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9.1 Conservazione degli alimenti

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9.1 Conservazione degli

alimenti

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La conservazione degli alimenti, da sempre, rappresenta uno dei problemi che

più interessano l’umanità.

Per migliaia di anni l’uomo ha utilizzato tecniche come l’essiccamento, la

salagione o l’affumicamento per fronteggiare le alterazioni di cibi.

Nicolas Appert, alla fine del Settecento, inventò un metodo di conservazione

degli alimenti (appertizzazione), ponendo le basi per la nascita dell’industria

conserviera.

Oggi le tecniche di conservazione mirano a prolungare la shelf life (durata

commerciale) degli alimenti cercando di mantenere il più possibile le loro

caratteristiche nutrizionali e organolettiche.

Generalità

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Le tecniche di conservazione servono a impedire o rallentare l’instaurarsi di

processi alterativi e a rispondere alle attuali esigenze di mercato.

Durante i trattamenti tecnologici gli alimenti subiscono inevitabilmente una serie

di danni tecnologici, i quali possono essere di tipo:

- meccanico (azioni di pressione, sforzo da taglio, ecc.)

- termico (effetti del calore sui componenti degli alimenti)

- chimico (reazioni di ossidazione, ecc.)

- da inquinamento (contaminazioni di varia natura)

Per ridurre i danni tecnologici si fa ricorso:

- alle mild technologies

- ai trattamenti combinati (abbinano più tecnologie)

- a nuove tecnologie (microfiltrazione su membrana, riscaldamento ohmico, ecc.)

Tecnologie alimentari

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Le alterazioni dei prodotti alimentari sono determinate fondamentalmente da

fattori biologici, i cui agenti sono:

- microrganismi (batteri, lieviti e muffe) principali responsabili delle

modificazioni sia a livello del valore nutrizionale che delle caratteristiche

organolettiche del prodotto stesso

- enzimi presenti negli alimenti o provenienti da microrganismi

- roditori e insetti oltre a causare danni alle derrate alimentari sono vettori di

microrganismi patogeni

Se la contaminazione microbica è in fase iniziale, le alterazioni organolettiche

possono non essere avvertite dai nostri sensi.

Se i microrganismi contaminanti sono patogeni, possono compromettere la

salute del consumatore.

Alterazione degli alimenti

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Le alterazioni degli alimenti possono essere determinate da cause fisico-

chimiche.

Ossigeno: inattiva vitamine, provoca imbrunimenti (bastano piccolissime

quantità di O2).

Luce: inattiva vitamine, induce alterazioni di colori e sapori.

Temperatura: tra 10-40 ˚C vengono favorite le reazioni enzimatiche e la

crescita microbica.

Umidità: l’eccesso provoca rammollimenti, la disidratazione causa l’avvizzimento

dei vegetali freschi e la “scottatura” dei surgelati.

pH: nell’intervallo tra 4,5-9 viene favorita la crescita microbica.

Alterazione degli alimenti

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Le tecniche di conservazione degli alimenti sono oggi molto numerose e possono

essere classificate secondo diversi criteri.

In base alle cause di alterazione contro cui i vari metodi sono rivolti, si

distinguono metodi finalizzati a:

- contrastare i microrganismi. Possono essere di tipo batteriostatico,

se bloccano o rallentano le reazioni metaboliche dei microrganismi (es.

refrigerazione, essiccamento), o battericida, se distruggono i microrganismi

(es. pastorizzazione, sterilizzazione)

- bloccare le attività enzimatiche (es. pastorizzazione, sterilizzazione)

- contrastare le alterazioni chimico-fisiche (es. confezionamento asettico,

sottovuoto, active packaging)

Metodi di conservazione

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Metodi di conservazione

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Per la conservazione degli alimenti, sono largamente usati metodi fisici che

utilizzano le basse temperature il freddo esercita un’azione microbiostatica.

Le basse temperature compiono la loro azione rallentando (refrigerazione) o

bloccando (congelamento e surgelazione) l’attività di tutti gli enzimi presenti in

un alimento i microrganismi vengono messi in condizioni non più adatte per

moltiplicarsi.

Si distinguono vari metodi:

- refrigerazione

- congelamento

- surgelazione

Conservazione con basse temperature

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Tecnica utilizzata specialmente per conservare a breve termine ogni tipo di

alimento deperibile perché consente di preservarne le caratteristiche

organolettiche e nutrizionali.

Le temperature applicate sono generalmente comprese tra 0-4 ˚C.

L’umidità relativa deve essere

intorno all’85%.

N.B. Alcuni patogeni, come la

listeria, sono in grado di

moltiplicarsi a queste

temperature.

Refrigerazione

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Tecnica che consiste nel sottoporre l’alimento a temperature molto basse, tali da

provocare la cristallizzazione dell’acqua e la solidificazione del prodotto stesso.

Il congelamento può essere:

- lento la temperatura applicata oscilla tra -8 e -20 ˚C

Si formano dei macrocristalli di ghiaccio che rompono le membrane cellulari

delle cellule che formano il prodotto, incidendo negativamente sulle

caratteristiche sensoriali del prodotto una volta scongelato. Oggi questo

sistema è stato abbandonato a livello industriale

- rapido l’alimento viene sottoposto a temperature di almeno -30 ˚C

Si formano microcristalli di ghiaccio che non rompono le membrane cellulari,

perciò si minimizzano le perdite nutritive e sensoriali

Congelamento

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È un metodo fisico di conservazione degli alimenti basato sui principi del

congelamento ultrarapido.

Gli alimenti surgelati devono:

- provenire da materie prime in stato di assoluta

freschezza

- mantenere una Ta < -18 ˚C ininterrottamente

fino alla distribuzione finale (catena del freddo)

- essere venduti nelle loro confezioni originali

- riportare sull’etichetta tutte le indicazioni a norma

di legge

Surgelazione

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Il calore agisce inattivando gli enzimi e uccidendo i microrganismi.

L’azione battericida, più o meno energica del calore, dipende:

- dalle caratteristiche delle diverse specie microbiche presenti negli alimenti

(es. le spore batteriche sono più resistenti delle forme vegetative)

- dall’umidità (es. per distruggere le spore del C. botulinum occorrono 4-10’ a

120 ˚C con calore umido, oppure 120’ a 120 ˚C con calore secco)

- dalla carica batterica iniziale

- dalla composizione chimica dell’alimento

- dal pH del mezzo

- dalla presenza di sostanze grasse che fungono da protezione per i batteri

- dal binomio temperatura / tempo applicato nel trattamento termico

N.B. L’attuale tendenza è di effettuare trattamenti termici più drastici, ma per

tempi più limitati.

Conservazione con alte temperature

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Consiste nel riscaldare il prodotto in modo da determinare la distruzione dei

microrganismi patogeni e della maggior parte dei microrganismi alterativi, ma

non delle spore, per cui gli alimenti pastorizzati vanno conservati in condizioni tali

da limitare la germinazione delle spore e lo sviluppo dei microrganismi superstiti.

Spesso si abbina alla refrigerazione.

Esistono diversi sistemi di pastorizzazione: quello più diffuso è noto come

pastorizzazione rapida o HTST (High Temperature

Short Time) che applica temperature di 75-85 ˚C

per 15-20’’.

Si applica ad alimenti liquidi (soprattutto latte)

che scorrono in uno strato sottile tra due pareti

metalliche scaldate.

Pastorizzazione

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La sterilizzazione è un metodo di tipo fisico che mira a distruggere tutte le forme

microbiche, spore comprese, presenti nell’alimento.

»Sterilizzazione classica

Detta anche appertizzazione si effettua a Ta di 120 ˚C per ~20’

Si applica ad alimenti solidi o liquidi già chiusi in contenitori metallici o di vetro

(es. carne bovina, prodotti ittici, prodotti vegetali).

»Sistema UHT

Il sistema Ultra High Temperature si applica ad alimenti liquidi sfusi,

che subiscono un trattamento con Ta tra 140-150 ˚C per pochi secondi, e poi

vengono confezionati in contenitori sterili (es. “latte a lunga conservazione”).

Il cibo sottoposto ad alta temperatura per tempi molto brevi conserva

maggiormente il suo sapore originale.

Sterilizzazione

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Riducendo il contenuto di acqua degli alimenti si rallentano o si impediscono

l’attività microbica e i processi enzimatici si prolunga la shelf life dei prodotti.

I processi basati su questo principio hanno il vantaggio di ridurre le spese di

stoccaggio e di trasporto.

I sistemi che utilizzano la sottrazione d’acqua sono:

- concentrazione

- essiccazione

- liofilizzazione

Conservazione per sottrazione di acqua

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Processo che riduce parzialmente l’acqua presente negli alimenti liquidi,

ottenendo un aumento della shelf life.

In genere è abbinata ad altri trattamenti (es. aggiunta di sale o zucchero,

pastorizzazione).

Può essere:

- a caldo Ta = 40-50 ˚C (es. conserve di pomodoro)

- a freddo (crioconcentrazione) Ta = -3/-9 ˚C.

Si impiega per prodotti termolabili (es. succhi frutta,

infusi): l’acqua viene allontanata previa

trasformazione in cristalli di ghiaccio.

È molto costosa.

Concentrazione

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Metodo tra i più antichi ed economici, usato per togliere acqua dai cibi freschi.

Consiste nell’esporre il prodotto a una fonte di calore allo scopo di rimuovere

quasi completamente l’acqua degli alimenti. Il contenuto idrico residuo è del 10-

15% la forte disidratazione blocca la moltiplicazione dei microrganismi.

In base alla fonte di calore, l’essiccazione può essere:

- naturale (sole) si applica ancora adesso a livello artigianale (es. stoccafisso)

- artificiale si applica in ambito industriale

L’essiccazione artificiale ricorre ai seguenti procedimenti:

- per mezzo di aria calda (pesci, carni)

- per mezzo della polverizzazione (spray drying): utilizzata per alimenti liquidi

- creando il sottovuoto: utilizzata per alimenti sensibili al calore come i succhi di

frutta

Essiccazione

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La liofilizzazione o crioessiccazione consiste nella disidratazione per sublimazione

dei prodotti previamente congelati in particolari condizioni di temperatura e

sottovuoto.

Si applica a svariati prodotti: caffè, frutta e verdura, alimenti dietetici, ecc.

I prodotti liofilizzati:

- contengono un’umidità residua < 5%

- conservano meglio le caratteristiche nutritive e sensoriali originarie rispetto ai

prodotti essiccati con metodi tradizionali (a condizione che il confezionamento

sia adeguato)

Liofilizzazione

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Questi metodi fisici consistono nel preservare gli alimenti dal contatto con l’O2

dell’aria in modo da impedire le ossidazioni e lo sviluppo di microrganismi aerobi.

Vengono utilizzate speciali miscele di gas (N2 e CO2), spesso in associazione con

sistemi di stoccaggio a basse temperature inibiscono la crescita di muffe e

batteri aerobi stretti.

»Atmosfera controllata

La modificazione dell’atmosfera avviene in depositi refrigeranti a tenuta stagna

dove i valori dei gas immessi sono tenuti sotto controllo a valori costanti.

»Atmosfera modificata

La modificazione dell’atmosfera avviene all’interno delle confezioni

dell’alimento, e la composizione dell’aria è modificata via via dai processi

respiratori del prodotto che consuma O2 e fa aumentare la quantità di CO2.

Conservazione in ambienti modificati

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Il confezionamento sottovuoto è un metodo fisico che consiste nella quasi totale

sottrazione dell’aria presente all’interno della confezione dell’alimento:

sottraendo l’O2 i microrganismi aerobi non possono più moltiplicarsi e vengono

inibiti i fenomeni ossidativi.

Richiede una rigorosa igiene nelle fasi di preparazione e confezionamento degli

alimenti.

Oggi è un metodo sempre più utilizzato sia nell’industria che nella ristorazione

collettiva.

Prevede le fasi:

- estrazione dell’aria contenuta nella confezione

- chiusura ermetica

Sottovuoto

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Rappresenta una variante del confezionamento sottovuoto.

La confezione è costituita da un sacchetto di plastica termoretraibile.

Una volta introdotto l’alimento e sigillata la confezione, il prodotto viene

immerso per pochi secondi in acqua a Ta ~ 90 ˚C in modo che la pellicola

termoretraibile aderisca completamente all’alimento; segue il rapido

raffreddamento del prodotto e la sua conservazione a ~ 4 ˚C fino alla sua

commercializzazione.

Questa tecnologia si dimostra efficace solo se applicata a prodotti di ottima

qualità.

Cryovac

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È un metodo di tipo fisico che consiste nel sottoporre l’alimento a radiazioni

ionizzanti, che possono essere raggi gamma, raggi X, fasci di elettroni.

Le radiazioni ionizzanti determinano la rottura dei legami fra gruppi di atomi

che costituiscono le grosse molecole organiche (sp. il DNA) blocco dell’attività

vitale di batteri, insetti e altri parassiti.

In alcuni alimenti, questo metodo può provocare

alterazioni organolettiche.

In Europa è consentito l’impiego di radiazioni

per trattare erbe aromatiche e spezie.

Conservazione con radiazioni ionizzanti