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Meyerbeer, G.: Romilda e Costanza 8.660495-97 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660495-97 & © 2020 Naxos Rights (Europe) Ltd. Page 1 of 31 Giacomo Meyerbeer (1791-1864) Romilda e Costanza Melodramma semiserio in die atti Libretto di Gaetano Rossi Prima rappresentazione: Teatro Nuovo, Padova, 19 luglio 1817 Edizione dal manoscritto della prima rappresentazione a cura di Aldo Salvagno per ROSSINI IN WILDBAD © 2019 Teobaldo ........................................................................ Patrick Kabongo Retello .......................................................................... Javier Povedano Romilda ........................................................................... Chiara Brunello Lotario ................................................................................. César Cortés Costanza ...............................................................................Luiza Fatyol Albertone ..................................................................... Emmanuel Franco Annina ...............................................................................Claire Gascoin Pierotto ....................................................................... Giulio Mastrototaro Ugo............................................................................ Timophey Pavlenko L’azione nella Provenza. Nel primo atto in Aix capitale. Nel secondo atto al castello di Senanges. CD 1 [1] Sinfonia ATTO PRIMO Grande atrio nel palazzo dei principi di Provenza. N. 1 Introduzione Scena prima Coro, Annina, Pierotto, Retello, Albertone. Si alza il sipario: Vari scudieri stanno terminando di apprestare e disporre militari trofei. Cavalieri, damigelle che appendono delle ghirlande in simmetria fra gl’intercolonni. Da varie parti compariscono altri cavalieri: osservano e s’arrestano avanti a una porta, custodita da due guardie. Coro [2] Tutto è cheto ancor d’intorno... eppur alto è bene il giorno? Alla pompa che s’appresta ei sì tardo a comparir. Mentre a gioia ognun si desta, forse ei sol non può gioir. Cupo duol, smania funesta in quel core... e chi sa mai!... Voglia il cielo ch’eterna omai pace regni ed amistà. In questo dal fondo comparisce Pierotto con Annina e due contadinelle: da lontano osserva, sorprende, avanza, e sempre maravigliando. Pierotto Oh!... che bello!... oh guarda!... Coro Zitto... Pierotto Zitto!... oh superbo!... andiamo... Urta e rompe una ghirlanda. Coro (con collera) Ma che fai?... Pierotto Cerca riporre e rovescia un trofeo. Niente! Coro Peggio! Pierotto Rimette goffamente. Ora... Avanza. Coro (opponendosi) Ove vai?... Il balordo!... fuori... fuori! Cacciandolo.

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Giacomo Meyerbeer (1791-1864) Romilda e Costanza Melodramma semiserio in die atti Libretto di Gaetano Rossi Prima rappresentazione: Teatro Nuovo, Padova, 19 luglio 1817 Edizione dal manoscritto della prima rappresentazione a cura di Aldo Salvagno per ROSSINI IN WILDBAD © 2019 Teobaldo ........................................................................ Patrick Kabongo Retello .......................................................................... Javier Povedano Romilda ........................................................................... Chiara Brunello Lotario ................................................................................. César Cortés Costanza ...............................................................................Luiza Fatyol Albertone ..................................................................... Emmanuel Franco Annina ...............................................................................Claire Gascoin Pierotto ....................................................................... Giulio Mastrototaro Ugo ............................................................................ Timophey Pavlenko L’azione nella Provenza. Nel primo atto in Aix capitale. Nel secondo atto al castello di Senanges.

CD 1

[1] Sinfonia

ATTO PRIMO Grande atrio nel palazzo dei principi di Provenza. N. 1 Introduzione

Scena prima Coro, Annina, Pierotto, Retello, Albertone.

Si alza il sipario: Vari scudieri stanno terminando di apprestare e disporre militari trofei.

Cavalieri, damigelle che appendono delle ghirlande in simmetria fra gl’intercolonni.

Da varie parti compariscono altri cavalieri: osservano e s’arrestano avanti a una porta,

custodita da due guardie. Coro

[2] Tutto è cheto ancor d’intorno... eppur alto è bene il giorno? Alla pompa che s’appresta ei sì tardo a comparir. Mentre a gioia ognun si desta, forse ei sol non può gioir. Cupo duol, smania funesta in quel core... e chi sa mai!... Voglia il cielo ch’eterna omai pace regni ed amistà.

In questo dal fondo comparisce Pierotto con Annina e due contadinelle: da lontano osserva,

sorprende, avanza, e sempre maravigliando. Pierotto Oh!... che bello!... oh guarda!... Coro Zitto... Pierotto Zitto!... oh superbo!... andiamo...

Urta e rompe una ghirlanda. Coro (con collera) Ma che fai?... Pierotto

Cerca riporre e rovescia un trofeo. Niente! Coro Peggio! Pierotto

Rimette goffamente. Ora...

Avanza. Coro (opponendosi) Ove vai?... Il balordo!... fuori... fuori!

Cacciandolo.

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Pierotto (come prima) Piano... adagio, miei signori, fu accidente... non ho rotto... ecco in posto... Coro (cacciandolo) Fuor di quà! Pierotto (resistendo) Ma, signori, io son Pierotto.

Riscaldandosi. E son uom di sangue caldo: e son qui per mio fratello, per il principe Teobaldo

Con importanza. che a momenti arriverà. Coro (deridendolo) Suo fratel, ah buffone. Tuo cervel se n’è andato, o se ne va. Pierotto Suo fratel, fratel di latte; e fra noi ci conosciamo, e Teobaldo mi vuol bene, mi vedrà, mi abbraccerà... e trattarmi a voi conviene

Con affettata imponenza. con maggiore civiltà! Coro (come sopra) Con un principe di latte... sappiam ben come si fa. Pierotto (con affettata imponenza) Ed un principe di latte...

In aria di protezione. saprà quel che far dovrà. Coro (volgendosi verso Annina, con galanteria) E costei ch’è sì bellina!... Pierotto (allontanandoli) Questa!... a largo... Annina (con riverenza e semplicità) Io son l’Annina!... Coro (come sopra) È carina... Pierotto Lo so anch’io... e moglie mia doman sarà. Coro (scherzoso) Carina, bella, vaga! Quanto è carina l’Annina! Annina (ingenua) Sua bontà, oh la prego.

Pierotto Lo so anch’io. Ma state in là. Coro (come sopra) Permettete... eh via!... lasciate... è dovere e civiltà. Annina (schermendosi) Ma voi troppo m’onorate. State cheti, state in là...

A due Annina Ma signori, quest’è Pierotto, sì, signori quest’è Pierotto, troppo mi onorate, state cheti, state in là. Pierotto Ma signori, io son Pierotto, sì, signori io son Pierotto, state zitti... ah signori, state in là.

In questo s’apre la porta laterale. Tutti

[3] Ma s’apre la porta... Vien l’altro fratello... pian piano... bel bello, usiam serietà.

Si ritirano al fondo.

Scena seconda Retello concentrato, Albertone con esso,

e i precedenti. Retello Ah frenar non posso in petto quel rancor che mi divora. Presso è già la fatal ora: ei non tarda ad arrivar. Albertone Ah, Signore, in faccia al mondo que’ trasporti moderate: da politico profondo, anzi allegro vi mostrate. Retello De’ miei voti è il trono oggetto, ma un fratel mi fa tremar... Albertone Ma Signore, in faccia al mondo que’ trasporti moderate: animate, accarezzate se bramate di regnar. Tutti (osservandolo sotto voce) Come smania!... qual aspetto!... poco bene ei fà sperar.

Colpi di cannone lontano.

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Retello, Pierotto, Albertone [4] Ma il cannone da lungi rimbomba...

Trombe. già risponde la bellica tromba... dell’arrivo è vicino il momento... già s’avanza il fratel vincitor... Coro Senti il cannone, senti la tromba! già s’avanza il fratel vincitor. Pierotto, Annina, Ma il cannone da lungo rimbomba... Senti! senti!... la tromba!... la tromba!... Ah!... il trionfo! è vicino il momento, già s’avanza il fratel vincitor. Retello O geloso furore, ti sento: tu nel petto mi laceri il cor. Oh, che geloso furor, ti sento: ah, che furore, come lacera il furore, come freme ben davvero non fa sperar. Pierotto Ma domani a quel dolce momento, sarà il nostro contento maggior. Albertone Or dovete mostrarvi contento, su politica, e forza di cor. que’ trasporti moderate: se bramate di regnar. Pierotto, Annina, Coro Oh, che piacer, Non mi sento più in me dal contento; e dal petto già balza il mio cor.

Scena terza Retello, Albertone, Pierotto, Annina,

Coro e due villanelle.

[5] Recitativo Retello si getta su d’una sedia inquieto.

Albertone (a tutti) Sua Altezza brama restar solo.

I cavalieri s’inchinano e si ritirano, e le due villanelle.

[Annina (a Pierotto, per partire) Andiamo. Pierotto (Oh! noi siamo del sangue.) Albertone si volge, li vede, sorprende e fa cenno a Pierotto di partire. Pierotto accenna di potere e di

voler restare.

Albertone (accostandosi a Pierotto, piano) Va, ti dico!] Pierotto (senza muoversi) (Ah! son venuto apposta...) [Albertone (all’Annina, con collera ma piano) E tu, fraschetta, con lui sola!... Hai ragione! Annina (timida) C’era con noi la vecchia zia.] Retello (smanioso) Albertone! Albertone (con umiltà) Altezza! Retello (concentrato) Hai già disposto? Albertone Tutto. Retello Son molti? Albertone E fidi e risoluti. Retello (con ironia) Va ben, questo è gran giorno. Hai già veduti del superbo i trofei? La gioia popolar? Ma io...

S’alza, vede Pierotto, e con impeto.

chi sei? Tu, temerario, udivi i miei pensieri!... [E forse?... olà!...

Chiama le guardie.] Pierotto (spaventato) Perdono! Perdono, altezza... [fermi amici...

Alle guardie, poi a Retello. Io sono Pierotto... domandatelo.

Segnando Albertone. Retello (come interrogandolo) Albertone?... Albertone È vero, lo conosco: è un mio parente. Annina Mio marito, domani... e ve lo giuro... è buono: è vero, zio!... lo so per prova... Albertone Si dice un buon figliolo, ed incapace... io credo...

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Pierotto E poi guardatemi: la mia non è faccia da spia... credo...] Io son figlio di Marta, la speziala, che fu balìa del principe Teobaldo... Voi dovreste ancor raffigurarmi, Pierotto da Senanges... pensate?... Retello (fissandolo) Parmi, sì... [Pierotto Abbiam giocato tante volte insieme, al castello, in giardino, quando voi eravate ancor piccino... ma anche allor volevate esser principe: e quante ne ho buscate! Me le ricordo ancora.] Albertone Ti volea ben sua Altezza sin d’allora. Pierotto Grazie. Retello E sei qui venuto?... Pierotto Per vedere, per sentir, per godere. Oggi s’aspetta il principe Teobaldo in gran trionfo, e sarà cosa bella: ...l’aprimento poi del gran testamento, e allora festa per il nuovo sovrano. Retello (con sorriso marcato) E che si brama, d’uno all’altro gemello, dalla nazion?

Pierotto resta incerto. Albertone (subito e con adulazione) Dai più saggi Retello, il protettor dei buoni, della nostra onorata famiglia. Retello (con foco) E guai, sì guai, se Retello non regna!... Tu sarai

Con affabilità a Pierotto. castellano in sua vece. Il mio Albertone salirà ad alto grado. Albertone (giubilante) Oh!... grazie, Altezza!

S’inchina e tira Pierotto pel vestito perché ringrazi anch’egli.

Pierotto (contraffacendo Albertone) Oh, grazie!... grazie!... (Ma ha un muso già che non mi piace.)

Retello fa cenno che si ritirino. Albertone Ritirati.

[Poi piano ad Annina. Una bella riverenza. Annina Serva, Altezza...

Riverenza, e per baciargli la mano.

Retello Oh, la bella innocenza! Pierotto (E le fa il bel bocchino!) Andiamo, andiamo. Annina

Ingenua, compiacendosi. (M’ha sorrriso e m’ha stretta la mano.) Pierotto Ho visto, ho visto... e diventi superba!... Ehi, son marito e castellano in erba.]

Partono con riverenze.

Scena quarta Retello e Albertone.

Retello Ed il Conte Lotario? Questo fiero Gran Cancellier della Provenza, ancor non è comparso? Albertone Ad incontrar Teobaldo ei sarà forse, voi sapete bene... [Retello So che al partito mio trarlo conviene... so ch’egli è il possente ed orgoglioso feudal della Provenza.] Albertone (marcato) La sua figlia ama Teobaldo... Retello E in segreto aspira più forse al trono, che al suo cor. Albertone Vien gente a questa parte. Retello (osservando) Seguimi: è Costanza. L’amor le brilla in volto, e la speranza.

Partono.

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Scena quinta Costanza, damigelle seco.

Paggi, che restano al fondo. N. 2 Cavatina Costanza Costanza

[6] Giungesti, o caro istante, ch’io sospirai finor. Torna il diletto amante, respira in petto il cor. Ah, tu non sai, mio dolce amor, quant’io versai per te sospiri e pianti! E tu di me ti ricordasti ognor, mentr’io languia per te nel mio dolor! Ma cesseranno i palpiti: ma finiran le pene, vicino a te, mio bene, sarò felice ancor.

[7] Recitativo Costanza Oh sì... ancor pochi istanti, poi lo vedrò, poi!... [qual soave imago a consolar il misero mio core, mi presenta l’amore!...] Oh s’egli...

Un paggio viene e le presenta una lettera.

Porgi... e chi... Osservando lo scritto.

È Rodolfo che mi scrive, il mio fedel che ognor seguì Teobaldo... oh dio!... [e qual nuova!... che palpito!... e che temo!...] Perché ad aprirla io tremo?

Apre la lettera e ansiosa legge.

«Signora: il Principe Teobaldo ritorna. Egli ha soggiogato i Bretoni. Voi amate un Eroe.» O gioia! «Ma il suo cuore...»

Turbandosi. Ohimè! «Ma il suo cuore è perduto...»

Afflitta. Giusto cielo! «Egli adora la figlia del vinto duca, la famosa Romilda. Si dice ch’ella sia sparita, e si sospetta che seguiti Teobaldo.»

[Con impeto. Perfido!... ch’ei tradisca così la fé, l’onore?... ch’egli ardisca qui condurla?... se mai!...]

Fieramente. Tremi, oh tremi, ho un pugnal... Lotario (entra) Figlia, che fai?...

[Teobaldo è già alle porte: odi le grida del popolo esultante... odi il tuo nome col suo da mille bocche ripetuto... Il giorno che bramava è già venuto: al mio scopo son presso: monta al trono Teobaldo, e tu con esso.] Costanza (gli porge la lettera, amaramente) Leggete. Ebbene? Lotario (dopo aver letto, con indifferenza) E che per ciò? [Costanza Il suo cuore non è più mio. Lotario Capriccio passaggiero!... Non ti deve inquietar. Costanza Ella è sparita! Lotario Ed ei torna al tuo amor.] Costanza (con foco) [No...] Son tradita! Lotario Calmati, ei t’ama... che se ciò non fosse, avrebbe egli l’armata preceduto, di pochi cavalieri in compagnia, per rivederti d’un sol giorno in pria? Costanza Se potessi sperarlo!... [Lotario Ei t’ha giurato. Costanza E se ha dimenticato il giuramento!] Lotario Del padre il testamento al suo dovere saprà ben richiamarlo. Costanza E voi sapete che l’obblighi a sposarmi? Lotario Di tanto volle Arrigo lusingarmi: ed è in mia mano il testamento... osserva, ei viene... i cavalieri... io qui l’aspetto. Costanza Ed io a calmar vo’ intanto il cor nel petto.

Parte con le damigelle.

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N. 3 Coro e Cavatina Teobaldo

Scena settima Cavalieri che accorrono, poi damigelle con corone d’alloro. Nobili stati che si dispongono con Lotario. Guardie che precedono. E intanto si canta in Coro.

Coro

[8] Gloria all’eroe, d’eroi trionfator. Gioia alla patria cui rese pace e onor. E mentre all’aure echeggiano i bellici concenti, di grazie, plausi e giubilo alziam al ciel gli accenti, gloria all’eroe.

Teobaldo preceduto da pochi cavalieri comparisce; egli si ferma, è commosso,

osserva d’intorno. La tristezza è sul di lui volto, nella di lui azione. Ugo lo accompagna. Scudieri lo seguono e restano al fondo.

Teobaldo

[9] Oh padre mio!... mio caro, tenero padre! Il figlio tuo sen riede vincitor, di te degno... e non ti vede... premio di mia vittoria, io che già figuravo al mio pensiero il tuo... da lunge ancor, sguardo primiero... quel sorriso di gioia... il dolce accento di vecchio padre a figlio atteso.

Cupamente. Oh dio, amara illusion, tu più non sei! Qual padre, qual amico in te perdei.

[10] Ombra amata, or ch’io t’adoro, forse intorno a me t’aggiri. Vedi il pianto, odi i sospiri che il dolor versar mi fa. Ah! la pace che a te imploro quando a me ritornerà?

S’appoggia tristissimo ad Ugo.

Coro Calma il dolore, Signore, omai: il genitor piangesti assai. Pensa alla patria, a tanti popoli che da te sperano felicità! Teobaldo (con espressione marcata) Gloria!... felicità!... nomi soavi!...

[11] Della gloria il vivo ardore il mio core avvamperà... Ma un sol oggetto a questo petto render la pace ancor potrà. Sì cara immagine, sì bella speme calma le pene, brillar mi fa.

Vicendevolmente a tutti.

[12] Recitativo Teobaldo Signori, cavalieri, amici a me d‘intorno: io con gioia vi miro.

Scena ottava Costanza e i precedenti.

Costanza (dal fondo) Eccolo...

Sguardo significante di Lotario ad essa. Teobaldo (ravvisando Lotario) E voi, Conte Lotario, a questo sen... l’amico io lieto abbraccio di mio padre.

S’abbracciano. Lotario (marcato) Ed io il suo figlio... ed il mio... spero. Teobaldo (contenendosi) (Ah! l’intendo.) Lotario

Presentandogli Costanza. De’ vostri bei prim’anni la compagna... ecco del vostro primo amor l’oggetto. Costanza (marcata) E fida io mi serbai. [Teobaldo (turbato) (Qual dir!... sapesse mai!...) Costanza (come sopra) Teobaldo!... e voi!... Uno sguardo!... un accento!...] Teobaldo (sforzandosi) Perdonate, Costanza... in tal momento duol di figlio... confuso... Ma, e Retello, il mio dolce fratel non viene ancor alle mie braccia? Lotario Forse attende l’ora in cui del padre fia il voler palese. Teobaldo S’affretti... a voi la cura io n’abbandono, caro conte Lotario... a piè del trono si rendano gli stati, i cavalieri, i vassalli... e la sacra estrema volontà del padre mio sia ad ognun manifesta. Lotario Io v’obbedisco.

Partendo, piano a Costanza.

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(Tu a regnar t’appresta.) I cavalieri, gli stati seguono Lotario.

Scena nona Costanza e Teobaldo,

entrambi in silenzio, inquieti. [Costanza (Ah! quel foglio!... chissà!... tace, è confuso...) Teobaldo (Qual momento!... e dovrò dunque!...)] Costanza (teneramente) Teobaldo, e così dopo un anno m’accogliete!... e niente a dirmi avete?

Con espressione marcata. [Niente? Teobaldo Voi! Costanza (come sopra) Par che fuggiate i sguardi miei. Teobaldo (agitato) Io?... no, li temo. Costanza (marcata) Ai rei sta il temer... ma parlate...

Affettuosa. Io posso ancor perdonarvi... ancor v’amo. Teobaldo Oh, generosa!... Ma il mio labbro non osa...] (Qual fiero cimento è il mio!...)

Scena decima Ugo e i precedenti.

Ugo (con significato) Signore. Uno straniero desìa parlarvi. Teobaldo E chi? Ugo Giovine paggio. Teobaldo (con premura) Ed il suo nome!...

Ugo (marcato) Adelio. Teobaldo (colpito) ([Oh cielo! ed ebbe tanto coraggio!... e qui!... ma] Come!... e adesso!...) Costanza (che l’avrà osservato) Prence!... perché sì oppresso?... sembravate spaventato. Teobaldo (rimettendosi) D’un paggio!... [e voi credete!... Io vado ad ascoltarlo.

Per partire. Costanza E non potete... qui... ascoltarlo?...

Ironica e passionata. Se poi qualche segreto... s’egli mai!... se voi!... io m’allontanerò!...] Teobaldo Questi sospetti... Costanza Sono vani?

Ad Ugo. Ebben, entri. [Ugo (esitando e osservando Teobaldo) Ma... Costanza (ad Ugo imperiosa) E che aspetti? Va, ti dico!

Ugo parte. Costanza Or vedremo questo straniero.] Teobaldo (simulando) Sì, lo vedrete. (Io tremo.)

Scena undicesima Romilda, in abito di paggio, entra con impeto

e corre verso Teobaldo, che d’un colpo d’occhio l’arresta. Ella si turba all’istante, incerta, agitata;

Costanza l’osserva con inquietudine. N. 4 Scena e Cavatina Romilda e Terzetto Costanza-Romilda-Teobaldo Romilda

[13] Oh, mio Prence! Teobaldo (con isforzo) Che fai?...

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Romilda (sorpresa) Non mi ravvisi? Teobaldo (marcato) Sì... ti ravviso. Romilda (con vivacità) Ebben? Costanza (fissandola) (Quale sembiante!) Romilda (avvedendosi di Costanza) Chi è costei? Costanza (osservandoli entrambi) (Quale arcano!) Teobaldo (agitato) (Oh ciel!) Romilda (Che istante, io tremo!)

Dopo aver esitato, con espressione marcata.

[14] Tu sai qual’oggetto,

Signore... rivedi... mi guida a’ tuoi piedi la speme, la fé. Un guardo ti chieggo un guardo di... calma... tu sai che quest’alma sol vive per te.

A tre Costanza, Teobaldo, Romilda

[15] Oh come a quell’aspetto palpita il cor nel petto. Teobaldo (Fra tanti affetti miei tu mi consiglia, amor.) Costanza (Vincermi pur vorrei... è mio tiranno amor.) Romilda (Volargli al sen vorrei... ma trema incerto amor.) A tre

[16] (Che barbaro tormento allor che nel momento di gioia o di dolore non può sfogarsi il cor.)

Silenzio; tutti e tre si osservano con reciproca agitazione.

[17] Recitativo Costanza Prence, vi lascio, la presenza mia v’è grave... in tal momento... io però conto sul vostro onore, e fido a voi la pace mia, la mia speranza: [pensate, addio, Teobaldo.] Teobaldo

Accompagnandola con isforzata gentilezza. [Addio, Costanza.]

Poi torna con trasporto a Romilda.

Scena dodicesima Romilda e Teobaldo.

Romilda (si getta nelle braccia di Teobaldo) Io sono ancor tra le tue braccia! Teobaldo Ah cara, cara Romilda!... e osasti? Romilda (con forza) Non son io la tua sposa! Lo giurasti almen davanti al cielo...

Rimprovero passionato. Eppure avesti cuore d’abbandonarmi! [Teobaldo (con tenerezza) Io abbandonarti?... Romilda Perché dunque involarti d’improvviso alla mia tenerezza?] Teobaldo Io qui volai pel nostro amor, temea il tuo pianto; è questo un gran giorno. Non sai qual periglio?... Romilda Ed io ne cimentai tanti per te!...

[Intenerendosi. la collera, il dolore di mio padre...

Triste. Il rossore forse...]

Si rianima. Ma son con te!...

Con premura. Di’, chi è colei che or ti lasciò?... Teobaldo (incerto) Non lo cercar...

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Romilda (fissandolo, con espressione marcata) Teobaldo!... Puoi tu, vuoi tu ingannarmi?... oh dio!... se vere fosser le sparse voci!... È colei forse quella Costanza, che... Teobaldo (con pena) Sì, è dessa. Romilda (con vivacità) Un giorno tu l’amasti. Teobaldo Credea d’amarla, te ancor visto io non avea. Un’ altra volta io giuro in faccia al cielo che m’ascolta: o regnar con Romilda, o morire con lei... Romilda (con trasporto a’ suoi piedi) Mio signore e mio sposo!... Teobaldo (la rialza e abbracciandola) Anima mia! Pierotto Alte...

Scena tredicesima Pierotto dal fondo, che veggendo Teobaldo corre a lui giubilante, e Romilda nell’azione.

Teobaldo

Si volge, e senza conoscerlo, sorpreso e con impeto.

Chi?... [Pierotto (spaventato) Torno via...

Per ritirarsi. Teobaldo (con forza) Ferma... hai inteso... hai veduto... Pierotto (Ohimè... anche questi!... ) Io... son cieco... io son muto...] Sono il vostro Pierotto... Teobaldo (ravvisandolo e contento) Ah, sì... m’abbraccia. Pierotto (respirando) Voi siete un galantuomo!... la natura non falla: istesso latte... ma quell’altro? Teobaldo Romil... Adelio...

Presentandole Pierotto.

Questi è il buon amico della mia giovinezza... la fortuna ti manda. Pierotto (contento) Manco male che mi manda per una volta in bene!... Non sapete che doman mi marito coll’Annina, la vedrete, è bellina... Teobaldo (con intenzione) Verrò anch’io alle tue nozze... [Pierotto (allegro) Oh! sì, davvero!... Romilda (con espressione) E voi sarete allor felici? Teobaldo (con significato a Romilda) Ed anche noi... là... Romilda (intendevole e giuliva) Sì!...] Pierotto Coll’espressione di riconoscenza e attaccamento.

Voi mi farete quest’onore? Teobaldo Lo meriti. Romilda Egli mostra un sì bel core!

Teobaldo {parla} in disparte a Romilda. Pierotto Bon cuore, e me ne vanto... (che vocetta!... che bella manieretta!... non saprei...

Osservando Romilda. pare... così... ma, eh pazzie!...) Teobaldo

Con amore, a Romilda, che mostra viva dispiacenza di ciò che gli disse.

Tu dei compiacermi. [Romilda (triste) Lasciarti!... adesso!... appena che ti rivedo! Teobaldo (vibrato) Io vivrei troppo in pena. Subito io sarò teco... questa notte, al più tardi domani, va con lui...]

Poi a Pierotto, vibratissimo. Pierotto, io ti consegno... la mia vita, tutto... torna a Senanges... Pierotto (sorpreso) Ma come!... e dunque!

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Romilda Ah! no! Teobaldo Se m’ami, il tempo pressa... Pierotto Ed io?

Trombe lontano. Teobaldo Le trombe! Romilda Ah, senti!... Teobaldo

A Pierotto, lasciandogli Romilda. Guarda bene! Addio...

Con isforzo si stacca da Romilda che colle braccia stese verso di lui

è trattenuta da Pierotto. Romilda Romilda cade in abbandono; Pierotto la sostiene.

Oh dio!

Scena quattordicesima Romilda e Pierotto.

N. 5 Duetto Romilda-Pierotto Romilda (con tutta l’espressione)

[18] E così da me s’invola! Si divide dal mio core! M’abbandona al mio dolore, e mi lascia a sospirar! Pierotto (Ha cert’aria interessante!... un parlar così toccante!) Via da bravo, vi calmate, non vi state a disperar. Romilda

Risoluta si stacca da Pierotto. Vo’ dividere il suo fato: io lo voglio seguitar. Pierotto (trattenendola) Egli a me v’ha consegnato, non pensate di scappar. Romilda (con forza) Ma io voglio... Pierotto (egualmente) Ed io non voglio. Romilda (come sopra) Io potrei...

Pierotto (scherzoso) Con me sbagliate! Romilda

Cangiando tono, gli offre una borsa. Questa borsa... Pierotto la sbagliate... Romilda (accarezzandolo) Caro, caro, caro, caro, Questa borsa... Pierotto (burlandola) Caro, caro, caro, caro, la sbagliate...

Per condurla. Anzi subito marciare... Romilda (supplichevole) Non ti vuoi dunque piegar?

A due Romilda

[19] Tu che vanti il più bel core, cedi, amico, al pianto mio. Se sapessi chi son io!... perché bramo di restar... (Ah! che quasi mi tradisco, non mi posso più frenar.) Pierotto Egli vuol toccarmi il core! Eh! son duro al dover mio. (Ma ha un tal che... che so ben io!... che maniera di tentar! Capisco e non capisco, par... non par... non so che far.)

Pensa. Romilda Cedi, cedi! Pierotto No, no... Romilda (con rapidità)

[20] Vuoi tu bene al tuo padrone?... Pierotto Sì signore, figurarsi, un benonone! Romilda Egli è odiato da Retello! Pierotto È un briccon quel suo fratello. Romilda Qui non c’è chi lo difenda.

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Pierotto Si fa brutta la faccenda. Romilda Io salvar vo’ i giorni suoi. Pierotto Bravo, piccolo!... ma poi?... Quando vede... quando sa? Romilda Non temer, non griderà... Io so prenderlo in maniera ch’anzi gusto poi n’avrà.

A due Pierotto (persuaso) Giacché si tratta della sua vita... se mi prometti d’usar prudenza... resta a difenderlo... ti do licenza... La provvidenza vi salverà, io vado avanti, un bacio amico, torna poi subito... t’aspetto là, e poi domani mi farò sposo... vedrai l’Annina, ti piacerà, farem le nozze... tu, mio fratello... giorno più bello non sarà. Romilda Sai che si tratta della sua vita... fidati pure... avrò prudenza... veglia a difenderlo la provvidenza, l’amor più fervido, la fedeltà... Io poi ti seguito... mio buon amico!... O ch’io lo salvo, o resto là... (Doloroso imploro pel caro sposo, cielo clemente, la tua pietà...) Verrò alle nozze... Io pur... con quello!... giorno più bello non sarà.

Pierotto da una parte, Romilda dall’altra.

[Scena quindicesima Retello, seguito da cavalieri, scudieri e Albertone. Recitativo Albertone (inquieto) Ma, altezza, è proprio vero? Bisognerà anche battersi ad un caso? Retello (deciso) E disperatamente. Albertone Ma, la pelle. Retello O regnare, o morire. Albertone (Bagatelle!)

Poi ripigliando l’aria d’adulatore. Eroici sentimenti!... e fortunate l’anime grandi, nate con l’eroismo infuso!... Io nacqui invece, all’uso di Demostene, e come Cicerone, grande... a talenti, ma di cor... poltrone. Retello Non temere, è già tutto combinato: la sorpresa, ed il numero è per noi. Albertone E cento contro dieci sono eroi! Retello Andiamo, da qui a un’ora. Albertone Io spero di chiamarvi mio sovrano. Retello Tu sei ministro, appena ch’io comando. Albertone Ministro, o sorte, a te mi raccomando!

Partono.]

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CD 2

Vasta magnifica sala destinata alle assemblee degli stati: trono, con due sedili; altri sedili a piedi

del trono: guardie agl’ingressi...

Scena sedicesima Marcia solenne. Gli araldi, paggi, cavalieri, il conte

Lotario; un cavaliere al suo fianco con una cassetta, che rinchiude il testamento. Altro

cavaliere, colla corona. Da una parte Retello, e il suo seguito, con Albertone, dall’altra Teobaldo con Ugo, e pochi cavalieri: gli scudieri; Costanza

e dame. Tra la folla comparirà Romilda che si asconderà sempre agli sguardi di Teobaldo.

I rappresentanti e gli stati si dispongono. Teobaldo e Retello montano al trono e siedono.

Lotario si situa in faccia al trono; Costanza e le dame lateralmente. Popolo.

N. 6 Finale primo Coro

[1] Di tanti popoli sacro al destino, il gran momento ecco vicino, ch’è d’alto evento apportator... bella concordia, tra noi discendi: e del tuo spirito l’anime accendi... dal ciel te invocano le labbra, i cor.

Tromba degli araldi. Lotario (mostrando la cassetta) Principi, cavalieri, stati della Provenza, è qui rinchiusa del grande Arrigo, vostro padre e nostro prode ed ottimo duca, l’estrema e sacra volontà!... Palese ad ognuno or fia... ma d’osservarla in pria tutti giurate, e d’obbedir. I Cavalieri (alzando la mano per giurare) Tutti giuriam! Retello (balzando in piedi) Fermate! Se giustizia, se natura furon guida al genitore, sarà pronto il nostro core, a obbedir senza giurar. Ma obbedienza ancor non giura chi può torti sospettar.

Sorpresa generale. Lotario, Albertone (Che sarà?) Costanza (Quale oscuro e amaro favellar!)

Romilda (Io tremo.) Albertone (Temo de’ guai!) Teobaldo (s’alza, e dignitoso) Ed io, io giuro! Son per me del padre i cenni sacri ancor dopo la morte; sia qualunque la mia sorte a sue leggi obbedirò, ma...

Deciso. solo al core e al ciel lo giuro, leggi mai non soffre il cor, leggi mai non soffrirò... Romilda (Ah! l’intendo!) Costanza Ch’ei forse! Oh mio sospetto!... Retello Tu dunque!... Teobaldo E che! Lotario Tacete... se giurar non volete, già al grande Arrigo un dì giuraste...

Imponente. Adesso è quell’Arrigo stesso che vi parla, che vi comanda ancor. Apre la cassetta. Ne cava un rotolo di pergamena

e lo mostra a tutti, alzandolo con rispetto. Ecco! Guardate! È il suo scritto! Tutti chinatevi ed adorate! Tutti (sotto voce)

[2] Segreto fremito, ignoto palpito, in tal momento io sento al cor. E già le lagrime sul ciglio spuntano, vederlo sembrami, udirlo ancor... Padre de’ popoli e nostro amor.

Silenzio rispettoso. Trombe degli araldi. Lotario rompe i suggelli, apre e legge.

Attenzione generale. Lotario «Figli, gemelli voi nasceste al pari; ed io che al pari v’amo e felici e concordi ambi vi bramo; or d’Antibo, di Monaco, di Nizza conte lascio Retello... egli sovrano domini il Grenoblese, mia conquista; della Provenza al principato, al soglio mio successor che sia Teobaldo io voglio.»

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Coro (vivacemente) Viva Teobaldo! Viva il nostro Principe! Retello (fremente) Audaci!... Tacete, quai trasporti! Teobaldo (alzandosi) Anzi tu stesso or taci: trema, superbo, e frenati. Il padre tuo parlò! Lotario (imponente) Il resto udite: «Teobaldo: tu Costanza amavi; ed io stringer pensai già sì bel nodo un giorno; ma al bene dello stato sacrificar si dee talor gli affetti... e lo spero... Tu hai vinto il duca de’ Bretoni... ei resti avvinto a te da più bel vincolo... ne forma un solo stato, una sola famiglia... sposa dunque Romilda, del duca dei Breton l’illustre figlia...»

Sorpresa generale. Costanza, Lotario, Retello, Albertone Oh ciel, che sento! oh mio tormento! Romilda, Teobaldo Oh ciel, che sento! oh mio contento! Teobaldo (scendendo dal trono) Or Romilda... Lotario (con forza) Prence, attendi... mancò Arrigo a me di fede... e mia figlia... Teobaldo E che pretendi?... Lotario La tua mano... Teobaldo E hai coraggio!... Lotario Io soffrir non so l’oltraggio: posso farti ancor tremar. Teobaldo Osi audace minacciar! Coro Ciel! quell’ira fa cessar.

Romilda, Costanza Ah! mi sento il cor tremar... Albertone (Oh! va male a terminar!) Retello (frapponendosi a Lotario) Cessi discordia omai, a te si renda onore...

A tutti. Sia pago il genitore: Romilda io sposerò. Tutti (Ciel!) Teobaldo (fremente) Romilda!... Tu?... no... ah, no! mai! Io fede a lei giurai, ella è di già mia sposa! Tutti (fuor che Romilda) Sua sposa!... Oh ciel, che sento! Teobaldo (deciso) Sì... e per lei la vita, i stati miei sacrificar saprò! Retello

Scende dal trono, e verso Lotario e i cavalieri. Ah, vendetta!... Lotario Ah, vendetta!... Teobaldo Ed osate!... Costanza (agitata) Oh! mio padre!... Albertone Guai a voi, l’affar s’imbroglia ognora e non veggo ancora qual fine avrà! Retello (verso i cavalieri) Venite, cavalieri, all’onor, alla fede venite, all’onor. Teobaldo (verso gli altri) Venite, cavalieri, all’onore, alla fede, all’onor. Lotario Noi seguiam la giustizia e la fé! Coro Viva il principe, viva Retello!

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Lotario (s’inchina a Retello) Io primiero per te! Teobaldo (al popolo) Chi mi resta fedele s’unisca me.

Pochi s’uniscono ad esso. Retello, Costanza Or apprendi a mancare di fé. Romilda Io morir per te almeno saprò. Albertone Ah, salvare vuol la pelle, guarda che paura, ah, si salvi la mia vita. Lotario, Retello (snuda la spada, a Teobaldo) Cedi! Teobaldo (in atto di difesa risoluta) Invano!... Lotario, Retello Deponi quell’armi... Teobaldo (come sopra) Pria converrà levarmi la vita! Retello (s’avventa) Mori dunque per man di un fratello... Albertone, Lotario, Coro Pugna il ciel del giusto a favor, ah, si salvi la mia vita. Costanza, Romilda Ciel, che orror, io tremo! Lotario, Retello, Teobaldo, Coro All’armi, all’armi!

S’attacca mischia; Teobaldo si batte valorosamente, ma è sopraffatto dal numero

e si va ritirando. La scena resta vuota. Romilda manca d’affanno; Costanza osserva, è difesa d’alcune guardie. Da lontano si ode il rumore

dei combattenti.

A due Romilda

[3] Oh come palpiti, povero core! Chi in tanto orrore lo salverà? Io gemo intanto... mi scorre il pianto... oppressa l’anima mancando va, oh cielo pietà!

Costanza Oh perché palpiti, debile core! Ah, del traditore avrai pietà? Io gemo intanto... Mi scorre il pianto... oppressa l’anima mancando va, oh cielo pietà! Coro (lontano)

[4] Ah! Vittoria!... Romilda, Costanza È deciso! Romilda E chi vinse? Coro (più vicino) Viva Retello! Romilda Ciel che sento? Costanza Io trionfo! Retello (con seguito) Padron qui son io, guardate,...

Segnando Teobaldo che viene disarmato e custodito.

Guardate! Teobaldo (fremente) Ah! la morte!... la morte! Retello (insultante) L’avrai! Cedi intanto, obbedisci e paventa! Teobaldo (con forza) Ah, tu prima svenarmi dovrai! Retello (ad Albertone, in segreto) Nella torre! in segreto nella torre, già tu sai! Albertone (piano) (In segreto nella torre, voi di me vi potete fidar.)

Parte. Costanza, Romilda, Retello, Lotario, Teobaldo

[5] Sacro alle Eumenidi giorno terribile! luce funerea diffondi intorno. Costanza Pure il core mi fa tremar.

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Romilda Il mio core frenar non posso. Teobaldo Ah, non fia mai chi mi vegga a tremar. Retello, Lotario Superbo va, comincia a tremar. Coro O giorno infausto! Vendetta atroce arde ogni cor. Tutti Pende già il fulmine sterminator. Costanza Presso alla morte, fra le catene, l’ingrato ancora languir mi fa. Retello Presso alla morte, fra le catene, veggo l’audace, presto cadrà. Teobaldo, Romilda Presso alla morte, fra le catene, solo il mio bene tremar mi fa. Tutti Paventa il perfido... l’opprimerà. Giorno d’orrore questo sarà.

ATTO SECONDO

Castello di Senanges. La decorazione rappresenta nel prospetto l’esterno del castello di Senanges, d’antica

maestosa gotica costruzione. Vi s’entra per un ponte levatoio, in mezzo a due torri: sugli angoli

de’ baloardi altre torri: una alla destra dello spettatore a cui si salisce per rapido pendio, fra ammonticchiate rovine. Una semplice casa alla

sinistra. Al di là delle mura si veggono gotici magnifici edifizi nel castello. Ridente campagna

all’intorno. Principio di bosco, a destra: montagne ricoperte di neve, altissime alla lontana.

Scena prima Si fa giorno. Pierotto uscendo con precauzione dalla torre alla destra: la chiude e scende poi.

[6] Recitativo

Pierotto Sarà l’ultima volta!... benedetta per altro questa chiave. Domattina a quest’ora l’Annina sarà mia, sarò seco, né avrò più bisogno, per parlarle a mio modo, per gli affari nostri particolari, d’introdurmi per quella vecchia torre, nel castello,

Con raccapriccio. traverso le rovine, le prigioni. Ella sarà a abbigliarsi... e adesso anch’io per non parer...

S’avvia al castello.

Scena seconda Albertone e Pierotto.

Albertone

Preoccupato, egli pure verso il castello, e s’incontra in Pierotto.

(Qui è già costui!) Pierotto (veggendolo) Voi!... zio!... [Bravo!... alle nozze, e di buon ora. Albertone (distratto) Nozze? Pierotto Bella!... non lo sapete?... Albertone Ah... sì... (politica!) Pierotto (con premura) Voi mi direte:] A chi è toccato il trono?

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[Albertone (sorpreso) Non sai niente? Pierotto Niente... e così?] Albertone (marcato) È toccato a chi doveva... Pierotto Eh? Io già lo sapeva... mio fratello vien oggi qui al castello?... [Albertone (come sopra) Fra momenti. Pierotto Gli ho fatto preparar gli appartamenti. Albertone (come sopra) Io glien fo preparar uno... segreto. Pierotto (sorpreso) Segreto! Albertone (con mistero) Tu non sai?... Pierotto (curioso) Che cosa? Albertone (come sopra) Tu vedrai. Pierotto (come sopra) Che?...] Albertone Stupirai... ma politica, veh!... Pierotto Eh, ma le nozze con tutta la politica si fanno. Albertone Sì... (andrà bene in politica. Una festa terrà distratto il popolo).

Musica campestre da lontano. [Pierotto Sentite, ecco i suoni...] Venite. [I parenti, gli amici...] Albertone Andiamo. [Io intanto per altro affar... un affar serio... Pierotto E il mio tra il buffo e il serio: eh basta, il so ben’ io...]

Saliscono il castello.

Scena terza Contadini e contadine provenzali in abito da festa,

coi loro cimbaletti e flautini che arrivano al piazzale del castello: ognuno ha un mazzetto di fiori. Due giovinette con due corone pure

di fiori arrivando cantano in Coro

N. 7 Coro ed aria Pierotto Coro

[7] Battete allegri i cimbali, giovani figlie da maritar. Vivaci i vostri zuffoli, o pastorelli, fate suonar. Il giorno di nozze i giovani, i vecchi consola, riscalda, brillare fa ognor. E care memorie, speranze soavi ridesta nei cori: invita a goder.

Alcuni saliscono il ponte. Evviva Pierotto! Evviva l’Annina! Il bel giovinotto! La vaga sposina! Viva, viva, già arriva, evviva! Pierotto Evviva!... son qua!...

Pierotto con vari compagni e due contadine che sono al fianco dell’Annina, comparisce

dal ponte; scende, tutti li incontrano e presentano i mazzi di fiori e le corone.

Pierotto Guardatela, vi par che sia bellina.

[8] Se nel mondo v’è un uomo contento, ah! Pierotto in tal dì lo sarà... È vicino quel caro momento, che mia sposa l’Annina sarà. Ogni uomo, suoi gusti, capricci, sì: chi gli onori, chi il fasto, chi l’oro... ma una bella donnina è un tesoro, che egual gusto fra i gusti non ha. E l’Annina carina, bellina, mia tutta, mia tutta sarà. Coro Dice bene, è ben vero, sì, è un gran gusto che fra i gusti l’egual non ha. Pierotto Sì tutti in tal giorno, allegri staremo, ben ben mangeremo, ben ben berremo... e poi, cari amici, e poi, già si sa! Mangiando, bevendo, saltando, ridendo, in giubilo, in festa il dì passerà.

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Coro Sì, tutti in tal giorno... e poi... e poi... sì, tutti mangeremo, sì tutti beveremo, che piacer per noi.

Da lontano colpi di tamburo e marcia flebile, che s’andrà vicinando.

Sorpresa e quadro generale. Pierotto

[9] Ma, cos’è questo? Ahimè, il tamburo! Cosa vuol dire? Guardiam, guardiam... Che tristo suono! Che batticore! Ma cosa è questo? Cosa vuol dire? Ohimè, soldati... tiriamci in qua, in là. Coro Zitti... fermiam! Cos’è questo? Zitto, guardiam... Vengono in qua. Che tristo suono! Che batticore! Ma cosa è questo? Cosa vuol dire? Ecco i soldati!... vengono in qua, in là.

Si ritirano in un angolo uniti, e osservando con curiosità e inquietudine.

Scena quarta La marcia è vicina. Comparisce un corpo di

soldati; in mezzo a loro un guerriero con visiera calata, tutto ravvolto in un gran mantello. Il conte

Lotario è alla testa. Albertone viene sul ponte. Mentre i soldati traversano la scena e saliscono

al ponte, il guerriero (ch’è Teobaldo) dolente esclama:

Teobaldo Oh mia Romilda!... ah traditore!... Romilda! Ah, caro ben! Ciel! della misera abbi pietà. Romilda! Coro Hai tu veduto?.... Hai tu sentito? Pierotto «Romilda!» ... Coro ... egli gridava!... Pierotto Parea avvilito... Coro ...si lamentava! Il poveretto!... cos’ha mai fatto? Qualche misfatto!... Chi lo sa... E chissà cosa di lui sarà, il poveretto mi fa pietà.

Pierotto Il poveretto mi fa pietà. Teobald (con voce morente) Romilda...

Restano tutti tristi, pensosi. Pierotto si scuote, e verso gli altri, affettando allegria, e con voce

singhiozzante: Pierotto (inquieto) Ma noi, cosa facciamo? Perchè tanto poi ci rattristiamo? Coro Hai veduto? Hai sentito? Pierotto Eh via! scacciam dal cor il mal umor! Mangiando, bevendo, saltando, ridendo in giubilo, in festa il dì passerà. Sì, cari amici, tutti in tal giorno mangeremo e beveremo. Coro Sì, mangeremo, berremo. Tutti mangeremo e beveremo che piacer per noi sarà.

Partono.

Scena quinta Guardie che precedeno Retello, Costanza,

seco scudieri, poi conte Lotario.

[10] Recitativo Retello Ecco Senanges. Costanza (triste) Oh vista!... oh rimembranza!... Retello Respiriamo, Costanza, alla lusinga d’una piena vendetta!... Costanza Il mio cuore l’aspetta... e la teme. Retello Amereste ancor l’ingrato? Costanza Nol so. Lotario (dal castello) Principe!... Figlia!...

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Retello (con premura) È già eseguito? Lotario (con significato) Foste appieno obbedito. Retello Ebbene, entriamo! Lotario (invitandola) Figlia! Costanza Io rimango anco un’istante... Io l’amo un po’ di solitudine... Retello (marcato) Costanza!... Pensate che Teobaldo v’ha tradito. Lotario Con pubblico rifiuto t’ha schernito. Retello Vincetevi: pensate ad obliarlo. Lotario A vendicarti... a odiarlo.

Salgono al castello.

Scena sesta Costanza.

N. 8 Scena ed aria Costanza Costanza (sola, pensosa, con passione)

[11] Odiarlo!... e lo poss’io! Obliarlo!... ma come?... se il mio core sospira al di lui nome!... se presente ognor alla mia mente!... se di lui tutto mi rammenta!... e in questi luoghi istessi ove nacque, ove crebbe l’amor mio, e qui... ove felice un giorno!... oh, dio!... Rimembranza crudel!... per mio tormento orribile, orribile, crudele, tutto parla al mio core, tutto rammento!

[12] Ah! più non tornerà per me quel dì!... la mia felicità da me sparì!... E vittima d’amore, dunque penar dovrà questo mio core così!... senza sperar pietà! Ah, non reggo a tanto orror: che mai di me sarà! Chi più consolerà l’acerbo mio dolor?

[13] E vittima d’amore io morirò. Sì barbaro dolore soffrir non so.

Si ritira verso il boschetto.

Scena settima Pierotto, l’Annina e tutta la gente

della Scena terza.

[14] Recitativo Pierotto Anche questa è finita... cioè, no: resta il meglio... il pranzo, il ballo.

S’avviano. Andiamo... oh! guarda un pò...

S’avveggono di Costanza che viene concentrata. [Annina Veh! Pierotto (osservandola) Se non fallo!... Parmi...] Annina La contessina. [Pierotto Come qua!... poverina!... ella sospira... è tanto concentrata che non vede e non sente: Annina Vo’ scuoterla... Signora... Pierotto (accostandosi) Allegramente. Costanza (pensosa, con passione) E chi! Pierotto Perdono.] Costanza (ravvisandoli) Oh, Annina! Pierotto Io, Pierotto... voi già mi conoscete: suo sposo da momenti. [Costanza Ah? voi siete contenti!... eccoti, Annina, il regalo di nozze.

Le dà una borsa. Annina (la dà a Pierotto) Oh, grazie!

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Pierotto Evviva!

Le baciano le mani. La nostra contessina!

Il coro ripete.] Costanza Buoni amici! [Possiate sempre esser così felici!

Si concentra. (Ed egli ov’è? che fa!) Pierotto Ma voi mostrate d’esser poco felice! Costanza (sospirosa) Ah! se sapeste, dite, ma...!

Si ferma, vedendo gli altri vicini. Pierotto

Facendo cenno di ritirarsi agli altri, che si ritirano rispettosi.

Andate... ci vedremo all’ora... a mezzodì!... sicché, dite, signora...] Costanza (con premura) Fu nel castel condotto un prigioniero questa mattina? Annina È vero. Costanza (come sopra) Di figura? Pierotto Alta, imponente. Costanza (È desso!) Ed il suo volto?... Annina Era in maschera. Pierotto Tutto era ravvolto in gran mantello bianco. Costanza (Ah, sì...) Annina Che voce! Se l’aveste sentito! Costanza (con ansietà) Che diceva?... Pierotto Che so io... «Traditori!...»

Annina E ripeteva poi certo nome...

Verso Pierotto. a te... Pierotto (non ricordandolo) Or sì!... Costanza (agitata) Costanza?... Pierotto (cercando sovvenirsene) Ohibò! Costanza (con dolore) Romilda? Pierotto Brava!... Costanza (con affanno) L’ingrato!... ed io per lui qui sospirava!

Con impeto. Mori, oh sì: mori... ti stà bene la morte! Annina! Annina, oh dio!

Con desolazione entra nella casa di Pierotto; Annina l’accompagna.

Scena ottava Pierotto indi Romilda, con un villano.

Pierotto

Sorpreso, le guarda dietro, resta immobile. Intendami chi può, che m’intend’io!... [E chi ne intende un cavolo! Dapprima tanta premura... poi tanto furore!... Eh? Donne!] Ma però quel prigioniero...

Pensa. [Se... demonio!... eh!... no... ma... uhff!]

Passeggia smanioso. Romilda viene con impeto,

accompagnata da un villano che le addita il castello.

Romilda [Ci siamo!] Ciel, ti ringrazio...

[Gli dà denaro. Tieni... (Ardir!...) Pierotto (verso il castello) Scopriamo...]

S’incontrano. Romilda Oh Pierotto! Pierotto Paggetto?

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Romilda e Pierotto (in una volta) E Teobaldo!... Romilda

Rapidissima, e con espressione crescente.

Ov’è? Pierotto Non è venuto! [Romilda Nol sai? Pierotto Non lo sapete?... Romilda Egli è perduto. Pierotto (con pena) Oh!] Romilda Fu tradito... [Pierotto Iniqui! Romilda Abbandonato! Pierotto I vigliacchi! Romilda Arrestato! Pierotto Manigoldi! Romilda Condotto via! Pierotto Assassini! Romilda Il fedel Ugo, il suo scudier, sospetta che qui a Senanges.] Pierotto (sovvenendosi) Ah!... sì... può... per via... infatti c’è il prigioniero. Romilda (vivamente) Ei! Pierotto Sì... ma, no...

[Romilda No!] Pierotto Quello chiamava una Romilda... Romilda (con esclamazione) È lui! [Pierotto Proprio? Romilda (vibratissima) Sì, lui... sì, lui... ti dico...] Va... corri... presto, amico... indaga, esplora... [Pierotto (avviandosi) Subito! Romilda Torna. Pierotto Subito. Romilda (vuol seguirlo) Ancor’io... Pierotto (s’oppone) No, resta qui, amichetto... Hai troppo caldo. Politica ci vuole. Addio!]

{Pierotto} Salisce al castello. Romilda (sola) Teobaldo! Mio povero Teobaldo!... ah! chi sa mai cosa sarà di te!... Fra quelle mura... in man di traditori, sitibondi del sangue tuo... [non torna!... e quanto tarda! Forse estremo è il periglio... Io più non reggo... tutto vo’ a cimentar.]

S’avvia risoluta al castello. Costanza (escendo, vede Romilda) E chi! traveggo! Fermati! Romilda (sorpresa) (La rivale...) [Costanza (marcata) Già ti conosco! Romilda (affannosa) (Oh, dio!) Costanza (come sopra) Tu di Teobaldo... Romilda (a’ di lei piedi)

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Ah, sì, pietà!... Per iscoprirsi.

son’io quell’infelice...] Costanza Adelio... il so... Romilda (Respiro!) Costanza E qui [(ti guarda di mentir)] che fai?... Che vuoi?... Romilda Salvar... Teobaldo. Costanza E lo potrai?... Romilda Lo spero...

Risoluta. ...o qui morir. N. 9 Scena e Duetto Costanza-Romilda Costanza

[15] E tanto dunque l’ami? Romilda (con risoluta espressione) Oh quanto! Costanza Conosci tu questa rival... funesta a me cagion di tante pene, questa Romilda... ch’egli adora...

Fiera. e ch’io detesto? Romilda (timidamente) La conosco. Costanza Ebbene, raccontami... Romilda

Con agitazione crescente. Ah signora! Fra catene egli intanto languisce. In gran periglio è la sua vita... e forse, in tal momento, l’odio di suo fratello... la vendetta del vostro genitore arma la mano...

Tremante. d’un assassino... e quello sventurato sotto l’acciar... cade... già spira. Oh dio! Costanza (colpita) Taci! Lo so, per lui già tremo anch’io!

[16] L’infedel punir dovrei, vendicar gli oltraggi miei... ma scordar non potrò mai che l’amai... che l’amo ancor. Romilda S’è pur ver che ancor l’amate, deh, quel misero salvate: Ceda omai vendetta atroce alla voce dell’amor. Costanza (con passione) Io per lui darei la vita... Romilda (vivamente) A salvarlo e che tardate? Costanza (indecisa) Il mio core ... Romilda (come sopra) ... ascolti amore... Costanza (fremente) Ma Romilda ad esso unita!... Romilda (con impeto) Ma se muore!... quale orror!

A due Romilda Saper che l’infelice langue di morte in seno! Per lui vi parli almeno, se non amor pietà; del suo destin l’immagine gelare il cor mi fa. Costanza Soffrir ch’ei sia felice della rivale in seno? E mentre io gelo e peno ei sposo a lei sarà! Ah! sì crudele immagine fremere il cor mi fa!

Pausa. Romilda (supplice, incerta)

[17] Ebben, lo salvarete? Costanza (smaniosa) A Romilda, il rendo allora. Romilda (decisa e con vivacità di passione) Salvatelo, signora... e se Romilda odiate, se vendicarvi amate, sì, sfogarvi oggi potrete...

Sottovoce, ma marcato. all’odio vostro vittima, la povera Romilda... io stesso guiderò.

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Costanza Romilda!... e lo potrai?... Romilda (con fermezza) Lo giuro... ma securo vivrà Teobaldo!... Costanza Il giuro! Romilda, Costanza E fé vi/ti serberò.

[18] Ah, si salvi il caro oggetto, tutto omai per lui si tenti; ed un giorno fra i contenti si rammenti... la mia fé.

Rientrano da Pierotto.

CD 3

Scena nona Guardie del castello che precedono Retello

accompagnato dal Conte Lotario, da Albertone, scudieri, cavalieri che arrivano poi.

[1] Recitativo Lotario (marcato) Sì, principe: a evitar ogni periglio, convien che v’appigliate al mio consiglio: prender delle misure forti, pronte. Retello (cupamente) Lo so, ci penso. [[Lotario È vero che l’armata, ch’era già da Teobaldo comandata, marcia alla capitale, che minaccia di sostenerlo?... Retello (come sopra) Non lo troveranno. Albertone Ma potran sospettar... s’inaspriranno... e vuole la politica... Lotario (lusingandolo) Albertone... va diventando un gran politicone!... Ei prevede... Albertone (compiacendosene) Eh! conosco... al caso!... Retello (come sopra) Intendo! Ci vuole un colpo, un colpo solo... ardito che tronchi il filo e atterisca il partito de’ ribelli... Albertone Benissimo!... Retello L’onore del gran colpo... ad un caso, è a te serbato. Albertone A me?... Lotario Uom fortunato!]] Retello La sicurezza mia comanda... a un caso...

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Lotario Ch’ei possa dir... il mio nemico è morto... Albertone (colpito) Morto!...

A Retello che tace. Vostro fratello! Lotario Il suo nemico... Retello (con simulata pena) Necessità crudele!... [[Io ne gemo. Ma!...

Accarezzando Albertone. E tu, tu, mio fedele... Albertone (tremante) Io!... Retello Tu... devi... Albertone (come sopra) Ammazzarlo! Retello No! Albertone Volea dir?... Lotario Fingendo anzi salvarlo, tu lo devi condur, fra quell’oscuro, vicino a quell’antico trabocchetto, da prudenti avi nostri destinato a grandi delinquenti... egli vi piomba, e trova in quell’abisso e morte e tomba... Albertone (con raccapriccio) Oh cielo!... Retello Ti spaventi!... Albertone (confuso) Eh?... Lotario (con disprezzo) Esiteresti? Uomo piccolo! Retello E diventar vorresti mio favorito! Lotario E hai scrupoli? Albertone Ma poi?

Lotario Déi pensar anche a te... Retello Tu sei con noi!... E s’egli trionfasse?... Lotario Vedi?... Retello Intendi?... Lotario O cader ... Retello ... o salir... Albertone (indeciso) Vedo... capisco...]] Retello E poi a un caso... ebbene?... Albertone (dopo riflessioni) Io v’obbedisco... a un caso... e non rifletto se sia bene, o sia mal... Retello Bravo!... Lotario E così far conviene... [Retello Conte Lotario, voi frattanto andate a esplorar... animate, raccogliete tutti i nostri... Lotario Fidarvi a me potete.

Parte con vari soldati.] Retello [Addio, Alberton...]

Chiamando i cavalieri che stanno in disparte, per rispetto.

Signori, ecco un bravo uomo ch’io molto stimo ed amo, e che da voi considerato io bramo. (Bisogna lusingarlo.) Albertone (con umiltà) Oh! quanto onore!... Retello Questo è poco... io ti serbo il mio favore.

Con bontà. E noi già siamo intesi... a un caso!...

Partendo, e gli stringe la mano, sale al castello.

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Albertone (inchinandosi) A un caso... (Eppur non sono ancor ben persuaso...)

Scena decima Albertone e i cavalieri. Partito Retello

i cavalieri circondano Albertone, lo abbracciano, alcuni con affezione.

N. 10 Coro ed aria Albertone Cavalieri

[2] Noi c’inchiniamo al grand’Albertone! Ci consoliamo di tutto cor: Eccellenza! Mio padrone! Ma che fortuna, caro amicone! Deh, ci accordiate il suo favor! Albertone Grazie, grazie! Troppi onori, miei signori! Certo è un gran caso, è un grand’onor. Ma!

[3] Chi sta al mondo ne vede di belle, ne sente di buone, ne soffre di brutte, ne passa di tutte, di grosse, di queste, di quelle, che non crede, non pensa, non sa, Ma già al mondo così va, così andò, così anderà.

Il coro ripete scherzoso. Chi va in su, chi casca in giù... la fortuna di tutto dispone: non serve ragione, non vale talento... lavora a capriccio, si cangia al momento... ora bene, ora male ci fa. Si va su nel favor d’un signore succede un tal caso si tombola giù... Così nell’amore, s’arriva a andar su, cangia umore ci tocca andar giù: Ma già al mondo così va, così andò, così andrà: chi va in su, chi casca giù... brutta cosa l’andar giù!... bel piacere l’andar su! Dunque su finché si può, e sarà quel che sarà...

Il coro ripete scherzoso, e saliscono al castello.

Scena undicesima Romilda, Costanza dalla casa,

poi Pierotto dal castello.

[4] Recitativo Romilda Sì, contessa, vedrete, ve lo giuro, oh! la vedrete, sì, questa Romilda... ma intanto è là... e chissà... povero amico. Costanza Scopriamo ov’egli sia... l’oro, l’intrico, il mio poter, l’amore lo salveranno.

Romilda (con foco) Oh sì... l’amor... né viene Pierotto ancor?

Pierotto viene dal castello. Costanza Eccolo alfine!

Osservano... e gli vanno incontro. Romilda (ansiosa) Ebbene?... Pierotto Il prigioniero, mi capite... quello della Romilda... Costanza (Ingrato!...) Romilda (Caro!...) Pierotto È chiuso ne’ sotterranei. Romilda (Cielo!) Costanza E non sapesti? Neppur le guardie che l’hanno scortato san chi ei sia, né in qual torre è confinato. Romilda Come dunque esser certi? Costanza Chiamarlo! Pierotto E se ci sentono! quel nome dà subito sospetto. Romilda E dunque! Costanza E come? Pierotto (pensando) Eh! si potrebbe... no... provar!... nemmeno... oh! l’ho trovata... uditemi... Teobaldo certo conoscerà la vostra voce: voi fingete cantar, per passatempo, una qualche romance che gli sia nota, così, che siete qui capir gli fate, se c’è, se è lui, risponde. Romilda (a Costanza) A voi, cantate.

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Costanza Anima tu, reggi il mio canto, amore! Pierotto Or sentirem. Romilda (Come mi batte il core!) N. 11 Quartetto Costanza-Romilda-Teobaldo-Pierotto Costanza (verso le torri)

[5] Caro ben, se vivi ancora, se respiri in tanto orror, deh! rispondi a chi t’adora, ai sospiri del mio cor... Di’, mi senti?

Silenzio. Non rispondi? Romilda (con affanno) Non risponde! Pierotto (ingenuo, dispiacente) Che sia morto!... Romilda (con grido) Oh Dio!... Pierotto (trattenendola) Pazienza!... Costanza (dolente) Mio Teobaldo!... Pierotto (come sopra) Prudenza!... Forse... forse dormirà. Romilda Or provar vo’ anch’io... chissà!... Pierotto Sì, sì prova... si vedrà... Romilda (affannosa) Se... la voce... reggerà.

S’accosta ad altra torre. Contro l’ire del destino t’arma, o prence, di valor. Fido core è a te vicino, a salvarti il guida amor. Deh! rispondi!... deh! rispondi!... Di’... rispondi!...

Silenzio. Costanza Non risponde!

Romilda Di’,... non senti? Teobaldo (dalla torre sul pendio) Ti sento...

A tre Costanza, Romilda (con grido di gioia) Ah! vive! è desso!... Qual contento! Pierotto Ah! vive! è desso!... contento!

A quattro Teobaldo (nella torre)

[6] Ciel pietoso, umil t’adoro, del mio core i voti ascolta: ch’io rivegga il mio tesoro, che l’abbracci un’altra volta: e se a me tu lo guidasti, ci protegga il tuo favore. Costanza, Romilda (prostrandosi con fervore) Ciel pietoso, umil t’adoro, del mio core i voti ascolta: rivederlo, di salvarlo da te imploro, abbracciarlo, ciel pietoso, t’adoro! Pierotto (in disparte) Cielo pietoso, io t’adoro... se trovavo un gran tesoro, maggior gusto io non avrei; poveretti! se per loro il gran colpo io far potrei... ma se poi!... coraggio e basti... sì, sì, il ciel mi parla al cor.

[7] Recitativo Romilda (tristissima) E adesso. Costanza (egualmente) In qual maniera? Pierotto (deciso, cava e mostra una chiave) Ecco! Romilda (sorpresa) Una chiave! [Costanza (con isperanza) E tu puoi?... Pierotto (con mistero) Questa chiave ha fatto altri miracoli!

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Romilda (impaziente) Ma... Pierotto (scherzoso) Prima ch’io mi facessi sposo, per là... capite... Romilda (impaziente, vuol strappargli la chiave) Il tempo è prezioso! Pierotto Non tanta furia...

A Costanza. Voi... Signora, intanto fingete passeggiare...

A Romilda. Voi, là intorno.] Vado, e tosto ritorno...

Sale pel pendio della torre. Costanza Cielo! Cielo, assistenza! Romilda (segue in fretta Pierotto) Fuor dal petto balza il mio cor.

Pierotto ha già aperto; Romilda vuol precipitarsi dentro prima d’esso.

[Pierotto Adagio... cosa fate? C’è buio là! Romilda (entrando) Teobaldo!]

Scena dodicesima Costanza, poi Romilda con Teobaldo dalla torre,

Pierotto dopo essi. Costanza (osservando al castello) Giusto cielo!... qual rumor! Romilda (scendendo con Teobaldo) Sei salvo! Teobaldo (abbracciandola) Ti riveggo! Pierotto (scendendo) Allegri! Costanza (tornando, agitata) Siam sorpresi! Pierotto (colpito) Ohimé! Romilda (agitatissima) Va fuggi!

Scena tredicesima Albertone sul ponte, i precedenti,

poi Retello e guardie. Albertone (guardando alla torre) La porta è aperta!

Chiamando. All’armi! [Costanza (desolata) Egli è perduto! Pierotto (fuor di sé) Misericordia! Teobaldo (fremente) Un arme! Albertone (verso il castello) Aiuto! Romilda (appoggiandosi a Teobaldo) Io spiro! Teobaldo (con disperazione) Oh destino!]

Retello appare sul ponte. [Costanza (veggendolo) Retello!] Retello (sul ponte) Olà, che miro! N. 12 Sestetto Costanza-Romilda-Teobaldo-Retello-Pierotto-Albertone Retello

[8] Egli sciolto! ah tradimento! Qual fellone, come io fremo! Ah! s’affretti il colpo estremo, e si cessi di tremar. Albertone Ah vedete!... tradimento! Non so nulla (come tremo!) Chi fu il bravo scopriremo; l’avrà cara da pagar. Pierotto Addio mondo! che momento! Stiamo freschi!... come tremo, male assai la finiremo; quel grugnon mi fa tremar. Teobaldo, Costanza, Romilda Ah! ti perdo, fier momento! Il crudel! d’orror io fremo... forse è già l’istante estremo, egli/ella sol mi fa tremar.

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Retello (a Teobaldo) [9] Paventa il mio furore.

Alle guardie, segnando Teobaldo.

Ah, paventi il mio furore. S’arresti il traditor! Teobaldo (con vigore) Io traditor te appello. Tu brami il sangue mio; in tuo poter son’io, ma paventar non so. Albertone (Ei perde la politica!)

Le guardie s’avanzano. Retello Al suo destin si guidi. Romilda (snuda la spada) Prima su lui me uccidi.

Si mette avanti a Teobaldo. Pria converrà ch’io mora: vissi per lui finora, or per esso morirò. Pierotto (Ma bravo quel paggetto!...) Albertone Vedete quel paggetto! Retello Audace! quale aspetto! Costanza A lui nessun si accosti, io già salvarlo osai...

Cava un pugnale, e si unisce a Romilda.

e lui che tanto amai ognor difenderò... Retello Tu da colui tradita, difendi or la sua vita!... Che il perfido trionfi io mai non soffrirò. Teobaldo (intrepido) Io sfido il tuo furore. Albertone (a Retello) (Politica, Signore...) Costanza E dunque tu oserai?... Romilda Non lo sperar giammai!

Retello (a Romilda, con disprezzo) Tu imbelle... Romilda

Disperata, rivolgendo a lui la spada. Trema! Retello (fiero) Uccidasi...

Le guardie rivolgono e lance verso Romilda.

Teobaldo (con grido opponendosi) Che fai? arrestati! Ah! ch’è una donna!

S’abbracciano. Tutti (sorpresi) Ciel, che sento! Come!... una donna!

Tutti cercando di ravvisarla. Retello

Accostandosela, e cercando ravvisarla. Sì, è questa!... è dessa!... sì... è Romilda... Costanza, Pierotto, Albertone Romilda!... Costanza (fremente) La rivale!...

Per ferirla. Tu nel suo sen morrai! Pierotto, Albertone Ciel, che sento! Retello (disarmando Costanza) Che fai?... Suo difensor io sono! Teobaldo (zu Retello) La salva, e ti perdono ogn’altra crudeltà...

Retello fa cenno alle guardie che circondano Teobaldo.

A sei Teobaldo, Romilda

[10] Già l’atro orror di morte io provo in tal momento; e nel lasciarti sento l’anima mancar. Crudeli!... attendete!... Cara/Caro, per sempre addio!... Tiranni!... voi godete di tanto affanno mio... Almeno insieme, o barbari, lasciateci spirar. E il ciel non vibra un fulmine gli iniqui a sterminar?

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Costanza (Già l’atro orror di morte l’avvolge in tal momento! Al suo tormento io sento vendetta a respirar.) Da lei lo dividete... fremi all’estremo addio, invan pietà chiedete, ecco il trionfo mio... (Ma intanto mai quest’anima finisce di penar.) Retello (Già l’atro orror di morte l’avvolge in tal momento! Al suo tormento io sento vendetta a respirar.) Da lei lo dividete... fremi all’estremo addio, invan pietà chiedete,

A Romilda. tu resta al fianco mio.

Ad Albertone. Al suo destin guidatelo, (e poi dovrà spirar.) Di mia vendetta il fulmine va l’empio a sterminar. Albertone (Ah ch’egli va alla morte!... è questo il gran momento!... Capace io non mi sento, e piuttosto il vo’ ingannar.) Signore... li vedete... (in quale affar son’io!...) Oh principe, cedete... (che brutto caso è il mio!...) Andiamo... (che spettacolo!...) Mi sento soffocar, su me già striscia il fulmine... mi viene a castigar. Pierotto (Ah ch’egli va alla morte!... non c’è più che un momento!... Io fremo... invano io tento... i miseri salvar.)

Piano ad Albertone. E voi tal core avete!... Sentiteli... che addio! Ah, ch’io, non mi tenete: povero fratel mio!... Guardate che spettacolo! Mi sento soffocar. Ah! ci vorrebbe un fulmine i birbi a spaventar.

Albertone precede le guardie, che conducono al castello Teobaldo.

Retello a mano con Romilda. Costanza e Pierotto per altra parte.

Parte remota nell’interno del castello, di vecchio

parco confinante a rovinose fortificazioni; antichissimi edifizi diroccanti; fra gli alberi

veduta del palazzo principesco.

Scena quattordicesima Ugo, che s’avanza, con precauzione, dalle rovine.

[11] Recitativo Ugo Ci sono, [e facilmente, e senza esser veduto; per quella vecchia parte del castello, che confina col bosco, e ch’è da tanto tempo abbandonata, potei far la scalata;] e la faranno, all’ombra del mistero, agevolmente, anche tutti i fedeli di Teobaldo, che ho raccolti, e mi seguono. Esploriamo... ma vien gente!... ascoltiamo.

Si ritira.

Scena quindicesima Retello, Albertone e Ugo in disparte.

Retello (ad Albertone con mistero) Siamo al caso; non c’è tempo da perdere. Albertone (incerto) Ma... altezza! [Retello Vanne: ardire e prontezza. Ugo (Che si tenta!) Retello (ad Albertone che sta meditando) Che pensi? Albertone (risoluto) Al mio dovere!] Retello [Bravo!] Ogn’ora ch’egli vive è per noi pericolosa: toglimi a questa smania tormentosa. [Nascer può il caso, chi può mai sapere. Vanne! presto, già sai!] Albertone (con significato) So il mio dovere!

[Partendo.] (politica, Albertone!) [Ugo (Scellerati!... e che mai!)

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Retello Io mi fido. Albertone (come sopra) Fidatevi! Retello Al più presto... Albertone Un momento... Retello Sarò, sarai contento...

Parte verso il palazzo. Albertone Oh sicuro!... (politica, Albertone!)]

Parte verso le fortificazioni.

Scena sedicesima Ugo.

Ugo Questi scellerati che tentan mai? Se fosse lui! si corra, s’affrettino i compagni, e tu frattanto, cielo, il colpo sospendi, dai traditori il mio signor difendi.

Parte verso le rovine.

Scena diciasettesima Romilda tristissima, concentrata, avanza

lentamente, poi Ugo e cavalieri. N. 13 Gran scena ed aria Romilda Romilda

[12] Ombre ferali della morte, cupe strida di larve gemebonde... angosce d’anima lacerata, ah, m’opprimete... All’orror mi togliete di mia disperazion... di tanti affanni all’eccesso non regge il povero mio cor... tutte saprei della più avversa sorte l’ire affrontar. Della più acerba morte soffrir potrei gli spasimi, le pene... ma non perder così l’amato bene...

[13] Se il fato barbaro a me t’invola, sola delizia di questo cor, chi più consola il mio dolor?

Si perde fra gli alberi. Ugo e vari cavalieri del partito

di Teobaldo armati, che avanzano fra le rovine.

Cavalieri [14] Fra l’ombre ci guida di sorte il favor,

il cielo n’arrida, secondi l’ardor... Ma dov’è il misero nostro signor?... Ah! chi lo sa?... Or forse un perfido, nel suo furore, lo svenerà... Mi palpita il cor in sen, tremar mi fa....

S’aggirano. Romilda (ritornando)

[15] O mio Teobaldo!... Ugo (colpito, e volgendosi) Qual voce!...

Ravvisandola, s’accosta coi cavalieri.

Romilda!... Principessa!... Romilda (con trasporto) Tu qui?... voi? cavalieri?... Il ciel v’invia... correte, Teobaldo difendete! Il vostro fratel d’armi, il vostro duce, dei cavalier, di Provenza l’onore... per man d’un vile assassinato or muore!...

[16] Volate a sua difesa, salvate l’idol mio; v’è scorta all’alta impresa delle vendette il dio. La patria a voi l’impone, e vi scongiura amor. Ugo, Cavalieri Ne’ recessi più segreti l’empio invano a noi l’asconde; nelle torri sue profonde penetrare noi sapremo; l’infelice salveremo, puniremo il traditor. Romilda S’è decisa la sua morte, vo’ con lui morire almeno; d’egual colpo, nel suo seno sarà dolce lo spirar; ed unite voleranno l’alme nostre a respirar. Su, si vada! Per salvar lo sposo amato vo’ la morte a cimentar. Guida, o cielo, il mio valore, e fa l’amore... trionfar. Ugo, Cavalieri Guida, o cielo, il suo valore, un tiranno a fulminar.

Seguono Romilda.

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Scena diciottesima Retello da opposta parte, Albertone e poi Lotario,

indi Costanza, Pierotto con villici armati, Ugo con cavalieri, Romilda con seguito,

tutti a loro tempo.

[17] Recitativo Albertone Altezza, io v’ho obbedito, ma! Retello Ne sei pentito? [Albertone Non vorrei... (politica, Albertone!) Retello E che temi? Albertone Non saprei.] Lotario (entrando, agitato) Ah, signor, siam perduti! Retello (scosso) Oh cielo! Lotario È sollevata la capital: cessero i tuoi... [l’armata inferocita supera il castello...

Albertone mostra segni di frenata gioia.

corrono all’armi i contadini... è chiuso ogni sentier onde sottrarsi all’ire de’ furibondi...] Or che più far? Retello Morire, già siamo vendicati. Albertone (Aspetta! aspetta!)

Tutti da opposte parti; l’azione vibratissima e animata.

Costanza (entra, ansiosa) Oh, padre mio, salvatevi!

A Retello. Tiranno, l’uccidesti, ma trema!

Pierotto viene dal fondo, seguito dai contadini armati.

Pierotto (segnando Retello) [All’assassino! eccolo là, compagni,

Retello (atterrito) Ah!]

Entra Ugo con cavalieri, s’avventano contro Retello.

[Ugo Cavalieri, Teobaldo vendicate... Retello (cerca difendersi) Oh pria,]

È disarmato. [sorte!...]

Ugo è per ucciderlo. Romilda (da lunge, con cavalieri) [Fermate! Retello (fremente più) Romilda!] Romilda A me si spetta del mio ben, del mio sposo la vendetta,

Per ferirlo. mori, vil fratricida! Retello [(Arte.)] Mi svena, [Romilda, tu lo puoi,]

Con ipocrisia. ma fratricida non mi chiamar, nol sono.

Segnando Albertone. Fu colui, che sperando acquistarsi il favor mio... senza mio cenno.

Indignazione generale. [Albertone (sorpreso) Che!... Pierotto (con impeto, minacciondolo) Ah! briccon di zio!...] Albertone Ah no... ch’anzi... sappiate... Retello

Interrompendolo, e sempre col tono d’ipocrita e con falso dolore.

Ah! fosse vivo il mio fratel! Pentito d’un breve istante di delirio, a lui perdono io chiederei... fé, obbedienza, amistà gli giurerei... N. 14 Scena e finaletto Retello (con solennità)

[18] Ombra adorata di Teobaldo, ascolta, accogli i voti, i giuri di Retello...

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Teobaldo compare d’improvviso dalle rovine, apre e getta il mantello e alza la visiera.

Teobaldo (dignitoso) Ebben serba i tuoi giuri: ecco il fratello!

Quadro generale di sorpresa. Tutti (sottovoce) Egli vive! Costanza (sorpresa) Oh portento! Retello (colpito) Oh terror!... Romilda (correndo a Teobaldo) Oh contento! Albertone (trionfante) Io l’ho salvato. Teobaldo È vero.

Lo abbraccia. Pierotto (saltandogli al collo) Bravo zio!

Teobaldo Vivo, miei cari, per voi...

A Romilda. per te. Tutti al mio seno... Retello (umiliato) E puoi tu perdonarmi?... Teobaldo (abbracciandolo) Oblìo copra il passato... in così bel momento solo la mia felicità rammento. Tutti

[19] Già per noi tornò il ciel sereno, già rinasce la calma in seno, or ogn’alma al piacer s’abbandoni, regni pace, trionfi l’amor. Viva gioia d’intorno risuoni, e respiri felici ogni cor.

Fine