8 MILANOATTUALITA’ DOMENICA 4 DICEMBRE 2011 ... - Marketing · marketing. E anche quando per loro...
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•• 8 MILANOATTUALITA’ DOMENICA 4 DICEMBRE 2011
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Il 2009 è l’anno dellasvolta: col suo compagno
Stefano Cocconcellifonda Innovation
Marketing e inventail Personal Digital Vip
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L’IDENTIKIT
Nel 2007 arriva a Milanoe collabora con agenzie
di comunicazione. Lasera sviluppa progetti
suoi, sognandodi mettersi in proprio
L’INTERVISTA DELLA DOMENICA
Il trasferimento
Io, la voce dei vip che vi parlano su internetSara Caminati gestisce i profili Facebook e Twitter dei famosi. «Sono un avatar ma sulla Rete non si mente mai davvero»
Alla Moratti sono costatila campagna elettoraleVendola? Ha fatto malea confessare che su internetnon scriveva proprio lui
L’azienda
Ho 27 anni ma me ne sentoquaranta. Sono delusadai miei coetanei: spessovogliono solo lavorare pocoe guadagnare tanto
Mi ha ispirata Mario Furlanil fondatore dei City AngelsFin da quando ero a Romaleggevo i suoi librie sognavo di conoscerlo
La formazione
di GIULIA BONEZZI— MILANO —
CI DANNO il buongiorno e labuonanotte, ci informano su cosahanno mangiato, condividono fo-to e opinioni, bisticciano e se esa-gerano incassano solenni striglia-te dai fan. I social media, Face-book e Twitter soprattutto, han-no stravolto il rapporto tra famosie resto del mondo, e s’ingrossa laschiera di attori, politici, calciato-ri che proclamano di vivere insimbiosi con smartphone e tabletpc, connettendosi dal set, dalle tri-bune televisive e dai consigli co-munali. Dietro tanto compulsartasti c’è spesso la manina diun’agenzia di comunicazione,che non lo svelerebbe neanche sot-to tortura, pena feroci penali e ra-diazione de facto dal mercato. Per-ché l’“aiutino” è un segreto delvip, meglio custodito dei ritocchidal chirurgo e dei conti in Svizze-ra: il popolo della Rete non perdo-na, «e comunque non gli si puòmentire», chiarisce Sara Camina-ti, la prima a lanciare questo servi-zio in Italia, inventando il «Perso-nal Digital Vip». A 27 anni è unaguru della comunicazione on li-ne, tiene corsi, riceve premi a va-langa (quest’anno il Piazza Mer-canti della Camera di commer-cio) e la sua Innovation Marke-ting, con base a Cinisello, crescein fatturato del 20% l’anno dandolavoro a otto tra dipendenti e col-laboratori. Romana ma «milanesedentro», come dice il suo socio ecompagno Stefano Cocconcelli,l’accento l’ha lasciato sull’Euro-star («Torna fuori quando m’ar-rabbio») e anche in silenzio sa es-sere eloquente. Lavora anche sedi-ci ore al giorno, e «quel che faccioadesso è il risultato di anni». Ga-vetta durante l’università, nel2009 s’è buttata. Il giorno di San
Valentino, in piazza Duomo: perlanciare un’innovativa tecnica dipubblicità via bluetooth faceva sca-ricare ai passanti, sul telefonino,una «suoneria» creata da una pro-fessoressa di conservatorio per ri-produrre la sensazione del mald’amore. Quel giorno Sara hasmesso di essere la timida che«non riusciva a parlare a più di trepersone». Lo scorso ottobre, almeeting di Capri dei giovani diConfindustria, l’hanno vista colditino alzato davanti al futuro mi-
nistro Elsa Fornero: «Non sonod’accordo!». Ovviamente il mini-stro è il suo prossimo obiettivo.
Quando ha cominciato?«L’estate prima di iniziare l’uni-versità, collaboravo con un porta-le di studenti di Scienze della co-municazione. Gestivo contenuti,la community...».
Era già una “smanettona”cresciuta a pane e pc?
«Fin da bambina, col Commodo-re 64 di mia sorella. Quando in ca-sa è entrato il primo computer se-rio ho cominciato a trafficare. In-ternet è arrivata a 15 anni, anchese mio padre era contrarissimo al-le chat, persino all’email. Oggi èiscritto a Facebook».
Una bella rivincita.«Glielo rinfaccio sempre!».
Laureata in Scienze della co-
municazione. Sfatiamo il mi-to che non serva a niente?
«...».Non lo sfatiamo.
«Ce l’ho un po’ con chi escedall’università senza saper fareniente. Stiamo cercando collabo-ratori, abbiamo fatto cinquantacolloqui e c’è chi non è capace diaccendere il computer. Lo dicosempre, iniziate presto. Ma moltiragazzi vogliono essere pagati tan-to e lavorare poco».
Nonè teneracon lasuagene-razione.
«In effetti di anni me ne sentoquaranta. Però anch’io, a vent’an-ni, sono stata una precaria a parti-ta Iva, sono stata sfruttata, ho pre-so mazzate. E sono cresciuta».
Quando è arrivata a Milano?«Novembre 2007. Di giorno lavo-ravo in un’agenzia di comunica-zione, la sera sviluppavo progettiper altri clienti... Sono fatta così,se non ho da fare mi viene il pani-co e m’invento qualcosa».
Come s’è inventata il Perso-nal Digital Vip?
«L’ispirazione me l’ha data MarioFurlan».
Il fondatore dei City Angels?«Lui. Mi ha ispirata da quandoero a Roma, leggevo i suoi libri esognavo di conoscerlo. Quandosono arrivata a Milano mi sonomessa a disposizione con le miecompetenze. I City Angels aveva-no bisogno di comunicare su Fa-cebook, li seguiamo anche adesso,come forma di volontariato. E miè venuta l’idea di creare una figu-ra professionale per i vip».
Quando?«Era l’aprile del 2009, non ci pen-sava nessuno. Un’intuizione for-tunata, che ha avuto grande eco,procurandoci una notorietà chenon avevo messo in conto: il miomondo era dietro il computer. Co-
munque, i clienti ci sono venuti acercare, il resto l’ha fatto il passa-parola. Anche perché in tempo dicrisi siamo partiti a basso costo».
Quanto?«Cento, duecento, trecento euroal mese».
Adesso invece?«Si parte da 500 euro per la gestio-ne base, ma ci sono aziende che ar-rivano a spenderne tremila».
In cosa consiste il servizio?«In realtà ci si fissa un obiettivo, esi individuano le strade. Il cliente
paga anche la reperibilità che cidistingue, in caso di criticità ci sia-mo 24 ore su 24, per moderare icommenti e così via».
Solo su Facebook?«Facebook è il più richiesto, macerchiamo di essere sui socialprincipali, quindi anche Twitter,Linkedln, Foursquare... Quelliche funzionano».
Perché non tutti funzionano.«Quando ero ancora in agenzia,un’azienda investì un budget stra-tosferico per sbarcare su SecondLife. Dissi che non era il caso, emi massacrarono. Non hanno ot-tenuto niente».
Precoce.«Non sono un genio, ma ho le in-tuizioni, e in questo mondo conta-no moltissimo. Non ci sono crite-ri oggettivi, i clienti devono fidar-
si. Si fidano perché funziona».Adesso quanti clienti ha?
«Un’ottantina».Più aziende o più vip?
«Metà e metà».Ci proviamo: chi?
«Anche dei giornalisti, sa?».Comunque dovete mantene-re la privacy.
«Ci sono penali da centinaia di mi-gliaia di euro».
E le aziende?«Ne sono ancora più gelose, nonvogliono svelare le strategie dimarketing. E anche quando perloro gestiamo solo le cose tecni-che, non il rapporto con l’utente,il 90% degli utenti non ci crede-rebbe. Per noi è un problema nonpoter raccontare quel che faccia-mo».
E come fate?«C’è il passaparola. E qualchecliente ci permette di fare il suonome. Come il parco Acqualan-dia di Jesolo. E MariaGiovannaLuini, una scrittrice e senologadello Ieo. Con lei abbiamo creatoil primo romanzo erotico per nonudenti, libro e video in Lis (la lin-gua dei segni, ndr) gratis online».
Allora non si tratta solo di ge-stire profili.
«Quella è la base, i nostri servizisono molto personalizzati. Spessoquello che manca alle grandiaziende sono le idee».
Politici?«Ne abbiamo di tutte le collocazio-ni, seguiamo anche campagneelettorali. Li affidiamo ai collabo-ratori in base ai loro orientamen-ti, perché credo che, per parlare diqualcosa, devi crederci. Vale an-che per i prodotti, che testiamopersonalmente. Nicolò (che ci haappena presentato, ndr) è appenatornato da Mauritius, dove seguia-mo una catena di hotel».
Poveretto.«Trasferire un’esperienza all’uten-te non è copiare la brochure, ci vuo-le un vissuto. C’è un’etica alla ba-se del nostro lavoro».
Detto da un’esperta di comu-nicazione suona strano.
«Rifiuto di lavorare con alcunepersone, di promuovere certi pro-dotti. In generale chi truffa gli al-tri. Non in quest’agenzia. Non cre-do nell’ingannare l’utente. Certo,lavoriamo per migliorare la repu-tazione online dei clienti se sono
stati oggetto di attacchi. E ci sonomolti modi per dire la verità. Manon si può trasformare la realtà».
Quindi internet haun fondaledi verità.
«Deve. Le bugie ti si ritorconocontro, l’utente se ne accorge».
Nichi Vendola ha fatto outingsu Twitter, confessando che ilsuo profilo era gestito da al-tri.
«Magari la sincerità sarà premia-ta. Ma non è stata una mossa astu-ta, specie per un politico».
Lo staff di Letizia Moratti cad-de maldestramente in unatrappola su Twitter, rispon-dendo alla famosa domandasulla moschea di Sucate.
«Una bruttissima caduta, lei le ele-zioni le ha perse così. In generalei politici, sui social media, hannomolto da imparare: mancano le
competenze e tante agenzie im-provvisano».
Qualche politico che fa da séci sarà.
«...».Sara?
«Mi avvalgo della facoltà di non ri-spondere».
Allora uno che vorrebbe co-me cliente (e non ha ancora,sennò non ce lo direbbe)?
«Il nuovo ministro del Lavoro ePari opportunità Elsa Fornero. ACapri abbiamo avuto un dibattitoacceso».
Ha dibattiti accesi coi clienti?«Sì, e conta tantissimo. Ci sonoimprenditori circondati di yesmen, che buttano un sacco di sol-di inutilmente. Apprezzano chiha il coraggio di dir loro di no. Avolte chiamano per chiedere con-sigli che vanno al di là del mio la-voro».
InRetestagirandounfintose-quel del film «The SocialNetwork»: Marc Zuckerbergsi suicida e cancella Face-book. Lei che farebbe?
«(Ride) La nostra garanzia è esse-re su più piattaforme. Se Face-book sparisse credo nascerebberoaltri spazi, certo noi dobbiamo sta-re attentissimi a come evolve».
Se diventasse a pagamento?«Credo che gli utenti pagherebbe-ro, c’è troppa dipendenza ades-so».
Twitter non lo seppellirà?«È ancora poco usato dalle perso-ne comuni. Ha grandipotenzialità, ma sono legateall’uso mobile, e finché la naviga-zione sarà così costosa e il wi-fi co-sì poco diffuso resteranno tali».
Sogna di conoscere Zuc-kerberg?
«Non particolarmente.Avrei voluto conoscere Ste-ve Jobs».
CLIENTI CORAGGIO INTUIZIONI«NON RIVELEREI MAI I NOMIIN QUESTO LAVOROLA PRIVACY È ESSENZIALE»
«SONO UNA CHE SA DIRE NOE QUESTO VIENE APPREZZATOIN UN MONDO DI YES MEN»
Ti è piaciuta l’intervista?Faccelo saperecommentando su Facebooko sul nostro sito:
SCIVOLONIFATALI
Nata a Roma nel 1984a 19 anni collabora con
Comunitàzione, comunitàdi studenti di Scienzedella comunicazione
facoltà in cui si laurea
«NON CI SONO CRITERIOGGETTIVI, IL CLIENTE SI FIDADELLE MIE INTUIZIONI»
DÌ LA TUA
www.ilgiorno.it/milano
MI SENTOQUARANT’ANNI
UN ANGELOA MILANO
MODELLISopra, Mario Furlan (il secondo da sinistra) coiCity Angels, l’associazione di volontariato cheha fondato. Sono stati loro i primi “clienti” delPersonal Digital Vip, nel senso che l’idea è natacurando il loro profilo. Innovation Marketingcontinua a seguire le loro attività sulla Retecome forma di volontariato
CAMPAGNEManifesti elettorali delle ultime comunali. La vittoria diGiuliano Pisapia è stata attribuita (anche) a un usoefficace di internet e dei social media che ha favorito ladiffusione virale dei messaggi. L’azienda di SaraCaminati segue diversi politici, affidandoli acollaboratori del loro stesso orientamento
AL LAVOROA sinistra SaraCaminati, 27 anni,fondatricedi InnovationMarketing, nella sededell’azienda a CiniselloBalsamoA sinistra, al lavoro conuna parte del suo staff;al computer centralec’è StefanoCocconcelli, ilcompagno di Sarache è anche suo sociodal 2007
DOMENICA 4 DICEMBRE 2011 MILANOATTUALITA’ 9 ••
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Il 2009 è l’anno dellasvolta: col suo compagno
Stefano Cocconcellifonda Innovation
Marketing e inventail Personal Digital Vip
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L’IDENTIKIT
Nel 2007 arriva a Milanoe collabora con agenzie
di comunicazione. Lasera sviluppa progetti
suoi, sognandodi mettersi in proprio
L’INTERVISTA DELLA DOMENICA
Il trasferimento
Io, la voce dei vip che vi parlano su internetSara Caminati gestisce i profili Facebook e Twitter dei famosi. «Sono un avatar ma sulla Rete non si mente mai davvero»
Alla Moratti sono costatila campagna elettoraleVendola? Ha fatto malea confessare che su internetnon scriveva proprio lui
L’azienda
Ho 27 anni ma me ne sentoquaranta. Sono delusadai miei coetanei: spessovogliono solo lavorare pocoe guadagnare tanto
Mi ha ispirata Mario Furlanil fondatore dei City AngelsFin da quando ero a Romaleggevo i suoi librie sognavo di conoscerlo
La formazione
di GIULIA BONEZZI— MILANO —
CI DANNO il buongiorno e labuonanotte, ci informano su cosahanno mangiato, condividono fo-to e opinioni, bisticciano e se esa-gerano incassano solenni striglia-te dai fan. I social media, Face-book e Twitter soprattutto, han-no stravolto il rapporto tra famosie resto del mondo, e s’ingrossa laschiera di attori, politici, calciato-ri che proclamano di vivere insimbiosi con smartphone e tabletpc, connettendosi dal set, dalle tri-bune televisive e dai consigli co-munali. Dietro tanto compulsartasti c’è spesso la manina diun’agenzia di comunicazione,che non lo svelerebbe neanche sot-to tortura, pena feroci penali e ra-diazione de facto dal mercato. Per-ché l’“aiutino” è un segreto delvip, meglio custodito dei ritocchidal chirurgo e dei conti in Svizze-ra: il popolo della Rete non perdo-na, «e comunque non gli si puòmentire», chiarisce Sara Camina-ti, la prima a lanciare questo servi-zio in Italia, inventando il «Perso-nal Digital Vip». A 27 anni è unaguru della comunicazione on li-ne, tiene corsi, riceve premi a va-langa (quest’anno il Piazza Mer-canti della Camera di commer-cio) e la sua Innovation Marke-ting, con base a Cinisello, crescein fatturato del 20% l’anno dandolavoro a otto tra dipendenti e col-laboratori. Romana ma «milanesedentro», come dice il suo socio ecompagno Stefano Cocconcelli,l’accento l’ha lasciato sull’Euro-star («Torna fuori quando m’ar-rabbio») e anche in silenzio sa es-sere eloquente. Lavora anche sedi-ci ore al giorno, e «quel che faccioadesso è il risultato di anni». Ga-vetta durante l’università, nel2009 s’è buttata. Il giorno di San
Valentino, in piazza Duomo: perlanciare un’innovativa tecnica dipubblicità via bluetooth faceva sca-ricare ai passanti, sul telefonino,una «suoneria» creata da una pro-fessoressa di conservatorio per ri-produrre la sensazione del mald’amore. Quel giorno Sara hasmesso di essere la timida che«non riusciva a parlare a più di trepersone». Lo scorso ottobre, almeeting di Capri dei giovani diConfindustria, l’hanno vista colditino alzato davanti al futuro mi-
nistro Elsa Fornero: «Non sonod’accordo!». Ovviamente il mini-stro è il suo prossimo obiettivo.
Quando ha cominciato?«L’estate prima di iniziare l’uni-versità, collaboravo con un porta-le di studenti di Scienze della co-municazione. Gestivo contenuti,la community...».
Era già una “smanettona”cresciuta a pane e pc?
«Fin da bambina, col Commodo-re 64 di mia sorella. Quando in ca-sa è entrato il primo computer se-rio ho cominciato a trafficare. In-ternet è arrivata a 15 anni, anchese mio padre era contrarissimo al-le chat, persino all’email. Oggi èiscritto a Facebook».
Una bella rivincita.«Glielo rinfaccio sempre!».
Laureata in Scienze della co-
municazione. Sfatiamo il mi-to che non serva a niente?
«...».Non lo sfatiamo.
«Ce l’ho un po’ con chi escedall’università senza saper fareniente. Stiamo cercando collabo-ratori, abbiamo fatto cinquantacolloqui e c’è chi non è capace diaccendere il computer. Lo dicosempre, iniziate presto. Ma moltiragazzi vogliono essere pagati tan-to e lavorare poco».
Nonè teneracon lasuagene-razione.
«In effetti di anni me ne sentoquaranta. Però anch’io, a vent’an-ni, sono stata una precaria a parti-ta Iva, sono stata sfruttata, ho pre-so mazzate. E sono cresciuta».
Quando è arrivata a Milano?«Novembre 2007. Di giorno lavo-ravo in un’agenzia di comunica-zione, la sera sviluppavo progettiper altri clienti... Sono fatta così,se non ho da fare mi viene il pani-co e m’invento qualcosa».
Come s’è inventata il Perso-nal Digital Vip?
«L’ispirazione me l’ha data MarioFurlan».
Il fondatore dei City Angels?«Lui. Mi ha ispirata da quandoero a Roma, leggevo i suoi libri esognavo di conoscerlo. Quandosono arrivata a Milano mi sonomessa a disposizione con le miecompetenze. I City Angels aveva-no bisogno di comunicare su Fa-cebook, li seguiamo anche adesso,come forma di volontariato. E miè venuta l’idea di creare una figu-ra professionale per i vip».
Quando?«Era l’aprile del 2009, non ci pen-sava nessuno. Un’intuizione for-tunata, che ha avuto grande eco,procurandoci una notorietà chenon avevo messo in conto: il miomondo era dietro il computer. Co-
munque, i clienti ci sono venuti acercare, il resto l’ha fatto il passa-parola. Anche perché in tempo dicrisi siamo partiti a basso costo».
Quanto?«Cento, duecento, trecento euroal mese».
Adesso invece?«Si parte da 500 euro per la gestio-ne base, ma ci sono aziende che ar-rivano a spenderne tremila».
In cosa consiste il servizio?«In realtà ci si fissa un obiettivo, esi individuano le strade. Il cliente
paga anche la reperibilità che cidistingue, in caso di criticità ci sia-mo 24 ore su 24, per moderare icommenti e così via».
Solo su Facebook?«Facebook è il più richiesto, macerchiamo di essere sui socialprincipali, quindi anche Twitter,Linkedln, Foursquare... Quelliche funzionano».
Perché non tutti funzionano.«Quando ero ancora in agenzia,un’azienda investì un budget stra-tosferico per sbarcare su SecondLife. Dissi che non era il caso, emi massacrarono. Non hanno ot-tenuto niente».
Precoce.«Non sono un genio, ma ho le in-tuizioni, e in questo mondo conta-no moltissimo. Non ci sono crite-ri oggettivi, i clienti devono fidar-
si. Si fidano perché funziona».Adesso quanti clienti ha?
«Un’ottantina».Più aziende o più vip?
«Metà e metà».Ci proviamo: chi?
«Anche dei giornalisti, sa?».Comunque dovete mantene-re la privacy.
«Ci sono penali da centinaia di mi-gliaia di euro».
E le aziende?«Ne sono ancora più gelose, nonvogliono svelare le strategie dimarketing. E anche quando perloro gestiamo solo le cose tecni-che, non il rapporto con l’utente,il 90% degli utenti non ci crede-rebbe. Per noi è un problema nonpoter raccontare quel che faccia-mo».
E come fate?«C’è il passaparola. E qualchecliente ci permette di fare il suonome. Come il parco Acqualan-dia di Jesolo. E MariaGiovannaLuini, una scrittrice e senologadello Ieo. Con lei abbiamo creatoil primo romanzo erotico per nonudenti, libro e video in Lis (la lin-gua dei segni, ndr) gratis online».
Allora non si tratta solo di ge-stire profili.
«Quella è la base, i nostri servizisono molto personalizzati. Spessoquello che manca alle grandiaziende sono le idee».
Politici?«Ne abbiamo di tutte le collocazio-ni, seguiamo anche campagneelettorali. Li affidiamo ai collabo-ratori in base ai loro orientamen-ti, perché credo che, per parlare diqualcosa, devi crederci. Vale an-che per i prodotti, che testiamopersonalmente. Nicolò (che ci haappena presentato, ndr) è appenatornato da Mauritius, dove seguia-mo una catena di hotel».
Poveretto.«Trasferire un’esperienza all’uten-te non è copiare la brochure, ci vuo-le un vissuto. C’è un’etica alla ba-se del nostro lavoro».
Detto da un’esperta di comu-nicazione suona strano.
«Rifiuto di lavorare con alcunepersone, di promuovere certi pro-dotti. In generale chi truffa gli al-tri. Non in quest’agenzia. Non cre-do nell’ingannare l’utente. Certo,lavoriamo per migliorare la repu-tazione online dei clienti se sono
stati oggetto di attacchi. E ci sonomolti modi per dire la verità. Manon si può trasformare la realtà».
Quindi internet haun fondaledi verità.
«Deve. Le bugie ti si ritorconocontro, l’utente se ne accorge».
Nichi Vendola ha fatto outingsu Twitter, confessando che ilsuo profilo era gestito da al-tri.
«Magari la sincerità sarà premia-ta. Ma non è stata una mossa astu-ta, specie per un politico».
Lo staff di Letizia Moratti cad-de maldestramente in unatrappola su Twitter, rispon-dendo alla famosa domandasulla moschea di Sucate.
«Una bruttissima caduta, lei le ele-zioni le ha perse così. In generalei politici, sui social media, hannomolto da imparare: mancano le
competenze e tante agenzie im-provvisano».
Qualche politico che fa da séci sarà.
«...».Sara?
«Mi avvalgo della facoltà di non ri-spondere».
Allora uno che vorrebbe co-me cliente (e non ha ancora,sennò non ce lo direbbe)?
«Il nuovo ministro del Lavoro ePari opportunità Elsa Fornero. ACapri abbiamo avuto un dibattitoacceso».
Ha dibattiti accesi coi clienti?«Sì, e conta tantissimo. Ci sonoimprenditori circondati di yesmen, che buttano un sacco di sol-di inutilmente. Apprezzano chiha il coraggio di dir loro di no. Avolte chiamano per chiedere con-sigli che vanno al di là del mio la-voro».
InRetestagirandounfintose-quel del film «The SocialNetwork»: Marc Zuckerbergsi suicida e cancella Face-book. Lei che farebbe?
«(Ride) La nostra garanzia è esse-re su più piattaforme. Se Face-book sparisse credo nascerebberoaltri spazi, certo noi dobbiamo sta-re attentissimi a come evolve».
Se diventasse a pagamento?«Credo che gli utenti pagherebbe-ro, c’è troppa dipendenza ades-so».
Twitter non lo seppellirà?«È ancora poco usato dalle perso-ne comuni. Ha grandipotenzialità, ma sono legateall’uso mobile, e finché la naviga-zione sarà così costosa e il wi-fi co-sì poco diffuso resteranno tali».
Sogna di conoscere Zuc-kerberg?
«Non particolarmente.Avrei voluto conoscere Ste-ve Jobs».
CLIENTI CORAGGIO INTUIZIONI«NON RIVELEREI MAI I NOMIIN QUESTO LAVOROLA PRIVACY È ESSENZIALE»
«SONO UNA CHE SA DIRE NOE QUESTO VIENE APPREZZATOIN UN MONDO DI YES MEN»
Ti è piaciuta l’intervista?Faccelo saperecommentando su Facebooko sul nostro sito:
SCIVOLONIFATALI
Nata a Roma nel 1984a 19 anni collabora con
Comunitàzione, comunitàdi studenti di Scienzedella comunicazione
facoltà in cui si laurea
«NON CI SONO CRITERIOGGETTIVI, IL CLIENTE SI FIDADELLE MIE INTUIZIONI»
DÌ LA TUA
www.ilgiorno.it/milano
MI SENTOQUARANT’ANNI
UN ANGELOA MILANO
MODELLISopra, Mario Furlan (il secondo da sinistra) coiCity Angels, l’associazione di volontariato cheha fondato. Sono stati loro i primi “clienti” delPersonal Digital Vip, nel senso che l’idea è natacurando il loro profilo. Innovation Marketingcontinua a seguire le loro attività sulla Retecome forma di volontariato
CAMPAGNEManifesti elettorali delle ultime comunali. La vittoria diGiuliano Pisapia è stata attribuita (anche) a un usoefficace di internet e dei social media che ha favorito ladiffusione virale dei messaggi. L’azienda di SaraCaminati segue diversi politici, affidandoli acollaboratori del loro stesso orientamento
AL LAVOROA sinistra SaraCaminati, 27 anni,fondatricedi InnovationMarketing, nella sededell’azienda a CiniselloBalsamoA sinistra, al lavoro conuna parte del suo staff;al computer centralec’è StefanoCocconcelli, ilcompagno di Sarache è anche suo sociodal 2007