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Marco Bramanti Carlo D. Pagani Sandro Salsa Analisi matematica 1 Bramanti

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Marco Bramanti Carlo D. Pagani Sandro Salsa

Analisi matematica 1A

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PaganiS

alsa

Marco Bramanti Carlo D. Pagani Sandro Salsa

Analisi matematica 1Gli autoriMarco Bramanti è professore associato di Analisi matematica presso il Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano. I suoi interessi di ricerca vertono sulle equazioni alle derivate parziali e sull’analisi reale, in particolare sulla teoria degli integrali singolari.Carlo Domenico Pagani è professore ordinario di Analisi matematica pressoil Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano. Ha svolto attività didatticae di ricerca presso l’Università della California (Berkeley), l’Accademia delle Scienze (Russia), l’Accademia Sinica (Cina), il Tata Institute for Fundamental Research (India).Si interessa principalmente di equazioni alle derivate parziali e di problemi inversi. Sandro Salsa è professore ordinario di Analisi matematica presso il Dipartimentodi Matematica del Politecnico di Milano. Ha svolto attività di ricerca presso l’Università del Minnesota (Minneapolis), il Courant Institute (New York), l’Institute for Advanced Study (Princeton) e l’Università del Texas (Austin). Si occupa principalmentedi equazioni a derivate parziali e problemi di frontiera libera. Insieme sono autori anche di Matematica – calcolo infinitesimale e algebra lineare (Zanichelli, 2004).

L’operaAnalisi matematica di Bramanti, Pagani e Salsa è un corso per la formazione di base che riesce a conferire anche il giusto spazio all’approfondimento grazie ai rigorosi criteri didattici adottati:• Il minimo di astrazione necessaria viene inserita per raggiungere l’obiettivo di conoscere, comprendere e saper utilizzare i contenuti fondamentali dell’analisi matematica.• Equilibrio tra sinteticità e chiarezza: la giustificazione del risultato, quando non richieda un apparato formale troppo pesante, rende più consapevoli dei nessi logici.• Motivazione: ogni nuovo concetto è introdotto attraverso esempi tratti dalle applicazioni più comuni e la teoria è accompagnata costantemente con riferimenti a problemi tratti da altre scienze, evidenziando il ruolo dello strumento matematico nella modellizzazione. • Nessuna separazione tra “teoria” e “pratica”: esempi, esercizi e applicazioni sono costantemente alternati alla presentazione teorica. • Modularità: si è mantenuta la massima indipendenza possibile tra gli argomenti trattati, compatibilmente con la struttura logica del discorso matematico.

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Marco Bramanti Carlo D. Pagani Sandro Salsa

Analisi matematica 1

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Indice

Prefazione vii

1 Numeri 11 Insiemi e logica 1

1.1 Concetti di base sugli insiemi 11.2 Un po’ di logica elementare 9

2 Sommatorie e coefficienti binomiali 132.1 Il simbolo di sommatoria 132.2 Fattoriale di n 152.3 Coefficienti binomiali e formula di Newton 16

3 Campi ordinati 184 Numeri reali. Estremo superiore e assioma di continuita 20

4.1 Inadeguatezza dell’insieme dei razionali per misurare le lunghezze 204.2 Estremo superiore e assioma di continuita 214.3 Valore assoluto. Disuguaglianza triangolare 234.4 Intervalli 24

5 Radicali, potenze, logaritmi 255.1 Radici n-esime aritmetiche 255.2 Potenze a esponente reale 265.3 Logaritmi 275.4 Approssimazioni 28

6 Insiemi infiniti 287 Il principio di induzione 328 Numeri complessi 35

8.1 Definizione di C e struttura di campo 358.2 Coniugato e modulo 378.3 Forma trigonometrica 408.4 Radici n-esime 43

2 Funzioni di una variabile 491 Il concetto di funzione 492 Funzioni reali di variabile reale 52

2.1 Generalita 522.2 Funzioni limitate 532.3 Funzioni simmetriche 542.4 Funzioni monotone 55

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iv Indice c© 978-88-08-06485-1

2.5 Funzioni periodiche 553 Funzioni elementari 56

3.1 Funzioni potenza 563.2 Funzioni esponenziali e logaritmiche 613.3 Funzioni trigonometriche 633.4 Fenomeni vibratori 643.5 Funzioni parte intera e mantissa 683.6 Funzioni iperboliche 693.7 Operazioni sui grafici 703.8 Funzioni definite a tratti 74

4 Funzioni composte e inverse 754.1 Funzioni composte 754.2 Funzioni invertibili; funzioni inverse 774.3 Le funzioni trigonometriche inverse 804.4 Le funzioni iperboliche inverse 82

3 Limiti e continuita 871 Successioni 87

1.1 Definizione di successione. Definizione di limite 871.2 Successioni monotone 931.3 Il calcolo dei limiti 961.4 Il numero e 1011.5 Confronti e stime asintotiche 103

2 Limiti di funzioni, continuita, asintoti 1103 Il calcolo dei limiti 121

3.1 Proprieta fondamentali di limiti e continuita 1213.2 Limiti notevoli 1283.3 Confronti e stime asintotiche 1303.4 Stime asintotiche e grafici 132

4 Proprieta globali delle funzioni continue o monotone su un intervallo 1364.1 Funzioni continue su un intervallo 1364.2 Funzioni monotone su un intervallo 1414.3 Continuita e invertibilita 143

4 Calcolo differenziale per funzioni di una variabile 1471 Introduzione al calcolo differenziale 1472 Derivata di una funzione 150

2.1 Derivata e retta tangente 1502.2 Altre interpretazioni della derivata 1532.3 Derivate di funzioni elementari 1542.4 Punti angolosi, cuspidi, flessi a tangente verticale 157

3 Regole di calcolo delle derivate 1603.1 Algebra delle derivate 1613.2 Derivata di una funzione composta 1623.3 Derivata di funzione inversa 167

4 Il teorema del valor medio e le sue conseguenze 1714.1 Punti stazionari. Massimi e minimi locali 171

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c© 978-88-08-06485-1 Indice v

4.2 Teorema del valor medio. Test di monotonia 1744.3 Soluzione di alcuni problemi di massimo e minimo 1814.4 Il teorema di de l’Hospital 1874.5 Limite della derivata e derivabilita 190

5 Derivata seconda 1955.1 Significato geometrico della derivata seconda 1955.2 Derivata seconda, concavita e convessita 196

6 Studio del grafico di una funzione 2027 Calcolo differenziale e approssimazioni 208

7.1 Differenziale e approssimazione lineare. Il simbolo di “o piccolo”2087.2 Limiti notevoli e sviluppi 2127.3 Formula di Taylor-MacLaurin con resto secondo Peano 2137.4 Formula di Taylor-MacLaurin con resto secondo Lagrange 2187.5 Risoluzione approssimata di equazioni: il metodo di Newton 221

5 Serie 2291 Serie numeriche 229

1.1 Definizione e primi esempi 2291.2 Serie a termini non negativi 2331.3 Serie a termini di segno variabile 239

2 Serie di Taylor. Esponenziale complesso 2452.1 Serie di Taylor delle trascendenti elementari 2452.2 Serie nel campo complesso. Esponenziale complesso 249

6 Calcolo integrale per funzioni di una variabile 2571 Introduzione al calcolo integrale 2572 L’integrale come limite di somme 258

2.1 La definizione di integrale 2582.2 Classi di funzioni integrabili 262

3 Proprieta dell’integrale 2634 Il teorema fondamentale del calcolo integrale 2665 Calcolo di integrali indefiniti e definiti 268

5.1 Integrali immediati, per scomposizione, per sostituzione 2685.2 Integrazione delle funzioni razionali 2735.3 Integrazione per parti 2775.4 Integrazione delle funzioni trigonometriche 2815.5 Integrazione delle funzioni irrazionali 2855.6 Integrazione di funzioni discontinue 287

6 Alcune applicazioni fisiche e geometriche 2897 Calcolo numerico approssimato di un integrale 2948 Integrali generalizzati 296

8.1 Integrazione di funzioni non limitate 2968.2 Criteri di integrabilita al finito 2978.3 Integrazione su intervalli illimitati 3008.4 Criteri di integrabilita all’infinito 303

9 Funzioni integrali 30510 Convoluzione e sistemi fisici lineari 310

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vi Indice c© 978-88-08-06485-1

11 Teorema di Bolzano-Weierstrass, continuita uniformee integrabilita delle funzioni continue 314

11.1 Alcuni risultati fondamentali per le successioni di numeri reali 31411.2 Continuita uniforme 31611.3 Integrabilita delle funzioni continue 318

7 Modelli dinamici discreti 3231 Introduzione alla modellistica 323

1.1 Modello di Malthus 3241.2 Modello logistico 3261.3 Modello dell’acceleratore 327

2 Generalita sulle equazioni alle differenze 3283 Equazioni lineari del prim’ordine a coefficienti costanti 3294 Equazioni autonome non lineari 333

4.1 Orbite, diagrammi a gradino e punti fissi o d’equilibrio 3334.2 Punti fissi e stabilita 3354.3 Stabilita per linearizzazione 3374.4 Orbite periodiche e stabilita 3404.5 Esistenza di orbite periodiche 3424.6 Comportamento caotico 3434.7 Equazione logistica discreta 344

5 Equazioni lineari a coefficienti costanti del second’ordine 3515.1 Equazioni omogenee 3515.2 I numeri di Fibonacci 3545.3 Equazioni non omogenee 3565.4 Stabilita 358

A Formule utili 3611 Costanti matematiche 3612 Funzioni trigonometriche 3613 Funzioni iperboliche 3644 Derivate elementari 3655 Regole di derivazione 3656 Sviluppi di Mac Laurin delle principali funzioni 3667 Tabella di primitive 367

B Grafici 369

Indice analitico 377

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Prefazione

Negli ultimi otto anni i corsi universitari di matematica hanno subıto notevoli cam-biamenti: il “nuovo ordinamento” degli studi universitari, basato sul modello di unalaurea triennale seguita da un biennio specialistico, ha profondamente mutato le esi-genze e le caratteristiche dell’insegnamento della matematica “di base”. Ad una primafase caratterizzata da una drastica riduzione nei contenuti, e contemporaneo muta-mento nel taglio di questi insegnamenti, improntati ad uno stile piu pragmatico emeno astratto, si sono succeduti via via vari aggiustamenti, che hanno cercato di te-ner conto sia dell’esperienza didattica che delle esigenze proprie dell’insegnamento diuna disciplina con caratteristiche sue proprie, com’e la matematica. Ora siamo ad unnuovo punto di mutamento: l’universita torna a sottolineare maggiormente la forma-zione di base, che era stata in parte sacrificata nella frammentazione di mille corsibrevi o compositi. L’esperienza del nostro testo “Matematica”, scritto otto anni faper venire incontro alle mutate esigenze didattiche, e rivisto dopo quattro anni, cispinge quindi oggi ad un nuovo impegno, nella speranza di offrire dei testi universitaridi matematica che possano essere pienamente utili a studenti e docenti.

La prima scelta, naturale per quanto detto sopra, e stata: a ciascun corso il suolibro di testo. Ecco quindi questa “Analisi 1”, che sara seguita a breve da una “Analisi2”, e affiancata da una “Geometria e Algebra”, che sara scritta da altri ma coordinatacon questi nostri testi: questo allo scopo di poter dare ad ogni corso il giusto spazio diapprofondimento, senza cadere nelle eccessive sintesi, ma nemmeno nella tentazionedel “trattato” che rimane poi chiuso su uno scaffale. Il nostro volume unico “Ma-tematica” continuera ad esistere, almeno per il momento, e potra essere utile nellesituazioni in cui rimangano corsi piuttosto compressi.

I contenuti di questo testo di Analisi 1 sono quelli fondamentali di un corso di Ana-lisi Matematica per funzioni di una variabile, ed un’occhiata all’indice sara sufficientead illustrarli. Merita un discorso a parte solo l’ultimo capitolo, “Modelli dinamici di-screti”, che presenta un argomento meno tradizionale con il quale si intende aprireper lo studente una finestra verso la modellistica, con la speranza di stimolarne lacuriosita verso gli sviluppi successivi dell’Analisi e delle sue applicazioni. La contro-parte continua dei modelli dinamici, ossia le equazioni differenziali, sono state invececollocate nel secondo volume.

Pur nel maggiore approfondimento, i criteri didattici generali che ci ispirano inquesto testo sono gli stessi che ci hanno guidato fin qui:

1. Anzitutto, introdurre il minimo di astrazione necessaria per raggiungere l’o-biettivo di conoscere, comprendere e saper utilizzare i contenuti di base dell’AnalisiMatematica, con particolare riguardo agli aspetti effettivamente utilizzati negli altricorsi della laurea triennale.

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viii Prefazione c© 978-88-08-06485-1

2. Mantenere un equilibrio tra sinteticita e chiarezza: “Things should be made assimple as possible, but not any simpler”1 (Einstein). L’eccessiva brevita oscura le idee.La giustificazione del risultato, la dimostrazione, quando non richieda un apparatoformale troppo pesante, e quindi non sia incompatibile con la sinteticita, rende piuconsapevoli dei nessi e percio aiuta a comprendere.

3. Motivazione. In uno studio impegnativo come quello della matematica, la moti-vazione gioca un ruolo fondamentale. D’altro canto, lo studente che affronta un corsodi matematica di base, di solito sta iniziando lo studio di una disciplina tecnico-scientifica, che costituisce il suo interesse principale. Percio si e cercato di presentareogni nuovo concetto attraverso esempi tratti dalle applicazioni piu comuni e di svilup-pare la teoria accompagnandola costantemente con riferimenti a problemi tratti dallevarie scienze, evidenziando ove possibile il ruolo dello strumento matematico nellamodellizzazione scientifica.

4. Nessuna separazione tra “teoria” e “pratica”. Non esiste sapere senza saperfare, e viceversa. Esempi, esercizi e applicazioni sono costantemente alternati allapresentazione teorica.

5. Modularita. I corsi di matematica di base sono variamente organizzati nei varicorsi di studio e nelle varie sedi. Inevitabilmente ogni docente dovra scegliere qualiparti del testo svolgere e quali no, nei propri corsi. Si e cercato di mantenere lamassima modularita e indipendenza possibile, compatibilmente con la struttura logicadel discorso matematico. In ogni capitolo la materia e stata organizzata raggruppandoi concetti irrinunciabili in alcuni paragrafi. Tutto questo dovrebbe rendere agevole peril docente, e quindi per lo studente, un utilizzo parziale del libro.

In particolare, di quasi tutti i teoremi del calcolo differenziale e integrale in unavariabile qui presentati e stata fornita una dimostrazione, ottenuta con un percorsologico che renda il piu contenuto possibile l’investimento iniziale di tipo fondazio-nale, ridotto sostanzialmente al solo teorema di esistenza del limite per successionimonotone. Alla fine del capitolo sul calcolo integrale e stata inserita una sezione che,avendo come punto d’arrivo la dimostrazione dell’integrabilita delle funzioni continue,presenta sinteticamente i principali temi e risultati fondazionali tradizionali: teoremadi Bolzano-Weierstrass, completezza di R, teorema di Heine-Cantor. Svolgendo anchequesta sezione si ha un quadro ragionevolmente completo dei fondamenti dell’Ana-lisi Matematica di base, mentre omettendolo non e compromessa in alcun modo lacomprensione delle restanti parti del testo.

Desideriamo anche in questa occasione ringraziare tutti i nostri colleghi e studentiche nell’arco di questi anni, con i loro suggerimenti, osservazioni e critiche, ci hannostimolato a cercare di migliorare continuamente i nostri testi.

Giugno 2008 Gli Autori

1Le cose andrebbero rese il piu semplice possibile, ma non troppo semplici.

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3 Limiti e continuita

In questo corso ci occuperemo prevalentemente del calcolo infinitesimale, disciplinamatematica che affonda le sue radici nella Grecia del III secolo a.C. (Euclide, Archi-mede), ha un grande sviluppo a partire dal Seicento, parallelamente al nascere dellascienza moderna, in particolare ad opera di Newton e Leibniz, tra il 1670 e il 1710 cir-ca; viene quindi sottoposta a revisione critica e fondata rigorosamente nell’Ottocento,prima da Cauchy, nel 18211, poi da Weierstrass e da vari altri matematici (Heine,Cantor, Meray,. . . ) intorno al 1870. Le idee e le tecniche di calcolo proprie di que-sta disciplina fanno oggi parte del bagaglio essenziale con cui scienza e tecnologia siesprimono e procedono.

Il fondamento concettuale del calcolo infinitesimale sta nella nozione di limite(D’Alembert 1765, Cauchy 1821), che quindi puo a buon diritto considerarsi unapietra miliare nella storia del pensiero scientifico. Noi introdurremo questo concet-to gradualmente, prima nel caso discreto (par. 1) e poi in quello continuo, in cuistoricamente e nato (par. 2).

Nel contesto discreto, il limite si puo vedere come un’operazione che, a differenzadelle operazioni algebriche elementari (somma, prodotto), viene eseguita non su unacoppia di numeri ma su una successione di infiniti numeri. Per prima cosa introdur-remo quindi il concetto di successione. Questo argomento, oltre a servirci immedia-tamente per introdurre il concetto di limite di funzione, sara ripreso nel capitolo 5parlando di serie numeriche, e nel capitolo 7 discutendo i modelli dinamici discreti.

1 SUCCESSIONI

1.1 Definizione di successione. Definizione di limite

Consideriamo l’insieme N degli interi non negativi ordinato secondo l’ordine naturale

N : 0, 1, 2, 3, . . . , n, . . .

1Corso di Analisi per l’Ecole Polytechnique di Parigi.

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88 Capitolo 3. Limiti e continuita c© 978-88-08-06485-1

Questo e l’esempio canonico di successione. Stabiliamo ora una legge che associa, aogni elemento di N (o da un certo intero in poi) un numero (reale):

n �−→ an

Chiameremo successione una tale corrispondenza.Una successione puo dunque vedersi come una funzione

f : N → R

f : n �→ an

(o eventualmente, f : {n ∈ N : n ≥ n0} → R, per un certo n0 fissato). Il fatto cheil dominio della funzione f sia l’insieme dei naturali, rende possibile visualizzare lasuccessione enumerando i suoi valori, nell’ordine in cui essi si succedono al cresceredi n:2

a0, a1, a2, . . . , an, . . .

Esempio

1.1 n ≥ 0 n �−→ n2 0, 1, 4, 9, 16, . . .

n ≥ 0 n �−→ (−1)n 1,−1, 1,−1, 1,−1, . . .

n ≥ 1 n �−→ 21/n 2,√

2,3√

2,4√

2, . . .

n ≥ 1 n �−→ 1

n1,

1

2,1

3,1

4, . . .

n ≥ 2 n �−→ n + 1

n − 13, 2,

5

3,6

4,7

5, . . .

n ≥ 0 n �−→ 4 4, 4, 4 . . . (successione costante)

Possiamo rappresentare graficamente questa corrispondenza con i punti del pianocartesiano di coordinate (n, an) (fig.3.1).Sottolineiamo che la successione e nota quando e nota la legge che, dato l’intero n,determina il numero an associato a quell’intero. Per indicare una successione useremoi simboli

n �−→ an oppure {an}precisando l’insieme in cui varia l’indice n (tutto N o da un certo intero in poi).

Una successione {an} si dira

limitata inferiormente se esiste un numero m tale che an ≥ m ∀n

limitata superiormente se esiste un numero M tale che an ≤ M ∀n

limitata se esistono due numeri m e M tali che m≤ an ≤M ∀n

2I puntini di sospensione. . . scritti nella formula seguente dopo an sono fondamentali: significanoche non stiamo considerando soltanto i primi n termini della successione (cioe un insieme finito dinumeri), ma l’intera successione di infiniti termini (in cui n gioca il ruolo di indice muto).

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c© 978-88-08-06485-1 1 Successioni 89

10 2 3

10

2 3 4 5 6

a) : n �−→ n2 b) : n �−→ (−1)n

Figura 3.1.

Per esempio, la successione{(−1)n

}e limitata; {n2} e limitata solo inferiormente; la

successione{(−2)n

}non e limitata (ne inferiormente, ne superiormente).

L’operazione che vogliamo definire (il limite) consente di rispondere in forma ri-gorosa alla domanda: come si comportano i numeri {an} quando n diventa semprepiu grande?

Cominciamo con l’introdurre un modo di dire molto utile.

Definizione 3.1 Diciamo che una successione {an} possiede (o acquista) definitiva-mente una certa proprieta se esiste un N ∈ N tale che an soddisfa quella proprietaper ogni intero n ≥ N .

Esempio

1.2 La successione {n − 10√

n} e definitivamente positiva; la successione{

1n

}(n =

1, 2, . . .) e definitivamente minore di 10−1010.

Successioni convergenti

Definizione 3.2 Una successione {an} si dice convergente se esiste un numero l ∈ Rcon questa proprieta: qualunque sia ε > 0 risulta definitivamente

(1.1) |an − l| < ε.

In altre parole: per ogni ε > 0 si puo trovare un intero N (che naturalmente dipenderain generale da questo ε) tale che

|an − l| < ε per ogni n ≥ N

Se la successione {an} e convergente, ad essa e associato percio il numero l. Si osserviche tale numero e unico, poiche, se ve ne fossero due, l1 e l2, associati alla medesi-

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90 Capitolo 3. Limiti e continuita c© 978-88-08-06485-1

ma successione, risulterebbe definitivamente (applicando la disuguaglianza triangolare(4.4), cap. 1)

|l1 − l2| = |l1 − an + an − l2| ≤ |l1 − an| + |an − l2| < 2ε

ma tale disuguaglianza, potendo noi scegliere ε come vogliamo, puo sussistere solo sel1 = l2.

Definizione 3.3 Il numero l che compare nella (1.1) si chiama limite della successione{an}, e si scrive

limn→+∞

an = l oppure an → l per n → +∞

(si legge, rispettivamente: il limite, per n tendente all’infinito, di an e l, oppure: an

tende a l per n tendente a infinito).

Si noti che la disuguaglianza (1.1) corrisponde, piu esplicitamente, alle seguentidue:

(1.2) l − ε < an < l + ε

Rappresentando graficamente i punti della successione

10 2 3

l – ε

l + εl

n4 5 6 7 8 109

an

Figura 3.2.

la condizione di convergenza significa che, fissata una striscia orizzontale [l − ε, l + ε]“comunque stretta”, da un certo indice in poi i punti della successione non escono piuda questa striscia (v. fig. 3.2). Da questa osservazione risulta chiaramente che: ognisuccessione convergente e limitata.

Esempi

1.3 Mostriamo che limn→∞

n + 1

n − 1= 1 (cosa che si puo facilmente sospettare osservando

l’andamento della successione). Delle due disuguaglianze

1 − ε <n + 1

n − 1< 1 + ε

quella di sinistra e sempre soddisfatta, mentre quella di destra e soddisfatta per

n >2 + ε

ε

Fissato ε > 0, bastera scegliere N = (2 + ε)/ε (o uguale al primo intero > (2 + ε)/ε) persoddisfare la condizione richiesta dalla definizione di limite.

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c© 978-88-08-06485-1 1 Successioni 91

1.4 Per mostrare che 21/n → 1 per n → ∞, si studiano le disuguaglianze

1 − ε < 21/n < 1 + ε

Quella di sinistra e sempre soddisfatta; quella di destra, prendendo il logaritmo (in base 2)di ambo i membri, si scrive

1

n< log2(1 + ε)

ed e soddisfatta se n > 1/ log2(1 + ε). Si sceglie percio N = . . .

Non risultano convergenti invece le prime due successioni dell’esempio 1.1. Esse sonopero molto diverse tra loro e conviene introdurre definizioni che ne mettano in risaltola differenza.

Successioni divergenti. Successioni irregolari

Definizione 3.4 Quando, al crescere di n, una successione supera definitivamentequalunque numero M > 0 fissato, diremo che diverge a +∞; se invece scende al disotto di −M ,diremo che diverge a −∞. (Il simbolo ∞ si legge “infinito”).

Diremo nei due casi, rispettivamente, che +∞ e −∞ sono i limiti della successionee scriveremo, rispettivamente,:

limn→+∞

an = +∞ oppure lim→+∞

an = −∞ .

Questi simboli, +∞ e −∞, non sono numeri. Se rappresentiamo i numeri reali sullaretta euclidea, ogni numero corrisponde a un punto e ogni punto a un numero. Coni simboli +∞ e −∞ conveniamo di indicare due “punti”, uno (+∞) sta alla destradi ogni punto di R e l’altro (−∞) alla sinistra; a questi due punti non corrispondepero alcun numero (in altre parole, non possiamo definire sui simboli +∞ e −∞ leoperazioni di somma e prodotto con le proprieta indicate in R1 e R2, anche se, comevedremo, potremo fare “parzialmente” queste operazioni).

L’insieme dei numeri reali R con l’aggiunta dei due elementi {+∞} e {−∞} saraindicato con R∗

R∗ = R ∪ {−∞} ∪ {+∞}Possiamo rappresentare “visivamente” l’insieme R∗ mettendo in corrispondenza biu-nivoca (fig. 3.3) i punti della retta con quelli di una semicirconferenza, proiettandoquesti ultimi dal centro C sulla retta R:Ai punti A e B non corrisponde su R alcun punto; diremo che {−∞} e il corrispondentedel punto A e {+∞} il corrispondente di B.

L’operazione di limite risulta completamente significativa se ambientata in R∗

invece che in R; cioe il limite di una successione puo essere un numero reale l op-pure +∞ oppure −∞; le successioni il cui limite e un numero reale si dicono con-vergenti, quelle il cui limite e +∞ oppure −∞ si dicono divergenti. La successionecanonica {n} degli interi naturali evidentemente diverge a +∞; cosı pure la succes-sione {2n}.

Infine osserviamo che ci sono successioni che non ricadono in nessuna delle cate-gorie precedenti, cioe non sono convergenti ne divergenti; per esempio la successione{(−1)n

}oppure

{(−2)n

}(si noti che la prima e limitata e la seconda no). Tali suc-

cessioni si diranno irregolari o indeterminate. Per esse l’operazione di limite non edefinita, ovvero il loro limite non esiste.

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92 Capitolo 3. Limiti e continuita c© 978-88-08-06485-1

A C B

Q

QP O

P

IR′ ′

+∞–∞ . . .. . .

Figura 3.3.

Insiemi non limitati

E comodo adottare la convenzione introdotta per i limiti anche per il sup e per l’inf,estendendo la definizione di queste quantita nel modo seguente:

Definizione 3.5 Se l’insieme E ⊆ R non e limitato superiormente (inferiormente)diremo che

supE = +∞ ( inf E = −∞).

In questo modo la proprieta R4 dei numeri reali puo essere enunciata cosı:

ogni insieme E ⊆ R non vuoto e dotato di estremo superiore e inferiore; supE(inf E) e un numero se E e limitato superiormente (inferiormente), altrimentie +∞ (−∞).

Infinitesimi e infiniti

Una successione an tendente a zero si dice infinitesima. Ad esempio, sono infinitesimele successioni { 1

n}, {1

n2 }, . . .Il concetto di infinitesimo gioca un ruolo centrale ed e fondamentale anche per

avere un’immagine intuitiva corretta ed efficace dei concetti del calcolo infinitesimale.Vedremo nel par. 2 che il concetto di infinitesimo nel continuo (cioe parlando difunzioni) sara perfettamente analogo. L’idea chiave a cui prestare attenzione e laseguente:

“infinitesimo” non e un “numero infinitamente piccolo” (concetto privo di senso,se non si vuole che denoti semplicemente il numero 0) ma una quantita variabile(successione o, come vedremo, funzione), che diviene indefinitamente piccola.

Analogamente, una successione an tendente a ±∞ si dice infinita. Ad esempio,{n2},

{n!} sono infiniti.

Talvolta e possibile precisare se una successione convergente si avvicina al suolimite per eccesso o per difetto. Questo concetto e precisato dalla prossima

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c© 978-88-08-06485-1 1 Successioni 107

Fissato ε > 0, definitivamente, ossia per ogni n ≥ n0 (con n0 opportuno) si haan+1

an< l + ε.

Scegliamo ε abbastanza piccolo perche si abbia l + ε < 1. Possiamo scrivere la catena didisuguaglianze:

an0+1 < (l + ε) an0 ;

an0+2 < (l + ε) an0+1 < (l + ε)2 an0

. . .

an0+k < (l + ε)k an0 .

Poiche (l + ε) < 1, si ha (l + ε)k → 0 per k → ∞. D’altro canto an0 e fissato; dunque perk abbastanza grande il secondo membro (e quindi il primo) e piccolo quanto si vuole, il chedimostra che an → 0.

Supponiamo ora chean+1

an→ l > 1. Fissato ε > 0, definitivamente si ha

an+1an

> l − ε.Scegliamo ε abbastanza piccolo perche si abbia l − ε > 1. Analogamente a prima, possiamoottenere la disuguaglianza:

an0+k > (l − ε)k an0

per un certo n0 fissato e qualsiasi k. Poiche (l − ε) > 1 e quindi (l − ε)k → +∞, si conclude

che an → +∞.

Esempi

1.15 Dimostriamo che

limn→∞

bn

n!= 0 per ogni b > 0.

Applichiamo il criterio del rapporto alla successione an = bn

n!. Si ha:

an+1

an=

bn+1

(n + 1)!· n!

bn=

b

n + 1→ 0.

Per il crietrio del rapporto allora, bn

n!→ 0. Abbiamo quindi ottenuto un nuovo caso nella

gerarchia degli infiniti.

1.16 Si provi a calcolare

limn→∞

log n

ncol criterio del rapporto, osservando che il metodo fallisce.

Ecco alcuni esempi di come si applicano tutte le osservazioni precedenti per risolverealcune forme di indeterminazione. Quando avremo studiato un certo numero di li-miti notevoli (par. 3.3) potremo risolvere mediante stime asintotiche situazioni piucomplesse di queste.

Esempi

1.17lim

n→+∞

2n3 + 4n + 1

5(n + 1)3=

[∞∞

]Considerando solo le potenze di grado massimo a numeratore e denominatore, possiamoscrivere:

2n3 + 4n + 1

5 (n + 1)3∼ 2n3

5n3=

2

5

e pertanto la successione tende a 2/5.

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108 Capitolo 3. Limiti e continuita c© 978-88-08-06485-1

1.18 limn→+∞

2n + n

2n+1=

[∞∞

].

2n e un infinito di ordine superiore rispetto ad n; possiamo scrivere quindi:

2n + n = 2n(1 +

n

2n

)∼ 2n

perche n2n → 0, e quindi

(1 + n

2n

)→ 1. Pertanto

2n + n

2n+1∼ 2n

2n+1=

1

2

e il limite e 12.

1.19 limn→+∞

n√

n =[∞0]

Scriviamon√

n = n1/n = elog n1/n

= elog n

n .

Usando il confronto di infiniti, log nn

→ 0, e quindi si deduce

limn→+∞

n√

n = e0 = 1.

1.20 limn→∞

n!

nn=

[∞∞

].

Applicando il criterio del rapporto, consideriamo:

an+1

an=

(n + 1)!

(n + 1)n+1 · nn

n!=

(n + 1) nn

(n + 1)n · (n + 1)=

(n

n + 1

)n

=1(

1 + 1n

)n → 1

e< 1,

dove nell’ultimo passaggio si e usata la definizione di e; percio an → 0. Abbiamo quindiprovato che n! e un infinito di ordine inferiore rispetto a nn.

Esercizi.1 Dare esempi di “infiniti” di ordine inferiore a {log n} e di ordine superiore a {2n}..2 Provare chelog (n + 1) ∼ log n.3 Calcolare

limn→+∞

an+1

an

per le seguenti successioni:an = nn an = n! an = 2n an = n2.4 Dare una stima asintotica delle seguenti successioni, mediante una successione “piu

semplice”, e calcolare quindi il limite:

n3 + 2n2 + sin n

n + log n

n2 log n + n

log 3n

n! − (n − 1)!

n + (n − 2)!

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c© 978-88-08-06485-1 1 Successioni 109.5 Lo studente, utilizzando una normale calcolatrice tascabile o un PC, calcoli(1 +

1

n

)n

.

Trovera, per esempio

n (1 + 1/n)n

103 2.7169239104 2.7181459...

...1011 11012 1

Cerchi di spiegarne la ragione..6 Un altro esempio: il limite

limn→+∞

(√

n2 + 1 − n)n

si presenta sotto la forma di indecisione ∞−∞. Moltiplicando e dividendo l’espressione per√n2 + 1 + n tale limite prende la forma

limn→+∞

n√n2 + 1 + n

=1

2

Se si usa una calcolatrice per il calcolo del limite si ottiene (per esempio)

n (√

n2 + 1 − n)n n/(√

n2 + 1 + n)

102 0.4999875 0.4999875103 0.5 0.499999...

......

107 0 0.5108 0 0.5

Spiegare la ragione del diverso risultato..7 Calcolare i limiti, per n → +∞, delle successioni seguenti:

√n + 1 −

√n

√n2 + n − n (

√n4 + 1 − n2)n

log(n + 1) − log n( n

n + 1

)n (1 +

1

n2

)n (1 +

1

n7

)n9

COMPLEMENTI

1 Dimostrare il teorema sul limite del quoziente: se an → a, bn → b, allora anbn

→ ab

purche bn, b �= 0.

(Suggerimento: per maggiorare∣∣∣ an

bn− a

b

∣∣∣ fare denominatore comune; ora il numeratore si

maggiora in modo simile a quello visto nella dimostrazione del teorema sul limite del prodotto;per il denominatore occorre invece dimostrare che, ad esempio, |bn| ≥ |b| /2 definitivamente,e poi. . . )

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110 Capitolo 3. Limiti e continuita c© 978-88-08-06485-1

2 Dimostrare le relazioni che abbiamo chiamato “aritmetizzazione parziale di infinito”,nei casi che non sono stati dimostrati.

3 Dimostrare che i valori assunti dalla successione sin n sono tutti diversi tra loro, ossiache n, m ∈ N, n �= m implica sin n �= sin m.

4 Provare che

limn→+∞

(1 − 1

n

)−n

= e

(Suggerimento:(1 − 1

n

)−n=

(n

n−1

)n

= . . .; ricondursi al limite che definisce e).

5 Provare il Teorema 3.9 enunciato nel par. 1.4, ad esempio nel caso an → +∞.Suggerimento: detta [an] la parte intera di an, provare anzitutto le disuguaglianze:(

1 +1

[an] + 1

)[an]

≤(

1 +1

an

)an

≤(

1 +1

[an]

)[an]+1

.

Quindi sfruttando opportunamente il fatto che [an] e intero, ricondursi al limite gia noto di(1 + 1

n

)n.

6 Dimostrare la proprieta 3 del simbolo di ∼ enunciata nel paragrafo 1.5 (Proposizio-ne 3.1), usando la definizione di “asintotico” e di limite.

7 Si faccia un esempio di due successioni an, bn tendenti a +∞, per cui si ha:

an ∼ bn ma ean non asintotico a ebn .

Dunque il simbolo di asintotico non si puo usare con gli esponenziali come si userebbe neiprodotti o quozienti.

(Suggerimento: scegliere come an la somma di due infiniti di tipo diverso).

2 LIMITI DI FUNZIONI, CONTINUITA, ASINTOTI

L’operazione di limite si puo estendere dalle successioni alle funzioni. Potremo cosı precisareil comportamento di una funzione quando la variabile indipendente si muove vicino a undeterminato punto oppure diventa molto grande (in valore assoluto).

In questo paragrafo introdurremo i concetti fondamentali riguardanti i limiti e la con-tinuita di funzioni; nel prossimo paragrafo 3 svilupperemo i teoremi e gli strumenti chepermetteranno il calcolo effettivo dei limiti; infine, nel paragrafo 4 approfondiremo lo studiodelle proprieta delle funzioni continue, incontrando alcuni dei piu significativi teoremi dell’a-nalisi delle funzioni di una variabile. Nei capitoli successivi, mediante l’operazione di limiteintrodurremo i concetti di derivata, di differenziale e di integrale per una funzione reale divariabile reale.

Consideriamo come caso tipico un intervallo I, un punto c ∈ I e una funzione f a valori reali,definita in I, salvo al piu nel punto c. L’intervallo I puo essere limitato o illimitato, chiuso oaperto; il punto c puo essere interno all’intervallo oppure uno dei suoi estremi (eventualmente+∞ o −∞).Prendiamo ora una qualunque successione di punti xn (n = 1, 2, . . .), nell’intervallo I e diversida c, che tenda a c, per n → +∞.

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A Formule utili

1 COSTANTI MATEMATICHE

e 2.7182818285. . .

π 3.1415926536. . .

log10 2 0.3010299957. . .

log10 e 0.4342944819. . .

log10 π 0.4971498727. . .

loge 2 0.6931471806. . .

loge π 1.1447298858. . .

loge 10 2.3025850930. . .√

2 1.4142135624. . .√

e 1.6487212707. . .√

3 1.7320508076. . .√

π 1.7724538509. . .√

5 2.2360679775. . .√

10 3.1622776602. . .

1◦ 0.0174532925. . . radianti

1 radiante 57◦17′44′′.806. . .

2 FUNZIONI TRIGONOMETRICHE

sin x cos x tg x =sin x

cos xcotg x =

cos x

sin x

(sin x)2 + (cos x)2 = 1

Bramanti.pdf 27-06-2008 16:42:12 - 367 - ( )

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362 Appendice A. Formule utili c© 978-88-08-06485-1

Angoli notevoli

x cos x sin x tg x cotg x

0 1 0 0 ±∞

π

10= 18◦

14

√10 + 2

√5

√5− 14

√5− 2

√5

5

√5 + 2

√5

π

6= 30◦

√3

212

√3

3√

3

π

5= 36◦

√5 + 14

14

√10− 2

√5

√5− 2

√5

√5 + 2

√5

5

π

4= 45◦

√2

2

√2

21 1

10= 54◦

14

√10− 2

√5

√5 + 14

√5 + 2

√5

5

√5− 2

√5

π

3= 60◦

12

√3

2√

3√

33

5= 72◦

√5− 14

14

√10 + 2

√5

√5 + 2

√5

√5− 2

√5

2= 90◦ 0 1 ±∞ 0

Simmetrie, archi complementari e supplementari

sin (−x) = − sin x cos (−x) = cosx tg (−x) = − tg x

sin(π

2± x

)= cos x cos

2± x

)= ∓ sin x tg

2± x

)= ∓ cotg x

sin (π ± x) = ∓ sinx cos (π ± x) = − cos x tg (π ± x) = ± tg x

Formule di addizione

sin(x± y) = sinx cos y ± cos x sin y

cos(x± y) = cos x cos y ∓ sinx sin y

tg(x ± y) =tg x± tg y

1∓ tg x tg y

Bramanti.pdf 27-06-2008 16:42:12 - 368 - ( )

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B Grafici

–2–4 0 2 4–4

–3

–2

–1

0

1

2

3

41

f(x) = H(x): gradino di Heaviside

–2–4 0 2 4–4

–3

–2

–1

0

1

2

3

42

f(x) = sgn(x): segno di x

–2–4 0 2 4–2

–1

0

1

2

3

4

5

63

f(x) = x

–2–4 0 2 4–2

–1

0

1

2

3

4

5

64

f(x) = x+ = max {0,x}

Bramanti.pdf 27-06-2008 16:42:13 - 375 - ( )

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370 Appendice B. Grafici c© 978-88-08-06485-1

–2–6 –4 0 2 64–6

–4

–2

–0.0

2

4

65

f(x) = [x ]

–2–6 –4 0 2 64

8

–4

–2

–0.0

2

4

6

6

f(x) = (x ) = x – [x ] = mantissa di x

–2–4 0 2 4–4

–3

–2

–1

–0.0

1

1

1

2

2 10 10 3

3

1/3

1/3

1/2

1/10

2

3

47

f(x) = xk

k razionale > 0

–2–4 0 2 4–4

–3

–2

–1

–0.0

1

2

13

3

48

f(x) = xk

k razionale < 013

12

1 22 3

3 1

0 1–1 2 3 4

–0.5

–1

0

0.5

1

α = 1

α < 1

α > 1

1.5

2

3

2.5

3.5

49

f(x) = xα

x > 0, α > 0

–2–4 0 2 4–2

–1.5

–1

–0.5

0

0.5

1

1.5

210

f(x) = 1/(1+x2)

Bramanti.pdf 27-06-2008 16:42:13 - 376 - ( )

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Marco Bramanti Carlo D. Pagani Sandro Salsa

Analisi matematica 1

Analisi m

atematica 1

Bram

anti PaganiS

alsa

Marco Bramanti Carlo D. Pagani Sandro Salsa

Analisi matematica 1Gli autoriMarco Bramanti è professore associato di Analisi matematica presso il Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano. I suoi interessi di ricerca vertono sulle equazioni alle derivate parziali e sull’analisi reale, in particolare sulla teoria degli integrali singolari.Carlo Domenico Pagani è professore ordinario di Analisi matematica pressoil Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano. Ha svolto attività didatticae di ricerca presso l’Università della California (Berkeley), l’Accademia delle Scienze (Russia), l’Accademia Sinica (Cina), il Tata Institute for Fundamental Research (India).Si interessa principalmente di equazioni alle derivate parziali e di problemi inversi. Sandro Salsa è professore ordinario di Analisi matematica presso il Dipartimentodi Matematica del Politecnico di Milano. Ha svolto attività di ricerca presso l’Università del Minnesota (Minneapolis), il Courant Institute (New York), l’Institute for Advanced Study (Princeton) e l’Università del Texas (Austin). Si occupa principalmentedi equazioni a derivate parziali e problemi di frontiera libera. Insieme sono autori anche di Matematica – calcolo infinitesimale e algebra lineare (Zanichelli, 2004).

L’operaAnalisi matematica di Bramanti, Pagani e Salsa è un corso per la formazione di base che riesce a conferire anche il giusto spazio all’approfondimento grazie ai rigorosi criteri didattici adottati:• Il minimo di astrazione necessaria viene inserita per raggiungere l’obiettivo di conoscere, comprendere e saper utilizzare i contenuti fondamentali dell’analisi matematica.• Equilibrio tra sinteticità e chiarezza: la giustificazione del risultato, quando non richieda un apparato formale troppo pesante, rende più consapevoli dei nessi logici.• Motivazione: ogni nuovo concetto è introdotto attraverso esempi tratti dalle applicazioni più comuni e la teoria è accompagnata costantemente con riferimenti a problemi tratti da altre scienze, evidenziando il ruolo dello strumento matematico nella modellizzazione. • Nessuna separazione tra “teoria” e “pratica”: esempi, esercizi e applicazioni sono costantemente alternati alla presentazione teorica. • Modularità: si è mantenuta la massima indipendenza possibile tra gli argomenti trattati, compatibilmente con la struttura logica del discorso matematico.

Al pubblico 35,20

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CELOTTO*COSTITUZIONE ITAL ANNOT 5EDK

ISBN 978-88-08-06381-6

9 788808 0638169 0 1 2 3 4 5 6 7 (52A)

BRAMANTI"PAGANI"SALSA*ANALISI MAT

9 788808 0648516 7 (60B)

DEGIULI ET AL*MATEMATICA ECON FIN

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9 788808 0638549 0 1 2 3 4 5 6 7 (60B)

ISBN 978-88-08-06485-1