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ANNO LXXXIV - NUMERO 9 - TORINO, 1° MAGGIO 1960

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T utto il mondo cattolico vive nell'attesa del più grande avveni-mento religioso del nostro secolo : il Concilio Ecumenico Va-ticano II . Sarà certamente il maggiore tra i Concili finora

celebrati nella storia della Chiesa : il maggiore per il numero dei Prelatiohe vi parteciperanno, per la presenza dei rappresentanti di tutti icontinenti, per la gravità ed importanza delle questioni, da trattarsi,per la vastità delle ripercussioni che l'avvenimento susciterà dentroe fuori della Chiesa Cattolica. Tutto il mondo sente che il futuroConcilio, ventunesimo nella serie dei Concili Ecumenici, è destinatoa segnare una svolta decisiva nella storia religiosa dell'umanità .

Intanto i preparativi sono entrati nella loro fase decisiva . Giàí Vescovi e gli alti Prelati della Chiesa hanno inviato a Roma i lorosuggerimenti intorno ai temi da discutersi nelle sedute del Concilio .1 vari Dicasteri della Santa Sede hanno formulato e presentato leloro proposte . Le Università e Facoltà Ecclesiastiche di tutto il mondohanno mandato i loro studi e progetti . I Cattolici attendono con ansiache il Sommo Pontefice Giovanni XXIII emani il solenne documentodi convocazione, in cui ne saranno fissati ufficialmente il luogo, la data,i singoli partecipanti e l'ordine del giorno .

Noi e il ConcilioÈ senza dubbio un insigne privilegio della nostra generazione,

quello di poter vivere quest'ora solenne e partecipare allo storicoevento. Infatti, il Concilio non è affare esclusivo di Vescovi e Teo-logi ; tocca da vicino tutta la Chiesa, interessa personalmente i singolifedeli . I Vescovi e Prelati, che intervengono al Concilio, rappresen-tano e impersonano tutti i membri del Corpo Mistico . In realtà, ilprossimo Concilio Ecumenico sarà l'Assemblea di tutta la ChiesaCattolica, legittimamente radunata nello Spirito Santo, e invisibil-mente presieduta dallo stesso Gesù Cristo .

Di fronte ad un avvenimento che tocca così profondamente lanostra vita personale e gli interessi della Chiesa, nessuno puòrimanere assente, indifferente o passivo . Tutti i fedeli sono mobilitati

anwitù

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e chiamati a partecipare alla grande Assem-blea Cattolica, ciascuno secondo la propriacondizione: i Vescovi e Prelati con le lorodeliberazioni; gli studiosi con le loro ricerche ;tutti con la preghiera e l'adesione .

E non pensiamo che la nostra parte sia dipoca importanza. In un avvenimento di or-dine soprannaturale, qual è il Concilio, ilfattore principale è la preghiera, poichè essasola può impetrare i lumi celesti e la divinaassistenza sui lavori conciliari .Quando la Chiesa nascente, composta da

circa centoventi membri, subito dopo l'Ascen-sione di Gesù, si raccolse nel Cenacolo perprendere le prime decisioni ed attendere ladiscesa dello Spirito Santo, si strinse in pre-ghiera perseverante e unanime attorno aMaria, Madre di Gesù . Così leggiamo negliAtti degli Apostoli . Questa è l'immagine piùvera e più bella del Concilio Ecumenico : tuttii fedeli raccolti in preghiera, sotto l'invisibilepresidenza- di Cristo, Capo della Chiesa, at-torno a Maria, Madre e Maestra della Chiesa,mentre sull'Assemblea aleggia lo Spirito Santo,anima della Chiesa!

È vero: solo i Vescovi e i Prelati - succes-sori dei dodici Apostoli - hanno voce at-tiva nel Concilio ; ma tutti noi cattolici, chesiamo i successori di quei primi centoventidiscepoli, abbiamo il diritto e il dovere dipartecipare spiritualmente alla grande as-semblea della nostra Chiesa : godendo, pre-gando, consentendo .

Maria e il Concilio

La prima Assemblea della Chiesa si rac-colse « attorno a Maria, Madre di Gesù » .Anche nel prossimo Concilio Ecumenico, dopoGesù e lo Spirito Santo, Maria Santissimasarà il membro più nobile e insigne . A Leisarà riservato un posto di onore : quello checompete alla Madre e alla Maestra . E inrealtà, Essa lo merita per parecchi motivi .

Non è il Concilio l'Assemblea dei Vescovi,Successori degli Apostoli? Ora Maria ognigiorno è invocata dal regnante Pontefice come« Regina degli Apostoli », « Aiuto dei Ve-scovi ». Fu essa che nel Cenacolo fece loroda Maestra e Consigliera, e impetrò su diloro l'effusione prodigiosa dello Spirito Santo .

Il Concilio Ecumenico deve trattare e ri-solvere le più importanti questioni dottrinalie disciplinari che interessano la vita dellaChiesa. E non fu Maria, fin dagli inizi, laMadre, la Guida e l'Ausiliatrice della Chiesa?

Il Concilio ha anche il compito di condan-nare gli errori che oggi si oppongono alla

178 verità cattolica, e smascherare i movimenti

che minacciano la vita stessa della Chiesa .Ebbene Maria è Colei che « da sola ha di-strutto tutte le eresie nel mondo intero » .

Scopo principale del futuro Concilio, nelpensiero del Papa, è quello di promuoverel'incremento della fede cattolica, cioè la pe-netrazione del pensiero cristiano in tutte leforme della vita moderna : nella famiglia,nella scuola, nella cultura, nel lavoro, nelleprofessioni, nel divertimento, nell'ordinamentosociale, nella comunità nazionale e interna-zionale. Ora non è Maria proclamata daiSommi Pontefici « custode, messaggera e pro-pagatrice della vera fede »?

Secondo la volontà espressa di Gio-vanni XXIII, il Concilio Ecumenico dovràcostituire un invito a tutti i Cristiani sepa-rati, affinchè ricerchino l'unità perduta e ri-tornino all'unica vera Chiesa. Ebbene, Mariafu e sarà sempre « la custode e rivendicatricedell'unità ecclesiastica » ; la Mamma che at-tende, ricerca e riconcilia i figli fuggitivi ; lastella che indica agli sviati la via del ritornoalla casa paterna .

E infine, il prossimo Concilio dovrà pro-muovere una più consapevole e operosa par-tecipazione dei laici alla vita liturgica e al-l'attività apostolica della Chiesa ; dovrà - se-condo i desideri del Papa - affrontare ildelicato problema dell'aggiornamento delladisciplina ecclesiastica e dei metodi dell'apo-stolato cattolico, per adeguarli sapientementealle necessità ed esigenze del nostro tempo .Ora, chi mai potrà assistere la Chiesa inquesta urgentissima e importante impresa,se non Colei che è « Madre del Buon Con-siglio », « celeste Consigliera della Gerar-chia », ispiratrice di tutti i movimenti re-ligiosi e apostolici, che nel corso dei secolirinnovarono e ringiovanirono il volto dellaChiesa?

Ecco perchè il Sommo Pontefice ha postocon fiducia i lavori del Concilio Ecumenicosotto l'alta protezione della Santissima Ver-gine, e ha invitato tutta la Chiesa a stringersiin preghiera attorno alla Madre Celeste . Inquesta mobilitazione generale delle forze cat-toliche, in questa crociata di preghiere, iCooperatori Salesiani vogliono schierarsi inprima linea, intensificando il quotidiano ri-corso all'Ausiliatrice del Papa e della Chiesa .L'esempio viene loro dallo stesso Santo Padre,a cui è familiare l'invocazione Maria, AuxiliumChristianorum, ora pro nobis . Come SupremoPastore ha sempre davanti a sè i fedeli cri-stiani di tutte le liturgie e di tutte le nazioni .Spontanea quindi ogni giorno gli sale dalcuore al labbro l'invocazione a Maria, « Aiutodei Cristiani » . La giaculatoria acquista unparticolare significato nella luce del granderitorno di tutti i cristiani all'unico ovile .

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i a Congregazione dei Figli di Don Bosconasce da umili semi e si sviluppa inmaniera prodigiosa: questo fenomeno

è, sì, tanto visibile e tanto storico, ma restain fondo, in parte almeno, misterioso .

In cento anni che cosa si è prodotto! Cisiamo resi conto di questo fenomeno po-tente che è stata la Società Salesiana ? Incento anni da uno, due, dieci, dodici elementi,membri di questa piccola famiglia, sono oltreventimila, tutti tesi verso l'educazione dellagioventù e sparsi in tutte le parti del mondo .

L un fenomeno che anche lo storico profanonon può misconoscere. E chi volesse approfon-dire lo studio di questo fatto, dovrebbe ri-manere stupito perchè manca di alcuni deirequisiti che di solito nella storia spieganocome avvengono le grandi cose e i grandi av-venimenti. È stato un fenomeno umile - tuttii fenomeni della Chiesa cominciano così -il piccolo seme, il pusillus grex, e immediata-mente ha avuto questo sviluppo grandioso esempre crescente.

Non ha avuto, all'origine, neanche la pre-tesa di rappresentare una formula nuova . Ep-pure che originalità, che novità ha saputotrarre! Da una formula che sembrava quasiallentarsi, impigrirsi nel corso del tempo hafatto scaturire una primavera verdeggiante,stupenda e promettente . Non ha avuto vitafacile, non è facile stare coi ragazzi. Tantoè vero che le antiche istituzioni educativesembravano quasi restringere i loro programmiai figliuoli di buona società, a quelli che eranosicuramente buoni cristiani e di famiglie edu-cate, e lasciavano che gli altri fossero presi daqualche correzionale . E invece Don Bosco ci simette e con quali risultati!

Ebbene questo fenomeno fiorisce sul vec-chio e antico tronco della Chiesa. Non è unafondazione che nasce da sè . Viene da unprete cattolico, viene con formule cattoliche,viene impiegando le antiche forze della pe-dagogia cristiana. Non aggiunge, direi, niente

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-,<.:aè Madre del Popolo

Delle elevate parole che Sua Eminenza il Cardinale Montini ha pronunciato nell'aula magna dell'Uni-versità Cattolica di Milano a chiusura della celebrazione centenaria della Congregazione Salesiana, ripor-tiamo quelle che ci paiono più ricche di significato e di originalità .

di nuovo. Ma che cosa ha saputo trarreDon Bosco e tutta la sua Società da questeantiche risorse nostre!Mi pare che Don Bosco abbia dato alla

Chiesa e al mondo una duplice grande testi-monianza: la prima, questa, la Chiesa, chesembrava avesse esaurito la sua capacità istrut-tiva - pensate all'illuminismo, pensate atutta la filosofia, a tutte le correnti di pensierodel secolo scorso e ancora del nostro - laChiesa, mediante questo miracolo della So-cietà Salesiana, diventa ancora maestra difolle, immense folle di gioventù . E dice loroparole belle, alte, serene, positive . L unascuola davvero confortevole. Si direbbe siauna scuola cavata nello stesso tempo dall'e-sperienza più palpitante della vita modernacome dalla più tradizionale e fedele parola delmagistero ecclesiastico. La Chiesa in questofenomeno si è dimostrata capace di essereancora oggi maestra delle nuove generazioni .

E poi questo fenomeno si è rivolto risoluta-mente, prevalentemente verso le classi popo-lari, verso i figli del popolo, verso quelli chehanno più bisogno, che di solito arrestavanola loro istruzione, sì e no, alle prime classielementari . È nata da questa ansia di educa-zione popolare la scuola che noi adesso inItalia celebriamo come la speranza del nostrodomani, cioè la scuola professionale, che con-nette alle materie teoriche il lavoro tecnicoe professionale .E anche qui la Chiesa ha avuto testimo-

nianza dalla Società di Don Bosco di esserenon soltanto maestra ma madre . E noi dobbiamoessere gratissimi alla Provvidenza che sottoi nostri occhi ci fa vedere come l'antico semedi Cristo nella sua Chiesa verdeggi ancora perquesti rami così potenti e così fiorenti che ri-velano nella Chiesa le capacità che il suo divinFondatore vi ha infuso . Don Bosco è stato, direi,colui che ha tratto fuori queste energie sepoltedal cuore della Chiesa, e la Società Salesianale va sviluppando e diffondendo nel mondo . 17!1

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Ta strenna proposta dal Successore diDon Bosco ai Cooperatori Salesianiper l'anno in corso ha sapore aposto-

lico: ricerca affettuosa e diligente delle voca-zioni ecclesiastiche e religiose . Esse. tantonecessarie alla vita della Chiesa e della Con-gregazione, sono purtroppo - per incuria dimolti, per tiepidezza e superficialità di fede -affatto insufficienti alla necessità .

Sempre, la vita cristiana deve essere vistasotto il profilo dell'apostolato, ma quandoil cristiano vive nell'òrbita del movimentosalesiano, allora questa preoccupazione essen-ziale diventa quasi assillo e mezzo di santi-ficazione .

Don Bosco voleva tutti apostoli, senza so-luzione di continuità . in casa e fuori, dalpulpito e dalla cattedra . Qualunque aposto-lato, purchè avesse per fine la gloria di Dioe la salute delle anime. Uno però, che apreferenza degli altri stava in cima a tuttii suoi pensieri e fu l'assillo della sua vita,lasciò in eredità ai suoi Cooperatori : l'aposto-lato per le vocazioni religiose e sacerdotali .Diceva di avere avuto questa consegna dal-l'alto e la difendeva contro chiun.que avesseosato contestargliene, non diciamo l'esclusiva,ma il diritto primario .

Quando si trattava di chiarire una situa-zione familiare o sociale in capo alla quale siprofilava una vocazione, o quando c'era dadifendere i diritti di Dio venuti fatalmentein conflitto con l'avarizia e il sentimento, al-lora, in nome di Dio e della Chiesa, minac-ciata di quella mutilazione, Don Bosco assu-meva atteggiamenti insolitamente severi espesso il cielo scendeva anche a testimoniaredella bontà della causa da lui difesa .

11 Così, in tempi tanto calamitosi, riuscì adare alla Chiesa . su testimonianza dei suoibiografi immediati, ben seimila sacerdoti . Lacosa, risaputa, faceva andare in bestia i varicommissari incaricati di seppellire la Chiesacon tutti i suoi ministri, compreso il Papa,che doveva essere l'ultimo della serie, i qualivedevano resi vani i loro sforzi con una co-stanza e una precisione che facevano dire - auno di essi incaricato della liquidazione del

180 patrimonio ecclesiastico a Roma, il commen-

aan Bascadator Moreno : « Mentre cerchiamo di disfarcidei religiosi e d'impedire le vocazioni eccle-siastiche, Don Bosco ci fabbrica i preti avapore sotto il naso» .

E allora non ci stupisce la notizia che, nel1870, di 40 chierici che popolavano il semi-nario di Casale, 38 provenivano dalla scuoladi Don Bosco; che, nel 1873, su 150 chierici,quanti ne allineava il Seminario di Torino,120 provenivano dall'Oratorio; e che, nel 1875,Don Bosco stesso, la vigilia dell'Immacolata,poteva affermare che, dei 500 studenti chein quello stesso istante l'incrociavano nei cor-tili dell'Oratorio, ben 450 sarebbero stati di-sposti, se chiamati, a farsi sacerdoti, senzapressioni di sorta .

Perchè, tra l'altro, capitò anche questo chequello stesso che aveva codificato il sopruso, ga-bellando il grido della piazza per volontà dellanazione, l'allora presidente del Consiglio deiMinistri, Urbano Rattazzi, - il quale avevaaffidato a Don Bosco un nipote per sottrarloa sanzioni disciplinari più qualificate e meno

24 MAGGIO

Maria Ausiliatriceil giorno in cui si danno convegno a Valdoccoi Cooperatori salesianie i divoti della « Madonna di Don Bosco »

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e te tfora2~"onorevoli - di sottomano insegnò poi alSanto come girare l'ostacolo e assicurò l'acontinuità di un'opera che valeva tutti icorrezionali del regno, e alla città risparmiavaforze considerevoli di polizia . Così i preti,- cacciati dalla porta e calpestati sullapiazza - rientravano dalla finestra con lacomplicità delle autorità, succube della folla,ma troppo accorte per rinunciare, non ap-pena fuori dei protocolli, ad un aiuto cosìcospicuo, e così a buon mercato per giunta .

A Don Bosco premeva una cosa sola, assicu-rare nel sacerdote una guida sicura e qualifi-cata al popolo e soprattutto alla gioventù,affinehè, col vento che soffiava, non divenissetroppo facilmente preda del marciapiede evittima dei sofismi dei malintenzionati. Nonimportava che si fermassero a dargli unamano, condividendo le responsabilità di una_missione, che il cielo gli aveva fatto brillaredavanti agli occhi, purchè quella mano diven-tasse alla fine patrimonio della Chiesa . Fucosì che più di uno, consigliato o ispirato,, si

ILLUMINAZIONE E VEGLIA SANTAla sera e la notte della vigiliadalle ore 0,30 alle 12: Sante Messe

ore io. Solenne Pontificale celebrato da SuaEm. Rev.ma il sig. Card . GUSTAVO TESTA,Ex allievo salesiano .

ore 15 e 16,30 . Solenni funzioni - Predica -Benedizione .

ore 18,30 . Vespri Pontificali - PROCESSIONE- Benedizione .

ore 21,30 . Funzione di chiusura - ILLUMINA-ZIONE e CONCERTO.

Domenica 29 maggioore 16,30 . Conferenza ai Cooperatori Salesiani .

e La Messa Pontificale sarà trasmessa dalla RAI

Con questo titolo, molto impegnativo,

non intendiamo di trattare a fondo

il vastissimo argomento, ma sempli-

cemente offrire ai nostri Cooperatoriqualche pensiero che li incoraggi e

illumini a seguire gli esempi di Don

Bosco nell'apostolato delle vocazioni.

consacrò a Dio nella vita religiosa ; i più tor-narono ad aiutare i loro Vescovi, dei qualiavevano imparato da Don Bosco a venerareil nome e rispettare l'autorità ; ed altri,- troppo pochi per i bisogni che la bontàdel sistema e la grazia dall'alto moltiplica-vano - si fermavano con lui, attori di unapromessa che ancora oggi avanza verso la suapiena e completa realizzazione .

e Questo spirito cattolico di Don Bosco nel-l'apostolato delle vocazioni merita di esseremesso in evidenza. Egli che ebbe sempre dimira anzitutto la Chiesa . anche in questomise in prima linea il bene generale e gl'in-teressi universali della Chiesa, subordinandoad essi ogni altro interesse, compresi quellidella sua Congregazione, che egli vedeva comeinteressi particolari della Chiesa . Sono suele seguenti parole scritte per i Salesiani :« . . . che questa vocazione o questo prete vadain diocesi, nelle missioni, o in una casa re-ligiosa, non importa : è sempre unn grandetesoro che si regala alla Chiesa » .

Non importa! Quanto è significativa questaaffermazione sulle labbra di Don Bosco!

Alle parole corrispondevano i fatti . Qualchedato, oltre quelli citati sopra .

Nel 1860 il piccolo seminario di Giaveno(Torino) aveva visto le vocazioni ecclesiastichecosì diminuite, che si pensava di chiuderlo .Prima di ricorrere a tale provvedimento, l'Au-torità ecclesiastica si rivolse a Don Bosco,il quale, dopo laboriose trattative, accettò diassumere la direzione del seminario . Era quelloil periodo aureo dei tempi eroici, che vide unafioritura smagliante di virtù tra i giovani del-l'Oratorio. Nell'ottobre del 1861 il piccoloSeminario accoglieva 216 alunni, che salironoa 240 nei mesi seguenti. Ma a cose sistemateDon Bosco ritirò i Salesiani .Nel 1863 il Santo aprì un piccolo Semi-

nario vescovile a Mirabello Monf. per as-secondare il desiderio del Vescovo di Casale .Ogni anno un buon numero di giovani matu-rava la vocazione; la maggior parte di essientravano nel Seminario diocesano ; solo qual-cuno si fermava con Don Bosco .

Nel 1866 Don Bosco scriveva al Vicariogenerale della Diocesi di Torino : « La media 7tt1

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dei giovanetti che domandano di iniziarsinella milizia clericale è di circa 50-55 all'anno,di cui 25-30 appartengono e chiedono di es-sere aggregati alla Diocesi di Torino » .

Nel 1873 Don Ascanio Savio, ripetitore dimorale nel Convitto Ecclesiastico di Torino,faceva notare rispettosamente all'Arcivescovoche solo quattro dei sacerdoti del Convitto nonerano stati educati all'Oratorio di Don Bosco .

Oltre la Diocesi di Torino, molte altre ri-cevettero un buon aiuto da Don Bosco, inparticolare quelle di Casale (nel 1870 i trequarti dei suoi sacerdoti provenivano daDon Bosco), di Asti (nello stesso 1870 i diteterzi dei parroci erano ex allievi salesiani),di Milano, di Genova ecc .

Nella prima conferenza che tenne ai Coo-peratori di Torino, il 16 maggio 1878, Dori Bo-sco volle mettere in evidenza il contributodato dai . suoi Istituti alle Diocesi : « Voleteche vi dica in tutta confidenza il numerodei chierici che vestirono l'abito l'anno scorso?Fra tutte le nostre Case sparse in Italia,Francia. Uruguay, Repubblica Argentina, nelcorso dell'anno passato si fecero 300 chierici .Questi in massima parte vanno nelle propriediocesi ; altri poi si fanno religiosi, altri vannoalle missioni estere ed anche si fermano connoi ad aiutarci con ogni loro potere » .

Ritornò sullo stesso argomento due mesidopo, scrivendo al Curato di S . Giuseppe inNizza Marittima: « 1 nostri studenti per oltrealla metà vanno chierici nelle rispettive dio-

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LA NUOMA CAPITALE DEL BRASILEDal 21 aprile e . a . il Brasile ha la sua nuova

capitale in Brasilia, a quasi mille km . a nord-ovest di Rio de Janeiro, in un altipiano uber-toso e ridente, fresco e ricco di acque, a 6oo km.e più dalla costa, nell'interno dello Stato diGoiàs. Là sono sorti in tre anni di lavori feb-brili e nello stile moderno più ardito, maimponente e armonioso, una decina di Mini-steri dove funzionano già i poteri massimidella Repubblica. Di là si irradiano a ven-taglio una ventina di strade in direzione dellecapitali dei vari Stati, alcune distanti 1500,2000 km. e più, come Belém, 1Vlanaus e PortoAlegre .

Poiché la stampa brasiliana ed estera par-landò di Brasilia ha rievocato i sogni di DonBosco, vale la pena ricordare l'origine e lo

182 sviluppo dell'opera salesiana nel Brasile .

tesi, Quest'anno nelle nostre Case abbiamocirca 300 giovani che, compiuto il ginnasio,entrano nel chiericato . Essi sono ripartiti così :Salesiani, 80 . Missionari, 20 . Ordini reli-giosi, 15. Ritornano in Diocesi presso i loroVescovi, 185 » .

• Don Bosco, a conclusione del sogno sulleMissioni, fatto nella notte dal 31 gennaioal 1 0 febbraio 1885, diceva: « Il pensiero prin-cipale, che mi restò impresso dopo questosogno fu di dare a Mons. Cagliero e ai mieicari missionari un avviso di somma impor-tanza riguardante il futuro delle nostre mis-sioni: Tutte le sollecitudini dei Salesiani e delleFiglie di Maria Ausiliatrice siano rivolte a pro-muovere le vocazioni ecclesiastiche e religiose » .

Usando le stesse parole di Don Bosco noiconcludiamo dicendo : « In unione con i Sa-lesiani e con le Figlie di Maria Ausiliatrice,tutte le sollecitudini dei nostri Cooperatorisiano rivolte a promuovere le vocazioni ec-clesiastiche e religiose » .

Accolgano questa eredità di apostolato spe-cifico da Don Bosco, procurando alla Chiesacol consiglio, con la preghiera, con l'obolo econ tutti i mezzi che hanno a disposizione,ottime e numerose vocazioni, santi e zelantisacerdoti, che siano come l'eco di tutti quegliappelli e il frutto di tutti quei sacrifici chelui, vivente, affrontò per agevolare alla Chiesala continuità della sua missione divina soprala terra .

I primi missionari che Don Bosco mandònel 1875 nell'America latina, diretti all'Ar-gentina, toccarono la prima terra a Rio deJaneiro il 7 dicembre di quell'anno . Avevanoavuto ordine da Don Bosco di ossequiare nelloro viaggio il Vescovo di Rio, Mons . PietroMaria Lacerda . È difficile dire la gioia diquell'incontro, che apriva nel cuore del santoVescovo le più lusinghiere speranze : « Voiproseguite per l'Argentina-diceva ; - quandoverrà la volta del Brasile ? » .

Due anni dopo Mons. Lacerda era a Romaper le feste giubilari di Pio IX. Don Bosco,che vi si trovava per lo stesso motivo, si im-battè, senza saperlo e senza conoscerlo, inMons. Lacerda e gli chiese se lo conosceva .Si pensi il loro abbraccio quando si riconob-bero a vicenda : fu in quell'occasione che il

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Vescovo di Rio chiese iSalesiani per il Brasile .La domanda fu rinnovataquando, un mese dopo,il Vescovo visitò perso-nalmente l'Oratorio e co-nobbe lo spontaneo e purmeraviglioso spirito dipietà dei giovani di Val-docco .Don Bosco promise e

nel 1881 diede ordine aDon Lasagna, Ispettoredell'Uruguay, di visitarel'impero del Brasile . DaMontevideo Don Lasa-gna giunse a Rio nelmaggio 1882, accolto congrandi dimostrazioni diallegria da Mons. La-cerda; fu pure ricevutoin udienza dall'imperatore Don Pedro II aPetròpolis nel giorno di Pentecoste : incan-tato dalla finalità dell'opera di Don Bosco perl'educazione della gioventù, l'Imperatore pro-mise i più larghi appoggi .Don Lasagna da Rio partì per il Nord,

percorrendo tutto il litorale : Bahia, Recife,il Cearà, il Maranhào e il Parà . A Belémconobbe quella figura eroica di Vescovo chefu NIons. Macedo Costa, con cui entrò intrattative per una scuola agricola e professio-nale. Dopo tale viaggio, Don Bosco potevaannunciare che nel 1883 si sarebbero aperte leprime due case nel Brasile : Niteroi e Belém.In realtà si aperse solo Niteroi ; per Belém funecessario attendere quasi mezzo secolo .

L'anno 1883 è anche la data di un grandesogno che Don Bosco fece la notte del 3o ago-sto, vigilia della festa di S . Rosa da Lima .Sono vari i sogni missionari di Don Bosco,ma quello narrato nel volume XVI delle Me-morie Biografiche si estende per dieci fittepagine e narra un viaggio misterioso attra-verso l'America del Sud, da Cartagena di Co-lombia fino alla punta di Magellano . Vi èin esso un giuoco di numeri e di addizioniche pare uno scherzo di bussolotti, ma sonoin realtà i paralleli dal Io° di latitudine nordal 550 di latitudine sud . Narrando le ricchezzedi quelle terre Don Bosco dice testualmente :« Vedeva miniere numerose di metalli preziosi,cave inesauribili di carbon fossile, depositi dipetrolio così abbondanti quali mai si trovaronoin altri luoghi » .

Parla poi dei fiumi Uruguay e Paranà, delBrasile e d'una ferrovia che lega gli oceani,quella che da Santos, dopo aver attraversatolo Stato di S . Paolo e del Mato Grosso, entranella Bolivia e sale verso S . Cruz de la Sierra,Cochabamba, La Paz per sboccare nel Paci-

BRASILIAIl Successore di Don Bosco celebra la santa Messanella prima cappella costruita nella nuova capitalee dedicata all'Apostolo della Gioventù .

fico . Per noi resta an-cora da fare il trattomontagnoso della Bo-livia, da S. José de

Roboré a La Paz con lunghi trafori dimonti ; il raccordo è fatto per ora con au-tomezzi. Per Don Bosco era già terminatanel 1883!

Di Brasilia non si parla espressamente, masiccome vi è un accenno a un' luogo fra igradi 15 e 20, dove oggi sorge la nuova ca-pitale, si pensa che il Santo abbia visto alloraquello che noi cominciamo a vedere oggi .

La realtà consolante è che da quell'anno1883, quando i primi 7 salesiani sbarcaronoa Rio per fondare la prima casa a Niteroi, lefondazioni si moltiplicarono con ritmo acce-lerato . Dopo Niteroi venne il liceo S . Cuore diS. Paolo, che farà quest'anno il 75", poi Lo-rena, Recife, Cuiabà, le missioni del MatoGrosso, collegi, scuole agricole e professio-nali, e al nord le fiorenti missioni del RioNegro e del Rio Madeira . E tutta una vastarete di opere che conta oggi 1315 Salesianidistribuiti in «02 Case e 6 Ispettorie ; il mira-colo di tale sviluppo è doppio se si pensa chele stesse quote hanno raggiunto le opere delleFiglie di :Maria Ausiliatrice .

E a Brasilia ? Già nel 1958, quando là for-micolavano fra baracche e alloggiamenti prov-visori migliaia di operai e si svolgeva la nor-male vita civile con tutta la sua varietà, fun-zionava il collegio Don Bosco, benchè ancorain fase primordiale, risolvendo per tanti operaiil problema dell'istruzione ed educazione deifigli . Per volontà del Presidente della Re-pubblica, nella prima cappella eretta fra imonumentali Ministeri appare già l'imma-gine di Don Bosco benedicente, come protet-tore tutelare della nuova capitale ; ma gloriamaggiore l'attende quando sorgeranno inBrasilia la nuova chiesa in suo onore e legrandi opere già progettate per l'educazionedella gioventù brasiliana .

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Fervevano i lavori di costruzione per ilSantuario dell'Ausiliatrice, e Don Bosco - inquel lontano 1866 - mentre attraversava lapiazza antistante al Santuario, sostò e disse-« Qui in mezzo mi piacerebbe innalzare unmonumento che rappresentasse Mosè in attodi percuotere la rupe, e da questa far zam-pillare una vena d'acqua » .

L'amore e la riconoscenza dei figli collocòinvece in mezzo alla piazza il monumento aDon Bosco, il novello Mosè che seppe farzampillare dal cuore dei giovani tanti tesori dibontà. Ma non mancò la vena d'acqua deside-rata dal Santo. Essa scaturì accanto al suomonumento, dai grandiosi edifici della SocietàEditrice Internazionale, inaugurati venticinqueanni or sono, e che dall'alto del suo monumento,Don Bosco guarda sorridente come all'avvera-mento di uno dei suoi sogni più appassionati .

L'attività del Santo per la Buona Stamparisale infatti fino a quasi cento anni fa, daquando cioè egli incominciò ad azionare iprimi laboratori tipografici . Egli comprese lanecessità della stampa per l'apostolato chegli urgeva nell'anima, e il grande Pio XI, chelo conobbe personalmente e potè anzi godere,giovane sacerdote, delle sue confidenze, af-fermò ripetutamente che Don Bosco amò illibro d'un amore di predilezione, come mezzovalidissimo per salvare le anime: e dedicòtutte le sue attività allo svolgimento di unvero e proprio programma di divulgazionee valorizzazione della buona stampa nel sensopiù largo e più santamente elevato della pa-rola. Così sorsero le prime tipografie sale-siane, che prepararono l'avvento della SEI,affermatasi nel 1935 con la sua magnifica sedeprincipale a Torino, e fiancheggiata in brevetempo dalle numerose filiali disseminate nelleprincipali città d'Italia .

Nata adunque sul ceppo delle antiche li-brerie salesiane, la Società Editrice Interna-

1960zionale ha camminato lungo le tre direttriciprincipali della produzione editoriale salesiana:la stampa religiosa, la scolastica e l'amena .Il più autorevole riconoscimento che sia statodecretato al lavoro compiuto dai Figli diDon Bosco, è stato la designazione del loroPadre a Patrono degli Editori .

Lo stimolo di questo onore, e il desideriodi rendersene sempre più degni, ha indotto lagrande casa editoriale a perfezionare il mate-riale, adeguandosi ai progressi della tecnicamoderna, e, a corona dei sacrifici sopportatiper l'aggiornamento dei macchinari esistenti,ad aprire un nuovo salone per ospitare lenuovissime macchine, destinate a raddop-piare l'attività della Editrice .

Il nuovo grande salone fu inaugurato il14 marzo dal Rettor Maggiore prima dellasua partenza per l'America, e fu collaudatocon la messa in opera delle tre macchine bi-colori Offset, formato 100x140, completateda una macchina per copertine, e da appa-recchi brevettati per condizionare la cartaalla temperatura igrometrica dello stabili-mento .

Così l'opera iniziata e condotta a terminedal Comm. Giuseppe Caccia, passa, col nuovoventicinquennio che ora ha inizio, alla solertedirezione del Comm . Giacomo Pagliassotti, chela Società Salesiana ha chiamato dagli sta-bilimenti della Vaticana di Roma, a dirigerequelli della SEI, in seguito alla malattia cheha bloccato l'attività così intelligente e in-stancabile del suo primo Direttore .

La SEI guarda alla via percorsa con le-gittima compiacenza per il bene compiuto,ed affronta l'avvenire, confortata dal sorrisodi Don Bosco, che a lei continua a parlarecon le fatidiche espressioni del suo inestin-guibile zelo : « Da nrihi animas . . . » .

ISTITUTO SUPERIORE DI PEDAGOGIA DEL PONTIFICIO ATENEO SALESIANOI nostri Confratelli Docenti nell'Istituto Superiore di Pedagogia del Pontificio Ateneo Salesiano hanno portato a ter-mine in queste settimane una delle più utili iniziative pedagogiche di questo dopoguerra : l'edizione italiana delDIZIONARIO DI PEDAGOGIA di Herder . L'opera, in quattro grossi ed eleganti volumi, non è una semplice tradu-zione dell'originale tedesco : ma è il risultato di un'accurata revisione, dii numerosi adattamenti e di notevoli integra-zioni con speciale riguardo alle esigenze degli insegnanti ed educatori italiani . L'edizione, che è della SAIE di Torino,è stata curata per la parte tecnica e tipografica dalla nostra Scuola Grafica del Colle Don Bosco, con modernità di mezzie squisito senso d'arte . Maestri, professori, uomini di cultura, sacerdoti, educatori vi troveranno un'ampia messe di no-

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tizie, di informazioni, di orientamenti che li aiuteranno a chiarire i tiri, i mezzi e i metodi della loro difficile missione .

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LA PAGINA DEI COOPERATORI

Convegni di Direttori Diocesani e Decurioni dei Cooperatori

La tradizione iniziata dal Ven .Don Michele Rua nel settembredel r893 col primo Convegno diDirettori Diocesani e Decurioni,nel nostro Istituto di Valsalice diTorino, segna quest'anno unafervida ripresa di incontri sacer-dotali . Tutti gli Ispettori d'Italiane hanno indetti parecchi a ca-rattere interdiocesano interessan-do così anche i sacerdoti ex allievied amici dell'Opera Salesiana allegrandi date centenarie delle fon-dazione della Società Salesiana,del pio transito di San GiuseppeCafasso, dell'Ordinazione sacer-dotale del primo successore diDon Bosco, e al grave problemadelle vocazioni .

Il ciclo fu aperto a Ferrara,l'8 febbraio, nel nostro IstitutoSan Benedetto, sotto la presi-denza dell'Ecc .mo ArcivescovoMons . Natale Mosconi e delRev.mo Don Luigi Ricceri, Di-rettore Generale della Pia Unionedei Cooperatori Salesiani . L'ac-curata organizzazione attrasse al-l'Istituto una settantina di Sacer-doti col Direttore DiocesanoMons. Bedeschi . Il Convegnofu aperto con una meditazionesulla ~, Santità di Domenico Saviofrutto dell'educazione sacerdotaledi un Santo » . L'Ispettore DonGugiatti diede il benvenuto aipartecipanti ed il Segretario Ge-nerale Don Favini svolse il primotema: e Il Centenario della So-cietà Salesiana e la Pia Unionedei Cooperatori ». Quindi il De-legato Ispettoriale della Lombar-dia Don Vignato trattò i temidelle vocazioni e della stampa .

Il Convegno di Bergamo ri-cordò un'altra grande data : ilcentenario dell'andata di DonBosco a Bergamo a confortare ilVescovo e il Clero, vessati dallesètte anticlericali che dominaronoil Risorgimento italiano . Cento-venti Sacerdoti accorsero da tuttala Diocesi nell'accogliente Patro-nato San Vincenzo, messo a di-sposizione dal Direttore rev.moDon Giuseppe Vavassori, fonda-tore della provvida opera di ad-destramento della gioventù ope-raia, che estende la sua benefica

assistenza in altri sette Istituticon modernissime scuole-officina,nello spirito di San GiovanniBosco. L'Ecc.mo Vescovo Mons.Giuseppe Piazzi portò la bene-dizione di S . S. Giovanni XXIII,che volle farsi presente con unbellissimo telegramma di Sua Ero .il Cardinale Tardini .

L'ispettore lesse pure una cor-diale lettera di adesione del-l'Em.mo Card. Gustavo Testa,Ex allievo salesiano . S . E. Mons .Piazzi trasse dalla commemora-zione di Don Favini paterne esor-tazioni al Clero a seguire l'esem-pio di fedeltà al Vicario di Cristo,dato dal Vescovo e dal Clerocent'anni or sono, nell'eserciziodel sacro ministero, e non maismentito nella secolare storiadella Diocesi . Il sig . Don Ricceri,dalla relazione di Don Vigneto,sottolineò pratiche indicazioni perla cura delle vocazioni e dellabuona stampa . La proiezione deitrionfi di S . Pio X e di Don Boscoa Roma, nel maggio scorso, colmòl'entusiasmo dei partecipanti eallietò, qualche giorno dopo,anche i chierici del Seminario .

Il 9 marzo, con la benedizionedell'Em.mo Cardinale Arcive-scovo, si tenne a Napoli la com-memorazione del centenario dellamorte di San Giuseppe Cafasso,affidata al nostro Don L'Arco .Presiedette il Vescovo AusiliareS. E. Mons . Longo con l'Ecc .moMons. Giovanni Lucato, sale-siano, Vescovo di Isernia e Ve-nafro . Intervennero una cinquan-tina di Sacerdoti da tutta la Cam-pania, ai quali porse il benvenutol'Ispettore Don Marrone, mentreil Delegato Ispettoriale Don Mia-sto trattò del culto a San Dome-nico Savio e della funzione dellaPia Unione dei Cooperatori nelleparrocchie .

L'Ispettore della IspettoriaAdriatica Don Zannantoni inca-ricò il Delegato Ispettoriale DonMasper dell'organizzazione deiConvegni di Rimini e di Anconae vi partecipò portando agliEcc.mi Vescovi e al Clero l'ade-sione del sig. Don Ricceri, im-pedito all'ultimo momento .

Quello di Rimini, il 22 marzo,raccolse una sessantina di Sacer-doti sotto la presidenza del-l'Ecc .mo Vescovo Mons . EmilioBiancheri, il quale tenne la me-ditazione analizzando l'ascetica diDon Bosco nel suo sistema edu-cativo e traendone pratiche ispi-razioni di pietà eucaristica, di de-vozione alla Madonna, di amoreal Papa. Seguirono la commemo-razione centenaria e la trattazionedel problema delle vocazioni, te-nute, tanto a Rimini quanto adAncona, da Don Favini e DonMasper. Unanime il desiderio diritrovarsi ogni anno a fraternoconvegno salesiano .

Ad Ancona convennero un'ot-tantina di Sacerdoti dall'Archi-diocesi e dalle Diocesi di Seni-gallia e Osimo. Presiedettero leLL. EE. Mons. Egidio Bigna-mini, Arcivescovo di Ancona,Mons. Umberto Ravetta, Vescovodi Senigallia, e Mons . DomenicoBrizi, Vescovo di Osimo . Tennela meditazione il nostro Parrocodi Terni, Don Bonacelli . Al ter-mine della commemorazione cen-tenaria, l'assemblea votò un fer-vido telegramma di devozione alSanto Padre Giovanni XXIII eduna petizione collettiva per laBeatificazione del Servo di DioPapa Pio IN, che Don Boscoconsiderava come Confondatoredella Società Salesiana . S. E .Mons. Bignamini disse tutta lagioia provata nella rievocazionedel primo secolo di storia dellaSocietà Salesiana. Profondo co-noscitore della vita di Don Bosco,rilevò gli aspetti più attuali dellafigura del Santo, concludendocommosso: s, Quando parlo aigiovani, parlo sempre di DonBosco : è lui che fa la predica! » .Invitò quindi gli altri Ecc .miVescovi a impartire insieme lapastorale Benedizione .

I Convegni valsero a far megliocomprendere la missione della PiaUnione dei Cooperatori nella Chie-sa e l'urgenza di rispondere allacrociata per le vocazioni assegnataquest'anno all'apostolato dellaTerza Famiglia di Don Bosco . 187

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DON PIETRO DERRUTI

Al Congresso Eucari-stico di Rio de Janeironel 1955 l'Em.mo Car-dinale Benedetto AloisiMasella, nostro venera-to Protettore, in qua-lità di Rappresentantedel Papa, volle conce-dere un'udienza ai Ve-scovi e Ispettori sale-siani. La cerimonia sisvolse nella semplicitàpiù cordiale . Sua Emi-nenza, rispondendo alsaluto rivoltogli dal com-pianto Mons. D'Aquino,disse tra l'altro : « Lamia amicizia con i Sale-siani è molto antica: ri-sale al Portogallo e spe-cialmente al Cile, doveho conosciuto bene ilvostro Don Bcrruti, cheera davvero un santo » .

A dieci anni dalla sua santa morte è bellorievocare questa eccezionale figura di sacer-dote e di salesiano, grande per la versatilitàdell'ingegno, per le doti di governo, per laprodigiosa attività, ma assai più grande perla santità della vita .

Nato il 7 marzo del 1885 dal noto libraiotorinese Giovanni Berruti, frequentava conesiti brillanti le scuole del Collegio S . Giu-seppe dei Fratelli delle Scuole Cristiane,quando, col consenso del suo confessore, unPadre Gesuita, decise di entrare nella So-cietà Salesiana. A maturare la sua vocazioneavevano contribuito i frequenti contatti colidue randi salesiani della prima ora, Don Giu-lio Barberis e Don Giuseppe Lazzero . Erapure rimasto fortemente impressionato dallaaustera e pur tanto paterna figura di Don Rua .Ma poichè vagheggiava l'ideale missionario,la spinta decisiva gliela diede la sorella Al-bertina, tuttora vivente, la quale indicandoglila copertina del Bollettino Salesiano che ri-produceva due scene missionarie, gli diceva :« Vedi, Pietro, se ti fai salesiano, potrai an-dare anche tu a salvare questi selvaggi! » .Mentre, giovane chierico, frequentava a

188 Roma l'Università Gregoriana, s'incontrò con

nel decimo anniversario della santa morte

Mons. Giuseppe Fagnano,Prefetto Apostolico diMagellano . Al grandeApostolo della Terra delFuoco quel chierico dalvolto angelico, dal trattosignorile, dalla conversa-zione amabile e ponde-rata, fece tanta impres-sione che non si diedepace finchè non ottenneda Don Rua di portarlocon sè in Missione .

Quando l'Ispettore delCile ricevette a Santiagoil nuovo arrivato, potèleggere questa commen-datizia dei Superiori diTorino, tanto breve quan-to eloquente : « Vi diamoil miglior chierico cheabbiamo » .

.I fatti non smentironouna così lusinghiera pre-

sentazione : le sue ascensioni furono rapide :docente di scienze teologiche, maestro deinovizi, direttore, ispettore . Ma un compitoassai più arduo gli riservava la Provvidenza .Alla morte del servo di Dio Don Rinaldi, ve-niva chiamato a sostituire Don Ricaldonenella carica di Prefetto Generale della So-cietà Salesiana e di Vicario del RettorMaggiore, carica che tenne per 18 anni, finoalla morte .

Se si pensa alla sua salute sempre debole eprecaria, la sua attività in questo periodo ap-pare prodigiosa. Alla mole di lavoro svolta insede a Torino aggiunse quella di Visitatorestraordinario a gran parte del mondo sale-siano. Nel 1933 visitò la Patagonia e la Terradel Fuoco ; nel 1935-36 l'Uruguay e le Mis-sioni del Mato Grosso in Brasile e del Para-guay; nel 1937, la Cina, il Siam, l'India e ilGiappone ; nel 1940 e '42 la Spagna e il Por-togallo; nel 1946 la Svizzera ; nel 1948-49 per-corse l'America Latina per presiedere alle riu-nioni dei direttori a San Paolo, a BuenosAires, a Santiago del Cile; nel 1949, già di-sfatto in salute, con eroico sacrificio che neaccelerò la fine, compì la stessa missione nellaSpagna .

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Il suo passaggio nelle Missioni era un bal-samo al cuore dei Missionari, ai quali prodi-gava i tesori della sua paternità ; e costituiva unavvenimento anche per i fedeli e per gli stessipagani, che ammiravano stupiti quella figuraalta, precocemente canuta, dal portamentonobile, dal parlare grave e paterno, dal sorrisolimpido e dolce, dallo sguardo pieno di bontà .

La cura delle Missioni, che rappresentavaancora in quegli anni un'attività specifica delPrefetto Generale, fu la più cara al suo cuoreper quell'ardente ideale missionario che avevavagheggiato fin da fanciullo ; e il suo zelo diapostolo, la sua larga esperienza, la profondapreparazione giuridica (era tornato a Romasacerdote per laurearsi anche in Diritto Ca-nonico) lo portarono a svolgerla con mirabilesuccesso non solo nello sviluppo estensivodelle Missioni, ma anche nella loro organiz-zazione interna e nella rispondenza ai bisognidei singoli missionari .

Ma la sua ardente e salesiana carità si ri-velò in tutto il suo splendore nelle dolorosevicende dell'ultima guerra . Lui, il tutore delladisciplina religiosa, l'uomo dall'apparenza dirigido asceta, quando vide giunta l'ora dellaDivina Provvidenza, seppe mostrare un'am-piezza di vedute, uno slancio d'iniziativa,un ardire di esecuzioni che rivelarono la com-pletezza dell'uomo .

Infatti, dinanzi ai disastri morali e socialiabbattutisi su migliaia e migliaia di poveriragazzi, Don Berruti, a Roma - dove si tro-vava a rappresentare il Rettor Maggiore -in Italia, dovunque fosse un'opera salesiana .con l'ampiezza di cuore di Don Bosco, volleche si - aprissero tutte le porte alle folle digiovanetti abbandonati e pericolanti .

E fu il fiorire di un'opera meravigliosa dicarità cristiana, che rimarrà negli annali dellaCongregazione Salesiana .

Vorremmo ora fissare alcuni caratteri dellasua anima di salesiano, di superiore, di sa-cerdote di profonda vita interiore, di uomotutto di Dio ; ma forse desta più interesse ve-derlo in azione attraverso la parola di alcunidei moltissimi che hanno testimoniato sullasantità della sua vita .

Un salesiano coadiutore, di lui ancora vi-vente, scriveva : « Lo stimo qual santo e loconsidero qual padre . Ogni volta che ho lafortuna di vederlo, mi sembra di vedere unangelo nella sua figura slanciata, nel voltosorridente e negli occhi penetranti e buoni » .Un Ispettore di Francia ce lo presenta

così: « Se tu sei santo, prega per noi ; sesei saggio, governaci », dice San Tommaso .In Don Berruti risplendeva la doppia aureola

della saggezza e della santità . Egli godevatutta la nostra fiducia. Tra i grandi Superioriche hanno diretto la Società Salesiana eglifa una figura stupenda . . .

Quando si veniva a Torino, ci riceveva conun'accoglienza avvincente e calda . Egli s'in-teressava a tutte le nostre cose, con quellalucidità, con quel dono di sé che in lui erapadronanza e disponibilità. Davanti a unasoluzione, a un consiglio da dare, egli andavaa fondo della questione ; e senza fretta, conprecisione, proponeva la risposta soddisfa-cente, assumendone tutta la responsabilità .1.1 pensiero chiaro, la frase lenta, la vocedolce davano alla conversazione un tono diserenità e di pace . Aveva i lineamenti ener-gici, un po' duri ; ma tutto s'illuminava delpiù largo sorriso. 1l suo incedere diritto edistinto s'imponevano a prima vista . Ma eglisi piegava così soavemente, che ti sentivi atutto tuo agio : ed era l'intimità » .Chi ha conosciuto a fondo Don Berruti è

convinto che la sua caratteristica più spic-cata fu un abituale spirito soprannaturale,che ne dominava in pieno il pensiero e l'a-zione. Ce ne parla un Ispettore salesianod'Italia, che scrive : « Mi soggiogava semprequel senso di costante serenità, con cui egliparlava in ogni congiuntura, anche quandogli argomenti potevano turbare, commuovere,eccitare . Il 41 nulla ti turbi " di Don Boscomi pareva di vederlo operante in Don Ber-ruti. Tale serenità certamente, prima che daun abituale vigile controllo di sè, doveva pro-venire da quella pure abituale conversazioneinteriore, che trapelava ad ogni istante dalsuo atteggiamento sempre dignitoso, direidolcemente austero, raccolto, dalla preoccu-pazione costante di portare ogni argomento eogni affare su di un piano sovrannaturalee specialmente dalle invocazioni alla Vergine .a Gesù, o dagli inviti a pregare e a mettere lacosa nelle mani di Don Rinaldi, che imman-cabilmente gli fiorivano durante e specialmentenel concludere ogni conversazione, tanto piùquando si trattava di affari delicati e difficili.Don Berruti, si diceva qualche volta tra noischerzando, ci congeda sempre con la boccadolce : " Mettiamo le cose nelle mani dellaMadonna . . . Bisogna pregare tanto per questoaffare . . . Interessiamo Don Rinaldi per quelpoveretto . .. Va' in Basilica a parlare conDon Bosco di questa dolorosa faccenda! . . . " .Erano le frasi con cui concludeva alla finedi tante conversazioni » .

Salesiano esemplarissimo, padre buono, ri-flesso fedele della santità di Don Bosco,Dori Berruti portava impressa sul suo voltol'aureola di un candore immacolato e unraggio luminoso della più elevata santità . Inquesta luce lo vide un Ispettore Salesiano 1119

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GLI EX ALLIEVI SACERDOTI ONORANO SAN GIUSEPPE CAFASSOCirca trecento Sacerdoti ex allievi salesiani,

il 15 marzo u. s., attratti dal dolce richiamodelle due mirabili figure di sacerdoti S . Giu-seppe Cafasso e S . Giovanni Bosco, sono ac-corsi a Valdocco da tutte le province del Pie-morite, Lombardia e Liguria per . prender parteala, commemorazione centenaria di colui cheiu maestro, guida e insigne benefattore diDon Bosco .

Nel grande teatro di Valdocco facevano co-rona a Sua Em . il Cardinale Maurilio Fossatie al nostro venerato Rettor Maggiore, S . E .Mons. Giuseppe Angrisani, Vescovo di Casale,Presidente del Comitato Internazionale dei Sa-cerdoti ex allievi, S . E . Mons. Arduino e nu-merosi Monsignori, Canonici e Parroci .Il Rev .mo Don Guido Borra, Consigliere

Generale preposto agli ex allievi, diede a tuttiil benvenuto nella casa del padre, lesse il bel-lissimo telegramma col quale Sua Santità Gio-vanni XXIII, tramite l'Em .mo Card . Segre-tario di Stato, aveva fatto pervenire il suopaterno compiacimento, e comunicò le adesionidegli Er.mi Cardinali Pizzardo, Chiarlo e

della Spagna : « Dal primo momento che loconobbi fino alla morte lo seguii col massimointeresse in tutte le sue parole e azioni emai potei scoprire in lui la minima imperfe-fezione . Sempre sereno, sempre affabile, sem-pre cordiale, sempre ottimista ed eroico, an-che in mezzo alle maggiori sofferenze, con uncriterio e una visione indefettibilmente so-prannaturale di tutte le cose. Credo chen.è da Don Rua, nè da Don Rinaldi potremmoaspettarci di più se tornassero a vivere inmezzo a noi, di quello che fu e di quello chefece il nostro indimenticabile Don Berruti » .Quando, il 10 maggio del 1950, l'anima

grande di Don Berruti lasciò la terra, silevò un coro unanime a celebrarne la santità .Nel quotidiano della capitale del Cile, dove

190 Don Berruti aveva lavorato 27 anni, in data

Testa, ex allievi, e di vari Ecc.mi Vescovi .Salì quindi il palco, dominato da un grandequadro luminoso di S . Giuseppe Cafasso,S. E. Mons. Angrisani, che aveva precedente-mente celebrato la S . Messa per i convenutinella Basilica di Maria Ausiliatrice . Con la suanota eloquenza -- tutti ricordano che recente-mente ha predicato gli Esercizi Spirituali aSua Santità

svolse magistralmente il tema :<» L'influsso del santo Don Cafasso sul santoDon Bosco» . La parola limpida, calda e pe-netrante del Vescovo di Casale fece giganteg-giare davanti agli attenti uditori la figura diS . Giuseppe Cafasso, anche solo consideratasotto l'aspetto di consigliere sapiente, guidailluminata e benefattore munifico dell'Apostolodella gioventù .

I Sacerdoti convenuti, parecchi dei qualihanno ancora conosciuto il venerabile Don Rua,non potevano dimenticare che quest'anno ri-corre il cinquantenario della morte e il cente-nario della sua prima Messa . Ed- ecco Mons .G. B . Galimberti, prevosto di Busto Arsizio,far rivivere, con tocchi efficaci e originali,

7 maggio, in prima pagina si leggeva : « Nondubitiamo che la Chiesa un giorno riconosceràufficialmente le sue eccelse virtù » .

La santità di Don Berruti è il pensiero chedomina le numerosissime testimonianze diquelli che l'hanno conosciuto . Per limitarcia quelle degli Ecc .mi Vescovi salesiani, vileggiamo espressioni come queste : « Uomodi Dio » (Mons . Piani), « Confratello santo edesemplare » (Mons . Mathias), « Siamo sicuridella sua intercessione in Cielo » (Mons .Olaechea), « Superiore impareggiabile » (Mons .Lustosa), « Uomo incomparabile » (Mons . Al-varez), « L'abito della perfezione in lui si eraconnaturato » (Mons . Silva), « Qui in Pata-gonia tutti siamo convinti della santità delcompianto Don Berruti » (Mons. Perez),« . . . la sua personalità salesiana, alla cui in-

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fluenza non era possibile sottrarsi » (Mons .Pittini), « Egli ha profumato di santità tuttii luoghi per dove è passato » (Mons. Bar-bosa), « Don Berruti . oltre che santo, è ancheun uomo saggio al più alto grado » (Mons .Aguilera), « Egli fu davvero un santo e nessunosi meraviglierà se un giorno si vorrà trattaredella sua causa di beatificazione e canoniz-zazione » (Mons . Faresin), « Il santo, il saggio,il dolce Don Berruti . . . amo sperare che saràbeatificato e poi canonizzato » (Mons . Borie) .Non la pensava diversamente la sorella,

Suora di clausura, che ancor fanciulla, avevastretto col fratello Pietro il patto di tendereper tutta la vita alla santità .

Coincidenza commovente . Proprio mentreDon Berruti consumava il suo olocaustonella cameretta di Valdocco, dalla quale

l'austera e pur tanto paterna figura del primoSuccessore di Don Bosco .

Subito dopo il Rev .mo Mons Luigi Piovesana,Assistente Centrale dell'Azione Cattolica, parlòdell'Unione Apostolica del Clero, di cui è Di-rettore Nazionale, e arricchì di nuova luce unarticolo dello Statuto della ConfederazioneMondiale degli Ex Allievi Salesiani, che defi-nisce gli Ex allievi Sacerdoti «il frutto piùpregiato dell'educazione salesiana» .Furono dedicati alcuni minuti anche alla

Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, che ser-virono a Don Favini per illustrare alcuni pen-sieri di Don Bosco sulla sua Terza Famiglia .

Quindi il can . Agostino Fasano, in omaggioalla strenna del Rettor Maggiore, trattò con«:ulo realismo lo scottante problema, del di-vertimento oggi, proponendo mezzi pratici permettere un argine a1 dilagare di quello immorale .

Chiuse il convegno il Rev.mo signor Don Zig-giotti, che dopo aver espresso i doverosi rin-graziamenti, interpretò il pensiero di tutti ipreseni,i, rilevando che si moralizzerà il diverti-mento con una soda istruzione catechistica,perchè solo alla luce delle verità eterne si riesceaa dire di no alla prepotenza delle passioni .

Durante l'agape fraterna il comm. dott . Vin-cenzo Vidili, Vice Presidente Nazionale, portòai Sacerdoti il saluto degli Ex allievi laici .

Anche il Rettor Maggiore volle ancora ri-volgere il suo paterno saluto ai convenuti, liinvitò a pregare per il suo prossimo viaggioin America e fece loro un piacevole resocontodella bontà più che paterna con cui era statoricevuto poco prima da S . S . Giovanni XXIII,invitando tutti a emulare Don Bosco nel-l'amore al Vicario di Cristo .

TORINO - Relatori al Convegno Ex allievi Sacerdoti :Dall'alto : Mons. G. B. Galimberti, Mons . Luigi Piove-sana, Can. Agostino Fasano .

era già volata al cielo l'anima santa di DonRinaldi, giungeva alla Casa Madre una let-tera di detta sorella, che diceva : « Come ilSignore vi ama! Quanti Santi onorano giàla giovane Famiglia Salesiana! Dopo il santoFondatore, ecco il Beato Domenico Savio,poi Don Rua, Don Rinaldi, Don Beltrami . . .e più tardi, molto tardi, un certo Don Ber-ruti, che nella sua giovinezza aveva risoltocon una sua sorella di farsi santo . . . ma perora lasciamolo vivere ancora molti anni, elavorare, penare e sudare per guadagnare aGesù un numero sterminato di anime . . . » .

Il tono è scherzoso, ma tradisce la convin-zione che il fratello, avvicinandosi al terminedei suoi giorni, stesse per raggiungere lagrande meta a cui aveva aspirato durantetutta la sua vita: la santità .

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Le organizzazioni salesiane nella "Consulta generale dell'Apostolato dei laici"

Alla Domus -]luride di Roma il 21 febbraioscorso si tenne la prima adunanza della « Con-sulta generale dell'Apostolato dei Laici» . Eranorappresentate oltre un centinaio di organizza-zioni cattoliche che svolgono opera di aposto-lato in Italia, tra cui la Pia Unione dei Coo-peratori Salesiani . Fu trattato il seguenteprogramma: 1) Norme pontificie per il coordi-namento dell'apostolato dei laici ; 2) Il problemadell'emigrazione ; 3) Il problema della stampa4) Calendario delle sedute per i seguenti set-tori : Liturgico, Apostolato del mare, Carita-tivo assistenziale, Femminile e Giovanile . In-teressanti e nutrite discussioni sottolinearonoi terni svolti, in un'atmosfera di cordialità e vivointeresse di tutta l'assemblea, definita daS. E . Mons. Castellano, Presidente della Con-sulta Generale, di importanza storica e decisivaper il coordinamento dell'apostolato dei laiciin Italia .L'importanza di questa Consulta generale

risulta dal fatto che già il Sommo PonteficePio XII, poco tempo prima della sua morte,aveva annunziato un progetto per facilitare ilcoordinamento dell'Azione Cattolica con lo

A Lisbona (Portogallo) in occasione dellafesta di S. Giovanni Bosco si tenne una gran-diosa assemblea nella casa ispettoriale condiscorso del grande storico Costa Brochado .Nello stesso giorno si svolsero solenni funzioninella Chiesa della Memoria e nella Parrocchiadi San Giovanni di Dio, una, delle chiese piùfrequentate di Lisbona. In questa, occasione,per volontà di Sua Em . il Card . Patriarcadi Lisbona, nella riorganizzazione delle Par-rocchie, ne sarà formata una nuova, che saràdedicata a San Giovanni Bosco, nel rione piùpopolare della capitale.

A Catania, nel salone di via Caronda, pre-senti le Autorità cittadine, l'on . DomenicoMagri ha commemorato il centenario dellaCongregazione e il 750 dell'Opera salesiananella città di Catania, mettendo in risaltola modernità, agilità e piena aderenza dellospirito e dell'azione salesiana alla psicologiagiovanile .

A Ortona (Chieti) tenne la commemo-razione ufficiale del Centenario S . E. Mons .G. B . Bosio, Arcivescovo di Chieti . L'avevanopreceduta due conferenze, una del Rev.mo

altre opere di apostolato in seno alla Chiesa ;anche il regnante Pontefice Giovanni XXIII,fin dall'inizio del suo Pontificato, dichiaròl'urgenza di questo coordinamento di tuttol'apostolato laico . A tale scopo fece apportarealcune modifiche allo Statuto dell'Azione Cat-tolica Italiana (ACI) .

Pertanto oggi alla Commissione Episcopaleper l'Alta Direzione dell'ACI è affidato ancheil coordinamento dell'Apostolato dei Laici, consede in Roma, e si chiama « Consulta Generaledell'Apostolato dei Laici » . A tale Consulta ilPresidente S . E. Mons. Mario Castellano, nellariunione preliminare degli Ecclesiastici addettiin sede nazionale alle opere cattoliche, invitòufficialmente la Pia Unione dei Cooperatorisalesiani, le Compagnie della Gioventù sale-siana e le Pie Associazioni della GioventùFemminile di Maria Ausiliatrice .

Scopo principale della Consulta è di colle-gare le Organizzazioni di Apostolato laico,secondo le peculiari finalità e i programmi diognuna di esse, per collaborare in armonia,orientando tutte le forze verso il fine generaloe unico: la gloria di Dio e il bene delle anime .

CELEBRAZIONI CENTENARIE

Mons. Cleto Bellucci, Rettore del SeminarioRegionale d'Abruzzo, agli Insegnanti dellacittà sulla, pedagogia di Don Bosco ; l'altradel Rev.mo Mons. Francesco De Marinis, Vi-cario generale dell'Archidiocesi di Chieti, aigenitori sull'educazione dei figli secondo gl'in-segnamenti di Don Bosco .

A Caserta per tre sere parlarono gli Ece .miMonsignori Dondeo, Vescovo di Piedimonte,Sperandeo, Vescovo di Teano, e Caminada,Vescovo di S . Agata dei Goti .

A Ferrara, nell'Auditorium comunale,tenne la commemorazione il Comm . CarloSalizzoni, Presidente della Consulta Dioce-sana (li A. C. di Bologna .

A Terni il prof . Oliviero Menchi, ordinariodi filosofia e storia nel liceo di Città di Ca-stello, illustrò la definizione che il ministroRattazzi aveva dato di Don Bosco : «la me-raviglia del sec . XIX».

A L'Aquila, nel cinema Rex, il prof. ArturoConte, docente di psicologia, ha trattato iltema « Don Bosco educatore e psicologo ,> .

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ROMAUna conferenza ai Cooperatorisugli scavi sotto la Basilica diS. PietroQuale tributo di devozione al Papa e insieme

a Don Bosco, che del Pontefice Romano fusempre strenuo paladino . i Cooperatori Sale-siani di Roma il 15 marzo u . s. hanno volutoorganizzare una conferenza sii Gli Scavi sottola Basilica di S . Pietro in Vaticano, tenuta dallaprof. Margherita Guarducci dell'Università diRoma . Erano presenti, oltre un folto gruppodi Cooperatori e Cooperatrici, S. E. Mons. Gio-vanni Dadone, Arcivescovo titolare di S . Se-verina, il Rev .rno Procuratore Generale, l'Ispet-tore dei Salesiani, professori e studenti delnostro Pontificio Ateneo .

La insigne esploratrice dei misteriosi sot-terranei vaticani, non solo riuscì ad affascinarel'uditorio con una, eccezionale competenza tra-dotta in parole di seducente semplicità, maspesso, col suo accento vibrante di fede chetemperava la lineare sobrietà delle afferma-zioni scientifiche, riuscì ad elevare e commuo-vere gli animi degli ascoltatori; soprattuttoquando, dopo aver guidato con encomiabileperspicuità anche gli indotti a decifrare i mi-steriosi simboli cristiani scoperti nella intricatarete dei graffiti, Ella poteva far toccare quasicon mano le atte-tazioni significative della

fede dei primi pellegrini cristiani, i quali ave-vano costantemente intrecciato i nomi dei fe-deli, e soprattutto i nomi di Maria e di Pietro,con Cristo, Vita é Resurrezione . Gli applausifurono particolarmente spontanei, allorchè l'e-simia studiosa riprodusse l'iscrizione che affer-mava contrattamente ma esplicitamente : « Pie-tro è qui ». Certo anche Don Bosco, che perPietro aveva scritto e sofferto, avrà applauditodal Cielo .

La conferenza servì da eccellente introdu-zione alla successiva visione del documentariocinematografico a colori, opera della medesimastudiosa, intitolato : Pietro è qui .

PARMADon Baratta commemorato alTeatro Regio nel 50° della morteDon Carlo M . Baratta, indimenticabile figura

di Salesiano, fondatore dell'Opera Salesiana dil'arma. è stato solennemente commemorato il13 marzo u . s ., presenti l'Ece .mo ArcivescovoMons. Evasio Colli, autorità e personalità .

L'Oratore ufficiale, on. Natale Gorini, fecerivivere davanti agli uditori la grande e sim-patica figura di Don Baratta, «la cui opera-- disse - potrebbe essere riassunta in trepunti fondamentali : l'educazione della gioventù,il contributo alla risoluzione di vasti problemisociali, la riforma della musica sacra» .

Alle parole dell'illustre oratore hanno fattoeco le commosse espressioni con cui il Rev .mosig. . Don Ricceri, che rappresentava il RettorMaggiore, ha levato un inno di lode al genuinospirito di salesianità che animò un giorno DonCarlo Baratta, e di ringraziamento alla cittàdi Parma per la sua squisita sensibilità e corri-spondenza al richiamo di chi veramente nena gli interessi più veri e più nobili .I piccoli cantori dell'Istituto Salesiano di

Chiari eseguirono alcuni canti con arte, sensi-bilità e freschezza degne del Teatro Regio .

Le elevate parole con cui S. E . Mons. Collivolle esaltare il grande salesiano e sociologo,hanno chiuso degnamente la celebrazione .

ABELGIO - Il centenario salesiano nell'Ispettoria fiam-

minga fu reso noto al pubblico mediante tre trasmis-

sioni dell'Istituto Nazionale della Radio Belga e della

Televisione Nazionale Fiamminga . Particolare interesse

destò il film di Don Bosco, intramezzato da scene dellavita del Santo, interpretate da grandi artisti fiamminghi,

e la trasmissione televisiva sulle Missioni Salesiane,

seguita dalla rappresentazione della tragedia dei Xa .

vantes che dànno la morte a Don Fuchs e a Don Sa-

cilotti . Nella foto : L'incontro dell'orfanello BartolomeoGarelli con Don Bosco alla Televisione Belga. 19!

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Il Vescovo di Prato al Lanificio

Lucchesi e l'addio di un giovane

tecnico per farsi Salesiano

Una particolare circostanza ha resopiù calda e commovente la cerimoniacompiuta da S . E. Mons . Fiordelliper consacrare al Cuore Immacolatodi Maria la Ditta Figli di EttoreLucchesi a Borgo S . Lorenzo . Unodei titolari, il giovane Paolo Luc-chesi, da due anni diplomato peritotessile e tecnico dell'Azienda, all'in-domani avrebbe lasciato la ditta e lafamiglia, per entrare nel noviziatodei Salesiani, farsi sacerdote e dedi-carsi all'apostolato fra la gioventù .Con gesto squisito gli operai delladitta avevano voluto far venire daSanremo una grande quantità di rosee di garofani bianchi con i quali ave-vano adornato meravigliosamentel'altare, eretto in mezzo ai telai.Al Vangelo Mons . Vescovo ha par-lato del lavoro, del pane, dell'anima,dei figli, della famiglia, di Dio . Ha

194 detto poi che un loro compagno e fra-

San Domenico Savio proclamato Patrono deigiovani della Diocesi di Aracajú (Brasile)Riportiamo, tradotto, il testo del decreto, denso di contenuto, col, qualeS. E. Mons. Giuseppe V. Tarora, Vescovo di Aracajú, proclama SanDomenico Savio Patrono della gioventú studentesca .Considerando che Papa Pio XII, in una lettera del 31 gennaio 1957,in occasione del centenario della morte del Santo alunno di Don Bosco,esortò i fedeli di tutto il mondo, e particolarmente la gioventù, amettersi sotto la speciale protezione del piccolo grande Santo ;• che S . Domenico Savio ha diritto al titolo di Patrono della Gioventùsia per l'età in cui salì alla gloria del Cielo, che perla sua vita santamentemoderna, ed anche per essere stato un giovane allegro e sportivo :•

che molti Prelati ci hanno preceduto nella proclamazione diquesto angelico giovane a Patrono della gioventù delle loro diocesi ;•

che i giovani hanno bisogno di una guida in terra che illuminii loro passi secondo quanto dice la S . Scrittura: « Guarda e fa se-condo il modello» ;•

finalmente che l'ardente desiderio di tutta la nostra gioventù studen-tesca è di avere S . Domenico Savio come proprio intercessore presso Dio :

Proclamiamo San Domenico Savio Patrono della gioventù studen-tesca della Diocesi di Araca .jú,stabilendo che sia onorato ogni anno in occasione delle settimanestudentesche e innalzando ardenti suppliche all'Onnipotente, perchèinstilli nelle anime dei giovani l'amore alla virtù, la pratica degliinsegnamenti della. Chiesa e l'orrore al peccato, affinché abomininotutto ciò che è offesa al Creatore, e fissino nella propria coscienzail desiderio irremovibile di preferire mille volte la morte al peccato .

tello di lavoro li lasciava per dedicarsia un lavoro più grande, più santo, dimaggiore sacrificio, e di immenso bene.Guardando i telai da cui uscivano lepezze di stoffa, Mons. Vescovo di-ceva come anche la nostra vita è tes-suta da Dio. Attraverso fili invisi-bili e misteriosi, Dio tesse la teladella nostra esistenza, a volte con la

prosperità, a volte cori il dolore, avolte con il successo, a volte con lasofferenza, sempre con amore. Quandopoi chiama a una offerto di consacra-zione, preparandola attraverso viemisteriose, c'è proprio da commuo-versi e da adorare . I presenti segui-vano le parole umili e profonde delVescovo pensosi e commossi .

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San Domenico Savio Patronodegli Scouts filippiniIn occasione della decima « Jamboree » mon-

diale tenutasi a Makiling, Los Banos-Laguna,a cui presero parte circa 11.000 b'couts e guideprovenienti da tutti i Continenti, per la primavolta il quadro di San Domenico Savio fusolennemente intronizzato sull'altare come Pa-trono degli Scouts filippini. Nella cerimoniareligiosa di apertura svoltasi nella « GrandeArena », tra le invocazioni dirette da S . E. Mons .Vicente P. Reyes, Presidente del ComitatoNazionale degli Scouts, vi fu anche quella aSan Domenico Savio, Patrono degli Esploratorifilippini . Durante il campeggio vennero distri-buite tra gli Esploratori cattolici migliaia diimmagini del Santo giovanetto con una pre-ghiera in cui è invocato come loro Patrono .San Domenico Savio è stato scelto come

Patrono degli Scouts filippini perchè nella lorostessa età seppe superare trionfalmente diffi-coltà di vario genere con forte animo e coraggiovirile ; per questo può e deve essere un esempioideale . Alla « Jamboree » presero parte anchegli Esploratori Don Bosco di Mandaluyong,che meritarono di essere citati all'ordine delgiorno .

TORINO - Don Bosco è ritornatoalla "Generala "Le visite che Don Bosco fece all'Istituto di

rieducazione F . Aporti furono provvidenzialinon solo per il bene che il Santo operò in taleambiente, ma anche perchè riuscirono di feliceauspicio per quella istituzione .

Don Bosco è ritornato in questi ultimi anniall'Aporti e vi ritorna ogni giorno nella personadel cappellano salesiano . L'attuale cappellanoDon Luigi Borsello ha avuto la gioia di vederequest'anno ricostruita la cappella, elio un'in-cursione aerea aveva reso pericolante e ina-bitabile . Era particolarmente preziosa dettacappella, anche se modesta e piccola, perchèvi aveva celebrato la S . Messa Don Bosco edall'altare aveva parlato ai giovani .

La nuova cappella è sorta più bella e piùgrande in altra parte dell'Istituto . Il cappellanoe i dirigenti ebbero il felice pensiero di erigeresul sito della vecchia cappella un monumentoa Don Bosco con questa iscrizione :A PERENNE RICORDO - DELLE REALTÀ SPI-

RITUALI ED UMANE - OPERATE IN QUESTOISTITUTO F. APORTI - DAL GRANDE EDUCATORESAN GIOVANNI BOSCO - 1 GIOVANI PRESENTI -

Clubs « Amici di Domenico Savio »Il movimento «Amici Domenico Savio»

(A. D . S .), sorto da alcuni anni, va prendendoproporzioni sempre più vaste e si contanoormai a diecine di migliaia i giovani che sottola bandiera del Ragazzo Santo s'impegnanodi vivere la sua vita di purezza, di pietà e diapostolato .

Centri o Clubs di A. D. S . sono sorti nell'Au-stralia, nella Cina libera, nelle Filippine, nella,Tailandia, in India, negli Stati Uniti (dovehanno preso uno sviluppo straordinario : qui gliiscritti sono chiamati semplicemente « Savio »,perchè tale deve essere ognuno nel suo am-biente), in Francia e specialmente in Italia .

Per stabilire un mezzo di collegamento coni centri o gruppi di ogni Nazione sono sortivari giornaletti . Ricordiamo : .4SIici (li Dome-nico Savio (Torino), Boys Beacon, (Australia),Savio Notes (USA Paterson), Doniinique (Fran-cia) . Con tali pubblicazioni periodiche si dànnoai dirigenti e agli iscritti norme direttive, no-tizie e relazioni che impegnino sempre più gliA. D. S. nei loro programmi di bene personalee fraterno, concretizzati nella promessa : « Iovoglio, dovunque mi trovi, rassomigliare aDomenico Savio,> .

ALLA RICOSTRUZIONE DELLA CAPPELLA - PO-SANDO QUESTO BUSTO - VOLLERO AFFERRARELA PRESENZA DEL SANTO - NELLA VITALITÀ DEI .SUO SISTEMA EDUCATIVO - ED INVOCARE UNA-NIMI SU TUTTI - PATERNA ASSISTENZA E CHIAROCONSIGLIO .

MONA(;O - Le fortunose vicende del-l'Opera Salesiana nei suoi 40 anni di vita

Con la festa di San Giovanni Bosco il 31 gen-naio scorso fu pure commemorato il 40° del-l'opera salesiana a Monaco . Celebrò il solenne,pontificale il venerando Mons . Erich Miiller, ilquale quarant'anni fa, come Assistente gene-rale della Gioventù Cattolica, aveva chiamatoi Salesiani a Monaco .

Nel salone-teatro del « Salesianum» l'Ispet-tore Don Luigi Leinfelder, lo stesso che diressela casa negli anni più difficili, narrò la fortunosastoria dell'opera . Si cominciò nel 1919 in unabaracca di due sole stanze con 25 ragazzi .Nel 1920, dopo lunghe trattative, si trasporta-rono le tende in un ex ospedale . Qui si po- 1A5

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ESERCIZI SPIRITUALIPer comodità dei nostri Coopera-tori ripetiamo l'elenco dei corsiche si svolgeranno nel correntemaggio e nel prossimo giugno,rinnovando a quanti hanno a cuoreil progresso della propria anima el'efficacia del loro apostolato, caldoinvito a parteciparvi .

terono sistemare 250 artigianelli. La nuovasede divenne in breve il centro di attrazionedella gioventù della parte orientale di Monaco,sicchè nel 1925 erano già 800 i giovanetti ac-cuditi dal Salesiani. Dopo la seconda guerramondiale si cominciò di nuovo con una trentinadi ragazzi in locali di fortuna e bisognò rico-struire da capo. In dieci anni, nel 1955, il<« Salesianum » era una realtà e ospitava 500allievi .

All'interessante rievocazione seguì la rappre-sentazione di un bozzetto su Don Bosco e laproiezione di films documentari salesiani . Con-chiuse la manifestazione S . E. l'Arcivescovocon parole di viva compiacenza .

1 Salesiani lituani in ricordo della pa-tria oppressa

I Salesiani lituani hanno recentemente ac-quistato una proprietà in Crown Point, In-diana (Stati Uniti) per farvi un centro di as-sistenza ai molti connazionali emigrati in quellaregione. Questo centro è stato chiamato Si-luva dal nome del luogo ove sorge il San-tuario nazionale lituano eretto sul posto dovenel 1608 apparve la Vergine in lacrime chie-dendo che ivi si ricostruisse la chiesa distruttadai calvinisti . I Salesiani lituani, per propa-gare la devozione alla Madre di Dio sotto iltitolo di Nostra Signora di Siluva, vi hannocostruito in suo onore un piccolo santuario,dove ogni anno migliaia di fedeli si portano inpellegrinaggio per implorare la liberazionedella Lituania e chiedere la preservazionedell'America dal terribile flagello del comu-nismo ateo .

I Salesiani che sono emigrati in America,dopo essere stati obbligati a lasciare la loropatria per la persecuzione russa, pubblicanoper i fratelli emigrati un bollettino mensile :Il Ilessa,ggero di N. S . di Siluva.

Per CooperatoriS. Ignazio sopra Lanzo (Torino) : s6-iq giugnoCasale Corte Cerro (Novara) : 23-26 giugnoGazzada (Varese) : i ;-s8 giugnoLecce - Presso i Signori della Missione : 25-29 giugno

Per CooperatriciConegliano (Treviso) : 22-26 giugnoS. Agnello (Napoli) : 26-29 giugnoS. Paolo di Martina Franca (Taranto) : 25-29 giugnoZafferana Etnea (Catania) : 25-29 maggio

Tutto un popolo onora Don Bosco

Con un crescendo imponente di anno inanno si viene festeggiando nella capitale diPanama la festa di Don Bosco .

Preceduta da una novena veramente popolareper l'afflusso in massa di ogni ceto di persone,culmina con il trionfo processionale, dove siriversa divora -e orante l'intiera città, che hascelto in Don Bosco il Santo della sua fede .

Ogni anno si imparte la dottrina cristianaattraverso la parola illuminata ed efficace divalenti oratori .

Quest'anno ha scosso la fibra degli uditori,richiamandoli al compimento dei più sacridoveri cristiani, la voce esperta di S . E . Mons .J . F. Castro Ramirez, Vescovo di Santiago deMaria, nella vicina repubblica di El Salvador .

Per nove sere consecutive lo spazioso Tempioche i Salesiani hanno elevato all'Apostolo dellagioventù con l'aiuto dei numerosi Cooperatori,era incapace di contenere le migliaia di fedeli cheaccorrevano ai piedi del loro amato protettore .Le adiacenze e le vie circostanti rigurgitavanodi popolo . AX questa massa presente si devonoaggiungere i radioascoltatori, che dalle loro caseseguivano la novena in quasi tutta la repubblica .

La festività di Don Bosco va prendendol'aspetto di un pellegrinaggio nazionale per ilconcorso generale dei fedeli di ogni ceto e diogni luogo . Ed è significativo il fatto chequesta divozione al Santo si manifesta conl'affluire compatto ai santi Sacramenti . La festadi Don Bosco è una vera Pasqua .

Nella grandiosa processione una vera fiumanadi gente senza ordine fisso, ma devota e orante,accompagnò l'immagine del Santo popolare .

E il Santo, si è mostrato generosissimoverso i suoi figli di Panama : ne fanno fede lerelazioni di grazie che si leggevano a comuneedificazione durante la novena .

Questo fervore di fede è garanzia della pro-tezione di Don Bosco sopra questo popolo chelo ama profondamente .

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Il quinto viaggio del Successore di Don Bosco nel mondoIl nostro venerato Rettor Maggiore il 16 marzo scorso è partito per il suo quinto viaggio,

che durerà circa cinque mesi e toccherà sei Nazioni dell'America Latina . Con questo viaggio ilsig. Don Ziggiotti completerà la visita al mondo salesiano, intrapresa dopo la sua elezione aRettor Maggiore nel 1952 .

Nel 1953-54 visitò le Opere salesiane d'Italia e d'Europa ; nel 1955 si spinse nel Medio edEstremo Oriente, Australia e Stati Uniti : nel. 1956 nel Messico, Centro America, Antille e Ar-gentina; nel 1957 in otto mesi attraversò il Venezuela, la Colombia, l'Equatore e il Brasile .spingendosi fino alle remote Missioni dell'Alto Orinoco, di Mendez, del Rio Negro, del Rio Ma-deira e del Mato Grosso .

Durante questo nuovo viaggio Don Ziggiotti ha visitato le case salesiane e delle Figlie diMaria Ausiliatrice nella Patagonia meridionale e nella Terra del Fuoco dal 2 al 16 aprile ; ì'passato nel Cile il 17 aprile e vi resterà fino al 29 maggio ; nel Perù e Bolivia si fermerà dal30 maggio al 2 luglio ; nel Paraguay dal 3 al 24 luglio : qui si inoltrerà nel Chaco Paraguayo pevisitare le Missioni del Vicariato Apostolico . Dal 25 luglio al 20 agosto sarà nell'Uruguay ; quindiritornerà a Buenos Aires, donde in aereo farà ritorno in Italia .

Per aver un'idea della lunghezza dei viaggi compiuti dal Rettor Maggiore basti pensare che,non contando i percorsi in auto, in treno, sui fiumi e sul mare con ogni mezzo, furono 218 i volinei cinque Continenti. Le scene che si leggono nei trionfali viaggi di Don Bosco in Francia e inSpagna e di Don Rua in tante Nazioni, si sono ripetute sulcammino di Don Ziggiotti, che portaovunque il sorriso e l'ottimismo del santo Fondatore .

LOS ANGELES

U.S .A .

Sua Eminenza il

Cardinale lames

F. Mclntyre, Ar-

civescovo di Los

Angeles (Calif.)

presenta perso-

nalmente agli, ai-

lievi della grande

Scuola Professio-

nale da lui fonda-

ta, il nostro vene-

rato Rettor Mag-

giore, durante la

sua recente visita

alla California .

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I Giapponesi guardano con compiacenzagli sviluppi della Scuola professionaleDon Bosco di Tokyo

In occasione del 25 0 anniversario della Scuolaprofessionale Don Bosco di Tokyo è stata inau-gurata la nuova ala risorta dopo il dolorosoincendio di 5 anni or sono . Il sacrificio di25 anni di lavoro è stato coronato con abbon-danti frutti .

In questi 25 anni la Scuola professionaleDon Bosco, attraverso periodi difficilissimi, èr'u~cita a imporsi, in un modo che possiamodire miracoloso, all'estimazione comune delpopolo giapponese, che apprezza veramente ilsistema educativo di Don Bosco . 113 primiallievi si sono moltiplicati fino a raggifingerei 1100, cifra che nessuno avrebbe neanche so-gnato agli inizi della Scuola . Il lavoro del fon-datore Don Angelo Margiaria, continuato conzelo e tenacia dai suoi successori, ha procu-rato alla Scuola un nome che è rispettato

LOCARNO SESIA (Vercelli) - Altare maggiore del nuovoSaltuario di Maria Ausiliatrice, costruito dal Rev .moM rns . Giuseppe Delsignore .

00

K/QJ/ //r%~í/i11111ií%in tutto l'ambiente scolastico giapponese edalle autorità civili, che hanno sempre aiu-tato e continuano ad aiutare materialmentel'opera nel suo sviluppo ascendente . I labora-tori di tipografia, falegnameria ed elettrotec-nica sono considerati modelli in Giapponee attirano l'ammirazione di tutti i visitatori .Infatti sono unici nel loro genere . Il Giappone,che ha preso uno sviluppo industriale mera-viglioso, guarda con compiacenza a questogenere di scuola che sorprende appunto perchètenuto da Religiosi. Don Bosco, anche in Giap-pone, lavora in mezzo alla gioventù per ren-derla buona, laboriosa e degna della Patria .

La festa del Santo ha visto radunarsi nelsalone della Scuola moltissime autorità civili escolastiche. Tra i vari discorsi ce ne furono alcuniche, inneggiando alla Religione Cattolica e alsistema educativo salesiano, hanno lodato incon-dizionatamente il lavoro dei Figli di Don Bosco .

Gli allievi della Scuola, guidati dai loro in-segnanti, hanno allestito una bella mostra sco-lastica e professionale, che fu assai ammiratadai moltissimi visitatori . I nostri aspiranti congli allievi cattolici hanno preparato una splen-dida mostra catechistica e dell'Opera salesiananel mondo . Tra le tante consolazioni, abbiamoavuto anche quella di vedere i nostri ex allievicostituirsi ufficialmente in P Associazione Ex al-lievi salesiani» . Erano numerosi, entusiasti efieri d'aver studiato nella Scuola Don Bosco .

Le Suore Cinesi fondate da Mons . Ver-siglia aprono una nuova casa

Il 25 febbraio scorso S . E . Mons . L . Bianchi,Vescovo di Hongkong, presenti alte Autoritàscolastiche e una larga deputazione di Sale-siani e loro allievi della Colonia, ha benedettosolennemente la prima pietra di una nuovagrande scuola che le Suore Cinesi della Mani-festazione stanno innalzando nella ridente esana posizione di Kowloon .

Le « Suore della Manifestazione» sono statefondate poco più di un trentennio fa dal Ve-scovo missionario salesiano Mons . .Luigi Ver-siglia a Shiu-Chow. La persecuzione rossanon è riuscita a far morire quest'Opera, tra-piantata ora in Hongkong con nuova vitalità .

La Scuola Tak Nga ora in costruzioneavrà in un primo tempo la Scuola materna eprimaria: ma è in programma anche la Scuolasecondaria. L'educazione viene impartita se-condo lo spirito e il sistema di Don Bosco, sulcui ceppo è nata la nuova Congregazione : nonpotrà quindi mancare di dare buoni e abbon-danti frutti, anche perchè il suo Fondatore haversato il sangue per la fede .

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an Francesco Saverio si doleva che icommercianti avessero preceduto iMissionari nei paesi d'Oriente . Con

rammarico dobbiamo constatare che le setteprotestanti sono approdate in Assam primadei Missionari cattolici, quando non vi eranoancora ferrovie e strade. Con animo di pionieried esploratori pronti ad ogni sacrificio si av-venturarono in una regione ben dura in quegliinizi . Trovarono il terreno propizio fra le tribùaborigene sui monti . Il governo diede tuttol'appoggio. I Khasi, i Boro, i Mikir, i Lushaiudirono la buona novella. Cristianità ferventisorsero in tutta la regione. L'incubo del terroreper i cattivi spiriti, sempre intenti a tormentaregli uomini con malattie, disparve con la fede el'amore a Gesù Cristo. L'Assam diventò unaroccaforte protestante . Qual è stato il segretodi un successo certamente meraviglioso? Cheabbiamo fatto noi cattolici per ricuperare iltempo perduto? I protestanti fondano lachiesa sulle scuole, gli ospedali e su unaforte organizzazione sociale .

Le scuole

Queste tribù dei monti non avevano nèlibro nè scrittura . Durante un'inondazione,dice la leggenda, il libro era stato portato viadalle acque . Furono i missionari a introdurreancora una volta la scrittura e il libro . Iprotestanti ebbero il monopolio dell'educa-zione. In 50 anni aprirono scuole ovunque .La scuola fu il lievito che sollevò la massa .Ancora oggi la scuola è sinonimo di chiesa .Quando, nell'anno 1921, la Santa Sede affidòai Salesiani la Missione dell'Assam, su novescuole cattoliche se ne contavano 600 prote-stanti. Fu una bella opera di civiltà . Quandoil Presidente dell'India, dr . Rajendra Prasad,visitò i Garo, udì questo elogio dal Garo piùinfluente : « Il progresso che il nostro popoloha ora raggiunto è dovuto al lavoro dei mis-

k

FEDE IN CAMMINO

DI S . E . MONS .STEFANO FERRANDO

sionari, a cui noi sia ..ll'u egati da un grandedebito di gratitudine » .

Venne l'indipendenza e l'educazione rice-vette nuovo impulso . I protestanti orinai ave-vano formato un esercito di élite, maestri pub-blici e funzionari, e la scuola continuò ad es-sere il loro punto forte. Era un problemaserio aprire una scuola in villaggi ove ne esi-steva un'altra : i cattolici furono soggetti apressioni, a vessazioni. I protestanti si servi-vano anche dei mezzi legali per soffocarci .Ma la Chiesa Cattolica è la maestra e la depo-sitaria del comando di Gesù : « Docete : inse-gnate ». Nessuno può emulare il lavoro sacri-ficato e tenace delle Suore e dei Religiosinel campo educativo . Gli internati, le scuolesuperiori cattoliche, le scuole professionali,poco per volta si affermarono talmente dadiventare la gloria più bella della Chiesa .L'avvenire e il consolidamento del lavoromissionario dipendono dalla scuola . In questomese di febbraio abbiamo aperto una scuolae internato a Damra per le ragazze Garo,sotto la direzione delle Suore di Cristo Re .Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno incomin-ciato un'altra opera come quella, a Tangla, suiconfini del Bhutan . A Jowai in un imponentee nuovo edificio si è iniziata una scuola mediafino alla classe decima . A Cherrapunjee ebbila gioia di benedire l'ampliamento della scuolafemminile. Smit è un villaggio a 12 km . daShillong. È il centro della regione Khasi .Da 25 anni la scuola di quel centro impor-tante non dava risultati brillanti . Don Foglia 19 :1

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ne aprì una in una capanna e, con suo stupore,in un mese, gli scolari salirono a 140 . Nelladistribuzione dei premi, presieduta dal Ve-scovo e dai capi del villaggio, suppliche ven-nero da ogni parte, perchè si facesse qualchecosa per la gioventù . « Aprite una scuola e inostri fanciulli verranno da voi » . Il fabbricatosta sorgendo . Ma da quanti altri paesi giungel'accorato grido : « Dateci una scuola! » .

La stampaCon la scuola e per la scuola, i protestanti

stampano la Bibbia . In Assain hanno tra-dotto e stampato la Bibbia completa in moltelingue. La diffondono a prezzi modici . LeSocietà Bibliche inglesi e americane profon-dono tesori in tale opera . Noi cattolici abbiamobelle chiese, mentre i protestanti hanno edi-fici sacri che sono ben poca cosa; ma noinon possiamo competere con i protestanti neldiffondere la Sacra Scrittura, t il rimproveroche ci gettano in faccia . Anime buone e sin-cere che desiderano conoscere la verità nonsi decidono ad abbracciare la vera fede perchènoi ci troviamo in questa condizione d'infe-riorità. Con l'aiuto di una società francese- La Presse missionaria - abbiamo potutosegnare dei progressi . È in corso di stampail Nuovo Testamento in khasi . Il catalogoperò dei libri scolastici, devozionali, asceticie apologetici, in cinque differenti lingue, èuna prova lampante del lavoro della Chiesacattolica per diffondere l'istruzione e perchèla parola di Dio « corra » e penetri ovunque .

Il cantoRitorno dalla visita pastorale a Damra

sulle colline Garo. Nell'accademia in onoredel Vescovo cori venuti dai differenti villaggicattolici cantarono bei corali a tre e a quattrovoci, mentre bambine inghirlandavano il Ve-scovo con collane di fiori multicolori . La miatesta sempre fra le ghirlande! Quei Garo ve-nivano in buon numero dal protestantesimoe applicavano parole nuove alle antiche me-lodie . Il protestantesimo non ha la maestàdelle funzioni con la solennità dei riti : virimedia con il canto . In villaggi khasi ovesono differenti sette, alla domenica sembrache vadano a gara a chi canta più forte damane a sera .

Anche nelle nostre chiese cattoliche tuttoil popolo prende parte al canto collettivo edè commovente vedere la partecipazione litur-gica al santo Sacrificio . Il cantare è oggi perle tribù dei monti l'espressione più bella deisentimenti religiosi, come prima del Cristia-nesimo erano le danze folcloristiche che col

::O13 loro incanto ne allietavano la vita .

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Dalla lettera del Rev.mo Rettor MaggioreDon Renato Ziggiottia S . E . Mons . Stefano Ferrandoin occasione delXXV della sua Consacrazione Episcopale

« Elencare i, meriti che rendono questa celebrazionetanto gioconda e gradita al Suo popolo fedele e a tuttii Salesiani, specialmente dell'India, non è cosa fa-cile e offenderebbe la Sua modestia . Desidero peròadditare alla gratitudine di tutti la Sua dedizionecompleta ed il lavoro instancabile per cui, succedendoa S. E. Mons . Mathias nel governo della diocesi diShillong, Ella potè portare avanti il lavoro da luiiniziato, fino al punto di fare dell'Assam una delleMissioni più fiorenti dell'India .

E ciò non solo per il numero di conversioni - eppurei 125.000 Cattolici dell'Assam dalle poche migliaiache Ella trovò quando fu eletto alla Sede di Shillong,sono ben eloquenti - ma anche per il numero delleIstituzioni di ogni genere sorte per la Sua genialeiniziativa e il Suo zelo generoso . Le Stazioni Missio-narie si sono moltiplicate ; le scuole e gli internatiper i giovani migliori di ogni Missione hanno giàtrasformato la vita dei paesi cattolici ; un CollegioUniversitario è sorto a Shillong per il Suo provvidointeressamento; una nuova Congregazione di Suoreindigene potenzia il lavoro delle Figlie di Maria Au-siliatrice in vari luoghi ; un'altra Congregazione diSuore Missionarie è stata invitata a dividere le fatichee le gioie del Suo apostolato . Il sigillo ufficiale sullagrandezza e sodezza del suo lavoro fu posto dal S. Padrequando nel 1951 la diocesi di Shillong si rivelò cosìcresciuta e vitale da doversi staccare da essa quella cheora è la diocesi di Dibrugarli con a capo S. E. Mons .Oreste Marengo .

Ma quello che più stupisce in questo quadro mera-viglioso è che il più di queste opere nacque e si sviluppòo durante il tempo di guerra - che altre a privarLadel maggior numero dei Suoi Missionari, imponevaancora al lavoro ogni genere di restrizioni - o dopola guerra, quando la scarsezza di Missionari nonchèattenuarsi si accentuò, per i divieti posti all'entratain India di nuove reclute, mentre il lavoro crescevaa dismisura .

Dinanzi a questo grandioso lavoro apostolico e aifrutti abbondanti -che l'hanno coronato, come nonunirci tutti a ringraziare il Signore cantando unTe Deum a mille e mille voci per esaltare i prodigidella Grazia e le fatiche del Vescovo e dei suoi diretticollaboratori?. . . » .

Curate gli infermi "Le parole di Gesù « Curate gli infermi »

divennero per i protestanti il quinto Vangelo .I loro ospedali, fino all'indipendenza, erano imeglio attrezzati. Noi abbiamo incominciatoun ospedale in Shillong, ma siamo all'inizio .Lo dirigono le suore della Congregazione diCristo Re, laureate in Europa . I protestantihanno una moderna ambulanza, un ospeda-letto mobile, con dottore e infermiere che vi-

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sitano ogni mercato importante . In altre Mis-sioni dell'India, Società cattoliche di Suore,provenienti dall'America, sono riuscite ad im-porsi agli stessi protestanti con ospedali mo-derni. Quando verrà anche per noi quel giorno?« Curate gli infermi! » . In questi giorni scoppiòil vaiolo in forma epidemica in due villaggipagani. Il pagano credeva, e tale supersti-zione non è del tutto morta, che il vaiolofosse causato da un dio che entrava nel corpodell'ammalato e che perciò fosse sacrilegiousare medicine . È un esempio che ci dicetutto quello che pensavano queste poveretribù riguardo alle malattie . Costretti a com-battere contro la malaria, dissenteria . colera,tifo, impotenti come erano a debellarli .. attri-buivano le malattie a esseri sovrumani, aspiriti che infestavano i villaggi e le foreste .Tutta la religione si era ridotta a compieresacrifici per placare questi spiriti maligni . Maquando si accorsero che le medicine operavanole guarigioni, le false credenze caddero e sivolsero alla vera religione.

Quanto bene compiono le nostre Suore neinostri piccoli ambulatori! Quante volte h-Suore sono chiamate in posti distanti nellajungla e percorrono chilometri e chilometriper portare soccorsi, specie quando le malattiescoppiano in forme epidemiche! Noi non ab-biamo grandi ospedali, ma Dio solo conoscel'eroismo delle Suore in questo campo .

Il ritorno dei protestanti

E che cosa abbiamo fatto noi per il ritornodei protestanti alla Chiesa Madre? È possi-bile la loro conversione? Inveterati pregiudizi,calunnie, ignoranza hanno innalzato le bar-riere che ci separano da questi nostri fratelli .In Assam i protestanti considerano il Catto-licesimo come la religione dei poveri : si dimen-tica il punto dogmatico per ricordare soloquello di convenienza sociale ed eredità difamiglia. Ma quanto progresso si è fatto inquesti 35 anni! L'ammirazione verso la ChiesaCattolica cresce ogni giorno . « Se non credetealle parole, credete alle opere » . Quale settapuò organizzare una dimostrazione di fedecosì grandiosa come la Processione Eucari-stica di Shillong? Come rimanere indifferentiall'eroismo di tante Suore e Sacerdoti catto-lici? Un protestante diceva a Don Vendrame :« Quando udivo chiamarvi " Padre " provavouna grande ripulsione nel mio cuore e mipareva un oltraggio al Vangelo. Ma quandovidi i preti cattolici circondati da tanto af-fetto, quando li vidi come Gesù andare aipoveri, entrare nelle capanne con la caritàdi Cristo, allora compresi perchè vi chiamanoPadri " » .

" The Union Christian College "I protestanti hanno incominciato un Col-

legio Universitario che è diventato il simbolodi quella unione che affannosamente cercanodi raggiungere . Essi comprendono che il de-siderio del cuore di Gesù è sempre vivo epalpitante : « Ut sint unum » . Cercano invanoun punto centrale ove convergere i differentiraggi di questa mosaica roccia . Ma comeriuscirvi, se molti loro capi, ancora trinceratinegli antichi pregiudizi, si ostinano a invitaretutti all'unità della Chiesa, con l'esclusioneassoluta dei Cattolici? Quando noi organiz-ziamo una dimostrazione, una festa in unvillaggio, siamo certi che essi ne contrappon-gono un'altra per impedire ai protestanti divenire ad osservare e udire . È un riconosci-mento indiretto della forza della Chiesa . Cosìi cattolici e i protestanti sono come due retteparallele, che non s'incontrano. Noi però con-fidiamo, preghiamo e cerchiamo di avvicinarlicon la carità paziente . Il libero esame deiprotestanti incide sempre più il solco delleloro divisioni . Falsi misticismi, strane inter-pretazioni della Bibbia, sono come le formichebianche che rodono internamente il midollodel tronco . All'esterno l'albero sembra rigo-glioso e forte, ma il giorno verrà, che privodella linfa vitale, cadrà . Noi ammettiamo tuttoil bene che vi è nel protestantesimo . Tuttiquanti professiamo la medesima fede in GesùCristo . Vi sono e vi sono stati nell'altra spondaesempi ammirevoli di fede viva e amore gene-roso verso il Salvatore . Il movimento versoun più sincero riavvicinamento e mutua com-prensione, è incominciato, come correnti diacqua sotterranea che al momento opportunozampillano fuori . La preghiera e la caritàcompiranno il miracolo del ritorno .

Il giudizio di un eminente laico cattolico

M. Ruthswami, già vice-cancelliere di unaUniversità del Sud India . scrittore ed emi-nente cattolico, visitò il Nord dell'India perorganizzare l'associazione cattolica . La mag-gioranza dei cattolici in India si trovano nelSud ; nel Nord dell'India, ahimè, le statistichemostrano quanto siano pochi . Riportando l'im-pressione della sua visita nel Nord India,scriveva : « In Assam, in 50 anni, la religionecattolica fra le tribù dei monti, è aumentata,da poche centinaia, a 135 .000, e la sua crescitaè limitata solo dalla mancanza di mezzi .L'Assam è un campo promettente . Con l'Assanie le altre Diocesi del Chotha Nagpur, il Nordristabilirà la bilancia dell'equilibrio con il Sudnella vita cattolica dell'India » .

~P STEFANO FERRANDOV'scovo di Shillong (Ass(im-India)

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Un bel sogno che si realizzael 1943 mi trovavo nella Casa Madredell'Ispettoria salesiana dell'India-sud, a Tirupattur, dove, a causa della

guerra, erano stati radunati i Salesiani te-deschi e italiani, un centinaio in tutto. LeMissioni erano rimaste quasi vuote, mentretutti quegli uomini pieni di vita e di zelovivevano relegati e a riposo forzato .

Speravamo almeno di passare il periodo diguerra tutti insieme ; ma poco dopo il go-verno ordinò l'internamento degl'Italiani e deiTedeschi, che partirono per un lontano campodi concentramento . Rimanemmo così una quin-dicina di Salesiani nella grande casa, quasivuota. Quella sera la cena ci parve insipidaper la forzata divisione dai nostri fratelli .L'Ispettore Don Carreno col suo inalterabileottimismo annunziò che la casa presto sarebbestata nuovamente piena, che anzi avremmodovuto allargarla . Ascoltammo increduli, per-suasi che si trattasse di un bel sogno .

Il Superiore si mise subito all'opera conslancio e fede degni di un figlio di Don Bosco .Nel luglio di quello stesso anno, nella festadel Sacro Cuore, fu benedetta la chiesa esubito dopo seguì una suggestiva funzione .Dodici giovani aspiranti circondavano l'altareappena consacrato, mentre il Superiore' con-sacrava in intima adorazione il nuovo aspi-rantato al Sacro Cuore di Gesù . Fu quellol'inizio di un'opera che ha già dato abbondan-tissimi frutti di vocazioni .

Naturalmente, come ogni opera santa, trovòdifficoltà e fu più volte sul punto di estinguersi,ma di tutte trionfò .

Il visitatore che oggi si sofferma a osser-vare la vita della casa non vede nulla distraordinario : il solito alveare salesiano dipietà, studio, lavoro manuale, divertimento .Ogni cosa a suo tempo, come Don Bosco

R

voleva. Ma la grande confidenza coi Superiorie un fervido spirito di pietà mariana ed euca-ristica formano il clima di una bella famiglia .

Non farà quindi meraviglia che dal 1946 adoggi la casa di Tirupattur abbia dato allaCongregazione non meno di 200 Salesiani in-diani e 22 novizi. Attualmente l'Ispettoriadell'India Sud ha 150 aspiranti a Tirupatture 65 a Ernakulam nel corso preparatorio .Per i coadiutori si sono formati piccoli nucleiin altre due case e ci sono già 25 promettentivocazioni. Con i 70 giovani aspirantii che siformano a Goa, l'Ispettoria ha un totale dioltre 300 aspiranti .

Ecco il quadro completo delle nostre casedi formàzione: aspiranti 303; novizi 22 ; stu-denti di filosofia 40 ; chierici del tirocinio pra-tico 46; coadiutori del magistero 6; teologi 61 :un totale di 478 . Come si vede, c'è da bene-dire il Signore .

Abbiamo ancora in progetto di aprire vi-cino a Bombay una casa per aspiranti, chepuò diventare un'altra buona sorgente di vo-cazioni. Non deve meravigliare tanta nostrapreoccupazione di accrescere il vivaio dellavita religiosa e sacerdotale . Le nostre dician-nove case con migliaia di ragazzi e le quattor-dici stazioni missionarie hanno un personalelimitatissimo ; inoltre è necessario dar vita adaltri centri di missione, ad altre opere sale-siane tanto desiderate. L'India, come si sa,è immensa e ha bisogno di molti missionarie sacerdoti. Sono 380 .000.000 di anime cheattendono che venga anche per loro il regnodi Dio, e questo regolarmente viene e siestende per opera dei suoi ministri .

E i mezzi necessari per il nostro piccoloe modesto contributo all'avvento del regno diDio nell'immensa India mediante le nostreMissioni vastissime e poverissime, per mezzo

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zìone dei z50 della

MA#Iità cittadineU barba. di

VLa nuova ala della ScuolaDon Bosco. risorta, dopo 11n-cendío di cinque,anni fa. og-getto di anunírazioixe e com-piacenza da partè,delle auto-

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A Castel di Godego (Treviso) il 12 marzo u . s. sspegneva santamente il missionario salesianoDon Antonio Colbacchini. Nato a Bassano delGrappa (Vicenza) il 19 febbraio 1881, aveva79 anni, dei quali 60 passati nelle Missioni .

on Don Colbacchini - nome noto ecaro ai lettori del Bollettino per le suerelazioni missionarie - la Famiglia

Salesiana perde uno dei suoi più grandi ederoici missionari, un pioniere delle MissioniSalesiane del Mato Grosso nel Brasile .Apostolo di avanguardia, allo zelo per le

anime seppe associare l'intuizione e l'aperturadi mente propria dello studioso. Ancora in

degli orfanotrofi, dove manteniamo ed edu-chiamo circa 1500 ragazzi veramente indigenti?Umanamente parlando la nostra è un'impresaimpossibile, eppure si va avanti perchè c'èla Provvidenza che per le mani dei buoni egenerosi benefattori ci dà i mezzi necessari .Tutta l'Ispettoria, e specialmente le case diformazione, sentono questa visibile assistenzadella Provvidenza e ne rendono pubblichegrazie a Dio .

Molto si è fatto, ma molto più ci resta dafare .Maria Ausiliatrice e Don Bosco vogliono

da noi e dai nostri Cooperatori un bel contri-buto alla dilatazione del Regno di Dio inquesta misteriosa terra indiana, così profonda-mente religiosa e pure ancora così lontanadalla vera religione, che sola può dare paceai cuori e all'umanità .

SAC . GIOVANNI MEDIspettore salassano nell'India Sud

Don Colbacchiniin preghieradavanti alla croceeretta sul luogodell'eccidiodegli eroici missionariDon Fuchse Don Sacilotti .

questi ultimi mesi, infatti, nel suo forzatoriposo condusse a termine, per incarico delGoverno Brasiliano, uno studio sugli usi ecostumi dei Xavantes, l'ultima tribù del MatoGrosso che, per merito dello stesso eroicomissionario, è stata raggiunta dalla luce delVangelo e della civiltà .

Questi selvaggi, che vent'anni prima ave-vano massacrato i due Salesiani avventuratisitra le loro aldee per conquistarli a Cristo- Don Fuchs e Don Sacilotti - nel 1953circondarono a centinaia, pacifici e riverenti,l'altare di Don Colbacchini, che in piena fo-resta celebrava la sua Messa d'oro .

I primi contatti con i Xavantes Don Col-bacchini li aveva avuti dopo una memorandaudienza concessagli da Pio XII . La narrò eglistesso dall'altare di Maria Ausiliatrice il5 ottobre 1958 .

« Il 1o aprile del 1949 - disse - segnauna delle date più solenni della mia vita el'inizio decisivo della Missione dei Xavantes .Trovandomi a Roma, ebbi una speciale udienzadal Santo Padre Pio XII. Il Papa, al sapereche ero missionario salesiano tra i selvaggidel Mato Grosso e dicendogli io che mi sen-tivo felice di portare a Sua Santità l'omaggiofiliale dei neofiti indigeni, mi guardò dolce-mente e, ringraziandomi, mi domandò qualiprogressi faceva la Missione e quali difficoltàs'incontravano per condurre alla fede queipopoli .

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Risposi che la terribile e leggendaria tribùdei Bororos era ormai convertita e tutti vi-vevano da buoni cristiani . Alla richiesta delPapa se esistessero altre tribù da evangeliz-zare, risposi che ancora molte non eranostate avvicinate, per l'ostilità opposta daiselvaggi a qualsiasi tentativo di penetrazionenel loro territorio . Il Papa mi domandò se

Th

La Regina del ManipurLo Stato del Manipur, incuneato tra l'India e la Bir-mania, ha avuto nella sua lunga storia numerose regineo Maharani . Una di esse è celebrata dal poeta Tagorein un dramma famoso . Un'ala a si era messa a capo delsuo esercito contro numerosi nemici, ma catturata,le venne reciso il capo nella pubblica piazza . Ancoroggi nel Manipur si cantano le sue gesta e la suatragica fine . . . Ma da quando il Manipur venne an-nesso all'Unione Indiana, è passato il tempo deiMaharaja e delle Maharani . Solo i cattolici parlanodella loro « Gran Regina » : la invocano con fer-vore e cantano le sue lodi . E pare proprio che laVergine Santissima voglia diventare la Regina delManipur. Fu Lei che in modo mirabile aprì le portedi questo Stato ai Figli di Don Bosco . Fu Lei a de-bellare i numerosi nemici del nome cattolico, chevolevano ad ogni costo impedire la loro entrata nelManipur . In pochi anni la situazione si è comple-tamente capovolta . Oggi i cattolici sono in aumentoe le loro scuole sono apprezzate e molto frequentate .Numerose tribù dei monti del Manipur hanno ac-colto i missionari salesiani con gioia. E nelle lorovarie lingue tutti cantano le lodi della « Gran Re-gina degli uomini » .

DON LUIGI RAVALICO

anche con i missionari i selvaggi si mostra-vano così ostili . Risposi :- Santità, purtroppo non la perdonano a

nessuno che osi avvicinarsi : tentare sarebbeesporsi a morte certa .- E voi avete tentato?-soggiunse il Papa .- Sì, Santità, abbiamo tentato diverse

volte e due dei nostri missionari furono bar-baramente trucidati sulle sponde del Rio dasMortes dai selvaggi Xavantes .

Allora il Santo Padre, evidentemente com-mosso, prendendo affettuosamente la mia manonella sua, mi disse :- Non disanimatevi, tentate ancora . An-

date avanti, non temete : la salvezza delleanime costa lacrime e sangue ; ma l'ora dellaredenzione sorgerà . Andate!- Santità - dissi allora - una benedi-

zione speciale per i missionari, che sulla pa-rola di Vostra Santità andranno a tentare ;e una benedizione per quei poveri selvaggiperchè accolgano il missionario.

Il Santo Padre mise la sua mano sulla miatesta dicendo :- Benedico di cuore e ricordate che ciò

che è difficile è più meritorio » .

La conquista dei Xavantes, che seguì laparola profetica del grande Pontefice, non fuperò senza pericoli . E noi ricordiamo la com-movente scena svoltasi nella Basilica di MariaAusiliatrice or sono due anni quando si videla veneranda figura di. Don Colbacchini salirecommosso l'altare della Vergine e deporre siidi esso in atto di offerta le frecce avvelenate,l'arco e la tremenda clava che un feroceXavante aveva già sollevato contro di lui,ma che poi, per un misterioso interventodall'alto, aveva abbassato in un improvvisoatteggiamento di pace. Ma cediamo anche quila parola a Don Colbacchini .« D'improvviso vedo sbucare di dietro un

tronco tra cespugli e foglie un selvaggiocavante dall'aspetto feroce, dalla faccia truce .Nella mano sinistra impugnava l'arco e lefrecce, con la destra brandiva un grosso ran-dello. Furioso si avvicina e con un urlo dirabbia si avventa su di me e alza la terribileclava per menare il colpo di morte . .. Ma unaforza occulta lo trattiene; tuttavia con untremendo spintone mi scaraventa contro ungrosso tronco ; io batto la testa e rimangointontito. Quando mi riprendo, mi guardoattorno e non vedo più nessuno. Che fare?fuggire? Sapevo che il selvaggio non era lon-tano e che di nascosto stava osservando conl'intuizione propria di questi primitivi . Mivenne allora spontanea l'invocazione alla Ver-gine. Poco dopo lo vedo uscire dalla boscaglia,prendere il sentiero e dirigersi verso di me .Brandiva ancora le sue armi, ma in atteggia-mento non più ostile . Osservai che tremavatutto da capo a piedi; il suo aspetto e il suosguardo non erano più truci e sinistri comeprima. Giuntomi d'appresso, stende le armiverso di me e fa atto di consegnarmele . In-tuisco il pensiero del selvaggio e prendo dallesue mani l'arco e la freccia; ma con miagrande meraviglia vedo che mi consegnaanche la pesante clava . Quando ebbi tuttonelle mani, il Xavante mi fece un sorriso,mi pose la mano sulla testa e con intimitàdi fratello più che di amico accarezzò lamia barba. Subito altri selvaggi sbucaronodal bosco, mi circondarono, mi presero permano e vollero che danzassi con loro! Cessòl'odio, svanì la diffidenza e apparve il fioredell'amicizia . . . » .

Era l'Ausiliatrice che miracolosamente pro-lungava la vita all'intrepido Missionarioperchè servisse di strumento nelle manidella Provvidenza per iniziare la missionetra i Xavantes, nella quale, fecondati daisudori e dai sacrifici di altri generosi missio-Ilari salesiani, già maturano i primi fruttidi redenzione .

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Salvata da sicuro naufragio

La nostra missione del Rio Negro, agli estremiconfini del Brasile nord, ha provato ancora unavolta l'intervento speciale della Madonna .

Da più di quarant'anni le nostre imbarca-zioni affrontano le correnti minacciose delfiume Negro e non sempre l'hanno fatto feli-cemente. La Provvidenza, però, non mancòmai di aiutare i suoi missionari .

L'ultima volta accadde nella mattinata del31 dicembre ultimo scorso . La nostra lanciaAuxiliadora, trainando con sé due battelli, ri-saliva il fiume verso Uaupés, con un carico dirifornimento di 4o tonnellate . Arrivando inuno dei punti più pericolosi del fiume, se-guendo la manovra di sempre, la lancia staccai battelli e s'avanza da sola con una parte dellamercanzia. Ecco però che va a sbattere violen-temente contro le rocce affioranti dalle acquelimacciose del fiume : si apre di colpo e len-tamente cala a fondo .

Passeggeri e marinai nel frattempo si eranolanciati nelle acque vertiginose . Uno di loro,un turista straniero, periva tragicamente trai gorghi. E lo stesso sarebbe accaduto ad unasuora F. M. A., se la Madonna non le fossevenuta in soccorso .

Infatti la buona suora, non sapendo nuotare,rimase chiusa nelle cabine della lancia mezzasott'acqua . Gli indi marinai si diressero verso lalancia e prendendo la suora per le mani la feceropassare dal finestrino . Le sponde però eranolontane, le correnti del fiume incalzavano, levesti inzuppate della suora rendevano tantodifficile l'operazione . . .

I bravi marinai dovettero abbandonarla elasciarsi andare inerti sulle onde per riprenderefiato .

La suora, spinta dalle correnti, affondava eriaffiorava per ben quattro volte, allontanan-dosi sempre più dagli altri . Fu allora che, sen-tendosi perduta, stringendo il rosario cheaveva tra le mani, gridò con forza : « Madremia del cielo, salvatemi» .

Una grossa ondata la gettò contro una roccia,alla quale si aggrappò, mentre le acque learrivavano al mento .

I marinai videro da lontano il velo dellasuora ondeggiare a fior d'acqua. Con unabarca raccolta sulla riva, non senza nuove pe-ripezie, riuscirono a portarla in salvo .

Degno di rilievo il gesto di una giovaneindia, compagna di viaggio della missionaria .In uno slancio di disperato affetto, gridò dallariva: « 0 salvo Suor Eracina o muoio con lei,ma sola alla missione non torno » . E lottandocoraggiosamente contro il furore dell'acqua,riuscì a trarre fuori dalla corrente la poverasuora e a trascinarla a nuoto fino all'imbar-cazione, dove i marinai compirono l'operaUaupes (Rio Negro-Brasile)

DON MICHELE GIIIGOmissionario salesiano

Era ridotto in fin di vitaIl nostro caro nipotino Mariano si era am-

malato gravemente . Ricoveratolo d'urgenza al-l'ospedalino dei bambini, i medici gli riscon-trarono ben quattro malattie, che in pochigiorni lo ridussero in fin di vita . Noi tutti,angosciati per l'estrema gravità del caso, loaffidammo a S . Giovanni Bosco e incomin-ciammo la novena in suo onore, promettendoun'offerta e la pubblicazione della grazia. Altermine della novena la febbre scomparve e ilprofessore dichiarò il nipotino fuori di pericolo .Ville di Tenno (Trento)

FAMIGLIA MICHELINI

Una catena di favoriM. R . signor Don Ziggiotti,In seguito a mie offerte per le Opere Don

Bosco, ho avuto il grandissimo piacere di ri-cevere Sue lettere personali di ringraziamento .

Vorrei pregarla di non volersi disturbarein futuro in analoghe circostanze, perché leofferte che io invio non mi costano alcun sa-crificio, mentre le grazie che ricevo sono realie convincenti . Si tratta infatti di una catenaininterrotta di favori, che io attribuisco inparticolare all'intervento di Maria Ausiliatrice,cui sono solito rivolgermi, seguendo i con-sigli di S . Giovanni Bosco ; di qui la mia ri-conoscenza verso le sue Opere .

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Temo quindi che presso la Banca del Pa-radiso - per usare la Sua espressione - lesomme da me spedite alle Opere Don Boscomi vengano accreditate con parecchi zeri dimeno prima della virgola. . .Mi voglia scusare, e accetti i sensi della

mia più deferente stima .

Mavtova

DR. BENEDETTO BENEDINI

ottenute per l'intercessione di lllaria Ausiliatrice e di S . Gio-vanni Bosco, di S. Maria Mazzarello, di S. DomenicoSavio e di altri Servi di Dio - alcuni hanno anche in-viato offerte ed elemosine per sante Messe di ringrazia-mento - i seguenti :Accornero Fracchia Albertina- Acerboni Giulio Domenico -Agosto Angelo - Alessio Angela - Alleri Santa - AmadoriElena - Andreasse Clementina - Angeleri Laura - Ange-lino Giuseppina - Aymond Pio - Bagnati Giovanni - Bar-beris Fam . - Barralis Luisa - Bassignano Di Marco Rosa -Battista Concettina - Baucheri Mantero Maria - BelliLetizia - Bellini Margherita - Benedini Benedetto - Ber-gonzi Anna - Bernardini Maria - Bertelegni Alfredo -Bessone Anna - Bianchi Martina Paolina - Boggi Enrica -Bonardi Carlo - Bonavita Caterina - Borelli LeonettiMargherita - Borgatello Maria Rosa - Borghi Maria -Borio Amalia - Borroni Luigia - Bosa Antonia - BrignoneCoda Nina - Buccola Loreta - Buila Maria - CalderariBianchi Linda - Cambi Cecilia - Campanella BentivegnaMaria - Canali Wilma - Cappelli Lucia - Careglio Gu-

C4Ltli iuo i I~LLl9~Gt(9~~~e~t[Tommasina Fabroni (Cesenatico), ri-masta vedova, senza inezzi, conuna bambina a cui provvedere, misetutta la sua fiducia in M . A . ed ebbela gioia di vederla, attraverso unacatena ininterrotta di grazie, siste-mata onoratamente e con le miglioripossibilità di svolgere un fruttuosoapostolato quale insegnante in ruolo .Paolo Spata (Caluso-Torino) in unoscontro violento di moto con mac-china uscì con leggera frattura,mentre poteva rimaner vittima .Lisetta Rossi (Piano di Collecchia-Massa C .) si dichiara riconoscen-tissima a M . A ., a S . G . B ., a S . D . S .per aver ottenuto una grazia tantodesiderata.F. Stroppiana (Grugliasco-Torino),riconoscente a M. A. e al Servodi Dio D . A. Czartoryski per lamamma salvata da pericolosa ca-duta, ringrazia e invia offerta .Cav . Giuseppe Paliasso (Vercelli)afflitto da diverse infermità e rico-verato più volte in ospedale, sempreguarì per l'intercessione di M . A.Lucia Macario Veri . Berutti (S . Dalmazzo di Tenda-Francia) fa cele-brare una Messa di ringraziamentoa S. G. B. per la guarigione delfiglio ferito in un incidente stradale .Mario e Agnesina Benedetto (Set-

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timo Rottaro-Torino) ringraziano

M. A., S. G. B ., S. D. S. perscongiurato malanno del figliuolo.Maria Clotilde Chicco (Torino) conviva riconoscenza porge grazie aM. A . per aver procurato lavoro alpadre di famiglia .Nicolino Sacchi (Firenze), ex allievo,attribuisce alla protezione di SanG . B., di cui porta la reliquia,l'essere scampato da morte in untragico investimento stradale .Luigia Agosta (Orsara Bormida-Aless.) mediante novena a M . A.e a S. G. B. guarì perfettamenteda uno stato di esaurimento ner-voso e da emorragia interna .Rosetta Garaventa (Savignone-Ge-nova) rende infinite grazie a M . A.e a S . G . B . per la guarigione delfiglio già in pericolo di vita .Sac . Prof . Francesco di Renzo(Andria-Bari) raccomandò calda-mente al Ven . D . Rua e a S . G . B.la guarigione del babbo, colpito daattacco cardiaco, che potè riaversicon meraviglia del dottore cardiologo .B . I . (Torino) raccomandò contutto il fervore a M . A . e a S . G . B .il figlio impigliato in pericolosi le-gami finanziari e spirituali ed ot-tenne il duplice scioglimento .Fam. Nicola Cerino (Vigone-Torino)riconoscente a NI . A . e a S . G . B .ringrazia ed invoca altre benedizioni .

glielmo - Carli Moretti Ester - Casaro P . - CecchettiLuisa - Cereghelli Rosa - Chasseur Rosa - Chisté Tere-sina - Ciampitti Carmela - Colbacchini Agnese - ColomboSerafina - Costerno Matteo - Cravero Marengo Catet ina -Cremasco Giovanni - Cretier Narcisa - Cucchetti Mar-gherita - Daccò Livia - D'Agati Rosa - D'Ambrosio Giu-seppina - David Giovannina - De Albertis Anna - DegliEsposti V- ncenzo - Delle Baite Lucia - De Martini TurcoGiulia - Di Costanzo Anna e Lucia - Diemoz HenriodGiustina - Donatello Luigi - Fasso Vittorio - Feltri Elisa-betta - Fenocchio Teresa - Ferrando Rosa - Fugazza Ne-rina - Galletti Adolfo - Galli Rita - Gariglio Margherita -Garna Fam . - Gaudenzi Pierina - Germanino Giovanna -Gherzi Licia - Giaccardi Maria - Giacosa Giuseppina -Giovenale Rosella - Granito Rosa - Greghi Elena - GrociMaria - Guardamagna Flvira - Ivaldi Eugenia - LazzeroVittoria - Logrippo Antonietta - Longo Mara - LupoCalogern - Maggio Esima - Magri Bononi Anita - Ma-n~ero Albino - Manovella Olimpia - Manna Giacomina -Marchese Luciana - Marchesi Ernesto - Marchesi Giuseppe- Marenzi Virginia - Mariano Lucrezia - Marongiu Gio-vanna - Mazzini Mario - Merlo Mario - Merlo Natalino -Miani Italia - Mignone Maria - Mina Mario - Molinariing . Gianni - Mora Rinaldi Caterina - Moretti Margherita -Negra Gioachino - Negro Cosolo Irma - Nocera LuigiNovo Fano . - Ossola Angelina - Ottani dott . Raffaele -Pappalardo Carmela - Pellegrini Eugenia - PellegriniVittorina - Pizzi Fortunata - Poletti F .lli Pollina Anto-nina - Ponzio Santina - Portale Salvatore - Prato Elisa-betta - Primo Antonietta - Quaglia Giuseppina - Ramac-cini Teresa e Nello - Ranco geom . Luigi - Rinaldi Rosina- Riva Carla - Rogora Giovanna - Salcioli Rina - SannaSperanza - Saracco Gemma - Savio Luciana Geronima -Scala Pascasio Maria - Sciaccaluga Rina - SciavarelloMaria - Serra Antonietta - Siliano Orsola e Fam . - Si-racusa Vittorina - Storioni Leonilda - Sturzen Wanda -Teodori Teresa - Terazzi Achille - The Giovanni - Tiz-zani Pierino - Tomaselli Francesco - Tomasino Maria -Tommasi Emma - Tordata Assunta - Torrigino Carla -'l'ripicchio Virginia - Vacca Domenica - Vacchelli Salonne- Vaccher Anna - Valenti Emilia - Vergnano Francesco -Vismara Egidia - Vitale Vittoria - Zani Robustelli AnnaMaria - Zappia Francesco,

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Giuseppina Pastore in Bossolo (To-rino) promettendo un'offerta e lapubblicazione della grazia, ottenneda M. A. e da S . G. B. la guari-gione del marito da polmonitedoppia e da pleurite .Giovanna Camerini Porzi (Faenza-Ravenna) invia generosa offertaper ringraziare S . G. B. di averesalvata la bambina da gravi con-seguenze in una pericolosa caduta .Elena Ricca (Torino) per il feliceesito degli esami di suo figlioesprime devota riconoscenza a M. A,e a S . G. Bosco .Cav. Egidio Roero (Montegrossod'Asti) rende pubbliche grazie aM. A. e a S . G . B . per la guarigioneda ulcera sanguinante .Carla Marsala' (Torino) sente il do-vere di ringraziare M . A. per lariuscita operazione di colecistite, chei dottori ritenevano di esito incerto.Lucia Manavella (Bagnolo Piem .-Cuneo) prega M. A. e Suor Te-resa Valsè Pantellini di completarela grazia della salute già notevol-mente migliorata .Domenica Cavallo Vacca (Neive-Cuneo) ringrazia pubblicamenteM. A., S . G . B ., S . D . S . per averottenuto la felice nascita del pri-mogenito e il buon esito di un in-tervento chirurgico .Lina Manassero è riconoscente aM. A . e a D . F . Rinaldi per esserestata protetta in momenti difficili .

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Un caso fra milleIl sig. Giuseppe Malpagotto di Lenta Ver-

cellese, intelligente e onesto capomastro, vennecolto da un improvviso, insopportabile maldi capo . Viste inefficaci le cure prestategli daidottori del luogo, con grave rischio, nel di-sperato tentativo di salvarlo, i familiari lotrasportarono all'Ospedale S . Giovanni diTorino . Il valente prof. Moracchini dichiaròtrattarsi di « emorragia subaracnodea », malattiamortale che, nella migliore delle ipotesi, po-teva mutarsi in meningite o in paralisi com-pleta, con perdita anche della conoscenza . Lafamiglia affidò il caro ammalato a Santa MariaMazzarello e mise addosso al paziente una re-liquia della Santa. I giorni passavano nel-l'ansia: i medici trovavano il malato sempregravissimo, ma le preghiere si intensifica-vano. Finalmente, con stupore e soddisfa-zione, il prof. Moracchini disse : « Un casofra mille! migliora ! si salva ! ». Da allora in-fatti, di giorno in giorno si vedeva la vitaritornare al povero organismo esausto, leforze crescere gradatamente, anzi celermente,con meraviglia e compiacimento degli stessimedici, i quali dicevano che, in simili casi,la ripresa - quando viene - è lunga e noiosa ;invece, il sig . Malpa.gotto si rinvigorì in pochigiorni e fu dimesso dall'ospedale guarito .Torino

SR . ELISA GRILLO, F .M .A .

I miracoli della fedeLa signora Amalia Cardosa de Mayorg i

doveva sottoporsi ad una grave operazione .Aggravandosi sempre più, il medico chiamòd'urgenza il marito perchè fosse presente altrapasso . La sorella dell'ammalata, mentrepregava con fervore S . Maria Mazzarello, lediede una reliquia della Santa, chiusa in unapiccola teca di metallo . La signora, sentendosimorire, nell'ansia di salvarsi, con la reliquiainghiottì anche la teca . Subito si sentì sollevata .

1?azie alti6 riffe a

SANTA MARIA MAZZARELLO14 MAGGIO: SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO

Solo le cagionava noia l'oggetto di metallo ches'era fermato in gola. La sorella avrebbe volutofarglielo estrarre, ma l'inferma supplicava dilasciarglielo . A poco a poco andò migliorando,però poteva solamente ingerire liquidi a causadella teca conficcata in gola . L'ammalata av-vertì il medico, ma questi non volle credere .Le fecero una radiografia per assicurarsi dellaverità e da essa risultò precisamente la pre-senza della teca . Il dottor Berlioz gliela estrassecon le pinze, meravigliato che non le avesseprovocato alcun dolore o altre gravi compli-cazioni . Ben presto la signora potè uscire dal-l'Ospedale sentendosi perfettamente bene . Lafamiglia, riconoscente, ha acquistato un grandequadro della Santa per onorarla in casa .8. Pedro Sula (Honduras) SR . V. VALVERDE, F .M .A .

I medici dissero trattarsi di un cancropolmonare

Da vari anni mio papà andava deperendo insalute. Repentinamente un infarto al mio-cardio lo prostrò . L'elettrocardiogramma ac-cusò un versamento sanguigno alla pleura ;la radiografia rivelò un tumore al polmone .Vari medici dissero trattarsi di un cancropolmonare . Vedendo che tutte le cure nonmiglioravano lo stato di salute del caro papà,ricorremmo pieni di fiducia a Santa MariaMazzarello e iniziammo una fervorosa novena,durante la quale mio padre ingeriva tutti igiorni un pezzettino di reliquia della Santa .Al quarto giorno fu fatta la biopsia e, termi-nata la novena, avemmo il risultato negativo .Il medico richiese ancora una radiografia equale non fu il suo stupore al vedere che nonc'era più nessun sintomo del terribile male !I medici riconobbero in questa guarigionecosì repentina un vero miracolo . Il papà, disettant'anni, sembra risuscitato a nuova vitaed ha ripreso le sue ordinarie occupazioni .San Paolo (Brasile)

SR. MARIA MENIS 209

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21110

Tutto il paese la chiama «la rediviva»

Mentre pulivo i vetri del secondo piano emi tenevo con una mano alla persiana, questasi staccò e cadde sul tetto del teatro, trasci-nando anche me . Di là continuai a rotolaregiù fin sulla strada asfaltata . Nella spaventosacaduta ricordo di aver invocato Don Rinaldi .E la prima grazia fu che un camion che passavain quel momento, riuscì a frenare fermandosia un metro da me . Tra gli accorsi ci fu ildottore, che ordinò il trasporto all'ospedaledi Lanzo, dicendo però: « Temo che nongiunga viva! » ; e il Parroco, che mi ammini-strò l'Estrema Unzione .

Intanto la mia testa era diventata enorme,il viso tumefatto e gli occhi gonfi e neri fa-cevano sospettare che frantumi delle lentifossero penetrati dentro. All'ospedale riscon-trarono 18 fratture: rotte tutte e due le braccia,la spalla sinistra, la gamba destra, la cassacranica, il naso e i due zigomi . I medici midichiararono gravissima, tuttavia si miseroall'opera, ma dissero: « Le braccia e le gambepotremo aggiustarle più o meno bene, ma latesta non è in potere nostro». Io risposi :« Facciano ciò che è loro possibile ; per latesta ci penserà Don Rinaldi » . E di fatto hosofferto molto per le braccia e le gambe,che furono ingessate due volte, ma la testa,per cui tutti si preoccupavano, guarì subito,non rimase nessuna cicatrice, non ebbi nessundisturbo e posso disimpegnare il mio ufficio .Con infinita riconoscenza ringrazio MariaAusiliatrice e il servo di Dio Don Rinaldiper avermi così prodigiosamente salvata .Alathi Torinese

SR. ANGIOI,INA ROSSO

Dichiaro di avere amministrato l'EstremaUnzione sub unica unctione alla rev.da SuorAngiolina Rosso, caduta dal secondo piano dellacasa dell'Istituto Chantal. Il caso m'era parsogravissimo e umanamente disperato . Anche il

e~ iriletceòaiarie del c eztrt~ di Oiò

DON FILIPPO RINALDImedico presente era convinto che la disgraziafosse mortale. Invece la guarigione fu sorpren-dente. Ritengo che vi sia stato un interventoceleste. In fedeMathi (Torino)

DON SECONDO BURZIO, PARROCO

Consiglio provvidenziale

Il mio Marcello, di dodici anni, nonostantele molteplici cure, deperiva lentamente mainesorabilmente, tanto che i medici diagnosti-carono una forma grave di anemia . Perdutaormai ogni speranza umana, ero al colmodell'angoscia, quando mia sorella, Figlia diMaria Ausiliatrice, mi consigliò di rivolgerecon fiducia le mie suppliche a Don FilippoRinaldi. Iniziai la novena al Servo di Dioed ecco che mi fu consigliato di far visitare ilragazzo da un pediatra, che dichiarò trattarsidi disfunzione glandolare, la quale avrebbecausato gravissime conseguenze se ulterior-mente trascurata. Ora gode buona salute .Don Rinaldi è ormai il Protettore della miafamiglia, e la sua immagine figura in ognivano dell'appartamento, che trovammo in-vocando la sua paterna intercessione .Torino

MARIA RIVETTI

Suor Caterina Dragotto, F. M. A. (blasone-Genova)invia offerta a D . F . It . per la completa guarigione disua mamma.Caterina Porta (S . Paolo Solbrito-Asti) dopo sedicimesi d'immobilità, ha conseguito di poter camminare esi raccomanda ancora a I) . F . R. per la completa gua-rigione .Albina Spairani (Mortara-Pavia) invia offerta a D . F . R .per la guarigione iniziata di una sorella e per ottenerneil completamento .Egle Ciavattini (Casella Scrivia-Genova) raccomandandoa D. F . R . una sorella da operarsi di tumore, ottennela grazia implorata .Romilda Giordano (Ivrea-Torino) per grazia ricevutae altra da ricevere con l'intercessione di D . F . R ., invial'offerta promessa .Cesare Brocchi (Torino) infermo per calcoli renali,mentre era incerto se sottoporsi ad atto operatorio,guarì in breve tempo raccomandandosi a D . F . Rinaldi .

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i nostri i iorfl i &L,

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Salesiani defuntiSac. Tommaso Nervi t a Foglizzo (Torino) a 86 anNato a Molare presso Acqui, dopo le elementari, trascorsealcuni anni nel lavoro dei campi . Fu merito di una zia,che ne intuì l'ottima indole, se potè seguire la sua voca-zione. Inviato nella Spagna giovane chierico, si formòsotto la direzione spirituale del Servo di Dio Don FilippoRinaldi e vi rimase per 4o anni, fino alla persecuzionerossa del 1936 . Anche Don Nervi ebbe a soffrire la ferociadei rivoluzionari . Tenuto per ore al muro coi mitra spia-nati alla schiena, fu salvato in extremis dall'interventodel Consolato Italiano, ma fu costretto a dare l'addioalla Spagna, che aveva amato come sua seconda patriae dove aveva speso gli anni più belli e fecondi di bene.Dio l'aveva arricchito di preziosi doni : ingegno pronto,bella parola, squisita sensibilità - fu anche scrittore epoeta - ; e soprattutto del dono del consiglio, che lo reseguida sapiente nelle vie dello spirito .

Sac. Temistocle Alíerí t a Roma a So anni .Nato a Terracina (Latina), crebbe alla scuola dei grandimaestri della prima generazione, dai quali apprese il verospirito salesiano, formando l'animo a quella rigida osser-vanza che costituì la caratteristica inconfondibile dellasua vita e gli meritò, per unanime consenso, l'onore giàreso al ven . Don Rua, di essere chiamato „ la Regola vi-vente s . A tale rigore di osservanza seppe però unire unainalterata bontà e uno spirito di generosità e di dedizioneche lo rese padre spirituale e direttore incomparabile ditante anime . Morì sulla breccia, accasciandosi nella sa-crestia della Basilica del S . Cuore, vinto dalla fatica diuna giornata di confessioni .

Sac. Antonio Colbaechiní t a Castel di Godego il 1z-tt1-196o a 79 anni (cfr . Pag . zog) .Sac. Francesco Zaí t a Belo Horizonte (Brasile) a 87 anni .Sac. Giulio Baquè t a Montevideo (Uruguay) a 75 anni.Ch. Giuseppe Vincenzo Santos t a Goiania (Brasile) .Ch. Dino Antonio Febbo t in Argentina a 21 anno .Coad. Natale G. Poltroneri t all'Aquila a 83 anni .Coad. Valdomíro De Nicola t a L ugo a 87 anni .Coad. Davide Bandíno t a Porto Said (Egitto) .

Cooperatori defuntiSac. Ernesto Essi t a Varese a 84 anni .Conobbe personalmente Don Bosco nell'Oratorio di To-rino e gli rimase sempre tanto affezionato . CooperatoreSalesiano fin dai primi anni di sacerdozio, nei 4o anni chefu parroco a Bregazzana, ne emulò lo zelo per le animee la fede ardente, fino a meritare di essere paragonato daalcuni al santo Curato d'Ars .Sac. Ottoríno Bertiní t a Morlupo .Sacerdote pio e zelante, svolse anche un prezioso aposto-lato come Cooperatore salesiano, avviando ai nostri aspi-rantati numerose vocazioni che oggi sono giunte in porto,e propagando nel paese la divozione a S . Giovanni Bosco .Luigi Rinaldi t a Lu Monferrato a 94 anni .Il Servo di Dio Don Filippo Rinaldi, di cui l'Estinto eranipote, lo seguì con affetto, in famiglia, fino all'età di14 anni, quando il futuro Successore di Don Bosco, cheaveva solo sei anni di più, lasciò la casa, ventenne, perentrare nella Società Salesiana . I contatti col santo Ziogli lasciarono soavissimi ricordi che conservò fino allamorte e lo aiutarono ad essere, durante tutta la lungavita, un cristiano esemplare .Erminio Stagnati t a San Giovanni in Croce (Cremona) .Cristiano e lavoratore indefesso, seppe unire a una vitaoperosa, grande rettitudine, onestà e bontà . Era devoto eammiratore di S . G. Bosco e il Bollettino Salesiana for-mava una delle sue letture più desiderate . Offrì generosa-mente due figlie all'Istituto delle Figlie di Maria Ausi-liatrice.Matteo Rosso t in S . Stefano Roero (Cuneo) .Spirito generoso e ricco di fede, accolse come dono di Dioe prova di predilezione divina, ben dieci figli, che educòcristianamente, meritando anche la grazia della vocazionereligiosa di una sua figliuola, che entrò nell'Istituto delleFiglie di Maria Ausiliatrice .

Amabile Vuillermin t a Issogne (Aosta) a 74 anni .La povertà in cui visse, anzichè abbatterlo, gli servì adunirsi di più al Signore mediante il sacrificio e la preghiera .Nei campi, al pascolo, in guerra, all'estero, sempre infioròil suo lavoro di preghiera e di spontanei atti di amor diDio. Nutriva una speciale venerazione per Mamma Mar-gherita, di cui teneva in onore l'immagine con quelle diMaria Ausiliatrice e di Don Bosco . Munito dei Sacramentidesiderò ancora una benedizione del Parroco e spirò appenal'ebbe ricevuta, quasi attendesse il permesso per lasciarequesto esilio, lui che al suo Parroco fu sempre docilissimo .Augusto Borettaz t a Issogne-Roncaille Superiore(Aosta) a 77 anni .Fu padre esemplare. Cooperatore attivo, anche se povero,donava, con la modesta offerta, la sua parola d'incitamentoal bene . Ebbe grande divozione a Maria Ausiliatrice e aS. Giovanni Bosco e fu sempre il primo a intervenire allaConferenza e alle funzioni in onore dei nostri Santi .Antonietta Clementina Otta t a Torino a 7o anni .Fu zelante Dama Patronessa dell'Oratorio della Crocettae infaticabile nell'allestire centri di raccolta di materialepro Missioni . Quanti indumenti non confezionò essastessa! Persona di rara bontà, dal tratto gentile e delicatocon tutti, si può dire che visse per fare del bene. Sopportòcon animo forte la lunga malattia e spirò santamente .Gli ultimi anni li visse nella povertà . Lascia ogni suo avereall'Istituto Salesiano per le Missioni .Cecilia Bombardella ved. Rossít t a S . Vito al Taglia-mento (Udine) .Si è spenta serenamente a 81 anno, circondata dai figli,tra i quali Don Giuseppe, Salesiano, attualmente Diret-tore a Concepciòn (Cile), che ebbe il conforto di assisterlanel santo trapasso . Donna di elette virtù, seppe trasfonderenei suoi figli un profondo senso cristiano della vita e go-dette quando potè donarne uno alla Famiglia di Don Bosco .Nella Allianí ved . Morianí t a Murazzano (Cuneo) .Educatrice cristiana nello spirito e col metodo di DonBosco, meritò la Medaglia d'oro della Pubblica Istruzionee beneficò con generosità le Opere salesiane .

Altri Cooperatori defuntiAiroldi Ambrogio - Artusi cav . Ettore - Asinari Emilia -Bagiardi Margherita - Balestra Don Remigio - BalzolaMalvina - Berini Francesco - Boccafoglia Amelia - BordigaRosa - Borettaz Augusto - Borghini Maddalena - BorgoGiacomo - Bottero Eugenia - Broggini Vittorina - Calli-garis Rivolta Orsola - Carnelli Rosa - Carpano Matilde -Casalini Gemma - Chiocca Giovanni - Chiricozzi Rinaldo- Contiero Dante - Cortese coram . Guido - Culla Miglio-rero Natalia - Del Grande Arduino - Duci Antonia -Ferro Brigida - Filadella Franca - Flora Maria - GiudiciPagani Ottavia - Landi Fanny - Lasagna 1\lignone Gina -Lia Don Carmelo - Malgarini Filomena - MarchettoPretti Matilde - Marchiori Giulia - Marinetti Fogliani.VI . Vittoria - Massinelli cav . prof. Clemente - Mazzonecav . Pietro - Mezzacasa Lovat Maria - Mola Giuseppe -Mondini Angelo - Mora Brigida - Nebuloni Celestino -Pala Giovanna- Papa Rosina - Piccinini Giovanni - Ponti-reti Luigia - Racca Marianna - Regondi Don Antonio -Riolfi Elisa - Romice prof. Attilio - Ronco Ernesto - SanPietro Pastore Maria - Scandivi Don Ang. Nicola - ToreGabriele - Visetti Nlaria - Vuillermin Amabile - ZamboniAldina - Zanasì Alberto .

ThL'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONIcon sede in TORINO, eretto in Ente Morale conDecreto 12 gennaio r9z4, n . 22, può legalmentericevere Legati ed Eredita . Ad evitare possibilicontestazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un Legato : « .. . lascio all'Istituto Sa-lesiano per le Missioni con sede in Torino a titolodi legato la somma di Lire. . . (oppure) l'immo-bile sito m . . .» .

Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :u . . .Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria. Nomino mio erede universale l'IstitutoSalesiano perle Missioni con sede in Torino, lasciandoad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo u .

(luogo e data)

(firma per esteso)

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Borse completeBorsa Rua Michele Venerabile, a cura di Maria Cucchi,in adempimento della promessa fatta ed a ringraziamentodella grazia ricevuta con la conservazione della vista alfratello salesiano Don Donato (Torino) - L. 50 .000 .Borsa Amati-Nicolò Dott . Vincenzo, Adele Laragione,in suffragio e ricordo, a cura della figlia Giulia A . N .(Roma) - L. 50 .000.Borsa M . Ausiliatrice e Don Rinaldi Filippo, a cura diGho Rita (Torino) - L. 50 .000 .Borsa Gesù Eucaristia, M . Ausiliatrice e S. G. Bosco,in suffragio dei genitori, per la salvezza di R . D . e deisuoi cari (Sondrio) - L . 50 .000 .Borsa S . G . Bosco, a suffragio di tizia madre Teresa Ma-riaiti ved. Lainati e sorelle Elisa e Maria, a cura di BiceLainati (Milano) - L . 50 .000 .

Borsa Malleus Don Alessandro, in suffragio, a cura degliEx-allievi dell'Oratorio Sant'Agostino al Martinetto -Marchisotti G . 25 .000 ; Borio G . io .ooo ; Romagnili P.10 .000 ; Castellano A . 5000 ; 1Vlerlin F . 5ooo ; Ponti O.Iooo ; Achemo F . iooo ; Testa S . 1000 ; Cosso Nino Iooo ;Vigna M. iooo - L. 6o .ooo .Borsa Puglisi-Nolfo Dott . Carmelo, ex allievo e coopera-tore salesiano, in memoria e suffragio, a cura della fa-miglia (Catania) - L. 50.000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, secondo le intenzioni deldott . Virginio Amedeo Angella (Parma) - L. so .ooo .Borsa S . Domenico Savio, in ringraziamento e per com-pletare quella grazia (za), a cura di Peruzzini Luigi (Mi-lano) - L. 50 .000 .Borsa S. Cuore, M . Ausiliatrice e S . Domenico Savio,a cura di N . N . (Varese) - L . 50 .000 .Borsa S . Cuore di Gesù, grazie che ci pensi Tu!, prodefunti Don Emanuele Riva e Sandro Valsecchi, a curadi V. R. M. (Bergamo) - L. So .ooo .Borsa S . Antonio e S . Domenico Savio, a cura di M . G .(Torino) - L. 50 .000.Borsa S . Francesco Saverio, Maria Bianchi, a cura del-l'avv. Giuseppe Annoni (Frosinone) - L. 150 .000 .Borsa Don Bosco, aiutaci, a cura della famiglia Gonella- L . 50 .000 .Borsa Anime del Purgatorio, a cura di Mons. Cornacchioe Maria - L. 50 .000.Borsa Barale Don Paolo e Don Luchino, a cura del pro-fessor O . Darbesio - L . 100 .000.Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura di C. E .(Torino) - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, a cura delle so-relle Nervo

L . . 5o .ooo.Borsa Anzini Don Abbondio 03a) - G . 1 . 22 .000 - 1-50 .000 .Borsa SS. Cuore, M . Ausiliatrice e Don Bosco, a curadi Sorba Colomba (Genova) - L . 50 .000.Borsa S . Cuore di Gesù, e per i bisogni della famigliadi A . C . (Milano) - L. 50 .000 .

Borsa Maria Ausiliatrice, a cura di M. V. (Torino) -L . 50 .000 .Borsa S . Cuore di Maria, suscita tante vocazioni di Coa-diutori Salesiani, a cura di Pignatone Giovanni (Ca-tania) - L . 50 .000 .

Borsa Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco, in memoriadel fratello dott. Giovanni, a cura dei fratelli P . (Ver-celli) - L . 50 .000 .

(continua)

ciTOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000

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Borse da completareBorsa O Maria Ausiliatrice, Aiuto dei Cristiani, pregaper noi, a cura di Albonico Elena e Mamma (Como) -Rosa Visconti Iooo - Tot . 41 .000 .Borsa Pia Opera per orfani e vocazioni (2a ), a cura diBugna Giovanni (Trento) - Mazzotti Maria Iooo ; EmmaBerra 7140 ; Maria Galbusera 10 .000 - Tot. 38 .140Borsa Peirani Suor Costanza, a cura di Nosengo Clelia(Torino) - Meroni Laura 12 .000 - Tot . 28 .500 .Borsa Poglio Don Giovanni, parroco (za), in ringrazia-mento a S. D . Savio, a cura di G . L . . (Asti) - Da PràColò G . Io00 - Tot . 24 .000 .Borsa Per i miei defunti e per ottenere continuità di lavoroper il figlio di Meni Anna (Bergamo) - L . 20.000 .Borsa Per un Sacerdote missionario, a cura di But-taro Rina (Catanzaro) - L. 15 .000 .Borsa Peruzzini Orsola. a cura di T . Peruzzini-Battaglia(Milano) - I . . 25 .0oo .Borsa Pro vivi e defunti, a cura di Arcelli contessa Ester(Piacenza) - L . 10 .000 .

Borsa Per la formazione di un sacerdote missionariosalesiano, a cura di A. G . - L . 45 .000 .Borsa Rua Don Michele, venerabile, Don F . Rinaldic Padre Leopoldo, in .uuffagio dei fratelli di V. V. (Trento)- N. N. 4000 ; Tuscano Carmelo 2ooo ; N. N. loop -Tot . 25 .700 .Borsa Perrot-Gabriella Maria, a cura di Perrot Ago-stino e Famiglia (Torino) - L . 16 .ooo .Borsa Rinaldi Don Filippo, prega per noi e cari defunti,a cura di Maria Angiolina Emilia (Asti) - L. 42 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, a cura di Zavattaro Guidoe Lucia (Alessandria) - L . 10 .000 .Borsa Rosso Pietro, a cura di Rosso Maria (Udine)-L .48 .500 .Borsa Rua Don Michele, venerabile, a cura del prof . Pas-sarelli Luigi (Treviso) - Mangaroni Gino 5000 - Tot. 37 .515Borsa Rua Don Michele, venerabile, a cura di B . M .(Alessandria) - L . 20 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, a cura di Brun Adalgisa(Torino) - L. 2o .ooo .Borsa Rossi Toffoloni Linda (14 a), a cura dei figli Gaetano,Rina, Antonio e Margherita Zanon (Vicenza) - L. 40 .000 .Borsa Regina Pacis, ora pro nobis (A. B.) (Roma) -Famiglia Bisagni e Imperiale, in suffragio di MolinoFilomena - L. 15 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, Servo di Dio, fondatore del-l'Unione Don Bosco fra educatori (Torino) - NunziaBianchi 5ooo ; Maria Masera 5ooo ; Maria Tortelli 5ooo ;N. N. 4000 ; Clotilde Allamano loop - Tot . 25 .000 .Borsa Rua Don Michele, venerabile, a cura della fa-miglia Guidarelli (Firenze) - Seno Teresa 2o.ooo ; N . N .1000 - Tot . 38 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, Servo di Dio, a cura di Poli-Figari Rosalia (Torino) - L. 20 .000 .Borsa Rua Don Michele, venerabile, e Suor TeresaValsè-Pantellini, intercedete per noi!, a cura di A . C . P .(Como) - L. 25 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo e Don Bosco Santo, a curadi Berta Giovanni (Alessandria) - N. N . 10 .000 ; GinelliCecilia iooo - Tot . i8 .5oo .Borsa S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,a cura di Casirati-Alborghetti Lina (Milano) - L. 20 .000 .

(continua)

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI TORINO IN DATA 16 FEBBRAIO 1949, NUMERO 403 - CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICADIRETTORE RESPONSABILE: SAC . DOTT . PIETRO ZERBINO . VIA MARIA AUSILIATRICE 32 . TORINO (714) - OFFICINF GRAFICHE SEI

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Utile, ai genitori e agli educatori

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Scrivere un trattato sulle dimensioni del mondo interiore ed esteriore del bam-bino non è impresa facile. L'illustre autore afferma con la sua esperienza divent'anni di studi e di ricerche specifiche, prima di tutto, che la comprensione

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del bambino è possibile unicamente nella misura in cui riusciamo a compre .c-rivolpersi alla

dere noi stessi .Da queste premesse il Jersild si muove per la sua lucida e probante indaginedel mondo spirituale e fisico del bambino, che viene mostrato in tutte le suemanifestazioni di vita fisica e mentale .Per questo il libro è utile e generoso di consigli per tutti coloro che hanno il deli-cato e nobilissimo compito di allevare ed educare l'uomo di domani : il bambino .

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Facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatriciche le Opere Salesiane hanno il Conto Corrente Postale con il numero 2-1355 (Torino)sotto la denominazione: Direzione Generale Opere di Don Bosco - Torino 714

Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte,ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo

IMPORTANTE -- Per correzioni d'indirizzo si prega d'inviare anche l'indirizzo vecchio .Si ringraziano i Sig . Agenti postali che respingono, con le notificazioni d'uso, i Bollettini non recapitati .