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Spedizione in Abbonamento Postale Regime libero Modena tassa riscossa, Tax percue. Autorizzazione della Filiale di Modena Poste Italiane spa a soli € 0.50 in edicola 8 marzo 2013 ANNO XIV N. 09 ATTUALITà, CULTURA, SPETTACOLO, MUSICA, SPORT E APPUNTAMENTI Settimanale di RITRATTO DI FAMIGLIA DOMENICA 3 MARZO, NELLA CORNICE DELLA LOCANDA ANDREA ALLE PORTE DI CARPI, SI SONO RIUNITI PER FESTEGGIARE I 100 ANNI DELLA SIGNORA ZORA FERRARI, I 4 FIGLI, I 12 NIPOTI E RISPETTIVI PRONIPOTI, INSIEME AD AMICI E CONOSCENTI CHE HANNO VOLUTO RENDERLE OMAGGIO CON GIOIA E CALOROSA PARTECIPAZIONE. UNITE DA AGO E FILO. E’ NATO A CARPI IL KNIT CAFè A LEZIONE DI SICUREZZA COI VIGILI DEL FUOCO GIULIA BASSOLI: LAUREATA CON UNA TESI SU GOMORRA ADDIO PROF: SARAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI Giulia Bassoli Maurizio Mazzacani, Aldo Dignatici e Sergio Lalletti Maria Capone Lorella Sassi, Simonetta Lugli, Enrica Arletti e Bianca Betti Nonna Zora tra i suoi nipoti e pronipoti

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Spedizione in Abbonamento Postale Regime libero Modena tassa riscossa, Tax percue. Autorizzazione della Filiale di Modena Poste Italiane spa

a soli € 0.50 in edicola

8 marzo 2013 ANNO XIV N. 09attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti

Settimanale di

ritratto di famiglia

Domenica 3 marzo, nella cornice Della locanDa anDrea alle porte Di carpi, si sono riuniti per festeggiare i 100 anni Della signora zora ferrari, i 4 figli, i 12 nipoti e rispettivi pronipoti,

insieme aD amici e conoscenti che hanno voluto renDerle omaggio con gioia e calorosa partecipazione.

unite Da ago e filo. e’ nato a carpi il knit cafè

a lezione Di sicurezza coi vigili Del fuoco

giulia bassoli: laureata con una tesi su gomorra

aDDio prof: sarai sempre nei nostri cuori

Giulia Bassoli Maurizio Mazzacani, Aldo Dignatici e Sergio Lalletti

Maria Capone

Lorella Sassi, Simonetta Lugli, Enrica Arletti e Bianca Betti

Nonna Zora tra i suoi nipoti e pronipoti

2 08.03.2013 n° 09

TrA le rIghe...

FrAse dellA seTTImANA...

Direttore responsaBile Gianni prandicaporeDattoresara GellireDaZioneJessica Bianchi, Francesca Desiderio, Enrico Gualtieri, Federico Campedelli, Francesco Palumbo, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino.

impaGinaZione e GraFica Liliana Corradini

puBBlicita’Multiradio - 059698555 stampaCentro stampa delle Venezie - 049-8700713

reDaZione e amministraZioneVia Nuova Ponente, 24/A CARPITel. 059 645566 - Fax 059 [email protected]

attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti

COOPERATIVA RADIO BRUNO arlRegistrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999

Chiuso in redazione il 6 marzo 2013

La IenaIl graffio

Libri da non perdere!

Come li vedi i risultati elettorali? Dario Fo come Presidente Repubblica e Grillo al Consiglio? Mistero buffo!

“I 30 orari? Ma in bicicletta si va più veloce, è sufficiente i 50 orari fatti rispettare! Secondo me va messo un limite al quoziente intellettivo di chi le pensa”.Commento tratto da www.temponews.it relativamente all’introduzione della Zona 30 in via Remesina.

per non dargliela vintadi giovanna ferrari

Giulia Galiotto aveva 31 anni quando, l’11 febbraio del 2009, è stata assassinata a colpi di pietra dal marito marco man-

zini, che pure amava, e dal quale voleva un figlio che invece lui non era pronto a darle. Il fatto non è accaduto in un’area depressa del Paese, in una parte d’Italia dimenticata da istituzioni e servizi sociali. No, il barbaro omicidio è avvenuto a San Michele dei Mucchietti, nella ricca Sassuolo. Un dato che indica chiaramente come, purtroppo, quello delle violenze e degli omicidi di donne perpetrati da parte di mariti, compagni, genitori, parenti non sia un tema legato alla criminalità, a contesti di marginalità sociale, a una diversa provenienza culturale o appartenenza confes-sionale. In Italia, i dati relativi ai femminicidi assumono i tratti di un vero e proprio bollettino di guerra. Giulia è stata una delle 119 donne uccise nel 2009; numero salito a 127 nel 2010; 120 nel 2011, numero uguagliato lo scorso anno. Nel nostro Paese, ogni due giorni, viene uccisa una donna. Nella maggior parte dei casi gli autori di questi delitti sono mariti ed ex fidanzati. Delitti che si consumano tra le mura domestiche. Altra considerazione allarmante, si registra un aumento consistente di violenze contro le donne proprio all’interno di rapporti sentimentali, che rappresentano l’85% di tutte le violenze, il 3% in più rispetto al 2011. La storia di Giulia è, da questo punto di vista, emblematica: il marito l’ha attirata nel garage dei genitori, colpendola ripetutamente a morte e, dopo essersi cambiato, l’ha infilata in un sacco, trascinata via, gettata sul greto di un fiume e, per inscenare un suicidio, ha riutilizzato una lettera scritta dalla donna quattro anni prima. Ma al dramma della sua atroce scomparsa si è aggiunto, per i genitori di Giulia, quello di una giustizia ‘ingiusta’ che, condan-nando il marito, non ha accolto l’aggravante della premeditazione del delitto, eseguito con sor-prendente freddezza e calcolo. Da questa richiesta di giustizia negata è nato Per non dargliela vinta, il libro scritto da Giovanna Ferrari, madre di Giulia. Un vero e proprio atto di ribellione: “Giulia era mia figlia e il calvario che io e mio marito abbiamo vissuto durante il processo ci ha segnato, umiliato e devastato. Ma Giulia non è l’unica vittima di questa società, ancora così profondamente maschilista, dove alla fine spunta sempre una giustificazione, per ipocrita che sia, all’uccisione di una donna”. Per raccontare la storia di Giulia e per riflettere su un fenomeno troppo spesso liquidato sbrigativamente e con parole di circostanza, l’autrice sarà a Carpi, saba-to 9 marzo presso la Camera del Lavoro della Cgil, a dialogare con l’avvocato Giovanna Fava, lo psicologo Giorgio penuti e la consigliera comunale Daniela De pietri, la quale presenterà anche il progetto di Legge Regionale Contro la Violenza sulle Donne.

marcello marchesini

“Non è escluso che i malviventi tornino presto in azione in un altro supermercato della nostra città”, è la premonizione del cronista della Gazzetta di Carpi che, rifacendosi al noto proverbio “non c’è due senza tre”, ipotizza un altro colpo

come quello di Cibeno e via Marx. Un’esplosione fortissima ha svegliato un altro quartiere di Carpi a distanza di un mese dal furto di 50mila euro al Conad di via Ro-osevelt: intorno alle 4.30 della notte tra sabato e domenica scorsi la cassaforte del Conad di via Marx è stata fatta saltare con l’esplosivo. Bottino: 80mila euro, l’incasso di quattro giorni di lavoro. La somma custodita nella cassa continua doveva essere prelevata dall’istituto di vigilanza incaricato e consegnata alla banca. Sul posto gli agenti hanno rinvenuto tracce di gas acetilene, un cavo elettrico e lo sportello della cassa continua sventrato: è quasi certo che sia la stessa banda ad aver ripulito i due Conad, indubbio che si tratti di professionisti in grado di maneggiare dell’esplosivo. “A parte questo maxi colpo e alcune rapine - ha commentato il titolare del Conad - ci danneggiano molto i furti quotidiani: una media di 3-4 persone che ogni giorno fanno sparire della merce per un valore annuo che supera i 100mila euro”. Considerando i rischi che si corrono, come si fa ad andare avanti così?

Sara Gelli

impossibile andare avanti così

308.03.2013 n° 09

Maria Capone

I ragazzI e I docentI dell’ItIs leonardo da vIncI hanno partecIpato alla commemorazIone In rIcordo della presIde marIa capone tragIcamente scomparsa In un IncIdente stradale

grazie prof... ci mancherà

commenti tratti da temponews e dalla pagina Facebook di tempo

maria è nel cuore di tutti

numerose persone hanno voluto affidare al web il proprio messaggio in ricordo della preside maria capone. Ecco alcuni dei post più toccanti.

“Il primo giorno di scuola avevi già il rispetto di tutta la classe, il secondo la sua stima, l’ultimo la sua ammirazio-ne”.“Sono dispiaciuto per il tragico evento e non ci sono pa-role per esprimere il mio rammarico. Oggi in lutto non c’è solo una famiglia, ma amici e centinaia di studenti”, F.“Penso siamo in tanti a sentirci increduli e addolorati e pur consapevole che a poco serva ho sentito la necessità di inviare un messaggio di addio a Maria. “La Capone“ mitica insegnante dell’ ITI dei miei 2 figli come di altre centinaia di ragazzi. Donna serena , cordiale, disponibile coi genitori; insegnante amata -”odiata” dai sui studenti ai quali è rimasta nel cuore e ciò è tutto dire per un Prof. Un grande abbraccio al marito con l’ augurio più impor-tante ora di pronta guarigione dei figli”, Milena.“Ho condiviso la passione per la programmazione con te, mi mancherai Maria”, Giovanni.“Era una persona bravissima che ha subito lavorato duro per risollevare un Itis in declino, e quest’anno si vedevano i risultati”, Erik.“Quella donna ha segnato in bene molte vite. Io le devo davvero molto. Era la prof più dura, ma nonostante tutto è l’unica che mi è davvero entrata nel cuore. Tanti di noi hanno imparato molto da lei; non parlo solo in termini scolastici, ma di insegnamenti profondi. Da poco era diventata preside e, grazie al suo modo di essere, final-mente l’Itis stava tornando allo splendore di tanti anni fa. L’ho sentita in quell’occasione per congratularmi. Questa prof ha saputo “aggiustare” tutto quello le veniva affida-to, studenti compresi. Ha sempre tirato fuori il massimo da tutti noi. Per questo siamo tutti sconvolti; è una perdita immane, per la famiglia, per la scuola, per chi le ha voluto e continuerà a volerle bene. Una donna determinata, forte, amante del suo lavoro, giustamente severa, ma sor-prendentemente dolce e materna con tutti noi”, Giulia.

Occhi che ridevano. Azzurri. Materni. Quando sorrideva,

Maria si illuminava. Ed è proprio quel sorriso che più ci mancherà. Insieme e Maria Capone sono cresciute generazioni di studenti del Leonardo Da Vinci e la terribile notizia della sua morte ha lasciato tutti sgomenti. Quello che lascia è un vuoto incolma-bile non solo nell’istituto che dirigeva da pochi mesi ma nel cuore di ciascu-no di noi. Era una donna autorevole, che chiedeva il massimo ai “suoi” ragazzi. Giusta e severa era però sempre pronta all’ascolto, alla relazione, al dialogo. Il suo piglio deciso si scio-glieva quando uno studente le chiedeva aiuto ed era proprio questa sua capacità relazionale a renderla una persona speciale. Quando la telefonata di un’amica mi ha avvertita del tragi-co incidente stradale che l’aveva uccisa, un’ondata di ricordi mi ha travolto. I lunghi corridoi del Da Vinci hanno nuovamente fatto capolino nella mia memoria e le parole di Maria hanno cominciato a riecheggiare nelle mie orecchie: “puoi fare di più Jessica. Smettila di leggere romanzi e fai gli esercizi che ti assegno”. Ricordi adolescenziali dal sapore dolceamaro. E poi, grazie alla mia professione, ho ripensato al ritrovato legame con quella donna, sempre rispettosa, entusia-sta e orgogliosa delle con-quiste dei suoi ragazzi. Era una persona perbene Maria e ci mancherà. A me come ai suoi collaboratori e a tutti gli studenti che oggi popo-lano il Da Vinci. Ragazzi che hanno speso parole commosse e dense d’amore per quella preside prematu-ramente strappata alla vita e ai suoi figli, miracolosa-mente scampati alla morte su quel maledetto tratto dell’A22. Lunedì 4 marzo nella palestra del Leonar-do Da Vinci si è tenuto un momento commemorativo in memoria della preside. Uno spazio di riflessione e raccoglimento durante

il quale i due docenti di religione dell’istituto don Antonio Dotti ed Ernesto Giocolano hanno ricordato Maria e la sua umanità. Un abbraccio collettivo, per “ricordarla e sentirla viva”, ha detto con voce rotta don Antonio. “Il sorriso di Maria lasciava trasparire la serenità raggiunta grazie all’amore che nutriva per la sua famiglia e la pas-sione per l’insegnamento.

La forza del suo sorriso resterà con noi”. I quattro rappresentanti di istituto, Riccardo Petini, Lorenzo Ferrari, Gabriele Costan-zo e Riccardo Arletti, dopo aver letto i primi dodici articoli della Costituzione - “perchè la nostra preside credeva in questi articoli” - hanno dato voce alle parole dei loro compagni. Classe dopo classe, Maria ha ripre-so vita attraverso le delicate

parole di questi gio-vani, capaci di slanci straordinari e di una rara empatia, soprattutto nei confron-ti di chi, col cuore rotto, rimane, ovvero il marito della preside, il docente di matematica dell’Itis Giorgio Goldoni, e i due figli Paolo e Lorena. “Al professor Giorgio ci pen-seremo noi”, assicurano i ragazzi della 4A Informa-tica. E, ancora, dalla classe 3A Informatica: “noi ab-biamo perso un’insegnante e la nostra preside, ma non possiamo neanche lonta-namente immaginare cosa significhi per Lei questa perdita. Speriamo che deci-da di tornare presto con le sue lezioni intelligenti e ric-che di spirito, che regalano sempre un sorriso sia a noi che a Lei”. Particolarmente toccante il contributo della 2A Chimica, “cara Presi-de, la ricordiamo mentre ci ha augurato buon inizio di anno scolastico, i primi giorni di scuola, mentre ci rimproverava nei corridoi, perché facevamo confu-sione, mentre ha stretto il braccio a uno di noi durante una scossa di terremoto, per fargli coraggio, mentre dimostrava di essere fiera della nostra scuola, inco-

raggiando le esperienze nei laboratori, mentre si prodigava per migliorare il nostro istituto, mentre era disponibile ad ascoltare i nostri problemi, dandoci consigli per risolverli, mentre girava per i corridoi e ci salutava, ricordando i nostri nomi, mentre ci guardava con i suoi fieri occhi azzurri e ci sorrideva. La ringraziamo per tutto il lavoro svolto per il nostro istituto e soprattutto per noi ragazzi, dimostrando-ci che ci voleva bene”. Il garbo, il rigore e l’umanità di Maria, traspaiono da tutte le testimonianze dei ragazzi. “Maria cercava in modo instancabile una sola cosa: il nostro bene, il bene di ogni suo singolo studente. Lei era come una grande spina che difende la sua rosa; senza di lei questa rosa è perduta, si nascon-de nell’oscurità perché ha paura e ha freddo. Lei aveva ancora tanti obiettivi e traguardi da raggiungere, era una persona forte, sola-re, contagiosa; era come un raggio di sole nel cielo nu-voloso che illumina la via

da percorrere”, scrivono gli studenti della 4A Informa-tica. “Con lei perdiamo uno dei tasselli più importanti di questo istituto, il cui mosai-co rimarrà incompleto per sempre”, aggiunge la 4A Meccanica, mentre la 4B Meccanica scrive: “in un avvenimento così triste lei ci ha insegnato un’ultima cosa, ovvero quella di esse-re più consapevoli, di amare e stare vicini alla nostra famiglia e di ringraziare per ogni singolo istante della nostra vita”. L’immagine di Maria Capone rimarrà in-delebile nella nostra mente e nel nostro cuore: “i segni del suo lavoro rimarranno come un’impronta; la sua memoria sarà nelle nostre menti come una persona disponibile e capace, auto-revole ma non autoritaria, in grado di fondere la parte tecnica del suo lavoro con un’umanità fuori dal co-mune”, scrive la 4A Fase. Umana e comprensiva, madre e insegnante, rigoro-sa e decisionista, organiz-zata e dedita al lavoro... ma, soprattutto, una donna. Una donna capace di coniugare lavoro e famiglia, con pas-sione, impegno e dedizione. Abbiamo perso un grande tesoro al quale però voglia-mo continuare a pensare con lo stesso sorriso aperto e brillante che solo lei sape-va donare. Grazie prof... ci mancherà!

Jessica Bianchi

4 08.03.2013 n° 09

sIsmA e rIcOsTruzIONe

domenica 10 marzo a Fossoli

mercanfossoliamoci... assieme

Domenica 10 marzo, dalle 9 alle 20.30, in via Mar Ionio, a Fossoli, si terrà MercanFOSSOLIamoci... assieme, un imperdibile mercatino dell’usato, del-

le arti e dei mestieri. Una giornata voluta e organizzata dal gruppo di amici Fossoli live and Friends per raccogliere fondi da devolvere alla Parrocchia della frazione e al Circo-lo Culturale La Fontana danneggiati dal sisma di maggio. Durante la giornata sono previsti anche spettacoli di in-trattenimento, lotterie e pesche di beneficenza. E, ancora, stand gastronomici con vendita di gnocco fritto, tigelle con affettati misti, pizze al taglio e dolci. Non mancate!

l’assocIazIone tuttI InsIeme a rovereto e sant’antonIo sta per consegnare al comune dI novI dI modena, una struttura polIFunzIonale da mettere a dIsposIzIone della polIsportIva roveretana

l’attività sportiva è salvat

utti Insieme a Rove-reto e Sant’Antonio, associazione nata col

fine di agevolare la rico-struzione delle due frazioni gravemente danneggiate dal terremoto, ha compiuto un altro prezioso passo verso la normalità. Il soda-lizio sta infatti per conse-gnare, previo collaudo dei Vigili del Fuoco, al Comu-ne di Novi di Modena, una struttura polifunzionale per rispondere alle esigenze della collettività. L’obiet-tivo era quello di creare uno spazio che potesse fungere da palestra per le scuole (al mattino), dare ospitalità alle numerose attività della Polisportiva Roveretana (pomeriggio e sera) e mettere a disposi-zione della frazione messa in ginocchio dal sisma, uno spazio pubblico dove poter organizzare feste ed eventi. “A seguito del terremoto del 29 maggio scorso - spiega il presidente dell’as-sociazione, Maurizio Bac-chelli - sia la palestra delle scuole medie, sia quella della Polisportiva sono da abbattere. Purtroppo, in queste condizioni, nè gli studenti, nè i giovani delle società sportive, possono fare attività ginnica. Da tale bisogno è nata quindi

la volontà di provvedere con una struttura di pronta realizza-zione da collo-care all’interno dell’area della polisportiva che potrà co-munque conti-nuare a essere

utilizzata anche in futuro”. La struttura è apribile sui tre lati per l’uso estivo ed è stata scelta con un doppio telo che crea un’intercape-dine isolante utile in inver-no per scaldare ed evitare la condensa e in estate per creare un clima più confortevole. “Le dimen-sioni regolamentari della palestra mobile - prosegue Bacchelli - consentiranno la partecipazione ai diver-si tornei a cui è iscritta la Roveretana estendendo l’utilizzo ad altre attivi-tà sociali e aggregative al coperto in tutti i mesi

dell’anno”. Oltre alla rea-lizzazione della struttura, finanziata dalla Panini spa per una spesa complessiva di 123.927 euro, il progetto ha previsto anche l’acqui-sto di attrezzature sportive e arredi. Fondamentali i supporti di Sassuolo Cal-cio e Comune di Sassuolo che hanno contribuito alla creazione delle fondazioni. Ancora una volta i privati hanno dimostrato che, stringendosi gli uni agli altri, nel nome del bene comune, si possono ottene-re grandi risultati.

J.B.

un assegno e un pc per la web radio di cavezzo

il gruppo giovani lapam sostiene radio 5.9

un assegno di mille euro e un computer per sostenere l’attivi-

tà di Radio 5.9, la web radio nata a Cavezzo dall’idea di una decina di studenti delle superiori e universitari della zona colpita dal sisma. Il Gruppo Giovani lapam ha voluto, con questo gesto, sostenere e incoraggiare questa idea ‘giovane’, nata proprio subito dopo il terremoto da un gruppo di amici tra i 16 e i 23 anni. “Www.radio5punto9.it è un’idea che ci è piaciuta e che abbiamo voluto sostene-re concretamente – spiega matteo spaggiari, presi-dente del Gruppo Giovani Lapam – perchè rappresenta

una risposta concreta e dina-mica al dramma del terre-moto. Questi ragazzi hanno dimostrato idee e capacità imprenditoriale, pur non essendo questa web radio un’iniziativa prettamente commerciale, e il nostro piccolo gesto vuol essere un incoraggiamento a prosegui-re su questa strada”. “Siamo contenti di poter dare una mano a questi giovanissimi – fa eco il consigliere del Grup-po Giovani Lapam, riccardo cavicchioli – che ora stanno per trasferirsi nel nuovo Villaggio 5.9 di Cavezzo e che anche per questo hanno bisogno del sostegno con-creto di molti. Come Lapam abbiamo pensato a essere

loro vicini in questo modo”. Il progetto radio5punto9.it è sicuramente innovativo e per certi versi unico nel suo ge-nere: la web radio (sostenuta anche dall’emittente radio Bruno) fa una programma-zione settimanale con musi-ca e programmi che rendono conto della situazione nella Bassa colpita dal terribile sisma dello scorso maggio. “Ci ricorderemo di loro anche durante la cerimonia dedicata ai premi Giovani innovativi che faremo ad aprile – conclude Spaggiari – proprio per dare conto di una storia che ha colpito noi giovani imprenditori e che può insegnare qualcosa a giovani e meno giovani”.

508.03.2013 n° 09

Jungo e dintorni... by Luca “Locco” Severi

leggo con piacere che l’im-pianto a biomasse, che era stato proposto per la nostra

martoriata Fossoli, non sarà più oggetto di discussione. Anche se sulla questione sono ancora combattuto, sono convinto che in ogni scelta che intraprendiamo, è necessario pensare al Bosco. Come ecosistema. Come punto di parten-za da osservare, conoscere e vivere. Una consapevolezza nata da una lettura molto interessante di un libro sul compostaggio dove si parla, tra le altre cose, di “terriccio di foglie”. Rimango sconvolto. L’autore sostie-ne che se vengono ammucchiate delle foglie in un recipiente, dopo un

bosco: un meccanismo naturale perfettopaio d’anni si potrà raccogliere del terriccio. Oltretutto ottimo, sostiene. Prendo per buona l’affermazione, ma non ci credo molto. Poi, qualche mese dopo, vado in montagna. Appunto in un bosco. E mi soffermo a guardare fuori dal sentiero. Cosa vedo? Una marea di foglie tutte am-massate. Alzo il primo strato e cosa c’è? Terriccio! Appunto, terriccio di foglie. In mezzo ci sono anche rami e quant’altro gli alberi e le piante lasciano cadere. Sotto ancora le radici dell’albero. Nutrimento a km zero. E’ fantastico. Ergo, gli sfalci, le potature e quant’altro doveva finire

quello che è il nostro futuro sosten-tamento. La terra necessita di que-

sto. Solo perché la maltrattia-mo con monoculture intensive e arandola a più non posso, non dobbiamo prescindere dal concimarla adeguatamente. Quindi finalizzare quel che deve diventare compost per produrre energia, non è parte del ciclo naturale. Dedicare area coltivabile per soddisfare i nostri sprechi energetici non è effettivamente una scelta che va nel verso giusto. Ogni qualvolta mi volto indietro,

comprendo sempre più chiaramente che gli investimenti devono essere

volti alla diminuzione del fabbisogno energetico e non alla generazione di ulteriori modi per soddisfarlo. Quindi “pensiamo” come un bosco. E’ il modo migliore per iniziare a cam-biare. Lui non ha bisogno né della centrale a biomasse, né dei concimi chimici per essere bello, ospitale e rigoglioso.

nell’impianto non dev’essere brucia-to, bensì generare nutrimento per

domenIca 3 marzo, nella cornIce della locanda andrea, alle porte dI carpI, sI sono rIunItI per FesteggIare I 100 annI della sIgnora zora FerrarI, I 4 FIglI, I 12 nIpotI e rIspettIvI pronIpotI, InsIeme ad amIcI e conoscentI che hanno voluto omaggIarla con gIoIa e calorosa partecIpazIone

cent’anni di ricordiO

ggi, che ha cento anni e il peso di tutti i ricordi e le esperienze che solo una

centenaria può avere, continua a mantenere salde le redini della casa e non manca di “dare dritte” alle nipoti. Classe 1913, Zora Ferrari è stata festeggiata dalla sua famiglia, domenica 3 marzo, ma è un dovere per noi ricordare chi arriva a questo straordinario risultato perché gli anziani devo-no essere considerati una risorsa: la loro saggezza e la loro espe-rienza rappresentano un patrimo-nio da cui attingere costantemen-te. Ecco perché abbiamo deciso di rendere omaggio a Zora che spegne le cento candeline. Dalla redazione di Tempo i migliori auguri!

classe 1913, nativa di So-liera, ma residente a Carpi dall’ infanzia, Zora Ferra-

ri in Vecchi ha vissuto con corag-gio e positività ogni stagione della sua lunga vita, come tante donne del suo tempo. Ultima di otto figli e orfana di padre ancora bambina, Zora è cresciuta facendo tanti sa-crifici, tra le mille difficoltà della vita di quel periodo, sostenuta da una famiglia unita e da forti modelli femminili di riferimento (la nonna Teresa Raimondi e la mamma Cleonice Gasparini). Spesso ha raccontato di quando, già a 6 anni, andando a scuola a piedi, portava con la carriola a cuocere il pane al forno che ritirava poi al ritorno, percorrendo diversi chilometri. Questo era il suo compito essendo la più picco-la, quando gli altri fratelli erano già impegnati nel lavoro.In giovanissima età ha iniziato a lavorare il truciolo, prima presso la ditta Menotti poi da Ascari. Intorno ai vent’anni ha lavorato come impiegata presso la ditta Ferrari Trasporti, del fratello Avelardo. Dopo essersi sposata, a trent’anni, ha avuto quattro figli ed è rimasta presto vedova. Avendo la macchina da cucire, ha lavorato in casa, rendendosi utile fin oltre gli 80 anni.La sua vita è stata dedicata sem-pre alla famiglia, molto legata alle sorelle e ai quattro figli: Rugge-ro, Gloria, Milena e Fabiana. Ha riservato lo stesso affetto e la stessa dedizione anche ai numero-si nipoti che la ricambiano con la stessa intensità.Durante il cammino di questa lunga vita, Zora è sempre stata sostenuta da una grande fede in

plice e buona alimentazione. E’ cresciuta a fianco di una nonna dell’Ottocento e da lei ha appreso i segreti di una cucina semplice, varia e saporita basata sull’uso delle verdure e tipica della nostra tradizione locale. Indimenticabili le sue tagliatelle verdi, i tortelli di zucca, i maltagliati coi fagioli, gli gnocchi di patate, le “riccione saltate” col lardo e l’aceto e la peperonata. Le altre passioni che ha coltivato e mantenuto durante tutti questi anni sono state sia la cura e l’amore per i fiori - le piante grasse, in particolare che ha sempre seguito con molta dedi-zione - che il lavoro all’uncinetto e il cucito.Questi ultimi anni li ha vissuti anche nell’attesa di veder arriva-re e crescere i suoi pronipoti e, in occasione del suo centenario, aspetta l’arrivo di un altro nipoti-no…Per festeggiare i 100 anni di Zora, domenica 3 marzo, nella splendi-da cornice della Locanda An-drea, alle porte di Carpi, si sono riuniti intorno a lei, i 4 figli, i 12 nipoti e rispettivi pronipoti, uniti ai numerosi amici e conoscenti che hanno voluto omaggiarla con gioia e calorosa partecipazione. A festeggiarla erano anche presenti il sindaco Enrico Campedelli che le ha consegnato un omaggio floreale e le ha portato gli auguri della città di Carpi, la professo-ressa Maria Cristina Verrini Notari, presidente dell’Univer-

Zora coi figli Zora coi nipoti

Zora tra amici e conoscenti

Zora Ferrariieri e oggi

cui ha trovato conforto durante i momenti di maggior difficoltà. Grazie alla sua forza d’animo e allo sguardo rivolto sempre al do-

mani, nonna Zora è giunta al XXI secolo con lucidità, adattandosi ai cambiamenti, anche tecnologici, di questi tempi. Abitualmente,

infatti, per comunicare con una nipote lontana utilizza Skype.I segreti della sua longevità sono da ricercare anche nella sem-

sità della Terza Età Mario Gaspa-rini Casari e il professor Pietro Marmiroli. E’ stata per tutti una bellissima festa.

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Giulia Bassolifesteggia la laurea con gli amici

“grazIe ragazzI. grazIe per tutto quello che avete Fatto per noI”. queste le parole dI rIngrazIamento che oltre un centInaIo dI persone ha rIvolto, sabato 2 marzo, davantI a palazzo scacchettI, aI componentI del comItato no IncenerItorI carpI. un momento dI Festa, per brIndare sImbolIcamente alla decIsIone dI garc dI rInuncIare alla realIzzazIone a FossolI dI un ImpIanto dI cogenerazIone a bIomasse

una vittoria per la città

“Grazie ragazzi. Grazie per tutto quello che avete fatto per noi”. Queste le parole

di ringraziamento che oltre un centinaio di persone ha rivolto, sabato 2 marzo, davanti a Pa-lazzo Scacchetti, ai componenti del Comitato No Inceneritori Carpi. Un momento di festa, per brindare simbolicamente alla decisione di Garc di rinunciare alla realizzazione a Fossoli di un impianto di cogenerazione a biomasse, ma anche di informa-zione e sensibilizzazione. “Da protesta civile, questa manifestazione è diventata oggi un momento di gioia condivisa”, ha dichiarato l’attivista Paolo Galli. “In tanti hanno sposato la nostra battaglia. Numerosi i cittadini che hanno detto no, insieme a noi, alla nascita della centrale. Insieme siamo riusciti a fermare il progetto e questo epilogo è fonte di una grande gioia”. Ma il comitato non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia: “vogliamo essere

un comitato permanente - con-clude Galli - un interlocutore informato, anche per la pubbli-ca amministrazione, qualora dovessero sorgere altri progetti

dalle nefaste ricadute sia per l’ambiente che per la salute di tutti noi. Noi continueremo a vigilare. Resteremo attivi, con il nostro entusiasmo e, soprattut-

to, con la nostra connotazione assolutamente apartitica, per tutelare il bene più grande: la salute”. Prima di essere ricevuti

Continua a pagina 7

Stefano Montanari

Alcuni esponenti del Comitato

la carpIgIana gIulIa bassolI sI è laureata In lettere moderne presso l’unIversItà deglI studI dI bologna con una tesI sul lIbro dI roberto savIano, gomorra

la letteratura che spinge ad agireg

omorra di Roberto Saviano non è solo un libro di suc-cesso che ha venduto oltre 2

milioni 250mila copie in Italia e 10 milioni nel resto del mondo. Tradotto in 52 paesi, Gomorra, secondo la classifica stilata dal New York Times, è uno dei 100 libri più importanti del 2007. Le pagine di Saviano non sono state solo lo spunto per film e trasmissioni di successo, dibattiti e una rinnovata attenzione al tema del pericolo che le mafie rappresentano per l’Italia intera e Saviano non è solamente il giovane autore che si è guadagnato elogi da personalità del calibro del Premio Nobel per la letteratura Salman Rushdie e isti-tuzioni quali l’Accademia di Svezia, diventando il simbolo della rinno-vata opposizione degli intellettuali al fenomeno della criminalità or-ganizzata, tanto da essere costretto a vivere sotto scorta. Gomorra, a metà tra il reportage giornalistico e il romanzo, è un vero e proprio caso editoriale, il più interessante esempio di non-fiction novel – ro-manzo reportage o romanzo di non finzione come si potrebbe letteral-mente tradurre l’ossimoro coniato dai critici statunitensi - della lette-ratura italiana. Ad analizzare tale

forma ‘ibrida’ è stata la carpigiana Giulia Bassoli, laureatasi lo scorso dicembre in Lettere Moderne, presso l’Università degli Studi di Bologna, con una tesi dal titolo: Gomorra: la testimonianza e la finzione narrativa. “Saviano – spiega la giovane - l’ho conosciuto grazie a Vieni via con me e La bellezza e l’inferno. Mi ha colpito molto il suo discorso sulla parola e sul potere che questa può avere nello spingere le persone ad agire. Sulla sua possibilità di incidere

sul piano civile. Studiando lettere, questa concezione della letteratura non poteva che affascinarmi profon-damente”. Ne è nata una tesi che ha cercato di indagare lo ‘statuto’ del libro “senza dimenticare che, al di là di aspetti tecnici e classificazioni, alla base di tutto c’è questa idea che la letteratura possa ‘agire’, fare qual-cosa e non limitarsi a essere un modo intelligente per passare il tempo”. Secondo Giulia, merito principale dell’opera di Saviano è stato quello

di aver operato in dire-zione di un ritorno alla realtà della letteratura italiana, ripiegata da anni nell’intimismo, un po’ rinunciatario, delle relazioni di cop-pia e familiari. Una letteratura che, forse a causa dell’incapa-cità di descrivere e raccontare il proprio complesso presente, si è troppo spesso rifu-giata nei temi classici dei sentimenti privati. Ma Gomorra, in defini-tiva, è o no un roman-zo? “Per me si tratta di letteratura e prendere

questo libro come un saggio sarebbe un errore. Quel che leggo tra le pa-gine potrebbe anche non essere del tutto vero. Alcune vicende potreb-bero non essersi svolte in quel modo esatto. E’ la letteratura che raccoglie il bisogno di tornare a raccontare storie attinte da quel serbatoio di realtà che si trova fuori della porta delle nostre case. Il punto è proprio questo: Saviano ha preso problemi veri e, attraverso le tecniche della narrazione, li ha fatti sentire ancora

più urgenti. Riuscendo nello scopo meglio di quanto hanno fatto mol-ti saggi o inchieste. Lui scrive: La letteratura mette paura al crimine quando ne svela il meccanismo, ma non come accade nella cronaca. Fa paura quando lo svela al cuore, allo stomaco, alla testa dei lettori. Que-sta è, a mio avviso, la definizione migliore di tutte”. Forza, quella del romanzo, che secondo Giulia, può tornare realmente a incidere sul re-ale. “Dopo la lettura di Gomorra ho assunto una nuova consapevolezza del fenomeno mafie. Quelle pagi-ne mi hanno aiutata a comprendere che, per quanto sembrasse lontano, il problema della legalità toccava anche me. Ovviamente la letteratura fornisce uno stimolo, sta poi ai lettori coglierlo”. Insomma, per quanto po-tente possa essere la capacità di uno scrittore di renderci consapevoli di un problema, per quanto abile possa essere nel tentativo di farci entrare ‘in medias res’, nessun romanzo potrà sostituire il nostro impegno diretto, la nostra ‘presa in carico’ delle piccole e grandi ingiustizie che la realtà ci pone davanti. Se non ci alziamo dal divano, non c’è Gomorra che tenga...

Marcello Marchesini

708.03.2013 n° 09

“Noi continueremo a vigilare.

Resteremo attivi, con il nostro entusiasmo e, soprattutto, con la nostra connotazione apartitica, per tutelare il bene più grande: la salute”.

FabianaVaccina

dall’alba al tramonto è Il progetto arrIvato nelle scuole medIe g. FassI dove sono statI attIvatI laboratorI dI rIcamo, meccanIca e coltIvazIone dell’orto grazIe alla dIsponIbIlItà dI alcunI socI del centro gorIzIa

una scuola sempre più apertaEsistono ancora professori

che hanno a cuore i loro ragazzi. Fabiana Vaccina

insegna matematica e scienze presso la Scuola secondaria di primo grado G. Fassi ma per gli studenti è un riferimento sicuro nel burrascoso periodo dell’adolescenza mentre sono impegnati nella ricerca di se stessi e della propria identità. Incaricata della “funzione strumentale per la prevenzione del disagio e il recupero della dispersione scolastica”, la professoressa Vaccina ha la capacità di entrare in sintonia con i ragazzi, ai quali arriva forte e chiaro il messaggio “Non siete soli”. La scuola diventa così più di un edificio, recuperando appieno una vocazione educativa e integrando l’azione della famiglia. “Oggi tante famiglie sono in crisi, gli adulti stessi vivono difficoltà tali da non poter essere attenti come vorrebbero ai bisogni dei ragazzi che accumulano rabbia e dolore e mostrano aggressività. La durezza degli adulti in questi casi non sempre paga anzi, per quella che è stata la mia esperienza personale maturata in questi sei

anni, è fondamentale lavorare per creare un clima di fiducia reciproca”. Nasce dall’esigenza di riscattare i giovanissimi che si sentono ai margini, restituendo loro un senso di positività il progetto Dall’alba al tramonto, subito sostenuto dal preside Attilio Desiderio, “per una scuola sempre più aperta, in tutti i sensi”. “Durante i pomeriggi la scuola accoglie gli studenti ai quali propone diversi laboratori attivati grazie alla collaborazione dei soci del Centro Gorizia disponibili a condividere il loro

sapere coi ragazzi che possono così imparare a ricamare, cucire e fare la maglia ai ferri oppure ad aggiustare motorini e biciclette o a coltivare l’orto”. I laboratori hanno riscosso un grande successo e si sono rivelati importanti per i ragazzi: entusiasti di realizzare qualcosa con le loro mani, hanno recuperato una “sensazione di positività” e superato quella convinzione di inutilità che li anima (“non so fare niente, vado anche male a scuola, quindi mi sento ai margini della vita”). L’attività dei laboratori servirà come credito formativo e avrà una ricaduta sulle valutazioni scolastiche perché accanto alle attività pratiche sarà richiesta l’acquisizione di una serie di competenze. “Chi coltiva l’orto nella scuola condurrà ricerche

scientifiche sulle piante, di cui riporterà leggende, storia, ricette e aforismi”. Fondamentale è stato il contributo dei soci del Centro Gorizia che con entusiasmo si sono fatti avanti: in cambio i ragazzi insegneranno loro i rudimenti della rete da Internet

a Facebook, ai segreti dei telefonini. “Dietro la corazza di certi studenti si nasconde un cuore tenero” spiega la professoressa Vaccina. Grazie al finanziamento di 10mila euro di Uncredit, i corsi del progetto Dall’alba al tramonto sono gratuiti per le famiglie. “Le aziende Spazio Sei e Spiman s.r.l. intimo donna hanno contribuito con la donazione di ritagli, tessuti e filati, materiale indispensabile per l’attivazione dei laboratori; mentre l’azienda Imatex donerà alla scuola due macchine da cucire”.

S.G.

dal sindaco Enrico Campedelli, i componenti del comitato hanno lasciato la parola al ricercatore modenese Stefano Montanari, che da anni svolge un’intensa opera di divulgazione scientifica nel campo delle nanopatologie, soprattutto per quanto riguarda le fonti inquinanti da polveri ultrafini. “L’Italia - ha esordi-to - è il paese del Bengodi per

progetti di questo tipo. Centrali che di bio non hanno altro che il nome e producono polveri nocive che entrano nel nostro organismo per non uscirne più e provocando numerose patolo-gie”. Qualche esempio? “Malat-tie cardiovascolari come ictus, infarto e tromboembolia polmo-nare sono in testa alla classifica. Poi ci sono tantissime forme di tumori (di cui molti pediatrici), malattie neuroendocrine che coinvolgono, ad esempio, la

tiroide, il passaggio delle pol-veri da madre a feto con conse-guenti aborti e malformazioni, la sterilità maschile, il diabete cosiddetto di tipo 1, la stanchez-za cronica...”. Altra nota dolente su cui il ricercatore Montanari si è concentrato è il tema degli approvvigionamenti: “se tutti gli impianti a biomasse bruciassero davvero vegetali provenienti da un raggio di qualche decina di chilometri (come dovrebbe essere se l’idea di bio fosse seguita), temo che in pochi mesi l’Italia sarebbe indistinguibile dal deserto del Sahara. Nei fatti si importa combustibile da molte migliaia di chilometri di distan-za e si brucia un po’ di tutto, compresi i rifiuti urbani, cosa, del resto, permessa dalla legge”. Parole forti. Dure. Che ognuno di noi dovrebbe ricordare. Anche in futuro quando qualcun altro, a Fossoli, (non domo del duplice fallimento relativo alla realizza-zione di un inceneritore prima e di una centrale a biomasse poi) ritenterà la sorte e avanzerà la richiesta di un progetto simile.

Jessica Bianchi

Continua da pagina 6torna il doppio senso di marcia in via remesina

fossoli e la congiuntura astrale positiva...

le stelle hanno mutato assetto e, dopo mesi di nefaste notizie, la fortuna

sta girando, anche per Fossoli. E’ infatti giunta un’altra attesissi-ma notizia: il ritorno del doppio senso di marcia in via Remesina, nel tratto compreso tra le vie Rossetti e S.Antonio. Dopo firme, battaglie e pacifiche ma decise invasioni delle stanze dei botto-ni, la levata di scudi di residenti e commercianti ha sortito l’effetto tanto anelato. Il doppio senso è stato quindi ripristinato. Ma il senso unico non era stato istituito per mettere la strada in sicurezza? E ora che il cantiere in corrispondenza del passaggio a livello è terminato e l’Ammi-nistrazione Comunale è scesa a compromesso con la cittadinan-za, cosa accadrà sull’asse strada-le? Tutto tornerà come prima? Certamente no: tra le vie Rossetti e S.Antonio è infatti entrato in vigore il limite di velocità a 30 km/h in applicazione della nuova Zona 30 appena istituita. E ora che gli animi sono stati pacificati la domanda sorge spontanea: perchè i nostri amministratori invece di correre ai ripari quando l’opinione pubblica insorge non sono capaci di dialogare costrut-tivamente prima di arrivare “ai ferri corti”? Per avere risposta però, pare non basti la congiun-tura astrale positiva...

Jessica Bianchi

8 08.03.2013 n° 09

Da sinistra Maurizio Mazzacani, Aldo Dignatici e Sergio Lalletti

casa sIcura è Il tema della lezIone che glI esponentI dell’assocIazIone nazIonale deI vIgIlI del Fuoco dI modena hanno tenuto al cIrcolo lorIs guerzonI. prossImo appuntamento al cIbeno pIle, Il 28 marzo, e poI alla FIera dedIcata aI pIù pIccolI, chIldren’s tour a modena

a lezione di sicurezzal

o scorso 27 febbra-io, alcuni esponenti dell’Associazione na-

zionale dei Vigili del Fuoco di Modena hanno parteci-pato alla rassegna I mercole-dì delle donne organizzata al Circolo Loris Guerzoni, per tenere una lezione dedica-ta al tema della sicurezza domestica. I pompieri car-pigiani in pensione Renzo Braglia, Giorgio Sabattini, Andrea Camellini, Dante Lugli, Claudio Goldoni e Maurizio Mazzacani, unitamente ad Aldo Digna-tici - presidente del sodali-zio modenese che annovera circa 120 soci - e Sergio Lalletti hanno spiegato ai numerosi presenti in sala, quali sono i comportamenti da adottare nella propria casa per vivere in un am-biente sicuro. “L’obiettivo di Casa sicura - spiega Renzo Braglia - è quello di inse-gnare al maggior numero di persone cosa occorre fare in caso di calamità, sia questa un incendio o una scossa di terremoto, e come evitare spiacevoli conseguenze nel-la vita quotidiana, adottando semplici accorgimenti”. Qualche esempio? “Soffitte e garage non sono cantine, non vi si devono accatasta-re troppe cose. E, ancora, è fondamentale accertarsi che la propria casa abbia una messa a terra conforme alle ultime normative. E, mi raccomando, utilizzate prese elettriche indipendenti

o ciabatte, evitate le triple per allontanare il rischio di sovraccarichi di corrente. Sembrano banalità - prose-gue Braglia - ma ogni anno nel nostro Paese si regi-strano oltre 8mila infortuni legati a incidenti domestici”. Le donne, continuano gli ex

Vigili del Fuoco, “costitui-scono un pubblico, attento e ricettivo. Informarle è fondamentale”. Il prossimo appuntamento informativo è stato fissato il 28 marzo al Cibeno Pile ma sono nume-rosi gli impegni in calenda-rio. “Abbiamo tenuto varie

lezioni all’interno delle scuole di tutta la Provincia, compresa la scuola prima-ria di Santa Croce a Carpi. Durante gli incontri con i più piccini, insegniamo loro come comportarsi corretta-mente in caso di emergenza, quali numeri chiamare e

cosa dire... La prossima settimana invece, con il nostro stand Pompieropoli, saremo presenti alla fiera modenese Children’s Tour, dove i bambini, attentamen-te seguiti, sperimenteranno sulla propria pelle cosa significhi fare il pompiere”. In fiera sarà presente un vero camion dei Vigili del Fuoco

per dare a tutti i bambini la possibilità di provare a salire su una scala, spegnere un incendio, scendere dal palo dei pompieri, saltare nel telo e molto di più: emozioni assicurate! Un’occasione unica anche per impara-re importanti nozioni di sicurezza utili per affrontare situazioni di pericolo.Ricordiamo che alla fine di settembre, l’Associazione nazionale dei Vigili del Fuo-co di Modena organizzerà, in Piazza Martiri, un raduno regionale, con esposizione di mezzi, simulazioni di intervento e percorsi per i più piccoli, per festeggiare i 150 anni di presenza e attività dei pompieri nella nostra città.

Jessica Bianchi

I ragazzi disabili emarginati dai compagni di scuola? colpa dei privilegi di cui godono. l’incontro del professor canevaro con i tutor delle scuole superiori di carpi ha fatto emergere una realtà inaspettata

l’emarginazione è figlia dei privilegila principale causa di isola-mento ed emarginazione dei disabili da parte dei

ragazzi normodotati a scuola non è - come si è sempre stati portati a pensare - l’handicap, che sia sensoriale, fisico o co-gnitivo. Probabilmente la frase da tutti ormai ripetuta come un impersonale copia/incolla che siamo tutti in qualche modo disabili ha reso più accettabile agli occhi dei ragazzi questo “stigma” millenario. E questo pare che abbia portato, eviden-temente, a un altro problema da risolvere. Assolutamente inaspettato almeno per chi scrive: lo studente disabile è visto dai compagni come un privilegiato. E sapete perché? Perché dispone di tecnologie

vietate agli altri. Se ha proble-mi visivi o acustici può usare (quando a tutti gli altri è im-pedito) computer, Internet, e altri ausili tecnologicamente avanzati. Se ha problemi di DSA o lievi ritardi mentali, oltre alle

teconolgie si aggiunge pure un minor carico e una sempli-ficazione dei compiti a casa e delle attività didattiche. E chi, adolescente, non riconosce-rebbe questi come privilegi? La fotografia delle dinamiche

scolastiche che contribuiscono a isolare, mobbizzare, emargi-nare gli studenti con disabili-tà è uscita dall’incontro che il professor andrea canevaro, pedagogista dell’Università di Bologna, ha avuto con gli oltre 30 ragazzi e ragazze tutor che seguono nelle quattro scuole superiori di Carpi (Liceo Fanti, Ipsia Vallauti, Itc Meucci, Itis Da Vinci) circa 60 studenti certifi-cati. Il tesoro nascosto, as-sociazione di genitori con figli disabili ha voluto incontrare i tutor, normalmente studenti universitari o giovani da poco maggiorenni che si propongo-

no ai ragazzi disabili in età sco-lare in un rapporto amicale di accompagnamento negli studi e nelle relazioni sociali. Soprat-tutto ha voluto valorizzare il loro prezioso lavoro facendo incontrare loro colui che, per primo in Emilia Romagna, ha introdotto oltre 10 anni fa la fi-gura dei tutor in una università,

facilitando così l’inserimento dei coetanei meno fortunati. Se i tutor esistono nelle scuole dei comuni più “illuminati” è grazie a Canevaro e ai fondi che alcune amministrazioni destinano al progetto attra-verso il terzo settore. Fino a due anni fa i tutor a Carpi era-no presenti solo in due scuole su quattro. Quest’anno per la prima volta, tutte le scuole secondarie di secondo grado, sono coinvolte.

partirà venerdì 15 marzo il viaggio degli studenti degli istituti superiori modenesi verso la polonia

il treno della memoria si farà

partirà venerdì 15 marzo il viaggio degli studenti degli istituti

superiori modenesi verso la Polonia: un Treno per Auschwitz, dunque, si farà. Il viaggio del treno della memoria - organizzato dalla Fondazione ex campo Fossoli, in collaborazione con provincia di mode-na e i comuni di carpi, castelfranco emilia, Finale emilia, mirandola, modena, pavullo, sassuo-lo e Vignola, nonché punto centrale di un percorso di formazione che impegna allievi e docenti nei mesi precedenti – avrà luogo. Anche se, quest’anno, la partenza è stata messa in discussione dal terremoto

e dall’impatto che le scosse hanno avuto sulle scuole, al-cune delle quali provvisoria-mente trasferite nei moduli. Iniziativa confermata sia per l’impegno della Fondazione ex Campo Fossoli che per la forte volontà espressa da insegnanti e partner dell’evento. Per questo, una delle iniziative di forma-zione più significative del nostro territorio si svolgerà a metà mese, anziché a fine gennaio in concomitaza col Giorno della Memoria (27 gennaio). Confermato, insieme al viaggio, anche il mezzo di trasporto su rota-ia. Nonostante trenitalia non abbia garantito il servi-zio per tutta la tratta, come lo scorso anno, per ovviare

all’inconveniente e per evitare cambi di treno, gli organizzatori hanno scelto

di viaggiare con le ferrovie italiane sino al confine e con quelle tedesche per il resto

del tragitto, sino a Cracovia. Difficoltà superate quindi, per un’iniziativa che sarebbe stato un vero peccato non si tenesse anche nel 2013. In un’Europa in cui la memo-

ria dell’orrore dei campi di sterminio nazi-fascisti conti-nua a essere messa in discussione (da frange marginali ma determinate, da partiti e formazioni dell’ultradestra xenofoba e naziona-lista in continua cre-scita anche a causa della crisi economica e dello smarrimento dei partiti tradizio-nali) un’esperienza come quella del Tre-no per Auschwitz, che ogni anno coinvolge centinaia

di giovani – 600 partecipanti anche quest’anno, con 32 scuole coinvolte – è a dir poco preziosa. Significative le parole di marzia luppi, direttrice della Fondazione Fossoli: “devo dire che l’ap-poggio dei nostri partner, sia enti locali che fondazioni bancarie, non è mai venuto meno, e questo significa che il percorso del Treno è ormai unanimamente ritenuto un pezzo irrinunciabile della formazione dei giovani del nostro territorio. Per di più gli insegnanti, che hanno messo in atto una protesta contro i tagli all’istruzione tale per cui non effettuano più attività al di fuori delle ore di lezione, hanno deciso di confermare la loro ade-sione, escludendo questa iniziativa dalla protesta”.

marcello marchesini

908.03.2013 n° 09

Sandro Santolin

a carpI arrIva prImus, Il pane realIzzato con le proteIne deI legumI e poche calorIe. l’Idea InnovatIva è dI sandro santolIn del pane del FornaIo

il pane del futuro

Valentina Malagoli

Sara Bompani

Stefano Capocchi

la gIunta dell’unIone delle terre d’argIne ha approvato Il progetto sperImentale ortI verdI, decollato presso glI appezzamentI dI vIa vIlla glorI a carpI

apprendisti contadinil

a Giunta dell’Unione delle Terre d’Argine ha appro-vato con una delibera il

progetto sperimentale Orti verdi, decollato presso gli appezzamen-ti di via Villa Glori, a Carpi. Que-sto passaggio tecnico è necessa-rio per formalizzare gli incontri avvenuti in precedenza. Tutto nasce qualche mese fa, quando alcuni giovani carpigiani tra i 20 e i 35 anni resero pubblico il desiderio di poter accedere alla coltivazione degli orti comunali, sino ad allora riservati agli an-ziani. Esigenza, questa, raccolta dal nostro settimanale, che ha contribuito ad attirare l’interesse su un tema davvero interessante. A seguito della richiesta, e grazie

anche alla mediazione dei Giova-ni Democratici carpigiani, hanno avuto luogo diversi incontri tra i giovani, Ada Menozzi, presi-dente della sezione carpigiana di Ancescao, gli assessori Alberto

Bellelli e Simone Tosi, rispet-tivamente competenti per Poli-tiche Sociali ed Edilizia e Am-biente. Frutto, è proprio il caso di dirlo, di questo confronto, è il progetto pilota Orti Verdi, con il

quale quattro ragazzi – Ste-fano Capocchi, Valentina Malagoli, Sara Bompani e Federico Cavriani – han-no ricevuto ciascuno un appezzamento di circa 30 metri quadrati, da coltivare per circa un anno. I quattro apprendisti ‘contadini’ si dichiarano molto entusiasti dell’opportunità, mentre Bellelli ha sottolineato come “questo sia solo l’inizio, poiché si tratta di un proget-to aperto, che si adatterà al mutare delle esigenze dei partecipanti”. Grande sod-disfazione anche da parte di Ada Menozzi: “oltre ad avvicinare le generazioni tra loro e i più giovani a un rap-porto diretto con la natura, questo piccolo esperimento può contribuire a contrastare l’analfabetismo ecologico e il consumismo dilaganti, a far riscoprire il vero valore del cibo, che è più del prez-zo stimato al chilogrammo, ma anche il rispetto per la tradizione, la biodiversità, i cicli della terra e del lavoro degli uomini. Anche i nostri associati sono stati felici

di poter accogliere la domanda spontanea di generazioni che credevano ormai totalmente di-sinteressate al tema del rapporto con l’ambiente”. Fermo restando che coltivare un orto è cosa ben

diversa, e ben più faticosa, che gustarne semplicemente i pre-libati prodotti, non è detto che da questa esperienza non possa sbocciare, in futuro, un modello di riavvicinamento delle nuove generazioni alla terra.

Marcello Marchesini

A Carpi un’idea ha dato vita a un prodotto che ha del rivoluzionario. Sandro

Santolin del Pane del Fornaio, il forno in via Remesina, con l’aiuto di un amico ricercatore dell’Uni-versità di Modena, ha messo a punto un pane integrale con l’aggiunta di proteine leguminose. “Il prodotto si chiama Primus – ci spiega Santolin – perché è il primo pane con delle leguminose. Inoltre questo particolare tipo di pane, può andare a integrare perfetta-mente la dieta mediterranea”. Infatti sostituendo le proteine della carne, Primus si avvale delle proteine dei legumi, all’insegna di uno stile di vita più sano. “Le popolazioni mediterranee non si ammalavano di malattie cardio-vascolari proprio per la loro dieta, contraddistinta da un bassissimo dosaggio di grassi animali – con-tinua Santolin – al contrario si

usavano oli extravergini e tan-tissime verdure. Il nostro pane va a recuperare quella parte di dieta mediterranea che puntava all’assimilazione delle proteine attraverso i legumi”. Per chi pensa alla linea c’è poco da preoccupar-si. Primus ha 100 calorie per etto in meno rispetto al pane tradi-zionale, ha un bassissimo indice glicemico e fornisce al nostro corpo un senso di sazietà che dura più a lungo durante la giornata. Infine le proteine dei legumi sono lasciate fermentare, per migliora-re la qualità del gusto e il lievito naturale evita che, con il tempo, il pane acquisisca un sapore di stantio. L’integrazione di queste

proteine vegetali sarà possibile anche in tutti i tipi di pani tradizio-nali perché il sapore e le tecniche di panificazione variano pochis-simo, rendendo attuabile questa lavorazione con tanti altri prodotti da forno di larghissimo consumo, come le focacce o la pizza. “Pur avendo investito direttamente su tale ricerca – conclude Santolin – il nostro scopo è divulgarne il più possibile i risultati, in modo che il maggior numero di persone abbia accesso ai nostri prodotti e, di conseguenza, a un’alimenta-zione in stile mediterraneo, molto più equilibrata dal punto di vista nutrizionale”.

Francesco Palumbo

10 08.03.2013 n° 09

dopo Il pensIonamento, Irmo artIolI, classe 1949, sI rende conto che Il rIposo Forzato non Fa per luI e decIde dI contInuare l’attIvItà nella sua attuale oFFIcIna a solIera

un artista ‘battilamiera’ e

sternamente sembra uno dei tanti ca-pannoni della zona

artigianale di Soliera.Se non fosse per la bandie-rina della Ferrari appesa al numero 78 di via Scarlatti, non ti accorgeresti nem-meno che proprio lì sorge la fucina di un autentico artista di altri tempi. Gli anni del benessere, quelli del miracolo economico della vicina Carpi, capitale della maglieria e dell’opu-lenza dai contorni talvolta geniali…Stiamo parlando di Irmo Artioli, nato a Soliera, classe 1949, dal tratto gentile, uomo razionale e felice, come solo può esserlo un creativo che vede rinascere dalla sua opera autentici capolavori, proprio come una tela del Caravaggio o una scultura del Bernini.La soddisfazione gliela leggi negli occhi quando si aggira tra i telai delle sue macchine, sinuosi scheletri d’argento del suo laboratorio che lui chiama “bottega”, soddisfatto e compiaciuto del miracolo che si rinnova sotto le sue mani d’artista.Figlio di un ferroviere, in giovanissima età, Irmo fu affidato alle cure del-lo zio paterno, il dottor Erminio Artioli, denti-

sta a Carpi, affinchè gli insegnasse il mestiere di odontotecnico. Lo zio però, da appassionato di automobili, lo portò anche al Salone dell’Auto di Torino. Salone che cambiò il destino di Irmo Artioli. Tornato a casa, infatti, la-sciò l’ambulatorio e, a 14 anni, trovò un impiego da apprendista presso la Car-rozzeria Sport Cars di Mo-dena dove, sotto la guida

del titolare, si riparavano numerose Ferrari inciden-tate e dove non era difficile incontrare il “Drake”. “All’inizio mi facevano lavare i cerchioni delle auto - racconta Artioli - e solo molto tempo dopo po-tei avvicinarmi alle “cen-tine”, le gabbie di filo di ferro sulle quali si plasma la scocca di lamiera che viene battuta e ribattuta all’infinito, proprio come

una Katana, la famosa spa-da giapponese dei samurai, fino a quando le tue dita sfiorano il risultato finale. Una serie di curve lisce e sinuose come il corpo di una bella donna”.Solo dopo il servizio mi-litare - paracadutista della Folgore - Irmo riprende il suo lavoro di carrozziere incontrando Mike Parkes ex pilota da corsa Ferrari e, in seguito, direttore sportivo della scuderia svizzera Filipinetti con il quale realizzava mac-chine da corsa. La morte di Parkes in un incidente stradale a Torino, nel 1977, mise fine all’attività e Artioli passò a lavorare con Franco Bacchelli, titolare della Carrozzeria Autosport di Bastiglia, azienda specializzata in lavorazioni esclusive su Ferrari e Maserati, tuttora in attività. Vi resterà per qua-si trent’anni, guidato dall’esperienza di Afro Gibellini, già capo offici-na di Sergio Scaglietti.Nel 2006, poco dopo l’entrata in pensione, Irmo Artioli si rende conto che

il riposo forzato e la vita del pensionato non fanno per lui. Non ama frequen-tare i classici luoghi di chi non ha più niente da fare, come la briscola al bar o il torneo alla bocciofila…Decide pertanto di con-tinuare la sua attività di artista ‘battilamiera’ nella sua attuale officina presso la quale si rifugia dall’alba al tramonto, domeniche comprese…“Per me non vi è posto migliore della mia bottega, ci vengo anche alla festa, mi piace guardarmi intor-no e sognare a occhi aperti, immaginando ogni mia macchina finita e pronta per scendere in strada, per farsi guardare e am-mirare, proprio come una bella femmina. E’ curioso notare il parallelo fra il nostre mestiere e le belle donne… Tutti in questo ambiente siamo grandi amanti delle belle donne e con le nostre macchine ci comportiamo alla stessa maniera: le corteggiamo, le accarezziamo, le guar-diamo proprio come io faccio ogni giorno…E’ per questo che io non amo

fare altre cose. Cosa c’è di meglio che sedersi qui, nel mio laboratorio a guardare queste belle donne? Tra queste c’è anche il mio amore, la macchina del-la quale da sempre sono perdutamente innamora-to… Si tratta della Ferrari Dino 246, bella come una brasiliana”.Quanto tempo occorre per preparare il telaio di una sua macchina?“Dipende da modello e dallo stato in cui mi arriva. Normalmente un anno, talvolta due”.con quale materiale le ricostruisce?“Di preferenza l’allumi-nio, materiale duttile e piuttosto resistente”.chi sono i suoi clienti?“Facoltosi americani, sviz-zeri, tedeschi e, natural-mente, italiani”.Qualche nome?“Vuole scherzare? Questi personaggi non gradiscono alcun tipo di pubblicità, vogliono solo la macchina, uno di questi ha più di 70 vetture d’epoca, e poi con loro si stabilisce un rap-porto di amicizia, io vado

Irmo Artioli

Continua a pagina 11

1108.03.2013 n° 09

L’Angolo di Cesare Pradellal’ultimo saluto a susi sanna

nuove aperture

riapre la boutique bimbibelli

Rossella Nappa

con la nuova ge-stione di rossella nappa, giovane

mamma carpigiana, riapre domani, sabato 9 marzo, alle 16, la rinno-vata boutique Bimbibel-li al numero 2 di Corso Pio. Rossella Nappa pro-porrà il meglio dell’abbi-gliamento da 0 a 14 anni per maschi e femmine, prodotti dalle griffe di abbigliamento infantile twin set, ermanno

scervino, Woolrich, roy roger e mauro Grifoni. All’inaugura-zione di domani pome-riggio saranno presenti anche due mostri sacri dello spettacolo italiano come l’attore massimo Boldi e il cantante mi-chele che intratterranno i presenti con gag e can-zoni. Ad accompagnare l’inaugurazione anche un riccò buffet.

c.p.

a casa loro, ci telefoniamo spesso... il nostro è un rapporto basato sulla stima reciproca”.La pagano bene?“Certo, ma il denaro non è che una conseguenza logica del mio lavoro e alla mia età nemmeno più tanto importante. Vi sono mo-delli di macchine che farei anche gratis… Questo non vale ovviamente per il mio allievo, Andrea Bisi di Carpi, lui è giovane, ha 19 anni e una vita davanti, ma per adesso deve pensare solo a imparare, il resto verrà dopo”. che macchine state fa-cendo adesso e quanto valgono sul mercato?“Quella lì di fronte è la scocca di una Ferrari 250 SWB del 1959, vale 3 milioni di euro, l’altra è una Ferrari F1 250 Pinin-farina del 1954 e vale oltre 5 milioni di euro ed è la seconda perché ne ho già fatto un’altra, mentre la terza è una Ferrari Cali-fornia 250 del 1961 e vale oltre 5 milioni di euro”.Questi modelli sono tutti rifatti a volte anche con pezzi artigianali, fatti a mano, ma la Ferrari cosa dice di queste macchine non completamente ori-ginali?“Nulla, una volta termi-nata, la macchina viene portata a Maranello, dove c’è un laboratorio che si occupa della certificazione di autenticità e del diritto di registrarsi nuovamente col marchio Ferrari. In base ai riferimenti di telaio e motore, l’automobile viene esaminata in ogni sua componente e, alla fine, se tutto è in regola, la Ferrari emette un certifica-to di conformità. Natural-mente a pagamento”.come giudica enzo Ferrari?“Come tutte le persone geniali non era ‘comodo’, bensì un uomo dal tratto ruvido e spigoloso. Da ragazzo lo vedevo passare fra le scocche e mi incu-teva una certa soggezione mista a riverenza. A mio parere lui non sapeva lavo-rare con le mani, ma era un mago, un ‘Drake’ appunto, nella scelta del materiale umano, sapeva capire al volo le qualità delle per-sone e le faceva proprie. Il suo impero è nato proprio grazie a queste sue attitu-dini”.cosa chiede al futuro?“La salute, che il padre-terno mi lasci ancora un bel po’ di tempo nel mio paradiso terreno, qui, fra le mie macchine e che An-drea, il mio collaboratore, cresca professionalmente e diventi ancor più bravo di me”.

Sauro Mazzola

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e’ stato un funerale molto partecipato quello di Susi Sanna,

la 58enne tragicamente scomparsa la settimana scorsa. Al funerale, svoltosi a Quartirolo sono interve-nuti molti amici e persone che lei aveva conosciuto nel corso del tempo, grazie al suo temperamento e al suo carattere estroverso e gioviale. Carattere che suscitava una simpatia immediata. Un’esistenza, la sua, difficile e complica-ta, contrassegnata da una malattia che la portava a soffrire difficili stati di acuta depressione. Un male che i medici hanno cercato di curare per anni, invano, come dimostra il fatto che il mattino di mercoledì scorso Susi non ce l’ha più fatta e ha deciso di porre fine ai suoi giorni, gettando nella costernazione il suo unico figlio, Giacomo, bravo can-tautore, che tanto adorava e dal quale era tanto amata. Destino cinico e crudele quello di Susi, perseguitata da un disturbo dimostratosi implacabile. Sorte avversa anche per il figlio Giacomo che, dopo gli anni turbolenti

del rapporto tra i suoi geni-tori, Susi e Walter Fusari, che vivevano separati da anni, aveva abbracciato con profitto la strada della musica e del canto, cui è particolarmente vocato, tan-to da essere definito dagli

esperti il Vasco Rossi della Bassa, per lo stile musicale che tanto ricalca quello del cantautore di Zocca. Negli ultimi anni Giacomo era tornato a vivere insieme alla madre con sua figlia, la pic-cola Caterina, ora 13enne.

La bimba era diventata una delle ragioni di vita di Susi che la circondava di affetto e amore. Figlia di Efisio Sanna e Luisa Crotti, Susi aveva lavorato per lunghi periodi con varie ditte nel settore dell’abbigliamento e dell’oggettistica e, oltre al figlio Giacomo, lascia il fratello Sergio. “Mia madre è stata un’eterna bambina – ricorda tra le lacrime Giacomo - buona d’animo, altruista, generosa e disponibile con tutti, ma

anche una perenne sogna-trice. Spesso viveva in una dimensione dorata e imma-ginaria e, quando ne usciva, subiva profondi e dolorosi stati depressivi che la isola-vano dal resto del mondo. Io lo sapevo, tutti noi lo sa-pevamo e abbiamo sempre cercato di aiutarla, di soste-nerla e starle vicino”. Fino a quella maledetta mattina del 27 febbraio quando, da sola, ha deciso di farla finita nella sua abitazione di viale Carducci.

Giacomo Fusari

Susi Sanna

12 08.03.2013 n° 09

Da sinistra Lorella Sassi, Simonetta Lugli, Enrica Arletti e Bianca Betti

al bar sport dI vIa ugo da carpI ognI martedÌ sera c’è un appuntamento specIale, aperto alle donne dI ognI età, quello con le amIche del KnIt caFè

unite da ago e filou

na volta c’era la so-glia di casa, dove le signore del vicinato

si portavano la seggiola e chiacchieravano ricamando e “sferruzzando”. Oggi, sono mutati i tempi, i luoghi di ritrovo, le persone, ma non è cambiata la voglia di stare insieme e di condi-videre una passione tutta femminile, quella dell’un-cinetto. Ecco allora che nascono i Knit Cafè, luoghi di incontro dove si lavora a maglia, uncinetto e ricamo, ma soprattutto dove si col-tivano vecchie amicizie e se ne trovano di nuove. “L’idea di creare il primo Knit Cafè made in Car-pi - ha raccontato Enrica Arletti, ideatrice e promo-trice del progetto - è nata nel settembre del 2011, quando ho ricevuto l’invito su Facebook a partecipare a un evento di Knit Cafè in un locale di Modena. Subito incuriosita, ho coinvolto la mia amica Lorella Sassi nell’iniziativa, e ci siamo recate sul luogo per vedere dal vivo di cosa si trattasse. Siamo rimaste talmente colpite dall’atmosfera di relax e divertimento che re-gnava nel gruppo di amanti dell’uncinetto, che abbiamo deciso di trasferire l’idea anche a Carpi, creando il nostro Knit Cafè, e una pagina Facebook dedicata”. E così dal 6 marzo del 2012

è nato a Carpi il primo Knit Club, un gruppo di amiche che si ritrova ogni setti-mana per lavorare ai ferri, all’uncinetto, ricamare, o più semplicemente stare in compagnia. Un appun-tamento aperto a donne di ogni età che si rinnova ogni martedì sera dalle 20,30 alle 22,30 al Bar Sport Brasserie al civico 47 di

via Ugo da Carpi, grazie alla disponibilità offerta dal titolare Danilo. “Si tratta di un momento speciale per intrecciare, simbolicamente e non solo, esperienze per-sonali, aneddoti ed emozio-ni - ha proseguito Bianca Betti - inoltre, in questo periodo di crisi economica, stanno riprendendo piede le abitudini delle nostre mam-

me e nonne, che ci insegna-vano a non gettare nulla, ma a riutilizzare vecchi tessuti abbandonati nel fondo dei cassetti, e ridar loro nuova vita. Ecco allora che grazie alle abilità manuali nascono centrini, presine, maglioni, e calzini colorati. Un altro effetto della crisi è proprio il ritorno ai lavori manua-li, spesso ingiustamente

bistrattati negli anni prece-denti. Invece, non c’è niente di più bello e gratificante di creare qualcosa con le proprie mani e la propria fantasia”. “Recuperiamo anche le rocche di lana e altro filato dismesse dalle aziende - ha precisato Lorella - e poi le condividiamo, mettendo il materiale a disposizione

di tutte le componenti del gruppo. Poi, quando venia-mo a conoscenza di iniziati-va di raccolta fondi a scopo benefico, regaliamo con grande gioia alcune delle nostre creazioni. La nostra attività non ha assoluta-mente fini di lucro. I nostri lavori li teniamo per noi, oppure li doniamo ad amici e conoscenti, o ancora li offriamo in beneficenza”.“Credo che ritagliarsi uno spazio di tempo tutto per sé nell’arco della settima-na - ha aggiunto Simonetta Lugli - per dedicarsi alle proprie passioni, per ri-trovarsi con le amiche, e conoscerne di nuove, per scambiarsi idee ed esperien-ze, sia davvero importante, quasi terapeutico. E se la nuova partecipante non ha mai maneggiato ago e ferri, non c’è nessun problema. Ci siamo noi pronte ad insegnarle e farle muovere le prime mosse, svelandole tutti i trucchi e i segreti del tricotage”.“Pertanto, signore e signo-rine - hanno infine intonato Bianca, Enrica, Lorella e Si-monetta - siete tutte invitate a unirvi alle amiche dell’un-cinetto del Bar Sport, dove sarete accolte da allegria e serenità, e dove potrete divertirvi a intrecciare lana, allontanando lo stress, al ritmo di ferri e risate”.

Chiara Sorrentino

1308.03.2013 n° 09

Andrea De Carlo

Carla Fracci

Paolo CrepetQuirino Principe

In programma a carpI, tra marzo e aprIle, quattro serate gratuIte con alcunI deI nomI pIù notI della cultura e dello spettacolo: andrea de carlo, carla FraccI, paolo crepet e quIrIno prIncIpe

i libri di san rocco...a

ndrea De Carlo, Quirino Principe, Carla Fracci e Paolo Crepet sono questi i

quattro protagonisti della rassegna primaverile I libri di San Rocco, organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e San Rocco Arte & Cultura, in colla-borazione con Biblioteca Arturo Loria e patrocinata dal Comune di Carpi. Quattro preziose occa-sioni per conoscere da vicino l’arte nelle sue sfaccettature più varie: dalla narrativa alla musica, dalla saggistica allo spettacolo e danza. “Con questa rassegna - ha dichia-rato Giuseppe Ferrario, presi-dente di San Rocco Arte & Cultura - aggiungiamo un altro importante tassello nel mosaico delle nostre attività”. Tutti gli appuntamenti saranno a ingresso gratuito, sino a esaurimento posti, e condotti da Davide Bregola, direttore arti-stico della Festa del Racconto e presidente della giuria del Premio Arturo Loria, il concorso letterario nazionale dedicato allo scrittore carpigiano, in programma per la fine di aprile. “Ho pensato di invitare intellettuali di spessore, persone appartenenti al mondo della cultura che stimo e apprezzo - ha sottolineato Bregola - capa-ci di divulgare cultura in modo efficace e simpatico. Personaggi popolari ma di grande qualità. Il mio desiderio è quello di creare un’atmosfera intima, piacevole con ognuno dei quattro prota-gonisti della rassegna. Avremo lo scrittore di best seller Andrea De Carlo, che parlerà di storie e

romanzi, compresa la sua ultima fatica letteraria, Villa Metaphora; il critico musicale e filosofo della musica, nonché traduttore italiano del romanzo Il Signore degli anelli di Tolkien, Quirino Principe ci

parlerà della contemporaneità del-la musica classica; l’etoile Carla Fracci, che stimo sin da quando ero bambino, e il regista Beppe Menegatti ci racconteranno la loro vita dedicata al teatro e alla

danza classica; infine Paolo Crepet dibatterà sui valori del nuovo millennio, la famiglia, l’educazio-ne dei figli”. Gli incontri saranno supportati da video, musiche e letture, per rendere piacevole a

tutti l’incontro e la scoperta di queste grandi personalità della cultura italiana. “Artisti, ma anche uomini e donne, vicini a tutti noi”, conclude Davide Bregola.

Jessica Bianchi

andrea De carlo

Giovedì 14 marzo, alle 21, presso l’Auditorium della Biblioteca si inizierà con andrea De carlo. Il

celebre autore di best seller condurrà gli spettatori all’interno di Villa Metaphora: Voci da un’isola, il suo ultimo romanzo ambientato a Tari, una piccola isola vulca-nica ai margini estremi del Mediterraneo meridionale, in un resort di lusso con ospiti internazionali, ricchi e famosi, in cerca di qualche giorno di tregua dalle pressioni del mondo. Una serata per raccontare un libro che raccoglie la sfida di narrare il mondo di oggi, con le sue virtù e difetti peggiori, i suoi vizi, paure e insostenibili contraddizioni.

Quirino principe

Venerdì 22 marzo, alle 21, presso la Sala Mori sarà la musica il tema della serata, con Quirino princi-

pe, celebre musicologo e critico musicale che terrà un’inimitabile dissertazione sulla modernità della musica classica. Il tutto accompagnato dall’ascolto di al-cune tra le migliori esecuzioni, commen-tate da chi meglio non potrebbe. Per sco-prire, forse, come Mozart e Schumann si rivolgano a noi contemporanei avendo da dire molto più di quanto ci potremmo immaginare.

carla fracci e beppe menegatti

per il terzo appuntamento saranno ospiti di Sala Mori, giovedì 28 marzo, alle 21, carla Fracci e il marito Beppe menegatti. La ballerina italiana famosa in tutto il mondo ripercorrerà la sua incredibile carriera, che l’ha

portata a esibirsi sui palcoscenici dei più importanti teatri, insieme alle com-pagnie più prestigiose, danzando con ballerini del calibro di rudolf nure-

yev, Vladimir Vasiliev, mikhail Baryshni-kov ed erik Bruhn. Con lei, a ricordare gli inizi alla scuola di ballo del Teatro alla Scala, sino alle sue prese di posizione e al suo impegno contro i tagli alla cultura, il re-gista teatrale Menegatti, autore di spettacoli dell’icona della danza italiana. Una vita sulle vette, o meglio, sulle punte, quella di Carla Fracci, che commenterà anche gli estratti video delle sue più celebri interpretazioni.

paolo crepet

la rassegna si concluderà poi giovedì 11 aprile, alle 21, presso l’Auditorium della Biblioteca. Lo psichiatra e sociologo

paolo crepet dibatterà sui valori del nuovo millennio, la famiglia, l’educazione dei figli, in un incontro dal titolo L’autorità perduta. Bambini maleducati, adolescenti senza rego-le, ragazzi ubriachi e indifferenti. Genitori che si lamentano di una generazione arresa e senza passioni, che sembra aver perso anche la capacità di stupirsi. Ma non sarà che ad arrendersi per primi sono stati proprio i genitori, che con la loro accondiscendenza hanno sottratto ai figli l’essenziale, ossia il desiderio, salva-guardando un quotidiano quieto vivere privo di emozioni e ambizioni, dove rimbomba soltanto l’elenco delle lamentele contro la società e la politica?

14 08.03.2013 n° 09

al borgogioioso, il 10 marzo, appuntamento con un pomeriggio per i piccoli, a cura del volontariato carpigiano. alle 16.30 esibizione di ritmica delle “farfalle” del club giardino

bimbi in festa in galleria

Domenica 10 marzo si svolgerà per tutto il giorno presso la gal-

leria del centro commerciale il Borgogioioso, Bimbi in festa: con animazioni e inizia-tive rivolte a bambini e ragazzi con la partecipazione di scai, cooperativa sociale che ha fatto dell’animazione per ra-gazzi la sua vocazione, croce rossa italiana e avis. Verrà allestito uno spazio gratuito di intrattenimento per i piccoli con gonfiabile, trucca bimbi, animatori che realizzeranno piccole sculture coi palloncini. Nel pomeriggio la Cri eseguirà alcune dimostrazioni di pronto soccorso pediatrico con l’utiliz-zo di manichini per mostrare ai bambini come affrontare le principali emergenze e insegna-re agli adulti a eseguire alcune manovre salvavita. Sempre nel pomeriggio, l’Avis sarà presente con trucca bimbi e palloncini e con materiale di divulgazione sull’importanza e sul significato del sangue. Dalle 16.30 poi, si esibiranno le atlete della Se-zione Ritmica e della Sezione Freestyle del club Giardino; le ginnaste presenteranno un programma di esercizi indivi-duali e collettivi.

dodIcI ore dI musIca no stop, tra rocK band emergentI nel pomerIggIo e dj set la sera, con una sFIlata dI moda e un’esIbIzIone dI danza hIp hop a corredare Il tutto. l’appuntamento è Il 1° aprIle al palazzetto dello sport dI carpI

arriva il freedom music festival!

la febbre del sabato sera sta calando? Il mondo della disco-

teca rischia di appassire? I soldi nel portafoglio calano mentre il prezzo del bigliet-to resta invariato? Niente paura, arriva il Freedom Music Festival! Questo il nome dell’evento che andrà in scena il 1° aprile presso il Palazzetto dello sport di

Carpi, dalle 18 in poi. Do-dici ore di musica no stop, tra rock band emergenti nel pomeriggio e Dj set la sera, con una sfilata di moda e un’esibizione di danza hip hop. Un evento diverso dalle solite serate in disco-teca, organizzato dai due studenti ventenni Matteo Ganniello e Federico Guarinoni, rispettivamen-

te PR e Dee-jay. “L’idea è nata perché – spiega Mat-teo – lavorando da alcuni anni nelle discoteche della zona, ho notato un pro-gressivo calo di presenze, entusiasmo e inventiva”. La sensazione del giovane PR è che a essere cambiata sia l’offerta di svago. “I ragazzi cercano qualcosa di diverso. Anche perché, in

tempo di cri-si, per essere disposti a spendere cifre non sempre bassissime, noi giovani dobbiamo essere moti-vati, e questa motivazione non sempre viene forni-ta”. Secondo Matteo, dal divertimento in discoteca si è passati al “fare qualco-sa il sabato sera. Non si va più in un certo locale

perché c’è un appuntamen-to particolare ma perché in giro non c’è nient’altro. Spesso infatti i ragazzi si limitano a scegliere il locale più comodo e vicino a casa”. Parte della respon-sabilità di questo fenomeno di disaffezione andrebbe attribuita alle stesse disco-teche: “chi organizza serate ha smesso di pensare a

quale formula possa essere la più adatta al periodo o al target di età”. Da queste considerazioni è nata una scommessa che Matteo e Federico sperano di vince-re. La volontà è stata quella di unire due ‘mondi’: quel-lo dei ragazzi che suonano uno strumento in una band e quello di chi ama la Con-solle. “Se avremo successo, i locali della zona potreb-bero anche trarne qualche spunto. Ci tengo però a precisare che non abbiamo accettato di collaborae con nessuna discoteca, pro-prio perché vogliamo che sia un progetto nostro”, chiosa Matteo. Dodici band, cinque Dee-jay, una sfilata, un’esibizione di Hip hop, una cena a buffet e una macchina organizza-tiva che coinvolge ragazzi dai 16 ai 23 anni. Questi, in sintesi, i numeri del Freedom Music Festival. Perché sceglierlo, chiedia-mo ai due organizzatori? “Crediamo sia un’iniziati-va diversa dalle altre, che coniuga stili diversi in una nuova formula”.

Marcello Marchesini

Matteo Ganniello e Federico Guarinoni

1508.03.2013 n° 09

e’ uscIta nelle sale cInematograFIche la trasposIzIone del romanzo educazIone sIberIana dI nIcolaI lIlIn. la pellIcola porta la FIrma del regIsta premIo oscar, gabrIele salvatores

c’era una volta in transnistriac

’è qualcosa di Sergio Leone in questo ultimo lavoro del

premio Oscar Gabriele Salvatores. Come nel ca-polavoro dello scomparso maestro C’era una volta in America, anche in l’Educa-zione siberiana, seguiamo la storia di due ragazzi che, attraverso tre spazi tem-porali, il 1988, il 1995 e il 1998, sviluppano la loro amicizia fino a trovarsi ri-vali su fronti opposti. Tutto comincia quando l’Unione Sovietica sta ormai conclu-dendo la sua parabola sto-rica. Opportune didascalie ci informano all’inizio del film che il luogo è la Tran-snistria, regione (separa-tista) della Moldavia dove Stalin aveva confinato criminali di varie etnie, fra cui vari siberiani. E sono siberiani Urka (come l’in-dimenticabile Dersu Uzala raccontato da Kurosawa) i bambini Kolimà e Gagarin, che apprendono uno strano codice di comportamento dal nonno del primo, il “criminale onesto” Kuzja. Siamo a Fiumebasso e i due ragazzini, insieme alla loro banda, iniziano la propria attività criminale con un furto di stivali da un camion militare. Perché come insegna il nonno, rubare (così come uccidere poliziotti, militari russi e

banchieri) è permesso. Però poi si condivide la refurtiva con la comunità di apparte-nenza e non bisogna tenere il denaro per sè. Tutta una serie di regole, strambe ma perfettamente conformi a un’etica criminale dettata non solo dalla tradizione ma scritta sui corpi: il ta-tuaggio come graduale cre-azione e affermazione della propria identità. Poi però a Berlino un muro cade e con esso un intero Paese e un

equilibrio che fino ad allora si credevano irremovibili. Il passaggio è epocale, cambiano le regole e nelle persone, soprattutto nei giovani, subentra lo spaesamento. Dall’Ovest arrivano altri model-li, un’altra criminalità: lo scontro è inevitabile. E anche i due ami-

ci maturano posizioni e convincimenti diversi. Kolimà affronta il nuovo con diffidenza, alla luce dei principi ricevuti, Gagarin vuole arricchirsi molto e subito. Entra in scena anche l’amore, col volto e il corpo di Xenia, una ragazza bellissima ma disturbata, fragile; e se la religiosità dei siberiani considera i pazzi dei “voluti da Dio”, ora è il desiderio a dettar legge e a non guardare in

faccia a nessuno, nemmeno ai deboli e ai puri. Kolimà e Gagarin guardano a lei con occhi diversi. Il racconto giunge al suo giro di boa nella scena forse più bella, poetica ed emblematica del racconto. Il volo sul calcinculo è il lancio verso la vita. E’ la metafora della nuova libertà. Non a caso la musica che l’accompagna è la trascinante Absolute beginners di David Bowie: l’Occidente per eccellenza tradotto in musica e parole. Un titolo che traduce im-mediatamente quei giovani nei principianti assoluti, quali realmente sono, nella nuova realtà. Amore e possesso si fronteggiano senza compromesso e i due giovani si ritrovano l’uno contro l’altro. Sarà ancora nonno Kuzja a decidere il da farsi e ad affidare a Ko-limà il compito di trovare il colpevole dell’abuso di Xenia. La caccia all’uomo lo condurrà ad arruolarsi nell’esercito, in quell’eser-cito che non aveva mai considerato suo. Salvatores compie un indubbio salto di qualità scegliendo un sog-getto non solo lontano geo-

graficamente dal suo mon-do ma, soprattutto, molto distante dalle commedie che da Turné a Mediterra-neo da Sud ad Amnesia a Happy family hanno carat-terizzato la sua produzione. Il film non è perfetto, ma il tentativo è encomiabile. Il tema dell’amicizia maschi-le minata dall’amore, tipico della poetica dell’autore, rivive questa volta con risvolti epici inconsueti. La prima parte è davvero bella, nonostante i “principi” ispi-ratori di questa educazione siberiana siano enunciati nello spazio dei primi minuti con parole precise e sentenziose che rischiano di rendere pleonastiche le im-magini successive. Parole, peraltro, annunciate sin dai trailers per cui si arriva alla visione con l’impressione di sapere forse già troppo e con la residua curiosità di vedere solo come è svolto il tema. Invece poi la visione è interessante, diretta con la maestria che al premio Oscar non difetta. Soprat-tutto quando in scena ci sono i bambini. Ma riesce anche a dominare e con-tenere l’istrionico John

Malkovich nei panni del nonno che troneggia spesso col suo corpo nudo pieno di tatuaggi circondato dal ca-lore dei compagni nell’afo-sa atmosfera di una sauna. Eccellente la fotografia di Italo Petriccione, abituale collaboratore del regista e notevole la colonna sonora del maestro Mauro Pagani che si lascia tentare dalle melodie russe per virarle a maestose sonorità più moderne, e regalandoci un vero gioiello nelle note di una canzoncina tradizionale doverosamente sottotitola-ta. All’origine del film c’è il romanzo omonimo di Nico-lai Lilin che ha riscosso un notevole successo e otte-nuto ben 14 edizioni in al-trettanti Paesi. Lo scrittore, cresciuto in Transnistria e ora residente in Italia, affida al personaggio di Kolimà la sua vicenda autobiografica. Sulla verdicità storica della deportazione staliniana dei siberiani in quelle zone invece, gli studiosi nutrono vari dubbi. Ciò non toglie che romanzo e film abbiano una loro credibilità e un fascino intensi.

Ivan Andreoli

16 08.03.2013 n° 09

aldebaran bIo, In vIa della lIbertà, angolo vIale manzonI, è Il nuovo negozIo carpIgIano specIalIzzato nella vendIta dI alImentI bIologIcI, per tutte le Intolleranze e senza glutIne

l’angolo del bio e senza glutineh

a aperto a Carpi, Al-debaran Bio, - in via della Libertà, angolo

viale Manzoni - un negozio specializzato nella vendita di alimenti biologici, macrobio-tici e senza glutine, che riserva anche un bellissimo spazio benessere e relax, dedicato al piacere di una profumata tisa-na naturale. Un negozio che porta inscritto nel suo nome un messaggio di luminosa energia: Aldebaran infatti, è la stella più brillante della costellazione del Toro ed è una delle stelle più facili da trovare in cielo. Abbiamo in-contrato la titolate, Alessan-dra Morellini per conoscere meglio la filosofia, i prodotti e gli obiettivi legati al mondo di Aldebaran. cosa si può trovare nel punto vendita?“L’ambiente è accogliente e in grado di trasmettere sere-nità e calore a chi vi entra. Ho suddiviso il punto vendita in due parti, a seconda della tipologia di prodotto esposto. L’Angolo del Biologico e Na-turale offre una vasta gamma di alimenti, tutti provenienti da agricoltura biologica. Pa-sta al farro, di kamut, al grano saraceno; zuppe, minestroni, riso integrale, grissini, pia-dine, tigelle, succhi di frutta

I celiaci possono acquistare utilizzando i buoni rilasciati dall’Asl di Modena e Reggio Emilia. L’offerta copre tutte le fasce di età: dai bambini ai ragazzi, dagli adulti agli anziani”.e poi c’è lo spazio benes-sere e relax…“Per quanto riguarda il relax e il benessere - del corpo e della mente - c’è un angolo dedicato a tè e tisane naturali, in tanti gusti. Curative, per insonnia,

Numerose le tisaniere toscane fatte a mano”.progetti per il futuro?“A breve organizzeremo dei corsi di cucina, rappresentanti ed esperti delle ditte che ci forniscono i prodotti verranno a insegnare ai nostri clienti tutti i segreti e le tecniche per preparare al meglio un piat-to prelibato. L’utilizzo delle farine senza glutine non è semplice. Per impastare serve un po’ di pratica! Poi duran-te tutto l’anno proponiamo sconti sui nostri prodotti e forniamo gratuitamente una tessera Aldebaran Bio. Una volta completata si ottiene un buono spesa del valore di 20 euro”.

passato di pomodoro, sale marino integrale e Himalaya-no, olio, aceto, dadi per brodo senza lievito e iposodici; dolci come biscotti, snack, meren-dine, senza lievito, latte, uova

e zucchero; latte di soia, di riso, marmellate senza zuc-chero, miele, yogurt di soia, burro di soia, tofu e seitan per chi non mangia carne. Tut-to per le varie intolleranze,

al secco, al surgelato. Pro-dotti delle migliori marche e a prezzi competitivi. Menù completo: primo, secondo e dessert. Anche pizza, gelato e birra… non manca nulla!

stress, gonfiori addominali, digestivi, drenanti per le gam-be o, semplicemente, da gu-stare. Da provare le tisane ai frutti esotici e tropicali e il tè roobios rosso d’Africa…

Alessandra Morellini

senza lievito, zucchero, uova, latte...”.cosa proponeper le per-sone affette da celia-chia?“Le persone che scelgono Aldebaran Bio possono tro-vare tutto ciò che occorre per un’alimentazione sana dedi-cata a loro. I celiaci hanno a loro disposizione un ampio spazio che ho denominato appunto Senza Glutine. Qui espongo alimenti, dal fresco

A tutta birra! a cura di Erik Cantarelli

cos’è oggi la birra? sfatiamo qualche falso mito!rispondiamo subito alla prima domanda: per definizione tecnica la

birra è un prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica con lieviti, che variano in base allo stile, di un mosto prepara-to con malto, di orzo o di altro cereale o di loro miscele e acqua, amaricato con luppolo e/o suoi derivati.Molti vedono ancora la birra come la classica bionda da boccale e al massimo c’è la scura, un po’ “strana”; in realtà il mondo delle birre è assai più vasto e complesso, ce ne sono letteralmente di tutti i colori e per tutti i gusti! Pensateci bene dunque, prima di dire: “Non mi piace la birra”.Detto ciò vorrei introdurre una “mini-serie” su utilità, cu-riosità e anche qualche falso mito che circonda il mondo della birra.

Con la pizza? Ovviamente birra: Ovviamente proprio no! Come esistono molti tipi di pizza, esistono diversi stili birrari, entrare in un pub e ordinare “Una media” è come

andare in pizzeria e dire al cameriere “Per me una pizza, grazie”, è pur vero che buono

è ciò che piace e non c’è nulla di male nell’accostare la normale “birretta” a una pizza

come meglio la si preferisca, ma se l’intenzione è quella di gustare un buon abbinamento ecco qualche consiglio lampo: Lager per Margherita e pizza ai frutti di mare, Weiss per pizze a base di insaccati e/o patate, Pils per farciture a base di salumi o comunque tendenti a una prevalenza del salato e Doppio Malto per pizze ai funghi. Già da questo possiamo intuire la possibilità di abbi-namenti fra cibo e birra che batte di gran lunga il vino in versatilità! Ma di ciò parlere-mo meglio più avanti.

La schiuma, immancabile: Tranne qualche eccezione nel mondo anglosassone, ciò che non deve mai mancare è un bel cappello di schiuma, di almeno due dita, ben densa e persistente. Oltre all’estetica, è fondamentale per preservare gli aromi prevenendo l’ossi-dazione, permette inoltre di valutare se ciò che avete ordi-nato è stato servito alla giusta temperatura: se quest’ultima

è troppo bassa ne avremo carenza, se è troppo alta ne avremo un eccesso. Tutti quelli che la vedono come qualcosa che toglie spazio alla birra dovrebbero pensare che l’anidride carbonica (CO2) nella bir-ra c’è, si presenti essa come schiuma o come bollicine è sempre presente, quindi in una birra senza schiuma è probabile che beviate più aria

che liquido; c’è più birra in un boccale servito con la schiuma che in uno servito senza!

1708.03.2013 n° 09

di Massimo LoschiAl mè dialètt...

di Massimo Loschi

di Francesca ZanniLaureata in Storia, Culture e Civiltà Orientali, presso

la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna

Islam e dintorni...

di clarissa [email protected]

ci ha lasciati una persona speciale...

aperte fino al 31 marzo le iscrizioni al workshop sul cinema documentario organizzato da biblioteca loria e comune

la piccola bottega del reale

l’islam nel mondo

Dopo aver sintetizzato nella rubrica precedente quali sono i numeri della

presenza musulmana in Italia, passiamo ad analizzarne la presenza nel mondo. L’Islam è la seconda religione più pra-ticata al mondo, conta infatti 1,5 miliardi di fedeli contro i 2,1 del cristianesimo (inteso non solo come cattolicesimo ma in senso ampio, comprendendo quindi protestanti, ortodossi...). I musulmani costituiscono quindi circa il 20% della popolazione mondiale. I fedeli musulmani siano sparsi in tutto il globo dal punto di vista geografico. La percentuale maggiore però si registra in Asia: l’Indonesia è il paese di religione islamica più popoloso al mondo con oltre 200 milioni di persone. L’Indonesia è seguita da Pakistan e Bangladesh come percentuale numerica di appartenenti a questa professione religiosa. Il secondo continente dopo l’Asia in cui vi è la maggiore presenza di musulmani è l’Africa (307 milioni circa) con l’Egitto in testa per il numero di abitanti, seguito da Nigeria e Algeria. A seguire Europa (circa 35 milioni di fedeli) e Nord America (circa 5 milioni), dove la presenza musulmana è dovuta soprattutto al fenomeno dell’immigrazione o alla presenza di gruppi preesistenti. Questi numeri comprendono tutti i musulmani, quindi anche quelli facenti parte della shi’a o di altre divisioni interne all’Islam. Gli sciiti sono la maggioranza in Iran e in Iraq, mentre nel resto degli stati rappresentano minoranze più o meno importanti.

per approFonDireL’Islam, Alessandro Bausani, Garzanti, 1999http://www.lettera22.it/showart.php?id=4218&rubrica=60

Favole… forse da raccontare, se l’italia non si avvia per la strada maestra.

mIA sól FôlI

I s’andêvn’adêši… chi dúu su cla strêda drìtà, infìnida

cun la mêint intêinta a ricôrd.Da ‘na pêrt e da cl’êtra

ed cla lunga strêda, i rêst d’quèl ch’éra stèe:

al pôst dal vérd, ‘na sfìlarêdaed capànôun, ed fabrichi… vódi,

tùt’intórèn gnanch n’alma, gnanch più ôpêrai

côi strìsciôun d’sóvr’i còpp.Più luntan, mò tant più luntan

a srêr la strêda… un righ cèlèstêin un môunt, un pcôun d’ciél per lasêr pôst al spèransi.

Lór, i andêvèn, sêinsa fuga, un al dèscuriva quêši sòtt-vóš

e l’éra un dir achsè… sêins’indirìs,cl’êter distrat, chisà s’al scultêva:- Lè, prìmà ancòr! - érèn cal parôli

- L’éra tùtt furmêinte pò i élbèr, i ušlêin, i culór,e al gir dal nôstri stàgiôun

sèmpr’uguêli e sèmpèr nóvi! -Cla vóš, cùmè un sùpì

la n’rumpiva gnanch al silêinsi, cl’éter, fórse, l’iva càpìi…

l’inmaginêva mêravìj sêinsa vèderli, la fantašia la spèrdiva in cal môunt

luntanin cal pròfil e a gh’éra gnúu da

pinsêr: - Forse… i sran dê dlà! -

Adêši al gh’iva slunghèe la man e: - Nono, a m’piéš!

A m’côuntèt ancòr dal tò fôli? –

NON sOlO FAVOle

Se ne andavano lentamente… quei due su quella strada diritta, infinitacon la mente intenta a ricordi.Da una parte e dall’altradi quella lunga strada, i restidi ciò che era stato:in luogo del verde, una lunga fila di capannoni, di fabbriche… vuoteintorno nemmeno un’animanemmeno gli operai con gli striscio-ni sui tetti. Più lontano, ma tanto più lontano a chiudere quella strada… una linea azzurrina un monte, un pezzetto di cielo per lasciare spazio alle speranze. Loro, andavano, senza fretta, uno parlava quasi sottovoceed era un dire così… senza indirizzo,l’altro distratto, chissà se ascoltava.- In quei luoghi, prima ancora! - erano le parole- Vi era tutto frumento,poi gli alberi, gli uccelli, i colori,il ruotare delle nostre stagionisempre uguali e sempre nuove! –Quella voce, come un soffionon rompeva nemmeno il silenzio,l’altro, forse, aveva compreso…immaginava meraviglie senza vederle, la fantasia si smarriva in quel monte lontanoin quel profilo e gli era venuto di pensare: - Forse… saranno dall’altra parte! – Adagio gli aveva allungato la mano e:- Nonno mi piace! Mi racconti ancora delle tue favole?

artisti forse si nasce. Quel che è certo, però, è che profes-sionisti lo si diventa. Anche

nel mondo del cinema. A questo proposito, sono aperte, sino al 31 marzo, le iscrizioni a La piccola bottega del reale, il workshop sul cinema documentario organiz-zato da Biblioteca multimediale arturo loria e comune di carpi in collaborazione con l’associazione sequence, movimenta, il circolo cinematografico nickelodeon, con il contributo di cmb e promosso e sostenuto dal Dipartimento della Gioventù – presidenza del con-siglio dei ministri e anci, Asso-ciazione Nazionale Comuni Italiani. Le lezioni – che si svolgeranno nel corso di otto weekend sino al mese di settembre - inizieranno sabato 6 aprile. Il laboratorio ha come obiettivo quello di sensibilizzare i partecipanti alla sintassi del linguag-gio cinematografico, offrendo loro la possibilità di apprendere le basi teoriche e pratiche della realizzazio-ne di un documentario. A guidare gli allievi in questo percorso tre docenti d’eccezione: i documen-taristi e registi Federico Baracchi, nico Guidetti e roberto Zampa.

Due le fasi in cui si articola il corso: la prima, didattico/teorica, in cui si prenderanno in esame l’ideazione e lo sviluppo di un soggetto cine-matografico; la seconda, operativa, in cui si affronteranno le dinamiche pratiche di realizzazione, come or-ganizzazione di una troupe, riprese e

montaggio. Lo scopo finale è quello di realizzare uno o più cortome-traggi, da presentare al pubblico in una sezione dedicata della Festa del Racconto. Il workshop sarà poi arricchito da due seminari collaterali, condotti dalle registe alina marazzi e costanza Quatriglio. “E’ da oltre sette anni che, con il progetto Carpi Effetto Cinema, portiamo avanti questi laboratori cinematografici – spiega la responsabile della sezione audiovisiva della Biblioteca e coor-dinatrice di Carpi Effetto Cinema, antonia mascioli – e con il tempo abbiamo deciso di specializzarci sul cinema documentario. Non si tratta infatti di un genere ‘minore’, bensì di una modalità espressiva in grado di produrre veri e propri capolavori, oltre che di offrire spunti di rifles-sione ‘diretti’ sui vari aspetti della realtà che ci circonda. Insegnare il linguaggio del cinema documenta-rio significa insegnare a interpretare il linguaggio del nostro presente. E, quindi, di noi tutti”. Per informazio-ni: www.bibliotecaloria.it.

Antonia Mascioli

ciao clarissa, il tempo passa ma non riesco a smettere di pensare alla nostra preside. maria, oltre a una collega da 20 anni, era una persona che faceva le cose con passione. insegnava con dedizione e amore per la scuola. scuola intesa come trasmissione del sapere e formazione dei giovani alla vita. Quando è diventata preside per la nostra scuola è come sorto il sole. la stessa intensità che metteva nel suo lavoro di insegnante, l’ha applicata nel dirigere la nostra complessa scuola in un periodo partico-larmente difficile a causa del terremoto. sai, clarissa, mi accorgo però, che il suo lavo-ro non era prezioso in quanto tale. mi affacciavo alla sua porta verso le 14 e le dicevo “ciao preside, il tempo di un panino è sacro” e lei mi rispondeva “e’ proprio vero! devo scriverlo sulla parete”... e si alzava per una veloce pausa prima di rituffarsi nelle tante beghe da risolvere. ma non erano nemmeno le tante cose che faceva il vero valo-re. no, non erano la cosa più importante. mi accorgo che la sua dedizione e rigore nel lavoro avevano contagiato tutti. era un piacere darsi da

fare, adoperarsi perchè le cose funzionassero al meglio. anche con le scarse risorse che avevamo a disposizio-ne. Veniva spontaneo dare disponibilità, tempo energie, lavoro e idee. era un privile-gio lavorare con lei. e’ questo contagioso esempio di ser-vizio il vero tesoro. il grande valore di maria.

claudio ansaloni

ho conosciuto Maria Ca-pone, la preside dell’Itis morta venerdì scorso in un

drammatico incidente stradale, nel luglio scorso; fu il professor Claudio Ansaloni a chiamar-mi, chiedendo se con Teniamo Botta potessimo aiutare anche il Leonardo Da Vinci di Carpi. Un paio di giorni dopo, mi contattò la dirigente scolastica. Voleva incon-trarmi, così andai nel suo ufficio e mi condusse in giro per la scuola: inconsueto per una preside, da quel che ho potuto poi constatare in altre realtà. I laboratori erano chiusi e inutilizzabili, inagibili; in più era necessaria la tinteggiatura delle aule. Quando visitammo la scuola, mi accorsi subito che parlava di quell’Istituto come se si fosse trattato di casa sua e delle esigenze degli studenti come fossero stati suoi figli. Passammo dal “lei” a un più informale “tu”

da subito. Nei giorni successivi, stabilimmo di acquistare per il Da Vinci una Lim, Lavagna Interatti-va Magnetica, che potesse parzial-mente far fronte all’impossibilità di utilizzare i laboratori. Per la tinteggiatura, si erano resi dispo-nibili insegnanti e genitori, ma il Comune non autorizzava la proce-dura per ragioni assicurative. Mi impuntai e, aiutata dall’assessore Carmelo Alberto D’Addese, riuscimmo a sbloccare la situazio-ne per il Da Vinci e per le Collodi. Giovedì 28 febbraio, nel corso di Brunomattina, ha chiamato in diretta una classe quarta delle primarie di San Felice sul Panaro, scuola cui abbiamo donato altre Lim con Teniamo Botta: i bimbi hanno ringraziato tutti in coro in-sieme alla maestra in modo molto commovente. Nel pomeriggio mi ha chiamata una sorridente Maria Capone, aveva ascoltato la tele-fonata e mi chiedeva come fare a ringraziare pubblicamente Radio Bruno e Teniamo Botta per la Lim donata al Da Vinci. Il giorno dopo, l’incidente. Sono rimasta in silen-zio alla notizia della sua morte, ho guardato l’ultima chiamata sul mio telefono ed era sua. Ho scritto un post su Facebook e hanno commentato con attestazioni di stima insegnanti, alunni ed ex alunni, tutti sgomenti. La lettera di Claudio racconta il perché.

La famiglia Goldoni - Da sinistra Paolo, Giorgio e Lorena Goldoni insieme a Maria Capone

18 08.03.2013 n° 09

l’AFOrIsmA dellA seTTImANA...

AppuNTAmeNTI AppuNTAmeNTI

“Il triangolo solo in geometria è una costruzione innocua”.Anonimo

mostrecarpiFino al 23 marzoLa fotografia come deposito di sensoMostra del workshop con Franco Vaccari e Luca Panaro Sala espositiva Biblioteca Loria

Fino al 20 marzoL’amore infedele - Mostra delle opere di Andrea SaltiniA cura di FotostudioSilmarCon la collaborazione di Club Lions Carpi e Essent’ialCon il patrocinio della Cittàdi CarpiDark Room Silmar

Fino al 29 marzoL’umorismo ai tuoi piedi Personale di Giacomo CardelliO&A Centro Affari

Fino al 1° aprileMatematica ad arteIl Rinascimento tra tecnica e scienzaAppartamento nobile

Fino al 6 aprileConfabulazioni. Opere di Arianna VairoA cura di Francesca PergreffiSpazio Meme

Fino al 28 aprileAlfabeto delle fiabe Un grande alfabetiere e un itinerario poetico tra i personaggi, i luoghi e i simboli della fiaba popolareSala Cervi di Palazzo dei Pio

eventicarpi

8 marzo - ore 22Skambisti - Festa della Donna Kalinka Arci Club

8 - 10 marzoLe Donne e la città insieme8 marzo Giornata Internazionale della DonnaDiritto alla vita, lavoro, salute, studio, cittadinanza, diritti, libertà…Programma8 marzo - ore 20.30Liliana Cavani presenta il suo film Troppo amoreCast: Massimo Poggio, Antonia Liskova, Chiara Mastalli, Anna MelatoLa storia di Livia, una ragazza qualunque di 28 anni, e di Umberto, 40 anni, bello e affascinante. Tra loro nasce un grande amore. Al principio è una storia come tante, ma poi lentamente l’amore di Umberto diventa eccessivo, totale, ossessivo. E piano piano

Umberto si impadronisce della vita di Livia e della sua anima, fino al punto di distruggere la sua esistenzaA seguire dibattito sul temaPresentazione di Francesca BrignoliAutrice del libro Liliana Cavani: ogni possibile viaggioCoordina Elena Guidetti, giornalistaSala Congressi9 marzo - ore 20.30Proiezione del film Water di Deepa MehtaSala Congressi10 marzo - ore 15Siamo donne, mogli, figlie, madri, proiezione di un filmato e mostraA cura della Consulta per l’integrazione dei cittadini stranieri dell’Unione delle Terre d’ArgineSala Congressi

8 marzo - ore 21Dolce attesa per chi?Spettacolo teatrale di Betta CianchiniRegia di Marco MaltauroCon Giada Prandi e Cristiana VaccaroCentro Sociale Graziosi

8 marzo - ore 21100 Años Compay - Grupo Compay SegundoNel 2007 si sono celebrati i 100 anni dalla nascita del mitico musicista cubano Compay Segundo. Prima di morire, scelse i suoi successori, affinché divulgassero la sua musica nel mondo: il gruppo di undici musicisti, di cui fanno parte due suoi figli Salvador e Basilio, si chiama: Grupo Compay Segundo, alcuni dei quali parteciparono al film di Wim Wenders, Buena Vista Social Club. Il programma prevede, oltre alle più celebri canzoni di Compay Segundo, l’esecuzione di altri celeberrimi brani caraibici come: Besame Mucho, Perfidia e molti altriIngresso gratuito fino a esaurimento postiCinema Teatro Eden

9 marzo - ore 18Clarisse di Liliana CavaniProiezione e dialogo con la regista sull’opera presentata al Festival del Cinema di Venezia 2012“Volevo incontrare - commenta Liliana Cavani - una comunità di Clarisse per sapere come vivono oggi e cosa pensano. La spontaneità e la libertà dovevano essere la cifra dell’incontro, che mi avrebbe permesso di capire che persone sono e le eventuali vivezza e ricchezza interiori. Fin dall’inizio io e i sei tecnici

l’8 marzo, alle ore 20.30, la regista liliana cavani sarà a carpi per presentare il suo film troppo amore in sala congressi

l’amore del persecutore

In occasione della giornata Internazionale della donna, il 9 marzo, alle ore 20.30, presso la sala congressi, proiezione dello struggente film di deepa mehta, Water

Donne schiave della tradizione

india, 1938. Chuya, una ragazzina di otto anni, viene allontanata dalla sua famiglia e trasferita in una casa ritrovo per vedove indù, per espiare la colpa d’un marito perso e mai conosciuto, attraverso l’eterna penitenza

imposta dai testi sacri. Tra veglie e preghiere, la ragazzina porterà una ventata di freschezza - e di scompiglio - che contagerà l’affascinante Kalyani, giovane vedova innamorata di Narayan, un fervente idealista sostenitore di Gandhi. Il film di Deepa mehta ha aperto nuovi spiragli su una condizione di disagio che ancora oggi, a distanza di cinquant’anni dalle conquiste del “profeta” Gandhi, contagia centinaia di migliaia di donne vedove costrette alla ferrea osservanza delle pratiche religiose.

per la rassegna prima all’ariston, domenica 10 marzo, alle ore 20,30, proiezione del film argo, di ben affleck

la satira della fabbrica dei sogni

troppo Amore racconta la sto-ria di Livia, una ragazza come tante, di 28 anni, e di Umber-

to, 40 anni, bello e affascinante. Tra loro nasce un grande amore. Al prin-cipio è una storia come tante, ma poi lentamente l’amore di Umberto diventa eccessivo, totale, ossessivo. E pian piano Umberto si impadro-nisce della vita di Livia e della sua anima, fino al punto di distruggere la sua esistenza. Nel film si affronta il tema dello Stalking che è una delle forme di violenza sulle donne più sottili e dilanianti. Umberto attraver-so un lavoro lento ma implacabile, priva la sua donna della propria identità e della sua autonomia. Dapprima minando le sue certezze sul piano psicologico, arrivando a distruggere l’identità stessa della persona. Poi intervenendo sul piano fisico, limitando i suoi movimenti, isolandola, allontanandola dagli amici, dai parenti, perfino dal lavoro, per averla completamente in suo potere. E seguiamo anche il percorso di Livia che, ricattata dalle dichiara-

zioni d’amore assoluto di Umberto, spaventata e blandita, non riesce a capire la trappola che le è stata tesa, ma poi, faticosamente, prende co-scienza e si libera, anche mettendo in discussione il suo ruolo di donna, così come viene percepito normal-mente dalla società che la circonda. Quella che al principio sembra una semplice storia d’amore, si trasforma gradualmente nel racconto dell’os-sessione di un cacciatore che inse-gue la sua preda, pronto a divorarla, in un estremo gesto di amore mala-to. “La parola amore - commenta la regista liliana cavani - ha fatto sempre sognare perché risveglia in noi il sentimento più bello e ritenuto fondamentale. Siamo convinti che basta seguire l’istinto dal momento che tutti siamo disponibili all’amore e pure accompagnato da centinaia di canzoni bellissime. Ma la cronaca quotidiana ci mostra troppo spesso storie d’amore sbagliate, tragiche. E solo quando accadono ci si accorge che l’amore è un sentimento che richiede cura e maturità. Lo stalking

è l’amore del persecutore, cioè del partner che una volta conquistata una donna la considera propria, un oggetto suo come se l’avesse comprata. Ne controlla la mente e i movimenti. Non riesce più ad accet-tare che la “sua donna” abbia una personalità autonoma. La considera sua come può accadere col cane ma peggio perché gli viene naturale picchiarla se non gli ubbidisce”.

nel 1979, in seguito alla fuga negli Stati Uniti dello Scià iraniano Mohammad

Reza Pahlavi durante la rivoluzione, l’ambasciata americana di Teheran fu presa d’assalto dai rivoluzionari e i suoi impiegati sequestrati per più di 400 giorni. Sei cittadini statunitensi riuscirono a fuggire di nascosto e trovare rifugio nella residenza dell’ambasciatore canadese, il quale, a proprio rischio e pericolo, con-cesse clandestinamente ospitalità e supporto. Per riportare in patria i propri connazionali la Cia orga-nizzò una missione di esfiltrazione particolarmente audace, ideata dall’esperto del campo Tony Mendez e coadiuvata da una vera produzio-ne hollywoodiana. Basandosi su una sceneggiatura realmente acquistata dal sindacato sceneggiatori fu data

l’illusione a tutti (soprattutto alla stampa, in modo che si produces-sero articoli in materia) che c’era l’intenzione di girare un film di fantascienza in Iran, così da poter ottenere dal Ministero della cultura iraniano il permesso di entrare e uscire dal Paese e, nel fare que-sto, poter portare via i sei ospiti dell’ambasciatore canadese spac-ciandoli per maestranze del film. Il titolo del finto film in questione era Argo. Sulle basi di questa vera storia Ben affleck orchestra un film che forza la realtà dei fatti quanto serve per creare tensione ma non manca mai di rimarcare gli elementi di veridicità e di confinare in maniera netta le licenze cinema-tografiche. Il risultato è un’opera di sorprendente solidità, animata da un’etica di ferro e capace di muo-

versi attraverso i tre registri principali del cinema, amalgamandoli con l’invisibile maestria di un veterano del cinema. Nonostante sia solo al suo terzo film da regista Ben Affleck si conferma uno degli autori giovani più interessanti in assoluto, capace di fondere l’azione da cinema di guerra della prima parte con la com-media hollywoodiana della seconda e infine la tensione del dramma sto-rico della terza. Un viaggio tra diversi toni in cui l’unica costante è il regista stesso, che incarna il protagonista Tony Mendez con una recitazione minimalista e pacata, esplorando tutte le declinazioni di un’infinita malinconia di sguardo che fa il paio con il rigore morale profuso nel raccontare la sua storia.

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AppuNTAmeNTI AppuNTAmeNTI

collaboratori siamo stati coinvolti con emozione dentro quelle vite avventurose”.Cinema Teatro Eden

9 marzo - dalle 19.30Buon Compleanno Liga 3.0! Happyhour Ligabue TributeProgrammaOre 19.30Apertura Palazzetto al pubblicoOre 19.45Aperitivo HH con dj SetOre 21.30Buon Compleanno Liga!Happy Hour Liga Tributein concertoPalazzetto dello Sport

9 marzo - ore 16.30In Controviolenza Presentazione del libro Per non dargliela vintaDi Giovanna FerrariSaluti di Tamara Calzolari, Coordinatrice della Camera del Lavoro di CarpiIntervengono:Giovanna Ferrari, autrice del libroGiovanna Fava, avvocatoGiorgio Penuti, psicologo e coordinatore del Progetto Liberiamoci dalla violenza Ausl ModenaConduce Marcello Marchesini, giornalistaA seguire: presentazione del Progetto Regionale contro la Violenza alle DonneA cura di Daniela De Pietri, xonsigliere dell’Unione delle Terre d’ArgineCamera del Lavoro

9 marzo - ore 18.30Lezioni di anatomiaIncontro con Nicolò PellizzonIntervengono Marino Neri e Filippo BergonziniSpazio Meme

9 marzo - ore 20,30Adottare in federazione RussaIncontro con una famiglia che porterà la sua esperienzaConducono: Valeria Lodi e Alessandra Piccioni, psicologhe psicoterapeuteSede Nadia

10 marzo - ore 16Il Concilio e i problemi della Chiesa e della società di oggiDon Antonio Sciortino, direttore del settimanale Famiglia CristianaAuditorium Biblioteca Loria

9 marzo - ore 17Un voyage à Paris - La lirica da camera francese tra Otto e NovecentoMaurizio Leoni, baritonoGiulio De Luca, pianoforteMusiche di C. Debussy, M. Ravel, G. FaurèSala dei Mori

10 marzo - ore 7.30/20.30mercanFOSSOLIamoci...assiemeMercatino dell’Usato, Riuso, Arti e Mestieri

Spettacoli di intrattenimento, lotterie e pesche di beneficenzaStand gastronomico con vendita di gnocco fritto, tigelle, dolciFossoli - Via Mar Ionio

10 marzo - ore 9.3022ª Fosbike - Gara di Mountan Bike3ª prova del Trofeo River Marathon Cup9° Trofeo NuovagraficaPolisportiva San Marinese

11 marzo - ore 21Ne vale la pena aiutare gli ultimi?Incontro con Don Virginio Colmegna, sacerdoteL’attività con la Caritas di Milano e i poveri voluto dal Cardinale MartiniConduce Pierluigi Senatore, caporedattore di Radio BrunoAuditorium Biblioteca Loria

11 marzo - ore 9.30/13Il lavoro delle donne tra salute e sicurezzaSala di Mori

13 marzo - ore 15.30Itinerari di viaggioL’EgittoA cura di Giorgio MediciSala Bianca - Palazzo Corso

13 e 14 marzo - ore 17Le mani nella fantasiaLaboratoriC’era una volta un ReRe e Regine, principi e principesse con la tecnica del collageCastello dei Ragazzi

14 marzo - ore 21,15Il mondo in biciclettaFilmati e diapositive di viaggi in bicicletta in giro per il mondoTorino - Sivillia - SantiagoPer Fido e per FedeDi Paolo Balestrazzi/Angelo LucchiniSala Congressi

14 marzo - ore 17.30Marzo, la Primavera dell’innovazionePresentazione di interventi e sperimentazioni rivolti alle imprese,previsti nell’ambito Innovazione del progetto Carpi Fashion SystemModellistica e prototipazione 3DPresentazione del software Lectra 3D per la modellistica integrata e la prototipazione virtuale Alan Capra - LectraCarpi Fashion System

14 marzo - 20,30Caregiver familiareAzioni formative dedicati al familiare che si prende cura del proprio anzianoConferenza dal tema:Diritti degli anziani e diritti dei familiari che assistonoCasa del volontariato

il progetto Francamente me ne infischio di antonio latella è formato da cinque movimenti

liberamente ispirati al romanzo Via col vento di margaret mitchell. Francamente me ne infischio è un universo che oscilla vertiginosa-mente tra il grottesco e il pop, tra la riflessione testuale e la contempo-raneità. Rossella O’Hara diventa qui l’incarnazione del sogno americano, il sogno di ieri e l’America di oggi.Dopo il successo riscosso lo scorso anno con la produzione di Emilia Romagna Teatro e del Teatro Stabile di Catania Un tram che si chia-ma desiderio (Premio Hystrio alla

carlo cecchi e mario mar-tone, a quarantacinque anni dalla sua pubblicazione,

porteranno in scena per la prima volta La serata a Colono di elsa morante. “E’ la sua unica opera per il teatro, ispirata all’Edipo a Colo-no di sofocle, ma non è mai stata rappresentata” racconta Cecchi, che della Morante era amico strettissi-mo. “Si tratta del testo più miste-rioso e inafferrabile che abbia mai avuto tra le mani, indefinibile già nella forma, trattandosi allo stesso tempo di un monologo, un poema, una commedia, una tragedia, un melodramma, una drammaturgia da grande avanguardia del ‘900, un testo dalla struttura poetica precisa e implacabile alla quale ci si deve affidare a occhi chiusi. In scena ci sono tredici attori perché volevo che il coro, che nel testo è descritto come se fosse composto solo di “voci”, fosse invece fisica-

Il 10 marzo, alle 15, antonio latella torna al teatro delle passioni di modena per presentare un altro allestimento in cui l’america è in qualche modo protagonista

francamente me ne infischio

regia ad Antonio Latella e Premio Hystrio all’interpretazione a laura marinoni) di Tennessee Williams, Antonio Latella torna a Modena per presentare un altro allestimento in cui l’America è in qualche modo protagonista. Il progetto Franca-mente me ne infischio è formato da cinque movimenti: i primi due – Twins e Atlanta – avevano debut-tato a Vie Festival nell’ottobre 2011. Black, Match e Tara – gli ultimi tre movimenti che completano l’opera – avrebbero dovuto debuttare sempre a Vie Festival nel maggio 2012, ma il debutto è stato annullato a causa dei danni provocati dal sisma.

Sarà quindi il Teatro delle Passioni a ospitare l’allestimento completo del lavoro, una sorta di maratona che in un’unica serata vedrà alternarsi tutti e cinque i movimenti. Francamente me ne infischio è un universo che oscilla vertiginosamente tra il grotte-sco e il pop, tra la riflessione testuale e la contemporaneità.Rossella O’Hara sarà il capriccio e la terra, l’egocentrismo e la piantagio-ne di cotone, la tenacia e la schia-vitù, sarà Ashley Wilkes e i gemelli Tarleton, sarà Mami e Rhett Butler. Perché Rossella è l’incarnazione del sogno americano, il sogno di ieri e l’America di oggi.

carlo cecchi e mario martone tornano al lavoro insieme per uno straordinario progetto teatrale, la serata a colono, che carmelo bene definì “il capolavoro di elsa morante”. In scena il 12 marzo, alle 21, al teatro asioli di correggio e dal 14 al 16 marzo, alle 21, al teatro storchi di modena

l’edipo cieco diventa nostro contemporaneo

mente presente in scena”, continua Carlo Cecchi. In uno sciatto pronto soccorso l’Edipo cieco diventa nostro contemporaneo, reduce da chilo-metri e chilometri di pellegrinaggio, senza pace come da profezia; e urla d’aver “visto” la vacuità di grattacieli di vetro, di navi lunari e di Hiroshima. Il personaggio che si crede Edipo, il vecchio meridionale affetto da sin-drome paranoica, ripercorre le tappe di un’esperienza estrema, di un viag-gio allucinato che, se da una parte gli permette di vedere cose nascoste alla innocente salute, dall’altra lo riporta ossessivamente alla vicenda mitica nella quale si identifica. An-che se, qua e là, brandelli della vita del personaggio del piccolo proprie-tario meridionale si affacciano, spes-so in funzione parodistica, la parte di Edipo nel suo insieme si muove su un registro ambiguo: il personaggio e l’autore si confondono in una sola voce. Perché anche l’autore si è

riconosciuto, attraverso un’esperien-za estrema, in Edipo Re. Il dramma è dunque il documento di una doppia identificazione allucinata, che viene rappresentata come delirio perse-cutorio e autopunitivo. Così invece di scrivere un poema simile alle altre composizioni, che fanno parte della seconda sezione de “Il mondo salvato dai ragazzini”, Elsa Morante trasforma il poema in dramma. Un dramma, quindi: dei personaggi, il vecchio pazzo che si crede Re Edipo, la figlia adolescente da lui creduta Antigone; un luogo, il corridoio del reparto neurodeliri del Policlinico di una città sudeuropea; i guardiani, la suora, il dottore... Ma il poema non viene dissolto del tutto nel dramma; ne sono testimoni la lingua di Edipo, di una letterarietà provocatoria, e anche la presenza dei due lunghi soliloqui, o melologhi, di Edipo, che sembrano due poemi incastonati nello svolgimento del dramma.

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regIONAlI – solierese al palo

pAllANuOTO cAbAssI - I rIsulTATI

clAssIFIcA

prOssImO TurNO

prOssImO AVVersArIO – san marino

sabato 16 marzo, dalle 9,15, presso la casa del volontariato

sport e integrazione

sport e integrazione è il tito-lo del convegno che si terrà, sabato 16 marzo, a partire dalle

9.15, presso la Casa del Volontariato di Carpi, organizzato dal csi di carpi in collaborazione con il csi regio-nale dell’emilia romagna e con il patrocinio del comune di car-pi. Dopo l’introduzione di Davide Gallesi saranno presenti la mediatrice culturale di India e Pakistan Yoggita singh e il mediatore cinese, Xu Hao che tratteranno il tema dell’immigra-zione a Carpi e di sport e benessere nei loro paesi d’origine. Previsto alle 11 un buffet etnico e un momento di dibattito conclusivo alle 12,30. E’ gradita l’iscrizione allo 059.685402.

cabassi - tergeste: 7 - 11

La serie c del cabassi parte bene e si porta subito in vantaggio con una splendida beduina dal centro di cortelloni a cui risponde un gol ospite e i primi 2 tempi vanno avanti con il susseguirsi di gol da una parte e dall’altra con il tergeste che dimostra di essere una squadra gio-vane ma fisicamente dotata che fa del pressing la sua arma vincente. Il Carpi però stà lì e prova a mettere in difficoltà gli ospiti. Nel terzo tempo i triestini si portano avanti per 9 a 5 e i padroni di casa inseguono arrivando fino al 7 a 9, poi entra in scena il pro-

pallanuoto cabassi

i risultatitagonista di giornata, l’arbitro, che con una decisione opinabile lascia i padroni di casa in uno in meno per 4 minuti, i padroni di casa sono bravi a non subire gol in inferiorità, ma purtroppo quando ritornano in parità, il tempo è poco e non riescono più a recuperare.

olimpia Vignola - cabassi: 7 - 5

Dopo un mese di pausa i cabas-sini vanno a giocare nel campo di Vignola la quinta giornata di Campionato della fase di andata. I padroni di casa forti di una maggio-re esperienza dovuta al doppio cam-

pionato (i vignolesi giocano anche il campionato under 15) partono subito in vantaggio. I carpigiani spaesati stentano a reagire, ma sul finire del tempo Zanardi

segna, chiudendo il parziale 2 a 1. Anche nel secondo parziale i ragazzi di mister sgarbi non ingranano. Solo il terzo parziale vede la rimon-ta, gli under 13 del cabassi carpi (in foto) segnano 3 goal e pareggia-no. Nel quarto tempo, la migliore freschezza fisica dei vignolesi, e soprattutto una più convinta lucidità mentale, portano alla sconfitta dei carpigiani.

calcio – carpI a due Facce e due velocItà: a lumezzane FInIsce 1-1

la fatica di rinascereprImo tempo dI personalItà, rIpresa recessIva: la squadra avanza a pIccolI passI. lunedÌ arrIva Il san marIno: è pratIcamente uno spareggIo.

riprendono tutti i campionati, dopo il lungo pit-stop della neve. eccellenZa. Resta saldamente al comando il piacenza, con una marcia pressochè impossibile per le avversarie: 17 successi e solo una

sconfitta. Tiene soltanto la correggese che mercoledì ha recuperato la gara col Lentigione dopo aver sbrigato la pratica Real Panaro (2-0). Decisiva la miglior coppia-gol del campionato: napoli (quattordicesimo centro) e pecorari (nono). Domenica un turno chiave: la Lupa va a Noceto per sfidare i Crociati, a caccia di punti playoff, mentre al Borelli arriverà un Pallavicino in ritrovata forma.promoZione. Rallenta ancora la solierese, fermata in casa dal Monteom-braro (0-0). I gialloblu giocano sotto ritmo, scontano un reflusso fisiologico inevitabile dopo la grande rincorsa. Non sono nemmeno fortunati: a tempo scaduto, lusetti ha il match-ball sulla racchetta, ma centra il palo.

e.G.

Trapani* 45 Lecce 44

Sudtirol*° 40 Virtus Entella 36

carpi 35San Marino*° 35FeralpiSalò* 34Lumezzane 34

Pavia 33Cremonese (-1) 30Albinoleffe° (-6) 29

Portogruaro*° (-1) 27Como* (-1) 24

Cuneo° 24Reggiana* 22Treviso (-1) 12 Tritium*° 10

* una gara in meno° Recuperi: San Marino-Albinoleffe (il 14/3), Cuneo-Sudtirol e Tritium-

Portogruaro (13/3)

Domenica 10/3/201325a giornata, ore 14.30.

Como-Sudtirol; Cuneo-Tritium; Lec-ce-Lumezzane; Reggiana-Cremone-

se; Trapani-Portogruaro;T reviso-Pavia; Virtus Entella-Feralpisalò.

posticipo: lunedì 11/3/2013, ore 20.45, diretta raisport:

carpi - san marino.

la grande differenza è coda

a otto turni dal traguardo non ci sono mai verdetti definitivi. Ma sì, parti-te che possono fortemente orientarli. Il quarto posticipo televisivo della stagione biancorossa è un autentico spareggio playoff. Tra la squadra

più in trasformazione del campionato, e una delle più in forma. Nel 2013 il san marino è imbattuto. Si è fermato solo a Bolzano, da dove, peraltro, nessuno è tornato vincitore. Ha raccolto 16 punti su 18, incassato appena 3 reti, segnato 14 volte (oltre 3 a partita). Gioca un calcio molto offensivo e qualitativo: tridente veloce in attacco, centrocampo molto tecnico. Indovinatissimo, in questo senso, l’innesto di Gennaio: simone calvano, piccolo progetto di Pirlo, proprietà Milan. Bomber e uomo della svolta è un ragazzo di 25 anni su cui il Bologna ha creduto poco: massimo coda. E’ davvero completo e universale, forse il centravanti emergente più moderno di tutta la Lega Pro. Collabora, trascina e realizza: ha forza, tiro, spunto, grandi doti balistiche, senso tattico. Per battere il San Marino, bisogna fermare lui prima di chiunque altro. Con 9 reti segnate in 22 gare è già oltre la propria storia. Poco meglio, in termini assoluti, aveva fatto a Cremona tre anni fa (11 gol in 30 partite). Ma quella corrente, almeno in fatto di leadership, è la stagione che lo consacra. E’ alle prese con un leggero infortunio, ma lunedì dovrebbe esserci. Viceversa, mancherà sicuramente il peperino abdou Doumbia (ex Como, 5 gol finora), il miglior partner tra tutti i possibili. All’andata fu un ko tecnico: mister acori (appena subentrato all’esonerato petrone) scontò diverse assenze, sottovalutò il contropiede biancorosso e venne infilato a ripetizione. Da quel 28 ottobre, i biancorossi non hanno più vinto in trasferta. E il San Marino ha raccolto 10 punti in più (28 a 18), pur giocando due gare in meno.

seconDa. Procede la rimonta della Virtus: una bordata di puccillo stende il Manzolino (1-0) e solleva gli aquilotti a soli 4 punti dalla capolista Rossel-li, fermata a Ganaceto. Si aggrava la crisi della cabassi, che dopo il guizzo di Giannerini crolla di schianto nel derby con la Novese (1-3), finisce in 10 (espulso sammartino) e affonda al terzultimo posto. Rinviato il testacoda tra Fossolese e Modenese. Nell’altro raggruppamento, il san marino continua a palesare enormi problemi offensivi, cede al Reggio Lepidi (0-2) e precipita in piena zona-pericolo.terZa. Si gioca solo nel girone reggiano, ed è una domenica da dimenticare per le nostre. La carpine le prova tutte per rimontare la Gualtierese (0-1), ma non ci riesce e incassa così il settimo ko stagionale. Non va meglio allo united, beffato in extremis da Progetto Intesa, dopo l’illusorio vantaggio di Grisendi (1-2).

e.G.

prOVINcIAlI – gli aquilotti tornano a volare

Il Carpi avanza rallentando. Non accelera, semplicemente si ripo-siziona per minimi step. E’ fin

troppo chiaro che, per uscire dalla lunga crisi, serva una lunga e pa-ziente collezione di piccoli traguardi, da raggiungere uno dopo l’altro. A Lumezzane, i biancorossi confer-mano progressi senza aggiungerne troppi. Recuperano un gol, giocano un primo tempo di personalità. Poi rinculano nella ripresa, acconten-tandosi dell’opportunità di riparti-re. Annusano il colpo grosso, però non sfondano. Anzi, alla fine devono soffrire in dieci (espulso Letizia, reo di sciocchezza grossolana) per difen-dere il pari. Comunque, se non altro, dopo la prima vittoria arriva anche il primo punto esterno 2013. Restano due nette sensazioni di transito: fatica e tensione evolutiva. Cioè: la diffi-coltà a riacquisire una completezza di squadra, e allo stesso tempo la volontà di riuscirci.CORREZIONI MINIME - Fonda-mentalmente è stato un Carpi a due facce e due velocità, coerente alle necessità che la partita gli ha impo-sto. Tutto sommato un buon sintomo: significa che Brini ha già riattivato il controllo delle marce. Continua a fidarsi del 4-4-2 di base, percepi-sce la convenienza di affidarsi alle vecchie consuetudini. Nella versione da trasferta ha cambiato poco. Non uomini, solo distanze: un baricentro complessivamente più basso; Viola deliberatamente arretrato sulle piste del mediano basso; Di Gaudio e Me-lara rientranti come quinti difensori in aiuto sul lato forte. Tempi e spazi passano per Papini, sempre più al centro del mondo. E tutte le strade (o quasi) portano a Della Rocca, pri-ma opzione di profondità. E’ stato accademia e sostanza: ha segnato, pulito le giocate, sciorinato arabe-schi, attratto e spezzato raddoppi, permesso alla difesa di respirare e agli esterni di salire. In poche parole ha semplificato il gioco di tutti. Per almeno un’ora è stato Vangelo: un pergamenato di calcio tout-court, con palla al piede e a palla lontana. Non c’è dubbio che il leader della squadra che sta rinascendo sia lui. VERTICE - Nel frattempo, il cam-pionato cambia nuovamente padro-ne. Il big-match di “Via del Mare” promuove il contropiede del Trapa-

ni, che così mette tra sé e il Lecce una lunghezza piena e una partita di vantaggio. Adesso è chiaramente il favorito per il titolo. Ma attenzione al Sudtirol, che in casa è davvero imprendibile e continua a vincere partite benedette dal destino. Avrà

il privilegio di ospitare entrambi gli scontri diretti. Se sarà in grado di aggiudicarseli, non semplicemente arbitrerà la contesa. La vincerà. Il pri-mo, contro i siciliani, cade in uscita dalla sosta di Pasqua, dopo quattro partite non impossibili. L’altro, coi

salentini, è alla terzultima e ha tutta l’aria di essere una finale. PLAYOFF - Tra le prime tre e le altre, la distanza è pressoché incol-mabile. Restano liberi dunque solo due posti playoff, per la cui conquista è zuffa aperta a 7-8 squadre. Sono tante, perciò la quota d’ingresso tenderà ad abbassarsi intorno ai 50 punti. Forse addirittura sotto. Non è ancora tagliata fuori la Cremonese,

non si arrende il Pavia. La novità del momento è il Feralpisalò, che dopo aver riposato e vinto tutti gli scontri-salvezza può ora togliersi lo sfizio di sorprendere giocando leggero. In virtuale vantaggio sul gruppone c’è il San Marino, a credito di due partite. Coabita al quinto posto con il Carpi, e sarà suo ospite nel posticipo di lunedì sera. Praticamente un barrage.

Enrico Gualtieri

2108.03.2013 n° 09

pallavolo Femminile b2

texcart in corsa

i due volti della texcart città di carpi che nonostante una classi-fica deficitaria riesce a imporsi sul

Volley 2001 Garlasco. Una vittoria (3 a 0) che tiene in corsa le carpigiane per una difficile rimonta, ma ancor più importante è il risultato alla luce delle difficoltà nell’organico che vede lan-za non disponibile e Bettini e ruini acciaccate. Un primo set equilibrato lottato punto a punto ma nel finale sono le padrone di casa a trovare il guizzo vincente per aggiudicarsi il par-ziale 25 a 23. Nella seconda frazione le pavesi non riescono ad assorbire il colpo e Bonetti e compagne prendono il volo portandosi anche a + 8. Il divario è importante e le ospiti soccombono per 25 a 20. Durante il cambio di campo l’allenatore del Garlasco catechizza le sue atlete e la palla finisce sempre o quasi a Bocca che diventa inarrestabile. Il finale è al cardiopalma, Texcart si porta sul 19 a 20 e la rimonta sembra alla portata. E’ però di nuovo il Garlasco a mettere a terra i palloni pesanti che la portano sul 24 a 20.Le padrone di casa con Ruini al servizio riescono a ricucire, un muro perentorio di Bonetti mette in crisi le avversarie. 24 pari e vantaggi. Primo match ball per Carpi annullato poi set ball per Garlasco anche questo annullato. La Texcart Città di Carpi non si lascia scappare la nuova palla match che le permette di aggiudicarsi la partita per 28 a 26. Grande vittoria e morale alto per le prossime partite che Carpi deve giocare con la stessa intensità.

pallavolo maschIle b1: I bIancoblu dI coach molInarI battono 3 a 2 la codyeco s.croce, capolIsta FIno a oggI Imbattuta

miracolo cec nella tana dei lupis

traordinaria Cec. Carpi compie l’impresa dell’anno nel Girone B di B1 maschile

rifilando la prima sconfitta sta-gionale alla Codyeco S.Croce, capolista fino a oggi imbattuta. Un pazzesco Bigarelli da 32 punti (col 50% in attacco e un saldo vinte/perse di +18!) e compagni si guadagnano così il titolo di anti-Lupi: dopo essere stata l’unica squadra finora a sottrarre punti (1) alla capolista, ecco anche il primato di essere la prima (ma probabilmente resterà l’unica) in grado di fermare la Codyeco. Per di più nella tana dei Lupi, sulle rive dell’Arno. Un piccolo grande miracolo sportivo scaturito oltre-tutto nel modo più bello, rendendo a Santa Croce il favore ricevuto all’andata: a Correggio furono i toscani a rimontare da sotto 2-0 a 2-3, questa volta è toccato a una Cec semplicemente perfetta.Inutile ribadire che solo così, con la perfezione tecnico-tattica e un cuore grande, si poteva resta-re dentro una partita che dopo

i primi due set recitava: Lupi 2-Carpi 0. Un parziale maturato in modo molto diverso da quello che si potrebbe pensare, perchè è stata proprio la Cec ad avere l’impatto migliore sul match: il 6+1 di Molinari parte a razzo con Lirutti, De Marco e Bigarelli e guida 6-8 al primo stop, prima di rincorrere 15-16 al secondo. Il punto a punto prosegue fino alla fine, quando Carpi ha anche una palla set sul 23-24, ma De Marco sbaglia la battuta in salto e Nuti e Bertoli chiudono il parziale a vantaggio dei Lupi. La Cec accusa

il colpo e nel secondo deve sempre e solo rincorrere: 8-5, 16-11 e 25-18 Codyeco in carrozza. Carpi vicino alla resa? Assolutamente no, nonostante i padroni di casa facciano di tutto per chiudere in tre set. Ma non hanno fatto i conti con la furia di “Biga”: 8-6 S.Croce alla prima sosta, Rau Marsanich (12 con 3 muri, il 69% in attacco e un saldo vinte/perse di +10) firma il sorpasso sull’11-12 e la Cec mette il turbo, scappando 13-16, allungando 14-19, spegnendo con Lirutti il tentativo di rientro dei Lupi (20-22) e chiudendo 20-25

con un muro di Rau su Baldaccini. L’impresa è però ancora lontana dal compiersi. Serve una magia. E Carpi la fa: sotto 8-6 e 16-13, Astol-fi si affida a Bigarelli che con 7 palloni vin-centi nella seonda metà di set guida l’Universal al sorpasso sul 20-21. Il primo pallone valido per il 2-2 lo annulla

Renzetti (24-24), ma Bigarelli fa 24-25 e capitan Lirutti pianta il muro su Renzetti del 24-26. Ed è già un’impresa: la Cec riesce di nuovo a sottrarre almeno un punto ai Lupi. Ed è l’unica squadra a riuscirci. Ma i ragazzi di Molinari non si fermano qui, perchè nel tie-break completano il capolavoro: Lirutti, due volte Rau e un errore di Bertoli valgono l’1-4 Cec. Quindi Astolfi riaccende “Biga”, che con 8 palloni vincenti nel solo tie-break conduce la Cec fino a un incredibile 13-15 che vale un ancor più incredibile 2-3.

22 08.03.2013 n° 09

Paleari e Luraghi

raFFa bocce - alla mp FIltrI rInascIta dI budrIone rIesce l’Impresa contro l’aquIla: 1-0 Il rIsultato FInale con paolo sIgnorInI grande protagonIsta

l’aquila fermata a budrioneraffa bocce donne - 20° pallino d’oro a campegine

la losorbo sul gradino più alto

Domenica 3 marzo a Campegine nel reggiano, l’atleta della mp Filtri rinascita di Budrione

maria losorbo (in foto) campionessa europea, torna sul gradino più alto vincendo la gara nazionale 20° Pallino d’oro. Un percorso tutto in discesa quello della Losorbo che vince dalla prima all’ultima partita. L’incontro di più alto livello è quello in cui la Losorbo trova come avversaria la campionessa del mondo elisa luccarini (Olimpia Re): l’atleta della MP Filtri vince 12-7. A fine gara sono arrivati i complimenti del responsabile fem-minile della MP Filtri Rinascita Gianni corradini che ha detto: “La Losorbo ha dimostrato di essere una grande atleta. E’ stata splendida”. La classifica finale vede al primo posto Maria Losorbo (MP Filtri Rinascita Modena), al secondo posto isa Vezzali (Castelfranco Modena), al terzo posto laura luccarini (Budrio Bologna) e al quarto posto sara naldi (Scandicci Firenze).

sabato 2 marzo si è svolto l’incontro di campionato di serie

A tra le società Rinascita MP Filtri Budrione e Virtus L’Aquila, prima in classifica. Un incontro sulla carta proibitivo ma gli atleti modenesi sono riusciti ancora una volta a stupire portando a casa una vittoria meritatissima contro i campioni italiani 2012. Lo scontro ha inizio alle14,30 con l’individua-le: Paolo Signorini (MP Filtri Rinascita) vince en-trambe le partite 8-6 contro Giuliano Di Nicola (Virtus L’Aquila).La terna della MP Filtri Rinascita Viscusi/Paleari/Luraghi vince 3-8 la prima partita contro la terna della Virtus L’Aquila composta da Barbieri/Savoretti/Manuelli ma perde la se-

conda partita 8-4. Il primo turno si conclude con la Rinascita in vantaggio poi entrano in campo le cop-pie.La coppia Viscusi/Paleari

vince la prima partita 8-2 contro Barbieri/Savoretti ma perde la seconda 7-8. La seconda coppia della MPFiltri Rinascita Si-gnorini/Paleari vince la

prima partita 8-4 contro Di Nicola/Manuelli ma perde 4-8 la seconda partita. Il secondo turno termina 0-0. Il risultato finale è così 1-0 per la Rinascita e a fare la differenza è il braccio d’oro di Paolo Signorini che mette fine al primato dell’Aquila durato soltanto lo spazio di una settimana. Ora in cima alla classifi-ca c’è La Pinetina Roma con 25 punti, seguita dall’Aquila con 24 e dalla MP Filtri Rinascita con 20 punti. Prossimo avversario della MP Filtri Rinascita, nel turno di campionato in programma sabato 16 mar-zo, sarà l’Ancona 2000.

campionati mondiali di karate a verona

podio per matteo romagnoli

sabato 2 e domenica 3 marzo al PalaOlimpia di Verona si sono disputati i Campionati mondiali di karate promossi dalla società azoto com-

pany e dalle Federazioni Fekda-uniaks-eur&ka. Un evento sportivo di altissimo livello che ha portato a Verona oltre 1.500 partecipanti provenienti da più di 20 nazioni del mondo. La competizione individuale e a squadre ha visto anche la partecipazione dell’atleta carpigiano matteo romagnoli (in foto) e del suo team, i Black Dragons, società in forze alla palestra sG la patria. Tre primi podi per i dragoni carpigiani nel combattimento: un primo posto nell’individuale per il campione Matteo Romagnoli (nella categoria cintura nera, -78 chilogrammi), un primo posto per la squadra maschile e uno per quella mista. Bene i due carpigiani Francesco capobianco e mohammed Fraied.

una festa di sport e amicizia. Si può riassumere così la

tappa regionale organizzata per la prima volta in modo ufficiale dalla giovane società Rugby Carpi al campo Dorando Pietri e alla pista di atletica. Ospiti sono stati 250 bambini arrivati di buon mattino appartenenti alle società Rugby Viada-na, Rugby Bologna 1928, Vignola Rugby, Modena Junior Rugby Club e Scuole Lanfranco Rugby. Sono scese in campo tutte le categorie, dall’Under 6 all’Under 12. I padroni di casa hanno difeso con onore il campo strappando applausi ai genitori e al pub-blico presente sugli spalti. Un pubblico scaldato dal primissimo sole di marzo e divertito dall’inedita scena di questi piccoli atleti che, senza timore e con tanta voglia di divertirsi, si sono

250 bambInI In campo al torneo dI mInIrugby organIzzato dalla socIetà carpIgIana

carpi città ovale!

sfidati a suon di placcag-gi nel fangoso terreno di gioco. L’esperienza delle squadre di Modena ha fatto la differenza nei risultati ma tutte le compagini hanno

dato battaglia. Ha risuonato finalmente anche a Carpi quel tipico sottofondo che compone la melodia delle domeniche di minirugby: il fischietto dell’arbitro, osservato con attenzione e disciplina, le urla di incita-

mento dei genitori pronti a fare il tifo per tutti indipen-dentemente dal risultato, gli applausi per i saluti di fine partita, le risate del terzo tempo. Un evento reso pos-sibile grazie all’impegno della società Rugby Carpi,

dei genitori, al sostegno del Comune di Carpi e alla preziosa disponibilità degli amici della Bocciofila Dorando Pietri. E adesso per i giovani rugbysti è già ora di pensare ai tornei di primavera (a Reggio il 24

marzo, a Prato il 14 aprile, a Modena il 2 giugno). La palla ovale si sa, fa inna-morare molti. Da mesi an-che un gruppo di carpigiani adulti si allena con costanza e dedizione agli ordini di mister Stefano Bolognesi. Dopo le prime sfide amiche-voli dell’autunno, domenica 3 marzo i Falchi di Carpi hanno sfidato in trasferta gli Highlanders Formigine. I locali, tra le squadre al ver-tice del campionato federale di Serie C, hanno dovuto sudare parecchio e dar fondo a tutte le loro energie per contrastare la voglia di emergere e il crescente equilibrio tattico della for-mazione carpigiana. A fine partita molti i complimenti ricevuti dai biancorossi. Cresce così la coscienza di potere costruire qualcosa di solido e duraturo nel pano-rama dello sport carpigiano: per la prossima stagione infatti, si pensa già al cam-pionato...

criterium provinciale di judo-gioco

Quando lo sport fa rima con aggregazioneDomenica 3 marzo si è svolta a Carpi, presso il Palazzetto Enzo Ferrari

la seconda prova del Criterium Provinciale di Judo-gioco al quale hanno partecipa-to tutte le società della provincia di Modena (15) affiliate C.O.N.I. F.I.J.L.K.A.M. La giorna-ta ha visto l’avvicendarsi

grandicelli cercano gli avversari di altre competizioni per parlare come vecchi amici. Al Criterium ha fatto visita anche l’assessore

alberto D’addese che ha pro-lungato la sua permanenza fino alla fine della gara premiando gli atleti.

di oltre 300 bambini dai 5 ai 10 anni in prove di percorso,

lotta a terra e lotta in piedi. Il Criterium è un momento di aggregazio-ne per i bimbi che hanno la possibilità di cimentarsi con

piccoli atleti di altre palestre e instaurare nuove amicizie. E’ infatti un piacere vedere come da un Criterium e l’altro i più

2308.03.2013 n° 09

secondo posto conquIstato al campIonato regIonale dI serIe d nella repubblIca dI san marIno

argento per la ritmica giardino!pallamano serie a

terraquilia torna alla vittoria terraquilia - castenaso: 31 - 23

terraquilia carpi torna alla vittoria e riconqui-sta il secondo posto in

classifica vista la sconfitta della Dorica a Sassari, con un occhio già puntato alla gara di sabato in casa della capolista ambra. Inizio di partita nervoso per i biancorossi, poi, quando i ra-gazzi di coach serafini hanno ritrovato il gioco e più convin-zione ecco il decollo con Terra-quilia Carpi che prende il largo nel punteggio. Inizio con molti errori da entrambe le parti (1-1 al al 5’ e 3-3 all’ 8’), Terraquilia opera il primo allungo e con un break di 4-0 si porta sul 7-3 al 12’. Gli ospiti provano a rien-trare in partita (7-5 al 14’), ma Carpi non si fa sorprendere e si porta con un ulteriore allungo di 4-0 sull’ 11-5 al 19’. I carpi-giani hanno la partita in mano e aumentano il vantaggio fino al +7 di fine primo tempo. Nella ripresa Terraquilia mantiene le redini del gioco raggiungen-do il massimo vantaggio al 15’ sul risultato di 25-16. Gli ospiti provano l’ultimo assalto (25-20 al 18’), ma i biancorossi si riportano avanti 28-20 (20’) chiudendo di fatto la partita. Buone le prestazioni di pieracci, D. Zoboli e Giannetta. Sabato prossimo però ci sarà bisogno del miglior molina e di un più incisivo radojevic per contra-stare la capolista Ambra e strap-pare una vittoria fondamentale per la classifica.

si è svolta lo scorso sabato 2 marzo ad Acquaviva nella

Repubblica di San Ma-rino, la prova unica del Campionato Regionale di Serie D gr/gpt, rientrante nel calendario agonistico della Federazione Gin-nastica d’Italia (fgi). La Ritmica Giardino si è presentata con due squadre per la Categoria Open. Squadra A: Giulia Ber-tollo, Stefania Bertollo, Alessandra Luppi, Chiara Ferrari e Asia Terrando. Squadra B: Cecilia Ca-valetti, Asia Franchetto, Federica Guaitoli e Alessia Luppi. Entrambe le squadre hanno ottima-mente presentato il proprio programma gara, incappan-do in qualche fallo esecu-tivo solo nell’esercizio in coppia (cerchio in coppia e palla-nastro in successio-ne), ma le prestazioni nei collettivi a corpo libero, nonché negli individuali con attrezzo hanno garanti-to il secondo posto per la Squadra A, e, per un soffio, il terzo per la Squadra B. L’argento così conquistato dalla squadra ha permesso l’ammissione alla finale

nazionale che si svolgerà a Pesaro il prossimo giu-gno. Federica Garibol-di, responsabile tecnica della Ritmica Giardino, può dirsi soddisfatta di tutte le proprie ginnaste, anche se un po’ rammaricata per la più giovane squadra B che si è vista sfuggire la finale. Intanto il lavoro in palestra continua a pieno ritmo per ottemperare a un calendario fitto di impegni: domenica 10 marzo è in programma un’ esibizione al Borgogio-ioso. Domenica 17 marzo, una parte delle ginnaste sarà impegnata in un’esibi-zione presso il PalaFerrrari per l’iniziativa a favore del Progetto Chernobyl men-tre l’altra parte di atlete è chiamata a riscattarsi nella seconda prova del Campio-nato Regionale di Serie C a Ferrara.