a cura della Redazione ECOLOGIA C O M U N I C A Z I O N E O R G … · 2016-04-30 · PERIODICO A...

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PERIODICO A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE ECO ANNO VI - N. 2 LUGLIO 2004 Aut. Trib. BO n. 6937 del 25/08/1999 - Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abb. postale 45% art. 2 comma 20/B Legge 662/96 aut. DC/ER/BO La scarsità di acqua di buona qualità in quantità sufficiente per un adegua- to sviluppo civile e sociale, e il disse- sto idrogeologico hanno le loro co- muni radici nella mancanza di una politica unitaria del territorio. Dai tempi dell’alluvione del Polesine (1951) a quelli dell’alluvione di Fi- renze (1966) e di tutte le altre frane e alluvioni, in occasione di tutti i gravi episodi di mancanza di acqua e di in- quinamento, gli studiosi hanno chia- ramente indicato che la gestione del territorio poteva essere affrontata in modo corretto soltanto riconoscendo che il bacino idrografico è l’unica unità di riferimento ecologicamente sensata. Le parole degli studiosi sono rimaste inascoltate: infatti ben pochi bacini idrografici hanno confini che coincidono con quelli amministrativi per cui la gestione per bacini idrogra- fici avrebbe richiesto un coordina- mento, una solidarietà fra regioni vi- cine, il confronto fra linee politiche ideologicamente anche diverse, la spartizione di poteri amministrativi e di finanziamenti. Segue a pagina 2 La vera arma di distruzione di massa non è nascosta in qualche rifugio dei ter- roristi. La compriamo tutti i giorni, or- mai a caro prezzo, respiriamo i suoi va- pori cancerogeni, con essa inquiniamo i mari e l'acqua potabile. La utilizziamo per fare concimi e plastiche. La usiamo per i carri armati e le automobili, per le centrali elettriche e per i trattori. Per il riscaldamento e per l'illuminazione. Di- pendiamo da essa per la nostra vita quo- tidiana. I potenti Stati Uniti d'America e la giovane Europa Unita. Ma anche l'im- mensa Cina e l'India che seguono a ruo- ta il nostro folle modello di sviluppo. E' il Petrolio la vera arma di distruzione di massa. La lucida follia dei terroristi islamisti ha esposto con chiarezza i suoi obiettivi po- litici. Prendere il potere in Arabia Saudi- ta e nei paesi che controllano i maggiori giacimenti petroliferi e di gas naturale. In questo modo si possono ricattare e mettere i ginocchio i paesi che dipendo- no dal petrolio e dal gas naturale. Ma ci sono autorevoli analisti che so- stengono che non sia necessario per i terroristi prendere il potere nei paesi is- lamici e restaurare il Califfato per rea- lizzare uno scenario catastrofico per l'Occidente. Un attacco a Ras Tanura, il terminal saudita da cui parte 1'80% del greggio, farebbe salire i prezzi oltre la barriera dei 100 dollari a barile, obietti- vo politico enunciato da Bin Laden. Ma anche il continuo attacco terroristico ai tecnici stranieri, indispensabili per lo sfruttamento del petrolio saudita, po- trebbe indurre lo stesso effetto. Segue a pagina 2 L’associazione culturale ECO (Eco- logia Comunicazione Organizzazio- ne) è nata dal bisogno di costruire un piccolo mezzo d’informazione ecolo- gista e di avere uno spazio per il pen- siero e l’azione ecologista liberato dagli schemi istituzionali che sia il mondo dell’informazione sia il mon- do della politica ci impongono. Grazie all’impegno volontario di al- cuni di noi, grazie all’autofinanzia- mento, grazie al sostegno di chi crede in questo progetto di informazione indipendente, grazie a coloro che espongono la nostra rivista in negozi, uffici, aziende, circoli, studi, bibliote- che, ecc.) abbiamo tentato di creare un nuova coscienza ecologista per un nuovo cittadino. Oltre che di scienza e cultura, l’asso- ciazione ECO è obbligata a parlare anche di politica, “questa difficile ar- te di risolvere i problemi insieme” di- ceva Don Milani. A volte chi rappre- senta i cittadini dimentica che il citta- dino non chiede altro che essere go- vernato da dei buoni amministratori con capacità comunicative compren- sibili a tutti. Nel corso di questi due anni abbiamo organizzato dibattiti su diversi pro- blemi ambientali con i quali ci scon- triamo quotidianamente nella nostra cara bella Bologna e dintorni. Dal fu- turo all’idrogeno ai danni provocati dall’elettrosmog, dalle coltivazioni OGM agli ormoni nella carne per i bambini, dai cambiamenti climatici e i conseguenti disastri ambientali alle polveri sottili che respiriamo ad al- tezza di passeggino di bambino, dalla manutenzione dell’ordinario nelle nostre città alla salvaguardia delle aree verdi e all’incremento del mer- cato del biologico. Dibattiti che han- no visto la partecipazione di esperti, tecnici, scienziati e scrittori a livello nazionale ed internazionale. L’ultima iniziativa ha visto, lo scorso 29 mar- zo, il Sindaco di Bologna Sergio Cof- ferati confrontarsi sul tema “Etica Impresa Ambiente” con il Presidente della Granarolo e di Impronta Etica Luciano Sita, con l’amministratore delegato della Valsoia Lorenzo Sas- soli De Bianchi, con il Presidente del- la Coop Adriatica Pierluigi Stefanini e con Paolo Galletti, membro dell’E- secutivo nazionale della federazione dei Verdi e nostro direttore editoriale. Abbiamo cercato di dare il nostro ap- porto alla costruzione di programmi culturali e ambientali per il futuro di Bologna, per il benessere di tutti i cit- tadini. Continuiamo la raccolta firme per vietare l’uso degli OGM a Bolo- gna ed in Emilia-Romagna sperando che vinca non il più forte, ma il più capace a difendere la salute di tutti e di questa vecchia terra tanto annoiata da questo mal di vivere sociale. FERNANDA USERI ECO TRA AMBIENTE E SOCIETÀ ETICA IMPRESA AMBIENTE Intervista a Luciano Sita - Presidente di Granarolo di Danny Labriola PAG. 3 UN FUTURO SOLARE di Andrea Morisi PAG. 5 LA BOLOGNA CHE ERA, LA BOLOGNA CHE VORREMMO a cura della Redazione PAG. 7 di PAOLO GALLETTI di GIORGIO NEBBIA e 0,25 COMUNICAZIONE ORGANIZZAZIONE ECOLOGIA ECOLOGIA COMUNICAZIONE ORGANIZZAZIONE Periodico a cura della Associazione Culturale ECO e-mail: [email protected] tel. 338 5037140 Conto Corrente Postale N. 19310531 Redazione c/o: M.& B. Editori S.r.l. Via delle Lame, 79 40122 Bologna Tel.051/649.08.96 Fax 051/55.55.08 Spedizione in abb. postale Legge 662/96 Art. 2 comma 20/B Filiale di Bologna Aut. Trib. BO n° 6937 del 25/08/1999 Direttore Editoriale Paolo Galletti Direttore responsabile Carlo Orzeszko ([email protected]) Caporedattore Danny Labriola ([email protected]) Redazione Fernanda Useri Gianluca Baldrati Fausto Bordini Giovanni Sekera Progettazione, realizzazione e grafica M.&B. Editori S.r.l. Tel. 051 649.08.96 Fax 051 55.55.08 e-mail: [email protected] Impaginazione Alfredo Penazzi Foto Paolo Ossani Andrea Calò Stampa Officine Grafiche Galeati Imola Tiratura 10.000 copie ACQUA: ORO BLU D EL FUTURO LIBERARSI DALLA DIPENDENZA DAL PETROLIO Un obiettivo di vitale importanza per un'Europa libera e per la sconfitta del terrorismo Se vogliamo davvero sicurezza dobbiamo ridurre il nostro appetito per i combustibili fossili. I nostri tetti, se muniti di pannelli, potrebbero diventare il Golfo Persico dell’energia solare. Liberare il nostro paese dalla schiavitù del petrolio dovrebbe essere l’impegno più patriottico, in cui dovremmo impegnarci tutti. Robert Redford, attore e ambientalista (La Repubblica, 13 luglio 2004)

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Page 1: a cura della Redazione ECOLOGIA C O M U N I C A Z I O N E O R G … · 2016-04-30 · PERIODICO A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE ECO ANNO VI - N.2 •LUGLIO 2004 Aut. Trib. BOn.

PERIODICO A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE ECO

ANNO VI - N. 2 • LUGLIO 2004 Aut. Trib. BO n. 6937 del 25/08/1999 - Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abb. postale 45% art. 2 comma 20/B Legge 662/96 aut. DC/ER/BO

La scarsità di acqua di buona qualitàin quantità sufficiente per un adegua-to sviluppo civile e sociale, e il disse-sto idrogeologico hanno le loro co-muni radici nella mancanza di unapolitica unitaria del territorio.Dai tempi dell’alluvione del Polesine(1951) a quelli dell’alluvione di Fi-renze (1966) e di tutte le altre frane ealluvioni, in occasione di tutti i graviepisodi di mancanza di acqua e di in-quinamento, gli studiosi hanno chia-ramente indicato che la gestione delterritorio poteva essere affrontata inmodo corretto soltanto riconoscendoche il bacino idrografico è l’unicaunità di riferimento ecologicamentesensata. Le parole degli studiosi sonorimaste inascoltate: infatti ben pochibacini idrografici hanno confini checoincidono con quelli amministrativiper cui la gestione per bacini idrogra-fici avrebbe richiesto un coordina-mento, una solidarietà fra regioni vi-cine, il confronto fra linee politicheideologicamente anche diverse, laspartizione di poteri amministrativi edi finanziamenti.

Segue a pagina 2

La vera arma di distruzione di massanon è nascosta in qualche rifugio dei ter-roristi. La compriamo tutti i giorni, or-mai a caro prezzo, respiriamo i suoi va-pori cancerogeni, con essa inquiniamo imari e l'acqua potabile. La utilizziamoper fare concimi e plastiche. La usiamoper i carri armati e le automobili, per lecentrali elettriche e per i trattori. Per ilriscaldamento e per l'illuminazione. Di-pendiamo da essa per la nostra vita quo-tidiana. I potenti Stati Uniti d'America ela giovane Europa Unita. Ma anche l'im-mensa Cina e l'India che seguono a ruo-ta il nostro folle modello di sviluppo. E' il Petrolio la vera arma di distruzionedi massa. La lucida follia dei terroristi islamisti haesposto con chiarezza i suoi obiettivi po-

litici. Prendere il potere in Arabia Saudi-ta e nei paesi che controllano i maggiorigiacimenti petroliferi e di gas naturale.In questo modo si possono ricattare emettere i ginocchio i paesi che dipendo-no dal petrolio e dal gas naturale. Ma ci sono autorevoli analisti che so-stengono che non sia necessario per iterroristi prendere il potere nei paesi is-lamici e restaurare il Califfato per rea-lizzare uno scenario catastrofico perl'Occidente. Un attacco a Ras Tanura, ilterminal saudita da cui parte 1'80% delgreggio, farebbe salire i prezzi oltre labarriera dei 100 dollari a barile, obietti-vo politico enunciato da Bin Laden. Maanche il continuo attacco terroristico aitecnici stranieri, indispensabili per losfruttamento del petrolio saudita, po-trebbe indurre lo stesso effetto.

Segue a pagina 2

L’associazione culturale ECO (Eco-logia Comunicazione Organizzazio-ne) è nata dal bisogno di costruire unpiccolo mezzo d’informazione ecolo-gista e di avere uno spazio per il pen-siero e l’azione ecologista liberatodagli schemi istituzionali che sia ilmondo dell’informazione sia il mon-do della politica ci impongono. Grazie all’impegno volontario di al-cuni di noi, grazie all’autofinanzia-mento, grazie al sostegno di chi credein questo progetto di informazioneindipendente, grazie a coloro cheespongono la nostra rivista in negozi,uffici, aziende, circoli, studi, bibliote-che, ecc.) abbiamo tentato di creareun nuova coscienza ecologista per unnuovo cittadino. Oltre che di scienza e cultura, l’asso-ciazione ECO è obbligata a parlareanche di politica, “questa difficile ar-te di risolvere i problemi insieme” di-ceva Don Milani. A volte chi rappre-senta i cittadini dimentica che il citta-dino non chiede altro che essere go-vernato da dei buoni amministratoricon capacità comunicative compren-sibili a tutti. Nel corso di questi due anni abbiamoorganizzato dibattiti su diversi pro-blemi ambientali con i quali ci scon-triamo quotidianamente nella nostracara bella Bologna e dintorni. Dal fu-turo all’idrogeno ai danni provocatidall’elettrosmog, dalle coltivazioniOGM agli ormoni nella carne per ibambini, dai cambiamenti climatici ei conseguenti disastri ambientali allepolveri sottili che respiriamo ad al-tezza di passeggino di bambino, dallamanutenzione dell’ordinario nellenostre città alla salvaguardia dellearee verdi e all’incremento del mer-cato del biologico. Dibattiti che han-no visto la partecipazione di esperti,tecnici, scienziati e scrittori a livellonazionale ed internazionale. L’ultimainiziativa ha visto, lo scorso 29 mar-zo, il Sindaco di Bologna Sergio Cof-ferati confrontarsi sul tema “EticaImpresa Ambiente” con il Presidentedella Granarolo e di Impronta EticaLuciano Sita, con l’amministratoredelegato della Valsoia Lorenzo Sas-soli De Bianchi, con il Presidente del-la Coop Adriatica Pierluigi Stefaninie con Paolo Galletti, membro dell’E-secutivo nazionale della federazionedei Verdi e nostro direttore editoriale.Abbiamo cercato di dare il nostro ap-porto alla costruzione di programmiculturali e ambientali per il futuro diBologna, per il benessere di tutti i cit-tadini. Continuiamo la raccolta firmeper vietare l’uso degli OGM a Bolo-gna ed in Emilia-Romagna sperandoche vinca non il più forte, ma il piùcapace a difendere la salute di tutti edi questa vecchia terra tanto annoiatada questo mal di vivere sociale.

FERNANDA USERI

E C OTRA AMBIENTE

E SOCIETÀ

ETICA IMPRESA AMBIENTEIntervista a Luciano Sita - Presidente di Granarolodi Danny Labriola PAG. 3UN FUTURO SOLAREdi Andrea Morisi PAG. 5LA BOLOGNA CHE ERA, LA BOLOGNA CHE VORREMMOa cura della Redazione PAG. 7

di PAOLO GALLETTI

di GIORGIO NEBBIA

e 0,25

C O M U N I C A Z I O N E O R G A N I Z Z A Z I O N EECOLOGIA

ECOLOGIACOMUNICAZIONEORGANIZZAZIONE

Periodico a cura dellaAssociazione Culturale ECO e-mail: [email protected]

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Filiale di Bologna Aut. Trib. BO n° 6937

del 25/08/1999 Direttore Editoriale

Paolo GallettiDirettore responsabile

Carlo Orzeszko ([email protected])

Caporedattore Danny Labriola

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Redazione Fernanda Useri

Gianluca BaldratiFausto Bordini

Giovanni Sekera

Progettazione, realizzazione e grafica

M.&B. Editori S.r.l. Tel. 051 649.08.96Fax 051 55.55.08

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Impaginazione Alfredo Penazzi

Foto Paolo OssaniAndrea Calò

Stampa Officine Grafiche Galeati

Imola

Tiratura10.000 copie

A C Q UA : ORO BLU DE L F U T U R O

LIBERARSI DALLA DIPENDENZA DAL PETROLIOUn obiettivo di vitale importanza per un'Europa libera e per la sconfitta del terrorismo

Se vogliamo davverosicurezza dobbiamo ridurre il nostro

appetito per i combustibili fossili. I nostri tetti, se muniti

di pannelli, potrebberodiventare il Golfo Persico

dell’energia solare.Liberare il nostro paese

dalla schiavitù del petrolio dovrebbe essere l’impegno

più patriottico, in cui dovremmo impegnarci tutti.Robert Redford, attore e ambientalista

(La Repubblica, 13 luglio 2004)

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2 LUGLIO 2004ECO

(Segue dalla prima pagina)

Soltanto nel 1989 il Parlamento ha ema-nato una “legge per il riassetto organiz-zativo e funzionale della difesa del suo-lo” che di fatto riscrive la geografia po-litica e amministrativa del nostro paese.La “centottantatre” riconosce che la di-fesa del suolo e delle acque richiedeazioni di “pianificazione” (è propriousato questo termine di suono “bolsce-vico”) da svolgere nell’ambito dei baci-ni idrografici, suddivisi in nazionali, in-terregionali e regionali.La pianificazione deve avvenire sullabase di “piani di bacino” elaborati da“autorità di bacino”, in cui sono presen-ti i rappresentanti delle amministrazionilocali ma che, secondo lo spirito e la let-tera della legge, dovrebbero coordinaree mediare interessi contrapposti, anchepoliticamente contrapposti. Nei quat-tordici anni trascorsi talvolta sono statecostituite le autorità di bacino, raramen-te sono stati fatti piani di bacino che ri-spettassero le indicazioni della legge(l’art. 17 è molto preciso a questo pro-posito), raramente sono state fatte le in-dagini che pure la legge prescrive e chedovrebbero indicare i flussi di acqua, lepresenze umane, produttive, agricole ezootecniche, i flussi di rifiuti che fini-scono negli affluenti e nei fiumi princi-pali di ciascun bacino, lo stato delle co-ste che pure sono influenzate dal tra-sporto solido delle acque di ciascun ba-cino.Per lo più lo spirito della legge è rimastosulla carta: sono stati fatti dei finti “pia-ni di bacino” limitati ad elenchi di fab-bisogni finanziari; spesso stralci perspendere i soldi che arrivavano ad ogniemergenza, di siccità o alluvioni, e mol-ti soldi sono stati anche spesi, ma inmolti casi sono stati “spartiti” fra le Re-gioni vicine, fra le zone vicine, al di fuo-ri di un piano e di un coordinamento.La soluzione dei problemi idrici, idro-geologici ed ecologici di ciascuna parted’Italia dipende dalla volontà degli am-ministratori, delle forze produttive (la-voratori e imprenditori) e delle forze in-tellettuali, di affrontare radicalmente lagestione del territorio per bacini idro-

grafici secondo lo spirito della legge183.L’approvvigionamento idrico per le cit-tà, le industrie, l’agricoltura, potrà esse-re assicurato in modo “sostenibile”, co-me si suol dire, cioè con lo sguardo ri-volto alle generazioni future, non solodepurando le acque usate, ma modifi-cando i cicli produttivi agricoli, indu-striali e zootecnici, realizzando bacinidi raccolta e opere di trasporto dell’ac-qua, attraverso interventi di difesa del

suolo con il rimboschimento e la rico-struzione della copertura vegetale, attra-verso il ricupero delle terre marginali ela difesa degli alvei, delle golene e degliargini dei fiumi, attraverso una politicadi coordinamento degli enti preposti al-la distribuzione dell’acqua — da quelliacquedottistici ai consorzi di bonifica —attraverso interventi tecnici e una politi-ca tariffaria che scoraggino gli sprechi.Tutte queste e altre iniziative sono benchiaramente indicate fra i compiti dipianificazione assegnati alle autorità dibacino dalla legge 183.Mi rendo conto della difficoltà del la-voro da fare; molti enti locali dovrannorinunciare ad una parte del proprio pote-re, dovranno imparare a lavorare con al-

tri soggetti amministrativi, economici esociali. Ci sono stati tredici anni di tem-po, finora sprecato, per arrivare al coor-dinamento fra i bacini idrografici, geo-graficamente ben definiti, anche se lalegge prevede accorpamenti al fine dinon dispiacere regioni vicine, e a bacinidi utenza ai fini della raccolta e delladistribuzione dell’acqua potabile. Mal’efficacia delle opere di approvvigiona-mento e distribuzione dell’acqua potabi-le rischia di essere vanificata se tali ope-

re non tengono conto delle dimensionied estensioni dei bacini idrografici.La pianificazione per bacini idrografi-ci offre l’occasione anche per attuareuna diversa maniera di valutare costi einvestimenti. Se si misurasse il costo,per la collettività italiana, delle distru-zioni di beni — fertilità dei campi, abi-tazioni, strade e fabbriche, per nonparlare del costo delle vite umane edel patrimonio storico-culturale di-strutto, che non ha prezzo — dovute afrane, alluvioni e siccità, si vedrebbeche il costo delle opere di attuazione diquanto disposto per la difesa del suolorisulterebbe di gran lunga minore. Pe-rò manca ancora una cultura ammini-strativa capace di confrontare i costi

LIBERARSI DALLA DIPENDENZA DAL PETROLIO(Segue dalla prima pagina)

Dobbiamo essere coscienti insomma che il nostro attua-le livello di vita dipende da un patto scellerato tra il go-verno USA e la dinastia tribale e reazionaria dei Saud,che ha esportato in tutto il mondo, oltre al petrolio, unaeresia islamica fondamentalista e iconoclasta, il wahabi-smo, che si è imposta grazie ai cospicui finanziamenti dicui dispone con i profitti derivanti dalla vendita del pe-trolio. Un motivo in più per liberarsi dalla dipendenzadal petrolio: togliere l'appoggio al regime fascista del-l'Arabia Saudita. Cosa significherebbe avere il petrolio a 100 dollari al ba-rile? Cosa significherebbe il controllo dell'Arabia Saudi-ta da parte dei fondamentalisti? Nessun produttore sa-rebbe in grado di rimpiazzare l'Arabia Saudita e l’Occi-dente piomberebbe in una crisi energetica peggiore chenel ‘73 o nel ’79.Ma se anche, per incanto, il terrorismo fosse debellato,esiste la curva di Hubbert a ricordarci la fragilità dellanostra dipendenza dal petrolio. King Hubbert, geologodella Shell, nel 1956 predisse che agli inizi degli anni‘70 la produttività dei pozzi americani di petrolio avreb-be iniziato a scendere. Deriso, Hubbert fu vendicato pro-prio nel 1970, quando la produzione di petrolio ameri-cano raggiunse l'apice: subito dopo iniziò il declino. Og-gi gli USA macinano 25 milioni di barili giornalieri (un

terzo della domanda mondiale, pari a circa 80 milioni dibarili) contro una produzione domestica di soli 14,7 mi-lioni.

Alcuni studiosi sostengono che la produttività mondialedi petrolio raggiungerà l'apice alla fine del 2005. Ma, aldi là della data esatta, risulta evidente che ci avvicinia-mo a questo appuntamento. E, in ogni caso, liberarsi dal-la dipendenza dal petrolio è necessario anche se perparadosso il petrolio fosse estratto ancora per lungo tem-po a basso costo. L'età della pietra non è finita per mancanza di pietre.L’Europa ha bisogno di trovare la sua indipendenzaenergetica. Con energie pulite e rinnovabili, usate ancheper produrre l’idrogeno. Il meglio della ricerca scientifi-ca va utilizzato per questo obiettivo. Già il nobel Rub-bia, con i fondi del governo dell’Ulivo, ha il avviato ilprogetto della centrale solare termica in Sicilia. In un an-no i migliori fisici del mondo, con il progetto Manhat-tan, realizzarono la bomba atomica. In pochi anni si puòinvertire la rotta energetica, a partire dal risparmio ener-getico e dall'uso razionale dell'energia. Gli ecologisti di tutta Europa devono fare di questoobiettivo un punto qualificante, usando la stessa forza edeterminazione avuta ai tempi della battaglia contro ilnucleare. Per una vita sana ed un ambiente pulito, per la democra-zia e per battere il terrorismo, per la pace tra i popoli, oc-corre liberarsi dalla dipendenza dal petrolio.

PAOLO GALLETTI

evitati futuri con i costi da aff r o n t a r eo g g i .Il successo della nuova maniera di am-ministrare il territorio dipende anche dauna azione educativa da fare nelle scuolee nelle Università; non basta raccomanda-re il risparmio dell’acqua — alcuni, pochienti acquedottistici lo fanno — o faredell’”ecologia”. Occorre diffondere una“cultura” dell’acqua e dei bacini idrogra-fici, capace di aiutare le nuove generazio-ni a ragionare in termini di moto delle ac-que, di erosione del suolo, di uso raziona-le e parsimonioso dell’acqua nelle città,nelle fabbriche, nei campi, capace di sol-lecitare una domanda di processi di depu-razione delle acque contaminate. A m i oparere sarebbe di grande importanza lad i ffusione e la crescita di uno spirito disolidarietà e appartenenza non ad una re-gione amministrativa, ma ad un bacinoidrografico; un abitante di Cremona non“appartiene” alla Lombardia, ma al baci-no idrografico del Po, essendo inquinatodagli scarichi che avvengono a Torino edessendo fonte di inquinamento per gli abi-tanti del Polesine. Ho sempre sognato chenelle scuole venisse distribuita una carti-na geografica d’Italia in cui al posto deiconfini regionali fossero segnati i confinidei bacini idrografici.Il premio per chi vorrà affrontare que-sto compito sarà da una parte la possibi-lità di evitare i costi dovuti alla ripara-zione dei danni delle future — certe —frane e alluvioni, dei danni dovuti allascarsità di acqua (si pensi alla perdita dipresenze turistiche e di raccolti agrico-li), dei danni dovuti all’inquinamentodel suolo e dei fiumi; dall’altra parte lapossibilità di creare nuovi posti di lavo-ro e maggiore ricchezza grazie al recu-pero proprio delle terre oggi esposte aderosioni e frane.Dai bacini idrografici passa, forse, un“New Deal” economico (anche Roose-velt nel 1933 basò il suo programmapolitico su una serie di opere di regola-zione del corso dei fiumi e di difesa delsuolo contro l’erosione) e una nuova vo-glia di solidarietà e di fare politica nelsenso nobile della parola.

GIORGIO NEBBIA

ACQUA: ORO BLU DEL FUTURO

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LUGLIO 2004 3ECO

Granarolo è uno dei principali gruppialimentari operanti in Italia. Nata nel1959 da una piccola cooperativa situataalle porte di Bologna, l’azienda è pro-gressivamente cresciuta fino ad assu-mere, negli anni ‘80, la fisionomia diuna realtà di spicco nel comparto lattie-ro-caseario nazionale, per giungere og-gi ad occupare il 4° posto tra i gruppialimentari interamente italiani. Grana-rolo ha avviato alcuni anni fa un pro-cesso di ridefinizione della propria stra-tegia imprenditoriale in un’ottica di so-stenibilità. Un processo che ha cono-sciuto tappe fondamentali come l’otte-nimento delle certificazioni di filieracontrollata e rintracciabilità e di re-sponsabilità sociale secondo lo stan-dard SA8000. “Oltre l’etichetta, l’eti-ca” è lo slogan che riassume il diversomodo di fare impresa della Granarolo.Per approfondire questi temi abbiamoincontrato il presidente Luciano Sita(nella foto).Come è strutturata la vostra aziendae cosa si intende per bilancio di soste-nibilità?La base proprietaria dell’azienda è co-stituita da 1500 produttori fra contadinie cooperative che associano produttoridi latte che operano in 11 regioni italia-ne. Da questi si raccolgono quattro mi-lioni di quintali di latte, di cui circa lametà nel Mezzogiorno. Siamo orgo-gliosi di aver prodotto un risultato dicrescita di questa cultura della coopera-zione, del fare latte buono in zone me-ridionali dove talvolta si pensa non cisia niente da fare. Abbiamo creato unafiliera del latte in Puglia che è un vantodella zootecnia italiana. Il bilancio di sostenibilità è l’insieme ditutto ciò che l’azienda fa come membrodella comunità nei rapporti con le isti-tuzioni e la società in generale. Nell’in-contro che abbiamo organizzato con inostri principali stakeholders (regione,comune, banche, associazioni dei con-sumatori), oltre a presentare il nostrobilancio, abbiamo discusso e chiestosuggerimenti sugli obiettivi da perse-guire. Crediamo che debba crescere ediffondersi questa modalità che vedel’impresa negoziare con i suoi vari in-terlocutori le cose che si impegna a fa-re. È un problema di cultura della pro-spettiva dell’impresa nel mondo. Peravere un mondo vivibile l’impresa devefare la sua parte, in un ambiente dovenon c’è vivibilità non vive neanchel’impresa. Questo richiede di guardarelontano, molto al di là del contingente.Viviamo in una società che ha una vi-sione del breve, delle cose da fare infretta, dell’utile da portare a casa, dellaquotazione fatta tutte le mattine sulgiornale, delle quote di mercato. Ci ri-teniamo a questo proposito un soggettoanomalo, si tratta di un’anomalia cherappresenta un nostro punto di forza eche spesso è mal sopportata. Diamo fa-stidio, si vede dalla poca attenzione cheviene riservata a quello che facciamo.Paradossale che noi che facciamo più emeglio degli altri siamo sempre nel mi-rino, è il prezzo che paghiamo in questafase che io credo e spero possa esseresuperata presto. Granarolo è molto impegnata nel set-

tore del biologico, i vostri prodottihanno trovato una risposta nei con-sumatori?Noi siamo stati i primi a fare latte bio-logico, l’abbiamo lanciato nel 1994quando c’era chi non credeva nemmenonel latte alta qualità». È stata la vicendaBSE a far esplodere l’interesse per lasicurezza del prodotto alimentare. Noiparadossalmente abbiamo goduto diquesta insicurezza del consumatore, siè avuta l’esplosione di consumo di que-sti prodotti rispetto al poco che si face-va prima. Abbiamo colto questa occa-sione di maggior interesse per avviareuna campagna di comunicazione su Pri-

ma Natura Bio che è il nostro marchio.C’è stata una reazione positiva al nostromessaggio, anche se siamo ancora a vo-lumi di nicchia. Riteniamo che l’infor-mazione e la sicurezza siano elementichiave per far vivere e diffondere que-sti prodotti, i sistemi di controllo e dicertificazione devono essere rigorosi eci devono essere pene severissime perchi non rispetta le regole. I nostri prodotti, tutti freschi a base dilatte (yogurt, latte, uova, mozzarella,stracchino), hanno la certificazione difiliera che va dall’alimentazione che si

dà agli animali fino ai depositi per ladistribuzione. Ci siamo impegnati inquesto settore anche perchè pensiamoche la produzione di latte biologico siauna modalità per assicurare maggiorreddito alle aree svantaggiate del nostroterritorio, quelle di collina e di monta-gna, nelle quali gli allevatori possonoprodurre in modo naturale. In questomodo contribuiamo a mantenere unazootecnia anche in zone in cui rischia discomparire, con conseguenze gravi sul-l’ambiente: dove non c’è zootecnia c’èabbandono della terra, sterpaglia, tuttociò che vuol dire degrado ambientale. Equindi anche per questo motivo ci sia-

mo fatti carico di un obietti-vo che contiene questa fina-lità di carattere sociale.Lei è uno dei promotori diImpronta Etica, di cosa sitratta?È un’idea che è venuta a ungruppo di imprese, di cuifacciamo parte anche noi,che stanno esprimendo unimpegno sulla certificazione,sul bilancio sociale, che sidanno quindi degli obiettividi eticità nella società. L’o-biettivo è fare di questeaziende un nucleo che possadiffondere questo modo difare impresa, non solo attra-verso uno scambio costantedi esperienza, ma con uncollegamento con il pro-gramma ESR della Comuni-tà europea (la responsabilitàsociale delle imprese) di cuinoi siamo una propaggine

italiana già riconosciuta dalla Comuni-tà. Abbiamo firmato a Utrect il 12 di-cembre 2002 il protocollo d’intesa ditutte le organizzazioni nazionali deipaesi della Comunità, in ogni nazioneesistono queste organizzazioni che rag-gruppano le imprese che condividonouno certo modo di interpretare l’etica.Noi abbiamo costituito questa associa-zione che oggi annovera al proprio in-terno 20 imprese (tra cui Unipol,Camst, Coop Adriatica, ATC ecc). Ilnostro concetto di eticità non ha nulla ache fare con il marketing, vogliamo che

di DANNY LABRIOLA

prevalga questo senso della socialità.Anche molti industriali privati hannomostrato interesse verso questa idea difare impresa, c’è qualcuno che intrave-de tutto sommato una positività che at-tenua un pò il carattere dell’impresache ha come unica finalità il guadagno.Occorre attivare dei processi che gene-rino non solo valore ma anche valori. Ilproblema è che eludere le tasse e le re-gole è un valore che ti viene in tasca su-bito, mentre lavorare per costruire im-magine, reputazione credibilità, valori,ecc. è un modo per dare valore nel tem-po e per costruire una società migliorenella quale staremo meglio tutti.Secondo Lei l’aumento dell’integra-zione nell’Unione Europea favorirà losviluppo verso l’etica e l’ambiente?Ho i miei dubbi, bisogna vedere comeverranno regolamentati i rapporti con inuovi paesi membri che vengono da si-tuazioni di grande disparità rispetto anoi. E come politiche ambientali, e co-me strutture produttive e sistemi di con-trollo della qualità e della sicurezza. Citroviamo di fronte a situazioni che ri-chiederanno una elevazione dei tassi dicontrollo.Sul tema specifico dell’ambiente, del-la qualità e della sostenibilità, cosadovrebbe fare la politica?La politica dovrebbe avere un disegnochiaro da perseguire con gradualità in-telligente in grado di mettere in motodei meccanismi virtuosi. C’è questobisogno di legare le regole ai processireali e di mettere in moto dei processidi miglioramento. Io vedo che c’èmolto volontariato nelle imprese percercare di fare delle cose che vanno ol-tre le normative. Questo sicuramente èun bene, ma è qui che constato l’as-senza della politica. Occorre che la po-litica valorizzi le eccellenze che que-sta società riesce a produrre, sono ec-cellenze presenti in tutti i campi. Nonbisogna farsi prendere dall’ansia divoler fare tutto e dare sempre una ri-sposta a tutto, sono convinto che sianecessario avviare dei processi gra-duali ma concreti, facendo perno suchi questi processi li può sostenere efarli diventare fattore di diffusione po-sitiva e virtuosa.

ETICA IMPRESA A M B I E N T EINTERVISTA A LUCIANO SITA - PRESIDENTE DELLA GRANAROLO E DI “IMPRONTA ETICA”

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4 LUGLIO 2004ECO

La storica cooperativa Risanamento diBologna arriva a festeggiare il suo 120°compleanno. La Cooperativa per la Co-struzione ed il Risanamento di Case perLavoratori in Bologna nasce da un’ideadel marchese Livio Zambeccari che, giànel 1860, aveva promosso l’Associazionedegli Operai in Bologna. La prima bozzadello Statuto Sociale fu redatta l’8 no-vembre 1883 e la Società Anonima Co-operativa per la Costruzione ed il Risana-mento di Case per gli Operai in Bolognavenne costituita nella sede dell’allora So-cietà Operaia il 23 marzo 1884, con rogi-to del notaio Riccardo Baravelli. Il capi-tale sociale ammontava a 26.850 lire e lasingola azione costava al socio 50 lire, ci-fra che poteva essere versata in rate setti-manali da 50 cent.Da allora la Risanamento è stata protago-nista di tutta la storia urbanistica dellacittà contribuendo direttamente o indiret-tamente alla definizione dei tanti piani re-golatori che si sono succeduti dall’Unitàad oggi. Alcuni degli odierni quartieridella città sarebbero diversi senza gli in-terventi della cooperativa realizzati tra lafine del XIX secolo e la prima guerramondiale, è il caso di Andrea Costa, del-la Cirenaica e della Bolognina.Dopo 120 anni di vita la Cooperativa Ri-sanamento conta 2200 appartamenti edoltre 100 fra negozi e magazzini, tutti as-segnati ai propri soci, garantendo sicurez-za ed affitti equi a migliaia di famiglie. Icanoni della cooperativa sono infatti infe-riori anche a quelli concordati.

Oggi la cooperativa, che ha un giro di af-fari di circa 6 milioni di euro, è soprattut-to impegnata nella gestione e nel mante-nimento del patrimonio. Gli interventi,spesso sostanziosi, sono mirati soprattuttoall’abbattimento delle barriere architetto-niche. Uno sforzo particolare è stato fattoper dotare gli immobili di ascensori,quanto mai necessari per i soci assegnata-ri, che hanno in media 67 anni di età. Dalknow how acquisito, però, il managementdella Risanamento sarebbe anche disponi-bile a prendersi in carico la gestione dinuovi patrimoni immobiliari, specialmen-te di edilizia pubblica. “Gli enti pubblicipossono contare su una realtà come la no-stra per gestire i loro patrimoni immobi-liari: una struttura come quella della Risa-namento è garanzia di efficienza – spiegail presidente Sergio Mantovani (nella fo -t o ) – siamo infatti in grado di gestire il

passaggio di un immobile daun inquilino a un altro in tem-pi rapidissimi, nel massimo ri-spetto dei diritti di tutti; si trat-ta di competenze da non sotto-valutare, unite a quelle matu-rate nella manutenzione di unpatrimonio immobiliare deli-cato come il nostro. Per il fu-turo saremmo anche disposti ariprendere una politica di edi-ficazione, ma solo se dagli en-ti pubblici arrivano risposte ingrado di ridurre i costi: solocosì potremo continuare a of-frire i nostri alloggi a canonidi affitto spesso molto piùconvenienti di quelli concor-dati”. Per Adriano Turrini, Presi-dente della Legacoop Bolo-gna “questo anniversario èimportante per due ragioni:dimostra come una cooperati-va possa davvero essere unpatrimonio che si arricchiscenel tempo e si trasferisce trale generazioni; dimostra comein settori fondamentali comequello dell’abitare le cooperative conti-nuino a svolgere un’importante funzionasociale”.La Risanamento guarda anche al futuro.Allo scadere del 2003 è stata inviata unalettera a tutti i soci non ancora assegnata-ri (circa 7.000 persone) per saggiare le lo-ro esigenze ed i loro “desiderata”, in pre-visione di una eventuale ripresa delle co-struzioni. Le risposte pervenute in misura

superiore a ogni aspettativa, dimostranoquanto sia ancora sentita la necessità dialloggi in affitto o in godimento a canonicontenuti. L’auspicio è che si ridia vita adun programma di interventi edificatoriche, senza voler ricalcare le orme deiPEEP, tenga comunque conto che di edi-lizia cosiddetta popolare a costi contenu-ti c’è ancora bisogno, al di là di ogni rile-vazione statistica.

di MATTIA MIANI

C O O P E R AT I VA RISANAMENTO DI BOLOGNA

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LUGLIO 2004 5ECO

Il tema energetico costituisce sicuramen-te uno degli aspetti fondamentali dellosviluppo sostenibile. La sua trasversalitàrispetto alle problematiche del consumodelle risorse, della loro iniqua distribu-zione, dell’inquinamento, della salute,della mobilità, dell’alterazione degli ha-bitat e del clima danno all’argomento“energia” una estrema importanza. Assie-me ad altri grandi temi (acqua, biodiver-sità, paesaggio, urbanistica e partecipa-zione), il dibattito sull’approvvigiona-mento energetico rappresenta una dellepriorità su cui i Verdi sono impegnati datempo. All’insegna di una reale disconti-nuità con il passato perché è ormai inac-cettabile e quasi immorale perseverare indinamiche che si preoccupano solo dellosviluppo economico e che innescano pro-cessi deleteri per la stessa sopravvivenzaumana. Il ricorso al risparmio energetico (che, dasolo, rappresenta una importante “fonte”energetica) e alle energie rinnovabili, co-me il fotovoltaico, costituisce uno degliimpegni prioritari su cui i Verdi del Persi-cetano chiedono una attivazione locale esu cui è già iniziato un impegno concre-to. E un primo tangibile risultato è costi-tuito dall’intenzione manifestata dal Sin-daco appena rieletto. L’idea è quella dimuoversi per costituire un consorzio lo-cale di utenti per la creazione di un “con-dominio fotovoltaico” a San Giovanni inPersiceto, vale a dire una aggregazione dipannelli solari per la produzione di ener-gia elettrica posseduto in quota parte daogni utente. In questo modo sarà possibi-le abbattere i costi di realizzazione e ge-stione, ma anche sfruttare positive siner-gie per ottenere finanziamenti, diventareproduttori di energia e svincolare l’instal-lazione dei pannelli dal tetto della propriaabitazione, sfruttando la rete elettrica esi-stente e non dovendo cambiare nulla nel-la propria casa. I pannelli fotovoltaiciverranno posizionati tutti assieme (maga-ri su un tetto di uno dei tanti grandi ca-pannoni industriali che ben si prestano al-la cosa) ottenendo vantaggiose economiedi scala. E’ da considerare anche il fattoche delocalizzare l’installazione dei pan-nelli fotovoltaici costituisce anche unasoluzione per alcuni problemi che si pre-sentano quando si devono cercare i 20

metri quadrati necessari, quando ci si tro-va ad abitare in condominio, quando esi-stono vincoli di natura architettonica su-gli edifici, quando non si è proprietaridello stabile… Ma l’altro aspetto fonda-mentale è quello della creazione di unconsorzio che si preoccupi della ricercadei finanziamenti e di mutui agevolati perdilazionare nel tempo i costi di realizza-zione dell’impianto, facendo diventareinteressante l’intera operazione anchesotto il profilo economico e di investi-mento.

L’enorme progresso della nostra civiltà èstato, finora, strettamente correlato allacapacità di utilizzo e sfruttamento dellefonti energetiche, in particolare dai com-bustibili fossili (petrolio, carbone, gas na-turale, ecc.), dai quali dipendiamo per il64% dell’energia consumata ogni anno.La stretta dipendenza energetica dallefonti fossili determina però, a seguito del-la loro combustione, l’emissione dell’ani-dride carbonica, un gas che concorre a de-terminare “l’effetto serra” e che è ritenutoal momento una delle principali causedell’aumento della temperatura terrestre.Nel prossimo futuro sarà quindi fonda-mentale reperire il flusso energetico ne-

cessario al nostro sostentamento da fontimeno impattanti sul piano delle emissio-ni di anidride carbonica, come le energierinnovabili (eolico, fotovoltaico, geoter-mico) che rappresentano, attualmente,poco meno del 2% della produzione ener-getica elettrica italiana. A questi dati siaggiunge l’idroelettrico, che vale un15%.Fra le energie rinnovabili riscuotono cer-tamente un notevole interesse i dispositi-vi fotovoltaici, che possono determinareuna rivoluzione copernicana nella produ-

zione e distribuzione dell’energia. Finoad oggi la concentrazione degli impiantiè stata considerata come l’unica soluzio-ne efficiente di gestione dell’energ i a .Ora però, come professato da Jeremy Rif-kin in “Economia all’idrogeno”, si iniziaa comprendere come la costituzione diuna rete di tanti microimpianti decentratipossa rendere più duttile ed efficace la fa-se di distribuzione dell’energia, così daevitare i fenomeni di black-out, oltre adattenuare le dispersioni di energia (chetendono ad aumentare con l’incrementodella lunghezza delle reti distributive, dailuoghi di produzione fino agli utenti uti-lizzatori).

ALCUNE CONSIDERAZIONI ECONOMICHEUn impiantofotovoltaico con 20 m2 dipannelli solari, ha un costo indicativo di18.000–20.000 Ä, valore certamente ele-vato, anche se, attualmente, in questi co-sti pesa ancora la ridotta diffusione del ri-corso a questa tecnologia. Esistono, pe-raltro, ripetuti contributi pubblici (conuna copertura fino al 75% delle spese)che rendono i pannelli fotovoltaici mag-giormente accessibili.Per rendere economicamente vantag-giosi gli impianti fotovoltaici è necessa-rio attendere il progresso delle nuovecelle a film sottile, che consentiranno direalizzare impianti più economici, op-pure attuare diverse forme di gestioneche permettano il contenimento dei co-sti. La via al momento attuabile nel bre-ve periodo è certamente la seconda. In-fatti, attraverso un’accorta gestione del-le economie di scala è senz’altro possi-bile una riduzione dei costi attuali finoad oltre il 35% (attestandosi quindi in-torno agli 11.000-13.000 Ä per impian-to), facendo così scendere i tempi dicompleto ammortamento intorno ai 14anni.

I Verdi del Persicetano sono soddisfatti diquanto sono riusciti a mettere in atto si-nora. Il processo avviato continuerà nel-l’immediato futuro con la promozionedella nascita di un condominio fotovol-taico ed un consorzio di utenti a San Gio-vanni in Persiceto nell’ottica di continua-re a perseguire una politica per il ricorsoallo sviluppo sostenibile, a partire dallapolitica locale, per rendere compatibili leattività umane nei confronti dell’ambien-te, della qualità della vita, della giustiziasociale.

* Assessore alla sostenibilità, viabilità e mobilità

Comune di San Giovanni in Persiceto

Ulteriori informazioni relativamente allesoluzioni tecniche per il fotovoltaico e alreperimento dei finanziamenti possonoessere tratte da:www.grtn.itwww.tetti-fotovoltaici.orgwww.enea.it.www.isesitalia.it

di ANDREA MORISI *

UN FUTURO SOLARE

A B B O N ATEVI A

Laboratorio Immagine• Fotografia

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Simpatizzante: e 10,00 • Sostenitore: e 2 0 , 0 0C/C Postale: n. 19310531 intestato a: Associazione culturale ECO

Via di Roveretolo 11 - 40131 Bologna

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6 LUGLIO 2004ECO

Bruno Ghiselli: il ricordo di un maestro gioioso

Una nuova San Vitale ferroviariaMartedì 1° giugno, presso la Sala delCentro Civico “Lugo Nord”, i Verdi diLugo hanno organizzato un incontro pub-blico dal titolo: “Una nuova San Vi t a l eferroviaria. Il ripristino della ferroviaMassa-Budrio”. Sono intervenuti: l'Arch.Igino Pasi (tecnico), l'Arch. GabrieleMontanari (tecnico), Raffaele Cortesi(nuovo sindaco di Lugo) e Paolo Galletti(Esecutivo Nazionale Ve r d i ) .I due tecnici presenti hanno commentatodettagliatamente lo studio di fattibilitàeconomica del ripristino della linea ferro-viaria, realizzato nel 2003 dalle Provincedi Ravenna e Bologna, finanziato dallaRegione Emilia-Romagna.La linea ferroviaria Budrio-Medicina fuinaugurata il 16 luglio 1887 e la Medici-na-Massalombarda il 4 dicembre dellostesso anno. L'intera tratta fu utilizzata fi-no al maggio 1964 quando, per ragionieconomiche e per esigenze di rinnovo emodernizzazione, ci fu la chiusura. Inquesti quarant'anni molte tracce della li-nea sono scomparse, ma, salvo alcunipunti, il tracciato è ancora recuperabile.Ad esempio, mentre a Medicina il trac-ciato della nuova linea potrebbe ricalcareesattamente quello vecchio, a Budrio lavecchia stazione si trova oggi in posizio-ne troppo centrale e ne andrebbe costrui-ta una nuova.In realtà, dalla chiusura, lo studio di fat-tibilità di una ipotetica riapertura fattonel 2003 non è stato l'unico. Nel 1988 nefu realizzato un altro, ma la linea Massa-Budrio doveva essere alternativa all’at-tuale linea Ravenna-Bologna e l'inter-vento venne giudicato di scarsa utilità.Perchè allora un nuovo studio?

Nel frattempo sono cambiate le condizio-ni. Oggi si parla di costruire, entro il2007, una rete di ferrovia metropolitanadella Provincia di Bologna. Questa rete,che fa capo alla stazione di Bologna, èmolto articolata e comprende 60 stazioni(più 23 che si aggiungeranno fra breve) edeve servire 700.000 abitanti in un rag-gio di 30 chilometri. Lo scopo della fer-rovia metropolitana è quello di avere del-le frequenze di percorrenza, in questetratte, di 60-30minuti (in alcunicasi anche 15).Visto che l'attiguoterritorio ravenna-te è già oggi attra-versato da unabuona rete ferro-viaria (si pensi aigià esistenti snodidi Castelbologne-se, Lugo, Lavez-zola, Russi, Gra-narolo Faentino,Faenza e Raven-na), potrebbe es-sere estremamen-te interessateestendere la ferrovia metropolitana anchealla nostra provincia. In questo caso nonsi tratta più di collegare Ravenna, Lugo eBologna, ma tutto il territorio nella suainterezza. Il ripristino della tratta Massa-lombarda-Budrio va proprio in questa di-rezione. Non sarà solo un collegamentocon Bologna alternativo all'esistente, maun servizio che toccherà territori che og-gi non possono usufruire del treno.La Provincia di Ravenna e così anchequella di Bologna, nel Piano Te r r i t o r i a l edi Coordinamento Provinciale, ha indica-

to l’opportunità del ripristino della linea,fatte salve le verifiche di fattibilità. La ri-chiesta è molto forte, soprattutto a Medi-cina, Budrio, Massalombarda e Lugo, siaper gli studenti universitari e delle scuolesuperiori, sia per le zone residenziali eproduttive. Anche per il trasporto pubbli-co il ripristino è conveniente perchè po-trebbero essere soppresse delle linee sugomma (spesso si tratta di enormi auto-bus inquinanti come dei camion) e do-

vrebbero diminuire le auto private in cir-colazione. L'esito dello studio di fattibili-tà, che ha preso in considerazione anchei costi sociali, cioè il traffico, gli inciden-ti, il rumore e l'effetto serra, ha dato unesito sicuramente positivo.La scelta di ripristinare questa linea fer-roviaria sarebbe una novità per tutta l'I-talia. Nel nostro paese, al contrario dellamaggior parte degli stati europei, si èscelto di privilegiare le strade, a scapitodelle ferrovie, con tutte le conseguenze,in termini di inquinamento, traffico, ef-

fetto serra, consumi energetici e mortiper incidenti e per malattie legate ai gasdi scarico, che oggi possiamo vedere.Ripristinare una linea ferroviaria sop-pressa sarebbe, quindi, un buon segnaledi una nuova strategia dei trasporti.Sempre, infatti, quando si parla di tra-sporti si tende a pensare alla costruzionedi nuove strade, senza considerare i van-taggi delle altre soluzioni. In fin dei con-ti, può sembrare esagerato, ma spostarealcune migliaia di persone dall'auto pri-vata al treno significa risparmiare petro-lio e risparmiare petrolio significa nonsolo inquinare meno (oggi di cambia-menti climatici non ne parlano più solo iVerdi, perchè gli effetti iniziano a veder-li tutti), ma anche lavorare per la pace,visto che le potenze occidentali stannocercando di accaparrarsi a suon di morti(ieri afghani, oggi iracheni, domanichissà) gli ultimi pozzi petroliferi delp i a n e t a .Per il ripristino della Massa-Budrio sia-mo ancora indietro, ma, forse, meno diquello che si potrebbe pensare. Visto chela convenienza economica è stata dimo-strata, l'intervento, una “grande” operarealmente utile, non come tante altre cheil nostro Governo vuole fare, ora deve at-tendere solo la volontà politica delle isti-tuzioni. Noi Verdi di Lugo da anni soste-niamo questo ripristino e, per la primavolta, siamo riusciti ad inserirlo nel pro-gramma della coalizione di centrosinistrache si è presentato alle elezioni del 12 e13 giugno. Forse è solo un piccolo passo,non basta certo il Comune di Lugo persostenere un intervento di questa portata,ma è un buon inizio.

* Consigliere Comunale di Lugo

di GIAN LUCA BALDRATI *

Foto tratta da “Il nuovo Giornale di massa” - n. 6 / 10 giugno 2004

Mi è stato chiesto dai famigliari di direalcune parole per ricordare Bruno.Impossibile, con queste poche parole, de-lineare la personalità di Bruno Ghiselli.Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo emagari di essergli amico, in diverse fasidella sua vita, può testimoniare questo oquell’aspetto della sua persona e del suoimpegno.Dirigente politico, leader del movimentostudentesco, leader dei movimenti creati-vi degli anni settanta, animatore cultura-le, operatore teatrale e animatore perbambini, militante ecologista, consiglierecomunale dei Verdi, ma anche viaggiato-re (non turista) in India e dal Dalai Lama,in Marocco e ad Assisi, tra i primi dellanostra generazione, lettore e oratore in-stancabile, musicista e amante della mu-sica.Oltre ai parenti ed ai tanti amici, persona-lità diverse in questi giorni hanno resoomaggio a Bruno: il Presidente della Re-gione Vasco Errani, il Sindaco di LugoRaffaele Cortesi e, con la loro presenzaoggi, l’onorevole Fulvia Bandoli, l’asses-sore regionale Gianluca Borghi, il sinda-co di Massa Linda Errani e gli ex Sinda-ci Radames Franzaroli e Daniele Bassi.Capite bene che non si possono racconta-re tutti questi aspetti della grande energia,delle buone vibrazioni, della grande ani-ma di Bruno.Anche per questo alcuni amici stannopensando ad una mostra dei suoi scritti,delle sue opere in cartapesta, dei suoi in-terventi in Consiglio Comunale, delle sue

trasmissioni a radio Graal, delle sue fotoai tibetani, agli zingari, agli alberi taglia-ti.Giancarlo Valenti (Bob) si è reso disponi-bile a raccogliere tutto il materiale sparsoper poter poi costruire questa mostra. Ilsuo telefono (347.6769545) è a disposi-zione per tutti coloro che volessero colla-borare a raccogliere tutti questi materialidisseminati in vari luoghi e tra varie per-sone.Perchè Bruno è stato un maestro, nel ve-ro senso della parola, un vero maestro

che ci ha aiutato a libe-rarci di troppe pastoie edi vecchi luoghi comuni,così come ha aiutato ibambini a far emergerela loro naturale creativi-tà.Una libertà verso nuovisignificati più autentici,non verso il nulla.Bruno ha saputo vedereavanti di molti anni, nel-la cultura e nella politica,ed ha incarnato il megliodei movimenti degli anni

‘60 e ‘70, con intuizioni che andavanomolto oltre i gruppi e le tendenze orga-nizzate di quegli anni.Un maestro gioioso, forse a volte provo-catorio e polemico, mai pedante, mai conviolenza. Un maestro del dialogo e dellapersuasione.L’animazione teatrale, i burattini, i labo-ratori con i bambini sono esperienze indi-menticabili per coloro che, bambini oadulti, vi siano stati coinvolti.Il suo fare teatro era fare cultura e farepolitica in senso ampio e alto: costruire

rapporti tra persone umane e libe-rarsi del superfluo, imparare adesprimersi e a comunicare.Il bianco cavallo alato di cartape-sta, costruito sotto la guida di Bru-no, innalzato in piazza a Massa èuno dei simboli della sua opera.Bruno trattava da pari a pari il Li-ving Te a t h e r, Dario Fo e DonC h e r r y, il suo musicista preferito.Anche la malattia non ha fermatoBruno. Anche in questo è maestro.

L’ha affrontata con forza e dignità ope-rando attivamente per lunghi anni, fino aquando ha potuto.Quante firme per i referendum contro ilnucleare e contro i pesticidi raccolte daBruno in carrozzella.Quanti consensi nel ‘90 per la Lista deiVerdi a Massa e Bruno, l’antiistituziona-le per definizione, eletto per cinque anniin Consiglio Comunale a continuare an-che lì le sue battaglie di civiltà per primacosa contro le barriere architettoniche,ma anche ideologiche e culturali.È un privilegio aver conosciuto Bruno.I suoi amici, la sua città, il suo territorionon devono dissipare il suo lavoro, la suaopera.Ognuno se la porta dentro.Ma anche la dimensione pubblica devepoterla conoscere e sapere trarne giova-mento.Per questo credo che a Massa e a Lugodobbiamo preparare una mostra dell’ope-ra di Bruno Ghiselli.Nella pace e nella luce in cui si trova,Bruno continua a mandarci buone vibra-zioni.Grazie Bruno

di PAOLO GALLETTI La morte non è l’ultima verità.Ci sembra nera, così comeil cielo ci sembra azzurro,

ma non tinge di nero l’esistenzapiù di quanto

l’azzurro celeste macchi le alidell’uccello.

R. Tagore

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LUGLIO 2004 7ECO

Tante sono le attese e le aspettative per unnuovo governo della città dopo la vittoriaelettorale, tanti sono i problemi e le diff i-coltà, ma nei primi cento giorni, la famo-sa luna di miele tra la città ed i nuovi go-vernanti, occorrono fatti concreti che se-gnino una vera svolta.Elenchiamo qui di seguito alcune cosepossibili da subito. Valgono per Bologna,ma anche per tante altre città.Una città per i ciclisti ed i pedoni• piste e percorsi ciclabili protetti• semafori per bici• rastrelliere coperte• rastrelliere nei pressi della stazione fer-

r o v i a r i a• punti di riparazione per biciclette• bici pubbliche con chiave elettronica

(vedi Ravenna)• bici più treno nei servizi ferroviari Re-

gionali e Metropolitani• progetti per incrementare l’uso della bi-

ci per andare a scuola, al lavoro, a farela spesa

• percorsi protetti per andare a scuola apiedi o in bicicletta

• incremento delle aree pedonaliUna città silenziosa• applicazione immediata della legge sul-

l’inquinamento acustico• uso di asfalto fonoassorbente che riduce

il rumore del traff i c o• velocità a 30 km orari per ridurre il ru-

m o r eUna città solare e del risparmio energe-t i c o• lampadine a risparmio energetico negli

edifici pubblici e nella pubblica illumi-n a z i o n e

• uso del solare termico e fotovoltaico, apartire dalle nuove costruzioni e daller i s t r u t t u r a z i o n i

Una città che rispetta l’acqua• regolatori di flusso in ogni rubinetto per

risparmiare acqua potabile• risanamento dei corsi d’acqua della cit-

t àUna città verde• manutenzione e cura

del verde: annaff i a t u r acon mezzi elettrici,d’inverno personale dipronto intervento perliberare immediata-mente gli alberi da im-provvise precipitazionin e v o s e

• piantumazione di albe-ri e realizzazione dellafascia boscata a prote-zione della città dallaTa n g e n z i a l e

Una città con trasport imoderni e puliti• rete di tram sul model-

lo europeo• trasporto pubblico con

mezzi elettrici, almenonel centro storico

• uso di mezzi elettriciper servizi pubblici,raccolta rifiuti, lavag-gio strade, riparazioni,per aziende di servizi

• trasporto merci in cittàcon mezzi elettrici

• esclusione di mezzi pesanti, diesel eS u v

• incremento dei treni metropolitani e re-g i o n a l i

Una città pulita• aria pulita, libera da smog e polveri

sottili con una nuova politica della mo-b i l i t à

• raccolta differenziata dei rifiuti e ridu-

zione degli imballaggi• pulizia dei parchi, del verde pubblico e

delle aree scolastiche con raccolta gior-naliera di materiale infetto e a rischio

• multe salate ai padroni di cani che nonraccolgono le feci dei loro animali, ri-pristino di colonnine per la distribuzio-ne di materiale per la raccolta dei rifiutio rganici dei cani nelle aree pubbliche

Una città sana• mense biologiche nelle scuole, ospeda-

li, aziende• ambulatori di medicine Non Conven-

zionali nei Quartieri• orti biologici nei quartieriUna città sicura• smantellamento delle zone di spaccio

con stazioni mobili• estensione a tutti i quartieri della assicu-

razione antiscippo per gli anziani, giàavviata al quartiere Reno

Una città senza barriere• abbattimento delle barriere architettoni-

che negli edifici pubblici, negli spaziverdi, lungo le strade

Una città solidale• garantire il sostegno economico e psi-

cologico alle famiglie più disagiate conun rinnovamento dei servizi sociali

Una città dell’integrazione• favorire l’integrazione dei cittadini ex-

tracomunitari con corsi di formazionelinguistica interculturale

Una città che costruisce secondo natura• uso della bioedilizia nelle ristrutturazio-

ni e nelle nuove costruzioni.Potete contribuire ad integrare questoelenco scrivendoci all’indirizzo e-mailn u o v o e c o @ l i b e ro . i t

a CURA DELLA REDAZIONE

LA BOLOGNA CHE ERA, LA BOLOGNA CHE V O R R E M M OPer una città a misura di cittadino, istruzioni per l’uso alla nuova giunta Cofferati

Un futuro possibile solo con lo sviluppo sostenibileL'unica responsabilità sociale dell'impresaè il profitto, diceva Friedman negli anniSessanta. Non sarebbero d’accordo i treimprenditori a confronto nella sala delConsiglio Provinciale insieme a Serg i oC o fferati. Lorenzo Sassoli de' Bianchi( Valsoia), Luciano Sita (Granarolo), Pier-luigi Stefanini (Coop Adriatica), tre ospitid'eccezione per parlare di etica, impresa eambiente con Paolo Galletti del Sole cheR i d e .L'incontro, organizzato dall'AssociazioneECO, da tempo impegnata nel creare unamaggiore sensibilità ambientale attraver-so l'informazione, ha visto come protago-nista lo sviluppo sostenibile come unicarisposta possibile per un'economia chevoglia crescere nel lungo periodo. L'im-presa etica è quella che incorpora nel pro-prio progetto di sviluppo le preoccupa-zioni generali sul territorio in cui opera,che si fa portatrice di una responsabilitàsociale e quindi anche ambientale e que-sto è possibile senza perdere in competi-tività sul mercato. A conferma di questo,Sita ricorda che Granarolo ha ottenuto lamenzione d'onore all'oscar per i bilanci2003.Fare tutto ciò non è possibile semplice-mente rispettando le regole - afferma Sas-soli -, molte aberrazioni come l'uso indi-scriminato di pesticidi o semi genetica-mente modificati (il 70% della soia negliUSA è transgenica), sono state possibilinel rispetto delle norme ma nella totaleindifferenza nei confronti dei rischi a me-dio lungo termine per il consumatore el'ambiente.Si rende necessario, quindi, riportare inprimo piano temi come l'etica e la soste-nibilità e parte del mondo dell'impresa,soprattutto in Emilia-Romagna, è sulla

buona strada avendo accolto da tempoanche una domanda di qualità che deri-va dai consumatori disposti anche a pa-gare di più per prodotti che incorporinoun valore etico aggiunto. Più sordo ap-pare il modo politico che ancora non at-tribuisce la sufficiente importanza aquesti temi, soprattutto in Italia.Le amministrazionicomunali hanno unruolo molto importan-te nel creare l'ambien-te ottimale per lo svi-luppo di questo mo-dello di impresa, ri-corda Cofferati: IlComune è ancheun’impresa che erogaservizi e deve dare ilbuon esempio. Buonesempio che non vie-ne dal Governo nazio-nale perché questamaggioranza di cen-

trodestra, durante il semestre europeo,ha vincolato l’etica al grado con cui leimprese sostituivano il Governo nellesue funzioni di stato sociale: Se fai unasilo nido allora sei etica. Ma l'etica èuna scelta e un valore aggiunto per leimprese che deve avere alla base un pro-cesso culturale da sviluppare. Coff e r a t i

descrive così il modello positivo chepotrebbe essere praticato dalle ammini-strazioni locali: La responsabilità socia-le dovrebbe essere insita nell’attività delComune. Una amministrazione deve sti-molare e sollecitare la creazione di unacultura etica, non condizionare in nega-tivo le imprese ad esempio abbandonan-do la pratica degli appalti al massimo ri-basso senza soglie minime di qualità darispettare, anche perché chi riesce ad ar-rivare a prezzi così bassi molto spessonon rispetta né leggi né contratti. Unaamministrazione che pretenda buonepratiche da parte del mondo dell'impre-sa – conclude Cofferati – deve agire as-soggettandosi alle stesse pratiche neisuoi rapporti con tutti i soggetti con cuiintrattiene relazioni, come l'impresa eti-ca fa nei confronti dei propri stakehol-ders, perché lo sviluppo richiede comu-nione di intenti, coordinazione, progettie visibilità.

Articolo tratto dal sito www.sergiocofferati.it

Page 8: a cura della Redazione ECOLOGIA C O M U N I C A Z I O N E O R G … · 2016-04-30 · PERIODICO A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE ECO ANNO VI - N.2 •LUGLIO 2004 Aut. Trib. BOn.

Continuate a sostenereil nostro p rogetto c u l t u r a l e

8 LUGLIO 2004ECO

Le biotecnologie applicate alla medicina aprono orizzonti ancorasconosciuti e per molti versi inquietanti. Animali clonati, modifica-ti geneticamente per produrre di più o per diventare serbatoi di or-gani, animali in grado di distruggere sostanze dannose o di pro-durre sostanze utili come i vaccini, tutte le possibilità vengono in-dagate e sperimentate nei laboratori di tutto il mondo.Il tutto al di fuori di ogni controllo da parte dell’opinione pubbli-ca e in assenza di un vero dibattito sui fini della scienza e sui mez-zi che siamo disposti ad utilizzare per raggiungerli.Senza che l’umanità, in nome del quale tutto ciò viene fatto, ab-bia la possibilità di decidere se è davvero questo il futuro che de-sidera per i propri figli.Ma quali e quanti sacrifici stiamo imponendo agli animali?E quali conseguenze avrà tutto ciò sull’ecosistema, sulla vita de-gli animali e sulla nostra salute?

Enrico Moriconi è medico veterinario e presidente dell’Asvep (Associazioneculturale veterinaria di salute pubblica). È autore di numerose pubblicazioni trale quali “Nutrirsi tutti inquinando meno” a cura del Centro di Documenta-zione di Pistoia. “Medicina Veterinaria e bioetica” in Quaderni di Bioetica.“La città degli uomini e degli altri animali” Edizioni Cosmopolis 2000 e“Le fabbriche degli animali” Edizioni Cosmopolis 2001. Ha scritto il sog-getto del video “La fabbrica degli animali” p r e s e n t ato a CinemambienteTorino 1999. Attualmente è Consigliere Regionale per i Verdi in Piemonte.

Invito alla letturaContinuate a sostenereil nostro p rogetto c u l t u r a l eLa redazione desidera chiedere scusa agliabbonati e agli inserzionisti di ECO per ilritardo con cui esce questo numero. Pro-blemi di varia natura non ci hanno consen-tito fino ad ora di portare avanti con conti-nuità questo progetto. Un progetto, non so-lo editoriale, che, nonostante le difficoltà,intendiamo riprendere con ancor più con-vinzione ed entusiasmo di prima. L’apprez-zamento dei tanti lettori che hanno decisodi abbonarsi e il sostegno di importantirealtà economiche del nostro territorio cistimolano a proseguire il cammino che si èinterrotto un anno fa. In questi mesi, seppure senza il supportodel giornale, l’Associazione ECO non hasmesso di impegnarsi per diffondere unanuova cultura ecologista. Crediamo sia uti-le stimolare un confronto su temi spessotrascurati dalla stampa nazionale, anche at-traverso l’organizzazione di convegni diapprofondimento, per tentare di offrire uncontributo di idee all’azione politica localee non solo. Grande successo hanno riscosso le ultimeiniziative organizzate a Bologna e a Lugoin collaborazione con il Circolo La Fenice:QUALCUNO VUOL DARCELA A BERE- ACQUA MINERALE E ACQUA POTA-BILE (5 dicembre 2003). Interventi di:GIUSEPPE A LTAMORE, giornalista diFamiglia Cristiana, autore del libro “Qual-cuno vuol darcela a bere” (Fratelli Frillieditori), PASQUALE MERLINO, peritoindustriale, esperto di acque minerali, auto-re di “Che acqua beviamo?” (edizioneMa.C.An.Fra), GIANCARLO LEONI -Direttore Divisione Reti e Ricerca-Svilup-po di HERA, ALESSANDRO ZANASI -Medico specialista Pneumologo Istituto Fi-siopatologia respiratoria Policlinico San-t’Orsola-Malpighi e Presidente dell’Asso-ciazione Risorsa Acqua, PARIDE ZAGA-NELLI, Responsabile Settore Qualità diCoop Italia e PAOLO GALLETTI, diretto-re editoriale ECO e membro dell’EsecutivoNazionale dei Verdi.SERVIZIO CIVILE: CITTADINANZA EPA RT E C I PAZIONE PER LA N U O VACOMUNITÀRiflessioni sulle opportunità del serviziocivile volontario alla luce della nuova leg-ge N. 20/03 della Regione Emilia-Roma-gna (16 febbraio 2004). Interventi di: GI-GLIOLA CORDIVIOLA, Presidente VerdiEmilia-Romagna, GIANLUCA BORGHI,Assessore alle Politiche sociali RegioneEmilia-Romagna, LICIO PA L A Z Z I N I ,Presidente Nazionale di Arci Servizio Civi-le, DON GIANCARLO PEREGO, Re-sponsabile Area Nazionale CARITAS ita-liana, MASSIMO BOLOGNESI, Presi-dente Sezione Regionale WWF Emilia-Ro-magna e PAOLO GALLETTI.ETICA IMPRESA AMBIENTE (29 marzo2004). Interventi di LORENZO SASSOLIDE BIANCHI, Amministratore Delegatodi Valsoia, LUCIANO SITA, Presidente diGranarolo e di Impronta Etica, PIERLUI-GI STEFANINI, Presidente di Coop Adria-tica, FERNANDA USERI dell’Associazio-ne ECO, SILVESTRO RAMUNNO de IlDomani di Bologna, PAOLO GALLETTIe SERGIO COFFERATI.Rassegna di film MERCOLEDÌ CLUB(marzo-aprile 2004) presso il cinema SanRocco di Lugo: Vodka Lemon, La ragazzadelle balene, Segreti di Stato, Osama, Ro-senstrasse, Le invasioni barbariche, Il mi-racolo.Con questo numero speriamo di dare nuo-vo slancio al nostro progetto culturale, peril prossimo autunno abbiamo già in cantie-re importanti iniziative. Chiediamo ancorauna volta la vostra disponibilità e collabo-razione per diffondere ECO in tutte le pro-vince della nostra Regione, aiutateci ad al-largare la rete distributiva e a trovare pub-blicità. Su ECO hanno scritto Giampaolo Pansa,Aldo Sacchetti, Giorgio Nebbia, NandoDalla Chiesa.