44 difetti nell’esecuzione del tiro. di Bernie...

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44 difetti nell’esecuzione del tiro. di Bernie Pellerite Libero estratto da un articolo di Bernie Pellerite pubblicato su US Archer, in più puntate, nel 2004 (Top istruttore e allenatore USA, innumerevoli vittorie, editore di video e inventore di attrezzature varie. L’elenco dei successi e incarichi e’ sterminato). La forma dell’italiano e’ stata sacrificata al tentativo di rendere al meglio i concetti. N.d.T. Gli americani usano spesso il termine “form”. Normalmente indica la sequenza di tiro, ma talvolta è usata in senso più esteso. In questo caso sarà usato il termine italiano “tecnica” o “ forma” o altre locuzioni. Negli anni non molto è stato scritto riguardo alla tecnica di tiro. La maggior parte degli articoli riguardano il tuning o dispositivi vari. La tecnica sembra essere qualcosa di soggettivo. Secondo me ci sono tecniche migliori di altre. Quella che insegno nella scuola NFAA è una sintesi di quello che ho visto usare, negli anni, dal 90% dei “vincitori”. Io la chiamo “Tecnica a prova di stupido”. Almeno sulla carta la teoria dice: non dovete fare come me o come Joe, l’unica cosa necessaria e’ che “lo facciate sempre nello stesso modo”. Quello che segue è un elenco di 44 errori nell’esecuzione del tiro, che ho identificato durante la mia carriera di istruttore. Vi dirò come identificarle e correggerle. La correzione è basata sull’adozione della “tecnica a prova di idiota”, che è molto facile da eseguire sempre nello stesso modo, in quanto naturale e logica (vedi foto). La postura è naturale e l’arco è tenuto principalmente con un contatto osso-osso (N.d.T. vedi articolo La mano dell’arco), in allineamento perfetto, al contrario di una metodologia basata sui muscoli e su un’artefatta individualità. Questa tecnica resiste bene, quando si è sotto pressione, richiede meno allenamento e non così difficile da assorbire a livello inconscio, come atre tecniche meno ortodosse. I 44 difetti sono i più comuni che abbia notato. Sono sicuro che potreste aggiungerne altri. La lista è divisa nelle seguenti categorie: Posizione, Allineamento, Mano dell’arco e grip, Ancoraggio, Braccio dell’arco, Rilascio manuale e con sgancio meccanico. Si farà l’ipotesi che voi siate maschi, arcieri destri (sarà vero l’opposto per i mancini) e che si usi uno sgancio meccanico. Analizzate le informazioni che seguono e verificate la vostra tecnica. ….si possono usare specchi in posizioni varie e telecamere. Nella scuola noi registriamo da tre angoli differenti, con ottimi risultati…etc. Con le registrazioni potete verificare se fate qualcuno degli errori e comparare la vostra posizione con la “forma a prova di idiota” nella foto. Posizione 1. Piedi troppo vicini (le caviglie quasi si toccano o si toccano). Questo è un errore comune specialmente tra i tiratori 3-D. Tenere i piedi troppo vicini può indurre ad inclinarsi all’indietro (un altro errore). Ciò avviene perché nella destra si ha un arco che pesa da 4 a 12 libbre e si è costretti ad inclinarsi all’indietro per mantenere l’equilibrio. Quando vi inclinate, la spalla sale costringendovi ad usare il muscolo della stessa (deltoide) invece che i muscoli del dorso. Questo causa una visione instabile del bersaglio. Come si vede un errore può causarne molti altri e correggerne uno può risolvere altri problemi. I vostri piedi dovrebbero essere distanziati quanto la larghezza delle spalle e il peso distribuito nella stessa misura sui piedi. Questo dovrebbe anche aiutare quando si tira verso l’alto o il basso.

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44 difetti nell’esecuzione del tiro. di Bernie Pellerite Libero estratto da un articolo di Bernie Pellerite pubblicato su US Archer, in più puntate, nel 2004 (Top istruttore e allenatore USA, innumerevoli vittorie, editore di video e inventore di attrezzature varie. L’elenco dei successi e incarichi e’ sterminato). La forma dell’italiano e’ stata sacrificata al tentativo di rendere al meglio i concetti. N.d.T. Gli americani usano spesso il termine “form”. Normalmente indica la sequenza di tiro, ma talvolta è usata in senso più esteso. In questo caso sarà usato il termine italiano “tecnica” o “ forma” o altre locuzioni.

Negli anni non molto è stato scritto riguardo alla tecnica di tiro. La maggior parte degli articoli riguardano il tuning o dispositivi vari. La tecnica sembra essere qualcosa di soggettivo. Secondo me ci sono tecniche migliori di altre. Quella che insegno nella scuola NFAA è una sintesi di quello che ho visto usare, negli anni, dal 90% dei “vincitori”. Io la chiamo “Tecnica a prova di stupido”. Almeno sulla carta la teoria dice: non dovete fare come me o come Joe, l’unica cosa necessaria e’ che “lo facciate sempre nello stesso modo”. Quello che segue è un elenco di 44 errori nell’esecuzione del tiro, che ho identificato durante la mia carriera di istruttore. Vi dirò come identificarle e correggerle. La correzione è basata sull’adozione della “tecnica a prova di idiota”, che è molto facile da eseguire sempre nello stesso modo, in quanto naturale e logica (vedi foto). La postura è naturale e l’arco è tenuto principalmente con un contatto osso-osso (N.d.T. vedi articolo La mano dell’arco), in allineamento perfetto, al contrario di una metodologia basata sui muscoli e su un’artefatta individualità. Questa tecnica resiste bene, quando si è sotto pressione, richiede meno allenamento e non così difficile da assorbire a livello inconscio, come atre tecniche meno ortodosse. I 44 difetti sono i più comuni che abbia notato. Sono sicuro che potreste aggiungerne altri. La lista è divisa nelle seguenti categorie: Posizione, Allineamento, Mano dell’arco e grip, Ancoraggio, Braccio dell’arco, Rilascio manuale e con sgancio meccanico. Si farà l’ipotesi che voi siate maschi, arcieri destri (sarà vero l’opposto per i mancini) e che si usi uno sgancio meccanico. Analizzate le informazioni che seguono e verificate la vostra tecnica. ….si possono usare specchi in posizioni varie e telecamere. Nella scuola noi registriamo da tre angoli differenti, con ottimi risultati…etc. Con le registrazioni potete verificare se fate qualcuno degli errori e comparare la vostra posizione con la “forma a prova di idiota” nella foto.

Posizione 1. Piedi troppo vicini (le caviglie quasi si toccano o si toccano). Questo è un errore comune specialmente tra i tiratori 3-D. Tenere i piedi troppo vicini può indurre ad inclinarsi all’indietro (un altro errore). Ciò avviene perché nella destra si ha un arco che pesa da 4 a 12 libbre e si è costretti ad inclinarsi all’indietro per mantenere l’equilibrio. Quando vi inclinate, la spalla sale costringendovi ad usare il muscolo della stessa (deltoide) invece che i muscoli del dorso. Questo causa una visione instabile del bersaglio. Come si vede un errore può causarne molti altri e correggerne uno può risolvere altri problemi. I vostri piedi dovrebbero essere distanziati quanto la larghezza delle spalle e il peso distribuito nella stessa misura sui piedi. Questo dovrebbe anche aiutare quando si tira verso l’alto o il basso.

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2. Pendere all’indietro. Guardando di lato il profilo dell’arciere a fine trazione certe volte c’è la tendenza a spingere l’anca sinistra verso il bersaglio e inclinarsi all’indietro con la parte superiore del corpo. Ciò e’ spesso causato da un arco troppo lungo. In questo caso il polso della trazione (destro) si piega e il gomito va in una posizione troppo bassa, rendendo quasi impossibile scaricare la tensione sui muscoli posteriori. Ciò accade perché il punto di pivot nella vostra schiena è molto alto invece che tra le scapole. Ciò favorisce anche la rotazione della spalla dell’arco, creando tensione nel braccio e una visione instabile del bersaglio. I piedi, le anche e le spalle dovrebbero essere in linea uno sopra l’altro. Guardando l’arciere di lato, l’occhio della mira dovrebbe essere sopra la fibbia della cintura e i bottoni della camicia dovrebbero essere sulla verticale. 3. Inclinarsi verso l’arco. Guardando l’arciere da dietro, egli sembra piegarsi leggermente in avanti all’altezza della cintola, delle spalle o del collo. Ciò causa affaticamento e favorisce raggruppamenti instabili. Testa e collo dovrebbero essere rilassati e in linea con la spina dorsale dritta. 4. Profilo del corpo a “Z”. E’ una combinazione di molti difetti, Guardando di lato il profilo dell’arciere ai contatti, l’anca anteriore è spinta in avanti, il torso pende all’indietro e la testa è inclinata in avanti verso la corda causando una conformazione della colonna vertebrale a zig-zag o “Z”. Duplicare questi angoli ad ogni freccia è in pratica impossibile, specialmente tirando in salita o discesa, causando un tiro non ripetitivo. Come sempre è importante allineare la spina dorsale testa e collo in modo rilassato. 5. Torsione alla cintola (piedi aperti, spalle chiuse). Guardando l’arciere da dietro i piedi sono leggermente aperti (15-30 gradi), ma la parte superiore del corpo rimane su una linea dritta verso il bersaglio. Ciò accade di frequente, quando si cambia la posizione dei piedi verso una posizione aperta, ma non adatta la posizione della parte superiore del corpo per allinearlo con i piedi. L’arciere mette i piedi nella nuova posizione, ma apre l’arco con le spalle allineate dritte al bersaglio, come abituato. Un sintomo di questo problema talvolta è un dolore o un crampo nella zona bassa dei reni, derivante dalla torsione in vita. E’ importante che le anche siano direttamente sopra i piedi e le spalle spora le anche.

Allineamento 6. Gomito di trazione troppo basso. Idealmente la punta del gomito dovrebbe essere all’altezza del naso (o di più), per ottenere una giusta tensione dorsale. Se, sulla schiena, si tira una linea immaginaria tra la punta del gomito e la spina dorsale, questa dovrebbe finire tra le scapole, all’altezza del romboide. Se il gomito è troppo basso, la linea immaginaria finirà nella parte alta delle spalle subito sotto il collo. Ciò fa sì che l’arco sia teso con i muscoli superiori della spalla e del braccio. Per una tensione dorsale corretta l’arco dovrebbe essere teso principalmente con i romboidi, posti a circa un pollice dalla sommità della scapola destra. Il gomito viene azionato solo con muscoli romboidi posteriori del lato di trazione, che agiscono come punto di pressione e cerniera per una linea che dai romboidi attraverso la spalla e il braccio di trazione fino alla punta del gomito. 7. Gomito di trazione troppo alto. Alcuni allenatori diranno che è impossibile aver il gomito di trazione troppo alto e il più delle volte sono tentato di essere d’accordo, ma ci sono eccezioni. Se il gomito diviene così alto che il polso di trazione si piega, si possono causare tensioni e torsioni sulla corda. Inoltre se il gomito e’ tenuto artificialmente alto (non naturalmente come avviene

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per una parete superiore del braccio anormalmente lunga), la spalla di trazione salirà molto più in alto di quella dell’arco, causando tensione e rendendo la posizione difficilmente ripetibile. In genere più alto è meglio che troppo basso … purché naturale. 8. Gomito di trazione non allineato con la freccia. Se la punta del gomito è fuori (sulla destra) una linea immaginaria che corre dalla freccia al bersaglio la mano del rilascio può allontanarsi dal viso verso l’esterno, invece che dritto verso dietro, causando torsioni sulla corda. Se il gomito è troppo interno (verso la schiena guardando il gomito da dietro), si possono verificare torsioni sull’arco e sulla corda. Il gomito di trazione dovrebbe essere il più possibile in linea dietro la freccia al momento del

rilascio. In ogni modo è meglio stare un poco interni che esterni. 9. Polso di trazione piegato (Tiratori con sgancio meccanico). Alcuni arcieri piegano il polso perché usano il polso e i muscoli della mano per aiutare a tirare indietro la corda, invece di usare i muscoli posteriori. Idealmente le dita dovrebbero essere usate solo per “trattenere”. La trazione dovrebbe essere fatta con i muscoli posteriori che ruotano e portano indietro il gomito. Purtroppo alcuni sganci possono essere usati solo piegando il polso. Altre ragioni per cui il polso si piega sono un allungo dell’arco eccessivo, oppure l’arciere mette il pollice dietro il collo all’ancoraggio (vedi n. 15.). Al momento del rilascio l’insieme mano-polso-braccio scatta indietro come una molla, causando torsioni sulla corda, con conseguenti inspiegabili destra-sinistra. Il polso dovrebbe essere dritto, esteso e rilassato sia che tiriate con uno sgancio che con le dita. MANO DELL’ARCO E GRIP La mano dell’arco e’ una parte della tecnica più importante di quanto si pensi, in quanto è la parte finale del corpo che tocca l’arco e può influenzare l’effetto dell’arco sulla freccia, prima che questa lasci il riser. 10. Posizione della mano a polso alto (Grip alta). Questa posizione della mano è da alcuni considerata preferibile a quella a polso basso, che io raccomando. La logica della grip alta è che c’è meno mano sull’arco ad influenzare il tiro. Tuttavia, nella pratica, l’arciere medio troverà quasi impossibile duplicare la stessa posizione e pressione sulla grip ad ogni tiro. Esiste un ristretto numero di arcieri che sono riusciti a dominare una grip alta. Tuttavia ciò richiede un polso molto forte e molte ore di pratica per perfezionarsi. Con una grip alta sono usati molti più muscoli che nelle altre, causando più tensione nella mano e una visione instabile del bersaglio. Quando un arciere comincia a stancarsi, distrarsi o rilassarsi la mano dell’arco tenderà a collassare, e si avranno frecce alte o basse. Io raccomando la grip bassa perché è la posizione più rilassata possibile e quindi la più facile da duplicare indipendentemente dalla condizione dell’arciere e dall’esercizio svolto. La pressione dovrebbe essere sull’osso alla base del pollice, sulla zona della linea della vita dalla parte del pollice, direttamente davanti e come un’estensione del radio, non sulla parte della mano verso l’indice. 11. Grip a cavallo della linea della vita (troppa mano nell’arco). Con poche eccezioni la maggior parte dei tiratori al top preferisce non avere la grip che attraversa la linea della vita e la piega palmare della mano. Il motivo è che ci sono muscoli su entrambi i lati della piega. Se la grip attraversa questa piega ci possono essere quattro differenti reazioni al rilascio: impegnare entrambi i muscoli, rilassare entrambe i muscoli, impegnare un muscolo e rilassare l’altro e viceversa. La grip dovrebbe essere posta dal lato del pollice della piega palmare con la mano rilassata e un contatto osso-arco. Con questa posizione e’ più difficile che la corda colpisca il braccio e si trasmettano torsioni all’arco. Per trovare una posizione, lubrificate la grip o la mano con sapone od olio e provate varie posizioni, finché lo stabilizzatore, al rilascio, vada verso il bersaglio e non a destra o sinistra.

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12. Troppo pollice (non abbastanza mano nell’arco). La grip è messa troppo all’infuori su pollice dove solo tessuti molli tengono l’arco. Questa impugnatura e’ molto instabile, non ripetitiva e causa torsioni sull’arco (di solito a destra). Questa posizione è talvolta usata per tentare di evitare il contatto della corda con il polso o l’avambraccio, cosa che si può evitare più facilmente accorciando l’arco, aprendo la posizione e non girando la spalla verso l’arco. Di nuovo la grip dovrebbe essere posizionata sull’osso vicino alla piega palmare dal lato del pollice, posizione rilassata e ripetibile. 13. Afferrare o stringere troppo l’arco. Afferrare l’arco al rilascio è generalmente causato da un rilascio cosciente o da un colpo sul grilletto che segnalano al corpo e alla mano dell’arco che sta per avvenire l’esplosione. Dai video dei miei studenti si è visto che molte volte gli arcieri afferrano l’arco prima che la freccia abbia lasciato il rest. Di solito gli arcieri strappano e poi afferrano, ma talvolta afferrano e poi strappano. Una variante di quest’errore è che l’arco viene tenuto troppo stretto. Entrambi questi errori causano torsioni sull’arco e tiri sbagliati inspiegabili. L’uso di una dragona o il ripiegare tre dita (di lato alla grip N.d.T.) può aiutare ad eliminare questi problemi. Piegare le dita favorirà anche un corretto posizionamento della mano sull’impugnatura dell’arco. Se usate una dragona (dovreste) la mano non dovrebbe potersi allontanare più di tanto dall’arco… di più e non vi fiderete della dragona, meno e la dragona causerà torsioni. La mano dovrebbe essere rilassata e dovreste lasciare uscire l’arco dalla mano attraverso le vostre dita e farlo fermare dalla dragona. Quindi dovete sperimentare per trovare cosa funziona per voi. Occorre poi esercitarsi con la nuova posizione della mano per renderla automatica. Questo va fatto, come per ogni variazione tecnica, su un bersaglio senza visuale ad un metro di distanza. 14. Dita distese e tese. Distendere le dita della mano dell’arco all’ancoraggio è, di solito, un futile tentativo di smettere di afferrare l’arco al rilascio. La tensione nella mano e nel braccio dell’arco causeranno torsioni e visione instabile del bersaglio. Di nuovo, più muscoli sono coinvolti nel tiro e più instabile diviene la mira. Lasciate le dita della mano dell’arco completamente rilassate. Al rilascio l’arco dovrebbe essere sparato attraverso le dita e la dragona afferrare l’arco. Questa cattiva abitudine dovrebbe essere eliminata tirando da vicino, senza visuale. Arrivate normalmente all’ancoraggio e poi non guardate attraverso la visette, ma la mano dell’arco mentre tirate. Prendete nota di cosa fa la vostra mano. Dopo 100-300 tiri avrete imparato a rilassare la mano e fidarvi della dragona. ANCORAGGIO 15. Pollice dietro il collo. Questa tecnica fa sì che il polso del braccio di trazione si pieghi. Al rilascio il polso torna alla sua posizione originale dritta, cosa che crea una torsione laterale precaricata del polso e della mano, che è trasferita alla corda. Mettere il pollice dietro il collo consente anche all’arciere di adagiarsi sul retro del collo annullando qualunque tensione posteriore che l’arciere può avere. Un diritto, rilasciato e disteso insieme polso/avambraccio/gomito (in line con la freccia) è il metodo “A prova di idiota”, che perdona di più.

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16. Testa e collo troppo in avanti. Come nella conformazione a “Z” citata al n. 4, quando la testa e il collo sono spinti in avanti verso la corda per allinearsi con la visette, si crea tensione nel collo. Ciò non aiuta la ripetitività del tiro. La testa dovrebbe essere eretta e rilassata e solo leggermente piegata di lato per allineare la visette. La corda dovrebbe sfiorare la punta del naso (gli arcieri con occhiali possono dover toccare il lato del naso per vedere attraverso la montatura. Se non potete raggiungere la corda con il naso senza inclinare la testa in avanti, o l’arco è troppo lungo o pi probabilmente il vostro ancoraggio è troppo basso. 17. Corda troppo serrata sul viso all’ancoraggio. Spingere la corda contro la pelle del viso o il lato della guancia causa oscillazioni destra sinistra della corda e un ancoraggio instabile. Regolate la lunghezza dell’arco, il loop, il laccio dello sgancio e l’ancoraggio verso il basso o l’alto, finché la corda tocchi appena il naso. 18. La corda non tocca il naso all’ancoraggio. Un ancoraggio solido e ripetitivo è indispensabile per un buon tiro, particolarmente quando si tira in salita o in discesa. Più punti di riferimento si hanno e più ripetitivi si è. Io ne consiglio almeno quattro. Il punto di mira sul bersaglio è il primo, l’occhio che guarda attraverso la visette è il secondo, la punta del naso sulla corda è il terzo e le nocche della mano dell’arco che toccano stabilmente la mascella il quarto. Una susette è un riferimento opzionale non necessario se si usa la visette. Nota: se avete difficoltà a toccare la punta del naso con la corda tentate di alzare l’ancoraggio finché la corda naturalmente sale verso il naso. I tiratori che usano le dita, per il rilascio, tendono ad usare la punta delle dita in contatto con l’angolo della bocca. . Questa posizione è meno stabile. Forme diverse del viso richiedono ancoraggi diversi Trovatene uno che sia rilassato, comodo e tocchi almeno due punti sul viso, come la mano sulla mascella e la corda sul naso. 19. Muovere le labbra per toccare la susette. Una susette è usata invece di una visette, e non dovrebbe affatto essere “baciata”! Muovere le labbra per baciare la corda non è un riferimento ripetibile, perché le labbra possono essere mosse quasi in qualunque posizione. S proprio volete usare una susette assicuratevi che sia ancorata ad un punto stabile, come il lato di un dente superiore…la mandibola si muove. 20. Ancoraggio fluttuante – La mano della corda non tocca il viso. La mano della corda dovrebbe essere bloccata sul lato del viso in un punto dove potete sentire le ossa della mano interconnesse con quella della faccia (mandibola). Molti arcieri pensano che mettere una o due nocche dietro la mascella è stabile e ripetibile, sia che usino uno sgancio che le dita per rilasciare. BRACCIO DELL’ARCO 21. Spalla dell’arco troppo alta. Questo è uno degli errori più frequenti che ho riscontrato. Una delle ragioni è che molti di noi hanno imparato il tiro usando un arco ricurvo o che siamo stati istruiti da un tiratore di ricurvo che aveva bisogno di tutti i muscoli disponibili per aprire l’arco. Questo errore è trasferito da un arciere all’altro. Un’altra ragione è che si tira un arco troppo potente. Ciò richiede che si usi il muscolo deltoide sulla sommità della spalla per spingere l’arco in

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fuori, si rimane in tensione all’ancoraggio e si causa instabilità di mira. La spalla dell’arco dovrebbe stare giù, bloccata nel suo incavo, ma rilassata. Dovrebbe essere a livello cono l’altra spalla. Al contrario di usare i muscoli per spingere l’arco in avanti, verso il bersaglio, questa è una tecnica osso contro osso. Se fatto in maniera corretta l’osso della parte superiore del braccio (omero) scenderà e si bloccherà nell’articolazione della spalla e la scapola sporgerà in fuori. Tutte le ossa dell’unità braccio, compresi mano, polso, gomito e spalla devono allinearsi. Ciò consente una visione del bersaglio più stabile e si faticherà dimeno in quanto si usano le ossa e non i muscoli per tendere l’arco. 22. Spalla dell’arco ruotata verso l’arco (simile al n. 21). Ciò causa tensione e instabilità della visone del bersaglio, cosa che può portare ad ansia, paura di mancare il bersaglio e, in seguito, a strappare o spingere al rilascio. Difficile essere ripetitivi e si avrà affaticamento. Si tratta di un sintomo che indica che l’arco e tenuto con i muscoli invece che con le ossa e la spalla non è abbassata e bloccata. Frequentemente l’errore è accompagnato dal tirare con il gomito flesso (n. 23). 23. Gomito del braccio dell’arco flesso. Questa tecnica è stata dominata da molto pochi arcieri, ma la maggior parte dei tiratori Troverà impossibile duplicare la flessione del braccio esattamente ad ogni tiro, specialmente tirando verso l’alto o verso il basso. Spesso il grado di flessione del gomito causa una leggera differenza d’allungo e l’arciere non sa dire, da tiro a tiro, se è esattamente “a muro” o leggermente a valle (a meno ché non usiate un clicker o dei segni sui cavi). Ancora una volta l’arco è tenuto aperto con i muscoli, poiché dovete usare il deltoide (muscolo della spalla) per usare questo stile a gomito piegato. Ciò causa instabilità di mira e probabilmente richiede un allenamento due o tre volte superiore al tirare con un gomito dritto e rilassato. 24. Gomito del braccio dell’arco bloccato e teso. Questo è l’opposto del n. 23, Se il gomito è iper-esteso, teso e bloccato crea tensione nel tiro e visione instabile del bersaglio. E’ importante che il gomito rimanga rilassato, ma non piegato. Può darsi che troviate più facile aprire l’arco con il gomito bloccato, ma una volta che siete ai contatti, sbloccatelo ma non piegatelo. Tutte le ossa dalla parte bassa della mano fino all’articolazione della spalla dovrebbero essere allineate il più possibile per sostenere il peso e il libraggio dell’arco. 25. Polso dell’arco piegato. L’arciere piega il polso allontanandolo dalla mezzeria dell’arco, talvolta nel tentativo di evitare che la corda colpisca il braccio. Come nel caso n. 12, l’impugnatura dell’arco è troppo all’infuori, verso il pollice, dove solo tessuti molli e non ossa trattengono l’arco. Inoltre c’è un eccesso di tensione nel polso piegato. Questa posizione di tiro darà quasi sempre, all’arciere destro, una torsione precaricata destre all’arco (frecce a destra). Il polso dovrebbe, come sempre, essere dritto e rilassato e la grip dovrebbe toccare la mano alla base del pollice. 26. Braccio dell’arco completamente esteso. Se l’arco viene spinto con un’estensione completa del braccio verso il bersaglio, al momento del rilascio la mano e il braccio dell’arco non hanno nessun’estensione residua per assorbire l’energia dell’arco. Questo è noto come torsione prevaricata. Per gli arcieri

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destri al momento del rilascio l’arco scalcerà immediatamente a sinistra, prima che la freccia lasci il rest, causando frecce a sinistra. Spesso questo è un sintomo di un arco troppo lungo. Come detto al n. 21, la spalla dell’arco dovrebbe stare giù, bloccata nell’articolazione, ma rilassata. Al rilascio il braccio dell’arco salterà in avanti, con l’arco, verso il bersaglio. Ciò permette alla freccia di lasciare l’arco prima che il braccio raggiunga lo “stop” (fine dell’estensione) e poi giri a sinistra, normale nel follow-through dal momento che la spalla è in un’articolazione sferica. . RILASCIO CON LE DITA 27. Polso piegato/teso (mano della corda). Se vi sono muscoli del polso e del retro della mano impegnati durante la trazione, quando le dita tentano di rilasciare la corda, si applica una torsione verso il lato o “strappo” alla stessa, causando una oscillazione eccessiva e quindi un paradosso esagerato della freccia. Il polso e il dorso della mano dovrebbero essere completamente rilassati, in linea retta e in linea con l’avambraccio. Dal gomito al dorso della mano si dovrebbe formare una linea dritta con la freccia, per quanto la geometria del vostro corpo consenta. Ciò consente la minima oscillazione della corda e un rilascio ripetitivo. 28. Rilascio morto. Un tiratore con un “rilascio morto” cerca di mantenere qualsiasi posizione ideale, che ritiene di avere, e poi rilassa coscientemente le dita, nel tentativo di rilasciare mentre il mirino è sul bersaglio. Purtroppo questo richiede il controllo completo di quando parte il tiro, interrompendo il processo della mira. Questa tecnica al rallentatore mostra che la corda in realtà si muove in avanti prima di avere lasciato le dita, che è un altro errore chiamato “strisciare” (n. 42). Ciò induce a tentare di lasciare la corda non appena si acquisisce il bersaglio (rilascio a scatto, senza mira). Poiché il cervello sa sempre quando le dita stanno per rilasciare, si genera anticipazione e ansia e la paura di mancare prende il posto della mira. A questo punto prevalgono lo stappo o lo scatto o il “congelamento”. Strappare la corda e’ l’equivalente di colpire (prendere a pugni) il grilletto di uno sgancio meccanico. Il rilascio morto richiede l’impossibile (se fatto senza un clicker)…pensare a due cose nello stesso tempo: mirare e rilasciare. L’opposto e, per il 99% di noi, il più ripetibile è il rilascio dinamico, che fa sì che la mano vada dritta indietro automaticamente, in quanto la tensione dorsale ha tirato via le dita dalla corda. Inconsciamente si rilascia o “si rifiuta di tenere” la corda, mentre la mano si muove indietro verso la spalla. 29. Aggancio poco profondo / piegare a coppa la mano della corda / sollevare la freccia dal rest. Gli arcieri che tentano di afferrare la corda tra la punta delle dita e la prima piega, lo fanno nel tentativo di ottenere un rilascio morbido. Il risultato finale spesso è esattamente l’opposto. Poiché, in questa posizione, non esiste un punto d’arresto nelle dita, l’arciere finisce per piegare la mano a coppa per mantenere il controllo della corda. Ciò impegna muscoli e tendini delle dita e del dorso della mano. Di solito la conseguenza è che l’arciere destro fa ruotare la corda in senso antiorario quando comincia a tendere l’arco. Successivamente l’interno della prima falange del dito medio tocca la freccia, sollevandola. La combinazione di ruotare e sollevare fa scivolare la freccia verso il lato sinistro del rest. Inoltre quando la mano è a coppa le falangi centrali e le nocche della mano non sono in linea e rilassate e ciò può spingere le dita attorno alla cocca, “pinzando”

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la freccia fuori dal rest. La soluzione è l’aggancio profondo, sulla prima piega o a metà tra la prima e la seconda piega delle dita, in modo che il dorso della mano possa essere rilassato, piatto e non a coppa. Quando l’arciere arriva ai contatti, la “V” creata dall’angolo della corda tende naturalmente a “pinzare” le dita. E’ ben avere un po’ di spazio (1/8 “) sotto e sopra la nocca o usare un tab con separatore. Un arco lungo (più di 41 pollici asse-asse) può aiutare ad evitare questo problema. 30. Strappare la corda. Strappare la corda è dovuto ad un esagerato sforzo cosciente di togliere le dita dalla corda, invece di effettuare un movimento continuo di trazione, finché le dita semplicemente perdono il controllo e scattano indietro verso la spalla. La mano dovrebbe andare indietro naturalmente, in linea con la freccia, di solito toccando la spalla o il retro del collo. Quando si strappa la corda, l’arciere non usa la tensione dorsale e al rilascio le dita si allontanano dal viso, causando un’oscillazione eccessiva della corda e un eccessivo paradosso laterale. Se il gomito di trazione si muove sufficientemente all’indietro per via della trazione dorsale, le dita rimangono in contatto con il viso fino alla fine del rilascio. LO SGANCIO MECCANICO 31. Colpire violentemente il grilletto. (grilletto troppo leggero o con troppa corsa). Strappare lo sgancio e’, in effetti, un sintomo di Target-panic (problema mentale, come i successivi tre errori, che hanno tutti effetti fisici). Se la pressione sul grilletto per azionare lo sgancio è troppo leggera non è possibile avvolgere la punta dell’indice attorno al grilletto e cominciare a tirare col gomito, usando i dorsali. Lo stesso vale per un rilascio a pollice. La maggior parte degli arcieri che hanno questi sganci “veloci” muove il dito su e giù sul grilletto e tenta di far partire il colpo al momento che il mirino è sul bersaglio. Anche se il dito sul grilletto è fermo, ma la corsa è troppo lunga, il cervello può percepire il movimento, anticiparlo e cercare di controllarlo. Quando si strappa, la mente cosciente tenta di controllare simultaneamente il movimento del dito sul grilletto e il mirino sul bersaglio. Il risultato finale è un percorso e un’abitudine compulsivi che si traducono nel tentativo di controllare al microsecondo il rilascio mentre si è nel centro esatto del bersaglio. Nota: se usate uno sgancio a pollice, ad indice o a mignolo, una cura fondamentale per questo problema è di regolare lo sgancio con una pressione elevata e nessuna corsa. Molti professionisti usano sganci con pressioni di 4-7 libbre e una corsa impercettibile. 32. Trasalire (un altro sintomo di target-panic). Si tratta di uno stato avanzato dello strappo, quando due pensieri coscienti (grilletto e bersaglio) accadono esattamente allo stesso istante. Come detto il cervello umano non può elaborare due pensieri coscienti simultaneamente. La nostra mente passa velocemente dal bersaglio al grilletto o alla mano dello sgancio. Il più delle volte i due pensieri arrivano al cervello separati da un millisecondo. Occasionalmente entrambi cercheranno si entrare esattamente allo stesso tempo “target …grilletto…target… grilletto…”. Fisicamente è come se si ricevesse uno shock elettrico o si trasalisse a causa di qualcosa. Due “cose” si possono fare simultaneamente…se una di loro è un’azione programmata a livello inconscio ( il rilascio) mentre, l’altra è un pensiero o un’immagine mentale che rimanga a livello cosciente (mira). La cura per il problema consiste nel tirare senza visuale per automatizzare la sequenza di tiro in modo che il rilascio proceda da solo, dopo essere stato avviato dalla mente cosciente. La mente cosciente può essere dedicata alla mira. (N.d.T. : tecnica americana. La tecnica classica coreana (v. articolo) è al contrario: mira inconscia, mente cosciente su posizione ed equilibri muscolari.). 33. Congelamento fuori o sul bersaglio Un altro sintomo di target-panic. L’arciere non riesce a muovere il punto di mira al centro del bersaglio, si congela in alto o in basso o di lato e cerca di andare al centro mentre rilascia. L’altro tipo di problema consiste nel congelarsi sul bersaglio. L’arciere non riesce

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a rilasciare finché il mirino non si allontana dal centro. Ricordate potete rilasciare la freccia solo in questi tre casi: quando si arriva sul bersaglio, quando si sta sul bersaglio, quando si lascia il bersaglio. La cura per questo problema e’ di nuovo tirare su un bersaglio senza visuale, da vicino e riprogrammare la sequenza di tiro. 34. Tirare di scatto (non ci di ferma sul bersaglio) Un’altra forma di target-panic. L’arciere non riesce a fermarsi in ancoraggio o a tenere il punto di mira fermo al centro del bersaglio per 3-4 secondi. Non appena si arriva all’ancoraggio e/o il punto di mira tocca il centro o talvolta si avvicina al bersaglio, la corda viene rilasciata involontariamente. Questo problema è causato dal voler fa fare alla mente due cose contemporaneamente (vedi n. 31, 32, 33) e la cura è di nuovo tirare senza visuale, da vicino, riprogrammando la sequenza di tiro. Il motivo per cui questo problema è così diffuso è che la maggior parte degli arcieri è superanalitica e non si fida a lasciar fare all’inconscio. 35. Lasciare cadere il braccio dell’arco Nel tentativo di vedere la freccia volare o dove colpisce il bersaglio, l’arciere abbassa prematuramente il braccio dell’arco… una delle principali cause di frecce basse o basso-sinistra (arcieri destri). La cura consiste nel mantenere la posizione fino alla conclusione del tiro. La conclusione può essere, ad esempio, vedere la freccia colpire il bersaglio (sconsigliato) o udire la freccia quando colpisce, etc. Queste conclusioni avvengono quando la freccia ha già lasciato l’arco e quindi non si fa il movimento prima che la freccia abbia lasciato il rest. 36. Colpo di tacco al rilascio Mentre la freccia lascia l’arco, l’arciere tenta di “aiutare” una freccia mirata bassa mettendo pressione nella parte inferiore della grip con la parte bassa della mano. Questo è uno sforzo cosciente di muovere il mirino e quindi la freccia mentre lascia l’arco. Può causare frecce alte. Ovviamente l’arciere dovrebbe rilassare la mano dell’arco e lasciarlo scorrere verso il bersaglio senza “aiutarlo”. 37. Torsione precaricata - L’arco salta di lato Questo è di solito causato da una posizione sbagliata della mano sulla grip, che genera una forza di rotazione destra o sinistra sull’arco. Quando si rilascia, l’arco girerà immediatamente nella mano, causando frecce erratiche. Occorre trovare una posizione ripetitiva della mano sulla grip, tale che al rilascio l’arco si muova dritto verso il bersaglio, prima di muoversi verso sinistra e il basso (arcieri destri). 38. Tirare l’arco verso destra (arcieri destri) Capita quando l’arciere tira eccessivamente con la mano

destra, nel tentativo di rendere uguale il carico sulle due mani. Se però si tira di più con la destra di quanto si spinge con la sinistra o se il braccio dell’arco si rilassa, la mano destra tirerà l’arco a destra causando frecce a destra. 39. Spingere l’arco verso sinistra L’opposto del precedente. L’arciere spinge di più con la sinistra di quanto tira con la destra oppure il suo ancoraggio scivola in avanti per la perdita di tensione dorsale. L’arco

viene spinto a sinistra al rilascio (fecce a sinistra). Per entrambi questi errori ci si dovrebbe esercitare a metter la stessa pressione su entrambe le mani, sei si vuole bilanciare la

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spinta. Se ciò risulta difficile, esiste una tecnica usata da molti campioni: all’ancoraggio tenere l’arco fermo staticamente con la mano dell’arco e tirare con la mano della corda. Un’altra causa di frecce a sinistra è quando il braccio dell’arco è troppo disteso (di solito arco lungo). Ciò causa una precarica e un salto verso sinistra al rilascio. 40. In ancoraggio troppo a lungo (9-15 sec.) / rilasciare mentre si trema. Tipico degli arcieri migliori. E’ il tentativo di mirare con troppa precisione. L’arciere si dice: “Ancora un poco, finché la mira appare perfetta”. Sbagliando, pensa che il punto di mira debba essere nel centro esatto del bersaglio. Purtroppo stando in ancoraggio troppo a lungo si esce dalla propria zona confortevole, che la finestra fisica temporale entro cui si riesce a tirare al massimo della stabilità (di solito 7-8 secondi dall’inizio trazione). Se si passa questo tempo, la visione del bersaglio si deteriora rapidamente. Una sequenza corretta di tiro deve avere un ritmo temporale definito. Fate pratica in modo che il vostro rilascio cada nella vostra zona confortevole. 41. Sbirciare / alzare la testa Spesso ciò si accompagna alla caduta del braccio dell’arco (n. 35). Sbirciare è lo sforzo di vedere la freccia in volo e causa fecce basse o basso-sinistra. La cura è il follow-through fino alla fine del tiro. 42. Rilassarsi Il rilassamento consiste nel perdere tensione durante l’ancoraggio. La freccia comincia muoversi lentamente in avanti sul rest perché l’arciere perde tensione o nel braccio dell’arco o nei dorsali o in entrambi, prima del rilascio. Si risolve con uno sforzo cosciente di mantenere la tensione, finché non diviene automatico oppure usando un draw-stop. 43. Collassate al rilascio Diverso dal rilassamento, che avviene prima del rilascio, consiste nel rilassare prematuramente il braccio dell’arco o consentire alla mano della corda di andare avanti con la stessa durante il rilascio. Come nel n. 42 occorre uno sforzo cosciente nel mantenere la tensione, finché non si automatizza o usare un draw-stop. 44. Non scendere (ricominciare la sequenza) Molto comune negli arcieri e separa i campioni dai quasi campioni. La maggior parte di loro, in circostanze normali, scenderà una volta ogni 5-10 tiri. Non farlo è un problema di controllo. Non si vuole ammetter, nemmeno con se stessi che si deve ricominciare la sequenza di tiro. Occorre allenarsi ad abbassare l’arco se si sente che qualcosa è sbagliato o se qualunque pensiero entra nella mente che non sia la mira. Tutti i campioni lo fanno, quando si sente che qualcosa è sbagliato. Loro non scommettono, eseguono solo i tiri buoni. Sono certo che ci sono altri errori che potremmo trovare, ma questi sono i più comuni che ho riscontrato. Spero che questo documento vi aiuti a trovarli ed eliminarli, per voi o eventuali vostri allievi. Se siete di quelli che credono che fare pratica porta alla perfezione e avete praticato alcuni degli errori abbastanza a lungo, probabilmente li avete ottenuti perfettamente sbagliati. Ricordate la pratica non rende perfetti, .. la pratica perfetta rende perfetti!