A N N O I N U M E R O 7 Aprile 2012 bollettino “Ostie Viventi”, ... sono complementari e non si...

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tà, vita, incontro. Scrive Romano Guardini: E’ null’altro che il dogma pregato, la verità rivissuta pregando”. Infatti , i vescovi italiani affermano: “La liturgia è scuola permanente di for- mazione attorno al Signo- re risorto, luogo educativo e rivelativo in cui la fede prende forma e viene tra- smessa. Nella celebrazio- ne liturgica il cristiano im- para a gustare com’è buo- no il Signore, passando dal nutrimento del latte al cibo solido, fino a raggiun- gere la misura della pie- nezza di Cristo. Tra le nu- merose azioni svolte dalla parrocchia nessuna è tan- to vitale o formativa della comunità quanto la cele- brazione del giorno del Signore e della sua Euca- restia” (CEI. Educare alla Ben volentieri accetto l’invito di scrivere per il bollettino “Ostie Viventi”, pubblicazione periodica delle Suore Missionarie del Catechismo. Il tema assegnatomi è la liturgia. Per sapere di cosa parlia- mo ed avere la chiarezza terminologica, è bene rian- dare all’etimologia del ter- mine. La parola liturgia viene dalla lingua greca ed è composta da lèitos= popo- lare, pubblico; e urgìa = opera. Secondo Platone ed Aristotele, nell’antichità, veniva detto liturgia ogni servizio reso alla cosa pubblica o in pubblico. Quindi, originariamente significava “opera pubbli- ca”; “servizio da parte del/ e in favore del popolo”. Poi nella tradizione cristiana è venuto a significare che i battezzati partecipano all’opera di Dio”. In pratica, la liturgia è un linguaggio (un altro è la Bibbia) che Dio usa per parlare, attraverso segni e simboli, all’uomo. Ma è an- che il modo umano di stare con fede davanti alla Rivela- zione, cioè all’autocomunicazione di Dio. E’ vera lode al Signore vivo, vivente, vivificatore. Quindi, la liturgia non è fine a se stessa. Non è nemmeno teoria e co- noscenza di formule, ma real- C arissime consorelle, i miei auguri per la Pa- squa sono accompagnati dall’invito ad avvicinarvi al cuore di Cristo. Anche Ge- sù nel consumare l’ultima cena ha voluto che Giovan- ni sentisse il battito del suo cuore. Così anche noi imi- tiamo Giovanni nello stare vicino al banchetto dell’eucaristia e mettiamoci anche noi ad ascoltare il cuore di Cristo, per sentire i suoi ritmi, le sue ansie, tutto il suo animo per respirare anche noi dei sentimenti di universalità e di amore. Co- me Giovanni, stando vicino al banchetto, ci potremmo meglio rendere conto di come è grande il cuore di Cristo per ciascuna di noi; di cosa vuol dire saper sof- frire per amore del Padre e cosa vuol dire ancora saper dare la vita per il bene degli altri. Solo vicino al cuore di Cri- sto, nel mistero della Pa- squa, potremmo compren- dere sempre meglio il sen- so della nostra vocazione e il senso della nostra consa- crazione al cuore di Cristo e, di conseguenza, alla no- stra missione. SOMMARIO: Non più messe ma più Messa di Sr. Remely dela Cruz 2 Cont. La liturgia è dono di Dio in favore del popolo di P. Rocco Spagnolo 3 Una esperienza straor- dinaria nella catechesi nella catechesi ordina- ria di Marien Rosario Vàsquez Cortèz, 3 Una mostra fotografi- ca per le nostre nonne Elma Arboleras 4 Cont. Una esperienza- za straordinaria... 4 ANNO I NUMERO 7 13 Aprile - S. Messa in suffragio di Madre Pasqua Condò presso la casa Madre ad Anoia. 26 Aprile - S. Messa in suffragio del Padre Fondatore presso la casa Madre ad Anoia. 30 Aprile - Visita della M.Gen. alle comunità in Messico. 5 Maggio - Celebrano il 25° anniversario di consacrazione: Suor Carmela e Suor Florin- da Cruz al Santuario della Madonna di Gua- dalupe in Messico. 21-30 Maggio - Visita della M.Gen alle co- munità di New York. 10-20 Giugno - Visita della M.Gen alla co- munità di Madagascar 4-10 Luglio - 1° Cor- so di Esercizi Spirituali a Cittanova. P. Rocco Spagnolo email: [email protected] www.suoremissionariedelcatechismo.org Aprile 2012

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tà, vita, incontro. Scrive Romano Guardini: “E’ null’altro che il dogma pregato, la verità rivissuta pregando”. Infatti , i vescovi italiani affermano: “La liturgia è scuola permanente di for-mazione attorno al Signo-re risorto, luogo educativo e rivelativo in cui la fede prende forma e viene tra-smessa. Nella celebrazio-ne liturgica il cristiano im-para a gustare com’è buo-no il Signore, passando dal nutrimento del latte al cibo solido, fino a raggiun-gere la misura della pie-nezza di Cristo. Tra le nu-merose azioni svolte dalla parrocchia nessuna è tan-to vitale o formativa della comunità quanto la cele-brazione del giorno del Signore e della sua Euca-restia” (CEI. Educare alla

Ben volentieri accetto l’invito di scrivere per il bollettino “Ostie Viventi”, pubblicazione periodica delle Suore Missionarie del Catechismo. Il tema assegnatomi è la liturgia. Per sapere di cosa parlia-mo ed avere la chiarezza terminologica, è bene rian-dare all’etimologia del ter-mine. La parola liturgia viene dalla lingua greca ed è composta da lèitos= popo-lare, pubblico; e urgìa = opera. Secondo Platone ed Aristotele, nell’antichità, veniva detto liturgia ogni servizio reso alla cosa pubblica o in pubblico. Quindi, originariamente significava “opera pubbli-ca”; “servizio da parte del/ e in favore del popolo”. Poi nella tradizione cristiana è venuto a significare che i

battezzati partecipano “all’opera di Dio”. In pratica, la liturgia è un linguaggio (un altro è la Bibbia) che Dio usa per parlare, attraverso segni e simboli, all’uomo. Ma è an-

che il modo umano di stare con fede davanti alla Rivela-zione, cioè all’autocomunicazione di Dio. E’ vera lode al Signore vivo, vivente, vivificatore. Quindi, la liturgia non è fine a se stessa. Non è nemmeno teoria e co-noscenza di formule, ma real-

C arissime consorelle, i miei auguri per la Pa-

squa sono accompagnati dall’invito ad avvicinarvi al cuore di Cristo. Anche Ge-sù nel consumare l’ultima cena ha voluto che Giovan-ni sentisse il battito del suo cuore. Così anche noi imi-tiamo Giovanni nello stare

vicino al banchetto dell’eucaristia e mettiamoci anche noi ad ascoltare il cuore di Cristo, per sentire i suoi ritmi, le sue ansie, tutto il suo animo per respirare anche noi dei sentimenti di universalità e di amore. Co-me Giovanni, stando vicino al banchetto, ci potremmo meglio rendere conto di come è grande il cuore di Cristo per ciascuna di noi; di cosa vuol dire saper sof-

frire per amore del Padre e cosa vuol dire ancora saper dare la vita per il bene degli altri. Solo vicino al cuore di Cri-sto, nel mistero della Pa-squa, potremmo compren-dere sempre meglio il sen-so della nostra vocazione e il senso della nostra consa-crazione al cuore di Cristo e, di conseguenza, alla no-stra missione.

SOMMARIO:

Non più messe ma più

Messa di

Sr. Remely dela Cruz

2

Cont. La liturgia è

dono di Dio in favore

del popolo di

P. Rocco Spagnolo

3

Una esperienza straor-

dinaria nella catechesi

nella catechesi ordina-

ria di Marien Rosario

Vàsquez Cortèz,

3

Una mostra fotografi-

ca per le nostre nonne

Elma Arboleras

4

Cont. Una esperienza-

za straordinaria...

4

A N N O I N U M E R O 7

13 Aprile - S. Messa in suffragio di Madre Pasqua Condò presso la casa Madre ad Anoia. 26 Aprile - S. Messa in suffragio del Padre Fondatore presso la casa Madre ad Anoia. 30 Aprile - Visita della M.Gen. alle comunità in Messico. 5 Maggio - Celebrano il 25° anniversario di consacrazione: Suor Carmela e Suor Florin-da Cruz al Santuario della Madonna di Gua-dalupe in Messico. 21-30 Maggio - Visita della M.Gen alle co-munità di New York. 10-20 Giugno - Visita della M.Gen alla co-munità di Madagascar 4-10 Luglio - 1° Cor-so di Esercizi Spirituali a Cittanova.

P. Rocco Spagnolo

email: [email protected] www.suoremissionariedelcatechismo.org

Aprile 2012

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La Costituzione conciliare Sacrosan-ctum Concilium no.48, esorta i fedeli di non assistere alla liturgia eucaristica “come estranei o muti spettatori”, ma di partecipare “all’azione sacra consape-volmente, pienamente e attivamente». Aggiunge che i fedeli «formati dalla Pa-rola di Dio, si nutrano alla mensa del Corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per mez-zo di Cristo Mediatore siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro».Prima ancora di arrivare alla partecipazione della Messa, è necessario chiederci perché la Messa? Quale sia il motivo perché uno va a partecipare alla Mes-sa? È fondamentale sottolineare che in

qualsiasi attività umana, la motivazione gioca un ruolo importante perché essa ne determina la qualità e lo stile della partecipazione. La domanda perché partecipa a Messa? Tale domanda può apparire ovvia e scontata, invece a ben vedere non è così. Molti fedeli infatti sono stati abituati a partecipare a Mes-sa per dovere o per precetto: ci si deve andare altrimenti si pecca. Tale motiva-zione negativa: “partecipare per dovere” crea inevitabilmente anche degli effetti negativi. Fare qualcosa per dovere o peggio ancora “per paura” induce l’uomo ad agire meccanicamente senza gioia e privo di entusiasmo. La conse-guenza immediata allora è arrivare in ritardo alla celebrazione e uscire presto, prima ancora che il sacerdote imparti-sca la benedizione finale. Considera la Messa come una mera funzione che non richiede partecipazione e coinvolgi-mento attivo. In poche parole, fisica-mente presente ma spiritualmente as-sente. Gli anziani sicuramente si ricor-dano del tipo di celebrazione eucaristica pre-conciliare. Per partecipare alla Mes-

sa bastava arrivare dopo l’omelia oppure prima che il sacerdote sco-prisse il calice, era considerata già buona o valida. La santa Messa partecipata per dover o per paura impedisce alla persona di “rendere lode a Dio” in modo autentico. La concezione di “ci si deve andare” a Messa ha prodotto effetti negativi non solo tra i fedeli ma anche da parte dei sacerdoti. Il sacerdote che concepisce la celebrazione in que-sto modo pensa tra sé che “intanto la gente ci deve stare per forza, non occorre che mi dia da fare per farli stare volentieri e contenti, tanto non possono andar via. Quindi non è necessario che devo prepararmi bene, che mi organizzo trovando il modo di coinvolgere i fedeli. Non è opportuno nemmeno vedere se la chiesa è calda o fredda, né control-lare che i microfoni funzionino o no, se i banchi siano comodi o no, op-pure che le luci siano sistemate bene e i fiori e i canti siano adatti alla celebrazione”. Qualunque cosa accada la gente deve comunque devono partecipare altrimenti com-mette peccato. Credo che non sia erra-to ritene-re che la “Messa per pre-cetto” sia stato uno dei motivi della fuga o allontanamento della gente dalla Messa. Anche se oggi, grazie ai diversi cambiamenti liturgici, molte cose si sono miglio-rate tuttavia non sono pochi coloro che continuano su questo vecchio stampo è l’errata concezione della celebrazione eucaristica. Credo che sia necessario cambiare il mo-do di concepire la celebrazione del-la Santa Messa. A Messa non si va per pagare la tassa, ma per riceve-re grazia da Dio e dono di Gesù Cristo come lui ha detto: “Questo è il mio corpo dato per voi”. Uno che vuole partecipare alla Messa non deve pensare che va lì perché vuo-

le dare qualcosa, ma partecipa perché vuole ricevere la grazia, il dono di Dio attraverso il suo figlio Gesù. Quindi la partecipa-zione deve essere con gioia. La partecipazione alla Messa non è un dovere ma una necessità per la salvezza. Così come la mac-china per farla partire è neces-sario mettere la benzina nel ser-batoio, anche all’anima per mantenerla in buon salute è ne-cessario alimentarla con la gra-zia di Dio. Se l’uomo per soprav-vivere ogni giorno ha bisogno del cibo anche l’anima ha biso-gno del corpo e sangue di Cristo per la sua salvezza. È necessa-rio e urgente operare un cam-

biamento di men-talità e sensibilità con una catechesi intelligente e sag-gia. Questa deve cominciare già dai bambini che si ac-costano per la pri-ma volta al cate-chismo, altrimenti parlare di celebra-zione eucaristica

diventa soltanto una retorica: fare una breve e veloce riflessio-ne preliminare e via direttamen-te alla celebrazione. Partecipare pienamente e attivamente alla celebrazione significa partecipa-re col corpo, mente e spirito. Essere consapevoli di quale tipo di celebrazione partecipata. Nel-la celebrazione eucaristica infatti Gesù entra nel cuore. Partecipa-re attivamente, significa anche essere coinvolti nei varie parti della Messa come anche nel rispondere dove è richiesto e cantare dove è opportuno.

Non più messe ma più Messa di Suor Remely de la Cruz

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la Chiesa e di assimilazione alla sua stessa vita, è come riassunta nel sacramento dell’Eucarestia, che deve allora scandire le tappe dello sviluppo delle comunità cristiane nei diversi momenti dell’anno litur-gico. Mediante l’Eucarestia la Chie-sa cresce in qualità, ad immagine del suo Capo perché essa non solo dà la grazia ma contiene l’autore della grazia.

Il nostro amato Fondatore, Padre Vincenzo Idà, di venerata memoria, appassionato animo eucaristico, scrive per i suoi sacerdoti e le sue suore nell’ “Ideale più Bello”: “Dobbiamo vivere l’Eucarestia, esse-re come angeli del Tabernacolo. So-lo ai piedi dell’altare apprenderemo ad essere santi e santificatori, solo ai

piedi dell’altare attingere-mo quel fuoco divino che Lui è venuto a portare sulla terra”.Ecco la miste-riosa sorgente della sua azione evangelizzatrice e fondazionale. Il Fondatore calabrese ricorda a tutti che pastorale e liturgia sono complementari e non si oppongono affatto. E che se la pastorale vuo-le essere feconda dovrà essere ancorata all’altare. Tutto ciò non è scontato. E’ auspicabile, allora, che

si promuova un’intelligente educa-zione liturgica e la partecipazione attiva. Le strategie pastorali fin qui usate si sono rivelate carenti o per-denti. In tempi in cui le chiese sono sempre più vuote, i seminari chiusi e i conventi in vendita, qualcosa biso-gna pur trovare. Si sta provando e sperimentando di tutto. Noi, conti-nuatori dell’Opera di Padre Vincenzo Idà, sommessamente, pensiamo che, nelle nostre programmazioni, se riserveremo un posto privilegiato alla catechesi liturgica, non si sbaglierà. D’altronde, se il Concilio Vat. II ha voluto la prima Costituzione (Sacrosanctum Concilium, 4-12-1963) sulla Sacra Liturgia, qualcosa vorrà pur dire o no? Sia lo Spirito Santo a guidare le nostre scelte a gloria di Dio e per il bene delle ani-me.

vita buona del Vangelo, orientamenti pastorali per il decennio 2010 – 2020, n. 39).Il decoro e lo splendore delle celebrazioni, sicuramente orientano ad elevare gli animi a Dio e alle cose celesti. Trattandosi d’incontro tra Dio e il suo popolo, vanno evitate le ba-nalizzazioni come pure i maldestri tentativi di riesumare messe baroc-che, camici a pizzi, co-de episcopali e tanti inutili estetismi. L’essenziale e il bello vanno a braccetto con una fede viva ed opero-sa. La stanchezza e la frettolosità, al contrario, con una fede superfi-ciale ed abitudinaria. Attraverso la liturgia, Cristo, nostro Redento-re e Sommo Sacerdote, continua nella sua Chiesa, e con essa e per mezzo di essa, l’opera della nostra redenzione. (cfr. CCC, n° 1069).“… Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche…perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo Sacerdote e del suo Corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado” (SC. n° 7). La vita deve, allora, entrare nella litur-gia per renderla viva, come pure la liturgia deve entrare nella vita per santificarla e trasformarla. “La Sacra liturgia non esaurisce tutta l’azione della Chiesa” (SC n° 8), ma ne è il “culmine” e la “fonte”. Questa felice espressione conciliare significa: “culmine verso cui tende l’azione del-la Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energi-a” (ivi). L’esperienza cristiana, come esperienza di incontro con Cristo nel-

Il mio nome è Marien Rosario Vàsquez Cortèz, sono nata a Miahuatlan Oaxaca Messico, e voglio condividere con voi l’esperienza di Catechista. Ho svolto questo servizio dal mese di Giugno a Novembre 2005 con le Suore Missionarie del Catechi-smo nella loro scuola per Cate-chisti, “NOSTRA SIGNORA DEL SANTO ROSARIO”, a Oaxaca in Messico. Le ragazze che fre-quentano questo corso vivono cinque mesi nella Scuola e sono le Suore che curano una sorta di introduzione teologica ai misteri

della fede. Sempre le suore inse-gnano anche lavori manuali, per-sino un po’ di cucina. Durante il corso andiamo in mis-sione con le suore nei paesini limitrofi alla nostra missione, per condividere la nostra fede spe-cialmente con la gente più umile. Ricordo che una volta feci una bellissima esperienza: mi son trovata con Gesù, l’amico che non delude mai, e ho scoperto quanto sia importante per la vita del cristiano vivere in comunione con Lui. Quella esperienza mi cambiò la vita e da allora sto la-vorando nella pastorale profetica della mia comunità, con un’attenzione particolare per la fascia giovanile perché mi sono formata come catechista di que-sto segmento d’età. Svolgo la mia missione di catechista in dif-ferenti villaggi e propongo ritiri spirituali per i giovani e per i loro genitori della durata di quattro

“Mediante

l’Eucarestia la Chiesa

cresce in qualità, ad

immagine del suo Capo

perché essa non solo

dà la grazia ma

contiene l’autore

della grazia.…”

Superiore Generale dei Missionari dell’Evangelizzazione

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S ono molto vicina alla Congre-gazione perché la sento come la mia famiglia, sono una sorella laica che ha l’hobby della fotografia. Ho pensato così di utilizzare questa mia passione per un’utilità della congregazione. Mi è capitato diverse volte di fotografare soggetti della congregazione. Soprat-tutto quei volti delle nonne segnate dalle rughe e dal tempo. Quei volti parlano della storia passato, del dolo-re, della fatica, a volte della solitudine. Qualche volta anche della gioia per-ché no.

E siccome sono convinta che non sei nessuno fino a quando nessuno ti vede, ho pensato di realizzare una mostra. Sono stata ispirata dal fatto che ogni volta che mi vedono con la m i a m a c c h i n a f o t o g r a f i -ca, queste nonne,le suore incluse, si mettono in posa. Ho voluto fotografarle spesso per-ché mi sono resa conto che in que-sto modo, le nostre amatissime non-ne, si sentono considerate anche se nessuno assurge al ruolo di stella o di protagonista. Ho notato però che alcune di loro, davvero simpati-che, si vestono a festa prima di usci-re. Inevitabilmente in questo modo

richiamano la mia attenzione e mi viene naturale fare un click. Una di queste nonne è stata tro-vata a vivere da sola in una sta-zione di autobus e, nella sfortu-na, Dio trova comunque il suo modo di sorridere. Vicina a quel-la stazione vi è la casa della Congregazione. Una suora per-ciò ha pensato di non guardare da un’altra parte ed ha deciso di portare con se quella nonnina sola e abbandonata. In quella casa quella nonna ha scoperto di essere qualcuno e grazie a quel-la mostra forse si è vista anche protagonista di una storia più positiva e a lieto fine.

di Elma Arboleras

giorni. L’obiettivo di queste giornate è quello di dare ai giovani e ai genitori la possibilità di potersi ritrovare a diretto contatto con Cristo, vero ed unico Maestro dello Spirito. Confesso che mi sono davvero emozionata nel constatare come le famiglie tentino di scoprire Gesù nella loro vita concreta e reale e di come si sforzino di migliorare le condizioni di vita della famiglia stessa. Tra i diversi servizi aiuto anche il parroco per la liturgia della Parola domenicale, preparo i padrini e i genitori dei bambini di prima comunione e cresima. Prossimamente proporrò un corso Biblico. Posso dire che, con l’aiuto di Dio e grazie a queste esperienze, la mia vita si è trasformata in meglio. Mi vado rendendo conto che il mio lavoro è prezioso: svolgiamo un lavoro di catechesi capillare e diffusa in ogni conte-sto della nostra missione. Sono certa di essere un nulla e, nello stesso tempo, di essere strumento nelle mani di Dio che la sua grazia rende efficace anche quello che fa. Mi sento di esprimere sentimenti di gratitudine al Signore e alla mia famiglia religiosa, attraverso le pagine di questo giornale, perché penso che le esperienze che sto vivendo mi stiano trasformando in meglio.

di Marien Rosario Vàsquez Cortèz