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- Insegnare: soldi e soddisfazione. O megliopura soddisfazione. - La "settimana" del Greppi: intervista al prof. Pellegrino - Incontro con l’autore: Manuel Vertemara VITA AL GREPPI VITA VISSUTA: SERIE TV - NATALE 2.0: L’ALTERNATIVA - Stranger Things - Che Comitato di redazione: Claudia Molteni, Francesco Baglivi, Matteo Mapelli, Giulio Savelli Copertina: Gianluca Merazzi N. 4 2017/18 di Loretta Casazza di Rebecca Casiraghi di Tiziana Rovagnati - l sistema periodico - Nella terra dei canguri -Notizie dal Brasile: ma com’è la scuola? ARTE Frida Kahlo. Oltre il mito Di Gabriele Nebel Di Francesco Baglivi Di Allyson Signorelli Di Matteo Mapelli e Francesco baglivi Di Nathan Casiraghi

Transcript of 8* Q* - issgreppi.gov.it · ternazionali, come ad esempio il Cirque Du Soleil, che ho avuto la ......

- Insegnare: soldi e soddisfazione.

O meglio… pura soddisfazione.

- La "settimana" del Greppi:

intervista al prof. Pellegrino

- Incontro con l’autore: Manuel

Vertemara

VITA AL GREPPI VITA VISSUTA:

SERIE TVLIBR

I:

- NATALE 2.0: L’ALTERNATIVA

- Stranger Things

- Che

Comitato di redazione: Claudia Molteni, Francesco Baglivi, Matteo Mapelli, Giulio Savelli Copertina: Gianluca Merazzi

N. 4 2017/18

di Loretta Casazza

di Rebecca Casiraghi

di Tiziana Rovagnati

- l sistema periodico

- Nella terra dei canguri

-Notizie dal Brasile: ma com’è la scuola?

ARTEFrida Kahlo. Oltre il mito

Di Gabriele Nebel

Di Francesco Baglivi Di Allyson Signorelli

Di Matteo Mapelli e Francesco bagliviDi Nathan Casiraghi

Insegnare: soldi e soddisfazione. O meglio… pura soddisfazione.

a cura di Matteo Mapelli e Francesco Baglivi

Abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere col prof. Malafronte.

Buongiorno prof, ci racconti un po’ di lei e del suo percorso studi.

Mi sono laureato in Ingegneria Elettronica nel 1999 all’U-niversità Federico II di Napoli, ho poi conseguito un dot-torato di ricerca in Ingegneria Elettrotecnica al Diparti-mento di Ingegneria Elettrica della stessa università dove ho anche lavorato come collaboratore scientifico.

Ho lavorato anche prima per Siemens Mobile Communi-cations S.p.A. e poi per Nokia-Siemens Networks S.p.A a Milano dove ho svolto diversi incarichi nell’ambito della ricerca e sviluppo nel settore delle telecomunicazioni. Nel 2009 però mi sono dimesso dal mio incarico in azienda per dedicarmi all’insegnamento e dal 2011 sono docente di ruolo in Informatica presso l’Istituto Greppi di Monti-

cello Brianza.

Quando è partito il progetto MouseUp e in cosa consiste?

Il progetto MouseUp è partito all’inizio del 2016 come progetto di classe della 5IA di quell’anno. Inizialmente l’idea era di sviluppare un mouse da usare con visori per realtà aumentata, poi siccome avevamo in classe Simone, un ragazzo affetto da una patologia che lo costringe a essere su una sedia a rotelle e gli limita parzialmente l’uso degli arti superiori, abbiamo pensato di sviluppare un prototipo di mouse per persone disabili. MouseUp è un prototipo e non un prodotto commer-ciale; è pensato per permettere a una persona che non può usare le mani di utilizzare uno smartphone o un tablet An-droid semplicemente con il movimento della testa. Infatti MouseUp è simile ad un auricolare Bluetooth per smartphone, con la differenza che non è usato per la funzione di viva voce ma per trasmettere al cellulare l’angolazione della testa ri-spetto allo schermo, misurate con un accelerometro solidale alla testa dell’utente: un’app di sistema da noi sviluppata tra-sforma le misure angolari in posizioni di un mouse virtuale sullo schermo del telefono. Inoltre l’utente può fare click o con comandi vocali oppure tenendo il mouse fermo per mezzo secondo in un punto (auto click). I dettagli del funziona-mento così come i video dimostrativi sono sul sito dedicato www.mouseup.it

Quanto è stato prezioso l'operato degli studenti?

Gli studenti sono il motivo per cui la scuola esiste. Gli studenti sono sempre al centro di tutti i progetti che sviluppiamo. Sono loro che materialmente sviluppano il codice e/o assemblano i prototipi. L’insegnante è come un allenatore che pre-para la sua squadra ma poi sono i giocatori che devono fare la partita. Il successo di alcuni progetti è fondamentalmente legato alla presenza di studenti particolarmente capaci e collaborativi che trascinano il gruppo classe verso il successo; sono quelli che in azienda sarebbero chiamati team leader.

Quanta soddisfazione c'è stata, a seguito della concretizzazione della vostra idea?

Da parte mia e degli studenti c’è stata molta soddisfazione nel vedere funzionare il nostro prototipo anche perché fino a qualche settimana prima della fine della scuola avevamo riscontrato diversi problemi tecnici. In effetti i progetti che svi-luppiamo nell’area tecnica sono quasi sempre progetti per i quali c’è sempre un certo grado di rischio: non sappiamo se e quando riusciremo a portare a termine il lavoro nei tempi previsti, perché questo fa parte dei rischi della Ricerca e Svilup-po di un prodotto.

Quali sono stati gli effetti dell'attenzione mediatica sul progetto?

Il progetto ha avuto grande rilevanza mediatica perché nell’idea del progetto c’è un valore intrinseco fondamentale: lavo-rare assieme per aiutare un compagno svantaggiato. Inoltre il prototipo da noi realizzato va a concorrere con strumenti professionali creati da società elettromedicali che vendono apparati analoghi a diverse migliaia di euro.

Molti hanno conosciuto il progetto grazie ai tanti articoli che sono apparsi sui media, ma quello che serve veramente è trovare qualche azienda in grado di ingegnerizzare il prototipo e di renderlo fruibile ad un costo decisamente contenuto.

Come si è evoluto MouseUp negli anni?

Attualmente MouseUp è rimasto un prototipo. Spero che con qualche altra classe motivata possa migliorarlo ulterior-

Vita al Greppi

mente e magari trovare qualche azienda intenzionata a produrlo commercialmente.

Altri progetti in cui possiamo vederla operativo?

Quest’anno ci sono stati diversi altri progetti che hanno visto i nostri studenti informatici protagonisti. Ad esempio la classe 5IA che si è diplomata quest’anno ha sviluppato un servizio di web App per l’utilizzo degli Open Data (i dati pub-blici prodotti dalla pubblica amministrazione come regioni, province, comuni, istituzioni pubbliche etc.). Il loro progetto www.lodmap.com è poi sfociato nella formazione di 3 start-up grazie alla collaborazione dell’azienda lecchese Linkedda-

ta.center che ha investito 30.000 € per rilevare il progetto, nato a scuola, e per fondare tre aziende con i tre diplomati più brillanti della 5IA.

In questi anni sia io che i miei colleghi di indirizzo abbiamo puntato molto sui progetti in ottica ASL perché questo tipo di esperienze sono particolarmente formative e permettono ai ragazzi di inserirsi meglio nel mondo del lavoro e di af-frontare gli studi universitari con maggiore autonomia.

Per l’anno prossimo contiamo di attivare progetti significativi di ASL in tutte le classi del triennio Informatica-Telecomunicazioni, per cui speriamo che sentirete ancora parlare dei nostri progetti futuri.

Quanto è importante, per la sua esperienza, sapersi reinventare al giorno d'oggi?

Le rispondo con una famosa frase di Satya Nadella CEO di Microsoft: “Our industry does not respect tradition — it only respects innovation”. Nadella parlava delle aziende del settore informatico affermando che solo le aziende in grado di innovare ri-sulteranno vincenti. Per la scuola tecnica vale altrettanto.

Ha consigli da dare a coloro che vogliono cimentarsi nel mondo dell'insegnamento?

È un lavoro non per tutti. Fatelo se vi piace stare con i ragazzi e ancora avete voglia di cambiare il mondo e se non pensa-te troppo ai soldi, perché quelli non li farete mai. Sarete ricchi di soddisfazioni… solo di quello.

NATALE 2.0: L’ALTERNATIVA

di Loretta Casazza

Sembrerebbe proprio così. Da più di 10 anni a questa parte la mia famiglia ed io non festeggiamo il Natale. E allora cosa

facciamo? Beh, anziché passare le nostre vacanze a tavola con i simpaticissimi parenti che chiedono come stia il fidanzati-

no, noi viaggiamo. Andiamo ad esplorare nuove città e nuovi continenti. Negli anni passati abbiamo passato Natale a San

Francisco, Londra, Madrid e molte altre. Quest’anno abbiamo scelto una meta calda: Dubai.

Siamo andati negli Emirati Arabi Uniti nel loro mese più freddo:

infatti la temperatura era ben 30 gradi! Dubai, nonostante la sua

grande fama, non è la capitale di questo stato. La città ha avuto il suo

grande boom nel corso dell’ultimo secolo. La grande metropoli al

giorno d’oggi è ancora in crescita e sarà sede dell’EXPO nel 2020. A

Dubai si possono osservare i suo alti grattacieli ma non solo: è anche

una città di mare, con acque cristalline, e propongono spettacoli in-

ternazionali, come ad esempio il Cirque Du Soleil, che ho avuto la

grande fortuna di poter vedere donandomi un’emozione unica.

Dubai è sede del grattacielo più alto al mondo, il Burj Khalifa, alto

ben 828 m, la sua cima nei giorni di sole la si può osservare da ben

95 km di distanza. A Dubai c’è anche il più grande incubo contem-

poraneo: il centro commerciale più vasto al mondo. Ore infinite di

shopping. All’interno di questo ci sono diverse attrazioni tra cui un

acquario e una pista di pattinaggio. Ci sono persino taxi che portano

la gente da un negozio all’altro! Una delle cose che mi ha molto sor-

preso è stata la massiccia presenza di moschee. Infatti sono ovunque,

anche sulle spiagge e nei centri commerciali.

Beh ci sarebbe tanto da dire di questa città ma non svelerò altro, la-

scio a voi il piacere della scoperta e del viaggio.

Vita vissuta

a cura di Nathan Casiraghi

Giovedì 30 novembre 2017 l’illustratore Manuel Vertemara è venuto a far visita

ai ragazzi della Bibliogreppi, portando alcuni dei suoi lavori più importanti al

fine di mostrarli e spiegare in cosa consiste il lavoro dell’illustratore. Ha esposto

nel dettaglio il processo di creazione di un libro illustrato per bambini, dallo

storyboard fino alla vendita nei negozi, specificando in che modo prende forma

la storia e come essa venga man mano accompagnata dalla creazione artistica

dell’illustratore che, pagina per pagina, disegna vere e proprie opere d’arte. La

sua passione per l’illustrazione di libri per bambini è nata lavorando come grafi-

co pubblicitario e l’ha intrapresa da autodidatta, imparando svariate tecniche

attraverso lo studio di libri sull’argomento. Il suo ultimo progetto “Daniel e il

tulipano gigante”, appena terminato, è anche il più importante; il libro, pensato

per lettori fino ai sette anni, racconta la storia di Daniel, un bambino dispettoso

e fastidioso che impara l’altruismo e la solidarietà verso gli altri attraverso una lezione impartitegli da un tulipano gigante.

Daniel viene trasportato da questo tulipano nelle zone più buie e pericolose della foresta e gli viene mostrato quanto egli

sia fortunato a vivere dove la foresta è tranquilla e pacifica, permettendogli così di apprezzare maggiormente il prossimo e

di trattare con maggior rispetto quello che possiede. Lo stile si basa su una stilizzazione dei soggetti, caricaturale. I colori

sono brillanti, perlopiù caldi con tonalità che, quasi per tutta la durata del libro, rimangono su toni gialli, solo la parte cen-

trale del libro presenta toni freddi e cupi: il colore contribuisce così a rendere il piano emotivo del racconto.

L’incontro è stato molto interessante e stimolante e si intravede la possibilità che si ripeta durante questo anno scolastico.

Vita al Greppi

Stranger Things a cura di Tiziana Rovagnati

Autore: Matt e Ross Duffer Canale: Netflix

Tipologia: fantascienza

Stranger Things è una serie televisiva americana, in onda sull' ormai

famosissima piattaforma Netflix, ambientata negli anni Ottanta

nella cittadina di Hawkins, nell' Indiana.

Il telefilm, andato in onda per la prima volta nel luglio 2016 e arri-

vato ora alla sua seconda stagione, tratta della misteriosa scompar-

sa, in stranissime circostanze, di Will, un dodicenne appassionato

di fantasy games. Joyce, la madre, non volendosi arrendere alla

scomparsa del figlio, fa aprire un'inchiesta, dalla quale scopriranno una serie di misteri, tra i quali esperimenti governativi

top- secret. Parte di questi esperimenti è Undici, una ragazzina dotata di poteri psichici riuscita a scappare dalla sua pri-

gionia nel laboratorio di Hawkins. Durante la sua fuga si imbatterà nei tre migliori amici di Will: Mike, Dustin e Lucas.

Undici, la quale è a conoscenza delle sorti del ricercatissimo Will, spiega ai suoi coetanei di come egli non sia sparito, ben-

sì intrappolato in un universo parallelo, il cosiddetto "Upside Down", nel quale vivono creature mostruose, tra cui il

"Demogorgone" (così chiamato dal gruppo di amici, in riferimento al gioco di ruolo "Dungeons & Dragons"), che ha

rapito il dodicenne. Le ricerche per trovare Will, nel frattempo, continuano, guidate dallo sceriffo Hopper e Joyce, osta-

colate però dal laboratorio di Hawkins che, a tal proposito, ne inscenano la morte. Ciò nonostante, nessuno si arrenderà

mai alla scomparsa, ma sempre più gente presterà aiuto alle ricerche, fino a che Will non sarà finalmente liberato dall' Up-

side Down, o almeno così credevano...

Consiglio vivamente la visione di questa serie televisiva in quanto, a differenza delle numerosissime già esistenti da anni,

così come di quelle più recenti, è dotata di una trama molto ben articolata, ricca di colpi di scena e attimi di suspense ina-

spettati, che lasciano lo spettatore sempre col fiato sospeso. La ritengo degna del successo che sta riscuotendo e attendo

con ansia e curiosità la prossima stagione.

Serie TV

NELLA TERRA DEI CANGURI di Rebecca Casiraghi

Non ricordo l'esatto momento in cui mi venne in mente di intraprendere quest'avventura, la più bella della mia vita. All'i-

nizio sapevo vagamente dove sarei potuta andare, non avendo scelto l'esatta destinazione: le mie fantasie spaziavano tra

paesini australiani periferici, immersi nel verde, a grattacieli delle città trafficate e spiagge immense. Tutto prese una for-

ma quando, ad aprile, mi arrivò un’email con i dettagli riguardo la mia famiglia ospitante. Più precisamente prese la forma

dell'Opera House, del Harbour Bridge e di Bondi Beach. La meta sarebbe stata Sydney e non potevo esserne più felice.

Da quel momento cominciai a parlare su Skype con la famiglia australiana e scoprii che il mio host-dad Terry è aborige-

no. Da subito mi fu chiaro che si trattava di persone fantastiche, soprattutto Ingrid, la mia host-mum, con cui ho creato

un meraviglioso legame. Durante il viaggio - 13 interminabili ore fino a Singapore e poi altre 8 fino a Sydney - ho avuto

modo di conoscere ragazze/i provenienti da tutta Italia che avrebbero vissuto la mia stessa esperienza. Dopo aver ritirato

i bagagli, passato i controlli e quasi investito un'anziana signora, ho trovato la mia famiglia ospitante che mi aspettava con

fiori magnifici e un koala di peluche, fedele e insostituibile compagno di viaggio fin da allora. Durante il successivo seme-

stre ho conosciuto persone splendide, che hanno arricchito la mia permanenza in ogni modo possibile. Sono venuta in

contatto con una mentalità e uno stile di vita per molti versi differenti dai nostri. Gli australiani sono abituati ad essere

circondati da Cacatua, Kookaburra, Canguri, Wombat, Wallaby, Lorikeets e molti altri animali che noi consideriamo eso-

tici. Amano i barbecue, il football o rugby league e indubbiamente il relax.

Nonostante l'Australia sia rinomata nel mondo soprattutto per il surf, le

spiagge paradisiache, i canguri e i ragazzi dai capelli lunghi, è un paese con

una storia turbolenta, che non cessa di suscitare dolore e rancore nelle po-

polazioni aborigene che abitavano il continente da ben 40000 anni prima

che arrivassero gli inglesi. Mi ha sconvolto tanto venirne a conoscenza

quanto ammettere che in Europa ignoriamo completamente tutto ciò che

queste persone hanno sofferto fino agli anni '70 del Novecento, sia chia-

ro.

Naturalmente non sono mancati gli ostacoli, che nella mia esperienza si

sono presentati sotto forma di “ragazza dai capelli bruni e da uno spiccato

e pungente senso dell'umorismo”: una delle mie due host-sister. Nonostan-

te tutto io le voglio bene e riconosco che gli attriti tra di noi sono stati par-

te di quelle situazioni che mi hanno aiutato a crescere.

Questa, infatti, è un'esperienza che raccomando a chiunque abbia voglia di scoprir-

si un po' di più, di responsabilizzarsi, uscire dai soliti schemi e addentrarsi in uno

stile di vita diverso, che può portare a scoprire strade nuove e inaspettate!

Vita vissuta

Il sistema periodico

Recensione a cura di: Allyson Signorelli

Autore: Primo Levi Editore: Et Scrittori

Ne “Il sistema periodico” Primo Levi conferma che come chi- mico, e probabilmente proprio per

questo, ha il meraviglioso dono di saper raccontare, con stile asciutto e puntuale, episodi della

propria vita legati in qualche modo ad elementi chimici senza sprecare una singola parola, senza

fare inutili esercizi di stile.

Non posso immaginare nessun altro in grado di scrivere questi ventuno racconti legati ad altrettanti elementi chimici,

riuscendo a trattare una materia notoriamente poco attraente per i "profani" come la chimica in maniera talmente delicata

e spontanea da renderla fruibile ad una platea ben più vasta di quella con cui essa è solitamente abituata a confrontarsi.

Ma la chimica non è l'unica protagonista, insieme ad essa ci sono le persone e c'è naturalmente Primo Levi, che, nono-

stante il carattere fortemente autobiografico del libro, raramente si concede la ribalta, riuscendo a parlarci di sé avendo

cura di essere innanzitutto discreto, senza porsi troppo al centro dell'attenzione.

Libri

Che recensione di Francesco Baglivi

Autori: Alberto Breccia, Enrique Breccia, Héctor Oesterhel

Pochi libri profumano di leggenda tanto quanto questo. Il fumettista argentino Héctor

Oesterheld scrisse quest’opera nel 1968, poco dopo l’uccisione del protagonista Che

Guevara. Ad irrobustire la storia, illustrata con intense vignette, subentrarono succes-

sivamente gli interventi di Alberto Breccia e del figlio Enrique, che decisero di ripub-

blicarla nel 2017, esattamente a 50 anni dalla morte di Che Guevara. Il fumetto è

un’ottima opportunità per approfondire vita e personalità del rivoluzionario, celebrato

e discusso da comunisti e non.

Quest’opera sottolinea la sensibilità di Guevara per la parità dei diritti umani, per la

libertà. Come è riuscita ad ispirare me, sono certo che ispirerà molti di voi: vi trasmet-

terà l’adrenalina ed il coraggio necessari a esporre e concretizzare le vostre idee, diven-

tando, così, ancor più ‘preziosi’ per chi vi sta attorno. Semplicemente lasciatevi appas-

sionare dalle sue gesta: sacrificate dannosi preconcetti e dicerie, fatevi travolgere

dall’intraprendenza e dallo spirito d’umanità peculiari del sovversivo Ernesto Gueva-

ra, meglio noto come “CHE”.

Libri

Notizie dal Brasile: ma com’è la scuola?

dal nostro inviato Gabriele Nebel

Sembra ieri: scendevo da un aereo per andare incontro a questa incredibile

avventura chiamata “scambio”. In realtà sono passati ormai più di quattro

mesi, ricchi di gioia, amicizia, esperienze e un pizzico di tristezza. Ritengo

però sia giusto aspettare fino alla fine di questo anno prima di poter mettere

per iscritto tutte queste emozioni. Oggi vorrei invece concentrarmi sulle dif-

ferenze tra la scuola qui in Brasile e la scuola in Italia.

La prima, e forse più grande, è che l'anno scolastico qui è invertito rispetto

all'Italia, ovvero inizia a febbraio e termina a fine novembre, con un interval-

lo di un mese a giugno. Questo avviene perché le stagioni stesse sono inver-

tite; per intenderci, al momento di scrivere questo articolo è dicembre e la

temperatura è di circa trentacinque gradi.

La seconda differenza è il divario tra scuole pubbliche e private. I numerosi tagli fatti negli ultimi anni nel campo dell'edu-

cazione, dovuti principalmente alla corruzione che dilaga nel Paese, hanno fatto sì che il livello delle scuole pubbliche si

abbassare notevolmente e che di conseguenza nascessero molte scuole private in grado di offrire insegnamento e condi-

zioni migliori, tanto per gli studenti quanto per i professori. Le migliori università sono invece pubbliche e per questo si

crea paradossalmente una situazione nella quale è chi ha pagato di più che riesce ad accedere ad un educazione gratuita.

Tutto ciò alimenta la crescita di un divario sociale già presente in Brasile, creando opportunità per chi già le ha e indebo-

lendo ancora di più coloro che già hanno possibilità basse o nulle di cambiare la loro condizione.

L'ultima differenza che vorrei appuntare è nel rapporto con i professori. Questa relazione, per lo meno per quanto riguar-

da le scuole private, è molto più confidenziale e "vicina" rispetto a quella a cui siamo abituati in Italia. Il distacco tra le

due figure professore e alunno è così basso che mi è capitato di partecipare ad un barbecue a casa di un amico insieme al

mio professore di fisica, suo vicino, nonostante non fosse un evento relativo alla scuola. Raramente inoltre ho assistito a

situazioni di conflitto tra insegnanti e studenti, che in ogni caso non hanno mai lasciato nessuno triste o stressato.

Il mio intento nello scrivere tutto ciò non è dire che un sistema sia migliore dell'altro, ma solo far riflettere che esistono

anche altri modi di vivere la scuola.

Concludo incoraggiando tutti a partecipare ad uno scambio, promettendovi che sarà una o la più bella esperienza della

vostra vita.

Vita vissuta

La “Settimana” del Greppi:

intervista al Prof. Pellegrino A cura della Redazione

Abbiamo posto qualche domanda al prof. Antonio Pellegrino, orga-nizzatore della Settimana del Successo Formativo insieme alla prof.ssa Grazia Nobili, proprio sull’andamento della “Settimana” quest’anno. Un momento scolastico speciale dove, oltre ai corsi di recupero, vengono proposte tante attività culturali.

Quale è stata la percentuale di studenti che ha dovuto frequentare i corsi di recupero, considerando il numero totale di ragazze e ragazzi che frequentano il Greppi?

Sono stati attribuiti 647 corsi di recupero a poco più di 400 studenti; la me-tà circa degli studenti interessati aveva due corsi, l’altra metà un corso. So-no numeri in linea con quelli dello scorso anno.

Parliamo degli approfondimenti: quali sono state le attività (conferenze, spettacoli teatrali) che sono stati maggiormente apprezzati? Quali sono le motivazioni, a suo giu-dizio?

Quest’anno gli approfondimenti sono stati particolarmente apprezzati ed è difficile sceglierne qualcuno. In generale han-no funzionato bene le attività in aula magna: belli gli spettacoli teatrali e assolutamente godibile la rivisitazione della storia del rock da parte del gruppo di Stefano Boracchi. Colgo l’occasione per ringraziare tutti quei colleghi che, come ogni an-no, hanno dato un contributo fondamentale: senza di loro “no party”. E ringrazio anche i Rappresentanti degli studenti in consiglio d’Istituto, che si sono occupati della scelta dei film e delle attività autogestite, anch’esse particolarmente ap-prezzate dagli studenti. Abbiamo avuto conferenze di alto livello qualitativo, laboratori e incontri che hanno suscitato interesse. Insomma, globalmente una serie di proposte che, mi sembra, che sono state apprezzate.

Quali attività ritiene di non proporre più l'anno prossimo? Perché?

Non ci sono state attività decisamente fallimentari, al punto da non essere più riproposte. Errori, come al solito, ne sono stati commessi: ad esempio, uno spettacolo esterno non si è dimostrato all’altezza delle nostre aspettative e mi scuso di aver inserito un film troppo duro che ha suscitato giudizi controversi. Si tratta, ogni anno che passa, di sbagliare meno: obiettivo che, mi sembra, sia stato raggiunto.

Avete pensato di fare un'indagine su quali corsi/conferenze potrebbero interessare maggiormente gli studenti?

Come tutti gli anni, per esprimere un giudizio finale aspettiamo la voce di tutti coloro che hanno partecipato: docenti e studenti potranno dire la loro. Ai docenti chiederemo in via proritaria se e quanto hanno funzionato i corsi di recupero, confrontando i dati di quest’anno con quegli degli anni precedenti; in sostanza, verificheremo la percentuale di studenti che ha saldato il debito del trimestre. Per quanto concerne gli studenti, a breve e come negli anni precedenti, saranno chiamati a rispondere a un questionario di gradimento su tutti i momenti della “Settimana del successo formativo”

Cosa pensa riguardo all'inserimento di corsi ASL (Alternanza Scuola Lavoro) durante questa settimana, corsi che hanno spesso reso impossibile agli studenti la partecipazione a spettacoli e conferenze?

Da quando è stata introdotta, l’ASL ha investito come un ciclone il nostro modello di scuola. È un bene o un male? Nella mia visione della scuola, il cambiamento offre opportunità; nello specifico, l’ASL consente di aprirsi all’esterno, rinun-ciando all’autoreferenzialità tipica di una scuola tradizionale. Siamo in una fase di passaggio, in cui prevale ancora la di-mensione della sperimentazione: molte cose non sono chiare, e c’è una componente burocratica che è demotivante. E anche nella organizzazione della nostra “Settimana”, il rapporto recuperi/ approfondimenti/ ASL deve essere ripensato. Vedremo…

Pensa che la nuova app "Papelario", elaborata dagli studenti informatici, abbia aumentato l'efficienza organiz-zativa?

Papelario, l’app creata dal prof. Petracca con gli studenti di 5IB, è stata la grande novità di questa edizione della “Settimana”, la quinta. Ha consentito di rendere fluide e veloci le operazioni di iscrizione e di tenere sempre sotto con-trollo gli aggiustamenti dell’ultimo momento, i cambi di aula e quant’altro. L’app Papelario, realizzata nell’ambito delle attività ASL, è da considerarsi un esperimento perfettamente riuscito, indicativo di un principio che sono ben contento di sottolineare: se ben guidati, gli studenti della nostra scuola sono in grado di elaborare e realizzare progetti decisamente validi, a tutti i livelli.

Vita al Greppi

FRIDA KAHLO. OLTRE IL MITO

MUDEC - Museo delle Culture, via Tortona 56, CAP 20144 Milano

Dal 1 febbraio 2018 al 6 giugno 2018

Orari: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30. L’ultimo in-gresso sarà fissato un’ora prima della chiusura.

Il MUDEC è raggiungibile con i mezzi pubblici. Le fermate della metropolitana M2 di Porta Genova e Sant’Agostino si trovano a poca distanza.

Frida Kahlo: una grande artista messicana vissuta tra il 1907 e il

1954, una donna che soffrì molto, che lottò sempre. La sua arte è

estremamente originale, anche se si possono trovare dei legami con

il Surrealismo (Andrè Breton era entusiasta dei suoi lavori e la chia-

mò a Parigi per una mostra personale).

Oggi è possibile vedere le sue opere a Milano, ed è un evento ecce-

zionale, da non perdere, perché per la prima volta dopo 15 anni so-

no esposte tutti i suoi lavori provenienti da svariati musei internazio-

nali, tra cui il Museo Dolores Olmedo di Città del Messico.

Dalle indagini realizzate in Messico in prima persona dal curatore

della mostra milanese, sono emersi alcuni temi e tematiche principali

- come l’espressione della sofferenza vitale, la ricerca cosciente

dell’Io, l’affermazione della “messicanità”, la sua leggendaria forma

di resilienza - che permettono ai visitatori di percepire la coerenza

profonda che esiste, molto più in là delle sue apparenti contraddizio-

ni, nell’opera di Frida Kahlo. Gli stessi temi si riflettono nel progetto

d’allestimento della mostra, che si sviluppa - secondo un criterio

analitico delle opere - attraverso quattro sezioni: DONNA, TERRA,

POLITICA, DOLORE.

La mostra d’arte