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7 NON RUBARE “Perché siete tutti fratelli” GASPARE IL VIANDANTE FORTUNATO C'era una volta un giovane che si chiamava Gaspare. Per guadagnarsi da vivere a volte mieteva il grano, altre suonava il violino oppure ferrava cavalli, scriveva lettere, tosava le pecore o cantava canzoni. Un giorno Gaspare si trovò ad attraversare una zona dove non era mai stato prima. Era stanco e affamato e per di più stava cominciando a piovere; in lontananza si scorgevano le torri e i merli di un castello. "Laggiù dovrei trovare lavoro" pensò, "di solito solo i re vivono in castelli come quello e in una dimora reale c'è sempre parecchio da fare". Gaspare bussò e, poiché nessuno rispondeva, entrò. Si trovò in un grande atrio tappezzato di arazzi. In un angolo c'era un enorme camino in cui scoppiettava un bel fuoco, e in mezzo alla sala c'era un grande tavolo carico di cibi e bevande. In mezzo al tavolo spiccava un cuscino di velluto rosso, sul quale troneggiava una corona d'oro scintillante di rubini grossi come nocciole. Gaspare rimase a bocca aperta. "È la stanchezza che mi fa immaginare strane cose" si disse, "devo trovare un po' di cibo e un letto e, visto che non c'è nessuno, dovrò arrangiarmi da solo". Traversò tutte le stanze del castello, cercando e chiamando. Non incontrò anima viva. Entrò in una piccolissima soffitta dove non c'era nessun fuoco acceso, la luce era fievole e come unico mobilio c'era un ruvido materasso per terra e un rozzo tavolo, con sopra una caraffa d'acqua e una crosta di pane secco. Gaspare si guardò intorno e concluse: "Non ho fatto niente per guadagnarmi l'alloggio e quindi mi accontenterò di questa umile dimora". Mangiò il pane, bevve l'acqua e cadde addormentato. Appena chiuse gli occhi cominciò a sognare. Nel sogno vide un cigno bianco che gli si avvicinava e gli parlava: "La corona è tua" diceva "e sii re". Il mattino Gaspare si svegliò riposato e rise al ricordo del sogno. Arrivò al grande atrio e, quando mise piede sulla soglia, un grande cigno si alzò in aria, spalancò le ali e atterrò sul tavolo accanto alla corona d'oro. Gaspare si ricordò del sogno, prese la corona e se la mise in testa. Il cigno sparì e al suo posto apparve una bella Principessa con un abito di seta bianca tempestato di perle e ornato da nastri di raso. Si avvicinò a Gaspare e lo prese per mano: "Tu sei il primo viandante, in molti anni tristi, che ha preso solo quello che gli spettava" disse. "altri hanno mangiato come porci, bevuto come spugne, si sono avvolti in abiti di seta e hanno poggiato i loro stivali sporchi sulle bianche lenzuola di raso. Con la tua onestà tu hai spezzato la maledizione di una strega e mi hai liberata. Ora sarai il re del castello e se lo desideri io sarò la tua regina". Il castello si risvegliò e Gaspare, naturalmente, sposò la Principessa. Ogni persona ha il diritto che le sue cose siano rispettore Passare il tempo a far niente invece di lavorare o studiare è come rubare alla propria famigliae al proprio futuro Sprecare e rovinare le cose che servono a tutti è uno dei furti più odiosi Bisogna rispettare anche i diritti, l’opinione, il buon nome delle altre persone IO Non prenderò nulla di ciò che non è mio e sarò gentile con le cose degli altri

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7 NON RUBARE“Perché siete tutti fratelli”

GASPARE IL VIANDANTE FORTUNATOC'era una volta un giovane che si chiamava Gaspare. Per guadagnarsi da vivere a volte mieteva il grano, altresuonava il violino oppure ferrava cavalli, scriveva lettere, tosava le pecore o cantava canzoni. Un giorno Gasparesi trovò ad attraversare una zona dove non era mai stato prima. Era stanco e affamato e per di più stavacominciando a piovere; in lontananza si scorgevano le torri e i merli di un castello. "Laggiù dovrei trovarelavoro" pensò, "di solito solo i re vivono in castelli come quello e in una dimora reale c'è sempre parecchio dafare". Gaspare bussò e, poiché nessuno rispondeva, entrò. Si trovò in un grande atrio tappezzato di arazzi. In unangolo c'era un enorme camino in cui scoppiettava un bel fuoco, e in mezzo alla sala c'era un grande tavolocarico di cibi e bevande. In mezzo al tavolo spiccava un cuscino di velluto rosso, sul quale troneggiava unacorona d'oro scintillante di rubini grossi come nocciole. Gaspare rimase a bocca aperta. "È la stanchezza che mifa immaginare strane cose" si disse, "devo trovare un po' di cibo e un letto e, visto che non c'è nessuno, dovròarrangiarmi da solo". Traversò tutte le stanze del castello, cercando e chiamando. Non incontrò anima viva.Entrò in una piccolissima soffitta dove non c'era nessun fuoco acceso, la luce era fievole e come unico mobilioc'era un ruvido materasso per terra e un rozzo tavolo, con sopra una caraffa d'acqua e una crosta di panesecco. Gaspare si guardò intorno e concluse: "Non ho fatto niente per guadagnarmi l'alloggio e quindi miaccontenterò di questa umile dimora". Mangiò il pane, bevve l'acqua e cadde addormentato. Appena chiuse gliocchi cominciò a sognare. Nel sogno vide un cigno bianco che gli si avvicinava e gli parlava: "La corona è tua"diceva "e sii re". Il mattino Gaspare si svegliò riposato e rise al ricordo del sogno. Arrivò al grande atrio e,quando mise piede sulla soglia, un grande cigno si alzò in aria, spalancò le ali e atterrò sul tavolo accanto allacorona d'oro. Gaspare si ricordò del sogno, prese la corona e se la mise in testa. Il cigno sparì e al suo postoapparve una bella Principessa con un abito di seta bianca tempestato di perle e ornato da nastri di raso. Siavvicinò a Gaspare e lo prese per mano: "Tu sei il primo viandante, in molti anni tristi, che ha preso solo quelloche gli spettava" disse. "altri hanno mangiato come porci, bevuto come spugne, si sono avvolti in abiti di seta ehanno poggiato i loro stivali sporchi sulle bianche lenzuola di raso. Con la tua onestà tu hai spezzato lamaledizione di una strega e mi hai liberata. Ora sarai il re del castello e se lo desideri io sarò la tua regina". Ilcastello si risvegliò e Gaspare, naturalmente, sposò la Principessa.

Ogni persona ha il diritto che le sue cose siano rispettore

Passare il tempo a far niente invece di lavorare o studiare è come rubare alla propria famigliae al proprio futuro

Sprecare e rovinare le cose che servono a tutti è uno dei furti più odiosi

Bisogna rispettare anche i diritti, l’opinione, il buon nome delle altre persone

IO Non prenderò nulla di ciò che non è mio e sarò gentile con le cose degli altri

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8 NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA“Perché io sono la verità”

ERA PROPRIO UN FANFARONEBeppone era un vecchio arrogante e sbruffone e nessuno lo sopportava. Un giorno di primavera irruppesbraitando: "Ammazzerò ogni dannato animale di quella dannata montagna", sbottò. "Allora sì che mivorrete tutti pagare da bere e mi batterete le mani sulla spalla e chiederete la mia fotografia! ". "Ti sei percaso comprato un fucile nuovo?", chiese qualcuno. "No", rispose, "mi sono fatto un piffero!". Tutti quelli chesi trovavano nel locale risero, ma egli si guardò attorno con aria di sfida. "Quando io suono il piffero, possoimitare il verso di qualunque animale, il cervo, il castoro, il procione...". Dopo essersi addentrato parecchionella foresta, tirò fuori il piffero e imitò il verso del cervo. Un piccolo cervo udì il richiamo e uscì dal foltodegli alberi. Con freddezza, Beppone caricò il fucile e lo puntò contro la creaturina, Bang, sparò e mancò ilbersaglio. Ma una grossa lince rossa aveva sentito il richiamo del cervo e accorse a grandi balzi tra gli alberi,leccandosi i baffi e pregustando un buon pasto di cervo. Quando vide Beppone lo fissò sogghignando.Beppone aveva il fucile scarico, ma prese il piffero e imitò il ruggito del leone di montagna. E quel suonospaventò talmente la lince, che scappò nel folto degli alberi come se avesse avuto alle calcagna un veroleone. Ma la lince non era l'unico animale ad avere udito il ruggito del leone. Una grossa leonessa affamataaccorse fra gli alberi pensando che il suo compagno avesse trovato qualcosa di buono per cena, e quandovide Beppone lo fissò sogghignando. Rapido come il lampo, Beppone prese il piffero e imitò il verso di ungrosso orso grigio. E spaventò tanto la leonessa di montagna che la fece scappare via tra gli alberi come seun vero orso grigio le stesse alle calcagna. Ma la leonessa non era l'unico animale ad aver sentito il versodell'orso. Lo udì anche un enorme e solitario orso grigio che accorse speranzoso di trovare un amico. Matrovò solo Beppone. Malgrado ciò, sogghignò allegramente e se lo mangiò. Era sempre stato un arrogantevecchio sbruffone, quel Beppone.

Dire bugie per apparire migliori, vantarsi e pavoneggiarsi sono atteggiamenti stupidi che allontanano gli amici

Bisogna imparare a non avere mai paura della verità. Anche quando costa

È importante non ripetere dicerie e pettegolezzi

Bisogna pensare a quello che si dice e dire quello che si pensa. È bello fare complimenti, non adulare

IO Voglio che gli altri possano sempre fidarsi di me

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9 NON DESIDERARE LA DONNA D’ALTRI“Perché le persone non sono cose”

IL MOSTRO DAGLI OCCHI VERDIOtto Leprotto e Lino Scoiattolo erano amici per la pelliccia. Dalla primavera all'autunno inoltrato, la Raduradelle Tre Querce risuonava dei loro squittii e dei loro inseguimenti tra le radici degli alberi. Dall'alto lisquadrava, con occhio leggermente altezzoso, Pina la Gazza. Pina sospirava: quello che avrebbe veramentevoluto era giocare con Lino e fermarsi a guardare con lui il tramonto sulla cima della grande quercia. Nonvoleva però tra i piedi quello stupido leprotto: Otto non sapeva neanche volare e arrampicarsi e aveva unacoda ridicola, un ciuffetto di peli bianchi. Pina sbuffava e sospirava. Tra le foglie la osservavano dueocchietti maligni, verdi come smeraldi. Appartenevano ad uno strano mostriciattolo che, sempre tenendosinell'ombra, strisciò vicino alla gazza. "Sarebbe bello, eh, poter giocare con quel bel scoiattolino" insinuò."Certo". "Ma lui preferisce quell'insignificante leprotto!". "Proprio così". "Ma se vuoi veramente avere loscoiattolo tutto per te, non è poi tanto complicato!". “Che cosa dovrei fare?” I Il mostriciattolo bisbigliòqualche rapida frase e Pina annuì. Poi aspettò il momento opportuno. Appena lo scoiattolo si allontanò perandare a fare merenda, Pina scese planando, in larghi giri oziosi, fino a posarsi accanto al leprotto. “Seisolo, eh?”. “Ma solo per I adesso!“. “È strano come ti piaccia tanto quello scoiattolo. Dice a tutti che viene agiocare con te solo perché gli ispiri tanta pietà. Dice pure che sei un po' tonto e che senza di lui starestisempre solo". Otto ascoltava a bocca aperta. Un lacrimone fece capolino nei suoi occhi. "Dice anche che nonsai fare niente, neanche arrampicarti sugli alberi!" continuò imperterrita Pina. Otto Leprotto scappò viasenza rispondere e si rifugiò nella sua tana. Pina la Gazza tornò sull'albero. "Ben fatto" le bisbigliò il mostrodagli occhi verdi, che aggiunse: "E adesso devi..." e di nuovo sussurrò malignamente nelle orecchie dellagazza. Quando Lino si affacciò Pina lo aspettava. “Non ci crederai ma ho sentito Leprotto dire che seiproprio noioso come compagno di giochi che sei vanitoso e prepotente! “Davvero?”. “Certo. E dice ancheche sei solo un rompiscatole”. Lino diventò uno straccetto. Mogio mogio mormorò: “Non giocherò mai piùcon Otto”. Era quello che Pina aspettava. “Puoi giocare con me” propose. “Va bene”. Il giorno dopo OttoLeprotto e Lino Scoiattolo si insultarono e giurarono: “Non mi faccio più amico con te!”. Si fecero leboccacce e si voltarono le spalle. Lino e Pina cercarono di giocare insieme, ma la gazza aveva un beccotremendo e dopo un po' Lino era pieno di lividi. Pina era delusa e lo scoiattolino ripensava con nostalgia aquanto era bello divertirsi con Leprotto, giù nel prato. Così nella Radura delle Tre Querce tutto divenne piùtriste. Solo il mostriciattolo dagli occhi verdi sogghignava, nascosto tra le foglie

Trattare le persone come cose o come proprietà di qualcuno è un’ingiustizia orribile

Per avere qualcosa non bisogna mai portarlo via ad altri:l’affetto non si ruba mai

È importante ringraziare ogni giorno il Signore per il dono delle persone che ci vogliono bene e chiedergli di aiutarci ad allargare il cerchio dei nostri amici

L’invidia e la gelosia rendono infelici

IO Sarò leale con coloro che mi amano

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10 NON DESIDERARE LA ROBA D’ALTRI“Perché ho messo nel creato quel che basta per tutti”

LA CASA PIÙ GRANDE DEL MONDOC'era una volta una piccola lumaca che un giorno disse a suo padre: "Quando sarò grande voglio avere la casa più grande del mondo". "Certe cose sono meglio piccole" Le rispose suo padre. "Fai sempre in modo che la tua casa sia piccola e leggera da portare".Ma la lumachina non volle dargli ascolto, e nascosta all'ombra di una grande foglia cominciò a torcersi e a stirarsi da una parte e dall'altra fini a che non riuscì a scoprire come far crescere la propria casa. E così la casa cominciò a crescere e a crescere, e tutte le chiocciole che vivevano su quel cavolo dicevano “Tu hai certamente la casa più grande del mondo”. La chioccioletta continuò a spingere e a sforzarsi fino a che la sua casa fu grande come un melone. Riuscì ad aggiungerle grandi cupole appuntite e persino vivaci colori e magnifici disegni. Ora era proprio sicura di avere la più grande e la più bella casa del mondo. Ne era orgogliosa e felice. Un giorno però le lumache finirono di mangiare tutte le foglie del cavolo. Non rimasero che pochi gambi nodosi e decisero di trasferirsi su un altro cavolo. Ma, ahimè, la piccola lumaca non poteva più muoversi. La sua casa era ormai troppo pesante. Fu lasciata indietro e abbandonata a se stessa, e poiché non c’era più niente da mangiare la piccola lumaca lentamente deperì e scomparve. Non rimase altroche la grande casa. Ma anch’essa a poco a poco si sgretolò e non restò più nulla

La cupidigia e l’avidità rendono l’uomo cieco e anche un po’ stupido

È molto più importante accorgersi di quanto si possiede invece di desiderare cose superflueed inutili

Confrontarsi continuamente con quello che gli altri possiedono rende ansiosi, insicuri e tristi

In questo mondo molti soffrono per mancanza del necessario:dobbiamo imparare ad essere giusti e solidali

IO Aiuterò le persone ad avere ciò di cui hanno bisogno

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IO PROMETTO

PRIMO:Metterò Dio al primo posto per tutta la mia vita

SECONDO:Pronuncerò sempre il nome di Dio con amore e rispetto

TERZO:Ogni domenica passerò del tempo con Dio

e farò festa con lui

QUARTO:Amerò, ascolterò, ubbidirò ai miei genitori

e a quelli che hanno cura di me

QUINTO:Rispetterò sempre ogni creatura vivente

SESTO:Rispetterò sempre il mio corpo e quello degli altri

SETTIMO:Non prenderò nulla di ciò che non è mio

e sarò gentile con le cose degli altri

OTTAVO:Voglio che gli altri possano sempre fidarsi di me

NONO:Sarò leale con coloro che mi amano

DECIMO:Aiuterò le persone ad avere ciò di cui hanno bisogno

Firmato: __________________