4.14. Lavorazione dei metalli - CONFINDUSTRIA · 1,09 1,10 Produzione ... a tassi a due cifre...

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L’industria della lavorazione dei metalli ha interrot- to, nel 2002, il ciclo positivo avviatosi nel 1997, che aveva portato il fatturato settoriale a salire a livelli prossimi agli 87 miliardi di euro. Dato il basso gra- do di apertura commerciale che caratterizza il setto- re, è stata principalmente la debolezza della doman- da interna a condizionare la produzione, in flessio- ne dell’1,2%, a prezzi costanti.Tutti i principali com- parti produttivi che compongono questo aggregato hanno mostrato una evoluzione dei livelli di attivi- tà negativa, ad eccezione di quello delle serrature e ferramenta, che trova nelle costruzioni la principale fonte di domanda. Le vendite sul mercato interno hanno risentito della minore capacità di attivazione dell’industria metal- meccanica - penalizzata dalla debolezza dell’attività di investimento delle imprese italiane e delle espor- tazioni - e soprattutto del settore dei mezzi di tra- sporto. Le richieste delle imprese industriali sono pe- raltro risultate condizionate anche dal permanere di politiche di approvvigionamento estremamente pru- denti lungo le filiere produttive; il peggioramento nelle aspettative nel corso dell’anno ha infatti por- tato gli operatori a soddisfare gli ordini, utilizzando le poche scorte a disposizione, facendo scendere i ma- gazzini su livelli di minimo. Le richieste dell’indu- stria delle costruzioni si sono confermate positive, pur mostrando un rallentamento dopo la forte cre- scita del biennio 2000-01. Penalizzate dalla debolezza del ciclo internazionale, anche le vendite hanno comunque mostrato un calo (–1,7% a prezzi costanti), dopo la forte crescita degli ultimi anni. Le imprese italiane hanno incontrato le maggiori difficoltà ad esportare sui mercati asiatici e dell’America Latina, ma sono stati comunque i paesi dell’Europa occidentale - ai quali è destinato circa il 65% dei flussi di export in valore - a contri- buire in misura più rilevante alla contrazione delle esportazioni (il basso valore di molte lavorazioni e l’elevata incidenza dei costi di trasporto portano in- fatti molti comparti produttivi a concentrare le pro- prie vendite su mercati geograficamente vicini, limi- tando la capacità delle imprese di diversificare gli sbocchi commerciali). La flessione degli ordini inter- ni ha condizionato anche l’evoluzione delle importa- zioni, che hanno mostrato un calo dell’1,2% (a prez- zi costanti) nella media del 2002, nonostante l’ulte- riore crescita degli approvvigionamenti dai paesi dell’Europa centro-orientale. L’industria nazionale gode comunque tuttora di una buona capacità di 299 LAVORAZIONE DEI METALLI 4.14. Lavorazione dei metalli Tab. 4.14.1 - Lavorazione dei metalli: Principali indicatori Variabili 1995-2000 2001 2002 Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b) Produzione 86.120 3,1 1,4 – 1,2 Esportazioni 12.337 6,0 8,1 – 1,7 Importazioni 5.314 8,7 6,7 – 1,2 Disponibilità interna 79.097 3,1 0,8 – 1,1 Capacità produttiva Livello della capacità produttiva (1990=100) 114,4 121,0 122,9 Variazione del grado di utilizzo (%) 1,4 – 0,2 – 2,7 Costi e prezzi Costi operativi 2,5 0,3 0,3 Prezzi alla produzione 2,3 – 0,1 0,2 Scambi con l’estero Saldo commerciale (milioni di euro correnti) 6.228 7.158 7.023 Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) 44,2 40,0 39,8 Quota della produzione esportata (%) (b) 13,3 14,4 14,3 Propensione all’importazione (%) (b) (d) 5,6 6,7 6,7 Numero di addetti (migliaia) 553,3 564,8 580,6 (a) Milioni di euro. (b) A prezzi costanti. (c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni). (d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni). Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

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L’industria della lavorazione dei metalli ha interrot-to, nel 2002, il ciclo positivo avviatosi nel 1997, cheaveva portato il fatturato settoriale a salire a livelliprossimi agli 87 miliardi di euro. Dato il basso gra-do di apertura commerciale che caratterizza il setto-re, è stata principalmente la debolezza della doman-da interna a condizionare la produzione, in flessio-ne dell’1,2%, a prezzi costanti.Tutti i principali com-parti produttivi che compongono questo aggregatohanno mostrato una evoluzione dei livelli di attivi-tà negativa, ad eccezione di quello delle serrature eferramenta, che trova nelle costruzioni la principalefonte di domanda.Le vendite sul mercato interno hanno risentito dellaminore capacità di attivazione dell’industria metal-meccanica - penalizzata dalla debolezza dell’attivitàdi investimento delle imprese italiane e delle espor-tazioni - e soprattutto del settore dei mezzi di tra-sporto. Le richieste delle imprese industriali sono pe-raltro risultate condizionate anche dal permanere dipolitiche di approvvigionamento estremamente pru-denti lungo le filiere produttive; il peggioramentonelle aspettative nel corso dell’anno ha infatti por-tato gli operatori a soddisfare gli ordini, utilizzandole poche scorte a disposizione, facendo scendere i ma-

gazzini su livelli di minimo. Le richieste dell’indu-stria delle costruzioni si sono confermate positive,pur mostrando un rallentamento dopo la forte cre-scita del biennio 2000-01.Penalizzate dalla debolezza del ciclo internazionale,anche le vendite hanno comunque mostrato un calo(–1,7% a prezzi costanti), dopo la forte crescita degliultimi anni. Le imprese italiane hanno incontrato lemaggiori difficoltà ad esportare sui mercati asiaticie dell’America Latina, ma sono stati comunque ipaesi dell’Europa occidentale - ai quali è destinatocirca il 65% dei flussi di export in valore - a contri-buire in misura più rilevante alla contrazione delleesportazioni (il basso valore di molte lavorazioni el’elevata incidenza dei costi di trasporto portano in-fatti molti comparti produttivi a concentrare le pro-prie vendite su mercati geograficamente vicini, limi-tando la capacità delle imprese di diversificare glisbocchi commerciali). La flessione degli ordini inter-ni ha condizionato anche l’evoluzione delle importa-zioni, che hanno mostrato un calo dell’1,2% (a prez-zi costanti) nella media del 2002, nonostante l’ulte-riore crescita degli approvvigionamenti dai paesidell’Europa centro-orientale. L’industria nazionalegode comunque tuttora di una buona capacità di

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LAVORAZIONE DEI METALLI

4.14. Lavorazione dei metalli

Tab. 4.14.1 - Lavorazione dei metalli: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 86.120 3,1 1,4 – 1,2Esportazioni 12.337 6,0 8,1 – 1,7Importazioni 5.314 8,7 6,7 – 1,2Disponibilità interna 79.097 3,1 0,8 – 1,1

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 114,4 121,0 122,9Variazione del grado di utilizzo (%) 1,4 – 0,2 – 2,7

Costi e prezziCosti operativi 2,5 0,3 0,3Prezzi alla produzione 2,3 – 0,1 0,2

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) 6.228 7.158 7.023Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) 44,2 40,0 39,8Quota della produzione esportata (%) (b) 13,3 14,4 14,3Propensione all’importazione (%) (b) (d) 5,6 6,7 6,7

Numero di addetti (migliaia) 553,3 564,8 580,6

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

300

LAVORAZIONE DEI METALLI

Fig. 4.14.1 - Lavorazione dei metalli:Produzione e grado di copertura della domanda interna(Prezzi 1995)

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92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 021,04

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Produzione (P, miliardi di euro)

Produzione/Disponibilità (P/D)

Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

P PD

Fig. 4.14.2 - Lavorazione dei metalli:Indici della produzione industriale (a)

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1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

UeGermania

SpagnaFrancia

Regno Unito

(a) Indici base 1995.Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat.

Fig. 4.14.3 - Lavorazione dei metalli:Contributo % alla variazione delle esportazioni per areageografica (a)

-2 0 2 4

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

Fig. 4.14.4 - Lavorazione dei metalli:Contributo % alla variazione delle importazioni per areageografica (a)

-2 0 2 4 6

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

controllo del mercato interno, protetta anche dall’e-levata frammentazione che caratterizza il sistemadistributivo di molti prodotti: l’import penetrationsi mantiene inferiore al 7%. La caduta delle impor-tazioni non è risultata sufficiente a sostenere il sal-do commerciale settoriale, che ha visto scendere ilproprio attivo su valori di poco superiori ai 7 mi-liardi di euro.La debolezza della domanda ha penalizzato le con-dizioni di redditività delle imprese, portandole amantenere politiche di prezzo estremamente accorte.La modesta crescita dei costi operativi – conseguen-za della debolezza delle quotazioni internazionali deimetalli e dell’apprezzamento dell’euro, oltreché dellaflessione delle tariffe energetiche – non ha infattiimpedito una nuova erosione dei margini unitari,dopo la contrazione già sperimentata nel 2001.Per quanto concerne la produzione industriale, nel2002 si è interrotta la crescita che dal 1996 ha inte-ressato il settore a livello europeo: tutti i maggioripaesi dell’Unione europea hanno subito una leggeraflessione dell’indice della produzione, ad eccezionedella Spagna che aveva subito una forte contrazionedella produzione già nel 2001. La riduzione dellaproduzione più significativa si è verificata inGermania, mentre nel Regno Unito l’indice dellaproduzione industriale si è mantenuta su livelli de-cisamente inferiori a quelli medi europei.Dopo la caduta del 2001, nel 2002 la domandamondiale è tornata a crescere, in linea con un lungoperiodo di forte incremento (il picco si era raggiuntonel 1995 con un tasso di crescita del 20%). La quo-ta italiana si è invece ulteriormente ridotta, collo-candosi intorno al 7,5% delle importazioni mondia-li. Una sostanziale stabilità ha caratterizzato laFrancia e il gruppo delle altre economie avanzate,mentre si sono ulteriormente indeboliti Regno,Unito, Stati Uniti e Giappone. Nel 2002 è laGermania l’unico paese, tra quelli avanzati, a gua-dagnare quote di mercato. Tenendo in considerazio-ne il periodo 1991-2002, si può notare come a par-tire dal 1996 - anno in cui l’Italia copriva l’8,6%della domanda mondiale- la quota italiana si siasensibilmente ridotta. Questa diminuzione potrebbeessere associata alla perdita di competitività di prez-zo osservabile tra il 1995 e il 1997, mentre in segui-to si è avuto un lieve deprezzamento del cambio rea-le, trainato soprattutto dall’apprezzamento del dol-laro americano e dalla stabilizzazione dei prezzi, che,al contrario degli anni precedenti, si sono mossi inlinea con quelli dei maggiori concorrenti stranieri.Nel 2002 l’Italia gode ancora di un vantaggio com-petitivo rispetto agli anni Ottanta, ma ha comunqueperso rispetto al 1995. Anche gli altri paesi apparte-nenti al gruppo delle economie avanzate, ad eccezio-ne degli Stati Uniti, hanno perso quote negli ultimianni. La Germania, tuttora primo esportatore mon-

301

LAVORAZIONE DEI METALLI

Fig. 4.14.5 - Lavorazione dei metalli:Tasso di crescita della domanda mondiale e quota dimercato dell’Italia

-5

0

5

10

15

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90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02*6,5

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Domanda Mondiale Quota Italia (scala destra)

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

Fig. 4.14.6 - Lavorazione dei metalli:Tasso di cambio della lira, prezzi relativi e saldo normalizzato

-1,0

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80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02

Saldo normalizzatoTasso di cambio effettivo reale

Prezzi relativiCambio nominale

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ocse.

Fig. 4.14.7 - Lavorazione dei metalli:Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree

0

5

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15

20

25

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002(*)

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Resto Africa Mediterraneo e Medio Oriente

Asia (a)

Europa centro-orientale

Sud America (a)

Europa occidentale

Nord America (a)

(a) Scala destra.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

diale, è passata da valori superiori al 16% nella pri-ma metà degli anni Novanta, al 14% del 2002. IlGiappone ha perso circa tre punti percentuali, scen-dendo nel 2002 al 4,4%, quota di poco superiore aquella del Regno Unito (4,1% nel 2002).Gli Stati Uniti risultano in crescita negli anniNovanta, guadagnando complessivamente un puntopercentuale rispetto al periodo 1991-1995. Hannonotevolmente migliorato la propria posizione i con-correnti emergenti, in modo particolare Cina eMessico che negli ultimi cinque anni sono cresciutia tassi a due cifre (+10,7% per la Cina e +12,4% peril Messico) e che anche nel 2002 hanno confermatola loro notevole performance.Va sottolineata anchela forte crescita della Repubblica Ceca (+ 13,7% trail 1997 e il 2002) e della Polonia (+13,5% nello stes-so periodo), anche se le loro quote risultano ancora

poco significative (entrambe di poco superiori all’1%nel 2002).Come accade per molti settori, l’Italia gioca un ruo-lo di primo piano, con quote superiori al 10%, siain Europa occidentale, che in Europa centro-orien-tale, e nel Mediterraneo-Medio Oriente. Nel pri-mo caso si può notare una crescita fino al 1997 euna parziale caduta negli anni successivi. Anchenegli altri mercati, alla crescita dei primi anniNovanta, ha fatto seguito una fase negativa, anchese nell’area mediorientale si può osservare una ri-presa negli ultimi due anni. Considerando le areegeograficamente più distanti, la presenza italiana ècaratterizzata da una certa stabilità in NordAmerica e in Asia e da un indebolimento in SudAmerica e in Africa.Facendo riferimento al Medio Oriente e Mediter-

302

LAVORAZIONE DEI METALLI

Tab. 4.14.2 - Lavorazione dei metalli: Quote di mercato sulle importazioni mondiali

Aree 1991-1995 1996-1998 1999-2000 2001 2002 (a)

Italia 8,4 8,3 7,7 7,7 7,4Francia 6,6 5,6 5,6 5,2 5,2Germania 16,4 14,7 13,4 13,7 13,9Regno Unito 4,5 4,7 4,5 4,4 4,1Stati Uniti 9,5 11,2 11,9 11,1 10,6Giappone 7,1 5,7 4,9 4,5 4,4Altre economie avanzate 34,8 32,4 30,4 29,2 29,2Resto del mondo 12,8 17,5 21,7 24,3 25,2

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (Statistics Canada), 1991-1998 e su dati Ice (fonte Gti), 1999-2002.

Tab. 4.14.3 - Lavorazione dei metalli:Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2002 (a)

EuropaEuropa Mediter-

Nord SudAsia

RestoPaesioccidentale

centro- raneo eAmerica America

eAfricaorientale Medio Oriente Oceania

97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02

Italia 13,5 11,7 16,4 14,4 17,8 17,5 1,9 2,3 3,2 2,5 2,3 1,8 10,4 7,2Francia 9,2 8,7 4,8 4,9 8,1 8,9 2,4 1,7 1,9 1,5 2,1 1,7 11,9 14,4Germania 21,4 20,9 34,4 39,7 9,4 9,8 4,9 4,4 4,4 4,1 5,8 5,6 7,0 10,0Regno Unito 6,9 6,3 2,3 3,0 8,5 6,8 2,5 2,2 1,2 0,8 4,2 2,7 10,5 7,2Resto Ue 27,4 26,8 24,1 22,4 12,1 11,7 4,2 3,9 5,3 4,5 4,7 3,7 9,5 12,8Nord America 4,1 3,8 1,9 1,0 10,6 7,5 35,6 34,0 36,2 38,8 12,8 9,0 4,4 6,6Sud America 0,3 0,3 0,3 0,1 0,9 0,3 10,8 14,2 9,5 7,3 0,3 0,3 0,8 0,9Giappone 1,6 1,5 0,5 0,6 6,3 2,2 8,8 5,9 2,3 1,9 14,5 12,7 2,8 3,4Cina 4,0 5,6 1,0 2,5 10,9 16,2 10,2 16,6 3,5 3,4 13,3 19,1 10,7 18,6Est Asia 3,7 2,9 1,3 1,5 7,2 9,3 16,7 14,3 2,7 2,6 24,6 22,5 14,5 3,9

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

raneo, l’Italia conserva la leadership (con una quo-ta del 17,5%), pur subendo la concorrenza dellaCina (con un incremento di oltre cinque punti per-centuali negli ultimi cinque anni la Cina arriva acoprire oggi il 16,2% delle importazioni dell’area) edei paesi dell’Est Asia. La presenza cinese è in fortecrescita anche in Nord America e in Asia, guada-gnando in entrambi i casi circa sei punti percentua-li dal 1997 e raggiungendo rispettivamente quota16,6% e 19,1%, mentre al contrario risulta in calol’Est Asia. In queste aree i concorrenti europei nonrivestono un ruolo molto importante.La crescita cinese non fa eccezione nemmeno inEuropa occidentale e centro-orientale, anche se lasua quota risulta ancora molto distante da quelladei concorrenti europei che dominano su entrambi imercati. Il leader è la Germania, che copre il 20,9%delle importazioni dell’Europa occidentale (puravendo perso posizioni rispetto al 1997), e quasi il40% di quelle dell’Europa centro-orientale dove in-

vece risulta in crescita. L’Italia si conferma secondoesportatore, rispettivamente con l’11,7% e il 14,4%;seguono ad una certa distanza il Regno Unito e laFrancia.L’Italia è dunque molto ben posizionata nei mercatigeograficamente più vicini, mentre non ha una gros-sa penetrazione in mercati più lontani come quelloamericano. Ciò rappresenta una mancata opportu-nità, data l’importanza crescente di questo paese: gliStati Uniti da soli non solo rappresentano il 17,3%della domanda mondiale, ma hanno anche uno deitassi di crescita delle importazioni tra i più alti(6,8% tra il 1997 e il 2002); cresce più velocementesolo la Cina (7,5% sempre durante il periodo 1997-2002). Al vertice della classifica dei maggiori espor-tatori si trovano nell’ordine Germania, Stati Uniti eCina. Al quarto posto, ad una certa distanza dalleprime tre, si colloca l’Italia, con una quota superio-re di due punti percentuali rispetto alla Francia, edi circa tre rispetto al Giappone e Taiwan.

303

LAVORAZIONE DEI METALLI

Tab. 4.14.4 - Lavorazione dei metalli: Principali esportatori e importatori

Esportatori Importatori

Tasso medio Quota

Saldo 2002 Tasso medio QuotaClassifica annuo di crescita

2002(milioni Classifica annuo di crescita

1997-2002 di dollari) 1997-2002 2002

Germania 2,3 14,0 6.063 Stati Uniti 6,8 17,3Stati Uniti 0,6 10,7 –7.378 Germania 0,3 8,3Cina 10,7 10,6 8.428 Francia 2,7 5,6Italia – 0,4 7,5 4.982 Regno Unito 3,3 5,4Francia 0,0 5,2 – 446 Canada 4,8 5,4Taiwan – 1,9 4,7 4.049 Messico 6,1 5,3Giappone – 3,0 4,4 1.619 Belgio 1,9 3,1Regno Unito – 1,7 4,2 –1.404 Giappone 2,1 2,9Canada 5,2 3,7 –1.833 Italia 2,1 2,9Messico 12,4 3,3 –2.234 Cina 7,5 2,8Belgio 2,1 2,8 – 373 Paesi Bassi – 3,9 2,7Paesi Bassi – 3,5 2,6 – 177 Spagna 5,8 2,6Corea del Sud 2,4 2,6 1.291 Hong Kong – 1,5 2,3Austria 3,0 2,6 231 Austria 1,5 2,3Spagna 2,9 2,5 – 97 Svizzera 0,3 1,7Svizzera – 2,1 2,1 345 Singapore – 5,1 1,4Svezia 0,4 1,8 475 Corea del Sud – 1,1 1,4Ceca Rep. 13,8 1,3 191 Svezia 0,5 1,4Polonia 13,5 1,3 – 111 Polonia 6,3 1,4Danimarca 0,9 1,2 – 3 Danimarca 1,3 1,2

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Serramentimetallici e

facciatecontinue

(Ateco 28.12.1)

Tab. 4.14.6 - Serramenti metallici e facciate continue: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato– serramenti (alluminio) Milioni di euro 1.600 1.760– facciate continue Milioni di euro 362 382Produzione– serramenti (alluminio, legno, pvc) Metri quadrati 5.350.000 6.000.000– facciate continue Metri quadrati 1.000.000 1.100.000

Fonte: Uncsaal.

Il settore ha registrato una leggera crescita della produzione (+7% circa), traina-ta soprattutto dall’aumento delle esportazioni (+14%) che ne rappresentano una quo-ta rilevante. Nel 2003 il tasso di espansione del fatturato dovrebbe assestarsi su livel-li analoghi (+7% circa). La forte concorrenza ha contribuito alla stabilità dei prezzi divendita. Per il 2003 gli operatori si attendono variazioni poco significative rispetto al-le cifre registrate quest’anno.

304

LAVORAZIONE DEI METALLI

Infissimotorizzati e

automatismi perserramenti

(Ateco 28.12)

Tab. 4.14.5 - Infissi motorizzati e automatismi per serramenti: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 403,2 421,4Esportazioni Milioni di euro 225,8 244,4Utilizzazione degli impianti In % 76,0 76,0Numero di addetti Unità 1.213 1.230

Fonte: Anima.

In linea con l’andamento complessivo delle costruzioni, il settore serramenti metal-lici ha registrato nel corso del 2002 un buon andamento. Si stima infatti che siano stateprodotte in Italia circa 3.500.000 unità finestra, corrispondenti a circa sei milioni di me-tri quadrati di serramenti, con un incremento di circa il 10% rispetto al 2001. Di questeunità, circa il 43% è stato realizzato in alluminio, il 42% a taglio termico, il 10% in allu-minio-legno ed il restante 5% in altre leghe.Va segnalato che la quota di mercato di al-luminio-legno è quella che ha registrato negli ultimi tre anni il maggior incremento, ar-rivando quasi a raddoppiare. In relazione alla suddivisione del mercato in ragione dellediverse tipologie, circa il 90% della produzione è costituito da serramenti a battente,mentre il restante 10% è destinato al comparto dei serramenti scorrevoli. Per il 2002, te-nendo anche conto del generale clima di incertezza sui mercati internazionali, si preve-de una sostanziale tenuta dei valori rispetto all’andamento registrato nel 2001. Per quan-to riguarda il comparto delle facciate continue, nel 2002 la produzione si è assestata sucirca 1.100.000 metri quadrati, con un aumento del 10% sul già buon andamento del2001. Di questi, l’80% corrisponde ad un tipo di prodotto di tipo tradizionale, mentre laquota di mercato delle facciate continue ad elevato contenuto tecnologico ammonta acirca il 20% del totale. In termini di fatturato il mercato delle facciate continue di tipotradizionale vale all’incirca 300 milioni di euro, mentre quello delle facciate più innova-tive ammonta complessivamente a 82 milioni di euro. Le esportazioni costituiscono cir-ca il 15-20% della produzione e si rivolgono principalmente all’Estremo Oriente, allaGran Bretagna e ai paesi dell’Europa continentale. Per il 2003 ci si attende per il com-parto una positiva conferma del risultato del 2002, anche alla luce di una ulteriore ri-presa delle opere pubbliche.

Il settore ha registrato nel 2002 una leggera crescita della produzione, trainata prin-cipalmente dalle vendite all’estero. I comparti che hanno ottenuto risultati migliori sonoquelli delle caldaie, dei corpi scaldanti e dei sistemi radianti. Per il 2003 si attendono risul-tati analoghi. Un’analisi a livello di comparto mostra situazioni leggermente differenzia-te. In particolare, nel comparto caldaie si è verificato un aumento della produzione del5%, accompagnato da una decisa crescita delle esportazioni. È aumentato, infatti, il com-mercio verso i mercati dell’Est europeo e della Cina. Le vendite in Italia sono rimaste in-variate rispetto all’anno precedente. A causa dell’incertezza che domina i mercati, le pre-visioni per il 2003 sono improntate alla cautela. Per quanto riguarda il comparto dei bru-ciatori, nonostante una leggera crescita di vendite all’estero, si è verificato un declino, do-vuto alla diminuzione di vendite nel mercato italiano. Soltanto nell’ultimo trimestre del2002 si è assistito ad una ripresa, determinata dalla necessità di ricostituire le scorte deidistributori. Per il 2003 le aspettative prevedono una persistente debolezza dei mercati,soprattutto nell’area europea, un leggero aumento degli investimenti ed una debole cre-scita dell’occupazione. All’interno del settore dei corpi scaldanti si sono ottenuti risultatidiversi a seconda della diversa tipologia dei prodotti. Il 2002 è stato un anno di ripresaper la produzione e la vendita dell’acciaio e dell’alluminio, mentre vi è stata una flessio-ne di vendite della ghisa. I prezzi dell’intero settore sono lievemente aumentati a causadell’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti. Per il 2003 si attendono risul-tati simili a quelli dell’anno precedente. L’andamento del comparto strumentazione è ri-sultato decisamente negativo (–2%). Le previsioni stimano che nel 2003 si verifichi unaleggera crescita delle esportazioni. Il comparto generatori d’aria calda ha ottenuto risulta-ti negativi: la produzione è diminuita del 2%, le vendite in Italia sono calate, i prezzi so-no scesi del 2% e l’occupazione del 2,4%. Le previsioni sono, invece positive: ci si aspet-ta, infatti, un lieve aumento delle esportazioni e della produzione. Infine, l’andamentodel comparto sistemi radianti è risultato, in linea con quanto era stato previsto, positivocon una crescita dell’ordine del 10% circa, dovuta al sempre maggiore utilizzo di questainnovativa tipologia di riscaldamento. Elemento trainante rimane il prodotto «nastro ra-diante», prevalentemente distribuito sul mercato interno. Le previsioni per il 2003 parla-no di un’ulteriore crescita di questo tipo di riscaldamento. Ci si aspetta che i prezzi ri-mangano stabili e che l’occupazione registri un lieve incremento.

305

LAVORAZIONE DEI METALLI

Apparecchi ecomponenti perimpianti termici(Ateco 28.22)

Tab. 4.14.7 - Apparecchi e componenti per impianti termici: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 2.140,7 2.225,6Esportazioni Milioni di euro 984,3 1.050,3Numero di addetti Unità 12.320 12.426

Fonte: Anima.

Il settore ha registrato un incremento della produzione del 7%, trainato dall’au-mento delle esportazioni. Come previsto dall’anno precedente, si è verificato un sensi-bile calo degli addetti nelle imprese maggiori ed un lieve aumento degli occupati nelle

Caldareria(Ateco 28.22)

Tab. 4.14.8 - Caldareria: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 5.526,1 5.889,0Esportazioni Milioni di euro 2.427,0 2.791,0Numero di addetti Unità 29.100 29.100

Fonte: Anima.

attività più piccole. Le diverse realtà produttive hanno teso a potenziare le funzioni piùstrategiche, riducendo le attività di trasformazione diretta e avvalendosi di subfornitoriprovenienti da paesi caratterizzati da un costo della manodopera inferiore. Per il 2003 siprevede una crescita a ritmi ancora sostenuti.

Nel settore si è verificato lo stesso andamento negativo che aveva caratterizzato il2001; la produzione è calata del 12%, a causa del declino della domanda sia interna siaestera. Contemporaneamente, sono scesi gli investimenti e l’occupazione. Le attese peril 2003 propendono per un cauto ottimismo; ci si attende una maggior domanda inter-na ma non un aumento delle esportazioni.

306

LAVORAZIONE DEI METALLI

Pezzi stampatia caldo in

ottone,alluminio e

rame(Ateco 28.51)

Tab. 4.14.9 - Pezzi stampati a caldo in ottone, alluminio e rame: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 387,3 340,8Esportazioni Milioni di euro 32,0 30,6Numero di addetti Unità 2.280 2.234

Fonte: Anima.

Il settore ha registrato un calo nella produzione. Le vendite estere sono state pe-nalizzate dalle difficoltà dei mercati europei, in particolare, quello tedesco. Un lieve au-mento delle esportazioni si è verificato soltanto verso l’Europa dell’Est. Le previsioni in-dicano un recupero del settore nel 2003.

Impianti difinitura

(Ateco 28.51)

Tab. 4.14.10 - Impianti di finitura: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 521,6 490,6Esportazioni Milioni di euro 196,3 190,0Numero di addetti Unità 3.000 2.900

Fonte: Anima.

Il settore ha registrato una forte contrazione dell’attività dovuta sia alla diminuzio-ne della domanda da parte del settore meccanico, sia alla crisi del settore automobilisti-co. Inoltre, gli investimenti fatti negli anni precedenti hanno aumentato la produttività,determinando il crearsi di un eccesso di offerta in un contesto di flessione della do-manda; ciò ha spinto verso un abbassamento dei prezzi al di sotto del livello dei costiindustriali. L’occupazione è diminuita. Non si prevede un miglioramento dell’attività peril 2003.

Trattamentitermici

(Ateco 28.51)

Tab. 4.14.11 - Trattamenti termici: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 201,4 180,8Numero di addetti Unità 1.750 1.700

Fonte: Anima.

Il settore ha chiuso il 2002 in flessione. La produzione è diminuita del 3%, l’occupa-zione del 5% e le esportazioni del 7%. Unico risultato positivo è stato quello dell’aumen-to della domanda di pentolame antiaderente, mentre stagnante è stato il settore degli ar-ticoli in acciaio inossidabile, quali posateria e pentolame. Per il 2003 si attendono risulta-ti migliori, in particolare per quanto riguarda le esportazioni.

307

LAVORAZIONE DEI METALLI

Posateria,coltelleria,vasellame,pentolame edaffini(Ateco 28.61,28.75.1) Tab. 4.14.12 - Posateria, coltelleria, vasellame, pentolame ed affini: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 954,0 925,3Esportazioni Milioni di euro 574,7 534,5Numero di addetti Unità 6.000 5.700

Fonte: Anima.

Il settore ha chiuso il 2002 con un leggero aumento della produzione (+1,6% in va-lore sull’anno precedente). La domanda interna, diminuita nei primi mesi dell’anno, haregistrato un andamento lievemente crescente nei mesi successivi. La domanda estera ècresciuta principalmente nel secondo semestre, registrando un incremento positivo del3,4%. Per il 2003 non si prevedono apprezzabili miglioramenti.

Tab. 4.14.13 - Serrature e ferramenta: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 1.220,9 1.240,2Esportazioni Milioni di euro 566,8 586,1Numero di addetti Unità 11.600 11.400

Fonte: Anima.

Nel 2002 la produzione è risultata stazionaria. Si è verificato un andamento lieve-mente crescente della domanda interna, mentre la domanda estera si è mantenuta suglistessi livelli dell’anno precedene. Per il 2003 non si prevedono sostanziali cambiamenti.

Grigliati inacciaio(Ateco 28.73)

Serrature eferramenta(Ateco 28.63)

Tab. 4.14.14 - Grigliati in acciaio: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 95,5 95,5Esportazioni Milioni di euro 20,7 20,7Numero di addetti Unità 300 300

Fonte: Anima.

Il settore ha registrato una forte contrazione dell’attività dovuta alla diminuzionedella domanda da parte del mercato nazionale (–11,8%). La domanda da parte del mer-cato estero è invece aumentata (+14,9%). Sono rimasti invariati i livelli occupazionali. Peril 2003 si attende un leggero incremento della produzione.

Casseforti,portecorazzate ecassette disicurezza(Ateco 28.75.2) Tab. 4.14.15 - Casseforti, porte corazzate e cassette di sicurezza: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 98,1 86,5Esportazioni Milioni di euro 23,5 27,0Numero di addetti Unità 1.200 1.200

Fonte: Anima.

Nel 2002 la produzione italiana di apparecchi mec-canici ed elettrici ha mostrato una debole crescita(+0,3%, a prezzi costanti), confermando un anda-mento migliore rispetto alla media dell’industriamanifatturiera, analogamente a quanto sperimenta-to nel corso degli anni Novanta. La capacità compe-titiva delle imprese italiane e la varietà degli impie-ghi hanno limitato la ciclicità del settore e consenti-to una rilevante espansione del fatturato settoriale,che è pressoché raddoppiato rispetto ai valori del1990, avvicinandosi ai 41 miliardi di euro. I volumidi produzione sono stati sostenuti in modo esclusivodal commercio estero, mentre il mercato nazionale,penalizzato dalla cattiva congiuntura di molti setto-ri utilizzatori, ha fornito un contributo negativo al-l’evoluzione dei livelli di attività.Nonostante la debolezza della domanda mondiale, ilbuon posizionamento di cui godono i produttori na-zionali sui mercati esteri e l’ampio numero di paesiserviti ha permesso di incrementare le esportazioni,seppure a ritmi meno vivaci (+2%, a prezzi costan-ti) rispetto al 2001. Le esportazioni sono risultate increscita su tutte le principali aree di destinazione, adeccezione dell’America Latina; il più rilevante con-tributo alla crescita delle vendite all’estero è comun-

que venuto dai mercati più tradizionali del NordAmerica e dell’Europa occidentale, questi ultimi inrecupero dopo il negativo 2001, oltreché da quellidell’Europa centro-orientale. Come già nel 2001,questi ultimi paesi hanno fornito il sostegno più ri-levante allo sviluppo delle esportazioni di apparec-chi meccanici ed elettrici italiani. Pur in un annodifficile sul fronte della domanda mondiale come il2002, la quota di fatturato realizzato all’estero daiproduttori italiani è pertanto ulteriormente aumen-tata, avvicinandosi al 64%. In miglioramento ancheil saldo commerciale, che, beneficiando anche delladebolezza delle importazioni, ha potuto ampliare ilsuo attivo, salito oltre i 15 miliardi di euro.Il mercato interno ha accentuato la flessione del2001, scontando un’evoluzione meno favorevole ri-spetto al passato di tutte le principali componenti didomanda. Il comparto degli elettrodomestici è risul-tato penalizzato del rallentamento dei redditi e dal-l’intenso processo di rinnovo attuato dalle famiglienegli ultimi anni, che hanno portato ad una cadutadelle vendite. In difficoltà sono risultati anche gli ac-quisti del settore industriale, penalizzati dalla crisidell’industria dei mezzi di trasporto e dalla debolez-za dell’attività di investimento, in particolare nella

309

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

4.15. Apparecchi meccanici ed elettrici

Tab. 4.15.1 - Apparecchi meccanici ed elettrici: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 40.742 3,6 2,1 0,3Esportazioni 26.083 7,1 3,8 2,0Importazioni 10.742 11,1 0,0 0,0Disponibilità interna 25.401 3,1 – 0,4 – 1,5

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 142,1 152,6 155,6Variazione del grado di utilizzo (%) 0,9 0,1 – 1,7

Costi e prezziCosti operativi 2,3 0,5 0,0Prezzi alla produzione 2,0 – 0,2 – 0,1

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) 12.908 14.845 15.341Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) 44,5 40,9 41,7Quota della produzione esportata (%) (b) 58,0 62,8 63,9Propensione all’importazione (%) (b) (d) 34,8 41,4 42,1

Numero di addetti (migliaia) 239,2 251,3 259,2

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

310

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Fig. 4.15.1 - Apparecchi meccanici ed elettrici:Produzione e grado di copertura della domanda interna(Prezzi 1995)

25

27

29

31

33

35

37

39

92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 021,32

1,37

1,42

1,47

1,52

1,57

1,62

Produzione (P, miliardi di euro)Produzione/Disponibilità (P/D)

Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

P PD

Fig. 4.15.2 - Apparecchi meccanici ed elettrici:Indici della produzione industriale (a)

80

85

90

95

100

105

110

115

120

125

130

1995 1996 1997 19981999 2000 2001 2002

UeGermaniaSpagnaFranciaRegno Unito

(a) Indici base 1995.Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat.

Fig. 4.15.3 - Apparecchi meccanici ed elettrici:Contributo % alla variazione delle esportazioni per areageografica (a)

-1 0 1 2

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orienta-

le

Mediterraneo e

M. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

Fig. 4.15.4 - Apparecchi meccanici ed elettrici:Contributo % alla variazione delle importazioni per areageografica (a)

-2 -1 0 1 2

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa

centro-orientale

Mediterraneo e

M. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

prima parte dell’anno. Benché in rallentamento ri-spetto agli ultimi anni, si sono invece mantenuti po-sitivi gli impieghi del settore delle costruzioni, soste-nuti dall’edilizia residenziale e dal Genio Civile.Le strategie delle imprese volte al consolidamentodelle quote di mercato hanno imposto qualche sacri-ficio in termini di margini nel biennio 2001-02, purin presenza di una dinamica estremamente modera-ta dei costi operativi. La debolezza delle quotazioniinternazionali delle principali materie prime utiliz-zate nei processi produttivi – componenti elettriche,componenti elettroniche ed acciaio piano, le cui quo-tazioni in dollari hanno mostrato solo un modestorecupero rispetto ai minimi del 2001 – unitamenteall’apprezzamento dell’euro hanno infatti consentitouna sostanziale stabilità dei costi operativi settoria-li. I prezzi alla produzione si sono comunque mante-nuti lievemente cedenti, comportando una lieve con-trazione del mark up, dopo quella, più intensa, giàsperimentata nel 2001.Nel 2002 la produzione del settore a livello europeoha subito una leggera flessione sulla scorta di quan-to avvenuto in tutte le principali economie del-l’Unione. La contrazione degli indici è stata più mar-cata nei due paesi che nell’ultimo quinquennio han-no conosciuto la maggiore e la minore crescita: ri-spettivamente Spagna e Regno Unito. Con la solaesclusione del Regno Unito, la produzione dei princi-pali paesi Ue si mantiene comunque su livelli supe-riori (in misura almeno del 10%) a quelli del 1995.Nel 2002, a fronte di un debole incremento della do-manda mondiale, la quota di mercato dell’Italia hamostrato una sostanziale stabilità rispetto agli anniimmediatamente precedenti. Anche gli altri maggio-ri concorrenti europei (Germania, Francia e RegnoUnito) mantengono le loro posizioni, mentre gli StatiUniti registrano un’inversione del trend di crescitache aveva caratterizzato la loro quota di mercatodall’inizio degli anni Novanta. Il Giappone confer-ma, ma rallenta, la tendenza all’indebolimento del-la sua posizione sui mercati internazionali, mentrecontinua il progressivo miglioramento delle posizio-ni dei concorrenti emergenti. Nel 2002 l’Italia siconferma il più importante esportatore netto dopo laGermania, superando anche il Giappone e di parec-chie lunghezze la Cina. Uno sguardo al periodo1991-2002, permette di evidenziare come l’Italia siariuscita a mantenere, e marginalmente a migliorare,la posizione raggiunta all’inizio degli anni Novanta,nonostante la fase bassa del ciclo della domandamondiale che ha caratterizzato gran parte della se-conda metà del decennio. La dinamica della quotaitaliana risulta in controtendenza rispetto a quelladei principali concorrenti Ocse (ad eccezione degliStati Uniti). Nel periodo considerato emergono conchiarezza nuovi concorrenti, che guadagnano pro-gressivamente posizioni (in primo luogo la Cina, se-

311

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Fig. 4.15.5 - Apparecchi meccanici ed elettrici:Tasso di crescita della domanda mondiale e quota dimercato dell’Italia

-10

-5

0

5

10

15

20

90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02*8,6

8,8

9

9,2

9,4

9,6

9,8

10

10,2

10,4

Domanda mondiale

Quota Italia (scala destra)

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

Fig. 4.15.6 - Apparecchi meccanici ed elettrici:Tasso di cambio della lira, prezzi relativi e saldo normalizzato

-0,8

-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02

Saldo Normalizzato

Tasso di cambio effettivo reale

Prezzi relativiCambio nominale

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ocse.

Fig. 4.15.7 - Apparecchi meccanici ed elettrici:Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree

0

5

10

15

20

25

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002(*)

Resto Africa

AsiaEuropa occidentale

Europa centro-orientaleMediterraneo e Medio Oriente

Nord America

Sud America

(a) Scala destra.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

guita a distanza da Messico e Corea del Sud).Analizzando i diversi mercati di sbocco, si può nota-re che la quota italiana ha mostrato una sostanzia-le stabilità sui mercati dei paesi avanzati e asiatici.In Nord America e Asia – dove la Cina guadagnavelocemente posizioni – l’Italia mantiene un ruolomolto limitato, mentre in Europa occidentale si con-ferma secondo esportatore dell’area dopo laGermania, con una quota nel periodo compresa trail 13% ed il 14,5% circa. La dinamica positiva piùconsistente ha caratterizzato la già elevata quota oc-cupata nei mercati del Mediterraneo e del MedioOriente (dove tra il 1997 ed il 2002 hanno guada-gnato posizioni anche la Francia e la Germania ascapito principalmente del Nord America) e la quo-ta nei paesi dell’Europa centro-orientale. In que-st’ultima area, la rapida crescita dell’export italiano

si è concentrata nella prima metà degli anniNovanta, mentre successivamente la quota del no-stro paese ha mostrato evidenti segni di cedimento:pur confermandosi il secondo esportatore (con unaquota del 19% circa), l’Italia perde terreno a favoredella Germania, che si conferma il principale espor-tatore verso l’Europa centro-orientale con una quo-ta che si avvicina al 35%.Dalla classifica dei primi venti esportatori mondia-li l’Italia emerge al terzo posto dopo Stati Uniti eGermania, che precedono di diverse lunghezze.Immediatamente dopo l’Italia si trova il Giappone,seguito da Cina, Francia e Regno Unito. Dal puntodi vista della dinamica delle esportazioni, sono ca-ratterizzati da tassi di crescita medi annui partico-larmente significativi la Cina ed il Messico (rispet-tivamente con tassi del 14,8% e del 13,6% tra il

312

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Tab. 4.15.2 - Apparecchi meccanici ed elettrici: Quote di mercato sulle importazioni mondiali

Aree 1991-1995 1996-1998 1999-2000 2001 2002 (a)

Italia 9,4 9,8 9,6 9,5 9,5Francia 6,8 6,4 5,9 5,6 5,9Germania 17,9 16,4 15,5 15,6 15,8Regno Unito 5,2 5,4 5,2 4,8 4,8Stati Uniti 13,3 14,0 15,7 16,1 14,7Giappone 14,3 11,5 9,9 8,9 8,5Altre economie avanzate 24,0 24,1 22,4 22,2 22,7Resto del mondo 9,2 12,4 15,7 17,3 18,2

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (Statistics Canada), 1991-1998 e su dati Ice (fonte Gti), 1999-2002.

Tab. 4.15.3 - Apparecchi meccanici ed elettrici:Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2002 (a)

EuropaEuropa Mediter-

Nord SudAsia

RestoPaesioccidentale

centro- raneo eAmerica America

eAfricaorientale Medio Oriente Oceania

97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02

Italia 14,7 13,8 21,7 18,8 16,0 17,2 3,4 3,8 6,9 5,2 4,5 4,1 8,2 9,9Francia 9,8 9,6 7,1 6,1 8,6 10,5 2,2 2,3 2,4 2,4 2,7 2,4 10,9 11,0Germania 22,7 22,2 31,8 34,6 10,4 13,0 8,9 8,6 7,2 7,2 9,3 10,2 12,9 15,7Regno Unito 8,2 6,4 3,6 2,9 8,3 6,4 5,8 4,0 2,1 2,2 4,0 3,2 11,2 8,3Resto Ue 21,0 21,3 19,4 20,1 8,9 10,0 5,3 4,9 6,2 5,7 5,1 5,2 12,2 12,9Nord America 8,8 9,3 3,6 2,7 25,0 15,8 33,8 30,4 41,2 44,0 17,7 16,6 10,8 10,8Sud America 0,4 0,5 0,1 0,1 0,2 0,3 9,9 13,6 8,2 6,0 0,3 0,6 1,0 1,3Giappone 4,4 4,2 0,9 1,1 8,6 6,3 13,5 11,6 4,3 5,3 22,1 17,5 6,2 4,8Cina 2,2 3,7 0,5 2,1 2,9 5,6 6,5 10,8 2,2 2,6 5,0 10,2 3,4 7,0Est Asia 1,2 1,9 2,0 1,6 3,4 7,0 4,7 5,0 3,8 3,5 12,4 12,7 3,6 4,8

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

1997 ed il 2002) ed il Canada e la Corea del Sud,con tassi attorno al 7%. Il Canada è l’unico paese in-dustrializzato a mostrare una dinamica delle espor-tazioni significativamente positiva; tutti gli altriesportatori dei paesi avanzati hanno infatti tassi dicrescita molto contenuti ed in alcuni casi negativi(ad esempio Giappone e Regno Unito).Dal lato delle importazioni, i maggiori protagonistisono sostanzialmente gli stessi che si trovano tra gliesportatori. Gli Stati Uniti sono il primo importato-re con una quota del 16%, seguiti dalla Germaniacon una quota del 7% e da Regno Unito, Francia eCanada, con quote attorno al 5%. L’Italia si collocain settima posizione (con una quota del 3,7%), tra laCina ed il Messico. Questi ultimi due paesi mostra-no, insieme agli Stati Uniti, i tassi di crescita delleimportazioni più elevati.Il settore degli apparecchi meccanici ed elettricicomprende numerosi comparti, che producono siabeni di investimento che di consumo, e che quindirisentono dell’andamento ciclico della domandamondiale in modo difforme. La dinamica comples-

siva sui mercati internazionali è quindi il risultatodi evoluzioni differenziate. La posizione dell’Italiarisulta particolarmente esposta alla concorrenzadegli esportatori emergenti in alcuni comparti ditradizionale specializzazione. Uno di questi è ilcomparto degli elettrodomestici, dove dalla fine de-gli anni Novanta l’Italia ha perso la posizione dileader all’export a favore della Cina. Attualmentel’Italia occupa la seconda posizione nella classificadegli esportatori (prima della Germania), con unaquota del 14% circa. In assenza di opportune stra-tegie, la posizione dell’Italia rischia però di indebo-lirsi ulteriormente. È infatti molto significativo ildifferenziale di crescita delle esportazioni con i piùimportanti concorrenti emergenti (oltre alla Cina,la Corea del Sud ed il Messico). Un altro compartoche ha visto assottigliarsi la quota all’exportdell’Italia a favore della Cina (e parzialmente degliStati Uniti e del Messico) è quello della rubinette-ria e del valvolame, una produzione che caratteriz-za alcuni dei distretti di tradizionale specializzazio-ne italiana.

313

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Tab. 4.15.4 - Apparecchi meccanici ed elettrici: Principali esportatori e importatori

Esportatori Importatori

Tasso medio Quota

Saldo 2002 Tasso medio QuotaClassifica annuo di crescita

2002(milioni Classifica annuo di crescita

1997-2002 di dollari) 1997-2002 2002

Germania 2,3 16,0 20.838 Stati Uniti 7,8 16,6Stati Uniti – 0,2 14,8 – 4.692 Germania 2,5 7,3Italia 1,0 9,5 14.184 Regno Unito 2,3 5,6Giappone – 2,1 8,6 13.275 Francia 3,2 5,6Cina 14,8 6,6 6.172 Canada 2,7 5,1Francia 1,7 6,0 788 Cina 12,0 4,0Regno Unito – 3,2 4,8 – 2.042 Italia 4,2 3,7Canada 7,7 3,0 – 5.408 Messico 9,8 3,2Messico 13,6 2,9 – 826 Giappone 2,8 3,1Corea del Sud 7,2 2,5 976 Spagna 6,0 2,7Belgio 5,3 2,4 – 230 Belgio 0,8 2,5Svezia 1,4 2,2 1.672 Corea del Sud – 5,4 2,1Paesi Bassi – 0,6 2,0 – 126 Paesi Bassi – 2,7 2,0Svizzera 1,0 1,9 1.108 Hong Kong – 5,7 2,0Spagna 3,3 1,9 – 2.086 Australia 0,2 1,6Austria 2,6 1,6 – 41 Austria 0,6 1,6Danimarca 1,1 1,4 1.009 Singapore – 2,2 1,6Taiwan – 1,3 1,2 – 254 Svezia 0,6 1,5Thailandia 5,5 0,8 – 93 Svizzera 1,3 1,4Finlandia 1,4 0,8 264 Taiwan – 7,1 1,3

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Nel 2002. il settore ha registrato una leggera crescita della produzione (+3,4%), trai-nata dall’aumento delle esportazioni, cui ha però corrisposto una flessione dell’occupa-zione (–3,1%). Per quanto riguarda le vendite all’estero, in particolare, vi è stato un ap-prezzabile calo di domanda da parte della Cina e del Giappone.

314

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Motori a combustione

interna(Ateco 29.11.1)

Tab. 4.15.5 - Motori a combustione interna: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 897,4 827,9Esportazioni Milioni di euro 573,3 593,3Numero di addetti Unità 4.800 4.650

Fonte: Anima.

Nel complesso il settore ha registrato un lieve aumento della produzione, trascinatosoprattutto dal mercato delle turbine a vapore. Confermando le tendenze verificatesi nel2001, il numero degli addetti è risultato essere in calo. Le esportazioni sono fortemente di-minuite, soprattutto a causa dell’andamento negativo del mercato delle turbine idrauliche.Il comparto delle turbine a vapore nel 2002 ha registrato una crescita soddisfacente. La pro-duzione è stata sostenuta, come nell’anno precedente, dallo sviluppo della domanda dimacchine di taglia media destinate ad impianti a ciclo combinato e di taglia media/picco-la destinate ad impianti industriali, oltre che alla domanda di impianti di smaltimento/in-cenerimento rifiuti. Le previsioni per il 2003 indicano una lieve crescita del comparto. Perquanto riguarda le turbine idrauliche, le previsioni positive formulate nel 2001 non si sonorealizzate, e il comparto ha invece registrato una forte contrazione dell’attività. In partico-lare, vi è stata una grave flessione delle esportazioni (–45%), dovuta all’entrata nel merca-to di imprese straniere più competitive. Le aspettative per il 2003, confidando dell’effettopositivo dei cosiddetti «certificati verdi», prevedono una ripresa del comparto.

Turbineidrauliche

e a vapore(Ateco 29.11.2)

Tab. 4.15.6 - Turbine idrauliche e a vapore: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 171,6 188,7Esportazioni Milioni di euro 101,4 80,5Numero di addetti Unità 787 763

Fonte: Anima.

Il settore ha registrato nel corso dell’anno un apprezzabile aumento dei volumi diproduzione rispetto ai valori del 2001 (+30% circa). La crescita è stata trainata dall’au-mento della domanda sia interna sia estera. In particolare, si è verificata una maggiore ri-chiesta dei macchinari di taglia media/grande orientati al power generation e al settore delmechanical drive. Il livello di occupazione è rimasto pressoché stabile. Vista la forte cresci-ta del mercato nazionale nel campo della generazione di energia elettrica, si ritiene chel’andamento registrato nel corso del 2002 proseguirà anche nel 2003.

Turbine a gas(Ateco 29.11.2)

Tab. 4.15.7 - Turbine a gas: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 829,5 1.069,4Esportazioni Milioni di euro 774,1 891,5Numero di addetti Unità 1.755 1.756

Fonte: Anima.

Il comparto rubinetteria sanitaria ha chiuso il 2002 con un livello di produzione supe-riore a quello dell’anno precedente (+3,5%), trainato da un aumento delle esportazioni del5% circa. Le previsioni per il 2003 indicano un ulteriore aumento del livello di produzio-ne ed una ripresa dei prezzi delle materie prime. Il valvolame in bronzo e ottone per il riscal-damento ha registrato un andamento simile a quello dell’anno precedente: lieve aumentodella produzione ed esportazioni pressoché stabili. Il livello di occupazione ha subito unaleggera contrazione. Per il 2003 si stima un ulteriore miglioramento. Per quanto riguardail valvolame industriale, una concorrenza estera sempre più agguerrita e i prezzi al ribassohanno messo in evidenza il fenomeno crescente delle importazioni, che hanno causatoanche una riduzione del margine operativo delle aziende. Nel 2003, nonostante l’incer-tezza internazionale, si prevede un lieve aumento dell’occupazione e della produzione.

315

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Valvolame erubinetteria(Ateco 29.13)

Il settore ha chiuso il 2002 con valori di produzione leggermente inferiori a quellidel 2001 (–1,5%). Le esportazioni hanno invece registrato una forte crescita (+14,7%).L’occupazione si è mantenuta pressoché sabile. Le previsioni per il 2003 sono impron-tate alla cautela.

Compressorid’aria e pompea vuoto(Ateco 29.12)

Tab. 4.15.8 - Compressori d’aria e pompe a vuoto: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 671,4 661,0Esportazioni Milioni di euro 209,2 240,0Numero di addetti Unità 3.920 3.950

Fonte: Anima.

Tab. 4.15.9 - Valvolame e rubinetteria: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 3.202,6 3.285,9Esportazioni Milioni di euro 1.906,0 1.999,9Numero di addetti Unità 14.809 14.813

Fonte: Anima.

In base ai dati forniti dalla competente Associazione di categoria (Assottica-Assomep), il settore ha realizzato nel 2002 una produzione totale in valore di circa 624milioni di euro. La prima parte dell’anno è stata contraddistinta da un andamento ne-gativo della domanda interna. La ripresa nel secondo semestre ha consentito di assor-bire solo in parte le perdite di fatturato registrate nei primi mesi dell’anno. Per quantoriguarda lo scambio con l’estero, le esportazioni hanno registrato un lieve incremento,in particolare in Europa e nel Nord America. Sono aumentati gli investimenti, finalizza-ti al miglioramento tecnologico e alla razionalizzazione delle strutture produttive.

Il settore ha registrato nel 2002 una leggera crescita della produzione, trainata siadal buon andamento della domanda interna sia dal lieve aumento delle esportazioni. Leprevisioni per il 2003 indicano una sostanziale stabilità della situazione, con una proba-bile ulteriore crescita delle vendite estere.

Cuscinetti arotolamento(Ateco 29.14.2)

Forniindustriali(Ateco 29.21.1)

Tab. 4.15.10 - Forni industriali: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 692,1 706,0Esportazioni Milioni di euro 501,0 512,0Numero di addetti Unità 1.950 1.950

Fonte: Anima.

Sebbene si sia registrato un aumento nella produzione (+8,8%), il settore ha risen-tito particolarmente del ristagno degli investimenti per la costruzione di impianti a tec-nologia complessa (sia per i rifiuti urbani che per quelli industriali). Inoltre, le attività nelcampo delle concessioni (finanziamento, costruzione e gestione degli impianti) si sonoindirizzate verso installazioni di limitate dimensioni, a causa degli elevati impegni fi-nanziari richiesti dagli impianti. Nel secondo semestre del 2002 si è registrato un legge-ro miglioramento del mercato interno, a fronte di una riduzione delle esportazioni ver-so i mercati tradizionali, causata dalla crisi internazionale in atto. Le previsioni per il2003 indicano un possibile aumento della domanda, sia interna che estera.

316

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Impianti per il

trattamento dei rifiuti

(Ateco 29.21.1)

Tab. 4.15.11 - Impianti per il trattamento dei rifiuti: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 170,0 185,0Esportazioni Milioni di euro 25,0 20,0Numero di addetti Unità 450 450

Fonte: Anima.

Il settore ha registrato nel 2002 un leggero incremento dei volumi produttivi (+2,3%rispetto al 2001), sostenuto dal mercato interno. Le esportazioni hanno manifestato unamodesta crescita, mentre l’occupazione è rimasta stabile. Una lieve crescita ha interes-sato gli investimenti destinati a miglioramenti in campo informatico e della sicurezza.Le attese per il 2003 indicano un ulteriore leggero aumento della produzione.

Impianti edapparecchi di

sollevamento etrasporto

(Ateco 29.22.1)

Tab. 4.15.12 - Impianti ed apparecchi di sollevamento e trasporto: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 920,0 941,0Esportazioni Milioni di euro 372,0 377,6Numero di addetti Unità 5.900 5.900

Fonte: Anima.

Nel 2002 il settore ha segnato una crescita del fatturato di due punti percentuali aprezzi correnti. La crescita è risultata più dinamica sul fronte delle esportazioni (+3,2%),in particolare per quelle dirette verso i mercati europei. Sul mercato interno si è mante-nuto un discreto andamento del segmento relativo all’edilizia residenziale, mentre sta-gnante è risultato il livello degli investimenti nelle infrastrutture e negli insediamenti in-dustriali. I dati rilevati a fine 2002 hanno segnalato il basso tasso di sviluppo dei servizidi manutenzione e ammodemamento, confermando la necessità di un programma diammodernamento del parco elevatori esistente, al fine di adeguare il livello di sicurez-za degli ascensori in esercizio a quello stabilito dalla direttiva per gli impianti nuovi.

Ascensori escale mobili

(Ateco 29.22.1)

Tab. 4.15.13 - Ascensori e scale mobili: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 1.905 1.943Esportazioni Milioni di euro 526 543Importazioni Milioni di euro 182 170Saldo commerciale Milioni di euro 344 373

Fonte: Anie.

Il settore ha registrato nel 2002 una lieve flessione della produzione rispetto al-l’anno precedente, dovuta al persistere di una situazione nazionale e internazionalenon favorevole. Vi è stato un calo anche delle esportazioni, a causa della diminuzionedella domanda da parte dell’Europa dell’Est e del Medio Oriente. Le previsioni per il2003 sono improntate alla cautela.

317

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Carrelliindustrialisemoventi(Ateco 29.22.1)

Tab. 4.15.14 - Carrelli industriali semoventi: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 820,1 796,2Esportazioni Milioni di euro 355,3 328,8Numero di addetti Unità 1.700 1.700

Fonte: Anima.

Nel settore si è verificato lo stesso andamento negativo che aveva caratterizzato il2001. L’occupazione è diminuita del 2,4%. Per il 2003 non si prevedono apprezzabilimiglioramenti. Le previsioni indicano un’ulteriore contrazione del mercato nazionaleed un calo dell’occupazione.

Ruote(Ateco 29.22.1)

Tab. 4.15.15 - Ruote: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 129,1 126,0Esportazioni Milioni di euro 29,7 69,0Numero di addetti Unità 725 725

Fonte: Anima.

Il settore ha registrato una forte contrazione dell’attività. Nonostante il buon an-damento delle vendite sul mercato interno, la produzione è diminuita del 10% circa.Le esportazioni sono diminuite del 7%; tale flessione è stata causata dal generale ral-lentamento dell’economia nei maggiori paesi europei. Il comparto dei piccoli condizio-natori ad uso residenziale ha registrato un calo delle vendite a causa della concorrenzasempre più aggressiva dei produttori asiatici. Per quanto riguarda i condizionatori tra-sferibili ed i condizionatori fissi, sono stati ottenuti risultati positivi; in particolare, le ven-dite interne hanno registrato un apprezzabile aumento. Le previsioni per il 2003 sonoimprontate alla cautela.

Impianti edapparecchi

aeraulici(Ateco 29.23.1)

Tab. 4.15.16 - Impianti ed apparecchi aeraulici: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 1.550,0 1.400,0Esportazioni Milioni di euro 580,0 540,0Numero di addetti Unità 7.000 7.000

Fonte: Anima.

318

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Il settore ha registrato un leggero calo della produzione, mentre le esportazioni sisono mantenute allo stesso livello del 2001. Le previsioni per il 2003 sono moderata-mente positive, in relazione ai segnali di ripresa che sembrano manifestarsi sul merca-to internazionale.

Impiantifrigoriferiindustriali

(Ateco 29.23.1)

Tab. 4.15.17 - Impianti frigoriferi industriali: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 113,6 111,3Esportazioni Milioni di euro 59,4 59,4Numero di addetti Unità 380 380

Fonte: Anima.

I valori rilevati per il 2002 indicano una lieve crescita del settore. Per quanto riguardail mercato estero, si è registrato un calo di vendite negli Stati Uniti e in America Latina;sono, invece, aumentate le vendite nei mercati dell’Est europeo. Nel complesso il mer-cato italiano è risultato stabile. Il livello dell’occupazione non ha rilevato alcun incre-mento. Per il 2003 si prevede un aumento dei prezzi dovuto ad un incremento dei costidelle materie prime.

Attrezzaturefrigorifere per

il commercio(Ateco 29.23.1)

Tab. 4.15.18 - Attrezzature frigorifere per il commercio: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 660,0 670,0Esportazioni Milioni di euro 337,0 342,0Numero di addetti Unità 3.600 3.600

Fonte: Anima.

Per il settore il 2002 non è stato un anno positivo e il fatturato ha subito un’ap-prezzabile flessione. Nel comparto condizionamento si è registrato un notevole calo del-la domanda; migliori sono state le vendite del comparto refrigerazione. Le esportazionisono diminuite rispetto all’anno precedente; tale flessione è stata causata dalla crisi delmercato sudamericano. Le previsioni per il 2003 indicano una sfiducia nella possibilitàdi un significativo recupero dei mercati europei e americani.

Compressorifrigoriferi

(Ateco 29.23.1)

Tab. 4.15.19 - Compressori frigoriferi: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 736,9 700,0Esportazioni Milioni di euro 394,4 374,7Numero di addetti Unità 5.000 4.900

Fonte: Anima.

L’andamento negativo che aveva caratterizzato il 2001 si è confermato nel 2002. Ilcalo della produzione è stato determinato dalla diminuzione della domanda interna. Ilcomparto incenerimento e quello del vetro hanno registrato risultati decisamente negati-vi. L’occupazione e gli investimenti sono risultati sostanzialmente stabili.Le previsioniper il 2003 indicano possibilità di miglioramento.

Impianti edapparecchi perla depurazione

dell’aria(Ateco 29.24.3)

Il settore ha registrato una lieve crescita della produzione, nonostante l’incertezzadel mercato. Le esportazioni sono aumentate del 10%. Per il 2003 si ritiene probabileuna ripresa.

319

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Tab. 4.15.20 - Impianti ed apparecchi per la depurazione dell’aria: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 165,3 157,0Esportazioni Milioni di euro 59,4 47,5Numero di addetti Unità 360 360

Fonte: Anima.

Impianti edapparecchi diinsonoriz-zazione

Tab. 4.15.21 - Impianti ed apparecchi di insonorizzazione: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 309,9 320,0Esportazioni Milioni di euro 18,1 20,0Numero di addetti Unità 1.600 1.600

Fonte: Anima.

L’attività ha registrato una lieve flessione (–4%). Il livello dell’occupazione si è man-tenuto stabile nonostante una leggera contrazione della manodopera stabilmente occu-pata, causata dal maggior coinvolgimento di personale esterno variamente impiegatocome lavoro autonomo. Per il 2003 le prospettive sono positive.

Materialiantincendio

Dispositivi perla protezioneindivuale sullavoro

Tab. 4.15.22 - Materiali antincendio: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 1.074,2 1.031,2Esportazioni Milioni di euro 41,2 46,5Numero di addetti Unità 9.500 9.500

Fonte: Anima.

La non positiva congiuntura generale dell’economia, sia in Italia che all’estero, haavuto ripercussioni anche nel settore dei dispositivi per la protezione individuale sul la-voro che ha registrato una consistente flessione produttiva. Le esportazioni hanno in-vece registrato un aumento del 5% e i livelli occupazionali sono rimasti sostanzialmen-te stabili. Le previsioni per il 2003 indicano una leggera crescita del settore.

Tab. 4.15.23 - Dispositivi per la protezione individuale sul lavoro:Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 200,0 194,0Esportazioni Milioni di euro 117,0 122,8Numero di addetti Unità 953 953

Fonte: Anima.

Il settore nel complesso ha registrato un leggero incremento sui valori registrati nel2001 tanto delle vendite interne quanto delle esportazioni. In aumento anche gli inve-stimenti, mentre l’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile. Il comparto impianti,apparecchiature e prodotti per acque primarie civili, traendo nuovi stimoli e benefici dal re-cepimento della normativa europea relativa alla qualità dell’acqua destinata al consumoumano, ha realizzato nel 2002 una discreta crescita dei valori produttivi (+3%) e mostradiscrete prospettive anche per il 2003. Risulta essere positivo anche l’andamento delcomparto impianti, apparecchiature e prodotti per acque primarie industriali che beneficiadi un crescente interesse dell’industria e delle famiglie al contenimento degli sprechi ealla qualità dell’acqua. Si segnala, in particolare, un aumento della domanda di impian-ti che permettono il recupero delle acque e la tendenza crescente, da parte della clien-tela, ad affidare all’esterno i servizi di esercizio e di manutenzione in un’ottica di ridu-zione dei costi. Le previsioni per il 2003 sono orientate ad una stabilità generale. Infineil comparto impianti ed apparecchiature per la depurazione di acque reflue ha mostrato nel-l’arco del 2002 una lenta tendenza alla ripresa. Di fronte ad una contrazione delle espor-tazioni verso i mercati tradizionali, il comparto si è rivolto a nuovi mercati extracomu-nitari di grande potenzialità. L’andamento favorevole è atteso proseguire anche per il2003.

320

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Apparecchi peril trattamento

delle acque

Tab. 4.15.24 - Apparecchi per il trattamento delle acque: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 437,6 469,7Esportazioni Milioni di euro 247,2 249,0Numero di addetti Unità 1.556 1.556

Fonte: Anima.

Il 2002 si è rivelato un anno positivo per il settore degli apparecchi domestici: il fat-turato ha segnato una crescita complessiva del 2,1% a valori correnti. Più dinamico è ri-sultato l’andamento del mercato interno, dove la variazione rispetto all’anno preceden-te è risultata di cinque punti percentuali circa. Le esportazioni hanno registrato un leg-gero aumento (+2,1%), risultando le incertezze di inizio anno del tutto superate. Perquanto riguarda i singoli comparti del settore, si segnala la buona tenuta sui mercati ol-treconfine di piani cottura, forni e lavatrici, mentre sul mercato interno i prodotti più di-namici sono risultati i ferri da stiro, gli asciugabiancheria, in forte ripresa nella secondaparte dell’anno, e i microonde, questi ultimi ancora di scarsa penetrazione sul mercatonazionale.

Tab. 4.15.25 - Elettrodomestici: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 9.298 9.490Esportazioni Milioni di euro 6.204 6.334Importazioni Milioni di euro 1.022 1.171Saldo commerciale Milioni di euro 5.182 5.163

Fonte: Anie.

Il settore ha registrato nel 2002 una crescita del fatturato piuttosto contenuta (+1%).Dopo un primo semestre incerto, nella seconda parte dell’anno si sono mostrati segna-li di ripresa. Sostanzialmente stabili sono risultate nel 2002 le esportazioni, mentre leimportazioni sono aumentate di dieci punti percentuali circa rispetto al 2001. La ten-

Apparecchi perla ristorazione

collettiva(Ateco 29.7)

denza negativa sull’ordinato, che ha coinvolto nel corso del 2002 in modo particolare imercati esteri, è rimasta invariata anche negli ultimi mesi dell’anno.

321

APPARECCHI MECCANICI ED ELETTRICI

Tab. 4.15.26 - Apparecchi per la ristorazione collettiva: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 892 901Esportazioni Milioni di euro 549 549Importazioni Milioni di euro 20 22Saldo commerciale Milioni di euro 529 527

Fonte: Anie.

Il 2002 è stato un anno difficile per l’industria del-la meccanica strumentale, che ha sperimentato unacontrazione dell’attività produttiva pari all’1,6%, aprezzi costanti. La produzione settoriale ha risentitodella negativa evoluzione delle vendite interne e del-le esportazioni, penalizzate dalla debolezza del ciclointernazionale. I buoni tassi di sviluppo che hannocaratterizzato la meccanica strumentale italiananella seconda metà degli anni Novanta - cresciuta aritmi decisamente più vivaci rispetto alla media ma-nifatturiera - hanno comunque consentito al fattu-rato di mantenersi su livelli storicamente elevati, su-periori ai 67,5 miliardi di euro. Il progressivo dete-rioramento della fiducia, conseguente alla forte in-certezza sui tempi e l’intensità della ripresa econo-mica, ha imposto una nuova flessione ai piani di in-vestimento delle imprese italiane nel 2002, dopoquella già registrata l’anno precedente (in parte fi-siologica, dati gli elevati livelli raggiunti dal merca-to). L’avvicinarsi della scadenza degli incentivi con-cessi dalla legge Tremonti bis ha comunque portatoad un’accelerazione dell’attività di investimento ne-gli ultimi mesi del 2002, sufficiente, tuttavia, solo alimitare la caduta della domanda interna. Benché lanecessità dell’industria italiana di migliorare la pro-

pria efficienza, al fine di fronteggiare efficacementeun contesto competitivo sempre più acceso, impongadi proseguire nel percorso di rinnovo tecnologico de-gli impianti, l’incertezza sulle prospettive della do-manda ha portato le imprese italiane a destinareminori risorse all’acquisto dei beni più direttamen-te legati alle fasi meramente produttive. Gli incenti-vi sono stati piuttosto sfruttati per rinnovare il par-co mezzi di trasporto e per migliorare l’efficienza del-le fasi di logistica e di packaging, come testimonia lacrescita delle vendite di macchine per imballaggio.In aumento anche le spese del settore agricolo e gliinvestimenti in macchine movimento terra, trainatedalla favorevole evoluzione dell’attività edilizia.La caduta della domanda interna si è riflessa in unnetto calo delle importazioni (–5,2%, a prezzi co-stanti), che evidenzia la buona capacità di controllodel mercato nazionale da parte delle imprese italia-ne, come testimonia anche un’import penetrationscesa nuovamente sotto il 17% (oltre 10 punti in me-no rispetto al totale manifatturiero). Le vendite al-l’estero hanno sofferto della mancata rapida ripresadell’economia internazionale, che ha comportatouna scarsa vivacità delle spese per investimento inmolti paesi, portando le esportazioni a cadere del

323

MECCANICA STRUMENTALE

4.16. Meccanica strumentale

Tab. 4.16.1 - Meccanica strumentale: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 67.518 4,0 1,6 – 1,6Esportazioni 24.644 4,3 6,0 – 4,5Importazioni 8.647 10,8 2,2 – 5,2Disponibilità interna 51.521 4,9 – 0,4 – 0,8

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 114,9 121,9 123,9Variazione del grado di utilizzo (%) 2,2 – 0,1 – 3,2

Costi e prezziCosti operativi 2,7 0,9 0,6Prezzi alla produzione 2,4 0,2 0,4

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) 15.245 16.641 15.997Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) 53,1 47,8 48,1Quota della produzione esportata (%) (b) 37,1 37,7 36,6Propensione all’importazione (%) (b) (d) 15,4 17,6 16,8

Numero di addetti (migliaia) 376,0 394,3 401,4

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

324

MECCANICA STRUMENTALE

Fig. 4.16.1 - Meccanica strumentale:Produzione e grado di copertura della domanda interna(Prezzi 1995)

44

46

48

50

52

54

56

58

60

62

64

92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 021,20

1,22

1,24

1,26

1,28

1,30

1,32

1,34

1,36

1,38

1,40

Produzione (P, miliardi di euro)

Produzione/Disponibilità (P/D)

Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

P PD

Fig. 4.16.2 - Meccanica strumentale:Indici della produzione industriale (a)

70

80

90

100

110

120

130

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

UeGermaniaSpagnaFranciaRegno Unito

(a) Indici base 1995.Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat.

Fig. 4.16.3 - Meccanica strumentale:Contributo % alla variazione delle esportazioni per areageografica (a)

-4 -2 0 2 4

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

Fig. 4.16.4 - Meccanica strumentale:Contributo % alla variazione delle importazioni per areageografica (a)

-4 -2 0 2 4 6

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

4,5% (a prezzi costanti). Le flessioni più marcate so-no state registrate nelle Americhe – dove i produtto-ri italiani sembrano aver sofferto di una perdita diquote, penalizzati anche dall’apprezzamento dell’eu-ro – ed in Europa occidentale. Quest’area – la piùimportante per il nostro export, a cui viene destina-to oltre il 40% delle vendite all’estero di prodotti ita-liani – ha contribuito in misura rilevante alla nega-tiva evoluzione delle esportazioni del 2002. Si sonoinvece mantenute in crescita le vendite di macchinedestinate alle restanti aree e, in particolare, ai mer-cati dell’Europa centro-orientale, dove le esportazio-ni continuano ad essere trainate anche dalle politi-che di delocalizzazione produttiva delle imprese ita-liane, in particolare di quelle attive nei settori tradi-zionali.L’evoluzione della dinamica costi-prezzi indica unanuova erosione dei margini unitari nel 2002, dopo ilcalo significativo già sperimentato l’anno preceden-te. La debole dinamica dei costi operativi, cresciutidello 0,6%, non è risultata sufficiente a consentirealle imprese italiane un recupero dei margini, datala necessità di fronteggiare le crescenti pressionicompetitive registrate sui mercati extra-Ue, impostedal rafforzamento dell’euro sperimentato nell’ultimaparte dell’anno.La produzione industriale della meccanica strumen-tale ha subito nel 2002 una flessione a livello euro-peo ed in ciascuno dei principali paesi della Ue. Inparticolare, nel Regno Unito è continuato il declinogià affermatosi negli anni passati, mentre in Spagnasi è invertita la forte crescita del settore che ha avu-to luogo tra il 1995 e il 2001; la Spagna ha così per-so il vantaggio in termini di crescita che aveva ac-quisito sulla Germania, nonostante anche in que-st’ultimo paese si sia verificata una flessione dellaproduzione.Nel 2002 la quota delle esportazioni italiane suimercati internazionali ha risentito del perduraredella debolezza della domanda mondiale e si è ri-dotta al margine, collocandosi al 9,4% delle impor-tazioni mondiali. Una sostanziale stabilità ha ca-ratterizzato le quote degli altri principali concorren-ti europei, mentre si è ulteriormente indebolita laposizione di Stati Uniti e Giappone. L’Italia si con-ferma esportatore netto, a molte lunghezze da Ger-mania e Giappone, in posizione leggermente miglio-re di Svizzera e Stati Uniti. L’analisi del periodo1991-2002 evidenzia come, a fronte di cicli delladomanda mondiale di beni strumentali particolar-mente accentuati, la quota italiana risulta relativa-mente stabile, sebbene in tendenziale flessione dallafine degli anni Novanta. Nello stesso periodo, gli al-tri maggiori concorrenti Ue registrano perdite diquota più nette, in particolare la Germania duran-te gli anni Novanta. Gli Stati Uniti e, parzialmen-te, il Giappone si avvantaggiano della debolezza dei

325

MECCANICA STRUMENTALE

Fig. 4.16.5 - Meccanica strumentale:Tasso di crescita della domanda mondiale e quota dimercato dell’Italia

-15

-10

-5

0

5

10

15

20

25

90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02*8

8,5

9

9,5

10

10,5

Domanda mondiale

Quota Italia (scala destra)

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

Fig. 4.16.6 - Meccanica strumentale:Tasso di cambio della lira, prezzi relativi e saldo normalizzato

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02

Saldo normalizzatoTasso di cambio effettivo reale

Prezzi relativiCambio nominale

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ocse.

Fig. 4.16.7 - Meccanica strumentale:Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree

0

5

10

15

20

25

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002(*)

Resto Africa Asia Europa occidentaleEuropa centro-orientale Mediterraneo e Medio Oriente Nord AmericaSud America

(a) Scala destra.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

concorrenti europei fino alla fine degli anni No-vanta, ma risentono in modo accentuato della ridu-zione della domanda mondiale nel biennio 2001-2002.Guardando ai diversi mercati di sbocco, la quota ita-liana mostra andamenti differenziati: crescita limi-tata fino al 1997 e indebolimento successivo sulmercato dell’Europa occidentale; sostanziale stabili-tà su quello nord americano; quota alta e crescentesul mercato del Medio Oriente (peraltro di peso nonelevato); iniziale declino dal picco dell’inizio anniNovanta e successiva ripresa sui mercati del-l’Europa centro-orientale, (dove peraltro l’Italia ètuttora seconda dopo la Germania), indebolimentosui mercati dell’America Latina, dell’Africa e del-l’Asia.

La concorrenza degli esportatori tedeschi è fortissi-ma sui mercati della vicina Europa centro-orientale(circa il 40% del mercato) e supera di più del doppiola quota italiana sui mercati nord americano e asia-tico. Come e più che in altri settori, le maggiori quo-te relative sono registrate dalle imprese nord-ameri-cane sui mercati dell’America Latina, dalle impresegiapponesi sul mercato nord-americano e asiatico(sebbene in calo), dalle imprese est-asiatiche sul lo-ro stesso mercato. La Cina, il più importante con-corrente emergente insieme a Taiwan, incrementa si-gnificativamente la sua presenza sul mercato nord-americano e su quello asiatico. I due paesi asiatici siposizionano rispettivamente all’8° e 9° posto dellagraduatoria dei maggiori esportatori, con quote an-cora leggermente inferiori al 3%. Ma, in prospettiva

326

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.2 - Meccanica strumentale: Quote di mercato sulle importazioni mondiali

Aree 1991-1995 1996-1998 1999-2000 2001 2002 (a)

Italia 9,7 9,8 9,4 9,7 9,4Francia 4,8 4,7 4,3 4,3 4,4Germania 20,0 18,2 16,7 17,4 17,5Regno Unito 5,4 5,5 4,7 4,4 4,3Stati Uniti 14,3 16,5 16,8 15,6 14,7Giappone 14,4 13,4 15,5 13,4 12,9Altre economie avanzate 25,5 24,6 25,9 26,4 32,0Resto del mondo 5,9 7,2 6,7 8,7 4,6

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (Statistics Canada), 1991-1998 e su dati Ice (fonte Gti), 1999-2002.

Tab. 4.16.3 - Meccanica strumentale:Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2002 (a)

EuropaEuropa Mediter-

Nord SudAsia

RestoPaesioccidentale

centro- raneo eAmerica America

eAfricaorientale Medio Oriente Oceania

97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02

Italia 14,3 12,7 14,4 16,4 20,0 20,5 5,9 5,5 11,8 8,3 5,8 5,0 10,7 8,8Francia 7,1 6,9 4,2 4,0 8,0 8,4 3,3 3,4 2,4 2,2 2,1 1,9 7,5 8,9Germania 23,9 23,5 37,1 38,1 14,9 14,7 13,4 13,5 11,1 10,8 10,2 10,7 11,4 10,9Regno Unito 8,0 6,6 4,6 3,7 7,3 6,3 5,4 4,6 2,1 1,5 3,0 2,0 10,3 8,0Resto Ue 19,7 21,3 17,6 19,4 11,5 12,4 6,8 7,9 6,8 8,3 5,3 5,1 10,0 12,4Nord America 10,9 10,0 6,2 5,6 19,0 16,4 29,3 28,5 41,0 41,5 17,4 15,8 20,7 21,2Sud America 0,4 0,4 0,1 0,1 0,2 0,9 3,5 5,6 6,3 5,3 0,2 0,2 1,3 1,8Giappone 5,8 5,1 2,2 2,0 4,9 5,0 22,9 18,8 4,6 3,3 26,7 25,0 3,6 3,1Cina 0,7 1,9 0,2 0,9 1,8 2,7 1,3 4,7 0,7 1,4 1,9 3,8 2,3 4,0Est Asia 1,8 2,4 3,6 0,8 3,7 3,4 4,2 5,2 2,5 2,6 14,6 17,6 3,9 3,8

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

futura, va evidenziata la dinamica particolarmenteaccentuata delle esportazioni cinesi, che crescono adun tasso del 16-17%, mentre tutti i più affermaticoncorrenti mostrano tassi di crescita negativi.Preceduta da Germania, Stati Uniti e Giappone,l’Italia si posiziona (sia pure a una certa distanza)come quarto esportatore mondiale, lasciando alla di-stanza, con quote più che doppie, i forti concorrentidella Francia, del Regno Unito e della Svizzera. Larapida evoluzione che la Cina sta attraversando ètestimoniata anche dalla sua collocazione come se-condo più importante importatore (dopo gli StatiUniti), con una quota leggermente inferiore al 10%,segno della vivace domanda di industrializzazione emodernizzazione dell’apparato produttivo del paese.L’aggregato della meccanica strumentale è compostoda diversi comparti di elevata specializzazione perl’Italia, che vanno dalle macchine utensili alle di-verse tipologie di macchine specialistiche (tessili,agricole, per l’imballaggio, ecc.). Nei diversi com-parti l’Italia si colloca ai primi posti delle classifichedei principali esportatori: è prima (seguita a distan-za da Taiwan) per le macchine per cuoio e calzature;è stabilmente seconda (dopo la Germania) per lemacchine per imballaggio; è terza (dopo Stati Uniti

e Germania) per le macchine agricole; è quarta (do-po Germania, Giappone e Stati Uniti) per le mac-chine utensili. In quest’ultimo comparto, più che inaltri, l’Italia risente da vicino della concorrenza deiproduttori asiatici, Cina e Taiwan. La Cina in par-ticolare, tra 2001 e 2002, ha scavalcato la Svizzera,raggiungendo la 5ª posizione nella graduatoria deiprincipali esportatori, collocandosi alle spalle del-l’Italia. In alcuni di questi comparti, oltre agli ormaigià affermati concorrenti asiatici, emergono sullascena internazionale alcuni newcomer dell’Europacentro-orientale che, con quote ancora estremamen-te contenute, si caratterizzano per gli elevati tassi dicrescita dell’export (ad esempio, Repubblica Ceca perle macchine per imballaggio e Romania per le mac-chine per cuoio e calzature). Il settore si conferma dicruciale importanza per la difesa delle quote diesportazione sui mercati sia avanzati che emergenti.La posizione italiana risente però dell’accesa compe-tizione internazionale e mostra segnali di debolezzache non possono essere affrontati basandosi esclusi-vamente sull’attività innovativa, ma necessitano dimiglioramenti anche dal punto di vista organizzati-vo, della presenza diretta sui mercati esteri e dalpunto di vista finanziario.

327

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.4 - Meccanica strumentale: Principali esportatori e importatori

Esportatori Importatori

Tasso medio Quota

Saldo 2002 Tasso medio QuotaClassifica annuo di crescita

2002(milioni Classifica annuo di crescita

1997-2002 di dollari) 1997-2002 2002

Germania – 0,7 17,5 21.212 Stati Uniti – 3,3 12,7Stati Uniti – 4,4 14,7 3.656 Cina 10,1 9,8Giappone – 4,8 12,9 19.116 Germania 1,1 5,7Italia – 2,3 9,4 10.720 Francia – 1,1 4,6Francia – 1,2 4,4 – 301 Canada – 3,8 4,0Regno Unito – 5,6 4,3 834 Regno Unito – 4,2 3,9Svizzera – 3,1 4,0 4.623 Italia 2,0 3,4Taiwan – 0,1 2,9 449 Messico 2,1 3,1Cina 17,4 2,9 –12.346 Taiwan – 3,7 2,7Belgio 1,9 2,6 539 Corea del Sud – 9,3 2,5Canada – 2,2 2,4 – 2.956 Belgio 1,8 2,3Austria 3,6 2,3 1.716 Giappone – 5,3 2,3Corea del Sud 3,1 2,3 – 381 Hong Kong – 1,2 2,2Paesi Bassi – 1,1 2,1 481 Spagna 3,1 2,2Svezia 1,4 1,8 1.462 Paesi Bassi 2,0 1,9Hong Kong – 1,7 1,5 – 1.321 Singapore – 4,1 1,7Finlandia – 1,8 1,2 1.002 Russia 7,4 1,6Spagna – 0,9 1,1 – 1.876 Thailandia – 6,4 1,4Danimarca – 0,3 1,0 277 Australia – 4,3 1,4Messico 6,7 0,9 – 4.015 Austria – 0,4 1,4

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Tab. 4.16.6 - Trattrici e macchine agricole: Produzioni

Prodotti 2001 2002 Variaz. %

Valori (milioni di euro)Trattrici 1.757 1.747 – 0,6Trattrici incomplete e parti di ricambio 593 601 + 1,3Macchine agricole 2.845 2.997 + 5,3

Totale 5.195 5.345 + 2,9

Quantità (tonnellate)Trattrici 243.101 223.967 – 7,9Trattrici incomplete e parti ricambio 73.694 77.843 + 5,6Macchine agricole 582.456 610.100 + 4,7

Totale 899.251 911.910 + 1,4

Fonte: Unacoma.

La produzione di trattrici e macchine agricole ha registrato nel 2002 un aumentorispetto al 2001 (+2,9% in valore). L’andamento dei vari comparti è risultato comun-que piuttosto diversificato: la produzione di trattrici, che nel 2001 era calata del 3,6%,ha mostrato nel 2002 un ulteriore calo quantificabile intorno allo 0,6%; la produzionedi macchine agricole operatrici ha registrato un incremento del 5,3%, la componenti-stica per trattrici dell’1,3%, (nel 2001 aveva subito un decremento del 12,5%).L’andamento del portafoglio ordini è rimasto sostanzialmente in linea con quello del2001 (il carico di lavoro produttivo assicurato si è mantenuto sui 2-3 mesi). La do-manda proveniente dal mercato nazionale ha mostrato un lieve incremento (+0,5%),le richieste provenienti dall’estero un aumento dell’1,5%. Il flusso delle esportazioniha registrato un incremento del 2,9%, in valore, dovuto ad un discreto andamento del-le esportazioni di trattrici, che sono aumentate dell’1,7% in valore e delle macchineagricole (+5,9%); mentre per le trattrici incomplete e le parti di ricambio si è registra-to un leggero calo pari a –4,7%. La quota delle esportazioni verso i paesi Ue è lieve-mente diminuita, passando dal 58,2% del 2001 al 57,7% del 2002. Dal lato delle im-portazioni si è avuto un incremento complessivo del 4,7% in valore; in particolare, leimportazioni di trattrici hanno mostrato un incremento del 29,4%, mentre le impor-tazioni di macchine agricole operatrici hanno registrato un decremento del 5,6%. Laquota di importazioni dai paesi dell’Unione europea è leggermente aumentata.L’occupazione per il personale a tempo indeterminato è risultata nel 2002 stazionaria,di contro il reperimento di manodopera specializzata e di personale tecnico è risulta-to piuttosto difficoltoso. Il grado di utilizzazione degli impianti risulta essere stazio-nario e rappresenta circa l’80% della reale capacità produttiva. I costi di produzione

328

MECCANICA STRUMENTALE

Trattrici emacchine

agricole(Ateco 29.31.1,

29.32.1)

Tab. 4.16.5 - Trattrici e macchine agricole: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 5.195 5.345Esportazioni Milioni di euro 3.224 3.318Importazioni Milioni di euro 685 716Saldo commerciale Milioni di euro 2.539 2.602Produzione (quantità) Variazioni % – 1,2 + 1,4Ordini interni (quantità) Variazioni % – 3,6 + 0,5Ordini esteri (quantità) Variazioni % – 0,3 + 1,5Utilizzazione degli impianti In % 80,0 80,0Numero di addetti Unità 52.000 52.000Costo del lavoro per addetto Variazioni % 3,6 3,5

Fonte: Unacoma.

hanno registrato incrementi contenuti: il costo del lavoro ha dimostrato una crescitadel 3,5% e i costi delle materie prime e dei semilavorati sono aumentati del 2,5%. Iprezzi dei prodotti finiti sono aumentati del 2,5% circa. Si segnala comunque una ge-nerale incertezza che coinvolge tutto il settore. Le difficoltà sono legate alla rigiditànell’utilizzo delle risorse umane, nonché alla difficoltà nel reperimento di manodope-ra anche non specializzata. Per il 2003 si prevede, per tutte le tipologie di macchina-rio, un andamento positivo.

329

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.7 - Trattrici e macchine agricole: Scambi con l’estero

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Valori (milioni di euro)

Trattrici 201 260 +29,4 1.098 1.117 + 1,7Trattrici incomplete e ricambi — — — 486 463 – 4,7Macchine agricole 483 456 – 5,6 1.640 1.738 + 5,9

Totale 684 716 + 4,7 3.224 3.318 + 2,9

Quantità (tonnellate)

Trattrici 32.357 37.023 +14,4 174.315 166.259 – 4,6Trattrici incomplete e ricambi — — — 57.797 55.000 – 4,8Macchine agricole 68.614 69.571 + 1,4 323.457 343.050 + 6,0

Totale 100.971 106.594 + 5,5 555.569 564.309 + 1,6

Fonte: Elaborazioni Unacoma su dati Istat.

Tab. 4.16.8 - Trattrici e macchine agricole: Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 34,7 Germania 36,6Francia 12,6 Francia 15,0Regno Unito 11,3 Regno Unito 10,5Paesi Bassi 7,1 Paesi Bassi 8,7Stati Uniti 5,6 Stati Uniti 4,6

Paesi Ue 81,0 Paesi Ue 82,9

Principali paesi di destinazione

Francia 18,0 Francia 17,8Spagna 9,8 Spagna 10,1Stati Uniti 9,6 Stati Uniti 8,6Germania 9,5 Germania 8,5Portogallo 4,1 Portogallo 5,2

Paesi Ue 58,2 Paesi Ue 57,7

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Unacoma su dati Istat.

Nel 2002 la produzione italiana di macchine utensili ha raggiunto i 4.007 milionidi euro, registrando un calo del 5,5% rispetto al 2001. Nel corso dell’anno il mercatoha mostrato una costante tendenza negativa, ad eccezione dell’ultimo trimestre che siè chiuso con un recupero del 14,3%. Le esportazioni hanno subito una diminuzionedel 15,4%; i costruttori italiani sono invece riusciti a incrementare le consegne inter-

330

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.9 - Macchine utensili per la lavorazione dei metalli: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 4.240 4.007Esportazioni Milioni di euro 2.179 1.836Importazioni Milioni di euro 1.371 1.214Saldo commerciale Milioni di euro 799 622Produzione Variazioni % + 1,8 – 5,5Ordini interni Variazioni % –22,6 – 3,5Ordini esteri Variazioni % –18,6 –15,3Investimenti fissi lordi Milioni di euro 217,5 —Utilizzazione degli impianti In % 82,0 79,0Numero di addetti Unità 31.196 30.320

Fonte: Ucimu - Sistemi per produrre.

Tab. 4.16.10 - Macchine utensili per la lavorazione dei metalli: Scambi con l’estero(Milioni di euro)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Torni 317,6 248,3 –21,8 197,7 166,8 –15,6Centri di lavoro 276,0 245,6 –11,0 157,7 182,6 +15,8Fresa-alesatrici 90,4 55,9 –38,2 171,3 157,5 – 8,1Presse 35,3 30,1 –14,8 246,2 158,6 –35,6Macchine transfer 27,8 29,0 + 4,5 155,2 84,3 –45,7Altre macchine 624,1 605,1 – 3,0 1.242,4 1.086,2 +12,6

Totale 1.371,2 1.214,0 –11,4 2.170,5 1.836,0 +15,4

Fonte: Elaborazioni Ucimu - Sistemi per produrre su dati Istat.

Tab. 4.16.11 - Macchine utensili per la lavorazione dei metalli:Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 26,4 Germania 26,5Svizzera 13,3 Svizzera 14,4Giappone 10,2 Giappone 10,1Belgio 7,8 Belgio 7,8Stati Uniti 6,1 Stati Uniti 6,2Paesi Ue 48,5 Paesi Ue 50,5

Principali paesi di destinazione

Germania 14,7 Germania 13,6Francia 13,3 Francia 12,0Stati Uniti 10,2 Spagna 11,3Spagna 9,1 Stati Uniti 6,8Cina 4,0 Cina 5,9Paesi Ue 51,9 Paesi Ue 52,2

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Ucimu - Sistemi per produrre su dati Istat.

Macchineutensili per la

lavorazionedei metalli

(Ateco 29.4)

ne del 4,9%, rispetto al 2001. Il calo del consumo (-1,6% per un valore di 3.385 milio-ni) ha penalizzato le importazioni, in flessione dell’11,4%. I principali mercati di sboc-co della produzione italiana si sono confermati la Germania (con il 13,6% del totale)e la Francia (12%); mentre i primi fornitori stranieri sono i costruttori tedeschi, segui-ti dagli svizzeri. Essendo le importazioni diminuite meno delle esportazioni, il saldodella bilancia commerciale è notevolmente peggiorato (–22,2%). Il livello di utilizzodella capacità produttiva è nuovamente diminuito, scendendo al di sotto dell’80%, ri-spetto all’82% del 2001. I costi di produzione (manodopera e materie prime) sono cre-sciuti del 3,3%. L’aumento dei prezzi delle macchine è stato nell’ordine dell’1,4% an-nuo.

Il settore ha registrato nel 2002 unalieve crescita della produzione (+2,5%), trai-nata da un aumento delle esportazioni del 2,4%. Le principali aree di destinazionedelle esportazioni sono state l’Europa (52,1% e l’Asia (24,7%). I livelli di occupazionesono rimasti sostanzialmente stabili. Per il 2003 le previsioni sono improntante allacautela.

331

MECCANICA STRUMENTALE

Macchine edili,stradali,minerarie eaffini(Ateco 29.52)

Tab. 4.16.12 - Macchine edili, stradali, minerarie e affini: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 617,2 632,7Esportazioni Milioni di euro 354,3 354,3Numero di addetti Unità 3.900 3.900

Fonte: Anima.

Il settore ha registrato nel 2002 una lieve contrazione. La produzione è scesa del2%, trainata dal calo delle esportazioni (–3,3%). Le importazioni sono lievemente au-mentate, 54 milioni di euro contro i 53 milioni del 2001. A livello di scambi con l’esteroil dato più rilevante è l’apprezzabile calo delle esportazioni destinate all’Europa che, con212.512.136 euro complessivi investiti negli acquisti di macchine e attrezzature italiane,ha registrato un calo del 23,4%, mantenendo tuttavia la più alta incidenza percentualea livello mondiale (33,7%). Un calo cui fortunatamente si contrappone la tenuta asiati-ca, 186.007.265 euro pari a un aumento del 34,6% nelle importazioni di tecnologie ita-liane equivalenti a un’incidenza percentuale del 29,5%. I principali acquirenti esteri delsettore sono stati nell’ordine: Stati Uniti, Spagna, Iran, Vietnam e Turchia. E proprio ildato degli Stati Uniti, che con 92.371.131 euro di acquisti (pari ad un aumento del23,4%) scalzano una Spagna in netta flessione dalla prima posizione delle nazioni im-portatrici di tecnologie settoriali italiane.

Macchine eattrezzature perla lavorazionedelle pietrenaturali(Ateco 29.52)

Tab. 4.16.13 - Macchine e attrezzature per la lavorazione delle pietre naturali:Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 1.126 1.103Esportazioni Milioni di euro 630 652Importazioni Milioni di euro 53 54Saldo commerciale Milioni di euro 599 576Numero di addetti Unità 12.000 11.600

Fonte: Marmomacchine.

Il settore, che comprende diverse imprese la cui attività è rivolta alla produzione dimacchine ed impianti per l’industria alimentare, ha chiuso l’anno con una lieve flessio-ne della produzione, delle esportazioni e dell’occupazione. Da un’analisi dettagliata deidiversi comparti emerge che hanno segnato una forte battuta di arresto quelli relativi al-la produzione di macchine ed impianti per molini, mangimifici e sili, per la trasforma-zione della frutta e dei vegetali e per la lavorazione delle carni. Tutti gli altri compartihanno registrato una lieve crescita.

332

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.14 - Macchine e attrezzature per la lavorazione delle pietre naturali:Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di destinazione

Spagna 14,0 Stati Uniti 12,9Stati Uniti 10,1 Spagna 9,0Turchia 4,5 Iran 8,1Germania 4,0 Vietnam 5,8Iran 4,0 Turchia 4,0

Paesi Ue 3,7 Paesi Ue 33,7

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Marmomacchine su dati Istat.

Macchine edimpianti per

l’industriaalimentare

(Ateco 29.53)

Tab. 4.16.15 - Macchine ed impianti per l’industria alimentare: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 4.014,2 3.963,8Esportazioni Milioni di euro 2.479,1 2.433,8Numero di addetti Unità 24.132 23.667

Fonte: Anima.

Il comparto non è riuscito ad ottenere i risultati positivi raggiunti nel 2001, esso hainfatti registrato un calo della produzione del 5% circa. Il mercato estero ha subito unabattuta d’arresto. Per il 2003 si prevede un miglioramento dell’attività dovuto a nuoveiniziative che stanno nascendo in campo nazionale.

Il comparto ha registrato nel 2002 una leggera crescita della produzione trainata,in parte, da un lieve aumento delle esportazioni. Il livello di occupazione è rimasto sta-bile. Le difficoltà che hanno carataterizzato i mercati internazionali non permettonostime rassicuranti per il futuro; segue che le previsioni per il 2003 sono improntate al-la cautela.

I valori rilevati per il 2002 indicano livelli produttivi pressoché invariati rispetto al-l’anno precedente. Il comparto ha registrato un lieve aumento delle esportazioni(+1,3%), destinate principalmente verso l’Est europeo e gli Stati Uniti. In particolare, ilcomparto della pasta fresca ha sofferto una contrazione dell’attività. Le previsioni per il2003 indicano una crescita del livello di produzione ed occupazione.

Macchine edimpianti per

molini,mangimifici

e sili

Macchine e forniper pane,

biscotti,pasticceria e

pizza

Macchine edimpianti per

pastifici e perestrusi

alimentari

L’attività ha registrato un notevole incremento di fatturato. Le vendite estere sonostate influenzate positivamente dalla più importante manifestazione fieristica mondia-le, Interpack,che si è tenuta in Germania a fine aprile. Il livello di domanda interna èstato pressoché stabile. A causa della diminuzione di investimenti nel comparto daparte delle grandi multinazionali, le aspettative per il 2003 non sono positive.

Il comparto ha registrato dei livelli di produzione ed occupazione sostanzialmen-te invariati rispetto al 2001. Se nel primo quadrimestre l’attività ha subito una leggeracontrazione, nei restanti mesi dell’anno il comparto si è ripreso. Le previsioni per il2003 sono improntate alla cautela, a causa dell’incertezza che domina i mercati esterie nazionali.

I valori rilevati per il 2002 indicano livelli produttivi invariati rispetto all’anno pre-cedente. Le esportazioni hanno registrato un lieve aumento, mentre il livello di do-manda interna non è variato rispetto al 2001. L’occupazione e gli investimenti sono ri-masti inalterati. Le previsioni per il 2003 sono improntate alla cautela.

Il comparto ha registrato nel 2002 un consolidamento dei risultati ottenuti nell’an-no precedente. Si è verificato, infatti, un aumento contenuto della produzone. Il livellodi vendite all’estero, minacciato dalla concorrenza proveniente dall’estremo oriente, si èmantenuto costante, mentre è attesa per il 2003 una lieve crescita delle esportazioni inEuropa e nel Nord America. Per quanto riguarda il mercato interno, le previsioni indi-cano un aumento di vendite delle macchine della carne, supportato da maggiori inve-stimenti nel comparto. A causa di politiche di decentramento produttivo, non si atten-de un aumento di occupazione per il prossimo anno.

Il comparto ha chiuso l’anno registrando una lieve ripresa rispetto al 2001. La pro-duzione è aumentata del 5% e le esportazioni del 4,9%. Il declino delle vendite inEuropa e negli Stati Uniti è stato compensato dalle maggiori vendite in Medio Orientee nel Sud Est asiatico. I livelli occupazionali sono rimasti invariati. Per il 2003 si preve-de un lieve aumento dei prezzi a recupero dell’inflazione ed una crescita degli investi-menti.

Il settore ha registrato nel 2002 una flessione del livello di produzione del 5% ri-spetto all’anno precedente. Analoga contrazione si riscontra per le vendite all’estero,in particolare in Nord America e nei paesi dell’Unione europea. L’Asia acquisisce in-vece, anno dopo anno, un peso maggiore quale area di destinazione delle macchinetessili italiane, avendo assorbito nel 2002 una quota pari al 41% delle esportazioni (nel2001 era il 37%). Il mercato in più rapida espansione è quello cinese che assorbe più

333

MECCANICA STRUMENTALE

Macchine edimpianti perl’industriadolciaria

Macchine edimpianti per latrasformazionedella frutta e deivegetali

Macchine edimpianti per lalavorazione dellecarni

Affettatricielettriche

Macchine percaffè espresso eattrezzature perbar

Tab. 4.16.16 - Macchine per l’industria tessile: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 3.593 3.404Esportazioni Milioni di euro 2.533 2.400Importazioni Milioni di euro 942 919Saldo commerciale Milioni di euro 1.591 1.481Utilizzazione degli impianti In % 78,0 80,0Numero di addetti Unità 25.400 25.300

Fonte: Acimit.

Macchine perl’industriatessile(Ateco 29.54.1)

del 20% delle esportazioni totali. Per il 2003 le previsioni, pur improntate alla cautela,indicano una lieve ripresa del mercato interno ed una sostanziale stabilità delle ven-dite estere.

Il settore ha registrato nel 2002 una flessione della produzione del 5,7%, trainata daun apprezzabile calo del fatturato. Le esportazioni sono sostanzialmente stabili. In par-ticolare, il comparto delle macchine per pelletteria ha registrato un incremento di ven-dite estere dello 0,5%; quello delle macchine per conceria un aumento del 7,5%, men-tre quello delle parti di ricambio una diminuzione del 9,5%; infine, il comparto dellemacchine per calzatura ha chiuso il 2002 con un calo delle esportazioni pari allo 0,9%.

334

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.17 - Macchine per l’industria tessile: Produzioni(Milioni di euro)

Prodotti 2001 2002 Variaz. %

Macchine per:filatura 849 753 –11,0tessitura 800 818 + 2,0maglieria 781 740 – 5,0tintoria, stampa, finissaggio e altre 840 793 – 6,0stirolavanderia 323 301 – 7,0

Totale 3.593 3.404 – 5,0

Fonte: Acimit.

Tab. 4.16.18 - Macchine per l’industria tessile: Scambi con l’estero(Milioni di euro)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Macchine per:filatura 172 182 + 6,0 611 504 –17,0tessitura 184 158 –14,0 568 601 + 6,0maglieria 341 322 – 5,0 531 518 – 2,0tintoria, stampa, finissaggio e altre 219 230 + 5,0 642 609 – 5,0stirolavanderia 26 26 – 2,0 181 168 – 7,0

Totale 942 919 – 2,0 2.533 2.400 – 5,0

Fonte: Elaborazioni Acimit su dati Istat.

Macchine percalzature,

pelletteria,conceria e

stampi(Ateco 29.54.2)

Tab. 4.16.19 - Macchine per calzature, pelletteria, conceria e stampi: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 875 825Esportazioni Milioni di euro 580 580Importazioni Milioni di euro 34 33Saldo commerciale Milioni di euro 546 547Produzione Variazioni % + 4,3 – 5,7Ordini interni Variazioni % + 3,9 –15,5Ordini esteri Variazioni % +10,5 –Numero di addetti Unità 7.150 7.150

Fonte: Assomac.

I principali paesi di destinazione delle esportazioni sono stati la Spagna (16,6% del to-tale), la Cina (11% del totale) e la Romania (6,7% del totale). Per quanto riguarda le im-portazioni, i principali paesi di provenienza rimangono la Germania (22% del totale) ela Romania (12,5% del totale).

335

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.20 - Macchine per calzature, pelletteria, conceria e stampi:Scambi con l’estero (a)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Valori (milioni di euro)

Macchine per conceria 8,5 7,0 – 17,7 112,7 121,2 + 7,5Macchine per calzature 18,6 15,1 – 18,8 196,1 194,3 – 0,9Macchine per pelletteria 1,9 4,0 +110,5 20,7 20,8 + 0,5Parti di ricambio 7,5 7,2 – 4,0 74,5 67,4 – 9,5

Totale 34,5 33,3 – 3,5 404,0 403,7 – 0,1

(a) Sono escluse le macchine per cucire, le macchine per calzature in sintetico e gli stampi.Fonte: Elaborazioni Assomac su dati Istat.

Tab. 4.16.21 - Macchine per calzature, pelletteria, conceria e stampi:Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 21,9 Germania 22,0Romania 12,0 Romania 12,5Regno Unito 11,3 Stati Uniti 8,3Spagna 6,9 Regno Unito 8,2Stati Uniti 3,6 Spagna 4,0Paesi Ue 37,3 Paesi Ue 22,3

Principali paesi di destinazione

Spagna 12,6 Spagna 16,6Cina e Hong Kong 11,0 Cina e Hong Kong 11,0Romania 7,1 Romania 6,7Messico 4,6 Brasile 4,7Stati Uniti 3,3 Messico 4,1Paesi Ue 25,9 Paesi Ue 23,2

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Assomac su dati Istat.

Nel 2002 il settore ha registrato un’apprezzabile flessione (–5,8%). La contrazioneè stata determinata soprattutto dal forte calo delle esportazioni (–7,7% rispetto al 2001),già in rallentamento negli ultimi mesi dell’anno precedente. L’incidenza delle esporta-zioni rispetto al fatturato totale si è ridotta di un punto e mezzo percentuale (da 74,2%del 2001 a 72,7% del 2002). Nel 2002 il rallentamento delle esportazioni non è statocompensato, come nell’anno precedente, da un aumento delle vendite sul mercato in-terno, diminuite anch’esse, seppure in misura molto contenuta (–0,3%). La flessionedella domanda nazionale, pari all’1,2% rispetto al 2001, ha penalizzato anche le impor-tazioni, diminuite dell’1,5%. Un simile andamento delle esportazioni e delle importa-

Macchinegrafiche,cartotecniche,cartarie, ditrasformazioneed affini(Ateco 29.55,29.56.3)

zioni ha causato una consistente riduzione del saldo positivo della bilancia commercia-le (da 120 a 46 milioni di euro). Il 2003 si presenta come un anno particolarmente in-certo, pertanto le previsioni risultano piuttosto caute.

Il settore ha registrato un andamento stazionario rispetto all’anno precedente. Perquanto riguarda l’attività d’investimento, diversi sono i progetti di gasdotti realizzati. Inparticolare, c’è da segnalare il gasdotto denominato «Blue Stream» che collega, attra-verso il Mar Nero, la costa russa a quella turca, realizzato dalla collaborazione tra Eni ela russa Gazprom. Nel 2003 cominceranno i lavori per l’oleodotto da Baku a Ceyhan chedovrebbe pompare petrolio al ritmo di un milione di barili al giorno;l’Italia è tra gli azio-nisti interessati al progetto. Infine, diverse società italiane costruttrici di valvole e attua-tori sono già coinvolte nel progetto del gasdotto della Cina di 4.400 chilometri dai cam-pi di Sinkiang nel Turkestan orientale a Shangai.

336

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.22 - Macchine grafiche, cartotecniche, cartarie, di trasformazione ed af-fini: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 1.560 1.470Esportazioni Milioni di euro 1.157 1.067Importazioni Milioni di euro 1.037 1.021Saldo commerciale Milioni di euro 120 46Utilizzazione degli impianti In % 85,0 85,0Numero di addetti Unità 7.450 7.450

Fonte: Acimga.

Tab. 4.16.23 - Macchine grafiche, cartotecniche, cartarie, di trasformazione ed af-fini: Scambi con l’estero(Milioni di euro)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Macchine da stampa 647 659 + 1,8 546 504 – 7,9Macchine cartotecniche 202 196 – 2,9 424 396 – 6,6Macchine per preparare forme 73 67 – 8,2 108 100 – 7,4Macchine per legatoria 89 75 –15,7 61 43 –29,5Macchine per converting 26 24 – 7,6 18 24 +33,3

Totale 1.037 1.021 – 1,5 1.157 1.067 – 7,7

Fonte: Elaborazioni Acimga su dati Istat.

Tab. 4.16.24 - Attrezzature ed impianti petroliferi: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 690 690Esportazioni Milioni di euro 600 600Numero di addetti Unità 11.000 10.700

Fonte: Anima.

Attrezzature edimpianti

petroliferi(Ateco 29.56.1)

Il settore ha chiuso il 2002 con una forte flessione. La produzione è diminuitadell’8%, l’occupazione dell’11,4% e gli investimenti del 23,5%. L’aumento delle venditeall’estero non è stato sufficiente a compensare il netto calo della domanda interna. Leprevisioni sono improntate alla cautela; se, da una parte, si prevedono maggiori investi-menti, dall’altra si stima un ulteriore calo della produzione.

337

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.25 - Distributore di carburante: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 99,6 90,8Esportazioni Milioni di euro 23,4 24,1Numero di addetti Unità 272 241

Fonte: Anima.

Distributori dicarburante(Ateco 29.56.1)

Il fatturato dell’industria italiana delle macchine per imballare è continuato acrescere anche nel 2002, nonostante la debolezza dell’economia internazionale e na-zionale. L’andamento del primo semestre è stato più contenuto, influenzato dalladifficile fase congiunturale di fine 2001, mentre la dinamica nella seconda parte del2002 è stata migliore, grazie al progressivo incremento del flusso esportato nel cor-so degli ultimi mesi dell’anno. Il settore ha chiuso il 2002 con un tasso di crescita delfatturato pressoché uguale a quello dell’anno precedente: +4,7% nel 2001, +4,8% nel2002. L’incremento del fatturato è stato determinato dall’andamento positivo delleesportazioni, aumentate del 5% rispetto al 2001, e dalla ripresa delle consegne sulmercato interno che, dopo due anni consecutivi di flessione, sono tornate a cresceredel 4,1%. Elevato rimane pure il grado di utilizzo della capacità produttiva (intornoal 90%). Particolarmente rilevante è l’andamento dei costruttori italiani sul mercatodomestico; la domanda interna è infatti aumentata del 2,1% rispetto all’anno prece-dente. Le vendite di macchine di produzione estera hanno registrato un calodell’1,5% rispetto al 2001. Si è ridotto conseguentemente il grado di penetrazionedelle importazioni sul mercato italiano (da 35,9% del 2001 a 34,7% del 2002). Un si-mile andamento delle importazioni ed il contemporaneo incremento delle esporta-zioni ha consentito di migliorare ulteriormente il saldo positivo della bilancia com-merciale, che nel 2002 ha superato per la prima volta i 2 miliardi di euro. La positi-va evoluzione del settore si è riflessa anche sull’occupazione, che ha presentato unleggero aumento rispetto all’anno precedente. Dopo vari anni di progressiva cresci-ta, le previsioni di produzione per il 2003 sono orientate ad una sostanziale stabili-tà.

Macchineautomaticheper il confe-zionamento el’imballaggio(Ateco 29.56.2)

Tab. 4.16.26 - Macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio:Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 2.700 2.830Esportazioni Milioni di euro 2.210 2.320Importazioni Milioni di euro 275 271Saldo commerciale Milioni di euro 1.935 2.049Investimenti fissi lordi Milioni di euro 55 50Utilizzazione degli impianti In % 90 90Numero di addetti Unità 15.100 15.200Prezzi alla produzione Variazioni % + 2,0 + 1,2

Fonte: Ucima.

Il settore ha registrato una diminuzione della produzione del 4% rispetto al 2001.Le esportazioni e le importazioni sono diminuite quasi della stessa percentuale, rispet-tivamente del 13% e 12%. Il saldo commerciale è diminuito del 14%, passando da 1,69a 1,46 miliardi di euro. In particolare, all’interno del settore, i comparti che hanno subi-to un’apprezzabile diminuzione delle esportazioni sono stati gli stampi (–15%) e gliestrusori (–29,2%); mentre le macchine per soffiaggio di corpi cavi hanno registrato unaumento delle vendite all’estero pari al 10%. Il principale sbocco commerciale è rima-

338

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.27 - Macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio:Scambi con l’estero(Milioni di euro)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Macchine per pulire,asciugare bottigliee altri recipienti 4,0 5,0 +25,0 21,0 26,0 +23,8

Macchine per riempire,chiudere, incapsulare,etichettare, gassare 86,0 91,0 + 5,8 727,0 848,0 +16,6

Macchine per imballaree impacchettare merci 111,0 107,0 – 3,6 1.181,0 1.183,0 + 0,1

Parti e pezzi staccatidelle voci precedenti 89,0 82,0 – 7,8 541,0 537,0 – 0,7

Dosatrici, insaccatricie altri strumentia pesata costante 6,0 5,0 –16,6 7,0 5,0 –28,5

Strumenti di controlloin rapporto a un peso 3,0 3,0 – 3,0 8,0 +33,3

Strumenti per pesare,etichettare prodotti preimballati 0,1 0,1 – 0,4 0,2 –50,0

Totale 299,1 293,1 – 2,0 2.480,4 2.601,2 + 4,8

Fonte: Elaborazioni Ucima su dati Istat.

Tab. 4.16.28 - Macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio:Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 24,6 Germania 26,2Svizzera 12,9 Austria 9,9Francia 8,7 Stati Uniti 9,6Svezia 8,3 Svizzera 9,2Stati Uniti 7,5 Svezia 9,1Paesi Ue 68,6 Paesi Ue 69,4

Principali paesi di destinazione

Stati Uniti 9,6 Stati Uniti 9,6Francia 9,3 Francia 9,1Germania 7,2 Germania 6,5Regno Unito 6,1 Spagna 6,2Spagna 5,9 Regno Unito 5,7Paesi Ue 38,7 Paesi Ue 38,0

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Ucima su dati Istat.

Macchine perla lavorazione

di materieplastiche e

gomma(Ateco 29.56.3)

339

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.29 - Macchine per la lavorazione di materie plastiche e gomma:Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 3.800 3.650Esportazioni Milioni di euro 2.367 2.056Importazioni Milioni di euro 679 598Saldo commerciale Milioni di euro 1.688 1.458Ordini interni Variazioni % –24,0 +18,0Ordini esteri Variazioni % –15,0 –15,0Utilizzazione degli impianti In % 90,0 80,0Numero di addetti Unità 13.000 13.000

Fonte: Assocomaplast; Istat.

Tab. 4.16.30 - Macchine per la lavorazione di materie plastiche e gomma: Produzioni (a)(Milioni di euro)

Prodotti 2001 2002 Variaz. %

Macchine a iniezione 1.185 1.124 –5,1Estrusori/Linee di estrusione 1.948 1.935 –0,7Macchine per soffiaggio 911 927 +1,8Altre tecnologie 5.235 5.119 –2,2

Totale 9.279 9.105 –1,9

(a) Dati riferiti alle sole imprese associate all’Assocomaplast.Fonte: Assocomaplast.

Tab. 4.16.31 - Macchine per la lavorazione di materie plastiche e gomma:Scambi con l’estero(Migliaia di euro)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Calandre e laminatoi 529 549 + 3,7 23.726 27.906 +17,6Stampatrici flessografiche 20.866 19.421 – 6,9 113.537 103.750 – 8,6Impianti per mono emultifilamenti 10.861 4.857 –55,3 62.015 47.642 –23,2

Macchine a iniezione 67.105 58.716 –12,5 290.489 292.354 + 0,6Estrusori 35.882 28.274 –21,5 243.695 172.590 –29,2Macchine per soffiaggio 21.295 17.290 –18,8 103.532 113.733 + 9,9Termoformatrici 14.988 19.740 +31,7 26.820 24.482 – 8,7Presse per pneumatici ecamere d’aria 6.633 8.075 +21,7 19.734 30.100 +52,5

Presse 26.173 20.811 –21,1 40.800 41.309 + 1,3Macchine per formare emodellare 12.479 12.437 – 0,3 79.891 88.429 +10,7

Macchine per resine reattive 2.877 424 –85.3 24.407 22.071 – 9,6Macchine per materialiespansi 4.416 4.179 – 5,4 13.212 19.560 +48,0

Altre macchine 71.023 43.524 –38,7 393.485 206.443 –47,5Parti e componenti 157.710 146.575 – 7,1 296.547 269.720 – 9,1Stampi 226.195 198.982 +12,3 634.731 538.400 –15,2

Totale 679.032 596.162 –11,9 2.366.621 2.055.767 –13,1

Fonte: Elaborazioni Assocomaplast su dati Istat.

sta l’Unione europea. Al primo posto si è collocata la Germania a cui i costruttori italia-ni hanno ceduto macchinari per circa 317 milioni di euro (pari al 14% totale); segue laFrancia con vendite per 176 milioni (9,1% del totale). Le aree europee non comunitarieche hanno avuto un maggior rilievo sono la Csi, dove le esportazioni hanno superato i74 milioni di euro, la Turchia e la Svizzera.

340

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.32 - Macchine per la lavorazione di materie plastiche e gomma:Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 43,7 Germania 43,8Francia 9,7 Francia 9,5Svizzera 8,2 Svizzera 9,4Austria 6,2 Austria 5,5Belgio-Lussemburgo 5,9 Belgio-Lussemburgo 5,1

Paesi Ue 72,9 Paesi Ue 72,1

Principali paesi di destinazione

Germania 14,0 Germania 13,9Francia 9,1 Francia 8,6Cina 8,2 Cina 7,6Spagna 6,2 Spagna 6,6Stati Uniti 5,9 Stati Uniti 6,0

Paesi Ue 42,3 Paesi Ue 44,1

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Assocomaplast su dati Istat.

Contrariamente a quanto accaduto per molti settori della meccanica strumentale,l’industria italiana delle macchine, accessori e prodotti speciali per la lavorazione del ve-tro ha chiuso il 2002 con segno positivo. Dopo l’eccezionale crescita del comparto regi-strata nel 2001 (+24% rispetto al 2000) e le tensioni internazionali che avevano caratte-rizzato i primi mesi dell’anno, tutti i segnali provenienti dal mercato sembravano indi-care per il 2002 un periodi di stasi, se non addirittura di difficoltà, per un’industria chedestina all’esportazione oltre il 72% della propria produzione. A partire da maggio, tut-

Macchine perla lavorazione

del vetro(Ateco 29.56.3)

Tab. 4.16.33 - Macchine per la lavorazione del vetro: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 967 1.042Esportazioni Milioni di euro 709 758Importazioni Milioni di euro 55 62Saldo commerciale Milioni di euro 654 696Produzione Variazioni % +34,6 + 7,8Ordini interni Variazioni % +31,4 +11,1Ordini esterni Variazioni % +22,7 + 6,5Numero di addetti Unità 4.500 4.500

Fonte: Elaborazioni Gimav su dati Istat.

tavia, si è lentamente delineata un’inversione di tendenza, che, mese dopo mese, è an-data consolidandosi. In definitiva, il 2002 pur non registrando rilevanti investimenti perimpianti di grandi dimensioni, ha portato all’industria italiana del settore una serie dipiccole e medie commesse che hanno consentito, alla fine dell’anno, il raggiungimentodi livelli di fatturato senz’altro soddisfacenti. Ancora una volta, si è rivelata vincente lacapacità delle imprese di presidiare i mercati del mondo con una rete molto capillare direlazioni commerciali, che ha permesso loro di seguire duttilmente i flussi della do-manda proveniente dalla clientela. Le importazioni sono globalmente aumentate(+11,1%) rispetto al 2001. In particolare, i due comparti che compongono il settore, mo-strano dati nettamente contrastanti: le macchine e accessori per la lavorazione a freddo(vetro piano) hanno registrato un calo del 19,3%; mentre le macchine e accessori per lalavorazione a caldo (vetro cavo) hanno registrato un incremento del 20,1%. Su un tota-le di 61,7 milioni di euro di imporazioni, le macchine, accessori e prodotti speciali pervetro piano hanno inciso per 10,2 milioni, mentre i produttori di vetro cavo italiani han-no acquistato sui mercati esteri per 51,4 milioni di euro.

I valori di assorbimento generale del mercato interno indicano che, a fronte diuna domanda di oltre 348 milioni di euro, il prodotto nazionale nel 2002 ha soddi-sfatto una quota pari all’82,3% del fabbisogno. Le esportazioni sono globalmente cre-sciute del 6,5%, superando i 750 milioni di euro. Anche in questo caso i due compar-ti hanno mostrato andamenti opposti: ancora in crescita le esportazioni di macchine,accessori e prodotti speciali del vetro piano (+10%), a fronte di un leggero calo (–1,2%)per il vetro cavo. L’Unione europea con il 34,9% del totale delle esportazioni rimaneancora la principale area di sbocco del macchinario italiano, ma in continuo e costan-te calo: nel 1999 rappresentava il 50,6, nel 2000 il 48,4, nel 2001 il 40,3. Risultano increscita tutte le altre aree geografiche, eccezion fatta per il continente americano, se-gnato pesantemente dalla congiuntura negativa del Nord America. Stati Uniti eCanada, che nel 2001 avevano complessivamente acquistato prodotti italiani per il

341

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.35 - Macchine per la lavorazione del vetro: Scambi con l’estero(Milioni di euro)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Macchine, accessorie prodotti speciali pervetro piano 12,7 10,2 –19,3 486,3 535,0 +10,0

Macchine, accessorie prodotti speciali pervetro cavo 42,8 51,4 +20,1 222,7 220,0 – 1,2Totale 55,5 61,6 +11,1 709,0 755,0 + 6,5

Fonte: Elaborazioni Gimav su dati Istat.

Tab. 4.16.34 - Macchine per la lavorazione del vetro: Produzioni(Milioni di euro)

Prodotti 2001 2002 Variaz. %

Macchine, accessori e prodotti per vetro piano 683,1 751,4 +10,0Macchine, accessori e prodotti per vetro cavo 283,8 290,1 + 2,2

Totale 966,9 1.041,5 + 7,7

Fonte: Elaborazioni Gimav su dati Istat.

10%, hanno ridotto la propria incidenza di oltre un punto percentuale, passandoall’8,6% del totale delle esportazioni. In definitiva l’industria italiana delle macchine,accessori e prodotti speciali per la lavorazione del vetro nel suo insieme ha mostratoanche nel 2002 il proprio consolidato ruolo di leader mondiale, passando indenne at-traverso il primo difficile semestre dell’anno. Il fatturato complessivo del comparto nel2002 è cresciuto in maniera soddisfacente, raggiungendo i 1.041,5 milioni di euro, dicui oltre il 72% all’esportazione.

342

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.36 - Macchine per la lavorazione del vetro:Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Svezia 22,8 Regno Unito 16,4Germania 18,1 Svezia 15,8Francia 15,2 Germania 13,5Stati Uniti 9,9 Francia 11,4Regno Unito 9,4 Finlandia 11,3

Paesi Ue 81,5 Paesi Ue 82,6

Principali paesi di destinazione

Francia 12,6 Francia 7,9Stati Uniti 8,4 Stati Uniti 7,1Spagna 7,1 Spagna 5,9Germania 5,6 Russia 5,9Russia 3,9 Germania 5,8

Cina 4,8

Paesi Ue 40,3 Paesi Ue 34,9

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Gimav su dati Istat.

Il 2002 si è chiuso nuovamente in perdita per l’industria italiana costruttrice dimacchine per ceramica. Secondo i preconsuntivi d’anno, il fatturato totale del settoreè sceso a 1.398,3 milioni di euro, registrando una flessione dell’8,2% su un 2001 an-ch’esso già negativo. In calo sia le vendite sul mercato interno (–8,8% per un totale di446,5 milioni di euro), sia le esportazioni (–7,9%, per un valore di 951,8 milioni di eu-ro). A soffrire maggiormente del calo della domanda di macchine e impianti per cera-mica sono soprattutto le aziende medio-piccole del settore, ossia quelle che hannouna maggiore presenza commerciale su mercati più vicini – Italia e Spagna innanzi-tutto – che hanno registrato una pesante contrazione: l’industria ceramica italiana

Macchine perceramica(Ateco 29.56.3)

Tab. 4.16.37 - Macchine per ceramica: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 1.523,0 1.398,3Esportazioni Milioni di euro 1.033,2 951,8Numero di addetti Unità 6.476 5.997

Fonte: Acimac.

(che rappresenta un terzo del fatturato del comparto dei costruttori di impianti) ha ri-dotto in due anni i propri investimenti in tecnologia per un valore prossimo ai 100 mi-lioni di euro, pari al 17,5% della domanda espressa nel 2000. Anche tra le aziendemaggiori si registrano o cali di fatturato, o, nelle situazioni più favorevoli, crescite piùcontenute rispetto agli anni precedenti. Negli ultimi due anni tutti i mercati esteri piùimportanti – Unione europea, Nord e Sud America, Cina – hanno ridotto i propri in-vestimenti in tecnologia per ceramica, facendo venir meno volumi di vendita noncompensabili con la maggiore domanda di mercati emergenti, quali l’EstremoOriente, il Medio Oriente e l’Est Europa. La situazione dell’economia mondiale e ledifficoltà delle stesse industrie ceramiche nella commercializzazione dei propri pro-dotti su mercati sempre più competitivi sono le cause principali della flessione degliinvestimenti in impianti produttivi nuovi. Per le aziende costruttrici di macchine que-sto frazionamento della domanda sull’intero pianeta, si traduce in maggiori difficoltàdi presidio dei mercati, con costi commerciali che solo le aziende più strutturate pos-sono permettersi.

Esauritosi l’effetto ammortizzatore costituito dall’ampio portafoglio ordini deter-minatosi a cavallo tra il 2000 e il 2001, la crisi economica ha manifestato tutta la propriaevidenza anche nel settore delle macchine per la lavorazione del legno italiano, che hachiuso il 2002 con un valore totale della produzione pari a 1.670 milioni di euro, il 14%in meno rispetto all’anno precedente. Le esportazioni, che storicamente contribuisconoin larga misura all’ottenimento del risultato globale, hanno fatto registrare un calo del16,6%, fermandosi a 1.290 milioni di euro, il 77,2% del totale prodotto. Hanno manife-stato una sostanziale tenuta le vendite sul mercato italiano, stimate intorno ai 380 mi-lioni di euro, il 4% in meno rispetto al 2001; le importazioni hanno mostrato un anda-

343

MECCANICA STRUMENTALE

Macchine perla lavorazionedel legno(Ateco 29.56.4)

Tab. 4.16.38 - Macchine per la lavorazione del legno: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 1.910 1.780Esportazioni Milioni di euro 1.520 1.370Importazioni Milioni di euro 211 201Saldo commerciale Milioni di euro 1.309 1.169Produzione Variazioni % +1,0 –7,0Utilizzazione degli impianti In % 80,0 80,0Numero di addetti Unità 12.000 12.000

Fonte: Acimall; Istat.

Tab. 4.16.39 - Macchine per la lavorazione del legno: Scambi con l’estero(Milioni di euro)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Macchine per la lavorazionedel legno 170 153 –10,0 1.168 1.002 –14,2

Parti e pezzi staccati 27 25 – 7,4 124 118 – 4,8Presse 14 23 +64,2 173 123 –28,9

Totale (a) 211 201 – 4,7 1.465 1.243 –15,1

(a) Le esportazioni totali non includono la voce utensili.Fonte: Elaborazioni Acimall su dati Istat.

mento analogo, pari a 201 milioni di euro e quindi in flessione del 5,5%. Nel 2002 l’im-port ha rappresentato il 34,5% del consumo apparente (581 milioni di euro). Il saldocommerciale del settore è risultato uguale a 1.042 milioni di euro, in regresso del 18,5%rispetto al risultato ottenuto nel 2001.

344

MECCANICA STRUMENTALE

Tab. 4.16.40 - Macchine per la lavorazione del legno:Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 50,0 Germania 56,0Austria 10,3 Austria 6,1Svizzera 5,5 Svizzera 5,0Francia 4,5 Stati Uniti 3,9Spagna 3,5 Francia 3,9

Paesi Ue 75,6 Paesi Ue 77,1

Principali paesi di destinazione

Stati Uniti 12,0 Stati Uniti 10,9Spagna 9,6 Spagna 9,0Francia 9,0 Francia 7,6Germania 7,7 Regno Unito 6,2Regno Unito 5,9 Germania 5,9

Paesi Ue 47,7 Paesi Ue 43,7

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Acimall su dati Istat.

Il settore, costituito da poche imprese di fascia medio/alta attorno alle quali si muo-vono piccole e piccolissime realtà dall’assetto molto fragile e in continua evoluzione, harealizzato nel 2002 valori di fatturato decisamente superiori al 2001 (+8%). Discreta l’at-tività in Italia, anche se gli investimenti non accennano a riprendere in maniera sensi-bile. All’estero si sono creati spazi dove le imprese del settore, malgrado la concorrenzamolto aggressiva, sono riuscite ad inserirsi. Le previsioni per il 2003 sono favorevoli; glioperatori del settore stimano un ulteriore aumento della produzione (+5% circa) e del-le esportazioni (+18% circa).

Costruzione emontaggio di

impiantiindustriali

Tab. 4.16.41 - Costruzione e montaggio di impianti industriali: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 2.582,3 2.789,5Esportazioni Milioni di euro 877,5 1.035,4Numero di addetti Unità 17.995 19.417

Fonte: Anima.

Il 2002 è risultato uno degli anni peggiori nella sto-ria del settore dell’elettronica. Dopo la forte crescitaregistrata nel corso degli anni Novanta, la produzio-ne ha infatti mostrato una caduta dell’8,5% (a prez-zi costanti), risentendo della brusca frenata mostra-ta sia dalla domanda mondiale di beni Ict che dalmercato interno. Il fatturato settoriale si è comunquemantenuto superiore ai 25 milioni di euro, valoresensibilmente più elevato rispetto ai primi anniNovanta, che evidenzia la crescente importanza diquesto settore anche per l’industria manifatturieraitaliana. Il mercato interno ha chiuso il 2002 in for-te flessione, mostrando un ripiegamento per moltiversi fisiologico, dopo l’intensa crescita degli ultimianni, ma la cui intensità ha sorpreso. La caduta delmercato interno è da attribuire alla flessione dellespese dei settori informatico e telecomunicazioni,mentre i consumi di elettrodomestici bruni hannoinvece mantenuto buoni ritmi di crescita. La doman-da di apparati per telecomunicazioni ha scontato larevisione dei piani di investimento degli operatoridella telefonia, conseguente sia all’esigenza di conte-nere livelli d’indebitamento elevati che ai ritardi tec-nici nel completamento delle reti dell’Umts. Nelcomparto dell’informatica, la maggiore propensione

agli investimenti delle imprese di piccola dimensio-ne, grazie anche al sostegno degli incentivi dellaTremonti bis, non è risultata sufficiente a compensa-re la caduta delle spese dei grandi acquirenti (banchee, ancora, operatori di telecomunicazioni). Nono-stante il rallentamento dei redditi delle famiglie, iconsumatori hanno apprezzato i beni elettronici, pre-miando in particolare quelli a maggiore contenutoinnovativo (Dvd, televisori digitali, sistemi di hometheatre etc.), cresciuti a buoni ritmi nella stagionenatalizia; sono invece apparsi in difficoltà gli acqui-sti dei prodotti più tradizionali.È però sui mercati esteri che i produttori italiani dibeni elettronici hanno registrato le maggiori difficol-tà. La debolezza della domanda mondiale di prodot-ti elettronici e l’inasprimento delle già elevate pres-sioni competitive che ne è conseguito hanno infattiportato le esportazioni a mostrare una caduta supe-riore al 15% a prezzi costanti. Solo nei paesi dell’a-rea del Mediterraneo e Medio Oriente, che assorbo-no tuttavia una quota assai modesta del loro export,le imprese italiane sono riuscite a conseguire risulta-ti positivi; un forte calo si è invece registrato su tuttii restanti mercati di sbocco.Il calo della domanda e l’importanza che gli scambi

345

ELETTRONICA

4.17. Elettronica

Tab. 4.17.1 - Elettronica: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 25.042 6,1 2,4 – 8,5Esportazioni 9.742 10,5 3,6 –15,2Importazioni 19.228 15,5 – 6,1 – 5,4Disponibilità interna 34.528 9,4 – 3,0 – 4,5

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 147,0 166,6 167,9Variazione del grado di utilizzo (%) 1,5 0,0 – 9,2

Costi e prezziCosti operativi – 1,0 – 1,1 – 2,7Prezzi alla produzione – 1,7 – 1,2 – 2,7

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) –6.939 –8.944 –9.486Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) – 26,3 – 27,6 – 32,6Quota della produzione esportata (%) (b) 38,7 43,6 40,4Propensione all’importazione (%) (b) (d) 52,5 57,7 57,2

Numero di addetti (migliaia) 115,9 106,8 96,5

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

346

ELETTRONICA

Fig. 4.17.1 - Elettronica:Produzione e grado di copertura della domanda interna(Prezzi 1995)

19

21

23

25

27

29

31

33

92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 020,71

0,73

0,75

0,77

0,79

0,81

0,83

0,85

0,87

0,89

Produzione (P, miliardi di euro)Produzione/Disponibilità (P/D)

Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

P PD

Fig. 4.17.2 - Elettronica:Indici della produzione industriale (a)

50

70

90

110

130

150

170

190

210

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

UeGermaniaSpagnaFranciaRegno Unito

(a) Indici base 1995.Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat.

Fig. 4.17.3 - Elettronica:Contributo % alla variazione delle esportazioni per areageografica (a)

-15 -10 -5 0 5

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

Fig. 4.17.4 - Elettronica:Contributo % alla variazione delle importazioni per areageografica (a)

-6 -4 -2 0 2

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

intraindustriali ed intragruppo rivestono in questosettore, data anche la presenza sul territorio italianodi sedi di multinazionali estere, hanno portato aduna nuova caduta dei flussi d’importazione di benielettronici (–5,4% a prezzi costanti nella media del2002), risultata diffusa a tutte le principali aree diprovenienza. Occorre sottolineare come, grazie allaforte crescita del recente passato, le importazioni sia-no arrivate a soddisfare oltre il 57% del mercato do-mestico e come nell’ultimo decennio si sia registratoun calo degli acquisti dall’estero solo in tre anni: nel1993 e nel biennio 2001-02.La caduta delle importazioni non ha comunque im-pedito un aumento del passivo commerciale, salito ai9,5 miliardi di euro, uno dei deficit più rilevanti al-l’interno dell’industria manifatturiera.La debolezza delle quotazioni internazionali dellecomponenti elettroniche e dei semiconduttori, unita-mente all’apprezzamento dell’euro, ha consentito dicontenere le spese per l’approvvigionamento di ma-terie prime e semilavorati, consentendo una riduzio-ne dei costi operativi. Benché l’inasprimento del con-testo competitivo legato all’indebolimento della do-manda abbia imposto ai produttori di beni elettroni-ci di ribassare i listini di vendita, il mark up ha po-tuto mostrare un debole incremento.In Europa nel 2002 è continuata la caduta della pro-duzione. Tale riduzione ha riguardato tutte le mag-giori economie, assumendo la massima intensità nelRegno Unito.Nel 2002, la caduta della domanda mondiale di im-portazioni per l’elettronica appare essere meno ac-centuata rispetto al 2001, anno in cui si sono con-centrati gli effetti dello sgonfiamento della «bollaspeculativa» legata alla new economy. In questocontesto, tuttavia, la quota dell’Italia mostra unaflessione se confrontata con il 2001 e si attesta su unlivello intorno all’1%, che conferma una posizionemarginale del paese. Il calo della quota italiana sul-le importazioni mondiali nell’ultimo anno è comuneanche a tutti gli altri paesi europei, ad eccezione delRegno Unito, la cui quota rimane costante. Anche laquota di Stati Uniti e Giappone si riduce, mentre al-tre economie avanzate e paesi emergenti registranoinvece una crescita. Se si osservano i cicli della do-manda di importazioni mondiali nel ventennio1980-2002, la quota dell’Italia appare in declino,mostrando una sostanziale flessione fra il 1985 e il2000, anche in corrispondenza di fasi di espansionedella domanda nel settore nei periodi 1983-1984,1985-1988, 1993-1995, 1999-2000. In generale, ilcalo della quota dell’Italia nell’ultimo ventennio (dal2,9 all’1) è stato simile a quello di altri paesi comeFrancia (dal 4,7 al 2,6), Germania (dal 9,3 al 4,8) eGiappone (dal 24,3 al 9,4), la cui quota però è note-volmente maggiore (rispettivamente 2,6, 4,8 e 9,4nel 2002). Gli altri maggiori concorrenti hanno regi-

347

ELETTRONICA

Fig. 4.17.5 - Elettronica:Tasso di crescita della domanda mondiale e quota dimercato dell’Italia

-15

-10

-5

0

5

10

15

20

25

30

90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02*0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

Domanda mondiale

Quota Italia (scala destra)

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

Fig. 4.17.6 - Elettronica:Tasso di cambio della lira, prezzi relativi e saldo normalizzato

-0,8

-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02

Saldo normalizzato

Tasso di cambio effettivo realePrezzi relativiCambio nominale

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ocse.

Fig. 4.17.7 - Elettronica:Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree

0

1

2

3

4

5

6

7

8

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002(*)0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

Resto Africa Europa occidentaleEuropa centro-orientale

Mediterraneo e Medio OrienteSud AmericaAsia (a) Nord America (a)

(a) Scala destra.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

strato un calo più ridotto e la quota del Regno Unitoè rimasta stabile.Se si analizza la quota di esportazioni dell’Italia di-saggregata per le diverse aree di mercato, si può os-servare come le imprese del settore, dal 1997 al2002, abbiano migliorato la propria posizione relati-va nei mercati dell’Europa centro-orientale – che pe-rò è peggiorata nell’ultimo anno – mentre abbianoregistrato un calo sostanziale in Europa occidentale,in Sud America e in Africa, e hanno mantenuto unlivello sostanzialmente costante nell’area delMediterraneo (con una parziale crescita nell’ultimoanno), in Asia e in Nord America. Il calo della quo-ta in Europa occidentale è parzialmente imputabilealla crescita della Cina e al consolidamento di RegnoUnito e Germania, mentre, nello stesso mercato, siosserva un calo della quota di esportazioni di StatiUniti, Francia e Giappone. E’ importante inoltre ri-

levare il ruolo di primo piano dei maggiori concor-renti dell’Unione europea nel mercato dell’Africa edei paesi asiatici in Sud America, così come la cre-scita sostenuta delle esportazioni di Cina e altri pae-si dell’Est asiatico.Un altro dato importante riguarda i primi esportato-ri nel settore: l’Italia appare al diciannovesimo postonella classifica degli esportatori, ma se si analizza ilsaldo settoriale, il paese risulta essere il quinto peg-giore dopo Stati Uniti (che però sono i primi esporta-tori), Hong Kong, Canada e Germania. Guardandoai saldi, il Giappone è il primo esportatore netto, se-guito da Cina, Corea del Sud e Taiwan, a confermadel ruolo dell’Est asiatico, le cui imprese sono parti-colarmente avanzate nel comparto dell’elettronica diconsumo. In Europa, solo Irlanda, Finlandia e RegnoUnito presentano, al 2002, un saldo commerciale po-sitivo: per l’Irlanda, il dato riflette la presenza di nu-

348

ELETTRONICA

Tab. 4.17.2 - Elettronica: Quote di mercato sulle importazioni mondiali

Aree 1991-1995 1996-1998 1999-2000 2001 2002 (a)

Italia 2,1 1,5 1,1 1,2 1,0Francia 3,9 3,9 3,2 3,0 2,6Germania 6,7 5,7 4,5 5,0 4,8Regno Unito 6,0 5,7 5,0 5,2 5,2Stati Uniti 16,5 16,3 15,1 14,0 12,4Giappone 18,8 12,7 11,2 9,5 9,4Altre economie avanzate 27,0 28,9 27,7 27,3 28,5Resto del mondo 19,2 25,2 32,1 35,0 36,1

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati (World Trade Analyzer) (Statistics Canada), 1991-1998 e su dati Ice (fonte Gti), 1999-2002.

Tab. 4.17.3 - Elettronica: Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2002 (a)

EuropaEuropa Mediter-

Nord SudAsia

RestoPaesioccidentale

centro- raneo eAmerica America

eAfricaorientale Medio Oriente Oceania

97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02

Italia 3,0 1.9 3,2 4,1 2,2 2,2 0,4 0,4 1,0 0,4 0,4 0,4 3,7 3,0Francia 7,4 5.5 7,9 7,0 12,9 10,5 0,9 0,9 1,4 0,8 1,3 0,9 10,6 15,7Germania 9,8 10.5 25,4 26,3 6,9 10,5 1,1 1,5 1,6 0,9 1,9 1,6 10,2 9,6Regno Unito 11,7 14.0 10,5 7,8 6,9 7,1 2,7 1,7 1,2 0,6 1,8 1,0 9,7 10,3Resto Ue 25,0 28.6 30,8 33,1 10,1 19,5 2,7 3,9 4,3 2,0 3,8 2,6 14,0 20,1Nord America 12,7 8.7 7,6 5,0 20,5 11,8 16,6 11,9 64,8 56,1 19,7 13,2 10,8 7,8Sud America 0,2 0.3 0,6 0,1 0,0 0,2 10,6 17,0 2,7 2,4 0,3 0,2 0,1 0,1Giappone 8,8 6.2 4,2 2,5 9,7 3,9 19,1 11,6 6,6 2,7 16,4 12,3 3,2 2,1Cina 3,8 6.8 2,6 8,8 7,5 9,8 6,4 12,4 3,2 5,6 6,7 13,5 6,8 9,4Est Asia 11,6 12.1 9,6 8,3 16,2 18,3 23,7 24,0 8,8 8,6 29,6 36,8 9,3 7,1

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

merose imprese di software, mentre la performancedella Finlandia è imputabile alla leadership di Nokianel campo dei sistemi per la telefonia mobile.Guardando nel dettaglio ad alcuni comparti, si notacome l’andamento della quota di esportazioni italia-ne di telefonia su filo che, fra il 1997 e il 2001, avevaregistrato un tasso medio di crescita annua pari al12%, abbia subito un’inversione di tendenza nell’ul-timo anno: fra il 2001 e il 2002 la quota di esporta-zioni dell’Italia ha subito un calo del 53,2%, asse-standosi a un livello di 2,4%. L’Italia risulta essere ilquattordicesimo esportatore in tale comparto. Nelsegmento computer e parti, l’Italia registra una ridu-zione della quota di esportazioni dell’8,9% fra il 1997e il 2002, con un forte calo fra il 2001 e il 2002(–18,5%). In generale, il settore dell’elettronica, chepresenta un tasso di innovazione molto sostenuto e

che costituisce uno dei maggiori fornitori di beni eservizi per molti altri settori, con conseguenti ricadu-te significative sull’economia nel suo complesso, è po-tenzialmente fonte di considerevoli opportunità eco-nomiche e tecnologiche per l’Italia. Dal quadro sopradescritto, il paese si trova ancora in una posizione didebolezza: i segnali di ripresa registrati nel 2001 nonsono confermati dalla performance evidenziata nel2002. In generale, il comparto dei servizi di telefonia– fissa e mobile – costituisce il migliore segmento delsettore,mentre nel comparto dell’elettronica di consu-mo, l’Italia subisce la concorrenza dei paesi dell’Asiadell’Est e degli Stati Uniti. Il comparto dei semicon-duttori mostra un tasso di crescita abbastanza soste-nuto, grazie alla presenza di ST Microelectronics,multinazionale che si posiziona fra le prime impresedel settore a livello mondiale.

349

ELETTRONICA

Tab. 4.17.4 - Elettronica: Principali esportatori e importatori

Esportatori Importatori

Tasso medio Quota

Saldo 2002 Tasso medio QuotaClassifica annuo di crescita

2002(milioni Classifica annuo di crescita

1997-2002 di dollari) 1997-2002 2002

Stati Uniti – 2,1 12,8 –48.381 Stati Uniti 1,9 18,8Cina 20,4 11,1 23.786 Cina 30,8 7,6Giappone – 3,6 9,8 29.907 Hong Kong 6,3 7,4Corea del Sud 8,8 6,0 19.962 Germania 4,8 5,9Taiwan 4,5 5,7 14.321 Giappone 3,0 5,5Malaysia 5,6 5,6 11.861 Regno Unito 0,2 4,8Regno Unito 3,3 5,3 2.677 Singapore – 1,2 4,3Germania 5,2 5,0 – 8.245 Paesi Bassi 2,5 4,1Hong Kong 11,8 4,3 –24.269 Malaysia 6,1 3,9Singapore – 3,6 4,1 – 1.949 Taiwan 7,4 3,6Paesi Bassi 1,3 4,0 – 1.398 Messico 13,3 3,4Messico 10,9 3,8 1.632 Corea del Sud 5,9 3,2Irlanda 10,1 3,0 7.548 Francia 0,1 3,1Francia – 0,8 2,7 – 3.384 Canada – 2,9 2,3Filippine 10,5 2,7 6.965 Italia 0,8 1,9Thailandia 4,9 1,9 3.724 Irlanda 13,1 1,9Belgio 5,6 1,2 – 928 Filippine 4,1 1,7Canada – 6,9 1,1 – 8.983 Thailandia 3,6 1,3Italia – 2,3 1,0 – 7.077 Belgio 5,1 1,3Finlandia 6,7 1,0 3.207 Spagna 4,1 1,1

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Il settore dell’informatica ha registrato nel 2002 perdite rilevanti: il fatturato com-plessivo è risultato in calo dell’8%, le esportazioni hanno segnato una variazione nega-tiva superiore ai quattordici punti percentuali. La congiuntura sfavorevole nel corso del2002 ha inciso negativamente sulla domanda di hardware. Il fenomeno è risultato ulte-riormente appesantito dall’incessante diminuzione dei prezzi unitari. La contrazionedella domanda interna ha pesato anche sulle importazioni, che hanno segnato una va-riazione negativa annua del 9%.

350

ELETTRONICA

Informatica(Ateco 30.02,

72.5)

Tab. 4.17.5 - Informatica: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 4.400 4.048Esportazioni Milioni di euro 2.330 2.000Importazioni Milioni di euro 3.523 3.206Saldo commerciale Milioni di euro –1.193 –1.206

Fonte: Anie.

Il settore dei componenti elettronici non ha variato nel corso del 2002 l’andamen-to in flessione seguito nel corso dell’anno precedente. Il dato complessivo sul fatturatoha segnato una variazione negativa del 6%, imputabile principalmente alla contrazioneche si è manifestata sul mercato interno, mentre le vendite sui mercati esteri, in ripresanella seconda parte del 2002, hanno limitato le perdite a tre punti percentuali circa. Neldettaglio dei singoli comparti le variazioni negative più accentuate si sono riscontrateper semiconduttori e induttori, più contenuta invece la flessione per i tubi catodici, men-tre sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente sono risultati i volumi di fat-turato per i condensatori.

Componentielettronici

(Ateco 32.1)

Tab. 4.17.6 - Componenti elettronici: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 4.105 3.861Esportazioni Milioni di euro 3.531 3.436Importazioni Milioni di euro 1.933 1.908Saldo commerciale Milioni di euro 1.598 1.528

Fonte: Anie.

Nonostante il buon recupero segnato nel secondo semestre dell’anno, addebita-bile a fattori stagionali, il settore nel 2002 ha segnato una flessione del fatturato com-plessivo di otto punti percentuali circa. Le esportazioni, che rappresentano una quotacontenuta delle vendite totali, sono cresciute del 5%. Nel dettaglio dei singoli prodot-ti si segnalano buoni risultati, in particolare nella seconda metà dell’anno, per lettori

Radio,televisione ed

elettroacustica(Ateco 32.20.1,

32.3)

Tab. 4.17.7 - Radio, televisione ed elettroacustica: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 786 723Esportazioni Milioni di euro 194 203Importazioni Milioni di euro 2.067 1.902Saldo commerciale Milioni di euro –1.873 –1.699

Fonte: Anie.

Dvd, televisori a retroproiezione, al plasma, Lcd e a schermo piatto, e per le videoca-mere digitali. In perdurante contrazione sono risultati invece autoradio, componenti esistemi hi-fi.

Nel 2002 il settore ha registrato una brusca contrazione. Il fatturato complessivo hasubito una flessione di oltre venti punti percentuali, ed ancor più pesanti sono risultatele perdite sui mercati esteri (–36%). Il comparto ha sofferto della revisione dei piani diinvestimento da parte dei principali operatori, attuata sia in Italia che all’estero. Nonsembrano delinearsi segnali di imminente ripresa, risultando a fine anno gli ordini indeciso calo, a conferma del perdurante andamento negativo della domanda.

351

ELETTRONICA

Telecomuni-cazioni(Ateco 32.20.2)

Tab. 4.17.8 - Telecomunicazioni: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 13.875 11.031Esportazioni Milioni di euro 4.360 2.790Importazioni Milioni di euro 3.832 3.500Saldo commerciale Milioni di euro 528 –710

Fonte: Anie.

Dopo la forte crescita degli ultimi anni, che ha por-tato il fatturato a superare i 25 miliardi di euro, ilsettore dell’elettrotecnica strumentale ha subito nel2002 una battuta d’arresto. La frenata della doman-da interna, in presenza di una caduta delle esporta-zioni - penalizzate dal mancato decollo della ripresainternazionale - ha portato ad una sostanziale sta-gnazione dei livelli di attività (–0,2%).La domanda interna si è mostrata particolarmentedebole nella prima parte dell’anno, risentendo dellacaduta degli investimenti nei settori delle telecomu-nicazioni e della distribuzione di energia elettrica, ol-treché delle difficoltà dell’industria metalmeccanica,in particolare nel settore automobilistico. Nella se-conda parte dell’anno, l’approvazione del pianotriennale di Trenitalia e la conclusione dell’iter auto-rizzativo per la costruzione e/o la riconversione di al-cune centrali elettriche hanno dato l’avvio a nuovecommesse nei settori ferrotramviario e termoelettro-meccanico, consentendo un recupero delle vendite sulmercato interno, che ha potuto chiudere il 2002 conun lieve miglioramento.Le esportazioni hanno invece mostrato una marcatacontrazione (–5,1%, a prezzi costanti), scontando uncontributo particolarmente negativo da parte dei

paesi dell’Europa occidentale, ai quali è destinatopoco meno del 60% delle vendite all’estero; la debo-lezza del ciclo economico europeo e le crescenti pres-sioni competitive dei produttori dell’area Peco, so-prattutto nelle produzioni a basso valore aggiunto,hanno penalizzato i produttori italiani in quest’area.E’ stato però sui mercati del nuovo continente che leimprese elettrotecniche hanno registrato le flessionipiù rilevanti: il valore delle esportazioni è infatti ca-lato di oltre il 20% in Nord America, risentendo an-che del deprezzamento del dollaro, e di oltre il 30% inAmerica Latina; i buoni risultati conseguiti nei pae-si dell’Europa centro-orientale, che stanno acquisen-do sempre più importanza per le imprese italiane,hanno pertanto potuto limitare solo in parte la fles-sione delle esportazioni.La debolezza della domanda interna ha comunqueconsentito di contenere gli afflussi dall’estero, in par-ticolare dai mercati dell’Europa occidentale (da cuiproviene circa il 70%, in valore, delle importazioni);hanno invece continuato a guadagnare quote sulmercato nazionale i produttori dell’Europa centro-orientale, americani ed asiatici. La flessione delle im-portazioni ha permesso di limitare il deterioramentodei conti con l’estero conseguente alla flessione delle

353

ELETTROTECNICA STRUMENTALE

4.18. Elettrotecnica strumentale

Tab. 4.18.1 - Elettrotecnica strumentale: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 25.787 4,4 2,6 – 0,2Esportazioni 8.216 9,1 6,6 – 5,1Importazioni 7.199 10,0 4,8 – 4,7Disponibilità interna 24.770 4,4 1,9 0,1

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 128,4 139,1 142,1Variazione del grado di utilizzo (%) 1,8 0,3 – 2,4

Costi e prezziCosti operativi 0,7 – 0,9 – 1,3Prezzi alla produzione 0,7 – 1,5 – 1,3

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) 1.018 1.121 1.017Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) 8,5 7,2 7,0Quota della produzione esportata (%) (b) 28,3 33,5 31,9Propensione all’importazione (%) (b) (d) 25,1 30,4 28,9

Numero di addetti (migliaia) 143,5 146,6 147,0

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

354

ELETTROTECNICA STRUMENTALE

Fig. 4.18.1 - Elettrotecnica strumentale:Produzione e grado di copertura della domanda interna(Prezzi 1995)

19

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22

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25

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27

28

92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 020,99

1,00

1,01

1,02

1,03

1,04

1,05

1,06

1,07

Produzione (P, miliardi di euro)Produzione/Disponibilità (P/D)

Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

P PD

Fig. 4.18.2 - Elettrotecnica strumentale:Indici della produzione industriale (a)

80

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100

110

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150

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

UeGermaniaSpagnaFranciaRegno Unito

(a) Indici base 1995.Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat.

Fig. 4.18.3 - Elettrotecnica strumentale:Contributo % alla variazione delle esportazioni per areageografica (a)

-6 -4 -2 0 2 4

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

Fig. 4.18.4 - Elettrotecnica strumentale:Contributo % alla variazione delle importazioni per areageografica (a)

-10 -5 0 5

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

esportazioni, permettendo all’attivo commerciale dimantenersi superiore al miliardo di euro.Sul fronte dei prezzi, il 2002 non è risultato – comegià il 2001 – un anno favorevole per l’industria elet-trotecnica italiana. La debolezza del ciclo economicoe la necessità di salvaguardare le quote di mercatohanno infatti portato le imprese a rivedere al ribas-so i listini di vendita, penalizzando i margini unita-ri, pur in presenza di una contrazione dei costi ope-rativi. Questi ultimi si sono confermati in calo, bene-ficiando del contenimento dei costi di approvvigio-namento conseguente alla debolezza dei corsi inter-nazionali delle principali commodity utilizzate dalsettore (rame e metalli in particolare) e all’apprezza-mento dell’euro, oltreché al minor costo degli inputenergetici.A livello europeo, la produzione del settore ha regi-strato nel 2002 una flessione che ha investito tutte leprincipali economie, con la sola eccezione dellaSpagna dove l’espansione è continuata seppure adun ritmo inferiore a quello medio degli ultimi anniNovanta. Nel Regno Unito, dove la produzione eracresciuta in misura inferiore agli altri paesi sul fini-re dello scorso decennio, l’indice si è assestato su va-lori inferiori a quelli del 1995. Per la Germania e laFrancia, che avevano conosciuto una crescita del set-tore decisamente più accentuata, la flessione è statapiù contenuta, con la produzione media che si è col-locata intorno ai valori del 1999-2000.Il 2002 ha segnato, per il secondo anno consecutivo,una riduzione della domanda mondiale (–1,8% sul2001), dopo anni di forte crescita (durante gli anniNovanta si sono raggiunti tassi di crescita di oltre il20%). La quota italiana ha mostrato un lievissimocalo che, ad eccezione della crescita registrata nel2001, risulta in linea con un lungo periodo negativo(nel corso degli anni Novanta l’Italia ha visto ridur-re la sua quota, perdendo quasi un punto e mezzopercentuale dal 1990 ad oggi). Rispetto alla primametà degli anni Novanta, perde quota anche ilRegno Unito che, con una riduzione di un punto per-centuale, nel 2002 scende al 3,9% (classificandosisettimo esportatore mondiale, mentre l’Italia si posi-ziona al nono posto). Sono invece in crescita i duemaggior concorrenti europei: Germania e Francia.Entrambi i paesi, dopo la perdita del triennio 1996-1998, superano il livello della prima metà degli an-ni Novanta, occupando rispettivamente il secondo eil sesto posto nella graduatoria dei maggiori esporta-tori, con l’11,3% la Germania e il 5,3% la Francia.Stati Uniti e Giappone continuano a ricoprire quo-te rilevanti di mercato, rispettivamente il 12,3% e il9,5% , risultando il primo e il terzo concorrentemondiale, pur perdendo rispetto ai primi anniNovanta. Ad acquistare sempre più competitività, ascapito delle economie avanzate, sono i paesi in viadi sviluppo (oltre 14 punti percentuali negli ultimi

355

ELETTROTECNICA STRUMENTALE

Fig. 4.18.5 - Elettrotecnica strumentale:Tasso di crescita della domanda mondiale e quota dimercato dell’Italia

-10

-5

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5

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90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02*2,5

3

3,5

4

4,5

Domanda mondiale

Quota Italia (scala destra)

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

Fig. 4.18.6 - Elettrotecnica strumentale:Tasso di cambio della lira, prezzi relativi e saldo normalizzato

-1,0

-0,8

-0,6

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-0,2

0,0

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80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02

Saldo normalizzatoTasso di cambio effettivo realePrezzi relativiCambio nominale

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ocse.

Fig. 4.18.7 - Elettrotecnica strumentale:Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree

0

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14

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1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002(*)0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1,2

1,4

1,6

Resto Africa Europa occidentaleEuropa centro-orientale

Mediterraneo e Medio OrienteSud AmericaAsia (a) Nord America (a)

(a) Scala destra.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

dodici anni) che complessivamente coprono quasi il33% delle importazioni mondiali.Tra i protagonistidi questa forte ascesa si trovano economie quali laCina (che ha aumentato le sue esportazioni ad untasso di crescita medio annuo del 12,8% negli ulti-mi cinque anni, posizionandosi al quarto posto tra imaggiori esportatori mondiali, subito dopo ilGiappone) e il Messico (al quinto posto tra i mag-giori esportatori); in misura inferiore crescono an-che i paesi dell’Est Asia (in particolare Taiwan eHong Kong).L’evoluzione dell’indice di competitività-prezzo mo-stra che nel 2002 il tasso di cambio effettivo reale re-lativo al settore risulta lievemente apprezzato, inconseguenza della rivalutazione dell’euro e della sta-bilità relativa dei prezzi. I mercati in cui l’Italia ri-sulta avere una quota superiore a quella media di

settore sono quelli più vicini: Mediterraneo e MedioOriente, Europa centro-orientale ed Europa occiden-tale. Nei primi due mercati l’Italia ha guadagnatoquote negli ultimi cinque anni, raggiungendo nel2002 rispettivamente il 9,1% e il 7,4% delle impor-tazioni totali di queste aree. Invece in Europa occi-dentale, sempre considerando il periodo 1997-2002,la quota è leggermente diminuita, passando dal6,1% del 1997 al 5,7% del 2002. I principali concor-renti in Europa occidentale sono le economie avan-zate (in particolare la Germania che copre il 19,2%,la Francia con il 9,3%, il Nord America con il 6,8%e il Regno Unito con il 6,3%).Tutti questi paesi per-dono posizioni sul mercato europeo. Guadagna inve-ce la Cina che, con il 4,9%, supera la quota giappo-nese che al contrario risulta in netto calo (dal 5,8%nel 1997 al 4,4% nel 2002). Nel Mediterraneo e

356

ELETTROTECNICA STRUMENTALE

Tab. 4.18.2 - Elettrotecnica strumentale: Quote di mercato sulle importazioni mondiali

Aree 1991-1995 1996-1998 1999-2000 2001 2002 (a)

Italia 3,8 3,4 2,9 3,0 2,9Francia 4,9 4,2 5,3 5,2 5,3Germania 10,3 8,8 10,9 11,2 11,3Regno Unito 4,8 4,6 4,4 4,1 3,9Stati Uniti 12,8 12,7 13,6 13,4 12,3Giappone 12,8 10,9 12,4 10,3 9,5Altre economie avanzate 32,1 30,7 21,7 21,9 22,0Resto del mondo 18,5 24,7 28,8 30,9 32,8

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (Statistics Canada), 1991-1998 e su dati Ice (fonte Gti), 1999-2002.

Tab. 4.18.3 - Elettrotecnica strumentale:Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2002 (a)

EuropaEuropa Mediter-

Nord SudAsia

RestoPaesioccidentale

centro- raneo eAmerica America

eAfricaorientale Medio Oriente Oceania

97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02

Italia 6,1 5,7 6,5 7,4 8,5 9,1 0,7 0,6 2,1 1,0 1,0 0,8 4,2 6,3Francia 10,1 9,2 7,1 7,9 17,5 17,8 1,9 1,7 2,4 1,9 2,7 2,1 15,2 17,6Germania 21,1 19,2 39,7 40,1 15,7 14,0 5,1 4,8 4,6 3,8 4,9 4,9 12,1 13,8Regno Unito 7,5 6,3 3,4 4,4 11,0 8,7 3,3 3,0 1,0 0,7 3,5 2,1 13,9 10,3Resto Ue 22,3 22,4 22,2 21,3 10,0 12,5 2,8 3,7 4,7 3,6 4,1 3,0 13,3 13,9Nord America 7,2 6,8 2,7 1,5 11,3 9,5 22,7 20,8 52,6 47,0 11,5 9,4 7,2 4,9Sud America 0,3 0,5 0,1 0,0 0,2 0,1 31,1 36,5 5,4 3,1 0,1 0,2 1,1 0,8Giappone 5,8 4,4 1,0 2,9 8,5 7,0 13,9 10,4 4,9 3,2 23,7 17,9 5,0 4,5Cina 2,8 4,5 0,8 3,3 2,9 6,2 6,5 9,6 1,0 2,3 11,9 17,9 8,3 13,1Est Asia 2,7 2,4 1,6 1,8 5,1 5,3 8,1 8,0 2,3 1,7 20,8 23,9 6,9 5,7

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Medio Oriente i principali esportatori sono ancorauna volta la Francia (con il 17,8%), la Germania(14%) e il Nord America (9,5%). I paesi avanzatidominano la scena anche in Europa centro-orienta-le, dove però il Nord America ha una quota moltopiù bassa e dove soprattutto la Germania risulta do-minante, coprendo da sola il 40,1% del mercato. LaCina, pur rimanendo a livelli molto contenuti, risul-ta in forte crescita (dallo 0,8% del 1997 al 3,3% del2002). Sui mercati più lontani, in special modo inNord America ed in Asia, la quota italiana - ancorpiù degli altri paesi europei- risulta decisamentemodesta. Non è certo un buon segno, se si tiene con-to dell’importanza dei due mercati. Il principale im-portatore mondiale sono infatti gli Stati Uniti, checoprono da soli il 17,8% delle importazioni totali; sesi considera anche il Canada (al nono posto con unaquota del 3,7%) la quota del mercato nord america-no supera il 21%. In Nord America il 21% degliscambi è tra gli stessi Stati Uniti e Canada; il SudAmerica copre complessivamente il 36,5% delle im-

portazioni dell’area. Rivestono un ruolo importanteanche il Giappone (10,4%), seppur in netto calo, laCina (9,6%), che, al contrario, è in forte espansione,e i paesi dell’Est Asia (8%).Guardando la graduatoria dei principali importato-ri, tra i primi dieci è forte anche la presenza di nu-merose economie asiatiche: la Cina è il terzo impor-tatore con una quota del 6,5%, Hong Kong e ilGiappone sono invece il quinto e il sesto mercato piùimportante, rispettivamente con una quota nel 2002del 5% e del 4,5%.Tra i mercati importanti e in for-te crescita si trovano il Messico (quarto importatorecon una quota del 6,3%), e in misura minore laCorea del Sud ( undicesima, con una quota del 2,6%)e Taiwan (dodicesima con una quota del 2,4%).L’Italia si colloca al decimo posto, mentre i mercatieuropei più importanti rimangono la Germania (se-condo importatore mondiale, con una quotadell’8,1%) la Francia e il Regno Unito (settimo e ot-tavo importatore, rispettivamente con una quota del4% e del 3,8%).

357

ELETTROTECNICA STRUMENTALE

Tab. 4.18.4 - Elettrotecnica strumentale: Principali esportatori e importatori

Esportatori Importatori

Tasso medio Quota

Saldo 2002 Tasso medio QuotaClassifica annuo di crescita

2002(milioni Classifica annuo di crescita

1997-2002 di dollari) 1997-2002 2002

Stati Uniti 0,2 12,9 –10.647 Stati Uniti 4,2 17,8Germania 0,9 11,8 1.851 Germania 3,1 8,1Giappone – 2,8 9,9 9.780 Cina 16,2 6,5Cina 12,8 9,8 5.540 Messico 8,1 6,3Messico 7,0 8,2 3.058 Hong Kong 3,3 5,0Francia 0,2 5,5 2.504 Giappone 1,3 4,5Regno Unito – 2,3 4,1 124 Francia 0,9 4,0Taiwan 3,2 3,3 1.479 Regno Unito – 3,8 3,8Italia 0,7 3,1 553 Canada 1,5 3,7Hong Kong 4,9 2,6 –4.810 Italia 1,7 2,7Paesi Bassi 0,5 1,8 – 211 Corea del Sud 5,3 2,6Svizzera – 0,1 1,8 1.229 Taiwan 4,3 2,4Canada 2,7 1,8 –3.868 Singapore – 4,6 2,0Corea del Sud 2,8 1,7 –1.729 Spagna 5,7 1,9Belgio 1,2 1,6 – 317 Malaysia 0,9 1,9Spagna 4,6 1,6 – 771 Paesi Bassi – 0,3 1,8Austria 4,5 1,5 105 Belgio 0,6 1,7Malaysia 6,5 1,3 –1.257 Austria 3,4 1,4Svezia – 2,0 1,2 52 Brasile 4,0 1,3Ceca Rep 17,2 1,1 218 Svezia – 2,7 1,2

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Il settore ha registrato nel 2002 una crescita del fatturato piuttosto contenuta(+1,2%). Sul dato complessivo ha pesato l’andamento negativo che il comparto ha rea-lizzato nel corso dell’anno sui mercati esteri. Le prospettive per l’anno in corso non so-no ottimistiche. I mercati esteri risentono inoltre della forte riduzione degli investimen-ti del sistema finanziario americano, in difficoltosa ripresa dopo lo scandalo Enron e laconseguente perdita di credibilità anche per le altre società dei settore.

358

ELETTROTECNICA STRUMENTALE

Apparecchi perla produzione dienergia elettrica

(Ateco 31.1)

Tab. 4.18.5 - Apparecchi per la produzione di energia elettrica: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 1.164 1.179Esportazioni Milioni di euro 551 386Importazioni Milioni di euro 589 706Saldo commerciale Milioni di euro –38 –320

Fonte: Anie.

Il settore nel corso del 2002 ha riportato una variazione positiva del fatturatocomplessivo (+2,8%), anche se in rallentamento rispetto al corrispondente dato del2001. Sul tasso di crescita ha pesato il contenuto livello di commesse acquisite nel cor-so del 2001. L’ordinato del comparto dell’alta tensione ha continuato a mostrare nelcorso dell’anno segnali di ripresa, per effetto di un incremento della domanda pub-blica e privata. Il mercato della media tensione si è mostrato poco dinamico, a frontedi una domanda globalmente stabile e di una spesa per investimenti privati in fles-sione. Si segnala una leggera ripresa nel comparto degli elettrodotti dopo un prolun-gato periodo di stagnazione. L’alta tensione ha confermato anche nell’ultima partedell’anno un ordinato in decisa ripresa, con conseguenti previsioni ottimistiche per ilbiennio entrante.

Apparecchi perla trasmissione

di energiaelettrica

(Ateco 31.1)

Tab. 4.18.6 - Apparecchi per la trasmissione di energia elettrica: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 893 918Esportazioni Milioni di euro 357 373Importazioni Milioni di euro 266 256Saldo commerciale Milioni di euro 91 117

Fonte: Anie.

Il settore nel 2002 ha segnato una perdita del fatturato complessivo di dieci puntipercentuali circa. Le esportazioni si sono mantenute tendenzialmente stabili nel primosemestre dell’anno, grazie al positivo contributo del mercato in Medio Oriente, mahanno tuttavia chiuso l’anno in flessione (–7% rispetto all’anno precedente).L’andamento del comparto ha risentito delle perduranti rigidità sul fronte dei finanzia-

Apparecchi perla distribuzione

di energiaelettrica

(Ateco 31.20.1)

Tab. 4.18.7 - Apparecchi per la distribuzione di energia elettrica: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 2.176 1.958Esportazioni Milioni di euro 796 735Importazioni Milioni di euro 630 578Saldo commerciale Milioni di euro 166 157

Fonte: Anie.

menti pubblici e delle politiche di investimento, su cui hanno gravato gli effetti delletensioni internazionali. Il risultato positivo segnato dal portafoglio ordini nella secon-da parte dell’anno non è riuscito purtroppo ad invertire l’andamento annuo del setto-re, in calo del 10%.

Il settore ha mostrato nel corso del 2002 segnali di contrazione. Il fatturato com-plessivo è diminuito del 4%, mentre le esportazioni hanno registrato un calo del 10%.Le difficoltà, insorte a metà del 2001, si sono accentuate nel primo semestre dell’anno,e alle perdite di volume si è aggiunta una flessione dei prezzi. Nel dettaglio dei singolicomparti, i cavi energia di bassa tensione hanno registrato un andamento decrescentesia nei volumi che nei prezzi. Analogo l’andamento per i cavi energia di media tensio-ne ed i cavi per trasmissione dati e comandi, in flessione sui volumi, a fronte di un li-vello di prezzi sostanzialmente stabile. Le accentuate perdite segnate globalmente dalcomparto risultano tuttavia in buona misura imputabili al segmento cavi per telecomu-nicazioni, che ha mantenuto un pessimo andamento per tutto l’anno. I conduttori peravvolgimento hanno mostrato infine una situazione di stazionarietà, ad un livello mini-mo nei prezzi. L’occupazione, piuttosto stabile per le piccole e medie imprese, è dimi-nuita nelle grandi aziende.

359

ELETTROTECNICA STRUMENTALE

Cavi(Ateco 31.3)

Tab. 4.18.8 - Cavi: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 1.988 1.910Esportazioni Milioni di euro 1.173 1.061Importazioni Milioni di euro 582 523Saldo commerciale Milioni di euro 591 538

Fonte: Anie.

Il settore ha registrato nel 2002 una discreta crescita del fatturato complessivo(+4,2%). Andamenti in direzione opposta si sono manifestati a livello di sottocom-parti. È da segnalare un lieve incremento del fatturato per il comparto materiale dainstallazione ed una crescita più sostenuta per le batterie per auto. In flessione si so-no invece mostrati i comparti batterie industriali e strumenti da laboratorio, que-st’ultimo fortemente penalizzato dalla crisi delle telecomunicazioni. Il dato sulleesportazioni (+3,6%) conferma il buon andamento del settore anche sui mercatiesteri.

Componenti esistemi perimpianti(Ateco 31.4,31.62.1)

Tab. 4.18.9 - Componenti e sistemi per impianti: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 3.610 3.760Esportazioni Milioni di euro 688 713Importazioni Milioni di euro 656 572Saldo commerciale Milioni di euro 32 141

Fonte: Anie.

Il settore ha segnato nel 2002 una crescita del fatturato dell’8% circa, in decisa ac-celerazione rispetto all’andamento rilevato nell’anno precedente. Il dato sulle esporta-zioni (+3%) segnala che una spinta alla crescita è giunta anche dai mercati esteri. Unavariazione positiva delle importazioni di quattro punti percentuali rispetto ai valori re-

Illuminazione(Ateco 31.5)

gistrati nel 2001 ha contribuito ad una dinamica piuttosto sostenuta del mercato inter-no (+11,2%) per i tre comparti che compongono il settore: apparecchi, sorgenti lumi-nose e componenti.

360

ELETTROTECNICA STRUMENTALE

Tab. 4.18.10 - Illuminazione: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 3.886 4.196Esportazioni Milioni di euro 2.639 2.732Importazioni Milioni di euro 1.089 1.133Saldo commerciale Milioni di euro 1.550 1.599

Fonte: Anie.

Il settore ha mostrato nel corso del 2002 una discreta crescita del fatturato com-plessivo (+6%) ed un buon andamento delle vendite sui mercati esteri (+4,5%).L’andamento positivo è stato mantenuto dagli ordinativi degli anni precedenti e di ini-zio anno. Il comparto materiale rotabile, dopo anni di stagnazione, ha evidenziato nelprimo semestre dell’anno qualche segnale di ripresa sul mercato interno, a seguito dicommesse conferite da Trenitalia e da operatori privati. Gli ordini relativi alle reti di al-ta velocità ed ai programmi di ripotenziamento della rete nazionale hanno segnato unmomento favorevole per il comparto degli impianti fissi (segnalamento ed elettrifica-zione), nonostante si segnali un rallentamento delle commesse per gli impianti di elet-trificazione.

Trasportiferroviari ed

elettrificati(Ateco 31.62.1)

Tab. 4.18.11 - Trasporti ferroviari ed elettrificati: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 1.459 1.547Esportazioni Milioni di euro 518 541Importazioni Milioni di euro 47 42Saldo commerciale Milioni di euro 471 499

Fonte: Anie.

Il 2002 si è confermato un anno positivo per il setto-re degli strumenti di precisione, che nonostante la de-bolezza del quadro congiunturale ha mantenuto unprofilo di crescita decisamente più vivace rispetto al-la media manifatturiera, proseguendo una tendenzaespansiva avviatasi nei primi anni Novanta. La pro-duzione ha infatti mostrato un aumento dell’1,2% aprezzi costanti, portando il fatturato settoriale oltre i14 miliardi di euro. Analogamente a quanto regi-strato in altre fasi negative del ciclo, i produttori ita-liani di strumenti di precisione sono stati in grado dicontrastare l’indebolimento degli ordini, sia interniche esteri, garantendosi un miglior controllo del mer-cato interno – come evidenzia il calo dell’import pe-netration – e limitando le perdite sui mercati esteri.Il processo di specializzazione che caratterizza il set-tore a livello internazionale ha portato le imprese ita-liane a concentrarsi su alcune produzioni, nelle qua-li evidenziano una buona competitività. L’industriaitaliana non appare tuttavia in grado di soddisfare –anche in termini di quantità, oltreché di varietà –tutti i segmenti di domanda, così che il settore mostraun grado di apertura commerciale alimentato daglielevati scambi intra-industry, più elevato rispettoalla media manifatturiera.

Nel 2002 la domanda interna è risultata in calo, ri-sentendo della minore propensione alla spesa siadelle famiglie sia delle imprese industriali (princi-palmente produttrici di beni d’investimento), ten-denza parzialmente contrastata, per queste ultime,dagli incentivi della Tremonti bis. Il mantenimentodi una positiva evoluzione della domanda attivatadai settori non industriali (utility, edilizia e, per ciòche riguarda il comparto degli elettromedicali, sani-tà), benché in rallentamento rispetto al 2001, ha per-tanto potuto solo limitare la caduta del mercato in-terno. Il calo della domanda interna ha comunquepenalizzato principalmente anche i fornitori esteri,portando ad una caduta delle importazioni superio-re al 4% (a prezzi costanti) nella media del 2002.Tale caduta ha colpito principalmente i produttoridell’Europa occidentale e del Nord America, da cuiprovengono circa i due terzi delle importazioni ita-liane, mentre si sono mantenuti in crescita gli ac-quisti dai paesi dell’Europa centro-orientale e del-l’Asia.Nonostante l’indebolimento della domanda mondia-le, le imprese italiane sono riuscite a contenere le per-dite sui mercati esteri: i successi conseguiti dagliesportatori nazionali sui mercati dell’Europa centro-

361

STRUMENTI DI PRECISIONE

4.19. Strumenti di precisione

Tab. 4.19.1 - Strumenti di precisione: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 14.622 3,5 2,3 1,4Esportazioni 6.786 7,3 8,4 – 1,0Importazioni 7.786 9,1 2,8 – 4,3Disponibilità interna 15.622 4,5 0,1 – 0,5

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 120,1 129,5 131,3Variazione del grado di utilizzo (%) 1,2 0,2 0,0

Costi e prezziCosti operativi 2,4 1,1 0,2Prezzi alla produzione 2,2 0,9 0,1

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) – 713 –1.278 – 999Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) – 5,7 – 8,1 – 6,4Quota della produzione esportata (%) (b) 41,7 47,9 46,7Propensione all’importazione (%) (b) (d) 44,7 51,9 49,9

Numero di addetti (migliaia) 106,3 119,5 117,9

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

362

STRUMENTI DI PRECISIONE

Fig. 4.19.1 - Strumenti di precisione:Produzione e grado di copertura della domanda interna(Prezzi 1995)

10

10,5

11

11,5

12

12,5

13

13,5

14

92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 020,86

0,88

0,90

0,92

0,94

0,96

0,98

1,00

1,02

Produzione (P, miliardi di euro)Produzione/Disponibilità (P/D)

Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

P PD

Fig. 4.19.2 - Strumenti di precisione:Indici della produzione industriale (a)

80

90

100

110

120

130

140

150

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

UeGermaniaSpagnaFranciaRegno Unito

(a) Indici base 1995.Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat.

Fig. 4.19.3 - Strumenti di precisione:Contributo % alla variazione delle esportazioni per areageografica (a)

-4 -2 0 2 4

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

Fig. 4.19.4 - Strumenti di precisione:Contributo % alla variazione delle importazioni per areageografica (a)

-4 -2 0 2 4

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

orientale, del Mediterraneo e Medio Oriente e suquelli asiatici hanno infatti permesso alle esportazio-ni di contenere la caduta nell’ordine dell’1%, a prez-zi costanti. La quota di fatturato realizzata all’estero,cresciuta significativamente negli ultimi anni, si èpertanto mantenuta elevata (prossima al 50%).La sostanziale tenuta delle esportazioni, in presenzadi una caduta delle importazioni, ha consentito unmiglioramento dei conti con l’estero; il saldo com-merciale si mantiene comunque in deficit, con unpassivo prossimo al miliardo di euro.La necessità di salvaguardare le quote di mercato haimposto alle imprese italiane di mantenere politichedi prezzo accorte, in particolare sui mercati esteri,dove si sono trovate a scontare anche la minore com-petitività di prezzo conseguente all’apprezzamentodell’euro. Grazie alla debole crescita dei costi opera-tivi – in questo caso favorita dall’apprezzamentodell’euro, che ha permesso di contenere i costi di ap-provvigionamento per gli input d’importazione – lacaduta del mark up è stata comunque contenuta.Nell’ambito europeo, soltanto la Francia ha regi-strato nel 2002 un aumento dell’indice di produzio-ne rispetto al 2001: la media Ue è rimasta stabile ailivelli già raggiunti nel 2001, mentre nelle altremaggiori economie si è verificata una contrazionedella produzione che è stata particolarmente rile-vante in Spagna, dove la produzione è scesa sotto ilivelli di otto anni fa.Nel 2002 la domanda mondiale di importazioni è

rimasta sostanzialmente costante rispetto al 2001.In tale contesto, anche la quota dell’Italia sui mer-cati internazionali non ha registrato variazioni dirilievo, confermando un valore pari a 2,7. Tale an-damento è comune a tutti i maggiori concorrenti eu-ropei, mentre Stati Uniti e Giappone registrano unariduzione della quota di mercato sulle importazionimondiali, passando rispettivamente dal 21,8 al 20,5e dall’11,4 al 10,8. Altre economie avanzate e restodel mondo mostrano invece una crescita delle rispet-tive quote.La quota dell’Italia nel settore è cresciuta fino al1996, pur rimanendo ad un livello contenuto, men-tre si è ridotta fra il 1996 e il 2002, nonostante si ri-levi un’espansione accentuata fra il 1995 e il 1996 efra il 2000 e il 2001.Analizzando i dati dettagliati sull’andamento dellaquota sulle importazioni mondiali nell’ultimo ven-tennio nei singoli paesi, si può notare come l’Italiaregistri un incremento della quota mondiale (dal 2,5al 2,7), mentre i maggiori concorrenti europei e ilGiappone mostrano riduzioni consistenti: la quotascende da 5,1 a 3,8 in Francia, da 18,8 a 10,8 inGiappone, da 13,5 a 11,6 in Germania e da 7,2 a5,2 nel Regno Unito.Tutto questo va a vantaggio delresto del mondo, che vede un incremento della pro-pria quota dal 5,5 al 18,2. L’indicatore di competiti-

363

STRUMENTI DI PRECISIONE

Fig. 4.19.5 - Strumenti di precisione:Tasso di crescita della domanda mondiale e quota dimercato dell’Italia

-5

0

5

10

15

20

90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02*2

2,2

2,4

2,6

2,8

3

3,2

Domanda mondialeQuota Italia (scala destra)

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

Fig. 4.19.6 - Strumenti di precisione:Tasso di cambio della lira, prezzi relativi e saldo normalizzato

-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02

Saldo Normalizzato

Tasso di cambio effettivo realePrezzi relativiCambio nominale

1,2

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ocse.

Fig. 4.19.7 - Strumenti di precisione:Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree

0

1

2

3

4

5

6

7

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002(*)0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1,2

Resto AfricaMediterraneo e Medio Oriente

Europa occidentaleNord America

Europa centro-orientaleSud America

Asia (a)

7

8

(a) Scala destra.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

vità – prezzo descritto dal tasso di cambio reale – in-dica che le imprese del settore in Italia beneficianodi prezzi relativi in leggera diminuzione.Se si esamina l’andamento della quota di esporta-zioni dell’Italia disaggregato per le diverse aree dimercato, si può osservare come le imprese del setto-re, dal 1997 al 2002, abbiano migliorato la loro po-sizione nei mercati del Mediterraneo, dove la quotarisulta essere del 6,1, e in Asia, dove però la quota èmolto più ridotta (1,1), mentre hanno registrato uncalo sostanziale in Europa occidentale, in SudAmerica e in Africa, e hanno mantenuto un livellosostanzialmente costante in Europa centro-orientalee in Nord America. La riduzione in Europa occiden-tale è parzialmente imputabile alla crescita dellaconcorrenza della Cina, mentre si osserva una fles-

sione della quota di esportazioni di Stati Uniti eGiappone in questo mercato. La flessione della quo-ta di esportazioni italiane in Sud America è dovutaalla crescita della quota del Nord America, mentre èda notare come la competitività dell’Italia nel mer-cato del Mediterraneo sia in linea con una generaleespansione dei paesi dell’Unione europea (soprat-tutto Germania e Regno Unito) in tale area.Per valutare la competitività delle imprese italianenel settore degli strumenti di precisione a livellomondiale, è utile analizzare la classifica dei primiesportatori nel settore fra il 1997 e il 2002. L’Italiarisulta essere il decimo esportatore nella classificamondiale, con una quota del 2,7.Tuttavia, se si ana-lizza il saldo settoriale, il paese è il sesto peggiore do-po Canada, Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e

364

STRUMENTI DI PRECISIONE

Tab. 4.19.2 - Strumenti di precisione: Quote di mercato sulle importazioni mondiali

Aree 1991-1995 1996-1998 1999-2000 2001 2002 (a)

Italia 3,0 2,9 2,6 2,7 2,7Francia 5,0 4,3 4,5 4,6 4,7Germania 13,2 11,9 10,8 11,0 11,6Regno Unito 6,5 6,5 5,3 5,2 5,2Stati Uniti 18,6 20,1 21,7 21,8 20,5Giappone 16,7 14,3 13,2 11,4 10,8Altre economie avanzate 28,9 28,8 26,3 25,5 26,2Resto del mondo 8,0 11,2 15,7 17,8 18,2

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (Statistics Canada), 1991-1998 e su dati Ice (fonte Gti), 1999-2002.

Tab. 4.19.3 - Strumenti di precisione:Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2002 (a)

EuropaEuropa Mediter-

Nord SudAsia

RestoPaesioccidentale

centro- raneo eAmerica America

eAfricaorientale Medio Oriente Oceania

97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02

Italia 4,6 3,9 6,7 6,8 4,6 6,0 2,4 2,1 3,3 2,1 1,0 1,1 3,5 3,3Francia 7,4 7,8 5,0 5,6 11,5 12,0 3,3 3,1 2,7 2,0 2,9 1,8 11,2 12,7Germania 15,9 16,2 34,1 36,0 9,2 15,6 8,7 9,7 8,3 7,0 5,5 5,8 11,4 17,9Regno Unito 8,2 7,0 5,6 5,1 17,6 10,5 5,6 5,9 1,9 1,4 3,4 2,8 13,9 11,2Resto Ue 18,3 18,2 16,8 20,2 6,3 9,7 6,7 11,4 5,3 5,8 4,3 5,5 11,4 12,5Nord America 20,0 21,7 7,8 7,8 19,2 17,3 20,7 17,8 50,8 57,2 23,6 21,9 14,7 14,3Sud America 0,1 0,3 0,1 0,1 0,1 0,1 7,7 11,9 3,0 2,5 0,1 0,1 0,3 0,3Giappone 7,2 5,1 2,2 2,0 5,4 4,1 19,5 13,0 5,8 3,8 19,0 18,6 5,4 3,8Cina 3,8 4,3 1,7 3,9 6,3 6,0 8,6 7,8 3,8 3,9 7,4 7,9 3,4 5,1Est Asia 4,3 3,1 1,4 1,5 5,0 3,3 9,1 6,5 4,2 2,2 13,5 15,7 3,9 2,6

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

365

STRUMENTI DI PRECISIONE

Taiwan. Guardando ai saldi, la Germania è il primoesportatore netto, seguito da Svizzera, Giappone eStati Unti. In questo settore l’Europa appare esseremolto competitiva: l’Italia rivela un’elevata propen-sione alle importazioni, che sono dirette sempre piùa soddisfare una crescente domanda interna, prove-niente sia dal mercato consumer, sia dall’industria.Il settore degli strumenti di precisione si caratteriz-

za per un elevato grado di specializzazione la cuiprincipale conseguenza è quella di generare scambicommerciali intrasettoriali. In un contesto di cresci-ta sostenuta, l’industria italiana degli strumenti diprecisione risulta essere competitiva a livello mon-diale, in particolare per quanto concerne il compar-to degli occhiali e montature, che rappresenta uno

dei comparti trainanti l’intero settore nel paese, equello degli apparecchi medicali. Nel primo casol’Italia è il primo esportatore mondiale con una quo-ta del 27,4 (a fronte di una quota della Cina del 25,5e degli Stati Uniti del 7,1) e ha registrato un tassodi crescita delle esportazioni fra il 1997 e il 2002 del4,3 (6,6 fra 2001 e 2002). Nel secondo mantiene unbuon livello di crescita ed è attualmente l’undicesi-mo esportatore mondiale, con una quota del 4,2 acui corrisponde un tasso di crescita annua fra il1997 e il 2002 del 5,3 (9,8 fra 2001 e 2002). Anchenel segmento strumenti di misura e controllo l’Italiarisulta essere all’undicesimo posto, con una quotadel 3,2, che si è andata riducendo negli anni a untasso dello 0,7%.

Tab. 4.19.4 - Strumenti di precisione: Principali esportatori e importatori

Esportatori Importatori

Tasso medio Quota

Saldo 2002 Tasso medio QuotaClassifica annuo di crescita

2002(milioni Classifica annuo di crescita

1997-2002 di dollari) 1997-2002 2002

Stati Uniti 3,8 20,9 4.176 Stati Uniti 7,7 18,1Germania 5,4 11,9 8.225 Germania 3,2 6,9Giappone 0,1 11,0 6.774 Giappone 2,4 6,8Cina 5,6 6,3 – 308 Cina 26,2 6,4Svizzera 4,4 6,0 7.067 Regno Unito 3,6 5,3Regno Unito 1,0 5,4 – 176 Francia 3,9 5,1Francia 3,2 4,8 – 651 Hong Kong – 1,3 4,6Paesi Bassi 7,3 4,2 1.859 Canada 4,3 3,6Hong Kong – 0,9 3,1 -2.595 Italia 3,2 3,4Italia 2,6 2,8 -1.232 Taiwan 1,0 3,2Messico 16,6 2,7 347 Paesi Bassi 4,7 3,1Taiwan 12,0 2,2 –1.717 Corea del Sud 0,0 2,9Irlanda 14,5 1,8 1.655 Messico 12,6 2,4Belgio 6,4 1,5 – 662 Singapore 2,0 2,1Canada 3,5 1,4 –3.834 Spagna 3,8 1,9Svezia 3,4 1,3 388 Belgio 4,0 1,8Singapore 6,4 1,2 –1.739 Svizzera 4,4 1,8Danimarca 4,5 1,1 789 Australia 2,3 1,4Malaysia 8,4 1,1 – 131 Malaysia 0,8 1,1Corea del Sud – 4,1 0,9 –3.567 Svezia 1,1 1,1

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Il settore ha registrato nel 2002 una crescita del fatturato complessivo (+7,2%), ri-spetto all’anno precedente. La crescita si è mantenuta nel corso dell’anno anche sulversante delle esportazioni (+10,8%), con una buona dinamica registrata in particola-re nell’ultimo trimestre dell’anno. Nonostante l’andamento positivo, si segnalano tut-tavia le persistenti difficoltà per il comparto connesse ai ritardi nei pagamenti delleforniture da parte degli enti del Servizio sanitario nazionale. In alcune regioni, tra lepiù significative per la spesa in tecnologie biomediche, tali ritardi hanno superato i tre-cento giorni.

366

STRUMENTI DI PRECISIONE

Apparecchielettromedicali(Ateco 33.10.1)

Tab. 4.19.5 - Apparecchi elettromedicali: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 803 861Esportazioni Milioni di euro 152 168Importazioni Milioni di euro 364 371Saldo commerciale Milioni di euro –212 –203

Fonte: Anie.

Il settore ha registrato nel 2002 una discreta crescita della produzione, trainata dal-lo sviluppo dell’attività all’estero, in particolare nell’area mediterranea e in quelladell’Europa orientale. Per quanto riguarda il mercato interno, la situazione si è presen-tata più critica in quanto il settore è ancora in attesa dell’emanazione del regolamentodi attuazione della legge 236/91. Le previsioni per il 2003 sono moderatamente ottimi-stiche.

Misuratori pergas

(Ateco 33.20.2)

Tab. 4.19.6 - Misuratori per gas: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 28,4 31,0Esportazioni Milioni di euro 10,3 11,8Numero di addetti Unità 200 200

Fonte: Anima.

I valori rilevati per il 2002 confermano le previsioni formulate l’anno precedente. Ilsettore ha, infatti, registrato una forte contrazione dell’attività. In particolare vi è stataun’apprezzabile flessione del mercato interno ed una netta diminuzione del livello dioccupazione. Le esportazioni sono rimaste stazionarie. Le previsioni per il 2003 riman-gono nel complesso decisamente negative.

Regolatori pergas

(Ateco 33.20.2)

Tab. 4.19.7 - Regolatori per gas: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 11,8 10,6Esportazioni Milioni di euro 8,6 8,6Numero di addetti Unità 150 130

Fonte: Anima.

Nel 2002 il settore ha registrato una flessione della produzione dell’8,4%, alla qualesi è accompagnata un’ulteriore contrazione dei prezzi dei prodotti. Un andamento nega-tivo ha caratterizzato anche le esportazioni e l’occupazione. Le previsioni per il 2003, an-che se non particolarmente rosee, indicano una possibile inversione di tendenza.

367

STRUMENTI DI PRECISIONE

Contatori perl’acqua(Ateco 33.20.2)

Tab. 4.19.8 - Contatori per l’acqua: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Milioni di euro 37,1 34,0Esportazioni Milioni di euro 19,1 18,1Numero di addetti Unità 192 178

Fonte: Anima.

Sistemi disicurezza e diautomazionedegli edifici(Ateco 33.3)

Automazione emisura(Ateco 33.3)

Tab. 4.19.9 - Automazione e misura: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 3.130 3.100Esportazioni Milioni di euro 845 828Importazioni Milioni di euro 1.330 1.325Saldo commerciale Milioni di euro –485 –497

Fonte: Anie.

Il settore ha registrato nel 2002 una flessione del fatturato complessivo di un pun-to percentuale circa. Nel dettaglio dei singoli comparti si segnala l’andamento in lieveespansione nel corso dell’anno per strumenti di misura, controllo di processo, automa-zione del traffico e trasporti. Non positivo invece l’andamento annuale per azionamen-ti elettrici, gruppi statici di continuità e reti di pubblica utilità. Il settore ha mostrato se-gnali di contrazione anche sul fronte delle esportazioni, dove la flessione è risultata del2% circa.

Nel corso del 2002 il settore ha mostrato una crescita del fatturato pari al 2% circa,mentre le esportazioni, che hanno mantenuto un discreto andamento nel corso del-l’anno, sono cresciute del 6,7%. Le importazioni si sono ridotte di venti punti percen-tuali circa ed il dato sul mercato interno non si è discostato dai livelli segnati nel 2001.Nel dettaglio dei singoli comparti si è segnalato un incremento di fatturato per il con-trollo accessi e la videosorveglianza, sostanziale stabilità per l’antincendio, ed una fles-sione per il sottocomparto dell’antintrusione.

Tab. 4.19.10 - Sistemi di sicurezza e di automazione degli edifici: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 1.670 1.700Esportazioni Milioni di euro 193 206Importazioni Milioni di euro 69 55Saldo commerciale Milioni di euro 124 151

Fonte: Anie.

Secondo i dati forniti dalla competente Associazione di categoria (Assottica-Assomep), nel 2002 il settore ha registrato nel complesso un fatturato di 112 milioni dieuro, con un incremento del 10% rispetto al 2001. Si conferma il ruolo trainante dellelenti disposable (a sostituzione mensile, quindicinale e giornaliera) che hanno costituitol’85% del mercato; in particolare le lenti giornaliere hanno registrato un aumento divendite del 18% con 72 milioni di unità vendute. Le lenti a contatto toriche, multifoca-li, a porto e cosmetiche hanno ottenuto risultati positivi di vendite, mentre il mercatodelle lenti a contatto rigide gas permeabili e morbide ha realizzato un andamento sta-bile. Il mercato dei sistemi per la manutenzione delle lenti a contatto ha registrato unfatturato di 36 milioni di euro. In crescita il comparto delle soluzioni uniche e dei pro-dotti risciacquanti. L’andamento positivo del settore è stato sostenuto dagli elevati livel-li tecnologici raggiunti dalle aziende produttrici di lenti a contatto e di sistemi di manu-tenzione.

368

STRUMENTI DI PRECISIONE

Lenti a contattoe sistemi per lamanutenzione(Ateco 33.40.2)

369

AUTOVEICOLI

Nel 2002, il settore degli autoveicoli ha proseguitonella fase di forte contrazione dei livelli di attivitàavviatasi nel 2001. Penalizzata dalla negativa evo-luzione delle vendite, sia sul mercato interno che suquelli esteri, la produzione settoriale ha infatti mo-strato una caduta superiore al 7% a prezzi costanti,nonostante i segnali di miglioramento che hanno ca-ratterizzato gli ultimi mesi dell’anno. La negativaevoluzione del biennio 2001-02 ha così vanificato lafase espansiva registrata, pur con qualche battutad’arresto, nella seconda metà degli anni Novanta,riportando il fatturato settoriale — sceso a livelliprossimi ai 43 miliardi di euro — su valori inferio-ri a quelli del 1995.La domanda interna ha risentito della contrazionedel mercato automobilistico, che nonostante il forterecupero registrato a dicembre dalle immatricolazio-ni (+50%), nella media del 2002 ha mostrato unacaduta prossima al 6% (in unità), secondo le stimediffuse dal Ministero delle Infrastrutture e deiTrasporti. A condizionare la negativa evoluzionedelle immatricolazioni di autovetture sono statiprincipalmente gli acquisti delle imprese, che scon-tando il forte rinnovo del parco negli ultimi annihanno mostrato una caduta prossima al 12%; le

vendite alle famiglie hanno invece mostrato unaflessione del 3,5%, relativamente contenuta grazieagli impulsi positivi offerti al mercato negli ultimimesi dell’anno dall’approssimarsi della scadenzadegli eco-incentivi. La debolezza della congiunturaeconomica non è invece risultata un freno per il mer-cato dei veicoli industriali e commerciali; questocomparto d’investimento è stato infatti quello chepiù ha beneficiato degli incentivi della leggeTremonti bis, mostrando una forte crescita in parti-colare nel segmento dei veicoli leggeri (fino a 3,5tonnellate di peso), che grazie anche al lancio di nuo-vi modelli hanno mostrato un aumento del 17%.Positivi, anche se meno dinamici, gli acquisti di vei-coli pesanti (+2,4%).Gli scambi con l’estero hanno continuato a contri-buire negativamente allo sviluppo della produzione,scontando l’accentuazione delle pressioni competiti-ve indotte dal calo della domanda europea. Le espor-tazioni hanno mostrato una flessione di poco infe-riore al 3% (a prezzi costanti), risentendo del calodelle vendite registrato sui mercati dell’Europa occi-dentale, ai quali è destinato oltre il 75% dei flussi diexport in valore, e dell’America Latina; in crescitasono invece risultate le vendite dirette alle restanti

4.20. Autoveicoli

Tab. 4.20.1 - Autoveicoli: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 43.215 3,4 –11,3 – 7,3Esportazioni 19.044 7,9 1,2 – 2,8Importazioni 30.276 11,8 8,0 5,7Disponibilità interna 54.447 5,1 – 6,8 – 2,2

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 91,1 89,9 87,5Variazione del grado di utilizzo (%) 3,8 – 9,0 – 4,8

Costi e prezziCosti operativi 2,3 1,0 – 0,1Prezzi alla produzione 2,2 – 0,4 0,5

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) –4.315 –8.974 –11.232Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) – 10,7 – 18,6 – 22,6Quota della produzione esportata (%) (b) 34,1 42,3 44,3Propensione all’importazione (%) (b) (d) 39,5 51,6 55,8

Numero di addetti (migliaia) 181,4 171,3 166,9

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

370

AUTOVEICOLI

Fig. 4.20.1 - Autoveicoli:Produzione e grado di copertura della domanda interna(Prezzi 1995)

34

39

44

49

54

92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 020,79

0,84

0,89

0,94

0,99

Produzione (P, miliardi di euro)Produzione/Disponibilità (P/D)

Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

P PD

Fig. 4.20.2 - Autoveicoli:Indici della produzione industriale (a)

90

100

110

120

130

140

150

160

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

UeGermaniaSpagna

Francia

Regno Unito

(a) Indici base 1995.Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat.

Fig. 4.20.3 - Autoveicoli:Contributo % alla variazione delle esportazioni per areageografica (a)

-4 -2 0 2

20022001

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa

occidentale

Europa

centro-orientale

Mediterraneo e

M. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

Fig. 4.20.4 - Autoveicoli:Contributo % alla variazione delle importazioni per areageografica (a)

-5 0 5 10

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa

occidentale

Europa

centro-orientale

Mediterraneo e

M. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

aree, evidenziando gli sforzi delle imprese italianeper diversificare gli sbocchi commerciali. La cadutadella domanda interna non ha impedito alle impor-tazioni di continuare a crescere (+5,7% a prezzi co-stanti), portando la quota di mercato soddisfatta daprodotti realizzati all’estero al 56%. L’aumento del-le importazioni è stato trainato dalla crescita degliacquisti da produttori dell’Europa occidentale, chein presenza di un mercato domestico cedente hannoattuato politiche più aggressive sul mercato italiano;anche le imprese asiatiche e nordamericane hannocomunque guadagnato quote sul mercato italianonel corso del 2002. Il deficit commerciale settorialesi è pertanto ampliato significativamente, arrivandoa superare gli 11 miliardi di euro.Nel 2002 la dinamica costi-prezzi ha comunqueconsentito all’industria italiana degli autoveicoli unlieve recupero dei margini unitari, insufficiente, tut-tavia, a permettere un riequilibrio delle condizionieconomico-finanziarie del settore. La debolezza dellequotazioni internazionali dei principali input pro-duttivi – e in particolare dell’acciaio piano, i cui cor-si in dollari hanno evidenziato solo un modesto re-cupero rispetto ai minimi del 2001 – e il rafforza-mento dell’euro hanno infatti mantenuto i costi ope-rativi sostanzialmente stabili, mentre i prezzi allaproduzione, si sono caratterizzati per una debole ac-celerazione.La crescita del settore degli autoveicoli che ha carat-terizzato l’ultimo quinquennio si è arrestata nel2002 nell’intera Europa: la produzione dell’Unioneeuropea è rimasta sostanzialmente stabile intorno aivalori del 2001.A partire dal 1996, la domanda mondiale di auto-veicoli è cresciuta a ritmo più contenuto rispetto aquello osservato nel decennio precedente, e addirit-tura negativo nel 2001. Nell’ultimo anno si è osser-vata una ripresa che ha riportato la domanda sui li-velli degli anni immediatamente precedenti. In par-ticolare, la domanda di importazioni è cresciuta trail 1997 e il 2001 a tassi sostenuti negli Stati Uniti(di gran lunga il mercato più ampio) e soprattutto inCina e Messico, mentre è rimasta stagnante inGermania e in molti paesi europei (eccetto laFrancia) ed è addirittura diminuita in Giappone.Nel 2002 è rallentata la crescita della domanda sta-tunitense e messicana, mentre si sono osservati sin-tomi di ripresa nel Regno Unito, in Germania eCanada. Per quanto riguarda l’Italia, che rimane ilsesto mercato mondiale, la crescita della domanda diimportazioni resta su livelli relativamente elevati ri-spetto agli altri grandi paesi europei (sempre conl’eccezione della Francia), anche grazie alle politichedi incentivazione, ma ha mostrato un forte rallenta-mento nel corso di quest’anno.In questo quadro, la quota delle esportazioni italia-ne sulla domanda mondiale presenta una decisa

371

AUTOVEICOLI

Fig. 4.20.5 - Autoveicoli:Tasso di crescita della domanda mondiale e quota dimercato dell’Italia

-2

0

2

4

6

8

10

12

14

90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02*2,5

3

3,5

4

4,5

Domanda mondiale

Quota Italia (scala destra)

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

Fig. 4.20.6 - Autoveicoli:Tasso di cambio della lira, prezzi relativi e saldo normalizzato

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02

Saldo normalizzatoTasso di cambio effettivo realePrezzi relativiCambio nominale

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ocse.

Fig. 4.20.7 - Autoveicoli:Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree

0

2

4

6

8

10

12

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002(*)0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

Resto Africa

Asia

Europa occidentale Europa centro-orientaleMediterraneo e Medio Oriente

Sud AmericaNord America (a)

(a) Scala destra.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

tendenza alla flessione, analoga a quella osservatanella prima metà degli anni Ottanta e più pronun-ciata di quanto osservabile in altri paesi (con la so-la eccezione del Giappone, dove si assiste ad un ve-ro e proprio crollo). In effetti, i principali paesi in-dustrializzati hanno subito una lieve erosione delleloro quote fino al 2001. Il 2002 sembra mostrareuna inversione di tendenza, con la sola eccezionedell’Italia. Più in generale, sia le quote dei principa-li paesi sia la quota delle altre economie avanzatenel complesso restano nell’ultimo decennio sostan-zialmente stabili, mentre cresce impetuosamente ilresto del mondo e declinano Giappone ed Italia.Germania, Giappone e Stati Uniti restano comun-que i primi esportatori mondiali, nonostante questiultimi due paesi registrino tassi di crescita del pro-prio export molto bassi tra il 1997 ed il 2001. La

Germania invece mostra tassi di crescita sempre so-stenuti. Tuttavia si osserva un significativo processodi mutamento della geografia dell’industria auto-mobilistica, legato in larga misura alle strategie didecentramento produttivo e di estensione delle reti disub-fornitura delle grandi case automobilistiche, daun lato ed alle politiche nazionali e regionali di at-trazione degli investimenti diretti esteri. Si manife-sta così la rapidissima crescita di paesi come ilMessico (ormai il sesto esportatore mondiale che be-neficia in particolare degli accordi di libero scambiocon gli Stati Uniti) e la Cina, la Repubblica Ceca, laPolonia, l’Ungheria, che detengono tuttavia quotepiuttosto limitate. Data la modesta crescita dell’ex-port, l’Italia è attualmente il decimo esportatoremondiale, preceduta anche dalla Spagna e dalBelgio.

372

AUTOVEICOLI

Tab. 4.20.2 - Autoveicoli: Quote di mercato sulle importazioni mondiali

Aree 1991-1995 1996-1998 1999-2000 2001 2002 (a)

Italia 3,8 3,9 3,3 3,2 3,1Francia 7,4 6,9 6,9 6,9 7,2Germania 19,0 18,3 16,9 18,0 18,5Regno Unito 4,2 4,9 4,6 3,9 4,4Stati Uniti 11,5 11,7 11,8 11,4 11,3Giappone 20,2 15,6 15,2 14,2 14,9Altre economie avanzate 28,0 29,6 29,5 28,9 28,3Resto del mondo 5,9 9,1 11,9 13,6 12,4

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer, (Statistics Canada), 1991-1998 e su dati Ice (fonte Gti), 1999-2002.

Tab. 4.20.3 - Autoveicoli: Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2002 (a)

EuropaEuropa Mediter-

Nord SudAsia

RestoPaesioccidentale

centro- raneo eAmerica America

eAfricaorientale Medio Oriente Oceania

97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02

Italia 6,0 5,4 8,7 6,1 3,6 2,9 0,5 0,5 3,5 1,4 1,8 1,6 3,2 2,9Francia 13,2 13,4 8,3 11,6 7,6 11,3 0,6 0,5 2,8 2,4 1,8 2,3 9,9 9,6Germania 24,8 24,7 37,2 47,6 14,4 14,7 7,5 9,8 5,0 7,1 16,0 17,8 13,9 29,0Regno Unito 8,4 6,6 3,1 3,1 3,7 2,2 1,8 2,8 2,7 1,6 6,2 3,5 9,2 7,7Resto Ue 30,2 28,6 19,6 21,5 8,0 6,6 2,7 2,3 4,8 5,0 5,5 6,0 13,2 16,5Nord America 3,3 3,5 2,3 1,0 14,4 9,7 50,4 43,5 39,5 43,5 15,1 11,4 7,0 6,4Sud America 0,6 0,6 0,6 0,2 0,6 0,6 12,1 14,4 23,3 13,4 0,3 0,9 3,1 3,3Giappone 6,9 5,0 5,0 3,7 33,1 31,5 21,8 22,1 13,7 10,8 38,3 36,2 30,2 20,6Cina 0,1 0,3 0,0 0,2 0,3 1,5 0,2 0,6 0,1 0,3 2,7 4,4 0,9 1,1Est Asia 1,7 1,3 8,0 1,9 6,8 8,1 2,0 4,1 4,7 3,0 11,5 10,8 8,1 2,8

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Disaggregando gli andamenti delle esportazioni peraree geografiche, si osserva il vistoso deterioramen-to della posizione italiana nei paesi dell’Europa cen-tro-orientale (Peco), diventati il principale mercatodi sbocco dopo la forte crescita registrata negli anniOttanta. La posizione italiana declina drasticamen-te anche in Sud America e nell’area mediterranea emedio-orientale. Il peggioramento della performan-ce italiana è meno pronunciato, ma comunque si-gnificativo in tutte le altre aree con l’eccezione delNord America, dove peraltro la quota è in assolutomolto bassa. Il deterioramento della performancedell’industria italiana è sintetizzato dall’aggravarsidel deficit commerciale a partire dal 1995.Tra gli altri paesi concorrenti, solo il Regno Unitoed il Giappone mostrano una analoga perdita diquote di mercato generalizzata su tutte le aree geo-grafiche.Viceversa, Germania e Francia guadagna-no quote in tutto il mondo. Anche l’industria nordamericana subisce flessioni delle proprie quote dimercato in diversi mercati, ma la perdita è partico-larmente vistosa sul mercato interno ed è parzial-mente compensata dalla crescita in Sud America edin Africa. Inoltre, occorre osservare simmetrica-mente la fortissima espansione dei paesi sudame-

ricani sia sul mercato domestico che in NordAmerica. Per quanto riguarda i paesi asiatici, laposizione dei paesi dell’Asia Orientale si deterioraovunque, ma migliora nel Nord America e nell’a-rea mediterranea. La Cina guadagna quote di mer-cato in tutto il mondo, ma soprattutto sui mercatiasiatici.Il declino dell’industria degli autoveicoli italiananon è limitato strettamente al caso dell’automobile.Anche se in misura molto meno pronunciata rispet-to all’auto, anche nel comparto dei motocicli e moto-ciclette, dove l’Italia è il secondo esportatore mon-diale, la quota italiana sulle esportazioni mondialimostra una lenta ma sistematica tendenza alla fles-sione, passando dal 12,3% nel 1997 al 10,7% nel2002. Il deterioramento della posizione italiana nelcomparto dei ciclomotori e delle motociclette è con-fermato dalla continua riduzione del saldo commer-ciale. Anche la quota giapponese mostra una forteriduzione, mentre cresce in modo esplosivo la Cina,che passa da una quota pari all’ 1,3% all’ 8% nel pe-riodo considerato, supera gli Stati Uniti e si avvici-na all’Italia. La forte crescita del Belgio e dellaSpagna conferma il progressivo rafforzamento diquesti due paesi nel settore degli autoveicoli.

373

AUTOVEICOLI

Tab. 4.20.4 - Autoveicoli: Principali esportatori e importatori

Esportatori Importatori

Tasso medio Quota

Saldo 2002 Tasso medio QuotaClassifica annuo di crescita

2002(milioni Classifica annuo di crescita

1997-2002 di dollari) 1997-2002 2002

Germania 6,1 18,5 54.809 Stati Uniti 7,6 27,7Giappone 2,5 14,9 69.352 Germania 3,4 8,0Stati Uniti 1,6 11,3 –85.750 Canada 3,1 7,7Canada 4,0 9,4 8.410 Regno Unito 4,5 7,4Francia 4,8 7,2 9.355 Francia 6,6 5,4Messico 8,7 5,0 7.746 Italia 4,7 4,6Belgio 3,6 4,7 2.744 Spagna 7,4 4,1Regno Unito 1,0 4,5 –15.496 Belgio 5,5 4,1Spagna 2,5 4,4 1.467 Messico 14,3 3,5Italia 0,6 3,1 – 8.146 Paesi Bassi – 2,1 1,9Corea del Sud 5,6 2,6 11.220 Austria 4,8 1,6Austria 7,7 1,7 409 Giappone – 1,3 1,6Svezia 0,6 1,6 2.340 Australia 3,9 1,4Paesi Bassi 0,6 1,5 – 2.012 Cina 27,4 1,2Ungheria 17,6 0,9 1.870 Svezia 1,9 1,1Brasile – 0,6 0,9 1.715 Svizzera 3,8 1,1Cina 20,1 0,8 – 1.920 Portogallo 1,1 0,9Ceca Rep 22,2 0,8 732 Polonia 3,3 0,9Polonia 23,8 0,7 – 861 Arabia Saudita 9,0 0,8Portogallo 3,8 0,7 – 1.014 Ceca Rep 11,1 0,6

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

374

AUTOVEICOLI

A fronte di un generale rallentamento sullo scenario economico internazionale edella pesante crisi che ha colpito l’industria nazionale, si è riscontrata una riduzione del-l’attività produttiva di autoveicoli. Nel 2002, tra autovetture, veicoli commerciali, indu-striali ed autobus, la produzione è ammontata a 2.276.742 unità, con un calo del 5,7%rispetto al 2001.

Industria degliautoveicoli

(Ateco 34.10,34.30)

Tab. 4.20.5 - Industria degli autoveicoli: Scambi con l’estero

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Valori (milioni di euro)

Autovetture 20.670 21.688 + 4,9 7.205 6.788 – 5,8Veicoli industriali 3.622 3.949 + 9,0 3.497 3.418 – 2,3

Totale 24.292 25.637 + 5,5 10.702 10.206 – 4,6

Quantità (migliaia di unità)

Autovetture 1.865 1.847 – 1,0 743 675 – 9,1Veicoli industriali 163 182 +11,6 232 219 – 5,6

Totale 2.028 2.029 – 975 894 – 8,3

Fonte: Elaborazioni Anfia su dati Istat.

Nel 2002 la produzione di autovetture si è attestata a 1.427.081 unità, in calo del9,6% rispetto all’anno precedente. All’origine del peggioramento dell’attività produtti-va sono le difficoltà espresse dalla domanda di nuove immatricolazioni. Il mercato si èridotto non solo in Italia (–5,9%), ma anche in Europa (–2,8%). I principali partner eu-ropei, tradizionali mercati di sbocco per le nostre esportazioni – in particolare Germaniae Spagna – hanno registrato contrazioni della domanda vicine o superiori alla media eu-

Autovetture

Tab. 4.20.6 - Industria degli autoveicoli (autovetture nuove e usate):Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 36,5 Germania 36,8Francia 17,5 Francia 16,5Spagna 11,7 Spagna 10,4Regno Unito 6,3 Belgio 7,1Belgio 5,4 Regno Unito 6,2

Paesi Ue 83,0 Paesi Ue 81,2

Principali paesi di destinazione

Germania 21,4 Germania 20,7Francia 15,1 Francia 16,7Regno Unito 13,4 Regno Unito 14,9Spagna 8,2 Spagna 6,9Belgio 4,8 Belgio 5,1

Paesi Ue 77,3 Paesi Ue 80,0

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Anfia su dati Istat.

ropea. Ne è derivata l’esigenza, per i costruttori nazionali, di ridurre gli stock e di ade-guare la capacità produttiva alle richieste attuali di un mercato in calo, in attesa dell’u-scita dei nuovi prodotti. Sono previsti per il prossimo anno importanti impegni finan-ziari, tanto nel settore delle vetture come in quello dei veicoli industriali e degli autobus,con investimenti nell’innovazione tecnologica e la produzione di nuovi modelli. Saldonegativo anche per le esportazioni che sono ammontate a 539.611 unità contro le596.163 del 2001, in calo del 9,5%. Esse hanno rappresentato il 47,9% dell’intera pro-duzione, incrementando di un punto percentuale la quota del 2001(46,9%). Il peggiora-mento delle esportazioni è stato determinato – analogamente a quanto avvenuto per laproduzione – dall’effetto combinato dell’«arresto produttivo» in attesa del lancio deinuovi prodotti, con un andamento non favorevole del mercato europeo, anche in con-seguenza della flessione dell’economia mondiale.

La contrazione dell’economia e la significativa riduzione degli investimenti, dovu-ta per le marche nazionali anche alla pesante crisi del Gruppo Fiat, hanno avuto effettidi rallentamento sull’attività produttiva dell’intero comparto dei veicoli industriali ecommerciali, che nel 2002 ha registrato, nel suo complesso, un calo del 2,1%, con301.312 unità contro le 307.916 del 2001. Più lieve il calo di produzione manifestatosinel settore dei veicoli commerciali fino a 3,5t di ptt. che ha totalizzato 259.641 unità pro-dotte, pari ad una flessione del 2% nei confronti del livello del 2001 (265.085 unità). Pergli autocarri di peso superiore, la produzione di 38.895 unità rappresenta una flessionedel 4,2% sul 2001 (40.619 unità). La produzione di autobus e autotelai nel 2002 si è at-testata a 2.776 unità (+25,6% rispetto al 2001). Nel 2002 sono stati esportati nel com-plesso 194.095 veicoli, pari ad una flessione del 10,8% nei confronti delle 217.562 unitàdel 2001. Anche per questo comparto il calo delle esportazioni è dovuto alla contrazio-ne del mercato nei principali paesi europei di sbocco. Le esportazioni complessive han-no rappresentato il 64,4% dell’intera produzione del 2002, contro il 70,6% del 2001.

375

AUTOVEICOLI

Veicolicommerciali eindustriali

Il 2002 si è rivelato ancora un anno difficile per l’ag-gregato che comprende i mezzi di trasporto diversidagli autoveicoli. La produzione ha infatti registra-to un nuovo calo (-2,2% a prezzi costanti), dopo laforte caduta già sperimentata l’anno precedente, cheha portato il fatturato settoriale a scendere su livel-li inferiori ai 17,5 miliardi di euro, prossimi a quel-li che caratterizzavano il 1997. La capacità delle im-prese di incrementare in modo consistente le espor-tazioni, pur in un contesto congiunturale difficile,non è risultata sufficiente a sostenere l’attività pro-duttiva, che si è trovata a scontare una nuova pe-sante flessione delle vendite sul mercato interno. Ladomanda interna ha mostrato un profilo cedente sianella componente attivata degli investimenti – navi,aerei e materiale rotabile – che, soprattutto, in quel-la dei consumi delle famiglie. Per il secondo annoconsecutivo, le vendite di biciclette e di motociclihanno mostrato un forte calo. Gli incentivi per l’ac-quisto di mezzi a bassissimo inquinamento intro-dotti dal Governo a decorrere dal 1° marzo 2002non sono risultati sufficienti a sostenere gli acquistidi motocicli, che hanno scontato gli elevati livelliraggiunti dopo la forte crescita degli ultimi anniNovanta. Il comparto in maggiore difficoltà è stato,

come già nel 2001, quello degli scooter targati, le cuivendite si sono ridotte di circa il 36% nell’ultimobiennio; occorre peraltro considerare come l’impattodegli incentivi risulti limitato per questi prodotti, inrapporto al loro valore.Dopo la battuta d’arresto del 2001, le esportazionisono ritornate a crescere. Benché la debolezza dellacongiuntura europea abbia condizionato le venditenei paesi del vecchio continente, i buoni risultaticonseguiti dalle imprese italiane nelle restanti areedi sbocco hanno consentito di incrementare signifi-cativamente le esportazioni (+12,5% a prezzi co-stanti), portando la quota di fatturato realizzata al-l’estero oltre il 60%.La debolezza del mercato interno non ha impedito aiproduttori esteri di continuare a guadagnare quotesul mercato italiano; le importazioni hanno mostra-to una caduta (–3,5%) sensibilmente inferiore aquella della domanda. Pur in presenza di una mar-cata contrazione degli approvvigionamenti dall’areaasiatica e dai paesi dell’Europa occidentale, le im-portazioni sono risultate sostenute dalla crescita de-gli acquisti dai paesi dell’Europa centro-orientale,dall’America Latina e, soprattutto, dal Nord Ame-rica, paesi che già nel 2001 avevano guadagnato ri-

377

ALTRI MEZZI DI TRASPORTO

4.21. Altri mezzi di trasporto

Tab. 4.21.1 - Altri mezzi di trasporto: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 17.395 2,5 –11,6 – 2,2Esportazioni 10.985 12,5 – 2,5 12,1Importazioni 7.381 14,9 8,3 – 3,7Disponibilità interna 13.790 1,7 – 8,8 –11,8

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 107,3 109,1 108,4Variazione del grado di utilizzo (%) 1,6 –11,1 – 1,6

Costi e prezziCosti operativi 2,5 1,7 0,6Prezzi alla produzione 2,8 0,7 0,9

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) 2.819 2.117 3.605Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) 27,7 12,3 19,7Quota della produzione esportata (%) (b) 38,5 54,8 62,8Propensione all’importazione (%) (b) (d) 26,9 48,6 53,1

Numero di addetti (migliaia) 107,6 105,2 103,2

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

378

ALTRI MEZZI DI TRASPORTO

Fig. 4.21.1 - Altri mezzi di trasporto:Produzione e grado di copertura della domanda interna(Prezzi 1995)

15

15,5

16

16,5

17

17,5

18

18,5

19

92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 020,98

1,03

1,08

1,13

1,18

1,23

Produzione (P, miliardi di euro)Produzione/Disponibilità (P/D)

Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

P PD

Fig. 4.21.2 - Altri mezzi di trasporto:Indici della produzione industriale (a)

80

90

100

110

120

130

140

150

160

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

UeGermaniaSpagnaFranciaRegno Unito

(a) Indici base 1995.Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat.

Fig. 4.21.3 - Altri mezzi di trasporto:Contributo % alla variazione delle esportazioni per areageografica (a)

-10 -5 0 5 10

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

Fig. 4.21.4 - Altri mezzi di trasporto:Contributo % alla variazione delle importazioni per areageografica (a)

-10 -5 0 5 10

2001 2002

(a) Per l’elenco dei paesi inclusi nelle singole aree cfr. Appendi-ce metodologica (par. 6.1).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat.

Europa occidentale

Europa centro-orientale

Mediterraneo eM. Oriente

Nord America

America Latina

Asia

Resto del mondo

levanti quote sul mercato italiano.Benché il 2002 sia risultato ancora un anno diffici-le sul fronte del commercio mondiale il settore ha re-gistrato un ulteriore ampliamento del grado di aper-tura commerciale evidenziando la forte specializza-zione che caratterizza la produzione a livello inter-nazionale. L’industria italiana sembra comunque ingrado di operare con successo, anche in un contestocompetitivo acceso, nei segmenti dove le imprese na-zionali sono presenti, come evidenzia il nuovo deci-so aumento fatto registrare nel 2002 dal surpluscommerciale settoriale, salito oltre i 3,6 miliardi dieuro.Dal lato della dinamica costi-prezzi, il 2002 si è ri-velato un anno positivo. La fase di recupero dei cor-si in dollari delle principali materie prime utilizzatedal settore, scesi a livelli di minimo nel 2001, è sta-ta modesta, contenendo la crescita dei costi operati-vi, grazie anche all’apprezzamento del cambio del-l’euro. In questo contesto, i margini unitari hannoregistrato un aumento (insufficiente tuttavia a recu-perare quanto perso nel 2001).Nella media europea, la produzione del settore hasubito un lieve calo, mentre le principali economiedell’Unione hanno raggiunto risultati differenziati:da una parte i paesi in cui il settore è cresciuto mag-giormente nella seconda metà degli anni Novanta(Spagna e Regno Unito) hanno conosciuto una ri-duzione della produzione come già nel 2001; dall’al-tra Francia e Germania, il cui indice della produzio-ne si è mantenuto negli ultimi anni al di sotto diquelli degli altri due paesi, hanno invece ottenuto unaumento della produzione. In particolare, la fortecontrazione del settore nel Regno Unito ha riportatol’indice della produzione al di sotto di quello tedesco.La domanda mondiale del settore è caratterizzata daforti fluttuazioni dovute alla notevole eterogeneitàdell’aggregato. Nell’ultimo decennio, nel contesto ge-nerale di tassi di crescita contenuti ed addiritturaprossimi allo zero o negativi in alcuni anni, si puòindividuare un ciclo espansivo che culmina nel1998, seguito da una nuova fase di rallentamento. Il2002, in particolare, segna una vistosa riduzionedella domanda mondiale. In questo quadro, a diffe-renza della generalità degli altri settori, l’industriaitaliana ha conquistato quote crescenti della do-manda mondiale, con un trend sistematicamente po-sitivo che inizia già dalla seconda metà degli anniOttanta e prosegue, nonostante ampie fluttuazioni,fino ad oggi. La quota delle esportazioni italiane sul-le importazioni mondiali è cresciuta così dal 3,3%nel periodo 1991-95 al 4,3% nel 2002, con un note-vole incremento nel corso dell’ultimo anno. Anchegli altri grandi paesi europei, Germania e Francia,mostrano performance positive, mentre l’industriabritannica vede la propria quota più che dimezzarsinello stesso periodo. Restano invece sostanzialmente

379

ALTRI MEZZI DI TRASPORTO

Fig. 4.21.5 - Altri mezzi di trasporto:Tasso di crescita della domanda mondiale e quota dimercato dell’Italia

-10

-5

0

5

10

15

20

25

90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02*3

3,2

3,4

3,6

3,8

4

4,2

4,4

Domanda mondiale

Quota Italia (scala destra)

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

Fig. 4.21.6 - Altri mezzi di trasporto:Tasso di cambio della lira, prezzi relativi e saldo normalizzato

-0,8

-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02

Saldo normalizzatoTasso di cambio effettivo realePrezzi relativiCambio nominale

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ocse.

Fig. 4.21.7 - Altri mezzi di trasporto:Quote di mercato dell’Italia verso le principali aree

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002(*)0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

Asia Europa occidentale Mediterraneo e Medio OrienteNord America Sud America Resto Africa (a)Europa centro-orientale (a)

(a) Scala destra.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (StatisticsCanada), 1990-1996 e su dati Ice (fonte Gti), 1997-2002.* Dato provvisorio.

stabili le quote degli Stati Uniti , del Giappone e del-le altre economie avanzate, e si dimezza la quota delresto del mondo.Nel quinquennio 1997-2001, la crescita dell’exportè stata particolarmente sostenuta, oltre che inGermania, Francia e Italia anche in Canada, e so-prattutto in Brasile e Cina. Nell’ultimo biennio, èrallentata vistosamente la crescita dell’export diFrancia e Brasile, mentre accelerano in modo parti-colare Spagna e Italia.La dinamica delle esportazioni italiane nelle diver-se aree geografiche è anch’essa caratterizzata daampie fluttuazioni. L’Italia guadagna notevolmen-te nei Peco, che diventano il mercato in cui il nostropaese detiene la sua quota più elevata, con percen-tuali su livelli di poco superiori a quelle ottenute inNord America e nell’Europa occidentale, dove laquota resta molto più stabile negli ultimi cinque

anni rispetto alla ampie variazioni che si registra-no nelle altre aree. In particolare, l’Italia mostra si-gnificativi incrementi in Sud America. La Franciasi impone come primo esportatore in Europa, as-sieme agli Stati Uniti, e guadagna quote su tutti imercati, con l’eccezione dell’Asia. Anche laGermania incrementa le proprie quote in quasi tut-to il mondo, mentre il Regno Unito mostra una vi-stosa riduzione nell’area mediterranea e medio-orientale. Gli altri paesi dell’Ue crescono in Europaorientale, ma registrano perdite nelle altre aree. IlNord America migliora sostanzialmente la propriaposizione in Sud America, Asia e Africa, ma perdemarginalmente nelle altre aree. Il Giappone restaleader in Sud America, nonostante una forte fles-sione e mantiene quote significative in NordAmerica, in Asia e in Africa. Si osserva anche unasignificativa crescita dei paesi sudamericani (in

380

ALTRI MEZZI DI TRASPORTO

Tab. 4.21.2 - Altri mezzi di trasporto: Quote di mercato sulle importazioni mondiali

Aree 1991-1995 1996-1998 1999-2000 2001 2002 (a)

Italia 3,3 3,5 3,7 3,4 4,3Francia n.d. n.d. 20,7 22,5 19,3Germania 10,3 8,5 9,9 11,7 12,0Regno Unito 12,9 12,1 4,4 4,8 4,6Stati Uniti 28,4 30,2 28,0 27,1 27,8Giappone 7,8 7,0 8,8 7,8 8,1Altre economie avanzate 19,1 19,6 19,0 19,2 20,7Resto del mondo 7,3 9,9 5,5 3,4 3,1

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati World Trade Analyzer (Statistics Canada), 1991-1998 e su dati Ice (fonte Gti), 1999-2002.

Tab. 4.21.3 - Altri mezzi di trasporto:Quote di mercato dei principali concorrenti dell’Italia nelle diverse aree, 1997 e 2002 (a)

EuropaEuropa Mediter-

Nord SudAsia

RestoPaesioccidentale

centro- raneo eAmerica America

eAfricaorientale Medio Oriente Oceania

97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02 97 02

Italia 4,8 4,7 2,9 4,8 0,6 0,5 3,3 5,0 2,6 7,2 0,8 1,8 6,8 1,7Francia 21,3 22,5 5,9 14,0 14,2 29,3 18,6 17,9 14,3 21,0 16,3 6,2 22,2 18,6Germania 11,7 14,7 12,2 25,2 7,7 3,9 10,0 13,9 0,8 4,1 2,2 5,9 2,0 14,0Regno Unito 4,7 4,9 2,4 3,5 10,1 4,6 9,6 6,9 0,6 0,8 2,7 3,1 1,2 1,0Resto Ue 11,2 9,7 5,4 15,4 4,4 3,8 7,4 5,9 6,1 4,7 2,4 2,9 4,2 1,9Nord America 26,8 25,5 15,7 13,4 50,9 40,8 28,9 26,9 18,9 21,9 49,2 56,5 12,2 9,6Sud America 0,3 0,6 0,0 0,8 0,0 0,0 3,2 8,3 3,1 0,9 0,0 0,1 0,4 0,4Giappone 4,2 3,6 0,9 1,4 2,3 1,6 8,8 9,4 37,3 24,9 9,1 8,4 8,4 13,6Cina 1,1 1,5 2,1 2,7 1,2 4,3 2,2 2,3 1,3 1,5 3,4 5,3 4,1 3,9Est Asia 4,8 5,8 1,1 2,2 1,6 3,9 5,5 2,9 12,7 12,8 10,8 8,9 27,3 22,2

(a) Dato provvisorio.Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

particolare il Brasile) in Nord America e della Cinain Asia, mentre i paesi dell’Asia orientale sono ca-ratterizzati da una tendenza negativa quasi gene-ralizzata, tranne che in Europa, dove però la loroquota è piuttosto contenuta.Le performance in questo settore derivano da an-damenti piuttosto differenziati nei singoli comparti.Nel comparto aerei, l’Italia è al sesto posto, e mostrauna crescita sostenuta, raggiungendo quasi il 3% nel2002. La quota dei primi due esportatori mondiali,Stati Uniti e Francia, tende a ridursi (piuttosto dra-sticamente per quanto riguarda gli Stati Uniti) apartire dal 2000, mentre crescono Germania, Cana-da e Brasile (che peraltro ha una quota molto ridot-ta). Nella cantieristica prosegue la crescita dellaCorea, che supera il Giappone come primo esporta-tore mondiale. Migliorano anche le performance diGermania, Francia e Italia. L’Italia supera la Cina,diventando il quinto esportatore, con una quota at-torno al 5,5%. Nel comparto dei prodotti ferroviari,gli Stati Uniti e il Canada subiscono una forte fles-sione a partire dal 1999 e vengono superati dallaGermania. Crescono anche la Francia, l’Austria el’Italia (al settimo posto con una quota pari al 5,5%,raggiungendo ormai il Canada) e il Giappone.

La performance italiana mostra un andamentosostanzialmente positivo, anche se è stata parzial-mente sostenuta da un miglioramento della compe-titività (che appare peraltro esaurirsi nel corso del-l’ultimo biennio). Il saldo commerciale normalizza-to, dopo un forte miglioramento negli anniNovanta, tende lievemente a ridursi, stabilizzando-si però su valori in ogni caso positivi. Il contributodi gran lunga più significativo al surplus commer-ciale è dato dalla cantieristica, mentre il compartoaerei mostra forti fluttuazioni con saldi negativinel biennio 2000-2001 ed i prodotti ferroviari so-no caratterizzati da una relativa stabilità. La pos-sibilità di mantenere e rafforzare la competitivitàitaliana in questo settore dipende tuttavia dalla ca-pacità di proseguire nei processi di ristrutturazio-ne posti in atto negli ultimi anni, in particolare perquanto concerne la cantieristica e soprattutto in re-lazione alla crescita della Corea, dove anche nume-rosi armatori italiani stanno trasferendo la propriaproduzione. Per quanto riguarda aerei e prodottiferroviari, saranno decisivi i processi di riorganiz-zazione dei grandi gruppi industriali a cui fannocapo queste attività, oltre che le scelte di politicaestera.

381

ALTRI MEZZI DI TRASPORTO

Tab. 4.21.4 - Altri mezzi di trasporto: Principali esportatori e importatori

Esportatori Importatori

Tasso medio Quota

Saldo 2002 Tasso medio QuotaClassifica annuo di crescita

2002(milioni Classifica annuo di crescita

1997-2002 di dollari) 1997-2002 2002

Stati Uniti 2,3 25,5 22.550 Francia 3,7 16,1Francia 2,5 17,7 5.744 Stati Uniti 8,9 15,2Germania 12,4 11,1 4.569 Germania 10,2 9,5Giappone – 0,3 7,5 8.233 Canada 3,4 3,6Canada 10,3 4,6 2.600 Giappone 4,7 3,6Corea del Sud 5,6 4,4 6.951 Singapore 3,5 3,2Regno Unito 2,2 4,3 2.738 Regno Unito 3,6 3,1Italia 8,8 4,0 2.260 Italia 15,3 3,1Cina 9,6 2,5 543 Panama – 6,4 3,1Spagna 6,2 1,6 609 Cina 7,7 2,4Brasile 20,2 1,2 1.216 Liberia 4,6 1,8Paesi Bassi 1,5 1,1 81 Australia 9,9 1,6Taiwan – 6,0 1,1 771 Spagna 2,6 1,5Belgio 6,8 0,9 50 Emirati Arabi 16,6 1,3Austria 12,4 0,9 329 Grecia 26,8 1,3Svezia – 4,0 0,8 292 Paesi Bassi – 4,3 1,2Svizzera 6,4 0,7 – 210 Bahamas 19,1 1,1Norvegia – 3,0 0,7 135 Belgio – 2,1 1,0Messico 20,3 0,6 431 Hong Kong – 1,2 1,0Australia – 0,8 0,6 –1.620 Corea del Sud – 6,8 0,9

Fonte: Elaborazioni Cespri su dati Ice (fonte Gti).

Nel 2002 il mercato navale mondiale ha continuato a mostrare segni di debolezza, insintonia con l’andamento dell’economia e del commercio mondiali. Gli ordini ai cantierinavali sono scesi a circa 19 milioni di tonnellate di stazza lorda compensata (–7% rispettoal 2001); la flessione ha riguardato sia il comparto delle navi da trasporto standard (con lesole bulk carrier in controtendenza), sia quello delle cosiddette navi high-tech (gasiere, tra-ghetti, ecc.). Infine, è rimasta praticamente sospesa la richiesta di navi da crociera; ciò siaper la perdurante incertezza geopolitica, sia per le operazioni di fusione societaria dei duemaggiori operatori del cruising. Dal lato dell’offerta, l’andamento delle quote di mercatoper area di costruzione ha evidenziato purtroppo l’ulteriore arretramento della posizioneconcorrenziale dell’industria europea: praticamente estromessa, ormai, dal comparto del-le navi da trasporto standard, dove Giappone, Corea del Sud e Cina hanno intercettato benl’86% degli ordini mondiali. I concorrenti più temibili sono stati i costruttori coreani, la cuipolitica fortemente espansiva e orientata alle esportazioni è la causa prima del crescentesquilibrio tra domanda e offerta, e quindi della flessione dei prezzi, scesi ai livelli più bas-si dal 1990. Per quanto riguarda la navalmeccanica italiana, l’eccezionale volume di com-messe acquisito fino a tutto il 2000 (ultimo anno di vigenza del sistema comunitario di sup-porto al settore), e solo di poco alimentato dagli ordinativi del 2001 e del 2002 ha consen-tito la continuità dall’attività produttiva nella maggioranza dei cantieri. In corso d’anno so-no state completate navi per un valore di 1,8 miliardi di euro. Il portafoglio ordini è am-montato a 40 navi, pari a 5,3 miliardi di euro, due terzi dei quali per l’estero. Il carico di la-voro, tuttavia, è diminuito in un numero crescente di cantieri. In campo militare sono inpieno sviluppo le produzioni per la Marina italiana. Si citano i sommergibili tipo U212A,le fregate Orizzonte (insieme all’industria francese), pattugliatori di vario dislocamentononché la portaerei Andrea Doria. L’attività di riparazione navale ha subito nel corso del2002 un certo calo, dovuto alla sempre più aggressiva concorrenza dei cantieri turchi e diquelli maltesi. Il giro d’affari del comparto si stima intorno ai 190 milioni di euro.

Il 2002 è stato contraddistinto da un andamento eterogeneo dei diversi segmenti checompongono il settore. La produzione complessiva di veicoli a due ruote con motore nonha subito grossi scostamenti rispetto all’anno precedente: 754.600 veicoli contro i 766.950del 2001 , con una perdita di 12.350 unità. I veicoli di cilindrata superiore a 50cc hannoregistrato un incremento del 7,1%; mentre i veicoli di cilindrata inferiore a 50cc hannosubito una contrazione dell’11,1%. Per quanto riguarda le biciclette, la produzione è ca-lata dell’11,3%, trainata dal calo delle vendite interne ed estere. Il settore chiude con unsaldo positivo di 789.274 euro, superiore a quello di 537.020 euro del 2001.

382

ALTRI MEZZI DI TRASPORTO

Industrianavalmeccanica

(Ateco 35.11)

Motoveicoli ebiciclette

(Ateco 35.41,35.42)

Tab. 4.21.5 - Motoveicoli e biciclette: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milioni di euro 5.000 4.750Esportazioni Milioni di euro 2.145 2.083Importazioni Milioni di euro 1.608 1.293Saldo commerciale Milioni di euro 537 789Produzione Unità 3.416.950 3.104.600Numero di addetti Unità 16.000 16.000

Fonte: Ancma.

Tab. 4.21.6 - Motoveicoli e biciclette: Produzioni(Unità)

Prodotti 2001 2002 Variaz. %

Ciclomotori 360.000 320.000 –11,1Motocicli e moto-scooter 389.000 416.500 + 7,1Tre ruote 17.950 18.100 + 0,8Biciclette 2.650.000 2.350.000 –11,3

Totale 3.416.950 3.104.600 – 9,1

Fonte: Ancma.

L’industria orafa italiana, da sempre leader nel settore, ha vissuto negli ultimi anniun ridimensionamento, dovuto in particolare al crollo del consumo interno e alla diffi-coltà di penetrazione dei prodotti sui mercati esteri per la forte concorrenza dei paesi invia di sviluppo. Inoltre le alterne vicende internazionali si ripercuotono in fluttuazionirilevanti del prezzo dell’oro e del cambio euro/dollaro. La tendenza negativa della do-manda interna è stata confermata anche negli anni 2001 e 2002. Sul versante delleesportazioni i flussi verso l’estero hanno registrato un calo del 7,8%.

383

ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE

Industria orafa(Ateco 36.22)

Articoli sportivi(Ateco 36.4)

4.22. Altre industrie manifatturiere

Tab. 4.22.1 - Industria orafa: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Produzione Tonnellate 491 429Esportazioni Milioni di euro 5.392 4.969Importazioni Milioni di euro 944 797Saldo commerciale Milioni di euro 4.448 4.172

Fonte: Elaborazioni Federorafi su dati Istat.

Tab. 4.22.2 - Industria orafa: Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Belgio 28,1 Belgio 26,9Svizzera 17,7 Svizzera 19,0Thailandia 5,4 Francia 5,7India 5,5 Thailandia 5,5Francia 4,6 India 5,2

Principali paesi di destinazione

Stati Uniti 32,8 Stati Uniti 34,5Emirati Arabi 6,6 Emirati Arabi 6,8Svizzera 6,2 Regno Unito 6,4Regno Unito 6,0 Svizzera 5,3Francia 5,3 Francia 5,3

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Federorafi su dati Istat.

Il settore, che si articola in tre grandi comparti – attrezzo, calzatura e abbigliamen-to –, ha registrato nel 2002 un andamento positivo. Allo sviluppo costante del compar-to abbigliamento si è affiancato un andamento positivo della calzatura sportiva in ge-nerale, che nel corso degli ultimi tre anni ha registrato un incremento dei ricavi, ed unacrescita del fatturato del comparto attrezzo, grazie ad una maggiore attenzione dell’u-tente finale alla pratica dell’attività sportiva. Complessivamente, il fatturato del settoreha superato gli 11 miliardi di euro, di cui il 70% rappresenta la quota delle esportazio-ni. I principali paesi di destinazione delle esportazioni sono stati gli Stati Uniti, la Franciae la Germania.

384

ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE

Nel 2002 l’industria produttrice di spazzole, pennelli e scope ha registrato valori so-stanzialmente stabili. Il fatturato si è attestato sui 286 milioni di euro, lo stesso livello rag-giunto nel 2001. Anche le esportazioni hanno ottenuto gli stessi valori dell’anno preceden-te, mentre le importazioni hanno registrato un incremento del 2,4%, ammontando a 79 mi-lioni di euro. Il saldo commerciale è rimasto positivo, assestandosi a 89 milioni di euro. Inparticolare, hanno registrato un buon andamento le spazzole per uso della persona e le

Spazzole,pennelli e scope

(Ateco 36.62)

Tab. 4.22.3 - Spazzole, pennelli e scope: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato Milion di euro 286 286Esportazioni Milioni di euro 168 166Importazioni Milioni di euro 77 79Saldo commerciale Milioni di euro 91 89Numero di addetti Unità 2.850 2.750

Fonte: Assospazzole.

Tab. 4.22.4 - Spazzole pennelli e scope: Scambi con l’estero(Milioni di euro)

Importazioni EsportazioniProdotti

2001 2002 Variaz. % 2001 2002 Variaz. %

Scope 4,4 3,7 –17,1 7,7 8,3 + 8,6Spazzole e pennelli:– per la persona 34,5 34,9 + 1,2 22,0 25,7 +16,7– belle arti e cosmesi 9,9 11,0 +11,6 4,4 4,6 + 5,0– per dipingere e verniciare 5,3 5,4 + 2,1 22,4 19,8 –11,6– per uso industriale 6,8 7,3 + 8,2 12,6 10,4 –17,5– per uso casalingo 16,5 16,9 + 2,4 99,7 99,8 + 0,1

Totale 77,3 79,2 + 2,4 168,9 168,7 – 0,1

Fonte: Elaborazioni Assospazzole su dati Istat.

Tab. 4.22.5 - Spazzole, pennelli e scope: Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 30,9 Germania 33,6Cina 18,4 Cina 17,1Irlanda 11,3 Irlanda 9,1Francia 6,3 Francia 5,3Paesi Ue 60,1 Paesi Ue 61,9

Principali paesi di destinazione

Stati Uniti 18,2 Stati Uniti 19,0Francia 15,2 Francia 14,8Germania 11,3 Germania 10,2Spagna 5,4 Spagna 5,8Paesi Ue 55,6 Paesi Ue 53,1

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Assospazzole su dati Istat.

385

ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE

spazzole per la pulizia delle strade e per uso domestico, le cui esportazioni sono aumenta-te rispettivamente del 16,8% e del 16,4%. Le importazioni hanno registrato cali sensibilinelle spazzole per capelli (–17,5%) e scope (–18,5%), mentre hanno contribuito all’incre-mento delle importazioni dei prodotti del settore i pennelli e spazzole per toletta (+57%),i pennelli per belle arti (+13,6%) e le spazzole e pennelli per verniciare (+40%). Le areemaggiormente interessate dal flusso delle esportazioni nazionali sono state l’Unione euro-pea (53,1%), con Francia, Germania e Spagna che hanno assorbito rispettivamente il14,8%, il 10,2% ed il 5,3% delle esportazioni complessive. Per le importazioni l’Unione eu-ropea si è confermata l’area più importante (61,9%). Fra gli altri paesi fornitori va segnala-ta la Cina che rappresenta il 17,1% delle importazioni italiane di prodotti del settore.

La situazione del settore delle coibentazioni termiche e acustiche si è confermatapreoccupante anche nel 2002, a causa del perdurare dell’assenza di significativi investimentinei settori petrolchimico, chimico ed energetico e della contrazione dei contratti di manu-tenzione a lunga scadenza soprattutto nei comparti interessati a preoccupanti programmidi dismissioni. L’attività di scoibentazione di amianto, una delle più significative del settore,che presenta un elevato grado di specializzazione, si è mantenuta ai livelli degli ultimi an-ni. Complessivamente, nel 2002, il numero degli addetti del settore si è mantenuto sui li-velli dell’anno precedente con segnali di flessione per le imprese medio-grandi del settore.

Nel 2002 il settore ha registrato una contrazione derivante dalla crisi economica in-ternazionale – che ha influito sui consumi –, dalla concorrenza esercitata dai prodotti diimportazione e dalla concorrenza «sleale» dei prodotti contraffatti. Il fatturato totale è

Coibentazionitermiche eacustiche(Ateco 36.63.5)

Articoli perscrittura(Ateco 36.63.6)

Tab. 4.22.6 - Articoli per scrittura: Quadro di sintesi

Variabili Unità di misura 2001 2002

Fatturato (a) Milioni di euro 323 300Esportazioni Milioni di euro 226 207Importazioni Milioni di euro 240 240Saldo commerciale Milioni di euro –14 –33Numero di addetti Unità 1.800 1.700

(a) Valori stimati.Fonte: Assoscrittura.

Tab. 4.22.7 - Articoli per scrittura: Scambi con l’estero dell’Italia con i principali paesi

2001 2002

Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 24,0 Germania 24,4Francia 11,3 Francia 10,3Stati Uniti 10,4 Stati Uniti 9,3Giappone 9,4 Regno Uinto 8,6Paesi Bassi 7,8 Giappone 8,1Paesi Ue 54,1 Paesi Ue 56,9

Principali paesi di destinazione

Regno Unito 14,4 Regno Unito 14,8Francia 13,7 Francia 13,3Stati Uniti 9,3 Germania 9,4Germania 9,0 Stati Uniti 9,3Spagna 6,1 Spagna 6,1Paesi Ue 55,4 Paesi Ue 56,7

(a) Quote calcolate su dati in valore.Fonte: Elaborazioni Assoscrittura su dati Istat.

386

ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE

stato stimato sui 300 milioni di euro, le esportazioni sono calate dell’8,6% ammontan-do a 206 milioni di euro, mentre le importazioni si sono confermate sui valori dell’annoprecedente con un ammontare complessivo di 240 milioni di euro. La bilancia com-merciale è rimasta negativa per 33 milioni di euro. Hanno mantenuto un buon anda-mento, rispetto al 2001 le penne stilografiche ed altre penne per disegnare ad inchiostroa china (+68,8%), le penne con corpo o cappuccio di metalli preziosi (+24,5), le pennee matite a sfera con corpo o cappuccio di metalli preziosi (+24,8%) i nastri inchiostrato-ri di fibre sintetiche (+17,9%).

L’industria dell’energia elettrica ha mantenuto an-che nel corso del 2002 un profilo di sviluppo infe-riore al trend di medio periodo, pur mostrandoun’accelerazione rispetto al 2001. La debolezza delciclo economico ha infatti continuato a penalizzarela crescita della domanda, limitando l’aumento del-la produzione all’1,6% a prezzi costanti. La produ-zione di energia elettrica ha risentito della debolez-za del settore industriale – che attiva oltre la metàdelle richieste complessive – cresciuta solo dello0,9%, in termini di Gwh, Le richieste si sono man-tenute più dinamiche nel settore agricolo (+2,7%, intermini di Gwh) e, soprattutto, in quello terziario(4,1%). La vivacità mostrata dalle richieste dei ser-vizi negli ultimi anni ha portato questo settore aguadagnare costantemente quota sul mercato ita-liano, arrivando a rappresentare circa un quartodegli utilizzi complessivi. In crescita, seppure conte-nuta (+1,2%, in Gwh), anche i consumi delle fami-glie, che rappresentano poco meno del 22% della do-manda totale.L’energia elettrica prodotta in Italia continua ad es-sere principalmente generata da impianti termici edidroelettrici, che nel 2002 hanno fornito rispettiva-mente l’81% ed il 17% dei 284 Gwh complessiva-

mente offerti al mercato. La produzione degli im-pianti termici basati su fonti rinnovabili – no-nostante l’obbligo degli operatori del Mercato vin-colato di produrre direttamente il 2% di elettricitàda fonti rinnovabili o di acquisirne la disponibilitàtramite l’acquisto di corrispondenti quantità di cer-tificati verdi (produzione rinnovabile da parte diterzi) – non ha tuttora consentito di colmare il gapesistente fra domanda ed offerta, mantenendo ele-vate le forniture dall’estero.Le importazioni di energia elettrica si sono pertan-to mantenute in crescita nel 2002, beneficiando an-che della liberalizzazione del mercato; la lentezzadel processo di trasformazione del settore della ge-nerazione domestica impone infatti ai soggetti chepossono operare sul Mercato libero - arrivato a co-prire circa un terzo delle richieste complessive nel2002 - di ricorrere a forniture dall’estero. I conti conl’estero hanno pertanto confermato il rilevante de-ficit nel 2002, prossimo ai 3,7 miliardi di euro.La dinamica costi-prezzi ha consentito un aumentodei margini di profitto unitario. Nonostante il bloc-co degli aumenti delle tariffe elettriche stabilito dalGoverno ad inizio settembre (con il Decreto Legge193 «Misure urgenti in materia di servizi pubbli-

387

ENERGIA ELETTRICA

4.23. Energia elettrica

Tab. 4.23.1 - Energia elettrica: Principali indicatori

Variabili 1995-2000 2001 2002

Dinamica del mercato Valori 2002 (a) Variazioni % (b)Produzione 21.683 2,9 0,6 1,6Esportazioni 46 –13,9 – 0,1 1,3Importazioni 3.730 0,4 – 0,2 5,4Disponibilità interna 25.368 2,5 0,5 2,1

Capacità produttivaLivello della capacità produttiva (1990=100) 119,9 128,7 130,8Variazione del grado di utilizzo (%) 0,6 – 1,1 – 0,1

Costi e prezziCosti operativi 6,6 2,3 – 1,6Prezzi alla produzione 6,0 2,0 – 1,3

Scambi con l’esteroSaldo commerciale (milioni di euro correnti) –2.862 –3.541 –3.685Saldo commerciale normalizzato (%) (b) (c) – 96,6 – 97,5 – 97,6Quota della produzione esportata (%) (b) 0,3 0,2 0,2Propensione all’importazione (%) (b) (d) 14,6 14,2 14,7

Numero di addetti (migliaia) 155,7 140,4 132,9

(a) Milioni di euro.(b) A prezzi costanti.(c) (Esportazioni-Importazioni)/(Esportazioni+Importazioni).(d) Importazioni/(Produzione+Importazioni-Esportazioni).Fonte: Elaborazioni Prometeia su dati Istat e Associazioni di categoria.

ci») e la revisione del metodo di calcolo delle stesseche ha interessato gli ultimi mesi dell’anno, i mar-gini hanno potuto recuperare quanto perso l’annoprecedente, per effetto del forte aumento dei corsipetroliferi.Al fine di andare incontro all’intento dell’esecutivodi rallentare la dinamica inflazionistica, l’Autoritàper l’energia elettrica ed il gas – che ha il compitoistituzionale di fissare i listini sul Mercato vincola-to, aggiornandoli periodicamente sulla base delle va-riazioni dei corsi internazionali dei combustibili edelle materie prime energetiche – ha modificato le

modalità di revisione dei prezzi dell’energia a fine2002. Le nuove regole stabiliscono che le tariffe sia-no aggiornate ogni trimestre, anziché ogni due mesicome in passato, sulla base delle variazioni dei cor-si degli input di riferimento intercorse negli ultimisei mesi, anziché sulla media degli ultimi quattromesi; è stata inoltre rivista al rialzo (dal 2% al 3%)la soglia oltre la quale procedere alle revisioni. Talimodalità dovrebbero consentire, secondo l’Autorità,di attenuare la variabilità dei prezzi finali pagati daiconsumatori, senza pregiudicare l’equilibrio econo-mico-finanziario delle imprese del settore.

388

ENERGIA ELETTRICA

Tab. 4.23.2 - Produzione netta di energia termoelettrica in Italia(Gwh-milioni di Kwh)

2000 2001 2002(a)

Solidi 23.847,1 28.888 32.600 Gas naturale 93.413,1 91.961 94.900 Prodotti petroliferi 4.138,5 70.240 71.400 Gas derivati 80.564,7 4.939 5.100 Altri combustibili 5.372,3 10.466 12.300

Subtotale 219.669,1 206.494 216.300 Vapore endogeno 4.705,2 4.256 4.400 Altre fonti 785,8 781 800

Totale 225.160,1 211.531 221.500

(a) Dati provvisori.Fonte: Grtn.

Tab. 4.23.3 - Produzione lorda degli impianti da fonti rinnovabili (Gwh-milioni di Kwh)

2000 2001 2002 (a)

Idroelettrico 44.204,9 46.810 40.453 Eolico 563,1 1.179 1.390 Fotovoltaico 6,3 5 10 Geotermico 4.705,2 4.507 4.660 Biomasse rifiuti 1.906,2 2.587 2.900

Totale 51.385,7 55.088 49.413

(a) Dati provvisori.Fonte: Grtn.

Il 2002 ha rappresentato per il settore il quartoanno di crescita. Alla luce dei più recenti dati con-giunturali i risultati settoriali risultano positivi: gliinvestimenti in costruzioni sono aumentati del 2,3%in quantità rispetto al 2001. Lo sviluppo degli inve-stimenti in costruzioni è iniziato nel 1999 con un tas-so di crescita del 2,6% che ha raggiunto il 5,9% nel2000 per poi ridimensionarsi negli anni successivi(+3,7% nel 2001, +2,3% nel 2002). Nel 2002 l’au-mento dei livelli produttivi ha riguardato tutti i gran-di comparti di attività in cui si articola il settore.

Per quanto riguarda il comparto delle abitazio-ni, gli investimenti nel 2002 sono aumentati del 2,5%in valore. Gli investimenti in nuove abitazioni sonocresciuti del 2% in quantità, mostrando un tasso dicrescita più contenuto rispetto a quello del 2000(+6,2%) e del 2001 (+3,6%). Secondo l’indagine ra-pida condotta presso le imprese associate all’Ance, ladomanda delle famiglie sia per l’acquisto della casain proprietà sia per l’investimento a reddito nel 2002è risultata vigorosa. Il buon andamento del settoreabitativo si osserva anche in quello dei mutui eroga-ti per l’acquisto di abitazioni che, nel 2002, sono au-mentati del 26,4% rispetto al 2001 e dei mutui ero-gati per investimenti in abitazioni che risultano ac-cresciuti dell’8,1% (fonte Banca d’Italia). Segnali an-cora positivi provengono, inoltre, dall’indicatore delleconcessioni edilizie per la realizzazione di nuove abi-tazioni.

L’attività di riqualificazione del patrimonio abi-tativo nel 2002 è cresciuta del 3% in quantità (+2,5%nel 2001). Gli interventi di riqualificazione del patri-monio abitativo appaiono l’unico segmento di merca-

to, tra quelli in cui tradizionalmente si articola il set-tore delle costruzioni, caratterizzato da un’accelera-zione dei ritmi di crescita. Le domande di agevolazio-ni per interventi di recupero del patrimonio abitativosono aumentate nel 2002 del 12,3%. La spinta più si-gnificativa proviene dal Mezzogiorno (+33,2% afronte del 7,8% nel nord e del 16,2% nel centro). I ri-sultati dell’utilizzo delle agevolazioni fiscali mostranoche il provvedimento rappresenta un efficace stru-mento in grado di contribuire al sostegno dello svi-luppo dei livelli di attività e all’emersione del som-merso anche nelle realtà caratterizzate da un più ele-vato e diffuso radicamento del lavoro irregolare. Asostenere i livelli di attività del comparto della riqua-lificazione ha contribuito anche l’estensione delle de-trazioni fiscali del 36% agli acquisti, da parte dellefamiglie, di immobili ristrutturati da imprese. Gli in-vestimenti in edilizia non residenziale privata sonoaumentati nel 2002 del 2,8% in quantità (+5,9% nel2001). Anche dal commercio e dai servizi provengonoimpulsi positivi sull’edilizia. Segnali di debolezzaprovengono dal settore alberghiero. In lieve flessionerisulta la domanda espressa dal settore del creditomentre diminuisce sensibilmente quella provenientedall’agricoltura.

Gli investimenti in opere pubbliche sono cresciu-ti dell’1% in quantità (+2,5% nel 2001). Si è regi-strata una diminuzione della domanda provenientedall’amministrazione centrale mentre risulta in ripre-sa la domanda delle amministrazioni locali, che rap-presenta il 60-70% circa della domanda complessiva.Il valore delle gare bandite per opere pubbliche, dopoaver registrato flessioni dell’11,2% nel 1999 e del

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INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI

4.24. Industria delle costruzioni

Tab. 4.24.1 - Industria delle costruzioni: Investimenti(Milioni di euro)

Prodotti 2001 2002 Variaz. %

(Valori correnti)

Costruzioni 101.042 107.401 +6,3– abitazioni 54.765 58.433 +6,7– altre costruzioni 46.277 48.968 +5,8– - fabbricati non residenziali 28.293 30.143 +6,5– - opere pubbliche 17.984 18.825 +4,7

(Valori a prezzi 1995)

Costruzioni 87.979 90.028 +2,3– abitazioni 47.938 49.146 +2,5– altre costruzioni 40.041 40.882 +2,1– - fabbricati non residenziali 28.481 25.166 +2,8– - opere pubbliche 15.560 15.716 +1,0

Fonte: Elaborazioni Ance su dati Istat.

2,2% nel 2000, registra incrementi del 7,8% nel 2001e del 21,1% nel 2002.

Nel 2002 gli occupati nel settore delle costruzio-ni sono aumentati del 2,4% (+5,5% nel 2001). Negliultimi cinque anni lo sviluppo dell’occupazione nelsettore è stato doppio rispetto a quello dell’intero si-stema economico. Tra il 1998 e il 2002 gli occupatinelle costruzioni sono infatti cresciuti del 13,2% con-

tro uno sviluppo complessivo dell’occupazione pari al6,8%. A questa elevata capacità di assorbimento dimanodopera si associa un altro importante segnale: ilrafforzamento del processo di strutturazione delle im-prese. La crescita occupazionale registrata nel 2002(+2,4%) è stata infatti determinata dall’aumento del4,2% del personale dipendente, mentre i lavoratoriautonomi sono diminuiti dello 0,5%.

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INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI