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Presso il centro si eseguono visite per le seguenti specialità:

Fondazione Giovanni Carlo RotaO.N.L.U.S.

POLIAMBULATORIO SPECIALISTICOAut. n. 20 DEL 17/10/2006 - Direttore Sanitario Dr. Fausto Svanoni

CARDIOLOGIA Dr. Enrico IavaroneCHIRUGIA VASCOLARE Dr. Francesco CusmaiDERMATOLOGIA Dr. Claudio AmatoENDOCRINOLOGIA/DIABETOLOGIA Dr. Giorgio PaganiGASTROENTEROLOGIA Dr. Paolo SerboliGERIATRIA Dr. Alberto OngaroGINECOLOGIA E OSTETRICIA Dr.ssa Raffaella Laquintana MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE Dr. Pietro BoneraMEDICINA INTERNA E GASTROENTEROLOGIA Dr. Fausto SvanoniMEDICINA LEGALE Dr. Massimiliano FerraraNEUROLOGIA Dr. G. Pietro SalviORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA Dr. Antonio LocatelliOTORINOLARINGOIATRIA Dr. Franco Fabretti PNEUMOLOGIA Dr. Marco CologniUROLOGIA Dr. Maurizio GozoVULNOLOGIA Dr. Sergio AccardiBIOLOGO NUTRIZIONISTA Dr. Paolo BianchiniDIAGNOSI E TERAPIA OSTEOPOROSI Dr. Marcella Montini PSICHIATRIA PSICOLOGIA Dr. Filippo Tancredi

PER INFORMAZIONI E APPUNTAMENTI: Tel. 035.6320011 - Almenno San Salvatore via Repubblica 1

www.fondazionerota.it

CENTRO DIURNO INTEGRATOApertura da lunedì a sabatodalle ore 8,00 alle ore 18,00

Servizi Sanitari Servizi alla persona Terapie riabilitative Animazione e socializzazione Servizi di sostegno alla famiglia Servizi alberghieri

C. D. I.

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(Convenzione con il Centro di Psicologia Clinica Anisé)

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Comunità ApertA: Periodico mensile della parrocchia di Almenno San SalvatoreDirezione, redazione, amministrazione e corrispondenza: COMUNITà APERTA - via XXV Aprile - Almenno San Salvatore (Bg)e-mail: [email protected] o [email protected]: Don mario rosa - Direttore Resp.: don oliviero GiulianiAutorizzazione del tribunale di Bergamo n. 32 del 28.09.1988 Pubblicità inferiore al 70%- redazione: don Mario Rosa - don Giorgio Albani - don Marco Caldara -Renzo Cornelli - Anna Cortinovis - Paolo Manzoni - Romano Bonfanti - Roberto Bonalumi- impaginazione e grafica a cura di: Renzo Cornelli- Stampa a cura di: Press R3 S.N.C. di Rota Alessandro & C.

Copertina a cura di: Roberto Bonalumi

Tempo di AvvenTo

ReTRo:ApeRTuRA micRonido "i GeRmoGli"

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Avvento: Tempo per radicarsi nella fede Calendario Parrocchiale Dicembre 2016 Orari S. Messe Liturgie e Catechesi Dal Monastero Francescano di Zogno Il Vangelo questo sconosciuto Servi liberi Ecco le dieci false notizie sui migranti Portobello: rubrica Missionaria Famiglie in festa Papa Francesco incontra i Luterani Gruppo del Sorriso Natale in Musica con il Corpo Musicale Festa del SI Azione Cattolica Molte fedi sotto lo stesso cielo ACLI: Circoli di R-esistenza Conferenza S. Vincenzo Gita ai Mercatini Gita alla Grotta di Babbo Natale Orologi sui campanili di Almenjno Chiedilo al Parroco: Chiesa e Politica L'Angolo della Poesia Mi fanno ritornare in mente... Un tempo... La serata dell'Amatriciana Cara maestra SOS Volontari cercasi - Protezione Civile Scuola Shentao Anagrafe parrocchiale Sempre nel nostro ricordo e nel nostro cuore

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unità

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2016

Sommario

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Comunità Aperta 2

Editoriale

Avvento:Tempo per radicarsi nella fede.

Con la prima domenica di Avvento entriamo in un anno liturgico nuovo; partiamo per un nuovo viaggio al seguito di Gesù, che vuole condurci per mano a condividere il mistero dell'amore infinito di Dio: l'Avvento è proprio la stagione di questa partenza. É una stagione che potremmo qualificare come

“invernale”.

Noi crediamo che l'inverno sia una stagione morta, almeno in apparenza; nel suo profondo invece è viva e operosa, tanto che i semi gettati nella terra proprio nell'inverno lavorano per mettere radici, senza le quali non potrebbero avere un futuro.

Ecco l'Avvento: il tempo per radicarsi nella fede. Distratti e assonnati come siamo, vestiti di usanze spesso banali, in questi giorni avvertiamo un campanello che suona; è un sonno che ci toglie dal sonno, che ci sveglia; è la voce di Gesù che ci toglie da quella pigra sonnolenza che spesso di assale:

“Vegliate”.

Non basta lamentarci del tanto male che ci è cascato addosso, non è sufficiente leccarci le piaghe che ci

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Editoriale

Avvento: Tempo per radicarsi nella fede

tormentano e non basta nemmeno sentirci in colpa per tutto il male che c'è nel mondo; sarà necessario riappropriarci di qualcosa che avevamo perduto e tornare a sentirci come agli inizi “argilla nelle mani di Dio”, da Lui amati come suoi figli.

É giunto il momento di prendere coscienza di essere nel pieno della notte del mondo. Ma di non essere affatto figli di questo mondo, giacché siamo chiamati a “vegliare”. Essere svegli significa essere attenti a ciò che accade senza cadere nelle trappole persuasive che ci vorrebbero ammaliare e narcotizzare, ma saperle riconoscere.

Vegliare significa spri-gionare la voglia di preghiera, che è come una finestra aperta sulla fiducia in Dio. Vegliare è mettersi in ascolto di Dio che con la sua Parola, ci toglie di dosso il torpore, la sonnolenza, la compiacenza di noi stessi,

mettendo dentro di noi la fame e la sete di un di

“più” che ha il sapore e la pregnanza dell'assoluto e dell'eterno, che è il segno più forte del desiderio che abbiamo di incontrarci con quel Dio che ci ha creato e da cui siamo attratti perché -consapevoli e no- dentro di noi agisce il suo DNA, il suo Spirito d'amore.

Facciamolo questo cammino (il cammino dell'Avvento) non arriveremo al Natale di Gesù, ma sarà il Natale di Gesù che arriverà dentro

di noi ed allora ci sentiremo nati di nuovo, e sarà bello giacere nella mangiatoia di Betlemme insieme al Figlio di Dio che si è fatto uomo per farci essere come Lui.

BUON CAMMINO DI AVVENTO!

don Mario

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Comunità Aperta 4

Parrocchia informa

GIORNO APPUNTAMENTO ORARIO LUOGO

Giovedì 1 S. MeSSa e adorazione eucariStica 20,00 Cappuccini

DOMENIcA 4II DI

AvvENTO

PreSentazione BaMBini PriMa coMunione VeSPri e catecheSi adulti

9,3015,00

ParrocchiaParrocchia

Lunedì 5 conSiglio di azione cattolica 20,45 Oratorio

Martedì 6incontro Vicariale del VeScoVo con gli

oPeratori della caritàVilla d'Almè

Mercoledì 7 Santo Rosario in preparazione

alla Festa dell'Immacolata20,30 Cappuccini

GIOvEDI 8SOLENNITà

IMMAcOLATA cONcEZIONE DELLA B.v. MARIA

Giornata dell'Adesione dell'Azione cattolica

S. Messa e benedizione Tessere

vespri solenni

Festa del cIAO

9,3015,00

Parrocchia

Santuario

Oratorio

venerdì 9 Incontro Confratelli 20,45 Parrocchia

Sabato 10Aspettando S. Lucia

Gruppo del Sorriso nel Salone don Bosco16,00 Oratorio

DOMENIcA 11 II DI

AvvENTO

PreSentazione ragazzi della creSiMa VeSPri e catecheSi adulti

9,3015,00

Parrocchia

Parrocchia

Martedì 13S. Lucia m. Incontro Gruppo Missionario 16,45 Parrocchia

Mercoledì 14 Preparazione al S. Natale 20,00 Cappuccini

Giovedì 15Preparazione al S. Natale

Incontro Catechisti20,0020,30

Cappuccini

Oratorio

Calendario Pastorale diCembre 2016

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Parrocchia Informa

«Discepoli sulla strada»

GIORNO APPUNTAMENTO ORARIO LUOGO

venerdì 16 Preparazione al S. Natale 20,00 Cappuccini

Sabato 17 confeSSioni in Parrocchia dalle 15,00 alle 18,00 Parrocchia

DOMENIcA 18Iv DI

AvvENTO

ritiro PreSSo Suore Sacra faMiglia

Confessioni Adolescenti e III media15,0018,00

Suore

Cappuccini

Lunedì 19 Confessioni III - IV - V elem. 16,30 Cappuccini

Martedì 20 Confessioni I e II media 16,30 Cappuccini

Mercoledì 21 confessioni 15,0017,00

Opera Pia

Santuario

venerdì 23 Incontro Chierichetti Oratorio

Sabato 24Benedizione Bambinelli

confessioni9,00

15,00-19,00Cappuccini

Parrocchia

DOMENIcA 25SOLENNITà NATIvITà DI N.S. GESù

S. Messe ad orario festivo

Lunedì 26S. Stefano m. S. Messa 10,00 Parrocchia

venerdì 30Festa della Sacra Famiglia

S. Messa solenne con le Suore della S. Famiglia9,00 Cappuccini

Sabato 31S. Silvestro I

S. Messa con Te Deum di ringraziamento

e Benedizione Eucaristica18,00 Parrocchia

DOMENIcA 1 gennaio

2017

SOLENNITà MARIA SS. MADRE DI DIO

50a Giornata della Pace

S. Messe 7,30 e 10,00

S. Messa per tutta la Comunità

7,30-10,0018,00

Parrocchia

Santuario

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Comunità Aperta 6

Pastorale della Comunità

Orari S. MeSSe

Liturgie

e CateCheSiLe liturgie e le Sante Messe sono celebrate ogni giorno nelle nostre chiese in parrocchia; l’ultima messa della giornata di sabato o della vigilia di festività infrasettimanale è considerata festiva.

SANTE MESSE

Ø GIORNI FERIALI n ore 07,30 c/o Chiesa Parrocchiale n ore 09,00 c/o Cappuccini: martedì - giovedì - sabato n ore 20,00 c/o Cappuccini: (1° giovedì del mese con Adorazione Eucaristica) n ore 17,00 c/o Santuario (ore 17,30 estivo) n ore 17,00 c/o Opera Pia: lunedì - mercoledì - venerdì

Ø VIGILIA DI FESTA n ore 17,00 c/o Santuario (ore 17,30 estivo) n ore 18,00 c/o Chiesa Parrocchiale

Ø FESTIVO n ore 07,30 c/o Chiesa Parrocchiale n ore 09,00 c/o Santuario n ore 09,30 c/o Chiesa Parrocchiale n ore 11,00 c/o Chiesa Parrocchiale (Giugno - Luglio - Agosto - Settembre: ore 10,00) n ore 17,00 c/o Chiesa Opera Pia n ore 18,00 c/o Santuario (ore 19,00 estivo) Ø CONFESSIONI n Il Sabato dalle ore 17,00 alle ore 18,00 (prima della S. Messa in Chiesa Parrocchiale) In settimana: nelle varie Chiese dopo la S. Messa

CATECHESI

Ø CATECHESI BAMBINI e RAGAZZI n ore 15,00 Venerdì e Sabato

Ø CATECHESI ADULTI n ore 15,00 Vespri Catechesi Adulti c/o Chiesa Parrocchiale (Avvento e Quaresima) n ore 15,00 Tutti i lunedì (dal 3 ottobre) c/o Oratorio n ore 20,45 Scuola della Parola due volte al mese (Inizio 10 ottobre) Oratorio

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Per riflettere

Dal Monastero Francescano di Zogno

MonasteroFrancescano

T.O.R.Zogno

MagnifiCat:

A cura di Suor Giacinta Rota

E Maria disse: “Il mio Signore ha disperso i superbi nel pensieri del loro cuore... Lui abbatte, lui innalza?!”

I nemici del Signore appassiranno come lo splendore dei prati, tutti come fumo svaniranno. Le braccia degli empi saranno spezzate. I miti possederanno la terra e godranno la grande pace (Sal 36 ). A lui si abbandona il misero e dell'orfano si fa sostegno. Il Signore resiste ai superbi e dà grazia agli umili.

Uomini e donne, non vantatevi, non alzate la testa contro il cielo, non dite insulti a Dio! Egli, che domina l'orgoglio del mare e placa il tumulto dei suoi flutti, non lascerà pesare il potere dei miscredenti sul possesso dei giusti, perché i giusti non siano indotti a compiere il male. MARIA Madre di Gesù, custodendo nel cuore la Parola ha dimostrato la via della sapienza, dell'amore e del dono totale di sé in un canto nuovo.

Il Signore è difensore dei giusti, vede l'affanno e il dolore. Tutto guarda e prende nelle sue maniHa rovesciato i potenti dai troni. Fa’, o Madre pietosa, fa’ che edifichiamo con te il regno del Signore, regno di lode perenne, regno di giustizia e di pace per ogni generazione e per sempre. Il volto del Signore è contro i potenti e criminali per cancellarne dalla terra il ricordo; essi parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la guerra nel cuore. Guai ai violenti e ai fraudolenti, guai a chi rende male per male. Vinciamo il male con il bene.

O Maria, a te sale la lode di tutti i credenti, dei poveri ed umili che sperano nel Signore Gesù. Ha innalzato gli umili, perché il Signore ama il suo popolo e incorona gli umili di vittoria. (Sal 149). Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia. (Ger 17). L'umile è colui che ha fiducia nel Signore. L'umile impara da Gesù, come ha fatto Maria, colei che ha cantato il più grande Cantico su questa terra.

L'umile è discepolo di Gesù e si fa lieto servitore dell'umanità. L'umiltà di Maria è la più grande virtù che pure noi dobbiamo cercare di vivere nella nostra vita Insegnami, o Maria, a cantare il mio Magnificat colmo di gioia e di amore come hai fatto TU.

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Comunità Aperta 8

L’indagine su «Vangelo e gli italiani»

«Una generazione narra all'altra le tue opere, o Dio, annuncia le tue imprese…».

La trasmissione della fede ai discendenti, cantata da un versetto del salmo 145, era motivo di consolazione, e di speranza per l’avvenire, dell’antico popolo dell’alleanza.

I credenti del nostro tempo, invece, hanno l’impressione che la comunicazione ai figli di ciò in cui più profondamente si crede non sia più così

La Parola di Dio, come una spada a doppio taglio

Il Vangeloquestosconosciuto

spontanea, anzi, che conosca delle gravi cesure, degli ostacoli difficili da aggirare.

Ne ha dato conferma un’indagine del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) pubblicata il 1° ottobre scorso sul tema «Il Vangelo e gli italiani». Dei ventisette libri del Nuovo Testamento e dei settantatré complessivi di tutta la Bibbia, per i cristiani i vangeli sono il cuore della Rivelazione, il fulcro della Parola di Dio, l’essenza della storia sacra. Due famiglie su tre ne hanno in casa almeno una coppia, forse anche come residuo e memoria di regalo per Prime Comunioni e Cresime. È da

aggiungere che chiunque ha un minimo di familiarità con il computer può facilmente consultare la Bibbia on line.

Dal contesto culturale del nostro Paese, più scolarizzato rispetto a qualche decennio fa e immerso in un mondo percorso da un’intensa comunicazione sociale, ci si sarebbero aspettati dei risultati almeno buoni, se non lusinghieri, anche perché la lettura del vangelo è una proclamazione abituale in ogni messa, e per poco che vi si presti attenzione il messaggio

a cura di: don Oliviero Giuliani

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La Parola di Dio, come una spada a doppio taglio

ascoltato dovrebbe essere colto e ritenuto in memoria.

La malinconica sorpresa

Invece ecco lo stupore: il 46% degli intervistati non sa dire quanti sono i vangeli canonici, e alla domanda se ne conoscano i nomi il 40% non ne ricorda se non uno o al massimo due, Matteo e Luca. Invece gli altri due evangelisti, Marco e Giovanni, sono di solito relegati nella camera dell’obliterazione.

E sì che almeno la metà degli interpellati riconosce, d’istinto, l’importanza decisiva di quei libri per il patrimonio culturale della nostra civiltà, e più di un terzo ammette che l’ascolto di quelle parole è importante per la propria vita. Solo che la maggioranza, il 70%, ammette con candore di non leggere quasi mai (e un altro 20% “raramente”) quelle pagine. C’è infine un 21% per cui il vangelo non ha nessuna importanza., anche se magari a qualcuno di loro scappa di evocare un detto del vangelo: «I primi saranno gli ultimi».

Richiesti di citare qualche passo evangelico ben pochi (il 20,9%) ne ricordano uno, anche se, nell’immaginario collettivo sono presenti le scene-icone della Natività di Gesù alla grotta di Betlemme, l’ultima Cena con la lavanda dei piedi ai discepoli e la Crocifissione di Cristo sul Calvario. Dei versetti il più ricordato è quello tratto dal discorso della montagna «Beati i poveri in spirito», cui segue il comandamento dell’amore «Ama il prossimo tuo come te stesso». Citata è anche la frase «Lasciate che i bambini vengano a me», come richiamato è il monito del Signore a quelli che volevano lapidare l’adultera «Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra».

Motivi di riflessione

I risultati della ricerca del Censis devono far riflettere non solo gli uomini di Chiesa e in generale i cristiani per la conoscenza superficiale, la scarsa

incisività, quasi l’evanescenza della Parola di Dio nella vita concreta, ma inducono a un’analisi preoccupante anche la civiltà occidentale che vede disperdersi tanti valori fondanti - di pensiero, di sapienza, di arte, di musica, di progetti, di stile di vita, di religione nel rapporto con la dimensione ultraterrena – che fondano la sua cultura. Non per nulla Giovanni Paolo II aveva fatto appello (inascoltato) all’UE perché nella sua costituzione fossero esplicitamente riconosciute le radici giudaico-cristiane della sua civiltà. Il rischio del nostro tempo, in effetti, è quello più volte denunciato da Papa Benedetto XVI, del nichilismo, dell’ateismo, del nulla che avanza e travolge molte fasce del pensiero del mondo contemporaneo.

È davvero il tempo della “nuova evangelizzazione”, sollecitata dagli ultimi Pontefici e in particolare da Papa Francesco perché la Chiesa, nelle sue varie articolazioni, famiglie, comunità parrocchiali, oratori e associazioni sentano più responsabilmente l’impegno e l’urgenza del «lieto annuncio».

Il Vangelo, questo sconosciuto

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Comunità Aperta 10

Servo ma libero, figlio e non schiavo: è questo l’aspetto dell’identità del cristiano approfondito da Papa Francesco nell’omelia della messa celebrata a Santa Marta nella mattina di martedì 8 novembre.Punto di partenza della riflessione è stato il brano del Vangelo di Luca (17, 7-10) nel quale Gesù afferma: «Siamo servi inutili». Ma cosa significa questa espressione?

Per aiutare la comprensione, il Pontefice ha attinto da un altro elemento della liturgia quotidiana, la preghiera della colletta, nella quale, ha ricordato, «abbiamo pregato chiedendo tre grazie», ovvero: «Allontana, Signore, ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché nella serenità del corpo e dello spirito possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio». Un’orazione nella quale sono riassunti i passi necessari per raggiungere la giusta dimensione del servizio, che è quella di essere «servi inutili».

Innanzitutto, ha detto il Papa, «la prima cosa che abbiamo chiesto è che il Signore allontani gli ostacoli, per servirlo bene, per servirlo liberamente, come figli». Dei tanti ostacoli che un cristiano può trovare sul suo cammino e che «impediscono di diventare servi», se ne possono ricordare almeno due. Uno è, sicuramente, «la voglia di potere». Una difficoltà comune, che si incontra facilmente nella vita quotidiana: quante volte, ha esemplificato Francesco, «forse a casa nostra» c’è chi dice: «Qui comando io!», o quante volte, anche «senza dirlo», abbiamo fatto sentire agli altri questa nostra «voglia di potere»? Invece Gesù «ci ha insegnato che colui che comanda diventi come colui che serve» e che «se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti». Gesù, cioè, «capovolge i valori della mondanità, del mondo».

Ecco perché la voglia di potere «non è la strada per diventare un servo del Signore, anzi: è un ostacolo, uno

di questi ostacoli che abbiamo pregato il Signore di allontanare da noi».

C’è poi un altro ostacolo, che si può riscontrare «anche nella vita della Chiesa», ed è «la slealtà». Lo incontriamo «quando qualcuno vuol servire il Signore ma anche serve altre cose che non sono il Signore». Eppure, ha ricordato il Pontefice, Gesù «ci ha detto che nessun servo può avere due padroni: o serve Dio o serve il denaro». E la slealtà, ha sottolineato, «non è lo stesso di essere peccatore». Infatti «tutti siamo peccatori, e ci pentiamo di questo», ma essere sleali è «come fare il doppio gioco». E questo «è un ostacolo». Quindi, «quello

La "Parola" di Papa Francesco

Servi liberi

Da un'omelia mattutina in "Santa Marta"

Da L’Osservatore Romano dell'8 novembre 2016

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che ha voglia di potere e quello che è sleale, difficilmente può servire, diventare servo libero del Signore».

Proseguendo lungo il filo della meditazione, il Papa è passato alla seconda parte della colletta. Dopo aver chiesto al Signore di allontare gli ostacoli, la preghiera prosegue: «... perché — seconda domanda — nella serenità del corpo e dello spirito» possiamo dedicarci al servizio. La seconda parola chiave è, quindi, «serenità», cioè «servire il Signore in pace». Ha infatti spiegato Francesco: «gli ostacoli — sia la voglia di potere, sia la slealtà — tolgono la pace e ti portano a quel prurito del cuore di non essere in pace, sempre ansioso, male... senza pace». Un’insoddisfazione «che ci porta a vivere in quella tensione della vanità mondana, vivere per apparire». Così si vede tanta gente che «vive soltanto per essere in vetrina, per apparire, perché dicano: “Ah, che buono che è...”, per la fama, fama mondana». Ma così «non si può servire il Signore».

Ecco dunque che «chiediamo al Signore di togliere gli ostacoli perché nella serenità, sia del corpo sia dello spirito» — e qui passiamo al terzo elemento — possiamo «dedicarci liberamente al suo servizio». È «libertà» la terza parola chiave. Perché, ha detto il Papa, «il servizio di Dio è libero: noi siamo figli, non schiavi. E servire Dio in pace, con serenità, quando lui stesso ha

tolto da noi gli ostacoli che tolgono la pace e la serenità, è servirlo con libertà». Non a caso, ha aggiunto, «quando noi serviamo il Signore con libertà, sentiamo quella pace ancora più profonda». Ed è come risentire la voce del Signore che dice: «Vieni, vieni, vieni, servo buono e fedele!».

Per far questo, però, «abbiamo bisogno della sua grazia: da soli, non possiamo». Ma, ha precisato il Pontefice, non è che quando «noi arriviamo a questo stato di servizio libero, di figli, con il Padre, possiamo dire: “Siamo buoni servitori del Signore"». Piuttosto va detto semplicemente «servi inutili».

Espressione che vuole indicare «l’inutilità del nostro lavoro: da soli, non possiamo». Perciò, ha spiegato Papa Francesco, dobbiamo soltanto «chiedere e fare spazio» affinché Dio «ci trasformi in servi liberi, in figli, non in schiavi».

Da qui la preghiera conclusiva: «Che il Signore ci aiuti ad aprire il cuore e a lasciare lavorare lo Spirito Santo, perché tolga da noi questi ostacoli, soprattutto la voglia di potere che fa tanto male, e la slealtà, la doppia faccia», e ancora «ci dia questa serenità, questa pace per poterlo servire come figlio libero che alla fine, con tanto amore» dice al Signore: «Padre, grazie, ma tu sai: sono un servo inutile».

Servi liberiLa "Parola" di Papa Francesco

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Comunità Aperta 12

Approfondimento

eCCo Le DieCi faLSe notizie Sui Migranti

Si chiama Antislogan #milionidipassi (milionidipassi.medicisenzafrontiere.it/antislogan/) la nuova iniziativa di Medici Senza Frontiere per sfatare le dieci leggende più diffuse sulla migrazione. Una a una. Quali? Che i migranti ci portano le malattie, che ci invadono, che li trattiamo meglio degli italiani. Slogan, appunto, senza contenuto che sentiamo ripetere in ogni dove e che alimentano l’indifferenza, il qualunquismo e purtroppo la rabbia. Per questo MSF ha lanciato una campagna social: ogni tre giorni apparirà

su Facebook e Twitter uno slogan razzista che verrà smontato pezzo per pezzo e con il supporto di dati. Uno strumento a disposizione di tutti, con l’auspicio di diffondere una cultura più corretta e umana.

Le 10 principali leggende legate alla migrazione

1. Ci portano le malattie: come Ebola, Tubercolosi e scabbia. Non è così. I migranti non rappresentano

26/10/2016 Hanno tutti lo smartphone. Furbi, opportunisti, delinquenti, ricchi. Sono questi gli stereotipi ormai diffusi sugli immigrati. E, così, anche il cellulare fondamentale per chi scappa, diventa un benefit. Per questo l'Associazione Medici senza frontiere ha lanciato una campagna per fare chiarezza. Chiara Pelizzoni (Famiglia Cristiana)

L'immigrazione è un fenomeno complesso che investe l'Europa chiede risposte nuove e adeguate, oltre i confini dei singoli Stati nazionali.I mezzi di comunicazione, molte volte spinti da interessi economici, alterano la nostra percezione della realtà generando e aumentando paure, risentimenti, pregiudizi nei confronti dei migranti.L'articolo che segue ci presenta una serie di queste “percezioni” invitandoci ad essere più critici e a leggere questo fenomeno complesso in modo meno ingenuo.

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Approfondimento

eCCo Le DieCi faLSe notizie Sui Migranti

un rischio per la salute pubblica. Nel corso di oltre dieci anni di attività mediche in Italia, MSF non ha memoria di un solo caso in cui la presenza di immigrati sul territorio sia stata causa di un’emergenza di salute pubblica. 2. Li trattiamo meglio degli italiani! Falso. In Italia, il sistema di accoglienza è gestito dal Ministero dell’Interno e comprende centri di prima e seconda accoglienza. L’insieme delle strutture ordinarie e dei servizi predisposti dalle autorità centrali e dagli enti locali è largamente insufficiente, tanto che più del 70% dei richiedenti asilo è attualmente ospitato in strutture temporanee e straordinarie.

3. Aiutiamoli a casa loro. La comunità internazionale da decenni si pone come obiettivo di eliminare la fame e la povertà estrema ma, nonostante gli sforzi e gli investimenti, i risultati sono ancora insufficienti. E in ogni caso, gli aiuti internazionali da soli non bastano a consentire il rientro a casa in sicurezza di chi fugge da conflitti, persecuzioni e violenza.

4. Hanno pure lo smartphone. Ma tu riesci a immaginare di fuggire senza? Per chi fugge da guerra, violenze o povertà ed è costretto a intraprendere un

lungo e pericoloso viaggio, i cellulari, in particolare gli smartphone, sono beni di prima necessità: il mezzo più economico per stare in contatto con i propri familiari; permettono di capire dove ci si trova, attraverso la geolocalizzazione; servono a condividere informazioni fondamentali su rotte, mappe, pericoli alle frontiere, blocchi.

5. Vengono tutti in Italia. Sono troppi! Peccato che sia solo il 6% di chi scappa che arriva in Europa. Degli oltre 65 milioni di persone nel mondo costrette alla fuga nel 2015, ben l’86%

resta nelle regioni più povere del pianeta. Il 39% si trova in Medio Oriente e Nord Africa, il 29% in Africa, il 14% in Asia e Pacifico, il 12% nelle Americhe.

6. Sono tutti uomini giovani e forti. La maggioranza delle persone che arrivano in Europa è rappresentata da giovani uomini perché hanno una condizione fisica migliore per poter affrontare un viaggio così duro. Spesso sono le stesse famiglie a mandarli per primi, sperando un giorno di potersi ricongiungere. Tuttavia, il numero di famiglie, donne e minori non accompagnati è in aumento. Nel 2015, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), di circa un milione di

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Comunità Aperta 14

persone arrivate in Grecia, in Italia o Spagna via mare, il 17% è costituito da donne e il 25% da bambini.

7. Ci rubano il lavoro. Le analisi esistenti mettono in evidenza la scarsa “concorrenzialità” tra lavoro straniero e lavoro autoctono a parità di competenze. Secondo il Ministero del Lavoro solo l’1,3 per cento dei lavoratori italiani con laurea svolge un lavoro manuale non qualificato, mentre questa percentuale si alza all’8,4% nei lavoratori extra-comunitari. Inoltre, secondo l’Inps ogni anno gli “immigrati” versano 8 miliardi di euro di contributi e ne ricevono 3 in pensioni e altre prestazioni, con un saldo netto di circa 5 miliardi (fonte, Redattore Sociale).

8. Non scappano dalla guerra. La distinzione tra rifugiati e migranti economici è una semplificazione. I motivi che spingono le persone a fuggire dai propri Paesi sono diversi e spesso correlati tra loro: guerre (Siria, Iraq, Nigeria, Afghanistan, Sud Sudan, Yemen, Somalia), instabilità politica e militare (Mali), regimi oppressivi (Eritrea, Gambia), violenze (lago Chad), povertà estrema (Senegal, Costa d'Avorio, Tunisia).

9. Sbarcano i terroristi. Peccato che la maggior parte degli affiliati ai gruppi terroristici coinvolti negli attentati in Europa fosse già presente sul territorio, in quanto di cittadini europei. La maggior parte è fatta di persone vulnerabili che fuggono da guerre e violenza.

10. Sono pericolosi. Sono più vulnerabili che pericolosi. Numerosi studi internazionali hanno evidenziato l’inesistenza di una corrispondenza diretta tra l’aumento della popolazione immigrata e

l’incremento del numero di denunce per reati penali. E’ pur vero che sono molti i detenuti stranieri nelle carceri italiane (il 34% dei reclusi, al 30 settembre 2016), ma ciò è dovuto a una serie di fattori precisi. In particolare, a parità di reato gli stranieri vengono sottoposti a misure di carcerazione preventiva molto più spesso degli italiani, che ottengono invece con maggiore facilità gli arresti domiciliari (o misure cautelari alternative alla detenzione, una volta emessa la condanna). La stessa azione di repressione opera con più frequenza nei confronti degli stranieri, che con maggiore facilità sono sottoposti a fermi e controlli di routine da parte dalle forze di polizia.

Approfondimento

eCCo Le DieCi faLSe notizie Sui Migranti

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Novembre 2016 15

Al servizio della persona

La rubrica del Gruppo Missionario

Congratulazioni Mamma, Papà

ed Angelo si congratulano con

ELEnA

che si è brillantemente laureata in Lingue Moderne

per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale

presso l’Università di Bergamo.

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Comunità Aperta 16

Il 31 ottobre 1517 il monaco eremita agostiniano Martin Lutero affigge sulle porte della chiesa di Wittemberg le sue 95 tesi. Questa data è considerata l'avvio della Riforma protestante.

Nel suo viaggio in Svezia il 31 ottobre 2016 papa Francesco ha partecipato alla celebrazione della commemorazione dei 500 anni della Riforma. «Ciò che sembrava impossibile è accaduto - ha detto il reverendo Martin Junge, Segretario della Federazione luterana mondiale nell'incontro ecumenico - siamo rami di una stessa vite. Siamo uno nel Battesimo. Siamo qui in questa commemorazione congiunta: ci prepariamo a riscoprire chi siamo in Cristo».

Sono stati così sotterrati dalla storia i tempi lontani in cui Leone X lanciava la sua Exsurge Domine dalla sua tenuta di caccia alla Magliana e non gli pareva vero di paragonare Lutero a un cinghiale. «In questo

incontro di preghiera qui a Lund, vogliamo manifestare il nostro comune desiderio di rimanere uniti a Cristo per avere la vita. É anche un momento per rendere grazie a Dio -ha detto il Papa- per l'impegno di tanti nostri fratelli, di diverse comunità ecclesiali che non si sono rassegnati alla divisione, ma che hanno mantenuta viva la speranza della riconciliazione tra tutti coloro che credono nell'unico Signore, senza cui non possiamo fare nulla».

Per papa Francesco si deve riconoscere «con la stessa onestà e amore che la nostra divisione si allontanava dalla intuizione originaria del popolo di Dio che aspira naturalmente a rimanere unito, ed è stata storicamente perpetuata da uomini di potere di questo mondo più che per la volontà del popolo fedele». Il contesto della commemorazione della Riforma deve essere un'opportunità e un nuovo impulso nell'accogliere un percorso comune. Quello che ha preso forma negli ultimi cinquantanni di dialogo ecumenico fra

la Federazione luterana mondiale e la Chiesa cattolica.

Guarire la memoria, passare dal conflitto alla comunione, riaffermare la dipendenza dal-la grazia di Cristo nella vita della cristianità, esprimere gratitudine a Dio, guardare insieme al futuro e dire di no alla strumentalizzazione delle religioni per fini politici.

Nel primo paragrafo della dichiarazione firmata nella Cattedrale di Lund si legge:

in Svezia L'abbraCCio tra PaPa franCeSCo e i Luterani: Prioritario L'iMPegno Per L'unità.a cura di don Giorgio

Ecumenismo

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Novembre 2016 17

«Cattolici e luterani hanno superato molte differenze, hanno approfondito la nostra comprensione e la fiducia reciproca, allo stesso tempo ci siamo avvicinati gli uni agli altri attraverso il servizio comune al nostro prossimo, spesso in circostanze di sofferenze e persecuzione. Attraverso il dialogo e la comune testimonianza noi non siamo più estranei. Abbiamo imparato che ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide».

Cattolici e luterani unitamente confessano e chiedono perdono per aver ferito l'unità visibile della Chiesa. Riconosciamo che differenze teologiche sono state accompagnate da pregiudizi e conflitti, soprattutto si riconosce che nella storia che ha portato alla divisione la religione è stata strumentalizzata per fini politici. Così mentre il passato non può più essere cambiato, viene però ricordato che la memoria può essere trasformata. Pertanto si afferma che si deve respingere l'odio e la violenza, passati e presenti, in particolare quella espressa nel nome della religione.

Dopo cinquecento anni, cattolici e luterani si trovano concordi su una visione congiunta del passato e su impegni comuni per

il prossimo futuro esprimendo anche la gioia per quello che unisce, il pentimento per il danno creato dalla discordia e la ferma intenzione di testimoniare insieme al mondo la misericordia di Dio, operando per la riconciliazione, la pace e la giustizia per l'intero creato.

Compiendo in questo modo un passo importante per il cammino verso una più grande unità visibile della Chiesa e della quale i cristiani sono chiamati a dare testimonianza in un mondo lacerato da conflitti, compiendo

insieme il servizio, in particolare verso i poveri, nel difendere la dignità umana, nel lavorare per la giustizia rifiutando ogni forma di violenza, per accogliere lo straniero, per venire in aiuto a chi è costretto a fuggire dalla guerra, per difendere i rifugiati e coloro che cercano asilo.

Un semplice abbraccio con Antje Jackelén arcivescovo primate della Chiesa luterana di Svezia e gli altri rappresentanti della Federazione luterana mondiale ha chiuso l'incontro.

Ecumenismo

PaPa franCeSCo inContra i Luterani

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Comunità Aperta 18

"Gruppo del Sorriso" Onlus

Paraolimpiadi a Rio 2016

Al servizio della persona

A Rio de Janeiro il braciere olimpico è stato acceso per la seconda volta, dal 7 al 18 settembre infatti si sono svolte le paralimpiadi, l’equivalente delle Olimpiadi a cui partecipano gli atleti con disabilità fisiche.

Nella notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 settembre si è svolta la cerimonia inaugurale allo stadio Maracanà, con esibizioni spettacolari, fuochi d’artificio e tante emozioni. Un momento in particolare ha toccato il cuore di tanti, quando l’ex atleta Marcia Malsar si è rialzata tra gli applausi del pubblico dopo essere caduta con la torcia olimpica.

Questo episodio sembra stato creato apposta per simboleggiare e sottolineare il significato principale di questi giochi olimpici “speciali” e quindi anche lo spirito degli atleti che vi hanno preso parte, e cioè quello di non arrendersi mai, di trovare sempre la forza di lottare e nonostante tutto di non perdere mai il sorriso, quel sorriso che vale di più proprio perché dietro c’è la consapevolezza di aver vinto la battaglia più importante, quella della vita.

Queste paralimpiadi, sono state una vittoria per le numerose medaglie vinte, che sono una grande soddisfazione per gli atleti vincitori ma anche per i connazionali che hanno seguito da casa le emozionanti gare. Ma la sfida più grande, quella che va oltre alle medaglie e alle onorificenze è stata vinta da ogni atleta

perché già il fatto di essere lì è stata una vittoria.

Questi campioni sono un esempio di vita per tutti e lanciano un messaggio importante: che nessuno è superiore o inferiore a qualcuno, ma è anche vero che nessuno è uguale. Le persone sono semplicemente uniche e incomparabili

Silvia

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Novembre 2016 19

Almenno in Musica

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Comunità Aperta 20

festa del

"Sì" (Azione Cattolica)

Al servizio della persona

Molti di noi fanno parte di una o più associazioni e magari anche da molto tempo!

L’appartenenza ad un gruppo che si ritrova seguendo uno stesso ideale non è una faccenda personale, ma riguarda tutti i componenti di quel gruppo, che animati dagli stessi obiettivi si sostengono e si arricchiscono l’uno della presenza dell’altro. Con il passare del tempo a volte si dimenticano le basi su cui un’associazione si è fondata, per lasciare il posto all’abitudine o alla concentrazione sulle attività concrete e contingenti.

L’Azione Cattolica diocesana ha ideato, da qualche anno, una festa che sia occasione di ritrovo dei suoi associati (…e non) ma soprattutto sia una giornata nella quale ci si ricorda vicendevolmente il senso dell’appartenenza all’A.C.

Quest’anno la Domenica 16 ottobre, nella Parrocchia di S.Paolo in Bergamo è stata condivisa tra tutti gli associati la FESTA DEL Sì, a partire dai ragazzi fino agli adultissimi. Dopo i saluti di benvenuto, il nostro assistente don Flavio ci ha introdotti alla giornata con una breve preghiera, perché tutto il nostro operare nelle comunità ha senso se lo facciamo alla luce della Parola del Signore. Dopodiché i ragazzi sono stati impegnati in alcuni giochi ed attività riguardanti il tema dell’anno “CIRCOndati dalla gioia”.

Gli adulti invece hanno ascoltato le testimonianze di quattro gruppi associativi, tra cui uno di Molfetta (Bari), che hanno raccontato le loro esperienze parrocchiali e ci hanno quindi dimostrato

come ogni associazione in modo originale e diverso può contribuire alla vita comunitaria in modo gioioso, così come dice lo slogan di quest’anno

“Rallegratevi ed esultate”.Abbiamo quindi parte-cipato alla celebrazione della s. Messa presieduta dal Vicario Generale mons. Davide Pelucchi. Durante la messa abbiamo ricordato il nostro assistente appena scomparso don Silvano,

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Novembre 2016 21

Al servizio della persona

perché anche quando una persona non è più tra noi, la sua testimonianza e i suoi insegnamenti ci aiutano e ci guidano nel nostro cammino: anche questo significa far parte di un’associazione. Al termine della messa abbiamo rinnovato il nostro desiderio di continuare a far parte dell’Azione Cattolica attraverso la preghiera dell’adesione.

Dopo aver pranzato all’aperto, visto che la giornata ce l’ha concesso, ci siamo ritrovati nell’auditorium dove abbiamo assistito ad uno spettacolo preparato dall’A.C. di Almenno S.B. che aveva come titolo “Bambini in mezzo al mare” . Questo momento è stato molto emozionante perché il gruppo, composto da bambini e genitori, ha rappresentato il tema dell’immigrazione visto soprattutto con gli occhi dei bambini, con le gioie, le speranze e anche le paure che animano un viaggio così particolare. Attraverso alcuni canti e una recita semplice ma efficace ci hanno saputo far riflettere su questo tema oggi di grande attualità, ma che spesso viene presentato e manipolato in modo scorretto e parziale.

Per finire i ragazzi ci hanno presentato il percorso fatto nella mattinata, invitandoci ad uno spettacolo di circo un po’ speciale nel quale ciascuno di loro ha avuto un ruolo fondamentale e personale, perché solo con la collaborazione di tutti si possono ottenere buoni risultati.

La giornata si è conclusa tra i saluti e i ringraziamenti vicendevoli per gli incontri e le esperienze vissute insieme ed è proprio questo lo spirito che dobbiamo mantenere vivo in noi: un entusiasmo che ogni anno, ogni giorno e in ogni iniziativa dobbiamo mettere perché l’ appartenenza alla nostra associazione si rinnovi ogni volta con un Sì convinto.

Azione Cattolica

AVVISO DELLA REDAZIONESi invitano sempre, i collaboratori di Comunità Aperta, i responsabili dei Gruppi che sono

interessati alla pubblicazione di articoli, avvisi, ecc., a far pervenire il materiale da pubblicare, fotografie comprese,

entro e non oltre il 15 del mese precedente al mese della pubblicazione.Anche gli avvisi per il Foglio della Messa domenicale - che potranno essere pubblicati semprecompatibilmente con lo spazio a disposizione - devono comunque pervenire entro e non oltre

il martedì antecedente la domenica.Gli articoli possono essere fatti pervenire anche via e-mail al seguente indirizzo:

[email protected]

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Comunità Aperta 22

Le ACLI Provinciali promuovono da diversi anni una serie di incontri, dibattiti, riflessioni, percorsi di preghiera …., rivolti a DONNE E UOMINI di qualunque ceto sociale ed età con l’obiettivo di mettere a confronto culture diverse per educare ad affrontare le sfide della società multiculturale in cui viviamo.Gli appuntamenti hanno il patrocinio della Provincia e del Comune di Bergamo con il sostegno e la collaborazione di numerosi Enti e Associazioni presenti sul territorio Bergamasco.Il ciclo di incontri “Molte Fedi sotto lo stesso cielo” ha una durata di circa 90 giorni (settembre – dicembre); il programma è disponibile sul sito WWW.moltefedi.it. Nello stesso sito possono essere prenotati i posti per gli eventi programmati.Lunedì 19 settembre presso la chiesa di San Giorgio abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare due giornalisti che hanno conosciuto Padre Paolo Dall’Oglio rapito in Siria il 29 luglio 2013 e di cui non si hanno più avuto notizie certe.I due giornalisti, Stefano Femminis e Domenico Quirico, che ha vissuto l’esperienza del rapimento in Siria, hanno tracciato una fotografia della figura di Padre Dell’Oglio e la situazione dei territori Medio Orientali dove imperversa la guerra e il terrorismo. Il confronto è stato coordinato da Daniele Rocchetti Presidente Provinciale delle ACLI Di seguito alcuni spunti tratti dagli interventi dei due giornalisti.

Intervento di Stefano Femminis (già Direttore della rivista “Popoli”)

● Padre Paolo Dall’Oglio aveva accettato dal 2006 di avere una rubrica sulla rivista “Popoli” per diffondere l’esperienza di un cristiano in una terra a maggioranza mussulmana (la Siria). Nasceva così una collaborazione e un’amicizia tra il giornalista Stefano Femminis e Padre Dall’Oglio.● Padre Dall’Oglio, fondatore della comunità monastica di Mar Musa, con la sua presenza in Siria desiderava favorire relazioni tra cristiani e mussulmani. ● La sua presenza era anche un riferimento per coloro che avevano iniziato la rivoluzione in Siria contro il regime di Al-Assad. Erano i gruppi che non erano collegati ai terroristi dell’Isis.● Il suo obiettivo era quello di porsi tra le parti in conflitto ed operare per la riconciliazione.

Molte fedisotto lo stessocielo

Padre Paolo Dall'Oglio costruttore di ponti e di dialogo tra fedi e culture.

19 settembre 2016

CIRCOLO DI ALMeNNO SAN SALVATORe

Padre Paolo Dall'Oglio - Gesuita rapito in Siria

Tematiche importanti

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Novembre 2016 23

Intervento di Domenico Quirico (giornalista de La Stampa)● ISIS e TOTALITARISMO ISLAMICO

Siria = luogo ideale per nascita e crescita dello Stato Islamico perché instabile, con molte fazioni in lotta tra loro

Lo Stato Islamico (ISIS o Daesh) è diverso dal fondamentalismo islamico “tradizionale” perché è uno Stato, è TERRITORIALE; questa è la cifra distintiva dell’ISIS rispetto a tutte le forme di fondamentalismo islamico che lo hanno preceduto (e.g. Al Qaeda di Bin Laden)

Il progetto è quello di ristabilire il Califfato Arabo dalla Spagna all’Asia centrale

Per il Totalitarismo Islamico, come tutti i totalitarismi, “sei vivo o morto in base alla carta di identità”; sei accettato o ucciso in base a chi sei, non in base a quello che fai (parallelismo con gli Ebrei durante il nazismo, uccisi in quanto ebrei e non per quello che facevano)

Come in tutti i totalitarismi, una minoranza convinta e decisa trascina, grazie alla forza e alla convinzione con cui sostiene le proprie idee, la maggioranza della popolazione che passa la propria vita nella tranquillità, i fedeli della “religione del quieto vivere”

● GEOPOLITICA INTERNAZIONALE

Limitato ruolo e margine di intervento per l’Europa in quell’area;

USA avrebbero potuto intervenire nell’area nel 2011 ma non l’hanno fatto per garantire un certo livello “disordine organizzato” che a loro va bene

USA, OGGI, non possono permettersi (per ragioni di politica interna) di combattere guerre.

La Russia è tornata ad avere ruolo internazionale intervenendo nell’area, anche grazie al suo uso della forza che esercita molta presa nel mondo arabo (“il mondo arabo è sempre stato molto affascinato dall’uso della forza militare”)

Arabia Saudita e Qatar –sempre meno presenti perché lo Stato Islamico è sempre più indipendente economicamente

Quirico è certo che Siria, Iraq e Libia non esisteranno più come stati come li conosciamo oggi, ma verranno frazionati

Iran sostiene gli Sciiti (visti come nemici dai Sunniti) che però sono minoranza

● LA GUERRA COME “UNICO SCENARIO DI VITA” PER MOLTI IN SIRIA

Tematiche importanti

Molte fedi sotto lo stesso cielo

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Comunità Aperta 24

P e r molti, in Siria, ormai la guerra è una condizione strutturale, quasi naturale, e funzionale alla loro attività.

“Guerra per molti è l’unico scenario di vita perché sono nati in guerra e/o perché la guerra è funzionale alle loro attività e fonte economica

Guerra porta sempre un rimescolamento delle forze e un nuovo

ordine sociale con rinnovati e diversi rapporti di forza tre le diverse classi sociali

● IL DIALOGO COME POSSIBILE SOLUZIONE?

Difficile/impossibile dialogare ora con ISIS

I jihaidisti hanno la convinzione di fare il bene del proprio Dio, di operare nel bene uccidendo, sgozzando gli occidentali; sono convinti di compiere la volontà di Dio così facendo – impossibile dialogare anche perché per loro dialogo è come riconoscere, dare valore ad un infedele

I Jihaidisti sono riusciti a eliminare il senso del rimorso nei seguaci dell’ ISIS. Definizione di Quirico del Jihaidismo è “un esercito di giovani a cui è stato sottratto il rimorso”. Il rimorso spesso agisce come un freno nelle azioni dell’uomo e gli consente di limitare l’uso della forza brutale, animalesca; qualunque cosa facciano contro gli occidentali, o meglio che sia funzionale alla rinascita del Califfato, è giusta

● COMPLESSITA’ DEL MONDO

Questo è un mondo complesso, che richiede analisi profonde, sforzi, per essere compreso e tempo per essere spiegato; se la maggioranza delle persone non vuole dedicare tempo ad analizzare e comprendere la complessità del mondo, cercherà sempre la soluzione più semplice (spesso la più sbagliata) perché questa dà loro l’illusione di avere capito e di governare intellettualmente la complessità – quindi si sentirà, illusoriamente, sicuro perché crede, ingenuamente, di avere la situazione sotto controllo

Claudio LocatelliCircolo ACLI Almenno San Salvatore

Tematiche importanti

Molte fedi sotto lo stesso cielo

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Novembre 2016 25

circoli di R-ESISTENZA

Un gruppo di uomini e donne si ritroveranno a leggere e commentare un testo per riflettere su alcuni valori della vita.

Soni i Circoli di R-Esistenza, iniziativa promossa dalle ACLI di Bergamo e proposta a livello locale dal circolo ACLI di Almenno San Salvatore in collaborazione con la biblioteca comunale.

Quest’anno si rifletterà seguendo il testo “Dono e Perdono” di Enzo Bianchi, monaco laico, saggista, fondatore e Priore della comunità di Bose, frazione di Magnano in comune di Biella.

Per partecipare all’iniziativa è necessario acquistare il libro al costo di € 7.00.

Coloro che parteciperanno alle serate di approfondimento saranno successivamente invitati all’incontro con l’autore che si terrà presso la chiesa Parrocchiale di Scanzorosciate

VENERDI’ 27 GENNAIO 2017 alle ore 20.45

Gli incontri di riflessione avranno luogo presso la biblioteca di Almenno San Salvatore nei giorni

10 – 17 e 24 novembre 2016 alle ore 20.45

La partecipazione è libera con iscrizione obbligatoria presso la biblioteca comunale fino al raggiungimento di un numero massimo di 20 iscritti.

Con questa esperienza, nuova per la nostra comunità, le ACLI vogliono diffondere capillarmente sul territorio nuove forme di relazioni tra persone, tessendo relazioni, incontrandole e coinvolgendole in un percorso di analisi dei valori della società odierna convinti che ci sia necessità di donne e uomini capaci di incoraggiare e dare speranza.

Il Presidente ACLI Claudio Locatelli

CIRCOLO DI ALMeNNO SAN SALVATORe

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Comunità Aperta 26

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Novembre 2016 27

Al servizio della persona

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cellulare n° 3472983007 - fisso n° 035640378Email : segreteria.oratorio.almennoss@live .it

Conferenza di Almenno San Salvatore

Per poter sostenere le nostre attività di aiuto verso le forme di povertà che anche nel nostro territorio si stanno diffondendo, chiediamo un gesto di generosità. Anche piccole offerte sono ben accette: insieme queste fanno

un grande aiuto.

È possibile effettuare donazioni tramite:

• Bonifico Bancario PRESSO UBI BANCA FILIALE ALMENNO S.S. IBAN: iT 46W 05428 52510 000000064578

• assegno Bancario

• Contanti (Consegnandoli personalmente a don giorgio, nostro assistente spirituale tel. 035 641805

Gli importi donati alla nostra conferenza sono detraibili fiscalmente previa richiesta della relativa documentazione.Ringraziamo per l’attenzione e generosità.

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Comunità Aperta 28

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Comunità Aperta 30

Curiosità storiche

Orologi suicampanili diAlmennoa cura di Paolo Manzoni

Quasi tutti gli Almennesi credono che l’orologio che sta sul campanile della chiesa parrocchiale di Almenno S. Salvatore sia il più antico del paese e anche l’unico.

In realtà il campanile che per primo ebbe un orologio fu quello della chiesa di S. Maria della Consolazione (S. Nicola). Il modo in cui ne fu dotato e ben presto privato è abbastanza singolare e merita di essere raccontato.

Correva l’anno 1488 quando fu fondata la chiesa degli Agostiniani di Almenno. Terminata in brevissimo tempo, non ebbe però subito il campanile. Questo era previsto nel progetto; infatti, vista la posizione intermedia che occupa tra il presbiterio e l’ala est del convento, venne iniziato e costruito fino ad una certa altezza, ma per mancanza di denaro non fu concluso.

Il completamento avvenne più di un secolo dopo, negli anni 1595-1597, soprattutto grazie al benefattore Nicolò Manzoni. Costui, tra le tante sue disposizioni, lasciò in eredità alla sacrestia del convento l’ottava parte dei redditi dei suoi beni per la manutenzione ordinaria e straordinaria della chiesa e per la fornitura di paramenti e suppellettili sacre.

Stabilì anche che tutti i mobili, gli oggetti e il denaro trovato nella sua stanza al momento della morte fossero assegnati alla sua moglie Domenica, a condizione che la donna spendesse cento doppie d’oro da 2 scudi a vantaggio del campanile di S. Maria della Consolazione.

Grazie a questo legato, al quale presto si aggiunsero quelli di altri benefattori, negli anni 1595-1597 il campanile fu portato a termine nelle forme che tuttora ha. Nel 1596, poi, con il denaro lasciato dal Manzoni, fu fusa la “campana manzona”, tuttora esistente sul campanile, così chiamata nell’iscrizione che le gira intorno all’orlo: “IMPENSIS NICOLAI MANZONI IDEO MANZONA XVII CHALEND. NOVEMB. 1596”(Fatta a spese di Nicolò Manzoni il 14 ottobre 1596 e perciò “Manzona”) .

Sempre in quegli anni il Comune di Almenno provvide a proprie spese a fornire il campanile di un orologio “con tutti li suoi ordigni, et Utensilij”. La scelta di collocarlo sul campanile di S.

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oroLogi Sui CaMPaniLi Di aLMenno

Curiosità storiche

Tipico meccanismo antico di orologio da campanile

Maria della Consolazione non fu casuale: quella era una posizione strategica che permetteva di vedere il quadrante delle ore e di sentire i rintocchi alla maggior parte degli abitanti che allora si concentravano nella contrade Porta, Almenno Alto e Tremozia (centro storico di Almenno S. Bartolomeo).

Il buon funzionamento dell’orologio, in un tempo in cui non esistevano orologi da polso e le tante altre diavolerie del giorno d’oggi che in un attimo forniscono l’ora, doveva stare molto a cuore alla popolazione di Almenno. Tanto è vero che, quando il 30 marzo 1601 fu steso l’atto formale di divisione del paese nei Comuni indipendenti di Almenno S. Salvatore e di Almenno S. Bartolomeo, ci si premurò di stabilire un’apposita clausola circa l’orologio comunale: i due Comuni dovevano provvedere insieme al suo buon funzionamento e alle relative spese.

Ma l’accordo durò solo pochi decenni. E il motivo della fine fu ancora il Legato Manzoni. Il fondatore del legato, Nicolò, tra le altre disposizioni del suo testamento aveva stabilito che l’amministrazione del suo enorme patrimonio e l’assegnazione ai frati dell’ottava parte delle rendite fossero gestite dalla Scuola del SS.mo Sacramento di Almenno S. Bartolomeo.

I sindaci di questa ogni anno, in base ai frutti raccolti e ai fitti riscossi, avrebbero dovuto consegnare ai frati circa 300 lire per i bisogni della chiesa del convento. Essi però, mal sopportando di dover erogare tanto denaro, spesso non provvidero e provvidero solo parzialmente a versare il dovuto. Pertanto i rapporti tra i frati ed i sindaci si deteriorarono e alla morte della vedova del Manzoni, la signora Domenica, avvenuta il 22 agosto 1615, divennero apertamente ostili. I frati insistevano affinché si rivedesse tutta la gestione del legato, si controllassero i consuntivi e si provvedesse a rifondere loro la parte di redditi dell’eredità che era stata loro sottratta.

Anima delle rivendicazioni del convento era il priore Giulio Emilio Bottani, che portò la questione in

tribunale, citando i sindaci sia davanti al Vescovo che al Podestà di Bergamo. Gli incriminati, nonostante il ricorso a Venezia, furono dichiarati colpevoli, condannati alla restituzione delle somme mancanti e alcuni anche incarcerati.

La guerra fatta ai sindaci però costò cara al priore Bottani. Il 14 marzo 1628, infatti, veniva assassinato nella sua cella. Questo il resoconto dell’avvenimento, scritto con giuramento e inviato al Consiglio dei Dieci di Venezia dai Rettori di Bergamo, il podestà Giulio Valier e il capitano Francesco Duodo: “Il R.do P.re Giulio Emilio Bottano Priore di S. Agostino (degli agostiniani), huomo di costumi, et vita essemplare, nella terra di Almenno di questo territorio è stato di dieci, e più ferite mortalmente offeso, martedì passato, verso la mezza notte, nella propria cella, dalla quale le sono anco state rubate tre tuniche, et alcuni danari, che haveva nelle scarselle.Fù la mattina seguente trovata una scala, tolta da i massari del med.mo (medesimo) convento, molto lunga, appoggiata ad un feinestrino del monasterio, et fu giudicato, che uno de scelerati siccarij molto ben prattico del sito (luogo), entrasse per d.o luogo, aprendo poscia (poi) la porta del claustro, e della chiesa, che di dentro via si chiudevano con il cadenazzo solamente, et introdotti in esso convento otto, o dieci compagni parte si facessero patroni delle porte delle celle, ove dormivano i frati, parte del campanile, et parte entrati nelle camere dell’infelice Priore, così malan.te lo trattarono, havendo la magg.r parte di loro li fazzoletti alla faccia, e palandrani lunghi, che le coprivano le pistole, e pistoni, de quali erano armati, et altri (in) numero di

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Comunità Aperta 32

oroLogi Sui CaMPaniLi Di aLMenno

Curiosità storiche

Parte finale del codicillo dettato da Nicolò Manzoni il 7 dicembre 1593. Archio di Stato di Bergamo. Fondo Notarile, Marendi Paolo n. 3954. Fasc. 1583-1594.

quattro, ò sei si fecero forti (si barricarono) nel campanile della chiesa parrocchiale di quella terra, per impedire in ogni evento, il suono della campana martello.S’è formato fin’hora diligente processo, ma perché nel corso di esso, risorgono inditij gagliardi entro (contro) frati malcontenti della med.ma relig.ne (del medesimo ordine), che fomentati da huomeni grandi, habitanti à questi confini, suoi protettori, possono haver fatto così enorme risoluzione (avere preso una così grave decisione), et trattato, argomentandosi ciò, dal numero delle persone, che convengono (dovevano) esser pratiche del monasterio, dall’haver ritrovato nel fondo della vigna li med.mi frati pedate (peste) di cavalli grossi, con molta biada sparsa, e dal splendor dell’armi, che nel chiaro della luna potero(no) facilmente esser vedute. Habbiamo stimato bene, così anco ricercati dagl’intervenienti dell’offeso di rappresentare all’E.E V.V. (Eccellenze Vostre) se per venir in chiaro di questo negotio (affare), è necessario il constituire (comandare che si presentino per essere interrogate) molte persone relig.e carcerarne alcune, dar l’impunità …. Di Bergamo 22. marzo 1628 (mercoledì)”.

Pur essendo rimasti ignoti gli autori del delitto, è

quasi certo che i mandanti si annidassero tra gli abitanti di Almenno S. Bartolomeo che odiavano il Bottani. Al fatto non dovevano essere estranei alcuni frati “malcontenti” del priore.

Il tragico evento suscitò grande eco, acuendo le tensioni già esistenti tra il Comune di Almenno S. Salvatore e quello di Almenno S. Bartolomeo. In particolare, ne soffrì l’orologio sul campanile di S. Maria della Consolazione, fino ad allora mantenuto a spese comuni non senza contrasti per i continui interventi di manutenzione. Il 30 novembre 1628, infatti, il Comune di S. Salvatore cedeva la sua contingente parte all’altro paese al prezzo di 110 lire e l’orologio veniva portato via dal campanile dei frati. Questo il contenuto integrale del documento della cessione:

“Essendo rimasto l’Orologgio che si trova nel campanile delli M.M. R.R. (molto reverendi) Padri Augustiniani di santa Maria della consolatione di Almenno indiviso quando la Comunità si divise; ed essendo nate diverse difficoltà per le spese che di tempo in tempo sono necessarie per acomodare d.o orologgio, finalmente hanno risoluto ambe le Comunità venire alla divisione di quello, in questo modo, cioe: Che la Comunità di santo Salvatore rinoncia la sua contingente portione della metà di d.o orologgio alla Comunità di santo Bart.o per il prezzo di lire cento dieci per dico L 110. Onde noi infrascritti Credendieri delle dette Comunità confessiamo per la presente haver riceputo dalli molto Rev.di Padri del sud.o Convento il scritto orologio con tutti li suoi ordigni, et Utensilij; Con patto espresso però, che se mai in alcun tempo li detti R.R. P.P. (reverendi padri) venessero in cognitione (a conoscenza) di haver sopra il prefato orologgio attione ò raggione alcuna (un qualche diritto) ò per spese fatte ò per donativo, ò in qual si voglia altro modo”, i due Comuni si obbligano alla restituzione dell’orologio o al pagamento dei danni subiti dal convento. Firmato da quattro credenzieri, due per S. Salvatore e due per S. Bartolomeo.

L’orologio di S. Maria della Consolazione pertanto finì sul campanile della cinquecentesca parrocchiale di Almenno S. Bartolomeo e lì dovrebbe essere rimasto in funzione sino alla fine del Settecento, quando, a partire dall’anno 1783 la vecchia chiesa fu completamente ristrutturata e provvista di un nuovo campanile.

(Nota: Per le principali notizie si fa riferimento a P. MANZONI, Agostiniani ad Almenno, Cenate Sotto (BG), 2012, pagg. 76-77; 147-154).

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Comunità Aperta 34

Chiesa e Politicaa cura di Romano Bonfantida un'idea di Sandro Rota "ol Ghirì".

Chiedilo al Parroco

Secondo Lei è giusto che la Chiesa si interessi (per non dire s'intrometta) nella politica italiana?

Lettera firmata

É questa una domanda che spesso ci si sente rivolgere, in termini e circostanza diverse, e che richiede forse anche una precisazione: che cosa si intende quando si parla di interessi o intromissioni da parte della Chiesa nella politica in generale e in quella italiana in particolare?

La Chiesa non è certo un soggetto politico, anche se fin dai suoi inizi ha dovuto combattere contro questa tentazione: gli Apostoli stessi erano convinti che Gesù avrebbe restaurato il regno di Israele (è un progetto politico!), Gesù invece parla del Regno di Dio che non è di questo mondo, anche se cresce in questo mondo, ci introduce appunto nel mondo di Dio, ma dal momento in cui il Figlio di Dio si è fatto uomo (mistero dell'“incarnazione”) nell'uomo e nella storia degli uomini questo “Regno” è già presente anche se non ancora compiuto.

Il compito della Chiesa è quello di aiutare l'uomo a scorgere i segni di questa presenza, e a far sì che questi segni diventino sempre più evidenti e credibili.

Il Regno di Dio, ci dice il Vangelo, è un Regno di giustizia, di pace, di fraternità, di perdono, di riconciliazione... cioè di tutto quello che vediamo perfettamente compiuto in Gesù di Nazaret; là dove anche solo qualcosa di questo, anche solo un germe, si manifesta è presente il Regno di Dio che sta crescendo anche in questa storia; la Chiesa è chiamata a promuovere, a sostenere e difendere tutto questo.

É chiaro che questo tocca la “politica”, in quanto la fede del credente non è un fatto privato da vivere all'interno di un club, ma anima e dà vita al suo impegno nel mondo accanto e insieme ad altri uomini che professano magari altre fedi o nessuna fede, ma condividono alcuni valori decisivi per la costruzione di una

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Chiedilo al Parroco

ChieSa e PoLitiCa

Questa rubrica sarà tenuta aperta se perverranno le domande ogni mese al Parroco.

In merito ad essa, coloro che fossero interessati all'iniziativa, potranno presentare delle domande, per scritto (ma, perché no, anche a voce), entro il 25 di ogni mese precedente a quello di uscita del Bollettino a questi recapiti: Ø Redazione Comunità Aperta presso Casa Parrocchiale (cassetta delle lettere)Ø e-mail Parrocchia: [email protected]Ø e-mail Renzo Cornelli: [email protected] Ø Il sottoscritto curatore della rubrica mette a disposizione la sua cassetta in via S. Giorgio 5. La redazione raccoglierà le domande, non le filtrerà né le modificherà e le sottoporrà al Parroco. Non saranno prese in considerazione quelle non consone alla rivista e quelle anonime. L'anonimato, se richiesto, verrà effettuato nella pubblicazione.

Michelangelo Manzoni

MarMi graniti - arte Funeraria

Sede Operativa: Via fonte, 8 - 24012 Brembilla (Bg)

Tel. e Fax. 0345/98133 - Cell. 3284861557

Sede legale: Via Gerosa, 8 - 24031 Almenno San Salvatore (BG)P. IVA 03283610164

società più umana, cioè più giusta, più pacifica, più rispettosa di tutti, più accogliente...

Questo significa “fare politica” secondo quella concezione che portava Paolo VI a definire la politica (quella vera, cioè secondo il significato letterale della parola -servizio alla polis, alla città...- non la ricerca di interessi propri o del proprio partito) una delle forme più alte della “carità”, cioè di quella dimensione essenziale dell'Amore, decisiva per la Chiesa e la vita del singolo cristiano.

La Chiesa interviene e “opera” a questo livello, non ha un suo progetto politico; compito della Gerarchia è quello di esortare, sostenere e spronare i credenti ad impegnarsi nel campo politico; non tanto nel fare un partito, ma per essere presenti attivamente e positivamente a programmare leggi ed istituzioni che aiutino la società a crescere in umanità, giustizia, fraternità...

É chiaro che questo non è un campo specifico del Papa o dei Vescovi ma dei laici cristiani che sono chiamati ad avere coraggio e competenze per impegnarsi concretamente e politicamente a diversi livelli, nel rispetto di tutti e in dialogo con tutti coloro che condividono valori ed situazioni che sono al servizio del bene comune e quindi di tutti e di ciascuno. Il Parroco don Mario

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Comunità Aperta 36

L'angoLo

DeLLa PoeSia

Per elevare "lo Spirito"

a cura di Maria Luisa Salvi

Quando il numero di “Comunità Aperta” ci verrà consegnato, saremo ormai giunti al tempo dell’Avvento, un periodo liturgico che ci richiama alla preghiera ed alla penitenza e ci prepara al Natale, nell’attesa della nascita di Gesù. Non mi pare, quindi, fuori luogo, proporre in quest’angolo della poesia del mese di novembre la traduzione che Enrico Piccioli ci propone di alcune strofe tratte dalle “Poesie di Santa Teresa del Bambin Gesù” dal titolo “Viver d’Amore”.

“VIVER D’AMORE"

Viver d’amore è viver la tua vita.

Glorioso Re, delizia degli eletti. Tu per me vivi nascosto dentro l’Ostia ed io per te voglio vivere nascosta, o Cristo.

Agli amanti necessita lo stare in solitudine a cuore a cuore notte e giorno.

Solo il tuo sguardo è la mia beatitudine.

Io vivo d’amore. Vivere d’amore è dar senza misura senza cercar compensi in questa vita. .Senza contar io dono, e son sicurache nell’amor non val contropartita.

Di tenerezza traboccando al cuoresuo, ho donato tutto ed agil corro;nulla mi resta ormai che non siala mia ricchezza: viver d’amore.

Viver d’amore è la quiete quandoil Cristo dorme sopra l’onde in furia.

Ah, non aver timore ch’io ti ridesti,aspetto in pace le rive del cielo.

Ben presto i veli romperà la fedee la speranza sarà sol di un giorno; gonfia la vela mia e la sospingela Carità, per cui vivo d’amore. SANTA TERESA

DEL BAMBIN GESù (1873 – 1897)

Il poeta Enrico Piccioli così commenta: ”Par di vedere questa innamorata che felice addita all’universo il suo amore, sentenziando… per cui io vivo d’amore”.

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Fernanda Peruzzi, poetessa bergamasca novantenne che già abbiamo conosciuto, mentre ringrazia la nostra redazione, ci ha fatto pervenire altre sue composizioni, molto belle, che ci offrono spazi aperti di riflessione ed anche di ammirazione: “LUMINOSITà” e “COMPLEANNO”.

LUMINOSITà

Oggi,nell’orizzonte infinito del mare c’è una luce dalle trasparenze dorate che desta il mio io profondo ad un richiamo di letizia di immensa felicità che non so contenere…

La luminosità m’avvolge in un abbraccio infinito, mi amplia, m’innalza in una dimensione che è anticipo di paradiso…

Vibra il mio cuore e s’abbandona ad una gioia senza inizio e senza fine: ha toccato un punto dell’Eterno dentro il mio cuore.

COMPLEANNO

Oggi compio gli anni.Sono molti,ma non li sento.

Riponi nel cassettotante velleità, cerca il filo conduttore della vitache si unisce a quello dell’Eterno!

Rafforzalo,fanne una guida,la “tua guida”…Sentimento, senso di coscienzavoglia di creare, di “Essere”…Il resto è polvere da rinchiudere in quel cassettoche contiene cose di poco conto…Augurissimi Ferdy.

FERNANDA PERUZZI

auguri anche da tutti noi!Ricordiamo che possiamo far pervenire alla redazione – vedi i riferimenti in prima pagina – ciò che avete da tempo nel “cassetto”; così coloro che vogliono rileggere alcune poesie apprese a scuola o in altre occasioni potranno di nuovo apprezzarle e “gustarle”.

L'Angolo della poesiaPer elevare "lo Spirito"

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Comunità Aperta 38

Mi fanno ritornare in mente...a cura di R.G.B.Illustrazioni di Michela Bonfanti

"Ricordi"

Al cimitero non manco mai di visitare Alessio Virginio Agazzi (1908-1985)

Di lui non ho mai cercato chi fosse, come vivesse, se avesse una famiglia, se avesse avuto dei figli, che persona fosse stata, ma di lui ho solo un grande ricordo. Stavolta faccio nome e cognome, tanto pochi si ricorderanno di lui.

So che abitava nell'odierna via Toscanini, nell'ultimo appartamento del caseggiato, chiamato da noi "i Palàs", fatto costruire dal Linificio di Villa per i suoi dipendenti. Proprio per questo ospitava anche persone non almennesi. Come forse era l'Agazzi.

Questa via un tempo si chiamava Dogana, poi divenne Cà Dadda ed infine, negli anni settanta, appunto via Toscanini, dato che nella zona c'era la sede della nostra Banda ("la scöla dè müzica”): vicino ci sono anche via Verdi e via Donizetti.

Ma per noi erano semplicemente "i Palàs". Li chiamava "Palassi" anche don Angelo Rota "ol Gratamür" nel suo opuscolo sul Santuario.

Quella via, assieme a via Oppoli Sotto (oggi via 1° Maggio) e all'antica via Dogana, si potrebbe benissimo chiamarla via dei Partigiani perché in queste tre vie sono vissuti la maggior parte dei nostri partigiani o loro collaboratori. E cioè: in via Oppoli Sotto viveva Angelo Gritti "Tigre", comandante della formazione Valbrembo, Luigi Moioli "Arturo" della l° Maggio e la moglie Lucia Viganò, staffetta partigiana, Vittorino Capelli, uno degli ultimi acquisti della l° Maggio, Carlo D'Adda, collaboratore; in via Dogana Battista Capelli, comandante della l° Maggio, Achille e l'eroico fratello Virginio Bonadeni della Valbrembo, caduto

combattendo contro i nazifascisti al Petosino il 26 settembre del '44, dopo i fatti di Villa Masnada, Daniele Capelli della Valbrembo, catturato e spedito in Germania; e infine in via Toscanini Gino Bonalumi, proveniente da Paladina, partigiano della Valbrembo, l'altro nostro eroe Francesco Roncelli della Valbrembo fucilato al Petosino qualche ora dopo il Bonadeni, Mario Locatelli ("ol maèstro dè la müzica") e Giacomo Donghi, collaboratori dei partigiani presso il Linificio "sicuro rifugio e supporto alla partigianeria" dove lavoravano. E chiedo scusa a quelli che avrò dimenticato.

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Mi fanno ritornare in mente"Ricordi"

E ritorno a parlare del signor Agazzi.

Nei primi anni sessanta, in via Dogana e via Toscanini venne finalmente costruita la fogna.

Per quasi due mesi queste vie furono interrotte per permettere la posa dei grossi tubi. Oggi questo lavoro credo si possa fare in una settimana: allora c'erano tanti operai, tanti picconi e badili, ma non ricordo di aver visto grosse macchine scavatrici.

Dopo la Candelora, a febbraio, la mamma mi pregò di andare a pagare una persona

"dè la Madóna" che ci aveva fatto dei lavori. Non disponendo di soldi di taglio piccolo, mi diede un diecimila, uno di quelli grandi come un fazzoletto che, per metterli nel portafoglio, bisognava piegarli in quattro tanto che noi li chiamavamo "i lensöi". "Ti raccomando di perderli!" - disse.

Misi la banconota in tasca e da via "delle Strette" m'incamminai per "i Palàs".

Lo scavo per mettere i tubi fognari aveva creato delle montagnole ai lati e noi ragazzi ci divertivamo a saltare da una montagnola a un'altra provocando la reazione stizzita degli operai. Qualcuno di noi ogni tanto cadeva nello scavo e si procurava qualche bella "raspata".

Quel giorno non c'erano né ragazzi né operai e io decisi di saltare, come un camoscio, da una montagnola all'altra. Poi alla fine proseguii per la Madonna del Castello e mi presentai sul cancello della persona che dovevo pagare. Prima di scampanellare misi la mano in tasca per preparare i soldi, ma mi accorsi che non c'erano più. Mi allontanai dal cancello e incominciai a pensare a dove avessi perso i soldi. Rifeci il cammino all'inverso, esplorai ogni sasso, ogni terreno, mi calai nello scavo ed esaminai attentamente la terra. Niente.

Alla fine mi trovai sul cancello di casa mia e il mondo mi cadde addosso. Chi aveva il coraggio di rientrare? Per quasi due ore continuai a fare il percorso avanti indietro, chiesi se qualcuno avesse visto un diecimila lire piegato in quattro, alla fine rientrai in casa, la mamma mi chiese se avevo fatto, aspettando il resto. Le dissi tutto.

A cena c'era un silenzio di tomba: si sentivano solo i nostri cucchiai che pescavano nella minestra i pezzi di polenta fredda. Io mi aspettavo il Vajont. Il papà disse:

"Meglio feriti che morti", la mamma "Diecimila è la tua retta in seminario", Gianfranco "Se l'avessi combinata io... !", Enrica aveva il magone, Duilio "spaciugava" tranquillo nella scodella nel suo seggiolone.

A un certo punto sentimmo uno scampanellare. "Sarà la zia per le uova". Enrica andò ad aprire e ritornò con un diecimila ben aperto. "L'ha portato un signore dei Palas". Tutti corremmo al cancello, ma non c'era nessuno. Quella sera mangiammo anche la "smajàsa" che era destinata il giorno dopo per il compleanno di Enrica.

Il giorno dopo la mamma andò con me dal signore con una mezza dozzina di uova e due calze di lana riciclata che aveva appena finito di sferruzzare.

Quello disse: "Dalla finestra ho visto un pezzo di carta rossa sul fondo dello scavo, sono andato a vedere: era un diecimila. La sera poi mi hanno detto che c'era un ragazzo che lo cercava. Diecimila lire non mi avrebbero reso ricco".

Caro Alessio Virginio Agazzi, io non so se lei in vita sia stata una brava persona, ma quel suo gesto la farà da me ricordare per sempre e per me non morirà mai.

E questo, in fondo, è lo scopo dei miei modesti ricordi.

"Fino a che qualcuno ti ricorda, non si muore mai".

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Comunità Aperta 40

"Ricordi"

Untempo...

a cura di Carlo Rota

La Festa PatronaleTra le varie feste che si festeggiavano lungo l'arco dell'anno la più importante era certamente la festa patronale del SS. Salvatore che si celebrava ai primi di agosto.

Era un giorno di grande festa per il paese, addobbi e "sandaline" esposte nelle vie dove passava la processione, sul sagrato drappi rossi alle finestre della casa parrocchiale, insieme a bandiere gialle e bianche.

La chiesa era piena di fiori e di luci, l'altare maggiore con i candelabri d'argento che luccicavano messi ad arte dal "Pì" (Giuseppe Pedretti, storico sacrestano), con le candele piccole e grandi o candelabri a braccia, che richiedevano una certa abilità e polso fermo per accenderle una a una, con una canna con in cima uno stoppino acceso ("o1 impìacandéle"). Si doveva accenderle sia davanti all'altare che dietro il coro.

L'organo Serassi suonato dal "Pedersì", abile e bravo, che ci faceva rimanere a bocca aperta, i cantori stipati sulla cantoria, il coro dei ragazzi si fondeva con quello degli adulti nel cantare i vespri e gli inni... voci che inondavano la chiesa; l'odore dell'incenso si propagava per la chiesa. Dopo i vespri incominciava la processione. Partiva la croce seguita dai paggetti della "sciùra Gìna" con le loro belle divise, i ragazzi dell'Azione Cattolica con la fascia bianca-oro di traverso, accompagnati dalla "Maria Peròta" o dalla "Maria Picàja"; seguivano le figlie di Maria (sempre della "sciùra Gìna"), le donne con il proprio stendardo e i confratelli del SS. Sacramento. La gente era tanta, veniva poi la banda, i cantori, i chierichetti e il baldacchino dorato con il Santissimo Sacramento portato dal parroco, c'erano pure due carabinieri in alta uniforme che chiudevano il corteo.

La gente, al passaggio del Santissimo Sacramento si inginocchiava, le

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Un tempo..."Ricordi"

campane suonavano a festa, accompagnate da alcuni colpi di "moltér" sparati dal

"Zachì" (Giovanni Rota). Arrivati in chiesa il parroco si toglieva il pesante mantello, saliva sul pulpito a predicare scuotendo le coscienze dei presenti: una solenne benedizione concludeva la bella giornata. Dopo, sul sagrato, la banda si esibiva con dei brani che allietavano i presenti, che piano piano si avviavano alle loro case.

Le CarceriLe carceri ad Almenno si trovavano in via della Libertà (vicino a dove c'era il negozio di frutta del Sachèla e quasi davanti a dove c'era il bar Mario) e attiguo alla Pretura, dove oggi c'è la biblioteca. Era un fabbricato molto vecchio, ma ben lavorato con pietre a vista anche all'interno. Al pianterreno vi era una cella, se così si può dire, con una porta che dava su un cortiletto esterno della larghezza di una stanza (5 mt x 5) che era adibito come ora d'aria per i detenuti, con un muro alto quattro metri. Al primo piano si saliva per mezzo di una scala di pietra che dava su un corridoio, con ai lati tre celle, una a sinistra e due a destra. Le celle erano munite di finestrini con inferriate spesse almeno un centimetro e una porta con una finestrella, per far passare il mangiare, che si apriva dal di fuori.

Venivano portati al carcere mandamentale di Almenno gli arrestati dalle caserme periferiche: dalla Valle Imagna, da Villa d'Almè, dalla Valle San Martino, naturalmente da Almenno, accompagnati da due carabinieri. Restavano qualche giorno in attesa del processo e della sentenza del pretore. Venivano portati ladri di bestiame, di polli, gli autori di ruberie nei campi e negli orti o di panni stesi o venditori di elisir prodigiosi che guarivano all'istante.

Nel carcere venivano rifocillati (altro che pane e acqua) con minestroni e spezzatini con polenta dalla consorte del guardiano (nel ‘46 era il Bigio Locatelli detto "Bigì ciaarì", così chiamato perché apriva e chiudeva le carceri. Era il padre dell'Amilcare Locatelli, che negli anni 50-60-70 suonava nella nostra banda).

Dopo qualche giorno venivano giudicati dal Pretore: il più delle volte venivano subito messi in libertà. Alcuni di questi, però, si facevano arrestare a novembre così potevano passare qualche mese al calduccio.

La prigione venne dismessa nel 1966/67: negli anni 90 verrà demolita e trasformata in appartamenti.

Nel 1967 fu affittata al Mario Leidi, titolare del vicino bar; lui, nel cortiletto aveva impiantato un orticello che coltivava a tempo perso.

Dal '68 al 70 divenne la sede dell' AVIS poi fu affittata al gruppo Alpini

Ricordo di aver visitato queste carceri almeno quattro volte. Come chierichetto (al tempo della benedizione delle case) accompagnavo don Bonicelli a benedirle: due volte nel '50 e due volte nel '51.

Interno delle carceri via della Libertà: ex via Galzano

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Comunità Aperta 42

Il 15 settembre presso il tendone della Festa di San Nicola, la Pro Loco Almenno San Salvatore e la Croce Azzurra, in collaborazione con le Associazioni di Almenno San Salvatore, hanno organizzato “La serata dell’Amatriciana”, a favore dei paesi colpiti dal terremoto dell’Italia Centrale nello scorso agosto.

La serata ha visto la partecipazione di 899 persone ed ha introitato € 9.600,00 (€ 1400,00 ruota, offerte libere € 397,00 e € 7.803,00).

L’intera somma è stata devoluta all’ANPAS delle zone colpite dal terremoto, per la costruzione di casette di legno a scopo sociale.

A tal proposito volevamo ringraziare di vero cuore tutti i volontari che hanno fatto sì che la serata abbia avuto esito positivo, inoltre, tutti gli operatori economici (di seguito elencati) che hanno contribuito chi con denaro, chi con generi alimentari alla realizzazione dell’amatriciana:

- Azienda Agricola Lurani Cernuschi, Almenno San Salvatore - Idealmense Srl, Mozzo - Comitato San Nicola, Almenno San Salvatore- Ristorante La Frasca, Almenno Salvatore- Cantina Lemine, Almenno San Salvatore - Hotel 5 Vie, Almenno San Salvatore - Ristorante Del Moro di Micheletti Monica & C. Almenno San Salvatore- Ristorante Fia, Almenno San Salvatore- Ristorante Palanca, Almenno San Salvatore - Ristorante Bellaria, Almenno San Salvatore- Birrificio Lemine, Almenno San Salvatore - Panificio “La Forneria” di Rota Giacomo, Almenno S.S.- Panificio “Cavagna Abramo”, Almenno San Salvatore - Supermercato Conad – Almenno San Bartolomeo- Supermercato Massi – Brembate di Sopra - Alimentari Riva Giancarlo – Almenno SS - Salumeria Franco e Manuela Mazzoleni & C. Sas, Brembate Sopra - Salumeria Viscardi Gian Battista, Almenno San Bartolomeo- Macelleria Corbetta SAS di Andrea Corbetta, Palazzago - M.G. di Mazzola Giuseppe & C. Snc Ponteranica- Centro Frutta di Boffetti Walter e C. Snc, Almenno San Salvatore - Ortofrutta di Frosio & Fagiani Snc, Almenno San Bartolomeo- Bar/Birreria "Campo Base by Roberta", Almenno San Salvatore - Bar Sport, dei F.lli Gotti Srl Almenno San Salvatore

La seratadell'Amatriciana

15 settembre 2016

Tempo di emergenze

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Novembre 2016 43

- Tabaccheria Louati Nahdia, Almenno San Salvatore- Edicola Sonzogni Corrado Angelo, Almenno San Salvatore - Edicola 5 vie, Almenno Almenno San Salvatore- Acconciature Più di Giusy, Almenno San Salvatore- Nuove Acconciature di Pellegrinelli Lorella, Almenno San Salvatore- La Parrucchiera Francesca di Ginami Francesca, Almenno San Salvatore- Free Style Acconciature donna e uomo di Pessina Francesca, Almenno San Salvatore- Acconciature Gobbi Fausto, Almenno San Salvatore- Rubes Nives estetista, Almenno San Salvatore - Non solo sole Estetica, Almenno San Salvatore- Sds Elabora di Norma Salvi & C., Almenno S.S.- CEF Srl, Almenno San Salvatore- Carrozzeria Nuova Imagna Snc, Almenno S.S. - Calzolaio Ermanno, Almenno San Salvatore- Foto Cisana di Cisana Federica, Almenno S.S. - Farmacia Morlotti Dr. Luca, Almenno S.S. - Piante e Fiori di Tironi Bruno, Almenno S.S. - 5 Eventi, Almenno San Salvatore - Tipografia Mondini, Almenno San Salvatore- Bar "Purtiner", Almenno San Salvatore

ASSOCIAZIONE CHE HANNO COLLABORATO: - AIB Protezione Civile Anticendi Boschivi, Almenno San Salvatore - Associazione Nazionale Carabinieri in congedo, Almenno San Salvatore - Acli Almenno San Salvatore- Associazione Per Bruno Onlus Almenno San Salvatore

Grazie, grazie a tutti. Il Presidente della Croce Azzurra Il Presidente della Proloco Almenno SS GregisRosita Moioli Natalia

La serata dell'AmatricianaTempo di emergenze

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Comunità Aperta 44

Cara

MaeStra

Svolgimento

di R.G.B.

I Temi di Romano

Tema: "I solcc i va è i ve, ma la tèra a l'è sèmper le" (terza puntata)

Lett.: I soldi vanno e vengono, ma la terra è sempre lì. La coltivazione della terra non tradiva mai

diSeGni di

Michela Bonfanti

E continuo, cara maestra, con i proverbi bergamaschi che riguardavano il MONDO CONTADINO.

Legenda: lett. = letteralmente Legenda: lett. = "I soldi vanno e vengono, ma la terra è sempre lì". La coltivazione della terra non tradiva mai. SOLO NOSTRO = proverbio usato solo da noi almennesi oppure non trovato nei testi consultati. BROZZONI = Guerino Brozzoni-La salUte è pò pio e Sic sac dè sòc sèc-AEPER DB = dizionario bergamasco di Carmelo Francia ed Emanuele Gambarini. I proverbi senza legenda, tradotti in dialetto "almennese", sono tratti da Antonio TIRABOSCHI Edizione integrale degli studi pare miologici (che studiano i proverbi). Edizione del 2000. Le spiegazioni in corsivo sono mie.

34) A san Zos la spìga a la ga ól gos = a San Giorgio la spiga ha il gozzo. Verso il 23 aprile la spiga del grano si era giàformata.

35) A San Zos ól formét al ga la spìga in del gos = lett. a San Giorgio il grano ha la spiga nel gozzo. Verso il 23 aprile la primavera era già inoltrata e il frumento cominciava a germogliare. (BROZZONI)

36) A utùèr: ràe, castègne e fons, mergòt è most = lett. a ottobre: rape, castagne e funghi, mais i mosto. Questi frutti erano gli ultimi dell'anno.

37) Avrìl bagnàt, èrba in dèl prat = lett. aprile bagnato, erba nel prato. La pioggia di aprile prometteva un buonafienagione. (BROZZONI)

38) Avrìl èntùs, prat rabiùs = lett. aprile ventoso, prato arrabbiato. La mancanza di pioggia ad aprile non prometteva una buona fienagione. (BROZZONI)

39) Bö ècc sólc dréce = lett. bue anziano solco diritto. Si consigliava di non rinunciare all'esperienza degli anziani.

40) Bu sàcui, tànte bròcole = lett. buoni zoccoli, tanti cavolfiori. Il bravo ortolano aveva un orto rigoglioso. 41) Car dè fé, töt al va bé, car dè pàja al va dè canàja = carro di fieno, tutto va bene, carro di paglia (ma senza le spighe del frumento) va malissimo.

42) Chèi chè i pàrla in latì, a i ànta l'àqua, ma i bif ól vi = lett. quelli che parlano in latino (i dotti), tessono elogi dell'acqua, ma bevono il

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Novembre 2016 45

Cara MaestraI Temi di Romano

vino. Fate quello che vi dico, ma non quello che faccio.

43) Chi chè al ga ól fé, al ga töcc i bé = lett. chi possiede del fieno ha tutti i beni che vuole. Il fieno era il simbolo e la base della ricchezza contadina.

44) Chi ehè al sa mìa laurà, al sàpie ingrasà = lett. chi non sa lavorare, sappia ingrassare. A chi non sapeva o non aveva voglia di lavorare, si consigliava di farsi amico di qualcuno.

45) Chi chè ga l'ort apröf a la ca, a l'è seiòr è mìa il la sa = chi, vicino a casa, ha l'orto, è ricco e non lo sa. Chi si accontentava delle piccole cose, poteva aspirare a quelle grandi.

46) Chi chè i sùna mìa dét, i tö sö nègot = chi non semina non raccoglie. SOLO NOSTRO. Per il DB era: "Chi nò somna, nò règoi". Per il TIR: "Chèl chè al piànta mìa al règoi mìa".

47) Chi chè i sùna mìa dét pèr San Löca (sarebbe "Lùca"), al to sö gna öna söca = chi non seminava per San Luca (18 ottobre), non avrebbe raccolto nemmeno una zucca. Era un invito a non aspettare troppo a seminare il frumento.

48) Chi chè ö1 fa ö bùna caaleràda, pèr San Marc a la seès nàda (sarebbe "nasìda"): chi voleva una buona schiusa di bachi da seta, doveva augurarsi che avvenisse prima di San Marco (25 aprile).

49) Chi chè ö1 ü bèl aér, il la piènte a zènér = chi voleva avere un bel agliaio, doveva piantare l'aglio a gennaio.

50) Chi chè stödia tròp, mat al diènta è chi chè stödia mìa al porta la brènta = chi troppo studiava pazzo diventava, ma chi non studiava sarebbe rimasto per tutta la vita un semplice contadino. La "brènta" era la bigoncia che serviva per trasportare il vino.

51) Da la pàja al ligàm, al crès la fam = lett. dalla paglia alla sua legatura cresce la fame. Vicino alla mietitura il prezzo del grano cresceva perché ne era rimasto poco.

52) Dè mas a l'è bu ògne èrbàs = lett. a maggio va bene ogni tipo di erba. A maggio, dopo la penuria dell 'inverno, gli orti davano il meglio di sé.

53) Dè San Löca (sarebbe "Lùca") ól formét in dè söca = lett. a San Luca (18 ottobre) il frumento nella zucca. Probabilmente era un invito a seminare il frumento quanto prima.

54) Dè San Pèder (sarebbe "a San Piéro") al ga dè scont ól poléder": lett. a San Pietro (29 giugno) deve nascondere il puledro. Alla fine di giugno il granoturco doveva essere alto come un puledro.

55) U bu mas, al porta fò la campàgna = lett. un buon maggio rende produttiva la campagna. Un maggio senza pioggia prometteva un buon raccolto. (BROZZONI)

56) ün an al tempèsta è ü an as sa fèsta = letto un anno grandina e un anno si fa festa. Non tutti gli anni la campagna era devastata dalla grandine.

57) Al masér chè a li schìa i fadìghe, ól teré al gh'è da adoma di ürtìghe": lett. al contadino che evita le fatiche, il terreno dà solo delle ortiche. Si sottolineava quanto fosse faticoso il lavoro del contadino. (BROZZONI)

E con questo, cara maestra, ho finito la prima puntata di questo tema.

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Comunità Aperta 46

Protezione Civile

PROTeZIONe CIVILe ANA ALMeNNO SAN SALVATORe

Può sembrare assurdo leggere un messaggio di richiesta d’aiuto (SOS) lanciato da un’associazione che ha come fondamento il prestare servizio a salvaguardia del prossimo e dell’ambiente in cui vive…

Sembra strano…. Eppure è proprio così!

Il Nucleo Protezione Civile ANA Almenno San Salvatore si è costituito nel 1999 per volontà del Gruppo Alpini Almenno San Salvatore e dell’Amministrazione Comunale in carica in quegli anni con l’obiettivo di poter disporre di un gruppo di volontari pronto ad operare in situazione d’emergenza a seguito di calamità naturali.

Prezioso è stato il contributo del nucleo nella realizzazione del Piano di Protezione Civile Territoriale che si è concretizzato con la stipula di una convenzione con l’Amministrazione Comunale.

Sotto la guida dei Capigruppo che si sono succeduti negli anni (Gotti Vittorio – fondatore -, Rota Adriano (Giani), Bianchi Luca) il nucleo ha svolto numerosi interventi non solo sul nostro territorio ma anche in provincia (frana a Brembilla, esondazione del fiume Adda,…) e a livello nazionale (Roma nel 2005, durante i giorni di grossa affluenza di fedeli per l’ultimo saluto a papa Wojtyla Giovanni Paolo II).

A favore del territorio almennese, il lavoro svolto è stato prevalentemente di prevenzione intervenendo per bonificare aree boschive e argini dei fiumi e dei torrenti presenti.

Da non dimenticare il supporto alle varie Associazioni locali per permettere un regolare svolgimento delle varie manifestazioni e le esercitazioni di evacuazione svolte presso le scuole Primaria e Secondaria di I° Grado a cui hanno partecipato i nostri ragazzi.

Purtroppo negli ultimi anni la forza operativa dei dodici volontari è venuta meno essenzialmente per i sopraggiunti limiti di età dei “veci alpini”: complice l’abolizione del Servizio di Leva obbligatorio non

SOS…volontari cercasi

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Novembre 2016 47

c’è stato infatti un ricambio generazionale di nuovi iscritti che abbia permesso un regolare e proficuo svolgimento dell’attività operativa sul campo.

Nonostante il consistente ridimensionamento, il nucleo si è dimostrato tenace ed è tuttora presente, anche se non operativo, in costante attesa di nuovi volontari di qualsiasi età: giovani, meno giovani e soprattutto di “instancabili pensionati” che hanno ancora tanta voglia di fare.

per questo motivo, invitiamo chiunque fosse interessato alle iniziative del nucleo oppure fosse curioso di avere un’idea dell’impegno che verrebbe richiesto a partecipare all’incontro che si terrà il giorno

martedi’ 6 diCemBre alle ore 20.30

presso la sede degli alpini in via nikolaevka (almenno san salvatore).

Vi aspettiamo numerosi!

SOS...volontari cercasiProtezione Civile

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Comunità Aperta 48

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Novembre 2016 49

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Comunità Aperta 50

Un'esperienza avanzata di totale integrazione fra atleti di diverse abilità e difficoltà.

No, non diversi, specia li! Speciali sono stati gli esami di promozione a nuovi gradi di cintura di judo presso la società Shentao Scuola di Arti Marziali. Speciali per il grande messaggio di integrazione sociale e umana che ha irrorato il

corso di pre parazione e l'atto finale degli esami. Un effetto inedito: corso ed esame unico per tutti i ragaz zi senza distinzione alcuna, pur se bisogna dire abili e diversa mente abili. La commissione ha esaminato tutti allo stesso mo-do, ha promosso e bocciato allo stesso modo. Ci son stati momenti di tenerezza ma anche steniche emozioni per le quali qualche lacrima è stata asciugata nell'occhio prima di scivolare sul viso, per non essere vista. Piangevano alcuni ragazzi del Cdd (Centro diurno disabili) per la presenza di tanto pubblico "e piangevamo anche noi per una tempesta di emozioni den tro, a vedere il risultato di un lavoro svolto col cuore prima che con la testa" sussurra Gabriele Calafati direttore della Shentao che con Elena Popescu ha condotto il corso di judo con la presenza dei ragazzi del Cdd e dei ragazzi normali.

Istruttori abilitaticon il Comitato RegionalePer realizzare il traguardo del primo esame di judo, Calafati e Popescu (unitamente agli shentaoisti Gaetano Centanno, Domenico e Andrea Chiappa) hanno frequentato il corso di abilitazione all'insegnamento del judo ai disabili condotto dalla maestra specializzata Ilaria Sozzi, organizzato dal mae stro Santo Pesenti con una delle tante attività con cui dà vita lità e senso al Comitato regio nale Lombardia Judo Fijlkam/Coni di cui è responsabile.

Il Centro diurno disabili della Coop. AgroCon il bagaglio tecnico e culturale acquisito nel corso regionale Calafati e Popescu si sono messi a disposizione dei ragazzi del Cdd della Cooperativa

eSaMi MoLto SPeCiaLi

aLLa SCuoLa Shentao

arti MarziaLi.

Sport

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Novembre 2016 51

Agro di Almenno San Bartolomeo: dodici lezioni cui hanno parte cipato con assidua frequenza· sedici ragazzi disabili senza distinzione con gli altri: tutti in uno, un modo per abbattere le barriere della diversità che secondo Calafati "sono solo apparentemente rimosse, ma se ci si avvicina un po' di più a questa area si incontrano inaspettate difficoltà. E le abbiamo avute anche noi, ma grazie all'assessore allo Sport di Almenno S. Bartolomeo, Alessandro Frige ni, grazie alla collaborazione della Polisportiva Almenno S. Bartolomeo, siamo riusciti a portare a termine il progetto pur operando con tempi limita ti".

Elena PopescuLa realizzazione del progetto è stata fortemente voluta da Elena Popescu, cintura nera 2°dan, aspirante allenatrice, per la sua sensibilìtà verso i disabili che coltiva da diversi anni per la constatazione delle difficoltà che essi incontrano nell'integrazione sociale. Continua Calafati: "In Shentao allora abbiamo pensato che il problema non è integrare i disabili con i normodotati, ma il contrario, integrare i normodotati con i disabili; è fare in modo che ognuno di noi normodotato aiuti il più debole (è la legge del judo) in maniera che si fortifichi e a sua volta egli convinca noi normodotati a diventare persone migliori. Abbattere le barriere significa anche, e forse soprattutto, questo".Da questo atteggiamento cul turale è derivata una tale affezione e apprezzamento dei ragazzi disabili verso l'attività degli abili che due ragazzi del Cdd sono diventati frequentatori regolari del corso di judo per adulti: Leonardo Ferrone di Brembate e Leonardo Mazzoleni di Almenno San Salvatore.

Unicità del judo: il contatto fisico che affratellaIl corso, e poi gli esami, hanno mostrato agli educatori che tut ti i16 ragazzi sono perfetta mente integrati con il gruppo dei normali. E affiora che questa prerogativa è soltanto judoi stica, patrimonio unico di que sto sport, perché gli istruttori mentre insegnavano judo ai ragazzi disabili, nella ricerca del contatto necessario e portante nella pratica del judo, è emerso uno spontaneo aiuto reciproco certamente prerogativa di non molti e forse di nessun altro Sport nello scenario italiano.

Grati per ciò che loro hanno insegnato a noiSpiega Calafati: "A seguito del corso i ragazzi del Cdd si sono trovati agli esami con gli altri ragazzi e si sono superati nelle prove richieste dalla commis sione, anzi abbiamo verificato improvvisi miglioramenti dal punto di vista motorio psicolo gico che prima non erano emer-si. Elena e io ci siamo impegnati al massimo per dare giovamen to e utilità ai ragazzi del Cdd e speriamo di esserci riusciti an che per una piccola parte. Ma una cosa va pur significata senza tentennamenti: che noi, Ele na ed io, ad ogni lezione usciva mo più sereni, ammirati e grati per ciò che loro erano 'riusciti ad insegnare a noi".

Allievi del Cdd promossi nel grado cintura Bianca/Gialla: Leonardo Ferrone, Leonardo Mazzoleni, Emanuele Bosisio, Valerio Salvi, Emil Secomandi, Debora Gualandris, Paola Lon ghi, Ivano Locatelli, Sonia Facchinetti, Vanni Rota, Riccardo Carminati, Emilia Bellazzi, Emanuela Quarti, Manuela Sal vi, Pietro Donghi, Davide Zonca.

Esaminati anche gli Educato ri, e promossi cintura bianca/gialla: Arianna Leidi; Giuseppe Pandini, Massima Rebucìni, Natascia Di Tonno, Giovanna Ghisleni.

(da L'Eco di Bergamoa cura di Emanuele Casali)

Scuola ShentaoSport

Nelle foto: Il giovane Leonardo Mazzoleni di Almenno San Salvatore

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Comunità Aperta 52

Ottobre - Novembre

rinati nell'acqua del Battesimo

Anagrafe parrocchiale

VASSALLI EDOARDOnato il 23 giugno 2016

di Fabio e Preda Eleonora

iL 23 ottobre 2016

ANGIOLINI GABRIELnato il 17 agosto 2016

di Mirko e Brioschi Valentina

ROTA BIANCAnata l'11 agosto 2016

di Filippo e Zanardi Romina

OFFREDI PIETROnato il 16 settembre 2016

di Luca e Rota Marta

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Novembre 2016 53

Ottobre - Novembre 2016

Morti in Cristoin attesa della Risurrezione

Anagrafe parrocchiale

GIULIA PESSINAanni 85

morta il 15 ottobre 2016

SALVATORE LOCATELLIanni 83

morto il 15 ottobre 2016

CATERINA OFFREDIanni 77

morta il 19 ottobre 2016

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Comunità Aperta 54

Sempre nel ricordo e nel nostro cuore

Ottobre - Novembre2016

2015

Luigi Manzoni

1991

Battista Pellegrini

2004 2014

Anna Gamba e Camillo Magno

2007

Tino Sonzogni

2010

Gianantonio Rota

2015

Caterina Pedersini

L'eterno riposodona loro, Signore,e splenda ad essila luce perpetua,riposino in pace.Amen.

2008

Attilia Parravicini

2011

Giuseppina Bergonzi

2009

Pietro Rota

2001

Sergio Mazzoleni

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Novembre 2016 55

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Comunità Aperta 56

Parrocchia San Salvatore Diocesi di Bergamo via XXV Aprile 5 - 24031 Almenno San Salvatore - Tel. 035 640227Sito Web: almennosansalvatore.parrocchiesulweb.it - e-mail: [email protected]

Sacerdotidon Mario Rosa 035/64.02.27e-mail [email protected]

don Angelo Bernini 035/64.00.83don Lorenzo Testa 035/64.03.78e-mail oratorio [email protected] cellulare 348 2842430don Giorgio Albani 035/64.18.05don Antonio Manzoni 035/64.15.38

Segreteria OratorioLa Segreteria è aperta nei giorni:Lunedì - Mercoledì - Venerdìdalle ore 15,00 alle ore 18,00Nei medesimi orari è a disposizione il cell. 3472983007

Istituti religiosi Suore Sacra Famiglia 035/64.03.47

Enti pubbliciMunicipio 035/63.202.11(Il Sindaco Gianluigi Brioschi riceve il Martedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00 eil Giovedì su appuntamento)ASL Distretto di Ponte San Pietro 035/60.31.11ASL Distretto di Villa d’Almè. 035/63.46.11Pretura di Almenno S. S. 035/64.02.74Poste e Telegrafi 035/64.00.39Biblioteca Comunale 035/64.42.10

Fondazione Giovanni Carlo Rota Onlus 035/63.200.11

Istituti di CreditoUBI Banca Popolare di Bergamo 035/64.30.22Intesa San Paolo 035/64.14.16Banco Popolare Credito Bergamasco 035/64.42.30

ScuoleIstituto Comprensivo 035/64.41.55Scuola Media Statale “Giovanni XXIII” 035/64.00.92Scuole Elementari Statali 035/64.00.03Scuola Materna “San Salvatore” 035/64.14.00e-mail [email protected]

EmergenzeNuMERO uNICO dI EMERGENza 112Carabinieri di Almenno S. S. 035/64.00.64Croce Azzurra 035/64.18.37Croce Rossa - Villa d’Almè 035/54.25.25Servizio di continuità assistenziale (ex Guardia Medica) 0353535

Medici di baseDr. Leonello Mazzoleni Dr. Giambattista Cordoni Dr. Claudio Amato Dr. Gianmauro Salvi Dr.ssa Lisa Maestroni

rivolgersi al numero telefonico o cellulare sottoindicati

infoRMazioni Utili

aGenda della coMUnità

centRo pRenotazione Unico ViSite Mediche Medicina GeneRaleLe modalità di accesso agli ambulatori dei medici (solo su appuntamento) sono le seguenti:

Per fissare gli appuntamenti telefonare dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,00 al numero:035 511386 oppure 333 3590620

Un’Infermiera Professionale sarà presente negli ambulatori secondo i seguenti orari: dalle ore 8,00 alle ore 9,00 studio Dr. Mazzoleni dalle ore 9,00 alle ore 10,00 studio Dr. Salvi dalle ore 10,00 alle ore 11,00 studio Dr. Amato dalle ore 11,00 alle ore 12,00 studio Dr. CordoniLe richieste di visita domiciliare vanno fatte telefonando all’infermiera presso lo studio del medico secondo l’orario

di presenza dell’Infermiera stessa presso lo studio. Gli studi medici sono aperti nei seguenti orari:

amato Mazzoleni al.SS. Mazzoleni aSB Cordoni Salvi MaestroniLunedì 16.00/19.30 09.00/12.00 19.00/20.00 8,00/9,30-17,30/19,30 16.00/20.00 Martedì 9.00/11.30 15.00/18.00 11.30/12.30 8.30/11.00 10.00/12.30 12,30/13,30 Mercoledì 16,00/19.30 09.00/12.00 19.00/20.00 8.30/11.00 10.00/12.30 Giovedì 9.00/11.30 09.00/12.00 19.00/20.00 17.00/19.30 16,00/20.00 Venerdì 16.00/19.30 15.00/18.00 11.30/12.30 8.30/11.30 11.00/12.30

aMBUlatoRio pRelieVi eMatochiMici pReSSo la fondazione RotaI prelievi si effettuano nei giorni di LUNEDì - MERCOLEDì - VENERDì dalle ore 7,30 alle ore 9,00

pressoPoliambulatorioFondazione G.C. Rota

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