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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
4.1 Il finanziamento
GRAF. 4.1.1
L’INVESTIMENTO IN ISTRUZIONE SCOLASTICA E TERZIARIA, 2012(valori %, PIL = 100)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
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OECD EU21
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Slovak Rep. Iceland
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Ireland Mexico
Switzerland Poland
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Turkey France
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Come leggere il Grafico Il grafico a barre orizzontali è utile per mettere a confronto il valore dell’investimento in istruzione scolasticae terziaria dell’Italia rispetto agli altri paesi, distinguendo tra quelli membri dell’OCSE (in colore celeste,con l’Italia evidenziata in rosso) e quelli non membri (le barre di colore grigio), preventivamente ordinatiin senso decrescente. L’ammontare dell’investimento in istruzione è misurato dal rapporto tra la spesamonetaria complessiva riferita ai due segmenti di istruzione e il valore del PIL a prezzi correnti. Si trattadi un indicatore utile per quantificare quanta parte della ricchezza prodotta da un’economia viene desti-nata all’accumulazione di capitale umano.Nel nostro Paese l’ammontare dell’investimento in istruzione terziaria equivalente, rappresentata nel se-condo grafico a barre, allo 0,9% del Prodotto Interno Lordo (d’ora in avanti PIL). Si tratta del valorepiù basso, dopo quello del Lussemburgo, in ambito OCSE dove in media si spende l’1,5% del PIL. Seconfrontato al di fuori dell’OCSE, la nostra quota di ricchezza destinata alla formazione del capitaleumano terziario è pari a quella del Brasile, ma inferiore a quella della Colombia e della Lettonia (rispet-tivamente 1,9% e 1,4% del PIL).Se si assume come termine di paragone l’ammontare di risorse destinato complessivamente all’istruzionescolastica, dalla primaria alla secondaria fino alla post secondaria non terziaria, emerge come il valore in-vestito nel segmento terziario è equivalente a meno di un terzo di quello investito nel segmento scolastico(0,9% a fronte del 3,0%).
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
GRAF. 4.1.2
LA QUOTA PARTE DI SPESA FINANZIATA DAL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO(valori %, totale spesa istruzione = 100)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
Come leggere il Grafico Il grafico a istogramma doppio mostra la quota parte di spesa per l’istruzione finanziata da fonti private eda quelle pubbliche, distintamente per l’istruzione terziaria (sfondo verde) e per quella scolastica nel suocomplesso (dalla primaria alla secondaria fino alla post secondaria non terziaria, con sfondo giallo). Si precisache i paesi sono stati ordinati in senso decrescente, utilizzando come criterio il valore della quota di spesaprivata per l’istruzione terziaria da un lato e l’istruzione scolastica dall’altro.In media nei paesi OCSE la spesa per l’istruzione è in gran parte finanziata con risorse pubbliche: 66%l’apporto pubblico nella terziaria a fronte del contributo del 91% per il complesso dei segmenti scolastici.Il dato più rilevante che emerge per l’Italia dal confronto tra i due grafici è che nel caso dell’istruzioneterziaria la quota parte di spesa di fonte pubblica pari al 66% del totale è sensibilmente inferiore al valoredestinato all’istruzione scolastica (95,5%), valori entrambi al di sotto della media OECD. Va precisato che il dato medio OCSE riferito all’istruzione terziaria, composto per un terzo dall’apportoprivato e per oltre due terzi dall’apporto pubblico, nasconde in realtà forti differenziazioni tra i paesi membri.In Corea e Giappone la composizione è ribaltata con il contributo di fonte privata che pesa per due terzi,mentre negli USA l’incidenza del privato si attesta al 62,2%, seguono l’Australia Nuova Zelanda e Israelein cui il privato interviene per quasi il 50%. Nei paesi nordici dell’Unione Europea come Norvegia e Fin-landia si nota come l’entità dell’apporto derivante dal privato sia residuale rispetto a quello pubblico seppurepiù rilevante rispetto a quanto si registra per il segmento scolastico nel suo complesso.
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Primaria, Secondaria, post-Secondaria non Terziaria fonte privata Primaria, Secondaria, post-Secondaria non Terziaria fonte pubblica
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
GRAF. 4.1.3
LE MISSIONI DELLO STATO PER L’ISTRUZIONE: SCOLASTICA, TERZIARIA E RICERCA, 2015
(valori in milioni di euro)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO (RGS).
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22. Istruzione scolastica 23. Istruzione universitaria e post-universitaria
17. Ricerca e innovazione
Missionidello Stato
Bilancio dello Stato assestato 2015
Come leggere il Grafico Le Missioni rappresentano “le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica ecostituiscono una rappresentazione politico-istituzionale, necessaria per rendere più trasparenti le grandiposte di allocazione della spesa e per meglio comunicare le direttrici principali delle sottostanti azioni am-ministrative da svolgere da parte delle singole amministrazioni. L’insieme di tutte le risorse stanziate con ilbilancio sono distinte tra un numero limitato di grandi finalità (n. 34 Missioni), che vengono perseguiteindipendentemente dall’azione politica contingente ed hanno, dunque, un respiro di lungo periodo, ossiadi configurazione istituzionale permanente. La denominazione che è stata attribuita alle Missioni offre unavisione dello Stato che svolge non solo le funzioni fondamentali (quali, ad esempio, l’amministrazione delladifesa, della giustizia, l‘ordine pubblico e la raccolta dei tributi), ma espleta anche compiti di allocazione eredistribuzione delle risorse” (Ragioneria Generale dello Stato, 2016).In Italia lo Stato persegue in totale 34 missioni ben descritte in “Il bilancio dello Stato, 2016-2018. Un’ana-lisi delle spese per missioni e programmi aprile 2016, n. 50” (Senato, aprile 2016). Il grafico a punti visualizza per le tre missioni pertinenti al tema qui affrontato l’ammontare delle risorse aconsuntivo del 2015:- missione 22 - istruzione scolastica: 42 miliardi di euro;- missione 23 - istruzione universitaria: 7,7 miliardi di euro;- missione 17 - ricerca e innovazione: 2,7 miliardi di euro.
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
TAV. 4.1.1
LA MISSIONE ISTRUZIONE TERZIARIA E I RELATIVI PROGRAMMI, 2015
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
(valori in milioni di euro)C - correnteK - capitale 2015
Programma R - rimborsi Assestato 2016 2017 2018
1. Diritto allo studio C 198,3 251,1 195,7 188,7nell'istruzione universitaria K 39,6 39,7 29,4 18,1
R 3,6 3,7 1,5 0,0
2. Istituzioni dell'alta C 425,3 446,8 434,7 433,9formazione artistica, K 4,1 4,1 4,1 4,1musicale e coreutica R
3. Sistema universitario C 7.006,6 7.064,8 7.072,2 7.045,8e formazione K 17,3 17,2 11,4 11,1post-universitaria R 22,9 24,0 21,5 17,6
Totale complessivo C 7.633,1 7.762,7 7.702,5 7.663,4K 61,1 61,0 44,4 33,2R 26,5 27,7 23,1 17,6
Totale finale (C+K+R) 7.720,7 7.851,4 7.770,5 7.719,3Variazione % rispetto - 1,7% -1,0% -0,7%all'anno precedente
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO (RGS).
Come leggere la TavolaOgni missione si realizza concretamente attraverso uno o più programmi, che rappresentano aggregatiomogenei di attività svolte all’interno di un singolo ministero, che nel caso dell’istruzione universitariacoincide con il Ministero dell’Università e della Ricerca. Oltre all’assestato 2015 la tavola riporta anchele previsioni 2016-2018 i cui dati sono tratti dal “Il Bilancio in Rete della Ragioneria generale delloStato” e scaricabili al sito http://dwrgsweb-lb.rgs.mef.gov.it/DWRGSXL/pages/lb/, aggiornati all’11 febbraio2016. Per maggiori dettagli sulle altre missioni dello Stato e sui relativi programmi si può consultare ilsito http://www.senato.it/iapp/bgt/ showdoc/17/dossier/969257/00969257.xml.
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
Come leggere la Tavola 4.1.2ALa tavola riporta nelle colonne le assegnazioni finanziarie ricevute nel 2015 da ciascun ateneo (elencatonelle righe) a valere sul Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) del MIUR, i cui criteri di ripartizionesono indicati nel Decreto Ministeriale del MIUR D.m. n. 335 del 2015 scaricabile al link http://hub-miur.pubblica.istruzione.it/web/universita/Finanziamenti.Si precisa che rispetto alle tavole allegate al decreto, gli atenei sono stati qui ordinati in senso decrescentedell’assegnazione totale (colonna i) al fine di facilitare la lettura dei dati.Partendo da un ammontare complessivo di risorse destinate alle università statali di 6.652.142.232 europer il 2015, la ripartizione risultante è articolata nel seguente modo:- quota base (ex art. 2): rappresenta il 75% circa del finanziamento pari a 4.910.393.516 euro ed è basata
sul costo standard per studente;- quota premiale (ex art. 3): costituisce il 21% pari a 1.385.000.000 euro sulla base di un modello che
fa leva sulla ricerca e sulla didattica;- fondo perequativo (ex art. 4): rappresenta il 2% equivalente a 171.748.716 euro;- il restante 3% si sostanzia in interventi previsti da disposizioni legislative e nello specifico “piano stra-
ordinario associati” 2011, 2012, 2013.La Sapienza figura al primo posto con un’assegnazione totale di 476.804.718 euro corrispondenti al 7%del totale delle risorse. Si precisa che la dimensione dell’ateneo pesa negli indicatori utilizzati per l’asse-gnazione del Fondo su base storica.
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
121
Come leggere la Tavola 4.1.2DLe risorse del Fondo che residuano dopo aver decurtato la quota “storica” sono assegnate secondo unmodello di finanziamento “premiale” che utilizza sostanzialmente la ricerca e la didattica come criteriper la ripartizione.In base al modello premiale, alla dimensione “ricerca” spetta una quota pari all’85% del totale, così di-saggregata:A. “qualità della ricerca”, cui spetta il 65% utilizzando quale indicatore i risultati della valutazione dellaVQR 2004-2010 (Valutazione della Qualità della Ricerca);B. “qualità della produzione scientifica dei soggetti reclutati” da ciascun ateneo nel periodo 2004-2010cui va il 20% includendo anche i passaggi di ruolo interni).Alla dimensione “didattica” spetta una quota pari al 15%, così disaggregata:C. “internazionalizzazione degli studenti” il cui peso è pari al 7% è un indicatore sintetico pari al valoremedio dei pesi dei seguenti indicatori:- C1 numero studenti iscritti per la prima volta ai corsi di studio nell’a.a. 2013/2014 in possesso del
titolo di studio conseguito all’estero;- C2 numero studenti in mobilità Erasmus in ingresso, a.a. 2013/2014;- C3 numero studenti in mobilità Erasmus in uscita, a.a. 2013/2014;- C4 CFU conseguiti all’estero nell’anno solare 2014 dagli studenti iscritti regolari nell’a.a. 2013/2014;- C5 numero di laureati dell’anno solare 2014 entro la durata normale del corso di studi che hanno ac-
quisito almeno 9 CFU all’estero.D. “studenti attivi” con peso pari all’8% ovvero gli studenti iscritti regolari nell’a.a. 2013/2014 che ab-biano conseguito almeno 20 crediti nell’anno solare 2014.Tra le non statali, primeggia la Cattolica del Sacro Cuore di Milano in 3 dei 4 parametri utilizzati, essendo su-perata dalla Bocconi per il criterio C. Internazionalizzazione degli studenti. Si precisa che la dimensione del-l’ateneo pesa negli indicatori utilizzati per l’assegnazione del Fondo su base premiale con riferimento al solocriterio della Ricerca. Per gli indicatori relativi alla ricerca puri si rinvia al grafico 4.5.21 del paragrafo 4.5.
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TAV. 4.1.3
LA COMPOSIZIONE % DELLA SPESA UNIVERSITARIA DI FONTE PRIVATA, 2013(valori %, totale spesa privata = 100)
Famiglie Altre Totale di cui:istituzioni private risorse private sussidi pubblici
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Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere la Tavola 4.1.3Rispetto al grafico 4.1.2, la tavola descrive per ogni paese in dettaglio la composizione della spesa finan-ziata dal settore privato, distinguendo due tipologie di operatori privati:- le famiglie inclusi gli studenti;- le “altre istituzioni private” che, a loro volta, sono composte da imprese private e da organizzazioni
non profit, incluse le associazioni religiose e filantropiche, associazioni di rappresentanza dei datori dilavoro e sindacati dei lavoratori.
Inoltre, l’ultima colonna applica un correttivo alla quota privata sul totale della spesa, scorporando dalla per-centuale complessiva (terza colonna) la quota parte di privato finanziata dal settore pubblico attraverso tra-sferimenti che si sostanziano nelle seguenti forme: fondi a imprese e sindacati per la formazione dei lavoratori:- fondi a imprese, sindacati e altre associazioni per i programmi di apprendistato;- rimborsi a organizzazioni non profit per il vitto e l’alloggio degli studenti,- rimborsi a istituzioni finanziarie che erogano prestiti agli studenti.In Italia il privato contribuisce come si è visto nel grafico 4.1.2 per il 34%, di cui 26,5% è a carico dellefamiglie e il restante 7,5% proviene dalla altre istituzioni private. In realtà, applicando il correttivo del-l’ultima colonna dal 34% complessivo andrebbe scorporato il 19,6% che proviene dal pubblico, cosicchél’effettivo apporto privato al netto dei trasferimenti è il 14,4%, superiore rispetto alla media OCSE(10,1%) e UE21 (11%).
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Come leggere il GraficoIl grafico a barre in pila mette a confronto i contributi percentuali di ciascuna delle forme di finanzia-mento pubblico della domanda universitaria, dove il totale è rappresentato dal numero complessivo distudenti, ottenuto come somma dei beneficiari più i non beneficiari. Le forme di finanziamento pubblico a beneficio degli studenti possono concretizzarsi nelle seguenti ti-pologie:- solo prestiti pubblici (verde scuro);- solo borse di studio e sovvenzioni (verde chiaro);- sia prestiti pubblici sia borse di studio/sovvenzioni (giallo).Vi sono paesi i cui dati disponibili non consentono la disaggregazione degli studenti beneficiari per formadi finanziamento ed è per questa ragione che, limitatamente al Regno Unito, gli studenti sono stati bi-partiti genericamente in beneficiari (in verde acqua) e non beneficiari (grigio).Analizzando le etichette dati visualizzate nelle pile del grafico, si nota che nell’Europa continentale glistudenti che non beneficiano di alcuna forma di aiuto pubblico per gli studi universitari prevalgano ri-spetto ai beneficiari: si va da un massimo della Svizzera, dove il 92% degli studenti non riceve alcunaforma di aiuto finanziario, a un minimo della Francia con circa 2 studenti su 3; in posizione intermedial’Italia dove quasi l’80% degli studenti della terziaria studia senza ricevere alcuna forma di supporto eco-nomico. Viceversa nell’Europa non continentale, unitamente a USA, Australia e Nuova Zelanda, la si-tuazione è invertita, per cui sono gli studenti beneficiari una qualche forma di supporto economico aprevalere, con quote che vanno da un massimo di 92% nel UK ad un minimo dell’80% in Norvegia.Da notare che in Australia e Nuova Zelanda la forma più diffusa di sostegno agli studenti universitari èrappresentata dai prestiti pubblici (public loans, in verde scuro) con quasi il 45% degli studenti beneficiari,segue la Turchia con il 39% e gli USA con oltre 1 su 10. Invece, nell’Europa continentale, tra gli studentibeneficiari che sono minoritari, la più diffusa forma di finanziamento è rappresentata dalle borse di studio(scholarships/grants, in verde chiaro), che in Italia supportano circa 1 studente su 5.Merita di essere segnalato che in Italia i prestiti pubblici sono ancora poco diffusi in ambito universitarioe ne usufruiscono solo lo 0,3 degli studenti (il valore è talmente piccolo che la relativa barra in verdescuro non assume una dimensione significativa).
GRAF. 4.1.4
FORME DI FINANZIAMENTO PUBBLICO DELLA DOMANDA UNIVERSITARIA, 2013(valori % sul totale studenti)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
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43
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14
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0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
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% di studenti
NO prestiti pubblici o borse di studio/sovvenzioni prestiti pubblici e borse di studio/sovvenzioni
solo borse di studio/sovvenzioni solo prestiti pubblici
SI prestiti pubblici e/o borse di studio/sovvenzioni
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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TAV. 4.1.4
DIRITTO ALLO STUDIO: GLI INTERVENTI PER L’ A.A. 2014/2015
Corso di Laurea
Interventi a favore degli studenti (DPCM 09 aprile 2001) Totale di cui extra UE
Borse di studio in € 422.783.939N° domande 245.949 23.084N° idonei (beneficiari e non beneficiari) 173.130 16.614N° borse concesse 136.669 15.966Prestiti di onore e altri prestiti agevolati in € 1.959.279N° domande 324 143N° prestiti concessi 227 102Mobilità internazionale in € 5.222.301N° domande contributi 8.246 1.055N° contributi concessi 3.222 427N° complessivo di mesi in mobilità 15.504 2.268Interventi a favore di studenti in situazione di handicap in € 1.783.896N° domande 1.164 57N° interventi concessi 853 47Attività di collaborazione a tempo parziale in € 1.933.360N° collaborazioni 1.710 201Retribuzione oraria (euro) -Posti alloggio e contributi-alloggio in € 3.758.413N° domande posti alloggio 64.449 10.704N° posti alloggio assegnati 33.426 6.579
di cui posti a borsisti 24.179 5.236di cui posti a idonei non borsisti 2.301 180di cui posti a studenti non idonei alla borsa 6.949 1.174
N° domande contributi-alloggio 3.541 175N° contributi-alloggio assegnati 2.571 116
di cui contributi a borsisti (non beneficiari di alloggio) in € 1.961.971 1.328 112di cui contributi a idonei non borsisti (non beneficiari di alloggio) in € 764.347 551 4di cui contributi a studenti non idonei alla borsa in € 1.032.095 692 0
Altri interventi di tipo finanziarioN° premi per il conseguimento del titolo in € 5.720.400 2.973 94N° contributi finanziari per il trasporto in € 543.642 27.545 515N° contributi straordinari in € 1.338.878 1.329 217N° altri sussidi concessi in € 2.472.628 1.602 61
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati MIUR.
Come leggere la TavolaLa tavola fornisce il dettaglio degli interventi a favore degli studenti per l’a.a. 2014/2015 limitatamente aicorsi di laurea, mentre quelli per dottorato e corsi di specializzazione verranno analizzati nella tavola 4.5.1del paragrafo 4.5. Il diritto allo studio con riferimento agli iscritti ai corsi di laura si sostanzia nelle seguenti ca-tegorie di interventi: - borse di studio, di cui concesse 136.669 a fronte di 245.99 domande; - prestitid’onore e altri prestiti agevolati, di cui erogati 227 a fronte di 324 domande; - mobilità internazionale,per cui sono stati accordati 3.222 contributi rispetto ad un numero di domande pari a 8.246; - interventi
·/·
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GRAF. 4.1.5
TASSE UNIVERSITARIE PER PAESE, A.A. 2013/2014(valori medi, dollari statunitensi convertiti in parità di potere d’acquisto)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Come leggere il GraficoIl grafico a punti mostra il valore monetario annuale delle tasse universitarie (tuition fees), per i paesi peri quali l’OCSE è riuscito a reperire i dati. Con riferimento alle istituzioni universitarie pubbliche, vi sonopaesi come Turchia, Svezia, Slovenia, Slovacchia, Norvegia, Finlandia, Estonia, Danimarca, che nonprevedono la corresponsione di una tassa a fronte dell’erogazione del servizio di istruzione terziaria. Tra i paesi che, invece, impongono una tassa per usufruire del servizio pubblico di istruzione terziaria, illivello minimo si registra in Belgio (francese) in cui la spesa annua è pari a 155 dollari, mentre il massimosi riscontra negli USA con oltre 8mila dollari annui per accedere alla fruizione del servizio. Va tenutoconto che per gli atenei francesi l’OCSE non ha fornito il valore medio, data la forte dispersione del-l’ammontare imposto dagli atenei che oscilla all’interno di un campo di variazione che va da un minimodi 0 e un massimo di 8mila dollari.
8.313 8.202
5.152 4.773 4.761 4.473 4.113
2.957 2.300
1.602 1.015
861 729 155
0 0 0 0 0 0 0 0 0
1.000
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3.000
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6.000
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SI tasse universitarie NO tasse universitarie
istituzioni universitarie pubbliche
2.300 3.082
6.168 6.552 7.028 7.598 8.263 8.322 8.554
21.188
-
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
Slovak Rep. Colombia Italy Norway Israel France min 1,808 - 7598
max
Japan Australia Korea USA
università private autonome
per studenti con handicap, con 853 interventi concessi rispetto a 1.164 domande; - alloggio: 33.426posti concessi a fronte di 64.449 domande; - altri interventi: includono premi di laurea e dottorato, con-tributi finanziari per il trasporto. I dati sono stati reperiti dal MIUR attraverso la “Rilevazione sul Dirittoallo studio universitario” presso gli enti per il DSU ed uffici per il DSU all’interno degli Atenei (fondiRegionali) e presso collegi statali e legalmente riconosciuti e sono scaricabili in maniera più disaggregataa livello territoriale al link http://statistica.miur.it/scripts/DSU_BD/BD_DSU_A.asp.
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GRAF. 4.1.6
LA SPESA PRO CAPITE CUMULATA E NON DURANTE IL PERCORSOUNIVERSITARIO, 2012
(dollari statunitensi convertiti a parità di potere d’acquisto)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere i GraficiIl grafico a istogramma è utile per mettere a confronto l’indicatore “classico” rappresentato dalla spesaannua per studente (in verde) con la spesa cumulata per studente (in azzurro). Il termine cumulato si-gnifica che si tiene conto della durata media degli studi universitari. Il nuovo indicatore si ottiene mol-tiplicando la spesa annuale per studente per il numero medio di anni necessari per arrivare al traguardodella laurea, indicati sotto il nome del paese nell’asse orizzontale del secondo grafico con le barre azzurre.Per facilitare la lettura del grafico, i paesi sono stati preventivamente ordinati in senso decrescente dellaspesa, per cui la lunghezza della barra è proporzionale alla spesa cumulata, mentre le linee orizzontalirappresentano i valori medi riferiti ai paesi membri dell’OCSE (linea grigia) e UE21 (linea verde). Considerata una durata media degli studi pari a 4,5 anni, la spesa cumulata per studente in Italia relativa al2012 è risultata pari a 45.168 dollari. I livelli di spesa pro capite cumulata più elevati si rilevano nei paesi scan-dinavi e, in particolare, in Danimarca dove si raggiungono i 110.520 dollari associati ad una durata media paria 5,2 anni, seguita dalla Svezia e dai Paesi Bassi, in cui si spende all’incirca il doppio rispetto al nostro Paese.Come si può notare confrontando i due grafici, questo nuovo indicatore rivaluta la posizione relativa dell’Italia(in rosso) rispetto alla graduatoria in verde, che utilizza invece l’indicatore tradizionale di spesa per studente.
110.
520
93.8
90
92.3
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85.3
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13
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35.6
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09
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92
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92
26.4
28
21.7
46
OECD 58.450
UE21 63.613
0
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5,2 4,5 5,3 4,7 3,6 3,2 5,3 4,5 4,2 4,0 4,7 3,2 3,0 4,5 4,1 2,7 4,5 3,0 3,4 3,7 4,4 3,4 3,2 3,8 3,3 3,4 2,7
durata degli studi
32.8
76
26.5
62
25.2
64
24.3
38
22.5
34
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16
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76
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57
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15.5
49
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03
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40
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02
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19
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71
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6
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6
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2
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6
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7.77
9
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10.000
15.000
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35.000
OECD 15.028 UE21 14.955
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GRAF. 4.1.7
LA SPESA PER STUDENTE: I MACRO SERVIZI COMPONENTI, 2012(dollari statunitensi convertiti in parità di potere d’acquisto)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Come leggere il GraficoIl grafico in pila mostra per ciascun paese le tre principali componenti della spesa annuale per studente:- servizi relativi alla missione principale di formazione ( i cosiddetti “core services” nell’EAG dell’OCSE);- servizi ausiliari: trasporto, mensa, alloggi (ancillary services);- R&D.In Italia su un totale di 10.071 dollari spesi annualmente per studente, 6.022 sono destinati alla missioneformativa, 3.701 alla ricerca e sviluppo e, infine, 347 alle spese ausiliare.
20.6
23 20
.423
16.6
92
14.6
52
12.5
05
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18
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2
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2
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5 7.94
3
7.77
9
7.60
0
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6.73
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6.64
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2
5.65
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4.56
1
4.41
2
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2
9.41
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3
11.5
19
2.85
6
5.74
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1
8.00
6
13.6
32
3.93
2
3.50
4
7.13
6
11.9
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6.40
3
5.34
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0
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2
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4
3.37
2
1.84
0
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2.10
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1.47
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6
4.99
2
860
959 3.282
1.900 1.136 0 186 84 0 0 499 356 859 846 196 548
83 259 74
1.292 347
1.754
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1.778
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0%
10%
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
129
TAV. 4.1.5COSTO STANDARD PER STUDENTE IN CORSO PER GLI ATENEI STATALI, 2012
* Costo di riferimento (benchmark) che incorpora i costi riconducibili a standard predefinibili a livello nazionale al finedi individuare un parametro oggettivo per l’assegnazione di una percentuale del FFO non destinata a finalità premiali.Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
Costo standard unitario
Ateneo di formazioneper studente in corso*
Bari 6.454Bari Politecnico 7.891Basilicata 6.901Bergamo 5.042Bologna 6.163Brescia 7.317Cagliari 6.821Calabria 6.151Camerino 7.328Cassino 5.355Catania 7.020Catanzaro 7.516Chieti e Pescara 6.191Ferrara 7.212Firenze 6.641Foggia 6.394Genova 6.921Insubria 7.110Macerata 4.686Politecnica delle Marche 7.700Messina 7.245Milano 6.321Milano Bicocca 5.569Milano Politecnico 7.228Modena e Reggio Emilia 6.258Molise 6.366Napoli Federico II 6.889Napoli II 7.381Napoli L'Orientale 5.368
Costo standard unitario
Ateneo di formazioneper studente in corso*
Napoli Parthenope 5.207Padova 6.600Palermo 6.960Parma 7.104Pavia 7.033Perugia 7.309Piemonte Orientale 6.854Pisa 6.845Reggio Calabria 6.565Roma La Sapienza 6.997Roma Tor Vergata 6.729Roma Tre 5.247Salento 5.565Salerno 6.302Sannio 6.678Sassari 7.058Siena 7.081Teramo 6.380Torino 6.218Torino Politecnico 7.586Trieste 6.718Tuscia 5.994Udine 6.508Urbino Carlo Bo 5.773Venezia Cà Foscari 5.267Venezia IUAV 7.617Verona 5.904L'Aquila 6.709Totale complessivo 6.566
Come leggere la TavolaLa tavola mostra il costo standard unitario di formazione per studente in corso per gli Atenei statali ordinatiin senso decrescente, come definito dal Decreto Interministeriale 9 dicembre 2014, n. 893.“La determinazione del costo standard per studente è definita con decreto del Ministro dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca, di concerto con il Ministero dell‘economia e delle finanze”, sentita l’Anvur(art. 8, co. 2, D.lgs. 29 marzo 2012, n. 49) considerando le voci di costo relative a:a) attività didattiche e di ricerca, in termini di dotazione di personale docente e ricercatore destinato allaformazione dello studente;b) servizi didattici, organizzativi e strumentali, compresa la dotazione di personale tecnico-amministrativo,finalizzati ad assicurare adeguati servizi di supporto alla formazione dello studente;c) dotazione infrastrutturale, di funzionamento e di gestione delle strutture didattiche, di ricerca e di ser-vizio dei diversi ambiti disciplinari;d) ulteriori voci di costo finalizzate a qualificare gli standard di riferimento e commisurate alla tipologiadegli ambiti disciplinari. Per studente in corso si intende colui che è regolarmente iscritto nell’Ateneo da un numero di anni com-plessivi non superiore alla durata normale del corso frequentato (art. 1).
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4.2 Gli studenti
4.2.1 Gli iscritti: il flusso
TAV. 4.2.1
TASSO DI PASSAGGIO DALLA SCUOLA ALL’UNIVERSITÀ, A.A. 2014/2015(valori %: totale diplomati = 100)
Territorio Tasso di passaggio dalla scuola secondaria di secondo grado(per regione di residenza)
maschi femmine totaleValle d'Aosta 63,0 Valle d'Aosta 71,0 Valle d'Aosta 67,3Liguria 58,5 Molise 70,5 Liguria 63,3Lazio 56,2 Abruzzo 70,2 Lazio 61,9Lombardia 56,1 Liguria 67,9 Abruzzo 61,1Emilia-Romagna 56,0 Lazio 67,7 Molise 60,3Toscana 54,2 Umbria 65,8 Lombardia 60,2Umbria 53,9 Basilicata 64,7 Emilia-Romagna 60,0Piemonte 53,6 Friuli-Venezia Giulia 64,3 Umbria 60,0Trento 53,6 Lombardia 64,0 Piemonte 58,8Sardegna 52,6 Emilia-Romagna 63,8 Toscana 58,3Abruzzo 52,3 Marche 63,7 Sardegna 58,1Veneto 51,8 Piemonte 63,5 Friuli-Venezia Giulia 58,0Friuli-Venezia Giulia 51,6 Sardegna 62,8 Marche 57,4Marche 51,1 Toscana 62,2 Trento 57,3Molise 49,6 Calabria 61,4 Veneto 56,8Calabria 47,6 Veneto 61,3 Basilicata 56,0Basilicata 47,2 Trento 60,3 Calabria 54,6Puglia 45,1 Puglia 57,8 Puglia 51,5Sicilia 43,1 Campania 56,9 Sicilia 49,1Trentino Alto Adige 39,9 Sicilia 55,0 Campania 47,8Campania 39,5 Trentino Alto Adige 45,3 Trentino Alto Adige 43,0Bolzano 23,5 Bolzano 30,1 Bolzano 27,4Italia 49,8 Italia 61,5 Italia 55,7
Nord-Ovest 55,7 Centro 65,5 Nord-Ovest 60,2Centro 54,8 Nord-Ovest 64,3 Centro 60,2Nord-Est 52,2 Nord-Est 60,8 Nord-Est 56,7Isole 44,9 Sud 59,4 Sud 51,4Sud 43,5 Isole 56,6 Isole 50,9
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati ISTAT.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
130
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere la Tavola 4.2.1La tavola mostra per regione e ripartizione territoriale il tasso di passaggio all’università. Si tratta di unindicatore utile per quantificare la quota parte di giovani che decide di continuare a investire in capitaleumano, proseguendo gli studi universitari.L’indicatore è calcolato facendo semplicemente una divisione in cui al numeratore vi sono gli immatri-colati dell’a.a. corrente (t) e al denominatore i diplomati di scuola secondaria superiore dell’a.s. precedente(t-1) e moltiplicando il risultato del rapporto per 100.In media in Italia a conclusione del ciclo scolastico di istruzione secondaria, decide di immatricolarsi al-l’università il 55,7 dei diplomati. Tale dato medio sintetizza situazione differenziate per area geografica:al Nord-Ovest e al Centro si immatricola il 60% dei diplomati, mentre nel Mezzogiorno solo il 51% circa.A livello regionale la Val d’Aosta primeggia per quota di diplomati che decide di proseguire gli studi im-matricolandosi all’università con il 67% circa 12 punti percentuali in più della media nazionale.Merita di essere segnalato che dopo Liguria e Lazio, si posiziona in quarta posizione l’Abbruzzo con quasi2 diplomati su 3 a iscriversi al primo anno all’università, circa 10 punti in più della media del Sud.
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GRAF. 4.2.1
LA DINAMICA DI LUNGO PERIODO DEL TASSO DI PASSAGGIO DALLA SCUOLAALL’UNIVERSITÀ, 1945-2013
(valori %)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati ISTAT.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Come leggere il GraficoIl grafico lineare mostra per l’Italia nel suo complesso l’evoluzione del tasso di passaggio dalla scuola se-condaria superiore all’università dall’a.a. 1945/1946 fino a quello 2012/2013. L’indicatore è calcolatofacendo una semplice divisione in cui al numeratore figurano gli immatricolati dell’a.a. corrente (t) e aldenominatore i diplomati di scuola secondaria superiore dell’a.s. precedente (t-1) e moltiplicando il ri-sultato del rapporto per 100.A ridosso della fine del conflitto mondiale circa 6 diplomati su 7 proseguiva gli studi accedendo all’uni-versità; durante la ricostruzione post-bellica il valore si ridimensiona drasticamente quasi dimezzandosiper poi recuperare durante gli anni del cosiddetto miracolo economico, periodo in cui si assiste ad unagraduale risalita del tasso di passaggio fino a raggiungere un nuovo picco nell’a.a. 1993/1994 pari al76%. Da questo a.a. inizia la riduzione del numero di immatricolati, a causa della sempre minore pro-pensione giovanile a proseguire gli studi dopo la scuola secondaria, oltre che per la diminuzione del nu-mero di giovani di 19 anni, età tipica di iscrizione all’università in Italia. La disaffezione giovanile neiconfronti dell’istruzione terziaria si interrompe nel 2000/2001, anno di introduzione sperimentale dellariforma dei cicli universitari e di avvio di una molteplicità di nuovi corsi triennali per accorciare i tradi-zionali corsi di laurea di durata compresa tra i 4 e i 6 anni.Si tratta del riassetto dell’organizzazione didattica previsto dal D.m. n. 509 del 1999 noto come sistema“3+2” ovvero laurea triennale più laurea specialistica che imprime una nuova impennata al tasso di pas-saggio all’università che raggiunge il 72,6% nell’a.a. 2003/2004.Dalla metà degli anni 2000 ad oggi si registra una progressiva riduzione del tasso di passaggio all’universitàche sembra essersi accentuata dal 2008, anno di inizio dell’ultima fase ciclica negativa, fino a tutt’oggiquando il tasso di passaggio totale ha raggiunto il minimo storico dagli anni ‘80.Il grafico a tre linee nel riquadro piccolo mostra il trend recente del tasso di passaggio all’università di-saggregato per genere. Il trend negativo, pur essendo generalizzato ai due sessi, sta interessando in misuramaggiore la componente maschile il cui tasso è sceso nell’a.a. 2012/2013 al di sotto del 50%, il che equi-vale a dire che tra i diplomati di sesso maschile prevalgono oggi quelli che decidono di non investire ul-teriormente nell’accumulazione di capitale umano.
84,6
40,9
58,1
66,9
48,5
76,0
57,0
72,6
55,7
-
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
1945
/46
1947
/48
1949
/50
1951
/52
1953
/54
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/56
1957
/58
1959
/60
1961
/62
1963
/64
1965
/66
1967
/68
1969
/70
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/72
1973
/74
1975
/76
1977
/78
1979
/80
1981
/82
1983
/84
1985
/86
1987
/88
1989
/90
1991
/92
1993
/94
1995
/96
1997
/98
1999
/00
2001
/02
2003
/04
2005
/06
2007
/08
2009
/10
2012
/13
71,0
61,5
65,8
55,7
60,1
49,8
40,0 45,0 50,0 55,0 60,0 65,0 70,0 75,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013
femmine
totale
maschi
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GRAF. 4.2.2
TASSI DI INGRESSO NELL’ISTRUZIONE TERZIARIA, 2013(valori %: n° immatricolati/popolazione di età corrispondente)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere il GraficoIl grafico a barre orizzontali è il più appropriato per effettuare un confronto tra paesi del tasso di ingressoper la prima volta nell’istruzione terziaria (first-time tertiary entry rates), un indicatore, tratto dalla pub-blicazione periodica dell’OCSE “Uno sguardo sull’istruzione”, che indica la quota parte di giovani diuna fascia di età tipica che si iscrive per la prima volta all’università ovvero gli immatricolati (nell’Edu-cation at a Glance 2015 è contrassegnato con il codice C3.1). L’età tipica varia da paese a paese in quantodipende dall’età di uscita dal segmento di istruzione secondaria superiore. Per ovviare alla diversa orga-nizzazione dei sistemi di istruzione, l’OCSE non fornisce un unico intervallo di età tipica ma fa riferi-mento al limite superiore dell’intervallo di età per l’immatricolazione fissato intorno ai 25 anni.In Italia nel 2013 a immatricolarsi all’università sono stati il 42% di giovani nella fascia di età tra i 19anni (età di conseguimento del titolo di scuola secondaria superiore) e i 25 anni, a fronte di una mediaOCSE del 67%. Il divario da colmare con la media dei paesi UE21 è lievemente inferiore e pari a 21punti percentuali.Il paese a mostrare una spiccata propensione alla prosecuzione degli studi universitari è la Nuova Zelandadove si immatricola il 92% dei diplomati; segue il Cile con l’89% degli immatricolati.
92 89
87 86
79 78
76 75
74 71 70 70
67 67
65 64
62 60
59 58
56 55
52 42
38 36
19 63
67
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
New Zealand Chile
Denmark Iceland Poland
Japan Switzerland
Slovenia Austria
Israel Turkey
Spain Czech Rep.
Belgium Netherlands
Portugal Colombia
Slovak Rep. Germany
UK Sweden Finland
USA Italy
Mexico Luxembourg South Africa
EU21 OECD
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TAV. 4.2.2
TASSI DI ISCRIZIONE NELL’ISTRUZIONE TERZIARIA PER REGIONE, A.A.2013/2014
(valori %: n° immatricolati/popolazione di età tipica 19-25 anni)
Territorio Tasso di iscrizione (per regione di residenza)
maschi femmine totaleAbruzzo 42,7 Abruzzo 61,3 Abruzzo 51,8Basilicata 41,6 Basilicata 61,2 Basilicata 51,2Molise 41,0 Molise 60,1 Molise 50,3Lazio 40,9 Calabria 56,2 Lazio 47,8Calabria 38,6 Lazio 55,1 Calabria 47,2Marche 36,0 Sardegna 53,4 Sardegna 42,9Toscana 35,7 Marche 49,0 Marche 42,4Liguria 34,8 Campania 48,0 Toscana 41,2Campania 34,0 Puglia 47,1 Campania 40,9Umbria 33,9 Toscana 46,9 Liguria 40,4Friuli-Venezia Giulia 33,8 Umbria 46,9 Umbria 40,3Sardegna 33,0 Liguria 46,2 Puglia 39,5Puglia 32,3 Valle d'Aosta 45,9 Friuli-Venezia Giulia 38,3Emilia-Romagna 31,5 Sicilia 44,3 Valle d'Aosta 37,8Provincia Aut. Trento 30,8 Friuli-Venezia Giulia 42,9 Sicilia 37,3Veneto 30,6 Provincia Aut. Trento 42,0 Emilia-Romagna 36,5Sicilia 30,5 Emilia-Romagna 41,7 Provincia Aut. Trento 36,3Piemonte 30,4 Piemonte 40,4 Piemonte 35,3Valle d'Aosta 30,2 Veneto 39,9 Veneto 35,1Lombardia 28,8 Lombardia 37,8 Lombardia 33,2Trentino Alto Adige 20,7 Trentino Alto Adige 29,6 Trentino Alto Adige 25,1Bolzano 11,1 Bolzano 17,9 Bolzano 14,4Italia 33,1 Italia 45,7 Italia 39,3
Centro 38,2 Centro 51,2 Centro 44,5Sud 35,3 Sud 50,7 Sud 42,9Isole 31,0 Isole 46,2 Isole 38,5Nord-Est 30,2 Nord-Est 39,8 Nord-Est 34,9Nord-Ovest 29,8 Nord-Ovest 39,3 Nord-Ovest 34,4
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Come leggere la TavolaLa tavola mostra un altro indicatore utile per monitorare le preferenze dei giovani alla fine del percorso scolasticotra le due opzioni possibili: la prosecuzione dell’istruzione e il mercato del lavoro. La prima opzione è misuratadal tasso di iscrizione, calcolato anch’esso come rapporto in cui al numeratore si pone il numero di iscritti al-l’università mentre questa volta al denominatore figura la popolazione di età compresa tra i 19 e i 25 anni. In Italia nel 2013 il tasso di iscrizione è risultato pari al 42% sul totale di giovani nella fascia di età 19-25anni. Si fa notare che l’indicatore è inferiore rispetto al tasso di ingresso, in quanto il denominatore è mag-giore trattandosi della popolazione di età 19-25 al posto del numero di diplomati dell’anno precedente.Merita di essere segnalato come a occupare le prime tre posizioni vi siano tre regioni del Sud tra cui pri-meggia l’Abruzzo con il 51,8 degli iscritti, seguito dalla Basilicata e dal Molise, in cui il valore risulta an-cora superiore al 50%. A partire dalla quarta posizione occupata dal Lazio i tassi di iscrizione sono al disotto del 50% e questo implica che in queste regioni le scelte si orientano prevalentemente per l’interru-zione degli studi.
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GRAF. 4.2.3
LA QUOTA DI NEET PER ETÀ, 2014(valori %: n° immatricolati/popolazione di età 19-25 anni)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
135
Come leggere il GraficoIl grafico a barre orizzontali mostra la quota parte di giovani nella fascia tipica di immatricolazione cheha optato per una “terza opzione” in aggiunta alle due descritte nel grafico precedente: uscire dal circuitodi istruzione-formazione e allo stesso tempo dal mercato del lavoro. Si tratta dei cosiddetti NEET acronimo di Not in Education Employment Training utilizzato per misurarela perdita di capitale umano potenziale per l’economia, la cosiddetta lost generation (The Telegraph,2009). L’indicatore è calcolato rapportando il numero di giovani che non frequentano la scuola-universitàe non sono attivi sul mercato del lavoro ovvero, secondo la definizione ISTAT, non sono ne occupati nécercano lavoro.Il primo grafico ordina i paesi per entità della quota di giovani NEET di età 15-19 sul totale dei giovanidi quella fascia di età per la quale in Italia si registra un’incidenza di oltre 1 ogni 10 a fronte di una mediaOCSE di 7,2%. Più preoccupante il posizionamento del nostro Paese per la coorte 20-24 anni in cuisiamo in seconda posizione dopo la Turchia per intensità del fenomeno con oltre 1 giovane su 3 che, allostesso tempo, non studia, non segue corsi di formazione, non è attivo sul mercato del lavoro (non è occu-pato né cerca lavoro).
7,2 2,4 2,93,2 3,5 3,5 3,64,04,34,64,75,45,5 5,55,76,1 6,66,87,0 7,1 7,1 7,2 7,2 7,67,77,8 7,98,49,1
10,5 11,2
12,1 12,7
15,3 21,0
0 5 10 15 20 25
OECD Luxembourg
Germany Czech Republic
Norway Denmark
Netherlands Poland
Sweden Slovenia
Switzerland Belgium Iceland Finland
Slovak Republic Portugal
Japan Hungary Estonia Canada
New Zealand Australia
Austria USA
Korea Israel
France UK
Ireland Greece
Italy Spain Chile
Mexico Turkey
15-19 anni
17,9 9,0 9,4 10,0 10,1 10,4
12,0 12,0 12,3 12,4 12,7 13,2 13,4 14,4 14,8 15,6 16,1 17,0 17,5 18,3 18,5 18,6 18,9 19,2
20,6 21,1 21,1 22,2
23,9 24,9
29,0 31,3
34,8 36,3
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0
OECD - Total Luxembourg
Iceland Norway
Germany Netherlands
Austria Sweden
Czech Republic Switzerland
Denmark Australia Slovenia
New Zealand Canada Finland Estonia
UK USA
France Israel
Slovak Republic Belgium Poland
Hungary Ireland
Chile Korea
Portugal Mexico
Spain Greece
Italy Turkey
20-24 anni
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GRAF. 4.2.4
ABBANDONO SCOLASTICO PREMATURO DELLA SCUOLA SECONDARIASUPERIORE, 2013
(valori %: 18-24enni senza diploma di scuola secondaria superiore/popolazione 18-24enni)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
136
2,8
5,0
5,1 5,3
5,3 5,5 6,
2 6,9
6,9
7,0 7,3 7,8
7,9 8,2 9,
2
9,3
9,3 9,9
10,1
10,1
10,2
10,8
11,2
11,4
11,6
13,4
13,7
14,7
18,8
19,1
19,8
20,0
36,4
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
Cro
atia
Slov
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Switz
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Italy
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and
Rom
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Turk
ey
37,5
14,7
0 5
10 15 20 25 30 35 40
1992
1994
1996
1998
2000
2002
2004
2006
2008
2010
2012
2014
Italy
Target 2020
Come leggere il GraficoIl grafico a barre è utile per visualizzare il posizionamento dei vari paesi rispetto al fenomeno dell’abban-dono scolastico precoce (early school leavers), la cui riduzione al 10% rappresenta uno dei target fonda-mentali della strategia di Europa 2020 per una crescita “intelligente” e “inclusiva”: il traguardo daraggiungere è fissato al 10% sebbene vi siano dei target specifici per paese, come 15-16% nel caso del-l’Italia. Coloro che abbandonano prematuramente la scuola sono identificati come i 18-24enni che ab-bandonano l’istruzione scolastica prima (da cui prematuramente) di aver conseguito il titolo di istruzionesecondaria superiore e che, pertanto, posseggono al massimo il titolo di istruzione secondaria inferiore enon sono inseriti in alcun circuito di istruzione o formazione. L’indicatore del tasso di abbandono (schooldrop-out rate) è costruito dividendo il numero di 18-24enni che hanno abbandonato la scuola e chehanno dichiarato di non aver ricevuto istruzione o formazione nelle 4 settimane antecedenti l’indagine,per il numero totale di 18-24enni.I valori sopra il target (in rosso) e quelli sotto (in verde) consentono di leggere con immediatezza la di-stanza dei paesi europei rispetto all’obiettivo prefissato di ridurre l’incidenza di coloro che abbandonanoprematuramente la scuola al 10%.È evidente che il fenomeno dell’abbandono scolastico, pur afferendo alla scuola secondaria superiore, ri-leva ai fini dell’istruzione terziaria in quanto sottrae una fetta di domanda potenziale alle università nonavendo i “potenziali” utenti conseguito il titolo di studio necessario per accedervi attraverso l’immatri-colazione al primo anno.
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GRAF. 4.2.5
ABBANDONO SCOLASTICO PRECOCE PER REGIONE, 2011(valori %: 18-24enni senza diploma di scuola secondaria superiore/popolazione 18-24enni)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
137
11,3 12,5 13,6 13,7 13,9 13,9 13,9 14,0 14,1 14,2
15,7 15,9
17,4 17,5 17,8 18,2 18,9 19,3
20,9 22,6 23,4
25,4
17,5 20,5
24,7 17,6 18,0
20,9 16,4
19,6 19,1
21,9 31,4
23,2 21,9
20,2 23,2
24,7 26,3
29,7 29,3
26,4 29,9
30,7
-40,0 -30,0 -20,0 -10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0
Trento Molise Trentino-Alto Adige Friuli-Venezia Giulia Abruzzo Basilicata Umbria Marche Lazio Veneto Bolzano/Bozen Calabria Emilia-Romagna Liguria Toscana Lombardia Piemonte Puglia Campania Valle d'Aosta Sicilia Sardegna
2001 2011
Come leggere il GraficoIl grafico a barre in pila doppio consente di effettuare confronti dell’incidenza percentuale del fenomenodell’abbandono scolastico non solo spaziali, ovvero tra le regioni, ma anche confronti temporali tra il2001 e il 2011.Dal punto di vista spaziale, è la Sardegna la regione italiana in cui il fenomeno si presenta con maggioregravità con oltre 1 giovane su 4 che abbandona la scuola secondaria superiore senza il conseguimento di undiploma. Osservando il grafico da una prospettiva temporale, si nota come nel 2001 la Provincia autonomadi Bolzano era la regione (intesa come NUT2) con la più alta incidenza, con quasi 1 giovane su 3.
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GRAF. 4.2.6
ABBANDONO SCOLASTICO PRECOCE PER PROVINCIA, 2011(valori %: 18-24enni senza diploma di scuola secondaria superiore/popolazione 18-24enni)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
138
29,5 Medio Campidano
11,0 Isernia
10,0
12,0
14,0
16,0
18,0
20,0
22,0
24,0
26,0
28,0
30,0
1
media Italia 18.1 media Italia 18,1
29,5 27,7
27,3 26,3
25,7 25,6 25,4 25,2
24,7 24,5 24,4 24,2
23,7 23,4
22,7 22,6 22,6 22,6 22,4 22,2
21,8 21,8 21,6 21,5 21,4 21,4 21,3
20,9 20,9 20,8 20,7 20,7 20,5 20,4
20,0 19,9
19,4 19,1 18,9 18,9 18,8 18,7 18,7 18,5 18,3 18,2
Medio Campidano Olbia-Tempio
Nuoro Ragusa
Carbonia-Iglesias Palermo Oristano Catania
Napoli Ogliastra
Cagliari Caltanissetta
Sassari Prato
Siracusa Imperia
Valle d'Aosta Enna
Novara Barletta-Andria-Trani
Crotone Verbano-Cusio-Ossola
Pistoia Foggia
Bergamo Mantova
Brescia Trapani Vercelli
Agrigento Brindisi Taranto
Asti Biella
Alessandria Reggio nell'Emilia
Caserta Pavia Lucca
Cuneo Modena
Varese Lodi
Savona Livorno
Bari
sopra la media Italia
17,9 17,7 17,7 17,7 17,7 17,6 17,5 17,5
17,3 17,1 17,0
16,8 16,8 16,8 16,6 16,5 16,4 16,4 16,4 16,3 16,3 16,2
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sotto la media Italia
Come leggere il GraficoI grafici a barre orizzontali rosse e verdi ordinano le province in senso decrescente utilizzando comecriterio di ordinamento la gravità del fenomeno dell’abbandono scolastico prematuro, distinguendo inrosso le province con valori dell’incidenza sopra la media nazionale pari nel 2011 al 18,1% e in verdequelle province con valori al di sotto della media.Il Medio Campidano è la provincia italiana in cui la piaga dell’abbandono prematuro si fa sentire più acuta-mente e interessa il 29,5% dei giovani di 18-24 anni. Agli antipodi, Isernia la provincia italiana con la piùbassa incidenza percentuale del fenomeno e, quindi, la più vicina al target di Europa 2020 fissato al 10%.
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GRAF. 4.2.7
QUOTA % DI IMMATRICOLATI PER GRUPPO DISCIPLINARE, 2013(valori %: n° immatricolati/popolazione di età corrispondente)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Sciences
Come leggere il GraficoIl grafico a barre in pila consente di rappresentare per ciascun paese la composizione percentuale degliimmatricolati per gruppo disciplinare, posto uguale a 100 il totale degli immatricolati per la prima volta.I paesi sono stati ordinati in senso decrescente utilizzando come criterio la quota percentuale di imma-tricolati in scienze in cui si immatricolano mediamente 1 diplomato su 10.Pur riscontrando delle specificità paese nelle preferenze manifestate nella scelta del campo disciplinare almomento dell’ingresso nell’istruzione terziaria, si possono ravvisare degli elementi in comune. In primoluogo, si nota come in tutti i paesi esaminati vi sia una netta prevalenza del gruppo “scienze sociali, eco-nomia e legge” (barra in giallo) che mediamente assorbe circa 1 immatricolato ogni 3, con dei picchi inLussemburgo (49%), atteso lo sbilanciamento della specializzazione produttiva di questo paese verso ilsettore dei servizi, in particolari finanziari.Un altro elemento in comune tra i paesi OCSE è dato dall’addensamento nel gruppo “ingegneria e ar-chitettura” in cui mediamente si immatricola 1 studente su 6, con valori sopra la media registrati daMessico, Corea e Finlandia con circa 1 studente su 4, mentre in Germania e in Italia circa 1 su 5.Si segnala che l’Italia insieme alla Corea si contraddistingue per l’elevata preferenza verso le materie uma-nistiche e artistiche che attraggono rispettivamente il 17% e il 18% degli immatricolati ben al di sopradella media OCSE dell’11%, coerentemente con la ricchezza del patrimonio artistico e culturale del no-stro Paese.
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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TAV. 4.2.4
GLI IMMATRICOLATI PER REGIONE E TIPOLOGIA DI CORSO DI LAUREA, 2013(valori assoluti)
I livello II livello Ciclo unico Totale212.458 105.423 39.999 252.457
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Piemonte 15.155 8.576 1.870 17.025Valle 231 0 13 244Liguria 4.401 1.790 808 5.209Lombardia 37.641 19.564 5.388 43.029Trentino-Alto Adige 3.007 1.560 634 3.641Bolzano/Bozen 542 117 146 688Trento 2.465 1.443 488 2.953Veneto 16.153 7.841 1.666 17.819Friuli-Venezia Giulia 4.181 1.748 652 4.833Emilia-Romagna 18.652 10.546 3.733 22.385Toscana 13.333 6.598 2.823 16.156Umbria 2.820 1.139 564 3.384Marche 6.280 2.810 1.021 7.301Lazio 27.278 16.039 5.461 32.739Abruzzo 7.438 3.152 1.060 8.498Molise 870 276 181 1.051Campania 21.589 9.789 5.434 27.023Puglia 10.455 4.310 2.348 12.803Basilicata 788 221 170 958Calabria 5.316 1.840 1.319 6.635Sicilia 12.804 6.000 3.995 16.799Sardegna 4.066 1.624 859 4.925Nord-Ovest 57.428 29.930 8.079 65.507Nord-Est 41.993 21.695 6.685 48.678Centro 49.711 26.586 9.869 59.580Sud 46.456 19.588 10.512 56.968Isole 16.870 7.624 4.854 21.724Italia 212.458 105.423 39.099 252.457
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati ISTAT.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
144
Come leggere la TavolaLa tavola mostra in ciascuna colonna il numero di iscritti per la prima volta (immatricolati) ai corsi uni-versitari distinti per tipologia di corso di laurea.Complessivamente nell’a.a. 2013/2014 si sono immatricolati 252.457 individui nella fascia di età tipicaidentificata dal MIUR tra 19 anni e precedenti e 22 e oltre come descritto nel grafico successivo.
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GRAF. 4.2.8A
DISTRIBUZIONE % DEGLI IMMATRICOLATI PER ETÀ PUNTUALE NELLACOORTE 17-29, 2012
(valori %: n° immatricolati per età puntuale/totale immatricolati)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
GRAF. 4.2.8B
NUMERO DI IMMATRICOLATI PER ETÀ PUNTUALE NELLA COORTE 19-22 EOLTRE, 2015/2016
(valori assoluti)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati MIUR.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
146
Come leggere i Grafici 4.4.8A e 4.4.8BIl grafico a linee mostra come varia il tasso di immatricolazione all’università (misurato sull’asse verticale)al variare dell’età (misurata sull’asse orizzontale) in un intervallo prescelto tra i 17 e i 29 anni. Il tasso diimmatricolazione è ottenuto come rapporto che vede al numeratore il totale di iscritti al primo anno diuniversità di una data età (cominciando dai 17enni e così via fino ai 29 anni) sul totale dei giovani dellacorrispondente età (a partire dai 17 anni poi 18, 19 fino a 29) . Gli immatricolati rappresentano un datodi flusso che si aggiunge ogni anno alla consistenza degli iscritti o frequentanti i diversi anni in cui si ar-ticola il percorso accademico. Ogni linea rappresenta per ciascun paese il profilo dell’incidenza percentualedegli immatricolati per età. Osservando l’andamento delle linee, si nota come i giovani intraprendanogli studi universitari prevalentemente in corrispondenza dell’età di conseguimento del diploma di scuolasecondaria superiore. La prevalenza è segnalata dal “picco” vale a dire il massimo raggiunto dalla lineadel tasso di immatricolazione di ciascun paese associato a una data età puntuale. Viceversa, il profilopiatto della linea prima e dopo il punto di massimo sta a significare che i tassi di immatricolazione perle altre età, pur essendo superiori a zero, non sono significativi dal punto di vista statistico. In particolare,in Italia il punto di massimo del tasso di immatricolazione all’università pari al 62% si registra in corri-spondenza dei 19 anni; il che significa che quasi 2 immatricolati su 3 si iscrive al primo anno di universitàall’età di 19 anni. In anticipo di un anno di età rispetto al nostro Paese, la Francia, Spagna, Regno Unitoe Stati Uniti, paesi in cui il picco ovvero la quota più elevata di immatricolati (circa il 40%) si registra a18 anni. Anomalo il comportamento della Germania dove la linea dell’immatricolazione è piuttostopiatta e mostra un lieve picco intorno ai 20 anni di età, età in cui si iscrive all’incirca 1 giovane diplomatoogni 4 del totale di immatricolati.
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GRAF. 4.2.9
DA DOVE PROVENGONO: LA QUOTA % DI IMMATRICOLATI PER DIPLOMA, 2015/2016
(valori assoluti)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati MIUR.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
147
Come leggere i GraficiIl grafico ad anello permette di visualizzare come si compongono gli immatricolati per diploma di scuolasecondaria superiore attraverso i pezzi dell’anello ciascuno dei quali rappresenta il contributo percentualedi ciascuna tipologia di diploma al numero totale di immatricolati (271mila immatricolati su 441miladiplomati censiti nell’Anagrafe degli Alunni del settore scuola). Come si vede dall’ampiezza del “pezzo”dell’anello, circa 4 immatricolati su 5 nell’a.a. 2015/2016 proviene dai licei, mentre 1 su 4 proviene dagliistituti tecnici, solo il 3,7% da quelli professionali.Il grafico a barre in pila è utile per misurare la propensione alla prosecuzione degli studi (in verde) daparte dei diplomati scomponendo i diplomati totali di ciascuna tipologia in due categorie: immatricolatie non immatricolati. La preferenza “rivelata” per l’investimento in capitale umano terziario è maggioretra i liceali dei quali circa 4 su 5 si immatricola, seguono i diplomati tecnici con circa 1 su 3.
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TAV. 4.2.5
DOVE SI ISCRIVONO: QUOTA % DI IMMATRICOLATI PER GRUPPODISCIPLINARE E GENERE, 2015/2016
(valori %: n° immatricolati/per gruppo/totale immatricolati)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati MIUR.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Macroarea disciplinare/ Immatricolatiarea didattica del corso di studi 2015/2016
Sanitaria 10,8Medica 7,5Chimico-farmaceutica 3,2Altro 0,1Scientifica 36,3Ingegneria 14,6Geo-biologica 6,4Scientifica 4,6Agraria 3,4Architettura 3,3Educazione fisica 2,2Chimico-farmaceutica 1,5Altro 0,4Sociale 33,8Economico-statistica 13,7Politico-sociale 9,7Giuridica 7,6Psicologica 2,8Difesa e sicurezza 0,1Umanistica 19,0Linguistica 7,8Letteraria 6,7Insegnamento 4,5
Altro 0,1
Totale 100,0
Come leggere la Tavola e il GraficoLa tavola mostra le aree didattiche preferite al momento dell’immatricolazione attraverso la composizionepercentuale degli immatricolati per macroarea disciplinare, mentre il grafico a barre ne enfatizza le “quoterosa” rispetto a quelle maschili. Il 36% degli immatricolati sceglie corsi di natura “scientifica”, di cui in-gegneria rappresenta il 14,6%; seguono nell’ordine, l’area “sociale” con circa 1 immatricolato su 3, dicui il 14% nell’area economico-statistica; l’area “umanistica” prescelta da circa 1 su 5 e, infine, l’area sa-nitaria con il 10,8%. Tra gli immatricolati, l’incidenza maggiore di donne si registra nell’area umanisticae in quella sociale con rispettivamente il 78,5% e il 68,4%.
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Come leggere il Grafico 4.2.10 e la TavolaIl grafico a linee con la relativa tavola a piè di grafico mostra le preferenze dei liceali riguardo le disciplinedidattiche al momento dell’immatricolazione all’università. Le preferenze sono misurate dalle quote diimmatricolati di una determinata area didattica sul totale dei diplomati distinti per tipologia di liceo.Con l’a.s. 2014/2015 il percorso di riforma della scuola secondaria di II grado, iniziato nell’a.s.2010/2011, è giunto a conclusione per cui è possibile andare ad analizzare come gli studenti che hannoconseguito il diploma secondo i nuovi indirizzi si sono interfacciati per la prima volta con gli studi uni-versitari. A questo proposito, si ricorda che Regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale,organizzativo e didattico dei licei ai sensi dell’art. 64, co. 4, del D.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertitodalla l. 6 agosto 2008, n. 133” può essere consultato presso il sito del MIUR al link http://archivio.pub-blica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/doc/Regolamento_licei_definitivo_16.02.2010.pdf.In particolare i Licei sono stati articolati (in ordine alfabetico) nelle seguenti sei differenti tipologie: -ar-tistico, - classico, - delle scienze umane, con l’opzione economico-sociale, - linguistico, - musicale e co-reutico, - scientifico, con il percorso opzionale “scienze applicate”.Il grafico con le linee di min-max mostra nell’etichetta in alto il valore percentuale massimo di immatri-colazioni registrato da ciascuna tipologia di liceo con l’indicazione della corrispondente area didatticapreferita. “I giovani che provengono dal liceo classico scelgono maggiormente l’area giuridica (19,1%),e l’area letteraria (13,5%); coloro che sono in possesso del diploma di liceo scientifico e di scientifico op-zione “scienze applicate” si orientano principalmente verso l’area di ingegneria, quella economico-stati-stica, geo-biologica e l’area medica. Il 34,5% degli studenti con maturità linguistica prosegue gli studinella stessa area; coloro che sono in possesso dei diplomi di scienze umane prediligono studi dell’area in-segnamento e politico-sociale” (MIUR - Focus “Gli immatricolati nell’a.a. 2015/2016 il passaggio dallascuola all’università dei diplomati nel 2015”, marzo 2016).I dati confermano che esiste coerenza tra la scelta del percorso universitario e il segmento appena com-pletato come dimostrano i valori assunti dalle quote percentuali di immatricolazione che registrano unmassimo proprio in quelle aree didattiche universitarie attinenti, in quanto rappresentano la naturaleprosecuzione dei licei.
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Come leggere il Grafico 4.2.11 e la TavolaIl grafico a linee con la relativa tavola a piè di grafico mostrano le preferenze dei liceali riguardo le disci-pline didattiche al momento dell’immatricolazione all’università. Le preferenze sono misurate dalle quotedi immatricolati di una determinata area didattica sul totale dei diplomati distinti per tipologia di liceo.Con l’a.s. 2014/2015 il percorso di riforma della scuola secondaria di II grado, iniziato nell’a.s.2010/2011, è giunto a conclusione per cui è possibile andare ad analizzare come gli studenti che hannoconseguito il diploma secondo i nuovi indirizzi si sono interfacciati per la prima volta con gli studi uni-versitari. A questo proposito, si ricorda che il Regolamento recante norme concernenti il riordino degliistituti tecnici ai sensi dell’art. 64, co. 4, D.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla l. 6 agosto 2008,n. 133, può essere consultato presso il sito del MIUR al link http://archivio.pubblica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/doc/Regolam_tecnici_def_ 04_02_10.pdfA seguito della riforma gli Istituti Tecnici sono organizzati in due settori: economico e tecnologico al-l’interno dei quali vi sono in totale 11 indirizzi di studio, così articolati: SETTORE ECONOMICO: amministrazione, finanza e marketing; turismo.SETTORE TECNOLOGICO: agraria, agroalimentare e agroindustria; chimica, materiali e biotecnologie; co-struzioni ambiente e territorio; elettronica ed elettrotecnica; grafica e comunicazione; informatica e te-lecomunicazioni; meccanica, meccatronica ed energia; sistema moda; trasporti logistica.Alla luce dei dati rilasciati dal MIUR si può concludere che i giovani che hanno conseguito il diploma diistituto tecnico per il settore tecnologico si sono prevalentemente immatricolati a corsi di laurea specificie attinenti al percorso di studi appena svolto ad evidenza di un buon ed efficace percorso di orientamento.
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Come leggere il Grafico 4.2.12 e la TavolaCon l’a.s. 2014/2015 il percorso di riforma della scuola secondaria di II grado, iniziato nell’a.s.2010/2011, è giunto a conclusione per cui è possibile andare ad analizzare come gli studenti che hannoconseguito il diploma secondo i nuovi indirizzi si sono interfacciati per la prima volta con gli studi uni-versitari. A questo proposito, si ricorda il Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istitutiprofessionali ai sensi dell’art. 64, co. 4, D.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla l. 6 agosto 2008,n. 133 che può essere consultato al link http://archivio.pubblica. istruzione.it/riforma_superiori/nuovesu-periori/doc/Regolam_professionali_04_02_2010.pdf.A seguito della riforma i Professionali sono organizzati in due settori: servizi e industria e artigianato al-l’interno dei quali vi sono 6 indirizzi di studio: SETTORE INDUSTRIA e ARTIGIANATO: manutenzione-assistenza tecnica; produzioni industriali e artigianali.SETTORE SERVIZI: commerciali: agricoltura e sviluppo rurale; enogastronomia e ospitalità alberghiera.“Coloro che hanno conseguito il diploma di istituto professionale settore industria e artigianato” e pro-seguono gli studi preferiscono l’area economico statistica e quella di ingegneria. Interessante invece os-servare come i diplomati degli indirizzi “servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale” e “servizi perl’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” si sono orientati nell’area agraria laddove confluiscono in par-ticolare i corsi di laurea in “scienze e tecnologie alimentari” e “scienze dell‘economia e della gestioneaziendale” (MIUR - Focus “Gli immatricolati nell’a.a. 2015/2016 il passaggio dalla scuola all’universitàdei diplomati nel 2015”, marzo 2016).
Come leggere la Tavola 4.2.6La tavola mostra nelle prime due colonne la consistenza di iscritti riferiti rispettivamente al 2000 e al2012. L’ultima colonna, invece, fornisce una misura dell’evoluzione degli iscritti dal 2000 al 2012.Nel 2012 negli USA gli studenti iscritti all’università ammontano a 20,5 milioni con una variazione per-centuale rispetto al 2000 del 59%. Questo incremento ha consentito di superare il primato allora detenutodall’Unione Europea a 27 paesi che nel 2000 vantava una consistenza di studenti pari a 15 milioni.Quanto alla dinamica si segnala che tutti i paesi analizzati, ad eccezione del Giappone, registrano un in-cremento del numero di iscritti all’università dal 2000 al 2012, particolarmente marcati in Turchia incui sono più che triplicati e Cipro in cui raddoppiano.In Italia la consistenza degli iscritti è aumentata solo dell’8% il valore i più basso in ambito OCSE dopoquello del Portogallo e della Lettonia, equivalente a oltre 1,8 milioni di iscritti nel 2012.
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TAV. 4.2.6
GLI ISCRITTI ALL’UNIVERSITÀ: LA CONSISTENZA(valori assoluti in migliaia di unità e var. %)
2000 2012 var % 2000-2012
United States 12.909,9 20.501,7 59EU27 15.523,8 19.374,5 25Turkey 995,8 4.301,6 332Japan 3.923,1 3.809,7 -3Germany 2.054,8 2.731,0 33UK 1.949,9 2.400,8 23France 1.921,0 2.225,7 16Poland 1.557,3 1.966,9 26Spain 1.763,3 1.943,3 10Italy 1.756,8 1.891,3 8Netherlands 483,1 781,1 62Romania 452,6 681,5 51Greece 420,2 640,3 52Belgium 353,4 463,5 31Sweden 326,2 432,0 32Czech Republic 238,5 414,1 74Hungary 302,8 373,5 23Portugal 362,1 371,0 2Austria 236,7 350,4 48Finland 250,4 288,7 15Bulgaria 258,2 280,3 9Denmark 184,5 266,1 44Switzerland* 156,2 247,6 59Norway 188,8 230,0 22Slovakia 128,7 209,1 62Ireland 157,7 183,7 16Lithuania 119,9 172,2 44Croatia** 121,5 154,1 27Slovenia 83,8 99,9 19Latvia 90,2 94,5 5Estonia 52,4 64,6 23ex Rep. Macedonia 36,9 62,9 70Cyprus 10,4 31,1 199Iceland 9,6 18,6 94Malta 6,3 12,1 92Luxembourg 2,4 5,7 138
* Switzerland 2002 in sostituzione del dato mancante. ** Croatia 2003 in sostituzione del dato mancante.Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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4.2.2 Gli iscritti: la consistenza
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GRAF. 4.2.14
GLI ISCRITTI ALL’UNIVERSITÀ 20-24 IN PERCENTUALE DELLA POPOLAZIONECORRISPONDENTE, 2012
(valori %, popolazione 20-24enni = 100)
* Switzerland, Finland (2002); Croatia, Turkey (2007); Iceland (2008).Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
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FI - Finland* SI - Slovenia LT - Lithuania ES - Spain IS - Iceland* DK - Denmark NL - Netherlands PL - Poland NO - Norway AT - Austria TR - Turkey* SE - Sweden BE - Belgium IE - Ireland PT - Portugal EE - Estonia LV - Latvia CZ - Czech Rep. IT - Italy BG - Bulgaria HU - Hungary FR - France UK - United Kingdom HR - Croatia* SK - Slovakia DE - Germany CH - Switzerland* RO - Romania CY - Cyprus
2000 2012
Come leggere il GraficoIl grafico a barre è stato prescelto per fare un confronto tra paesi dell’incidenza percentuale di studentiche frequentano l’università sulla popolazione nella coorte 20-24 anni della popolazione. Il grafico èdoppio per poter fare anche un confronto temporale tra il 2000 (in rosso) e il 2012 (in verde). Le inci-denze percentuali più elevate con riferimento al 2012 si rilevano in Finlandia dove il 93% dei giovani20-24 risulta iscritta all’università, seguita dalla Slovenia con l’84,4% e dalla Spagna 79,7%. In Italial’incidenza è di gran lunga più bassa, essendovi circa due giovani su tre di età compresa tra i 20 e i 24anni iscritto all’università (il 61%). Si fa notare che nel nostro Paese nel 2000 gli iscritti, intesi come fre-quentanti l’università, erano il 47,8%. Si precisa che questo indicatore rappresenta un dato di consistenza stock di persone di qualsivoglia etàche frequentano l’università rapportato alla popolazione di età 20-24 anni e si differenzia da quello mo-strato nel grafico 4.2.2 che rappresenta, invece, un dato di flusso in cui si misura quanti, tra i giovaniche hanno terminato la scuola secondaria, “transitano” all’università.
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GRAF. 4.2.15
COME SI DISTRIBUISCONO GLI ISCRITTI ALL’UNIVERSITÀ PER GRUPPIDISCIPLINARI, 2012
(valori %: n° studenti iscritti per corso/totale iscritti)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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7 8 8 8 8 8 9 11 11 11 11 12 12 13 14 14 15 15 15 15 15 15 15 16 17 17 17 17 17 18 18 19 20
22 22 23 24
11 7
13 10 9 10
14 7 8
12 6
17 9
12 12 10
7 11
8 12
8 11
7 9 8 9
3 6
10 15 15
8 5
7 0
6 10
11 8
13 17
11 16
17 10
13 12
11 17
11 14
10 11
9 13
9 14
8 12
9 10
15 14
17 8
11 14 13
9 8
10 0
9 14
46 40
33 31
32 37
30 55
34 38
31 26
46 38
33 35
43 36
37 33
31 33
39 40
35 27
31 46 32
32 26
34 42 31
72 43 23
24 37
33 34
40 29 30
18 34
27 42
29 23 23
33 30
26 26
31 27
39 29 29
26 26
34 32
25 31
22 28
31 26
30 0
20 29
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Luxembourg Netherlands
Malta USA
Norway Iceland
UK Turkey
Denmark ex Rep. of Macedonia
Belgium Ireland Cyprus France
Czech Rep. Switzerland
Latvia Austria Poland Estonia
Slovakia EU(28)
Hungary Croatia
Italy Sweden
Japan Lithuania
Spain Greece
Germany Slovenia Bulgaria Portugal
Liechtenstein Romania
Finland
Tecnico Scientifico Umanistico Economico Giuridico altro
Come leggere il GraficoIl grafico a barre in pila mette a confronto la quota di contributo al totale di ciascun ambito disciplinare(field), dove il totale è rappresentato dal numero complessivo di iscritti. Il contributo è misurato medianterettangoli orizzontali di lunghezza diversa e proporzionale all’apporto percentuale fornito. In tutti i paesi presi in esame si nota la netta predominanza degli iscritti ai corsi economico-giuridici(circa 1 su 3 in Europa a 27 paesi e negli USA), a scapito degli altri gruppi disciplinari, specie del gruppotecnico-scientifico. Per quanto riguarda il gruppo scientifico si rileva una percentuale molto contenutain tutti i paesi, ma soprattutto in Giappone (il 3%) e negli Stati Uniti (il 9%); per ciò che concerne, in-vece, quello tecnico, le percentuali più basse di iscritti ai corsi di laurea corrispondenti sono in RegnoUnito (8%), Norvegia e Stati Uniti (7%).
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TAV. 4.2.7
ISCRITTI PER ATENEO PER GENERE, 2013/2014(valori assoluti e %)
(codice) Ateneo Iscritti
Maschi % Femmine % Totale %a b = (a/e)*100 c d = (a/e)*100 e = a+c Italia
= 100
05801 Università degli Studi di Roma La Sapienza 44.119 42 61.766 58 105.885 6,306301 Università degli Studi di Napoli Federico II 34.516 44 44.798 56 79.314 4,703701 Università degli Studi di Bologna 33.963 44 43.342 56 77.305 4,600101 Università degli Studi di Torino 24.683 38 40.118 62 64.801 3,901501 Università degli Studi di Milano 24.787 41 35.475 59 60.262 3,602801 Università degli Studi di Padova 26.188 45 32.002 55 58.190 3,507201 Università degli Studi di Bari 17.905 36 31.972 64 49.877 3,004801 Università degli Studi di Firenze 20.560 41 29.303 59 49.863 3,008701 Università degli Studi di Catania 19.414 39 30.207 61 49.621 3,005001 Università degli Studi di Pisa 21.660 48 23.341 52 45.001 2,708201 Università degli Studi di Palermo 17.662 41 25.697 59 43.359 2,601502 Politecnico di Milano 26.778 67 13.354 33 40.132 2,401504 Università Cattolica del "Sacro Cuore" 12.923 36 23.464 64 36.387 2,205807 Università degli Studi Roma Tre 14.371 41 20.931 59 35.302 2,106501 Università degli Studi di Salerno 13.699 39 21.311 61 35.010 2,101001 Università degli Studi di Genova 14.588 45 18.095 55 32.683 1,901509 Università degli Studi di Milano Bicocca 12.150 38 19.774 62 31.924 1,905802 Università degli Studi di Roma Tor Vergata 15.082 49 15.430 51 30.512 1,807801 Università della Calabria 12.358 41 18.096 59 30.454 1,800102 Politecnico di Torino 20.556 71 8.205 29 28.761 1,706901 Università degli Studi Gabriele D'Annunzio
di Chieti e Pescara 10.001 35 18.460 65 28.461 1,709201 Università degli Studi di Cagliari 10.975 40 16.635 60 27.610 1,606306 Seconda Università degli Studi di Napoli 11.148 42 15.570 58 26.718 1,608301 Università degli Studi di Messina 9.580 36 16.799 64 26.379 1,603401 Università degli Studi di Parma 10.853 43 14.167 57 25.020 1,506601 Università degli Studi di L'Aquila 10.472 44 13.454 56 23.926 1,405401 Università degli Studi di Perugia 10.128 43 13.359 57 23.487 1,402301 Università degli Studi di Verona 7.739 35 14.148 65 21.887 1,301801 Università degli Studi di Pavia 9.566 45 11.806 55 21.372 1,303601 Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia 8.932 46 10.582 54 19.514 1,202701 Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia 6.763 35 12.498 65 19.261 1,107501 Università del Salento 6.684 35 12.161 65 18.845 1,102201 Università degli Studi di Trento 8.167 49 8.341 51 16.508 1,003201 Università degli Studi di Trieste 7.172 44 9.302 56 16.474 1,005201 Università degli Studi di Siena 6.483 41 9.263 59 15.746 0,904201 Università Politecnica delle Marche - Ancona 8.651 55 6.988 45 15.639 0,903801 Università degli Studi di Ferrara 6.983 45 8.501 55 15.484 0,903001 Università degli Studi di Udine 7.099 47 8.080 53 15.179 0,906302 Università degli Studi di Napoli - Parthenope 8.271 56 6.503 44 14.774 0,901601 Università degli Studi di Bergamo 5.335 37 9.000 63 14.335 0,9
·/·
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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(codice) Ateneo Iscritti
Maschi % Femmine % Totale %a b = (a/e)*100 c d = (a/e)*100 e = a+c Italia
= 100
05810 Università telematica Guglielmo Marconi di Roma 9.443 66 4.862 34 14.305 0,901701 Università degli Studi di Brescia 7.458 53 6.689 47 14.147 0,804101 Università degli Studi "Carlo Bo" di Urbino 5.337 39 8.463 61 13.800 0,801503 Università commerciale Luigi Bocconi di Milano 6.800 51 6.590 49 13.390 0,809001 Università degli Studi di Sassari 4.727 36 8.561 64 13.288 0,805815 Università telematica Niccolò Cusano di Roma 7.043 61 4.448 39 11.491 0,707202 Politecnico di Bari 7.250 68 3.365 32 10.615 0,606303 Università degli Studi L'Orientale di Napoli 2.242 22 8.060 78 10.302 0,600201 Università degli Studi del Piemonte orientale
"Amedeo Avogadro" 3.931 39 6.099 61 10.030 0,607901 Università degli Studi di Catanzaro - Magna Grecia 3.944 39 6.060 61 10.004 0,604301 Università degli Studi di Macerata 2.875 29 6.898 71 9.773 0,607101 Università degli Studi di Foggia 3.418 36 5.989 64 9.407 0,605813 Università telematica internazionale
UniNettuno di Roma 5.356 61 3.353 39 8.709 0,506001 Università degli Studi di Cassino 3.815 45 4.739 55 8.554 0,501202 Università degli Studi dell'Insubria 3.737 44 4.774 56 8.511 0,506304 Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Napoli 1.214 15 6.910 85 8.124 0,505805 Libera Università Internazionale degli Studi Sociali
Guido Carli - (LUISS) di Roma 3.732 49 3.892 51 7.624 0,508001 Università degli Studi Mediterranea
di Reggio Calabria 3.649 49 3.754 51 7.403 0,405601 Università degli Studi della Tuscia 3.717 51 3.625 49 7.342 0,407001 Università degli Studi del Molise 2.981 41 4.323 59 7.304 0,407601 Università degli Studi della Basilicata 3.161 43 4.140 57 7.301 0,404302 Università degli Studi di Camerino 3.337 48 3.577 52 6.914 0,401301 Università Telematica "e-Campus" Novedrate (CO) 3.574 53 3.109 47 6.683 0,406701 Università degli Studi di Teramo 2.732 41 3.896 59 6.628 0,406201 Università degli Studi del Sannio 2.971 48 3.222 52 6.193 0,405803 Libera Università Maria SS. Assunta -
(LUMSA) di Roma 1.960 32 4.088 68 6.048 0,408601 Libera Università della Sicilia Centrale
"KORE" di Enna 2.433 40 3.575 60 6.008 0,402702 Università IUAV di Venezia 2.390 51 2.294 49 4.684 0,301505 Libera Università Lingue e Comunicazione (IULM) 1.261 30 2.936 70 4.197 0,306307 Universita Telematica "Pegaso" di Napoli 2.718 68 1.250 32 3.968 0,202101 Libera Università di Bolzano 830 31 1.828 69 2.658 0,205806 Università degli Studi di Roma "Foro Italico" 1.518 69 678 31 2.196 0,101508 Libera Università, Vita-Salute San Raffaele di Milano 857 43 1.144 57 2.001 0,101201 Università "Carlo Cattaneo" (LIUC) 1.098 62 664 38 1.762 0,105811 Università Telematica Unitelma Sapienza di Roma 874 53 771 47 1.645 0,105808 Università Campus Bio-Medico di Roma 622 40 942 60 1.564 0,105817 Link Campus University di Roma 944 68 436 32 1.380 0,107203 Libera Università Mediterranea Jean Monnet 775 60 513 40 1.288 0,105809 Libera Università degli Studi Internazionali di Roma 359 30 835 70 1.194 0,1
·/·
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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(codice) Ateneo Iscritti
Maschi % Femmine % Totale %a b = (a/e)*100 c d = (a/e)*100 e = a+c Italia
= 100
00701 Università della Valle d'Aosta 326 28 836 72 1.162 0,105202 Università per stranieri di Siena 210 19 923 81 1.133 0,105403 Università per stranieri di Perugia 390 36 701 64 1.091 0,105816 Università Telematica "San Raffaele" di Roma
- già "UNITEL" 609 63 360 37 969 0,105812 Università Europea di Roma 333 38 538 62 871 0,108003 Università per stranieri "Dante Alighieri"
di Reggio Calabria 119 16 633 84 752 0,0406202 Universita Telematica "Giustino Fortunato"
di Benevento 349 65 189 35 538 0,0300401 Università di Scienze Gastronomiche 118 45 147 55 265 0,0205814 Universitas Mercatorum di Roma 161 65 88 35 249 0,0106902 Università Telematica non statale "Leonardo da Vinci"
di Torrevecchia Teatina (CH) 103 45 126 55 229 0,01
Totale Italia 728.765 43 948.191 57 1.676.956 100
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati MIUR.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
160
Come leggere la TavolaLa tavola elenca per riga gli 89 atenei riportando nelle colonne gli iscritti complessivi per genere sia invalore numerico assoluto sia in valore percentuale del rispettivo totale di iscritti. Nell’a.a. 2013/2014 gliiscritti ammontano complessivamente 1.676.956 individui.Andando ad analizzare i dati dell’ultima colonna si può inferire “la quota di mercato” di ciascun ateneo:prima La Sapienza con il 6% che in termini numerici equivale 105.885, segue Napoli Federico II con il5% pari a 79.315 iscritti.Si fa notare che i dati mostrano una più spiccata propensione alla prosecuzione degli studi universitarida parte delle donne, essendo di genere femminile il 55% degli iscritti.
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TAV. 4.2.8
DOCENTI DI RUOLO PER ATENEO PER GENERE, 2013/2014(valori assoluti e %)
Maschi Femmine Totale
Ateneo valori valori valori valori valori valoriassoluti % assoluti % assoluti %
Roma - Università degli Studi "La Sapienza" 2.161 61 1.394 39 3.555 6,9Bologna - Università degli Studi 1.618 61 1.026 39 2.644 5,1Napoli - Università degli Studi "Federico II" 1.439 63 831 37 2.270 4,4Padova - Università degli Studi 1.334 66 681 34 2.015 3,9Milano - Università degli Studi 1.133 59 801 41 1.934 3,7Torino - Università degli Studi 1.106 58 785 42 1.891 3,6Firenze - Università degli Studi 990 62 610 38 1.600 3,1Palermo - Università degli Studi 990 65 533 35 1.523 2,9Bari - Università degli Studi 826 58 610 42 1.436 2,8Pisa - Università degli Studi 933 66 490 34 1.423 2,7Roma - Università degli Studi di "Tor Vergata" 888 67 444 33 1.332 2,6Catania - Università degli Studi 836 65 446 35 1.282 2,5Milano - Università Cattolica del "Sacro Cuore" 792 65 430 35 1.222 2,4Milano - Politecnico 896 74 322 26 1.218 2,3Genova - Università degli Studi 768 64 437 36 1.205 2,3Messina - Università degli Studi 626 58 445 42 1.071 2,1Perugia - Università degli Studi 635 62 382 38 1.017 2,0Napoli - Seconda Università degli Studi 613 65 325 35 938 1,8Salerno - Università degli Studi 591 63 347 37 938 1,8Cagliari - Università degli Studi 543 59 374 41 917 1,8Pavia - Università degli Studi 545 60 356 40 901 1,7Milano Bicocca - Università degli Studi 483 57 366 43 849 1,6Parma - Università degli Studi 558 66 290 34 848 1,6Roma - III Università degli Studi 503 61 321 39 824 1,6Arcavacata di Rende - Università della Calabria 524 65 284 35 808 1,6Torino - Politecnico 567 74 197 26 764 1,5Modena e Reggio Emilia - Università degli Studi 472 62 285 38 757 1,5Siena - Università degli Studi 488 65 264 35 752 1,5Verona - Università degli Studi 438 64 251 36 689 1,3Chieti e Pescara - Università degli Studi Gabriele D'Annunzio 403 61 256 39 659 1,3Trieste - Università degli Studi 448 68 211 32 659 1,3Udine - Università degli Studi 442 68 210 32 652 1,3Lecce - Università del Salento 403 64 228 36 631 1,2Sassari - Università degli Studi 399 66 210 34 609 1,2Ferrara - Università degli Studi 392 68 185 32 577 1,1Brescia - Università degli Studi 355 66 186 34 541 1,0L'Aquila - Università degli Studi 337 63 194 37 531 1,0Trento - Università degli Studi 385 75 126 25 511 1,0Ancona - Università Politecnica delle Marche 352 71 144 29 496 1,0Venezia - Università degli Studi "Cà Foscari" 294 64 167 36 461 0,9Vercelli - Università degli Studi del Piemonte orientale "A. Avogadro" 236 64 134 36 370 0,7Varese - Università dell'Insubria 240 67 119 33 359 0,7
·/·
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Maschi Femmine Totale
Ateneo valori valori valori valori valori valoriassoluti % assoluti % assoluti %
Foggia - Università degli Studi 205 59 142 41 347 0,7Urbino - Università degli Studi "Carlo Bo" 189 58 135 42 324 0,6Bergamo - Università degli Studi 191 61 124 39 315 0,6Napoli - Università degli Studi "Parthenope" 186 60 123 40 309 0,6Potenza - Università degli Studi della Basilicata 205 66 104 34 309 0,6Cassino - Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale 215 71 87 29 302 0,6Macerata - Università degli Studi 153 53 133 47 286 0,6Viterbo - Università della Tuscia 178 63 106 37 284 0,5Bari - Politecnico 220 80 56 20 276 0,5Reggio Calabria - Università degli Studi Mediterranea 186 70 78 30 264 0,5Campobasso - Università degli Studi del Molise 178 68 83 32 261 0,5Camerino - Università degli Studi 171 68 80 32 251 0,5Catanzaro - Università degli Studi "Magna Grecia" 171 73 63 27 234 0,5Teramo - Università degli Studi 143 63 85 37 228 0,4Milano - Università Commerciale "Luigi Bocconi" 171 76 54 24 225 0,4Benevento - Università degli Studi del Sannio 119 63 69 37 188 0,4Napoli - Università degli Studi "L'Orientale" 82 49 85 51 167 0,3Venezia - Università IUAV 99 68 46 32 145 0,3Bolzano - Libera Università 69 70 30 30 99 0,2Milano - Università Vita-Salute San Raffaele 70 77 21 23 91 0,2Enna - Libera Università della Sicilia Centrale "KORE" 51 61 32 39 83 0,2Roma - Università "Campus Bio-Medico" 61 73 22 27 83 0,2Milano - Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) 51 62 31 38 82 0,2Napoli - Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa" 40 50 40 50 80 0,2Pisa - Scuola normale superiore 55 71 23 29 78 0,2Pisa - Scuola superiore Studi universitari e perfezionamento "S. Anna" 59 77 18 23 77 0,1Roma - Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli (LUISS) 63 83 13 17 76 0,1Roma - Libera Università Maria SS. Assunta (LUMSA) 42 55 34 45 76 0,1Trieste - Scuola internazionale superiore di Studi avanzati 58 91 6 9 64 0,1Perugia - Università per stranieri 29 49 30 51 59 0,1Roma - Università degli Studi del "Foro Italico" 31 53 28 47 59 0,1Aosta - Università degli Studi 34 64 19 36 53 0,1Roma - Università Telematica Niccolò Cusano (già UNISU) 28 65 15 35 43 0,1Roma - Università Telematica "Guglielmo Marconi" 34 81 8 19 42 0,1Siena - Università per stranieri 14 38 23 62 37 0,1Roma - Università Europea 21 58 15 42 36 0,1Castellanza - Università "Carlo Cattaneo" 26 76 8 24 34 0,1Casamassima - Libera Università Mediterranea "Jean Monnet" 24 73 9 27 33 0,1Roma - Università degli Studi Internazionali – UNINT 17 61 11 39 28 0,1Roma - Università Telematica "Unitelma Sapienza" 14 64 8 36 22 0,04Novedrate (CO) - Università Telematica "e-Campus" 9 50 9 50 18 0,03Roma - Università Telematica internazionale "UniNettuno" 7 44 9 56 16 0,03Pavia - Istituto universitario di Studi superiori 14 93 1 7 15 0,03Lucca - Scuola IMT Alti Studi 10 83 2 17 12 0,02
·/·
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
162
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 162
Maschi Femmine Totale
Ateneo valori valori valori valori valori valoriassoluti % assoluti % assoluti %
Benevento - Universita Telematica "Giustino Fortunato" 6 55 5 45 11 0,02Bra (CN) - Università di Scienze Gastronomiche 7 70 3 30 10 0,02Roma - Universitas Mercatorum 6 75 2 25 8 0,02Roma - Link Campus University 4 67 2 33 6 0,01Rozzano (MI) Humanitas University 4 67 2 33 6 0,01Napoli - Universita Telematica "Pegaso" 4 80 1 20 5 0,01Reggio Calabria - Università per stranieri 3 100 - 0 3 0,01
Totale 33.009 64 18.830 36 51.839 100
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati MIUR.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
163
Come leggere la TavolaLa tavola mostra per ciascun ateneo il numero di docenti distinti per genere con a fianco la colonna delrelativo peso sul totale di ateneo, mentre l’ultima colonna è dedicata al peso di ciascun ateneo sul totalenazionale.Con riferimento alla composizione per genere si nota come l’ateneo con la “quota rosa” più elevata sial’Università per Stranieri di Siena con il 62%, mentre all’opposto quella con la quota rosa inferiore èl’Università per Stranieri di Reggio Calabria con nessun docente donna.
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 163
GRAF. 4.2.16
RAPPORTO STUDENTI - DOCENTI(valori assoluti)
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati OCSE.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
164
35
31
27
22
22
21
20
20
19
18
18
17
17
15
15
15
15
15
14
14
14
14
14
12
12
11
11
10
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Col
ombi
a
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man
y
Swed
en
Rus
sian
Fed
.
Nor
way
OECD 15,8 EU21 16,0
Come leggere il GraficoIl grafico a istogramma rappresenta i paesi in ordine decrescente utilizzando come criterio di ordinamentoil rapporto tra il numero di studenti (pupils) e il numero di docenti (teachers). Con 19 studenti per ognidocente l’Italia è al di sopra della media OCSE e UE21 in cui il valore si attesta intorno a 16. L’inverso dell’indicatore vale a dire il rapporto docenti/studenti (staff-to-student ratio) è utilizzato dalTHE (Times of Higher Education) per misurare la qualità della didattica (learning environment) che haun peso del 30% nella determinazione del punteggio generale e si compone di:- reputazione (15%);- rapporto docenti/studenti (staff-to-student ratio): 4,5%;- dottorato/laurea (doctorate-to-bachelor’s ratio): 2,25%;- dottorato/corpo docente (doctorates awarded-to-academic staff ratio): 6%;- entrate dell’istituzione (institutional income): 2,25%.Per maggiori dettagli sulla classifica del THE si veda il paragrafo 4.4.
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4.3 I laureati
GRAF. 4.3.1
IL NUMERO DI LAUREATI DI ETÀ 25-64 ANNI: LA CONSISTENZA NEL MONDO, 2012(valori assoluti in migliaia e %)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECS e UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
165
UE 76.411 18%
China 74.086 17%
USA 72.873 17%
India 70.384 16%
Russian Fed. 45.262
11%
Japan 17.720
4%
Brazil 14.422
3%
Korea 13.320
3%
Mexico 10.435
3%
Canada 10.293
2%
Indonesia 10.067
2%
Turkey 5.984 1%
Australia 5.012 1%
Colombia 4.683 1%
Saudi Arabia 3.291 1%
138
270
340
646
982
987
1.129
1.186
1.236
1.276
1.285
1.405
1.672
1.905
2.191
3.034
5.612
5.665
9.111
10.432
11.956
14.090
0 5.000 10.000 15.000
Luxembourg
Estonia
Slovenia
Slovak Rep.
Ireland
Denmark
Norway
Finland
Portugal
Hungary
Czech Rep.
Austria
Greece
Sweden
Belgium
Netherlands
Italy
Poland
Spain
France
Germany
UK
0,03
0,1
0,1
0,1
0,2
0,2
0,3
0,3
0,3
0,3
0,3
0,3
0,4
0,4
0,5
0,7
1,3
1,3
2,1
2,4
2,7
3,2
UE (in migliaia)
443,5 milioni di laureati
25-64 anni
Come leggere il GraficoIl grafico ad anello mostra la consistenza (stock) di laureati di età compresa tra i 25 e i 64 anni per paese-area, fornendo per l’area geo-economica dell’Unione Europea anche il dettaglio della dotazione di laureatiper singolo paese membro come visualizzato nel grafico a barre (in azzurro). Per semplificare la lettura deiGrafici i numeri assoluti sono stati espressi in migliaia di unità, al fine di ridurre la numerosità delle cifre.Complessivamente nel 2012 si contano nel mondo 443,5 milioni di laureati di età compresa tra i 25 e i64 anni.I singoli “pezzi” dell’anello mostrano la consistenza di laureati per paese o area e il peso percentuale sultotale mondiale. Perciò leggendo i dati all’interno dell’anello, si nota come la UE (in azzurro) con 76,4 mi-lioni di laureati sia l’area con la maggiore dotazione di laureati al mondo, con una quota sul totale mondialedel 18%. Segue nell’ordine la Cina con 74,1 milioni e gli Stati Uniti con 72,8, l’India con 70,4 milioni ela Russia con 45,3. Queste cinque aree sommate insieme addensano il 79% del totale mondiale di laureati.Concentrandoci sul Grafico a barre, si nota come il Regno Unito con 14 milioni di laureati sia il paeseeuropeo con la maggiore consistenza di capitale umano terziario corrispondente ad una quota percentualesul totale mondiale di 3,2%.L’Italia con 5,6 milioni di laureati è in sesta posizione dopo la Polonia, corrispondente ad un’incidenzasull’ammontare complessivo nel mondo pari a 1,3%.
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GRAF. 4.3.2
LA QUOTA DI LAUREATI SULLA POPOLAZIONE PER ETÀ RISPETTO ALLA MEDIAOCSE E UE21
(valori %, popolazione per classi di età = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD e UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
166
41 42 38
30 25
39 40
36
28
23 24 24
19 13 12
0 5
10 15 20 25 30 35 40 45
25-3
4
30-3
4
35-4
4
45-5
4
55-6
4
Classi di età
OECD
UE21
Italia
Come leggere il GraficoIl grafico a tre linee mostra l’evoluzione del tasso di laurea al variare dell’età, di cui linea rossa rappresental’Italia, la linea nera la media dei paesi membri dell’OCSE e quella azzurra la media dei paesi dell’UE21.Il tasso di laurea è un indicatore del grado di diffusione dell’istruzione terziaria tra la popolazione ed èottenuto calcolando una divisione, con al numeratore il numero di laureati di una certa età e al denomi-natore la popolazione di età corrispondente. In questo caso al posto delle età puntuali sono state presein considerazione 5 classi di età (coorti) crescenti: 25-34 anni, 30-34 anni, 35-44 anni, 45-54 anni, 55-64 anni.Il tasso di laurea decresce al crescere dell’età passando dal 24% per i 25-34 e 30-34enni, per poi ridursia circa 1 su 5 per 35-44enni, fino a dimezzarsi per la classe di età 55-64 anni. Come si può notare, ilprofilo decrescente del tasso di laurea ci accomuna alla media dei paesi OCSE e UE21, in quanto la dif-fusione dell’istruzione terziaria di massa è un fenomeno che marcia di pari passo con lo sviluppo econo-mico e sociale e beneficia maggiormente le generazioni giovani. Quello che invece ci differenzia innegativo è il livello del tasso di laurea stabilmente al disotto della media OCSE di circa 17 punti percen-tuali ad eccezione della coorte 55-64 in cui il divario si riduce a 13 punti.
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 166
GRAF. 4.3.3
PROBABILITÀ DI LAUREARSI DISTINTA PER TITOLO DI STUDIO DEI GENITORI(valori %, 25-34enni per titolo di studio dei genitori = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD e UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
167
9%
30%
65%
20%
37%
66%
19%
37%
66%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
da genitori LOW (primaria e secondaria inferiore)
da genitori MEDIUM (diploma)
da genitori HIGH (laurea o dottorato)
Ascendente Status quo
Italia OCSE UE21
Come leggere il GraficoIl grafico a barre verticali mostra come varia la quota di 25-34 anni che riesce a conseguire la laurea alvariare del titolo di studio dei genitori. Si tratta di verificare con evidenze empiriche se nella realtà l’istru-zione svolge il ruolo di ascensore sociale teorizzato dagli studiosi di economia della formazione e richia-mato dalla Costituzione italiana all'art. 34 comma 3 (I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hannodiritto di raggiungere i gradi più alti degli studi https://www.senato.it/1025?sezione=121&articolo_nu-mero_articolo=34). Nell’asse orizzontale abbiamo distinto due diversi casi:1. mobilità ascendente nel senso di miglioramento della condizione educativa di partenza nei seguentidue casi:1.a) giovani 25-34 laureati figli di genitori con istruzione LOW (primaria e secondaria inferiore);1.b) giovani 25-34 laureati figli di genitori con istruzione MEDIUM (secondaria superiore o post secon-daria non terziaria);2. status quo giovani 25-34 laureati figli di genitori con istruzione HIGH (laurea o dottorato di ricerca).I dati mostrano che in Italia le possibilità di riscatto sono molto limitate per chi proviene da una famigliain cui i genitori hanno un basso livello di istruzione: neanche 1 su 10 riesce ad arrivare la traguardo dellalaurea. In altri paesi, i giovani con le stesse condizioni di partenza svantaggiate hanno una probabilità dilaurearsi quadrupla rispetto ai nostri (vedi Parte I "Concetti, teorie e misure del capitale umano”, grafico11, pag. 64).
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GRAF. 4.3.4
LA QUOTA DI LAUREATI SULLA POPOLAZIONE DI RIFERIMENTO, 2012(valori % sulla popolazione per classi di età)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD e UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
168
54 Canada
61 Canada
51 Canada 47
Israel
17 Italia
Turchia
24 Italia
24 Italia 19
Italia 13
Italia 12
Italia
68 Korea
69 Korea
22 Messico 16
Turchia 10 Turchia
10 Turchia 0
10
20
30
40
50
60
70
80
25-64 ANNI
33% OCSE
25-34 ANNI
41% OCSE
30-34 ANNI
42% OCSE
35-44 ANNI
38% OCSE
45-54 ANNI
30% OCSE
55-64 ANNI
25% OCSE
PAESI NON MEMBRI DELL'OECD
25-64% 25-34% 30-34% 35-44% 45-54% 55-64%
Russian Fed. 54 Russian Fed. 58 Russian Fed. 57 Russian Fed. 55 Russian Fed. 53 Russian Fed. 50Lithuania 37 Lithuania 53 Lithuania 53 Lithuania 38 Lithuania 30 Lithuania 28Latvia 30 Latvia 39 Latvia 40 Latvia 31 Latvia 27 Latvia 23Colombia 22 Colombia 28 Colombia 28 Colombia 23 Saudi Arabia 18 Costa Rica 16Saudi Arabia 22 Saudi Arabia 26 Saudi Arabia 25 Saudi Arabia 22 Colombia 18 Colombia 16Costa Rica 18 Costa Rica 20 Costa Rica 23 Costa Rica 18 Costa Rica 16 Saudi Arabia 14Brazil 14 China 18 Brazil 16 Brazil 14 Brazil 14 Brazil 11China 10 Brazil 15 China 15 China 9 South Africa 8 South Africa 7Indonesia 8 India 11 Indonesia 10 Indonesia 9 Indonesia 8 Indonesia 4South Africa 7 Indonesia 10 South Africa 6 South Africa 7 China 6 China 4
South Africa 5
Come leggere il Grafico e la TavolaIl grafico con le linee di minimo e di massimo mostra come varia la quota di laureati sulla popolazioneal variare delle classi di età e fornisce, alo stesso tempo il posizionamento di ciascun paese in termini diincidenza percentuale di laureati sulla corrispondente popolazione di riferimento. L’indicatore è costruito dividendo il numero di laureati di una certa classe di età per il numero di persone aventiun’età compresa nell’intervallo della classe. A titolo di esempio per la quota di laureati 25-64 si considerano alnumeratore tutti i laureati di età compresa tra 25 e 64 e poi si dividono per il numero di persone di 25-64 anni.Come si può notare l’incidenza di laureati sulla popolazione aumenta per le fasce di età giovani per poiridursi per quelle anziane: si passa dal 24% per la popolazione di età 25-34 e 23% per la fascia di età 30-34 anni al 13 e 12% rispettivamente per le fasce 45-54 e 55-64 anni.In particolare, insieme alla Turchia occupiamo l’ultimo posto in ambito OCSE per incidenza di laureatisulla popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni con valori pari a circa la metà della media OCSE.Mentre deteniamo il primato negativo per le coorte più giovane 25-34 anni in cui registriamo la quotadi laureati più bassa in assoluto in ambito OCSE (su un totale di 34 paesi membri): 24% a fronte di unamedia OCSE del 41%.
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GRAF. 4.3.5
LA QUOTA DI LAUREATI 30-34 SULLA POPOLAZIONE 30-34 PER REGIONE, 2011(valori % sulla popolazione per classi di età)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati ISTAT.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
169
18,3 19,4 20,1 20,2
21,7 22,3 22,5 23,7 23,8 24,0 24,1 24,3 24,4 25,1 25,4 25,6 25,9 25,9 26,0
27,6 28,0 28,4
11,3 12,1 11,6 11,8
13,0 12,4
13,6 13,7 13,3
14,2 12,4
13,7 15,2 14,9
15,6 16,5
13,7 15,1
16,5 15,0
17,5 13,8
-30,0 -20,0 -10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0
Sicilia Campania Puglia Sardegna Bolzano/Bozen Veneto Piemonte Calabria Trentino-Alto Adige Toscana Valle d'Aosta Basilicata Lombardia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Liguria Trento Marche Umbria Abruzzo Lazio Molise
2001 2011
Come leggere il GraficoIl grafico a barre orizzontali doppio è utile per rappresentare, da un lato, l’ordinamento delle regioni insenso decrescente per intensità di laureati 30-34 sulla popolazione di età corrispondente e, dall’altro lato,per confrontare due anni distinti: il 2000 (barre rosse a sinistra) e il 2011 (barre verdi a destra).Come si può notare dall’ordinamento relativo al 2012, il Molise con il 28,4% è la regione italiana cheregistra la più alta quota percentuale di laureati 30-34 sulla popolazione 30-34 anni, primato detenutonel 2000 dal Lazio con il 17,5%.La Sicilia nel 2012 con il 18,3% continua a essere la regione italiana con la più bassa intensità di laureatitra la popolazione, pur avendo registrato un incremento di 7 punti percentuali rispetto al 2000. Merita di essere segnalato che la quota di laureati nella fascia di età 30-34 anni è uno dei target della stra-tegia di Europa 2020 per una crescita intelligente fissato al 40% (il cosiddetto tertiary educational attain-ment) sebbene il target nazionale sia stato fissato al 26% per tener conto del fatto che la condizione dipartenza è talmente attardata da rendere non fattibile il raggiungimento del target europeo entro il 2020.
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GRAF. 4.3.6
QUOTA DI LAUREATI 30-34 SULLA POPOLAZIONE PER PROVINCIA, 2011(valori % sulla popolazione)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati ISTAT.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
170
34,5 32,2 32,0
31,2 30,0 29,5 29,4 28,8 28,4
27,7 27,7 27,6 27,3 26,8 26,7 26,6 26,3 26,2 25,9 25,6 25,5 25,2 25,1 25,1 24,7 24,7 24,7 24,6 24,6 24,6 24,5 24,3 24,1 24,1 24,0 23,9 23,8 23,7 23,6 23,6 23,4 23,4 23,4 23,3 23,3
Trieste Bologna
Milano Isernia Roma
L'Aquila Pescara Genova Firenze Parma
Ascoli Piceno Siena
Campobasso Chieti
Ancona Pisa
Padova Perugia
Trento Macerata
Terni Cosenza
Catanzaro Pesaro e Urbino
Teramo Torino
Monza e della Brianza Potenza
Rieti Rimini Udine
Ferrara Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste
Fermo Benevento
Pavia Gorizia Matera
Piacenza Savona
Forlì-Cesena Varese
Avellino Frosinone
Como
sopra la media 23,2
-23,2 -23,1 -22,9 -22,9 -22,8 -22,8 -22,7 -22,6 -22,4 -22,3 -22,2 -22,2 -22,0 -21,9 -21,9 -21,8 -21,8 -21,8 -21,7 -21,6 -21,6 -21,5 -21,4 -21,4 -21,3 -21,3 -21,2 -21,1 -20,9 -20,8 -20,4 -20,1 -20,1 -19,8 -19,7 -19,7 -19,4 -19,2 -19,2 -19,1 -19,0 -19,0 -19,0 -18,7 -18,7 -18,4 -18,3 -18,3 -18,3 -18,3 -18,2 -18,0 -18,0 -17,9 -17,9 -17,8 -17,6 -17,6 -17,5 -17,5 -17,4 -17,0
-15,8 -15,4
-14,5
La Spezia Ravenna Viterbo Lecco Reggio di Calabria Belluno Modena Venezia Cagliari Bari Lecce Arezzo Salerno Vibo Valentia Verona Latina Livorno Grosseto Bolzano / Bozen Messina Ogliastra Biella Sassari Massa-Carrara Lucca Treviso Pordenone Nuoro Alessandria Novara Lodi Cremona Reggio nell'Emilia Rovigo Vicenza Cuneo Vercelli Pistoia Enna Oristano Crotone Foggia Bergamo Asti Siracusa Imperia Verbano-Cusio-Ossola Prato Agrigento Taranto Brescia Caserta Mantova Catania Napoli Sondrio Brindisi Palermo Ragusa Carbonia-Iglesias Trapani Caltanissetta Barletta-Andria-Trani Olbia-Tempio Medio Campidano
sotto la media 23,2
Come leggere il GraficoIl grafico a barre orizzontali verdi mostra le province italiane con un’intensità di laureati al di sopra della medianazionale pari nel 2011 al 23,2%, ordinandole in senso decrescente, mentre il grafico con le barre rosse mostral’ordinamento delle province che mostrano valori al di sotto della media nazionale. Trattandosi di laureati 30-34 anni sulla popolazione corrispondente, l’indicatore mostrato nei grafici consente di valutare la distanza diciascuna provincia dal target di Europa2020 fissato al 40% sebbene per l’Italia sia stato abbassato al 26% pertenere conto del livello di partenza, di gran lungo più basso rispetto alla media dei paesi europei.La prima provincia italiana per quota di laureati è Trieste con il 34,5% di laureati 30-34 anni sulla po-polazione di età corrispondente, mentre l’ultima è il medio Campidano con il 14,5%.
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TAV. 4.3.1
ETÀ TIPICA DI CONSEGUIMENTO DEL TITOLO TERZIARIO
Terziaria Terziaria Lauree di tipo A (I e II livello) Dottorato edi tipo B di tipo A 3 - 5 anni 5 - 6 anni > 6 anni post laurea
OECD: membri
Australia 20-21 21-22 21-22 22-23 24 26-29Austria 21-23 23-25 22-24 24-26 a 27-29Belgium 21-22 21 27-29Canada 21-24 22-24 22 23-24 25 27-29Chile 22-25 23-26 23-26 24-26 25-26 30-34Czech Republic 22 22-24 22-23 25-26 a 30-34Denmark 23-25 24 24 26 25-29 30-34Estonia 22 22-24 22 24 a 30-34Finland 30-34 25-29 24 a a 30-34France 0Germany 21-23 24-27 24-26 25-27 a 28-29GreeceHungary 20 22-24 21-23 23-24 a 30-34IcelandIreland 20-21 21 21 23 25 27Israel 26 26 28-29 217 30-34Italy 22-23 23 23 25 a 30-34Japan 19 21-23 21 23 a 26Korea 20 22-24 22-26 24-25 a 30-34LuxembourgMexico 20 23 23 23-26 24-28Netherlands 23 23 a a 28-29New Zealand 19-21 21-23 21-23 23 24 27-28Norway 24 22-27 22-23 24-25 26-27 30-34Poland 22 23-25 23 25 a 25-29Portugal 0 22 22 40-99 a 30-34Slovak Republic 21-22 21-22 21-22 23-24 a 26-28Slovenia 23-25 23-25 23-24 24-25 a 28Spain 19-21 22-23 20-22 22-23 a 30-34Sweden 21-23 25 25 25 n 30-34Switzerland 23-29 24-26 24-26 25-27 25-27 30-34Turkey 21 22-24 23-24 25-26 30-34 30-34United Kingdom 19-24 20-25 20-22 22-24 23-25 25-29United States 19 21 21 23 24 26
G20: altri paesiArgentina 20-24 25-29 a 25-29Brazil 22-24 22-24 30-34China 20 21 21 22 22 27IndiaIndonesia 24 22 22 24 26 27Russian Federation 20 22 21 22 23 25-26Saudi Arabia 19 21 21 22-23 24 26South Africa 20 21 21 22 22 25
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati ONCD e UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
171
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
172
Come leggere la Tavola 4.3.1La tavola mostra per ciascun paese membro dell’OCSE e per gli altri paesi del G20 le età tipiche il con-seguimento dei titoli in cui si articola l’istruzione terziaria.I sistemi educativi dei paesi sono molto variabili in termini di struttura e contenuti curricolari, per questomotivo al fine di facilitare il confronto internazionale delle statistiche e degli indicatori sull’istruzionel’UNESCO ha sviluppato nel 1976 la Classificazione Internazionale dell’Istruzione (ISCED). Poiché isistemi d‘istruzione e formazione sono in continua evoluzione, il quadro deve essere aggiornato periodi-camente per garantire che rifletta le strutture attuali. Nel 2011 è stata adottata dall‘UNESCO, in accordocon EUROSTAT e OCSE, la nuova versione della ISCED che tiene conto dei cambiamenti significativiintervenuti dal 1997 (prima revisione) in poi nei sistemi educativi in tutto il mondo (in particolare a se-guito dell’adesione di 47 paesi al “Processo di Bologna” che ha riformato gli studi universitari).Pur essendo entrata in vigore la nuova classificazione ISCED11 nel gennaio 2014 i dati dell’OECD pub-blicati nell’Education at A Glance fanno riferimento alla precedente classificazione ISCED97 (vedi Glos-sario per approfondimenti). L’OECD ha rilevato per ciascun paese l’età tipica di conseguimento deltitolo terziario al fine di calcolare il “tasso di laurea in età tipica da laurea” un indicatore OCSE utilizzatoper effettuare i confronti internazionali del grado di diffusione del titolo terziario presso una coorte digiovani prescelta, ma il cui intervallo (range), definito da un limite inferiore e superiore, varia da paese apaese in relazione alla diverse caratteristiche dei sistemi di istruzione. Una volta individuato per ciascunpaese l’intervallo dell’età tipica da laurea, il tasso di laurea in età tipica da laurea è calcolato come sommadei singoli rapporti per età puntuali, ciascuno ottenuto dividendo il numero di laureati di ogni singolaetà per il numero di persone di quella età.Come mostra la tavola, l’età tipica varia anche in relazione alla destinazione dei programmi di istruzioneterziaria: per i programmi di tipo A “generalisti” in Italia l’età tipica è compresa nell’intervallo 23-25.
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GRAF. 4.3.7
IL TASSO DI LAUREA IN ETÀ TIPICA PER LE LAUREE DI TIPO GENERALISTA(ISCED 5A):
(valori %, popolazione di età tipica = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD e UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
173
Come leggere il GraficoIl grafico a istogramma ordina i paesi membri dell’OCSE dal più grande al più piccolo in base al tassodi laurea di tipo A confrontando due anni distinti il 2000 (barra rossa) e il 2012 (barra verde).I programmi di tipo A sono detti “generalisti” in quanto i contenuti dell’offerta formativa sono disegnatiper fornire un titolo terziario cui corrisponde un bagaglio di conoscenze teoriche e abilità teorico-pratichesufficienti per proseguire gli studi con il dottorato di ricerca o altri programmi di ricerca post laurea avan-zati e accedere a professioni che richiedono competenze elevate come medicina, odontoiatria e architet-tura. L’OECD alla voce, Tertiary-type A programmes (ISCED 5A) nel Glossary of Statistical terms, precisache la durata teorica cumulativa minima è di 3 anni benché tipicamente durino 4 anni e più e che nonsono offerti in via esclusiva dalle università ma possono essere frequentati in altre istituzioni terziarie. Nei programmi di tipo A, l’Italia registra un’incidenza di laureati sulla popolazione tipica da laurea parial 26% a fronte di una media OCSE del 39% (il valore più alto in assoluto è dell’Irlanda con il 45%).Questo risultato è ancor più apprezzabile se si considera che la quota si è quasi raddoppiata rispetto al2000 quando era pari al 19%. Si precisa che la popolazione tipica da laurea varia da paese a paese: 23-25 in Italia, 25-26 in Germania, 20-22 in Spagna.
33
50
42
36 34 37
40
30
35
29
18
23
37
23
29
14 15
28
34
27
18
12
29
9
19
n
29
17 15
60 57
54 53 53 49
47 46 45 45 45 44 42 41 40 40 39 39 39
35
31 31 29
27 26 23 23 22
18
n
10
20
30
40
50
60
70
2000 2012 OECD 2012 OECD 2000
OECD 2000 28%
OECD 2012 38%
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GRAF. 4.3.8
IL TASSO DI LAUREA IN ETÀ TIPICA PER LE LAUREE DI TIPOPROFESSIONALIZZANTE (ISCED 5B)(valori %, popolazione di età tipica = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD e UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
174
17 22
30 15
17 27
8 17
18 11
14 8 7
12 10
7 4
5 5
2 2
1 7 7
0,8
9 9
30 25 25
23 21 20 20
19 18
15 14
13 13 12 11
8 7 6
5 2 2 1
0,7
n.d. n.d.
0,5
11 9
New Zealand Chile Japan Ireland Australia Slovenia Spain Turkey Canada Germany Switzerland USA UK Austria Denmark Hungary Sweden Luxembourg Czech Rep. Iceland Mexico Slovak Rep. Poland Netherlands Finland Portugal Italy
OECD EU21
2000 2012
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 174
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
175
Come leggere il Grafico 4.3.8Il grafico a barre orizzontali doppio è utile per rappresentare l’ordinamento dei paesi in termini di tassodi laurea di tipo B e, allo stesso tempo, per confrontare due anni distinti: il 2000 (le barre rosse a sinistra)e il 2012 (le barre verdi a destra). I programmi di tipo B sono detti “professionalizzanti” e forniscono unbagaglio di conoscenze pratiche, tecniche, specialistiche per accedere direttamente al mercato del lavorosenza ulteriori titoli di studio. Come precisato dall’OECD alla voce, Tertiary-type B programmes (ISCED5B) nel Glossary of Statistical terms, la durata teorica minima è di circa 2 anni.Nelle lauree di tipo B l’Italia mostra un ritardo notevole rispetto agli altri paesi membri dell’OECD, es-sendo l’incidenza nulla o quasi a seconda degli anni. Paesi come Giappone, Irlanda registrano una quotapiuttosto elevata di questa tipologia di laureati: oltre 1 laureato ogni 4 possiede un titolo universitario ditipo B. In Italia in base alla classificazione analitica dei titoli di studio pubblicata da ISTAT all’indirizzo,sono inclusi nelle lauree professionalizzanti i seguenti diplomi accademici:- Diploma di Accademia di belle arti (ABA): scultura, pittura, scenografia, decorazione, arti visive dellospettacolo, altro;- Diploma di Istituto Superiore di industrie artistiche (ISIA): disegno industriale, progettazione grafica,progettazione e tecnologia ceramica;- Diploma di Accademia Nazionale di Arte Drammatica: recitazione teatrale, regia teatrale, pedagogia edidattica del teatro;- Diploma di Conservatorio di musica (CON) e Istituto musicale pareggiato (IMP) - (incluso corso diperfezionamento): arpa, basso tuba, biblioteconomia e bibliografia musicale; canto; chitarra; clarinetto;clavicembalo, clavicordo, fortepiano; composizione; contrabasso; corno; didattica della musica; direzioned’orchestra; fagotto; fisarmonica; flauto; flauto dolce; jazz; lettura della partitura (scuola sperimentale);lied e oratorio; liuto; maestro sostituto collaboratore; mandolino; musica coreale e direzione coro; musicada camera (scuola sperimentale); musica elettronica; musica vocale da camera; musicologia; oboe; organoe composizione organistica; pianoforte; prepolifonia; saxofono; strumentazione per banda; strumenti apercussione; teoria della musica; tromba e trombone; viola; viola da gamba; violino violoncello; disciplinemusicali;- Diploma di Accademia Nazionale di Danza (AND): insegnante di danza; solista di danza; compositoredi danza;- Diploma di Scuola Superiore di Interprete e Traduttore;- Diploma di Scuola di Archivista Paleografia e Diplomatica;- Corso di Diploma Universitario, Istituto Superiore di Educazione Fisica, Scuola diretta a fini speciali,Scuola Parauniversitaria: educazione fisica; attività motorie (ISEF).
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GRAF. 4.3.9
LA COMPOSIZIONE DELLE LAUREE PER DISCIPLINA(valori %, totale laureati = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD e UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
176
9 9
0 3 5 5 5 6 6 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 10 10 10 11 11 11 12 12
14 16
14 14
0 18 14
22 12 8
11 24
21 13 13
18 18
16 8
14 12
6 12
16 19
15 16
6 10
13 12
13 7
18 20
9
10 10
0 8
16 12
10 12
14 7
6 13
17 13
9 5
8 10
7 8
10 14
11 3
10 24
8 12
9 8
12 10
11 10
11 11
0 15
4 4
11 9
9 18
13 7
10 6
9 17
10 9
12 21
8 9 11
9 10
8 11
8 13
13 14
12 13
16
34 34
0 29
28 44
32 40
43 22
25 32
25 29 31 33
44 37
35 32
47 28
33 43
36 48
39 36
31 31 33
31 29
30
15 14
0 15
22 9
25 19
8 14
20 19
21 23
17 16
18 13
21 16
6 15
7 16 8
4 15
10 16
12 15
8 8
16
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
OECD UE21
Japan Chile
Mexico Belgium
Netherlands Hungary
Korea Finland
Slovak Republic Norway Sweden Portugal
Italy Australia
Switzerland Denmark
United States Turkey Spain
Austria France
Slovenia Luxembourg
Canada Czech Republic
Ireland Estonia
New Zealand Greece
Germany United Kingdom
Sciences Engineering, manufacturing and construction Education
Humanities and arts Social sciences, business and law Agriculture
Health and welfare Services Not known or unspecified
Come leggere il GraficoIn Europa, come negli Stati Uniti, il numero maggiore di laureati si registra nelle discipline economichee giuridiche. Tuttavia, nelle discipline tecnico-scientifiche l’Europa mostra una quota più alta di laureatirispetto agli Stati Uniti (14% a fronte del 4% per Ingegneria e Architettura).In Italia la preferenza per il gruppo economico-giuridico e per quello tecnico è superiore alla media europea(15% la quota di laureati nelle discipline tecniche). In linea con la media europea è, invece, il dato relativoal gruppo umanistico; i laureati nel gruppo scientifico sono invece lievemente più bassi della media.
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GRAF. 4.3.10
I LAUREATI NEL MONDO: DATI DI FLUSSO, 2014*(valori assoluti e %)
* Afghanistan (2009); Argentina (2013); Australia (2011).Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD e UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
177
China 9.366.202
23%
India 8.846.030
21%
UE 4.507.576
11% USA 3.784.640
9%
Russian Fed. 1.995.269
5%
Brazil 1.111.463
3%
Japan 980.902
2%
Indonesia 867.822
2%
Korea
1% 618.000
Turkey 607.981
1%
Mexico 533.867
1%
Australia 386.625
1%
Colombia 279.958
1%
Canada 246.589
1%
altri 7.268.995
18%
3.463
1.569
6.354
11.437
20.596
21.472
39.265
44.753
52.730
60.022
66.333
66.467
69.917
70.031
72.782
85.278
94.867
99.932
110.419
152.049
172.186
302.095
374.994
391.956
598.124
726.540
791.945
Luxembourg
Malta
Cyprus
Estonia
Slovenia
Latvia
Lithuania
Norway
Finland
Ireland
Greece
Denmark
Hungary
Slovak Republic
Sweden
Austria
Portugal
Czech Republic
Belgium
Netherlands
Romania
Germany
Italy
Spain
Poland
France
UK
0.00
0.01
0.02
0.03
0.05
0.05
0.09
0.1
0.1
0.1
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.2
0.3
0.4
0.4
0.7
0.9
0.9
1.4
1.8
1.9
UE
41,5 milioni di
laureati
Come leggere il GraficoIl grafico ad anello mostra il flusso di laureati per paese-area, fornendo per l’area geo-economica dellaUnione Europea anche il dettaglio per singolo paese membro attraverso il grafico a barre (in azzurro). Nel 2012 complessivamente nel mondo si sono laureati presso gli istituti di istruzione universitaria 41,5milioni di studenti di età.I singoli “pezzi” dell’anello mostrano l’ammontare annuale di nuovi laureati per paese o area e il pesopercentuale sul totale mondiale. Perciò leggendo i dati all’interno dell’anello, si nota come la Cina rap-presenti il “pezzo” più rilevante a livello mondiale, essendo “usciti” in totale dalle istituzioni universitariee non cinesi in totale 9,4 milioni di laureati equivalenti a una quota percentuale del 23%; segue l’Indiache ne ha “sfornato” nello stesso anno 8,9 milioni (21% del totale mondiale). In terza posizione la UE(in azzurro) con 4,5 milioni pari ad un’incidenza sul totale dell’11%, seguita dagli USA con 3,8 milionidi laureati.Si segnala come queste quattro aree sommate insieme addensano il 64% del flusso mondiale di laureati.Concentrandoci sul Grafico a barre, si nota come il Regno Unito con 791.945 laureati l’anno sia il paeseeuropeo con il maggior flusso di capitale umano terziario, corrispondente ad una quota percentuale sultotale mondiale di 3,2%.L’Italia con 374.994 laureati è in sesta posizione dopo la Polonia corrispondente ad un’incidenza sul-l’ammontare complessivo nel mondo pari a 0,9%.
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GRAF. 4.3.11
LE PREVISIONI DI CRESCITA DEI LAUREATI 25-34 ANNI A LIVELLO MONDIALE(valori %, totale mondiale 25-34enni = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
178
USA 17 Cina 18
Cina 29
1 1 1 0
5
10
15
20
25
30
35
2000 2010 2020
91 milioni 129 milioni 204 milioni
TOTALE MONDIALE LAUREATI 25-34 anni
China 29
India 12 USA 11 Altri 8
Russian Fed. 7
Indonesia 6 Japan 4 UK 4
Korea 3
Mexico 3
Brasile 3
Francia 2
Germania 2
Canada 2
Turchia 2
Spagna 1
Italia 1
China 18
USA 14 Russian Fed. 11
India 11 Altri 10
Japan 7 Korea 4
Indonesia 4 Mexico 3 Francia 3
UK 3 Brasile 3
Germania 2 Spagna 2 Canada 2
Turchia 2 Italia 1
USA 17 China 17
Russian Fed. 12 Japan 10
India 10 Altri 6
Korea 4 Mexico 3
Francia 3 Germania 3
UK 3 Indonesia 3
Spagna 3 Canada 2
Brasile 2 Turchia 1
Italia 1
Come leggere il GraficoIl grafico a linee min-max mostra dove e in quale misura si addensano i “laureati di prima generazione”vale a dire quelli aventi un’età compresa tra i 25 e i 34 anni. Il grafico ricostruisce retrospettivamente peril 2000 e il 2010 la distribuzione spaziale di laureati freschi ma contiene anche una proiezione di qualisaranno i “bacini” più ricchi cui attingere capitale umano giovane. Stando ai dati storici relativi al 2010,la Cina concentra il 18% del totale mondiale di laureati giovani, superando gli USA la cui quota relativaè scesa al 14% (dal 17% del 2000).Come già anticipato nel 2010, lo scenario mondiale muterà radicalmente nel 2020 quando Cina e Indiainsieme saranno in grado di generare il 31% dell’ammontare mondiale di laureati di prima generazione,sancendo definitivamente la supremazia dell’Asia sul mondo occidentale.
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4.4 L’attrattività del sistema terziario
GRAF. 4.4.1
MOBILITÀ INTERNAZIONALE DEGLI STUDENTI A LIVELLO MONDIALE(valori assoluti)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
179
800.000 1.100.000 1.700.000
2.800.000
4.100.000
0
1
2
3
4
5
6
1975 1985 1995 2005 2013
Come leggere il GraficoIl grafico lineare mostra il trend di lungo periodo del numero assoluto di studenti in mobilità interna-zionale ovvero coloro che si spostano dal proprio paese di origine per andare a studiare altrove nel mondo.Trattandosi del mondo nel suo complesso non ha senso distinguere tra mobilità in uscita e mobilità inentrata.Nel 1975 nel mondo si contavano complessivamente 800.000 studenti iscritti all’università di un datopaese ma provenienti da un altro paese, mentre dopo quarant’anni si sono quasi quintuplicati raggiun-gendo nel 2013 l’ammontare di 4.100.000 di studenti internazionali.
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GRAF. 4.4.2
MOBILITÀ DEGLI STUDENTI IN ENTRATA COME INDICATORE DI ATTRATTIVITÀ, 2012
(valori %, totale iscritti all’università = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
180
43,5
18,0
17,5
16,8
16,8
16,1
10,2
10,1
10,0
9,8
9,0
7,1
7,1
6,5
6,4
5,8
5,8
4,9
3,9
3,9
3,7
3,6
3,5
2,9
2,9
2,6
1,5
0,3
0,2
9,4
4,4
1,7
1,7
1,1 0,3
0
5
10
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studenti "stranieri"
studenti "internazionali"
MEDIA OCSE 8,5
Come leggere il GraficoIl grafico a istogramma mostra i paesi in ordine decrescente di attrattività in entrata (inbound mobility).L’indicatore di attrattività è calcolato dividendo il numero totale di studenti stranieri iscritti per il totaledegli iscritti all’università di un dato paese. Uno studente è definito straniero se è accolto in un altropaese a seguito di permessi speciali e altri visti allo scopo specifico di seguire un particolare corso di studiin un’istituzione accreditata del paese ospitante https://stats.oecd.org/ glossary/detail.asp?ID=1052. In OCSEl’indicatore è definito come international or foreign student enrolments as a percentage of total tertiary ed-ucation). La definizione include sia gli studenti internazionali che quelli stranieri, in quanto per esseredefinito studente internazionale, l’OCSE non considera sufficiente il possesso o meno della cittadinanzastraniera in quanto vi sono paesi, come repubblica Ceca, Italia, Russia, Corea, Turchia, Cina, in cui l’iterdella procedura di naturalizzazione o il mancato o non tempestivo aggiornamento degli archivi anagraficinon consente di distinguere tra studenti stranieri in senso stretto e quelli con un permesso di soggiornopermanente. Naturalmente, in questi paesi il rischio è la sovrastima del numero di studenti stranieri chestudiano presso le proprie istituzioni accademiche. Per questo motivo l’OECD, da cui sono stati tratti idati rappresentati nel grafico, distingue gli studenti internazionali da un lato e gli studenti stranieri dal-l’altro.Il ranking raffigurato nel grafico è doppio per distinguere i paesi che fanno riferimento agli studenti stra-nieri in senso stretto ovvero internazionali (in azzurro) e quelli che fanno riferimento agli stranieri insenso lato (in blue con l’Italia in rosso).Leggendo i dati riportati nel grafico, il sistema italiano si rivela poco attrattivo avendo soltanto il 4,4%di studenti stranieri sul totale degli iscritti, a fronte di una media OCSE dell’8,5%. All’interno del-l’Unione Europea, il Regno Unito è capace di attrae un numero di studenti stranieri fino a 4 volte supe-riore a quello dell’Italia, segue l’Austria con il 16,8%, l’Olanda e la Danimarca con il 10%.
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TAV. 4.4.1
L’ATTRATTIVITÀ DELLE UNIVERSTITÀ ITALIANE SECONDO LA CLASSIFICA DELIL SOLE24ORE, 2015
(valori %, totale iscritti all’università = 100)
Ateneo di cui residenti di cui residenti % fuori Punteggioin altra regione all'estero regione
Trento 1.752 52 57,7 100Urbino "Carlo Bo" 1.410 88 52,9 98Politecnico di Torino 2.706 439 50,7 96Ferrara 1.230 29 48,1 95Chieti-Pescara 1.807 15 45,8 93Siena 981 5 45,1 91Molise 434 0 44,8 90Bologna 5.617 390 42,0 88L'Aquila 912 0 41,3 86Stranieri di Siena 177 22 41,2 85Camerino 387 30 39,7 83Parma 1.285 46 39,0 81Stranieri di Perugia 41 38 38,0 80Trieste 907 116 37,6 78Politecnico di Milano 2.459 157 33,9 76Pavia 1.262 82 33,1 75Pisa 2.256 111 32,3 73Verona 1.204 57 27,5 71Perugia 960 6 27,2 70Cassino e del Lazio Meridionale 345 0 26,8 68IUAV di Venezia 200 13 26,6 66Udine 730 32 26,0 65Politecnica delle Marche 714 14 25,1 63"Ca' Foscari" di Venezia 838 42 23,3 61Tuscia 387 0 23,2 60Messina 786 0 23,0 58Teramo 209 5 22,8 56Roma "La Sapienza" 3.365 223 22,5 55Piemonte Orientale 516 5 22,4 53Macerata 365 6 21,9 51Firenze 1.756 465 20,8 50Basilicata 181 0 19,3 48Roma "Tor Vergata" 1.044 39 19,2 46Modena e Reggio Emilia 745 35 19,1 45Padova 1.888 125 17,6 43Milano 1.903 159 16,4 41Genova 868 5 15,7 40"L'Orientale" di Napoli 300 6 14,7 38Torino 1.592 188 14,5 36Milano Bicocca 816 68 14,2 35Roma "Foro Italico" 36 4 11,3 33Roma Tre 570 59 10,3 31Insubria 178 54 7,9 30
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Ateneo di cui residenti di cui residenti % fuori Punteggioin altra regione all'estero regione
Brescia 185 46 7,2 28Mediterranea di Reggio Calabria 58 0 7,0 26Bari 552 28 7,0 25Sannio di Benevento 52 5 5,3 23Catanzaro 81 0 4,8 21Salerno 243 10 4,6 20Foggia 67 0 4,3 18Napoli "Federico II" 440 7 3,7 16Bergamo 122 37 3,6 15Politecnico di Bari 44 5 3,2 13Seconda Univ. Napoli 107 20 3,1 11Della Calabria 92 21 2,4 10"Parthenope" di Napoli 51 0 2,2 8Sassari 39 4 2,2 6Salento 42 0 1,5 5Cagliari 17 7 0,5 3Palermo 22 14 0,3 1Catania 15 3 0,3 0Bocconi Milano 1.712 201 71,2 100S. Raffaele Milano 195 23 52,3 93LUISS "Guido Carli" - Roma 725 7 51,1 86IULM - Milano 460 14 42,5 79Valle d'Aosta 84 4 39,3 71Univ. "Campus Bio-Medico" Roma 96 0 37,4 64Univ. "Maria Ss. Assunta" Roma 256 4 30,4 57Cattolica del Sacro Cuore 2.093 45 29,8 50Liuc 78 3 29,4 43Libera Università di Bolzano 165 59 28,4 36UNINT (ex LUSPIO) 30 4 15,1 29Europea - Roma 14 0 12,5 21LUM Casamassima (Ba) 7 0 4,9 14Suor Orsola Benincasa 41 0 3,3 7"KORE" Enna 9 0 0,9 0
Fonte: ILSOLE24ORE.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Come leggere la TavolaLa tavola è tratta dalla “Classifica delle migliori università italiane” edizione 2015 a cura del Il Sole24Orepubblicata on line al link http://www.ilsole24ore.com/speciali/classifiche_universita_ 2015/home.shtml.La classifica generale è basata su un indice sintetico che contempla 12 indicatori, di cui 9 per la “didattica”e 3 per la “ricerca”. Tuttavia, la novità dell’edizione 2015 del ranking è che è possibile attribuire pesi di-versi a ciascun indicatore, così da costruire una graduatoria personalizzata.L’attrattività è definita come il numero di immatricolati fuori regione sul totale degli immatricolati.Trento con il 57,7% di studenti fuori regione risulta l’università più attrattiva tra le italiane, seguita daUrbino-Carlo Bo con il 52,9%.
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 182
GRAF. 4.4.3
MOBILITÀ DEGLI STUDENTI IN USCITA, 2012(valori %, totale iscritti all’università = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
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Come leggere il GraficoIl grafico a istogramma mostra la graduatoria in senso decrescente dei paesi per quota di studenti uni-versitari che decide di recarsi all’estero per effettuare, in tutto o in parte, il segmento di istruzione terziariain un’università con sede in un paese diverso da quello di origine. Tale indicatore è noto in letteraturacome outbound mobility (OECD-EAG 2015).Gli studenti italiani che nel 2012 hanno deciso di iscriversi ad un’università e studiare all'estero sono inItalia in media l’1,1% del totale degli iscritti. Tale percentuale è inferiore a quella che si registra in paesicome Germania (2,7%) e Francia (1,9%).
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TAV. 4.4.2
LA MOBILITÀ INTERNAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARISECONDO LA CLASSIFICA DEL IL SOLE24ORE, 2015
(valori assoluti e %, totale iscritti all’università = 100)
Ateneo N° studenti CFU % CFU Media CFU % studenti Punteggio_CFU _esteri estero/CFU x stud. estero/iscritti_esteri totali impegnato attivi
IUAV di Venezia 345 8.674 4,69 25,14 8,28 100Stranieri di Perugia 78 1.380 4,14 17,69 8,70 98Trento 487 16.643 3,17 34,17 3,48 96Sassari 408 8.767 2,89 21,49 4,24 95"Ca' Foscari" di Venezia 1.137 16.171 2,77 14,22 6,83 93Politecnico di Torino 743 25.874 2,77 34,82 2,98 91Macerata 225 4.977 2,05 22,12 3,06 90Stranieri di Siena 54 831 1,96 15,39 5,14 88Udine 489 7.813 1,77 15,98 3,92 86Trieste 295 7.674 1,74 26,01 2,30 85Mediterranea di Reggio Calabria 67 2.164 1,67 32,30 1,27 83Bergamo 302 7.062 1,67 23,38 2,59 81Pavia 450 11.825 1,66 26,28 2,58 80Palermo 566 20.063 1,62 35,45 1,51 78Torino 873 28.157 1,62 32,25 1,77 76Cagliari 376 9.056 1,58 24,08 1,83 75Politecnico di Milano 776 23.624 1,58 30,44 2,14 73Teramo 94 2.598 1,54 27,64 1,97 71Camerino 102 2.659 1,51 26,06 1,98 70Basilicata 107 2.180 1,45 20,38 2,05 68Verona 340 10.080 1,41 29,65 1,85 66Tuscia 152 2.800 1,37 18,42 2,48 65"L'Orientale" di Napoli 184 3.247 1,34 17,65 2,32 63Genova 460 11.935 1,28 25,95 1,77 61Bologna 1.696 36.531 1,27 21,54 2,54 60Politecnica delle Marche 211 6.423 1,27 30,44 1,60 58Modena e Reggio Emilia 293 7.793 1,23 26,60 1,77 56Padova 974 25.958 1,22 26,65 1,93 55Parma 282 8.278 1,22 29,35 1,39 53Perugia 318 7.780 1,11 24,47 1,69 51Roma Tre 444 10.059 1,08 22,65 1,63 50Salento 242 4.859 1,06 20,08 1,70 48Ferrara 193 4.984 1,02 25,82 1,50 46Urbino "Carlo Bo" 154 3.839 0,98 24,93 1,39 45Salerno 827 7.207 0,91 8,71 3,07 43Firenze 552 12.271 0,86 22,23 1,39 41Siena 175 4.185 0,86 23,91 1,31 40Roma "La Sapienza" 876 24.742 0,82 28,24 1,05 38Milano Bicocca 411 7.825 0,78 19,04 1,53 36Brescia 143 3.067 0,72 21,45 1,24 35Roma "Tor Vergata" 275 6.155 0,70 22,38 1,11 33L'Aquila 126 3.514 0,67 27,89 0,76 31
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Ateneo N° studenti CFU % CFU Media CFU % studenti Punteggio_CFU _esteri estero/CFU x stud. estero/iscritti_esteri totali impegnato attivi
Cassino e del Lazio Meridionale 67 1.370 0,66 20,45 1,06 30Politecnico di Bari 67 1.758 0,65 26,23 0,79 28Insubria 67 1.506 0,56 22,47 0,96 26Chieti-Pescara 194 4.082 0,54 21,04 0,87 25Pisa 300 6.549 0,54 21,83 0,87 23Sannio di Benevento 38 622 0,45 16,37 0,78 21Bari 259 5.454 0,45 21,06 0,69 20Roma "Foro Italico" 12 314 0,43 26,17 0,67 18Molise 32 774 0,43 24,19 0,58 16Napoli "Federico II" 328 8.322 0,42 25,37 0,51 15Seconda Univ. Napoli 120 3.230 0,42 26,91 0,55 13Piemonte Orientale 74 1.206 0,40 16,29 0,92 11Messina 101 2.240 0,31 22,17 0,49 10Della Calabria 107 2.255 0,28 21,07 0,44 8Catania 175 3.494 0,28 19,96 0,46 6Milano 148 4.154 0,22 28,07 0,30 5Catanzaro 25 434 0,17 17,34 0,31 3"Parthenope" di Napoli 16 317 0,09 19,81 0,14 1Foggia 3 70 0,03 23,33 0,04 0Valle d'Aosta 93 3.852 11,11 41,42 10,30 100LIUC 198 4.486 5,96 22,65 12,34 92Bocconi Milano 1.590 35.926 5,56 22,59 12,27 85Libera Università di Bolzano 120 3.204 3,00 26,70 4,97 78IULM - Milano 104 3.150 1,92 30,28 2,74 71LUSPIO 31 663 1,66 21,39 3,02 64LUM Casamassima (Ba) 26 685 1,61 26,35 2,32 57LUISS "Guido Carli" - Roma 205 4.779 1,60 23,31 2,80 50Cattolica del Sacro Cuore 740 13.264 0,98 17,92 2,31 42Libera Univ. "Maria Ss. Assunta" Roma 78 2.023 0,94 25,94 1,46 35Europea - Roma 10 235 0,70 23,50 1,27 28Suor Orsola Benincasa 48 1.219 0,53 25,40 0,75 21S. Raffaele Milano 30 546 0,53 18,20 1,53 14"KORE" Enna 69 609 0,31 8,83 1,30 7Univ. "Campus Bio-Medico" Roma 9 104 0,15 11,56 0,60 0
Fonte: ILSOLE24ORE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere la TavolaIl Sole24Ore contempla la mobilità internazionale tra gli 11 indicatori prescelti per il calcolo dell’indicesintetico sulla base del quale viene stilata la classifica delle migliori università italiane. L’indicatore dimobilità internazionale è definito come quota di crediti ottenuti all’estero sul totale dei crediti.
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GRAF. 4.4.4
MOBILITÀ DEGLI STUDENTI DI DOTTORATO IN ENTRATA, 2013(valori %, totale iscritti all’università = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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studenti internazionali
studenti stranieri
Come leggere il GraficoIl grafico a istogramma è utile per confrontare i valori che assume la quota di stranieri che frequentanocorsi di dottorato fuori dal paese di origine, uno degli indicatori utilizzati per misurare la capacità di unpaese di attrarre cervelli (IMD, 2015).L’Italia si colloca agli ultimi posti in graduatoria quanto a mobilità di cervelli in entrata: la percentualedi studenti di dottorato provenienti dall’estero è il 12,5% del totale.
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GRAF. 4.4.5
LE DESTINAZIONI PREFERITE DAGLI STUDENTI IN MOBILITÀ: LAUREA E POST LAUREA
(valori %, totale mondiale studenti che studiano all’estero = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
187
USA: 21,8
UK: 14,2
France: 8,8
Australia: 8,5 Germania: 7,1
Giappone: 4,9
Canada: 4,0
Cina: 3,0
Italia: 2,7 Korea: 2,1
Austria: 1,9 Paesi Bassi: 1,9
Spagna: 1,9 Belgio: 1,4
Rep. Ceca: 1,3 Svizzera: 1,2
Svezia: 0,8 Norvegia: 0,6
Altri: 11,8
LAUREA
USA: 40,1
UK: 10,8 France: 8,3
Australia: 4,7
Germania: 4,3
Giappone: 3,9
Canada: 3,1
Cina: 3,1
Italia: 1,7 Korea: 1,7
Austria: 1,7 Paesi Bassi: 1,4
Spagna: 1,4 Belgio: 1,3
Re. Ceca: 1,1 Svizzera: 1,1 Svezia: 0,9
Norvegia: 0,8 Altri: 8,7
DOTTORATO
Come leggere il GraficoIl grafico ad anello, come il grafico a torta, mostra come si distribuiscono gli studenti in mobilità inter-nazionale tra le varie destinazioni distinguendo tra laurea e dottorato di ricerca.Come mostra la dimensione del “pezzo” dell’anello, gli USA rappresentano la meta preferita per studiareall’estero essendo prescelta dal 21,8% degli studenti universitari mondiali, segue il Regno Unito con il14,2% e la Francia: l’indice di concentrazione calcolato sulle prime 5 mete è pari al 68,2%.
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TAV. 4.4.3
“RANKING” UNIVERSITARIO MONDIALE DEL THE (TIMES OF HIGHER EDUCATION)
(posizione in graduatoria)
Ranking Università variazioni di posto (+ -) 2014-20152015-2016
1 California Institute of Technology USA =2 University of Oxford UK +13 Stanford University USA +14 University of Cambridge UK +15 Massachusetts Institute of Technology USA +16 Harvard University USA -47 Princeton University USA =8 Imperial College London UK +19 ETH Zurich – Swiss Federal Institute
of Technology Zurich Switzerland +410 University of Chicago USA +111 Johns Hopkins University USA +412 Yale University USA -213 University of California, Berkeley USA -514 University College London UK -515 Columbia University USA -116 University of California, Los Angeles USA -417 University of Pennsylvania USA -118 Cornell University USA +119 University of Toronto Canada +120 Duke University USA -2
112 Scuola Normale Superiore di Pisa Italia -49180 Scuola Superiore Sant’Anna Italia -100198 University of Trento Italia + 50
201-250 University of Bologna Italia + 70201-250 Polytechnic University of Milan Italia + 100201-250 Sapienza University of Rome Italia + 100301-350 University of Milan Italia - 40301-350 University of Milan Bicocca Italia - 80301-350 University of Naples Federico II Italia Nuova entrata in classifica301-350 University of Padua Italia =301-350 University of Pavia Italia - 50301-350 University of Trieste Italia - 100301-350 University of Turin Italia - 50351-400 University of Florence Italia =351-400 University of Modena and Reggio Emilia Italia Nuova entrata in classifica351-400 Polytechnic University of Turin Italia Nuova entrata in classifica351-400 University of Rome III Italia =351-400 Verona University Italia Nuova entrata in classifica401-500 University of Bari Aldo Moro Italia - 50401-500 University of Brescia Italia Nuova entrata in classifica401-500 Ca’ Foscari University of Venice Italia Nuova entrata in classifica
·/·
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
188
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 188
Ranking Università variazioni di posto (+ -) 2014-20152015-2016
401-500 University of Cagliari Italia Nuova entrata in classifica401-500 Catholic University of the Sacred Heart Italia Nuova entrata in classifica401-500 University of Ferrara Italia Nuova entrata in classifica401-500 University of Genoa Italia Nuova entrata in classifica401-500 Marche Polytechnic University Italia Nuova entrata in classifica401-500 University of Palermo Italia Nuova entrata in classifica401-500 University of Parma Italia Nuova entrata in classifica401-500 University of Pisa Italia - 100401-500 University of Rome II – Tor Vergata Italia Nuova entrata in classifica401-500 University of Salento Italia - 150401-500 University of Siena Italia Nuova entrata in classifica401-500 University of Urbino Carlo Bo Italia Nuova entrata in classifica501-600 University of Catania Italia Nuova entrata in classifica
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
189
Come leggere la TavolaLa graduatoria del THE (Times of Higher Education) censisce 800 università di 70 paesi diversi. La me-todologia utilizzata per stilare la graduatoria si basa su un totale di 13 indicatori raggruppati nei seguenti5 criteri.1. Didattica: ambiente di apprendimento peso: 30% di cui: reputazione (15%); rapporto docenti/studenti(staff-to-student ratio: 4,5%); dottorato/laurea (doctorate-to-bachelor’s ratio: 2,25%); dottorato/corpo do-cente (doctorates awarded-to-academic staff ratio: 6%); entrate dell’istituzione (institutional income: 2,25%).2. Ricerca (research): peso: 30% di cui: reputazione (reputation survey: 18%); entrate da ricerca ovveroricerche finanziate (research income: 6%); produttività della ricerca (research productivity: 6%).3. Citazioni citations (research influence: 30%).4. Internazionalizzazione international outlook (staff, students, research): 7,5% di cui: rapporto studentistranieri su nazionali (international-to-domestic-student ratio: 2,5%); rapporto studenti stranieri su nazionali(international-to-domestic-staff ratio: 2,5%); collaborazioni internazionali (international collaboration: 2,5%).5. Commesse di ricerca dalle imprese (knowledge transfer): capacità di produrre innovazione (peso 2,5%).
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GRAF. 4.4.6
RANKING UNIVERSITARIO MONDIALE DEL THE(TIMES OF HIGHER EDUCATION), 2015-2016
(posizione in graduatoria)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
190
301-350 301-350
63
112 125
190
301
201-250
159 176
276
201-250
0
50
100
150
200
250
300
350
400 2005 2010 2015 2016
posi
zion
e in
gra
duat
oria
Pisa (Scuola Normale Superiore)
La Sapienza
Bologna
-41,4
-17,7
-45,8 -44,5
-32,6
-50
-45
-40
-35
-30
-25
-20
-15
-10
-5
0
didattica (teaching)
ricerca (research)
Pisa (Scuola Normale Superiore) - California Institute of Technology
Come leggere il GraficoIl primo grafico a tre linee mostra come si è evoluta negli ultimi 16 anni la posizione in graduatoria delletre università italiane che sulla base dei criteri THE si posizionano meglio di tutte le altre italiane. Inbase alla graduatoria THE, solo l’università di Pisa si colloca tra le prime 200 al mondo e precisamenteal 112° posto, perdendo 49 posizioni rispetto alla graduatoria dello scorso anno quando occupava il 63°posto. Si segnala che l’università di Bologna e La Sapienza, storicamente tra le prime 200 al mondo,hanno registrato un deterioramento passando rispettivamente dal 176° posto del 2010 e dal 190° al 301.Il secondo grafico a istogramma con le barre negative è utile per enfatizzare i punti di debolezza relatividella nostra “ammiraglia” vale a dire Scuola Normale Superiore di Pisa rispetto alla prima in assoluto alivello mondiale, vale a dire il California Institute of Technology. I punti di debolezza sono calcolaticome differenze matematiche dei punteggi conseguiti da Pisa meno i punteggi del California Instituteof Technology.Come si può evincere dall’ordine di grandezza dei differenziali, il divario maggiore si registra nella ricerca inparticolare nelle commesse di ricerca il cui committente è rappresentato dalle imprese e questo impatta nega-tivamente sul trasferimento di conoscenza dalle università al mondo produttivo; segue la ricerca in senso stretto.
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TAV. 4.4.4
RANKING UNIVERSITARIO MONDIALE DI SHANGHAI (ARWU)(posizione in graduatoria)
Rank Università Nazionalità
1 Harvard University USA2 Stanford University USA3 Massachusetts Institute of Technology (MIT) USA4 California-Berkeley USA5 Cambridge UK6 Princeton USA7 California Institute of Technology USA8 Columbia University USA9 University of Chicago USA10 Oxford UK
150-200 Università di Bologna Italia150-200 Università di Milano Italia150-200 Università di Pisa Italia150-200 Roma La Sapienza Italia150-200 Università di Torino Italia201-300 Politecnico di Milano Italia201-300 Università di Firenze Italia301-400 Normale di Pisa Italia301-400 Milano Bicocca Italia301-400 Napoli Federico II Italia301-400 Roma Tor Vergata Italia401-500 Cattolica di Milano Italia401-500 Università di Cagliari Italia401-500 Università di Ferrara Italia401-500 Università di Genova Italia401-500 Università di Palermo Italia401-500 Università di Parma Italia401-500 Università di Pavia Italia401-500 Università di Perugia Italia401-500 Università di Trieste Italia
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati ARWU.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
191
Come leggere la TavolaLa graduatoria ARWU (Academic Ranking of World Universities) curata dall’Università Jiao Tong diShanghai censisce 1.200 università, di cui vengono pubblicate le migliori 500. La metodologia utilizzataper stilare la classifica si basa su un totale di 6 indicatori raggruppati nei seguenti 4 criteri:1. qualità dell’istruzione (quality of education) 10%: ex studenti (alunni) che hanno ricevuto Premi Nobelo Medaglie Fields;2. qualità del corpo docente (quality of faculty): 40% di cui:- corpo docente dell‘università che ha ricevuto Premi Nobel o Medaglie Fields (award) 20%;- ricercatori frequentemente citati in 21 aree disciplinari (HiCi): 20%;3. prodotti della ricerca (research output): 40%- numero di articoli pubblicati in riviste scientifiche (nature e science): 20%;- indice di impatto delle pubblicazioni in riviste scientifiche e scienze sociali: 20%;4. performance pro-capite 10%: somma pesata dei punteggi dei 5 indicatori precedenti rapportata al nu-mero di docenti a tempo pieno.A differenza del THE, nella graduatoria pubblicata dall’università di Shanghai nessuna università italianasi colloca tra le prime 100, ma ve ne sono ben 5 tra le prime 200.
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4.5 La ricerca
GRAF. 4.5.1
DOTTORATO DI RICERCA: TASSO DI ISCRIZIONE, 2013(valori %, iscritti su popolazione di età corrispondente)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
192
2,5 2,4
0,4 0,4
0,7 1,0
1,2 1,2 1,2
1,5 1,7 1,7 1,8
2,0 2,1
2,4 2,5 2,5 2,6 2,7 2,7 2,7 2,9 3,0
3,3 3,3 3,5 3,6 3,7
4,0 4,0
4,9 5,4
0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0
OECD EU21 Chile
Mexico Luxembourg
Belgium USA
Japan Netherlands
Turkey Italy
Hungary Israel
Estonia Greece Norway Iceland France Finland
Slovenia Sweden
New Zealand Slovak Republic
Poland Portugal
Korea Czech Rep.
Australia Denmark
UK Austria
Switzerland Germany
2,0
0,1
0,1
0,2
0,3
2,0
2,3
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5
G20
Indonesia
Colombia
Saudi Arabia
China
Russian Fed.
Latvia
Come leggere il GraficoIl grafico a barre orizzontali mette a confronto i paesi in base alla quota percentuale di studenti di unadata età che frequentano i corsi di dottorato sulla popolazione di età corrispondente tipicamente 25-30.Il dottorato di ricerca, istituito in Italia nel 1980, con D.p.r. 11 luglio 1980, n. 382, il è un corso uni-versitario post lauream, che conferisce titolo equivalente al Ph.D. (Philosophiae Doctor) dei paesi anglo-sassoni. Lo scopo è fornire una formazione specialistica finalizzata allo svolgimento di attività di ricercadi elevato livello. Generalmente hanno una durata di 3 o 4 anni e, normalmente, la frequenza è obbli-gatoria. Il percorso formativo include la definizione di un progetto di ricerca il cui svolgimento avvieneattraverso sia programmi di didattica avanzata sia approfondimenti individuali e anche tramite lo scambioculturale con altri Paesi, la partecipazione a convegni organizzati sul territorio nazionale, la visita di bi-blioteche, dipartimenti ed istituti di Atenei italiani e non. La conclusione del percorso si sostanzia nel-
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
193
l’elaborazione di una dissertazione finale condotta con metodo scientifico e dai contenuti il più possibileoriginali. L’accesso richiede come requisito il possesso della Laurea specialistica o del Diploma di Laureaconseguito prima dell’entrata in vigore del D.m. n. 509 del 1999 e superare le prove d’esame previstedai Bandi di concorso emanati dall’Università e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Almeno la metà deiposti messi a concorso è coperto da borse di studio, in parte finanziate dal MIUR, in parte finanziatedall’Università con fondi provenienti dal proprio bilancio, in parte da Enti esterni, pubblici e privati. Iltitolo di Dottore di ricerca si consegue con il superamento di un esame finale che consiste nella discussionedella Tesi di Dottorato e dà accesso al mondo della Ricerca Scientifica prevalentemente in ambito acca-demico, ma sempre di più, anche nelle strutture produttive e in centri di ricerca autonomi pubblici oprivati. Si tratta di un indicatore chiave per la creazione e la diffusione dell’innovazione in un sistemaeconomico in quanto i possessori del dottorato di ricerca sono formati appositamente per fare ricerca ein termini di qualificazione possiedono il massimo titolo riconosciuto dalla classificazione ISCED (acro-nimo di International Standard Classification of Education) avendo il livello 8 nella ISCED 11, di recenteentrata in vigore in sostituzione della precedente ISCED97 che, invece, codificava il dottorato comelivello 6. Infine, i dottori di ricerca assicurano il ricambio generazionale del corpo docente nelle istituzioniterziarie accademiche e dello staff di ricerca in quelle non accademiche.L’indicatore mostrato nel grafico è calcolato facendo il rapporto tra gli iscritti di una certa età e la popo-lazione corrispondente moltiplicata per 100 e sommando poi le percentuali ottenute per le singole etàincluse nell’intervallo 25-30. L’Italia con un tasso di ingresso dell’1,7% si colloca nella parte bassa dellaclassifica dei paesi per incidenza di studenti che intraprendono programmi di studio post laurea rispettoal totale degli iscritti nell’istruzione terziaria. La Germania con il 5,4% di iscritti si posiziona al primoposto seguita dalla Svizzera con il 4,9% e dall’Austria 4%.
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GRAF. 4.5.2
DOTTORATO DI RICERCA: TASSO DI CONSEGUIMENTO DEL TITOLO, 2013(valori %, dottori di ricerca su popolazione di età “tipica”)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
194
1,8
1,7
0,2
0,3
0,5
0,6
0,7
0,7
0,8
0,9
1,2
1,3
1,3
1,4
1,5
1,5
1,5
1,6
1,6
1,7
1,7
1,9
1,9
2,1
2,2
2,2
2,5
2,5
2,5
2,7
2,7
2,8
3,0
3,2
3,6
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
EU21
OECD
Chile
Mexico
Belgium
Poland
Turkey
Hungary
Luxembourg
Greece
Japan
Estonia
Canada
Italy
Spain
Israel
USA
Czech Rep.
Korea
Portugal
France
Norway
Austria
Netherlands
New Zealand
Ireland
Australia
Finland
Slovak Rep.
Germany
Sweden
Denmark
UK
Switzerland
Slovenia
0,05
0,1
0,1
0,2
0,2
1,1
1,4
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00
Colombia
Indonesia
Saudi Arabia
South Africa
China
Latvia
Russian Fed.
non membri
dottorato e post laurea
OECD: membri età tipicaSlovenia 28Switzerland 30-34United Kingdom 25-29Denmark 30-34Sweden 30-34Germany 28-29Slovak Republic 26-28Finland 30-34Australia 26-29Ireland 27New Zealand 27-28Netherlands 28-29Austria 27-29Norway 30-34FrancePortugal 30-34Korea 30-34Czech Republic 30-34United States 26Israel 30-34Spain 30-34Italy 30-34Canada 27-29Estonia 30-34Japan 26Greece -Luxembourg -Hungary 30-34Turkey 30-34Poland 25-29Belgium 27-29Mexico 24-28Chile 30-34Iceland -
G20: altri paesiArgentina 25-29Brazil 30-34China 27India -Indonesia 27Russian Federation 25-26Saudi Arabia 26South Africa 25
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
195
Come leggere il Grafico 4.5.2Il grafico a barre orizzontali mette a confronto i paesi in base alla quota percentuale di studenti che con-seguono il titolo in percentuale della popolazione in “età tipica di dottorato” indicata a fianco al nomedei paesi.L’OECD ha rilevato per ciascun paese l’età tipica di conseguimento del titolo terziario di dottorato alfine di calcolare il “tasso di dottorato in età tipica da dottorato” un indicatore OCSE utilizzato per ef-fettuare i confronti internazionali del grado di diffusione del titolo terziario di dottorato presso una coortedi giovani prescelta ma il cui intervallo (range) definito da un limite inferiore e superiore varia da paesea paese in relazione alla diverse caratteristiche dei sistemi di istruzione. Nel caso dell’Italia l’età tipica peril dottorato è 30-34 anni.Una volta individuato per ciascun paese l’intervallo che identifica l’età tipica per il dottorato, il tasso diconseguimento del dottorato in età tipica da dottorato è calcolato come somma dei singoli rapporti per leetà puntuali ciascuno ottenuto dividendo il numero di laureati di ogni singola età per il numero di personedi quella età: ad esempio numero di dottori di ricerca di 30 anni diviso la popolazione di 30 anni, più nu-mero di dottori di ricerca di 31 anni diviso la popolazione di 31 anni e così via fino a 34 anni.
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GRAF. 4.5.3
I DOTTORI DI RICERCA IN DISCIPLINE TECNICO-SCIENTIFICHE(valori %, dottori di ricerca in S&T su popolazione in età “tipica”)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
196
0,06 0,06
0,11 0,13 0,15
0,23 0,38 0,39 0,4
0,56 0,56 0,56 0,58 0,58 0,59
0,63 0,65
0,68 0,69 0,7 0,7 0,71 0,72
0,75 0,77
0,8 0,83
0,89 0,91 0,91
0,95 0,99
1,05 1,08
1,36 1,39
0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6
Mexico South Africa
Chile Argentina
Turkey Hungary
Latvia Japan
Greece Iceland
Korea Spain
Italy Portugal
USA Estonia
Netherlands Czech Rep.
Canada Slovak Rep.
Slovenia Belgium
EU28 Israel
N.Zealand Australia
Norway France Austria
Denmark Ireland Finland
UK Germany
Sweden Switzerland
Come leggere il GraficoIl grafico a barre orizzontali ordina in senso decrescente i paesi in base all’incidenza percentuale di dottoridi ricerca che hanno conseguito il dottorato nelle discipline tecnico-scientifiche (d’ora in avanti T&S)vale a dire: ingegneria (civile, elettronica, meccanica, chimica, dei materiali, medica, ambientale; mate-matica; informatica; chimica; fisica; biologia; geologia.Si tratta delle aree più attinenti alla ricerca di base e applicata per cui l’incidenza di dottori di ricerca inqueste discipline è uno degli indicatori maggiormente utilizzati a livello internazionale per monitorarela capacità di un sistema di produrre innovazione. L’OECD lo annovera tra i Main Science and TechnologyIndicators (MSTI) tra le risorse umane e quindi gli input della ricerca.La quota di dottori di ricerca in discipline T&S sulla popolazione in età tipica da dottorato è pari allo0,58% che rapportato all’incidenza complessiva di dottori di ricerca pari all’1,4% equivale a dire che il40% dei dottori di ricerca è T&S.
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TAV. 4.5.1
DIRITTO ALLO STUDIO: GLI INTERVENTI PER L’ANNO A.A. 2014-2015
Interventi a favore degli studenti (D.p.c.m. 9 aprile 2001) Corsi di Corsi didottorato specializzazione
Borse di studio € 2.248.742 € 1.895.564N° domande 1.201 991N° idonei (beneficiari e non beneficiari) 617 750N° borse concesse 532 580Prestiti di onore e altri prestiti agevolati € 40.600 € 34.600N° domande 6 4N° prestiti concessi 3 3Mobilità internazionale € 30.274 € 9.677N° domande contributi 66 13N° contributi concessi 22 3N° complessivo di mesi in mobilità 67 17Interventi a favore di studenti in situazione di handicap € 12.064 € 2.373N° domande 5 4N° interventi concessi 4 -Attività di collaborazione a tempo parziale € 3.600 € 30.650N° collaborazioni 5 17Retribuzione oraria (euro)Posti alloggio e contributi-alloggio € 1.893 € 13.218N° domande posti alloggio 873 162N° posti alloggio assegnati 504 78
di cui posti a borsisti 121 66di cui posti a idonei non borsisti 23 3di cui posti a studenti non idonei alla borsa 360 9
N° domande contributi-alloggio N 11N° contributi-alloggio assegnati di cui contributi N 9
di cui contributi a borsisti (non beneficiari di alloggio) N 9€ 1.893 € 13.218
di cui contributi a idonei non borsisti (non beneficiari di alloggio) 0 0di cui contributi a studenti non idonei alla borsa 0 0
Altri interventi di tipo finanziarioN° premi per il conseguimento del titolo 26
0 € 25.642N° contributi finanziari per il trasporto 198 383
€ 1.015 € 1.818N° contributi straordinari N 5
€ 1.000 € 3.980N° altri sussidi concessi 15 17
€ 7.929 € 13.300
Fonte: elaborazioni Confindustria e CeFOP-LUISS su dati MIUR.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
198
Come leggere la Tavola 4.5.1La tavola fornisce il dettaglio degli interventi a favore degli studenti iscritti ai corsi di dottorato e di spe-cializzazione per l’a.a. 2014/2015.Il diritto allo studio per il segmento post laurea si sostanzia nelle seguenti categorie di interventi:- borse di studio, di cui concesse 532 a fronte di 1.201 domande;- prestiti d’onore e altri prestiti agevolati, di cui erogati 3 a fronte di 6 domande;- mobilità internazionale, per cui sono stati accordati 22 contributi rispetto ad un numero di domande
pari a 66;- interventi per studenti con handicap, con 4 interventi concessi rispetto a 5 domande;- alloggio: 504 posti concessi a fronte di 873 domande;- altri interventi: includono premi di laurea e dottorato, contributi finanziari per il trasporto.I dati sono reperiti dal MIUR attraverso la “Rilevazione sul Diritto allo studio universitario” presso glienti per il DSU ed uffici per il DSU all’interno degli Atenei (fondi Regionali) e presso collegi statali e le-galmente riconosciuti e sono scaricabili in maniera più disaggregata a livello territoriale al link http://sta-tistica.miur.it/scripts/DSU_BD/BD_DSU_A.asp.
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GRAF. 4.5.4
I DOTTORI DI RICERCA: IL TASSO DI DIFFUSIONE DEL TITOLOTRA LA POPOLAZIONE, 2012
(valori %, popolazione 25-64enni = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
199
0,64 1,24
1,90 1,92 2,2 2,2 2,2 2,4 2,7 2,8 3,1 3,2 3,4 3,5 3,5 3,6 3,9
4,5 4,5 4,7 4,8 5,0 5,2 5,3
5,9 6,9
7,5 7,8 8,1 8,2
9,1 9,4
10,5 18,0
0,2 1,8 1,9 2,0 2,0 1,9
2,1 2,0
2,3 0,9
1,7 1,3
1,9 2,8 2,6 2,3 2,5
3,3 2,9 3,0
3,4 3,1
1,7 2,0
4,5 4,9
4,3 5,8
4,7 5,8
6,7 3,8
n.d.9,5
-14,0 -9,0 -4,0 1,0 6,0 11,0 16,0 21,0
Chile Latvia Slovak Rep. Italy Portugal Estonia Russian Fed. Poland Netherlands Chinese Taipei Czech Rep. Hungary Belgium Spain Slovenia Greece Denmark New Zealand Ireland France Australia Canada Korea Norway Finland Israel UK Sweden Germany USA Austria Luxembourg Iceland Switzerland
femmine maschi
Come leggere il Grafico Il grafico doppio a barre doppio mostra l’incidenza percentuale dei dottori di ricerca sulla popolazionedi età 25-64 anni. È duplice perché le barre rosa sono riferite ai dottori di ricerca donne mentre le barreazzurre ai maschi. L’indicatore è ottenuto calcolando il rapporto tra il numero di coloro che hanno conseguito il titolo didottore di ricerca e la popolazione di età 25-64 anni, distinguendo tra femmine e maschi. Si precisa chei paesi sono stati ordinati in senso decrescente, utilizzando come criterio l’entità della quota maschile didottori di ricerca. Come mostrato dal grafico, in Italia il titolo di dottorato è poco diffuso tra la popolazione sia femminilesia maschile con solo il 2% tra le donne e l’1,9% tra i maschi di età 25-64.
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TAV. 4.5.2
DOTTORATO DI RICERCA: LE ASSEGNAZIONI FONDO BORSE POST LAUREAMUNIVERSITÀ STATALI E NON, 2015
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati MIUR.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
200
Ateneo statale Assegnazione totale 2015
Roma "La Sapienza" 10.563.602Bologna 6.080.226Padova 5.652.145Roma "Tor Vergata" 4.873.188Genova 4.727.873Napoli "Federico II" 4.613.992Milano 4.368.124Politecnico di Milano 4.132.262Torino 4.001.464Firenze 3.604.174Bari 3.115.695Pisa 2.953.106Politecnico di Torino 2.939.587Roma Tre 2.852.468Palermo 2.698.189Pavia 2.547.927Milano Bicocca 2.356.067Verona 2.212.964Catania 2.200.112Parma 2.187.626Cagliari 2.047.774Siena 1.941.790Seconda Univ. Napoli 1.893.679Trieste 1.890.498Modena e Reggio Emilia 1.855.444Messina 1.850.457Ferrara 1.840.151Perugia 1.834.402della Calabria 1.719.657Salerno 1.615.471"Ca' Foscari" Venezia 1.594.632
Ateneo statale Assegnazione totale 2015
Politecnica delle Marche 1.577.180Udine 1.406.343Chieti-Pescara 1.302.083Salento 1.279.574Bergamo 1.157.469Sassari 1.133.617L’Aquila 1.095.055Brescia 1.027.637"Parthenope" di Napoli 846.924Camerino 831.897Insurbia 829.416Tuscia 826.068Urbino"Carlo Bo" 726.547Macerata 670.310Cassino e Laziomeridionale 667.545Catanzaro 655.608Piemonte orientale 649.941Teramo 644.546Basilicata 614.079Mediterranea di Reggio Calabria 604.244Università IUAV di Venezia 583.735Foggia 583.611Molise 519.955Politecnico di Bari 504.064"L'Orientale" di Napoli 461.674Sannio di Benevento 397.639Roma "Foro Italico" 157.723Stranieri di Perugia 99.602Stranieri di Siena 97.848
Totale 120.716.680
Ateneo non statale Assegnazione totale 2015
Cattolica del Sacro Cuore 3.155.475 Bocconi Milano 1.203.424 LUISS "Guido Carli" - Roma 806.853 Libera Università di Bolzano 517.700 S. Raffaele Milano 489.842 Suor Orsola Benincasa - Napoli 409.958 Univ. "Campus Bio-Medico" di Roma 310.837
Ateneo non statale Assegnazione totale 2015
Libera Univ. "Maria SS. Assunta" - LUMSA-Roma 284.259 UniCusano-Telematica Roma 242.742 IULM - Milano 230.581 LUM "Jean Monnet" 180.910 UKE-Università KORE di Enna 164.414 LIUC-Castellanza 134.838 Univ. Telematica Guglielmo Marconi 41.724
Totale 8.173.557
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 200
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
201
Come leggere la Tavola 4.5.2Il MIUR nel D.m. n. 335 del 2015 (p. 12) fissa i criteri e gli indicatori per la ripartizione del FondoBorse post lauream:1. 40% Qualità della ricerca svolta dai membri del collegio dei docenti. Per ciascun corso di dottorato ac-
creditato nel 2015 (XXXI ciclo), è preso in considerazione l’indicatore A = R + X, somma degli in-dicatori R e X della VQR 2004-2010, calcolato sul collegio del corso di dottorato. L’indicatore A ècalcolato separatamente per ciascuna delle 16 aree definite nella VQR. Per il calcolo degli indicatoriR e X la normalizzazione viene fatta utilizzando la media nazionale a livello di area di appartenenzadei membri del collegio. Ciascun corso di dottorato è assegnato a una delle 16 aree CUN-VQR sullabase dell’area principale di riferimento del corso di dottorato. L’indicatore finale utilizzato è ottenutocome somma pesata, con i pesi di area, del rapporto fra gli indicatori A calcolati per ciascun corsodell’Ateneo e la somma degli indicatori A di tutti i dottorati della medesima area. I pesi d’area sonoproporzionali all‘incidenza dei posti con borsa in ciascuna area;
2. 10% Grado di internazionalizzazione del dottorato: numero di iscritti ai corsi di dottorato attivati nel2014 (XXX ciclo) che hanno conseguito il titolo di accesso al dottorato in Università straniere;
3. 10% Grado di collaborazione con il sistema delle imprese e ricadute del dottorato sul sistema socio-economico: numero di borse di dottorato acquisite da enti esterni nel 2014 (XXX ciclo);
4. 20% Attrattività del dottorato: numero di iscritti ai corsi di dottorato attivati nell’anno 2014 (XXXciclo) che hanno conseguito il titolo di accesso al dottorato in altre Università italiane diverse daquella sede del corso di dottorato;
5. 20% Dotazione di servizi, risorse infrastrutturali e risorse finanziarie a disposizione del dottorato e deidottorandi, anche a seguito di processi di fusione o di federazione tra atenei: numero di iscritti ai corsidi dottorato attivati negli anni 2014 (XXX ciclo) con borsa di dottorato o forma di finanziamentoequivalente moltiplicato per il rapporto tra iscritti con borsa e iscritti totali nel medesimo ciclo.
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TAV. 4.5.3
RICERCA: GIUDIZI OTTENUTI DAI PRODOTTI DI RICERCANELLA VALUTAZIONE ANVUR, 2015
Ateneo Valore indicatore Punteggio
Verona 1,26 100Padova 1,25 98Trento 1,24 96Piemonte orientale 1,23 95Milano Bicocca 1,20 93Bologna 1,14 91Milano 1,14 90Politecnica delle Marche 1,14 88Brescia 1,13 86Roma "Foro Italico" 1,12 85"Ca' Foscari" di Venezia 1,12 83IUAV di Venezia 1,11 81Ferrara 1,11 80Torino 1,10 78Foggia 1,10 76Udine 1,10 75Politecnico di Milano 1,10 73Modena e Reggio Emilia 1,08 71Insubria 1,08 70Pavia 1,08 68Politecnico di Torino 1,07 66Siena 1,07 65Catanzaro 1,07 63Bergamo 1,06 61Sannio di Benevento 1,06 60Firenze 1,04 58Roma Tre 1,04 56Parma 1,04 55Pisa 1,03 53Tuscia 1,03 51Macerata 1,02 50Teramo 1,00 48Perugia 0,99 46Chieti-Pescara 0,99 45Salerno 0,99 43Cassino e del Lazio meridionale 0,97 41Genova 0,96 40Molise 0,96 38Roma "Tor Vergata" 0,95 36Basilicata 0,94 35"L'Orientale" di Napoli 0,94 33Della Calabria 0,93 31Sassari 0,92 30Trieste 0,91 28Roma "La Sapienza" 0,91 26
·/·
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
202
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 202
Ateneo Valore indicatore Punteggio
Politecnico di Bari 0,90 25Salento 0,89 23Napoli "Federico II" 0,88 21Stranieri di Siena 0,88 20Camerino 0,86 18Cagliari 0,86 16Urbino "Carlo Bo" 0,85 15L'Aquila 0,85 13"Parthenope" di Napoli 0,84 11Seconda Univ. Napoli 0,83 10Mediterranea di Reggio Calabria 0,82 8Palermo 0,80 6Bari 0,76 5Catania 0,74 3Messina 0,62 1Stranieri di Perugia 0,47 0
Milano Bocconi 1,69 100Milano San Raffaele 1,65 93Bolzano 1,31 86Roma LUISS 1,28 80Roma Campus Biomedico 1,27 73Milano Cattolica 1,00 66Roma UNINT 0,99 53Aosta 0,98 46Napoli Suor Orsola 0,94 40Roma LUMSA 0,90 33Roma Europea 0,88 26Milano Iulm 0,86 20Castellanza LIUC 0,85 13Bari Jean Monnet 0,66 6Enna KORE 0,62 0
Fonte: ILSOLE24ORE.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
203
Come leggere la TavolaIl Sole24Ore contempla la ricerca tra gli 11 indicatori prescelti per il calcolo dell’indice sintetico sullabase del quale viene stilata la classifica delle migliori università. L’indicatore di ricerca è misurato daigiudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione ANVUR (VQR 2004-2010).Sulla base del ranking stilato, chi privilegia la qualità della produzione scientifica di un ateneo potrà pren-dere in considerazione Verona che ha totalizzato il punteggio più alto 1,26 seguita da Padova con 1,25.
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GRAF. 4.5.5
I RICERCATORI NEL MONDO PER MACRO AREE, 2013(valori assoluti e %, totale mondiale = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
204
Arab States 149.587
2%
Central and Eastern Europe
822.839 10%
Central Asia 49.013
1%
East Asia and the Pacific
2.984.398 38%
Latin America and the Caribbean 288.581
4%
North America and Western Europe
3.083.084 40%
South and West Asia 299.453
4%
Sub-Saharan Africa 81.907
1%
RICERCATORI TOTALE MONDO = 7.758.862
valori assoluti UE=100 mondo= 100
UE28 1.726.075 100% 22%Germany 360.310 21% 4,6%France 265.177 15% 3,4%UK 259.347 15% 3,3%Spain 123.225 7% 1,6%Italy 117.973 7% 1,5%Netherlands 72.325 4% 0,9%Poland 71.472 4% 0,9%Sweden 62.294 4% 0,8%Belgium 44.649 3% 0,6%Portugal 43.321 3% 0,6%Denmark 40.858 2% 0,5%Austria 39.923 2% 0,5%Finland 39.196 2% 0,5%
valori assoluti UE=100 mondo= 100
Czech Rep. 34.271 2% 0,4%Greece 29.055 2% 0,4%Hungary 25.038 1% 0,3%Romania 18.704 1% 0,2%Ireland 15.732 1% 0,2%Slovakia 14.727 1% 0,2%Bulgaria 12.275 1% 0,2%Slovenia 8.707 1% 0,1%Lithuania 8.557 0,5% 0,1%Croatia 6.529 0,4% 0,1%Estonia 4.407 0,3% 0,1%Latvia 3.625 0,2% 0,05%Luxembourg 2.615 0,2% 0,03%Cyprus 885 0,1% 0,01%Malta 878 0,1% 0,01%
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 204
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
205
Come leggere il Grafico 4.5.5 e la Tavola La comparabilità dei risultati a livello internazionale è assicurata in quanto si utilizzano metodologie etassonomie suggerite dal Manuale OCSE/EUROSTAT sulla rilevazione statistica delle attività di R&S(Manuale di Frascati), pubblicato nel 1964 e aggiornato nel 2002. Per cui universalmente i ricercatori sono definiti come “scienziati, ingegneri e specialisti delle varie di-scipline scientifiche impegnati nell’ideazione e nella creazione di nuove conoscenze, prodotti e processi,metodi e sistemi, inclusi anche i manager e gli amministratori responsabili della pianificazione o direzionedi un progetto di ricerca” (ISTAT, 2015 http://www.istat.it/it/archivio/175999.glossario allegato alla pub-blicazione dei risultati della rilevazione “Ricerca e Sviluppo in Italia”, 2013).Nel 2013 si contano nel mondo 7.758.862 ricercatori, ma la torta mostra la distribuzione percentualedi questo totale nelle seguenti macro aree identificate dall’UNESCO da cui sono stati tratti i dati:- Nord America e Europa Occidentale con oltre 3 milioni di ricercatori rappresenta il 40%;- Asia e Pacifico con poco più di 2,9 milioni il 38%;- Europa Centrale e Orientale con 822mila pesa per il 10%;- America Latina e Caraibi il 4%;- Asia Sud-occidentale il 4%.Si fa notare come la quantità di ricercatori dell’America Latina - Caraibi e dell’Asia Sud occidentale èequivalente a quella della Francia.La tavola mostra il dettaglio per l’Unione Europea della fetta dedicata al mondo occidentale che con1.726.075 è l’area a più alta concentrazione di ricercatori al mondo, con una quota di mercato sul totalemondiale pari al 22%. All’interno della UE, la Germania occupa la prima posizione per numero assolutodi ricercatori (380mila) con una quota di mercato interno pari al 21% che si ridimensiona al 4,6% sultotale mondo; seguita dalla Francia con 265mila e lo UK con 259mila.L’Italia è al quinto posto con circa 118mila ricercatori pari ad una quota di mercato sul totale mondialedel 1,5%.
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GRAF. 4.5.6
I RICERCATORI NEL MONDO NEI PRINCIPALI PAESI, 2013(valori assoluti)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
206
1.7
26.0
75
1.4
84.0
40
1.2
65.0
64
660
.489
440
.581
360
.310
321
.842
265
.177
259
.347
192
.819
156
.550
138
.653
123
.225
117
.973
92.
649
89.
075
72.
325
71.
472
63.
728
62.
294
54.
813
52.
626
52.
052
51.
598
47.
652
46.
125
44.
649
43.
321
40.
858
39.
923
39.
196
36.
360
35.
950
34.
271
34.
141
30.
244
29.
055
28.
343
-
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1.600.000
1.800.000
2.000.000
UE
28
Chi
na
USA
Japa
n
Rus
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.
Ger
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Kor
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Fran
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Indi
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Can
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Cze
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lic
Sing
apor
e
Paki
stan
Gre
ece
Nor
way
22% 19% 16% 9% 6% 5% 4% 3% 3% 2% 2% 2% 2% 2% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 0.5% 0.5% 0.4% 0.4% 0.4% 0.4% 0.4%
Come leggere il Grafico Il grafico mostra il numero di ricercatori per paese-federazioni di paesi ordinati in senso decrescente. Al primo posto con 1.726.075 si colloca la UE28 con un addensamento di ricercatori pari al 22% deltotale mondiale, seguita dalla Cina con 1.400.000 e gli USA con 1.265.064.
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GRAF. 4.5.7
INTENSITÀ DI RICERCATORI TRA GLI OCCUPATI(valori assoluti)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
207
1,0 1,1 1,2 1,4 1,5 1,5 1,5 1,7 1,9 1,9 2,0 2,0 2,1 2,1 2,1
2,5 2,5 2,6
2,9 3,0 3,0
3,6 3,9 4,1 4,2 4,2 4,3 4,3 4,5
5,1 5,3
5,9 6,1 6,3 6,3 6,3
6,9 7,0 7,2 7,3
8,0 8,1
8,4 8,5 8,6 8,6 8,6 8,7
9,1 9,5 9,5 9,6
9,9 10,2
10,5 10,7 10,9
11,7 12,8 13,0
13,2 15,1
15,7 19,3
0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0
Mexico Uruguay Georgia
Kazakhstan Brazil
South Africa China, Macao
Cyprus Egypt China
Rep. of Moldova Montenegro
Iraq ex Rep. Macedonia*
Romania Ukraine
Iran Morocco
Argentina Costa Rica
Palestine Turkey Latvia Serbia
Malaysia Bulgaria Croatia Poland Tunisia
Malta Italy
China, Hong Kong
Russian Fed. Slovakia
Lithuania Hungary
Czech Republic Estonia
Spain New Zealand
Greece Switzerland
Ireland Australia
UK e Northern Ireland Netherlands
USA Canada
Germany Austria
Slovenia Portugal Belgium France Japan
Luxembourg Norway
Singapore Korea
Iceland Sweden
Denmark Finland
Israel
per 1.000 occupati
Come leggere il Grafico Il grafico a barre orizzontali mostra i paesi in senso decrescente dell’intensità di ricercatori sugli occupati,un indicatore utilizzato per misurare il “potenziale” di un paese in termini di capacità di produrre auto-nomamente ricerca e di imitare quella prodotta da altri.I ricercatori sono scienziati, ingegneri e specialisti delle varie discipline scientifiche impegnati nell’idea-zione e nella creazione di nuove conoscenze, prodotti e processi, metodi e sistemi, inclusi anche i managere gli amministratori responsabili della pianificazione o direzione di un progetto di ricerca.L’Italia con 5,3 ricercatori ogni 1.000 occupati si colloca nella parte bassa della classifica dei paesi ordinatidal “più grande” al più piccolo” che vede al primo posto Israele con un’intensità di ricercatori 5 volte su-periore a quella dell’Italia.
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GRAF. 4.5.8
L’INVESTIMENTO IN R&D IN PERCENTUALE DEL PIL, 2013(valori %)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
208
1,13
1,13
1,16
1,24
1,31
1,37
1,39
1,41
1,62
1,63
1,66
1,74
1,91
1,98
2,01
2,23
2,28
2,40
2,53
2,59
2,62
2,73
2,77
2,81
2,85
3,06
3,30
3,31
3,47
4,15
4,21
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50
Brazil
Russian Fed.
Luxembourg
Spain
Italy
Portugal
Ireland
Hungary
Canada
UK
Norway
Estonia
Czech Republic
Netherlands
China
France
Belgium
Australia
Iceland
Slovenia
Singapore
Switzerland
USA
Austria
Germany
Denmark
Sweden
Finland
Japan
Korea
Israel
0,02 0,03 0,03 0,04 0,05 0,05 0,05 0,05 0,06
0,08 0,09
0,11 0,11 0,12 0,13 0,13
0,15 0,15 0,16 0,17 0,17
0,19 0,19 0,19
0,21 0,23 0,23 0,23 0,23 0,24
0,28 0,29
0,3 0,33 0,33
0,35 0,36 0,37 0,37 0,38 0,39
0,4 0,42 0,43 0,44 0,44
0,47 0,48
0,5 0,51
0,6 0,61
0,64 0,65
0,67 0,68
0,72 0,73
0,75 0,76
0,79 0,8 0,81
0,83 0,84
0,87 0,89 0,89
0,94 0,95
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1
Gambia Iraq Trinidad -Tobago Bahrain China, Macao Nepal Paraguay Saudi Arabia Guatemala Indonesia Congo El Salvador Sri Lanka Tajikistan Georgia Madagascar Albania Burundi Mozambique Kazakhstan Oman Burkina Faso Kyrgyzstan Panama Azerbaijan Bermuda Colombia Ecuador Mongolia Armenia Zambia Pakistan Kuwait Bosnia-Herzegovina Uganda Moldova Uruguay Chile Senegal Montenegro Romania Costa Rica Argentina Jordan Puerto Rico ex Rep. of Macedonia Cuba Cyprus Mexico Gabon Latvia Ethiopia Tunisia Bulgaria Belarus Egypt China, Hong Kong Serbia Iran Ukraine Malaysia Greece Croatia Slovakia India Poland Malta South Africa Turkey Lithuania
Come leggere il Grafico Il grafico a barre orizzontali verdi mostra i paesi con un’intensità della spesa per R&D superiore allamedia mondiale pari nel 2013 allo 0,97 del PIL, viceversa il grafico a fianco con le barre rosse ordina ipaesi che investono meno della media mondiale. Ai fini della lettura si precisa che per entrambi più lungaè la barra, maggiore è lo scostamento in positivo o negativo dalla media.L’Italia con 1,31% si colloca in fondo alla classifica dei paesi sopra la media mondiale, mentre al primoposto figura Israele che nello stesso anno ha speso il 4,21% della propria ricchezza prodotta, seguita abreve distanza dalla Corea con il 4,15%.
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GRAF. 4.5.9
INTENSITÀ DELL’INVESTIMENTO IN R&D SUL PIL REGIONALE, 2013(valori %)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati ISTAT.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
209
0,40
0,55
0,57
0,63
0,73
0,77
0,83
0,83
0,84
0,86
0,89
1,13
1,20
1,26
1,30
1,31
1,34
1,53
1,64
1,64
1,84
2,03
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Calabria
Basilicata
Bolzano/Bozen
Molise
Sardegna
Marche
Umbria
Puglia
Abruzzo
Sicilia
Veneto
Trentino-Alto Adige/Südtirol
Toscana
Lombardia
Campania
Liguria
Friuli-Venezia Giulia
Emilia-Romagna
Lazio
Trento
Piemonte
media Italia 1,31
Come leggere il Grafico Il grafico a barre raggruppate mette a confronto i valori dell’intensità della ricerca e sviluppo sul PIL re-gionale, mediante rettangoli orizzontali, la cui lunghezza è proporzionale al valore assunto dalla quotapercentuale.Per mettere in risalto le regioni in cui l’intensità è diversa dalla media nazionale, sono state evidenziatein verde le regioni con un’incidenza superiore e in rosso quelle con un’incidenza inferiore rispetto alvalore medio italiano pari all’1,31% nel 2013.
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GRAF. 4.5.10
R&D PER SETTORE, 2013(valori %, totale spesa R&D = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Bahrain China, Macao
Guatemala Ethiopia Kuwait
Togo Cyprus
Egypt Lithuania
Serbia China, Hong Kong
Uganda Uruguay
Latvia Colombia
Estonia Turkey
Qatar Canada
Portugal Greece
Bosnia-Herzegovina Malta
Indonesia Chile
Oman Slovakia Pakistan
Montenegro Denmark
Netherlands Puerto Rico
Norway Argentina
Kazakhstan South Africa
Poland Mexico
Singapore Malaysia
Italy Switzerland
Spain Georgia
Czech Republic Sweden
UK-N. Ireland Austria Croatia Ireland
Botswana Belgium Finland France
Romania Germany
Luxembourg Hungary
Israel USA
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Moldova Slovenia
Mongolia Korea
Russian Fed. Bulgaria
Paraguay China
Ukraine Azerbaijan
università imprese settore pubblico istituzione non profit altro
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere il Grafico 4.5.10Il grafico a barre in pila mette a confronto le percentuali di contributo al totale della R&D da parte diogni settore istituzionale vale a dire “università”, “imprese”, “settore pubblico”, “istituzioni private” (mo-strate nella legenda) al totale (posto pari al 100%), mediante rettangoli orizzontali di diversa lunghezza.In questo caso specifico il totale è la spesa complessiva in R&S di cui viene rappresentato nel grafico lacomposizione percentuale per settore istituzionale che sommati tra loro riproducono il 100%.Il contributo delle università è pari al 28,3% sovradimensionato rispetto al 14% di Israele e Corea, cheguidano la classifica dei paesi che investono di più al mondo in ricerca. Il settore delle imprese, singolar-mente considerato, contribuisce per il 54% alla spesa complessiva, sottodimensionato rispetto ai top per-formers citati sopra in cui l’apporto è dell’83% e del 79% rispettivamente per Israele e Corea. Ancora troppo elevato il contributo percentuale delle istituzioni pubbliche il 14% circa a fronte del 2%in Israele.
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GRAF. 4.5.11
R&D PER SETTORE ISTITUZIONALE, 2013(valori % e assoluti in migliaia di euro, totale spesa R&D = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati ISTAT.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Ricerca di base Ricerca applicata Sviluppo sperimentale
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Imprese
Istituzioni private non profit
Istituzioni pubbliche
Università
imprese
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imprese
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università
63%
Come leggere il Grafico Il grafico mostra un modello ormai consolidato in Italia con i seguenti ruoli per i settori istituzionali neiseguenti ambiti:- ricerca di base le università contribuiscono al 63% della spesa totale;- ricerca applicata le imprese sostengono il 57% della spesa totale;- sviluppo sperimentale l’85% della spesa totale.Per “ricerca applicata” si intende lavoro originale intrapreso al fine di acquisire nuove conoscenze e fina-lizzato anche e principalmente ad una pratica e specifica applicazione.Per “ricerca di base” si intende lavoro sperimentale o teorico intrapreso principalmente per acquisirenuove conoscenze sui fondamenti dei fenomeni e dei fatti osservabili, non finalizzato ad una specificaapplicazione o utilizzazione.Per “sviluppo sperimentale” si intende un lavoro sistematico basato sulle conoscenze esistenti acquisiteattraverso la ricerca e l‘esperienza pratica, condotto al fine di completare, sviluppare o migliorare materiali,prodotti e processi produttivi, sistemi e servizi.“I settori istituzionali sono definiti come raggruppamenti di unità istituzionali, quali società, imprese
individuali, famiglie, istituzioni pubbliche, che manifestano autonomia e capacità di decisione in campoeconomico-finanziario e che, fatta eccezione per le famiglie, tengono scritture contabili regolari” (ISTAT,2015, Glossario).
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 212
GRAF. 4.5.12
L’INVESTIMENTO IN RICERCA DELLE UNIVERSITÀ IN PERCENTUALE DEL PIL(valori %, PIL =100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere il Grafico Il grafico a barre è utile per mettere a confronto l’incidenza percentuale della spesa per R&S interna sulPIL (Prodotto Interno Lordo) nei paesi esaminati.Per spesa per la ricerca interna detta intra-muros delle università si intende la spesa per attività di ricercascientifica e sviluppo sperimentale (R&S) svolta dalle università con proprio personale e con proprie at-trezzature.Dividendo l’ammontare monetario della spesa intra-muros di un dato anno per il valore del PIL di quel-l’anno si ottengono le percentuali mostrate nel grafico.Nel 2013 le università italiane hanno effettuato una spesa interna equivalente allo 0,35% del PIL, afronte dello 0,89% della Danimarca prima sulla base dei dati UNESCO.
0,11 0,11 0,12 0,12 0,12 0,13 0,13
0,15 0,15 0,15
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0,19 0,2 0,21 0,21
0,23 0,23 0,23 0,24 0,24
0,27 0,27
0,29 0,31 0,31
0,33 0,34 0,35
0,38 0,38 0,38 0,39 0,39 0,4
0,42 0,42 0,43
0,46 0,47 0,48 0,49
0,53 0,54
0,57 0,58
0,6 0,63
0,67 0,68
0,7 0,71
0,73 0,76
0,85 0,89
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1
Romania Togo Mali
Namibia Uganda
Chile Mexico
Argentina China
Mozambique Senegal Slovakia
Luxembourg South Africa Costa Rica
Croatia Cyprus
Hungary Malta Egypt Latvia
Czech Republic Poland
Slovenia Kenya
Malaysia Tanzania Morocco
Italy Republic of Korea
Serbia Spain
China, Hong Kong Turkey
USA Japan
Lithuania Ireland
UK-Northern Ireland France
Belgium Germany
Norway Israel
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Netherlands Austria
Switzerland Finland
Sweden Denmark
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GRAF. 4.5.13
LA QUOTA PARTE DI SPESA PER STUDENTE DESTINATA ALLA RICERCA, 2012 (valori assoluti in dollari)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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3.372
2.856
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2.114
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1.840
1.471
1.468
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Switzerland
Sweden
Luxembourg
Norway
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Spain
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
215
Come leggere il Grafico 4.5.13Il grafico a barre orizzontali è utile per mettere a confronto quanta parte della spesa annuale per studenteviene destinata alla R&D oltre a quella destinata ai servizi di formazione in senso stretto (core services)che includono il costo degli insegnanti, degli edifici, dei materiali didattici, libri, costi di gestione e aquelli ausiliari (ancillary services). I paesi sono stati ordinati in ordine decrescente del valore assoluto dellaspesa per R&D e a fianco al nome è stata indicato il peso di questa voce sul totale della spesa pro capite.In Italia, ogni anno vengono spesi 3.701 dollari per la ricerca e sviluppo equivalenti al 37% del totaledella spesa per studente pari a 10.071 dollari.Si tratta di un valore al di sotto della media OCSE e UE21 in cui si destinano a questa voce quasi 1.300dollari in più all’anno.
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Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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GRAF. 4.5.14
I BREVETTI NEL MONDO E IN EUROPA(valori %, totale mondo = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Font
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Come leggere il Grafico Il grafico a torta mostra come si distribuiscono nel mondo i brevetti per paese e federazioni di paesi.Fatto 100 il totale mondiale, il Giappone detiene il 31%, seguito dagli USA con il 30% e dall’UE28 conil 27%.Il grafico a barre orizzontali fornisce il dettaglio della quota europea detenuta da ciascun paese membrosul totale dei brevetti: la Germania possiede l’11,1% del totale, seguita dalla Francia con il 4,3%.L’Italia con l’1,3% del totale mondiale è al sesto posto dopo la Svezia.
Come leggere la Tavola 4.5.4 Nel 2013 la spesa per R&S sostenuta da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit euniversità ha sfiorato i 21 miliardi di euro. La spesa privata, ottenuta come somma della spesa R&S nelle imprese e nelle istituzioni private nonprofit, è pari a 12,1 miliardi di euro.La spesa pubblica, ottenuta come somma di istituzioni pubbliche e università, è pari a 8,9 miliardi.
DeGiovanni-Sica cap 4 I-III 2016_Layout 1 16/02/17 10:07 Pagina 217
GRAF. 4.5.15
IL VANTAGGIO COMPARATO NEI BREVETTI PER CAMPO(valori %, totale mondo = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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BIO/ NANOTECNOLOGIE
Danimarca 1,97
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Come leggere il Grafico Il grafico è utile per visualizzare la distanza di un dato paese da una situazione ottimale rappresentata dalbordo giallo e identificata dai paesi con le prestazioni migliori in un dato campo brevettuale.Il grafico è a forma di triangolo avendo identificato tre aree (fields) di interesse: nanotecnologie; ICT;biolotecnologie.I vertici del triangolo identificano i paesi che mostrano una spiccata vocazione nella produzione di brevettiin quel dato campo: la Danimarca nelle nanotecnologie mostra un’intensità di brevetti quasi 2 volte su-periore alla media dei paesi esaminati dall’OCSE (45 di cui 34 membri e 11 partners); la Finlandia, Coreae Cina mostrano un vantaggio comparato nell’ICT; la Danimarca, ancora una volta, nell’ambiente.Rispetto a questa “frontiera” identificata dai paesi menzionati, l’Italia risulta alquanto distante mostrandosvantaggi comparati nei 3 ambiti ma soprattutto in campo ICT.I vantaggi comparati rivelati (Revealed Comparative Advantage, RCA) sostanzialmente confrontano ilprofilo brevettuale del paese di interesse con la media di un’area di riferimento (i 45 paesi) e sono calcolatifacendo il rapporto tra due quote (le cosiddette shares): il numeratore è la quota di brevetti del paese re-lativa al campo in esame sul totale dei brevetti del paese; il denominatore è la quota mondiale di brevettidi quel campo sul totale dei brevetti dell’area.
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GRAF. 4.5.16
NUMERO DI BREVETTI REGISTRATI ALL’UFFICIO EUROPEO DEI BREVETTI(EPO) PER REGIONE, 2011(valori per milione di abitanti)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati ISTAT.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere il Grafico Il grafico a barre orizzontali è utile per mettere a confronto il numero di brevetti non in senso assolutoma rapportato a 1 milione di abitanti, un indicatore utilizzato per depurare la dimensione di un territoriosia esso nazione regione o provincia dal valore dell’indicatore.Con circa 185 brevetti per milione di abitanti il Friuli Venezia Giulia si colloca al primo posto seguitodalla Provincia Autonoma di Bolzano con 131 circa.
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Friuli-Venezia Giulia
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GRAF. 4.5.17
COLLABORAZIONI IMPRESE-UNIVERSITÀ(valori %, totale imprese innovatrici = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
Rivista di Politica Economica gennaio/marzo 2016
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Marocco Turchia
Messico Lettonia
Romania Malta
N. Zelanda Spagna
Portogallo Indonesia
Cipro Russia Estonia
Colombia Serbia Korea
Polonia Lituania Francia Croazia
Norvegia Israele
Argentina Cuba
Slovacchia Giappone
Sud Africa Rep. Ceca
Lussemburgo Belgio
Malasia Ungheria Finlandia
Kenia Filippine
Come leggere il Grafico Il grafico a barre orizzontali è utile per mettere a confronto l’intensità delle collaborazioni tra universitàe imprese; una misura del trasferimento tecnologico che partendo dai luoghi che per antonomasia sonodepositari della conoscenza alle imprese, vale a dire i luoghi preposti per tradurre in applicazioni pratichesotto forma di nuovi prodotti o processi.L’indicatore è calcolato come quota percentuale di imprese manifatturiere innovatrici che collaboranocon le università e enti di ricerca sul totale delle imprese innovatrici.La classifica rappresentata nel grafico vede l’Italia nelle ultime posizioni, avendo un’incidenza percentualedi imprese innovatrici che collaborano con le università pari al 5,9% a fronte del 33,8% della Finlandia.
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GRAF. 4.5.18
LE PUBBLICAZIONI NEL MONDO: LA COMPOSIZIONE PER AREA GEOGRAFICA(valori assoluti e %)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
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Come leggere il Grafico Il grafico a torta mostra la distribuzione geografica delle pubblicazioni in base alla nazionalità degli autori.Su un totale mondiale di 1.270.425 pubblicazioni, l’Asia nel suo complesso detiene la quota maggiorecon 33,4%, seguita a brevissima distanza dall’Europa con il 33,4% e dalle Americhe da cui provengonoil 27,8% delle pubblicazioni mondiali.Nei paesi del G20 si concentra all’incirca il 92% delle pubblicazioni scientifiche equivalente a un totale di1.189.605 pubblicazioni. Si ricorda che il G20 è un gruppo informale internazionale istituito nel 1999 cheriunisce i 19 Paesi più industrializzati del mondo (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada,Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia,Stati Uniti, Sud Africa e Turchia) e l’Unione Europea (Farnesina, 2016 http://www.esteri.it/mae/it/politica_estera/g20). L’OECD o OCSE nel suo complesso rappresenta il 71% delle pubblicazioni totali che tradotte in termininumerici sono 899.810 pubblicazioni. Si ricorda che l’OCSE è stata istituita con la Convenzione sull‘Or-ganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, firmata il 14 dicembre 1960 e entrata in vi-gore il 30 settembre 1961, sostituendo l’OECE, creata nel 1948 per amministrare il cosiddetto “PianoMarshall” per la ricostruzione post-bellica dell‘economia europea. Dai 20 Paesi iniziali, tra cui l’Italia,Paese fondatore, l’OCSE raccoglie oggi 34 Paesi membri (Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Da-nimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda,Israele, Italia, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Re-pubblica Ceca, Repubblica di Corea, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera,Turchia, Ungheria), tra i quali Cile, Estonia, Israele e Slovenia di più recente adesione (Farnesina, 2016).
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GRAF. 4.5.19
COOPERAZIONE NELLA SCIENZA: LE PUBBLICAZIONI CON PIÙ DI UN AUTORE(valori %, totale pubblicazioni = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
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Come leggere il Grafico Il grafico a barre orizzontali è utile per mettere a confronto i paesi ordinati in senso decrescente utilizzandocome criterio di ordinamento l’incidenza percentuale di pubblicazioni con più di un autore sul totaledelle pubblicazioni di un dato paese.Le pubblicazioni con più di un autore sono utilizzate per valutare la cooperazione nella produzione e di-vulgazione della ricerca sia essa teorica o applicata.L’Italia con il 42% di articoli pubblicati in “co-autorato” si colloca nella parte bassa della classifica, avendoun valore all’incirca la metà di quello registrato dal Lussemburgo che occupa la prima posizione.
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GRAF. 4.5.20
LA QUALITÀ DELLE PUBBLICAZIONI: NUMERO DI ARTICOLI NELLE “MIGLIORI RIVISTE” (valori %, per milione di PIL)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati OECD.
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Come leggere il Grafico Il grafico a barre orizzontali è utile per mettere a confronto la qualità delle pubblicazioni tra diversi paesi,misurata dal numero di articoli pubblicati nelle migliori riviste. La “bontà” di una rivista scientifica vienemisurata tramite ranking basati sulla capacità di impattare sulla ricerca misurata attraverso un “fattore diimpatto” (Impact Factor, IF) calcolato dal numero di volte in cui un articolo di una data rivista vienecitato in altri articoli secondo la seguente formula: lo IF della rivista X nell’anno T, è il rapporto tra nu-mero di citazioni rilevate nell’anno T sulle riviste incluse nella banca dati, di articoli pubblicati neglianni T-1 e T-2 sulla rivista X, diviso per il numero totale degli articoli pubblicati negli anni T-1 e T-2sulla rivista X. L’Institute of Scientific Information (ISI), raccoglie i dati necessari per calcolare l’IF.Tutto questo presuppone la creazione e l’aggiornamento di un archivio elettronico delle citazioni che èstato denominato appunto “Science Citation Index” per cui le riviste che si collocano nel primo quartile(25%) della distribuzione sono giudicate top (top-quartile journals).L’indicatore mostrato nel grafico è calcolato rapportando il numero di articoli pubblicati nelle miglioririviste al PIL del relativo paese e moltiplicando il tutto per 1 milione di dollari.
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L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
229
Come leggere il Grafico 4.5.21Il D.m. n. 8 del 15 luglio 2011 ha affidato all’ANVUR lo svolgimento della VQR (Valutazione dellaQualità della Ricerca) relativa al periodo 2004-2010. La VQR è rivolta alla valutazione dei risultati dellaricerca scientifica effettuata in un periodo determinato dalle Università Statali e non Statali, dagli Entidi Ricerca pubblici vigilati dal MIUR e da altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca,su richiesta esplicita con partecipazione ai costi dell’esercizio di valutazione. I numeri essenziali caratte-rizzanti sono i seguenti:95 università; 12 enti di ricerca vigilati dal MIUR; 26 enti “volontari” (7 enti di ricerca e 19 consorzi in-teruniversitari); 184.878 prodotti conferiti dalle strutture, contro i 194.763 attesi; 14 Gruppi di Espertidella Valutazione (GEV) costituiti da 450 esperti; 14.770 revisori pari coinvolti. La VQR ha come obiet-tivo principale di “presentare al Paese una valutazione accurata, rigorosa e imparziale della ricerca svoltanelle università, negli enti di ricerca vigilati dal MIUR e in altri enti volontari (ANVUR 2013). La VQRsi articola sulle 14 Aree disciplinari identificate dal Comitato Universitario Nazionale (CUN); per ogniarea, l’ANVUR ha costituito un Gruppo di Esperti della Valutazione con il compito di valutare i prodottidella ricerca. Le valutazioni sono basate sul metodo della valutazione tra pari e, per gli articoli indicizzatinelle banche dati ISI e Scopus, sull’analisi bibliometrica. I soggetti valutati sono costituiti dai ricercatori(a tempo determinato ed indeterminato), assistenti, professori di prima e seconda fascia e dai ricercatorie tecnologi degli Enti di Ricerca. L’ANVUR ha elaborato degli indicatori di qualità della produzionescientifica indipendenti dalla dimensione di struttura L’indicatore R, in particolare è calcolato in basealla seguente formula R = voto medio struttura/voto medio di area, con R > 1 struttura migliore dellamedia dell’area; R < 1 struttura peggiore della media dell’area. Il voto medio della struttura i-esima nel-l’area j-esima è calcolato con la seguente formula I = voto medio complessivo struttura i in area j/numerodi prodotti attesi struttura i in area j, ed è compreso tra 0 e 1. I prodotti presi in considerazione sono: a)articoli su riviste; b) libri, capitoli di libri ed atti di congressi, solo se dotati di ISBN; c) edizioni critiche,traduzioni e commenti scientifici; d) brevetti concessi nel settennio di cui risulti autore/coautore il sog-getto valutato che lo presenta; e. composizioni, disegni, design, performance, mostre ed esposizioni orga-nizzate, manufatti, prototipi e opere d‘arte e loro progetti, banche dati e software, carte tematiche,esclusivamente se corredati da pubblicazioni atte a consentirne adeguata valutazione. Quindi, l’indicatoredi qualità della ricerca è misurato come la somma delle valutazioni ottenute dai prodotti presentati e ilvalore è espresso come percentuale del valore complessivo dell’Area.
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0,82
0,81
0,77
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0,74
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2014
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GRAF. 4.5.23
LA SPECIALIZZAZIONE NELLE PUBBLICAZIONI(valori %, media UE = 100)
Fonte: elaborazioni Confìndustria e CEFOP-LUISS su dati UNESCO.
L. DE GIOVANNI - F.G.M. SICA 4. - L’istruzione terziaria e la ricerca
231
51
360
107
45
109
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232
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84 91
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100
150
200
250
300
350
400 agricoltura
astronomia
biologia
chimica
computer
ingegneria
geo matematica
medicina
scienze vita
fisica
psicologia
scienze sociali
Italia
Francia
Come leggere il Grafico Il grafico a ragnatela mostra i campo disciplinari (fields) in cui l’Italia è specializzata rispetto alla Francia.I coefficienti di specializzazione settoriale sono stati calcolati per ciascun paese utilizzando il numero as-soluto di pubblicazioni in ciascun ambito di studio nel seguente modo:- rapporto fra numero di pubblicazioni di un paese della categoria disciplinare Xi e il numero totale di
articoli pubblicati riferiti a quel dato paese;- rapporto fra numero di pubblicazioni in Europa della categoria disciplinare Xi e il numero totale di
articoli pubblicati riferiti all’Europa nel suo complesso;- rapporto fra le quantità 1) e le quantità 2) moltiplicate per 100.Un valore maggiore/minore di cento indica che il paese è specializzata/despecializzata in quell’ambitodisciplinare. L’entità dello scostamento da 100 quantifica di quanto siamo o meno specializzati rispettoalla media europea.Se l’indice è intorno a cento, il paese considerato non presenta una specializzazione differente da quellaregistrata in media in Europa.Alla luce di ciò, l’Italia risulta fortemente specializzata nei seguenti ambiti: in campo astronomico conun indice di 360 che equivale a dire che il numero di articoli in questo campo è 3 volte superiore dellamedia europea; in campo geologico con 260; in campo matematico con 198; campo medico con 232.I dati rappresentati ne grafico sono stati tratti dal tratti dal Science Report 2015 dell’UNESCO e sonostati elaborati per conto dell’UNESCO da Thomson Reuters’ Web of Science e Science-Metrix, maggio2015.
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