A cura dell’educatrice e delle ospiti - Casa Santa Lucia · diffondono le note della prima...

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1 ANNO 2° N.10 OTTOBRE 2013 A cura dell’educatrice e delle ospiti

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ANNO 2° N.10 OTTOBRE 2013

A cura dell’educatrice e delle ospiti

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Ragaglini Iole

18/10/1921

Lagonigro Anna

19/10/1918

Valeri

Anna 03/10/1916

95

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Urbani Nella

23/10/1924

Giovannelli

Pasqua

02/10/1925

23/10/1923

Dominici

Palma

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88

90

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Sampaolesi

Giacomina

18/10/1922

Ida De Angelis

14/10/1922

Ficorilli Zelinda

13/10/1916

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91

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91 91

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Pizzabiocca

Angela Alba

27/10/1918

Tomassetti Maria

28/10/1917

96

95

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2 ottobre

Un’anima non è mai senza la

scorta degli Angeli, questi

spiriti illuminati sanno

benissimo che l’anima nostra

ha più valore che non tutto il

mondo.

(San Bernardo di

Chiaravalle)

Fino al V secolo nessun

giorno particolare era dedicato

agli Angeli Custodi, il cui ufficio cadeva il 29 settembre, in concomitanza con la

festa di San Michele arcangelo. L'uso di una festa particolare nacque a Valencia

nel 1411, quando si istituì una festa per l'angelo protettore della città. Anche in

Francia ci fu un'iniziativa analoga. Durante il secolo successivo l'idea si diffuse

dalla Spagna nel Portogallo e poi in Austria e nelle regioni italiane più

influenzate dagli Asburgo.

Già nel Cinquecento nacquero le prime Compagnie dell'Angelo Custode, che

si diffusero ampiamente agli inizi del Seicento sotto l'influenza della

pubblicazione di diversi trattati teologici e l'impulso di diversi ordini religiosi

fra cui, ad esempio, i Padri Somaschi. La spinta decisiva venne da papa Paolo V,

che in una bolla del 1614 assegnò specifiche indulgenze ai membri delle

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compagnie dell'Angelo Custode aggregate all'Arciconfraternita di Roma e che

compissero particolari atti meritori.

In parallelo alla diffusione della pietà popolare ebbe luogo il

riconoscimento liturgico della festa. Nel "Messale romano" di papa Pio V(1570)

furono indicate quattro feste consacrate espressamente agli angeli, quelle

dedicate agli Angeli Custodi (il 2 ottobre), all'arcangelo Gabriele, all'arcangelo

Michele e all'arcangelo Raffaele. Soppressa da Pio V, la festa in onore degli

Angeli Custodi fu ristabilita nel 1608 da Paolo V ed estesa alla Chiesa

universale. Nel 1670 Clemente X la rese obbligatoria

per tutta la Chiesa latina, sempre alla data del 2

ottobre.

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ma il 2

ottobre è

anche la

festa dei

nonni

Introdotta con la legge 159 del 31 luglio 2005

Un riconoscimento ufficiale per il loro valore sociale,

educativo, affettivo nei confronti dei nipoti

E per noi

Un occasione per manifestare attraverso una grande festa,

tutti i sentimenti di amore, affetto, riconoscenza, tenerezza che

riescono a suscitare

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Grazie Fabio per il tempo, le

canzoni condivise e per aver

messo per iscritto I tuoi

sentimenti e le tue emozioni

in questa giornata

La Festa dei Nonni (Rieti 2 ottobre 2013)

Quando mi è stato chiesto da Tiziana di partecipare alla “Festa dei Nonni”

ho pensato che accettando l’invito, avrei trascorso un pomeriggio sicuramente

diverso dagli altri ma soprattutto un pomeriggio di “solidarietà”.

Allora mi sono domandato se effettivamente ciò che avrei fatto sarebbe

stato un gesto di “solidarietà” e per meglio rispondere a questa domanda sono

andato a vedere cosa significa questa parola ed ho scoperto che SOLIDARIETA’

vuol dire “atteggiamento di benevolenza e comprensione, ma soprattutto di sforzo

attivo e gratuito, atto a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che ha

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bisogno di un aiuto”. Sarà così, mi sono chiesto prima di andare

all’appuntamento? Vedremo.

L’appuntamento è per le ore 16.00 del 2 ottobre 2013 all’interno della Sala

che ospita le attività ludiche del centro. Arrivo con leggero anticipo ma tutto è

già pronto, compreso lo spazio idoneo all’istallazione delle attrezzature per la

diffusione della musica. Bastano 30 minuti e come per magia nella sala si

diffondono le note della prima canzone e le luci che simulano l’incantesimo di

un cielo stellato. Nel frattempo arrivano le prime persone sorridenti, forse per il

solo pensiero che anche loro, come me, passeranno un pomeriggio diverso e più

positivo del solito.

Sono le 16.45 la sala si è riempita di “nonne” che, seppur con qualche

“acciacco”, vogliono espressamente partecipare alla giornata di festa. Qualcuna

più audace delle altre chiede a Tiziana il mio nome e attirando poi la mia

attenzione cominciano le prime richieste musicali. “Ci fai sentire Malafammena

di Totò?”, “Ci fai un po’ di canzoni di Claudio Villa?”, “E qualcuna di

Celentano?”, “E qualche canzone di Lucio Battisti?” e ancora “Mi fai qualcosa di

Little Tony?”. Una “nonna” appassionata dei Pooh mi chiede “Uomini Soli”. Il

pomeriggio scorre veloce. Sono già le 18 quando una raggiante Nonna dalla

platea mi dice ad alta voce “Noi prima di essere nonne siamo mamme per cui la

canzone che ci piace di più è MAMMA di Gino Latilla”. Inizia subito la ricerca

sui miei Report musicali ed ecco decollare la canzone richiesta. Partono le

prime note e prima che si udisse la mia voce al microfono tutte le “nonne” della

prima fila mi anticipano e in perfetta tonalità iniziano cantando “Mamma son

tanto felice perché ritorno da te, la mia canzone ti dice ch’è il più bel giorno per

me ………… mamma solo per te la mia canzone vola, mamma sarai con me tu

non sarai più sola”. Ormai nella sala cantano tutte, quasi 50 “nonne” che

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cantano un inno alla vita perché per ognuno di noi la parola “MAMMA”

corrisponde a colei che ci ha dato la vita. A me, pensando alle mie nonne che

ormai non ci sono più, esce segretamente la prima lacrima di commozione che

credo nessuno abbia notato.

Come in tutte le Comunità i ritmi sono regolati anche dagli orari e

all’Istituto è quasi ora di cena. Alle 18.30 le “nonne” debbono essere a tavola.

Siamo al termine del pomeriggio musicale e annuncio che siamo arrivati

all’ultima canzone. Si solleva dalla platea un coro di “ noooooooooo” perché le

nonne chiedono di proseguire con la musica, vorrebbero il “bis” il “tris” ecc.

ecc. Incrocio lo sguardo di Suor Francesca, Madre Superiora dell’Istituto, la

quale annuendo e con un sorriso ci concede qualche altra canzone e quindi una

deroga all’orario della cena. Rubiamo ancora un quarto d’ora alle regole

dell’Istituto e la musica prosegue fino alle 18.50. Non possiamo trasgredire

ancora perché ormai la cena è già sui tavoli della mensa e aspetta fumante di

essere gustata dalle “nonne”. La platea ordinatamente si comincia a vuotare

non prima di avermi rivolto un fragoroso quanto affettuoso e commosso

applauso. Rimangono le nonne della prima fila che aspettano l’aiuto delle

volontarie per raggiungere la mensa. Le vado a salutare e loro, per dimostrarmi

il loro affetto e la loro gratitudine mi abbracciano e mi baciano come una

“nonna” farebbe con il loro nipote. Non vorrebbero che andassi via e complice

l’atteggiamento delle nonne arriva anche la seconda segreta lacrimuccia di

commozione. Una nonna prima di congedarsi mi abbraccia e mi sussurra

“Abbiamo trascorso una bella giornata ….. grazie!!”

Prima di smontare tutto l’apparato musicale mi siedo un attimo a pensare

e mi domando. Ma quest’oggi ho passato veramente una giornata di

solidarietà? Forse si ma ho passato SOPRATTUTTO una giornata in

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“magnificenza”. Sono andato a guardare anche il significato di quest’ultima

parola ed ho scoperto che MAGNIFICENZA “è quella qualità che si riferisce alla

prestanza, generosità, dignità e splendore nel modo di vivere degli uomini e delle

donne”. Io tutte queste qualità le ho trovate nelle “NONNE” dell’Istituto Santa

Lucia di Rieti che mi hanno colpito subito per il loro splendore.

Grazie a Voi NONNE per avermi regalato un pomeriggio diverso dagli

altri, grazie alle SUORE che mi hanno regalato la loro ospitalità e soprattutto

grazie a TIZIANA che mi ha invitato a vivere questa esperienza di vita

indimenticabile.

Fabio FILIPPI

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Il Rosario:

san Domenico

di guzman

Di Annunziata Lucarelli

Il Rosario è per eccellenza, la preghiera più importante e l’etimologia della

parola ci spiega che è una corona di petali di rose che si dedicano interamente

alla “Madonna” e a suo “Figlio Gesù”. Con il Rosario ripercorriamo tutta la vita

santa della Madre e del Figlio: dall’Annunciazione alla morte in croce di Gesù.

Come nasce questa devozione? Qual’ è l’origine e come si è diffusa?

In molte chiese è esposto il quadro della Madonna di Pompei che raffigura la

consegna del Rosario a S. Domenico di Guzman. Nel 1212, S. Domenico durante

la sua permanenza a Tolosa, ebbe una visione della Vergine Maria che gli

consegnava la corona del Rosario, come richiesta ad una sua preghiera per

combattere l’eresia senza violenza.

Da quel momento il Rosario divenne la preghiera più diffusa per

eccellenza per combattere le eresie e nel tempo stesso è divenuta una delle

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preghiere più tradizionali cattoliche e così la prima confraternita è nata per

volontà di Maria.

Si racconta infatti, secondo il Beato Alano della Rupe, che nel 1213-14, S.

Domenico, mentre predicava in Spagna, con il suo confratello Bernardo, fu

rapito dai pirati.

La notte dell’annunciazione (25 marzo) una tempesta stava facendo naufragare

la nave su cui si trovava con i pirati. Allora la Madonna disse a S. Domenico

“vuoi che la nave venga salvata? Mio desiderio, però è che voi fondiate la

confraternita del Rosario”. Tutto l’equipaggio accettò ed il mare si calmò e così i

pirati furono i primi membri della confraternita: la casa di Maria.

Chi era san Domenico di Guzman? Che cosa si dice di questa figura così

interessante nella storia della Santità e quindi nella teologia?

Dalla sua biografia si sa che era il figlio di Felice Guzman e di Giovanna d’Aza

di famiglia agiata. Alla sua nascita venne battezzato con il Nome del santo

patrono dell’abazia benedettina di S. Domenico di Silos. Inizialmente fu

educato dallo zio materno arciprete e poi studiò arti liberali e teologia. Nel

periodo delle carestie e pestilenze vendette tutti i suoi averi ai poveri, comprese

le pergamene.

In seguito, S. Domenico ordinato sottopriore, accompagnò il vescovo Diego in

Danimarca e nel II viaggio in questo paese, conobbe l’eresia dei Catari ed allora

chiese al papa Innocenzo III di poter predicare per l’evangelizzazione dei

pagani.

La sua vita semplice, povera fece accorrere molte donne ed anche uomini

e così poté organizzare un nucleo stabile di predicatori.

Questo nuovo ordine venne approvato da Onorio III.

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San Domenico andò a predicare in Portogallo, Spagna, Francia ed Italia e qui

prese sede a Bologna e vi morì il 6 agosto del 1221. La sua regola era basata

sulla carità, l’umiltà e la povertà.

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Di bruna e peppa

I ricordi di Bruna e Peppa ci rimandano al lontano 1930 quando avevano

circa 7/8 anni e il sorriso si trasforma in risate scroscianti con Il racconto di

personaggi caratteristici.

Borzellittu e la sua ernia

Borzellitu era il soprannome di un signore che aveva un' ernia enorme poiché in quel

tempo non si operava. Ogni volta che usciva di casa tutti gli dicevano “Borzellì che

tempo fa?” e lui rispondeva “io le comodità me le so fatte! Fattele pure

tu!!”

Romeo e Il carro funebre

I servizi funebri del periodo erano gestiti da Romeo il “cassamortaro”.

Quando a morire era un signore di un certo livello egli utilizzava il landò con i cordoni

dorati, i pomelli d’oro lucidissimi e indossava un

elegantissimo tight con il cilindro o la bombetta. Il

landò si muoveva molto lentamente permettendo alle

persone di scendere di casa per rendere omaggio al

morto, di abbassare le serrande e chiudere le porte dei

negozi.

Quando a morire invece era un nullatenente Romeo si

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presentava con un semplice carro in legno, vestito semplicemente e con un andatura

talmente veloce che le persone per rendere omaggio al defunto dovevano corrergli

dietro.

Benedettaccio il trombettiere

Era colui che veniva mandato dal comune negli

angoli della città con la tromba per annunciare la

vendita della carne a basso costo nei vecchi cancelli

di Santa Lucia. Erano animali che morivano in un

incidente e per questo il prezzo era basso. La carne

costava molto e le donne correvano ad acquistarla

mettendola nei grembiuli poiché non veniva venduta

con la carta.

Il signore dei supplì

A Borgo S. Antonio c’era un signore

che vendeva supplì e per

richiamare le persone urlava

continuamente “ Signori, quì si

vendono supplì!

Ogni due un soldo l’uno!”

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Lo staff interno

L’assistente sociale

Giovanni, il nostro assistente sociale è un riferimento

importante per la persona anziana e la sua famiglia.

Offre un punto di ascolto e consulenza, aiuta

nel disbrigo di pratiche burocratiche, valuta i bisogni

e le richieste individuali.

Collabora insieme ad un equipe multidisciplinare, alla stesura del “Piano di

Assistenza Individualizzato”.

Questi sono solo alcuni dei compiti da lui svolti nella nostra struttura, ai quali

aggiungiamo oltre la competenza, le doti personali, l’interesse verso le persone, la

generosità, il suo entusiasmo e sorriso.

Grazie Giuseppe per il tuo encomiabile lavoro!!

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Lucia di Tommaso

Il ciambellone al cioccolato:

6 uova

2 etti e mezzo di zucchero

1 etto di burro

Una buccia di limone grattugiato

Una bustina di lievito

Cioccolato in polvere

Farina q b

Si sbattono le uova con lo zucchero, si aggiunge il limone grattugiato, la bustina di

lievito con il burro sciolto. La farina si aggiunge alla fine.

L’impasto deve essere morbido come una crema. Si mette l’impasto nel testo

precedentemente imburrato e se ne lascia una parte alla quale viene aggiunto il

cioccolato in polvere. Quest’ultimo va aggiunto alla fine senza mescolare.

“Questo è il ciambellone che facevo sempre

alle mie bambine! Me lo ha insegnato mia

madre.”

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Antonia Eleuteri

Ha fatto più battaglie la tua sottana

Che garibaldi quando prese roma

Quando spiga lo pepe me te piglio

Quando spiga lo sale me te sposo

Il mio amore è bello di natura

Più malvestito va e più bello è ancora

Pigliate un giovanottino a tuo piacere

Non vi fate della roba ingannare

La roba se ne va come il vento

E il giovanottino te rimane accanto

So nata poverella a casa mia

Coi nobili non mi posso apparentare

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I Bambini della nostra scuola materna collaborano al

progetto lavoro “ il folletto delle stagioni” della casa di

riposo. Tanti nipotini che vogliono, con la loro vitalità e

il loro affetto, rallegrare il cuore delle nostre amate

nonnine….

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Nei servizi di assistenza alle ospiti, la Casa di Riposo

“Santa Lucia” si avvale della collaborazione della

Cooperativa “ NUOVA S. A. I. R. “ – Società

Nazionale specializzata nell’organizzazione e

gestione dell’assistenza sociale e sanitaria a favore

di anziani, disabili e persone malate.