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•• 6 IL GIORNO SABATO 3 LUGLIO 2010 . MILANO ATTUALITA’ L’ULTIMAPASSIONE ADDOLORATI «SIAMO DISPIACIUTI PER FRANCESCO IL RAGAZZO MORTO NELLA SCUOLA BOLOGNESE MA BASTA DIRE CHE LA COLPA È DEL PARKOUR» Ma quale Demetrio e Davide, PADRE PADRONE Il fondatore el parkour in Europa è il francese David Belle. Fu lui nel 1988 a dare il via, nel sobborgo di Lisses, ai «percours des combattentes» (percorsi dei combattenti) divenuti un modo per scappare dai guai tra le strade delle periferie — MILANO — ILPADRE-PADRONE delparkourinEuropaèilpariginoDavidBel- le. Fu lui a partire dal 1988 a dare il via, nel sobborgo di Lisses, ai «par- cours des combattentes» («percorsi dei combattenti») divenuti presto un modo per scappare dai guai tra le strade di periferia, contando solo sulle proprie capacità fisiche. Alla fine del suo personale percorso, Belle è riuscito a portare il parkour nel cinema: attore in Banlieue 13 di Pier- re Morel e nel sequel, Banlieue 13 Ultimatum. E di guadagnare dal parkour attraverso il cinema: stuntman in pellicole quali «I fiumi di porpora 2- Gli angeli dell’Apocalisse» di Luc Besson e «Prince of Per- sia». David eredita il culto dell’atletismo dal papà Raymond, pompiere francese che, come tutti i pompieri, era stato addestrato secondo il «me- todo naturale» di George Hebert, un docente di educazione fisica che nell’Ottocento studiò le tribù indigene dell’Africa. Hebert fu colpito dalla facilità con la quale gli indigenti riuscivano a compiere sforzi ne- gati all’uomo occidentale e concluse che le loro qualità fisiche fossero a tal punto sviluppate proprio perché vivevano allo stato di natura. Pro- curarsi il cibo, cacciare, fuggire da un animale, trascinare il tronco con cui costruire, superare un fiume a nuoto: tutte situazioni alle quali gli indigeni da sempre fanno fronte contando solo sul loro fisico. Da qui Hebert cercò un metodo di allenamento che potesse restituire all’uomo occidentale tanta forza e autonomia, tanta capacità di destreggiarsi tra gli ostacoli a corpo libero e superarli. Il «metodo naturale» di Hebert fu poi adottato per l’esercito e per i pompieri. Gilbert Kitten e Raymond Belle, nonno e papà di David, sono entusiasti seguaci delle prove di allenamento e della filosofia del metodo naturale e lo trasmettono al figlio, che si arruolerà per un breve periodo nei vigili del fuoco poi in marina dove ricevette un diploma d’onore per la sua agilità fisica. DAVID, nel sobborgo parigino di Lisses, coinvolge nella disciplina al- cuni amici che poi si riuniranno nel gruppo Yamakasi, tutt’ora attivo a Londra, dalle iniziali dei loro nomi. Sono le origini del parkour, disci- plina all’inizio chiamata «parcours des combattentes» («percorsi dei combattenti»): prove di abilità che consistono nel muo- versi tra ostacoli urbani, come ringhiere, cancelli, scale e edifici. Presto i «percorsi» serviranno anche a scappare dai guai in cui ci si imbatte nelle periferie. Nata dagli studi di un docente e promossa dal figlio di un pompiere divenuto poi attore e stuntman, la disciplina arriverà in Italia nei primi anni del 2000. Soprattutto grazie ad internet e ai video di youtube. David Belle oggi partecipa ai meeting e ai raduni degli ap- passionati di parkour. A lui e alla sua storia sono stati dedicati anche diversi film. Gi.An. IL FONDATORE INTERPRETE DI FILM FAMOSI David Belle lo stuntman È un attore parigino il mago dei funamboli DOVE SI ALLENANO D’ARCO eguro e S.S. 11 Padana Sup. Bovisa Niguarda Pero Cesano Boscone Segrate Vimodrone Duomo Stazione metropolitana di Romolo Complesso dell’università Bicocca Idroscalo Palestra "Forza e Coraggio" in via Gallura 8

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•• 6 IL GIORNO SABATO 3 LUGLIO 2010 .MILANOATTUALITA’

L’ULTIMA PASSIONE ADDOLORATI«SIAMO DISPIACIUTI PER FRANCESCOIL RAGAZZO MORTO NELLA SCUOLA BOLOGNESEMA BASTA DIRE CHE LA COLPA È DEL PARKOUR»

Maquale pericolo,noisiamolescimmiedei tettiDemetrio e Davide, i re del parkour: Internet fa apparire il nostro sport estremo e non è così

PADRE PADRONEIl fondatore el parkour inEuropa è il francese David Belle.Fu lui nel 1988 a dare il via, nelsobborgo di Lisses, ai «percoursdes combattentes» (percorsi deicombattenti) divenuti un modoper scappare dai guai tra lestrade delle periferie

— MILANO —

IL PADRE-PADRONE del parkour in Europa è il parigino David Bel-le. Fu lui a partire dal 1988 a dare il via, nel sobborgo di Lisses, ai «par-cours des combattentes» («percorsi dei combattenti») divenuti prestoun modo per scappare dai guai tra le strade di periferia, contando solosulle proprie capacità fisiche. Alla fine del suo personale percorso, Belleè riuscito a portare il parkour nel cinema: attore in Banlieue 13 di Pier-re Morel e nel sequel, Banlieue 13 Ultimatum. E di guadagnare dalparkour attraverso il cinema: stuntman in pellicole quali «I fiumi diporpora 2- Gli angeli dell’Apocalisse» di Luc Besson e «Prince of Per-sia». David eredita il culto dell’atletismo dal papà Raymond, pompierefrancese che, come tutti i pompieri, era stato addestrato secondo il «me-todo naturale» di George Hebert, un docente di educazione fisica chenell’Ottocento studiò le tribù indigene dell’Africa. Hebert fu colpitodalla facilità con la quale gli indigenti riuscivano a compiere sforzi ne-gati all’uomo occidentale e concluse che le loro qualità fisiche fossero atal punto sviluppate proprio perché vivevano allo stato di natura. Pro-curarsi il cibo, cacciare, fuggire da un animale, trascinare il tronco concui costruire, superare un fiume a nuoto: tutte situazioni alle quali gliindigeni da sempre fanno fronte contando solo sul loro fisico. Da quiHebert cercò un metodo di allenamento che potesse restituire all’uomooccidentale tanta forza e autonomia, tanta capacità di destreggiarsi tragli ostacoli a corpo libero e superarli. Il «metodo naturale» di Hebert fupoi adottato per l’esercito e per i pompieri. Gilbert Kitten e RaymondBelle, nonno e papà di David, sono entusiasti seguaci delle prove diallenamento e della filosofia del metodo naturale e lo trasmettono alfiglio, che si arruolerà per un breve periodo nei vigili del fuoco poi inmarina dove ricevette un diploma d’onore per la sua agilità fisica.

DAVID, nel sobborgo parigino di Lisses, coinvolge nella disciplina al-cuni amici che poi si riuniranno nel gruppo Yamakasi, tutt’ora attivo aLondra, dalle iniziali dei loro nomi. Sono le origini del parkour, disci-plina all’inizio chiamata «parcours des combattentes»(«percorsi dei combattenti»): prove di abilità che consistono nel muo-versi tra ostacoli urbani, come ringhiere, cancelli, scale e edifici. Prestoi «percorsi» serviranno anche a scappare dai guai in cui ci si imbattenelle periferie. Nata dagli studi di un docente e promossa dal figlio diun pompiere divenuto poi attore e stuntman, la disciplina arriverà inItalia nei primi anni del 2000. Soprattutto grazie ad internet e ai videodi youtube. David Belle oggi partecipa ai meeting e ai raduni degli ap-passionati di parkour. A lui e alla sua storia sono stati dedicati anchediversi film. Gi.An.

IL FONDATORE INTERPRETE DI FILM FAMOSI

David Belle lo stuntmanÈ un attore parigino

il mago dei funamboli

DOVE SI ALLENANO

D’ARCO

Seguro

San DonatoMilanese

Nav

iglio

Pav

ese

NovateMilanese

S.S. 11Padana Sup.

Bovisa

Niguarda

Pero

CesanoBoscone

Segrate

Vimodrone

DuomoStazione metropolitanadi Romolo

Complessodell’università Bicocca

Idroscalo

Palestra "Forza e Coraggio"in via Gallura 8

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SABATO 3 LUGLIO 2010 IL GIORNO 7MILANOATTUALITA’

IL CLUB MILAN MONKEYSÈ IL GRUPPO FONDATO DAI DUE AMICIDAL 2009 ORGANIZZANO CORSIPER CHI È APPASSIONATO DI QUESTA DISCIPLINA

NIENTE BAMBINI«NON PRENDIAMO NESSUNO SOTTO I 14 ANNIPERCHÈ PUÒ ESSERE DANNOSOPER IL FISICO E PER L’EQUILIBRIO MENTALE»

VIDEO PERICOLOSI«SU YOUTUBE CIRCOLANO FILMATIDI AZIONI SPERICOLATECHE SCATENANO PERICOLOSE EMULAZIONI»

di GIAMBATTISTA ANASTASIO— MILANO —

«SIAMO DISPIACIUTI perFrancesco. Ma, per favore, bastadire che è colpa del parkour. Ilproblema è come la disciplina vie-ne pubblicizzata su internet». Aparlare sono Demetrio Crea e Da-vide Polli, vicepresidente e re-sponsabile allenamenti dell’Asso-ciazione sportiva dilettantisticaParkour Milano, l’unico sodalizioin città iscritto all’Unione italia-na sport per tutti, l’unico a orga-nizzare corsi professionali delladisciplina che sta facendo brecciatra i giovanissimi. Ventitre anni,studente al quarto anno di Medici-na, il primo. Ventisei anni, un po-sto nella ditta di import-exportdel padre, il secondo. Insieme par-tono dal dramma di di Zola Pe-drosa (Bologna): mercoledì Fran-cesco, 12 anni, è caduto dal tettodella scuola, di notte, mentre pro-vava un’acrobazia. Il balzo nongli è riuscito, una grondaia diplexiglass ha ceduto. Lo schiantogli è stato fatale. «Parkour, modada combattere»: inevitabile fossequesto il tenore dei commenti.

L’ASD e il gruppo di Crea e Pol-li, «Milan Monkeys («ScimmieMilano»), dal 2009 organizzanocorsi per ragazzi. «Non prendia-mo nessuno sotto i 14 anni perchépuò essere dannoso per il fisico»dicono. «E non insegniamo a sal-tare dai tetti». «Pratico il parkourda sei anni — fa sapere Davide—, mi considero un professioni-sta. Ma non ho mai saltato tra i tet-ti o da altezze superiori ai 3 me-tri». «Non pratichiamo la discipli-na al buio facendoci luce col cellu-lare — riprende Demetrio in rife-rimento al dramma di Zola —. Eprima di provare controlliamo lastabilità delle superifici». Quelloche hanno fatto giovedì all’Idro-scalo, dove le «Scimmie» potreb-bero esibirsi a settembre, dove liabbiamo incontrati. Per questo idue dell’Asd dicono che nei fattidi Zola il parkour non c’entra. «Iragazzini si imbattono su youtu-be in video titolati come parkourin cui c’è gente che salta sui tetti.

Si entusiasmano e scatta l’emula-zione. Normale. Ma anche perico-loso e fuorviante. Quelli ripresinei video sono professionisti condecenni di allenamenti alle spal-le. E - qui sta il punto - sono ginna-sti olimpionici tipo Damian Wal-ters. Non gente che fa parkour».Anche Demetrio dice di essersiavvicinato così alla disciplina.«Poi ho capito che il parkour nonè fare acrobazie, non è rischiare.Superare un cancello nel modopiù naturale, quello è parkour».

GUAI A CHIAMARLA «mo-da». Piuttosto il parkour «è una di-sciplina che prende spunto daglistudi del francese George Hebert,docente di educazione fisica vissu-to nell’Ottocento, sul metodo na-turale — spiega Demetrio —. He-bert fu colpito dall’atletismo degliindigeni africani e li studiò. Quin-di mise a punto un metodo di alle-namento poi adottato dall’eserci-to francese e dai pompieri e ripre-so negli anni ’80 dal parigino Da-vid Belle, figlio proprio di unpompiere». «Il parkour — ecco ladefinizione — è l’arte di muover-si nel modo più semplice, sicuro,fluido ed efficace tra gli ostacoli.Come gli indigeni tra fiumi e fore-ste, noi in città. E non è una ga-ra». «Ci si allena duramente. E siparte da prove minime come sta-re in equilibrio su un gradino a 50centimetri da terra. Le basi sonotante, sia fisiche che mentali. Trale seconde: la conoscenza dei pro-pri limiti, della proprie qualità ela capacità di superare la fatica».L’obiettivo è «rendere il fisicod’acciaio». Il loro stile di vita noncontempla né alcol né droghe. Di-cono di vedere la città in modo di-verso dagli altri: «Quel muro nonè un ostacolo ma uno strumentoper raggiungere le tribune(dell’Idroscalo ndr)». Inevitabilechiedere perché non possano alle-nare il fisico col nuoto o colbasket. «Perché il parkour è un at-teggiamento mentale. Ti aiuta asuperare anche ostacoli quali l’esa-me che va male o la fidanzata cheti lascia. Insegna a sacrificarsi per-ché la prossima volta ce la si possafare».

Maquale pericolo,noisiamolescimmiedei tettiDemetrio e Davide, i re del parkour: Internet fa apparire il nostro sport estremo e non è così

QUELLI che saltano sui tetti, quelli che sembrano folli tanto quantosono giovani, quelli che non hanno proprio di meglio da fare che salta-re da un tetto all’altro, insomma, quelli del Parkour sono ricercatissimida multinazionali ed aziende. Solo Demetrio Crea e Davide Polli, vice-presidente e responsabile allenamenti dell’Asd Parkour Milano, sonostati arruolati negli ultimi anni da marchi quali Vodafone, Mc Donal-ds, Pall Mall e Vibram per esibirsi in convention, meeting o feste azien-dali. Richiestissimi. Un’attività parallela, per Crea e Polli, rispetto aquella in associazione. L’Asd, cinquanta soci, tiene corsi di parkour aragazzi dai 14 ai 30 anni, una trentina i partecipanti assidui. Il costovaria dai 160 euro (abbonamento di tre mesi) ai 20 della singola lezione.Gli allenamenti al coperto si svolgono alla palestra «Forza e Coraggio»di via Gallura 8, quelli all’esterno per lo più alla stazione metropolitanadi Romolo, nel complesso universitario della Bicocca e nei parchi. Gi.An.

Richiestissimi dai marchi più famosiper esibizioni a convention e meeting

UNITIDavide Polli (a sinistra)e Demetrio Crea,rispettivamente vicepresidentee responsabile allenamentidell’Associazione sportivadilettantistica Parkourdi Milano, l’unico sodalizioiscritto all’Unioneitaliana sport per tutti