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Roberto Tombesi Premio Lineatrad 2016 Locarno Folk Nando Brusco Eire! Carpino Folkfestival Nuovo MEI 2016 Luigi Bruno & MPO Été Trad Decalamus James Senese & Napoli Centrale Civitella Alfedena Folkfestival Festival Musicale del Mediterraneo 1° Festival Giornalismo Musicale Distribuzione gratuita esclusivamente in formato digitale senza pubblicità www.lineatrad.com - italia: www.lineatrad.it - internazionale: www.lineatrad.eu Anno 5 - n°49 - luglio-agosto 2016 - € 0,00

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Roberto Tombesi

Premio Lineatrad 2016

Locarno FolkNando BruscoEire!Carpino FolkfestivalNuovo MEI 2016Luigi Bruno & MPO

Été TradDecalamusJames Senese & Napoli CentraleCivitella Alfedena FolkfestivalFestival Musicale del Mediterraneo1° Festival Giornalismo Musicale

Distribuzione gratuita esclusivamente in formato digitale senza pubblicitàwww.lineatrad.com - italia: www.lineatrad.it - internazionale: www.lineatrad.eu Anno 5 - n°49 - luglio-agosto 2016 - € 0,00

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Editoriale

Sommario

di Loris Böhm

n. 49 - Luglio-Agosto 2016Contatti: [email protected] - www.lineatrad.com - www.lineatrad.it - www.lineatrad.eu

49/2016

Eventi Cronaca Interviste Recensioni Argomenti Music Inside Rimini

07—07 Eire!

04—04 Decalamus

ASCOLTATE SU RADIO CITTA’ BOLLATEwww.radiocittabollate.it

la trasmissione An Triskellogni GIOVEDÌ alle ore 21:30

06—06 Été Trad

08—08 Carpino Folkfestival

14—14Luigi Bruno & Mediterranean Psychedelic Orkestra

11—11 Monsano Folkfestival

09—09 Festival Musicaledel Mediterraneo

12—12 Locarno Folk

16—16 Nando Brusco

Eccoci al primo numero in versione palinsesto di Lineatrad Television. Naturalmente da oggi non ci sa-

ranno più la cinquantina di pagine che di solito pubblicavamo mensilmente, e questo sicuramente è un bene, con-siderando che in alcuni casi era diffi-cile essere tempestivi nei comunicati e sicuramente eravamo più “pesanti” nella lettura. La periodicità sarà varia-bile, suscettibile alla programmazione televisiva e alla quantità di eventi dal vivo e novità discografiche. Forse un disagio per il lettore, ma sicuramente una gestione più razionale e coerente del mezzo informativo; per cui si po-tranno alternare uscite settimanali a mensili a seconda delle circostanze.

Il foglio elettronico da sfogliare quindi passa in secondo piano, in funzione di un palinsesto televisivo giornaliero, che a tutti gli effetti rappresenta il fiore all’occhiello del progetto Lineatrad, e che è iniziato da oltre un mese.

Un mese r icco di musica su schermo, sia in differita di qualche giorno che di archivio storico, ma sem-

pre estremamente interessante: dai concerti di Roberto Tombesi (questo mese sarà premiato da Lineatrad) alla cronaca completa dell’International Music Festival, il Beppe Gambetta Trio, poi inediti d’archivio di Eric Andersen, Townes Van Zandt, Dug, Holderlin Express, Ilgi, per finire con interviste esclusive. “Tanta roba”, viene da dire.

Siamo di fatto l’unica WebTv italiana con un palinsesto giornaliero incen-trata sul folk... e non si offendano noti giornalisti di cui non faccio nomi, che reclamizzano fantomatiche “televi-sioni” che si appoggiano su Youtube... La televisione è una cosa seria, anche se in streaming: richiede investimenti di denaro e organizzazione, e un fil-mino su Youtube se lo possono met-tere pure i bambini, al giorno d’oggi; per cui siamo seri e cerchiamo di fare delle distinzioni: non si può confon-dere un’informazione autorevole con un pettegolezzo su facebook.

Tornando a noi, un ulteriore cambia-mento di filosofia riguarda la conside-razione di media-partner per quanto

riguarda Lineatrad: da oggi saranno considerati partner soltanto i festival e comunque chi organizza eventi; tutti gli altri operatori commerciali, compreso le etichette discografiche, saranno trat-tati come collaboratori, tutti allo stesso livello. Non esistono canali preferen-ziali: chi non ci spedisce materiale, non ottiene visibilità su Lineatrad.

Per quanto riguarda i partenariati, esistono delle regole e delle conven-zioni bilaterali imprescindibili: nessun vincolo economico ma condivisione di intenti, reciprocità “alla pari” di visibi-lità del marchio. Se vengono a man-care questi presupposti, si sospende la partnership fino a quando la situazione viene ripristinata, questo per evitare fa-voritismi e disuguaglianze.

Diamo il benvenuto ai nostri nuovi prestigiosi partner: Été Trad di Aosta, Locarno Folk dalla vicina Svizzera, Festival Musicale del Mediterraneo di Genova, e attendiamo i prossimi che si aggiungeranno nel 2017, a partire da Itinerari Folk di Trento con cui stiamo dialogando attualmente.

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www.lineatrad.comwww.womex.com/virtual/lineatrad

ANNO 5 - N. 49 Luglio-Agosto 2016

via dei Giustiniani 6/1 - 16123 Genova

Direttore Editoriale:Loris Böhm - [email protected]

Consulente alla Direzione:Giovanni Floreani - [email protected]

Responsabile Immagine e Marketing: Pietro Mendolia - [email protected]

Responsabile Ufficio Stampa: Agostino Roncallo - [email protected]

Hanno collaborato in questo numero:Muriel Le Ny, Giustino Soldano,

Annamaria Parodi, Simona CantelmiLorenzo Coletta

Pubblicazione in formato esclusivamente digitale a distribuzione gratuita

completamente priva di pubblicità.Esente da registrazione in Tribunale

(Decreto legislativo n. 70/2003, articolo 7, comma 3)

Music Inside Rimini

21—21 Balfolk a Eire!

20—20 Chiara Fabbri

17—17 James Senese & Napoli Centrale

22—22Nuovo MEI 20161° Festival del GiornalismoMusicale

23—23 Ariano Folkfestival

24—24 Civitella AlfedenaFolkfestival

SI VEDE SU

Questo mese saremo ospiti a Civitella Alfedena folkfestival, e in quella circo-stanza, come detto precedentemente, premieremo Roberto Tombesi, una figura storica del folk italiano, che ha meritato un riconoscimento per il la-voro di valorizzazione e riscoperta della tradizione veneta. Nel periodo del festi-val sarà pianificato un palinsesto televi-sivo giornaliero con filmati a rotazione, in attesa di trasmettere la cronaca tele-visiva del festival di Civitella Alfedena.

Lineatrad television, attualmente e per i prossimi mesi, è visibile gratui-tamente in condizioni di test: stiamo lavorando con i tecnici per eliminare i difetti di visualizzazione finora riscon-trati sullo streaming del segnale. Si tratta di un servizio innovativo e noi, in qualità di precursori, facciamo da cavie, con l’aiuto dei nostri lettori che puntualmente ci comunicano i difetti riscontrati nella visualizzazione.

Probabilmente se avessimo attivato un contratto con un servizio americano saremmo partiti subito alla grande, ma a tariffe improponibili per le no-

stre finanze. Accontentiamoci dunque di quello che ci offre il convento, cer-cando di migliorare giorno per giorno.

A proposito, il gestore WIM TV sta aggiornando l’applicativo gestionale in maniera radicale, e per i prossimi due mesi vivremo una situazione di preca-rietà, ciò nonostante il canale sarà at-tivo giornalmente e pieno di sorprese. L’estate sarà quindi traboccante di im-pegni, studio, innovazione, folkfestival, e tanta televisione. ❖

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Recensioni

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DECALAMUS

Comunicato Stampa Digressione Music

È in uscita il disco di debutto dell’ensemble laziale che presenterà in concerto i brani

della sua opera prima nel corso dell’estate

Dopo oltre dieci anni di intensa attività artistica e di ricerca sul campo, l’ensemble DeCalamus

pubblica, per l’etichetta pugliese Di-gressione Music, il suo album di de-butto omonimo in cui sono raccolti dieci brani tra tradizionali e compo-sizioni originali, che rappresentano il risultato di un lavoro intenso ed appassionato sulle tradizioni popo-lari della Valle di Comino, situata in provincia di Frosinone al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise. Anticipato dal videoclip di “Vento by Calamus” (https://youtu.be/5ulmhEJZUDg), ou-verture strumentale di rara bellezza posta in apertura, il disco il frutto di un rigoroso lavoro di ricerca sul corpus di canti e danze popolari della Valle di Comino. Quest’opera prima nel recu-perare e valorizzare le strutture melo-diche e ritmiche della tradizione, volge lo sguardo verso il futuro e la ricerca di nuovi timbri e sonorità, attingendo dalle musiche dell’Italia Meridionale come da quelle del Mediterraneo. Il lavoro dell’ensemble laziale si è in-

dirizzato, dunque, non solo verso la scrittura di arrangiamenti originali, ma anche alla composizione di brani originali, le cui radici sono ben adese al patrimonio popolare della loro terra. Una piccola rivoluzione che li vede non solo interpreti della tradizione, ma diventarne parte loro stessi, quali de-positari di quella cultura orale passata da bocca ad orecchio, da strumento a strumento, attraverso i suonatori iti-neranti che attraversavano la dorsale Appenninica. Torna, così, alla luce il fascino di un patrimonio musicale spesso dimenticato, come quello del Basso Lazio, nel quale ballate narra-tive, serenate, canti di lavoro e danze tradizionali racchiudono la poesia semplice ma allo stesso tempo intensa della cultura contadina. In questo contesto, a colorare ogni brano è l’uso di una strumentazione prettamente acustica, in cui zampogna, ciaramella ed organetto dialogano, sul ritmo dei tamburi a cornice, avvolgendo ed ac-compagnando le tre voci che si alter-nano al canto.

Credits

1. Vento by Calamus (A. Di Petrillo- M. Antonelli)2. Danza dell’albero di maggio (F. Agostini – M.

Antonelli)3. Gli Arretine (R. Gulia - A. Cedrone - elab. L.

Di Tullio)4. Seta e Malizia (R. Brancatisano - S. Pagnani -

A. Di Petrillo- M. Antonelli)5. Glie Briegande (F. Cucuzzo)6. Donna (elab. O. D’Achille – M. Antonelli)7. Omaggio a Montemarano (A. Di Petrillo- M. An-

tonelli)8. Est (A. Di Petrillo - M. Antonelli) Nord e Sud (G.

Perilli) Marcia dei zampognari ( A. Di Petrillo - M. Antonelli)

9. L’asieateca di alvito (D. Bucilli - elab. A. Di Pe-trillo - M. Antonelli)

10. Canti alla stesa e Ballarella piciniscana (elab. G. Astrei – M. Antonelli)

Maura Amata - voceSerena Pagnani - voce, chitarraMarc Iaconelli - fisarmonica, zampognaMassimo Antonelli - zampogna zoppa, ciaramelleocarina, voceFrancesco Loffredi - organettoLuca Lombardi - flauto, ottavinoLaura Fabriani - tamburi a corniceFrancesco Manna - tamburi, percussioni medi-terraneeAlessandro Del Signore - contrabasso

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RecensioniDeCalamus

Attivo da oltre un decennio, De Calamus è un large ensemble composto da nove mu-sicisti, dal diverso quanto ricco background musicale, accomunati dal desiderio di risco-prire, tutelare e valorizzare le tradizioni musi-cali della Valle di Comino, legate all’uso della zampogna e dell’organetto da parte dei tanti suonatori itineranti, che attraversavano questa splendida vallata, situata al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise.

A caratterizzare l’approccio musicale del gruppo è la rigorosa attività di ricerca svolta sul campo e sulle fonti tradizionali, unita all’u-tilizzo di strumenti tradizionali quali zampo-gna, ciaramella, organetto, ocarina, chitarra battente, fisarmonica, flauti pastorali, tamburi a cornice, a cui si unisce una particolare cura per le voci, con la presenza di ben tre can-tanti nella formazione. Il repertorio spazia dai canti legati ai cicli liturgici come le novene e le pastorali, ai balli campestri, fino a toccare

le serenate e canti d’amore, componendo un ideale viaggio sonoro tra passato, presente e futuro alla scoperta dell’immenso patrimonio di storie, suoni e melodie della Valle di Co-mino.

Nel corso degli anni tante sono state le ma-nifestazioni, i festival e le rassegne nazionali ed internazionali a cui i DeCalamus hanno preso parte, e tra queste vanno ricordate la partecipazione al Concerto di Capodanno in Piazza San Pietro a Roma al fianco di Clau-dio Baglioni nel 1999, l’esibizione su invito di Carlo Petrini al Festival “Terra Madre” di Slow Food a Torino nel 2008, il concerto tenuto il 7 dicembre 2013 a Strasburgo (Francia) nella chiesa dei Domenicani su invito del Comune di Strasburgo e l’Istituto Italiano di Cultura, e la partecipazione al FIMU, il festival universi-tario più grande d’Europa a Belfort (Francia) dal 6 al 9 giugno 2014.

Tanti sono anche i riconoscimenti ricevuti dal gruppo a partire dal Primo Premio alla Rassegna Internazionale “Ancia Libera” di

Ancona nel 1999, il Premio “Centre Artesà Tradicionarius” con menzione “cercare e ri-cercare” nell’edizione 2010 del festival “La Marca Eurofolk” che li ha condotti l’anno successivo ad esibirsi a Barcellona (Spagna), il “Suonare a Folkest 2012 – Premio Alberto Cesa” nel 2012 e grazie al quale si esibiscono il 26 luglio dello stesso anno a Spilimbergo (Ud), ed il premio “C. Perilli” nell’ambito del festival Internazionale della Zampogna di Ac-quafondata nel 2012. Attualmente l’ensem-ble DeCalamus è impegnato nelle fasi finali della realizzazione del suo disco di debutto, in uscita nella primavera del 2016.

Contatti Digressione Music: www.digressionemusic.itAssociazione Culturale CalamusVia Colle Posta, 39 - 03040 Picinisco (Fr) ITALIA Tel: 347.1286026 - e-mail: [email protected] culturale Calamus: www.calamus.itDeCalamus: www.decalamus.itnew.myspace.com/associazionecalamus

RITORNO ALLE ORIGINI

La Val di Comino, territorio originario di ra-dicamento culturale per il large ensemble vo-cale-strumentale DeCalamus, è una terra di persone, famiglie e gruppi che si sono messi costantemente in movimento, sciamando in Europa e nel mondo: artigiani, esperti della ristorazione e dell’ospitalità, con esiti innova-tivi e di successo, i cui nomi qui non si citano (troppo spazio sarebbe necessario). Pure, è una terra di musicisti: alcuni di coloro che ne sono partiti sono stati suonatori itineranti, al servizio di pratiche devozionali diffusissime in ambiente cristiano, alimentate con gli “at-trezzi” tipici di questo fare: zampogne, pifferi, tamburi, fisarmoniche, chitarre. Ancora, con esiti considerevoli: non pochi ne hanno tratto il proprio reddito e le proprie case, costruite dopo il ritorno. Zampogne e pifferi, quindi, sono gli oggetti “mitici” di queste pratiche: hanno lasciato una profonda traccia memo-riale che ha prodotto multiformi istanze di pa-trimonializzazione (musei e festival tematici, scuole, ecc.) e alimentato profondamente l’immaginazione e gli interessi dei musicisti di oggi, non più impegnati in processi rituali o cerimoniali ma sempre più attivi nello spet-tacolo dal vivo, con proposte autoriali che a quelle memorie attingono con affetto, conti-nuità e originalità.

Il CD DeCalamus costituisce un’interessante e vivace testimonianza di questi sentimenti e intenzioni, in quell’area di esperienze e produ-zioni musicali che oggi si tende ad ascrivere alla cosiddetta “musica etnica” o al movi-mento “neo-folk”.

L’istanza della “nostalgia” affettuosa (non rimpianto) verso figure sociali ed esperienze

del passato–piuttosto frequente in chi guarda al remoto mondo contadino e pre-industriale come serbatoio di temi narrativi e poetici–emerge in numerose canzoni: attraverso la rie-vocazione di operatori tipici di società a bassa obsolescenza (in questo caso “Gli Arretine”, vale a dire l’arrotino, in altri il venditore ambu-lante o il raccoglitore di materiali vecchi, op-pure il carrettiere, ecc), nel richiamo di feste e balli stagionali (“Danza dell’albero di Maggio”), o nel curioso e divertente catalogo di malanni che affligge l’incauto protagonista di “L’Asea-teca di Alvito”. Pure rilevante risulta la cita-zione del lavoro contadino: molto emozionante è la canzone qui intitolata “Donna” (“So stat’a lavora’ Montesicuro”) che riprende un testo accolto nella Tuscia, ed entrato nella consa-pevolezza diffusa dopo l’epico spettacolo “Ci ragiono e canto” diretto da Dario Fo nel 1966; si tratta di una delle più belle canzoni dedicate all’esperienza della migrazione stagionale dei braccianti nei territori di marca dei vecchi stati del Papa, spesso afflitti da rischi di contagio malarico e teatro di sfruttamento feroce della mano d’opera stagionale: appassionata e ben condotta vi appare la parte vocale femminile, soprattutto nei suoni tenuti, tesi e fissi (senza vibrato e ornamentazioni di sorta). Eloquente è la citazione della tarantella di Montemarano (località dell’Irpinia, con un dispositivo carne-valesco tra i più elaborati e indagati): un ballo molto amato dai musicisti “neo-folk”–divenuto quasi uno “standard” con cui si misurano in tanti–e già presente nella prima esperienza di “folk music revival”, nei sessanta e settanta del secolo scorso. Molto efficaci sono tutte le danze strumentali (ballarelle [locale denomi-

nazione del saltarello] e polke) affidate a zam-pogne e ciaramelle come strumenti principali, in cui si riconosce la traccia identitaria più pro-fonda: un repertorio “auratico”, irresistibile per i musicisti del gruppo, anche per la prossimità con le fonti originali (memorie e strumenti dei suonatori locali, narrazioni e storie familiari, ecc.). Così è per il “canto alla zampogna”, una pratica antica anch’essa–e pure connotata da nobiltà e bellezza primarie (qualcuno preferi-rebbe: elementari)–, che resta ancora strug-gente nella ripresa “neo-folk”: una prima testi-monianza dei versi cantati si ha nelle ricerche di Luigi Colacicchi condotte negli anni venti e trenta del secolo scorso, in tutta la Ciociaria, e pure vi ricorre il Monte Meta (“la Meta”), pre-senza incombente nel paesaggio.

Un tratto di particolare interesse, in tutto il CD, si rileva nella accuratezza della orche-strazione, che rileva profili di particolare esu-beranza nelle parti del flauto (e ottavino), ma anche nell’organetto, soprattutto negli episodi più serrati di ballo, e ampia mutevolezza all’interno dei processi di lunga iterazione, ancora nei balli e stornelli (con effetti di corde doppie nel contrabbasso, non così frequenti nella orchestrazione “neo-folk”, frasi diverse disposte in affiancamento parallelo e in con-trappunto, percussione efficace e compatta, timbricamente molto pertinente).

Una “scrittura” compatta e coerente, per niente retorica, quella proposta in disco da DeCalamus, che credo sia capace di proporsi con la medesima efficacia anche nel “live” del concerto, in piazza e in teatro. ❖

Maurizio Agamennone (Università di Firenze)

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Eventi

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Eventi

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Kalascima

Maristella Martella

Officina Zoè

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Eventi

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Recensioni

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LUIGI BRUNO & MEDITERRANEAN PSYCHEDELIC ORKESTRA: SURFINIKTA

Comunicato Stampa

Venerdì 5 agosto esce il video di Surfinikta di Luigi Bruno & Mediterranean Psychedelic

Orkestra feat. Nandu Popu dei Sud Sound System.

Il singolo sarà, sempre da venerdì 5 agosto, in rotazione radiofonica e disponibile su iTunes, Spotify e su tutte le piattaforme digitali.

È il primo estratto dall’album As-sud in uscita il 16 settembre per Bajun Records, in collaborazione con Irma Records.

Una parte del ricavato della ven-dita del cd andrà alla onlus italo-senegalese Casa di Ibrahima, che ha come finalità principale la tutela e il rispetto dei diritti universali dei bambini e trova la sua piena giu-stificazione nel difficile contesto e nelle situazioni di forte disagio in cui vivono tanti bambini in Senegal.

Luigi Bruno, già frontman dei Muffx, collabora con nomi impor-tanti del rock sperimentale italiano; ha lavorato, ad esempio con Clau-dio Simonetti (Goblin), Aldo Taglia-pietra (Le Orme) e Richard Sinclair (Caravan).

Surfinikta è una rivisitazione in chiave surf rock and roll del brano Kali nifta, canzone popolare delle colonie di origine greca in Italia (Grecìa salentina) e scritta e can-tata in griko nel Salento.

Il pezzo si ispira allo stile com-positivo di Dick Dale “Misirlou”, diventato celebre col film Pulp Fiction; Dick Dale fece questa ri-visitazione surf rock di un brano folkloristico greco e Luigi Bruno ha voluto fare la stessa operazione su un brano della tradizione salentina.

È un brano provocatorio e di de-nuncia nei confronti della strumen-talizzazione e dello sfruttamento commerciale, territoriale e dell’im-magine del Salento.

Gran parte del video è stata gi-rata al Kilometro Zero, un locale sulla costa leccese, l’unico pezzo di mare appartenente a Galatone, città di Luigi Bruno. La scelta del luogo non è casuale: siamo in piena Macchia mediterranea, in un territorio incontaminato, che è stato in passato spesso oggetto di

degrado e riqualificato grazie ad un importante lavoro e alla volontà dei cittadini della zona. L’anno pros-simo è prevista la costruzione di tre stabilimenti balneari in questo luogo: il video vuole denunciare anche questo e (se queste costru-zioni verranno realizzate) essere un ricordo della natura splendida di questo tratto di mare.

La collaborazione con Nandu Popu

Luigi Bruno ha scelto Nandu Popu per questo pezzo perché è il

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Recensioni

più attivo nelle cause ambientaliste nel territorio pugliese e non solo e la loro collaborazione è in essere da molto tempo. I due hanno com-battuto insieme contro le trivelle e la discarica nel territorio di Nardò

e Galatone (in provincia di Lecce). La loro amicizia nasce qualche anno fa quando Luigi Bruno e la sua band si sono esibiti sullo stesso palco dei Sud Sound System nel concerto evento “Salentu. Lu sule,

lu mare, l’amianto”, iniziativa nata dopo la diffusione della notizia che una nave carica di amianto stesse per approdare a Gallipoli, destinata poi alla discarica galatonese in lo-calità Vignali-Castellino. Dopo qual-che tempo Nandu Popu ha chia-mato Luigi Bruno, assieme ad altri artisti, ad una sua iniziativa legata al referendum sulle trivelle e da lì è nata fra i due una simpatia umana e musicale. ❖

Musiche e testi: Luigi BrunoVoce: Nandu Popu (Sud Sound System)Voce: Loredana Biondo

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/me-diterraneanpsychedelicsession

Simona CantelmiRubinia Comunicazione [email protected] Tel. 3392229218https://www.facebook.com/rubiniacomunicazione http://www.rubiniacomunicazione.com/

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Recensioni

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NANDO BRUSCO:TAMBURO E VOCE

di Loris Böhm e Comunicato Stampa

© 2016 Teatro

Nando Brusco si forma nel panorama della musica del folk. Si interessa di poesia dialettale e sin da piccolo manifesta una spiccata propensione verso

la danza tradizionale. L’aspetto ritmico ad essa connessa lo porta a collaborare, sulla fine degli anni ’90, con mol-teplici formazioni di musica popolare/tradizionale proprio come ballerino.

Da questa esperienza capisce di essere profondamente legato all’aspetto del ritmo; e a lo strumento che, nella musica popolare, lo genera: il tamburo.

Inizia così, nei primi anni duemila un vero e proprio percorso esistenziale e di studi sullo strumento. Incon-tra i più grandi maestri (Massimo Laguardia, Alfio Antico, Paolo Cimmino, Davide Conte, Andrea Piccioni, Leon Pantarei, Luca de Simone ed altri) e conosce da vicino le varie tecniche tradizionali del sud Italia. Parallelemente, il suo percorso universitario, gli permette di compiere una ricerca storico-antropologica che legittima i progetti arti-stici che intraprende:

Nel 2007 fonda insieme a Biagio Accardi e a Oreste Forestieri il trio di musica popolare Nagru’ con il quale realizza il disco “A nasci e a murì…è ‘na cantata”.

Nel 2010 dopo aver tenuto numerosi concerti nei mag-giori festival di musica etnica e popolare, decide di lavo-rare a un progetto individuale: uno spettacolo da Canta-storie (L’Amuri di Calabria) con il quale realizza oltre 70 repliche partecipando a numerosi Festival e Rassegne.

Continua a collaborare nel campo della musica popolare e in diversi progetti discografici fra i quali Taranta Muffin; Suonatori Libertari Calabresi; Cantori Calabri; Progetto Fuocu; Arangara.

Avvia delle collaborazioni teatrali che lo portano a es-sere protagonista di alcun spettacoli:

“Visita Guidata Teatrale Galeazzo Di Tarsia” (Regia P. Scialis); “Vibrazioni d’Acqua” (Regia V. Gallo); “Gramsci Antonio, detenuto” (Regia F. Maraghini).

Nel 2012 si inserisce nel Progetto musicale EtnoJazz NA’IM con il quale realizza il disco “Delicato” e partecipa ad alcuni festival Jazz. Nello stesso anno debutta con un nuovo spettacolo da Cantastorie: “Tamburo è Voce…Bat-titi di un Cantastorie”.

Nel 2015 avvia la collaborazione con il Teatro Proske-nion.

Associazione Culturale ProskenionLargo Morisani n. 9, 89125 Reggio Calabriawww.teatro.proskenion.euE-mail: [email protected]

Tamburo e Voce, il miniCD d’esordio di Nando Bru-sco, venti minuti suddivisi in sette brani, prodotto dal teatro Proskenion, può essere considerato un

raro esempio di come uno strumento a percussione può interagire con l’espressività vocale. Il tamburo a cornice indubbiamente si presta ottimamente, grazie alle molteplici sonorità che può produrre, a dialogare con le inflessioni dialettali calabresi, e Nando Brusco attraverso brani di sua composizione spiccatamente di derivazione tradizionale, dimostra di essere cantasto-rie dotato e originale.

La confezione povera dell’album denota un’auto-produzione “sofferta”, dettata da un rigore e da una essenzialità puramente artigiana. Sul lato interno tro-viamo singolarmente solo una sorta di recensione di Luca De Simone: sinceramente avrei preferito trovarci qualche nota su ogni singolo brano eseguito, sulla fonte di ispirazione o sui tamburelli utilizzati.

Pazienza, la curiosità di riascoltare il disco è forte, ed è l’unica possibilità per entrare nel mondo fiabesco di Nando, percepirne le vibrazioni e la liricità. Forse è quello che lui vuole: catalizzare l’attenzione sulla sua musica e sulla voce, per interpretare e capire la sua sensibilità... come ha fatto Luca De Simone. ❖

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Recensioni

JAMES SENESE & NAPOLI CENTRALE: O’ SANGHE

(Alabianca – Distribuzione Warner)

Comunicato Stampa

JAMES SENESE è un artista che non ha bisogno di essere presentato. La sua musica, la sua storia perso-nale, lo fanno per lui.

In quasi cinquant’anni di musica, ha attraversato tra-sversalmente la canzone leggera italiana, il funk-jazz, il grande cantautorato. E’ una leggenda vivente, colui il quale ha dato uno dei primi ingaggi all’indimenticabile Pino Daniele, con cui collaborerà ed avrà amicizia vera sino al suo ultimo giorno.

O’ SANGHE è un nuovo orizzonte su cui si volge lo sguardo del sassofonista partenopeo, mai fermo due volte nello stesso posto. All’interno del disco tutti i rife-rimenti artistici che hanno fatto grande la sua musica, con una rinnovata carica espressiva. Funk, blues, ve-nature jazz, e tanto mediterraneo, tanta Napoli nelle melodie, nelle storie raccontate; vita, lavoro, lotte quo-tidiane per la sopravvivenza, amore, fede. In “O san-ghe” c’è groove da vendere, come solo James sa.

A settant’anni compiuti, JAMES SENESE si conferma come un artista senza tempo, con una riconoscibilità immediata ed un cuore intatto, che parla agli ultimi.

Nel disco i musicisti con cui collabora da anni– ER-NESTO VITOLO alle tastiere, GIGI DE RIENZO al basso (suoi gli arrangiamenti e la produzione artistica dell’in-tero disco), FREDY MALFI alla batteria. Da segnalare la presenza, dopo oltre vent’anni, di FRANCO DEL PRETE, lo storico batterista di Napoli Centrale, che ha collaborato ad alcuni dei testi del disco e ha parteci-pato in alcune delle tracce. Del prete sarà anche pre-sente come guest durante il tour di Senese.

Ospiti del cd anche FRANCO GIACOIA alla chitarra, AGOSTINO MARANGOLO alla batteria (brani 2,4), ENZO GRAGNANIELLO alla voce e (brano 7 di cui è anche aurore delle parole).TRACKLIST

1. BON VOYAGE2. ADDO’ SE VA3. CH’JURNATA4. IL MONDO CAMBIERA’5. MILLE POESIE6. O’ SANGHE7. POVERO MUNNO8. PORTAME CU’ TTE9. TUTTO E NIENTE10. ADDO’ VAJE

JAMES SENESE – Cenni di vita, di musica

“E’ molto difficile parlare di se stessi, nonostante la mia musica da molti anni dica chi sono, meglio di tante parole. Ciononostante voglio farlo con questo breve scritto.

Sono arrivato all’età di 70 anni felice di questo tra-guardo. Il tempo è una cosa che assume significato col passare degli anni; da giovane ci fai poco caso, non te ne curi. Ma poi quando comincia a correre cer-chi di fissarlo, di rallentarlo. Io lo faccio armato di sax e sentimento.

Sono nato nel 1945, anno della fine della guerra, da padre americano e madre napoletana. Sin da piccolo ho sempre cercato di contrastare quello che ritenevo ingiusto, primo fra tutti il pregiudizio. Sicuramente il colore della mia pelle ha contribuito a sviluppare que-sto sentimento. Immaginatevi come poteva sentirsi nel 1960 un ragazzo di 15 anni napoletano guardandosi allo specchio, vedendosi diverso dai miei coetanei, e da quello che la società del dopoguerra imponeva. In-somma, ho avuto la mia parte di complessi da supe-

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Recensioni

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rare, cercando di sentirmi uguale agli altri che spesso non mancavano di far notare la mia “diversità”.

Poi un giorno ho scoperto lo strumento che ha cam-biato per sempre la mia vita, il sassofono.

Lì ho condensato tutte le mie angosce, le mie paure, soffiandole via, letteralmente. Ho capito che potevo liberarmi di tutti i problemi, che potevo scacciare i ti-mori che attanagliavano la mia anima. Sono di famiglia modesta, per non dire povera. Suonando decisi che avrei voluto parlare degli ultimi, di quelli che non ce la fanno, di quella parte di popolo che vive a testa bassa per portare a casa la pagnotta; ma avrei anche voluto parlare di amore e rispetto per le persone.

Non mi è mai interessato il denaro. Ho rinunciato a contratti importanti che mi avrebbero però fatto tradire quello in cui credevo, e credo ancora; la coerenza e l’onestà artistica.

Credo di essere diventato un buon musicista e un buon compositore, con sentimenti forti, lasciando da parte gli egoismi e i personalismi; ringraziando invece per quello che in 40 anni di musica ho ottenuto.

Di questo devo dire grazie a Dio, alla mia famiglia, che mi hanno dato la forza e i giusti valori. Credo che soltanto il rispetto e l’accoglienza dell’“altro”, del di-verso, possa contribuire alla pacificazione delle per-sone, e ci dia quella parte di felicità necessaria per amare il prossimo.”

JS

O’ SANGHE - sul disco

Perché O’ SANGHE? Perché rispecchia tutto il do-lore della gente che soffre perché senza casa, senza lavoro, senza amore, senza presente e futuro.

Oltre ad avere un forte senso di ribellione e di ri-scossa nei confronti della società mi trovo sempre più spesso a combattere per i sentimenti perduti. Il mio canto oggi ha molto di religiosità perché nei miei testi mi rivolgo spesso a Dio per chiedergli il perché della nostra sofferenza, il perché dei nostri errori, il perché del nostro sentimento perduto, il perché la vita è un continua lotta piena di menzogne e cattiveria. Con le mie parole gli chiedo il perché non c’è più amore, il perché si ammazza e si tradisce, il perché della man-canza di rispetto per qualsivoglia persona. Dove si andrà a finire? L’uomo non è più uomo, ha perso la ragione. Posso comprendere che si reagisca e si cer-chi di difendersi per delle giuste ragioni ma quando si arriva a dannarsi rinnegando ciò che Dio ci ha do-nato allora vuol dire che il male è penetrato dentro di noi in maniera irreversibile. Nel mondo ci sono infinite guerre, politiche e sociali, volute dai soliti potenti per i propri squallidi interessi ma purtroppo in mezzo a tutto ciò l’uomo non è più uomo, si lascia corrompere molto facilmente perdendo il rispetto di se stesso e degli altri.

Una via Dio ce l’aveva indicata attraverso i Dieci Co-mandamenti ma nessuno li ha rispettati. Dio ci punirà. Lo sta già facendo. Ma forse possiamo ancora salvarci. Ma bisogna “jett ‘o sanghe”

Io ci credo. James

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James Senese & Napoli Centrale Biografia

“Sono nato nero e sono nato a Miano, suono il sax tenore e soprano, lo suono a metà strada tra Napoli e il Bronx, studio John Coltrane dalla mattina alla sera, sono innamorato di Miles Davis, dei Weather Report e in più ho sempre creato istintivamente, cer-cando di trovare un mio personale linguaggio, non copiando mai da nessuno…il mio sax porta le cica-trici della gioia e del dolore della vita (James Senese – tratto dal libro “Je sto cca” di Carmine Aymone).

1945, Fine della seconda guerra mondiale, le truppe te-desche e fasciste si arrendono, mentre in un quartiere di Miano nasce Gaetano, figlio di un soldato afroamericano di nome James Smith e di una mamma napoletana di nome Anna Senese. Gaetano Senese in arte James, ini-zia giovanissimo la sua carriera di sassofonista. Nel 1961 insieme a Mario Musella ed ad altri amici danno vita a Terzigno al complesso di “Gigi e i suoi Aster”. Nel 1963 James e Mario incontrano Vito Russo, dando vita alla for-mazione de “I 4 CON”. Cominciano i concerti, le serate nei night, le prime tournèe. Il gruppo accoglie le nuove proposte provenienti dall’America (twist e cha-cha-cha) e il genere melodico made in Italy. Nel 1966, i due in-sieme all’amico Franco Del Prete formano THE SHOW-MEN, il gruppo che segnerà il loro successo e la relativa consacrazione alla musica italiana.Nonostante l’impronta marcatamente rhythm & blues, gli strepitosi successi e la notorietà raggiunta, nel 1970, ina-spettatamente, gli Showmen decidono di sciogliersi. Ci sarà una breve parentesi con la formazione degli SHOW-MEN 2 con nuovo organico e un diverso suono, che pub-blicheranno un unico omonimo disco.James è innamorato di John Coltrane e Miles Davis, quindi sente l’esigenza di creare qualcosa di nuovo, di sperimen-tare. E’ il periodo della svolta funky di Davis e della nascita dei Weather Report, band che amerà particolarmente. Nel 1975 sempre all’amico Franco Del Prete fonda dunque i NAPOLI CENTRALE (Il nome, che gli viene suggerito da Raffaele Cascone, è la denominazione della stazione ferro-viaria del capoluogo campano) Il quartetto è composto da James al sax e voce, Franco alla batteria, Mark Harris al Piano Fender e Tony Walmsley al basso. Nello stesso anno per l’etichetta Ricordi, incidono il primo disco “Napoli Centrale”, una fusione di jazz, rock e un po’ di progressive, miscelato alla perfezione con la

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Recensionimusica popolare napoletana Sono anni quelli in cui una delle canzoni più importanti scritte da Senese, “Campa-gna”, entra nella Hit Parade.1976, Sempre per la Ricordi esce il secondo disco “Mat-tanza”.1978, Ancora per la Ricordi esce il terzo disco “Qualcosa ca nù mmore”, la formazione è la stessa tranne al basso che è suonato dallo stesso James, con l’aggiunta di Al-fonso Adinolfi alle percussioni Da ricordare che nei concerti per un breve periodo al basso suona un giovanissimo PINO DANIELE.Alla fine del 1979 il gruppo si scioglie per la prima volta. James inizia la collaborazione con Pino Daniele, che nel frattempo ha iniziato la carriera solista. Fra i due si strin-gerà una forte amicizia e collaborazione, dal quale Da-niele prenderà spunto di quella fusione musicale fatta di America, Africa e mediterraneo, grazie all’esperienza che aveva condiviso in precedenza con i NAPOLI CEN-TRALE. James, parteciperà con il suo magico sassofono a “Nero a metà” e “Vai mò” ecc.Nel 1983 incide per la Polygram il suo primo album da solista dal titolo omonimo “JAMES SENESE” colonna sonora del film “No grazie il caffè mi rende nervoso” di Lodovico Gasparini con Lello Arena e Massimo Troisi, Ja-mes oltre a curare le musiche, partecipa anche come attore, interpretando se stesso. Nel 1984 nuovo album da solista con la sigla Napoli Cen-trale che segue il nome dell’artista in copertina dal titolo “ IL PASSO DEL GIGANTE” 1997 – Senese partecipa ad un evento importante, incon-tro tra Harlem e Napoli all’ Apollo di New York, leggenda-rio teatro della musica nera. “HARLEM MEETS NAPOLI”. James con altri musicisti napoletani (De Piscopo, Espo-sito, Zurzolo, Vitolo, ecc..) si esibisce con James Brown, The Tempetations, Art Ensamble of Chicago, Eumir Deo-dato, Alphonso Johnson E’ una fusione di suoni e ritmi, due culture che si rispecchiano l’una nell’altra, perfino il dialetto partenopeo e lo slang del ghetto nero sembrano assomigliarsi in modo impressionante.1988, Nuovo album a proprio nome dal titolo “Alham-bra” (Costa Est). Nel disco gli arrangiamenti ed il piano elettrico del mai troppo rimpianto Gil Evans.1991, Nuovo disco “Hey James” (Canzonetta) La coper-tina propone la foto di James e quella di suo padre Ja-mes Smith e come riportato dalle note interne, l’album è dedicato alla sua famiglia. Nel disco “Hey James “ un brano autobiografico dedicato al padre.1992 esce “JESCEALLAH” (La Canzonetta/Sintesi 3000). Da evidenziare la prestigiosa collaborazione di due mem-bri dell’Art Ensamble of Chicago, Lester Bowie (Tromba), Famoudu Don Moye (Percussioni).1994, Napoli Centrale esce con “’NGAZZATE NIRE” (La Canzonetta, Sintesi 3000).La rabbia come riferimento centrale di tutto l’album. Nel disco suonano: Michel Forman: Keyboards, Alfredo Paxiao: Bass, Agostino Marangolo: Batteria, Manolo Ba-drena: Percussioni, Michele Ascolese: Guitar. I testi sono di Franco Del Prete.

2000 esce a proprio nome “SABATO SANTO” (Polosud).2001 Napoli Centrale “ZITTE ! STA VENENNE O MAM-MONE” (PDG)2003 esce James Senese & Enzo Gragnaniello “TRIBU’ E PASSIONE” (Rai Trade)“Tribù e passione” nasce, prima che come progetto di-scografico, come espressione musicale di un incontro: l’esperienza cantautorale di Enzo Gragnaniello, e le sono-rità jazz di James, sempre attento alle sperimentazioni di confine in orizzonti musicali fatti di testa, anima e pelle. 2003 James Senese “PASSPARTU’”Il nuovo album è un doppio cd, il primo inciso in studio, il secondo una registrazione di un concerto. Nel 2005 viene pubblicato il libro “JE STO CCA’” ... JA-MES SENESE scritto da Carmine Aymone (Editore Guida)Nel volume è racchiusa la sua storia, quella di uno dei padri fondatori di tutto il movimento musicale denomi-nato ‘Neapolitan Power’, che, a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, nacque e si sviluppò all’ombra del Vesuvio. Nel 2007 esce il nuovo disco “ PAJSA’” Project James Napoli Centrale. (Produzione: Fox & Friends)Nel 2008 PINO DANIELE riforma la super band è James partecipa ad una serie di concerti in giro per l’italia, con la formazione storica, la migliore che ha segnato un mo-mento indimenticabile per la musica italiana: Pino Da-niele, Tony Esposito, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tullio De Piscopo, James Senese.2009, Per la RCA esce un antologico, “CAMMENANNE”2012, esce “E’ FERNUT’ ‘O TIEMPO” (Arealive) Il disco segna un cambiamento dettato dall’urgenza di parlare dei sentimenti, dell’amore. Non solo l’amore passionale ma anche quello per un’i-dea o per la vita.A fine anno 2012 James riprende la collaborazione con Pino Daniele, partecipando, con NAPOLI CENTRALE, a “TUTTA N’ATA STORIA” Live in Napoli, sei concerti-evento dal 28, 29 e 30 dicembre al 4, 5 e 6 gennaio 2013 al Teatro Palapartenope. Un successo straordi-nario e sold out in tutte le 6 serate. La partecipazione a “TUTTA N’ATA STORIA” si ripete anche a fine anno 2013 per altre 6 date.Nel 2013 James è ospite degli Almamegretta al festival di San Remo e della Grande Orchestra Rock 1 maggio a Roma.Nel 2014 James collabora con Pino Daniele (sempre con NAPOLI CENTRALE) al tour italiano di “NERO A META’”. Nel 2015 James Senese & Napoli Centrale si confermano la live band più attiva in Italia con oltre 110 concerti tutti sold-out con uno straordinaria collaborazione con Jova-notti e Eros Ramazzotti allo stadio San Paolo di Napoli.Il 2016 inizia con la partecipazione al programma su RAI1 “Sogno e Son Desto” con Massimo Ranieri. Il 29 aprile esce il nuovo disco di James Senese Napoli Centrale, il ventesimo della sua carriera dal titolo “O Sanghe” (Ala Bianca/Warner). ❖

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CHIARA FABBRI:GUITAR RECITAL

Comunicato Stampa

(Digressione Music, 2016)

Guitar Recital, della chitarrista Chiara Fabbri è un progetto discografico nato da due grandi passioni, la chitarra classica e la sua città natale: Ferrara. A

cinquecento anni dalla prima pubblicazione dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, simbolo e orgoglio della città estense, la chitarrista Ferrarese ha dato vita ad un lavoro di grande forza evocativa che, dove la musica diventa un invito al viaggio attraverso l’opera ariostesca, e non già uno sguardo verso la loro ambientazione sonora cinquecente-sca. Lasciandosi coinvolgere dalle musiche proposte, l'a-scoltatore è invitato a compiere un itinerari appassionante tra le bellezze architettoniche e paesaggistiche di Ferrara, tra splendide fotografie e passi scelti dall’Orlando Furioso: un cammino di musica, immagini e poesia, che condurrà l'ascoltatore nell'universo ariostesco, tra donne, cavalier, arme, amori, cortesie ed audaci imprese. La colonna sonora è l’ordito intessuto dalla chitarra di Chiara Fabbri che rilegge magistralmente tre tra le maggiori opere del repertorio per chitarra “Partita BWV 997” di Johann Sebastian Bach, “In-troduzione e Capriccio” di Giulio Regondi e “Sonata op.47” di Alberto Ginastera. Le tre composizioni di epoche e tradi-zioni musicali molto diverse: la Germania della fine del pe-riodo barocco per la Partita di Bach, l’Italia del XIX secolo per Introduzione e Capriccio, infine una sintesi tra la musica argentina e le nuove tecniche di composizione concepite in Europa nel XX secolo per la Sonata op.47 di Ginastera. Ogni opera rappresenta un vertice del repertorio per chi-tarra, nel quale la raffinatezza dello stile compositivo porta il chitarrista fino ai limiti della tecnica. L’alchimia così creata tra alta tradizione musicale, genio compositivo ed esigenza tecnica richiesta allo strumentista, è ciò che rende queste opere dei capolavori. Il progetto discografico prende allora forma. Attraverso queste tre opere è possibile intravedere un ritratto della chitarra tra esigenza e raffinatezza. “Guitar Recital” viene presentato oggi 17 giugno a Georgetown in Colorado. Guarda su YouTube il video di anteprima: https://www.youtube.com/watch?v=mGmi9JQvx5M. ❖

Guitar RecitalChiara FabbriL'Invisibil a mostrar le corde

Johann Sebastian BachPartita in do minore BWV 997Preludio Fuga Sarabanda Giga e Double

Giulio RegondiIntroduzione e Capriccio

Alberto GinasteraSonata op. 47Esordio Scherzo Canto Finale

CREDITSRegistrazione effettuata a Parigi nell'Eglise Luthérienne de Saint Marcel nell'aprile 2016Recording and musical direction Dimitri SoudoplatoffPhoto Paolo BenettiChiara Fabbri photo Eve DufaudLiner notes Alexandre MollierProgetto grafico samsastudio

Chiara Fabbri – Note Biografiche

Chiara Fabbri inizia lo studio della chitarra all’età di 12 anni. Compie il suo percorso di formazione prima al Conservatorio “G. Frescobaldi” di Fer-rara poi al Conservatorio “G. B. Pergolesi” di Fermo, nella classe di Claudio Marcotulli, dove consegue nell'anno 2010 il diploma superiore di chitarra col massimo dei voti e nell'anno 2013 la laurea Accademica di II livello col massimo dei voti e la lode. Si perfeziona con importanti musicisti in-ternazionali come Alberto Ponce, Leo Brouwer, Carlo Marchione, François Laurent ed Alberto Vingiano. Nell'anno 2013 si trasferisce a Parigi, dove si avvale dei consigli di Judicaël Perroy. Chiara Fabbri esegue un repertorio vasto e originale, che spazia dal periodo Barocco fino al Novecento; da Bach a Ponce, da Regondi a Ginastera e molti altri. Si esibisce come solista in Italia, Francia e Stati Uniti d'America e in duo con la saxofonista Isabella Fabbri. Attraverso l'accostamento della chitarra e del saxofono, Este Duo reiterpreta brillanti e suggestive pagine della musica classica di ispirazione popolare del XX secolo, dove la canzone e la danza sono al centro dell'o-pera. Chiara Fabbri suona su uno strumento realizzato da Greg Smallman nel 2014.

I dischi di Digressione sono distribuiti in tutto il mondo da Milano Dischi/Stradivarius e NAXOS USA

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Eventi

A EIRE! NON SOLO DANZE IRLANDESI, QUEST’ANNO ARRIVA IL BALFOLK

Comunicato stampa

Oltre ai tradizionali stages di Irish Step, Sean Nos e Set Dancing, la novità del 2016 sarà il grande spazio dedicato al Balfolk e alle danze del centro Europa. E poi tantissime Cèili e feste da ballo nelle piazze più belle di Bondeno

Bondeno (FE), 21 giugno 2016 – Insieme alla musica, sarà la danza l’altra grande pro-

tagonista della settima edizione di Eire! La Festa dei Suoni d’Irlanda, il festival dedicato alla musica tra-dizionale irlandese che anche quest’anno si terrà a Bondeno (FE) dal 26 al 28 agosto. La novità più importante di questa edizione con-siste nel vasto programma dedicato al BalFolk e alle danze del centro Europa, con stages quotidiani e tante feste da ballo serali, tutte ac-compagnate da musica dal vivo.

Grande spazio, ovviamente, verrà riservato anche quest’anno alle danze tradizionali irlandesi: Sean Nos, Step e Set Dancing, con degli stages tenuti da alcuni tra i più ap-prezzati insegnanti d’Irlanda. Si co-mincia venerdì 26 agosto e sabato 27 con le lezioni di Step e Sean Nos Dancing tenute dalla bravissima Samantha Harvey e si proseguirà sempre sabato 27 pomeriggio e do-menica 28 con lo stage di Irish Set Dancing tenuto da Roisin e Padraig Mc Eneany. A coordinare i corsi sa-ranno i maestri italiani della scuola

di danze irlandesi Black Sheep. Tutti i workshops di danze irlandesi tradizionali avranno luogo presso la sede del Teatro Sala 2000 in Corso Matteotti a Bondeno.

Tantissime le feste da ballo, tutte rigorosamente ad ingresso gratu-ito. Durante le serate del Festival, infatti, le piazze principali di Bon-deno si trasformeranno in vere e proprie piste dove i ballerini po-tranno danzare accompagnati, ov-viamente, da tanta musica dal vivo. Per il BalFolk e le danze europee, le feste si terranno tutte le sere a partire dalle ore 21 presso il Teatro Tenda di Viale Repubblica a Bon-deno e ad accompagnare i ballerini saranno tre grandi gruppi che si al-terneranno sul palco ogni sera. Co-minceranno venerdì 26 i valdostani Chemin de Fer, mentre sabato 27

direttamente da Verona arriveranno i BalBrulè. A chiudere il tris di feste dedicate al BalFolk domenica 28 agosto dalla Lombardia il trio Fara-velli, Burrone e Bicego.

Per ciò che riguarda le danze tradizionali irlandesi, sono previste le Cèili venerdì 27 e sabato 28 in Piazza Garibaldi, dove verrà alle-stita una vera pista da ballo in le-gno di 80 metri. Ad accompagnare i ballerini una ceili band di prim’or-dine con Samanta Harvey, che ol-tre a insegnare danza, suonerà il piano, Oisin Mc Diarmada al fiddle, Paul Finn all’organetto e Tommy Fitzharris al flauto.

Per ulteriori informazioni, per i programmi completi e per i costi degli stages non resta che consul-tare il sito internet del festival

www.eirelafesta.it. ❖

Chemin de fer

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Eventi

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IL PRIMO FESTIVAL DEL GIORNALISMO MUSICALE AL #NUOVOMEI2016 (24 E 25 SETTEMBRE - FAENZA)

Comunicato Stampa

A raccolta per la prima volta in Ita-lia tutto il giornalismo musicale, da quello delle grandi testate

alle webzine, alle radio e tv e a tutti i new media: avverrà il 24 e 25 set-tembre al #NuovoMei2016 di Faenza con il primo "Festival del giornalismo musicale".

Un importante momento di con-fronto e riflessione per i giornalisti e per chiunque scriva di musica nell'era di internet, dopo la rivoluzione epocale e repentina che ha coinvolto la pro-duzione, la promozione e la fruizione musicale.

Si partirà da questi interrogativi: ha ancora senso parlare di giornalismo musicale in Italia? E se sì, in quale? È ancora possibile vivere di giornalismo musicale? Ci sono ancora spazi per parlare della nuova musica sulle grandi testate? Hanno senso le recensioni o valgono di più i like su Facebook? E come sarà la musica di cui parleremo in futuro?

Cercheranno delle risposte i molti giornalisti presenti. Al momento le ade-sioni, che continuano ad arrivare co-piose, si stanno avvicinando alle 100 unità.

Il cuore del festival sarà in un grande forum su due giornate fra i partecipanti per affrontare questi e altri temi.

Sabato 24 nel pomeriggio si terranno in contemporanea una serie di tavoli tematici che toccheranno vari aspetti del giornalismo musicale e che predi-sporranno delle sintetiche relazioni su quanto discusso.

Domenica 25 al mattino ci sarà spa-zio per un corso per la formazione professionale continua dei giornalisti iscritti all'albo. Potranno partecipare come uditori anche i non iscritti.

Dal pomeriggio si procederà alla let-tura dei documenti redatti dai tavoli del giorno precedente. Seguirà il dibattito aperto fra tutti coloro che vorranno in-tervenire.

La due giorni, ideata da Giordano Sangiorgi e curata da Enrico Deregi-bus, all'interno del #NuovoMei2016 che si terra' dal 23 al 25 settembre a Faenza, si svilupperà anche in una se-rie di appuntamenti collaterali, come presentazioni di libri musicali e altro, tutti legati alla comunicazione giorna-listica musicale.

Un evento mai realizzato in Italia, che si sta concretizzando anche in base alle idee e agli spunti dei giorna-listi stessi.

Il #NuovoMei2016 invita a parteci-parvi tutti i giornalisti interessati a por-tare il loro contributo, suggerimento o suggestione.

I giornalisti devono segnalare la loro adesione alla mail: [email protected] e in copia a [email protected]. Per info: segreteria 0546.646012. Sito: www.meiweb.it

ARTE E MUSICA#NuovoMei2016 sarà anche arte

e musica. Uno dei main event sarà il concerto omaggio a Lucio Battisti (sabato 24) che vede tra gli ospiti piu' attesi Motta. Il ritrattista di artisti in-die Andrea Spinelli inaugurerà la sua mostra (venerdì 23). Extraliscio (Gar-rincha Dischi / La Casa Dei Sonora)

presenterà in anteprima in una serata tutta Made in Romagna il suo album in uscita a novembre (venerdì 23). Extraliscio è un sofisticato progetto di rivisitazione di composizioni originali della tradizione di genere dall'incontro tra Mirco Mariani e Moreno il Biondo. Chiuderà il programma la reunion dei Boohoos, meteora luminosissima e violentissima negli anni 80 italiani (domenica 25). Infine, il #Nuovo-Mei2016 sara' la vetrina del "meglio" della nuova musica emergente: sono infatti già oltre 50 i festival per emer-genti presenti coi loro vincitori coordi-nati dalla Rete dei Festival.

TARGA MEI MUSICLETTERLa Targa Mei Musicletter è il premio

nazionale dedicato all'informazione musicale. La giuria di questa quarta edizione sarà diretta come sempre da Luca D'Ambrosio (Musicletter.it) e co-ordinata da Giordano Sangiorgi (Mei) e assegnerà un premio per ognuna delle tre categorie: miglior sito web, miglior blog personale, miglior pro-gramma radiofonico. A questa si ag-giungera' come lo scorso anno un'a-rea di premi e segnalazioni dedicati ai social che informano e promuovono la musica realizzato da ExitWell insieme a SocialIndiex. ❖

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