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Page 1: 95° anniversario della morte la prò Cocó vuole rendere ... · 95° anniversario della morte ... Grazie a lui, il castello di Issogne fu risvegliato dall'oblio e può ancora mostrare

95° anniversario della morte di \?ittori«^ Bvondo,

la prò Cocó vuole rendere

della comunità di Issogne.

§|||pteSso :voUl f<?!̂ e celebrata

in Sua memoria.

Xssognc, 18 dicembre 2005

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IO Mgostcmh 14 Dicembre 1910

Page 2: 95° anniversario della morte la prò Cocó vuole rendere ... · 95° anniversario della morte ... Grazie a lui, il castello di Issogne fu risvegliato dall'oblio e può ancora mostrare

Nella seconda metà dell'Ottocento l'Europa conobbe, in ambito artistico come In quello letterario e musicale, una sorta di revival della storia e della cultura medievale, nelle quali i popoli cercavano di recuperare i'identltà originaria, mortificata prima dalle monarchie assolute; poi da quelle "illuminate*' e Infine dal oentrallsmo napoleònico. In quésto quadrtj si ìnseri anche il castello Isèogne, risalente al Quattrocento, grazie ad iin personaggio - Vittorio Avondo-Che nel 1872 lo acquisì ad un'asta gtóÉzIaria (jét̂ ^̂ ^̂ ^ Restauro esemplare. Era, Vittorio Avondo, un affermato pftto'̂ e tori^ studio delle testimonianze artistiche è-Irchiteto^ medievali del Piemonte e della Valle d'Aosta, assieme ad amici già famosi come il drammaturgo Giuseppe Giacosa, il pittore Federico Pastòris, l'architetto Carlo Migra eTarcheologo Alfredo d'Andrade. Nato aTòrlr^o nel 1836 da una famiglia originaria della Valsesia^Avondà era Stato avviato dal padre, professore di diritto e deputato, alla carriera di avvocato. Spirito sensibile e appassionato d'àrté, egli aveva prèliérito cohcentrare i suoi Interessi sulla pittura, studiàhdO dapprima alPIsa, poi à Ginevra. Fu però a Roma che II pittore acquisi uno etile personale e conobbe I primi successi con i dipinti ispirati al paesaggi della campagna romana. Egli era un grande conoscitore dell'arte antica e moderna e figura tra gli organizzatori della sezione ''Storia deirarte|ideirÉspo,8Ìzion8 universale di Torino del 1884. Fu anche direttdre del ll^seò del, Bargello di Firenze e del Museo Civico di Torino. ' ; : Particolarmente attento fu ilmpegrio da lui próftiso nel recupero del castello di Issogne. Inizialmente l'Ascondo si c;tedicò soprattutto a consolidare la struttura, attento aóÈlt0\è^& FJIÙ tarde. Quindi provvide alla pulitura degli^^sChf e nello stesso térhpo cercò di ricreare nelle stanze l'antico am|iéhté castellano, recuperando mobili originali p commissionando copie ^d|̂ r̂flp|f̂ i;;̂ ^^^ e piemontesi.

. ' Egli non ^bltò regolarmente a Issogne; che frequentava . -0 >• • soprattutto: n^lla^|^|iltagltìn©!^J3e^ lavori

^ „,,̂ r,, di restauro, acco^ll|i^:|yfsiyfe^^ e organizzare incontri cùltur^lif iTlttavia, prese parte direttamente alla

11 , vita della comunità, nella veste di consigliere comunale. Il suo rapporto con II nostro paese non fu neppure,

soprattutto all'inizio, esente da conflitti, Un contenzioso sulla proprietà della torre d'angolo orientale del castello,

da sempre utilizzata dalla comunità come campanile,

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io aveva opposto sin dal 1877 alla parrocchia e al comune, alle cui ragioni aveva dovuto infine piegarsi. L'amministrazione comunale, alle prese con un notevole tasso di povertà sociale, non seppe approfittare della presenza di un personaggio di cosi grande rilievo e del richiamo che II castello costituiva anche per personalità eccellenti: l'il agosto 1887 per fare un solo ©seitiplo - vi arrivarono In visita la regina Margherita di Savoia (che sarebbe tornata varie altre volte) e II diclcrttenne Vittorio Emanuele, allora principe ereditario^ accompagnati da Giuseppe Giacosa e da un seguito di ufficiali e nobildonne. Cosi andarono perse le occasioni di ammodernamento del paese, che non fu In grado di sviluppare strutture di accoglienza, nonostante la sua immagine circolasse In mezza Europa, attraverso le cartoline inviate dal maniero. Vittorio Avondo Si spense nella sua casa torinese sul Lungo Po alle ore 13,30 di mercoledì 14 dicembre 1910. La sua generosità, manifestata nel 1907 con la donazione del castello di Issogne allo Stato italiano, fu confermata all'apertura dei testamento, nel quale - in mancanza di Una diretta discendenza - figurarono doni e legati in favore di nu^eroseiistituzioni pubbliche. Al nostro Comune lasciò un capitale di lÒ.OQo lire, i cui interessi dovevano servire ad assicurare la manut^ri^iòriècie tubi che portavano l'acqua alla fontana del melograno e a <|ué|a;6U!ìa piazza antistante il castello, e a far celebrare una messa Ì-anriÒ>̂ m̂ perpetuo, in suffragio della sua anima. Avondo ebbe anche uri pértiiero per i poveri di Issogne, ai quali destinò i proventi della vendila èiréstà di tutti i beni mobili moderni presenti nel castello, valutati in 950 lire (circa 3.000 euro attuali). Dell'asta e della distribuzione degli aiuti alle famiglie si occupò la locale congregazione di'Carità. Con lui scomparve uno dei personaggi ai quali il nostro paese deve ^ principalmente la sua fama. Grazie a lui, il castello di Issogne fu risvegliato dall'oblio e può ancora mostrare la sua storia plurisecolare -che è poi anche quella della nostra comunità - alle migliaia di persone, di ogni angolo del mondo, che ogni anno accorrono a visitario.

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