7 e 10 Cap. Geografia Umana

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7.3: STRUTTURA URBANA 7.3.3: MODELLI DI FORMA E DI EVOLUZIONE DELLA STRUTTURA URBANA LE CITTA EUROPEE Fattori determinanti che hanno dato luogo al processo di una nuova forma urbana: - Possibilità per i pedoni e per le biciclette di circolare in città; - Trasporto privato in città costoso più che negli altri paesi; - Mezzi di trasporto pubblici economici e diffusi; - Abitazioni di proprietà non molto diffuse; - Attaccamento agli edifici storici con conservazione degli stessi; - Quartieri centrali occupati da residenze, uffici e servizi. LE CITTÀ NORD-AMERICANE Caratteristiche: - Rapidità dello sviluppo; - Aree centrali ben distribuite (pianta a scacchiera ed edifici elevati); - Periferia: villette unifamiliari con campi verdi ad intervallo; - Servizio pubblico più usato: metropolitana. LE CITTÀ DELL’EX UNIONE SOVIETICA E DEI PAESI SOCIALISTI Caratteristiche: - Proprietà pubblica dei terreni con competizione assente; - Funzioni residenziali costruiti in grandi edifici; - Appartamenti ai margini delle città o vicino a fabbriche; - Frequenti piazze e parchi pubblici. LE CITTÀ DEL SUD DEL MONDO E DEI PAESI EMERGENTI Caratteristiche: - Paesi del sud offrono meno opportunità di lavoro rispetto a quelli del nord; - Crescita della popolazione dovuta all’alto tasso di natalità; - Struttura urbanistica disordinata; - Formazione di grandi agglomerati con zona centrale un po’ più ricca e periferia poverissima; - Diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza della popolazione. - Nel centro ci sono il centro egli affari e gli uffici pubblici, in cui si trovano le banche.

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7.3: STRUTTURA URBANA

7.3.3: MODELLI DI FORMA E DI EVOLUZIONE DELLA STRUTTURA URBANA

LE CITTA EUROPEE

Fattori determinanti che hanno dato luogo al processo di una nuova forma urbana:

- Possibilità per i pedoni e per le biciclette di circolare in città;- Trasporto privato in città costoso più che negli altri paesi;- Mezzi di trasporto pubblici economici e diffusi;- Abitazioni di proprietà non molto diffuse;- Attaccamento agli edifici storici con conservazione degli stessi;- Quartieri centrali occupati da residenze, uffici e servizi.

LE CITTÀ NORD-AMERICANE

Caratteristiche:

- Rapidità dello sviluppo;- Aree centrali ben distribuite (pianta a scacchiera ed edifici elevati);- Periferia: villette unifamiliari con campi verdi ad intervallo;- Servizio pubblico più usato: metropolitana.

LE CITTÀ DELL’EX UNIONE SOVIETICA E DEI PAESI SOCIALISTI

Caratteristiche:

- Proprietà pubblica dei terreni con competizione assente;- Funzioni residenziali costruiti in grandi edifici;- Appartamenti ai margini delle città o vicino a fabbriche;- Frequenti piazze e parchi pubblici.

LE CITTÀ DEL SUD DEL MONDO E DEI PAESI EMERGENTI

Caratteristiche:

- Paesi del sud offrono meno opportunità di lavoro rispetto a quelli del nord;- Crescita della popolazione dovuta all’alto tasso di natalità;- Struttura urbanistica disordinata;- Formazione di grandi agglomerati con zona centrale un po’ più ricca e periferia poverissima;- Diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza della popolazione.- Nel centro ci sono il centro egli affari e gli uffici pubblici, in cui si trovano le banche.- Periferia: povera. Con igiene e pulizia precaria.- GATED COMMUNITY: quartieri recintati e sorvegliati da guardiani al cui interno possono accedere solo i

proprietari delle case, il loro personale di servizio e ospiti.- Paesi più antichi ci sono centri storici, palazzi, piazze.- Paesi emergenti: si costruiscono grattaceli, mezzi di comunicazione, servizi.

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LE CITTÀ IBRIDE (AD ACCRA IN GHANA)

- CENTRO DI SCALA LOCALE: o Dove si trova il mercatoo Destinazioni ricercate da immigrati provenienti dalle campagne

- CENTRO DI SCALA NAZIONALE:o Creato sotto il dominio coloniale britannicoo All’interno si trovano sedi di aziende ghanesi e principali funzioni di governo

- CENTRO DI SCALA GLOBALE:o Conformazione nastriformeo Al suo interno si trovano filiali locali di aziende straniereo Ricco di negozi e servizi

LE CITTÀ ISLAMICHE

- Somiglianza con città medievali europee: o Centro religiosoo Mercato centraleo Quartieri residenzialio Reticolo stradale irregolareo Cintura muraria con funzioni difensive

- Qibla sacra direzione della mecca- Riservatezza spazi privati

7.4: LE POPOLAZIONI E IL GOVERNO DELLE CITTÀ

7.4.1: RESIDENTI E NON RESIDENTI

Un tempo la popolazione notturna coincideva con quella diurna normalmente, adesso non più.

Popolazione urbana si divide in:

- Residenti:- City users: usano la città ma non risiedono li

o Pendolari provenienti dalle aree peri-urbane per lavorare o studiareo Utenti servizi che si recano in città per acquisti, visitare musei

- Utenti che si recano saltuariamente in città per affari

7.4.2: LA COMPOSIZIONE SOCIALE E LA GENTRIFICATION

POSIZIONE SOCIO-PROFESSIONALE: livelli di istruzione e tipi di occupazione differenti. In città avanzate maggiore la presenza di liberi professionisti e imprenditori. In città meno ricche si trovano invece lavori più poveri e bassi redditi. Spesso chi stava bene stava al nord e chi invece trovava difficoltà stava al sud. Con il tempo le cose sono cambiate e le aree di degrado dei quartieri centrali sono stati ricostruiti con conseguenza aumento di prezzi e ricolonizzazione dei centri storici.

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GENTRIFICATION: (gentry = classe di elevata condizione sociale) nome dato a questo fenomeno. Viene visto come sfruttamento delle classi povere ma anche come fenomeno utile per mantenere elevato il valore delle proprietà immobiliari della aree centrali.

LE BARACCOPOLI

Suburbanizzazione dei paesi meno sviluppati si caratterizza per la presenza di grandi masse di poveri che occupano settori svantaggiati che si trovano in situazioni svantaggiose soprattutto in periferia: quartieri chiamati BARACCOPOLI = (slums) quartiere urbano caratterizzato da sovrappopolamento, dalla presenza di case auto-costruite o molto degradate e da scarsità o assenza di servizi ed infrastrutture di base come l’acqua corrente e raccolta di rifiuti.

7.4.3: LE POLITICHE URBANE E L’URBANISTICA

Città non funzionano senza una forma di organizzazione collettiva che le governi, ne controlli e ne indirizzi gli sviluppi: chiamate POLITICHE URBANE (= nascono nel XIX secolo e sono politiche pubbliche in cui agiscono attori privati. Nascono per porre rimedio alle situazioni disumane createsi nelle prime agglomerazioni industriali).

L’URBANISTICA: nata nel XIX secolo è una disciplina che studia le trasformazioni dello spazio urbano ed è al tempo stesso una tecnica che elabora i piani e detta le regole di tali trasformazioni, traducendo nello spazio fisico gli indirizzi delle politiche urbane. Quindi regola lo sviluppo spaziale e fisico delle città e si ispira a due diversi orientamenti politici:

- Riformista umanitario: garantire condizioni abitative decenti- Igienico-sanitarie: evitare epidemie

Obiettivo principale dell’urbanistica è lo sviluppo economico in un’arena competitiva nazionale e internazionale tra organizzazioni private.

PIANIFICAZIONE STRATEGICA: strumento principale per l’attuazione degli scopi di una città.

Rigenerazione urbana: azioni e interventi che hanno per oggetto parti della città caratterizzate da situazioni di degrado fisico e sociale con lo scopo di migliorare condizioni degli edifici.

Immagine della città: obiettivo ricercato e quindi si entra nella competizione globale che essa debba essere ottimistica e positiva, distinta e superiore alle altre.

7.5: IL SITO E IL PAESAGGIO DELLA CITTÀ E L’AMBIENTE

SITO: specifico contesto ambientale locale. È il luogo dove sorge il centro urbano, con le sue caratteristiche fisiche e storiche.

PAESAGGIO URBANO: incide sui comportamenti umani e sui modi di costruire e trasformare le città.

BENE CULTURALE: categoria di beni comuni che si trova nelle città e in particolare nei centri storici.

7.5.1: I PAESAGGI DEL POTERE CENTRALE IL SITO

Del sito di una città interessano principalmente le caratteristiche naturali:

- Geomorfologiche- Idrologiche

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- Climatiche- Biogeografiche (flora e fauna)

7.5.2: IL PAESAGGIO URBANO

Caratteristiche del sito contribuiscono a formare il PASAGGIO URBANO assieme alle costruzioni dell’uomo. L’idea di paesaggio è associata in origine alla campagna. Oggi viene estesa a tutto il territorio, città inclusa. Il paesaggio caratterizzato da una concentrazione di BENI CULTURALI.

PATRIMONIO: costituito dall’insieme di testimonianze. Esso è diviso in beni culturali materiali e immateriali.

7.5.3: LA CITTÀ COME ECOSISTEMA

ECOSISTEMA: insieme di animali e vegetali collegati tra di loro e al loro ambiente da una trama di relazioni necessarie alla sua sopravvivenza.

La città ha bisogno di continui scambi di materia ed energia per riprodursi e rinforzarsi. L’ecosistema umano è caratterizzato da un costante squilibrio energetico con l’ambiente esterno. Il cibo era considerata una materia di enorme rilevanza per la crescita di una città. Il consumo di energia comporta la produzione di rifiuti che se non fossero smaltiti, porterebbero al blocco dell’ecosistema urbano.

L’IMPRONTA ECOLOGICA: indice statistico che dà la misura di quanta superficie in termini di terra e acqua la popolazione urbana necessita per produrre, con la tecnologia disponibile, le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti prodotti.

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE URBANA: riduzione al massimo di risorse primarie e di energia per liberarsi dai rifiuti.

L’IMPRONTA ECOLOGICA URBANA

IMPRONTA ECOLOGICA URBANA: termometro ambientale che indica quante risorse naturali richiede ogni città per i propri consumi e per assorbire i rifiuti che produce. Per calcolare l’impronta ecologica si sottraggono i prelievi-consumi di risorse ambientali locali dai prelievi-consumi che la città effettua a spese delle risorse ambientali del resto del mondo, tutto espresso in “unità di area”. Il risultato diviso per il numero di abitanti della città indica l’impronta ecologica media della sua popolazione.

QUALITÀ DELL’AMBIENTE URBANO E SALUTE

La qualità dell’ambiente incide anche sulla salute della popolazione. Le caratteristiche ambientali naturali (aria, acqua) dell’ecosistema urbano vengono modificate dalla popolazione e cioè può gravare sulla salute e sulla qualità della vita degli abitanti.

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CAP. 10: GEOGRAFIA DELL’AGRICOLTURA10.1: L’AGRICOLTURA: ORIGINI E RIVOLUZIONI

10.1.1: LE ORIGINI DELL’AGRICOLTURA

Agricoltura è un’attività economica fondata sulla produzione di vegetali e allevamento di animali destinati al consumo umano. Anticamente l’uomo nomade si procurava il cibo attraverso caccia, pesca e raccolta. La società di cacciatori, pescatori e raccoglitori non venivano considerate agricole poiché sfruttavano animali e piante senza addomesticarle.

10.1.2: LA PRIMA E LA SECONDA RIVOLUZIONE AGRICOLA

PRIMA RIVOLUZIONE AGRICOLA: nascita dell’agricoltura (11.000 anni fa). Prime forme di addomesticamento nel medio oriente. Il più antico ma non unico caso di invenzione di agricoltura poiché avvenne in luoghi diversi del mondo senza alcuna correlazione tra essi.

SECONDA RIVOLUZIONE AGRICOLA: con le nuove pratiche agricole, o tecniche rivoluzionarie, nel Medioevo che favorivano il lavoro agricolo. Come per esempio:

- Utilizzo di aratri dotati di vomere metallici per rivoltare anche la terra più dura- Sostituzione dei buoi con i cavalli, più efficienti- Tra XVII e XVIII secolo introduzione della ROTAZIONE DELLE COLTURE = alternanza della coltivazione di diverse

specie nello stesso campo, al fine di evitare l’impoverimento del suolo. All’inizio si lasciavano a maggese cioè non venivano coltivati per un anno e poi si usò la pratica della rotazione cioè alternanza di coltivazioni.

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: agricoltura ancora più efficiente. Esempio: seminatrice meccanica che consentiva di mettere i semi in precisi fori invece che gettarli nel campo a spaglio come succedeva fino ad allora.

10.1.3: LA TERZA RIVOLUZIONE AGRICOLA

TERZA RIVOLUZIONE AGRICOLA: dal XX secolo ed ancora persiste. Nuove tecniche:

- Meccanizzazione estensiva: motore a combustione interna. Esempio i Trattori: contribuirono alla trasformazione dell’agricoltura

o Riduzione dei lavoratori necessari per svolgere delle attivitào Migliore efficienza e produttività del lavoroo Lavoro di terreni più ampi in una giornatao Facilitarono anche il paesaggio dalla POLICOLTURA alla MONOCULTURA (= coltivazione di un’unica

specie vegetale su vaste estensioni di terreno. È il contrario di policoltura che consiste nel suddividere il terreno tra coltivazioni differenti.

o Eliminazione degli animali da lavoro- Massiccio utilizzo dell’irrigazione artificiale: coltivazione di aree che una volta erano considerate troppo aride, e

irrigazione completa in molto meno tempo. Svantaggi: troppo caldo portava all’aumento di contenuti salini del terreno e quindi meno fertilità.

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- Diffusione di fitofarmaci e fertilizzanti chimici: aumento della quantità di prodotto, combattere parassiti, piante infestanti. Anche se vantaggiose per il terreno, questi prodotti hanno portato all’aumento di inquinamento e di dipendenza del petrolio.

o Biotecnologie: tecniche per migliorare la qualità del bestiame: incrocio di razze, ibridazione e ingegneria genetica.

Due distinzioni:

- RIVOLUZIONE VERDE: aumento della produzione di cereali avvenuto tra il 1965 e il 1985 in Asia ed America Latina grazie alla diffusione di varietà di grano, riso e granturco ad alta produttività, all’uso di fertilizzante e dell’irrigazione.

- RIVOLUZIONE GENETICA: applicazione di tecniche genetiche all’agricoltura, a partire dagli anni 80, con il coinvolgimento di grandi imprese private nel controllo della ricerca nello sviluppo di organismi geneticamente modificati (OGM) o transgenici e sottoposti alla protezione di brevetti internazionali. Con queste tecniche si trasferivano caratteristiche alle piante per renderle resistenti alla siccità o ad altri tipi di malattie.OGM: organismi geneticamente modificati, termini con cui si definiscono le piante e gli animali che derivano dall’applicazione di tecniche di ingegneria genetica.

10.2: I SISTEMI AGRICOLI

SISTEMA: insieme di elementi che interagiscono e si comportano come un’unica entità.

Sistema di produzione del cibo comprende:

- Terreni- Input forniti (lavoro, macchinari, fertilizzanti)- Output del sistema (prodotti agricoli)- Consumatori- Diversi flussi che mettono i componenti in relazione

Principali sistemi agricoli del mondo: agricoltura di sussistenza e quella di mercato.

10.2.1: AGRICOLTURA DI SUSSISTENZA

AGRICOLTURE DI SUSSISTENZA: un sistema agricolo indipendente dalle richieste del mercato globale, i cui prodotti vengono in gran parte consumati dai produttori e dalle loro famiglie e in piccola parte scambiati o venduti sui mercati locali. Usata soprattutto in Asia e alcune zone dell’America Latina. 4 tipi di agricoltura di sussistenza adatte al clima, ambiente e tipo di terreno:

- AGRICOLTURA ITINERANTE: in regioni tropicali, sud est asiatico, Asia centrale, America Latina e Africa. È un sistema agricolo che usa il fuoco per ripulire i terreni dalla vegetazione spontanea, rendendoli adatti ad essere coltivati per un certo periodo, al termine del quale si passa a fare lo stesso con un altro terreno. COLTURA PROMISCUA: più prodotti coltivati contemporaneamente nello stesso campo. Questo tipo ti sistema agricolo può essere considerato ambientale ma non viene rispettata la regola di lasciare a riposo un terreno ad anni alterni. Ciò può provocare la diminuzione della fertilità e la perdita del terreno. Per ridare fertilità al terreno vengono usate pratiche alternative come l’AGROFORESTAZIONE: piantare particolari specie di alberi in un terreno per controllare il livello di fertilità e per fornire una risorsa integrativa.

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- AGRICOLTURA INTENSIVA: in Tailandia, Vietnam, India, Stati Uniti, Cina. Sistema agricolo caratterizzato da un’elevata quantità di forza lavoro, capitali e attrezzature in relazione alla superficie coltivata. Un esempio di questo sistema è la COLTIVAZIONE IRRIGUA DEL RISO: tecnica della coltivazione irrigua consiste nella coltivazione basata su sistemi di derivazione di acque superficiali o sotterranee, basata su apporti idrici atmosferici (precipitazioni e condensazioni). Sono terreni che si trovano vicino ai fiumi e appartengono alle famiglie. Coltivazione intensiva per tutto l’anno anche con tecniche come il DOPPIO RACCOLTO (due cicli di semina sullo stesso campo in un anno. In Cina).

- LE PICCOLE AZIENDE AGRICOLE E L’ALLEVAMENTO: Piccole zone dove si coltivano pochi prodotti come tubero, cereale, radice, ortaggi e dove vengono fatti pascolare animali, come maiali, mucche o galline. Non più di un raccolto durante l’anno.

o Asia: mais, frumento, tubero e patata dolce. Bovini e suini.o Medio Oriente e Nord Africa: frumento, orzo e legumi. Ovini, caprini e bovini.o Africa sub sahariana: cassava.

- PASTORIZIA: regioni aride e zone montane. È l’allevamento di bestiame all’aperto (renne, cammelli, vacche, pecore, capre). TRANSUMANZA: spostamenti stagionali in cerca di nuovi pascoli e fonti d’acqua, con ritmi e caratteristiche che dipendono dalle diverse caratteristiche climatiche e dal tipo di bestiame allevato. Questo tipo di transumanza ha sostituito la MONTICAZIONE: permesso per le famiglie di agricoltori-allevatori di coltivare e usufruire di un terreno in modo temporaneo.

10.2.2: AGRICOLTURA DI MERCATO

AGRICOLTURE DI MERCATO o COMMERCIALE: un sistema agricolo fondato sulle richieste del mercato, i cui prodotti vengono venduti per un consumo che spesso avviene lontano dai luoghi di coltivazione. Famiglie non sono i principali consumatori dei beni agricoli che producono, questo viene chiamato AGROBUSINESS: sistema di interconnessione tra contadini che producono, le industrie di lavorazione dei prodotti agricoli, la loro distribuzione commerciale. INTEGRAZIONE VERTICALE: una sola azienda controlla due o più fasi della produzione e distribuzione di un bene. 5 diverse tipologie di agricoltura commerciale:

- PIANTAGIONI: grande coltivazione, tipica dell’area tropicale o subtropicale, specializzata in produzioni destinate all’esportazione sui mercati internazionali. Prime piantagioni in Africa dai Portoghesi nel XV secolo di canna di zucchero, con coltivazione affidata agli schiavi. Altri tipi di coltivazione: cotone, cacao, caffè, noci di cocco. Due tipi di classi: elevata, coloro che gestiscono i terreni, e inferiore, chi svolge i lavori. Spesso le piantagioni sono di proprietà delle multinazionali, come la Dole.

- ORTICOLTURA COMMERCIALE: produzione intensiva di frutta non tropicale, ortaggi e fiori destinati alla vendita sul mercato.

- AGRICOLTURA SPECIALIZZATA o TRUCK FARMING: grandi aziende agricole specializzate spesso in un solo prodotto. In questo caso truck significa “prodotti agricoli coltivati specificamente per essere venduti sul mercato”. Agricoltura diffusa in tutto il mondo. Fanno affidamento su manodopera stagionale. Azienda agricole spesso distanti dai mercati di riferimento.

- AGRICOLTURA MEDITERRANEA: regioni del Mediterraneo. Considerata una varietà di agroforestazione con allevamento di bestiame, coltivazione di cereali e di alberi da frutto, viti o ulivi. Diffusa poi in tutto il mondo e richiesta di lavoro da immigrati.

- ALLEVAMENTO COMMERCIALE DI ANIMALI DA LATTE: allevamento di bestiame per la produzione di latte, burro e formaggi, destinati ad essere venduti sul mercato. Attività agricola intensiva e meccanizzata. È un allevamento stabulare: praticato nella stalla, animali nutriti con mangimi o con pascolo. Manodopera umana controlla due volte al giorno gli animali. TRATTURI: arterie erbose che permettevano ai greggi di pecore di spostarsi e nel fratttempo mangiare. In questi tratturi si trovavano anche posti dove i pastori potevano riposare.

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- AZIENDE AGRICOLE MISTE, CON PRODUZIONE DI FORAGGIO E ALLEVAMENTO: caratteristico dell’Europa con coltivazione di granturco, orzo e avena per nutrire bovini e suini. FACTORY FARM (fattoria-fabbrica): azienda agricola intensiva caratterizzata da altissima concentrazione di bovini, suini, pollame in strutture realizzate per ottimizzare il processo di alimentazione del bestiame. Tipico del Corn Belt statunitense tra Ohio e Nebraska.

- AGRICOLTURA ESTENSIVA: sistema agricolo caratterizzato da uno scarso uso di forza lavoro, capitali e macchinari per unità di terreno coltivato. Due esempi:

o CEREALICOLTURA COMMERCIALE: sistema agricolo che prevede una monocoltura di cereali altamente meccanizzata e su vasta scala. Per climi temperati e grandi estensioni di terreno.

o ALLEVAMENTO ESTENSIVO DI BESTIAME: forma di agricoltura che prevede allevamento brado di grandi mandrie di bestiame o greggi di pecore, destinate al macello. Terreni poco adatti a usi agricoli di valore elevato. Regioni aride e semiaride. Animali al pascolo o in terreni recitanti.

10.2.3: VARIAZIONI SPAZIALI DELL’AGRICOLTURA. USO DEL SUOLO

JOHANN HEINRICH VON THÜNEN (1783-1850): tedesco, agricoltore, studioso e proprietario terriero in Germania. Osservazione: tipo di coltivazione varia in base alla distanza dai centri di mercato. Da qui nasce il modello che dedusse, MODELLO DI VON THÜNEN: descriveva variazioni spaziali dell’agricoltura di mercato e quindi rappresenta l’utilizzo agricolo dei terreni in funzione della loro distanza dai mercati. Contadini più vicini al mercato porta a costi di trasporto minori e attività agricole più intensive.

10.3: AGRICOLTURA, AMBIENTE E GLOBALIZZAZIONE

Agricoltura grosso impatto sull’ambiente (taglio foreste, prosciugamento zone umide)

10.3.1: DESERTIFICAZIONE

DESERTIFICAZIONE: grave isterilimento dei terreni in zone non naturalmente desertiche a causa delle attività umane o per motivi naturali. Pratiche che possono contribuire alla desertificazione:

- Sfruttamento eccessivo dei pascoli- Cattiva gestione dei cicli colturali- Eccessiva irrigazione- SALINIZZAZIONE: cioè l’accumulo di sali sulla superficie del terreno o nel suolo con diminuzione della produttività.

Nelle regioni aride e semiaride dove tasso di evaporazione più elevato.- I fertilizzanti chimici, diserbanti, pesticidi, fungicidi che spesso inquinano il terreno e le acque. Ammoniaca

consuma energia.

10.3.2: AGRICOLTURA SOSTENIBILE

AGRICOLTURA SOSTENIBILE: tecniche agricole che permettono un’accurata gestione delle risorse e riducono al minimo gli impatti negativi dell’agricoltura sull’ambiente, senza compromettere la sua redditività. Metodi e tecniche per conservare risorse idriche ed il suolo:

- Aratura secondo curve di livello- Coltivazione a strisce- Alternanza di colture a filare (cotone) con colture erbacee (erba medica)- Evitare mezzi di lavorazione che possano consumare i suoli- Uso della rotazione di coltivazioni per prevenire malattie

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- Uso del GPS per controllo specifico sulla fertilità e sulla sanità del suolo- AGRICOLTURA BIOLOGICA: tipo di agricoltura sostenibile che si basa su cicli e processi naturali, compatibili con la

conservazione degli ecosistemi locali.

10.3.3: AGRICOLTURA E GLOBALIZZAZIONE

Globalizzazione avuto forte impatto sul consumo del cibo e sulla pratica dell’agricoltura. Abitanti del mondo stanno vivendo una transizione alimentare e alimenti occidentali stanno diventando sempre più popolari portando ad un aumento della domanda di grano. Rivoluzione dei supermercati: rapida diffusione di prodotti di tutto il mondo con prezzi più bassi e perciò chiusura di negozi per mancata clientela. Conseguenze negative per prodotti che provengono da lontano.

10.3.4: GLOBALIZZAZIONE DELL’AGRICOLTURA SOSTENIBILE: COMMERCIO EQUO E SOLIDALE, SLOW FOOD E TERRA MADRE

Organizzazioni in scala globale per proteggere l’agricoltura sostenibile:

- COMMERCIO EQUO E SOLIDALE: obiettivo di migliorare le condizioni di vita degli agricoltori, le cui condizioni di vita sono peggiorate in seguito alla globalizzazione degli scambi commerciali. Accordo secondo il quale gli acquirenti pagano le materie prime a prezzi stabili e dignitosi e gli agricoltori migliorano le condizioni dei lavoratori e attivano pratiche di agricoltura sostenibile.

- SLOW FOOD: associazione no profit nata in Italia nel 1986 a Bra (Cuneo) con lo scopo di promuovere un modello alimentare rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e delle identità culturali al fine di mantenere il piacere del cibo la qualità, il rispetto dell’ecosistema. È il contrario del FAST FOOD che vede solo la soddisfazione del bisogno e non del piacere.

- TERRA MADRE: nata dall’idea di Slow Food. È un’associazione che riunisce tutti coloro che vogliono difendere l’agricoltura, la pesca e l’allevamento sostenibili. Vengono organizzati degli incontri internazionali a cui partecipano agricoltori di tutto il mondo, ospitati da agricoltori locali in modo da condividere esperienze e problemi.

10.3.5: CRISI ALIMENTARE

CRISI ALIMENTARE GLOBALE: tra marzo 2007 e marzo 2008 prezzo del cibo aumentato del 43%. Tutto accaduto perché: siccità fuori stagione nel 2006 nei paesi che producevano cereali e aumento del petrolio che portarono all’incremento dei prezzi dei fertilizzanti e dei carburanti. Si aggiunse poi l’aumento della produzione dei BIOCARBURANTI (etanolo) che portarono alla riduzione dell’offerta di cereali e ad una crescita della domanda da parte dei consumatori con aumento delle pressioni sul mercato dei cereali.

AGRICOLTURA URBANA: strumento che contribuirebbe a migliorare la sicurezza alimentare delle famiglie. Viene praticato negli orti urbani (giardini, tetti, balconi).

10.3.6: AGRICOLTURA IN EUROPA E LA POLITICA AGRARIA COMUNITARIA (PAC)

POLITICA AGRARIA COMUNITARIA (PAC): legge entrata in vigore nel 1993-94. È una politica che si propone di conciliare un’adeguata produzione alimentare con la salvaguardia economica delle comunità rurali e la risposta alle sfide ambientali (cambiamenti climatici, bioenergie, gestione risorse idriche, biodiversità) e sociali.

Documento del 2011 da parte della commissione europea delinea tre opzioni per l’attuazione della riforma:

1- Produzione alimentare economicamente redditizia

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2- Gestione sostenibile delle risorse naturali e azione a favore del clima3- Mantenimento equilibrio territoriale e della diversità delle zone rurali