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di Beverino CarlucciTorremaggiore. Nel quadro del
75- anniversario della ingiustaesecuzione sulla sedia elettricadei due Anarchici Italiani e dopoche il giorno 23 di agosto è statodedicato alla "Giornata Internazio-nale di Sacco e Vanzetti", si èsvolta una "tre giorni" di conferen-ze ciascuna delle quali aveva pertema le condizioni e. le prospet-tive storiche, sociologiche e po-litiche degli Italiani d'America.
Questa tre giorni si è svoltanel Dipartimento di GeografiaUmana - Facoltà dì
Lettere e Filosofia - dell'Univer-sità "La Sapienza" di Roma e si è
paterni fu una delle prime fami-glie socialiste di Torremaggioreed era una famiglia di contadiniche possedeva alcune case edalcuni appezzamenti di terrenoed esercitava il commercio divino e di olio e lo Zio Ferdinan-do partì verso gli Stati Uniti ap-pena diciassettenne più per spi-rito di avventura giovanile che
Ferdinando (Nicola) Sacco ed hosottolineato che queste cenerisono "promiscue" in quanto fuVincenzina Vanzetti che aggiun-se nell'urna di Sacco un pizzicodi cenere di suo Fratello e vice-versa".
Dal canto loro, il Sindaco AlcideDi Pumpo e l'ex Sindaco MatteoMarcila hanno dichiarato al Regi-
dl GEREMIA DEL GROSSOLUCERA. La natura non per-
mette la vecchiaia. Gli animalivengono eliminati dalla selezio-ne prima di diventare vecchi, tut-t'al più arrivano alla vita adulta.Solo gli animali protetti dall'uomopossono approdare ad un'etàmassima della specie!
La vecchiaia, o meglio il pro-cesso di senescenza non è unprocesso regressivo, semmaiuna ulteriore fase evolutiva chela morte ingabbia nell'arcobale-no di un beffardo ricambio esi-stenziale... seducente metamor-fosi, un addio all'orologio dellagiovinezza, un addio a se stes-
il diritto, di continuare a produrre.E' l'alienazione definitiva, che vie-ne offerta come premio, spessoaccompagnata da un misero as-segno di sopravvivenza. Con lemense comuni, con le " pensionida fame" la società pensa di pa-gare il debito, quando le capita diammettere che il debito esista.Emarginandoli li dimentichiamo,e la nostra coscienza riposa inpace con loro. Essi al contrario,continuano a condurre con per-severanza quasi non umana l'inu-tile lotta per la vita, alla quale gliistinti della specie tengono osti-natamente legato ciascuno di noi.... e in questa lotta si cibano e si
ne di Sacco e V'anzetti nel 75°anniversario della loro morte.
Alla conferenza, presieduta edintrodotta dal Prof. AgostinoLombardo, sono stati invitati apartecipare, quali ospiti d'onore,il Sindaco di Villafalletto, il Sin-daco di Torremaggiore e la In-segnante Fernanda Sacco, nipo-te di Ferdinando Nicola Saccoai quali è stata consegnata unaMedaglia- Ricordo dal Rettoredell'Università.
Ai lavori di questa commemo-razione hanno preso parte gliItalo- americani O. Caldiron, R.D'Attilio e F. Marotti oltre alDocumentarista statunitensePeter Miller ed al Regista Giulia-no Montaldo che ha ricordatocome diede vita al suo celebrefilm.
All'indomani della tre giorni ro-mana il Documentarista PeterMiller e la sua troupe televisivasi sono trasferiti a Torremaggioreper riprendere con la loro cinepre-se, la casa dove, nel 1891, nac-que Ferdinando Sacco e vissefino al 1908, l'anno in cui emigrònegli U.S.A. ed il Monumento cheTorremaggiore ha eretto alla suamemoria nel Cimitero Monumen-tale.
E di fronte al civico numeronove del terzo Vico del Codac-chio, tramite la interprete Camil-la Delle Vergini in Barrea, la In-segnante Fernanda Sacco harisposto alle domande appro-priate rivoltale dal Regista Mil-ler. "La Famiglia dei miei Nonni
per mancanza di lavoro". " Pri-ma dello scoppio della secondaguerra mondiale, di tanto in tan-to, pervenivano a casa nostra,diversi Giornalisti americani e dialtre nazionalità per attingere danoi notizie riguardanti il Paesenatale dello Zio Ferdinando edella sua Famiglia. Sto lottandocon tutte le mie forze affinchè laMemoria di mio Zio venga riabi-litata in tutti gli altri 49 degli StatiUniti come lo è stato per lo Sta-to del Massachussetts ad operadel Governatore Dukakis nel1977".
Poi, presso il Monumento aSacco e Vanzetti è toccato alloscrivente rispondere alle doman-de del Regista Miller. "A causadella crisi vitivinicola erano pre-carie le condizioni di vita deglioperatori agricoli torrernaggioresie nel novembre del 1907, in untumulto in seguito ad uno scio-pero, venne uccisa FilomenaRubino imparentata con i Sacco.Durante il regime fascista, mal-grado la mancanza delia libertàdi parola, il caso Sacco e Vanzettiera oggetto di discussione aper-ta tra i lavoratori torrernaggioresi.Ho raccolto in un mio libro le te-stimonianze di quanti assistette-ro di persona all'arrivo in Paesedell'urna contenente le ceneri di
sta Miller che il Monumento aSacco e Vanzetti rappresenta lalotta contro l'ingiustizia sociale econtro la pena di morte.
Per ultimo va aggiunto che ilComitato Bostoniano per la ria-bilitazione della Memoria di Sac-co,e Vanzetti sta provvedendoad erigere un monumento inquella Città e che è in program-ma una puntata a Torremaggioredi alcuni suoi componenti inclu-sa la presenza del Sindaco diBoston, Thomas Menino.
(Nella foto: da sinistra il re-gista americano Miller con ilnostro Severino Carlucci da-vanti al Monumento in onoredi Sacco e Vanzetti nel Cimite-ro di Torremaggiore))
cade talvolta, che un microsco-pico moscerino increspi la super-ficie di una pozzanghera più chela caduta di un enorme masso!....C'è ormai un'ombra matta nei vi-coli del cervello, alleata dell'im-perdonabile pensionamento;esorcista del tempo che resta "profumato " più di ozio che di ri-poso e l'ozio, a quell'età, è sem-pre noia e forzata esclusione dalmondo che rimbomba attorno aloro ma non riesce a coinvolgerli.Un misto di quiete e di desola-zione, un lento borbottìo di paro-le vanamente frapposte a rompe-re lunghi, drammatici silenzi, pe-nose incomprensioni.
La solitudine è il male dellavecchiaia, quando la giovinezzanon è più disposta a darle ascol-to. E' la solitudine che la civiltàpropone come crudele, selvaggiaalternativa alla patriarcale conti-nuità della saggezza; questo de-liberato respingere ai margini delmondo chi non ha più la forza, o
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ze cadenti, ridando al corpo ladolorosa spinta a continuare. I filitroncati, non si ricongiungono piùfra i giovani e i vecchi. Il collo-quio è apparente e occasionale.Cesari o pezzenti, un tempo cu-stodi della stessa dinamica delprogresso, ora stanno schivi, con-sapevoli della propria inutilità, aimargini del nostro errabondo pro-seguire. Li respingiamo per pre-sunzione, per noia, per egoismo,per la fretta, infine, che non s'ac-corda ai loro lenti pensieri.
Dolenti, o semplicemente con-sapevoli, essi ripiegano allora suaffetti modesti ma più fedeli; ri-versano sull'ingannevole umani-tà delle bestie torrenti d'affettoche gli architetti delle giornate"viventi" non vogliono o non sonocapaci nemmeno di scorgere.Così campando a metà o per unterzo, scivolano con solitària emesta preveggenza verso il tra-guardo della morte, non più spa-ventoso, dopotutto, se raffronta-to all'ingratitudine della vita. Quel-li che un tempo erano i nostriconsolatori, quelli che ci diederola luce e la ragione, ancora ci pre-cedono e non li vediamo.
Alcuni di essi, i più solitari, rie-scono senza accorgersene a cre-arsi un supporto di personaleumanità, ironica, dignitosa, grot-tesca, disperata o sfrontata, inopposizione a quella comune.Figure caratteristiche di ogni luo-go, la cui estraneità è da loro stes-si volontariamente sottolineata, oesacerbata o commiserata nel-
continua in 2-
V
La casa natale di
Ferdinando ( Nicola )Sacco nel Terzo vicodel Codacchio.
Foto sotto :
Con il RegistaNuovayorchesePeter Killer/
Due momenti delle riprese del Documentarista e Regista Poter i/iillerpresso la Tomba- Monumento a Sacco e Vanzetti nel Cimitero Monumen-tale di Torremaggiore„
Ci sono alcuni toiremaggioresi che armati di buona volontà dedicano parte del
loro tempo alla riscoperta di qualcosa di antico che riguarda l'agglomerato ur-
bano e lo fanno ..... scopiazzandosi a vicenda..
Bontà loro! .
Nessuno di questi volenterosi cultori di Storia-Patria si interessa del no-
stro Agro forse perché a costoro interessa poco sapere di toponimi,di oro-idro-
grafia,di microflora,di tratturi e di quaijit'altro caratterizza sotto ogni punto
di vista tutto ciò che è situato " fuori porta ".
A costoro interessa poco sapere perché la Contrada " Ponte del Porco " viene •
chiamata così e nettampoco da cosa deriva l'etimo del toponimo "Visciglito " per
cui chiedere loro qualcosa che riguarda la composizione geologica del sottosuo-
lo,della differenza che passa tra l'acqua di percolazione e quella freatica e
tra l'acqua freatica e quella artesiana. Non sapranno dare nessuna risposta in
merito perché essendo questa materia per loro " materia vergine " non possono
scopiazzarla da nessuna parte.
Il loro disinteresse per questa materia non li induce neppure a consultare,an-
che se fugacemente,le carte ufficiali dello Stato relative al nostro territorio;
conoscerebbero allora qual'è il suo punto più alto e quello più basso,qual'è il
corso d'acqua più lungo che lo attravera e perché gli stessi corsi d'acqua del
territorio vengono designati con un stoponimo al loro inizio e con un altro quan-
do si immettono in uno di portata maggiore»
Si spera soltanto che in avvenire qualcuno di essi possa interessarsi al terri-
torio senza però commettere erroei madornali come quelli commessi sull 'abitato.,
A metà dello scorso mese di marzo unti ragazza da poco laureatasi mi dice che
con alcune sue colleghe del Subappennino Dàuno hanno deciso di compiere un la-
voro riguardante la ricerca delle " Polle d'acqua " e delle sorgenti naturali
sia del Subappennino e sia dell'Alto Tavoliere e che a lei è toccata la ricerca
sul nostro Agro*
Le sottolineo sopra una warta geografica IGM al IOCL mila relativa al territo-
rio i punti in cui,sulla scorta della memoria,mi ricordavo della esistenza di
polle sorgi ve,fantine e fontanelle e le augurai buona fortuna nella sua ricerca.
Una diecina di giorni dopo,però,è ritornata da me per dirmi che essendosi re-
cata in compagnia di suo padre alla ricerca di quanto le avevo indicato nella
carta geografica non era riuscita, a rintracciare nessuno dei punti indicati.
Era una tiepida mattina di marzo e mi stavo accingendo a recarmi in campagna
a lavorare e le chiedo se suo padre era disponibile ad accompagnarmi con la sua
auto assieme a lei,acconsentì e meno di mezz'ora dopo ci ritrovammo a pochi me-
tri da quell'area che la vulgata torremaggiorese chiama " 21 fosso di Burrino ".
Una distesa di acqua stagnante occupante oltre diecimila metri quadrati rivista
esattamente quarant'anni dopo ricolma come adesso ma che in questo lasso di tem-
po la avevo vista più volte prosciugata e massa a coltura. Di fronte a questo
spettacolo restiamo meravigliati e lo riprendiamo con le macchine fotografiche»
Si procede alla volta di " Fontananuova ". Nessuna meraviglia perché la " Vasca 'è stata murata e l'acqua che da essa vi traboccava non irriga più i campi.
La " Fontana Di Noia ",invece,è scomparsa alla vista perché ricoperta da una
spessa coltre di rovi. Soltanto la " Sorgente di Crutari ",fotografata a grande
distanza con il teleobiettivo,osservata con il binocolo, lasciava intrawedere
che aveva ancora dell'acqua,acqua che non è apparsa nella foto scattata per cui
per poterla rappresentare ho dovuto servirmi di una foto scattata alcuni anniprima,in piena estate.
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I. Tariffe pubbli-ritorna in agro di San"Fòsso cfì Burrino"
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di Severino CarlucciTORREMAGGIORE. E' riap-
parso di nuovo alla luce del sole. dopo circa ventanni suscitando
la curiosità di coloro che non era-no a conoscenza della sua esi-stenza e le imprecazioni di quan-ti sono obbligati a lavorare nellesue vicinanze.
Si tratta del "Fosso di Burrino"un toponimo in vernacolo deriva-to da uno dei suoi antichi proprie-tari: l'Arciprete Borrino di SanSevero.
L'oggetto in questione è costi-tuito da una distesa di acquaestesa per poco più di un. ettarodi terreno in un territorio pianeg-giante situato in contrada delle
•--.Cisterne" in Agro di San Seve-ro a poche centinaia di metri dal
una qualsiasi piantagione più omeno arbustiva per cui per cuil'acqua irrigua incanalata non pro-cede oltre se prima non intasa lepiccole crepe sottostanti il solconel quale scorre.
Cosi è stato Per il FiumeFortore nel corso dei secoli. Lapressione esercitata dalla suacorrente spinge per via sotterra-nea una parte di. esse fin sotto laCollina di Pagliaravecchia sul cuiterminale meridionale è situatol'abitato diTorremaggiore.
Questa corrente sotterraneaaffiorante su questa collina, ven-ne sfruttata circa duemila anni fadai Magistrati cittadini di Teano "Appulo che con la costruzione diun acquedotto sotterraneo cor|gv'vogllarono queste acque nellfe".'.!
ritenuto opportuno riversare una.patte-delie sue acque nel corsodel Fortore rimasto per oltrevent'anni quasi allo asciutto edecco spiegato il motivo per cuil'acqua del Fortore è riaffioratanel Fosso di Borrino.
Ma questo "fosso", oltre cherivestire un carattere di naturageologica, riveste anche un ca-rattere che interessa da vicino lanostra Storia.
Il compianto Senatore GiginoAllegato mi raccontò una voltadi aver letto in un manoscritto diAlessandro Minuziano che l'an-tica San Severo, che allora sichiamava "San Severino" eraubicata proprio presso il Fossodi Burrino e che venne abban-donata dai suoi abitatori sotto laminaccia delia falda freatica af-fiorante proprio quando "i Fran-cesi" i Normanni di Re RuggeroSecando di Altavilla dopoesse-
, re stati sconfitti dai soldati capi-tanati da Rainulfo Conte di Alife,
E fu appunto ineseguitoall'affioramento di questa faldafreatica che gli abitatoffdi SanSeverino, fors'anehe per sfuggi-re all'ammorbamento dell'aria, sitrasferirono più verso Est dandoinizio alla costruzione delle pri-me case di San Severo.
Il fatto accadde nell'anno mil-lecentotrenta e chiunque vogliariscontrarne la sua vericidità nonha che da rileggersi le date rela-tive a questa circostanza ripor-tate nel libro "II Monasterium diTerrae Maioris" scritto nel 1942dall'allora Bibliotecario di Mon-tecassino don Tommaso Lecci-sotti nel cui contesto si legge chei Frati di quel Monastero dataro-no i loro documenti da San Se-verino fino al 1141 e mentre edi-ficarono la loro Badia a Torrevec-chia li datarono da San Severo.
Ed è naturale anche che ilriaffioramento dell'acqua delFortore nel Fosso di Borrino fajiaffic
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:'gìò;re circondato da seminativi,uliveti e vigneti di proprietà dicoltivatori torremag-gioresi ed èfacilmente raggiungibile in autopercorrendo una stradina vicina-le asfaltata.
Questa consistente massad'acqua affiorata non è frutto diun impantanamento dovuto alleforti precipitazioni metereolo-giche degli ultimi mesi ma ad unfenomeno naturale geologico con-dizionato, in questi ultimi decen-ni dalla mano dell'uomo.
Da tempo immemorabile que-sto "fosso di Borrino" era cono-sciuto per i suo canneti e la "pa-glia a guglia" che vi allignavanotutto all'intorno e le rane che gra-cidavano durante alcuni tramon-ti.
La sua formazione, la suascomparsa ed il suo riaffio-ra-mento sono dovuti alla correntefluviale del basso corso del Fiu-
. me-Fortore il quale, sebbene sia.distante da questo "fosso" una-iantina di chilometri, nel corso^aef secoli ha fatto pervenire per' vie sotterranee una parte delle
sue acque in questa ed in altrezone.
Più che le deduzioni ricavatedallo studio di un Trattato di Geo-logia valgono le osservazioni ele riflessioni ricavate durante lairrigazione "a scorrimento" di unterreno pianeggiante che ospita
ma mentre una altra parte di que-ste acque, percorrendo sottoter-ra la strada provinciale che cicollega a Foggia alimentavano glistagni di Sant'Andrea. La dirama-zione della corrente di questa fal-da acquifera sotterranea, che in-teressa il "Fosso di Burrino" sidirama da sotto il nostro CampoSportivo e rasentando la provin-ciale per San Severo riaffiorasaltuariamente in questa zonainvadendo a volte, ma senza af-fiorare in superficie i terreni cir-costanti.
Poi il Fiume Fortore è stato,sbarrato con la costruzione della..-Diga di Occhito, riversando nel-;'l'Adriatico le poche acque che riu-sciva a racimolare dai suoi dueaffluenti situati a valle della Diga: 'lo Stàina ed il Tona.
Con l'affievolirsi della sua cor-rente a causa dello sbarramentocreato dalla Diga il fiume Fortorenon ebbe più la pressione suffi-ciente per spingere le sue acquesotterranee fin sulla collina diPagliaravecchia provocando, perconseguenza, l'abbassamentodella falda freatica, ed il prosciu-gamento di diversi pozzi del ter-ritorio.
Con le piogge alluvionali degliultimi mesi la Diga di Occhito siè riempita fino all'orlo per cui, daparte dei tecnici della
continua in 2-
i inaua uuiuiii- vwyi icuu uci ne iNUMIIcinriO,
varono scampo rifugiandosi nel-le case.
ria.(Nella foto sotto: il "Fosso di
Burrino" in agro di San Severo)
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Il punto dell'Agro di
San Severo,confinante
con quello diTorrernaggiore,
in cui,per infiltrazio-ne di acque sotterranee,si forma il
" FOSSO DI BOHHINO ".
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YNOLA SORGENTE DI GHUTABI
GIORNALISTA-STORICO DI TORREMAGGIORESIC. SEVERINO CARLUCCI
14. PROPRIETÀ': D PRIVATA D PUBBLICA
15. VINCOLATO D SI
16. ACCESSIBILITÀ': ^
17. FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
18. NOTE:
È SITUATA SUL TRATTURO NUNZIATELLA-STIGNANO DATO IN CONCESSIONE ALLA COOP. TRA COMBATTENTI E
REDUCI DI TORREMAGGIORE, A DESTRA DEL TORRENTE STAINA. CRUTARI ERA UN ANTICO INSEDIAMENTO DI
ORIGINE LONGOM BARDA SITUATO SULLA PIANA SOVRASTANTE E VIENE RIPORTATO IN UNA CARTA
GOEGRAFICA FATTA STILARE NEL 1747 DA MONSIGNOR ANDREA TRIA JUNIOR, VESCOVO DI LARINO. QUESTA
POLLA D'ACQUA , VERSO LA FINE DEGLI ANNI SETTANTA VENNE TRASFORMATA IN FONTANILE DALLA IMPRESA
VITTADELLO CHE ALLORA COSTRUIVA LE PRIME CAMERE DEL SIFONE "STAINA" PER RIFORNIRE DI ACQUA
POTABILE I SUOI OPERAI. DOPO È STATA RIEMPITA DI MATERIALE FITTILE DI RISULTA E NELLE ANNATE
PIOVOSE EROGA ANCORA UN PO' DI ACQUA.