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Storie di soldati di Cremona a cura di Raffaella Poltronieri Storia di Giovanni Maiocchi Dati anagrafici: Nome e cognome: Giovanni Maiocchi Data di nascita: 28 novembre 1893 Luogo di nascita: Soresina Luogo di residenza: Soresina Professione: studente Statura: 1,62 Capelli: neri Occhi: castani Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato di Cremona. Nel dicembre del 1911, appena diciottenne, Giovanni Maiocchi si arruolò volontariamente nell’esercito che da questo momento lo vedrà attivo nel Genio dei Telegrafisti, corpo presso cui svolse una lunga e onorata carriera al servizio del nostro Paese. Ascritto alla classe 1891 ed inserito nel 3° Reggimento, Maiocchi venne nominato allievo telegrafista il 30 aprile 1912, ottenendo già il 30 giugno il ruolo di telegrafista effettivo. Il mese successivo il giovane venne però prosciolto dal servizio con la condizione di poter essere richiamato alla leva con la classe 1893. Nell’ottobre dell’anno successivo il giovane studente si presentò infatti spontaneamente alle armi ma venne retrocesso alla classe 1892 in virtù dei sette mesi e venti giorni di servizio prestati l’anno precedente e venne nuovamente arruolato come soldato di prima categoria nel 3° Reggimento Genio Telegrafisti il 14 ottobre 1913. Il 22 novembre venne trasferito al Deposito del Reggimento Genio Telegrafisti e declassato in seconda categoria, cambiamento per cui non viene 70

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Storie di soldati di Cremona a cura di Raffaella Poltronieri

Storia di Giovanni Maiocchi Dati anagrafici: Nome e cognome: Giovanni Maiocchi Data di nascita: 28 novembre 1893 Luogo di nascita: Soresina Luogo di residenza: Soresina Professione: studente Statura: 1,62 Capelli: neri Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Nel dicembre del 1911, appena diciottenne, Giovanni Maiocchi si arruolò

volontariamente nell’esercito che da questo momento lo vedrà attivo nel Genio

dei Telegrafisti, corpo presso cui svolse una lunga e onorata carriera al servizio

del nostro Paese.

Ascritto alla classe 1891 ed inserito nel 3° Reggimento, Maiocchi venne

nominato allievo telegrafista il 30 aprile 1912, ottenendo già il 30 giugno il

ruolo di telegrafista effettivo. Il mese successivo il giovane venne però

prosciolto dal servizio con la condizione di poter essere richiamato alla leva con

la classe 1893.

Nell’ottobre dell’anno successivo il giovane studente si presentò infatti

spontaneamente alle armi ma venne retrocesso alla classe 1892 in virtù dei sette

mesi e venti giorni di servizio prestati l’anno precedente e venne nuovamente

arruolato come soldato di prima categoria nel 3° Reggimento Genio Telegrafisti

il 14 ottobre 1913.

Il 22 novembre venne trasferito al Deposito del Reggimento Genio

Telegrafisti e declassato in seconda categoria, cambiamento per cui non viene 70

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fornita nei documenti alcuna spiegazione, per essere infine mandato in

congedo illimitato.

Impiegato nel frattempo presso la fiorente Società Elettrica Bresciana, il

giovane Maiocchi allo scoppio della guerra venne richiamato per

mobilitazione presso il distretto di Cremona, dove rimase fino del 22

settembre 1915, quando venne inviato in territorio di conflitto presso la 24°

Compagnia Telegrafisti mobilitata.

Dopo quasi due anni di servizio nella stessa Compagnia, il 1 marzo 1917

venne nominato Caporale e trasferito dopo solo due mesi al Deposito di

Firenze poiché destinato a prestar servizio presso le Ferrovie dello Stato.

La sua carriera militare si concluse il 5 settembre 1919, quando, a guerra

terminata, poté fare ritorno a Cremona.

Oltre alla dichiarazione di buona condotta, viene ricordata la sua presenza ai

fatti d’armi avvenuti nel gennaio 1917, per i quali gli fu tributato l’encomio

solenne alle Compagnie 24° e 26° dei Telegrafisti.

2.Storia di Alessandro Foletti

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Alessandro Foletti

Data di nascita: 15 febbraio 1893

Luogo di nascita: Soresina

Luogo di residenza: Soresina

Professione: muratore

Statura: 1,67.5

Capelli: castani

Occhi: grigi

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona; fondo “Carteggi della Guerra 1915-1918” Archivio di Stato di

Brescia, b. 45. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, p.42

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Soldato di leva di terza categoria della classe 1894, venne dichiarato

rivedibile con la classe 1893 e dunque lasciato in congedo illimitato il 1

dicembre 1914.

Scoppiata la guerra, nel giugno del 1915 il soldato Alessandro Foletti venne

chiamato alle armi nel 37° Reggimento di Fanteria ed inviato in zona di

conflitto il 31 agosto dello stesso anno con il 127° Reggimento.

Come tante altre storie, quella del giovane Foletti è un chiaro esempio della

precarietà della vita di un soldato, testimoniata dallo stesso in una lettera

scritta alla madre il 28 novembre 1915.

In un momento di riposo – se così possiamo dire - in seconda linea,

Alessandro cerca di rassicurare la madre con poche parole, probabilmente

utili anche a se stesso per farsi forza prima di dover imbracciare nuovamente

le armi: dichiara infatti di essere in buona salute, di aver partecipato a molte

azioni in prima linea ed essere sempre stato abile, coraggioso e fiero di

servire il Paese, ma allo stesso tempo timoroso per quello che avrebbe potuto

essere il suo destino:

…ma ò paura che presto mi tocchi di nuovo caricare il mio fucile e difendere la patria, però il

coraggio non mi manca: se anche muoio, muoio con la coscienza pulita di aver fatto il mio

dovere.

Alessandro ricorda anche di aver visto con i suoi occhi tanti ragazzi perdere

la vita a causa della paura di combattere, senza sapere che, nonostante la sua

audacia, qualche ora più tardi la stessa sorte sarebbe toccata anche a lui. Il

soldato Foletti morì infatti quello stesso giorno per le ferite riportate in

trincea presso Oslavia, lasciando solo dopo tre mesi il ruolo che aveva

ricoperto con grande onore e per cui fu autorizzato a fregiarsi sia della

medaglia commemorativa nazionale sia di quella interalleata.

3.Storia di Luciano Balzi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Luciano Balzi

Data di nascita: 26 settembre 1896

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Luogo di nascita: Gadesco

Luogo di residenza: Gadesco

Professione: muratore

Statura: 1,71

Capelli: castani

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati nell’Archivio di Sato di

Cremona. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, p.50; S. Fontana - M. Pieretti, 1980, pp.

399-405.

Il cremonese Luciano Balzi venne chiamato alle armi il 22 novembre 1915

come soldato di prima categoria ed inserito nel Reggimento del Genio

Zappatori di Pavia. Dopo tre mesi di addestramento il 29 febbraio 1916 partì

per Cividale del Friuli per essere poi trasferito a Perpotto sull’Udrio ed

inserito nella 41° compagnia del 1° Genio, dove coprì la carica di Caporale.

Tra le numerose partecipazioni alle azioni militari ricordate dal soldato

certamente la più interessante è quella relativa al suo arrivo al fronte sul

monte Ortigara, di cui ricordiamo la nota battaglia combattuta tra il 10 e il 25

giugno 1917. Balzi arrivò al fronte con il suo plotone il 25 maggio dopo aver

attraversato tutto il Veneto, a tratti in treno ed altri a piedi; una volta

giuntovi ricorda di aver ritrovato alcuni soldati cremonesi con cui combatté

per la ritirata tedesca. Nei giorni trascorsi sull’Ortigara racconta di essersi

dissetato con acqua trovata fortuitamente, spesso contaminata dalle sostanze

provenienti dalle bombe esplose, e di essersi nutrito solo di carne in scatola e

gallette lasciate dai soldati deceduti. Dei numerosi soldati arrivati sul monte

solo la metà fece ritorno e la maggior parte di loro, anche lo stesso Luciano

Balzi, necessitarono di cure e riposo per riprendersi dai danni causati dalla

malnutrizione.

Dopo aver trascorso ormai due anni di guerra sempre in prima linea, il

reduce ricorda la sua disperata fuga verso casa avvenuta approfittando di un

momento particolare: al ritorno dall’altopiano della Bainsizza, Balzi ritrovò

sul Tagliamento tutta la sua Compagnia, che, come lui, era sprovvista di cibo

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da un giorno intero. Dopo essere riusciti ad approvvigionarsi grazie agli

animali delle cascine nella campagna circostante, i duecento soldati

pensarono di svagarsi all’interno di una fabbrica di grappa incontrata

casualmente sul loro cammino; molti di loro bevvero però qualche sostanza

tossica che li face stramazzare al suolo in un gran numero. Luciano Balzi

dichiara dunque, ormai senza timori, di aver colto l’occasione per fuggire:

senza mai lasciare il suo moschetto –considerato una sorta di lasciapassare

per un soldato- riuscì a spostarsi senza troppi problemi fino a prendere un

treno per Brescia. Una volta giunto nella città lombarda un lungo cammino lo

condusse fino a casa, nel piccolo paese di Gadesco, dove rimase per soli 5

giorni: arrivò infatti una comunicazione secondo la quale gli sbandati

dovevano far rientro, pena la fucilazione. Attraverso varie difficoltà il soldato

ritornò dunque al fronte, ma, dichiara, senza che nessuno venisse mai a

conoscenza della sua permanenza a casa.

Nonostante la fuga temporanea, il soldato Balzi continuò senza intoppi la sua

carriera militare fino al 1919, anno in cui venne prima mandato in congedo

dal 2° Reggimento Genio Militare e poi richiamato a dicembre nel 1°

Reggimento Genio di Pavia.

Sono molti gli onori di cui venne ricoperto Luciano Balzi: prima la

dichiarazione di buona condotta, poi il premio di 200 Lire dal 2° Reggimento

ed in seguito sia la medaglia commemorativa nazionale che quella

interalleata della vittoria.

4-Storia di Angelo Miti

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Angelo Francesco Miti

Data di nascita: 26 luglio 1894

Luogo di nascita: Solarolo Rainerio

Luogo di residenza: Voltido

Professione: contadino

Statura: 1,71

Capelli: castani

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Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona; fondo “Carteggi della Guerra 1915-

1918” Archivio di Stato di Brescia, b.46. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, pp.41,

61, 126.

Registrato come soldato di seconda categoria nel 1914, Angelo Miti venne

lasciato in congedo illimitato fino al gennaio del 1915, quando venne

chiamato alle armi ed arruolato nel 30° Reggimento Fanteria.

Come noto il 24 maggio l’Italia entrò ufficialmente in guerra, dunque il

giovane cremonese venne immediatamente inviato in territorio di conflitto,

da cui il 12 novembre 1915 scrisse ai genitori una lettera che ci offre ancora

oggi un piccolo spaccato di vita sia del soldato di trincea, sia dei contadini

rimasti nella campagna cremonese.

Infatti dalla lettera del giovane si deduce che la sua famiglia viveva in una

corte alle dipendenze di un padrone di nome Francesco, per il quale il

giovane dimostra particolare affetto e alla cui famiglia manda cari saluti; dice

inoltre di essere in contatto con una certa Colomba, probabilmente la

fidanzata, che lo teneva informato della favorevole annata per l’agricoltura

locale.

Tra le molteplici rassicurazioni sulla sua salute e sul coraggio che abbonda

nel suo animo di novello soldato, Angelo racconta di essere a San Martino del

Carso, luogo in cui le pessime condizioni di vita erano aggravate dalle

frequenti piogge che ricoprivano di fango i poveri soldati attivi in prima e

seconda linea, il cui animo si risollevava soltanto nei momenti trascorsi nelle

retrovie al riparo dall’acqua e dal nemico.

Ed è proprio di questo nemico che il giovane lamenta la tenacia:

Se vedessi che rassa brutta e che testoni che è questi austriaci quando siva alla salto non

vuole mai fuggire dalla sua trincea seguita a sparare, bisogna levarli colla nostra baionetta.

Solo qualche giorno dopo aver scritto tali parole, il 30 novembre 1915, il

soldato Miti morì nell’ospedale da campo n°76 in seguito alle ferite riportate

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in combattimento come testimonia l’atto di morte il n°378 registrato dal suo

reggimento.

5-Storia di Mario Lombardi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Mario Angelo Lombardi

Data di nascita: 20 agosto 1896

Luogo di nascita: Soncino

Luogo di residenza: Soncino

Professione: panettiere

Statura: 1,69

Capelli: castani

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Il fornaio soncinese Mario Lombardi, soldato di leva di terza categoria, venne

sottoposto a diversi accertamenti tra il 1916 ed il 1917 prima di essere

chiamato alle armi: infatti, riformato e rivisitato nel 1916, venne lasciato in

congedo illimitato nel gennaio del 1917, ma già nel marzo successivo venne

prima arruolato nel 49° Reggimento Fanteria e poi inviato in zona di guerra

con il 7° Battaglione Brigata Umbria.

Nell’agosto dello stesso anno venne spostato nel Deposito Mitraglieri Fiat di

Brescia, dove il soldato iniziò il suo calvario giudiziario venendo dichiarato

disertore per essersi assentato arbitrariamente dal proprio reparto nella

notte tra il 23 ed il 24 agosto. Fu dunque denunciato al Tribunale di Guerra

della 1° Armata e condannato il 17 ottobre 1917 a due anni di reclusione

militare e al pagamento delle spese processuali.

Solo sei mesi dopo il Lombardi venne rilasciato su decisione del Comando

Supremo del 2 aprile 1918 e reintrodotto nella Compagnia Mitraglieri del

100° Reggimento Fanteria.

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Poco più tardi venne inviato in Libia con il 251° Reggimento per far ritorno in

Patria nel luglio dell’anno successivo e qui continuare l’attività militare fino

alla fine del 1919.

Nel 1921 il Tribunale Supremo di Guerra e Marina dichiarò amnistiata la

pena inflittagli nel 1917 in applicazione del Regio Decreto 1502 del 2

settembre 1919.

6-Storia di Angelo Villa

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Angelo Villa

Data di nascita: 12 agosto 1896

Luogo di nascita: Spinadesco

Luogo di residenza: Cremona

Professione: muratore

Statura: 1,75

Capelli: neri

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Arruolatosi spontaneamente il 9 gennaio del 1917, Villa fu soldato di leva di

prima categoria della classe 1898, quale rivedibile della classe 1896. Fece

parte del 37° Reggimento Fanteria dal 10 gennaio 1917, giungendo in luogo

di guerra nel marzo dello stesso anno con il 77° Reggimento ricoprendo il

ruolo di mitragliere.

La sua esperienza di soldato fu subito macchiata da una denuncia al

Tribunale di Guerra di Cremona con l’accusa di tentato furto ai danni

dell’Amministrazione Militare in data 11 giugno 1917. Per mancanza di prove

del suo coinvolgimento nel reato il giovane muratore venne però prosciolto

dalle accuse il 21 settembre, tanto che solo qualche giorno dopo ritornò in

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zona di guerra sempre nel ruolo di mitragliere, prima nel con il 47°

Reggimento Fanteria e successivamente nel 231°.

Le difficoltà per il soldato cremonese continuarono nell’ottobre del 1918,

quando a causa di una ferita procuratasi in battaglia e venne ricoverato

all’ospedale di Ravenna nel novembre dello stesso anno. Dopo un mese di

convalescenza tornò in servizio il 25 gennaio del 1919 nell’82° Reggimento

Fanteria e successivamente nel 9° Reparto d’assalto, dove rimase fino al

termine della sua carriera militare, il 25 dicembre 1919.

Le accuse ingiustificate nei confronti del Villa non screditarono la sua

integrità di soldato, tanto che gli vennero attribuiti il riconoscimento di

buona condotta e merito per aver servito la Patria con fedeltà e onore e gli

venne concesso un premio dal Reparto d’assalto in cui operò.

7-Storia di Giuseppe Sartori

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Giuseppe Sartori

Data di nascita: 18 febbraio 1892

Luogo di nascita: Casalmorano

Luogo di residenza: Casalbuttano

Professione: contadino

Statura: 1,55

Capelli: castani

Occhi: celesti

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona

Nel 1913 Giuseppe Sartori, nato e cresciuto a pochi chilometri dalla città di

Cremona, venne chiamato alle armi ed arruolato come soldato di prima

categoria nel 16° Reggimento Fanteria di Gaeta.

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Il giovane contadino risulta attivo nella città laziale fino al 16 novembre,

giorno in cui si imbarcò a Napoli per raggiungere la Tripolitania e la

Cirenaica, a guerra italo-turca ormai terminata.

Il fronte libico però fu coinvolto nei fatti della Prima Guerra Mondiale tra il

novembre del 1915 ed maggio del 1916, periodo durante il quale Sortori

risulta ancora presente in queste zone, dove rimase fino al termine del

conflitto nel 1919.

Insignito della carica di Caporale a partire dal 7 giugno 1917, dopo ben sei

anni di onorato servizio gli venne diagnosticata un’insufficienza alla valvola

mitrale che lo costrinse prima al ricovero presso l’ospedale Militare del

Regno e successivamente al rimpatrio definitivo: imbarcandosi a Bengasi,

approdò a Siracusa il 19 aprile 1919 e lo stesso giorno risulta già ricoverato

presso l’Ospedale Militare Principale di Napoli.

Il 30 aprile lo stesso istituto ospedaliero determinò degli assegni da destinare

al soldato oltre a prescrivergli sei mesi di licenza straordinaria per la

convalescenza, al termine dalla quale gli venne infine accordato il congedo

illimitato.

I documenti ufficiali riportano la concessione al soldato della dichiarazione di

buona condotta per aver servito con fedeltà e onore.

8-Storia di Giovanni Bodini

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Giovanni Bodini

Data di nascita: 30 ottobre 1893

Luogo di nascita: San Bassano

Luogo di residenza: Formigara

Professione: contadino

Statura: 1,61.5

Capelli: castani

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

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L’attività di soldato di Giovanni Bodini, chiamato alla leva militare nel 1913,

fu condizionata dalla presenza nell’esercito del fratello Clemente, classe

1892, destinando così Giovanni ad un congedo illimitato con l’obbligo di

presentarsi alle armi entro 15 giorni dal rientro del fratello. Tale decisione fu

dettata dall’articolo 108 della legge sul reclutamento in vigore dal 1911,

secondo il quale in tempo di pace, qualora due fratelli si fossero trovati

contemporaneamente alle armi, la famiglia avrebbe potuto far richiesta di

ritardare la chiamata di uno dei due fino al ritorno dell’altro.

Non abbiamo dunque notizie di Giovanni fino al 15 aprile del 1915, quando

venne effettivamente richiamato alle armi ma declassato in 3° categoria,

probabilmente in seguito alla diagnosi di qualche particolare difetto fisico.

Nonostante ciò giunse in luogo dichiarato in stato di guerra nel settembre

dello stesso anno con il 97° Reggimento Fanteria.

Dopo due anni di frequenti spostamenti, nel maggio del 1917, il soldato fu

destinato alle truppe mobilitate in zona di guerra del 65° Reggimento

Fanteria di marcia, con cui partecipò alla battaglia di Caporetto. La disfatta

dell’esercito italiano in quell’occasione è tra le più note della storia e la

presenza del soldato Bodini alla ritirata del novembre 1917 fu la causa del

suo successivo ricovero presso l’ospedale di Piacenza. Non abbiamo maggiori

informazioni relativamente al tipo di danno causatogli dal fatto d’armi, ma

venne lasciato in licenza per diversi mesi per rientrare poi nuovamente nella

stessa struttura il 16 maggio 1918.

Terminata la guerra venne lasciato in congedo illimitato ricevendo sia un

premio di smobilitazione di 250 Lire, sia la dichiarazione di buona condotta,

fedeltà e onore.

9-Storia di Gaetano Serina

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Gaetano Serina

Data di nascita: 23 maggio 1896

Luogo di nascita: Crema

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Luogo di residenza: Pandino

Professione: panettiere

Statura: 1,55

Capelli: neri

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Il panettiere Serina di Pandino, noto borgo della provincia cremonese, fu

chiamato alle armi come soldato di prima categoria il 27 novembre 1915 ed

arruolato nel Deposito del 24° Reggimento Fanteria.

Come molti altri combattenti anche la storia di Gaetano fu decisamente

travagliata dal punto di vista giudiziario poiché denunciato come disertore

già il 6 gennaio 1916, dopo poco più di un mese dal suo arrivo in territorio di

guerra. Venne infatti accusato di essersi allontanato dal suo corpo militare la

sera di Natale del 1915, fatto per cui venne arrestato il 27 maggio del 1916

venne rinchiuso prima nella prigione del 24° Reggimento Fanteria in attesa di

giudizio, poi condotto agli arresti preventivi presso le carceri di Torino.

Il Codice Penale dell’Esercito in vigore in quegli anni era particolarmente

duro nei confronti di chi si macchiava di diserzione, tanto che il soldato

Serina venne condannato per tale reato con ben due di aggravanti, vale a dire

quella dei forzatura delle mura dello stabilimento militare in cui si trovava,

contemplato all’articolo 141 comma 3, e quella del complotto con più militari,

per cui si prevedeva addirittura la fucilazione nella schiena, secondo quanto

disposto dall’articolo 154.

Alla severità della legge militare il giovane fornaio riuscì a sfuggire quando

nel settembre del 1916 il procedimento penale venne sospeso, portando così

alla liberazione del condannato e al prosieguo della sua attività nell’esercito.

Prima destinato alla 26° Brigata di Marcia poi di nuovo al 24° Reggimento

Fanteria, Gaetano terminò la sua carriera di soldato solo nel 1921, dopo ben

cinque anni dalla scarcerazione.

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10-Storia di Francesco Carubelli

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Francesco Carubelli

Data di nascita: 11 settembre 1893

Luogo di nascita: Ca’ de Stefani

Luogo di residenza: Ca’ de Stefani

Professione: falegname

Statura: 1,65.5

Capelli: neri

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Francesco Carubelli fu soldato di prima categoria a partire dal 1913 e

chiamato alle armi per la Grande Guerra il 15 giugno 1914 presso l’8°

Reggimento Bersaglieri nel ruolo di zappatore, vale a dire militare addetto al

rafforzamento delle linee difensive.

I suoi anni di servizio furono costellati da valorose gesta, tanto da venire

insignito della croce di merito nel 1935, ma la sua storia fu segnata anche da

numerose difficoltà. Il giovane Francesco rimase infatti ferito da uno sparo

d’arma da fuoco allo scroto durante il combattimento dell’11 settembre 1915

in Val Prà del Vecchio, danno per questo fu autorizzato a fregiarsi del

distintivo d’onore.

Tornato in attività dal 16 aprile 1916 nel 10° Reggimento Bersaglieri, il 2

maggio si imbarcò a Brindisi per sbarcare a Durazzo, dove rimase circa due

anni consecutivi.

Come riportato nella scheda individuale durante la permanenza in Albania il

soldato Carubelli contrasse la malaria, manifestando i primi sintomi

nell’agosto del 1918 quando si trovava in servizio a Carbonara, piccola

località albanese in cui pare sia stato contagiato.

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Il 26 marzo del 1919 abbiamo sue notizie in merito ad un ricovero al

Deposito convalescenziario di Corfù, da cui venne dimesso nel mese di giugno

per rientrare in Italia il mese seguente, dove fu subito ricoverato all’ospedale

specializzato di Cremona fino al 13 agosto del 1919.

Nell’Archivio di Stato di Brescia è conservata una cartolina che il soldato

inviò dall’Albania il 13 gennaio 1918 alla famiglia Vacchelli di Ca’ de Stefani,

località della provincia di Cremona da cui lui stesso proveniva, in cui il

giovane riferisce di aver svolto delle ricerche che purtroppo non avevano

sortito le risposte desiderate, specificando inoltre di essersi informato in

merito ad una località che risulta “piuttosto lontanetta” dal luogo in cui egli si

trovava. La spiegazione più plausibile a quest’enigmatico scritto è un

tentativo da parte del giovane soldato di rintracciare un conoscente disperso

nelle lontane zone di guerra albanesi.

11-Storia di Annibale Zanetti

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Annibale Zanetti

Data di nascita: 26 ottobre 1893

Luogo di nascita: Casalmaggiore

Luogo di residenza: Casalmaggiore

Professione: saponaio

Statura: 1,64.5

Capelli: neri

Occhi: neri

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Il soldato Annibale Zanetti di Casalmaggiore, uno dei centri più estesi della

provincia cremonese, iniziò il servizio militare di leva nel corpo di Fanteria

nel 1913, per poi essere inviato al fronte nei giorni immediatamente

successivi allo scoppio della guerra, nel giugno del 1915.

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Questo giovane cremonese può essere definito un particolare esempio di

forza d’animo e dedizione alla Patria data la tenacia con cui affrontò negli

anni i molti patimenti che la guerra gli inflisse.

Il 26 novembre del 1915 Annibale subì infatti una prima ferita, non meglio

precisata nei documenti pervenutici, che lo costrinse ad abbandonare la zona

di guerra fino al 14 maggio dell’anno successivo, ma due mesi dopo fu

nuovamente colpito da una seconda ferita, probabilmente meno grave, per

cui necessitò di due mesi di cure.

Una terza ferita è documentata nel febbraio del 1917, dunque a distanza di

cinque mesi dal suo rientro sui campi di battaglia, che ancora una volta lo

portò alle cure mediche fino al 20 di ottobre dello stesso anno.

La sorte fu nuovamente avversa nei confronti di questo sfortunato soldato:

solo dopo quattro giorni dal suo rientro nel 7° Reggimento Fanteria, durante

la battaglia di Caporetto, Zanetti e fu catturato dagli austriaci ed internato per

quasi un anno nel campo di prigionia di Sigmundsherberg.

Al suo rientro in Italia, il 25 settembre 1918, il giovane trascorse un

anno travagliato tra ricoveri e convalescenze, dimostrando ancora una

volta la grande forza di volontà che lo caratterizzava, al punto da

riuscire a rientrare nel corpo di Fanteria nel luglio del 1920, essendo

stato dichiarato ancora idoneo al servizio militare dal Collegio medico

di 1° grado di Verona.

Lasciato in congedo illimitato nel novembre dello stesso anno, al

soldato Zanetti venne concessa la dichiarazione di buona condotta,

fedeltà e onore.

12-Storia di Luigi Bianchini

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Luigi Bianchini

Data di nascita: 8 settembre 1893

Luogo di nascita: Casalmorano

Luogo di residenza: Casalbuttano

Professione: fabbricante di birra e gazzosa

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Statura: 1,67

Capelli: castani

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

La storia di Luigi Bianchini, nato e cresciuto tra le campagne cremonesi,

racconta di un soldato che con disciplina e rigore riuscì a compiere una

carriera militare brillante ed eroica.

Rinviato in congedo illimitato nel 1913 in attesa del ritorno del fratello

Giuseppe, secondo quanto disposto in caso di chiamata alle armi di due

fratelli contemporaneamente in tempo di pace, venne introdotto come

soldato di prima categoria nel 7° Reggimento dei Lancieri di Milano, dove nel

luglio del 1914 venne nominato Caporale e il 28 febbraio del 1915 Caporale

Maggiore.

Allo scoppio della guerra, nel maggio 1915, venne immediatamente inviato al

fronte, dimostrando doti militari tali da meritare la nomina a Sergente già nel

mese di settembre con la firma valida per una anno, scadenza che determinò,

oltre ad un premio di 1000 Lire, il passaggio al grado di Sergente Maggiore

del comando generale dell’Arma di Cavalleria.

Oltre ad evidenti capacità di carattere militare Bianchini presenta nella

propria scheda personale un’annotazione per particolari azioni di merito:

viene infatti ricordato per aver prestato eroicamente soccorso a dei soldati

intrappolati all’interno di una camerata in cui era scoppiato un incendio,

dimostrando prontezza d’animo e enorme coraggio attraversando le fiamme,

assolutamente incurante del pericolo che lui stesso stava correndo.

Al termine della guerra, dopo aver trascorso un mese ricoverato presso

l’ospedale di Piacenza, il valoroso cremonese proseguì la sua attività militare

per tutto l’anno 1919, quando gli fu concessa la dichiarazione di buona

condotta e di aver servito la Patria con fedeltà e onore.

13-Storia di Oreste Scaravanti

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Dati anagrafici:

Nome e cognome: Oreste Scaravanti

Data di nascita: 29 marzo 1893

Luogo di nascita: Gussola

Luogo di residenza: Gussola

Professione: carrettiere

Statura: 1,70.5

Capelli: neri

Occhi: neri

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

La storia militare di questo giovane inizia dal 1913 con già dichiarato merito

di buona condotta e fedeltà e onore nel servizio alla Patria: arruolato infatti

nel reggimento Lancieri di Milano con sede a Padova per un anno venne

mandato in congedo illimitato fino alla chiamata alle armi nel maggio 1915.

Inviato immediatamente al fronte, già nel febbraio del 1916 gli vennero

concessi sei mesi di convalescenza su decisione dell’ospedale di Ravenna per

cause non precisate dai documenti. Pur rientrando puntualmente nel corpo

di appartenenza il 24 agosto dello stesso anno, il periodo di licenza

straordinaria costò al soldato un’accusa di simulazione di malattia secondo

quanto disposto dall’articolo 1 del decreto luogotenenziale del 19 ottobre

1916 e per questo recluso nel carcere militare di Bologna per 12 giorni in

attesa di giudizio dal 25 aprile al 7 maggio del 1917.

Una volta assolto dal Tribunale di guerra di Bologna per non provata reità, il

soldato tornò dapprima nel corpo dei Lancieri, poi venne inserito nella

Compagnia Mitraglieri Fiat di Brescia.

Solo dopo pochi mesi Scaravanti venne duramente colpito dal tracoma, una

grave malattia dell’apparato visivo che portò il soldato ad essere riformato il

27 luglio del 1917 su determinazione della Direzione dell’ospedale di Torno,

che gli concesse l’immediato ritorno a casa.

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Nonostante la dichiarazione di inabilità militare comprovata dalle visite

effettuate nel 1917, il giovane soldato venne rivisitato presso l’ospedale di

Genova nel gennaio 1918 e considerato idoneo a servizi militari sedentari in

modo permanente e dunque inviato nuovamente in luogo di guerra nel luglio

dello stesso anno presso il Battaglione Tracomatosi.

Terminata la guerra terminò anche la travagliata vicenda militare di Oreste

Scaravanti, lasciato in congedo illimitato dall’anno 1919 con dichiarazione di

buona condotta, fedeltà e onore.

14-Storia di Mario Solzi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Mario Solzi

Data di nascita: 8 dicembre 1983

Luogo di nascita: Soresina

Luogo di residenza: Soresina

Professione: falegname

Statura: 1,68

Capelli: castani

Occhi: grigi

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Nato nel 1893, Mario Solzi venne inizialmente dichiarato rivedibile ed in

seguito arruolato con la classe 1894 come soldato di prima categoria nel

1914, anno in cui venne inserito nel Reggimento Lancieri di Milano.

Nel febbraio del 1915 a causa di un trauma subito alla zona lombare venne

mandato in convalescenza per sei mesi e dunque rientrando nell’agosto del

1915 in territorio di guerra. Nuovamente concessagli una convalescenza di

altri sei mesi, tornò nello stesso Corpo Armato nel maggio del 1916, fino ad

una definitiva sentenza nel mese di settembre in cui venne riformato perché

88

ancora affetto da problemi fisici derivanti dal trauma subito e dunque

congedato con dichiarazioni di merito.

Nonostante ciò venne rivisitato presso l’ospedale militare di Piacenza che

annullò la precedente rassegna, venendo così dichiarato di nuovo abile ai

servizi sedentari in modo permanente.

A quanto pare il giovane non deve aver ritenuto opportuna questa decisione

tanto che, una volta richiamato alle armi, non si presentò, con conseguente

nuova chiamata per revocato esonero ed immediata partenza in zone di

guerra con il Battaglione di Milizia Territoriale nel febbraio del 1918.

A causa dei preesistenti ed evidenti problemi fisici, Solzi tornò in

convalescenza per 40 giorni già nel mese di maggio, rientrando

successivamente nel medesimo battaglione e poi passando in Fanteria.

Sul finire della guerra, nel settembre del 1918, il soldato contrasse la

tubercolosi, malattia per cui venne quindi definitivamente riformato e

congedato con le dovute dichiarazioni di merito.

15-Storia di Carlo Dossi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Carlo Dossi

Data di nascita: 29 novembre 1893

Luogo di nascita: Ticengo

Luogo di residenza: Casalmorano

Professione: pietrista

Statura: 1,63

Capelli: neri

Occhi: grigi

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Giovane pietrista di Casalmorano, piccolo paese della campagna cremonese,

Carlo Dossi venne chiamato alle armi il 21 agosto 1914 nel 65° Reggimento

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Fanteria e immediatamente inviato in zona di guerra allo scoppio del

conflitto nel maggio del 1915.

La sua attività di soldato fu ininterrotta per tutta la durata della Grande

Guerra, come testimoniato dai documenti, finché il 17 dicembre 1918,

proprio al termine del conflitto, uno sparo da fucile allo sterno ed uno al

braccio destro con conseguente frattura dell’omero gli causarono un danno

irreparabile, per il quale venne immediatamente mandato in licenza

straordinaria in attesa degli esiti medicolegali provenienti dall’Ospedale

Militare di Piacenza.

Il soldato venne riconosciuto temporaneamente inabile al servizio militare e

dunque lasciato in convalescenza per ben due anni a partire dalla data

dell’incidente, il 16 dicembre 1918, potendo godere inoltre di assegni

irrevocabili. Solo un mese più tardi, in seguito ad ulteriori accertamenti, il

soldato viene dichiarato permanentemente inabile per infermità proveniente

dal servizio militare e dunque lasciato in congedo assoluto con diritto ad una

pensione di guerra dal 1921.

La dedizione di quest’uomo che riuscì a passare indenne tutti gli anni

trascorsi al fronte furono in qualche modo ripagate prima dalla dichiarazione

di buona condotta, fedeltà e onore, nel 1919 dall’assegnazione del distintivo

d’onore per la ferita riportata, nel 1920 dalla medaglia interalleata della

vittoria, nel 1921 dall’iscrizione nel Ruolo d’Onore ed infine dalla

concessione della croce per merito di guerra nel 1924.

16-Storia di Primo Maggi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Primo Maggi

Data di nascita: 22 novembre 1891

Luogo di nascita: Cremona

Luogo di residenza: Cremona

Professione: muratore

Statura: 1,58

Capelli: castani

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Occhi: celesti

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Partito per la guerra come soldato di seconda categoria nel 65° Reggimento

Fanteria nell’agosto del 1914, Primo Maggi venne ben presto arrestato con

l’accusa di furto, reato per cui venne tradotto nelle carceri preventive di

Piacenza e dove fu condannato a sei mesi di reclusione.

Uscito anticipatamente dal carcere per condono della pena per il Regio

Decreto del 7 gennaio 1915, dal giorno 16 gennaio Maggi entrò a far parte

della Compagnia di Disciplina, uno speciale reparto in cui confluivano i

militari colpevoli di particolari reati, e dunque inviato in zona di guerra il 7

giungo dello stesso anno.

Nel marzo dell’anno seguente i guai giudiziari di questo giovane soldato

continuarono: dichiarato disertore per esseri allontanato dal corpo, venne

ufficialmente denunciato al Tribunale di Guerra di Cremona e costretto

nuovamente alla reclusione.

Questa volta il giudizio fu molto più aspro di quello precedente poiché il

giovane fu condannato a cinque anni di carcere militare e al pagamento delle

relative spese processuali, secondo quanto disposto dal tribunale il 20 aprile

1916. L’esecuzione della sentenza venne però sospesa fino al cessare dello

stato di guerra e dunque il soldato tornò a far parte del corpo di Fanteria.

Malauguratamente nel maggio del 1917 Primo Maggi venne catturato come

prigioniero di guerra e mantenuto tale per più di un anno, fino a quando, il 13

novembre del 1918, a due giorni dall’armistizio tedesco che sancì la fine del

conflitto, venne rimpatriato ed accolto nel campo di concentramento per

prigionieri a Bologna.

Nonostante le travagliata vicende legali che lo hanno coinvolto, venne

concessa a Maggi la dichiarazione di buona condotta, fedeltà e onore, nonché

un premio in denaro pari a 280 Lire.

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17-Storia di Mario Maranesi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Mario Maranesi

Data di nascita: 7 aprile 1893

Luogo di nascita: Cremona

Luogo di residenza: Cremona

Professione: fabbro ferraio

Statura: 1,62

Capelli: castani

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona.

Arruolatosi come soldato di leva di prima categoria nel maggio del 1913,

Mario Maranesi compì l’istruzione militare anticipatamente con i soldati di

seconda categoria della classe 1892, prestando così servizio fino alla fine

dell’anno nel Reggimento Fanteria di Cremona.

Allo scoppio della guerra viene richiamato alle armi nello stesso corpo

militare e dunque immediatamente inviato al fronte il 24 maggio del 1915.

Solo dopo qualche mese il soldato fu costretto ad una breve licenza a causa di

una ferita da arma da fuoco al piede destro, segno indelebile della sua

partecipazione in prima linea nel combattimento di Polazzo, piccolo centro in

provincia di Gorizia, avvenuto il 3 agosto 1915, giorno che conclude

storicamente la seconda battaglia dell’Isonzo.

Inizialmente la ferita non fermò il soldato per più di qualche giorno ma,

evidentemente a causa delle pessime condizioni igieniche dettate dalla

guerra, quella che sembrò inizialmente un problema di poco conto si

trasformò in un’invalidità permanente. Infatti, pur avendo trascorso ancora

un anno in zona di guerra dopo il suo rientro, venne definitivamente

congedato poiché ormai inabile al servizio militare, come dichiarato dai

documenti datati 30 novembre 1916.

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La guerra sarebbe durata ancora due anni, ma il giovane soldato fu ben

presto autorizzato a fregiarsi del Distintivo d’onore per la ferita riportata,

nonché, qualche anno più tardi, della Croce di merito e del Distintivo di

mutilato in Servizio.

18. Storia di Giuseppe Cugini

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Giuseppe Cugini

Data di nascita: 24 gennaio 1895

Luogo di nascita: Castelleone

Luogo di residenza: Castelleone

Professione: Studente

Statura: 1,71

Capelli: castani

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e foglio militare conservati presso

l’Archivio di Stato di Cremona. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, p.25, 51; S.

Fontana – M. Pieretti, pp. 416-431; Al Colonnello Giuseppe Cugini, 2001.

Quando la guerra scoppiò il giovanissimo Giuseppe Cugini si era da poco

diplomato presso l’Istituto tecnico Carlo Cattaneo di Milano e non sapeva che

sarebbe diventato uno stimato studioso, ancora oggi celebrato nel suo paese

natale, Castelleone. Prima volontario insieme al milanese Negrotto, Benito

Mussolini, Gualtiero Castellini e Nazario Sauro, dopo un breve

addestramento, venne inviato nel 54° Reggimento Fanteria di Ivrea. Ricorda

lo squillo di tromba che annunciò l’entrata in guerra dell’Italia dalla

mezzanotte del 24 maggio 1915, raccontando lo strano senso di sollievo di

molti uomini nel conoscere, dopo un lungo periodo di incertezza, il ruolo del

nostro Paese all’interno del conflitto, con l’errata convinzione però che la

guerra sarebbe durata solo pochi mesi.

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Nominato Caporale nel 68° Reggimento Fanteria 28 febbraio 1915, Sergente

il 30 aprile e infine Colonnello, Cugini racconta in un’intervista la brutalità

delle battaglie a cui partecipò, in particolare nella zona del Carso: ricorda che

a Selz la trincea italiana distava solo una decina di metri da quella austriaca,

tanto che di notte si assaltava la trincea nemica cercando di pugnalare i

soldati.

Le condizioni igienico sanitarie, continua nel suo racconto, erano davvero

inimmaginabili: i soldati erano letteralmente invasi dai pidocchi; la fredda

pioggia invernale lasciava le loro uniformi bagnate per giorni senza potersi

cambiare; i pochissimi medici presenti al fronte non erano mai sufficienti per

l’enorme quantità di feriti, che spesso giungevano nei luoghi di medicazione

ore o giorni più tardi e dunque sottoposti a drastiche mutilazioni per

arginare infezioni ormai troppo estese.

Anche il Colonnello Giuseppe Cugini subì la grave mutilazione di una mano,

indelebile segno della guerra per cui ebbe la medaglia al Valore Militare.

Cugini ricorda lo sconforto provato nel vedere che la guerra stava durando

molto più di quanto tutti immaginavano: le condizioni fisiche spesso erano

insostenibili e lui stesso racconta di aver avuto gravi disturbi per i prolungati

periodi durante i quali fu costretto ad un’alimentazione inadeguata.

Oltre ai tremendi patimenti fisici, Giuseppe racconta di aver assistito in prima

persona anche a quelle che furono le conseguenze psichiche degli orrori della

guerra, citando ad esempio il suicidio di un ufficiale che aveva trascorso

trenta ore consecutive sotto le bombe nemiche.

Morto nel 1981, Giuseppe Cugini è stato ricordato nel 2001 dall’Associazione

reduci di guerra di Castelleone con un piccolo volume che ne ricorda le

molteplici attività.

19- Storia di Angelo Dondé

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Angelo Antonio Dondé

Data di nascita: 28 maggio 1896

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Luogo di nascita: Soresina

Luogo di residenza: Soresina

Professione: fabbro

Statura: 1,66.5

Capelli: neri

Occhi: neri

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

Il soldato Dondé, nato nel piccolo paese di Soresina e fabbro di professione,

venne inserito nella classe 1897 come soldato di prima categoria il 20 maggio

del 1916. Chiamato alle armi e giunto in ritardo il 22 ottobre, venne arruolato

nel 7° Reggimento dei Lancieri di Milano ed immediatamente inviato in zona

di guerra.

Nel corso degli anni Angelo riuscì a ricoprire all’interno dello stesso

Reggimento prima la carica di Caporale, poi di Caporale Maggiore, non senza

alcuni richiami per mancanza di disciplina: infatti nel fascicolo del giovane

cremonese compare una punizione di rigore inflitta il 27 febbraio del 1918

per tre giorni consecutivi poiché ritrovato dopo mezz’ora dalla ritirata in

un’osteria del paese. Lo stesso provvedimento ricorre alla data 5 luglio 1918

poiché, recita il documento:

nel far presente di essere rimasto senza pagliericcio lo faceva con contegno poco militare

I comportamenti ribelli del Dondé sembrano trovare ancora maggior

ispirazione dalla nomina a Sergente di giornata: il 9 agosto 1918 ritardò

infatti la sveglia del reparto di circa mezz’ora, impedendo così lo svolgimento

delle consuete operazioni giornaliere. Nonostante ciò il giovane venne

effettivamente insignito della carica di Sergente a tutti gli effetti nel 1919.

Rientro dal fronte il 1 gennaio 1919 e rimasto nel Corpo dei Lancieri di

Padova dal 15 ottobre al 16 dicembre dello stesso anno, gli venne concesso il

premio di 150 Lire ed infine venne lasciato in congedo illimitato.

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20- Storia di Giuseppe Barbieri

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Giuseppe Barbieri

Data di nascita: 28 novembre 1897

Luogo di nascita: Soresina

Luogo di residenza: Soresina

Professione: Pietrista

Statura: 1,65

Capelli: castani

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

Soldato di prima categoria della classe 1897, Giuseppe Barbieri venne

arruolato nel Genio Zappatori di Bologna il 24 settembre 1916, giungendo in

territorio di conflitto il 10 ottobre dello stesso anno.

Il 27 gennaio venne trasferito nella Compagnia 203, con la quale partì per

una nuova zona di guerra: ben presto però fece ritorno dal fronte per una

ferita procuratasi il 25 maggio e per cui gli venne concessa una licenza di

circa quattro mesi.

Da soldato attivo in prima linea, Giuseppe tornò in servizio nel settembre

1918 all’interno dell’11° Compagnia Telegrafisti, testimonianza della gravità

del colpo subito in battaglia: tra le annotazioni presenti nel fascicolo

personale del giovane militare risulta infatti che il 22 maggio 1917 rimase

vittima di una ferita penetrante alla regione lombare destra causatagli dallo

scoppio di una granata nemica nella zona del monte San Marco, nei pressi di

Gorizia.

Nonostante l’invalidità riconosciutagli, il 16 settembre 1918 fece ritorno

dalla zona di guerra per essere successivamente inviato al Deposito Firenze,

dove continuerà la sua carriera militare fino al 1920.

Nel 1921 al soldato fu concessa la dichiarazione di fedeltà alla Patria.

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21- Storia di Angelo Solzi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Angelo Marco Solzi

Data di nascita: 1 ottobre 1897

Luogo di nascita: Soresina

Luogo di residenza: Soresina

Professione: negoziante

Statura: 1,75

Capelli: castani

Occhi: cerulei

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

La storia del soldato Solzi inizia con la precisa volontà del giovane di servire

in proprio Paese, arruolandosi spontaneamente nell’esercito in qualità di

soldato di prima categoria già nel 1915, entrando successivamente in attività

il 30 settembre 1916 presso il 16° Reggimento Artiglieria da Campagna

Treno e giungendo immediatamente in territorio di guerra.

La grande dedizione del giovane non fu sufficiente per proseguire la tanto

amata attività di sodato: venne infatti riformato per un difetto cardiaco in

seguito ad una visita effettuata all’Ospedale Militare di Brescia il 19 Febbraio

1917 e dunque congedato in modo assoluto.

Il 30 novembre dello stesso anno Solzi venne rivisitato all’ospedale di

Piacenza, i cui medici lo dichiararono nuovamente abile al servizio militare; il

soldato venne dunque nuovamente inviato in territorio di conflitto già il 22

gennaio 1918 con la 125° Compagnia Artiglieria da Campagna.

Secondo il ruolo matricolare, Angelo trascorse l’ultimo anno di guerra in un

paese straniero non meglio precisato, per far rientro in Italia il 15 novembre

1918 ed essere successivamente mandato in congedo illimitato.

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Nonostante i tre anni di attività militare e le problematiche fisiche

riscontrate, il soldato Solzi risulta nuovamente a disposizione della 7°

Legione Milizia Contraerei il 20 luglio del 1939, alle porte della Seconda

Guerra Mondiale.

22- Storia di Giovanni Boldi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Giovanni Boldi

Data di nascita: 6 luglio 1897

Luogo di nascita: Castelleone

Luogo di residenza: Castelleone

Professione: muratore

Statura: 1,72.5

Capelli: neri

Occhi: neri

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

Allievo carabiniere a piedi nella Legione Allievi per tre anni dal 15 ottobre

1916, Giovanni Boldi venne inviato in territorio di conflitto il 7 maggio 1917

e dove rimase fino alla fine della guerra.

Secondo le informazioni pervenuteci il soldato risulta piuttosto

indisciplinato: il 30 dicembre 1917 mentre doveva fare da guardia ad una

baracca con materiale militare vi si rifugiò all’interno invece che vigilare

dall’esterno; l’anno successivo disubbidì ad alcuni ordini permettendo soste

non previste alla propria divisione; ma il fatto più grave fu nel 1919, quando

durante una libera uscita noleggiò a pagamento una bicicletta con la quale, in

compagnia di un collega più anziano, accidentalmente investì un contadino

causandogli delle lesioni. Rientrando in caserma senza riferire quanto

accaduto, il soldato venne comunque punito nei giorni successivi poiché una

commissione medica riferì dell’incidente al comandante del suo corpo.

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Nonostante le molteplici infrazioni nel 1918 al carabiniere venne concessa la

croce di merito, ma il termine della guerra non determinò la fine delle

travagliate vicende del giovane: messo in prigione in attesa di giudizio perché

imputato di appropriazione indebita aggravata il 24 dicembre 1919, fu

condannato il 27 febbraio del 1920 alla reclusione di tre giorni, al pagamento

delle spese processuali e della tassa di sentenza.

23- Storia di Giovanni Ghidini

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Giovanni Ghidini

Data di nascita: 31 ottobre 1899

Luogo di nascita: Pozzaglio ed Uniti

Luogo di residenza: Persico

Professione: omissis

Statura: omissis

Capelli: omissis

Occhi: omissis

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

Soldato di prima categoria chiamato alle armi il 16 giugno del 1917, Giovanni

Ghidini fu arruolato nel 2° Reggimento Genio Zappatori, giungendo in

territorio dichiarato in stato di guerra il 12 gennaio del 1918.

Lo sfortunato soldato, entrato in territorio di guerra solo nell’ultimo anno del

conflitto, il giorno successivo al suo arrivo al fronte riportò una grave ferita

ad entrambi gli occhi causa dell’esplosione di un petardo tenuto in mano un

Caporale Maggiore nei pressi di Campo Croce, luogo di passaggio per la

Compagnia che si stava recando a Monte Grappa.

Il 22 maggio 1918 il giovane risulta dai documenti ancora in cura presso

l’Ospedale di Milano, che, riconoscendo la gravità del danno, lo ricoverò nei

propri reparti fino al 15 luglio 1918.

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Il soldato dovette affrontare un lungo periodo di continui ricoveri e

convalescenza, fino al riconoscimento dell’invalidità permanente, avvenuto il

1 novembre del 1919, e l’autorizzazione a fregiarsi dello speciale distintivo

per gli invalidi di guerra.

A distanza di molti anni Giovanni Ghidini ricevette ancora molte

soddisfazioni per il servizio prestato al Paese: nel 1973 venne infatti

nominato Maresciallo Maggiore del ruolo d’onore, poi Sottufficiale ed infine

Sottotenente.

24- Storia di Giulio Morelli

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Giulio Onorato Giovanni Morelli

Data di nascita: 7 giugno 1897

Luogo di nascita: Gussola

Luogo di residenza: Gussola

Professione: studente

Statura: 1,64.5

Capelli: castani

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

Soldato di prima categoria, Morelli diventò Allievo Ufficiale di complemento

nella Scuola Militare di Modena il 16 giungo 1916 e definito Aspirante

ufficiale di Completamento del Deposito del 67° Reggimento Fanteria Como

Milizia Mobile.

Giunto in territorio di guerra nel 154° Reggimento il 5 novembre, entrò nel

Corpo d’Armata di Verona il 12 marzo 1917, passando poi attraverso vari

reggimenti fanteria fino a coprire la carica di Sottotenente.

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La storia del soldato Morelli, apparentemente destinato ad una brillante

carriera militare, cambiò drasticamente quando venne prima accusato e poi

condannato per diserzione e falso.

Il 5 aprile venne così destituito dal ruolo di Sottotenente, tornado dunque ad

essere un soldato semplice, e successivamente condannato a sei mesi di

carcere militare oltre che al pagamento di tutte le spese processuali, pena

però, come spesso accadeva, sospesa fin al termine della guerra.

Erroneamente al soldato Morelli venne concessa la dichiarazione di buona

condotta, fedeltà e onore, immediatamente contesta dal distretto militare di

Cremona e revocata nel 1924 dal distretto di Milano.

Il fascicolo di Morelli si conclude dunque infelicemente con la scritta “

Rifiutata dichiarazione di buona condotta”.

25- Storia di Annibale Superti

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Annibale Superti

Data di nascita: 17 gennaio 1897

Luogo di nascita: Binanuova

Luogo di residenza: Pescarolo

Professione: contadino

Statura: 1.59.5

Capelli: neri

Occhi: cerulei

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

Giunto in guerra nel marzo 1917 come soldato di prima categoria, il ventenne

Annibale Superti venne immediatamente dichiarato disertore per essersi

assentato dal Corpo di Fanteria di cui faceva parte, appropriandosi inoltre

alcuni oggetti militari per un valore totale di 80,10 Lire.

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Per entrambi i reati commessi venne quindi denunciato al Tribunale di

guerra, al quale il giovane contadino si costituì dopo circa due settimane e

conseguentemente incarcerato in attesa di giudizio.Una volta trasferito nelle

Carceri militari di Vicenza, il 4 aprile 1917 venne condannato a due anni di

reclusione per sentenza del Tribunale di Guerra della 1° Armata, che dichiarò

altresì sospesa la pena fino alla cessazione dello stato di guerra.

Certamente sollevato dalla triste prospettiva di dover trascorrere due anni in

carcere, il soldato Superti tornò attivo in Fanteria il 23 aprile 1917 ma non

poteva che una sorte ancora più avvera lo stava attendendo: il 26 ottobre

venne infatti catturato dal nemico e fatto prigioniero per ben un anno e due

mesi, facendo dunque ritorno in Italia soltanto il 26 dicembre 1918.

Tale esperienza deve aver risvegliato nel soldato un forte amor di Patria

poiché l’anno successivo si arruolò nel 1° Battaglione Volontari Italiani

destinati alla Libia: a fine servizio ricevette, nel 1922, da questo stesso corpo

ricevette il considerevole premio di 280.000 Lire, accompagnato

dall’autorizzazione a fregiarsi della medaglia d’onore per la guerra in Libia

oltre che quella interalleata e quella commemorativa nazionale.

26- Storia di Mario Telò

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Mario Telò

Data di nascita: 17 luglio 97

Luogo di nascita: Drizzona

Luogo di residenza: Pescarolo

Professione: ferroviere

Statura: 1,66

Capelli: castani

Occhi: grigi

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

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In virtù della sua professione di ferroviere, il soldato di prima categoria

Mario Telò entrò a far parte del Genio Ferrovieri il 2 ottobre del 1916,

partendo per territorio in stato di guerra nel marzo successivo.

Per cause non indicate dal fascicolo militare, il giovane cremonese rientrò a

Pescarolo nel mese di luglio poiché dichiarato temporaneamente inabile ai

servizi di guerra - per cause non indicate nei documenti - e tornando attivo

l’8 agosto presso il Deposito del Genio, cessando così di far parte dei reparti

mobilitati.

Dal fascicolo del soldato possiamo comprendere il carattere ribelle che

caratterizzò il giovane durante la sua permanenza nell’esercito, ragion per

cui fu spesso punito dai suoi superiori. In data 8 settembre 1917, ad esempio,

viene annotato il mancato rientro del soldato in seguito ad un periodo di

riposo concessogli e solo pochi giorni più tardi venne prima punito a causa di

osservazioni “indebite” che si era permesso di avanzare durante una visita

medica e poi nuovamente perché non presente alla contro visita serale.

Nel 1919 a Merio Telò venne riconosciuta l’indennità di guerra, continuando

comunque a prestare servizio presso l’amministrazione delle Ferrovie dello

Stato fino al 1 giugno del 1938.

27- Storia di Luigi Gussoni

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Luigi Gussoni

Data di nascita: 27 agosto 1897

Luogo di nascita: Gabbioneta

Luogo di residenza: Gabbioneta

Professione: contadino

Statura: 1.62.5

Capelli: castani

Occhi: bruni

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Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

Chiamato alle armi il 4 ottobre 1916 come soldato di prima categoria presso

il 43° Reggimento Fanteria di Tortona, Luigi Gussoni giunse in zona di guerra

con il 37° Reggimento Fanteria mobilitato il 7 settembre 1917 ma rientrando

già a Cremona il 26 per una lunga malattia che lo trattenne lontano dai campi

di battaglia per più di un anno.

Dai documenti pervenutici, Gussoni risulta rientrato in servizio dal 9 gennaio

1919 ma, esattamente tre mesi dopo, venne denunciato per diserzione al

Tribunale di Guerra 4° Corpo Armata e detenuto a partire dal 16 aprile.

La pena inflittagli fu drastica: prima la degradazione di titolo e nomina

avvenuta il 26 aprile presso San Zenone degli Ezzelini, in provincia di

Treviso, poi la condanna all’ergastolo, solitamente riservata a chi cercava di

passare dalla parte del nemico o a chi, in presenza del nemico stesso, non si

presentava in combattimento.

Il consiglio ridusse la pena a 10 anni di reclusione, obbligando dunque il

disertore a prestare servizio nel 42° Reggimento Fanteria dal 16 dicembre

1919 fino al 1920.

Nel fascicolo del soldato non vi è menzione della pena che dovette scontare a

fine servizio.

28- Storia di Luigi Marini

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Luigi Marini

Data di nascita: 17 marzo 1897

Luogo di nascita: Isola Dovarese

Luogo di residenza: Isola Dovarese

Professione: contadino

Statura: 1,70.5

Capelli: castani

Occhi: grigi

104

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari e fascicolo militare conservati

presso l’Archivio di Stato di Cremona.

Luigi Marini, giovane contadino cremonese, non ancora ventenne venne

arruolato come soldato di prima categoria nel Reggimento Lancieri di Milano

il 12 ottobre 1916, giungendo lo stesso giorno in territorio dichiarato in stato

di guerra.

La nomina a Caporale ricevuta da Luigi 1 maggio fu purtroppo di breve

durata: già il 19 agosto fu retrocesso poiché commise una grave infrazione

disciplinare:

sprovvisto di permesso serale in compagnia di inferiori rientra per via indiretta alle ore 11

Tale comportamento costò al giovane, oltre alla degradazione, ben cinque

giorni di punizione di rigore.

Il comportamento corretto e disciplinato tenuto da Marini nel corso dell’anno

successivo lo portò a riacquisire la carica perduta, venendo nominato il 31

gennaio del 1918 Caporale del 4° Reggimento Carrettieri.

La carriera di Luigi proseguì attraverso vari Reggimenti fino al 1920, quando

venne lasciato in congedo illimitato.

29-Storia di Francesco Frassi

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Francesco Frassi

Data di nascita: 15 luglio 1893

Luogo di nascita: Casalmorano

Luogo di residenza: Casalmorano

Professione: Sarto

Statura: 1,61

Capelli: biondi

Occhi: celesti

105

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona; fondo “Carteggi della Guerra 1915-1918” b.45. Pubblicazioni: L.

Fabi 2005, p.109.

Nato e cresciuto nel piccolo borgo di Casalmorano, il ventunenne Francesco

Frassi svolgeva la professione di sarto quando venne chiamato ad arruolarsi

nel 1914 come soldato di terza categoria, ma lasciato in congedo illimitato nel

marzo dello stesso anno.

Richiamato alle armi per mobilitazione secondo quanto stabilito dal Regio

Decreto del giugno del 1911, venne incluso del 37° Reggimento Fanteria,

giungendo in territorio di guerra nel gennaio dell’anno successivo con il 126°

Reggimento.

Della sua esperienza rimane una cartolina datata 5 ottobre 1916, indirizzata

alla madre Livia e alla sorella:

Cara madre e sorella,

mentre vi scrivo, ho già l’ordine di partire, non so il certo, ma pare per la trincea. Speriamo

bene e che Iddio mi assista. Raccomando pregare per me, Saluti e baci dal vostro amato figlio

e fratello Francesco

Saluti a tutti.

La sua esperienza da soldato fu brevissima: Francesco morì sul Carso pochi

giorni dopo, il 12 ottobre, come risulta dall’atto di morte n°339 del

Reggimento di cui faceva parte.

Allo sfortunato soldato Frassi venne concessa la medaglia commemorativa

nazionale e quella interalleata della vittoria.

30-Storia di Giuseppe Zanetti

Dati anagrafici:

Nome e cognome: Giuseppe Zanetti

Data di nascita: 19 marzo 1892

Luogo di nascita: Cremona

106

Luogo di residenza: Persico

Professione: carrettiere

Statura: 1,64.5

Capelli: neri

Occhi: castani

Fondi di riferimento: Ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato

di Cremona; fondo “Carteggi della Guerra 1915-1918” Archivio di Stato di

Brescia b.48. Pubblicazioni: L. Fabi, 2005, pp.42, 61.

Chiamato alle armi nel settembre del 1914, coprì la carica di caporale del 40°

Reggimento Fanteria. Secondo i documenti il suo arruolamento procurò il

ritardo della chiamata alle armi del fratello Enrico, della classe 1894, come

consentito dalla legge sul reclutamento.

Divenuto caporale maggiore nel 134° Reggimento Fanteria l’anno successivo

giunse in luogo di guerra nel mese di giugno.

Nell’archivio di Stato di Brescia rimane una lettera scritta il 23 luglio 1915, in

cui scrive al padre:

sono in prima linia, non cè più da far altro che patir, penso di poter essere fortunato da

portare via la pelle se Dio vuole.

Ma la sua esperienza fu tristemente breve, poiché già il 28 luglio morì a

Monte Sei Busi nel corso della prima battaglia dell’Isonzo (23 luglio -7 agosto

1915) per le ferite da arma da fuoco riportate.