88 GIORNATA MONDIALE DEL RISPARMIO a · della Giornata Mondiale del Risparmio, istituita...

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Anno XIII Novembre - Dicembre 2012 Tariffa regime libero 20/D - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Roma Il 31 ottobre si è celebrata a Roma, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, l’88ª edizione della Giornata Mondiale del Risparmio, istituita nell’ottobre del 1924 in occasione del 1° Congresso Internazionale del Risparmio, svol- tosi a Milano, e da allora organizza- ta annualmente dall’Acri, l’associa- zione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio Spa. Quest’anno il tema della Giornata era “La sfida della ripresa poggia sul risparmio”, un risparmio che sta soffrendo molto come con- fermano i risultati dell’indagine sugli Italiani e il Risparmio, di seguito illustrata, che da dodici anni l’Acri realizza insieme a Ipsos per questa occasione. Alla cerimonia del 31 hanno partecipato alcune fra le più alte cariche dello Stato, numerosi esponenti del mondo politico e isti- tuzionale, dell’economia e della finanza, la stampa e diversi rappre- sentanti dei consumatori e dei sinda- cati, per una presenza complessiva di oltre seicento persone. In qualità di relatori, insieme al Presidente della Associazione Giuseppe Guzzetti, sono intervenuti: il Ministro del- l’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il Presidente dell’Abi Giuseppe Mussari. Il ministro Grilli ha attribuito alle ‹‹condizioni economiche›› negative del Pil nel 2012 i dati sul calo del risparmio in Italia diffusi dall’Acri, ‹‹ma la nostra visione è che da que- sta crisi usciremo più forti e tornere- mo a risparmiare››, ha detto. Ha poi spiegato come il risparmio rivesta ‹‹un’importanza assoluta e dobbia- mo preservarlo… Questo è un anno di grande rallentamento e di fronte alla riduzione del reddito disponibile c’é anche una riduzione del rispar- mio››. Ha inoltre ricordato come l’Italia debba tornare ad ‹‹attrarre il risparmio del mondo›› e che per que- sto occorre riportare la fiducia degli investitori verso il nostro Paese e la costruzione europea. Anche il governatore Visco ha sotto- lineato che ‹‹aumenta la difficoltà delle famiglie ad accantonare le risorse desiderate al fine di fronteg- giare i rischi sui fronti del lavoro e del reddito futuro…Vi è il rischio di un circolo vizioso – ha detto –. L’economia cresce poco, si riduce la capacità di risparmio, le famiglie si sentono più incerte e sfiduciate, la crescita frena ulteriormente››. Inoltre, ‹‹la caduta della fiducia di famiglie e imprese si è aggiunta nel- l’ultimo anno agli effetti diretti del- l’aumento del rischio sovrano e delle conseguenti tensioni sul merca- to del credito, degli interventi corret- tivi dei conti pubblici e del rallenta- mento della domanda mondiale. Per il ritorno della nostra economia sul sentiero di crescita potenziale, con benefici sulla capacità di risparmio, è necessario che prosegua e si con- solidi la graduale attenuazione di questi effetti››. I risultati dell’indagine Acri-Ipsos rivelano che l’86% degli Italiani ritiene che la crisi sia assai grave e più di 3 su 4 si attendono che duri almeno altri 3 anni. Però gli Italiani guardano al futuro con una nuova fiducia, nonostante la durezza del momento attuale. A livello comples- sivo (considerando il futuro persona- le, locale, nazionale, europeo e mon- diale) il 45% è ottimista, contro il 38% di pessimisti (il restante 17% è in equilibrio): il saldo positivo di 7 punti percentuali in favore degli otti- misti è particolarmente significativo se comparato con il saldo negativo di 14 punti percentuali del 2011. È inoltre da segnalare la marcata ridu- zione di sfiducia nei confronti dell’Italia: ben 30 punti percentuali. Gli sfiduciati riguardo al Paese, infatti, sopravanzano di 5 punti per- centuali i fiduciosi (il 37% contro il 32%), ma nel 2011 gli sfiduciati erano più della metà della popola- zione (il 54%). Torna anche la fidu- cia sulle prospettive future dell’eco- nomia europea con i fiduciosi che sopravanzano di 11 punti percen- tuali i pessimisti (il 36% di ottimisti contro il 25% di pessimisti) e un recupero simile riguarda anche l’economia mondiale nel suo insie- me. In merito al presente, i soddi- sfatti della propria situazione eco- nomica (46%) sono meno degli insoddisfatti (54%), mentre conti- nua a decrescere, ormai dal 2005, il numero di coloro che riescono a migliorare la propria situazione economica: oggi non superano il 3%. Al contempo aumenta il nume- ro di famiglie direttamente colpite dalla crisi: sono il 26%, più di una su quattro, contro il 23% del 2011. La fiducia nell’Unione Europea per- mane (il 59% ha fiducia) ma è in costante calo: dal 2009 a oggi sono stati persi 10 punti percentuali di fiduciosi. Anche l’Euro non soddi- sfa: ne è insoddisfatto il 69% degli Italiani. Il 57%, però, ritiene che fra 20 anni avere l’Euro sarà un vantag- gio, e il dato è in crescita rispetto al 53% del 2011. Riguardo ai consumi non si può semplicemente parlare di riduzione, perché è in atto un vero e proprio cambio di paradigma generato dalla reale contrazione del potere d’ac- quisto delle famiglie, dalle preoccu- pazioni future e dalla volontà di ricostruire gli stock di risparmio, sempre più ridotti. segue a pagina 2 88 GIORNATA MONDIALE DEL RISPARMIO Gli Italiani vorrebbero risparmiare, ma pochi ci riescono: sono il 28% contro il 40% che consuma tutto il guadagnato e il 31% che decumula o ricorre a debiti Negli ultimi 10 anni le Fondazioni hanno devoluto oltre 4 miliardi di euro per l’arte e la cultura. In quest’ambito importante è il sostegno a creazioni e inter- pretazioni artistiche e letterarie, per il quale nel solo 2011 hanno erogato 70 milioni di euro. Fra queste risorse si annoverano quelle destinate ai Teatri liri- ci come la Scala di Milano, a cui danno contributi importanti sia la Fondazione Cariplo, che negli ultimi dieci anni le ha erogato ben 72 milioni di euro, sia la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, che con il programma “La Scala under 30” contribuisce a portare agli spettacoli d’opera e balletto giovani e famiglie, grazie ad abbonamenti a prezzo agevolato. Tanti altri esempi di Fondazioni che sostengono la musica classica si potrebbero citare; per limitar- ci ai più importanti ricordiamo la Fondazione Cariparma per il Festival Verdi, l’Ente Cr Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino, la Fondazione di Venezia per il Teatro La Fenice, la Fondazione Cr Lucca per il progetto dedicato ai gio- vani “Speciale lirica” del Teatro del Giglio, la Fondazione Cr Pesaro per la “Fondazione Rossini Opera Festival” dedita alla diffusione dell’eredità rossi- niana, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena per l’Accademia Chigiana. FONDAZIONI ALL’OPERA a foto Brescia/Amisano © Teatro alla Scala Da sinistra: Giuseppe Mussari, Vittorio Grilli, Giuseppe Guzzetti, Ignazio Visco

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Il 31 ottobre si è celebrata a Roma,sotto l’alto patronato del Presidentedella Repubblica, l’88ª edizionedella Giornata Mondiale delRisparmio, istituita nell’ottobre del1924 in occasione del 1° CongressoInternazionale del Risparmio, svol-tosi a Milano, e da allora organizza-ta annualmente dall’Acri, l’associa-zione delle Fondazioni di originebancaria e delle Casse di RisparmioSpa. Quest’anno il tema dellaGiornata era “La sfida della ripresapoggia sul risparmio”, un risparmioche sta soffrendo molto come con-fermano i risultati dell’indagine sugliItaliani e il Risparmio, di seguitoillustrata, che da dodici anni l’Acrirealizza insieme a Ipsos per questaoccasione. Alla cerimonia del 31hanno partecipato alcune fra le piùalte cariche dello Stato, numerosiesponenti del mondo politico e isti-tuzionale, dell’economia e dellafinanza, la stampa e diversi rappre-sentanti dei consumatori e dei sinda-cati, per una presenza complessiva dioltre seicento persone. In qualità direlatori, insieme al Presidente dellaAs sociazione Giuseppe Guz zetti,sono intervenuti: il Ministro del -l’Eco nomia e delle Finanze VittorioGrilli, il Governatore della Bancad’Italia Ignazio Visco, il Presidentedell’Abi Giuseppe Mussari. Il ministro Grilli ha attribuito alle‹‹condizioni economiche›› negativedel Pil nel 2012 i dati sul calo delrisparmio in Italia diffusi dall’Acri,‹‹ma la nostra visione è che da que-sta crisi usciremo più forti e tornere-mo a risparmiare››, ha detto. Ha poispiegato come il risparmio rivesta‹‹un’importanza assoluta e dobbia-mo preservarlo… Questo è un annodi grande rallentamento e di frontealla riduzione del reddito disponibilec’é anche una riduzione del rispar-mio››. Ha inoltre ricordato comel’Italia debba tornare ad ‹‹attrarre ilrisparmio del mondo›› e che per que-sto occorre riportare la fiducia degliinvestitori verso il nostro Paese e lacostruzione europea. Anche il governatore Visco ha sotto-lineato che ‹‹aumenta la difficoltàdelle famiglie ad accantonare lerisorse desiderate al fine di fronteg-giare i rischi sui fronti del lavoro edel reddito futuro…Vi è il rischio diun circolo vizioso – ha detto –.L’economia cresce poco, si riduce lacapacità di risparmio, le famiglie sisentono più incerte e sfiduciate, lacrescita frena ulteriormente››.Inoltre, ‹‹la caduta della fiducia difamiglie e imprese si è aggiunta nel-l’ultimo anno agli effetti diretti del-l’aumento del rischio sovrano edelle conseguenti tensioni sul merca-to del credito, degli interventi corret-tivi dei conti pubblici e del rallenta-

mento della domanda mondiale. Peril ritorno della nostra economia sulsentiero di crescita potenziale, conbenefici sulla capacità di risparmio,è necessario che prosegua e si con-solidi la graduale attenuazione diquesti effetti››.I risultati dell’indagine Acri-Ipsosrivelano che l’86% degli Italianiritiene che la crisi sia assai grave epiù di 3 su 4 si attendono che duri

almeno altri 3 anni. Però gli Italianiguardano al futuro con una nuovafiducia, nonostante la durezza delmomento attuale. A livello comples-sivo (considerando il futuro persona-le, locale, nazionale, europeo e mon-diale) il 45% è ottimista, contro il38% di pessimisti (il restante 17% èin equilibrio): il saldo positivo di 7punti percentuali in favore degli otti-misti è particolarmente significativo

se comparato con il saldo negativodi 14 punti percentuali del 2011. Èinoltre da segnalare la marcata ridu-zione di sfiducia nei confrontidell’Italia: ben 30 punti percentuali.Gli sfiduciati riguardo al Paese,infatti, sopravanzano di 5 punti per-centuali i fiduciosi (il 37% contro il32%), ma nel 2011 gli sfiduciatierano più della metà della popola-zione (il 54%). Torna anche la fidu-cia sulle prospettive future dell’eco-nomia europea con i fiduciosi chesopravanzano di 11 punti percen-tuali i pessimisti (il 36% di ottimisticontro il 25% di pessimisti) e unrecupero simile riguarda anchel’economia mondiale nel suo insie-me. In merito al presente, i soddi-sfatti della propria situazione eco-nomica (46%) sono meno degliinsoddisfatti (54%), mentre conti-nua a decrescere, ormai dal 2005, ilnumero di coloro che riescono amigliorare la propria situazioneeconomica: oggi non superano il3%. Al contempo aumenta il nume-ro di famiglie direttamente colpitedalla crisi: sono il 26%, più di unasu quattro, contro il 23% del 2011. La fiducia nell’Unione Europea per-mane (il 59% ha fiducia) ma è incostante calo: dal 2009 a oggi sonostati persi 10 punti percentuali difiduciosi. Anche l’Euro non soddi-sfa: ne è insoddisfatto il 69% degliItaliani. Il 57%, però, ritiene che fra20 anni avere l’Euro sarà un vantag-gio, e il dato è in crescita rispetto al53% del 2011.Riguardo ai consumi non si puòsemplicemente parlare di riduzione,perché è in atto un vero e propriocambio di paradigma generato dallareale contrazione del potere d’ac-quisto delle famiglie, dalle preoccu-pazioni future e dalla volontà diricostruire gli stock di risparmio,sempre più ridotti.

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88 GIORNATA MONDIALE DEL RISPARMIOGli Italiani vorrebbero risparmiare, ma pochi ci riescono: sono il 28% contro il 40%che consuma tutto il guadagnato e il 31% che decumula o ricorre a debiti

Negli ultimi 10 anni le Fondazioni hanno devoluto oltre 4 miliardi di euro perl’arte e la cultura. In quest’ambito importante è il sostegno a creazioni e inter-pretazioni artistiche e letterarie, per il quale nel solo 2011 hanno erogato 70milioni di euro. Fra queste risorse si annoverano quelle destinate ai Teatri liri-ci come la Scala di Milano, a cui danno contributi importanti sia la FondazioneCariplo, che negli ultimi dieci anni le ha erogato ben 72 milioni di euro, sia laFondazione Banca del Monte di Lombardia, che con il programma “La Scalaunder 30” contribuisce a portare agli spettacoli d’opera e balletto giovani efamiglie, grazie ad abbonamenti a prezzo agevolato. Tanti altri esempi diFondazioni che sostengono la musica classica si potrebbero citare; per limitar-ci ai più importanti ricordiamo la Fondazione Cariparma per il Festival Verdi,l’Ente Cr Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino, la Fondazione di Veneziaper il Teatro La Fenice, la Fondazione Cr Lucca per il progetto dedicato ai gio-vani “Speciale lirica” del Teatro del Giglio, la Fondazione Cr Pesaro per la“Fondazione Rossini Opera Festival” dedita alla diffusione dell’eredità rossi-niana, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena per l’Accademia Chigiana.

FONDAZIONI ALL’OPERA

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foto Brescia/Amisano © Teatro alla Scala

Da sinistra: Giuseppe Mussari, Vittorio Grilli, Giuseppe Guzzetti, Ignazio Visco

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FONDAZIONI Novembre - Dicembre 2012

primo piano

GUZZETTI: PER LE FONDAZIONIPARLANO I FATTINel suo intervento alla Giornata Mondiale delRisparmio, di cui a seguire riportiamo alcuni stral-ci, il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti hatoccato molti temi e ribadito parole chiare in meri-to al ruolo delle Fondazioni di origine bancaria perlo sviluppo del Paese.La Cdp«Siamo azionisti di minoranza – ha dichiarato – ecome tali non abbiamo mai influenzato o, ancorpiù, determinato la politica di acquisizioni di par-tecipazioni della Cassa. Riteniamo di avere solle-citato e concorso, con determinazione, alle sceltedi investimento del risparmio postale - per impor-ti marginali rispetto alle disponibilità e con le piùampie garanzie di salvaguardia di questi impieghi- per lo sviluppo del piano di edilizia sociale, perla costituzione del fondo nazionale di private equi-ty e per quella del fondo strategico. Le Fondazionidanno un giudizio positivo dell’operato delConsiglio di Amministrazione di Cdp: in partico-lare del presidente Franco Bassanini e dell’ammi-nistratore delegato Giovanni Gorno Tempini. E serimarremo azionisti di Cdp ci opporremo alleinfluenze esterne sulla Cassa. Quanto alla conver-sione delle azioni privilegiate delle Fondazioni oal recesso chiediamo che ciò avvenga applicandola legge, come si conviene in uno Stato di diritto».Le FondazioniParole molto chiare il presidente dell’Acri ha dettoanche riguardo al ruolo delle Fondazioni e alleimproprie accuse che alcuni economisti hanno lororivolto in questi ultimi mesi. «Quest’anno ricorreil centenario della nascita dell’Acri, costituita il 10aprile del 1912. Abbiamo celebrato quest’anniver-sario in giugno a Palermo e in quell’occasione ilPresidente del Consiglio Monti e molti autorevolirelatori hanno sottolineato il ruolo che le Casse e,insieme a loro, le Fondazioni hanno avuto in que-sti cent’anni di storia del Paese, al cui sviluppohanno entrambe contribuito sia sul fronte econo-mico sia su quello culturale, civile e sociale. È unruolo che sia le Fondazioni sia le Casse Spa e igrandi gruppi bancari italiani partecipati dalleFondazioni intendono continuare a svolgere».Negli ultimi dieci esercizi, dal 2002 al 2011, leFondazioni hanno erogato alle loro comunità e alPaese oltre 13 miliardi e mezzo di donazioni, persostenere iniziative in tantissimi campi di interessecollettivo quali l’arte, la cultura, la formazione, laricerca, il supporto alle categorie sociali deboli, ilvolontariato, la salvaguardia dell’ambiente e deibeni di interesse storico e paesaggistico e, soprat-tutto, il welfare. «Sto parlando di fatti – ha sottoli-neato Guzzetti – di iniziative concrete che dannocorpo e sostanza alla ragion d’essere delleFondazioni. E sono questi fatti che contrapponia-mo alle generiche accuse che da qualche mesealcuni, pochi in verità, economisti ci rivolgono,conducendo su giornali e mass media una faziosacampagna contro le nostre Fondazioni. Ne conte-stano la natura: le Fondazioni sarebbero ibridipubblico/privati. Su questo punto mi sono chiestose costoro siano solo a digiuno di diritto o mistifi-catori. Una volta per tutte: le Fondazioni di origi-ne bancaria sono soggetti privati senza scopo dilucro e con piena autonomia statutaria e gestiona-le: così sono state definite dalla c.d. legge Ciampie da due sentenze della Corte Costituzionale (n.300 e 301 del 2003). I patrimoni delle Fondazionidi origine bancaria non sono dello Stato - che nonpuò espropriarli, come immaginano costoro - madelle comunità di riferimento, che sono rappresen-tate nei loro organi di governo. Chi ci accusa insi-ste sulla nostra autoreferenzialità, forse ignorandoche abbiamo controlli interni ed esterni e soprat-tutto che, operando sui territori e nelle comunità diorigine, le Fondazioni sono controllate dai cittadi-ni, dagli enti locali, dalle associazioni con cui sono

in contatto quotidiano e che, in questi anni, hannosempre dimostrato di partecipare da vicino allavita delle Fondazioni. È stato perfino criticato ilrapporto tra l’Autorità di Vigilanza, il MEF e leFondazioni: questo rapporto è sempre stato tra-sparente e improntato alla reciproca collaborazio-ne. Chi lancia queste accuse scambia la collabora-zione con la sudditanza. Si sostiene che ci sarebbeuna sorta di scambio: per avere mano libera inCdp l’Autorità di Vigilanza non svolgerebbe cor-rettamente la propria funzione nei confronti delleFondazioni. Siamo nel regno della fantasia!».Guzzetti ha ricordato anche che le risorse delleFondazioni destinate alle erogazioni sono statepesantemente ridotte dal peggioramento della tas-sazione: è aumentata, infatti, quella sulle renditefinanziarie dal 12,50% al 20%; sono cresciute lealiquote Imu, raddoppiando l’ammontare delleimposte pagate sugli immobili; infine la modificadel regime dell’imposta di bollo dal 2013 si tradur-rà per le Fondazioni in una minipatrimoniale disvariate decine di milioni di euro all’anno. «Questeingenti somme saranno sottratte agli interventi nelsociale» ha dichiarato Guzzetti.Il risparmio«Oggi registriamo, principalmente a causa dellacrisi e, dunque, innanzitutto per il ridursi dei livel-li di reddito, un abbassamento della capacità dirisparmio dei nostri concittadini Il futuro è assaiincerto, ma questa indeterminatezza, per la situa-zione dei redditi di moltissime famiglie, stenta adalimentare la classica difesa preventiva, che è lospirito precauzionale nella formazione di risorseper l’avvenire… Di fronte alla difficoltà attualenon possiamo dichiararci disarmati, né limitarciad attendere gli effetti, che non potranno rilevarsia breve, delle misure anticrisi, specie per il conso-lidamento fiscale e per tornare a crescere. Né pos-siamo avvertire una sorta di pudore nel parlare di

risparmio mentre calano i consumi e cresco-no i problemi del mercato del lavoro. Ilrisparmio è fondamentale per l’avveniredelle famiglie e del Paese. Certamente,l’impegno principale si richiede aiGoverni e ai Parlamenti. Ci stiamo fatico-samente incamminando sulla via dellastabilizzazione per il concorso della fon-damentale iniziativa anti-spread dellaBce con le Operazioni Definitive Mo -netarie (ODM) e con le diverse misuredel nostro Governo. Devono proseguire,insieme con un attento monitoraggio econ l’attuazione delle riforme strutturalinonché l’impegno per ampliare il noverodegli interventi di struttura. Ma una parte diciò che urge spetta a chi opera nel sistema ban-

Gli Italiani continuano ad avere una forte propensione al risparmio, che ormai assume quasi la carat-teristica di un ancoraggio per la propria sicurezza: il 47% non riesce proprio a vivere tranquillo senzamettere da parte qualcosa, percentuale in crescita rispetto agli anni precedenti (era il 44% nel 2011 eil 41% nel 2010). Peraltro le famiglie che dicono di essere riuscite a risparmiare sono solo il 28%;fino all’anno scorso erano più di un terzo degli Italiani (il 35% nel 2011 e il 36% nel 2010). Ormaiprevale il numero di coloro che consumano tutto quello che guadagnano: sono il 40%. Coloro chesono in saldo negativo di risparmio, ovvero decumulano risparmio o ricorrono al debito, sono il 31%(il 29% nel 2011), cioè più di coloro che riescono a risparmiare. Riguardo agli impieghi del propriorisparmio continua ad essere alta la preferenza per la liquidità, che tocca 2 Italiani su 3. Il “mattone”rimane l’investimento ideale solo per il 35% degli Italiani; lo era per il 70% nel 2006, per il 54% nel2010, per il 43% nel 2011. Crescono – raggiun-gendo il massimo storico del 32% - coloro chereputano questo il momento migliore per investi-re negli strumenti ritenuti più sicuri (risparmiopostale, obbligazioni e titoli di Stato). Cresceanche prepotentemente il numero di coloro cheritengono sbagliato investire in una qualsiasiforma (il 18% nel 2010, il 23% nel 2011, il 28%nel 2012), mentre sono costanti gli amanti deiprodotti più a rischio (sempre intorno al 5%). Ilrisparmiatore si sente attento soprattutto allarischiosità dell’investimento, ma non ritiene diessere in grado di identificare facilmente uninvestimento sicuro: sono solo il 19% gli Italianiche si sentono in grado, a fronte di quasi l’80%che non pensa di esserlo. Per gli Italiani il risparmio è un elemento impor-tante per la ripresa (per il 41%), ma non è ritenu-to fondamentale (lo è solo per il 24%) perchénon c’è la corretta percezione della portata delsuo impiego a favore di famiglie e imprese.Peraltro la scarsità del credito è fra le cause meno

La 88 Giornata Mondiale del Risparmio, organizzatadall’Acri, pone al centro delle comuni riflessione la funzioneessenziale del risparmio nel processo di sviluppo economicoe sociale del Paese. La crisi economica e finanziaria incidesignificativamente sulle capacità di risparmio delle famiglieitaliane. Il rafforzamento delle prospettive di ripresa del-l’economia e dell’occupazione, necessario per superare que-sta situazione, è reso più difficile dal senso di insicurezza dif-fuso presso molti risparmiatori, che va combattuto ancheattraverso interventi diretti a rafforzare la protezione delrisparmio e accrescere la fiducia nei mercati. Un contributodecisivo in tale direzione verrà dal perfezionamento delle ini-ziative dirette a garantire, oltre il miglioramento delle regoledel sistema finanziario, un più elevato grado di stabilità dei

mercanell’Udi vigiper lazione no accziari eche ecsi confavanticertezriflesspresidmio pi

IL TELEGRAMMA DEDELLA REPUBBLICA GIOR

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88 Giornata: gli Italiani e il risparmioa

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FONDAZIONI Novembre - Dicembre 2012

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primo piano

cario e finanziario affinché si faccia ricorsoa tutte le possibili iniziative – pur in pre-

senza di un deterioramento della qualitàdel credito e di problemi non solo didomanda, ma anche e soprattutto diofferta – per sostenere e diversificare ilrisparmio, per progredire sulla stradadella trasparenza e dell’equilibrio

delle condizioni negoziali, permigliorare l’educazione finanzia-ria, per incidere sui costi e nel

miglioramento della governancedegli intermediari, per destinare le

risorse raccolte al sostegno di progettimeritevoli di essere sostenuti, non venen-do meno alla prioritaria ragion d’essere

del banchiere. Mai come ora la

sana e prudente gestione diventa un imperativocategorico insieme con la capacità di selezionare ilmerito di credito, di guardare alla prospettiva, dibandire i burocratismi… Per parte nostra, consa-pevoli dei doveri che spettano al mondo delleFondazioni e al sistema finanziario e impegnati anon eluderli, ci sentiamo di rivolgere un appello atutte le istituzioni e alle forze sociali perché, purnelle non comuni difficoltà, si operi, ciascuno perla propria parte, per tenere viva la linfa del rispar-mio. Ciò affinché, nella società del rischio, non siriduca quell’“habitus” che, prim’ancora che eco-nomico, è morale e sociale, e che consente di pro-teggersi per l’avvenire e al contempo di accresce-re le opportunità del presente, utilizzando il rispar-mio in impieghi produttivi. Per la parte che ci con-cerne, dobbiamo, rialimentare la fiducia: dobbia-mo far passare il messaggio einaudiano che tuttociò “sta in noi”».La ripresa«Una difesa efficace di adeguati livelli di qualitàdella vita è possibile solo riattivando il processodi crescita del Paese. La crisi internazionale inItalia ha amplificato debolezze da tempo esi-stenti e mai affrontate con il dovuto impegno.

L’evasione fiscale, la corruzione, la buro-crazia pubblica sono mali che vanno scon-

fitti se vogliamo la ripresa economica ela difesa del risparmio. Così come varidotto il debito pubblico.

L’insostenibile livello di debitopubblico ereditato dagli anni

novanta (121% del Pil nel1995) è stato limato con

troppa timidezza neldecennio suc-

cessivo (106%nel 2005).Gli eventi

degli anni successivi hanno poi reso vano questosforzo (120% a fine 2011). Il Belgio è riuscito apassare dal 133% del 1993 al 97% del 2010!Avessimo fatto allora più seriamente i compiti acasa, oggi saremmo meno vulnerabili e menocostretti a difficili sacrifici. Tuttavia anche oggimolto può essere fatto per tagliare il nostro debi-to pubblico. La lotta all’evasione fiscale, la spen-ding review, l’alienazione di quote di patrimoniopubblico: sono cose che questo Governo stafacendo… Non è neanche un anno che Monti èalla guida del Paese e sembra un’era. I frutti intermini di riconquistata credibilità nel contestointernazionale sono stati subito evidenti e si mani-festano anche sul fronte dello spread. AlPresidente del Consiglio Mario Monti va il nostroapprezzamento e il ringraziamento per l’operasvolta, così anche al Ministro dell’Economia edelle Finanze, Vittorio Grilli, che nel Governosvolge il lavoro più ingrato: quello di mantenere iconti in ordine». Per rilanciare lo sviluppo,Guzzetti ritiene che, senza trascurare l’emergenza,nell’agenda del Paese debba essere centrale «dareforza e continuità alle politiche di sostegno all’in-novazione; non rinviare ulteriormente liberalizza-zioni e semplificazioni; colmare il visibile ritardonel campo delle infrastrutture; attribuire un’effet-tiva centralità alla formazione, al capitale umanod’eccellenza e alla ricerca. Credo che solo cosìpotremo incidere su quella che è la più grave con-seguenza della crisi di oggi e allo stesso tempouna causa di recessione: ossia la disoccupazione,che in dodici mesi è aumentata di oltre due puntipercentuali e tra i giovani arriva a sfiorare il35%».L’Europa«Sono per natura un’ottimista, ma non mi nascon-do che la strada di un’autentica unione è in sali-ta, peraltro senza questa unione invano offriamouna prospettiva di sviluppo e di coesione socialeai cittadini europei… Il riequilibrio determinato alivello mondiale dall’emergere di nuove realtàproduttive spinge verso un uso delle risorse piùserio e oculato del passato. Il Fiscal Compactimpone vincoli sui saldi pubblici, ma avrà comun-que conseguenze non lievi sui flussi di spesa dimolti paesi dell’Unione Europea. Per evitare cheil Patto condizioni la dinamica di crescita dell’in-tera area è quindi essenziale da un lato che i paesiin condizioni migliori si orientino verso politichepiù espansive, dall’altro che l’Unione Europeaavvii un intenso programma di investimenti. Leurgenze dettate dalla crisi hanno attivato nellacomunità europea un processo di maturazione digrande spessore. Dopo il Fiscal Compact, in que-ste ultime settimane è stato annunciato l’avvio diun progetto di Unione Bancaria. Il primo passo ditale progetto è l’attribuzione alla Bce di un’ampiaserie di responsabilità: la vigilanza sulle bancheoperanti nel Vecchio Continente, la responsabilitàdel rilascio delle autorizzazioni bancarie, la valu-tazione di conformità ai requisiti patrimoniali e diquanto concerne leva finanziaria e liquidità, non-ché la vigilanza sui conglomerati finanziari. Lasostanza del progetto è il trasferimento a un’istan-za europea di poteri finora gestiti prevalentemen-te in una dimensione nazionale, in modo daaffrontare le crisi bancarie con rapidità e credibi-lità. Quello che si propone, quindi, è ben più delcoordinamento di una rete di autorità nazionali: èun processo di armonizzazione “verso l’alto”. Èauspicabile che al progetto sia riservato un iter diapprovazione approfondito, ma che sia realizzatoin tempi rapidi. È altresì auspicabile che il proget-to acquisisca l’adesione dei paesi europei esterniall’eurozona. A questo passo ne dovranno seguirealtri, tra i quali non ultimo la definizione di unregime unico di garanzia dei depositi».

citate quale ostacolo alla ripresa (la cita solo il 23% degli Italiani). Gli ostacoli principali alla ripresadel Paese sembrano invece essere: in primis l’asimmetrica distribuzione del reddito, che si sostanziasoprattutto nella disoccupazione giovanile (un ostacolo importante per il 48% degli intervistati) enella distribuzione del reddito in generale (per il 23%); il secondo sono le tasse, specie sui redditi (peril 36%) e sui consumi (per il 26%); al terzo posto troviamo l’inefficienza e l’inadeguatezza delloStato: debito pubblico (uno dei problemi principali per il 24%), l’assenza di politica economica (peril 24%), l’eccessiva presenza dello Stato (per il 9%). Eliminati sprechi e corruttele, gli Italiani riten-gono che la riduzione del debito pubblico debba passare più dal fronte delle entrate e dalla lottaall’evasione (il 45%) che dalla riduzione di spesa pubblica per i servizi (il 23%) e dall’alienazioni dibeni pubblici (il 19%). Comunque, per uscire dalla crisi l’Italia saprà trovare le energie necessarie

autonomamente, così la pensa il 38% degliItaliani; per il 35% la ripresa del nostro Paesenon può prescindere da quella europea, mentre il18% ne vede il volano fuori dall’Europa (Usa oEmerging Markets).L’indagine è stata realizzata, come ogni anno,nella settimana a cavallo tra settembre e otto-bre, tramite interviste telefoniche con tecnolo-gia Cati – Computer Aided TelephoneInterviews – ed è stata arricchita di alcuni deirisultati delle indagini congiunturali prodottedall’Istat e di altre indagini condotte da Ipsosnel 2012. Sono state svolte circa 1.000 intervi-ste, presso un campione rappresentativo dellapopolazione italiana adulta, stratificato in baseai seguenti criteri: area geografica e ampiezzadel centro, sesso ed età. In corso di elaborazio-ne i risultati sono stati ponderati al fine di ripro-durre fedelmente l’universo di riferimento.La ricerca integrale si può scaricare dal sitodell’Acri all’indirizzo http://www.acri.it/7_even/ 7_even_files/Acri_Ipsos_2012.pdf

izzatanzioneomicoincidemigliea del-e que-za dif-anchene delributolle ini-regoleità dei

mercati finanziari e creditizi nell’area dell’euro enell’Unione Europea. La creazione di un meccanismo unicodi vigilanza bancaria, la definizione dl un quadro normativoper la gestione e la risoluzione di crisi bancarie e l’introdu-zione di uno schema comune di garanzia dei depositi potran-no accelerare il processo di unificazione dei mercati finan-ziari e creditizi ed un più intenso coordinamento delle politi-che economiche e di bilancio. Anche da questo punto di vistasi conferma che per uscire dalla crisi è necessario andareavanti sulla via del completamento dell’unità europea. Nellacertezza che dai vostri lavori perverranno, come ogni anno,riflessioni importanti su questi temi, formulo a lei, gentilepresidente, agli autorevoli relatori ed a tutti i partecipanti ilmio più cordiale saluto e augurio di buon lavoro.

MA DEL PRESIDENTEA GIORGIO NAPOLITANO

mio

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attività internazionali

FONDAZIONI Novembre - Dicembre 2012

IL KNOW HOW DI FONDAZIONI4AFRICASI ESTENDE AL BURKINA FASO In occasione del suo intervento al Forum dellaCooperazione Internazionale (che si è tenuto aMilano all’inizio di ottobre), promosso dal relati-vo Ministero e supportato fra gli altri, in qualitàdi partner istituzionali, dall’Acri e dallaFondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, presi-dente di entrambi questi organismi, ha annuncia-to un progetto di impegno delle Fondazioni diorigine bancaria aderenti all’Associazione afavore del Burkina Faso. Coordinato dallaCommissione Acri per l’Attività delle Fon -dazioni nei Paesi in via di sviluppo, il progettonasce sulla scorta della positiva esperienza realiz-zata, a partire dal 2008, in Nord Uganda eSenegal da Fondazioni4Africa (iniziativa soste-nuta da Fondazione Cariplo, Compagnia di SanPaolo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena eFondazione Cariparma, a cui hanno poi aderitoFondazione Umano Progresso e Fondazione DeAgostini). In particolare in Senegal sono stati svi-luppati interessanti modelli di micro finanza alservizio di meccanismi di promozione dellasovranità alimentare e del ruolo della donna nellosviluppo di attività generatrici di reddito, nonchédi promozione del ruolo che i migranti possonosvolgere per lo sviluppo delle nazioni di prove-nienza tramite un’adeguata valorizzazione delleloro rimesse.L’intervento a favore del Burkina Faso consistein azioni di inclusione finanziaria delle popola-zioni locali e della diaspora in senso ampio, coninterventi volti al rafforzamento istituzionale eorganizzativo degli organismi di micro finanza,all’educazione finanziaria, all’offerta di prodottidi credito e investimento per sostenere attivitàproduttive nelle aree rurali target. «L’iniziativa,che valorizzerà il ruolo centrale svolto dalledonne in attività generatrici di reddito, – ha sot-tolineato Guzzetti – vuole innescare meccanismivirtuosi di promozione dello sviluppo integratodi filiera (per esempio quella del riso e delniebé), in cui risorse donate e risorse prestate sicompleteranno per sostenere interventi didimensioni diverse e produrre un impatto com-plessivo più ampio. La valorizzazione delruolo che le associazioni della diasporaburkinabè svolgono in interventi di co-sviluppo e nella promozione di parte-nariati tra Italia e Burkina Fasocostituirà, inoltre, un elemento carat-terizzante dell’intera iniziativa». Il progetto, di durata triennale (2013-2015), inizialmente avrà a disposizione 1milione e mezzo di euro (una cifra analogadovrebbe essere stanziata per ognuno deidue anni successivi) messo a disposizione da30 Fondazioni, che hanno anche destinato altri1,7 milioni di euro a Senegal e Nord Uganda,al fine di dare sostenibilità ad alcune attività quisviluppate negli anni precedenti. Per dareun’idea di ciò che in tre anni lì (vedi i duearticoli a lato) è stato realizzato daFondazioni4Africa ricordiamo che lerisorse complessive erogate sono state paria 11,1 milioni di euro. Ma perchè è stato scelto il Burkina Fasoquale paese a cui estendere la sperimenta-zione di Fondazioni4Africa? Si tratta diun paese centrale nella sempre più com-plessa situazione geopolitica, che ha dina-miche economiche e sociali simili a quellegià affrontate in Senegal; inoltre mostra unasignificativa presenza di soggetti italianidella cooperazione. In questo paese tra il2003 e il 2009, l’Aiuto Pubblico alloSviluppo (APS) ha rappresentato in mediacirca il 13% del Pil: il 40% proviene invecedal settore agricolo. Le ultime stime della

Banca Mondiale evidenziano che circa 325miliardi di dollari Usa sono stati trasferiti a livel-lo globale nel 2010 verso i paesi in via di svilup-po con una percentuale in crescita, in media, di+ 25% su base annua. Il Burkina Faso è il primopaese per numero di emigranti dell’Africa subSahariana con 1,6 milioni di emigranti pari al9,7% della popolazione. Nel 2010 il volume deiflussi delle rimesse verso questo paese è statopari a 11 milioni di dollari Usa che corrispondo-no all’1,4% del Pil (fonte World Bank). IlBurkina Faso è un paese chiave per l’intera arearegionale pesantemente investita dai gravi pro-cessi di destabilizzazione che stanno sconvolgen-do il confinante stato del Mali, dove movimenti

islamisti come Aqmi (Al Quada MaghrebIslamico) stanno acquisendo un peso sempremaggiore. Inoltre le rotte dei trafficanti di armi edi uomini passano da quell’area, mentre il feno-meno della siccità incombe nei paesi limitrofi,dando vita a una situazione potenzialmenteesplosiva. Un intervento di cooperazione sistemi-co può rappresentare davvero una strategia vin-cente per innescare processi virtuosi e rafforzareil ruolo strategico di questo paese per la stabilitàdell’area del Sahel. Intervenire in Burkina Faso in questo contesto,affrontando le principali problematicità che neimpediscono lo sviluppo socio-economico, signi-fica mantenere un focus preciso sull’inclusione

I risultati raggiunti dall’intervento di Fondazioni4Africa nel Nord Uganda stanno tuttiin una serie di dati che illustrano l’impatto dell’azione in diversi campi: dalla vita quo-tidiana all’istruzione, dalla sanità all’economia. Sono 120mila le persone per cui sonostate rese fruibili fonti d’acqua e lunghe oltre 50 km le strade di collegamento tra i vil-

laggi, rese nuovamente percorribili al fine di rivitalizzare l’agricoltura.Nel campo dell’istruzione sono state costruite o ristrutturate 10 scuole in villaggi di

aree rurali e realizzate case per insegnanti, latrine e servizi igienici, per un targetdi 5.566 studenti delle scuole primarie e secondarie; sono stati avviati 13 ortiscolastici, con programmi articolati di educazione alimentare.Per quel che concerne il settore sanitario sono state realizzate più di 60 visitesanitarie nei villaggi, 5mila sessioni di counselling (orientamento e sostegnoindividuale) e circa 14.500 test per l’Aids; 100mila persone hanno potutobeneficiare di servizi di base e specialistici presso il Lacor Hospital e i cen-tri periferici di Amuru, Opit e Pabo.

Sul fronte dell’economia: sono stati formati circa 1.000 agricoltori perla creazione di gruppi e reti di produttori; è stato realizzato un programma

di microcredito dedicato alla fascia più vulnerabile della popolazione, con 360beneficiari che hanno avviato altrettante micro attività generatrici di reddito; è

stato sostenuto il consolidamento di una cooperativa di produzione artigiana-le i cui 150 membri sono principalmente donne con handicap o sieropositive;è stato inaugurato un media center dedicato ai giovani, con programmi dialfabetizzazione informatica e avvio alle nuove tecnologie di comunicazionee alla produzione fotografica. È stata infine realizzata una mostra fotografi-ca interamente prodotta dai ragazzi di Kalongo, in collaborazione conFotografi Senza Frontiere, che ha girato l’Italia toccando le piazze diMilano, Siena, Parma, Torino e Novara, per raccontare le sfide di un terri-

torio nel post guerra civile, testimoniate da due delegazioni di studenti einsegnanti ugandesi in Italia, le quali hanno incontrato le scolareschedei territori che hanno ospitato la mostra. Le organizzazioni che hanno implementato il progetto in Nord Ugandainsieme ai loro partner locali sono: Amref, Avsi, Cesvi, Coopi, GoodSamaritan, Fondazione Corti, Associazione gruppi Insieme si può.

Acqua e scuole per il Nord Uganda

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attività internazionali

FONDAZIONI Novembre - Dicembre 2012

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micro finanza legati alla copertura delle spesesanitarie delle famiglie (mutuelle de santé) o pro-dotti tesi a valorizzare il risparmio dei migrantiburkinabé attraverso istituzioni di micro finanzalocali (individuazione di prodotti di credito,risparmio, investimento, assicurazione ad hoc perla diaspora burkinabè residente in altri paesi afri-cani e in Europa). In tale ambito potranno esserepromosse anche attività di educazione finanziariasia a beneficio dei migranti in Italia, sia rivoltealle loro famiglie in Burkina. Sul fronte della promozione delle filiere agricolesaranno previsti percorsi di accompagnamen -to/assistenza tecnica/rafforzamento gestionale eistituzionale rivolti ai diversi soggetti operantilungo tutta la catena del valore di specifici pro-dotti agricoli, coinvolgendo associazioni di pro-duttori, organizzazioni operanti nella trasforma-zione, nel confezionamento, nel trasporto e nellacommercializzazione degli stessi prodotti. In merito alle azioni a favore delle donne coinvol-te in attività generatrici di reddito o impegnatenella creazione e sviluppo di micro imprese o diimprese sociali, saranno realizzate attività forma-tive e di accompagnamento nella elaborazione dibusiness plan e specifici strumenti gestionali, alfine di supportare le realtà imprenditoriali femmi-nili nel raggiungimento della sostenibilità econo-mica e finanziaria delle loro iniziative produttive.Saranno inoltre realizzati interventi di rafforza-mento istituzionale delle organizzazioni femmi-nili coinvolte e di assistenza tecnica in campo tec-nico e commerciale. L’intervento mira anche asostenere forme di investimento produttivoavviate in Burkina da imprenditori locali, impren-ditori italiani o migranti. A tal fine verrannoaccompagnate istituzioni di micro finanza o altreorganizzazioni a sviluppare prodotti di creditoadatti a investimenti produttivi di dimensioni pic-cole e medie (mesofinanza, equity capital) effet-tivamente coerenti con le esigenze di aziende pri-vate avviate da soggetti locali, italiani o da socie-tà miste italiane e burkinabè. Potranno essere rea-lizzate anche azioni pre-competitive (quali, peresempio, analisi di mercato, analisi di filiere pro-duttive, identificazione di prodotti finanziari, ecc)volte a promuovere un ambiente favorevole agliinvestimenti in Burkina Faso.Nel progetto saranno coinvolte associazionidella diaspora burkinabè presenti in Italia e atti-ve nel loro paese d’origine saranno coinvolte inprogetti di sviluppo comunitario e di solidarie-tà; verranno organizzate in Italia attività di

formazione, assistenza tecnica, rafforza-mento istituzionale (anche nell’ottica di

una loro progressiva strutturazione inreti e federazioni regionali onazionali) e in Burkina saràgarantito un accompagnamen-to continuativo e concretonella realizzazione dei pro-

getti di sviluppo che queste orga-nizzazioni già stanno implementan-

do o che intendono avviare nelle lorocomunità d’origine, al fine di rendere tali

interventi realmente coerenti con i piani disviluppo decisi a livello locale. Sarà attiva-

ta un’ adeguata collaborazione consoggetti della società civiledella comunità di provenienza,onde assicurare risultati efficacie sostenibili degli interventi dico-sviluppo sul terreno. Saràinoltre valorizzato il ruolo che

le organizzazioni della diasporaburkinabé potranno svolgere nella

creazione e nella promozione di partenariati traterritori italiani e burkinabè.

finanziaria delle popolazioni locali e della dia-spora in senso ampio, con interventi volti al raf-forzamento istituzionale e organizzativo delleistituzioni di micro finanza, all’educazione finan-ziaria, all’offerta di prodotti di credito e investi-mento per sostenere attività produttive nelle areerurali target, alla valorizzazione del risparmio deimigranti presenti in Italia attraverso le istituzionidi micro finanza in Burkina Faso. Il progetto prevede di mettere in campo azioni disostegno alla micro finanza legata ad attività dipromozione di filiere agricole (come, per esem-pio quella del riso e del niebé) o in relazione conattività generatrici di reddito e attività produttiveche coinvolgano in particolare gruppi di donne

(impegnate, per esempio, nella filiera della tra-sformazione della plastica riciclata o in altre atti-vità di imprenditoria femminile nelle zone ruralio urbane). Tali azioni comprenderanno sia attivi-tà di accompagnamento/assistenza tecnica, raf-forzamento istituzionale e gestionale di istituzio-ni di micro finanza, sia interventi volti a identifi-care e sviluppare specifici prodotti di microfinanza da utilizzare nelle diverse fasi della filie-ra (come per esempio gli strumenti della bancadelle sementi, del warrantage o della microassi-curazione agricola). Sempre nell’ambito delleazioni volte a sostenere l’inclusione finanziariadelle popolazioni rurali del Burkina, saranno svi-luppati interventi volti a sperimentare servizi di

In Senegal l’intervento di Fondazioni4Africa si è concen-trato sul fronte dell’economia, del credito e dei rappor-ti con l’Italia. Sono state realizzate 7 strutture (centri dicondizionamento, centri di raccolta, trasformazione,e vendita, minilatterie, locali attrezzati) volte arafforzare le filiere produttive della frutta, delpesce e di altri prodotti agricoli trasformati; lestrutture sono gestite da 10 associazioni di pro-duttori/allevatori e oltre 30 gruppi di donne.Inoltre sono state attivate 5 strutture ricettive diturismo responsabile (che hanno già raggiunto laloro sostenibilità economica e finanziaria), dota-te di sistemi alternativi di generazione dell’ener-gia e completate da un laboratorio professionaleper la produzione di batik, una buvette e un merca-to per l’accoglienza dei turisti. Sul piano del credito è statacreata una piattaforma per la canalizzazione delle rimesse dei migranti attra-verso le organizzazioni di micro finanza in Senegal e sono state rafforzate einformatizzate 3 unioni di micro finanza, che raggruppano 35 casse di base econtano oltre 33mila membri; per il loro funzionamento sono stati formati 800esperti. Per quel che riguarda i rapporti con l’Italia: sono stati rafforzati 10 par-tenariati tra autorità locali italiane e senegalesi e in tutta la penisola nel corso del2011 sono stati organizzati 8 eventi pubblici nell’ambito di “Carovana4Africa”.Infine 2mila ragazzi di oltre 30 scuole medie superiori italiane e senegalesihanno partecipato ad attività di sensibilizzazione e educazione alla mondialitàrealizzate con la partecipazione di animatori migranti (60 gli educatori coinvol-ti e 4 i partenariati didattici promossi tra Italia e Senegal). Il progetto in Senegalè stato implementato da 4 Ong italiane (Acra, Cisv, Coopi, Cospe), un centro diricerca (Cespi), 8 associazioni di migranti senegalesi attive in Italia e in Senegal(Associazione Senegalesi di Torino, Associazione Stretta di Mano, AssociazioneSenegalesi della Provincia di Parma, Associazione Trait d’Union, Sunugal, Casto,Associazione Senegalesi di Poggibonsi, Associazione Insieme di Faenza).

Anche in Senegal le donne al centro

1,5 milioni di euro per l’inclusione finanziaria delle popolazionilocali e il sostegno alle attività agricole autosostenibili nel tempo

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«Per superare la grave crisi economica che inve-ste non soltanto il Mezzogiorno ma l’intero Paese,occorre un impegno comune che metta da parteparticolarismi localistici e corporativi, lavorandoper progetti e non per enunciazioni. A questo fineè fondamentale l’azione svolta dalle tante realtàassociative che si riconoscono nel progetto dellaFondazione, chiamate a valorizzare, attraversoun’attività capillare di promozione sociale, cultureed esperienze differenti ma tutte accomunate dallavolontà di costruire nel Paese un clima di fiduciae di partecipazione». Sono queste le parole che ilPresidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,ha inviato ai partecipanti all’iniziativa “A Torinocon il Sud”, organizzata per il suo sesto anniversa-rio dalla Fondazione con il Sud. Sono trascorsi seianni da quando, il 22 novembre del 2006, leFondazioni di origine bancaria e le rappresentanzedel terzo settore e del volontariato costituivano la“Fondazione per il Sud” (dal 2011 Fondazione conil Sud) per promuovere l’infrastrutturazione socia-le del Mezzogiorno. Un arco temporale in cui èstata promossa la cultura del “fare rete” al Sud,avviando iniziative e sperimentando modelli diintervento in ambiti strategici per il meridione:contrasto alla dispersione scolastica, interventi per“attrarre” i cervelli, promozione e valorizzazionedei beni comuni, innovazione nell’ambito socio-sanitario, integrazione degli immi-grati, sostegno al welfare di comuni-tà. In sei anni la Fondazione ha favo-rito la nascita delle prime tre “fonda-zioni di comunità” meridionali (Sa -ler no, Na po li, Messina) e ha sostenu-to oltre 400 progetti “esemplari”,coinvolgendo più di 5.300 organizza-zioni di diversa natura e oltre 1.600“destinatari diretti”, soprattutto gio-vani (il 41% minori), assegnandocomplessivamente circa 90 milioni dieuro. Un percorso originale che vedediverse culture cooperare per uncomune obiettivo e le comunità deiterritori decidere il loro futuro, propo-nendo e realizzando interventi in rete.Un percorso, dunque, che va raccon-tato e condiviso. Per questo, dopo lamanifestazione dello scorso anno alle

Catacombe di San Gennaro a Napoli per i primicinque anni di attività, la Fondazione con il Sud, inquanto espressione di un disegno unitario e nazio-nale, ha deciso di “festeggiare” i suoi anniversarialternativamente in città del Sud e del Nord Italia.Per il sesto anniversario la manifestazione si èsvolta a Torino, il 28 e il 29 settembre, presso laPiazza dei Mestieri, luogo simbolo dello sviluppo

delle creatività e dei talenti dei giovani. L’evento,organizzato in collaborazione con la Compagnia diSan Paolo e la Fondazione Crt, ha posto l’accentosul protagonismo dei giovani, sul ruolo del terzosettore e del privato sociale e sulle esperienzematurate in questi anni al Sud con l’obiettivo di“condividerle” con il resto del Paese. Più in gene-rale la manifestazione “A Torino, con il Sud” haaffrontato il tema del sociale come condizione fon-

damentale per lo sviluppo dell’Italia e fattore cheunisce il Nord e il Sud, segnalando la necessità disperimentare maggiormente e di promuovere unmodello di sviluppo con un approccio “alternati-vo” a quello tradizionale basato su parametri mera-mente economici, che ponga invece al centro delprocesso la “coesione sociale”. Durante la duegiorni si sono svolti incontri e seminari di appro-fondimento, laboratori, spettacoli, iniziative itine-ranti nelle periferie torinesi, con la partecipazionedi associazioni e organizzazioni del terzo settore edel volontariato italiano, delle fondazioni, delleistituzioni, dei giovani e delle comunità locali delNord e del Sud. L’evento ha visto una massicciapartecipazione (ogni incontro in plenaria è statoseguito da oltre 600 persone) e l’adesione di ope-ratori e osservatori provenienti da tutta l’Italia.Durante i seminari si è discusso di economia civi-le e di formazione del terzo settore (presenti 300responsabili di organizzazioni del terzo settore edel volontariato meridionali coinvolti dal progettoFQTS - Formazione Quadri Terzo Settore), discuola e di educazione dei giovani, di legalità e dibeni confiscati alle mafie, di comunità e welfare, dicomunicazione sociale e media civici, avviandouna riflessione comune e condividendo esperienzeconcrete messe in pratica nel Mezzogiorno chepossono contaminare il Nord, superando lo stereo-

tipo dello sviluppo a senso unico el’idea di una Italia a doppia velocità.Tra i presenti agli incontri: CarloBorgomeo presidente della Fondazio -ne con il Sud, Giuseppe Guzzetti pre-sidente dell’Acri, Andrea Olivero, por-tavoce del Forum Terzo Settore, LuigiCiotti presidente di Libera, i rappre-sentanti del Governo, come il ministroper la Coesione Territoriale FabrizioBarca e il sottosegretario all’IstruzioneMarco Rossi-Doria, e delle istituzioninazionali e locali, come il vicepresiden-te del Consiglio Superiore della Ma -gistratura Michele Vietti e il sindaco diTorino Piero Fassino, nonché delleFondazioni di origine bancaria, comeSergio Chiamparino presidente dellaCompagnia di San Paolo e Alide Lupoconsigliere della Fon dazione Crt.

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Fondazione con il Sud

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FESTEGGIATO A TORINO IL SESTO ANNIVERSARIOUn percorso basato sulla capacità di “fare rete”

In sei anni la Fondazione ha realizzatooltre 400 progetti, assegnando

90 milioni di euro e coinvolgendopiù di 5.300 organizzazioni e 1.600 “destinatari diretti”

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A Polistena (Rc), importante centrodella Piana di Gioia Tauro, a breve sitaglierà il nastro tricolore: taglio diinaugurazione, ma soprattutto tagliocol violento e illegale passato. Quelloche era il palazzo dei Versace, la piùpotente famiglia della ‘ndranghetalocale, diventerà un centro di acco-glienza, formazione, inserimentolavorativo, integrazione culturale eassistenza sanitaria. Un palazzo asse-gnato, dopo la confisca, alla parroc-chia di Santa Marina Vergine eMartire, che si è impegnata a realiz-zare all’interno dello stabile un pro-getto per la valorizzazione e l’autoso-stenibilità dell’immobile. La rinasci-ta di “Palazzo Versace” verrà realiz-zata in partnership con Libera, lacooperativa sociale Valle del Marro -Libera Terra, l’associazione di volon-tariato Il Samaritano, Emergency e laFondazione Il Cuore si scioglie. Grazie al contributo della Fonda -zione con il Sud che sostiene il pro-getto “Libera Mente Insieme”, il Pa -lazzo Versace, un tempo simbolo delpotere mafioso, oggi rappresenta il

simbolo della speranza e del riscatto.Cinque piani all’ingresso del paese,nel quartiere della Catena, quello piùproblematico, feudo incontrastatoanche oggi di gruppi mafiosi. Lì cisono le loro case, ma il palazzo daoggi non è più “cosa loro” ma “cosa ditutti”. Al pianterreno, in 170 metriquadrati, c’era untempo il Bar 2001, bat-tezzato così negli anniOttanta da una coscache diceva «Siamo noiil futuro». Luogo diincontri e di affari. Per imafiosi e i loro alleati,ma purtroppo anche ditanti giovani. «La zonadove sorge il palazzonon solo è il quartiere generale dialcune famiglie mafiose – spiega ilparroco don Pino Demasi, vicariogenerale della Diocesi di OppidoPalmi e referente di Libera –, ma èuna zona dove mancano centri diaggregazione per i giovani. L’unicopunto di incontro, oltre alla strada,era fino a qualche tempo fa proprio il

bar, con tutti gli aspetti negativi chene seguivano: dallo spaccio di drogaal reclutamento della manovalanzamafiosa». Proprio per questo si è deciso di rea-lizzare al pianterreno un centro diaggregazione giovanile, uno sportel-lo di accoglienza e ascolto, laborato-

ri per la formazioneprofessionale, la “Bot -te ga dei sapori e deisaperi della legalità”,con la massima visibili-tà e trasparenza: ampievetrate per far vedereanche da fuori le attivitàche vi si svolgeranno.Attività di benesseresociale, di giustizia, di

riconoscimento dei diritti e dei bisognidelle persone. Il Palazzo era l’im-pronta di cemento armato del poteremafioso. Luogo dove si svolgevanole feste di matrimonio negli enormisaloni al primo piano. Si ricordanoquelle lussuose di qualche rampollodella cosca. «C’era la fila fin sullastrada per consegnare la “busta”.

Quel “regalo” che tutti sono ancoraoggi obbligati a portare. Non meno di100 euro. È una sorta di assicurazio-ne» chiosa don Pino. Ma ora anche ilgrande salone farà parte del nuovoprogetto di recupero che sta per esse-re ultimato, con i piani superiori dedi-cati a spazi di integrazione multicul-turale, a un ristorante e a un ostellodove ospitare le migliaia di giovanivolontari che ogni anno scelgonol’impegno civile contro le mafie,lavorando sui beni confiscati. Ma cisarà anche un poliambulatorio diEmergency per prestazioni sanitariegratuite per immigrati e persone,anche italiane, in stato di bisogno. Epoi borse d’inserimento lavorativo,nell’ambito delle attività del palazzo esui terreni confiscati alla mafia. Lavorovero per immigrati e giovani che saran-no formati adeguatamente. Occu -pazione tramite i beni confiscati persmontare l’odioso mito della mafia chedà lavoro. Certo la strada sarà lunga.«Siamo convinti che il quartiere cam-bierà – dice don Pino – e si avvicineràa questa casa comune».

Fondazione con il Sud

FONDAZIONI Novembre - Dicembre 2012

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LA CALABRIA DEL RISCATTO

VERSO RIFIUTI ZERO

Ogni anno in Italia finiscono in discarica 15 milioni di tonnellate di rifiutiurbani, il 48% del totale prodotto e oltre il 65% dei rifiuti raccolti, ponendoil nostro Paese agli ultimi posti per la sensibilità ambientale, in termini, adesempio, di percentuale di produzione, raccolta, riciclo, riuso dei rifiuti. Nel2010 la media di rifiuti urbani prodotti nei 116 comuni capoluogo di provin-cia è stata di 533 Kg per abitante (quella europea è inferiore di 23 Kg)mostrando un andamento crescente rispetto agli ultimi tre anni (+0,9%).All’interno di questo scenario, la Fondazione con il Sud ha deciso di pro-muovere un bando specifico per fornire ad associazioni e organizzazionidel terzo settore, in partnership con altri soggetti pubblici e privati, l’oppor-tunità di proporre soluzioni innovative e interventi efficaci in termini diprevenzione e riduzione dei rifiuti a monte, attraverso la partecipazione deisoggetti coinvolti nella produzione, distribuzione e commercializzazione diprodotti e servizi. Il bando scade il 6 marzo 2013 e mette a disposizione 5milioni di euro. Si rivolge alle realtà non profit presenti nelle province delSud più virtuose in termini di produzione dei rifiuti pro-capite (Potenza inBasilicata, Cosenza e Vibo Valentia in Calabria, Avellino e Benevento inCampania, Foggia e Lecce in Puglia, Nuoro in Sardegna, Caltanissetta edEnna in Sicilia) per interventi in rete capaci di favorire la riduzione deirifiuti da conferire in discarica, senza necessariamente richiedere una ridu-zione dei consumi da parte dei cittadini, ma semplicemente promuovendoscelte più consapevoli in termini di impatto sull’ambiente. Vanno in talsenso le soluzioni alternative ai prodotti “usa e getta” e, a valle, lo sviluppodi iniziative di riuso e rici-clo di beni di diversa naturaprima che entrino nel ciclodei rifiuti. A titolo puramen-te indicativo, potrannoessere selezionati e finan-ziati progetti che prevedanol’attivazione di meccanismidi riuso, riutilizzo o ricon-versione di prodotti usati, lacreazione di punti di raccol-ta differenziata “pre-disca-rica”, l’installazione dipunti di distribuzione “allaspina” dei prodotti comelatte, acqua, detersivi, ac -cordi con scuole e asili perla sostituzione di prodottiusa e getta con materialiriutilizzabili, ecc.

Un bene confiscato si trasforma in un polo di aggregazione

Palazzo Versace:da effigie di‘ndrangheta

a simbolodi speranza

Dalla memoriaallo sviluppo sostenibile

Un ecomuseo sul mare, un luogo dove passato e presente si incontrano,dove è possibile ricostruire il legame di Palermo e dei suoi abitanti conil mare, un legame che oggi sembra quasi del tutto scomparso: sono que-sti i punti chiave del progetto “Mare Memoria Viva”, promosso dall’as-sociazione culturale Clac in partnership con associazioni, istituzioni,università e privati e sostenuto dalla Fondazione con il Sud con il BandoStorico artistico e culturale del 2011. All’interno della tonnara della bor-gata di Vergine Maria (Pa), attualmente in fase di ristrutturazione, sorge-rà lo spazio museale “Mare Memoria Viva” che, attraverso immagini,documenti, testimonianze, materiale audio e video, racconterà le storie ele memorie individuali e collettive delle identità palermitane legate almare. La “memoria viva del mare” sarà raccontata soprattutto attraversol’ascolto e il coinvolgimento degli abitanti, in un lavoro collettivo sullastoria e sull’identità, lavorando sul senso di appartenenza, sulla consape-volezza di cosa può essere risorsa per un quartiere e una città, sulle sto-rie dei singoli e delle famiglie e sugli oggetti che le raccontano. Il per-corso è stato avviato, attivando i primi laboratori di sartoria ed ecodesign, gli eventi e l’individuazione di un itinerario turistico capace dipromuovere e valorizzare le vecchie borgate costiere. Attualmente è incorso la costruzione della “Mappa di comunità” della costa di Palermo,che racconterà, in una narrazione collettiva, il legame tra persone e luo-ghi del mare. Una mappa emozionale, della memoria e del presente, chesarà fruibile sul web, sotto forma di geoblog, a cui tutti potranno contri-buire aggiungendo contenuti, immagini, video, parole, suoni.

Fino al 6 marzo 2013 c’è il Bando Ambiente

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caleidoscopio

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Il Journal of Biological Chemistry, rivi-sta della Società americana di biochimi-ca e biologia molecolare, ha appena pub-blicato i risultati di uno studio condottodall’Università di Urbino, co-finanziatodalla Fondazione Cassa di Risparmio diFano, dove viene descritta la base mole-colare di un possibile trattamento farma-cologico per i pazienti affetti da AtassiaTelangiectasia. L’atas sia è una malattiaereditaria rara e incurabile che si manife-sta nei bambini sin dai primi anni di vita,costringendoli sulla sedia a rotelle giàdai 10 anni. Dietro a questa scoperta cisono due ricercatori: Sara Biagiotti (sup-portata da una borsa di studio finanziatainteramente dalla Fondazione Cr Fano) eMichele Menotta del Dipartimento diScienze Bio-molecolari dell’Universitàdegli Studi di Urbino, che hanno scoper-to i meccanismi bio-molecolari sottesialla sorprendente efficacia terapeuticadimostrata dal farmaco. La patologia A-T determina, nella maggior parte deipazienti, l’assenza totale della proteina

ATM. Questa riveste un ruolo chiave indiversi processi cellulari, sicché la suaassenza causa la compromissione dinumerosi meccanismi fisiologici. Grazieagli studi condotti, è stato ora dimostratoche il trattamento con analoghi dei glu-cocorticoidi ripristina una versioneaccorciata della proteina ATM.L’induzione di tale proteina dunquepotrebbe determinare il ripristino diun’attività enzimatica residua, utile acompensare la deficienza della proteinaosservata nell’A-T.

Atassia: s’intravede una cura

In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio,la Fondazione e la Cassa di Risparmio di Bra hannopromosso una duplice iniziativa. Da un lato un con-corso che invitava gli studenti a misurarsi con elabo-rati, disegni o fotografie sul tema “risparmio” nellasua accezione più ampia (economico, energetico eambientale etc.). Dal l’altro un’originale indaginesvolta dai bambini delle scuole elementari braidesi,che hanno intervistato nonni e genitori, ma anche sestessi, sul risparmio di ieri e di oggi. Ne è risultato unlavoro puntuale, da cuiemerge una fotografianitida del percepito di tregenerazioni riguardo aun tema, quello delrisparmio, che trova tuttid’accordo su un punto: sitratta di un valore. Il denaro è vissuto come un fatto-re che pone dilemmi – spendere o risparmiare? – e gliinterrogativi aiutano i giovani a riflettere e a gestire ipropri desideri, a pensare al futuro, a comporre gra-datamente la frattura tra il principio del piacere equello della realtà. L’educazione al risparmio si pro-pone dunque come una tappa importante per la for-mazione, che aiuta i ragazzi a comprendere i mecca-nismi del nostro mondo, a crescere in autonomia e apassare dai capricci alle scelte.

A Bra scegliere è crescere

Alle fasce deboli della popolazione con-tinua a non mancare l’attenzione delleFondazioni di origine bancaria. LaFondazione Cr Foligno ha varato unpiano di 350mila euro per un’iniziativadi distribuzione coordi-nata e gratuita di generialimentari e beni diprima necessità chegravita intorno a un“Empo rio Solidale”,che sarà inaugurato afine dicembre. Si trattadi un vero e propriosupermercato che nasceper concorrere ad argi-nare l’emergenza so -ciale, ma al contemposi propone come luogo di realizzazionedi una rete di solidarietà, capace disostenere percorsi di accompagnamentodei nuclei famigliari in difficoltà. LaFondazione si fa carico di finanziare gliinterventi di ristrutturazione e di ade-guamento dei locali e delle relative

attrezzature siti in Santa Maria inCampis di Foligno, messi a disposizio-ne della Caritas Diocesana proprio perdar vita all’“Emporio Solidale”; per iprimi 18 mesi della sua attività, inoltre,

la Fondazione assicu-rerà la totale coperturafinanziaria di 200/300card abilitate all’ac-quisto dei beni diprima necessità, desti-nate ad altrettantefamiglie individuate diconcerto con il Co -mune e con la Caritas.Le card avranno unavalidità non superiorea sei mesi e non sono

rinnovabili. Dopo i primi 18 mesi,l’Emporio si autososterrà con le dona-zioni di privati, le forniture gratuite diaziende, il lavoro dei volontari e i pro-dotti dell’orto solidale. La CaritasDiocesana si avvarrà anche della colla-borazione della Caritas Nazionale.

L’EMPORIO SOLIDALE

A partire dal 2002 la Fondazione Cassa diRisparmio di Tortona ha dato avvio a un progettopluriennale per arricchire l’offerta formativa eimplementare la dotazione di strumenti didatticidelle scuole del Distretto di Tortona e della ValBorbera. L’obiettivo è contribuire localmente allosviluppo di una moderna “scuola dell’innovazio-ne”, fondata sull’interesse e la motivazione deigiovani, sulla sperimentazione attiva e in grado dipotenziare le loro capacità critiche e decisionali.Tra il 2002 e il 2012, attraverso la diffusione con

cadenza annuale di un bando indirizzato a tutte lescuole del Distretto, la Fondazione ha stanziatocomplessivamente circa 1,7 milioni di euro, ripar-titi sulla base di progetti e piani di investimentopredisposti dai vari istituti tenendo conto delleproprie specificità e delle proprie carenze più rile-vanti. Molto vario il panorama dei progetti finan-ziati: si va dall’acquisto di personal computer,ausili didattici e strumenti di laboratorio al finan-ziamento di corsi di studio a carattere innovativoo sperimentale e di progetti di orientamento sco-lastico. L’intervento della Fondazione, nell’otticadel potenziamento degli strumenti didattici adisposizione degli istituti scolastici, ha cercato disvincolarsi dalla tradizionale logica dell’incre-mento quantitativo dei supporti, privilegiando,nella selezione delle iniziative, la “qualità” delprogetto in relazione alle risorse umane messe adisposizione dalle singole scuole e all’aggiorna-mento delle attrezzature rispetto alla continua evo-luzione tecnologica. A partire dal 2006 l’iniziativaè stata estesa anche alle scuole elementari e ai cen-tri di formazione professionale, nella convinzioneche la formazione sia una risorsa che accompagnal’individuo lungo tutto l’arco della vita.

LA SCUOLA GUARDA AL FUTURO

Le drammatiche scosse degli eventi sismici registrate il 20 eil 29 maggio 2012 hanno inferto danni gravissimi al patri-monio artistico dell’area bolognese, ferrarese, modenesee reggiana. Centri storici quali Cento, Crevalcore,Galliera, Pieve di Cento e Sant’Agostino, gravitanti nelterritorio tra Bologna e Ferrara, hanno visto seriamentecompromessi, per cedimenti, crolli e fessurazioni perico-lose, i principali edifici ecclesiastici antichi, con ilrischio della perdita di importanti opere d’arte che vierano conservate. Gli interventi eroici dei Vigili delFuoco e l’impegno dei funzionari delle Soprintendenzehanno messo in sicurezza le opere mobili di maggior pre-gio, ora ricoverate nelle vaste sale del Palazzo Ducale diSassuolo, negli ambienti messi a disposizione da privatia Pieve di Cento, nei depositi allestiti presso ArtDefender a Bologna e in quelli presso la stessaPinacoteca Nazionale di Bologna.Per attirare l’attenzione del pubblico sulla gravità dellacondizione e sullo stato di precarietà in cui versano gli edi-fici lesionati e di informarlo circa i rischi di cancellazione

di testimonianze storiche delle diverse comunità civiche,la Fondazione Carisbo ha allestito (presso Palazzo Fava

a Bologna fino al 6 gennaio 2013) una mostra da titolosignificativo: “Salvati dal terremoto”. Sono espostealcune opere molto importanti di scuola bolognese dalCinquecento al Settecento. Tra queste la grande pala diLudovico Carracci della Pinacoteca Civica di Cento(uno dei capolavori del grande maestro bolognese, fir-mato e datato 1591), due importanti dipinti del Guercino(la giovanile Sibilla della Fondazione Cassa diRisparmio di Cento; la grande Annunciata della colle-giata di Pieve di Cento, del 1646), due pale d’altare diUbaldo Gandolfi e inoltre solenni, austeri e seducentidipinti di Lorenzo Sabbatini (in foto il Gesù CristoCrocifisso di Palata Pepoli), Denys Calvaert, AlessandroTiarini, Giovan Francesco Gessi, Ludovico Lana e altri:testimonianze significative della pittura emiliana che perlungo tempo saranno sottratte alla pubblica visione inconseguenza della precarietà strutturale degli edifici, siaecclesiastici sia civili, che finora le hanno custodite.

Salvati dal terremoto

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caleidoscopio

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Dodici giovani fotografi provenientida tutta Europa sono i protagonistidella prima edizione dell’EuropeanPhoto Exhibition Award (Epea),un’iniziativa voluta e promossa daquattro fondazioni del continente: laFondazione Banca del Monte diLucca (Italia), la Fundção CalousteGulbenkian (Portogallo), l’Insti -tusjonen Fritt Ord (Norvegia) e laKörber-Stiftung (Germania). Aifotografi è stato chiesto di “raccon-tare” le problematiche e le opportu-nità offerte dall’incontro delle diver-sità culturali in Europa. I progettifotografici dei partecipanti vengonopresentati nel catalogo e in unamostra itinerante che sarà ospitatanelle principali sedi espositive e neipiù importanti festival europei, apartire dal Paris Photo. Fino al 6gennaio 2013 la mostra farà tappa inItalia presso la sede della Fon -dazione Banca del Monte di Lucca(ingresso gratuito). Gli artisti sele-

zionati per il primo European PhotoExhibition Award sono: Ca tarinaBotelho, José Pedro Cortes, Ga -briele Croppi, João Grama, MonicaLarsen, Frederic Lezmi (nella foto lasua “Vulcan”), Pietro Masturzo, Han -nah Modigh, Davide Monteleone,Linn Schröder, Marie Sjøvold,Isabelle Wenzel.

SCATTI D’EUROPA

I dati sono preoccupanti: l’80% delle vittime della trat-ta degli esseri umani sono donne. Il loro tragico desti-no è segnato in prevalenza da finalità di sfruttamentosessuale (76%), ma anche per motivi di lavoro, accat-tonaggio forzato e servitù domestica. Nella maggiorparte dei casi le vittime provengono da Romania,Bulgaria, Polonia e Ungheria; al di fuori dell’Ue, arri-vano prevalentemente da Nigeria, Vietnam, Ucraina,Russia e Cina. Inoltre il crescente rischio di povertà edesclusione sociale causato dalla crisi attuale rendequanto mai necessario agire per prevenire e ridurre lavulnerabilità allo sfruttamento e alla violenza di donnee minori. Di questi dati drammatici si è discusso il 26novembre a Milano nel corso di un incontro promossodalla Fondazione Cariplo in occasione della Giornatacontro la violenza sulle donne indetta dall’Onu. L’iniziativa è stata anche l’occasione per ricordare lafigura umana e intellettuale, a due anni dalla scompar-sa, di Maria Paola Colombo Sve vo, grande pro -tagonista e sostenitrice degli interventi idonei a ridur-re il fenomeno della tratta degli esseri umani e a pro-teggere le vittime. Una donna che ha speso tutta la vitanella promozione della coesione sociale, ricoprendoincarichi di responsabilità all’interno di istituzioni ita-liane ed europee, ed è stata membro della Com -missione Centrale di Beneficenza della Fon dazioneCariplo. In suo nome è nato il progetto “MonzaInsieme”, voluto dalla Caritas di Monza e dallaCooperativa Novo Millennio. Il progetto riuniscevarie iniziative sociali del territorio; tra queste: unpensionato femminile in fase di realizzazione, graziea un’erogazione di 1,5 milioni di euro dellaFondazione Cariplo; una comunità educativa cheaccoglie ragazze dai 14 ai 18 anni che provengono dasituazioni famigliari fragili; la costituenda Fon -dazione Monza Insieme che avrà l’obiettivo di inco-raggiare iniziative volte alla diffusione della culturadella carità, della solidarietà e dell’accoglienza.

Per le donne

«È una testimonianza preziosa su Siena e per Siena, un tassello che va avalorizzare il già straordinario mosaico culturale senese. Omaggio allacultura, alla città e al territorio; un atto di fiducia e speranza, nonostantele difficoltà del momento, con l’auspicio che si affaccino anni migliori».

Con questo messaggio di ottimismo a guardare avanti, il presi-dente della Fondazione Monte dei Paschi, Gabriello

Mancini ha presentato il volume “La ceramica aSiena dalle origini all’800”. Si tratta di un’ope-

ra che vuole essere un punto di partenza persviluppare indagini più approfondite sulla

produzione di maiolica a Siena, tema sucui non disponiamo, sino ad oggi, diuno studio organico e complessivo.“La ceramica a Siena” è un testo di302 pagine, maneggevole nellaconsultazione e particolarmentescorrevole nella lettura, stimolatadalle numerose vivide immaginiche, spesso a tutta pagina, metto-no in risalto le particolarità e ledelicate sfumature di colore deisoggetti riprodotti su piatti, boc-cali, brocche, albarelli, utelli,orcioli, mattonelle, targhe emolto altro ancora.

La ceramica a Siena

Copre tutte le scuole di ogniordine e grado della città diFossano il progetto di educazio-ne finanziaria ideato daGiuseppe Ghisolfi, presidentedella locale Cassa di Rispar -mio, che lo realizza insiemeall’omonima Fon dazione, pre-sieduta da Antonio Miglio(entrambi nella foto, rispettiva-mente alla destra e alla sinistradi Giuseppe Guzzetti).Dalle elementari fino alle supe-riori, passando per le medie, ilprofessor Ghisolfi intervienenelle scuole, d’intesa e sinergiacon gli insegnanti, con lezioni etestimonianze utili ad avvicinarei ragazzi alla cultura del rispar-mio e avvalendosi di un’accatti-vante pubblicazione informati-va, curata dalla banca e conse-gnata ai ragazzi, che riassume lastoria del risparmio, trasmetten-do ai piccoli studenti le prime

nozioni sulla storia della mone-ta, la nascita dell’euro e il con-cetto di salario. «Il risparmio sta soffrendo – hadetto il presidente dell’AcriGuzzetti nel suo mes saggio ai gio-

vani fossanesi riuniti il 30 novem-bre presso il Teatro “I Portici” inoccasione della premiazione delconcorso “Inventa il risparmio”,promosso da Fon dazione eCassa di Risparmio di Fossano

–. Ma non spaventiamoci, nonspaventatevi – li ha esortati –.Anche se risparmiare è difficile,rimane tuttavia fondamentaleche voi ne comprendiate il sensopiù vero. Risparmiare è anchesaper spendere bene, vuol diredare valore a ciò che si ha e uti-lizzarlo al meglio: significaessere non solo economici maetici nelle scelte. Solo utilizzan-do questo approccio si può cre-scere come risparmiatori, comecittadini, come persone chefanno parte di una comunità e diun Paese capaci di perseguireuno sviluppo autentico».L’iniziativa di educazione finan-ziaria di Fossano, giunta allasesta edizione, ha ricevuto l’ap-prezzamento del Sottosegretarioalla Presidenza del Consiglio eha preceduto le indicazioni chel’Abi ha dato nel 2012 alle ban-che italiane su questi temi.

FOSSANO CAPITALE DEL RISPARMIO

Ha festeggiato i vent’anni in settembre laFondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni,con un evento nel bellissimo Palazzo MontaniLeoni, al quale insieme al presidente MarioFornaci ha partecipato il presidente dell’AcriGuzzetti. Ma la storia di questa istituzione haradici ben più antiche, che risalgono alla Cassa diRisparmio di Terni, fondata nel 1846 da un’asso-ciazione di cittadini ed eretta in ente morale nel1846 (con Decreto della Segreteria di Stato afirma del Cardinale Gizi), e alla Cassa diRisparmio di Narni, fondata nel 1873, poi unitesiin un unico organismo. Nel 1954 questo incorpo-rò il Monte di Credito su Pegno di Terni, fondatonel 1467 da Padre Barnaba Manassei e ne acqui-sì l’archivio storico, oggi passato alla Fon -dazione. Dunque, in questo ventennale, ci piaceraccontare qualcosa del complesso documentariodi notevole interesse storico che la Fon dazioneCassa di Risparmio di Terni e Narni custodisce.

Oltre ai docu-menti dellaCon gre gazio -ne di carità diTerni, la Cassaprima e la Fon -da zione dopo,hanno con ser va -to l’antico ar chi -vio del le O pe rePie, che abbraccia un ar co temporale com preso tra il XIIIe il XIX secolo. Di questo archivio fa parte anche unricco fondo diplomatico con 337 pezzi pergame-nacei databili tra il 1275 e il 1730. La Fondazioneha provveduto alla microfilmatura dell’interadocumentazione archivistica e alla sua trasposizio-ne su cd-rom per la consultazione, nonché al restau-ro di tutto il corpus pergamenaceo. Gli archivi sonoaperti al pubblico due volte la settimana su prenota-zione, il mercoledì e il venerdì dalle ore 9 alle 13.

A Terni e Narni una storia che parte dal 1275

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È tutta articolata in uno stimolante gioco di confronti, rimandi, assonanzetra artisti e soggetti, tra epoche e scuole la mostra “Raffaello verso Picasso.Storie di sguardi, volti e figure” curata da Marco Goldin e aperta fino al 20gennaio alla Basilica Palladiana di Vicenza, che riapre dopo i restauri cui èstata sottoposta negli ultimi cinque anni. La rassegna – promossa e soste-nuta dalla Città di Vicenza e dalla Fondazione Cassa di Risparmio diVerona, Vicenza, Belluno e Ancona che, tra l’altro, ha interamente finan-ziato il restauro della Basilica – non è, né vuole essere, una storia comple-ta dell’arte del ritratto, ma una magnifica, affascinante e ben circostanziatasequenza di opere-capolavoro, in cui i maggiori interpreti della pittura ita-liana e internazionale, dal Quattrocento sino alla fine del Novecento, ritrag-gono volti e corpi che raccontano la più grande storia che la pit-tura ricordi: quella appunto dedicata alla figura umana. In mostra, una novantina di quadri straordinari, prove-nienti dai musei dei vari continenti e da alcune gelosecollezioni private sia europee che americane. E non acaso il titolo scelto – Raffaello verso Picasso – indicail lungo percorso che dal senso di una perfezione delleforme giunge fino alla rottura di quella stessa forma,con la ricerca cubista novecentesca. Il volto e il corporappresentati, dall’armonia rinascimentale fino all’in-quietudine del XX secolo.La mostra si sviluppata in quattro ampie sezioni tema-tiche: Il sentimento religioso; La nobiltà del ritratto; Ilritratto quotidiano; Il Novecento: lo sguardo inquieto.La prima sezione – Il sentimento religioso – è la piùampia dell’intera mostra e si sofferma sul senso contrap-posto di grazia ed estasi dolorosa. La vita di Cristo vieneofferta dal suo momento iniziale a quello conclusivo, nell’in-treccio di una pittura realizzata nei diversi punti d’Europa e neidiversi momenti del tempo, a partire dal Quattrocento per giun-gere, attraverso una vasta e inaspettata “Deposizione” diDelacroix, quasi a metà del XIX secolo. La sezione passa dallagrazia del volto di Maria in Fra’ Angelico, Lippi, Piero diCosimo, Mantegna, Giovanni Bellini, Bramantino, Crivelli,Cima da Conegliano, Guercino, Tiepolo e tanti altri, alla gran-de tela con la cena in Emmaus di Tintoretto, alle luci squader-nate nelle crocifissioni di Giovanni Bellini e del Veronese,solo per dire di alcuni. Fino ai momenti conclusivi della vita diCristo, con quadri celebri e toccanti di Botticelli, ancoraBellini, Caravaggio, Cranach, nei quali la luce terrenasi mescola ormai alla luce di una rivelazione ultra-terrena.La seconda sezione – La nobiltà del ritratto –fa sfilare sovrani e principesse, dogi enobildonne, arciduchi e reverendi. Una

galleria di grandi personaggi che rappresentano l’espressione del ritrattonella sua funzione celebrativa e di omaggio e, dunque, specchio di unasocietà. Moltissime e tutte belle le opere; al centro della sezione la lungaparete che tra Olanda e terra di Fiandra vede insieme alcuni dei maggioripittori di figura del Seicento, sul medesimo tema di marito e moglie coltiin un doppio ritratto o in due quadri separati: dagli Elison di Rembrandt epoi di Frans Hals, al doppio ritratto eseguito da Van Dyck nel 1620. Una delle sezioni più ampie e di maggior fascino di tutta la mostra è quel-la intitolata Il ritratto quotidiano, come indagine e rappresentazione del-l’anima. Si passa da Carpaccio a Giorgione e poi a Tiziano, ma anche Lottoe Moroni nel contado veneziano, Pontormo in Toscana. La sezione si aprecon un superlativo trittico che mette in mostra il volto di tre giovani dipin-

ti nello stesso giro di anni da altrettanti giganti della storia dell’arte:Giorgione, Raffaello e Dürer. E quel che segue non è da meno.

Difficile dar conto in poche righe di tutto quanto in essa è con-tenuto, ma è necessario sottolineare almeno la strepitosa sta-

gione impressionista, che qui è approfondita con tutti i suoiprotagonisti principali.

L’ultima sezione della mostra – Il Novecento: losguardo inquieto – è dedicata al grande cambiamentoche interviene nella pittura a partire dall’ultimodecennio del XIX secolo. La straordinaria anticipa-

zione offerta da El Greco nella Spagna d’inizioSeicento, con i suoi ritratti visionari e fumiganti, accesi

di luci irreali e quasi fosforescenti, porta direttamente alcolore lacerato e stringente di Van Gogh e Gauguin. E poi

ci sono Manet, Renoir, Cézanne, Monet, per continuare coni grandi pittori del XX secolo da Munch, Picasso (rappresen-

tato da un capolavoro cubista del 1910 e dal celebre ritratto“L’Italiana” del 1907), Matisse, Modigliani e Bonnard fino a

Giacometti, Balthus, Bacon e Freud. Chiusa a Vicenza il 20 gennaio, solo due settimane dopo, e con untitolo modificato, la mostra riaprirà a Verona fino al 1° aprile2013 in un’altra sede prestigiosa come il Palazzo della GranGuardia, proprio di fronte all’Arena. Il cuore dell’esposizioneresterà lo stesso e sempre un centinaio saranno le opere espo-ste. E se alcune rientreranno nei musei di provenienza, altre,bellissime, giungeranno a sostituirle. Due saranno gli ambiti

che verranno accresciuti: quello nordico, con operestrepitose e rare per esempio di Memling e Van

Eyck, e il riferimento italiano di Antonelloda Messina. Poi l’ambito impressionista,

con nuovi arrivi riguardanti Monet eGauguin, ma non solo.

Per informazioni e prenotazioni:www.lineadombra.it.

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in mostra

FONDAZIONI Novembre - Dicembre 2012

A VICENZA, STORIE DI SGUARDI, VOLTIE FIGURE DA RAFFAELLO A PICASSO

Dall’alto e da sinistra: Raffaello, “Ritratto di Pietro Bembo”, 1504-1506 circa; Vincent van Gogh, “Madame Roulin (La Berceuse)”, 1888-1889;Pablo Picasso, “L’Italiana”, 1917; Amedeo Modigliani, “Giovane con berretto”, 1919

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Artista versatile e poliedrico al pari degli anti-chi maestri, straordinario incisore, xilografo eacquafortista, superbo nella pittura murale, inti-mo in quella da cavalletto, rispettoso e coscien-te nel restauro: non c’è campo o tecnica artisti-ca che Francesco Olivucci non abbia esplorato,indagato e utilizzato in tutte le sue possibilità.Per dare forma visibile alle molteplici sfumatu-re del suo sentire ed esprimere le tante cordevocali che lo animavano. La FondazioneCariforlì gli rende omaggio con una mostra chesi può visitare fino al 13 gennaio a Forlì, pressoil Palazzo del Monte di Pietà.Le opere esposte testimoniano l’estrema libertà dicui ha goduto l’artista che, grazie all’abilità tecni-ca acquisita in una continua ricerca e sperimenta-zione, ha potuto spaziare a trecentosessanta gradi,mostrando nelle sue composizioni, dalla solidacostruzione e ponderata ricerca cromatica, l’inte-riorizzazione della cultura rinascimentale decli-nata nel XX secolo. E se l’affresco meglio si pre-sta per le grandi celebrazioni del regime e la gra-

fica è il mezzo più idoneo per denunciare i trava-gli e i conflitti di un momento storico tormentato,è nella pittura da cavalletto che Olivucci manife-sta il suo sentire più intimo. Non più sollecitatodall’urgenza della denuncia civile e politica, néspinto dall’esigenza della retorica di programmicelebrativi, in questi dipinti apre il suo cuore econvoglia tutta la sua perizia per eternare ilmondo degli affetti più cari. Tra i suoi lavori piùcelebri sono esposti: “Ritratto della moglie”,“Autoritratto con famiglia” e “Donna e bambi-na” (nella foto). Quest’ultima è caratterizzata dauna composizione accattivante e pacata: lamadre e la figlia sono intente nei lavori di magliae cucito e, ritratte in affrontata simmetria, cioffrono una scena di intimità domestica, contrad-distinta da equilibratissimi accordi cromatici. La mostra è curata da Daniele Masini,Giovanna Ravaioli e Rosanna Ricci. Si puòvisitare gratuitamente tutti i giorni, tranne illunedì, dalle 16,30 alle 19; il sabato e la dome-nica l’orario è: 10-13,30 e 14,30-19.

in mostra

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Francesco Olivucci: dai sentimenti al colore

Sono trascorsi quasi vent’anni dall’ultima retrospettiva di rilievo dedica-ta a Carlo Carrà, ospitata nel 1994 dalla Galleria Nazionale d’ArteModerna di Roma. Negli ultimi due decenni, a cavallo tra XX e XXIsecolo, Carrà è stato oggetto di numerosi approfondimenti critici chehanno evidenziato l’esigenza di una nuova presentazione dell’intero per-corso del grande pittore. La Fondazione Ferrero, attenta a favorire la cre-scita del territorio e a promuoverne i valori anche all’esterno, mediante ladiffusione della conoscenza dei più autorevoli esponenti dello scenarioculturale piemontese, ha realizzato una nuova antologica di Carlo Carrà,a cura di Maria Cristina Bandera, che si può ammirare gratuitamente finoal 27 gennaio 2013 presso le sale della Fondazione Ferrero di Alba (Cn).L’iniziativa è stata possibile grazie al sostegno della Compagnia di SanPaolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. L’evento, chegode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, presenta più di70 dipinti conservati nelle più prestigiose istituzioni pubbliche nazionalie internazionali, oltre che in importanti collezioni private. Carlo Carrà è stato uno dei pochi artisti italiani ad attraversare e interpre-tare con indipendenza creativa i movimenti più significativi della culturafigurativa italiana del Novecento e il suo percorso artistico è testimoniatonella mostra in ogni sua fase: le prime prove divisioniste, i capolavori delFuturismo, la parentesi dell’“Antigrazioso”, la Metafisica e il “Realismomitico”, i paesaggi (dagli anni Venti in poi), le composizioni monumenta-li di figura degli anni Trenta e una selezione di nature morte, così da arri-vare agli ultimi anni della sua attività. Nel corso della sua carriera l’artistaha interpretato, con profondo entusiasmo e riflessione critica, le stagioni ei fervori, artistici e intellettuali, delle avanguardie del Novecento, giun-gendo a occupare negli anni della maturità una posizione di consapevoleautonomia, mettendosi in relazione con le idee dell’attualità pittorica euro-pea e ripensando in chiave di modernità la tradizione figurativa italiana.Scriveva infatti nel 1942: «Per lo spirito non esistono contraddizioni, matrasformazioni e sviluppi; mutare una direzione in arte non significa rin-negare tutto il passato, bensì allargarlo fino a compenetrarlo con un altroconcetto estetico, scoprire nuovi rapporti ignoti, aprir meglio gli occhiper comprendere una somma maggiore di realtà».Carlo Carrà nasce a Quargnento (Al) nel 1881. Fino al 1902 esegue deco-razioni e dipinge i primi paesaggi, passando poi a frequentare i corsi diCesare Tallone all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove conosceBoccioni. Del 1910 è l’incontro con Marinetti e la stesura del “Manifestodei pittori futuristi”, elaborato con Boccioni, Russolo, Balla e Severini.Nel febbraio 1912 è presente con gli altri del gruppo a Parigi per la stori-ca mostra “Les peintres futuristes italiens: Boccioni, Carrà, Russolo,Balla, Severini”. Dopo alcune esperienze di ambito primitivista, ancorainfluenzate dall’ambiente parigino di Picasso e di Rousseau il Doganiere,nel 1917 a Ferrara si avvicina a de Chirico e Savinio: è il tempo della pit-tura metafisica, che determina un profondo cambiamento e prepara annidi meditazione e di studio sulla grande tradizione pittorica italiana. Nel1928 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 1931 alla primaQuadriennale d’Arte a Roma. Tra il 1934 e il 1938 viaggia in Campania,in Algeria e a Malta, e si dedica alla grande pittura murale: nel 1938 portaa compimento due grandi affreschi per il Palazzo di Giustizia di Milano.

Nel 1941 gli viene assegnata, per chiara fama, la cattedra di pitturaall’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1942 termina di scrivere la suaautobiografia “La mia vita”, pubblicata a Roma da Longanesi nel 1943.Nel 1950 ottiene il Gran Premio per la pittura alla XXV Biennale diVenezia. Nel 1962 la città di Milano gli dedica una grande mostra mono-grafica a Palazzo Reale. Carlo Carrà muore a Milano il 13 aprile 1966. Nella foto: “Partita di calcio”, 1934.

CARRÀ: LA TRADIZIONE FIGURATIVAITALIANA INCONTRA LA MODERNITÀ

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in mostra

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“Tibet, Tesori dal tetto del Mondo”è la nuova grande mostra promos-sa dalla Fondazione Cassamarca eaperta alla Casa dei Carraresi finoal 2 giugno 2013. Un evento asso-lutamente unico per la città diTreviso, che presenterà in antepri-ma assoluta oggetti sacri, reperti,monili, strumenti musicali, dipinti,documenti capaci di raccontarel’arte, la storia, la religione del“Popolo delle Nevi”.Questa nuova grande rassegna, chefa seguito al suggestivo ciclo diquattro mostre sulla storia delCeleste Impero ospitate negli anniscorsi alla Casa dei Carraresi ecurate anch’esse da AdrianoMàdaro, è stata possibile dopo oltredue anni di sopralluoghi nelle cittàtibetane di Lhasa, Shigatze eGyantze, e nel Museo delleNazionalità di Pechino, oltre chenelle collezioni imperiali custoditenella Città Proibita. Il curatore, coa-diuvato da una commissione scien-tifica costituita dai maggiori tibeto-logi cinesi, ha scelto tutti i reperti,databili dal XIV secolo ai giorninostri, secondo un itinerario esposi-tivo che illustra le varie peculiaritàstoriche, religiose, artistiche edetniche del Tibet e del suo popolo. Cinque i grandi temi che animanola rassegna, sviluppati secondo unracconto continuo e correlato, cheguidano il visitatore alla scoperta diun popolo e di una civiltà antica ecosì lontana da noi: si inizia dallasituazione storica nella quale si èvenuto a trovare l’altopiano tibeta-no attraverso i secoli fin dai tempiin cui Gengis Khan lo incluse nelgrande Impero mongolo-cinese delXIII secolo. Tra i reperti espo sti,oltre a documenti storici di varieepoche, ci sono i doni che i variDalai Lama presentarono alla Corte

imperiale di Pechino e le antichestatue del Buddismo tantrico, alquale si erano convertiti gli impera-tori Ming e Qing.Un’ampia sezione è dedicata alledivinità buddiste tibetane e alla pro-duzione di statue e dipinti religiosi,

così da poter spiegare ai visitatori leparticolari specificità del Buddismotantrico della setta dei BerrettiGialli, alla quale appartengono iDalai Lama fin dall’inizio dell’isti-tuzione della loro carica. Accantoall’incredibile statuaria, che rag-giunge punti artistici di notevolevalore, sono esposti gli oggetti diculto tuttora usati nei monasteri enei templi durante le cerimonierituali. Tra questi, gli strumentimusicali ricavati da ossa umane,come è nella particolare tradizionedel Buddismo tibetano, compresa latazza sacra costituita da una calottacranica rivestita d’oro.

Sezione di rilevante interesse arti-stico è quella riservata alle“Tangke”, i famosi dipinti sacri cheoltre a rappresentare le storie delprincipe Siddharta (il Budda stori-co) celebrano la ritualità nei mona-steri e nei templi, con la raffigura-zione dei Dalai Lama e dei monacinelle loro attività religiose. Le“Tangke” vengono esposte nei tem-pli solo in particolari occasioni difeste e di riti, quindi la loro visioneè particolarmente rara, ed eccezio-nale per un paese estero. Per completare l’ampia parte reli-giosa della Mostra è allestito unospazio nel quale sono esibite lefamose maschere divinatorie,indossate dai monaci nelle danzerituali, le quali rappresentano unacaratteristica unica dell’altopianotibetano, insieme agli strumentimusicali indispensabili nelle ceri-monie sacre. La mostra raccontainoltre la vita del popolo, i suoicostumi, le sue folkloristiche tradi-zioni con abiti, ornamenti, gioielli eoggetti di uso quotidiano, facendocicosì entrare nella vita vera deipastori che da secoli è rimastaimmutata e testimonia la forte spiri-tualità di quello che è definito “IlPopolo delle Nevi”.La mostra è stata realizzata con ilpatrocinio della Regione Veneto,della Provincia di Treviso e delComune di Treviso. Apertura: lune-dì, martedì, giovedì ore 9 - 19; mer-coledì ore 9 - 21; venerdì, sabato edomenica ore 9 - 20. Biglietto unico(compresa audioguida) 13 euro, 10per i ragazzi fino a 18 anni. Ridottii biglietti per famiglie, gruppi escuole. Per queste c’è anche il labo-ratorio + visita guidata. Per infor-mazioni e prenotazioni: telefono0422.513150; sito internet dellamostra: www.laviadellaseta.info.

È la sede dei principali eventi di promozione cul-turale del territorio alessandrino “Palazzo delMonferrato”, alla cui gestione partecipano laFondazione Cr Alessandria assieme agli enti pub-blici e alla locale Camera di Commercio. Dal 23ottobre ospita stabilmente le oltre 140 opere tradipinti, disegni e sculture raccolti da Davide Lajoloa partire dal secondo dopoguerra fino agli anniOttanta. Il trasferimento in occasione del centena-rio della nascita dello scrittore e partigiano, notocon il nome di Ulisse, è stato possibile grazie a suafiglia Laurana e all’Associazione Davide LajoloOnlus. Curata da Maria Luisa Caffarelli, l’esposi-zione che, non a caso, si intitola “Gli artisti diUlisse” è composta per lo più di opere con dedica,offerte dagli artisti a Lajolo in qualità di criticoamico. Vi figurano i nomi di molti dei protagonistidella vicenda artistica degli anni in cui Lajolooperò come intellettuale e uomo politico, tra cuiGiacomo Manzù, Giuseppe Migneco, ErnestoTreccani, Corrado Cagli, Carlo Mattioli, MarioTurcato, Tino Vaglieri, Floriano Bodini, GianniDova, Ennio Calabria, Nerone, Giuseppe Zigaina.

E tra le molte, belle opere si segnalano unostraordinario disegno di CarloCarrà, datato 1963, un dise-gno dalla forte caricaemotiva di Pietro Mo -rando, (come Carrà natoad Alessandria), due ruti-lanti carte di Renato Gut -tuso degli anni Ses santa e lagrande Maddalena diAchille Funi.L’amicizia e le affinitàelettive sono alla basedel rapporto fra Lajolo e i“suoi” artisti. Ogni singolaopera è quindi al tempo stes-so un capitolo di storia del-l’arte e un brano della biografiadi Davide Lajolo, il quale intese la cri-tica d’arte non solo come analisidell’opera in sé, ma prima di tuttocome conoscenza delle più pro-fonde motivazioni da cui l’opera

scaturisce, dell’artista come individuo, della creati-vità come indissolubilmente legata all’esperien-

za, della critica d’arte quale frutto dellaconoscenza diretta dell’autore e del dialo-

go tra il critico e l’artista. La raccoltarispecchia proprio la temperie cultura-le e il dibattito sull’arte di quegli anni,e seppure composta in prevalenza da

opere di ambito figurativo, comprendeanche importanti dipinti di matriceastratta, segno di un’apertura del criticoverso ogni forma espressiva. Non è uncaso che fu Lajolo, deputato al

Parlamento italiano tra il 1958 e il1972, a spingere, insieme

a Sandro Pertini, lapresidenza della Ca -mera a istituire unacommissione per

l’acquisto di opere d’artecontemporanea per il palazzo di

Mon tecitorio, che ha posto le basi diuna raccolta di grandissimo prestigio.

La Collezione Lajolo va a Palazzo Monferrato

A TREVISO I TESORI DAL TETTO DEL MONDO L’arte, la storia, la religione del “Popolo delle Nevi”

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cultura

FONDAZIONI Novembre - Dicembre 2012

In una giornata in cui l’Egitto si prepara adaffrontare una nuova ondata di manifestazioniconvocate dal Fronte di salvezza nazionale, cheriunisce i principali movimenti di opposizioneegiziani, all’indomani del rifiuto del presidenteMohamed Morsi di annullare il decreto e il refe-rendum sulla costituzione, ci capita di scrivereche a vincere il Premio per la CulturaMediterranea - Sezione Cultura dell’Infor -mazione è Ala al-Aswani, che è autore del recen-tissimo volume “La rivoluzione egiziana” ed èstato premiato per la sua opera di diffusione delpensiero democratico in Egitto. Questa coinci-denza non ci sembra un’ironia della sorte, bensì laconferma di quanto le Fondazioni di origine ban-caria siano capaci di essere attente all’oggi e atutto ciò che può contribuire alla crescita socialee civile non solo delle loro comunità di riferimen-to, ma del Paese e di un mondo ormai globalizza-to. Sì perché il Premio per la CulturaMediterranea, giunto alla sua sesta edizione, èpromosso dalla Fondazione Carical, con il patro-cinio del Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali, per valorizzare le diverse culture pre-senti intorno a quest’antico specchio di mare, cer-cando di realizzare nel tempo e col tempo la natu-ra dell’incontro che riconosca le diversità ed esal-

ti i punti di contatto e di valori comuni. Questopremio trova nel presidente della Fondazione,nonché del Comitato promotore del Premio, pro-fessor Mario Bozzo, un cultore attento ed estre-mamente sensibile a ciò che avviene sulle duesponde del Mediterraneo. «La VI edizione delnostro Premio – ha dichiarato in occasione dellacerimonia di assegnazione, lo scor-so 28 settembre – conferma l’inte-resse che il mondo della cultura, alivello nazionale e internazionale,riserva a una iniziativa che è diver-sa da tutte le altre che affollano ilsettore dei premi culturali. Rivolgeinfatti la sua attenzione a quanti,giovani e meno giovani, contribui-scono con le loro opere a far cono-scere le culture che vivono all’inter-no dei paesi mediterranei. Per que-sto è un premio internazionale e siavvale dell’apporto fecondo di unaGiuria i cui componenti vengonodalle università, anche straniere, ocomunque insegnano discipline

legate al mondomediterraneo. C’èun’altra ragionedella diversità delnostro Premio – haaggiunto – il fatto cheesso non è un sempli-ce evento che si con-clude in una “bella”serata sotto le luci diun’effimera ribalta. Èinvece un grosso con-tenitore che inglobaun laboratorio di let-tura, una GiuriaScolastica, l’incontrocon gli autori, nonchéprogrammi collatera-li rivolti soprattutto aigiovani studenti della nostra scuola e dellanostra università». Oltre ad Ala al-Aswani, i vin-citori del Premio per la Cultura Mediterranea2012 sono: Ester Armanino - Sezione NarrativaGiovani, per il romanzo d’esordio “Storia natura-le di una famiglia” (Einaudi), il cui riconoscimen-to è stato attribuito da una giuria composta daoltre 200 studenti di scuole calabresi e lucane;

Goce Smilevski - Sezione Narrativa, per ilbestseller tradotto in 20 lingue “La sorella diFreud” (Guanda); Michele Ainis - SezioneSocietà Civile, costituzionalista di fama interna-zionale; Cesare de Seta - Sezione Scienzedell’Uomo, per la sua originale attività di storicodell’arte e dell’architettura, che nel ritirare il pre-

mio ha ricordato le sue radici calabresi e, infine, ilregista Gianni Amelio - Sezione Creatività, che haricevuto l’ovazione del pubblico.La cerimonia si è svolta al Teatro Rendano diCosenza, aperta da un suggestivo momento di con-taminazione artistica, denominato “Di cheamore…”. Sei scene e quattro quadri tra letteratura,cinema, musica ed altro ancora, dedicate alle varie

declinazioni del sentimento amoroso. Una tramadipanata progressivamente dagli ottimi ErnestoOrrico e Alessandro Castriota Skanderbeg – inter-preti di due italiani a New York che si interrogano sulsignificato dell’amore – e dai musicisti AntonioRuffo, Ivano Biscardi e Alfredo Vena, dagli attoriCarlo Gallo e Raffaella Salamina, dai ballerini

Marco Coscarella e Giulia Vecchionedella Scuola di danza Mirella Castriotadi Rende, su coreografie di LiaMolinaro, fino agli straordinariCampioni del mondo 2011 di Tangoargentino: Francesco Panei ed EvaPetruzzi. La nutrita presenza di stampanazionale ed estera ha confermato l’in-ternazionalizzazione e la crescita delPremio letterario – sottolineata dall’in-tervento in platea di Dundar Kesapli,presidente dell’As so cia zione Gior -nalisti del Medi terraneo – che annodopo anno contribuisce a diffondereun messaggio di apertura al dialogo trale diverse anime culturali dei paesi chesi affacciano sul Mare Nostrum.

GUARDA AI PAESI DEL MEDITERRANEO IL PREMIO DELLA FONDAZIONE CARICAL

L’israeliano Amos Oz e l’arabo Tahar Ben Jelloun presenti allaprima edizione del Premio per la Cultura Mediterranea

Cerimonia di Premiazione dei vincitori della VI edizione del Premio per la Cultura Mediterranea – Fondazione Carical

Giurati e premiati 2012 con il presidente Bozzo (il quarto da sinistra)

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Cosa fanno le Fondazioni di origine bancariasul fronte dell’ambiente? L’abbiamo chiesto aPiergiuseppe Dolcini (nella foto), presi-dente della Commissione Ambientedell’Acri e presidente della Fon -dazione Cassa dei Risparmi di Forlì.Come avviene in altri settori, anchesul fronte dell’ambiente l’interven-to delle Fondazioni è piuttostovariegato. Si va da interventi nellescuole, orientati a favorire la forma-zione di una coscienza ambientale neigiovani alla diffusione di nuovi com-portamenti da parte di cittadini e imprese,come la promozione di mezzi di trasporto noninquinanti quali la bicicletta, il sostegno economi-

co alle scuole che intendono installare impiantifotovoltaici, la concessione di contributi per la

realizzazione di piste ciclabili. Ma, soprat-tutto, le Fondazioni si impegnano in

iniziative con altri partner, in partico-lare gli enti pubblici locali, promuo-vendo il recupero ecocompatibile ela valorizzazione di spazi urbani edextraurbani in cui pezzi importantidel patrimonio artistico e architetto-

nico si sposano con un ambientenaturale ricco e prezioso.

A quanto ammonta l’intervento delleFon dazioni nel settore ambiente?

In questi ultimi anni abbiamo registrato una crescen-te attenzione da parte delle nostre Fondazioni verso

l’ambiente a cui, tra il 2002 e il 2011, hanno erogatooltre 200 milioni di euro, senza contare che l’osser-vanza di criteri di eco-compatibilità è ormai una carat-teristica delle nostre iniziative nei settori più vari.Quali sono gli obiettivi per il prossimo futuro?Continueremo a fare quello che stiamo facendo,cercando sempre più di coordinare gli interventiche realizziamo a livello locale. Anche per questoin seno all’Acri è nata un’apposita Commissione– che ho l’onore di presiedere – la quale si occu-pa di tematiche ambientali. Uno dei suoi primitraguardi è stata la firma, lo scorso anno, da partedi Acri e Anci, di un protocollo d’intesa che sipropone di favorire la tutela e la valorizzazionedell’ambiente, in particolare attraverso un utiliz-zo ecocompatibile dell’energia.

ambiente

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BOLZANO PREMIA L’EFFICIENZA ENERGETICA

Valorizzare le migliori esperienze e iprogetti più meritevoli in ambito pub-blico, mostrare le potenzialità di unmodello energetico sostenibile, sotto-lineare il ruolo fondamentale di entilocali e territoriali nella diffusionedelle fonti rinnovabili: sono questi gliobiettivi del “Klimaenergy Award”,concorso per il miglior progetto ener-getico riservato alle province e aicomuni italiani più efficienti, promos-so da Fondazione Cassa di Risparmiodi Bolzano e FieraBolzano, con ilpatrocinio di Acri e la collaborazionedi Legam biente, Anci, TIS InnovationPark, Eurac, Provincia Autonoma eComune di Bolzano. Vincitori dellaquinta edizione del premio sono statiLasa, Bra, Padova e Lodi, più duenomine speciali per But tigliera Alta eCaronno Pertusella. Si sono partico-larmente distinti per progetti sulrisparmio energetico, sulla produzionedi energia da fonti rinnovabili e sullapromozione della mobilità sostenibile.I progetti presentati sono stati valutatisecondo criteri quantitativi e qualitati-vi. I primi riguardano il risparmio di

CO2, sia in termini assoluti sia in ter-mini relativi, ovvero CO2 per abitan-te. I criteri qualitativi sono valutati inbase ai parametri ecologico ed econo-mico, alla possibilità di adattare il pro-getto alla realtà di altri comuni, algrado di innovazione, al coinvolgi-mento e alla sensibilizzazione dellapopolazione. Il Comu -ne di Lasa (Bz) si èdistinto per la continui-tà temporale delle azio-ni intraprese per ridurrele emissioni di anidridecarbonica: un percorso,iniziato nel 2004, cheha riguardato l’applica-zione di diverse tecno-logie di produzioneenergetica, tra cui l’estensione dellarete di teleriscaldamento “a cippato”,l’installazione di un impianto di gassi-ficazione del legno alimentato a bio-massa locale e l’installazione su tettodi pannelli solari termici e fotovoltai-ci. Il Premio speciale per il monitorag-gio dei consumi e dei risparmi energe-tici è stato assegnato al Comune di

Buttigliera Alta (To) per il sistema perla gestione dell’energia adottato, voltoad eliminare in due anni e mezzo glisprechi e le inefficienze energetiche. Ilprogramma prevede una serie di azio-ni concrete di analisi dei consumireali, di miglioramento dell’efficienzaenergetica e, dove possibile, di utiliz-

zo di energia da fontirinnovabili. Tra icomuni fino a 150milaabitanti la giuria ha pre-miato l’Amministra - zione Co munale diBra, che si è distinta perlo sviluppo di un pro-getto pluriennale fina-lizzato al miglioramen-to dell’efficienza ener-

getica relativo soprattutto a interventidi riqualificazione degli impianti edegli immobili di proprietà comunale.Il Comune di Padova è stato scelto tragli over 150mila abitanti per averimplementato alcuni strumenti di pia-nificazione atti alla riduzione delleemissioni di CO2 in atmosfera, attra-verso la promozione dell’uso delle

fonti rinnovabili in sostituzione deicombustibili tradizionali; ciò grazie aincentivi per l’installazione di impian-ti solari termici e fotovoltaici, anchetramite la costituzione di gruppi diacquisto. Il Premio Mobilità è andatoal Comune di Lodi che, con 40 km dipiste ciclabili sul totale della rete via-ria comunale di circa 110 km, è unodei capoluoghi di provincia piùimportanti d’Italia nell’indice di cicla-bilità. Negli ultimi anni l’Ammi -nistrazione si è ulteriormente impe-gnata nel campo della ciclomobilità,dando vita a una rete integrata dimobilità dolce e promuovendo l’usodella bicicletta e del servizio di bikesharing. Il Premio speciale per l’edu-cazione verso una mobilità in biciclet-ta è stato assegnato al Comune diCaronno Pertusella (Va). La giuria haritenuto opportuno premiare il percor-so intrapreso dal Comune per incenti-vare la mobilità ciclabile negli sposta-menti casa - scuola degli studenti enelle attività legate al tempo libero.Per approfondimenti e ulteriori infor-mazioni: www.klimaenergyaward.it.

Dolcini: “Continuiamo insieme, verso Europa 2020”

Con la Fondazione valorizzate le migliori pratiche in campo ambientale

Al KlimaenergyAward le migliori

esperienze diComuni virtuosi incampo ambientale

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welfare

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FONDAZIONIComitato EditorialeMarco Cammelli, Giuseppe Ghisolfi,Antonio Miglio

DirettoreGiorgio Righetti

Direttore ResponsabileLinda Di Bartolomeo

RedazioneArea Comunicazione Acri - Associazione diFondazioni e di Casse di Risparmio SpaPiazza Mattei, 10 - 00186 RomaTel. 06 68184.236 - [email protected]

Autorizzazione Tribunale di Roman° 135 del 24/3/2000

SpedizioneTariffa regime libero 20/D - Poste Italiane SpaSpedizione in Abb. Postale - 70% - DCB Roma

StampaIag Mengarelli - Via Cicerone, 28 - 00193 RomaTel. 06 32111054 - Fax 06 32111059

CODICE ISSN 1720-2531

Fare una passeggiata, mangiare ungelato, andare al cinema, stareall’aria aperta: sono gesti semplici epiccole azioni che tutti noi diamoper scontate, ma che i genitori dibambini affetti da malattie rare diffi-cilmente possono permettersi.Esistono circa 7mila patologiecosiddette “rare”, ovvero che colpi-scono al massimo lo 0,05% dellapopolazione. Si tratta quindi di ununiverso vasto ma poco conosciuto,che spesso trova un’eco solo tra lemura di casa di quanti devono fron-teggiare quotidianamente il costanteimpegno che il bambino malatorichiede alla famiglia. Dal 2005,grazie al sostegno della FondazioneCassa di Risparmio di Trieste, l’as-sociazione Azzurra porta avanti ilprogetto “Quattro Passi” che forni-

sce ai genitori di bambini affetti damalattie rare assistenza socio-sanita-ria ed educativa. Ogni bambinoviene assistito per 4 ore a settimanada un infermiere professionista, inmodo da consentire ai genitori disvolgere le normali attività quotidia-ne fuori casa e dedicare un po’ ditempo a sé stessi. Accudire unbimbo affetto da patologie gravi egestire le esigenze di carattere sani-tario richiede infatti un impiegonotevole di energie. Inoltre i genito-ri devono svolgere un ruolo dimediatori con i servizi sociali e sani-tari e confrontarsi con insegnanti,educatori, ecc. Tutto questo generamolta fatica, a causa del continuoconfronto con la sofferenza e sem-pre nell’attesa e nella speranza diuna terapia risolutiva che raramente

arriva. In questo contesto la coppiadi genitori lentamente si annulla tra-scurando tutto ciò che esula dalla“salute del bambino”. Il progetto“Quattro Passi” nasce dalla consa-pevolezza di questo rischio, al finedi provare ad evitarlo, proponendouna pausa dalla tensione e dalla pre-occupazione quotidiana di almeno 4ore alla settimana. Il progetto diAzzurra sta raccogliendo un apprez-zamento crescente non solo da partedelle famiglie assistite, ma anche dairesponsabili dei distretti sanitarilocali. Potendo contare sull’appog-gio della Fonda zione, che si rinnovaormai da cinque anni ed è statoappena confermato anche per il2013, Azzurra prevede di ampliareulteriormente il numero di famigliecoinvolte (18 nel solo 2011).

“Quattro Passi” per le famiglie dei bambini malati

Il mantenimento della casa rap-presenta uno dei problemi prin-cipali per le famiglie che si tro-vano in difficoltà economica acausa delle conseguenze socialie occupazionali della crisi. Laperdita o la riduzione di ore dilavoro, la messa in cassa integra-zione o in mobilità, condizionioccupazionali precarie e malretribuite sono alcuni dei fattoriche possono condurre persone efamiglie – fino a quel momentoin condizioni di stabilità – a nonavere più le risorse economichenecessarie per mantenereun’abitazione. Inol tre momentidi temporaneo disagio possonocondurre, se non gestiti, a situa-zioni di emergenza abitativa,come dimostrano i dati suglisfratti per morosità incolpevole– causati dal ritardo o dal mancato pagamento delcanone – enormemente cresciuti negli ultimi anni.È per rispondere a queste problematiche che laFondazione Cassa di Risparmio di Cuneo haavviato il progetto “Emer genza Casa”. L’ini ziativa,lanciata in via sperimentale lo scorso anno, saràreplicata anche nel 2013. La Fondazione haaumentato, portandolo a 750mila euro, il budgetannuale a disposizione e ha recentemente sotto-scritto una convenzione per la realizzazione delprogetto con i sette maggiori Comuni della provin-cia di Cuneo (Alba, Bra, Cuneo, Fossano,Mondovì, Saluzzo e Savigliano), quattro altriComuni del territorio (Borgo San Dalmazzo,Boves, Busca e Racconigi), i consorzi socio-assi-stenziali di riferimento e le Caritas diocesane einterparrocchiali delle stesse città. “Emergenza

Casa” si rivolge a famiglie (di diritto o di fatto),con figli o parenti a carico, che vivono in affitto ehanno difficoltà a sostenere i costi abitativi a causadelle conseguenze della crisi economica; ma anchefamiglie che si trovano in situazioni di sfratto osono rimaste senza casa. Per ciascuno di questi duegruppi di famiglie l’iniziativa ha previsto unaforma di intervento. Per le famiglie in difficoltàcon l’affitto la Fondazione ha scelto l’erogazionedi contributi una tantum (fino a 1.500 euro). Perassegnarli la procedura è questa: i Comuni pubbli-cano un avviso per raccogliere le domande; leCommissioni locali per l’emergenza abitativa,composte dai Comuni coinvolti, Caritas, Consorzisocio-assistenzali e Fondazione, valutano e scelgo-no le famiglie destinatarie del sostegno in base acriticità specifiche e alla condizione economica; il

contributo viene erogato diretta-mente ai proprietari degli immo-bili, solo a seguito della sotto-scrizione di “Patti di solidarietà”(ovvero l’impegno a non attivareingiunzioni di sfratto per almeno6 mesi e informare la Com -missione di eventuali morosità oaltre problematiche). Sono ben267 i contributi erogati su 900domande pervenute. Per le fami-glie che hanno già ricevuto losfratto, l’iniziativa della Fon -dazione Crc prevede di interve-nire potenziando l’offerta diaccoglienza temporanea, ovveroco-finanziando la ristrutturazio-ne di locali di proprietà di entipubblici o privati destinati a resi-denze temporanee (16 le ristrut-turazioni in atto) e attivando dueappositi fondi di garanzia in

favore dei proprietari degli immobili disponibili alocarli a condizioni di particolare favore. A questosi aggiungono iniziative di accompagnamentoindividualizzato per i nuclei familiari in difficoltà. «La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneopromuove interventi che mettono a disposizionedel territorio risorse e opportunità per far fronte aicrescenti disagi sociali causati dalla crisi – hacommentato Ezio Falco, presidente dellaFondazione Crc –. L’esperienza del primo anno hadimostrato in modo evidente che il tema della casarappresenta un problema di straordinaria attuali-tà per la nostra provincia e che solo attraverso lacollaborazione tra gli enti del territorio, in questomomento di generale riduzione delle risorse dispo-nibili, è possibile dare una risposta costruttiva erapida alle persone e alle famiglie in difficoltà».

A Cuneo risposte mirate per l’emergenza casaLavorare in rete aiuta a fronteggiare i bisogni abitativi

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