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1857 Madame Bovary di Gustave Flaubert suscita scandalo e incorre nella censura. Charles Baudelaire dà alle stampe la prima edizione de I fiori del male. 1859 Charles Darwin pubblica L’origine delle specie. 1860 Spedizione dei Mille guidata da Garibaldi. 1861 Viene proclamato il Regno d’Italia sotto la guida della monarchia sabauda. L’Italia diventa uno Stato unitario. Esce la seconda edizione de I fiori del male. 12 aprile: inizia la Guerra di Secessione americana. 1862 A Milano viene pubblicato il romanzo di Cletto Arrighi, La Scapigliatura e il 6 febbraio. 1864 A Londra si tiene la Prima internazionale socialista dei lavoratori in cui emergono le figure di Karl Marx e Michail Bakunin. Papa Pio IX intanto pubblica Il Sillabo. Emilio Praga pubblica la sua raccolta Penombre. 1865 Il libro di Claude Bernard Una introduzione allo studio della medicina sperimentale ottiene un clamoroso successo e pone le basi teoriche per lo sviluppo del Naturalismo in Francia. Viene pubblicato in Francia il romanzo Germinie Lacerteux dei fratelli de Goncourt. Inizia la pubblicazione su rivista di Guerra e pace di Lev Tolstoj. 1866 Esce la prima edizione dei Saggi critici di Francesco De Sanctis. Viene pubblicato Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij. 1867 Pubblicazione di Thérèse Raquin, primo romanzo del ciclo dei Rougon-Macquart di Émile Zola. Muore Charles Baudelaire. Esposizione universale a Parigi. 1868 Alessandro Manzoni, nel saggio Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla, propone l’adozione del fiorentino parlato come lingua ufficiale. 1869 Viene pubblicato il romanzo Fosca di Igino Ugo Tarchetti. 1870 “Breccia di Porta Pia” a Roma. Esce il primo volume della Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis. 1871 In una Francia devastata dagli esiti della guerra franco-prussiana, i cittadini della capitale insorgono, dando vita all’esperienza della Comune di Parigi. In Inghilterra vengono legalizzate, per la prima volta, le unioni sindacali (Trade Unions). 1873 Si abbatte sull’economia occidentale una crisi senza precedenti, la cosiddetta “Grande depressione”. 1874 Presso lo studio parigino del fotografo Paul Nadar si svolge la prima mostra della pittura impressionista, che suscita clamori e scandalo. Giovanni Verga pubblica la novella “della svolta”, Nedda. Esposizione internazionale a Roma. 1875 Inizia la pubblicazione a puntate di Anna Karenina di Lev Tolstoj. 1877 Leopoldo Franchetti e Giorgio Sidney Sonnino redigono la loro Inchiesta in Sicilia. Giosue Carducci pubblica le Odi barbare. Arrigo Boito pubblica Il libro dei versi. 1878 Esposizione universale a Parigi. 1879 Inizia la pubblicazione de I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij. 1880 Viene pubblicata la raccolta di novelle Le serate di Médan, di fatto l’atto di nascita del Naturalismo francese. 1881 Giovanni Verga pubblica I Malavoglia. Esposizione nazionale a Milano. 1882 Robert Koch isola il bacillo della tubercolosi. 1883 Fiera mondiale a New York. 1884 Esce la raccolta di Poeti maledetti, curata da Paul Verlaine. Esposizione generale italiana a Torino. 1885 Esposizione internazionale delle invenzioni a Londra. 1887 Escono le Rime nuove di Giosue Carducci. Esposizione mondiale a Roma. 1888 Sulla rivista “Nuova Antologia” esce a puntate il Mastro-don Gesualdo di Giovanni Verga. 1889 Esposizione universale a Parigi per cui viene costruita la Tour Eiffel. 1891 Papa Leone XIII pubblica l’enciclica Rerum novarum, base teorica del cattolicesimo sociale. 1894 Scoppia in Francia il caso Dreyfus ed Émile Zola pronuncia il suo J’accuse. Federico De Roberto pubblica I Viceré. A Milano si tengono le Esposizioni riunite. 1898 Esposizione generale italiana a Torino. 1899 Viene pubblicata la raccolta Rime e ritmi, l’ultima di Carducci. 1900 L’anarchico Gaetano Bresci uccide a Monza, in un attentato, re Umberto I. Esce, a puntate su rivista, Il marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana. A Parigi si tiene un’importante Esposizione universale.

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1857

Madame Bovary di GustaveFlaubert suscita scandaloe incorre nella censura.Charles Baudelaire dà allestampe la prima edizionede I fiori del male.1859

Charles Darwin pubblicaL’origine delle specie.

1860

Spedizione dei Milleguidata da Garibaldi.1861

Viene proclamato il Regnod’Italia sotto la guida dellamonarchia sabauda. L’Italiadiventa uno Stato unitario.Esce la seconda edizionede I fiori del male.12 aprile: inizia la Guerra diSecessione americana.1862

A Milano viene pubblicatoil romanzo di Cletto Arrighi,La Scapigliaturae il 6 febbraio.1864

A Londra si tiene la Primainternazionale socialistadei lavoratori in cuiemergono le figure di KarlMarx e Michail Bakunin.Papa Pio IX intantopubblica Il Sillabo.Emilio Praga pubblica lasua raccolta Penombre.1865

Il libro di Claude BernardUna introduzione allo studiodella medicina sperimentaleottiene un clamorososuccesso e pone le basiteoriche per lo sviluppo delNaturalismo in Francia.Viene pubblicato in Franciail romanzo GerminieLacerteux dei fratelli deGoncourt.Inizia la pubblicazione surivista di Guerra e pace diLev Tolstoj.

1866

Esce la prima edizione deiSaggi critici di FrancescoDe Sanctis.Viene pubblicato Delittoe castigo di FëdorDostoevskij.1867

Pubblicazione di ThérèseRaquin, primo romanzo delciclo dei Rougon-Macquartdi Émile Zola.Muore Charles Baudelaire.Esposizione universalea Parigi.1868

Alessandro Manzoni, nelsaggio Dell’unità della linguae dei mezzi di diffonderla,propone l’adozione delfiorentino parlato comelingua ufficiale.1869

Viene pubblicato ilromanzo Fosca di Igino UgoTarchetti.1870

“Breccia di Porta Pia”a Roma.Esce il primo volume dellaStoria della letteraturaitaliana di Francesco DeSanctis.1871

In una Francia devastatadagli esiti della guerrafranco-prussiana, icittadini della capitaleinsorgono, dando vitaall’esperienza dellaComune di Parigi.In Inghilterra vengonolegalizzate, per la primavolta, le unioni sindacali(Trade Unions).1873

Si abbatte sull’economiaoccidentale una crisi senzaprecedenti, la cosiddetta“Grande depressione”.1874

Presso lo studio pariginodel fotografo Paul Nadar sisvolge la prima mostradella pitturaimpressionista, che suscitaclamori e scandalo.Giovanni Verga pubblica lanovella “della svolta”,Nedda.Esposizione internazionalea Roma.1875

Inizia la pubblicazione apuntate di Anna Kareninadi Lev Tolstoj.1877

Leopoldo Franchetti eGiorgio Sidney Sonninoredigono la loro Inchiestain Sicilia.Giosue Carducci pubblicale Odi barbare.Arrigo Boito pubblicaIl libro dei versi.1878

Esposizione universalea Parigi.

1879

Inizia la pubblicazionede I fratelli Karamazovdi Fëdor Dostoevskij.1880

Viene pubblicata la raccoltadi novelleLe serate di Médan,di fatto l’atto di nascita delNaturalismo francese.1881

Giovanni Verga pubblicaI Malavoglia.Esposizione nazionalea Milano.1882

Robert Koch isola il bacillodella tubercolosi.1883

Fiera mondiale a New York.1884

Esce la raccolta diPoeti maledetti, curatada Paul Verlaine.Esposizione generaleitaliana a Torino.1885

Esposizione internazionaledelle invenzioni a Londra.1887

Escono le Rime nuovedi Giosue Carducci.Esposizione mondialea Roma.1888

Sulla rivista “NuovaAntologia” esce a puntate ilMastro-don Gesualdo diGiovanni Verga.1889

Esposizione universale aParigi per cui vienecostruita la Tour Eiffel.1891

Papa Leone XIII pubblical’enciclica Rerum novarum,base teorica delcattolicesimo sociale.1894

Scoppia in Francia il casoDreyfus ed Émile Zolapronuncia il suo J’accuse.Federico De Robertopubblica I Viceré.A Milano si tengonole Esposizioni riunite.1898

Esposizione generaleitaliana a Torino.1899

Viene pubblicata la raccoltaRime e ritmi, l’ultima diCarducci.1900

L’anarchico Gaetano Bresciuccide a Monza, in unattentato, re Umberto I.Esce, a puntate su rivista,Il marchese di Roccaverdinadi Luigi Capuana.A Parigi si tieneun’importante Esposizioneuniversale.

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Sezione

Mappa dei contenuti

Capitoli1 Gustave Flaubert2 Charles Baudelaire3 Fëdor Dostoevskij4 Lev Tolstoj5 La Scapigliatura6 Francesco De Sanctis7 Giosue Carducci8 Il Naturalismo francese

e il Verismo italiano9 Giovanni Verga

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I grandi mutamenti della secondametà dell’Ottocento

L’Europa che esce dai moti del 1848 è un continen-te profondamente mutato nei suoi connotati po-litici, economici e sociali. Le redini del potere

sono passate alla borghesia, la classe più intraprendente,che ha guidato e gestito il processo rivoluzionario e oraimpone la sua ideologia.

L’egemonia borghese in EuropaPoliticamente la borghesia tende a instaurare un regi-me politico liberale e parlamentare, basato sul sistemadi rappresentanza, caratterizzato dalle dinamiche di go-verno/opposizione dei vari partiti politici, allora ricon-ducibili a tre grandi orientamenti: conservatore-tradi-zionalista, liberale-riformista e socialista-rivoluzio-nario. Un sistema, quello basato sulla rappresentanzapartitica, che trova naturalmente più agevole applica-zione negli Stati a maggiore vocazione democratica,come Inghilterra e Francia, ma che incontra forti resi-stenze in quelli tradizionalmente più votati all’autorita-rismo monarchico, come Austria e Germania. Ai margi-ni orientali dell’Europa, nell’Impero russo degli zar e inquello ottomano, il vento riformista liberale si rivela,invece, in un primo momento, poco più che un soffio.

Fomentati gli animi libertari per conquistare il poterepolitico, il ceto borghese, ormai al posto di comando inmezza Europa, mira a conservarlo contro ogni spinta cen-trifuga, stroncando, anche attraverso violente repressio-ni, ogni ulteriore tendenza a un più radicale rinnovamen-to. La stagione autenticamente riformista della borghesiaha quindi vita breve, mentre cresce il malumore soprat-

Introduzione

|1| La zona industriale diSheffield con le molteciminiere e la concentrazionedi case in una litografia del1855. Sheffield, City Museum.

2 | sezione 10 | Letteratura europea, Naturalismo, Verismo |

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| Introduzione | I grandi mutamenti della seconda metà dell’Ottocento | 3

tutto di quelle classi che hanno prestato il braccio al cam-biamento, pagando un debito di sangue nel corso dei motirivoluzionari, e che ora, nel nuovo ordine politico, non sisentono rappresentate. Questo malcontento è alimentatodalla particolare contingenza economica. L’incessantesviluppo del progresso scientifico e tecnologico di questidecenni porta con sé il fiorire indiscriminato di industrie|1|, e l’ulteriore accentramento del benessere nelle manidelle classi abbienti imprenditoriali. Anche se il boomeconomico |2| conseguente migliora complessivamentela qualità della vita della popolazione media, il proletaria-to paga il dazio di uno sfruttamento spesso ai limiti delladignità umana |3|: uomini, donne e bambini vengono im-piegati a condizioni inaccettabili nelle fabbriche e nelleminiere, privi di qualsivoglia tutela legislativa.

Le lotte sociali delle classi subalterneIntorno agli anni Sessanta dell’Ottocento maturano itempi per la nascita di organizzazioni a difesa dei brac-cianti e della classe operaia. Esse operano inizialmentecon modalità eterogenee, senza un efficace coordina-mento, ma dal 1864, con la Prima internazionale socia-lista dei lavoratori tenutasi a Londra, tentano di trovareuna base comune di lotta. La sintesi non è semplice, poi-ché dominano due principali orientamenti facenti riferi-mento ad altrettante figure di grande peso e carisma:Michail Bakunin (1814-1876), guida degli anarchici, eKarl Marx (1818-1883), a capo dei socialisti. Il primospinge per l’insurrezionalismo mentre il secondo mira asostituire il potere dello Stato borghese con una dittaturadel proletariato.

Allo scioglimento dell’Internazionale, nel 1873, è lalinea propugnata da Marx a prevalere. Nello stesso anno,intanto, dopo una crescita economica che sembrava nondovesse arrestarsi, fa irruzione un’inattesa e devastantecrisi, nota come la “Grande depressione”, che si prolun-gherà fino agli ultimi anni del secolo. Tutto inizia con ilfallimento di una grande banca americana che getta nelpanico l’intero sistema economico occidentale. Al crollodella produzione industriale fa seguito un massiccio au-mento della disoccupazione, i consumi subiscono unacontrazione e il mondo industrializzato finisce nel bara-tro della stagnazione. Mentre l’industria agonizza, l’agri-coltura non se la passa meglio: la crisi manda sul lastricomigliaia di contadini. Il disagio delle classi deboli, inquesti anni terribili, tocca così il suo acme.

Date tali premesse, e motivata da un malcontento po-polare galoppante, si apre quindi una lunga stagione dilotte operaie, che mette spesso in crisi i regimi liberali,strappando fondamentali conquiste come l’estensionedel diritto di voto, varie riforme del lavoro e garanziepensionistiche. Sotto questa spinta, anche la Chiesa è co-stretta ad aggiornare le proprie posizioni, ma non senzaun’iniziale ostinata resistenza. Ancora nel 1864, con ilSillabo, papa Pio IX aveva infatti emanato una serie di

precetti di natura politica e sociale di rigida osservanzaconservatrice. Tuttavia, la graduale e incessante perditadi consensi tra le classi operaie induce il soglio vaticanoa elaborare una propria dottrina sociale che, seppure incontrasto con l’ideologia socialista dilagante, tenta di re-cepire le istanze delle classi subalterne. Prende corpo lacorrente del cattolicesimo sociale, la cui massimaespressione è rappresentata, nel 1891, dall’enciclicaRerum novarum di papa Leone XIII.

Il commercio su scala mondialePrima di sprofondare nel pantano della crisi, gli Stati eu-ropei, grazie a un liberismo incontrollato, avevano co-nosciuto una crescita economica senza precedenti, favo-rita da alcune migliorie tecnologiche che avevano dato

|2| Camille Pissarro, Place du Théâtre Français sotto la pioggia, 1898.Minneapolis, Minneapolis Institute of Arts.

|3| George Frederic Watts, La carestia in Irlanda, 1849-1850. Guildford,Watts Gallery.

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4 | sezione 10 | Letteratura europea, Naturalismo, Verismo |

un impulso fondamentale, come la fruizione massivadell’elettricità e l’invenzione del motore a scoppio. Imercati chiusi nazionali si rivelano però ben presto in-sufficienti ad assorbire tutta la spinta prodotta da unatale industrializzazione frenetica. Si sviluppa quindi uncommercio su scala non solo internazionalema intercontinentale, con una cir-colazione di merci e capitali chenon conosce freni né confini geo-grafici. Si entra così nell’era del mer-cato mondiale su amplissima scala.La borghesia al potere nei vari Statinazionali guida e favorisce questoprocesso, espressione più conclama-ta della sua vocazione affaristica. Gliinvestimenti di ingenti capitali suimercati mondiali richiedono, tutta-via, forme di garanzia da parte del po-tere politico, in definitiva di ingerenzestatali a sostegno delle iniziative eco-nomiche. Viene così gettato il semeche determinerà un fenomeno caratte-ristico di questo scorcio di secolo: ilcolonialismo |4|. Mossi dagli interessiborghesi, gli Stati europei più industria-lizzati, come Inghilterra, Francia e Ger-mania, partono alla conquista di terre (“colonie”) in altricontinenti, sia per soddisfare la necessità di materie pri-me sia per sostenere la politica del commercio interna-zionale. Colonialismo e imperialismo sono manifesta-zioni di queste nuove esigenze: gli imperi politici e mili-tari sono, in realtà, innanzitutto imperi economici.

Espressione simbolicamente significativa di questofenomeno e del trionfo della borghesia affaristica sonole esposizioni universali che, sorte cento anni prima, apartire dalla metà dell’Ottocento si moltiplicano a di-smisura. Esse, raccogliendo l’eccellenza della produzio-ne umana, sono la cifra tangibile dell’ostentazione orgo-gliosa del progresso, di un potere economico con cui laborghesia celebra se stessa.

I regimi politici europei

La Francia, dopo il 1848, attraversa una decisa crisipolitica: passa al regime repubblicano sotto la gui-da di Luigi Napoleone Bonaparte (nipote del Bona-

parte più noto), ma si tratta solo di una fase di transizio-ne poiché, nel 1852, lo stesso presidente, con un colpo diStato, si fa proclamare imperatore dei francesi con ilnome di Napoleone III |5|. Inizia il Secondo Impero,che durerà quasi un ventennio. Nel 1870 la sconfitta nel-la guerra franco-prussiana provoca la caduta dell’impera-tore e il ritorno alla repubblica. I disastri postbellici nonlasciano però indifferente la popolazione. Parigi insorgee, nel 1871, tra le barricate cittadine di una rivoluzione

operaia, nasce l’esperienza della Comune. In questa for-ma di autogoverno del proletariato urbano si ravvisa laprima vera iniziativa rivoluzionaria di marca socialistanella storia europea; un’iniziativa tuttavia effimera, pre-sto repressa nel sangue. La Terza Repubblica è però fra-

gile, il Paese è preda del caos e delle lace-razioni interne provocate dalle contrap-poste fazioni politiche. In questo climadi profonda confusione scoppia, nel1894, il caso Dreyfus che assume unarisonanza internazionale e che varche-rà i confini degli affari di Stato. L’uffi-ciale francese di origini ebraiche Al-fred Dreyfus viene accusato di tradi-mento e spionaggio a favore dell’Im-pero prussiano, ma si tratta di accusestrumentali venute alla luce a segui-to di un processo che solleva un casopolitico, durante il quale prende laparola a difesa dell’imputato anchelo scrittore Émile Zola (1840-1902)> p. 270 |.

Dall’altra parte della Manica, pertutta la seconda metà dell’Ottocen-to, anzi per ben quasi sessantacin-

que anni, la storia dell’Inghilterra si dipanasotto l’occhio severo della regina Vittoria, che regna dal1837 fino agli albori del nuovo secolo (1901): un lungoperiodo che i libri di storia tramandano, non a caso, conla denominazione di “età vittoriana”. Sono anni in cui ilPaese diventa il simbolo di quanto accade nell’Europapiù avanzata, vivendo una fase di grande rilancio econo-mico e di progresso tecnologico che però non manca diaccentuare le profonde diseguaglianze sociali. Sulla sce-na politica si misurano conservatori e liberali; questi ul-timi si impongono con William Gladstone che apre unastagione di importanti riforme in tema di istruzione,esercito, pubblico impiego e mondo del lavoro, tra cui lariforma che, nel 1871, di fatto legalizza le unioni sindaca-li (Trade Unions). L’insieme delle riforme costituisce untassello importante per la nascita della moderna conce-zione di “Stato assistenziale” (welfare state), teso a garan-tire, gravando sulle finanze pubbliche, diritti e servizialle fasce di popolazione meno agiate.

Se in Inghilterra domina l’autorevole figura della regi-na Vittoria, in Germania è l’autoritaria leadership delcancelliere Otto von Bismarck a segnare le vicende poli-tiche prussiane. Salito al potere nel 1862, egli guida il suoStato, attraverso iniziative belliche, a porsi come nuovapotenza nello scacchiere europeo. La concorrenza fran-cese viene sbaragliata nel conflitto franco-prussiano del

|4| Un gruppo di schiavi incontrato daLivingstone, stampa, 1860 circa. Londra,Mary Evans Picture Library.

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1870-1871 che porta alla proclamazione dell’Impero diGermania (Reich) come unica entità politica fruttodell’unione di venticinque diversi Stati: è il trionfo di Bi-smarck. Mentre all’estero la politica del cancelliere miraa creare un asse conservatore con Austria e Russia, inter-namente è tesa ad arginare le influenze cattoliche e acontrastare energicamente l’affiorare di movimenti distampo socialista. In definitiva, il vento del rinnova-mento che agita le coscienze politiche in Francia e inInghilterra, in Germania non soffia affatto.

Nell’Impero russo è invece ancora poco più che unabrezza, ma lascia presagire quella bufera futura che saràla Rivoluzione del 1917. In un modello sociale ancoralegato agli antichi privilegi di casta, l’incremento dell’at-tività produttiva e la modernizzazione dei mezzi di pro-duzione pongono le basi per una trasformazione delmondo del lavoro. Nel 1861 lo zar Alessandro II, piùaperto dei suoi predecessori a un timido riformismo,abolisce la servitù della gleba, ma senza migliorare dimolto le condizioni del ceto rurale. Nei territori dell’Im-pero, in continua espansione coloniale, sorgono moltifocolai di protesta regolarmente repressi. Nel 1894, conla salita al trono dell’ultimo zar, l’ultraconservatore Ni-cola II, si creano le condizioni per una rivolta di immaniproporzioni.

La nuova potenza statunitense

Al di fuori del continente eu-ropeo si afferma, intanto,un’altra superpotenza che

esce rafforzata dalla Guerra di se-cessione americana (1861-1865),lacerante conflitto interno che

vede contrapporsi gli Stati del Nord(unionisti) e quelli del Sud

(confederati). Al di là del-le ragioni politiche chehanno portato alle ostili-tà, ci si trova di fronte auna contesa tra due op-

poste ispirazioni ideo-logiche. Il Nord, indu-strializzato e progres-

sista, intende imporre le proprie conquiste civili (tracui l’abolizione della schiavitù) al Sud agricolo e con-servatore. Dopo quattro feroci anni di guerra, è il Norda vincere, e gli Stati del Sud vengono occupati militar-mente. Inizia la ricostruzione e, con essa, una rapidacrescita economica, insieme a un vertiginoso incre-mento demografico. Industria e agricoltura guidanol’economia americana ai massimi successi, ma le con-traddizioni interne hanno il volto incappucciato delfamigerato Ku Klux Klan che nel Sud, cavalcando l’o-dio razziale verso i neri, ostacola con iniziative terrori-stiche l’attuazione delle riforme sociali. Altro proble-ma spinoso è rappresentato dai nativi americani, i co-siddetti “pellerossa”. La progressiva ghettizzazionedelle popolazioni indigene da parte dell’uomo biancoporta a rivolte in alcuni casi molto cruente, come quel-la dei Sioux, guidati dal loro capo Toro Seduto (1876),e quelle degli Apache di Geronimo, che si arrende alpotere occidentale solo nel 1886. Tali sanguinose vi-cende sono alla base di quella che verrà definital’“epopea del West”.

L’Italia unita

Aconclusione di tre guerre per l’indipendenzadal dominio straniero, l’Italia raggiunge l’unifi-cazione nazionale. Con la fondamentale spin-

ta costituita dalla Spedizione dei Mille (1860) guidatada Giuseppe Garibaldi |6|, la penisola, frammentata inmolti Stati, nel 1861 diventa un’unica espressione poli-tica con la proclamazione del Regno d’Italia. Torinone è la prima capitale e sul trono del nuovo Stato siedeVittorio Emanuele II di Savoia. Ma è una situazione instatu formationis, che manca ancora di intenti realmen-te unitari. In questo quadro si inseriscono i fatti dell’A-spromonte, controverso episodio di storia patria, in cuile truppe garibaldine, intenzionate a cacciare il papa daRoma, vengono fermate dall’esercito italiano, e Gari-baldi, ferito negli scontri, viene arrestato.

Nel 1866, nonostante alcune drammatiche sconfittemilitari a Custoza e a Lissa, anche il Veneto è annessoal nuovo Stato, a seguito della conclusione della terzaguerra d’indipendenza, mentre Giosue Carducci(1835-1907) inveisce contro le debolezze dell’«Italietta».Finalmente nel 1870, con una clamorosa azione simboli-ca nota come “Breccia di Porta Pia”, le truppe italianeirrompono a Roma, ponendo fine al potere del papato econsegnando all’Italia la sua capitale. Quest’atto segna,di fatto, la fine del lungo processo risorgimentale.

Si apre una delicata fase politica. Morto Cavour,uno dei principali artefici dell’unità italiana, all’indo-mani della proclamazione del regno, il governo nazio-nale rimane nelle mani della Destra storica che avviauna serie di riforme per l’organizzazione del nuovoStato, costruendone le fondamenta. Essa mette in atto

|5| Hippolyte Flandrin, Napoleone IIIimperatore dei francesi, 1853.Versailles, Musée du Château.

| Introduzione | ILÕItalia unita | 5

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un’efficace politica fiscale ma si dimostra inadeguata acogliere i grandi problemi sociali del Paese. Nel 1876inizia l’azione di governo della Sinistra storica, im-prontata a un moderno riformismo sociale; tuttavia ilsuo leader, Agostino Depretis, inaugura una spregiu-dicata prassi politica nota come “trasformismo” che,nelle continue collusioni tra politica e gruppi di pote-re, genera nella classe di governo un alto tasso di corru-zione |7|. La Sinistra governa così fino al 1887, annodella morte di Depretis, a cui succede il controversoFrancesco Crispi, un ex repubblicano passato a posi-zioni conservatrici. Siamo nel pieno dell’“età umberti-na”, così definita dal nuovore, Umberto I, che nel 1878succede al padre VittorioEmanuele II. Crispi governafino al 1896; in politica esteraavvia, con scarso successo,l’avventura coloniale italia-na, mentre in politica internagestisce il potere con piglioautoritario, suscitando riven-dicazioni sociali e agitazioniche vengono soffocate nelsangue. Nel 1892 nasce il Par-tito dei lavoratori italiani,mentre in Sicilia prende cor-po, nello stesso periodo, ilmovimento dei Fasci dei la-voratori, le cui proteste sonosedate militarmente. L’acmedella protesta è raggiuntonella serie di sollevazioni del1898, a seguito dell’aumentodel prezzo del pane. A Milanoil generale Bava Beccaris dàl’ordine di sparare sulla folla,lasciandosi alle spalle unacarneficina.

Dai due schieramenti che ten-gono le redini del potere politiconella fase postunitaria (Destra e Sinistra) erano rimastiesclusi i gruppi radicali, eredi della tradizione repubbli-cana, democratica e mazziniana, la cui attività diventaprevalentemente clandestina e di natura extraparla-mentare. L’attivismo di queste frange, alimentate dallacorrente dell’anarchismo internazionale, produce ilsuo gesto più clamoroso nel 1900 con l’attentato controre Umberto, in cui il sovrano, nel corso di una visita aMonza, perde la vita per mano di Gaetano Bresci.

Le problematiche postunitarieUno dei problemi più complessi per il nuovo Stato è lacosiddetta “questione meridionale”. A fronte di unsettentrione in pieno slancio modernista, industriale e

commerciale, l’altra parte del Paese giace in una situa-zione di stallo dovuta all’arretratezza del suo sistemaeconomico. Sia nello Stato pontificio sia nel Regno delleDue Sicilie, complice il malgoverno di papi e Borboni,l’economia è prevalentemente basata su un’agricolturache si serve di tecniche arcaiche. Domina lo stantio siste-ma del latifondo di pochi nobili possidenti e l’iniziativadella borghesia imprenditoriale è assente o fortementerepressa. Le infrastrutture si mostrano inadeguate a so-stenere un eventuale impulso economico.

Gli scenari di questa cruda realtà emergono vivididall’Inchiesta in Sicilia* (1877) di Leopoldo Franchetti e

Sidney Sonnino, dalle Letteremeridionali (1878) di PasqualeVillari e dalle pagine di narra-tori come Giovanni Verga >

p. 313 | (1840-1922), LuigiCapuana > p. 300 | (1839-1915)e Federico De Roberto >

p. 289 | (1861-1927).L’Italia è dunque un Paese

spaccato, che procede a duevelocità, la cui gestione poneseri problemi alla nuova clas-se dirigente nazionale. L’o-rientamento che maturaall’indomani dell’unificazio-ne è quello di “piemontesiz-zare” il Meridione, estenden-do a esso leggi e sistemi di go-verno del vecchio Regno sa-baudo preunitario. L’opera-zione però fallisce, il nuovosistema si rivela poco attentoalla specificità di quelle regio-ni, esplode una crisi economi-co-sociale e serpeggia la pro-testa popolare. Di questo ma-lessere si alimenta il fenome-

no del brigantaggio: i contadi-ni, rifiutando il nuovo ordine, si

danno alla macchia; le campagne proliferano di fuori-legge, si creano bande e affiliazioni criminali. Il gover-no centrale interviene allora con una dura repressioneche riduce drasticamente il fenomeno, senza tuttaviariuscire a estirpare le sue cause sociologiche.

|6| Gustave-Le-Gray, Giuseppe Garibaldi, Palermo 1860.

* Inchiesta in Sicilia

Il libro-inchiesta nasce dall’esigenza di capire, ai finidella gestione del nuovo Stato nazionale, le necessitàe le peculiarità del Meridione d’Italia e, in particolare,della Sicilia, dove lo sfruttamento del lavoro minorilenelle campagne e nelle cave di zolfo era praticadiffusa. Con questo documento si entra nel vivo dellacosiddetta “questione meridionale”.

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esce a cadenza settimanale e che, insieme a “La Tribunaillustrata” e “La Domenica del Corriere”, apre l’impor-tante filone del rotocalco illustrato, vero e proprio an-tesignano della moderna televisione. Il progetto edi-toriale di Treves coniuga la cultura e l’informazionepopolare con la qualità delle fonti: scrittori, artisti, col-laboratori di valore ne riempiono le pagine. Anche lecase editrici vengono coinvolte nel fermento e nel di-namismo culturale che attraversa l’Italia postunitaria,favorite dal progresso tecnologico che migliora e mo-dernizza i mezzi di produzione. La politica governativaa favore della scolarizzazione dà un’ulteriore spinta adalcuni tra i più importanti editori a livello nazionale.Tra le più attive imprese editoriali del periodo, in gradodi cogliere le esigenze di quel cruciale periodo storico,c’è quella fondata nel 1859 a Modena da Nicola Zani-chelli |10| che assume presto una vocazione letteraria escientifica, pubblicando, per esempio, le opere fonda-mentali di Carducci o, in prima edizione italiana,Sull’origine delle specie per selezione naturale di CharlesDarwin (1809-1882) nel 1864. Zanichelli si accreditacome una delle principali case editrici per la didattica, asostegno del programma di riforme del settore scolasti-co della seconda metà del secolo.

Oltre al problema sociale sussiste un problema cul-turale, soprattutto nel meridione, ma non solo. La gran-de maggioranza della popolazione italiana è analfabe-ta, le scuole sono concentrate nelle grandi aree urbane esolo una minima percentuale di popolazione è in gradodi parlare correttamente la lingua italiana |8|. Se in To-scana e a Roma la percentuale è maggiore, nelle aree pe-riferiche della penisola sono soprattutto i dialetti localia costituire il codice comunicativo della popolazione.L’unificazione linguistica sotto un unico idioma si ponequindi come una condizione essenziale per il nuovoStato e la scuola resta lo strumento prioritario per perse-guire questo obiettivo. Viene quindi subito estesa a tut-to il territorio nazionale la legge Casati (1859) che isti-tuisce l’istruzione pubblica, non senza incontrare fortiresistenze al Sud. Questo e altri provvedimenti nellamedesima direzione (come la legge Coppino del 1877)contribuiranno in modo importante a ridurre, anche senon ad azzerare, il tasso di analfabetismo del Paese.

La lingua italianaLa questione della lingua italiana non appassiona, però,solo il dibattito politico e non riguarda solo le istanzesociali della neonata nazione. I letterati danno il lorocontributo alla definizione di un codice linguistico. Ladiatriba, già viva nell’Italia preunitaria, si intensificaproprio in questi anni e vede contrapporsi da una parteAlessandro Manzoni (1785-1873) e dall’altra il lingui-sta Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907). Manzoni, nelsuo saggio Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla|9| del 1868, propugna l’adozione e la diffusione del fio-rentino parlato colto ma antiaccademico. Si tratta, però,di una soluzione troppo astratta che si scontra con ilconcreto problema di inculcare il fiorentino a popoli ditradizione linguistica molto diversa. Ascoli propone in-vece la creazione di una sintesi nazionale che scaturiscatanto dalla tradizione letteraria quanto dalle moderneparlate locali; vengono così recepite le specificità lin-guistiche di tutta Italia. Ascoli sostiene convintamentela necessità di favorire il moltiplicarsi di momenti diaggregazione sociale e iniziative culturali. In effetti, aldi là delle formulazioni teoriche, la lingua italianaprende forma attraverso molteplici mezzi di diffusionelinguistica e culturale. La proliferazione di riviste diogni genere, e non solo culturali, e dei quotidiani popo-lari porta la lingua italiana nelle case di tutti. Nella se-conda metà dell’Ottocento vengono fondate alcune trale principali testate giornalistiche della nostra storia.Giornali come “La Nazione” (1859), “Il Giornale di Sici-lia” (1860), “L’Osservatore Romano” (1861), “Corrieredella Sera” (1876), “Il Messaggero” (1878), “Il Resto delCarlino” (1885), “La Stampa” (1896) e altri ancora nasco-no in quegli anni e giungono fino ai giorni nostri. Per iperiodici, un caso emblematico è quello de “L’Illustra-zione Italiana”, fondata da Emilio Treves nel 1873, che

|7| Vignetta sul trasformismo di Depretis: nell’anno dell’Esposizioneuniversale di Torino (1884), la politica italiana mette in mostra i suoi“prototipi”. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale “Vittorio Emanuele II”.

|8| Giuseppe Costantini, La scuola del villaggio, 1870 circa. Firenze, CentroDidattico Nazionale.

| Introduzione | ILÕItalia unita | 7

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8 | sezione 10 | Letteratura europea, Naturalismo, Verismo |

La seconda metà dell’Ottocento, pur tra mille contrad-dizioni, è scandita da un vivace slancio progressista eda un autentico spirito di indagine nei confronti dellediscipline scientifiche. Lo sviluppo delle scienze e dellatecnologia registra quindi un’improvvisa accelerata esi assiste al fiorire di scoperte basilari nei vari ambitidella ricerca. Sono molte le personalità di scienziati chesi distinguono, fornendo contributi apprezzabili allo svi-luppo dell’umanità e anche per la cura di patologie cheaffliggono il mondo.In Francia salgono alla ribalta le ricerche di Louis Pa-steur (1822-1895) e dei due coniugi Pierre e MarieCurie. Se i secondi forniscono un contributo essenzialeallo studio sulla radioattività, a Pasteur si devono im-portanti ricerche in ambito chimico sui metodi di elimi-nazione di batteri e microrganismi, sulla prevenzione dimalattie come colera, vaiolo e rabbia; per quest’ultimalo scienziato francese ricaverà un vaccino che salveràdalla morte migliaia di persone. Frattanto il medico te-desco Robert Koch, nel 1882, isola per la prima volta ilbacillo causa della tubercolosi*, il “mal sottile” che ave-va seminato la morte nell’Occidente romantico.Autentico termometro dello sviluppo tecnologico sonogli studi sulla produzione di energia elettrica che cono-scono, proprio in questo periodo, una fase decisiva. Dopoil primo generatore messo a punto dal fisico inglese Mi-chael Faraday negli anni Trenta, il cammino verso la con-quista dell’elettricità brucia le sue tappe nella secondametà del secolo. L’italiano Antonio Pacinotti nel 1859inventa il cosiddetto “anello di Pacinotti”, antenato dellamoderna dinamo, in grado di trasformare l’energia mec-canica in energia elettrica continua. È un passo decisivoverso i sistemi di generazione di elettricità.Negli anni seguenti il tedesco Heinrich Rudolf Hertz sco-pre e studia la propagazione delle onde elettromagneti-che. In Italia Antonio Meucci inventa il primo apparecchiotelefonico, mentre nel 1877 fa la sua comparsa il primofonografo costruito dal geniale inventore americanoThomas Alva Edison che, arroccato nel suo leggendariolaboratorio a Menlo Park, cittadina del New Jersey, mettea punto e brevetta la prima lampadina a incandescenza.Tale brevetto diventa però oggetto di una celebre dia-triba, dal momento che l’inglese Joseph Swan rivendicadi esser giunto alle stesse conclusioni di Edison con unanno di anticipo. I due, anziché rivaleggiare, finisconoper associarsi in una fortunata impresa di produzionedi lampade elettriche. Grazie alle sue indubbie capacitàimprenditoriali, Edison è infatti anche un abile promotoredell’industria del settore: commercializzando l’energia,la rende immediatamente fruibile per gli uffici e le caseprivate e non più solo un prodotto da laboratorio.A partire dell’ottavo decennio del secolo, grazie a lui,il prodigio dell’illuminazione è sotto gli occhi di tutto ilmondo. L’alone di leggenda che ha avvolto la sua figurane ha fatto persino un personaggio letterario nel curio-so romanzo intitolato Eva futura dello scrittore franceseVilliers de l’Isle-Adam (1886).In questa fase storica, sono i Paesi anglosassoni a mani-festare una maggiore propulsione verso la conquista deitraguardi del progresso. Il conseguente fenomeno dell’i-nurbamento, cioè dello spostamento delle masse dallecampagne ai centri urbani, muta profondamente la fisio-nomia delle città. Le grandi capitali europee assumono lostatus di “metropoli”. Le stesse esigenze energetiche edi mobilità all’interno della città cambiano radicalmente.L’Inghilterra della Rivoluzione industriale rappresenta un

Scienzae tecnologia

* Tubercolosi (o tisi)Malattia infettiva causatada microbatteri che sitrasmettono per viaaerea, attraverso legoccioline di saliva. TraOtto e Novecento fumalattia endemica e,prima di individuarne ilvaccino, causò un numeroelevatissimo di vittime.

caso emblematico, con lo sviluppo della rete ferroviaria.Il treno diventa non solo un mezzo di trasporto fonda-mentale ma anche un simbolo della letteratura di questoperiodo, registrando un’importante presenza in autoricome Zola, Carducci o Tolstoj. Nel 1863 a Londra vieneinaugurata la rete sotterranea della prima metropolita-na al mondo, e nei suoi pressi, nella vicinissima conteadel Surrey, precisamente sul fiume Wey, viene installatala prima centrale idroelettrica della storia.La definitiva conquista della luce artificiale è, forse, il se-gno più appariscente del progresso. Ma se la tecnologiaillumina la vita degli uomini, anche la ricerca scientificagetta una luce inedita sui misteri della vita umana. Ementre in un isolato monastero agostiniano, nella cit-tà ceca di Brno, Gregor Mendel (1822-1884) conducecuriosi esperimenti incrociando le piante di piselli, sulloscenario di quell’Inghilterra dinamica e in pieno fermentoprogressista si afferma una delle personalità più impor-tanti della storia delle scienze umane: Charles Darwin(1809-1882). Queste due figure dominanti caratterizza-no, con le loro scoperte, gli sviluppi della biologia e dellagenetica. Mendel studia, circondato dall’indifferenza ge-nerale, la generazione dei caratteri negli incroci di piante,esperimenti che porteranno alla formulazione delle suefondamentali leggi dell’ereditarietà. Darwin s’imbarca abordo del brigantino Beagle della regia marina militareinglese alla volta di luoghi remoti della terra, come leisole Galápagos, dove esamina la peculiarità delle speciedi tartarughe e uccelli. A coronamento delle sue osser-vazioni, pubblica L’origine delle specie (1859), il suo stu-dio rivoluzionario, le cui copie vanno esaurite in un sologiorno. La scoperta dello scienziato inglese smentiva lapresunta fissità delle specie viventi, uomo compreso,attribuendo a esse un percorso evolutivo determina-to da condizionamenti ambientali e da un principio di«selezione naturale» funzionante in base alla «lotta»che ciascuna specie mette in atto per la propria sopravvi-venza, la cosiddetta Struggle for life. Proprio questa lottacontro l’estinzione delle specie porta ogni forma viventea modificarsi biologicamente: è questo, appunto, il prin-cipio dell’“evoluzione”.Con la pubblicazione di questa tesi, e la sua immediatadiffusione in tutto il mondo, si innesca un acceso dibat-tito. Darwin mina la dottrina cristiana; la sua teoria, chevede l’uomo come il risultato di una trasformazione evo-lutiva dalla scimmia, contrasta infatti con l’idea che essosia stato creato da Dio a sua immagine e somiglianza.

Albert Edelfelt, Louis Pasteur al lavoro nel suo laboratorio,1885. Parigi, Institut Pasteur.

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sulle teorie narrative di Émile Zola > romanzo sperimenta-

le, p. 271 |; lo storico Ernest Renan (1823-1892) volge lasua attenzione alla religione consegnando al pubblicoVita di Gesù, 1862, un ritratto di Cristo profondamenteumano; di Hippolyte Taine (1828-1893) sono influentisoprattutto le opere storiografiche e critiche sulla lettera-tura e sulla filosofia.

Mentre in Francia si affina la tecnica di indagine“positiva”, sulla scorta del pensiero di Comte, in Inghil-

terra Spencer, un vo-lenteroso pensatoreautodidatta, coglien-do la scia del successodell’Origine delle speciedi Darwin, concepisceil progetto di riorga-nizzare le varie bran-che del sapere sullabase della teoria dell’e-voluzione. Si tratta diun’operazione di tipodivulgativo, semplifi-cata e diretta a un pub-blico vasto, non spe-cialistico né accademi-co. Per questo motivo

l’opera, avviata nel 1862, conosceuno strepitoso successo. Dietrol’impresa di Spencer c’è l’idea di unprogresso continuo, di un’evolu-zione in continuo movimento.Come nel caso di Darwin, anche lasua lettura del mondo, decisa-mente alternativa a quella religio-sa, non avrebbe mancato di pro-vocare vigorose discussioni.

In Italia, frattanto, si assisteun po’ passivamente alla vitali-tà di queste posizioni. Neglianni in cui gli autori del Veri-smo attingono direttamente

alle fonti francesi, lo studio delle scienze naturali e so-ciali nel nostro Paese è portato avanti, con esiti assai di-versi, da personalità quali Roberto Ardigò (1828-1920)e Cesare Lombroso (1835-1909). Mentre Ardigò applicail metodo scientifico alla psicologia, Lombroso elaborala convinzione che i tratti somatici siano rivelatori dellanatura degli uomini. Fondamentali nella storia dellacultura del periodo, sebbene ora criticamente discutibi-li, sono i suoi studi sulla fisiognomica dei malviventi,che hanno portato a considerare lo studioso il fondatoredell’antropologia criminale.

Le tendenze culturali in Europa

La fiducia nella scienza e nel progresso > Scienza e

tecnologia, p. a fronte |estende la propria influenzaanche sugli sviluppi culturali del secondo Otto-

cento, partendo proprio da quei Paesi in cui la borghesiaconsacra maggiormente, grazie al progresso, il suo trion-fo: la Francia e l’Inghilterra, per poi estendersi al restod’Europa. Lo spirito scientista in cultura diviene infattil’orientamento domi-nante per alcuni de-cenni del secolo. Laprima scintilla dellanuova corrente dipensiero scocca inFrancia con l’operadel filosofo AugusteComte (1798-1857) edal suo Corso di filoso-fia positiva (1830-1842)prende avvio il Positi-vismo che, in breve,attecchisce nelle altrerealtà europee. In In-ghilterra il fenomenodello scientismo siorienta, invece, versouna specifica accezio-ne, prendendo ilnome di “evoluzionismo”; i principali esponentisono Charles Darwin, per la parte più propriamen-te scientifica, ed Herbert Spencer (1820-1903) perquella filosofica.

Il PositivismoComte, di formazione saintsimoniana*, proponeuna visione positiva, fondata sulla scienza, in cui l’uo-mo non si limita a criticare negativamente la società,ma usa i mezzi scientifici di indagine e di comprensio-ne con il fine di riformare la società in modo più equo,aggirando ogni prospettiva metafisica. Alla disciplinache studia questi fenomeni viene dato, proprio da Comte,il nome di “sociologia”. La diffusione del suo pensiero èrepentina, specialmente in Francia e in Inghilterra.

Le vette programmatiche del Positivismo, il cui rifles-so traspare nella letteratura dell’epoca, si raggiungonosoprattutto grazie alle opere di tre personalità francesi: ilfisiologo Claude Bernard (1813-1878) pubblica nel1865, con grande successo, Una introduzione allo studio del-la medicina sperimentale, che eserciterà grande influenza

|9| Alessandro Manzoni,Relazione dell’unità della linguae dei mezzi di diffonderla, 1868.Milano, Biblioteca Braidense.

* Henri de Saint-SimonFilosofo francese (1760-1825) consideratoun precursore del Positivismo e fondatoredel pensiero socialista.

| Introduzione | Le tendenze culturali in Europa | 9

|10| Cartolina di NicolaZanichelli, Librerie Zanichelli,1875.

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10 | sezione 10 | Letteratura europea, Naturalismo, Verismo |

delle loro teorie, a incrinare la fede nello scientismo.Quasi parallelamente alle riflessioni filosofiche si svi-luppa un fronte letterario di rifiuto del razionalismo,che prende anch’esso forza dal crollo del pensiero positi-vo, e fa dell’esaltazione dell’intuito e delle emozioni deisensi il punto di partenza per esiti che condurrannoall’esperienza del decadentismo > sezione 11, p. 435 |.

Nell’ultimo quarto dell’Ottocento, artisti, letterati eintellettuali si rifugiano nel territorio dei simboli, delsogno e dell’allucinazione; si abbandona la ricerca delvero per seguire quella del bello e si diffonde nell’intel-lettuale la percezione di un distacco, anziché di un avvi-cinamento, nei confronti del mondo e della società. Ilprogresso osannato dai positivisti diventa strumento dialienazione e barbarie; la percezione della realtà rifiutail metodo scientifico per esaltare piuttosto gli imper-scrutabili misteri dell’inconscio: sono infatti gli anni incui, nel cuore dell’Impero austro-ungarico, un giovanemedico di origine ebraica ancora sconosciuto conduce isuoi esperimenti su pazienti affetti da turbe psichichepresso l’Ospedale generale di Vienna. Ha in testa idee ri-voluzionarie sulla cura delle malattie mentali e i suoistudi avrebbero dato il via, negli ultimi anni dell’Otto-cento ma soprattutto lungo i primi decenni del Nove-cento, a una nuova scienza: la psicoanalisi. Il suo nomeè Sigmund Freud (1856-1939).

La scena letteraria

Esauritasi l’esperienza romantica, nel secondo Otto-cento si assiste a una frammentazione del panora-ma letterario con l’affermazione di correnti e movi-

menti che attingono alle specificità nazionali.Rispetto alla poesia, è il romanzo a prendere il soprav-

vento tra i generi letterari del periodo, in quanto stru-mento maggiormente adatto a rappresentare e a registra-re la realtà circostante e di più immediata fruizione, inun momento in cui il pubblico di lettori si estende anchealle classi meno privilegiate, tradizionalmente esclusedalla lettura. Le basi sono già state poste, in particolare,da Charles Dickens (1812-1870), Honoré de Balzac(1799-1850) e Alessandro Manzoni.

La produzione narrativa del secondo Ottocento èquindi imponente, non sempre di elevato valore, maspesso di grande popolarità, nel solco della cosiddetta“letteratura d’appendice” o “di consumo”, cioè di ro-manzi d’intrattenimento e svago, normalmente di ar-gomento storico o di stringente attualità, già in voganella prima metà del secolo e destinati a una fruizionemolto ampia. Le loro trame sono solitamente avvin-centi, con colpi di scena, intrecci intriganti e soluzionia sorpresa. Spesso la necessità di tener desta la curiositàdel lettore con simili espedienti va a discapito della pro-fondità del contenuto o della caratterizzazione psicolo-gica dei personaggi. Si finisce, nei casi di minore qualità

In opposizione al PositivismoPer un certo periodo il pensiero “positivo” ha un ruoloegemone ma, in capo a qualche decennio, il rigorososcientismo alla sua base palesa le prime incrinature, atutto vantaggio di dottrine che recuperano il lato piùistintivo, irrazionale o metafisico dell’esistenza. La nuo-va tendenza, in contrapposizione allo spirito positivista,riporta al centro della riflessione l’esclusività dell’espe-rienza soggettiva, rivalutando il ruolo del singolo indivi-duo all’interno di una società che è andata, nel frattem-po, massificandosi.

La riscoperta del grande filosofo tedesco ArthurSchopenhauer (1788-1860), che muore in quegli anni, èda leggersi senz’altro come il segnale di una radicale in-versione di tendenza. Il dominio assoluto della volontà,secondo il pensiero schopenhaueriano, si coniuga conuna visione del mondo ispirata a un profondo pessimi-smo. Da queste premesse nasce anche la straordinaria fi-gura di pensatore di Friedrich Nietzsche (1844-1900),la cui filosofia irrompe con forza nel panorama cultura-le dal settimo decennio del secolo e trasmetterà la suaimpronta a tutto il Novecento. Esaltando valori pagani,Nietzsche smaschera con veemenza tutte le ipocrisiemetafisiche cristiane dell’Occidente. Alla morale deglischiavi del Cristianesimo, il filosofo contrappone lagrandezza del singolo (l’etica del «superuomo»). Enor-me ricaduta sulle letterature tardo-ottocentesche ha ilconcetto di nichilismo, su cui Nietzsche ritorna nonsenza alcune implicite contraddizioni. Se, da una parte,il nichilismo è distruttivo in quanto smantella le falsecertezze dell’esistenza, dall’altra può essere consideratoanche costruttivo: è, appunto, il nichilismo del supe-ruomo che nega ogni convenzione ma accetta eroica-mente la casualità delle vicende della propria realtà. Leteorie di Nietzsche demoliscono le correnti di pensieropositivo fin nelle fondamenta, e all’ottimismo delloscientismo contrappongono il pessimismo dell’età tra-gica dei Greci che consiste nell’accettare con superioreindifferenza il proprio destino.

Nell’ultima parte del secolo si affacciano, più timida-mente, altre forme di pensiero che, al pari di quellanietzscheana, reagiscono allo scientismo dominante deidecenni precedenti. È il caso del “pragmatismo” dell’a-mericano William James (1842-1910) – fratello delloscrittore Henry – teorizzatore del “flusso di coscienza”,che avrà importanti sviluppi nella letteratura novecen-tesca in Marcel Proust (1871-1922), James Joyce (1882-1941), Virginia Woolf (1882-1941) e Michail Bulgakov(1891-1940), per citarne solo alcuni. In Francia la resi-stenza del pensiero positivo abdica, con maggiore ritar-do, di fronte al “vitalismo” di un filosofo come HenriBergson (1859-1941), la cui dottrina si svilupperà preva-lentemente all’inizio del secolo seguente.

La reazione al Positivismo non si gioca però solo incampo speculativo; non sono solo i filosofi, con la forza

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del prodotto “di consumo”, per attenersi a uno schemanarrativo standardizzato, dal lessico semplificato e dalfinale consolatorio.

Tuttavia la produzione letteraria più colta si trova adoversi confrontare con la nascita e l’affermazione di di-scipline come la sociologia, la psicologia e l’antropolo-gia. A metà tra presupposti scientifici e ricadute in cam-po culturale, questi nuovi ambiti di studio vengono defi-niti “scienze umane”. La loro presenza non è eludibile perla letteratura, che si confronta con esse, così come si tro-va a fare i conti con le contingenze sociali del periodo: ilconsolidamento del processo di industrializzazione,l’ascesa inarrestabile della borghesia con la conseguen-te nascita del capitalismo e dei movimenti operai. Tut-ti temi che permeano fino in fondo, in un modo o nell’al-tro, la produzione poetica ma soprattutto narrativa diquesto periodo.

In FranciaLa scena letteraria francese del primo Ottocento era statacaratterizzata da autori pervasi di sentimentalismo ro-mantico e altri che già manifestavano i primi segnali dirottura con i moduli tradizionali. |11| Proprio in questosubstrato vanno rintracciate le origini dei fenomeni lette-rari della seconda metà del secolo. Il turbolento realismodi Balzac, le inquietudini di autori come Alfred de Vigny

(1797-1863) e Gérard de Nerval (1808-1855), il freneticoanticonformismo degli scapestrati del Petit Cénacledegli anni Trenta, le esigenze di rinnovamento formale diThéophile Gautier (1811-1872) avevano posto già le basiper gli scenari degli anni successivi.

La narrativa subisce, più della poesia, l’influenza del-le dottrine positiviste: lo scientismo e le nuove scopertenell’ambito della fisiologia fanno irruzione nella lette-ratura. Mediate dallo scrittore-filosofo Taine, che scriveun importante saggio sui romanzi di Balzac, esse sonoalla base della nascita del Naturalismo. Questo movi-mento, in aperta contrapposizione con ogni tipo diideologia spiritualista di stampo romantico, applica ilmetodo rigoroso dell’indagine scientifica alla letteratu-ra, manifestando la fiducia nei confronti del progressoumano. Ne nascono opere che non sono solamente ro-manzi di stretta aderenza alla realtà, ma vere e proprieindagini umane e sociali, scritte adottando la tecnicadell’impersonalità del narratore, che racconta senzaesprimere giudizi di sorta sugli eventi e sui personaggi.La base di partenza è il romanzo Germinie Lacerteux(1865) dei fratelli Jules (1830-1870) e Edmond deGoncourt (1822-1896) cui segue l’immensa opera diÉmile Zola che, con il ciclo dei Rougon-Macquart, trac-cia un affresco sociale di sconcertante attualità.

Diverso è il caso di Gustave Flaubert (1821-1880),pure considerato tra gli ispiratori del Naturalismo: inlui, più che la rappresentazione delle miserie delle classisubalterne, prevale il gusto della presa in giro della va-nità di una borghesia su cui grava il senso di un falli-mento generazionale, come nei protagonisti dei roman-zi Madame Bovary (1857) o L’educazione sentimentale(1869), fino a una vera e propria ridicolizzazione del cetomedio, come in Bouvard e Pécuchet (1881).

Guy de Maupassant (1850-1893) partecipa fin dall’i-nizio all’avventura del nuovo movimento naturalistacon una sensibilità tutta sua, che lo porta ad aderire aimoduli flaubertiani in romanzi di grande successo comeUna vita (1883), Bel-Ami (1885), Mont-Oriol (1888) e Fortecome la morte (1889), in cui traspone il senso tragico dellarealtà, resa ancora più cupa da temi ricorrenti come lafollia e l’angoscia esistenziale, discostandosi dalla venanaturalista e sfiorando talvolta, specie nelle opere piùtarde, quella irrazionale. Nella sua ricca produzione dinovelle, importanti sono i filoni del fantastico e del noir.Per certi aspetti simile è la posizione di AlphonseDaudet (1840-1897), a metà tra suggestioni realistico-naturaliste e improvvise accensioni di pura invenzione.

Molto distanti da queste esperienze, e più inclini aprivilegiare la componente irrazionale e fantastica, sonoJules Amédée Barbey d’Aurevilly (1808-1889) eAuguste Villiers de l’Isle-Adam (1838-1889), entrambiin rapporti con Charles Baudelaire (1821-1867). I due

|11| Auguste Rodin, Il pensatore, 1880. Parigi, Musée Rodin.

| Introduzione | La scena letteraria | 11

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12 | sezione 10 | Letteratura europea, Naturalismo, Verismo |

Il secolo del progresso e delle innovazioni non potevanon condizionare anche la ricerca visiva e artistica. L’ar-tista si vede costretto a confrontarsi con un nuovo spiritoe, persino, con nuove tecniche di rappresentazione figu-rativa. La nuova società del secondo Ottocento, quelladell’industrialismo, della massificazione, del trionfo bor-ghese e delle invenzioni tecnologiche, impone all’artedi riformulare una propria definizione e di ritrovare unapropria collocazione.

La fotografiaLa diffusione della fotografia, per esempio, passatadal vecchio “dagherrotipo” a esiti ben più modernie fruibili, rimette in discussione il ruolo dell’artistacome ritrattista o paesaggista, lasciando in effettinelle mani del fotografo il privilegio di ritrarre l’esat-tezza dei soggetti, e in quelle dell’artista il compito didedicarsi a criteri più decisamente estetici. La querellefotografia/pittura suscita, tra i diretti protagonisti,entusiasmi e diffidenze. Come ha efficacementesintetizzato Walter Benjamin, la velocizzazione e lareiterazione del processo di riproduzione figurativaofferto dal mezzo fotografico determina la «cadutadell’aura» in un’opera d’arte, cioè della sua esclusivaoriginalità. Una fotografia teoricamente riproducibileinfinite volte squalifica, di fatto, l’unicità della produ-zione artistica tradizionale anche se, d’altro canto,

Le artifigurative

consente di moltiplicarne la fruizione. Affascinato dalmezzo fotografico è Giovanni Verga, che scatta moltefoto per diletto personale, trasferendo il credo veristaanche nelle immagini: tra i soggetti preferiti, uomini edonne semplici immortalati nelle loro faccende e neiloro ambienti quotidiani, scorci di borghi e campagne.Diversi suoi scatti sono conservati nel prezioso archi-vio dei Fratelli Alinari, a Firenze.

Impressionisti e postimpressionistiI primi artisti a confrontarsi con la fotografia sono,però, gli impressionisti che, non a caso, tengono laloro prima storica esposizione nello studio del notofotografo Paul Nadar (amico di Baudelaire), a Parigi,nel 1874. Tuttavia la loro storia ha radici più lontane,che affondano nella pittura realista francese e nel pa-esaggismo della cosiddetta Scuola di Barbizon. Pittoricome Gustave Courbet (1819-1877), Jean-FrançoisMillet (1814-1875) e Honoré Daumier (1808-1879)intorno alla metà del secolo provocano i circoli ac-cademici con i loro dipinti pervasi di crudo e, spesso,antiestetico realismo, incentrato su soggetti umili escene di disagio sociale. Ma la critica borghese di-sapprova, i Salons ufficiali rigettano le loro opere e ilpubblico li deride considerandoli volgari. Intanto, neglistessi anni, a Barbizon, non lontano dalla foresta diFontainebleau, si raccoglie una schiera di artisti, tracui Corot, Rousseau e Daubigny, che concentrano iloro studi sulla pittura di paesaggio. Da tali premesse,tra l’esigenza realistica e lo studio della natura dalvero, trae il suo spirito di ricerca un gruppo di giovaniartisti, circondato da una generale diffidenza. Questiartisti prendono il nome di “impressionisti”, dal tito-lo di un quadro di Claude Monet che ne riassume lapoetica figurativa. Essi, per meglio tradurre la realtàcircostante, introducono il concetto di pittura en pleinair (“all’aperto”), uscendo dagli studi per dipingere di-rettamente immersi nella natura, attenti alle varia-zioni di luce e colori. Si tratta pertanto di uno scrupolonon solo estetico ma condizionato anche da moventiscientifici e, specificamente, ottici, attraverso i qualila natura viene riprodotta più fedelmente in base allapercezione che arriva direttamente al nostro occhio,e non in base ai canoni elaborati tra le pareti di studiaccademici. Giovani pittori come Monet, Renoir, De-gas, Sisley, Caillebotte, Pissarro, Cézanne scrivonoun nuovo affascinante capitolo della storia dell’arte,indifferenti alle contestazioni dei tradizionalisti e sor-retti dall’entusiastico appoggio di alcuni noti intellet-tuali, tra cui, forse il più convinto, Charles Baudelaire.Inoltre, non si può non vedere un nesso tra la ricercapittorica impressionista e quella letteraria del Na-turalismo francese, figlie entrambe dello scientismopositivista e della maturata coscienza sociale degliintellettuali. Dall’esperienza impressionista, già fon-data su concetti ottico-luministici, si sviluppa la cor-rente postimpressionista che ha in Seurat e Signaci suoi massimi esponenti. Essa esaspera la ricercaottica per pervenire, in pieno Positivismo, a un vero eproprio metodo scientifico applicato alla pittura.

Verso l’Espressionismo e il NovecentoFuori da ogni corrente, sia pur nato nell’alveo inizialedell’Impressionismo, si erge anche il genio solitario etormentato di Vincent van Gogh (1853-1890), nellacui pittura drammatica e piena di tensione è da ve-

Claude Monet, Impressione, sole nascente, 1872. Parigi, Museo Marmottan.Vincent van Gogh, Campo di grano con volo di corvi, 1890. Amsterdam, RijksmuseumVincent van Gogh.

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dersi una significativa anticipazione dell’Espressio-nismo degli anni futuri. È un periodo di sperimenta-zioni figurative, come testimoniano altri artisti, tracui il già citato Cézanne, che approderà a una formaespressiva da molti ritenuta antesignana del meto-do cubista. Mentre Paul Gauguin (1848-1903) decidedi esiliarsi nell’incontaminata realtà di Paesi esotici,recuperando suggestioni di una natura primordiale,James Whistler (1834-1903) dall’America si trasfe-risce in Europa e frequenta i circoli più avanzati dellacultura parigina e londinese, dipingendo, con stile raf-finatissimo, soggetti a tratti sospesi in un incipientesimbolismo fuori dal tempo e dallo spazio. Più fedelealla gaudente atmosfera mondana è, invece, l’arte diHenri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), acuto osser-vatore dell’umanità dei locali notturni e dei cabaret.Con lui si arriva alle soglie del Novecento.

Macchiaioli italianiLe esigenze figurative che hanno imposto in Franciail trionfo dell’Impressionismo producono nel nostroPaese, più o meno negli stessi anni, l’affermarsi del-

la pittura “macchiaiola”. I macchiaioli* ricalcano leorme dei colleghi impressionisti francesi: portanol’arte fuori dagli studi accademici e dipingono spin-ti dal desiderio di rappresentazione del vero e dellarealtà degli umili, senza alcuna retorica e con spiritoinnovatore; anche per loro l’accoglienza di pubblicoe critica è ostile. Come nel caso del nesso Impres-sionismo-Naturalismo, i dipinti di Giovanni Fattori,Silvestro Lega, Telemaco Signorini rappresentano inpittura, a loro volta, quell’esigenza di “verismo” cuipervengono, in letteratura, scrittori come Verga, Ca-puana e De Roberto.

Il caso “inglese”Il panorama artistico inglese, in questa porzione disecolo, offre scenari assai diversi e decisamente pe-culiari. Nel 1848 tre giovani pittori – Dante GabrielRossetti, John Everett Millais e William Holman Hunt– fondano a Londra la Confraternita dei Preraffaelliticon cui intendono riportare nell’arte la purezza d’ispi-razione dell’età precedente alla comparsa di Raffaello.A loro si uniranno, in seguito, altri nomi di primo piano,come quello di Edward Burne-Jones e dei critici Wil-liam Morris e John Ruskin (questi ultimi costituirannoi fondamenti teorici del gruppo). Al gruppo si avvicinaanche il poeta Algernon Charles Swinburne, massimoesponente della poesia decadente inglese. Perseguen-

do finalità moralizzatrici, le opere preraffaellite appa-iono pervase di un sentimento religioso, non esentetuttavia da qualche contaminazione estetizzante e daun sensualismo già vagamente morboso. La naturariprodotta nei paesaggi preraffaelliti, a differenza diquella degli impressionisti, appare idealizzata, a trattirarefatta, arricchita da simboli. Profondamente intrisadi letteratura è la loro ispirazione, che si rifà spesso aitemi della poesia romantica inglese, shakespeariani edanteschi. Non mancano però anche i temi sociali inun’Inghilterra in profonda trasformazione e quelli cheaffondano nella storia nazionale.

La poetica simbolistaNell’ultimo scorcio del XIX secolo si assiste, in tuttaEuropa, all’affacciarsi della poetica simbolista, anti-tetica a quella impressionista dei decenni precedenti,corrispondente alla crisi del Positivismo e all’afferma-zione del pensiero irrazionale. Se l’Impressionismovoleva rappresentare la realtà, il Simbolismo rivalutala spiritualità, il mistero e l’incognito. Una tendenzaanaloga si fa strada anche in letteratura alimentando,in entrambi i casi, il mito della fuga dalla realtà versola fantasia del sogno. Antesignano, in pittura, di que-sta linea poetica è Gustave Moreau (1826-1898). Lesue tele, avvolte in atmosfere fantastiche, grondanomisticismo e sensualità, in un prezioso decorativismoal limite dell’horror vacui. Anche Odilon Redon (1840-1916) trasfigura la realtà, la interiorizza, la sprofondanell’inconscio personale e collettivo ma, a differenzadi Moreau, le sue figure sono evanescenti, spesso ap-pena abbozzate, in un linearismo essenziale quantomisterioso. Svizzero di nascita, tedesco di adozio-ne ma europeo di formazione, anche Arnold Böcklin(1827-1901) si muove all’interno degli indefiniti con-fini del Simbolismo. In lui, come in Puvis de Chavannes(1824-1898), torna il mito della classicità; i soggettiispirati alla mitologia greco-romana sono però rarefattiin un’atmosfera allusiva e sospesa. La sua opera piùnota, il dipinto dell’Isola dei morti, ritratta in ben cinqueversioni tra il 1880 e il 1886, esercita un’influenza no-tevole su scrittori e musicisti dell’epoca.

Giovanni Fattori, Campo italiano alla battaglia di Magenta,1861-1862. Firenze, Galleria d’arte moderna.

Paul Gauguin, Aha oe feii? (Come! Sei gelosa? ), 1892. Mosca, Museo Puškin.

* MacchiaioliI macchiaioli sono i piùdiretti interpreti delVerismo in pittura. Nonè un caso che essi siriunissero principalmentein quel Caffè Michelangiolo,a Firenze, frequentatoanche da Verga e Capuana.La tecnica dei loro dipintiprevedeva la stesura delcolore “a macchie” (da cuiil nome del movimento), inmodo da rappresentare piùl’impressione della visioneche l’esattezzadell’immagine. Sono,sostanzialmente,presupposti tecnici similia quelli degli impressionistifrancesi.

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Lo scenario musicale del secondo Ottocento è ancoradominato dall’influenza della grande stagione sinfo-nica romantica e dall’opera italiana. Quest’ultima, inparticolare, sembra venire incontro all’esigenza di po-polarizzare la fruizione musicale. Il melodramma, con lasua cantabilità e il suo pretesto narrativo, diventa unaforma di spettacolo più accessibile al grande pubblico e,quindi, di grande successo. In Italia, in virtù della popo-larità raggiunta, il melodramma diviene persino veicolodella coscienza risorgimentale attraverso il patriotti-smo musicale di Giuseppe Verdi (1813-1901). Fin daglianni Quaranta, Verdi si era fatto interprete di una co-scienza civile, discostandosi in questo dal melodrammaamoroso dei suoi predecessori, Bellini e Donizetti. Lasua longevità gli ha poi consentito di praticare i temi piùdisparati, compresi quelli amorosi (per esempio ne LaTraviata). La sua carriera è una scalata verso il successo,che culmina con la composizione dell’Aida (1871), nellostesso periodo in cui si afferma in Europa la potentemusica wagneriana. E quando l’astro di Verdi sembradestinato a precipitare per l’avvento della nuova me-lodia teutonica, il vecchio musicista, avvalendosi dellacollaborazione di un librettista quotato come ArrigoBoito (1842-1918), a sua volta anche musicista, hauno scatto di orgoglio e apre la grande stagione deidrammi shakespeariani con l’Otello (1887) e il Falstaff(1893), i suoi ultimi due capolavori.

Da Verga a MascagniIn periodo verista la contaminazione musica-lettera-tura si coglie nell’emblematica trasposizione musicaledella Cavalleria rusticana dal racconto di Verga all’operadi Pietro Mascagni. I due finiscono anche sui banchidel tribunale per una complessa controversia sui dirittid’autore. Tuttavia il principale esponente del Verismomusicale italiano è Giacomo Puccini (1858-1924) che,prima della fine del secolo, ancora nella fase inizialedella sua parabola compositiva, lascia due capolavoricome Manon Lescaut (1893), ispirata al romanzo di An-toine François Prévost, e La Bohème (1896), ispirata alromanzo di Henri Murger.Anche in Francia la musica operistica attraversaun momento felice. Suo interprete principaleè Charles Gounod (1818-1893) che, con ilFaust del 1859, raccoglie allori internazionaliandando a occupare un posto di riguardonell’accademia musicale francese. GeorgesBizet (1838-1875), invece, era avverso aicircoli musicali più importanti e da loroera inviso. Giovane e bohémien, ribellee talentuoso, compone nel 1875 laCarmen, la cui partitura brillante, chiassosae primitiva disorienta il pubblico ma raccogliei consensi delle menti intellettuali più vivacidell’epoca, come quella di Nietzsche. Si gridaallo scandalo: la sfacciataggine e la suppostavolgarità della Carmen sono un altro oltraggioal perbenismo borghese.

Richard WagnerSu tutte le vicende operistiche europee delsecondo Ottocento, e in genere sull’intero pa-norama musicale coevo, si proietta però l’om-bra lunga di un gigante. Con Richard Wagner(1813-1883) il teatro musicale cambia

La musicavolto e l’opera musicale diventa una Gesamtkunstwerk,un’“opera d’arte totale”, perfetta sintesi di musica, let-teratura, arte figurativa e recitazione. La sua apparizio-ne all’orizzonte scatena violente diatribe tra favorevolie contrari, ma si tratta di una rivoluzione che anticipa letendenze culturali novecentesche. La musica wagne-riana associa la complessità della strumentazione conla tecnica melodica del leitmotiv, una sorta di motivoconduttore, che si riverbera in più punti della composi-zione. Wagner attinge prevalentemente alla tradizionemitica germanica e, sulla scorta dell’epica nibelungica,elabora il suo grandioso progetto della Tetralogia, la cuiprima rappresentazione integrale, in quattro giornate,ha luogo a Bayreuth, nel 1876, in un teatro da lui stessoideato. L’eco dell’evento è clamorosa: gli episodi dellaTetralogia erano già stati singolarmente rappresentati,ma questa è la summa dell’opera wagneriana, il verticedella drammaturgia ottocentesca e, insieme, il trionfodella prepotente volontà del compositore tedesco. Conil Parsifal (1882) Wagner si congeda dal palcoscenicodella sua vita: l’opera è una sorta di testamento in cuisi ravvisa il riflesso dell’animo del compositore, dove lepassioni umane convivono con un intenso misticismo.L’anno seguente un attacco cardiaco lo stronca duranteun soggiorno veneziano.Come accennato, dopo la roboante comparsa di Wa-gner, il mondo musicale si divide tra wagneriani e an-tiwagneriani, e spesso gli accenti sono assai accesi.Verdi definisce Wagner «un matto», ma anche chi vi sioppone deve fare i conti con le novità da lui introdotte.Johannes Brahms (1833-1897) è tra quelli che reagi-scono al vento che spira da Bayreuth. Per nulla tentatodall’opera, la sua produzione si muove nel solco del sin-fonismo romantico più tradizionale di cui è eccellenteinterprete. Maestro di architetture melodiche, accuratoe meticoloso artefice, le sue sinfonie si dispiegano conricca e introspettiva pensosità.

La scuola nazionale russaElemento caratteristico della seconda metà

del secolo è anche il fiorire di scuole nazio-nali che vogliono connotare etnicamente laproduzione musicale, recuperando le tra-

dizioni delle proprie radici popolari. È unfenomeno dettato anche dalla crucialitàdi certi avvenimenti storico-politici nel

percorso di affermazione delle nazioniche si traduce in uno scatto d’orgoglio

nazionale serpeggiante in vari Stati eu-ropei. Particolare rilievo ha la scuolanazionale russa, impersonata da mu-

sicisti del calibro di Rimskij-Korsakov,Musorgskij e Balakirev. Prende invecele distanze dal gruppo l’altro grandeinterprete del secondo Ottocento

russo, Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893), piuttosto animato da unospirito cosmopolita e occidentale, la

cui musica vibra di accorato patetismoe di languori malinconici. Oltre a quel-

la russa, particolarmente rilevanti e attivesono le scuole nazionali boema, scandinava

e spagnola.

Attribuito a JamesNorthcote, Ira Aldridgenei panni di Otello, XIXsecolo. Manchester,Manchester Art Gallery.

Adolfo Hohenstein,bozzetto per il costumedi Rodolfo per la prima diLa Bohème di GiacomoPuccini al Teatro Regio diTorino, 1 Febbraio 1896.

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benessere borghese è William Makepeace Thackeray(1811-1863). Di stampo balzacchiano è, invece, l’opera diAnthony Trollope (1815-1882), il quale, attento ripro-duttore della realtà, concentra i suoi romanzi in ciclinarrativi, sulla scorta della “commedia umana”. Accentipiù forti e vigorosi si ritrovano nei romanzi di ThomasHardy (1840-1928), in cui l’esigenza di realismo si conta-mina di misteriose presenze e tragedie incombenti,come in Tess dei D’Urbervilles (1891) e Jude l’oscuro (1896).

Una vocazione antirealista e spiritualista caratteriz-za, invece, le opere, per lo più di natura programmatica,

condividono modi da dandy |12| e uno stile raffinato an-che nella scrittura. Tenaci avversari del progresso, testi-moni di uno spiritualismo venato di demonismo, i lororomanzi e racconti attingono a ispirazioni nere e maledet-te. Del primo va ricordato soprattutto il romanzo storicoL’indemoniata (1854) e la raccolta di racconti Le diaboliche(1874), in cui dominano figure di donne fatali. Tra le ope-re del secondo, che ha partecipato anche all’antologia deiPoeti maledetti curata da Verlaine, spicca soprattutto la rac-colta dei Racconti crudeli (1883) e il romanzo filosofico-fantascientifico Eva futura (1886).

In ambito poetico, nel decennio 1866-1876 si sviluppala scuola “parnassiana” che si richiama al classicismo eadotta criteri stilistici ispirati al rigore della forma lirica eal preziosismo lessicale. Gli esponenti più in vista di que-sta tendenza sono Théodore de Banville (1823-1891) eCharles Marie Leconte de Lisle (1818-1894). L’esperien-za parnassiana, per quanto breve e circoscritta, eserciteràperò la sua influenza anche sulla generazione successiva.Un ruolo a parte in questo scenario spetta alla figura do-minante di Charles Baudelaire. Non estraneo a certetendenze parnassiane, egli si pone però subito come capo-scuola dei maudits (“maledetti”), fungendo da faro per unagenerazione di allievi. Tra essi Paul Verlaine (1844-1896),la cui ispirazione rimane in bilico tra religioso misticismoe culto della sregolatezza, e la cui ricerca poetica assumeanch’essa particolari coloriture parnassiane, soprattuttoper la musicalità e la compostezza dei suoi versi. Suo com-pagno di vagabondaggio poetico è Arthur Rimbaud(1854-1891), le cui liriche sono attraversate da un senti-mento di rivolta e da un’immaginazione allucinata. ConStéphane Mallarmé (1842-1898), la poetica delle “corri-spondenze” baudelairiane diventa la poetica dei simboli,e si apre a nuovi sviluppi ed esigenze che caratterizzeran-no il nuovo secolo. Personaggio appartato è il giovaneJules Laforgue (1860-1887), i cui versi, delicati e ironici,si velano di sottili malinconie e introspezioni. Infine, seLaforgue è appartato, Isidore Ducasse (1846-1870), detto“il conte di Lautréamont”, è decisamente misterioso: benpoco si sa della sua breve vita ma molto noti sono i suoiCanti di Maldoror (1868), pubblicati anonimi in una speciedi prosa poetica che trabocca di sangue e immagini blasfe-me ai limiti dell’onirico e del surreale.

In InghilterraDopo la grande esperienza poetica romantica e la straor-dinaria ricchezza della narrativa dickensiana, l’età vitto-riana non produce grandi risultati a livello internaziona-le. Sulle istanze del realismo e sulla diffusione di massa, siapre anche qui un dibattito, all’ombra del nume tutelareCharles Dickens |13|. Di un certo rilievo la figura diGeorge Eliot (1819-1880), capace di fini approfondimen-ti psicologici e di descrivere una realtà provinciale inglesefatta di antieroi. Il suo capolavoro è il romanzo Middle-march (1871-1872). Più incline alla satira della società del

|12| Honoré Daumier, Un dandy allo specchio, 1871.

|13| Robert William Buss, Il sogno di Dickens, XIX secolo. Londra, CharlesDickens Museum.

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In GermaniaL’esigenza di realismo in letteratura, dopo gli empitiappassionati del Romanticismo, coglie anche la Ger-mania, sulla scia di quanto già avviene sia in Franciasia in Inghilterra. Su questa linea si collocano soprat-tutto Hans Theodor Storm (1817-1888) e Theodor Fon-tane (1819-1898). Storm scrive le sue novelle sull’ondadelle rievocazioni nostalgiche, ancora soffuse di uncerto sentimentalismo, in una prosa limpida e asciut-ta. Fontane si avvicina maggiormente al filone natura-lista, con qualche pretesa di denuncia sociale e con sto-rie di adulteri ispirate a un certo “bovarismo” (peresempio in Effi Briest del 1895).

In RussiaLa letteratura russa di questo periodo non può prescin-dere dal contesto politico che agita le coscienze indivi-duali e pone, anche all’attenzione della letteratura, pe-santi esigenze sociali. Esigenze che traspaiono innan-zitutto nella potente narrativa di Fëdor Dostoevskij(1821-1881) e Lev Tolstoj (1828-1910). Soprattutto nelprimo si respira il clima di tensione rivoluzionaria, cuilo stesso Tolstoj non è estraneo, e si vivono i disagi degliumili e dei disperati. La portata tragica di questa pove-ra umanità si trasferisce, in Tolstoj, in una dimensionestorica ed epica.

Attorno ai principali narratori del Realismo russo ruo-tano altri scrittori di rilievo, come Ivan Gonc ˇ arov (1812-1891), non schierato in prima persona sul fronte socialema capace di creare un personaggio che dà il titolo al suoromanzo più importante, Oblómov (1859), che divieneparadigma dell’uomo inerte, incapace di agire e sopraf-fatto da una sorta di apatia morale e spirituale. Da essoderiva il termine “oblomovismo”, che entra subitonell’uso comune, come tendenza a un immobilismo so-ciale di marca assolutamente negativa. Sempre in ambi-to realista si muove Ivan Turgenev (1818-1883), ben in-trodotto nei circoli letterari del tempo: egli diviene ami-co di Zola e di Flaubert e gode di ampio credito anche aldi fuori dei confini nazionali. Il suo maggior successo è ilromanzo Padri e figli (1862), storia di un conflitto genera-zionale, di una contrapposizione tra vecchio e nuovo, traansia di conservazione e smania di rinnovamento. Tur-genev introduce la categoria dei giovani rivoluzionari el’uso del termine “nichilista” che godrà di ampia fortunanegli anni seguenti.

Diviso tra narrativa e teatro è Anton Cechov |15|(1860-1904), osservatore impietoso della realtà piccolo-borghese russa e difficilmente inquadrabile in qualsivo-glia movimento dai contorni delineati. I suoi racconti ele sue pièces teatrali sono attraversati da lampi di feroceaccusa nei confronti della realtà del tempo, espressa conuna lingua nitida e tagliente, sarcastica e corrosiva. Iprotagonisti delle sue storie sono delle vittime e dei fal-liti su cui l’autore esercita il suo dileggio.

di Thomas Carlyle (1795-1881) e John Ruskin (1819-1900). Intorno alla fine degli anni Ottanta iniziano auscire le avvincenti indagini di Sherlock Holmes, aopera dello scrittore scozzese Arthur Conan Doyle(1859-1930), un maestro della letteratura “gialla”. Ancorpiù fantasiose, e ostili a ogni ispirazione naturalistica,le proposte narrative di Robert Louis Stevenson (1850-1894), come Lo strano caso del dottor Jekyll e del signorHyde (1886), breve ma intenso romanzo giocato sullosdoppiamento di personalità e sul dualismo dei concet-ti di “bene” e “male”. Il fiabesco mondo dei bambini atti-ra il mite Lewis Carroll (1832-1898) con l’opera Le av-venture di Alice nel paese delle Meraviglie |14| del 1865.Infine, sul filone avventuroso, va menzionato JosephConrad (1857-1924) e il suo Cuore di tenebra (1899).

La lirica inglese riconosce i suoi due principali espo-nenti in Alfred Tennyson (1809-1892) e RobertBrowning (1812-1889). Il primo si distingue per l’accura-tezza formale dei versi e la ricchezza espressiva, il secon-do mette nelle proprie poesie una maggiore tensione euna vena più tormentata.

|14| Alice e lo Stregatto, illustrazione da Alice nel paese delle Meraviglie,XIX secolo.

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Nel panorama lirico, due sono le voci che spiccanosu tutte: quelle di Walt Whitman (1819-1892) e diEmily Dickinson (1830-1886). Nel primo prevale unasincera ispirazione nei confronti della realtà quotidia-na e della condizione umana: Whitman è il cantoredell’amore e della natura, in una lingua sciolta da ogniaccademismo e prodiga di metafore sessuali che, altempo, vengono giudicate alquanto crude. Nei suoiversi si celebrano la vita e il progresso, la democrazia ela libertà, tanto da essere considerato il diretto antece-dente della cosiddetta Beat generation. Emily Dickinsoncoltiva invece una vena tutta introspettiva, nel rifugiodelle quattro pareti della sua stanza, dove ha trascorsoquasi tutta la sua esistenza. Con i suoi versi tratteggia icontorni di un microcosmo fatto di sentimenti e di me-ditazioni sul senso della vita. Entrano in questo suomondo riservato le esperienze poetiche più disparate,filtrate dalla sua sensibilità individualistica e non uni-formata ai moduli poetici codificati. Il suo linguaggiomescola il colloquiale con metafore visionarie, in unlirismo volutamente scandito da irregolarità ritmiche.

In ambito poetico spicca la figura di Nikolaj Nekrasov(1821-1878), legato ai modi della lirica popolare.

Negli Stati UnitiLa letteratura americana conferma, in questo periodo,la sua specificità rispetto alle correnti europee. Il “tra-scendentalismo*”, come linea di pensiero che avevaattecchito in periodo romantico, riceve nuova linfa aseguito delle vicende nazionali derivanti dalla Guerradi Secessione (1861-1865). La voce più autorevole diquest’orientamento, nella seconda metà del secolo, èancora quella di Ralph Waldo Emerson (1803-1882).Henry David Thoreau (1817-1862) compie invece unascelta radicale, quella di fare vita randagia, nei boschi, acontatto con la natura, raccontando le sue esperienze,tra il mistico e il naturalistico, in Walden (1854). Men-tre Nathaniel Hawthorne (1804-1864) rimane chiusonel rigore del suo puritanesimo, altra tempra di scritto-re è Herman Melville (1819-1891), che, nei suoi ro-manzi, racconta incredibili avventure per mare, a parti-re dal suo capolavoro Moby Dick |16| del 1851. Il suopotente stile di scrittura si sposa bene con i temi princi-pali della sua narrativa: la morte e un senso demoniacodell’esistenza. Di rilievo è anche l’opera di Mark Twain(1835-1910), a sua volta completamente immerso nellarealtà americana. Lo scrittore sa dosare sapientementel’epopea della sua terra con temi giocosi, che tratta spes-so con sapido umorismo, anche nei suoi risvolti di ana-lisi sociale. Nel raccontare le vicende dei suoi eroi TomSawyer e Huck Finn (rispettivamente nel 1876 e nel1884) ricalca il modello del romanzo di formazione,nell’America selvaggia del Mississippi. Twain ha saputoritagliarsi, per le sue storie, una lingua originale che siconfigura come nuova lingua letteraria americana. A ri-prendere il dialogo culturale con l’Europa è, invece, Hen-ry James (1843-1916), nei cui romanzi, di taglio più inter-nazionale, è rappresentata la borghesia con il suo mondoe le sue paure, i successi e i fallimenti. Il suo capolavoro èRitratto di signora (1881); notevoli anche i romanzi I bosto-niani (1886) e Che cosa sapeva Maisy (1897).

|15| Isaak Levitan,Ritratto di Anton Čechov,1886. Galleria Tret’jakov,Mosca.

|16| Illustrazione per illibro Moby Dick di HermanMelville, XX secolo.Collezione privata.

* TrascendentalismoCorrente filosofica originale che diventa dominante giànel corso del Romanticismo americano e che propugnal’elaborazione di una cultura americana indipendenteda quella inglese che recuperi i rapporti tra l’uomo e la natura.

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se dai toni popolareggianti. Affine alla Scapigliatura,ma con sue inconfondibili specificità, è Carlo Dossi(1849-1910), autentico stravagante del panorama nar-rativo, sperimentatore della lingua italiana. AncheGiovanni Faldella (1846-1928) nei suoi romanzi creauna tale mescolanza linguistica tra vocaboli dotti e col-loquiali da ottenere, talvolta, effetti stranianti, comenella felicissima raccolta di bozzetti narrativi intitola-ta Figurine (1875), probabilmente la sua opera più riu-scita. Tutti i suoi scritti oscillano, comunque, tra ripie-gamenti malinconici e corrosiva ironia.

Tra gli sperimentatori linguistici, anche se in zoneperiferiche rispetto alla Scapigliatura, si muovono an-che autori interessanti come Vittorio Imbriani (1840-1886), romanziere focoso e vivace polemista anticon-formista. Colto e aggiornato sulle novità artistiche con-temporanee, egli va segnalato soprattutto per i roman-zi Dio ne scampi dagli Orsenigo (1876) e Mastr’Impicca(1874) in cui il suo ingegno linguistico tocca vertici divirtuosismo. Anche Emilio de Marchi (1851-1901) at-traversa una prima fase scapigliata che abbandoneràpoi alla conquista di uno stile personale. Il suo capola-voro, il romanzo Demetrio Pianelli (1890), ha come pro-tagonista uno sconfitto, un uomo schiacciato da unasocietà borghese e perbenista.

Questo è anche il periodo del florido filone del ro-manzo di consumo, di facile fruizione e di poche pre-tese. I temi di questa letteratura vanno dall’intrigoamoroso al delitto cruento, spunti ai quali attinge unascrittrice di successo come Carolina Invernizio (1851-1916). Conosce esiti rilevanti anche il genere della let-teratura per ragazzi, soprattutto con la pubblicazione

In ItaliaNel nostro Paese si spegne gradualmente l’eco della let-teratura risorgimentale e ci si apre a nuove esigenzerappresentative. In un clima culturale ancora in evolu-zione, i primi segnali di una reazione al patriottismopostunitario arrivano da Milano, dove un gruppo digiovani poeti e narratori manifesta il disagio dell’im-mobilismo culturale in cui giace la nostra letteratura.Il movimento, che prende il nome di Scapigliatura> capitolo 5, pp. 169-204 |, assume come modello un ri-bellismo di marca prevalentemente francese e soffiasulle ceneri della protesta sociale. Poeti come EmilioPraga (1839-1875), Arrigo Boito (1842-1918) e Gio-vanni Camerana (1845-1905) costituiscono la triade divoci più rappresentative, in cui il versificare più ag-gressivo si serve di immagini crude, macabre e, talvol-ta, orride. Gli scapigliati hanno indubbiamente il meri-to di importare dalla Francia la vena demoniaca e male-detta di Baudelaire. Anche Igino Ugo Tarchetti(1839-1869) è autore di alcuni versi di marca scapiglia-ta, ma la sua ispirazione più felice è in ambito narrati-vo, dove si segnala soprattutto per il romanzo Fosca(1869), storia torbida di amore e morte. Meno maturima apprezzabili anche i suoi Racconti fantastici (1869) ele precedenti prove narrative come Paolina (1866) e Unanobile follia (1867), romanzi animati da un forte spiritoantimilitarista. Del fratello di Arrigo, Camillo Boito(1836-1914) si ricordano le raccolte Storielle vane (1876)e Nuove storielle vane (1883). Tra realismo tardo-roman-tico e nuove istanze scapigliate è Giuseppe Rovani(1818-1874), autore di Cento anni (pubblicato a puntatetra il 1857 e il 1858), romanzo storico sulla vita milane-

|17| Illustrazione per il libro Pinocchio di CarloCollodi, XIX secolo. Londra, The British Library.

|18| Illustrazione dal libro Cuore di Edmondo De Amicis, Milano 1892.Milano, Biblioteca Ambrosiana.|19| Copertina di Cuore di Edmondo De Amicis, Garzanti, Milano 1886.

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Carducci (1835-1907): è lui a incarnare la figura del poe-ta-guida della nazione. Attorno a Carducci si forma ungruppo di allievi, validi poeti, fra i quali Olindo Guerrini(alias Lorenzo Stecchetti, 1845-1916) e Vittorio Bette-loni (1840-1910): nel primo prevalgono le immagini for-ti, un certo piglio maledetto e toni blasfemi che lo acco-stano ai modi scapigliati; nel secondo, invece, i toni lievie intimisti, i temi quotidiani e uno stile colloquiale chesembra anticipare gli esiti crepuscolari.

Infine, va ricordato l’importante impegno critico diFrancesco De Sanctis > p. 205 | (1817-1883). La suaStoria della letteratura italiana (1870-1871), opera senzaprecedenti nel nostro panorama letterario, dal tagliooriginale e di grande respiro culturale, è molto più diuna storia “letteraria”: essa è piuttosto la storia dellospirito di un popolo attraverso i suoi letterati.

de Le avventure di Pinocchio |17| (1883) di Carlo Collodi(1826-1890) e del libro Cuore |18| |19| (1886) diEdmondo de Amicis (1846-1908).

Oltre alla Scapigliatura, un altro fenomeno letterariodi portata determinante nella narrativa italiana del secon-do Ottocento è il Verismo > pp. 267-312 |. Nato dall’esi-genza, mutuata dal Naturalismo francese, di rappresenta-re la realtà senza finzioni e con un necessario distaccoemotivo da parte del narratore stesso, il movimentoconosce il suo massimo teorico in Luigi Capuana >

p. 300 | e il suo più rigoroso interprete in GiovanniVerga > p. 313 | con i romanzi I Malavoglia (1881)e Mastro-don Gesualdo (1889). Di taglio veristasono anche le opere di Federico De Roberto >

p. 289 |, autore del romanzo I Viceré (1891), e diMatilde Serao |20| (1856-1927), abile giornali-sta prima e prolifica narratrice poi. Serao dà alsuo verismo una particolare ricchezza coreo-grafica, caratterizzando il suo stile in direzionedi un maggior effetto spettacolare. La sua operaprincipale è il romanzo-inchiesta, sul calco dianaloghi modelli francesi, intitolato Il ventre diNapoli (1884), sui bassifondi della città parteno-pea e la varia umanità che li popola.

Appartenente a una generazione successiva, esolo in parte accostabile alla poetica verista, è lascrittrice Grazia Deledda (1871-1936), premio Nobelnel 1926. La sua produzione è fortemente radicata nellarealtà sarda, di cui descrive i luoghi e i colori con una lin-gua scabra e severa, contaminata da dialettismi.

Dopo la poesia romantica, la tradizione del “vate” ètenuta viva dalla grande statura intellettuale di Giosue

|20| Giuseppe Primoli, Eleonora Duse con Matilde Serao,Francesco Paolo e Tristan Bernard, 1897.

Catania

Trieste

Palermo

Bologna

ScapigliaturaArrigo Boito, Emilio

Praga, Giovanni

Camerana

Roma

Romanzo-inchiesta

Matilde Serao

Milano

Napoli

Torino

VerismoLuigi Capuana

Giovanni Verga

Firenze

Letteraturaper ragazzi

Carlo Collodi

Edmondo de

Amicis

| Introduzione | La scena letteraria | 19

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20 | sezione 10 | Letteratura europea, Naturalismo, Verismo |

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1830 In Francia scoppiala rivoluzione di Luglio1837 Sale al trono d’In-ghilterra la regina Vittoria1848 Moti rivoluzionariin Europa1852 In Francia nasce ilSecondo Impero diNapoleone III

1859 Charles Darwinpubblica L’origine dellespecie1861 Viene proclamato ilRegno d’Italia / Scoppiala Guerra di Secessioneamericana

1862 Otto von Bismarckdiventa cancelliere1863 A Londra si inaugu-ra la prima metropolitana1864 Nasce a Londra laPrima internazionalesocialista dei lavoratori /Invenzione del motore ascoppio

1870 Breccia di Porta Piaa Roma / Scoppia il con-flitto franco-prussiano /In Francia è proclamatala Terza Repubblica1871 Meucci inventa iltelefono / Nasce il Reichtedesco / S’instaura laComune di Parigi

I principaliautori trattatinei prossimicapitoli

I principalieventi storici

Dalle esperienze diPuškin, Lermontov eGogol’ (1809-1852) laletteratura russa aprealla stagione del realismo

Da Auguste Comte e fino aHippolyte Taine il Positivismo siconferma la tendenza culturaledominante

Il Positivismo trova inHerbert Spencer unfilosofo che riorganizzale branche del saperesulla base della teoriadell’evoluzione di CharlesDarwin

La stagione realista siintreccia con i drammidella guerra civile

Il Realismo russo ruota attornoa due grandi figure: FËDORDOSTOEVSKIJ (1821-1881)e LEV TOLSTOJ (1828-1910)

Dal 1834 prende formala Comédie humaine diHonoré de Balzac (1799-1850): si definisce ilrealismo in letteratura

Domina l’ideologiavittoriana borghese:il realismo èrappresentato dallanarrativa di CharlesDickens (1812-1870)

Dalla prima metà del secolo siafferma un filone noirautenticamente americano cheva da Edgar Allan Poe (1809-1849) a Nathaniel Hawthorne(1804-1864)

Il Realismo russo si esprime ancheattraverso la narrativa di IvanGončarov (1812-1891) e IvanTurgenev (1818-1883)

Nel solco delrealismo fiorisceil Naturalismo

Altre voci del realismo inglese in narrativa sono quelledi George Eliot (1819-1880), William M. Thackeray(1811-1863) e Anthony Trollope (1815-1882)

La fine della guerra civile vede fiorire lagrande stagione della letteraturaamericana che si esprime attraverso:

La lirica è rappresentata da NikolajNekrasov (1821-1878)

EVENTI

AUTORI 1800 1810 1820 1830 1840

FËDOR DOSTOEVSKIJ (1821-1881)

RUSSIA

FRANCIA

INGHILTERRA

STATI UNITI

ITALIA

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Il SecondoOttocento conoscepoetiche distampo realistanate sul tronco delNaturalismofrancese

A Milano, tra il 1860 e il1870, è attivo il gruppo dellaScapigliatura

Vastissima e multiforme è laproduzione lirica di GIOSUECARDUCCI (1835-1907)

L’impegno di FRANCESCO DESANCTIS (1817-1883) pone le basidi una storia letteraria italiana

Il Naturalismo francese s’innestanel cuore della questionemeridionale con il Verismo

La stagionerealista siesprime induetendenzeletterarie

Mappa dei contenuti

LEV TOLSTOJ (1828-1910)CHARLES BAUDELAIRE (1821-1867)GUSTAVE FLAUBERT (1821-1880)

FRANCESCO DE SANCTIS (1817-1883)

> Tra tensioni tardoromantiche e decadenti è la liricadi Alfred Tennyson (1809-1892) e Robert Browning(1812-1889)

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Il trascendentalismo di Ralph Waldo Emerson(1803-1882) e di Henry Thoreau (1817-1862)

La lirica di Walt Whitman (1819-1892) ed EmilyDickinson (1830-1886)

Il Naturalismofrancese siafferma con lanarrativa diÉMILE ZOLA(1840-1902)

Sperimentano generi diversi, dall’avventuraal noir al fantasy, narratori come ArthurConan Doyle (1859-1930), Robert LouisStevenson (1850-1894) e Lewis Carroll(1832-1898)

Una speciale colorituracaratterizza il romanzo di Guyde Maupassant (1850-1893)

Un posto a sé occupa lanarrativa di JosephConrad (1857-1924)

Dal 1866 al 1876 fiorisce lalirica classicista della Scuolaparnassiana

Grandi romanzieri come HermanMelville (1819-1891), Mark Twain(1835-1910) ed Henry James(1843-1916)

I precursori negli anniCinquanta e Sessanta sonoGUSTAVE FLAUBERT (1821-1880) e i fratelli Jules (1830-1870) e Edmond deGoncourt (1822-1896)

Il romanzo realistaculmina nella narrativadi Thomas Hardy(1840-1928)

Esplode sulla scena poetica l’opera diCHARLES BAUDELAIRE (1821-1867)

Baudelaire è caposcuola dei Poetimaledetti, tra cui Arthur Rimbaud (1854-1891) e Paul Verlaine (1844-1896)

1873 È l’inizio dellaGrande Depressione1876 Va al governo laSinistra storica conAgostino Depretis1877 Esce il libroInchiesta in Sicilia diFranchetti e Sonnino

1878 Umberto I succedeal padre Vittorio Ema-nuele II1879 Edison mette apunto la lampadinaelettrica

1882 Koch scopre ilbacillo della tubercolosi /Si forma la TripliceAlleanza tra Italia,Austria e Prussia1887 Inizia il governoCrispi

1891 Papa Leone XIIIemana l’enciclica Rerumnovarum1892 Nasce in Italia ilPartito socialista1894 In Francia scoppia ilcaso Dreyfus / Sale altrono russo l’ultimo zarNicola II

1896 Marconi inventa iltelegrafo senza fili1900 Attentato controUmberto I dell’anarchicoGaetano Bresci

1850 1860 1870 1880 1890 1900

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EMILIO PRAGA (1839-1875), ARRIGO BOITO (1842-1918), GIOVANNI CAMERANA (1845-1905) e CARLO DOSSI (1849-1910)

Massimo teorico è LUIGI CAPUANA (1839-1915)

L’interprete più rigoroso è GIOVANNI VERGA (1840-1922)

Si distingue la narrativa veristadi FEDERICO DE ROBERTO(1861-1927) e di Matilde Serao(1856-1927)

Un posto a parte spettaalla narrativa di GraziaDeledda (1871-1936)

LUIGI CAPUANA (1839-1915)

GIOSUE CARDUCCI (1835-1907)

GIOVANNI VERGA (1840-1922)

ÉMILE ZOLA (1840-1902)

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Tra novellistica e drammaturgia spiccanell’ultimo quarto dell’Ottocento AntonČechov (1860-1904)

EMILIO PRAGA (1839-1875)

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