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7^ giornata dell'economia 1

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Il Tessuto imprenditoriale

Il clima di negatività dell’economia si è manifestato in modo molto attenuato sulle imprese imperiesi.

Diminuiscono le imprese registrate ma ciò è imputabile in larga parte alla “pulizia” degli archivi camerali dove sono state depennate molte società inattive: le imprese registrate passano da 28.268 a 28.101 (-167 imprese) mentre quelle attive segnano un leggero incremento passando da 24.324 a 24.370 (+46 imprese)

Dopo decenni di crescita preoccupa il rallentamento e soprattutto si teme l’arresto del processo di maggior strutturazione che si è registrato negli ultimi anni con l’aumento delle società di capitali

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I settori

Agricoltura: -3% Commercio: -0,6%, di cui dettaglio -3,3% Turismo: -2,5% Manifattura: -0,6%, ma metalli +2% Costruzioni: +2,9%, per frammentazione

produttiva Servizi:

Trasporti -6,1% Credito e assicurazioni -4,6% Immobiliare -2,9% Attività professionali -0,5% Servizi privati, +0,1%

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Il Tessuto imprenditoriale

Imprenditoria straniera in crescita del +6,2%, oggi a 3.700 unità.

Sempre più extracomunitari titolari delle imprese di Imperia, oltre 2.300.

Diminuisce invece l’imprenditoria femminile, -1,3%, così come le donne imprenditrici, -1,2%, scese a 13.200 unità.

Tuttavia, l’impresa in rosa rappresenta ancora una realtà importante nel sistema imperiese con il 26% delle imprese, soprattutto nel commercio e in generale terziario, e nell’agricoltura.

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I conti economici territoriali

• Economia terziarizzata: i servizi determinano il 78,3% del Pil locale.

 • Forte specializzazione nel settore agricolo, in

rapporto alla regione (6,1% del Pil, contro l’1,6% ligure), nelle costruzioni (9% del Pil, contro il 6,3% ligure), ma poca manifattura (6,6% del Pil, contro il 12% ligure).

• Il valore aggiunto complessivamente prodotto in provincia è pari a quasi 4,7 miliardi di euro.

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I conti economici territoriali

• Nel 2008, il Pil a Imperia è cresciuto del +5,5% sul 2007, a fronte del +3% della Liguria e del +1,8% dell’Italia.

• Dall’inizio del millennio la ricchezza a Imperia cresce di più che nel resto della Liguria e dell’Italia, di circa un punto e mezzo in più all’anno.

• Le distanze però ancora restano. Siamo 59esimi in classifica nazionale per Pil pro-capite, con 25.000 euro a testa, contro i 27,4 mila liguri e i 26,3 mila italiani.

• Anche sul reddito realmente disponibile si notano questi ritardi, seppur meno accentuati.

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I conti economici territoriali

• Le famiglie più in sofferenza sono da noi quelle sotto i 3 componenti, avendo un reddito famigliare inferiore alla media regionale. Quelle da 4 componenti in su sono invece relativamente più ricche.

• Negli ultimi 2 anni, le nostre famiglie consumano di più di quelle liguri. Ogni anno accantonano mediamente il 6% del reddito disponibile, contro il 9% medio regionale.

• Se hanno meno entrate reddituali, le famiglie imperiesi hanno però un patrimonio più consistente. Ogni nucleo famigliare ha mediamente 447 migliaia di euro di patrimonio, investito in 2 casi su 3 (più che in Liguria) in immobili, e per 1/3 in titoli.

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Il lavoro

Nel 2008, il tasso di occupazione 15-64 anni a Imperia è al 64,9%, più o meno lo stesso di quello dell’anno precedente. Media Liguria al 63,8%, media Italia al 58,7%. Occupati pari a 90 mila unità.

  Crescono però le persone in cerca di

occupazione, da 4,5 mila del 2007 a 6,0 mila nel 2008. Tasso di disoccupazione al 6,3%, un punto e mezzo in più del 2007, il più alto di tutta la regione (media 5,4%). Media nazionale al 6,7%. Motivo: disoccupazione femminile in rialzo al 9,7% dal 6,3% dell’anno precedente.

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Il lavoro

Fenomeno: con la crisi, più donne ricercano attivamente lavoro, anche se molte non lo trovano.

Nel 2008, la Cassa integrazione totale è cresciuta del +19%, ma la modalità ordinaria (per situazioni di temporanea difficoltà) del +41% sul 2007, grazie a impennata dell’edilizia (+50%).

Nei primi 3 mesi 2009, però, inaspettata inversione di rotta, rispetto a tendenza nazionale: Cig totale -38% su stesso periodo del 2008, con Cig ordinaria a -47%.

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Il Commercio Internazionale

Le esportazioni si sono ridotte nel 2008 del -6,6% (-25 milioni di euro). Oggi la nostra provincia esporta circa 347 milioni.

La bilancia commerciale continua però ad essere positiva di 100 milioni. Unico caso di positività in tutta la regione.

In Liguria, invece, l’export ha segnato un +9,4%, ma la bilancia commerciale è negativa.

Primo mercato di riferimento del nostro venduto resta la Francia (che rimane costante) e in generale l’Europa, ove collochiamo il 90% di tutto l’esportato.

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Il Commercio Internazionale

Perdiamo quote in Germania (-6,3%), nei Paesi Bassi (-25%) e in Svizzera (-23%), consolidiamo la nostra presenza in Slovenia (+77%), Arabia Saudita (+95%) e Cina (+227%), anche se siamo ancora su piccoli numeri.

  Riguardo ai principali settori:

• silvicoltura -9,5% (76 milioni di esportato)• agricoltura, orticoltura e floricoltura -1,1% (60 milioni)• alimenti +10% (32 milioni)

Inoltre, è in grande ascesa l’export di navi e imbarcazioni +41%, in diminuzione, invece, le bevande -12,4%.

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Il Commercio Internazionale

Bassa specializzazione produttiva del sistema manifatturiero imperiese. Il 38% dei prodotti esportati fanno riferimento alla filiera agricola e alle materie prime, il 42% a prodotti tradizionali e standard, e solo il 20% a prodotti specializzati e high tech, contro il 45% della Liguria.

  Import in calo del -11,6% (-32 milioni).

Oggi si attesta a 247 milioni. In Liguria, invece, le acquisizioni estere sono aumentate del +12,7%.

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Il Commercio Internazionale

Se vi sono pochi scambi commerciali sui prodotti manifatturieri, vi è però un’elevata intensità degli scambi internazionali dei servizi.

Nel 2007, Imperia ha una situazione creditoria nei confronti dell’estero per l’erogazione di servizi di 476 milioni di euro, e una debitoria di soli 83 milioni. Saldo a 347 milioni, cifra consistente anche rispetto a export prodotti manifatturieri.

Inoltre, negli ultimi 6 anni, questo commercio è raddoppiato, contro un -15% in Liguria.

Determinante la bilancia turistica, in forte attivo, ma si esportano anche servizi alle imprese e costruzioni.

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Il Commercio Interno

Le modificazioni nei comportamenti di consumo e l’avvicendarsi delle crisi economiche si sono riflessi sulla numerosità delle imprese commerciali: -1.100 imprese perse in 10 anni.

Oggi sono quasi 5.800 unità, di cui 1.380 nell’ingrosso e 3.755 nel dettaglio.

Comunque, il commercio nel suo insieme è ancora un settore strategico per Imperia: occupati 14.000, valore aggiunto pari a 556 milioni di euro (12% del Pil totale).

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Il Commercio Interno

A proposito del dettaglio, negli ultimi 10 anni ha perduto 630 unità (-3,3%).

Ma resta alta la parcellizzazione: 165 esercizi ogni 10.000 residenti, sopra la media regionale.

Ogni punto commerciale imperiese è costituito da 66 mq di vendita, 57 mq in Liguria, 74 mq in Italia.

  Sistema imperniato sul piccolo commercio, con

eccezioni come Taggia, ove la media e grande distribuzione raggiunge livelli da record in ambito regionale (oltre 1.500 mq ogni 1.000 residenti).

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L’Artigianato

A Imperia, circa 1 impresa su 3 è artigiana, e contribuisce al 15% del Pil dell’artigianato regionale.

Il valore aggiunto prodotto è aumentato dal 2001 al 2006 del +5% medio annuo, tasso più alto in regione (+2%).

Nell’ultimo quinquennio, exploit dell’edilizia (+9% medio annuo), ma molto bene anche i trasporti (+4,6%) e informatica e servizi alle imprese (+3,8%).

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L’Artigianato

Nel 2008 il settore sembra aver tenuto da un punto di vista delle strutture, ma non dei fatturati.

Primo semestre 2008 relativamente negativo. Secondo semestre in ulteriore peggioramento: calo tendenziale della produzione -1,1%, fatturato -1,2%, ordini -1,3%.

Cede anche l’occupazione -0,4%.

In Liguria, produzione -1,2%, fatturato -1,1%, occupazione -0,7%.

  Clima di fiducia in leggero calo. Per i primi 6 mesi del

2009, le previsioni sono: produzione -0,8%, fatturato -1%, ordini -1,6%, sul già debole secondo semestre 2008.

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L’Agricoltura

• Settore strategico per l’economia imperiese anche per il suo risvolto industriale. Filiera agro-alimentare.

• Pil 2007 pari a 288 milioni di euro, 6,1% del totale. Incidenza dalle 3 alle 4 volte superiore alla media regionale e nazionale.

• Nel 2008, però, le imprese agricole iscritte al Registro imprese sono in calo del -3,2%. Perse circa 200 unità. Oggi le imprese “ufficiali” sono circa 5.500.

• 23 mila quintali di olio prodotti nella campagna 2007-2008, solo 9 mila nel 2006-2007.

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Il Turismo

L’Italia non attrae più come un tempo: nel 1970 eravamo il primo Paese al mondo per stranieri, oggi siamo al 5° posto, dietro Francia, Spagna, Usa e Cina. E nel 2020 scivoleremo al 7° posto, dopo UK e Hong Kong.

Le criticità:• Industria turistica poco competitiva (28esimi al

mondo)• Solo il 2% degli alberghi è affiliato alle grandi

catene internazionali, contro il 70% negli Usa e il 20% in UK. Non si riesce perciò a creare turismo “aggiuntivo”

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Il Turismo

• Scarsa attenzione alle nicchie, come low cost e giovani (inesistenti i “budget hotel” e tariffe contenute).

• Poca possibilità di prenotare tramite internet: lo consente 1 struttura su 4, contro 1 su 3 in Europa.

• Manca un coordinamento unitario che promuova il marchio Italia nel mondo.

  Riguardo a Imperia, nel 2008 3,3 milioni di

presenze turistiche, -1,4% rispetto al 2007. A fronte di un calo degli italiani (-3,7%) per una minore permanenza, si registra, però, un incremento degli stranieri (+3,9%) che superano abbondantemente il milione di presenze.

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La Popolazione

Nel 2008, residenti pari a 219.383 unità, +1% sul 2007. Determinante nella crescita il movimento migratorio (saldo +3.100 unità), mentre il saldo naturale è negativo (-1.100 unità).

Popolazione che sta gradatamente invecchiando: oggi, per ogni giovane sotto i 15 anni di età vi sono 2,25 anziani sopra i 65 anni (225%). Media Italia = 142%.

Gli stranieri residenti salgono a 15.500 unità, +17% rispetto al 2007, raggiungendo il 7% della popolazione totale. Le principali comunità sono quelle albanesi, marocchine, rumene, francesi e turche.