

gente impelagata nei grovigli

esistenziali. Padre Rastrelli

sollecita con interventi

risolutivi un percorso di

rinascita per garantire i

diritti dei meno abbienti a

vivere con dignità

un’esistenza altrimenti

contorta…”.

Enzo Mangia

Presso la Società Napoletana di Storia Patria laquinta edizione del Premio «Franco Strazzullo»

Diffondere l’artee la cultura napoletana

di Gianluca Manca

parte della stampa e dei media in genere,la cui presenza potrebbe aiutare il premioa poter diventare un appuntamento dispicco nel panorama culturale napoleta-no ”.

L’opera vincitrice, come spiegaFrancesco Caglioti, professore di Storiadell’Arte presso l’Università degli Studi diNapoli “Federico II”, nonché relatore dellavoro, ha il pregio di essere uno studiodensissimo di contenuti. Esso affrontatutta la produzione di fontane delRinascimento, analizzando con particola-rità i centri di produzione più importanti

del periodo: Napoli e la Spagna. La risco-perta delle fontane monumentali ha por-tato l’autore ad analizzare le opere sul po-sto per poter avere una visione più detta-gliata dell’arte Rinascimentale.

Una menzione d’onore è stata fatta al-la dott. Maria Toscano, per la sua operadedicata al naturalismo antiquario. Essa,infatti, fornisce la spiegazione della figuradell’antiquario nel ‘600 e ‘700 europeo, pe-riodo nel quale, secondo l’autrice, la ricer-ca comincia ad essere più sistematica gra-zie ai nuovi metodi di indagine che fonde-vano l’ortodossia alle scienze empiriche.

Giovedì 14 Ottobre, presso la sededella Società Napoletana di StoriaPatria, situata al Maschio

Angioino, è avvenuta la premiazione del-la quinta edizione del Premio FrancoStrazzullo. Il riconoscimento è andato alDott. Fernando Loffredo, che ha presen-tato un’opera dedicata allo studio dellesculture per fontane monumentali nelRinascimento.

Il premio è dedicato alla memoria dimons. Franco Strazzullo, un uomo diChiesa, che ha rivolto i propri studi all’a-nalisi della storia dell’arte napoletana, dalMedioevo all’età contemporanea. Mons.Strazzullo, infatti, ha contribuito attiva-mente alla crescita della conoscenza dellastoria dell’arte napoletana, pubblicandoquasi 300 opere, tra saggi, articoli e volu-mi. Il compito che si era proposto, eraquello di ricostruire il passato basandosisulla ricerca scientifica e lo studio attivosul campo.

Rispettando i dettami della vita diStrazzullo, è stata istituita, dopo la suascomparsa, una Fondazione omonimache ogni anno bandisce un concorso perincentivare i giovani studiosi alla ricerca.«Arrivati alla quinta edizione del Premio,non possiamo che essere fieri del lavoro chestiamo facendo - esordisce l’ing. AntonioStrazzullo, Presidente della Fondazione,nonché fratello di mons. Franco -. LaFondazione nel suo statuto, ha individua-to due obiettivi da centrare ispirati da miofratello: fare luce con la ricerca nella storiadi Napoli e dare spazio ai giovani ricercato-ri». «Le nostre attività sono interamente de-dicate ai giovani - ha aggiunto - e ciò è di-mostrato dal fatto che l’età media dei parte-cipanti al concorso era di 31 anni.Dall’anno prossimo per rispettare ancora dipiù il lavoro di mons. Strazzullo, abbiamodeciso di ampliare il periodo storico di ana-lisi dei lavori, che quindi partirà dalMedioevo fino ad arrivare all’età moder-na».

L’ambizione principale dellaFondazione, ha fatto notare FrancoStrazzullo, è quella di poter acquistareconsiderazione, allo scopo di continuarea diffondere l’arte e la cultura, lamentan-do al contempo una scarsa attenzione da

Due amori predominano in questo lavoro della scrittrice Carmela PolitiCenere: quello per Napoli e quello per San Josemaria Escrivà de Balaguer, fonda-tore dell’Opus Dei. Si tratta di due ambiti vasti e profondi che toccano l’essenzadell’uomo e insieme hanno un risvolto antropologico, sociale e anche, potremmodire, civile. L’autrice è ben consapevole di vivere in una città geograficamente e sto-ricamente unica, ricca di umanità, eccellenze e valori che sembrano alimentarsiproprio in risposta, o forse in conseguenza, di una ormai nota complessità che dasecoli segna e ne appesantisce la vita.

Lo scoprire che sin dai primi anni del suo arrivo in Italia, alla fine degli anniQuaranta, San Josemaria ha percorso nel suo apostolato, in diversi periodi, le viedi Napoli, ha spinto l’autrice ad approfondire il messaggio della chiamata univer-sale alla santità e della santificazione del quotidiano (il “Santo dell’ordinario” lodefinì Giovanni Paolo II ) in tutti gli ambienti.

Con metodo, costanza, lavoro capillare e sensibilità (anche poetica) CarmelaPoliti Cenere ha desiderato penetrare l’universo, unico e insieme semplice, dellafede cristiana vissuta all’interno della Prelatura dell’Opus Dei, in Italia e nel mon-do. Ha visitato la sua sede centrale a Roma, in viale Bruno Buozzi, dove riposanole spoglie del Santo e ha voluto conoscere da vicino alcune delle tante persone che,a vario titolo, ne fanno parte qui a Napoli. Ha visitato le case, conosciuto le fami-glie, intervistato i protagonisti di questo particolare gioioso cammino di fede nel-la quotidianità.

In questi suoi incontri ha potuto verificare che l’invito di San Josemaria ad«amare il mondo appassionatamente» (espressione che ha dato il titolo ad una suaomelia), aveva trovato terreno fertile e fruttuoso non solo nell’ambito personale dimolti, ma in tutte le loro relazioni quotidiane, familiari, professionali e sociali.

È quindi emozionante riscontrare in questi racconti quanto lo spirito univer-sale del Vangelo, di cui erano permeati il cuore e la mente di San Josemaria, siastato trasmesso e accolto in persone diversissime per carattere, vissuto personalee ambiente sociale. Ciò costituisce la vera vittoria del Bene che continuamente, co-me ricordava il fondatore dell’Opera, viene sparso a piene mani per tutti. Il libro èscritto anche col cuore e i lettori potranno incontrarsi con il Bello e il Buono pre-senti sempre in ognuno.

Pina De Cicco Villani

___________Carmela Politi Cenere, Napoli e le certezze di San JosemariaRolando Editore Napoli – 2010 – 112 pagine – euro 11,00

Le certezze di San Josemaria

Città Nuova Stagione14 • 24 OTTOBRE 2010

Il tema della santità al centro delle attività nella parrocchia San Giovanni Battista a Casavatore

Nuove “promesse” pastoralidi Gaetano Marino

I santi sono immagine vivente dell’amo-re di Dio. La notizia della canonizzazionedi Giulia Salzano, fondatrice delle suorecatechiste del Sacro Cuore, che ha vissutoed operato a Casoria, dove è custodito il suocorpo, è stato il motivo che ha portato i pre-sbiteri don Pasquale Di Luca e donCarmine Caponetto della parroc-chia San Giovanni Battista diCasavatore a puntare la riflessioneper l’anno pastorale 2010/2011«sulla santità». I presbiteri nellarelazione al primo ConsiglioPastorale hanno comunicato che:«La canonizzazione è un evento cheriguarda la Chiesa universale e cheinterpella ciascuno di noi, tanto piùche abbiamo la gioia e la grazia diavere, a pochi passi le spoglie mor-tali di colei che la Chiesa procla-merà santa». Da questo evento digrazia «vogliamo prendere spuntoper riflettere, durante tutto l’annopastorale che si apre dinanzi a noi,su questa esigenza imprescindibiledel nostro essere cristiani: esseresanti!. Ogni settimana focalizzere-mo la nostra attenzione su un gior-no che chiameremo il “cuore dellasettimana”».

La prima settimana del mese èdedicata all’incontro con la Paroladi Dio mediante la lectio divina; laseconda all’adorazione eucaristicacomunitaria (giovedì); la terza alsacramento della riconciliazione(l’intera giornata del venerdì); laquarta all’incontro con i testimoni(ci si recherà ogni quarto lunedì delmese, presso quei luoghi che custo-discono la tomba, o la memoria vi-va, di Santi o Beati).

La notizia della canonizzazionedi Giulia Salzano all’interno della comunitàparrocchiale San Giovanni Battista, hacreato un forte fermento, un vero e propriocontagio di amore che si esprime nella ri-chiesta di una conoscenza più ampia di que-

sta nostra sorella che è stata baciata dall’a-more di Dio perché ha saputo riconoscerloin chi viveva nel bisogno. È stato un forte ri-chiamo, una necessità per poter percorrerepiù da vicino i luoghi dove ha vissuto e cosìalla fine di settembre è stato organizzato unpellegrinaggio da Casavatore a Casoria do-

ve hanno partecipato circa 70 fedeli con duescuolabus, e gruppi hanno visitato l’istitutoe i luoghi in cui ha vissuto la santa. È statodata la possibilità di visitare la tomba. Unasuora ha tenuto la catechesi sulla vita e sul

carisma della fondatrice. È stato recitato ilSanto Rosario e poi in chiusura è stata cele-brata la Santa Messa con tutta la comunitàdelle suore.

La partecipazione a questo evento haravvivato un’esperienza di fede, creandopremesse di comunione e di speranza. I sa-

cerdoti hanno anche sottolineatoun altro impegno comunitario: «ilservizio attivo ai fratelli ammalatidella parrocchia, esplicitando che ènecessario mettere insieme le forzeper organizzare momenti di pre-ghiera a casa di questi nostri fratel-li e sorelle che vivono l’ora della sof-ferenza, spesso resa più dura dallasolitudine. Ogni sforzo, a costo diqualunque taglio, sarà impiegatoper la realizzazione di questo pro-getto a favore degli ammalati».Queste parole evidenziano la ne-cessità di farsi compagno di viag-gio con chi vive la stagione dellaprova. Riguardo il servizio attivo aifratelli ammalati della parrocchia,è noto che negli ultimi due anninella Parrocchia San GiovanniBattista è stato tenuto un corso diformazione sulla pastorale deimalati e degli anziani da un esper-to in materia che ha sensibilizza-to diversi operatori pastorali af-frontando diverse tematiche tra lequali: la carità, cuore dellachiesa;prassi pastorale dei sacra-menti agli infermi;la visita, rile-vando che la carità è il cuore dellachiesa e senza di essa la comunitàdei credenti non è quella fondatada Gesù Cristo.

Oggi bisogna essere costruttivifacendo nascere nuovi spazi di spe-ranza specialmente quando la ma-

lattia prende il sopravvento, delimitando econdizionando il normale processo della vi-ta, l’importanza della visita, la necessità diporsi vicino a chi vive nel disagio, di coglier-ne i gesti.

A questo compito, oggi, sono chiamati, in modo particolare, tutti ifedeli laici, i quali, proprio perché tali «hanno un posto originale e inso-stituibile: per mezzo loro la Chiesa di Cristo è resa presente nei più sva-riati settori del mondo come segno e fonte di speranza e di amore».Essi,« nelle circostanze attuali possono e devono fare moltissimo per lacrescita di una autentica comunione ecclesiale, anche all’interno delleloro parrocchie, e per ridestare lo slancio missionario verso i non cre-denti o verso gli stessi credenti che hanno abbandonato o affievolito lapratica della vita cristiana » (n.7).

In un mondo travagliato dalla mancanza di speranza, dalle paureche nascono per l’incertezza del futuro e, soprattutto, da un relativismo,ormai regola del pensare e dell’agire, il Dio dell’Amore, chiama ognunodi noi, ed in modo particolare i laici, testimoni nell’ambiente in cui vi-vono, ad agire, inserendosi totalmente in quella comunione ecclesialeche fa di ognuno «delle cellule vive, delle realtà dinamiche che hannocome unico scopo quello di trasmettere il messaggio di salvezza dell’u-nico Redentore e realizzare il Regno di Dio nel tempo e nello spazio neiquali il Signore ci ha posti a vivere ». (C.Sepe, Relazione finale aMaterdomini p.2).

Organizzare la speranza, costruire la comunione e sentirsi in statodi missione è l’invito pressante, programmatico ed accorato che il no-stro Vescovo ha dato alla Chiesa di Napoli. In quanto missionari dob-biamo servire, lavorare in quei luoghi che più degli altri hanno bisognodi testimoni perché lontani dall’amore di Cristo, luoghi divenuti zone diombra, dove è evidente l’assenza educativa da parte degli adulti, luoghiteatro di episodi spesso violenti, frutto di non scelte e assoluta mancan-za di valori umani, civili e religiosi. Il nostro Pastore ci indica le prioritàe invita tutti a ripartire dall’educazione delle giovani generazioni e dal-la rimotivazione degli adulti per il recupero della loro responsabilitàeducativa, privilegiando la famiglia e la scuola per vivere appieno la no-stra vocazione.

Tale ottica deve ispirare il metodo di lavoro di tutta la nostra Chiesa:Settori pastorali, decanati, parrocchie, Movimenti, Associazioni, singo-li operatori pastorali, tutti in costante sinergia, per trovare le strategieopportune, per raggiungere quegli obiettivi comuni i cui frutti si po-tranno vedere solo nel tempo, forse a lunga distanza, perché la sfidaeducativa che ci vede «missionari in un mondo secolarizzato» non si po-trà esaurire nell’anno pastorale ma si arricchirà di quelle ulteriori prio-rità ed emergenze, che, di volta in volta, il Cardinale riterrà opportunoindicare.

A queste indicazioni, sarà indispensabile rispondere con grande ge-nerosità anche «uscendo dagli angusti confini dei nostri personalismi eandare per i vicoli e le piazze per incontrare, anzi per entrare nella vitadelle nostre famiglie e nelle nostre scuole ». All’incontro e all’ascolto,poi, bisognerà far seguire un dialogo serrato e costruttivo, tra le varieagenzie educative quali la scuola, la famiglia, la parrocchia, che in co-stante sinergia e partendo da quanto già realizzato e consolidato, pos-sano aprire percorsi nuovi ed ulteriori passi da compiere con strategiepiù adatte per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Saranno, inoltre, indispensabili, in ogni Decanato, nuovi operatoripastorali, il censimento dei luoghi più idonei alla formazione e la na-scita di laboratori, dove le famiglie, le Associazioni, i Movimenti e quan-ti operano nella scuola possano ritrovarsi per attuare le Linee pastora-li date dal Vescovo.

All’alba del III millennio, siamo tutti chiamati, presbiteri e laici, a«scendere in campo» e utilizzare tutte le nostre forze, ad assumere uno«spirito evangelicamente missionario per la costruzione di quella co-munione ecclesiale che è la più alta testimonianza che possiamo darealla nostra gente».

Raffaele PonteVicario episcopale per il laicato

La comunione ecclesiale:la chiave della missione

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Nasce a San Giorgioa Cremanola “LiberaUniversitàVesuviana”Sarà inaugurata il prossimo 5novembre la “Libera UniversitàVesuviana” (Luv). La sedecentrale sarà villa Bruno, doveavrà inizio il primo corsosperimentale di culturavesuviana. Il progetto nasce daun’idea dell’architetto AldoVella, già sindaco di SanGiorgio a Cremano epersonalità della culturavesuviana. L’obiettivo è lacreazione di una strutturapolifunzionale e policentrica,sede di ricerca, didatticae approfondimento dellediscipline proprie del territoriovesuviano. Un esperimentounico nel suo genere che hatrovato il supportodell’AmministrazioneComunale.«Sono orgoglioso – hadichiarato il sindaco MimmoGiorgiano – che la città di SanGiorgio a Cremano possa dare ilvia a questo ambizioso progettocontribuendo allo sviluppo,non solo economico ma ancheculturale, dell’intero territoriocampano. Le nuove generazionipotranno essere in grado diaffrontare i futuri contesticompetitivi formandosi sulterritorio vesuviano e questocreerà un circolo virtuoso».Tra i docenti del corso, cisaranno molti nomi noti dellacultura vesuviana: lo stessoAldo Vella, Giuseppe Luongo(che si occuperà del vulcanoVesuvio), Maurizio Fraissinet(che curerà una lezione sullafauna del territorio), Ugo Leone(che parlerà del Parco Nazionaledel Vesuvio), Enzo Gulì(interverrà sul sistemaproduttivo del regno delle DueSicilie e dell’area vesvuviana),Filippo Barbera (la concezioneurbanistica di Carlo diBorbone), Giovanni D’Angelo(sulle radici e gli sviluppi delpatrimonio etnomusicalevesuviano) e molti altri.Il progetto prevede, con iltempo, la creazione di diversesedi accademiche della LiberaUniversità sull’intero territoriovesuviano, in relazione allespecificità storiche dei singoliterritori: Somma Vesuviana pergli aspetti atropo-musicali,Terzigno per la culturamateriale, Ercolano perl’archeologia, Torre del Grecoper la vulcanologia, Portici eSan Giorgio a Cremano perl’architettura e l’urbanistica,San Giovanni a Teduccio perl’archeologia industriale. LaLuv garantirà, quindi, unimportante coinvolgimentodelle realtà locali.

CulturaNuova Stagione 24 OTTOBRE 2010 • 15

Stagione sinfonicaal San Carlo

Romanticismoall’italiana(dvdl) Secondo appuntamentocon i Concerti della stagionesinfonica del Teatro di SanCarlo. Protagonista l’Orchestra,insieme alla solista CeciliaLaca, artista di casa al SanCarlo, dal 2006 Primo Violinodi Spalla. Sul podio, labacchetta familiare di SergioAlapont, già alla guida dellacompagine stabile nella scorsastagione sinfonica. Ilprogramma puntavasull’Ottocento romantico diBrahms e Mendelssohn: da unaparte, il «Concerto in remaggiore op. 77 per violino eorchestra» del compositoreamburghese; dall’altra, la«Sinfonia n.4 “italiana” in lamagg. op.90», nata dalesuggestioni di un lungo viaggioin Italia di Mendelssohn.Cecilia Laca appare per laverità un po’ debole e fermanell’uso dell’archetto specie nelprimo e nel terzo movimento,per cui ha finito col proporreun Brahms un po’ pesante,privo della vitalità che ci siaspettava. Abbiamo assistito,ad un susseguirsi di tempispesso troppo rallentati, masoprattutto non sfruttati nellepotenzialità espressive.Le cose vanno meglio con aSinfonia “italiana”. QuiAlapont ha diretto congenerosità, orientando suimusicisti il centrodell’attenzione e portandol’Orchestra a una sicurezzatecnica sempre espressiva e chepuò permettersi di giocare, coneffetto travolgente, sullarapidità dei tempi velocidell’ultimo movimento. I suoigesti sono chiari, ampi e,soprattutto precisi così chel’orchestra brilla, restituendotutta l’iridescenza del brano chesembra avere, inauditamente,più nettezze che sfumature. Ancora più sorprendente ci èapparsa l’Orchestra nel bisconcesso dal maestro Alapont:la «Danza slava n. 2» diAntonín Dvo� ák (sembra quasiche la compagine sancarlianain questo avvio di stagione diail meglio di sé nei brani nonprevisti in cartellone!) con unOrchestra ancora più compattae decisa nell’affrontare i cambiritmici della partitura.Pubblico contento, con qualchevuoto di troppo.

Siti Reali onlus e Campania Movietourhanno organizzato un suggestivo percor-so nei luoghi reali e immaginari diGiuseppe Moscati. Attraverso questo iti-nerario è possibile approfondire anche unpezzo della storia della medicina e degliospedali napoletani. In particolare è inprogramma una visita al Museo delle ArtiSanitarie nell’Ospedale Incurabili diNapoli dove prestò la sua opera Moscatiper gran parte della sua vita.

Nel neonato museo sono esposti stru-mentari medici adoperati nei secoli scor-si e tante originali curiosità: una sediaoperatoria della metà dell’Ottocento, cas-sette di farmaci portatili, seghe per ampu-tazione, un Becco di Corvo risalente allapeste del Cinquecento, un prezioso coltel-lo polifunzionale con manico in corno dibufalo d’acqua del XVII secolo ed infinesiringhe e antiche stampe riproducentiapparati circolatori e cellule nervose.

Lasciato l’ospedale degli Incurabili lavisita guidata prosegue verso i luoghi piùsignificativi del film-TV “GiuseppeMoscati - L’amore che guarisce” (G.Campiotti, 2006). Si passa poi per piazzadel Gesù: nell’omonima Chiesa si trova in-fatti l’Oratorio di San Giuseppe Moscati,dove sono conservati ricordi e foto delSanto fino a giungere alla casa nella qua-le il medico santo visse per vari anni.

Il prezzo della visita per gli adulti è fis-sato a 10 euro, mentre è gratis per i giova-nissimi fino a 14 anni di età.

L’appuntamento è alle ore 9.30, a PortaSan Gennaro, nei pressi di piazza Cavour.Per ulteriori informazioni e prenotazioni:081.26.32.50 – 39.22.86.34.36 [email protected] - 3206151107 [email protected]

Siti Reali onlus – Campania Movietour

Dal museo delle arti sanitarieai luoghi del medico santo

Un itinerario sulle orme di San Giuseppe Moscati

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Nuova Stagione16 • 24 OTTOBRE 2010

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