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A B N°548 / XII 4 Maggio 2020 RIVISTA APERIODICA DIRETTA DA STEFANO BORSELLI d Il Covile f RISORSECONVIVIALI E VARIA UMANIISSN2279–6924 iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dalfilosofo né una spiegazione néuna trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l’inclemenza del tempo. Nicolás Gómez Dávila T e s ti d i J a cqu e s C a m a t t e (6) INSTAUR A Z I O N ED E L R I SCH I O D I E S T I NZ I O N E Y n un primo approccio, l’impor- tanza eccezionale accordata agli effetti patologici legati allinfezio- ne da coronavirus sembrerebbe un buon modo per mascherare il fenomeno essen- ziale in atto: la distruzione della natura e la ri- messa in discussione del processo di vita organi- ca sulla Terra.Si tratta della scomparsa di mi- gliaia di specie e del blocco di tale processo in atto da quasi quattro miliardi di anni, che con- ducono ad unimmensa estinzione. Ora la Ter- ra è un corpo celeste eccezionale e nessun altro somigliante è stato scoperto a migliaia di anni luce. Come può la specie escamotare * un tale evento, se non a causa della sua follia, rinchiu- dimento in un divenire, unerranza, che la fa in- capace dimmaginare qualcosa di diverso, in par- ticolare una via duscita.Essa si preoccupa solo di se stessa, ignorando che ciò che subisce è una conseguenza della sua dinamica di separazione I * Per questo e altri termini camattiani si veda nel n° 480 del novembre 2018, il Glossario dell’Autore: «Escamotaggio [Escamotage]. Dinamica che fa scomparire un dato importante, dando spesso l’im- pressione di tenerne conto. Nella nostra lingua il francesismo escamotage normalmente sta per espediente, sotterfugio, mentre in francese (e in spagnolo) il signifi- cato primario del verbo escamoter (sp: escamotear l’azione di far sparire abilmente qualcosa dalla vista; ori- ginariamente designava le manovre con carte e oggetti di prestidigitatori emaghi di strada. Escamoter une carte. Lit escamotable = letto a scomparsa. (N.d.T.) dalla natura e della sua inimicizia, 1 sia interspe- cifica, che infraspecifica. Tale dinamica di mascheramento è vera, evi- dente, ma questa affermazione non implica una sottovalutazione del fenomeno che stiamo su- bendo. È ciò su cui vogliamo insistere e non in- tendiamo separare i due fenomeni, ma al contra- 1 Vedi «Inimicizia ed estinzione» , articolo che com- pleta cche qui esponiamo [in Il Covile n°521 del settembre 2019. Per tutti i successivi riferimenti si può consultare la Bibliografia ora presente nel sito del Covile, la quale fa menzione di tutte le traduzio- ni italiane, (N.d.T.)]. , la quale Il Covile, ISSN 2279–6924, è una pubblicazione non periodica e non commer- ci al e, ai sens i del l a Legge sul l Edi t or ia n°62 del 2001. Di ret tore: St efano Borsell i . Segret eri a oper at i va: Armando Ermini , Gabr i ell a Rouf. Redazione: Francesco Borselli , Riccardo De Benedetti, Pietro De Marco, Armando Ermini , Mari sa Fadoni St ri k, Ci ro Lomonte, Et t or e Ma r i a Ma z z o l a , Al z e k Mi s h e , Ro be r t o Pe c c hi ol i , Ga b r i e l l a Ro u f , Ni k os A. S a l í n g a r o s , An d r e a G. S c i o , S t e f a n o S e r a n i , S t e f a n o S i l v e s t r i . ☞ © 2018 Stefano Borselli. La rivista è licenziata sotto Creative Commons Attri buzi one. Non commerci al e. Non opere deri vat e 3. 0 Ital i a Li cens e. Arr e t r a t i :www. i l c ovi l e. i t . i l . c ovi l e @gmai l . c om. Ca— r at t e r i u t i l i z z a t i : p e r l a t e s t a t a i Mor r i s Ro ma n d i Di e t e r St e ma n n e g l i Ed uc a t i on di Manf r e d Kl e i n, p er i l t e s t o i Fe l l Types r e a l i zza t i da Igi no Mari ni , www. i gi nomari ni . com Programmi : i mpagi nazi one Li- breOffice (con Estensione Patina), trattamento immagini GIMP e FotoSketcher.

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A BN°548 / XII  4 Maggio 2020

RIVISTA APERIODICADIRETTA DA

STEFANO BORSELLI dIl Covilef RISORSE CONVIVIALIE VARIA UMANITÀ

ISSN2279–6924

iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiPenetriamo  nuovamente  in  epoche che  non  aspettano  dal filosofo  né una  spiegazione né  una  trasformazione del mondo, ma  la  costruzione di  rifugi contro  l’inclemenza del  tempo. Nicolás Gómez Dávila

T e s ti d i J a c q u e s C a ma t t e ( 6 )

INSTAURAZIONE DEL  RISCH IODI  EST INZIONE

Y

n  un  primo  approccio,  l’impor-tanza  eccezionale  accordata  aglieffetti patologici legati all’infezio-ne da coronavirus sembrerebbe un

buon modo per mascherare  il fenomeno essen-ziale in atto: la distruzione della natura e la ri-messa in discussione del processo di vita organi-ca sulla Terra. Si tratta della scomparsa di mi-gliaia di specie e del blocco di tale processo inatto da quasi quattro miliardi di anni, che con-ducono ad un’immensa estinzione. Ora la Ter-ra è un corpo celeste eccezionale e nessun altrosomigliante è stato  scoperto a migliaia di anniluce. Come  può  la  specie  escamotare*  un  taleevento, se non a causa della sua follia, rinchiu-dimento in un divenire, un’erranza, che la fa in-capace d’immaginare qualcosa di diverso, in par-ticolare una via d’uscita. Essa si preoccupa solodi se stessa, ignorando che ciò che subisce è unaconseguenza della sua dinamica di separazione

I

* Per  questo  e altri  termini camattiani  si veda nel n°480  del  novembre  2018,  il  Glossario  dell’Autore:«Escamotaggio  [Escamotage].   Dinamica  che  fascomparire un dato  importante, dando  spesso  l’im-pressione  di  tenerne  conto.». Nella  nostra  lingua  ilfrancesismo escamotage normalmente sta per espediente,sotterfugio, mentre  in francese (e in spagnolo) il signifi-cato  primario  del  verbo  escamoter  (sp:  escamotear  )  èl’azione di far sparire abilmente qualcosa dalla vista; ori-ginariamente  designava  le manovre  con  carte  e oggettidi prestidigitatori e maghi di strada. Escamoter une carte.Lit escamotable = letto a scomparsa.  (N.d.T.)

dalla natura e della sua inimicizia,1 sia interspe-cifica, che infraspecifica.

Tale dinamica di mascheramento è vera, evi-dente, ma questa affermazione non implica unasottovalutazione  del  fenomeno  che  stiamo  su-bendo. È ciò su cui vogliamo insistere e non in-tendiamo separare i due fenomeni, ma al contra-

1 Vedi «Inimicizia ed estinzione» , articolo che com-pleta ciò che qui esponiamo [in Il Covile n°521 delsettembre  2019. Per  tutti  i  successivi  riferimenti  sipuò consultare  la Bibliografia ora presente nel  sitodel Covile, la quale fa menzione di tutte le traduzio-ni italiane, (N.d.T.)].

,  la  qualeIl Covile, ISSN 2279–6924, è una pubblicazione non periodica e non commer-ciale, ai sensi della Legge sull’Editoria n°62 del 2001. ☞Direttore: StefanoBorselli. ☞Segreteria operativa: Armando Ermini, Gabriella Rouf. ☞Redazione: Francesco Borselli, Riccardo De Benedetti, PietroDe Marco, Armando Ermini, Marisa Fadoni Strik, Ciro Lomonte, Ettore  Maria  Mazzo la ,  Alzek  M isheff ,  Roberto  Pecchiol i,  Gabr iel laRouf ,  Nikos  A .  Sa l íngaros ,  Andrea  G .  Sc iffo ,  S te fano  Serafin i ,  S tefano

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rio integrare ciò che riguarda la specie nel dive-nire della totalità del fenomeno vivente.

Il carattere piú importante di questa pande-mia è  il suo contagio fortissimo a causa del vi-rus stesso ma soprattutto a causa della sovrappo-polazione e della distruzione della natura che ri-duce  il  numero  delle  specie  possibili  ospiti.Essa è vissuta come una terribile minaccia.

Ora,  in diversi momenti del  loro processo divita uomini e donne si trovano, consciamente oinconsciamente, in presenza della minaccia chein certi casi può manifestarsi come una minacciaben determinata. E questo opera tanto a livelloindividuale quanto a livello di un gruppo piú omeno  numeroso,  a  livello  di  un’etnia,  di  unostrato sociale, cosí come a livello di una nazionee,  infine, a quello della  specie. Quest’ultima  sitrova ospitata nel suo mondo, nella natura ovve-ro nel cosmo, come in una matrice dominata dal-la minaccia, da essa determinata e strutturata —in  relazione  a  fenomeni  naturali  distruttivi —nel  corso di migliaia di anni, quella del  rischiodi estinzione.2 E non è solo il contagio a deter-minare  la  reinstaurazione del  rischio, di un  ri-

2 Il film Matrix — nella sua trilogia — rappresentabene questa matrice ove s’impone il meccanismo in-fernale del rigiocamento. Infatti, ad esempio, Neo sirende  conto  che  ci  sono  stati  altri  prescelti  e  altritentativi  di  distruzione  e  nel  finale  è  chiaramentesuggerito  che  la minaccia  persiste:  l’eventualità diun  nuovo  attacco  a  Sion  da  parte  delle macchinenon è eliminata.

schio corso piú di centomila anni fa,3 ma le misu-re che vengono adottate per bloccarlo.

Dunque, vengono a sommarsi un rischio perla specie e un  rischio per  l’insieme del mondovivente, la sesta estinzione prospettata già diver-si anni  fa da R. Leakey,4  il che  rafforza ulte-riormente  in Homo sapiens la minaccia incon-scia dell’estinzione, con preponderanza soprat-tutto  nell’immediato  del  fenomeno  che  la  ri-guarda  direttamente,  mentre  l’altro  è  il  piúspesso occultato secondo la sopraindicata dina-mica di mascheramento.

Che cosa rivela il contagio, che è alla base diquesta pandemia, cosí come le misure di prote-zione che essa  induce? Si può parlare a questo

3 Cfr. «Sembra che la nostra specie sia passata per unafase di  selezione drastica, un  collo di bottiglia conuna  popolazione  ridotta  a  circa  60.000  individui,tra i 100.000 e i 50.000 anni fa». Pascal Picq, «Uneévolution buissonnante» (Un’evoluzione ramificata)sulla rivista Pour la Science, ottobre 2002, n° 300. ¶«Quand la mer sauva l’humanité» (Quando  il mareha salvato l’umanità — durante  l’era glaciale che èdurata  da  195.000  a  120.000  anni),  articolo  diCurtis Marean  su  Pour  la  Science,  n°396,  ottobre2010. ¶ Attualmente si parla di un rischio di estin-zione corso circa 13.000 anni fa a causa della cadutadi  un meteorite  in Groenlandia  che  ha  causato  lascomparsa della megafauna, una riduzione della po-polazione umana che ne ha ricevuto uno shock chevari miti  testimoniano.  De  l’origine  des mythes  etde la civilisation (Sull’origine dei miti e della civil-tà) Casimir  Peraud, Médiapart  1 maggio  2020.  ¶Piú vicina a noi nel tempo e piú localmente un’allu-vione marina che colpí il Medio Oriente, la regionedi Sumer, sarebbe all’origine del mito del diluvio. ¶Si dovrebbe  tener conto di  tutti questi  eventi cata-strofici legati all’impatto di meteoriti o asteroidi perutilizzare  l’industria  spaziale  non per  la  conquistadello  spazio  (dinamica dell’inimicizia),  ma  in vistadi poter distruggere  tali oggetti cosmici prima cheraggiungano  la Terra. Inoltre  si dovrebbe  rifletteresull’impatto negativo che può avere il frequente at-traversamento della magnetosfera  che  protegge  laTerra contro le radiazioni pericolose e che permettela vita sulla Terra. 

4 Andreas Loepfe ha ripreso questa tesi in un articolomolto  interessante pubblicato sul n. 17 della rivista(Dis)continuité,  cfr.  François  Bochet,  [email protected].

dIl Covilef N° 548

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soggetto di apocalisse, non foss’altro che per se-gnalare  il  rigiocamento, poiché questa parolaindica proprio la rivelazione di una possibile di-struzione ma anche il mezzo per sfuggirne.

Il fallimento dell’uscita dalla natura, poichéla specie non è arrivata a sfuggire alla minacciae a raggiungere la sicurezza, nonostante una se-rie di separazioni per proteggersi.

La fine della negazione  totale della comu-nità originaria a seguito della sua frammenta-zione nel corso dei millenni con  la  fase  finaledel processo di separazione e  il dispiegamentodell’iperindividualismo  che  si manifesta  comecompensazione  all’evanescenza  dell’individuo.Ai nostri giorni, i rackets e il gregarismo sonoi residui aberranti della comunità.

La fine del ricoprimento* e la messa a nudodella  derelizione,  e  anche  la  manifestazionedel numen, del sacro, di ciò che genera fascinoe paura, e la rivelazione della vulnerabilità.5

Dato   che  l’instaurazione   del  rischio  diestinzione — non  si è piú di  fronte  semplice-mente alla minaccia, ma al rischio stesso — sipresenta come la somma dei due fenomeni pre-cedenti sopra citati, non possiamo trattarli se-paratamente e notiamo, in primo luogo, che af-fermare che si tratta di un rischio  implica chenella normalità l’estinzione non si verificherà.Tuttavia nel corso delle migliaia di anni che ciseparano  dall’evento  iniziale,  dati  imprevistihanno potuto imporsi e far sí che dal rischio sipossa passare alla certezza. Il dato  imprevisto,il piú importante e difficile da padroneggiare èforse la follia della specie che la rende incapa-ce di prospettare uno sviluppo diverso da quel-lo che ha adottato (rinchiudimento). Da cui la

* V. Glossario (N.d.T.).5 Abbiamo già messo ciò in evidenza a proposito degli

attentati  dell’11  settembre  2001  a  New  York,  in«Gloses en marge d’une réalité VIII». Abbiamo an-che  insistito  sull’importanza  dello  shock  che  creauno stato ipnoide che rende gli individui particolar-mente  manipolabili,   come  si  verifica  di  nuovo  aigiorni nostri. Questo dato è stato ripreso in occasio-ne dell’analisi del  libro di Naomi Klein: La straté-gie du choc, in Inversione e disvelamento, 2012.

necessità  di  un  ascolto  sia  storico  che  attualeper  essere veramente presenti  a quanto avvie-ne, il che permetta di attualizzare un comporta-mento adeguato.Lo  studio  dell’origine  della malattia  rivela

che ha avuto una «incubazione» piuttosto  lun-ga, fonte di confusione. In effetti è stata prece-duta  dalla  sindrome  respiratoria  acuta  graveSARS sorta  in Cina (2002–2003) e che ha col-pito  29  Paesi.  Il  virus  Covid-19,  il  SARS-CoV2, potrebbe derivare da quello che ha causa-to  la SARS. D’altra parte, potrebbe esserci unlegame con la Sindrome da Disturbo Respirato-rio Acuto, nota da abbastanza tempo e identifi-cata effettivamente nel 1967. Si menziona  tal-volta anche la Sindrome Respiratoria del MedioOriente  dovuta  anch’essa  a  un  coronavirusMERS-CoV, trasmesso dal cammello, e che dal2012  interesserebbe  alcuni  Paesi  al  di  fuoridell’Arabia  Saudita.  Questo  suggerisce  che  lamalattia attuale abbia una base profonda e dif-fusa,  tanto  piú  che  i  coronavirus  costituisconouna vasta famiglia di virus che possono causaremalattie diverse, che vanno dal comune raffred-dore  alla  sindrome  respiratoria  acuta  grave(SARS). Sta diventando il virus per eccellenza.

Essendo le  condizioni  di  vita  quello  chesono e similari in tutti i grandi centri urbani,il virus Covid-19 non troverebbe  in ciascunodi  questi  centri  la  possibilità  di  emergere  apartir  da  un  virus  «imparentato»  preesisten-te? Si avrebbe una forma di produzione endo-gena. Penso a questo a causa della velocità dipropagazione della malattia e perché essa ri-vela lo stato di decadimento6 in cui si trova la

6 Si manifesta  in particolare attraverso  il grande svi-luppo delle malattie autoimmuni dovuto ad una di-sfunzione del sistema immunitario, la moltiplicazio-ne dei tumori, la depressione (cfr. La fatigue d’êtresoi. Dépression  et  société di Alain Erhenberg, Ed.Odile  Jacob),  all’odio  di  sé  (cfr.  «Glose X»),  l’au-mento delle malattie mentali, all’obesità che  si dif-fonde, cosí come varie malattie legate ad una cattivaalimentazione,  o  al  consumo  di  droghe,  il  declinodella  fertilità maschile,  la  possibile  scomparsa  delcromosoma Y, ecc… ¶ Ciò spiega perché alcuni so-stengono che nessuno è morto a causa del coronavi-

4 Maggio 2020 Anno XII

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specie. Ciò non implica, nel caso in cui que-sta  ipotesi  si  rivelasse  corretta,  che  si  debbaabbandonare il confinamento, ma ciò impor-rebbe di preoccuparsi  simultaneamente e an-cor di piú delle cause profonde di questa ma-lattia al di là del parassitamento da parte delvirus. Esso viene ad essere il supporto di ognimale. Si sente dire spesso: non sto bene, devoaver preso un virus. Ma c’è sempre ambiguitàall’interno  della  specie  speciosata.*  Cosí  diqualcuno  che  si  dedica  con  passione  ad  unadata attività,  si dice che ha  il virus di… L’a-spetto maligno di questo essere si ritrova nelcampo dell’artificialità con i vari virus infor-matici.   Assai  curiosamente  Stephen  Haw-king,  fisico e cosmologo, voleva,  sembrereb-be, che li si considerasse come esseri viventi,mostrando un’ambiguità in formazione, in u-nione  con  un’altra  che  sarebbe naturale,  se-condo  la  rappresentazione  vigente, che con-sidera il virus vivente o non vivente a secondadel  supporto  su  cui  si  trova. Ma per  il  fattostesso  della  demonizzazione  di  cui  è  il  sup-porto, il suo ruolo essenziale in seno al proces-so di vita è  totalmente escamotato. Per desi-gnarlo, si deve rimontare alle origini di que-sto processo all’epoca di quello che fu chiama-to il brodo primordiale, ove regnava un conti-nuum vitale. Non c’era separazione e la conti-nuità  era  immediata. Quando  le  cellule  ap-parvero,  le  loro membrane  imposero  separa-zioni opponentisi alla continuità.  I virus  fu-rono gli elementi viventi, discreti, che permi-sero di ristabilire la continuità a partire dal di-scontinuo, permettendo trasferimenti da cer-ti esseri viventi ad altri, e l’intero processo divita nella sua totalità poté continuare, perché

rus,  ma  con  esso. Quest’affermazione  viene  spessofatta dopo l’esecuzione di autopsie. Tuttavia resta ilproblema della presenza del virus. Come compren-derla? Queste persone non danno una risposta effet-tiva e ho  l’impressione che minimizzino  il fenome-no, se non altro perché tendono a negare l’esistenzadi una pandemia. Altri fanno riferimento ad una co-spirazione globale, il che di nuovo non spiega nulla.

* V. Glossario (N.d.T.).

ciò che si evolve non sono solo specie isolate,ma  l’insieme  del  mondo  vivente  che  deveconservare la sua coerenza. I genetisti hannoevidenziato la presenza di un gran numero divirus  integrati nel nostro genoma,  segnalan-do il loro contributo alla costruzione di esso.In altre parole, se c’è continuità essi possonooperare  senza  parassitare.   In  compenso,  sequesta è  rimessa  in causa, possono diventareparassiti. E anche  in questo caso bisogna  te-ner conto della  totalità per poterlo afferma-re, perché una miriade di relazioni sono ope-ranti,  tra  cui  in  particolare  quella  che  in-terviene  nella  dinamica  di  rivelazione  di  undato stato, mentre altre possono sfuggirci. O-ra,  a  causa  del  suo modo  di  vita Homo  sa-piens  ha  operato  varie  discontinuità,   la  piúimportante  delle  quali  è  quella  con  il  restodella natura, da  cui  la moltiplicazione dellemalattie  virali. Fare  dei  virus  i  supporti  delmale (le malattie) è ancora sostenere la sepa-razione  e  l’inimicizia,  soprattutto  quando  lisi associa  a  specie  che ne  sarebbero  i vettori,come nel caso di Covid-19, pipistrelli e pan-golini. Ora questi ultimi, come risultato del-l’azione umana, sono  in via d’estinzione! Maciò nasconde un’ambiguità: fare degli altri es-seri viventi  i responsabili delle nostre malat-tie  implica pensare che  siamo passivi, ovveroinessenziali! La specie, virtuosa della manipo-lazione, si proietta negli altri e considera cheil  virus  la manipoli. Ora,  si  suppone  che  laSARS-CoV2,  il  virus di Covid-19, derivi dauna manipolazione  in  laboratorio, come  so-stiene Luc Montagner. La stessa affermazio-ne  fu  fatta  per  il  virus,  tuttora  sconosciuto,dell’AIDS.I sintomi di Covid-19 sono molto vari e cer-

ti si sono manifestati solo recentemente, come idisturbi cardiaci o le reazioni infiammatorie ec-cessive  come  le  tempeste  di  citochine  che  se-gnalano disfunzioni del sistema  immunitario, idisturbi del comportamento legati a danni cere-

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brali,  l’infiammazione  endoteliale  sistemica7 eancor piú  recentemente  la  formazione di coa-guli che non possono essere rimossi, obbligan-do in alcuni casi ad amputazioni.

Questa grande diversità è legata al fatto chela malattia rivela  in realtà disfunzioni antece-denti in seno alla specie, cosí come la sua obso-lescenza,  e quelle  causate da  essa  in  seno  allabiosfera. È piú che una malattia perché, comeoperatore  di  rivelazioni,  essa  s’impone  comeapocalisse. Ma, ripetiamo, la causa non è il vi-rus, ma lo stato della specie.

A  seguito  dello  sconvolgimento  legato  almaggio 1968, ho imperniato la mia riflessionee la mia indagine, da una parte sul mantenimen-to di una prospettiva «emancipatrice» con l’af-fermazione  di  un’invarianza,  all’interno  allaspecie, di una corrente portatrice di un proget-to di riemergenza della comunità umana, dal-l’altra sulla messa in evidenza della degenera-zione  della  specie  legata allo  sviluppo del ca-pitale e all’autonomizzazione della sua forma.8

7 Il virus non attaccherebbe il sistema immunitario at-traverso i polmoni, ma attraverso i recettori di super-ficie  ACE2  (recettori  dell’enzima  di  conversionedell’angiotensina,  sostanza  che  gioca  un  ruolo  nelmantenimento del volume ematico e della pressionesanguigna) presenti nell’endotelio (membrana inter-na dei vasi sanguigni), che perde cosí la sua funzioneprotettiva. Cosí tutti gli organi possono essere col-piti. ¶ In precedenza era stato fatto notare: «Tutta-via, piú passa il tempo, piú diventa chiaro che l’epi-demia non  si  svolge nello  stesso modo  in Cina e  inEuropa,  per  ragioni  legate  al  contesto  sociale,all’evoluzione del virus e forse alla diversa geneticadelle popolazioni. Per fare un solo esempio, una ma-nifestazione classica di un’infezione asintomatica inEuropa, come la perdita dell’olfatto, non è stata qua-si mai descritta in Cina». Mediapart, 6 aprile 2020,Samuel Alizon: «Le confinement ne fera pas dispa-raître l’épidémie» (Il confinamento non farà scom-parire l’epidemia).

8 Per quel che concerne Invariance si veda l’indice, lahome page del sito e il glossario. Per la degenerazio-ne  vedi  «Erranza  dell’umanità»  1973,  «Contro   ladomesticazione» 1973, «Questo mondo che bisognaabbandonare» 1974, «È qui la paura, è qui che biso-gna saltare!» 1975. Sono apparsi stampati sulla rivi-sta Invariance Serie II, n°3 le prime due, n°5 la ter-

Dieci anni dopo constatavo: «Si è giunti ad unostadio di esaurimento dell’umanità  e della na-tura; da cui si apre a noi l’era delle catastrofi.»(«Precisazioni a distanza di tempo», Invarian-ce, serie III, n°5–6, p. 35)9A posteriori si constata che l’inizio di questa

era  è  contemporaneo  alla fine  del movimentoproletario degli anni 80. È stata essa stessa unacatastrofe  immensa  ed  è  del  resto  cosí  chel’abbiamo vissuta, contemporanea all’accelera-zione  della  distruzione  della  natura,  in  parti-colare delle foreste. In effetti la scomparsa delproletariato  ha  avuto  un  effetto  paragonabilealla  riduzione  estrema delle  foreste:  perdita  diogni regolazione del sistema economico con lacrescita  indefinita della produzione, paragona-bile alla perdita del fenomeno di compensazio-ne  che  permetta  una  regolazione  del  clima.10Ecco perché nel corso di questi anni ho studiatocome  il divenire della società-comunità  in attoavesse  per  effetto  una  degenerazione  semprepiú spinta della specie. A tale divenire sono sta-te essenziali tutte  le  tecniche di manipolazioneche  utilizzavano   persuasione,  seduzione,  cosícome la comunicazione, l’informazione, la pub-

za e n°6 la quarta.9 Sul  sito cfr. «Précisions après  le  temps passé», due

paragrafi prima del richiamo della nota 25.10 La foresta è essenziale, e la vegetazione in generale,

perché  attraverso  la  fotosintesi  produce  ossigeno.Fornisce habitat  e cibo a un gran numero di  specie.Protegge i suoli e permette il loro sviluppo grazie al-le radici che crescono in simbiosi con funghi e batte-ri. Permette il prelievo dei sali minerali necessari allaformazione dei  frutti e delle verdure. La scomparsadegli alberi dai campi coltivati  legati alla monocol-tura è la causa di quella di qualsiasi sapore dalla frut-ta e dalla verdura, anche nel caso dell’agricoltura bio-logica. L’agroforesteria  e  la  permacultura  possonorimediare a  tutte  le  insufficienze  in una prospettivamolto lontana di una scomparsa dell’agricoltura qua-le che sia. Gli alberi esercitano anche un’azione bene-fica, calmante, atta a rimetterci in continuità (vedi lasilvoterapia). L’importanza fondamentale della fore-sta comincia a imporsi. Nel novembre 2019 la rivistaScience et Vie ha pubblicato un dossier «Arbres. Ilspeuvent nous sauver» (Alberi. Essi possono salvarci).Sí, ma per questo, se ne deve piantare a miliardi.

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blicità  con  i media corrispondenti,  perché essehanno  avuto  un  impatto  fortissimo  sul  sistemaimmunitario che può arrivare fino alla sua defi-cienza,  azione completata da quella delle dro-ghe. E questo ha operato anche nella dinamicadi assimilazione e d’integrazione, senza dimenti-care la sua costante operatività nel corso dei se-coli nell’educazione e nell’insegnamento.11

Cosí   possiamo  rispondere  alla  domanda:cos’è che causa la grande pericolosità di questa

11 Ho affrontato questi temi in vari articoli. Ne indicosolo alcuni perché sono numerosi, con qualche cita-zione per collocarli.   ¶ In «Gloses  en marge d’uneréalité I», 1983: «(...) L’unico modo per immunizzar-si (dagli effetti della televisione) è quello di adattarsial mezzo, ed è quello che succede. L’umanità si robo-tizza per adattarsi. L’immunizzazione avviene sottoi nostri occhi, è la robotizzazione con la possibile ec-cezione della Cina...». Marshall Mac-Luan «Des tê-tes vides comme des entonnoirs» (Teste vuote comeimbuti),  sulla  rivista  Reality.    ¶  In  «Gloses  II»:«L’intero divenire  del  capitale  alla  rappresentanzaautonomizzata è un presupposto al mondo della pub-blicità. Una  tappa  essenziale  è  stata  l’introduzionegeneralizzata del credito...».   ¶ «In un articolo del-la rivista Parents che spiegava come negli USA i ge-nitori avessero creato una lega per aiutarsi a vicendaper poter dire di no  ai propri  figli —  rinunciandoalla precedente pratica antiautoritaria — è stata in-dicata l’osservazione di uno psicologo riguardo allapratica  di  questa  lega.  [L’articolo] sottolineava  ilpericolo di un aumento della violenza nella praticadella Lega e ha notato come  il vero problema nonfosse stato affrontato: la distruzione dei legami affet-tivi stessi. Per illustrare il suo punto di vista, aggiun-geva:  «Conoscete  un  paese  in  cui  si  possa  leggere,esposto  sul  lunotto  posteriore  di  una macchina,  loslogan ‹Hai pensato ad abbracciare tuo figlio stamat-tina?›»  ¶ In «Gloses III« 1986: «Cosí, poiché i feno-meni pubblicitari possono essere interpretati  in ter-mini di immunità e poiché i rapporti tra gli individuipossono essere  interpretati negli  stessi  termini  (cfr.la questione della tolleranza spiegata sopra), si capi-sce che  la pubblicità possa  svolgere un ruolo rego-latore,  proprio  come  il  sistema  immunitario.   Piúprecisamente, dobbiamo dire che la comunità attua-le ha dato vita a un  sistema  integrativo-regolatorioche è paragonabile per molti aspetti al  sistema  im-munitario  che  opera  nell’organismo  dei  vertebratisuperiori».    ¶  In  «Emergenza  e  dissolvimento»1989: «Il dissolvimento tocca il livello cellulare conla disorganizzazione della cellula provocando la se-

malattia? È che essa arriva in fine di percorso,come  conclusione  di  un  immenso  processod’indebolimento della specie, legato in partico-lare ad una disfunzione del suo sistema immuni-tario  la  cui  importanza  è  notevole,  nell’assi-curare  un  processo  di  conoscenza  inconsciacomplementare a quello cosciente.

Dall’insieme degli articoli di questo nu-mero [de La recherche, n°177 del mag-gio  1986  (N.d.T.)  ]  consacrato  a  «Ledifese del corpo umano», emerge in defi-nitiva che la rete  immunitaria non serveunicamente  alla  difesa  dell’organismo,ma sarebbe un sistema d’integrazione, diposizionamento di esso nel continuum vi-tale, che funzionerebbe del resto in sim-biosi con i miliardi di organismi (princi-palmente i batteri) presenti nel corpo diogni uomo e di ogni donna.12

Si comprende che attacchi multipli a questosistema possano tradursi in una grande difficol-tà ad essere presenti a se stessi e al mondo, che è

parazione di elementi che si erano uniti piú di un mi-liardo di anni fa, durante la formazione delle celluleeucariote. ¶ In questo modo l’Homo sapiens diventauna specie inutile e pericolosa per l’insieme del pro-cesso vitale, che tende a eliminarlo attraverso l’atti-vità dei batteri e dei loro ausiliari: virus, prioni ecc.»Questa  idea  è  stata  espressa  anche  in  altri  testi.  Sipuò  formularla  in modo piú preciso  cosí:  tutto av-viene come se  l’insieme degli esseri viventi  tendessead eliminare Homo sapiens. In «Comunità e diveni-re» 1994: «Tuttavia, come abbiamo indicato, la me-diazione autonomizzata che si pone come realtà im-mediata (come  si verifica con virtualità) abolisce  larappresentazione.  Cosí  facendo,  si  ha  evanescenzadel processo  di  conoscenza  basato  su quest’ultima;da qui l’escamotaggio della specie stessa, cosí comela  scomparsa della  terra  (cultura  fuori  terra), delladonna  (fecondazione  in  vitro  con  la prospettiva diprodurre bambini in provetta), del cervello (intelli-genza artificiale), dello spettacolo senza attori reali,ecc.  Questa  eliminazione  della  specie  separata  daogni  realtà  concreta  porta  alla  sua  degenerazioneche  si  esprime  al meglio  nella  perdita  dell’innatoche, a sua volta, segnala la perdita di basi, radici, fon-damenta».

12 Cfr. «Gloses en marge d’une réalité» III, 1986.

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una componente della  speciosi,13  tanto piú chela rottura con  il resto della natura ha generatola solitudine della specie e che la distruzione diquella ha per conseguenza l’impossibilità di esse-re riconosciuti. Per un lungo tempo essa ha potu-to diminuire questa solitudine grazie alla sovra-natura  ricorrendo  ad  ogni  sorta  di  divinità  e,soprattutto  col monoteismo,  all’aiuto  di  Dio.La debolezza di quest’ultimo, la sua evanescen-za, rimette la specie in derelizione.

Quindi  le  cause  essenziali  della  pandemiasono la speciosi sovra citata la cui manifestazio-ne  piú  estrema  è  la  perdita  della  sensibilità,dell’affettività,  causa  e  risultato  della  perditadella continuità e  la  regressione dell’empatia,la sovrappopolazione.14

Questa  perdita  riguarda  il  rapporto  conl’altro  in  generale,  la  ripercussione  dell’altrosu  di  sé,  il  che  aumenta  l’iperindividualismoche esprime bene  la  rottura di continuità cheimplica  la dimensione della potenza di vita, lascomparsa dell’ascolto.

La diffusione della malattia e le misure vol-te a ostacolarla, a sradicarla — mettendo in di-scussione tutto il modo di vita — rivelano tut-to ciò che affetta negativamente la specie e met-tono  in  evidenza  particolarmente  la  nocivitàdel separarsi per salvarsi.

Ciò che si rivela prima di tutto e in un modoche  si  potrebbe  dire  esplosivo  è  l’inimicizia,che si presenta nello stesso tempo come un com-portamento  e  come  un’affezione,  e  come  un

13 Cfr. «14.2.2. Struttura della speciosi» in: «Punto at-tuale di sbocco dell’erranza».

14 Un secolo fa, durante l’influenza spagnola, che fecetra i 50 e i 100 milioni di morti, eravamo 1,8 miliar-di d’individui, ora 7,7, cioè 6 miliardi in piú, un au-mento quadruplo in questo breve lasso di tempo. Daallora si comprende la giustificazione della necessi-tà del confinamento. ¶ Dal momento in cui si intra-prenderà l’inversione, ci vorranno alcune migliaia dianni  perché  il  numero  di  esseri  umani  oscilli  tra  i250 e i 500 milioni, come probabilmente fu il casoprima della grande separazione operata con la prati-ca dell’agricoltura e dell’allevamento, permettendoa tutte le forme di vita di prosperare.

modello di conoscenza.15 Fin dall’inizio è statoproclamato: siamo in guerra. In questa procla-mazione sbuca la nostalgia per i tempi guerrie-ri, in cui l’individuo può dare il cosiddetto me-glio  di  sé  e  quando  la  vita  acquista  un  sensoperché  è  allora  possibile  accedere  a  se  stessi.Inoltre, lo stato di guerra permette ai dominan-ti di giustificare le diverse misure di repressio-ne, di bloccare  le possibilità per  i dominati dimanifestarsi, come si verifica con l’imposizionedel  confinamento  che,  prolungato,  porta  aduna  forma  di  asfissia. A  questo  proposito  co-municherei la profonda osservazione che mi hatrasmesso Cristina Callegaro sui disturbi causa-ti dal Covid-19:

Tutte queste persone che soffocano, chenon riescono piú a respirare, che manca-no di ossigeno, è come una paura radica-le, assoluta. Sembra un rivissuto della na-scita, di una nascita pesantemente trau-matica che a sua volta riassume il terroredell’annientamento della specie. 

Ciò indica anche la difficoltà, se non l’impossi-bilità, di operare l’inversione che potrebbe pre-sentarsi ed essere vissuta come una nascita.

Il  contagio  di Covid-19  e  il  confinamentoche ne  segue non riflettono  forse  il rifiuto  in-conscio  dell’altro,  soprattutto  in  popolazioniche  subiscono  una  troppo  grande  prossimitàforzata, per esempio nei trasporti, nelle stradeaffollate o anche in appartamenti angusti? Nel-la normalità non siamo  limitati al nostro cor-po, ma  siamo circondati da una bolla  simile auna  cavità  amniotica  limitata,  quindi  daun’amnios. L’attraversamento ripetuto di que-sto  rende  il vivere assai poco agevole, è comese  l’individuo  perdesse  la  sua  idiosincrasia,  isuoi punti di riferimento e anche la sua traccia.Dove  si  trova? E  si  può  pensare  che  i  buchipraticati nell’«amnios» siano porte per le qualiun virus possa introdursi.

15 Non insisterò su questo dato, avendo già scritto a ri-guardo in «Gloses IX», dove cito dal libro di JamesHillman Un  terribile amore per  la guerra, e piú  indettaglio in «Inimicizia ed estinzione».

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Questa   osservazione  sull’importanza  dellacavità amniotica e dell’amnios mi è  stata  sug-gerita  dalla  lettura  delle  opere  di  Varenka  eOlivier Marc,  in  particolare Premiers  dessinsd’enfants Ed. Nathan. Infatti da quanto  lei elui  espongono  sono  giunto  alla  conclusioneche cavità amniotica e amnios sarebbero ricosti-tuiti  dalla  presenza  avvolgente  della  madreche, nello stesso modo, permetterebbe al bam-bino di costruire la propria bolla, grazie al cor-done ombelicale costituito dalla continuità tralui e la madre. Si può dire che è un momentoimportante nella  realizzazione  dell’aptogesta-zione.16 * E tutto ciò, occorre metterlo in rela-zione con la perdita di ogni comunità che ren-de gli individui estremamente fragili, e aggiun-gerei  che  probabilmente  la  bolla,  e  dunquel’amnios, sarebbero i resti della dimensione co-munitaria a livello dell’individuo.

Tornando alla manifestazione dell’inimici-zia,   la  proclamazione della Union  sacrée —complemento  a  quella  della  guerra,  equivalealla messa  in atto di una forma di repressione,completata spesso da un’auto-repressione, chemira a quelli e quelle che non sono d’accordo.Essa tende ad abolire le differenze, sprofondan-do la popolazione in uno stato di indifferenzia-zione che è una forma di cancro.17

Ciò  permette  allo  Stato  di  recuperare  unacerta  importanza facendosi gestore della  tera-peutica, ovvero  terapeuta,  il che è  logico per-ché  la  terapeutica  fondamentale  è  quella  chemira a guarire gli uomini e le donne della loronaturalità reprimendola. Ora, le misure che as-sicurano il confinamento entrano bene in que-

16 Vedi  in  particolare   [il   capitolo]  «L’image  ducorps»,  pp. 83–86.

* V. Glossario (N.d.T.).17 Ho già segnalato che il cancro è una malattia legata

allo  sviluppo  del  capitale.  In  effetti  la  cellula  tu-morale è una cellula indifferenziata e  il movimentodel capitale produce l’indifferenziazione degli uomi-ni, delle donne, rendendo sempre piú impossibile ladinamica  di  riconoscimento.   Inoltre  essa  li  rendeinutili. L’iperindividualismo, un tentativo per essereidentificabili, apparirebbe come una reazione a que-sto divenire.

sta dinamica, essendo propizie all’effettuazio-ne di violenze di polizia, come avviene durantele attuali rivolte nelle periferie dovute al confi-namento, alla miseria, al non riconoscimento.

Lo  stesso vale per  altre misure come  il di-stanziamento,   che  rivela  l’inimicizia  soggia-cente, perché mantenere  le proprie distanze èproteggersi. Essa permette anche di evitare  lacrisi della presenza,  la presenza dell’altro cheè  potenzialmente  pericoloso  soprattutto  se  èsconosciuto.

Il distanziamento implica la realizzazione adistanza di processi di vita: telelavoro, teleinse-gnamento,  videogiochi,  cybersesso,  e  dunquenon piú tatto. Si deve compiere tutte le funzio-ni vitali nella separazione, senza alcun contat-to, viviamo felici viviamo separati.

Cosí il Covid-19 apparirebbe come una ma-lattia affettivamente trasmissibile che obbliga aportare  la maschera, che  implica che masche-rarsi  crea una certa distanziazione,  o conducead essa. Cosí piú la specie degenera e piú diffi-cilmente  può compiere  il  suo processo di vitasenza rischi, l’ultimo dei quali, sommatoria ditutti, è il rischio di estinzione.

Il Covid-19 e le misure per preservarsene ri-velano la repressione genitoriale e la esacerba-no. Dall’inizio del  confinamento  c’è  stato unincremento  di  maltrattamenti   concernenti  ibambini e le donne.

Il fenomeno si ripete nei rapporti di  lavoroin cui i datori di lavoro non assicurano le neces-sarie misure di protezione o approfittano dellasituazione  per  aumentare  lo  sfruttamento,   ilche ha causato scioperi. Inoltre, all’inizio, cer-ti datori di lavoro hanno negato l’epidemia pernon interrompere la produzione.*

Poiché l’attività  economica non può  essereinterrotta, s’impone una separazione tra i confi-nati e coloro che per cosí dire devono servirli:personale sanitario, ma anche lavoratori e lavo-ratrici in varie imprese come le Poste, ad esem-pio, e che spesso non sono adeguatamente pro-

* Salta alla mente il caso delle crociere salpate a mar-zo, dopo che la crisi era proclamata (N.d.T.).

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tetti e protette per esigenze economiche, o permancanza  di  mezzi,  la  cui  causa  risiede  an-ch’essa in fattori economici, come le restrizio-ni di bilancio (il caso degli ospedali e del per-sonale ospedaliero è esemplare).

Le  disuguaglianze   sociali  si  manifestanoapertamente.  Cosí  i  ricchi han  potuto  andarein campagna, chi ha una villa con un giardinet-to o chi vive in appartamenti abbastanza gran-di gode di condizioni di vita molto piú favore-voli rispetto a quelli che  si  trovano  in  alloggiangusti, luoghi che favoriscono i conflitti.

Il Covid-19 e le misure volte a sradicarlo ri-velano e amplificano il fenomeno di sostituzio-ne che si è già menzionato, e che si può defini-re come  il  rimpiazzo della naturalità da partedell’artificialità, l’invasione dell’uso della tec-nica  (l’interiorizzazione   di  essa  non  essendopiú sufficiente) in tutte le operazioni della vita,che  in maniera esasperata ha bisogno di  istru-zioni per essere realizzata. Costituisce la rispo-sta a un’antica doppia domanda: come poter vi-vere  nella  discontinuità,  come  ristabilire  unacontinuità? Domande e risposte fanno parte diquello che si può chiamare: trattato del savoir-vivre ad uso di tutte le generazioni. Attualmen-te il problema di conservare una continuità no-nostante  il confinamento  si risolve grazie allavirtualità, all’artificialità.

La  sostituzione è  il  trionfo  dell’economia,un approccio caratterizzato dalla predominan-za  degli  oggetti  sugli  esseri.  I  primi,  grazieall’informatica sono sempre piú connessi tra diloro e presto non avranno piú bisogno degli uo-mini per operare. Al limite, uomini e donne ap-pariranno come parassiti che, a causa della lo-ro affettività, turbano gravemente i processi incorso. D’altra parte l’economia assicura il pro-gresso  in tutto e deve anche riguardare Homosapiens nella sua dimensione zoologica, da cuila dinamica dell’uomo  aumentato.  Inoltre  c’èda  tener  conto  del  fenomeno  dell’ogget-tivazione, che fa sí che gli esseri umani tenda-no a comportarsi come oggetti.18

La sostituzione crea un divenire all’estinzio-ne  per  il  fatto del  rimpiazzo del vivo col nonvivo  come  i  robot,  esseri  che  si  comportanocome  se  fossero vivi. È  il  trionfo del come  se,della  simulazione, della  sostituzione di madrenatura con madre informatica-internet.

L’epidemia serve a mascherare la distruzio-ne della natura — a operare uno stornamento— ma rivela anche tutti gli orrori umani, cioèessa fa sorgere e non solo svela. A questo propo-sito  notiamo  che  il  velo  è  una  sorta  di  ma-schera che, originariamente nell’area islamica,serviva per proteggere  le donne. La mascheraserve anche, da qualche anno, per proteggersicontro  le  conseguenze  di  questa  distruzione:proteggersi dall’inquinamento,19 che può esse-re percepito come una malattia altamente con-tagiosa e  la cui origine è molto antica, poichécomincia con la costruzione delle città, delimi-tate  da mura20  erette  in  vista  di  operare  una

18 Ciò si verifica nelle psicosi in cui l’individuo non ri-conosciuto  si  serve  dell’oggetto  al  fine  di  esserlo.Vedi:  Harold  Searles,  L’environnement  non  hu-main (L’ambiente non umano) Ed. Gallimard, cosícome  l’approccio globale proposto  in  Inversione  edisvelamento 2012.

19 Si è sempre in una problematica in cui l’inimicizia èoperante, com’è il caso anche delle maschere antigasmesse a punto nel 1916, durante una guerra reale.

20 F. Renggli ha fatto notare che la città realizzava unutero ed era considerata come una madre, e  il fattocurioso che la parola enceinte designi un sistema di

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protezione a fronte di altri uomini. Ora, si puòconsiderare  che mascherarsi  è  rinchiudersi  inse stessi. È anche esporre un’ambiguità: io nonsono pericoloso ma porto una maschera perchésono  ambiguo,  contengo  la possibilità di  tra-smettere un pericolo. In questo caso, rimuove-re la maschera sarebbe escamotare l’ambiguità.Prendendo  la pandemia maggiore ampiezza  epotendone  emergere  altre,  si può domandarsise il portare la maschera dovrà entrare nel no-stro abbigliamento  necessario. Espongo qui  ladinamica  in atto e ciò che essa  implica, e nonvuol dire  che  io  sia convinto dell’utilità dellamaschera o del test.

Mascherare:  abbiamo piú volte fatto appel-lo a questa parola per indicare il fatto di dissi-mulare una certa realtà piuttosto che escamota-re o scotomizzare che esprimono che si nascon-de ma non che  si dissimula. Quando ci si ma-schera si tiene conto di una realtà ma la si na-sconde, il che costituisce del resto il contenutodel  ricoprimento. Nella  situazione  attuale,  inmodo immediato, il portare una maschera per-mette di proteggersi, ma anche di non contami-nare l’altro se egli non ne porta, nel caso in cuisi  sia portatori di virus  senza  saperlo. Ma,  in-

protezione e caratterizzi  lo  stato di una donna cheaspetta un bambino.

consciamente,  altre  funzioni  possono  esserepresenti e avere un effetto sulla persona che simaschera, per esempio, cosa è che essa copre?In effetti ci si può mascherare anche per non es-sere riconosciuti, segnalando ancora la dinami-ca dell’inimicizia. Da un punto di vista genera-le, questa pratica è in rapporto con l’incertezzadella  specie,  incertezza di ciò  che  è e del  suoposto  nel  fenomeno  vivente,  ma  anche  conl’insoddisfazione di essere ciò che essa è. Indicaanche tutta l’inquietudine e l’immensa perples-sità  che  il  rapporto  realtà-apparenza  genera,contenendo  una  fondamentale  ambiguità.21

21 Poiché non intendo, nel contesto di questo articolo,trattare a fondo la questione della maschera, riportouna  citazione —  le  cui  affermazioni  sono notevoli— che permette di farsi un’idea della sua portata: ¶«Oggetto universale di tutte le società arcaiche o mo-derne,  la maschera  occupa  un  posto  sorprendentenella  storia della  civiltà  e  il  suo  uso  risale  alla piúalta antichità, quando, già fatta per essere portata, èspesso ideata in materiali leggeri e il suo valore ini-ziatico rimane oscuro e paradossale. Simulacro fac-ciale, dissimula, nasconde, e camuffa. Facendo partedel  regno  dell’apparenza,   la  maschera  permetteall’uomo, dotato di una dualità originale, di accede-re alla metamorfosi del  suo  essere,  alla  rivelazionedel  suo  inconscio. Le  sue caratteristiche, dapprimaesclusivamente rituali, conservano per tutto il corsodella  sua  storia  il  principio  di  trasgressione  che  èalla base di ogni  forma di  travestimento. Dotata diun potere soprannaturale,  essa permette di sfuggiretemporaneamente alla vita quotidiana, dando liberocorso  agli  istinti piú  repressi  e  facendo  venir  fuorigli aspetti dell’uomo che la vita sociale normalmen-te nasconde; talvolta essa rivela anche certe sfaccet-tature sconosciute».  ¶ «(...) Grazie alla maschera, lacomunicazione s’instaura  in modo piú  libero  e piúfamiliare. L’uomo  si  dà  l’illusione  di  abbattere  lebarriere  e  le  distanze  sociali».  Celine  Moretti-Maqua Le masque et l’histoire (La maschera e la sto-ria). ¶ Il desiderio di metamorfosi deriva dall’insod-disfazione,  dalla  percezione  di  essere  incompiuto.Oggi è  sostituito dal desiderio di essere aumentato.Tutte le tecniche che permettono ciò mirano in par-tenza a mascherare l’essere naturale, poi ad eliminar-lo. D’altra parte, accrescersi non è trasgredire? Il fe-nomeno non era operante nelle popolazioni che vive-vano nude e usavano  le maschere, e non è anche  ilcaso della pratica delle pitture corporali, del tatuag-gio? Si può  andare oltre  e porsi  la questione della

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Questa è legata alla separazione dal resto dellanatura: siamo naturali o siamo fuori natura? Èla domanda che ci si pone da secoli. Una formadi  scamotaggio  di  essa  consiste  nel  porre  chel’uomo sia costantemente nella dinamica di se-pararsi, o sul punto di farlo. L’ambiguità ha ladimensione  della  dualità,  dell’ambivalenza,dell’equivoco (esistenza di due vie, quale pren-dere?). Tuttavia essa è spesso inconscia e si sve-la solo attraverso una transcrescenza attraversola manifestazione di questi tre fenomeni. Comesi verifica con la natura madre o matrigna e lamadre amorevole o repressiva.La  nocività  dell’ambiguità  deriva  dal  fatto

che essa genera  l’insicurezza, l’indecisione chepuò  trasformarsi  in  incoazione,  lo  sgomento,l’installazione  di  un  blocco  che,  per  uscirne,provoca il dispiegarsi di misure estreme gravidedi  violenze,  e  dunque  il  ricorso  all’inimicizia.Nel complesso, l’ambiguità genera la crisi dellapresenza; è perciò che è in generale repressa.

Le misure prese contro il Covid-19 ci forni-scono  un  importante  esempio  di  ambiguità:sono state preconizzate in vista della salute de-gli  individui  o  mirano  a  salvare  l’economia?Non dimentichiamo che il residuo di naturali-tà è causa dell’ambiguità. Le esigenze  in par-tenza si presentano cosí: occorre ben curare lagente perché possa lavorare e dunque far fun-zionare l’economia, che a sua volta permette disoddisfare  i suoi bisogni. Ora, piú la pandemiaperdura e con essa le misure che mirano a con-tenerla, piú l’ambiguità si dissolve, come abbia-

funzione, probabilmente polivalente, della custodiapenica. Infine,  sempre per quanto  riguarda  il  sessomaschile,  tale può  essere  la base  inconscia dell’usodel preservativo. ¶ D’altra parte, con l’uso genera-lizzato  della maschera,  l’«illusione di  abbattere  lebarriere  e  le distanze  sociali» potrà  realmente  im-porsi?  ¶ Cosa  si  significa  in  profondità  quando  siparla di maschere mortuarie? L’individuo non è piúche  un’apparenza,  non  ha  piú  essere ma  conservaqualcosa in rapporto con la vita, attivando il deside-rio e la nostalgia che viva ancora? ¶ Infine, sarebbeopportuno  esaminare  il  rapporto  che  si  può  averetra maschera e travestimento, ma ciò non può esseretrattato nell’ambito di questo testo.

mo già detto parlando della sostituzione. Inol-tre,  ridurre  la  naturalità  permette  di  usciredall’ambiguità, e l’artificializzazione s’imponecome modo di eliminarla.

Abbiamo anche già segnalato che le disugua-glianze sociali sono ben evidenti e conclamate,e dunque ogni ambiguità circa  l’inesistenza dibarriere sociali e su un’eguaglianza tra gli esse-ri umani, scompare.

È con la messa in atto del confinamento chesi  rivela  con  piú  acutezza  l’eliminazione  diogni ambiguità.22 Cosí Sylvia Duverger utiliz-zando dei lavori di Natacha Chetcuti Osorovtzha dichiarato: non siamo in prigione, ma impri-gionate.23  È  ciò  che  accade  normalmente  pertutte le persone che vivono nelle città, soprat-tutto le grandi città, le megalopoli. È come sescontassero una condanna di cui non conosco-no la causa. Essa rivela pure l’esercizio della re-pressione  col  pretesto  che  è  per  il  tuo  bene,con  il  trionfo  dell’artificializzazione   che  sirealizza  attraverso  il  telelavoro,  il  tele-inse-gnamento  già citati a proposito del distanzia-mento, i quali possono anche essere giustificatiin  nome  della  riduzione  dell’inquinamento.Provoca  una  grande  disorganizzazione   dellavita  economica  e  sociale, ma  è  soprattutto  larepressione degli impulsi e dell’affettività degliuomini  e delle donne, con escamotaggio delleenormi sofferenze che ciò induce in particolareper  gli  anziani  nelle  case  di  riposo  (Ehpad),dunque già  isolati dai  loro parenti,  il che puòaffrettarne  la morte. Confinare è  rinchiudere,il che può portare all’asfissia e alla morte comenel Covid-19.

22 In Positionnement  ho  trattato  la possibilità di  fareun’affermazione  senza ambiguità non essendo nelladinamica  dell’inimicizia.  ¶ Per  quanto  riguarda  ilconfinamento,  molti hanno  fatto notare  che  è unamisura estrema e si sarebbe potuto operarla in modomeno draconiano. In realtà, soprattutto in Francia,ciò  è  dovuto  ad  una  volontà  di  organizzare  e  adun’incapacità di attuare altre misure come lo scree-ning (molto contestato) effettuato in Corea del Sudo in Germania.

23 L’ho trovato nel Club di Médiapart: si parla di don-ne, ma vale anche per gli uomini.

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L’inibizione  ovvero  la negazione della vitaaffettiva porta all’obsolescenza dell’uomo teo-rizzata  da  G.  Anders,  di  cui  abbiamo  spessoparlato,  e  alla  scomparsa della  specie animaleHomo  sapiens,  come  ha  affermato A. Leroi-Gourhan nel 1965.

Occorre dunque concepire un homo sa-piens completamente trasposto e sembrache  si  assista  agli  ultimi  rapporti  liberidell’uomo e del mondo naturale. Libera-to dei  suoi  strumenti, dei  suoi gesti, deisuoi muscoli, della programmazione deisuoi atti, della sua memoria, liberato del-la  sua  immaginazione  dalla  perfezionedei mezzi  televisivi,  liberato del mondoanimale e vegetale, del vento, del  fred-do, dei microbi, dell’ignoto delle mon-tagne  e  dei mari,  l’homo  sapiens  dellazoologia  è  probabilmente  vicino  allafine della  sua  carriera  (Leroi-Gourhan,Le geste et la parole, t.II, p.266).24

L’altro aspetto non meno pericoloso è, conun controllo costante e piú efficiente, una cre-scente sorveglianza realizzata grazie ai progres-si  dell’informatica  che  rendono  possibile  latracciabilità —  con  in un  futuro prossimo,  lamessa a punto dell’identità digitale e l’uso del-la  5G —  a  cui  sarà  difficile  sfuggire,  e  conl’uso dei droni, nonché l’impiego di nuovi mez-zi per combattere coloro che si ribellino a que-sto ordine infernale, impedendo cosí ogni possi-bilità di  scontro con  il creare un  fenomeno didistanziazione che rivela tutta la sua dimensio-ne d’inimicizia e l’asimmetria nel conflitto: gliuomini al servizio dell’ordine potranno proteg-gersi e i dimostranti resi incapaci di attaccarli.Insomma la realizzazione di un dispotismo le-gato  a  una momentanea  riaffermazione  delloStato, che  si manifesterà  in modo  sempre piúsubdolo  grazie  all’economia  che  metterà  inatto un’organizzazione repressiva, come del re-sto è ogni organizzazione sociale, ricercata da

24 Trasposto, cioè realizzato in organi artificiali; si po-trebbe anche dire trasferito. ¶ Abbiamo già citato ecommentato questo testo in «Gloses I».

millenni. La guerra contro il virus non arriva amascherare la guerra civile latente.

Il  controllo  e  la  sorveglianza,  che vannodi  pari  passo,  aumentano  in  contemporaneaalla crescita della quantità della popolazioneumana.Con  la  dinamica  del  proteggersi  è  quindi

sempre  l’inimicizia  a  prevalere,  come  accadein generale nelle relazioni umane, ma finché ri-mane una certa naturalità, l’ambiguità persiste.Dovrebbe dunque andare fino in fondo per eli-minarla, portando l’estinzione della specie.

Questa pandemia è scoppiata in seno ad unacrisi  economica,  che  è  per  cosí  dire  perpetuacon l’instaurazione della forma autonomizzatadel capitale, poiché niente  fa da ostacolo  alladinamica dell’incremento continuo, e l’ha raf-forzata. Da cui  il paragone spesso fatto con lecrisi storiche come quella del 1929 e anche conle  guerre  che  spesso  hanno  avuto  luogo  perrisolvere  crisi  economiche. Si  potrebbe  ancheporsi la questione delle epidemie di guerra, peril  fatto  stesso  che  l’epidemia  sia  vissuta  comecorrispondente a quella. D’altra parte le misu-re prese contro la Covid-19 accentuano la crisimettendo bene in evidenza che uomini e donnesono necessari,  il che porterà ancora a tentaredi eliminarli, di renderli obsoleti.

Essa ha dato luogo da parte di un gran nu-mero di uomini e donne alla manifestazione diuna grande empatia, che per il personale sanita-rio ha potuto in certi casi portarli alla morte, edi una solidarietà, che  indica che la naturalitàè ancora operante nella specie ma insufficientead eliminare l’ambiguità nella sua totalità. Perquesto motivo la specie ne uscirà indebolita e ri-cettiva ad altre pandemie, artificializzata ad ol-tranza, iper-controllata, il che ne accrescerà ilrischio di estinzione.

Con il confinamento si è rilevata una dimi-nuzione dell’inquinamento atmosferico, del tas-so di CO2, un aumento delle manifestazioni dianimali che prima erano poco visibili, ma ahi-mè ancora  il mantenimento dei pesticidi e de-gli  insetticidi. Probabilmente ci vorrà un’altra

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crisi come quella che stiamo vivendo per giun-gere alla loro soppressione.

Emerge anche che le conseguenze della pan-demia e delle misure che essa ha provocato in-dicano  attivamente  a Homo  sapiens  che  cosaoccorre fare per rigenerare la natura:25 la spe-cie dovrà limitare l’entità della sua popolazio-ne e  imporsi un contenimento per  lasciare piúampio spazio agli altri esseri viventi.

Dopo la fine del confinamento gli individuicercheranno di trovare un posto nel corpo so-ciale, ma potranno difficilmente ritrovare quel-lo precedente. È quello che in modo analogo siprodusse per la specie con la rottura con il re-sto della natura.

Ciò significa anche che viviamo l’instaurarsidi una grande discontinuità.

Per metterla in evidenza, si può prospettarein modo diverso l’intero fenomeno in corso, incomplementarità con quanto detto  sopra. Te-nendo conto di ciò che abbiamo scritto sulla ri-volta della vita col movimento del maggio-giu-gno 1968 facente seguito al movimento hippie,e tenendo presente che ciò che è fondamentalenel caso della pandemia non è il virus ma lo sta-to di decadimento in cui la specie si trova dopomigliaia di anni di uscita dalla natura, di con-flitti con essa e sua distruzione, che è pure di-struzione della naturalità di ognuno, fenomenoaccelerato da due secoli e come autonomizzato-si a partire dagli anni 80 del  secolo  scorso,  sipuò affermare che è come se il corpo della spe-cie  significasse che non ne può piú, che non èpiú in grado di sopportare ciò che gli viene in-flitto,  che  non  può  piú  assicurare  la  guerra,che entra in depressione, che non può piú sop-portare l’artificializzazione.

È come se uomini, donne e persino bambinifossero entrati «in sciopero» per rifiutare il dik-tat del meccanismo  infernale  che  li opprime,uno  sciopero  che  ha  colto  impreparati,   sor-prende  tutti,  compresi  i  dominanti,  che,  an-

25 Non si può dimenticare che la salute del pianeta vadi pari passo con quella della specie; non si può se-pararle.

ch’essi, a un grado minore, soffrono della stes-sa  situazione,  e  come  tutti hanno paura dellamorte (residuo di naturalità comune a tutti). Sitratta, in forma passiva, di un immenso rifiuto.Ora, è a partire da lí che si può avviare un’altradinamica di vita.26

Di conseguenza, all’inizio non hanno potu-to fare niente, ma appena lo shock iniziale è sta-to assorbito, si sono dedicati alla manipolazio-ne e ora cercano di far cessare la pandemia conil confinamento ed altre misure dette di prote-zione — tutte opinabili — perché ciò che è es-senziale  per  loro  è  procedere  nella  virtualitàche  sussegue  alla  dinamica  dell’economia   (ildominio del capitale essendo stato rimpiazzatoda quello della sua forma autonomizzata), poi-ché è con questo che essi pensano di poter salva-re  se  stessi  e  l’umanità. Ora,  ciò  richiede  uncontrollo e una  sorveglianza  sempre crescentisugli  uomini  e  sulle  donne  che,  da  se  stessi,dato  il  loro  resto di naturalità, non  sarebberoin grado di «liberarsi». Si deve  reprimerli persalvarli. Inoltre, per controllare gli uomini, sideve  controllare  la  loro  salute  e  anche crear-gliela artificialmente, ad esempio coi vaccini.A partire da ciò si può supporre che la pande-

mia diventi un’entità psichica proprio come  lapeste per Antonin Artaud: «una specie di entitàpsichica e non  sarebbe  collegata a un virus».27Non posso negare l’esistenza del virus, ma direiche  esso  riveli  l’esistenza di un’entità psichica,manifestantesi inconsciamente, un male internoalla  specie da  cui essa cerca  altrettanto  incon-sciamente  di  liberarsi.  Questo  male  includel’insoddisfazione legata  al  senso  di  un’incom-pletezza, l’odio di sé determinato da tale sensod’incompletezza, la messa in dipendenza, l’am-biguità  perché  parallelamente  manifesta  unagrande megalomania,  la  solitudine,  il  tutto de-terminato dalla separazione dal resto della na-tura che genera un inconscio senso di colpa.

26 Ho trattato questo  tema  in «La separazione neces-saria e l’immenso rifiuto», 1979.

27 In Il Teatro e il suo doppio, commentato in «GlosesIII».

4 Maggio 2020 Anno XII

Page 14: A Il Covi e B€¦ · Odile Jacob), all’odio di sé (cfr. «Glose X»), l’au-mento delle malattie mentali, all’obesità che si dif-fonde, cosí come varie malattie legate ad

h (14) h

Questa  entità  deriva  probabilmente  anchedalla scissione tra il gesto e la parola e dal fat-to  che  il  primo  è  sempre  piú  assicurato  dallemacchine e che la seconda si è autonomizzatain  una  sorta di  compensazione ma non  riescead eliminare  la sofferenza causata dall’obsole-scenza che rafforza il male di cui parliamo.Tale depressione generalizzata  può  essere  il

preludio  ad un  ritorno del  rimosso  suscitato  acausa di questa discontinuità che crea un bloccoe favorisce un ritorno del passato. È su quantonoi  ci  basiamo  perché  si  avvii  un’inversione(vedi Inversione  e disvelamento) che permettadi abolire ogni estinzione, soprattutto se simul-taneamente si abbandona la dinamica dell’inimi-cizia  che  potrebbe  sorgere  tra  i  partigianidell’artificialità e quelli della naturalità.

È solo se si sente, se si vive a fondo il rischiodi estinzione, che se ne diventa pienamente con-sapevoli  senza  colpevolizzarsi  per  gli  orroriche  si  è  commesso  durante  la  nostra  erranza,

che si può finirla con essa, operare un’elevazio-ne della vita, e iniziare l’inversione salutare pernoi  e per  la natura, per  tutti gli esseri viventi(virus compresi), e proseguire il nostro cammi-no nel cosmo.Jacques Camatte

30 aprile 2020

Fonte: https://revueinvariance.pagesperso-orange.fr,traduzione di Gabriella Rouf, le note sono dell’Autore.

Le immagini sono di Alzek Misheff.I titoli dei dipinti sono, nell'ordine: 2020 Parigi,2020 Moltitudine I, 2020 Moltitudine II, 2020

  Salvagenti e telefonini, 2020 Profumo.Tecnica mista: verderame,matita o biro, tempera

bianca.

dIl Covilef N° 548Wehrlos, doch in nichts vernichtet / Inerme, ma in niente annientato (Konrad Weiß Der christliche Epimetheus)