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La lunga strada di sabbia L’Italia adriatica nel reportage di Pasolini nella nuova edizione Guanda Santa Maria di Leuca , «a destra lo Ionio, tremendo, nemico, [...], a sini- stra il caro, dolce, domestico Adriati- co». E Rodi Garganico, raggiunto do- po, dalla «piccola spiaggia deserta». Ma è il Salento, «sperduto» e «severo come una landa settentrionale, coi suoi paesi greci in sciopero secolare». Un paesaggio ancora ar- caico, sospeso nel tempo profon- Sommario Un’estate adriatica 1 La lunga strada di sabbia 1-3 Le fortificazioni veneziane patrimonio Unesco 4 2018 Anno europeo del patrimonio culturale 5 Il mercante raguseo e Caravaggio 6 Turismo e viaggi «4.0» 7 Mostre e itinerari d’estate. Carta Adriatica consiglia 8-9 Rassegna Stampa 10-11 La nostra Associazione I nostri progetti Iscrivetevi a Carta Adriatica 12-13 www.cartaadriatica.it Carta Adriatica Associazione Culturale Via Ludovisi, 35 - 00187 Roma Tel. + 39 339 2334609 Fax +39 06 4203 7373 info@ cartaadriatica.it Cod. fisc. 97873610584 Numero 8-9 Agosto - Settembre 2017 P.Marchesi, Arrivo del piroscafo Istria-Fasana”, ante 1915 Un’estate adriatica Prima di salpare per la pausa estiva (che per noi sarà di la- voro, ma ne siamo ben lieti) vogliamo augurare una felice Estate ai nostri Lettori con il nostro Magazine dalla nuova veste grafica, più versatile e piacevole alla lettura. Confi- diamo che possa piacere an- che ai nostri Lettori! Riprendiamo dal numero di Luglio il percorso di P. P. Paso- lini nell’Italia del 1959, limi- tandoci alle sue tappe sul ver- sante adriatico. Abbiamo ini- ziato con Taranto, sullo Ionio il mare che allo scrittore suggerì un confronto con l’Adriatico – e proseguiamo con il Gargano via via risa- lendo sin verso il confine d’Italia, a Trieste. Un reportage acuto, il suo, che colse l’imminent e, epo- cale trasformazione socia- le, culturale ed economica del nostro Paese a partire dagli anni Sessanta, non sempre un “modello” posi- tivo quanto a rispetto dell’ambiente e dell’identi- tà storica dei luoghi. Segue dal numero 7, Luglio 2017 do e immutato dei «suoi paesi greci» la cui sola evocazione riporta il ricordo delle antiche relazioni con la cultura bizantina, delle migrazioni dall’una all’altra sponda di popola- zioni in fuga. Ancora «sperduto», il Salento di quel 1959, come il Garga- no, di «severe, deserte montagne». Segue alle pagg. 2 e 3

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La lunga strada di sabbia L’Italia adriatica nel reportage di Pasolini

nella nuova edizione Guanda

Santa Maria di Leuca, «a destra lo Ionio, tremendo, nemico, [...], a sini-stra il caro, dolce, domestico Adriati-co». E Rodi Garganico, raggiunto do-po, dalla «piccola spiaggia deserta». Ma è il Salento, «sperduto» e «severo come una landa settentrionale, coi

suoi paesi greci in sciopero secolare». Un paesaggio ancora ar-caico, sospeso nel tempo profon-

Sommario

Un’estate adriatica 1

La lunga strada

di sabbia

1-3

Le fortificazioni

veneziane

patrimonio Unesco

4

2018 Anno europeo del

patrimonio culturale

5

Il mercante raguseo e Caravaggio

6

Turismo e viaggi «4.0» 7

Mostre e itinerari

d’estate. Carta Adriatica

consiglia

8-9

Rassegna Stampa 10-11

La nostra Associazione I nostri progetti Iscrivetevi a Carta Adriatica

12-13

www.cartaadriatica.it

Carta Adriatica Associazione Culturale Via Ludovisi, 35 - 00187 Roma

Tel. + 39 339 2334609 Fax +39 06 4203 7373 info@ cartaadriatica.it

Cod. fisc. 97873610584

Numero 8-9

Agosto - Settembre 2017

P.Marchesi, Arrivo del piroscafo “Istria-Fasana”, ante 1915

Un’estate adriatica

Prima di salpare per la pausa estiva (che per noi sarà di la-voro, ma ne siamo ben lieti) vogliamo augurare una felice Estate ai nostri Lettori con il nostro Magazine dalla nuova veste grafica, più versatile e piacevole alla lettura. Confi-diamo che possa piacere an-che ai nostri Lettori!

Riprendiamo dal numero di Luglio il percorso di P. P. Paso-lini nell’Italia del 1959, limi-tandoci alle sue tappe sul ver-sante adriatico. Abbiamo ini-ziato con Taranto, sullo Ionio

– il mare che allo scrittore suggerì un confronto con l’Adriatico – e proseguiamo con il Gargano via via risa-lendo sin verso il confine d’Italia, a Trieste.

Un reportage acuto, il suo, che colse l’imminente, epo-cale trasformazione socia-le, culturale ed economica del nostro Paese a partire dagli anni Sessanta, non sempre un “modello” posi-tivo quanto a rispetto dell’ambiente e dell’identi-tà storica dei luoghi.

Segue dal numero 7, Luglio 2017

do e immutato dei «suoi paesi greci» la cui sola evocazione riporta il ricordo delle antiche relazioni con la cultura bizantina, delle migrazioni dall’una all’altra sponda di popola-zioni in fuga. Ancora «sperduto», il Salento di quel 1959, come il Garga-no, di «severe, deserte montagne».

Segue alle pagg. 2 e 3

Aggirato il Molise, l’Abruzzo marittimo si apre con Pescara, o meglio con Francavilla, dove «cominciano le grandi spiagge adriatiche, una nuova civiltà balneare». Pasolini nota una «sproporzione, un salto im-provviso tra quello ch’è stata la “spiaggia” per tutto il meri-dione , e queste prime spiagge abruzzesi», Si intravvedono già l’atmosfera e lo slancio verso il mito dell’«estate italiana», a quel tempo ancora nel guado tra innocenza e compiacimen-to.

Numero 8-9 Agosto - Settembre 2017

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La lunga strada di sabbia

L’Italia adriatica nel reportage di Pasolini

nella nuova edizione Guanda

Pescara, un

dettaglio del

Lungomare

negli anni

Sessanta

A San Benedetto del Tron-to lo scrittore scopre «il grande arenile, equipaggiato di tutto punto, i bar con la terrazza», «un paese agiato, tutto di villini e pensioni e alberghi», già proiettato in-somma negli anni a venire.

Nelle Marche

Ma una «tra le città più belle d’Italia» gli si rivelò Ancona, dalla «nitida spiag-gia di sassi e scoglietti», «così distesa, così armonio-sa» e «un burrone sul mare, dove ferme, lontane, nemi-che, tremano le luci del por-to e della città». Con l’antico cimitero ebraico, abbando-nato, dai cippi divelti, mu-ta testimonianza di anti-che peregrinazioni, di vi-cendevoli corrispondenze.

Ancona, parziale veduta del porto, da cui partono i traghetti per la Dalmazia

La riviera romagnola

Dove le spiagge sono bilingui, là inizia la riviera romagnola, scriveva Pasolini già allora. Dallo «spiaggione di Cattoli-ca, [...] ipertrofico, da anni e anni di grande uso», a Riccione, a Porto Corsi-ni, «non riconosco più niente», appun-tava sul suo diario di viaggio: il pae-saggio urbano poteva ancora essere

simile ad un tempo, quando da ginna-siale vi veniva in vacanza, ma era già diversa e nuova l’umanità che ne aveva preso il posto: era iniziata la «nouvelle vague dei bagnanti e degli industriali».

Senigallia, parte della spiaggia e la «rodonda» in una cartolina di alcuni decenni addietro

Dal Delta del Po a Venezia

«Qui, intorno al delta del Po [...] tutto è impregnato d’acqua dolce, rafferma: le smisurate distese di prati, gli alti argini sui canali, le boscaglie corrose, le file dei pioppi». Un paesaggio fermo, umido e melanconico, lo descrive l’autore, ma sottilmente attraente, un’oasi inattesa di silenzi e di acque dopo gli incomben-ti eccessi delle riviere romagnole. E poi

Chioggia, «puro calco di una bellezza pura», infine l’arrivo a Venezia, dove legge il titolo di un quotidiano locale «il Lido è spacciato?», incredibile prefigura-zione dei disastri a venire, e non soltan-to al Lido, ma soprattutto nella città sto-rica, dei quali ai nostri giorni leggiamo quotidianamente. Con Pasolini un pitto-re amico, Giulio Turcato, lamentava il turismo di massa: ed era il 1959.

Da Venezia a Trieste

«Ora sono a casa mia, penso, l’arco dell’A-driatico da Venezia a Trieste» è il pensie-ro che consola Pasolini mentre si avvicina ai suoi luoghi. Tuttavia anche qui, tra le spiagge della Bassa, non riconosce più nulla: «le spiagge, sono le spiagge della Germania e dell’Austria». «Jesolo non esi-steva [...] adesso è [...] organizzata come una spiaggia americana».

Nonostante «il concerto assordante» dei nuovi turisti lo scrittore individua «qualcosa di [...] perdutamente dolce. [...] Il verde [...] di pioppi, di granoturco: e d’insalata, quell’insalatina vene-ta che tappezza tenerissima le prode ben rasa-te».

È la nostalgia di un tempo anteriore, non massi-ficato, ancora “naturale”, che Pasolini cercava nelle sue corrispondenze dall’Italia del ’59 men-tre registrava da sud a nord del Paese gli avvisi di una mutazione di costumi e antropologica. Il sogno dell’innocenza, se mai sia esistita, lo gui-dava attraverso le nuove mode di un «boom economico» agli albori ma già sfacciato e poten-zialmente volgare, come lo scrittore percepisce tornando a Caorle dopo soli nove anni.

Da Grado a Trieste, verso Muggia

Se Grado gli si conferma, con Aquileia, un

Nella prima immagine in

alto, due canali di Comacchio.

E, appena sotto,

una fotografia di Sottomarina

di Chioggia

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La lunga strada di sabbia

L’Italia adriatica nel reportage di Pasolini

nella nuova edizione Guanda

«luogo dell’anima», Trieste «con gli ulti-mi cantieri del porto» gli apparve preda della «bianca febbre domenicale» delle famiglie accorse sulle spiagge, fino al Lazzaretto, «l’ultima spiaggia italiana» dopo Muggia (qui sotto una rara cartoli-

na). L’aspetto dell’arenile di Lazzaretto non è dei migliori, ma lo sguardo è at-tratto dal vicino confine, oltre il quale «non si vede più un’anima». «Non c’è ferragosto in Jugoslavia? Non c’è estate?»

La 41.esima sessione dell’assem-blea UNESCO svoltasi a Cracovia

nel mese di luglio ha approvato

l’inserimento delle opere di difesa veneziane in Adriatico e sulla

terraferma nella prestigiosa lista

del Patrimonio dell’Umanità. Sal-gono quindi a 53 i siti italiani

iscritti, riportando così l’Italia al primo posto nella classifica.

Le opere di difesa veneziane, realizza-

te tra il XVI e il XVII secolo sono

situate in Italia, in Dalmazia (Croazia)

e Montenegro, ma comprendono

anche Bergamo, Peschiera del Garda

e Palmanova, ovvero i territori com-

presi nello «Stato da Terra» e nello

«Stato da mar» nella sua porzione

occidentale.

Per la Dalmazia sono state inserite

Zadar/Zara e Sibenik/Sebenico,

Kotor/Cattaro per il Montenegro.

Ne sono però rimasti esclusi l’Ar-senale di Venezia, il Forte di

Sant’Andrea e gli Ottagoni di Po-veglia e Alberoni nella sua Lagu-

na, in quanto i relativi dossier

presentati a suo tempo all’ICO-MOS, l’ente UNESCO cui spetta la prima istruttoria sulle richieste

provenienti dagli Stati, vi avrebbe

rinvenuto carenze significative

nella conservazione dei beni stori-

ci proposti.

Perché Venezia no

Potrà sembrare curioso, se non

quasi incomprensibile, che strut-

ture veneziane nel cuore di Vene-

zia non abbiano ottenuto il ricono-

scimento conferito invece ad altre,

«This unique and ancient enclave bears nowadays significant examples of the Venetian fortifications, important testimony of the interaction among peoples and, more in general, of the culture expressed by Venice in the world»

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Le fortificazioni veneziane patrimonio Unesco

Zara, Sebenico e Cattaro inserite tra i patrimoni dell’umanità

ma la severa valutazione degli enti

internazionali ha evidenziato il catti-

vo stato di conservazione di quelle

opere e il mancato rispetto dei para-

metri fissati. Alcuni dei siti poi non

sono fruibili, una condizione impre-

scindibile per un bene inserito nel

Patrimonio mondiale.

Il forte di Sant’Andrea, ad esempio, dirimpetto al Lido, risulta danneg-

giato dalle ondosità causate dalle

navi cargo (non bastando i condomi-

ni galleggianti delle navi da crociera

nel bacino di San Marco); degli

«Ottagoni» degli Alberoni e di Pove-

glia, entrambi chiusi al pubblico, il

primo è di proprietà privata mentre l’isola di Poveglia, che nel XVIII secolo fu

Lazzaretto, è in miserevole stato di

abbandono.

Venezia sotto esame

Bisogna anche ricordare che la città

lagunare è sotto esame dell’Unesco (al cui patrimonio è iscritta dal 1987) a causa delle innumerevoli

criticità evidenti nella gestione dei

flussi turistici e relativo degrado, non-

Qui a fianco

il Forte San Nicola nelle acque di Sebenico / Šibenik (XVI sec.) A destra, Cattaro /Kotor, uno scorcio delle imponenti fortificazioni veneziane

Zara, la Porta di Terraferma, edificata nel

1537 su progetto dell’architetto veneziano

L’isola di Poveglia nella Laguna veneziana

Si notino le vecchie impalcature per lavori mai compiuti

veloce arretramento cultu-rale di massa che promette pericolosamente di ridurre nei cittadini la cognizione dell’immenso valore della memoria storica e culturale non solo in sé, ma anche come legittimo volano di crescita collettiva.

Gli obiettivi Obiettivo del primo Anno europeo del Patrimonio è dunque di incoraggiare la condivisione e la valorizza-zione delle culture europee, intese quali risorse condivi-sibili, di sensibilizzare al-la storia e ai valori comuni e r a f f o r z a r e i l s e n s o di appartenenza ad un unico spazio continentale. E ancora, la condivisione di esperienze e di buone prati-che da parte di amministra-zioni nazionali, regionali e locali e di altri organismi attivi e la diffusione di infor-mazioni sul patrimonio cul-turale, anche mediante piat-taforme già esistenti, come Europeana .

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2018 Anno europeo del patrimonio culturale

«La cultura deve essere al cen-tro dell’elaborazione delle poli-tiche a livello europeo, naziona-le e cittadino. Sono necessarie politiche valide per promuovere la diversità culturale, tutelare il patrimonio culturale e consen-tire alle industrie culturali e creative di promuovere la cre-scita e la creazione di posti di lavoro».

Così il Commissario per l’i-struzione, la cultura e i giova-ni della Commissione Europea, l’ungherese Tibor Navracsics ha presentato a Milano, il 10 e 11 luglio scorsi, il «Forum Europeo della Cultura 2017» che avrà luogo nel prossimo dicembre nel capoluogo lom-bardo.

È la strada maestra per resti-tuire ai patrimoni culturali europei la loro straordinaria potenzialità in termini di svi-luppo civile, sociale ed econo-mico, un convincimento, que-sto, che Carta Adriatica ha inserito come filosofia nei suoi programmi sin dalla sua costi-tuzione: la memoria storica e culturale non sono mai fardel-li inutili in una società consa-pevole che il loro “uso”, cor-retto e appropriato, lungi dal

dover essere solo bassa spe-culazione economica, è es-senziale per formare cittadi-ni responsabili e istruiti in grado di concepire nuovi, rispettosi progetti utili alla crescita comune e, natural-mente, alla conoscenza e alla conservazione dei beni rice-vuti in eredità dalle civiltà del passato. In questa visione, ha aggiun-to Navracsics, «le città ita-liane, che per secoli hanno svolto un ruolo guida per la cultura e la creatività, occu-pano un posto di rilievo» in

questa visione, «creando le condizioni per la rivoluzione artistica e intellettuale che chiamiamo Rinascimento».

Lo spirito europeo

Un «nuovo Rinascimento» viene così invocato per rilan-ciare l’idea storica d’Europa, ovvero un comune sentire presso le comunità nazionali che ne fanno parte, proprio in una fase storica, quale la nostra, che vede indebolito se non a rischio il collante della convivenza a favore di illusorie, sterili chiusure localistiche e a fronte di un

Segovia Spag a

l’i po e te ac uedotto o a o I-II sec. d.C., pat i o io U esco dal 1 5

Ac uisg a a /Aache

Ge a ia, il Duo o del IX sec. Sito Unesco dal 1

Avig o e F a cia il Palazzo dei Papi, XIV secolo.

Vi ha o lavo ato aest a ze italia e

Protagonisti di quasi un romanzo, quel cardinale Niccolò (o Nicolò) Radulo-vich, nato nel 1627 a Poli-gnano, in Puglia, da origini ragusee per parte di padre ed ebraico-portoghesi per parte di madre, e il som-mo Caravaggio, per via di un suo dipinto commis-sionatogli, stando a prove documentali, proprio dal prelato raguseo.

Il padre di Niccolò, France-sco Radulovich, ricco mer-cante, si era trasferito ne-gli anni Ottanta del Cin-quecento a Napoli, dove risiedette fino alla morte, avvenuta nel 1608. Da testi-monianze scritte ed episto-lari si apprende delle sue ingenti possibilità finan-ziarie, derivategli dal pos-sesso di tre navi e al com-mercio di sale e di olio. Nel 1604 Radulovich pa-dre acquistò il feudo di Polignano, acquisendone il titolo di marchese.

Nell’Adriatico non v’erano confini dunque per mercan-ti, uomini d’affari e profes-sionisti, e dunque non stupi-sce la presenza di cittadini ragusei nel territorio del l’allora Regno di Napoli.

La committenza dalmata

Un «principe» della Chiesa, quel Niccolò Radulovich, dai lineamenti un po’ grossolani ma l’aria volpina, (si veda la stampa a sinistra) tant’è che la sua ascesa alle più am-bite funzioni nella gerarchia ecclesiastica furono coronate da successo: formatosi a Ro-ma, fu governatore di Rimini nel 1652, di Orvieto nel 1654 e arcivescovo di Chieti nel 1659. Fu creato cardinale nel 1699, ma soli due anni dopo venne a mancare, vittima forse anche di eccessi ali-mentari. In ogni caso, al cardinale raguseo sono attribuite due commissioni, una delle quali, appunto, a Caravaggio nell’ottobre

1606, per una Madonna con Bambino in braccio, cinta di un coro d’Angeli e Santi, nota come «Madonna del Rosario» per la somma di 200 duca-ti. E presumibilmente de-stinata alla Chiesa dei Padri domenicani di Ragusa di Dalmazia.

Mai giunto a Ragusa

Secondo gli studiosi, Niccolò Radulovich eb-be un ruolo di rilievo nella tessitura di rapporti tra artisti della Penisola italiana e la committenza dalmata. In realtà, il di-pinto non giunse mai a Ragusa, ovvero fu rifiuta-to e, per le intricate vie del mercato dell’arte ri-mase a Napoli per alme-no un anno o poco più. Venduto a mercanti fiam-minghi, passò per Anver-sa e infine trovò la sua sede definitiva al Kunsthi-storisches Museum di Vienna.

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In basso, a sinistra, la

«Madonna del Rosario» del

Caravaggio

In basso a destra, il portale

d’ingresso del Monastero dei Padri domenicani a Ragusa

di Dalmazia / Dubrovnik

Il mercante raguseo e Caravaggio

Le frontiere del digitale non conoscono limiti, le «appl icaz ioni» per smartphone, tablet, ipad ed altri strumenti elet-tronici fioriscono con velocità per investire ogni ambito della vita, delle professioni, ed an-che per il tempo libero, i viaggi, la pianificazione degli itinerari e delle tappe, e quant’altro.

«Vado in vacanza con un robot» titolava lo scorso 28 giugno il “Corriere della Sera” un articolo dedicato ai dispositivi di ultima ge-nerazione che a breve en-treranno nel mercato inter-nazionale, e dedicati ap-punto ad una filosofia del turismo aggiornata al terzo millennio.

Si apprende dall’articolo che sarà presto possibile immergersi in un luogo prima ancora di recarvisi; un paio di occhiali permet-terà di percepire l’atmosfe-ra dell’hotel che abbiamo scelto (via web) e il sentore della spiaggia che sognia-mo di raggiungere di lì a poco.

Agenzie di viaggio online e operatori turistici, prosegue l’articolista del “Corriere”, potranno creare la «vacanza su misura» ritagliata sul profilo del cliente e sulla sua capacità di spesa.

Gli «assistenti digitali»

Ma il meglio verrà, pare, con gli «assistenti digitali», che - gli esperti promettono - ci accompagneranno per tutto il nostro percorso, per-

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Turismo e viaggi «4.0» Arrivano gli «assistenti digitali»

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ché sapranno (da noi stessi con i nostri click) quali so-no le nostre preferenze e dunque ci assisteranno nel suggerirci soluzioni e servi-zi utili al nostro relax. All’aereoporto, con lo smartphone potremo accedere rapidamente al check in e l’assistente vo-cale provvederà a darcene conferma. La smaterializ-zazione è perfezionata!

Grazie all’utilizzo dei dati, assicurano i gestori impe-gnati nella programmazio-ne di applicazioni ad hoc, gli assistenti digitali cono-sceranno i nostri gusti e in base a questi ci forniran-no tutte le informazioni di cui avremo bisogno (prima ancora di richie-derle noi).

Nessuna guida (umana) nei musei

Infine, nel caso di visite nei musei, bando alle guide tra-dizionali (umane e/o carta-cee): lo smartphone ne farà le veci perché riconoscerà le opere e ne spiegherà storia e significati. Ma niente do-mande, da parte nostra, fin tanto che il cellulare non avrà un’app interattiva. Che verrò, ma a quel punto po-trebbe essere inutile.

Perché tra assistenti digitali, chatbot (software intelligen-ti) e maggiordomi digitali non dovremo neanche muoverci da casa. Basterà restare in poltrona e pa-zienza per le emozioni di un viaggio. Ma intanto gli angeli digitali sapranno tutto dei nostri desideri.

In viaggio per le ferie negli anni Sessanta

Volti di Palmira ad Aquileia

Dal 2 luglio al 3 ottobre al Museo Ar-cheologico di Aquileia una straordinaria esposizione di reperti provenienti dall’an-tica città siriano-romana di Palmira, devastata e in parte distrutta dal terrori-smo fondamentalista. In mostra ritratti, epigrafi e mosaici, testimonianze di una cultura raffinata e avanzata che parlava greco, aramaico e latino, era centro carovaniero di scambio per spezie, incen-so, pietre preziose, seta, mirra. Da non perdere.

Per info

Museo Archeologico di Aquileia

https://www.fondazioneaquileia.it/articolo-it-volti_di_palmira_ad_aquileia-325-0-1.html

Dal Leone di San Marco

all’Aquila bicipite

È il titolo della mostra che la Galleria LegAntiqua allestisce a Grado nelle sale dello storico Hotel Astoria dal 20 maggio al 15 ottobre 2017. Due secoli di storia attraverso la cartografia antica, preziosi dipinti e raffinati documenti provenienti dalle antiche casate nobili della Mitteleuropa.

Per info

http://www.beniculturali.it/mibac/e x p o r t / M i B A C / s i t o - M i B A C /C o n t e n u t i / M i b a c U n i f / E v e n t i /visualizza_asset.html_1283654464.html

57.ma Biennale di Venezia

Non tutta l’arte contemporanea è apprez-zata, tuttavia la Biennale merita sempre una giornata, da trascorrere nei freschi Giardini Napoleonici, lontani abbastanza dalla calca del turismo massivo. Un’estesa area verde dedicata agli artisti di tanti Paesi, panchine ai bordi di tranquilli canali, una dimensione umana del vivere Venezia. Sino a domenica 26 novembre 2017

Per info

http://www.labiennale.org/it/arte/

Le Ambre della Principessa. Storie e archeologia

dall’antica terra di Puglia

Vicenza ospita il quarto appuntamento del progetto Il Tempo dell’Antico. Ceramiche attiche e magnogreche dalla collezione Intesa Sanpaolo e con la collaborazione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Espo-ste importanti testimonianze da Ruvo di Puglia, risalenti al periodo dal VI-IV secolo a.C., e affreschi della deco-razione parietale della Tomba delle danzatrici di Ruvo e il ricco corredo funerario di una principessa apula, con ambre e preziosi ornamenti Per info

Friuli Venezia Giulia

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Mostre e itinerari d’estate. Carta Adriatica consiglia

Veneto

Da Palmira questo splendido ritratto

femminile esposto nella Mostra

Venezia, Giardini della Biennale, il padiglione della

Finlandia

Emilia Romagna

Il Delta del Po nel ferrarese

Nel Parco del Delta si estende la Riserva Naturale del Bosco della Mesola. In epoca estense fu parte di un'unica foresta che dal mare s’inoltrava sino al cinque-centesco Castello della Mesola. Ancor oggi si può ammirare questa meraviglia degli Estensi, con il suo Museo del Bosco. Un territorio che ha conservato l'aspetto e il fascino delle antiche foreste che popola-vano un tempo la costa adriatica.

Per info

http://www.emiliaromagnaturismo.it/it/appennino-e-verde/delta-del-po/delta-po-ferrara.html

http://www.arte.it/calendario-arte/v i c e n z a / m o s t r a - l e - a m b r e - d e l l a -principessa-storie-e-archeologia-dall-antica-terra-di-puglia-35717

Il Delta del Po nel ravennate

Il territorio ravennate del Parco arriva sin quasi alle Valli di Comacchio, sda cui è separato dal fiume Reno, e si distingue per le sue aree di grande interesse naturali-stico come le oasi naturali di Boscoforte e di Punte Alberete, le Valli stesse del Delta del Po, le pinete secolari di San Vitale, Classe, Cervia, nonché le antiche saline, come quella di Cervia, di origine etrusca. Un ambiente straordinario

Per info

http://www.emiliaromagnaturismo.it/it/appennino-e-verde/delta-del-po/delta-po-ravenna.html

Una parziale veduta del Castello estense di Mesola (Ferrara)

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Capolavori Sibillini. L'arte dei luoghi feriti dal sisma

Frutto di un’intesa tra Comune di Osimo, Istituto Campana per l’istruzione perma-nente, Regione Marche, Soprintenden-za Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e Rete Museale dei Sibillini, l’esposizione in Palazzo Campana ad Osimo (Ancona) permette sino ad ottobre 2017 di apprezzare i capolavori provenien-ti dalle pinacoteche dei Comuni colpiti dal sisma del 2016. Per info

http://eventi.turismo.marche.it/home/risultati?lang=it&dtstart=30%2F01%2 F 2 0 1 7 & d t e n d = 2 5 % 2 F 0 2 %2F2017&citta=osimo#!156271

I Musei del Mare Cupra Marittima, Fano, Pesaro, Porto Recanati, San Benedetto del Tronto, un suggestivo itinerario lungo la storia del mare e dei suoi protagonisti. I relativi Musei del Mare sono scrigni di sapienza e di coraggio, di onore e di umanità. Per info

h t t p : / / w w w . t u r i s m o . m a r c h e . i t /Turismi/Mare-Le-Marche-in-blu/I-musei-del-mare/C1/1/C2/111

Eremi arte:

Valorizzazione di quelli abruzzesi L’arte negli eremi dell’Abruzzo, posti mistici e spirituali, dove si confronteran-no per tutta l’estate alcune opere d’arte create ad hoc per il luogo. Ecco la seconda edizione della manife-stazione “Eremi Arte”, dal 15 luglio fino al 30 settembre, evento voluto e promosso dall’Accademia delle Belle arti dell’Aquila e patrocinata dalla Fondazione Carispaq. Per info

h t t p : / / w w w . a b r u z z o w e b . i t /c o n t e n u t i / e r e m i - a r t e -v a l o r i z z a z i o n e - d e g l i - e r e m i -abruzzesi-permanente-di-beuys-e-10-artisti-internazionali/632661-1/

Numero 8-9 Agosto - Settembre 2017

Mostre e itinerari d’estate. Carta Adriatica consiglia

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Marche

I porti del re. Jakob Philipp Hackert dalla Reggia di Caserta al Castello di Gallipoli

Dal 21 giugno al 5 novembre la Sala Ennago-nale del Castello di Gallipoli, in provincia di Lecce, ospiterà la mostra “I porti del Re”, nove grandi opere dell'artista tedesco Jacob Philipp Hackert (1737-1807), raffiguranti altrettanti porti pugliesi (Gallipoli, Barletta, Bisceglie, Brindisi, Manfredonia, Mono-poli, Otranto, Taranto e Trani) del Re-gno di Napoli. Per info

h t t p : / / w w w . v i a g g i a r e i n p u g l i a . i t /evento/50135/it/I-porti-del-re.-Jakob-Philipp-Hackert-dalla-Reggia-di-Caserta-al-Castello-di-Gallipoli

Abruzzo

Sopra, l’Eremo di San Michele Arcangelo a Pescocostanzo (AQ)

Roccamorice (Pescara), l’Eremo di Santo Spirito a Maiel-la immerso nei bo-schi, uno dei luoghi coinvolti nell’iniziativa

Puglia

Il Castello di Gallipoli in un quadro di Hackert

Margherita di Savoia

Nelle saline tra le più estese d’Europa

A 15 km da Barletta, un mare di cristalli di sale si allunga sulla costa adriatica. È Margherita di Savoia, tra le cittadine più affascinanti della P u g l i a d i F e d e r i c o I I . Le Saline di Margherita di Savoia sono tra le più grandi d’Europa: è un vero e proprio per-corso naturalistico quello che si snoda dalle candide montagne di sale alla zona umida tra Margherita, Trinitapoli e Manfredonia, tra le più estese in Italia, riserva naturale dal 1977. Per info

http://www.viaggiareinpuglia.it/at/150/local i ta/4377/it/Margher ita -di-Savoia-Margher ita-di-Savoia- (Bar le t ta-Andr ia-Trani)

Margherita di Savoia, un’immagine delle saline

Camminare da Durazzo a Istanbul attraverso i Balcani per riscoprire l’antica Via Egnatia, questo è il progetto di FuoriVia, associazione culturale che da anni accompa-gna un gruppo di studenti, professori, ricercatori e appassionati lungo cammini e percorsi storici in Europa e nel Mediterraneo. […]

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http://www.cartaadriatica.it/2017/07/08/camminando-lungo-la-via-

egnatia/

Camminando lungo la Via Egnatia

Rassegna Stampa

Mare Corto: Lubenizze

Un tratto della Via Egnatia in Albania, nel territorio di Durazzo

Veniamo a sapere di Lubenizze (Lubenice), un antico borgo di pietra in cima a un colle dell’isola di Cherso (Cres), con vista memorabile sul mare, dal libro Il leone di Lissa. L’autore, Alessandro Marzo Magno, ripercorre i viaggi in Dalmazia di Alberto Fortis. […]

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http://www.cartaadriatica.it/2017/07/14/mare-corto-lubenizze/

Le discariche abusive minacciano il Carso

Sulla strada che porta a “Cava Pietra Scoria”, una laterale della Provinciale 11, in zona San Dorligo, non passano solo gli addetti ai lavori. L’accesso, in teoria, è vietato agli esterni, ma chiunque può entrarvi visto che, per il momento, non c’è l’ombra di possibili ostacoli.

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minacciano-il-carso/

Numero 8-9

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Rassegna Stampa

Organizzato dalle Università degli Studi di Trieste e di Milano e dall’Irci di Trieste si terrà nel capoluogo giuliano il e ottobre prossimi il Convegno Vele d’autore nell'Adriatico orientale, un evento collaterale all’edizione della «Barcolana», la storica, annuale regata di vela che dal 9 9 è assunta ormai ad appuntamento mondiale per gli appassionati. A Giusy Criscione e Patrizia C. Hansen per Carta Adriatica il compito di illustrare con le rispettive relazioni come la vela sia stata palestra di vita e fonte d’ispirazione per Carlo e Giani Stuparich e quanto la critica letteraria abbia colto e analizzato il sentimento profondo e il senso morale dell’esperienza marinara nella formazione dei due Stuparich. Il Convegno avrà luogo presso l’Irci, diretto da Piero Delbello, a cura e coordinato da Cristina Benussi e Giorgio Baroni. Prossimi aggiornamenti in merito su www.cartaadriatica.it

TRIESTE, CARTA ADRIATICA AL CONVEGNO VELE D’AUTORE IN ADRIATICO ORIENTALE

Letteratura di mare , un convegno in occasione della «Barcolana» 7

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‘Non solo museo’, itinerari per Venezia

Una visita a Palazzo Mocenigo per immergersi nelle fragranze e nei colori della Venezia del Settecento; un viaggio nel tempo nella Venezia della Belle Époque; una passeggiata da Campo Santo Stefano al Museo Correr che riporta al perio-do dell’occupazione francese e austriaca; un tour dalla Casa di Carlo Goldoni alla scoperta della Venezia dei teatri. […]

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venezia/

Trieste, storie di uomini, navi e traffici. Un mare di avventure

al Museo

L’epica della marinaresca, il coraggio dell’avventura, le scoperte e gli ap-prodi che hanno fatto storia. Tutto questo all’interno del cartellone di “Marestate 2017- Navigando fra storia, scienza, tecnica e avventura”, ciclo di incontri a cura del Comune di Trieste, percorso ambientato al Museo del Mare di via Campo Marzio 5 (Giardino delle ancore) nelle sera-te del venerdì, da venerdì 7 luglio al 1° settembre […] LEGGI L’ARTICOLO http://www.cartaadriatica.it/2017/07/15/luglio-2017-trieste-storie-di-uomini-navi-e-traffici-un-mare-di-avventure-al-museo/

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Premessa

Le due rive dell’Adriatico, occidentale e orientale, rivelano medesime tradizioni e simili percorsi storici: dalle alleanze ai conflitti negli alterni rapporti di forza tra potenze domi-nanti; dalla marineria e i suoi linguaggi ai riti religiosi e relativi culti; dalle tipologie di imbarcazioni alle nascenti mode balneari, alla gastronomia. Ridare all’Adriatico l’anti-ca identità e la sua funzione di raccordo tra luoghi e comu-nità è indispensabile nel processo di integrazione europea dei territori adriatici al fine di creare nuovi equilibri e spazi di crescita, collaborazioni culturali e occasioni di sviluppo economico e sociale.

L’Associazione

L’Associazione culturale «Carta Adriatica» è costituita da figure professionali competenti nei settori storico-artistico, antropologico, editoriale, informatico, divulgativo e ammi-nistrativo, che possono vantare una consolidata collabora-zione in iniziative di promozione culturale. Da numerosi anni i componenti dell’Associazione condividono conoscen-za e passione per le tematiche attinenti all’Adriatico, alla sua storia, alla sua cultura e alla sua evoluzione politica e sociale.

Perché «Carta Adriatica»

Dalle carte nautiche, indispensabili strumenti di orienta-mento e di conoscenza per la navigazione, alla «carta» inte-sa come codice giuridico, patto e alleanza tra comunità: ai molteplici significati del termine rinvia idealmente la scelta del nome dell’Associazione che vuole tracciare nuovi per-corsi d’incontro e di relazione nel complesso quadrante dell’Adriatico, dal settentrione carsico sino al liquido confi-ne meridionale dal quale si trasfonde in un altro mare. L’ot-tica è di fornire un supporto ad organismi pubblici e privati che operano per la valorizzazione dell’Adriatico.

I nostri progetti

«Carta Adriatica» si pone come partner di istituzioni, ammi-nistrazioni pubbliche e private, società di settore, per pro-getti relativi al Mare Adriatico. L’Associazione fornisce ser-vizi nei settori culturale e sociale: mostre documentarie e fotografiche; individuazione di percorsi turistici a carattere storico-artistico, archeologico, ambientale; convegni, confe-renze; iniziative didattiche.

Quattro progetti di valorizzazione del territorio e di rilancio

delle relazioni storiche tra comunità

«Carta Adriatica» si pone come partner di istituzioni, am-ministrazioni pubbliche e private, società di settore, per progetti relativi al Mare Adriatico. L’Associazione fornisce servizi nei settori culturale e sociale: mostre documentarie e fotografiche; individuazione di percorsi turistici a caratte-re storico-artistico, archeologico, ambientale; convegni, conferenze; iniziative didattiche.

Tradizioni marinare dell’Adriatico. Antologia del vivere tra le due sponde

Obiettivi:

- Valorizzazione del turismo responsabile in termini di co-noscenza del territorio e della sua storia e di fruibilità so-stenibile. - Recupero e valorizzazione delle usanze antiche e dei me-stieri tradizionali nel confronto con le altre aree adriatiche. - Riqualificazione sociale e sviluppo occupazionale attraver-so la riscoperta e la fruizione del patrimonio storico, artisti-co, materiale e immateriale del territorio.

La nostra Associazione I nostri progetti Il mare unisce i Paesi che separa

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L’Adriatico Romano Obiettivi:

- Valorizzazione integrata del territorio nelle sue relazioni con la sponda adriatica prospiciente in un determinato periodo storico. - Incentivazione del turismo consapevole in aree oggi anche periferiche rispetto ai flussi di massa ma significative per la storia e la cultura. - Rilancio occupazionale mediante l’individuazio-ne di percorsi storico-artistici, paesaggistici e di cultura materiale condivisi con le altre aree del bacino adriatico o, viceversa, peculiari rispetto ad esse. Attivazione di relazioni e scambi tra profes-sionalità dedicate al restauro dei manufatti e al recupero dei siti archeologici.

L’antropologia del mare. Linguaggi, imbarcazioni, paesaggi, religiosità

Obiettivi:

- Rivalutare le antiche tradizioni adriatiche per individuare linguaggi comuni, ad esempio nella marineria, nella eno-gastronomia, nelle tipologie delle imbarcazioni e degli strumenti della pesca; di condizioni di vita, di tradizioni orali e di culti religiosi attraverso l’analisi delle più significative figure dei santi del mare e relative leggende. - Riscoprire stili di vita comunitaria e relazioni antiche che possano fornire oggi ragioni di intera-zioni culturali, sociali e formative per le nuove generazioni in chiave di mutuo sviluppo: dalla pesca all’acquacoltura, dall’urbanistica alla gestio-ne del territorio.

Il turismo balneare e cinematografico

tra Ottocento e Novecento

Obiettivi:

- Promuovere il turismo responsabile attraverso l’illustrazione dei modelli di sviluppo economico e civile dei secoli XIX e XX in Adriatico, posti a raffronto con gli attuali; recuperare la memoria di luoghi e scenari ancora fruibili o da comparare con le profonde trasformazioni contemporanee.

- Promuovere, di conseguenza, il recupero di ma-nufatti già utilizzati o meno quali set cinemato-grafici e successivamente caduti in disuso per studiare la possibilità di riconvertirli a strutture ricettive, incrementando il ritorno economico a beneficio della comunità.

- Promuovere, attraverso l’illustrazione delle radi-cali trasformazioni intervenute nel tempo, una riflessione sul tema della conservazione dell’am-biente.

Maggiori dettagli su www.cartaadriatica.it

Il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno Partner di Carta Adriatica

Dal settembre 2016 in accordo con il Centro di Ricerche

Storiche diretto dal prof. Giovanni Radossi pubblichiamo

sul sito di Carta Adriatica una scelta dei suoi più pregevoli

lavori storiografici, consultabili alla pagina

http://www.cartaadriatica.it/category/partners/

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Carta Adriatica si apre a quanti vorranno condividere il suo per-corso lungo le inesauribili vie della storia e dell’umanità adriati-che.

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Un News Magazine mensile, da ricevere direttamente sulla casel-la di posta elettronica, vi terrà informati sui principali argomenti e articoli del mese sui temi adriatici, e vi proporrà un’essenziale rassegna stampa dei media nazionali e non, e infine il calendario dei più importanti appuntamenti in Italia e all’estero.

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