408 3URYHUEL QDSROHWDQL VXOOD JLXVWL]LD · 2018. 4. 12. · Traduzione in inglese Fiorenza...

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EDIZIONI GIURIDICHE E IMON S Gruppo Editoriale Esselibri - Simone ® 3 U R Y H U E L Q D S R O H W D Q L V X O O D J L X V W L ] L D a cura di Tina Palumbo De Gregorio e Isa Rampone Chinni 408 Tradotti in lingua italiana e inglese Estratto della pubblicazione

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  • EDIZIONI GIURIDICHEEIMONSGruppo Editoriale Esselibri - Simone

    ®

    a cura diTina Palumbo De Gregorio e Isa Rampone Chinni

    408

    Tradotti in lingua italiana e inglese

    Estratto della pubblicazione

  • Fortunato Chinnie ad Antonio de Gregorioche hanno amato Napoli

    come l’abbiamo sempreamata noi

    La giustizia è comeuna scarpa stretta:

    bisogna sempre usare un calzatoioper poterla infilare(Annibale Tanucci)

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  • TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Vietata la riproduzione anche parziale

    Di particolare interesse per i lettori di questo volume:

    583/1 - Il latino in tribunale • Edizioni Simone • L. 20.000

    Traduzione in ingleseFiorenza Cavaliere Cappelli

    Revisione del testo di Giacomo Pontillo

    Finito di stampare nel mese di dicembre 2005dalle «Arti Grafiche Italo Cernia» - Via Capri, n. 67 - Casoria (NA)

    per conto della «Esselibri S.p.A.» - Via F. Russo, 33/D - 80123 (Napoli)

    Grafica di copertina a cura di Giuseppe Ragno

  • PREMESSA

    Questo volumetto, sia pure incompleto, vuole offrire, ai lettoripartenopei e non, una raccolta di proverbi, modi di dire, welle-rismi (*) e quanto altro la tradizione popolare napoletana ci hatramandato, in riferimento alla tematica della giustizia e … din-torni.A quanti hanno poca dimestichezza con il dialetto napoletano,proponiamo, in italiano e in inglese, uno scorcio della saggezzapopolare di Napoli. Ci scusiamo con i partenopei veraci se inquesto lavoro, non sempre, abbiamo potuto salvare le sfumatu-re. Ma sicuramente, abbiamo cercato di riportare per ogni «det-to» il significato più vicino a quello comune, evitando alterazio-ni e distorsioni.Nelle letture dei proverbi oltre al semplice godimento della bat-tuta, si può cogliere la genuinità dei diversi stati d’animo e fartesoro delle esperienze di coloro che li hanno tramandati fino aigiorni nostri.Ci auguriamo che il nostro lavoro di «appassionati» del folklorepartenopeo serva a far riflettere sulla saggezza del nostro popo-lo e sul patrimonio culturale e umano dei suoi valori.Le autrici ringraziano della collaborazione: Giustino Gatti, Mari-sa Lembo, Giulia Gaeta Marmo, Lorenzo Costanzo, Federico delGiudice, Paolo de Luca, nonché il Presidente Roberto d’Ajello, ilquale oltre a stilare numerose glosse, ha impreziosito l’operacon la sua garbata prefazione.

    (*) Charles Dickens, nel libro Il Circolo Pickwick creò il personaggio di Weller, ilquale avvalorava le sue affermazioni attribuendole a personalità importanti, per cui sidefiniscono wellerismi tutti quei detti che iniziano o terminano con dice, dicèva, dicet-te, dicevano ecc.

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  • PREFAZIONE

    Il presente florilegio di proverbi si raccomanda non solo al let-tore convinto che ’e ditte antiche nun fallisceno maje, ma an-che e soprattutto a coloro che convengono sulla necessità diaccogliere con amore e indulgenza qualsiasi dignitoso contribu-to alla riscoperta e alla conservazione di un patrimonio lingui-stico e letterario sempre più insidiato dalla falsa acculturazionetelevisiva e dallo snobismo di quella borghesia ca se mette scuor-no d’ ’o parla’.E allora va detto che questa pubblicazione è, nei limiti del pos-sibile, completa. Mi sarei voluto luva’ ’o sfizio di scovare e dicitare in questo preambolo anche un solo detto giuridico-foren-se sfuggito alla raccolta, ma non ne ho trovato alcuno.Essa, poi, è curata non solo nella riproduzione dei termini dia-lettali, ma anche nella difficilissima e controversa scelta dei se-gni fonetici.Spiega e commenta in modo corretto, esauriente e garbato ilsignificato di ciascun proverbio e la genesi di molti di essi.Infine — e questa, che io sappia, è una vera novità — li traducetutti in inglese, proiettando… verso un mercato di lingua anglo-sassone un Editore e uno staff (si può dire rocchia?) editorialeche, dopo avere inondato gli operatori del diritto con preziose,puntuali, accurate ma scoccianti opere giuridiche, ha qui avutola felice idea di rivolgersi ad un più vasto pubblico, non neces-sariamente del mestiere, per allietarlo con una pubblicazionesorridente, ma tutt’altro che futile.E allora, poiché non sono riuscito a rimpolpare questo strimin-zito proemio con l’arguzia di qualche detto sfuggito alla ricerca,lo concluderò infarcendolo con la citazione di una divertentepoesia, dal titolo “La dea giustizia”, composta nella prima metàdel secolo scorso da uno dei più grandi principi del Foro napo-

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  • letano, Gennaro Marciano. Motivi di decenza mi consigliano diriprodurne le sole, pur pepatissime, prime due strofe:

    Diva fulgente, d’ogni colpa incolume,maestosa, altera ed incontaminata,passa nel mondo la giustizia umana…ed è una gran puttana!…

    Cinta d’allori, nel suo tempio assisa,dove per tutti si proclama uguale,per la bontà dei sacerdoti suoi,la fotti come vuoi!….

    Roberto D’Ajello

  • 1. ’A causa ’a fa ’o cliente.

    A seconda del cliente, l’avvocato imposta la causa.Il cliente, conoscendo bene i termini delle questioni e la contro-parte, fornisce al proprio legale elementi e motivazioni valideper un’idonea linea di difesa. Specialmente perché nessun av-vocato potrebbe dedicare ad una delle sue cause l’attenzione, ladiligenza, la meticolosità, l’accanimento che l’interessato puòdedicare alla causa propria.The client makes the law-suit.

    2. «Agge paciènza» e «fatte ’nculo» so’ una cosa.

    «Abbi pazienza» e «fatti in culo» hanno lo stesso significato, cioèad essere pazienti spesso si rimane «fregati».Questa espressione si usa in genere per troncare una certa di-scussione senza possibilità di replica.To be patient and to be fucked off is the same thing.

    3. ’A forca è fatta pe’ ’e puverielle.

    I poveracci, essendo difesi senza grinta da un avvocato di uffi-cio, sono destinati ad avere la peggio. Ed è sempre alla poveragente che in ogni caso, indipendentemente da vicissitudini giu-diziarie, erano in tempi antichi destinate le tre «effe»: feste, fari-na e forca.The gallows are made for poor people (having a bad defense).

    4. ’A forza supraffà ’a giustizia.

    La violenza (talvolta) è più forte della giustizia. E ancora oggiquasi mai: Chi ha fatto ’o peccato pava ’a penitenzia, cioèsconta la pena.

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  • 10 Proverbi napoletani sulla giustizia

    Rifacendoci a Cicerone: «Quando viene usata la violenza, il di-ritto cessa di avere vigore».Violence is stronger than justice.

    5. ’A credenza fùje accìsa da ’e male pavatùre.

    Il credito fu ucciso dai cattivi pagatori, per cui è più prudentefare transazioni per contanti o farsi pagare un buon anticiposulla parcella.Credit was killed by bad payers.

    6. ’A cuscienza ’a pastenàjeno, ma nun ascètte.

    La coscienza la seminarono … ma non germogliò mai.Conscience was seeded but it never sprang.

    7. Addò ’nce stanno fatte, nun ’nce vonno parole.

    Di fronte alla realtà evidente delle cose ogni parola è superflua.Sarà poi compito dell’avvocato, cui i fatti sono stati esposti, de-cidere se essi siano così eloquenti da indurlo a fa’ correre ’acarta bullata. Cioè, intentare causa o proporre querela.Where there are facts, there are no words (words are useless).

    8. ’A falanga, si nun se serògna, ’mmorza e nun cammina’a varca.

    Le traverse di legno che si mettono sull’arenile per facilitare ladiscesa in mare delle barche, se non sono ben oleate ostacola-no lo scivolamento della barca. In senso traslato: per avere unapiù sollecita evasione di una pratica, è necessario «ungere» chidi dovere mediante «sottomano».Variante: Si ’o carro nun se serògna, nun cammina (se ilcarro non si unge, non cammina)If you don’t oil the ship beams the boat can’t slide on.

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  • Dio sente ’o juste e ’o peccatore 11

    9. ’A giustizia piace, ma no a purtarla ’ncuòllo.

    La giustizia piace purché colpisca gli altri, mai noi.We like justice, but not when it strikes us.

    10. A la banca de lo Cielo nun ce so’ scrivanie ’e marranchìne*.

    Alla banca del cielo non vi sono scrivanie di lestofanti passacarte edimbroglioni. Solo in paradiso vi sarà la vera giustizia, perché non viè la gestione «umana» del potere, né si possono fare imbrogli.At the Heaven’s Bank there no desks for tricksters and thieves.* Marranchino deriva dall’arabo «muharram», letteralmente car-ne di maiale, alimento notoriamente vietato dall’islam che indi-ca, per traslato, un individuo spregevole e approfittante.

    11. ’A legge è fatta pe’ chi ’a sàpe leggere.

    La legge è fatta per coloro che la sanno leggere.Solo gli avvocati ed i giudici sono capaci di cogliere nel codicequei cavilli o quelle sottigliezze legali che a volte risolvono dif-ficili ed ingarbugliate vicende giudiziarie, e talvolta aiutano adeludere la legge stessa. «A saper ben maneggiare le gride — sipotrebbe dire oggi col Manzoni, mutatis mutandis — nessunoè reo e nessuno è innocente».Law is made only for those who can read it through.

    12. ’A legge è fatta p’ ’e fesse.

    La legge è fatta per i fessi.Variante: Fatta ’a legge, truovato l’inganno.Fatta la legge, si trova subito come eluderla.La legge è fatta per i fessi, perché chi è furbo riesce ad eluderla.I «dritti» in ogni caso si fanno giustizia con i loro più o menodiscutibili mezzi. Sul senso di tale modo di dire si veda pure lapoesia di Viviani «’a legge» riportata in appendice.Law is made for foolish people only.

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  • 12 Proverbi napoletani sulla giustizia

    13. All’avvucato se dice ’a verità; s’addà vedè isse po’ com-me l’addà ’mbruglià.

    Il cliente deve dire la verità al proprio avvocato, poi sarà compi-to di questi trovare il mezzo adatto affinché il cliente se la cavi.Par di sentire le raccomandazioni del dottor Azzeccagarbugli aRenzo: «Chi dice le bugie al dottore, vedete figliuolo, è unosciocco che dirà la verità al giudice. All’avvocato bisogna rac-contare le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle. Se voleteche v’aiuti, bisogna dirmi tutto, dall’a fino alla zeta, col cuore inmano, come al confessore».The client must always tell the truth to his lawyer: he will thensee how to cheat (to save his client).

    14. ’A pagliètte*, mièdece e cane, stàttene sempe luntano.

    Da avvocati, medici e cani, cerca di stare sempre lontano.Try to be always far away from lawyers, doctors and dogs.* Nell’Ottocento, durante l’estate, gli avvocati napoletani perdifendersi dalla calura indossavano un cappello di paglia, dive-nuto, in seguito sinonimo (in senso dispregiativo) della catego-ria, o quantomeno degli avvocati meno quotati.

    15. ’A mugliera d’ ’o latro nun sempe sciàla e rìde.

    La moglie del ladro non sempre gode e ride a causa della pocaaffidabilità del mestiere del marito.In senso traslato: chi gode di privilegi ottenuti con intrighi edimbrogli è destinato prima o poi a perderli.The thief’s wife doesn’t always enjoy and laugh.

    16. ’A carceriere, ’ncarcerato.

    Dalla condizione di carceriere è passato a quella di carcerato.In senso traslato, indica il ribaltamento di una situazione, per cuida una posizione di comando si passa a quella di subalterno.From being a warder he has become a prisoner.

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  • Dio sente ’o juste e ’o peccatore 13

    17. ’A puttana trase addó vò, ’o mariuolo no.

    La prostituta entra dove vuole, il ladro invece no.In senso traslato: la prostituta riesce a farsi accettare in qualsiasi luogo,invece il ladro è sempre guardato con diffidenza e circospezioneThe prostitute enters everywhere she wants, the thief doesn’t.

    18. ’A meglia parola è chella ca nun se dìce.

    La migliore parola è quella che non si dice, quindi meglio tacere ilpiù possibile per evitare che quanto detto possa ritorcersi contro …The best word is the one you don’t say.

    19. ’A necessità fa ’a legge.

    La necessità rende spesso lecito quello che normalmente è con-siderato illegale.Variante: ’A necessità ròmpe ’a legge.Si tratta della divulgazione proverbiale dello «stato di necessità»,causa di giustificazione prevista dall’art. 54 del codice penale.Ed è a questa che sembrerebbe essersi ispirato il protagonista diuna poesia di Viviani, «Difesa personale», che espone così leproprie ragioni al brigadiere che l’interroga:Sono imputato di maltrattamenti?E nun l’avev’ ’a manco maltratta’?Si stava con l’amante, e in quei momenti,cu’ ’a porta aperta, io traso all’intrasatto,veco chillu spettaculo … che fa’?È chiaro: a lui n’ ’o caccio e a lei la vatto.Necessity becomes law (or necessity breaks the law).

    20. ’A spièca è fatta p’ ’e gnurànte.

    Molte spiegazioni sono necessarie per le persone ignoranti, perquelle intelligenti … non ve ne è bisogno secondo il detto lati-no intelligenti pauca.The explanations are made only for ignorant people.

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  • 14 Proverbi napoletani sulla giustizia

    21. Chillo è l’avvucato d’ ’e cause perze.

    Quello è l’avvocato delle cause perdute. Si dice di persona chesenza che la cosa la riguardi si mette e perorare la causa altruigià perduta. In ogni caso conviene stare attenti anche se di altrocollega si vantino la bravura e i successi professionali. Infatti: Amare vantato nun pisca’. Vale a dire, non fare mai affidamen-to sul buon nome e sulla fama di una persona.That one is the lawyer of lost law suits.

    22. ’A troppa derettèzza fa trasì ’ncurrìvo.

    Chi vuole fare troppo il furbo o il prepotente finisce col darefastidio a tutti.Too much cunningness is troublesome and annoying.

    23. ’A pràtteca fa l’ommo, no ’a scola.

    La vita pratica rende l’uomo esperto, non la scuola che offresolo l’insegnamento teorico. Mentre: ’A mala pratteca (intesacome le cattive abitudini) fa l’ommo ’mpiso e manna ’a fem-mena ô burdello.Variante: Vale cchiù n’oncia ’e pràtteca, che na libbra ’escienza.Vale più un’oncia di pratica che una libbra di scienza.Practical life, not school, makes man expert.

    24. Apprièsso ’o ppoco vene l’assaje.

    Dopo il poco viene il molto. L’inizio di ogni libera professione,come fare l’avvocato, è duro. Per chi è bravo e lavora con one-stà, comunque, la propria situazione professionale, gradualmente,tende a migliorare.Altro significato: se dai un dito a qualcuno fai attenzione, puòprendersi tutta la mano.In your profession, after having very little, you’ll have very much(if you do it well).

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  • Dio sente ’o juste e ’o peccatore 15

    25. ’A via deritta è sempe ’a cchiù spicciativa.

    La strada diritta è sempre la più breve. Nella vita la chiarezza el’onestà sono i mezzi più efficaci per essere stimato.The right way is always the shortest one.

    26. Avimmo cumbinato ’a carrozza: nun cumbinàmmo ’oscurriàto?

    Ci siamo accordati per la carrozza: non ci accordiamo sulla fru-sta?Abbiamo raggiunto un’intesa su una cosa importante, è assurdonon accordarsi anche su piccoli dettagli poco impegnativi.We agreed on the horse-carriage, can’t we agree on the whip?why not?

    27. Ammo fatto primma ’o scurriato* e po’ ’a carrozza.Abbiamo costruito prima la frusta e poi la carrozza.Variante: Tenè ’o scurriato senza ’a carrozza.Avere la frusta e non avere la carrozza.Ci stiamo perdendo nelle minuzie e non prendiamo in conside-razione la questione più importante.We made first the whip and then the carriage!*Scurriato (frusta) deriva dal latino (virga excorrigiata) cioè ba-stone dotato di corrigium (striscia di cuoio)

    28. ’A vocca è nu bellu strumento: sàpe accurdà ’o bbuonoe ’o mmalamente.

    La bocca è uno strumento musicale molto bello perché sa ac-cordare il buono e il cattivo.Simpaticissima ed efficace è la descrizione che Manzoni dà del-l’effetto sull’attonito mancato sposo della musica oratoria chevien fuori dalla bocca di Azzeccagarbugli: «Mentre il dottoremandava fuori tutte queste parole, Renzo lo stava guardandocon un’attenzione estatica, come un materialone sta sulla piazza

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  • 16 Proverbi napoletani sulla giustizia

    guardando al giocatore dei bussolotti, che, dopo essersi caccia-ta in bocca stoppa e stoppa e stoppa, ne cava nastro e nastro enastro, che non finisce mai».Le buone parole, dette al momento giusto, sono convincentipiù di ogni altra cosa, sia per le persone buone che cattive.The mouth is a wonderful instrument, it can reconcile good andbad people.

    29. Cliente affeziunàto, pava sempe anticipato.

    Così la pensa l’avvocato, ma il cliente a sua volta dice: «Chi pavaannanze è male servùto», Chi paga prima è servito male, oppure«Chi pava priesto, pava doje vote», Chi paga subito, paga duevolte (Seneca, Bis dat qui cito dat). Insomma: Pe’ pava’ e muri’ce sta sempe tiempo! Oppure: A muri’ e a pava’ quantocchiù tarde se pô.A thankful client always pays in advance.

    30. A ’stu munno, si ’nce lieve curnute e giudicate, nun ceresta cchiù nisciuno.

    Il mondo è pieno di cornuti e delinquenti, se escludi questecategorie, non resta più nessuno. Sembra un proverbio troppoottimista e restrittivo: i fessi dove li mettiamo?In our world if you take off the cuckolded and the scoundrels,there is no one left.

    31. A la vocca nun ce stà gabella, dicette l’avvocato ’e l’Arenella.

    Posso parlare fino a quando voglio, perché per le parole non sipaga dazio, disse l’avvocato dell’Arenella. Si soleva anche direpiù in generale, a proposito della inarrestabilità della parlantinadel chiacchierone (equiparata a più infime emissioni corporali):Â vocca nun c’è gabella e a ’o culo nun c’è spurtella!There is no customs to the speaking mouth, said the lawyer fromArenella district.

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  • Dio sente ’o juste e ’o peccatore 17

    32. A lo tiempo d’oje se darrìa cchiù na vorza de tornese anu spione magna-magna, ca tre calle a nu puverielloabbesugnuso.

    Oggi è più facile che si dia una borsa di tornesi a uno spione(attualmente a un pentito) che un soldo a un povero bisognoso.Today it is easier to give a bag full of money to a criminal spythan three pennies to a poor chap.

    33. Che fai l’avvucato? ’a zezzenella* è bbona? dicette donNicola.

    Disse don Nicola: Che fai l’avvocato? A guadagnare senza faticaè buono?«Are you a lawyer? Is it good to earn money without working?»,don Nicholas said.* «Zezzenella» è il diminutivo di zizza, termine onomatopeico diorigine longobarda che indica un guadagno facile, come è sem-plice per il poppante succhiare il latte materno.

    34. Carta mia, canta ’ncannuolo.

    Si riferisce a persone sicure di essere dalla parte della ragione,in quanto ritengono di essere in possesso di documenti validi e,pertanto, ben conservati in un rotolo (’ncannuolo).My secret paper speaks in its tube (secret document well kept in atube which tells the truth).

    35. Càgna avvucato e miètte ’appièllo.

    Cambia avvocato e poi fa l’appello se hai perduto la causa.Ritenta la causa con un altro legale, se la prima ti è andata male.In senso traslato: se non è andato a buon fine un affare, ritentacon un altro interlocutore. E fallo in fretta: Dummeneca per-dimmo e lunedì mettimmo appello.Change your lawyer and file an appeal! (try again your enter-prise with someone else).

  • 18 Proverbi napoletani sulla giustizia

    36. Chi tene denare àve sèmpe ragione; chi nun ne teneàve sèmpe tuorto.

    Chi è ricco ha sempre ragione, perché può pagarsi un avvocato;chi è povero, ha sempre torto, perché non ha i soldi per farsidifendere. Proverbio, purtroppo, valido anche al di fuori delmondo giudiziario: dovunque chi tene denare campa felice,chi nun ne tene perde pure ll’amice (oppure: se magna ’ali-ce, o ancora, in una versione più spregiudicata: va ’nculo al-l’amice!).He who has got money is always right; the poor man is alwayswrong (no money to defend himself).

    37. Cu’ denare e amicizia s’accatta pure ’a giustizia.

    Variante: Denare e amicizie curròmpeno ’a giustizia.Con il denaro e le amicizie si ottiene la ragione in un giudizio,corrompendo i giudici.Variante: Chi tene ’e denare e l’amicizia va ’nculo a la justi-zia.Chi ha denaro e amici si gabba della giustizia.Denaro e amicizia mettono ’int’ ’o sacco pure a justizia.Denaro e amicizia mettono nel sacco pure la giustizia. Natural-mente sono proverbi dei tempi antichi, del tutto inattuali. Alme-no, lo si spera!With money and friendship you can buy also justice.

    38. Chi vence, àve sèmpe raggiòne. Chi perde, àve sèmpetuorto.

    Se l’avvocato vince una causa, il cliente lo loda, anche se nonha alcun dimostrato merito. Se l’avvocato perde la causa, il clientelo disprezza, anche se non ha nessuna colpa. È anche vero chel’avvocato deve conoscere l’arte di comunicare al cliente la no-tizia del proprio successo e del suo insuccesso: «Avimmo vinciu-to ’a causa»; nel primo caso. «Avite perzo ’a causa», nel secondo.

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    He who wins a law-suit is always right; he who looses it, is alwayswrong.

    39. Chi tène che perdere nun ghjèsse ’n Corte.

    Chi ha da perdere è meglio che definisca le sue questioni legalisenza andare in Tribunale e senza affidarsi agli avvocati. Soltan-to chi nulla ha da perdere può far causa a chiunque a cuorleggero, sia che abbia ragione sia che abbia torto, perché anchenel caso in cui perda la causa, né la controparte né l’avvocatopotrebbero ottenere il giusto ristoro rivalendosi sui suoi beni.Who knows he has got to lose it is better if he doesn’t go to the barfor a law-suit.

    40. Chi saglie e scenne ’e scale d’ ’e pagliette nun tardatiempo ca se arrecètta.

    Chi ricorre spesso agli avvocati, data l’esosità delle loro parcellee delle spese giudiziarie, rischia di finire presto in miseria.He who often goes up and down a lawyer’s stairs will soon beco-me very poor.

    41. È cierto ca tre anne ’e Vicaria* e seje de galera nun memancavano si nun jèvo cu’ bone cianfrùne** sott’ac-qua.

    Certamente sarei stato condannato a tre anni di carcere dallaVicaria e a sei anni di galera se non avessi lavorato sott’acquadando soldi per corrompere la giustizia.Certainly I would have got three years by the court and six yearsof hard labour, if I hadn’t worked underwater giving plenty ofmoney to corrupt justice.* La Vicaria era un antico palazzo di giustizia (l’attuale CastelCapuano) con annesso carcere giudiziario, poi trasferito a Pog-gioreale. Specifica Renato De Falco, nel suo manualetto Del par-lar napoletano, che la Suprema Corte di Giustizia, insediata da

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  • «’A legge è fatta p’ ’e fesse...»Uno scorcio della saggezza popolare di Napoli che ha per tema la giustizia,di cui l’antico tribunale della Vicaria rappresenta il simbolo.Ma leggendo tra le righe dei proverbi e dei modi di dire si coglie l’ironia,velata di amarezza, di un popolo consapevole del fatto che è la legge (enon la giustizia!) a regnare nel Palazzo e, che comunque, a subirne leconseguenze sono quasi sempre i più deboli.

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    www.simone.it

    ovvero La legge è uguale per tutti ...o quasiDi o sente ‘o juste e ‘o peccator e

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    TeresaTimbro

    PREMESSAPREFAZIONE