4. Il mercato del lavoro nel Lazio - comune.roma.it · positivamente il rapporto tra reddito...

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4. Il mercato del lavoro nel Lazio 4.1.Alcune considerazione introduttive di carattere economico Nel corso delle ultime due decadi, il Lazio, come molte altre regioni italiane, è stato investito da un profondo processo di ristrutturazione che ha interessato, dapprima il comparto industriale, quindi il terziario di mercato e la Pubblica Amministrazione, la quale, anche a seguito del decentramento amministrativo ed alla necessità di riacquistare un certa efficienza organizzativa, ha perso la classica «funzione del settore pubblico come fonte di occupazione» 27 . Sebbene nel 1999, « più dei tre quarti del prodotto del Lazio [siano derivati] dai servizi», l a progressiva terziarizzazione ha comunque prodotto un aumento dei servizi di mercato, più che un incremento dei servizi delle amministrazioni pubbliche 28 . Evidentemente, tali cambiamenti hanno profondamente influito sul mercato del lavoro: l’incremento del settore dei servizi ha infatti controbilanciato le fuoriuscite occupazionali dovute alla riorganizzazione degli assetti pubblici ed al declino della grande impresa. Ad oggi, nel Lazio si riscontra un impiegato o un dirigente ogni due operai. È pur vero che nella capitale risiedono le sedi amministrative delle grandi imprese private e pubbliche (o ex- pubbliche) ma permane il fatto che «il Lazio è l’unica regione d’Italia in cui i diplomati e laureati rappresentano la maggioranza delle forze di lavoro», ne segue che i redditi da lavoro dipendente sono complessivamente superiori alla media nazionale 29 ed influenzano positivamente il rapporto tra reddito prodotto per abitante. Se infatti osserviamo la tabella 18, non possiamo sottolineare come il valore del Lazio risulti superiore, in termini percentuali, di circa 11 punti rispetto al relativo dato nazionale, per un reddito per abitante superiore a 18.000 Euro. Il trend complessivo dell’economia laziale si riassume quindi in una generica diminuzione dei comparti produttivi tradizionali (quali il settore edile e chimico) cui ha seguito un rafforzamento della specializzazione produttiva, interessando il comparto farmaceutico e delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il comparto laziale dell’ high tech mostra infatti valori interessanti esaurendo, nel ’99, il 14,5% delle esportazioni nazionali di settore 27 Regione Lazio - Osservatorio Regionale Politiche del Lavoro, Rapporto Annuale sull’Occupazione , Roma, 2000, p.21. 28 Ivi. 29 Ivi, pp. 23-23.

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Il mercato del lavoro nel Lazio 4.1.Alcune considerazione introduttive di carattere economico Nel corso delle ultime due decadi, il Lazio, come molte altre regioni italiane, è stato investito da un profondo processo di ristrutturazione che ha interessato, dapprima il comparto industriale, quindi il terziario di mercato e la Pubblica Amministrazione, la quale, anche a seguito del decentramento amministrativo ed alla necessità di riacquistare un certa efficienza organizzativa, ha perso la classica «funzione del settore pubblico come fonte di occupazione»27. Sebbene nel 1999, «più dei tre quarti del prodotto del Lazio [siano derivati] dai servizi», la progressiva terziarizzazione ha comunque prodotto un aumento dei servizi di mercato, più che un incremento dei servizi delle amministrazioni pubbliche28. Evidentemente, tali cambiamenti hanno profondamente influito sul mercato del lavoro: l’incremento del settore dei servizi ha infatti controbilanciato le fuoriuscite occupazionali dovute alla riorganizzazione degli assetti pubblici ed al declino della grande impresa. Ad oggi, nel Lazio si riscontra un impiegato o un dirigente ogni due operai. È pur vero che nella capitale risiedono le sedi amministrative delle grandi imprese private e pubbliche (o ex- pubbliche) ma permane il fatto che «il Lazio è l’unica regione d’Italia in cui i diplomati e laureati rappresentano la maggioranza delle forze di lavoro», ne segue che i redditi da lavoro dipendente sono complessivamente superiori alla media nazionale29 ed influenzano positivamente il rapporto tra reddito prodotto per abitante. Se infatti osserviamo la tabella 18, non possiamo sottolineare come il valore del Lazio risulti superiore, in termini percentuali, di circa 11 punti rispetto al relativo dato nazionale, per un reddito per abitante superiore a 18.000 Euro. Il trend complessivo dell’economia laziale si riassume quindi in una generica diminuzione dei comparti produttivi tradizionali (quali il settore edile e chimico) cui ha seguito un rafforzamento della specializzazione produttiva, interessando il comparto farmaceutico e delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il comparto laziale dell’high tech mostra infatti valori interessanti esaurendo, nel ’99, il 14,5% delle esportazioni nazionali di settore

27 Regione Lazio - Osservatorio Regionale Politiche del Lavoro, Rapporto Annuale sull’Occupazione, Roma, 2000, p.21. 28 Ivi. 29 Ivi, pp. 23-23.

(terza regione in Italia), l’8,1% dei brevetti realizzati nel comparto medesimo, il 7,4% degli investimenti diretti all’estero dell’industria high tech.30 Tabella 18 Reddito prodotto per abitante nel Lazio e nelle altre ripartizioni geografiche (A)

Anni 1995 1996 1997 1995 1996 1997RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

Valori assoluti Indici su base 100 Lazio 16,66 17,58 18,10 111,2 111,1 110,9 Italia settentrionale 18,53 19,59 20,22 123,6 123,8 123,9 Italia centrale 16,13 17,00 17,51 107,6 107,5 107,3 Italia meridionale 10,14 10,66 10,93 67,6 67,4 67,0 Italia insulare 9,98 10,47 10,89 66,6 66,2 66,8 Italia 14,99 15,82 16,32 100,0 100,0 1000,0 (A)Valore in migliaia di Euro; indice su base 100=Italia Anni 1995-1997 Fonte: Istituto Tagliacarne. Inoltre il Lazio produce circa il 10% della ricchezza nazionale, sebbene negli ultimi anni il tasso di crescita del Pil è risultato inferiore alla media nazionale ed in particolare a quello delle regioni centro-settentrionali. Ciò non toglie che l’andamento dell’economia laziale non sia stata caratterizzata da un trend di sviluppo come anche dimostrano i saldi tra importazione ed esportazione nonché i dati relativi agli investimenti fissi e relative variazioni percentuali Tabella 19 Saldo tra importazioni ed esportazioni nel Lazio, nel Centro-Nord ed in Italia – valori in Euro (A)

Anni RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

1995 1996 1997 Lazio 5.934,91 4.317,39 5.416,67 Centro-Nord -26.679,81 -38.062,62 -30.441,46 Mezzogiorno 2.247,03 2.448,01 3.340,93 Italia -23.505,79 -34.912,15 -26.481,80 (A)Valore delle importazioni e delle esportazioni (in milioni di Euro) Anni 1995-1997 Fonte: Elaborazioni O.M.L. su dati Istat.

30 Ivi.

Il tessuto imprenditoriale del Lazio risulta fortemente influenzato dalla presenza dell’area metropolitana di Roma che assorbe gran parte delle imprese laziali. È comunque possibile individuare della linee comuni di sviluppo in relazione al contesto provinciale. Le attività economiche legate alla produzioni agricola sono sviluppate prevalentemente nelle provincia di Viterbo e, soprattutto in quella di Rieti e di Latina che vantano una quota d’imprese superiore alla media nazionale. Tabella 20 Investimenti fissi nel Lazio, nelle altre ripartizioni geografiche italiane – valori in Euro (A)

Anno RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

1995 1996 1997

Lazio 20,43 20,73 21,30 Italia settentrionale 85,44 88,95 90,92 Italia centrale 36,62 37,91 38,82 Italia meridionale 23,98 24,15 24,71 Italia meridionale 23,98 24,15 24,71 Italia insulare 12,44 12,99 13,35 Italia 158,48 164,00 167,80 (A)Valore in miliardi di Euro. Anni 1995-1997 Fonte: Istituto Tagliacarne. Tutto il Lazio, ad esclusione delle provincia di Viterbo, rimane significativamente caratterizzato della presenza di attività commerciali; mentre l’industria in senso stretto, o tradizionale, va progressivamente diminuendo in tutti i contesti provinciali. Ciò, chiaramente, a seguito del processo di terziarizzazione di cui si accennava poc’anzi. La provincia di Roma, l’unica nel Lazio che può vantare una completa presenza dei diversi comparti produttivi, vanta una grande percentuale di imprese non classificate; Rieti, dove si registra una elevata presenza di attività edili, ha un modesto comparto industriale così come la provincia di Frosinone, il cui unico settore altamente sviluppato è quello dell’artigianato (peraltro poco sviluppato nelle restanti provincie laziali). Infine, per quanto concerne i servizi, Roma vanta uno sviluppo maggiore sul resto dei contesti provinciali dove, tra l’altro, si deve registrare il caso negativo della provincia di Frosinone nella quale risulta praticamente assente l’erogazione di servizi alle imprese.

Considerando gli andamenti temporali, il Lazio può vantare dati complessivamente positivi, nonostante la crescita della ricchezza sia stata leggermente inferiore agi standard nazionali. Figura 11 Variazioni percentuali degli investimenti fissi a prezzi correnti per destinazione

Anni 1996-1997 Fonte: Istituto Tagliacarne. Di fatto si registra un sostanziale incremento del tessuto imprenditoriale locale nel periodo compreso tra il 1998 ed il 2000, per una media regionale pari a 2,2 nuove imprese nate ogni 100 esistenti all’inizio del periodo considerato. (tabella 21) I valori più alti si registrano nelle provincie di Roma e Viterbo (rispettivamente 2,9 e 2,8) mentre i dati relativi a Frosinone e a Rieti (quest’ultima provincia si trova agli ultimi posti, a livello nazionale, di tale graduatoria) risultano, seppur positivi, piuttosto bassi. Anche nella crescita delle attività produttive, il dato laziale, risulta fortemente caratterizzato dall’andamento del tessuto imprenditoriale della Capitale, che si caratterizza per una elevata quota di giovani imprese (più della metà, il 51,6%, hanno meno di dieci anni) laddove, le restanti provincie vantano, viceversa, quote considerevoli di aziende da molto tempo radicate sul territorio.

-1,0

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3,5

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Lazio 3,4 1,4 3,0

Italia settentrionale -0,6 0,8 3,3

Italia centrale 2,8 1,1 2,7

Italia meridionale 0,7 -1,0 4,0

Italia insulare 1,6 0,4 3,8

Italia 0,4 0,6 3,3

Agricoltura Industria Altre attività

Il tessuto imprenditoriale di Viterbo, ad esempio, esprime l’anzianità d’impresa più elevata d’Italia, con una quota di imprese con più di vent’anni di attività, pari al 33,2% del totale provinciale; Latina è al secondo posto nell'Italia Centrale come incidenza delle imprese con un'anzianità compresa fra i 10 ed i 20 anni, Rieti al terzo. Tabella 21 Tasso di evoluzione del tessuto imprenditoriale laziale: nuove imprese ogni 100 già esistenti ad inizio periodo

PROVINCIA Nuove imprese ogni 100 già esistenti ad inizio periodo Frosinone 1,7Latina 2,4Rieti 1,4Roma 2,9Viterbo 2,8Lazio 2,2 Anni 1998-2000 Fonte Unioncamere. Tabella 22 Imprese per anzianità di attività per provincia

Provincie Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio

CLASSE DI ANZIANITÀ DELLE IMPRESE

% % cum. % % cum. % % cum. % % cum. % % cum. % % cum.

meno di 2 anni 16,3 16,3 16,7 16,7 17,2 17,2 16,3 16,3 14,0 14,0 16,1 16,1da 2 a 10 anni 29,9 46,2 30,8 47,5 28,9 46,1 35,3 51,6 26,1 40,1 30,2 46,3da 10 a 20 anni 36,5 82,7 36,4 83,9 34,1 80,2 30,9 82,5 27,7 67,8 33,1 79,4oltre i 20 anni 17,2 100,0 16,1 100,0 19,8 100,0 17,5 100,0 32,2 100,0 20,6 100,0 Anno 1997 Fonte Unioncamere. 4.2. Il mercato del lavoro laziale: andamenti generali Come accade per il sistema industriale, anche il mercato del lavoro laziale risulta fortemente influenzato dalla dinamiche occupazionali che investono l’area metropolitana di Roma. La riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, la crescita del terziario e la riduzione delle grandi imprese a scapito di un aumento delle piccole e micro imprese, sono i principali fattori che hanno influenzato le dinamiche occupazionali locali. Ad esse si devono aggiungere le dinamiche di settore, come il calo drastico della produzione edile.

Di fatto le linee tendenziali del mercato del lavoro laziale possono essere riassunte nei tre punti seguenti; si registra, infatti: Ø una ottima tenuta dell’occupazione nel terziario, sebbene il settore si contraddistingua

per qualche contraddizione come il ridimensionamento degli addetti delle imprese commerciali al minuto, correlato alla crescita di occupati nella grande distribuzione;

Ø Una debolezza dall’occupazione autonoma che è solo una quota piuttosto contenuta dell’occupazione totale;

Ø un incremento complessivo delle forze di lavoro, dovuto prevalentemente alla componente femminile, parallelamente alla crescita di, minore intensità, di coloro che non costituiscono forza lavoro e rappresentati in maggior parte da uomini, pensionati .

Complessivamente l’andamento dell’occupazione nel Lazio segue i trend che già hanno influenzato l’intero Centro-Nord. Si diceva dell’anomalia riscontrata nel settore del terziario. Se escludiamo dall’analisi il comparto del commercio, vediamo che l’occupazione, tra il luglio del 2000 e lo stesso mese del 2001 è venuta diminuendo di oltre 5.000 unità a causa di un drastico ridimensionamento della componente maschile (–34.000 unità), solo in parte controbilanciato dal forte incremento femminile nel medesimo settore +28.000 (tabella 23). La diminuzione degli addetti nel terziario in senso stretto è comunque pareggiata dal comparto del commercio, che vede aumentare decisamente i suoi addetti. Il confronto con luglio del 2000 risulta quindi positivo di circa 10.000 unita grazie all’incremento degli addetti nel settore industriale ed in quello agricolo. Ma, rivolgendo l’attenzione all’andamento trimestrale del mercato del lavoro, notiamo come la rilevazione di luglio sia la più bassa del 2001: in gennaio si registrava una occupazione complessiva pari a 1.953.000 occupati che saliva a 1.961.000 in aprile per poi scendere di a 1.952.000 in luglio. Ci sono quindi 1.000 occupati in meno rispetto all’inizio del 2001 e ben 9.000 rispetto all’aprile dell’anno medesimo (figura 12). Nonostante un simile andamento altalenante, l’occupazione continua ad accrescersi rispetto agli anni precedenti, contribuendo a far diminuire sia il tasso di disoccupazione regionale (che nell’ultima rilevazione risulta inferiore al 10%) che, di conseguenza, le persone in cerca di occupazione, le quali infatti, dal gennaio del 1996 al luglio del 2001, scendono da 257.600 a 214.500 (figure 13 e 14). Il fattore principale dell’aumento occupazionale è riscontrabile nell’aumento deciso, rispetto al 1995, delle forme contrattuali a tempo determinato e dell’introduzione massiccia del part-time. Si nota, dalla figura seguente, come tali forme di occupazione siano andate quasi raddoppiandosi in soli 6 anni. Ma contemporaneamente alla diminuzione della disoccupazione, il Lazio deve fronteggiare l’emergenza evidenziata dalle diminuzione del tasso di attività che, tra l’aprile del 2001 e il luglio dello stesso anno, ha invertito la tendenza alla crescita iniziata nel gennaio del 2000.

Tabella 23 Lazio: occupati per settore di attività economica e posizione nella professione; raffronto con lo tesso trimestre anno precedente – valori in migliaia di unità; variazioni assolute e percentuali (A)

Maschi Femmine Totale Valori assoluti Variazione Valori assoluti Variazione Valori assoluti Variazione SETTORE DI ATTIVITÀ Posizione

professionale Lug-00 Lug-01 Ass. % Lug-00 Lug-01 Ass. % Lug-00 Lug-01 Ass. %

Agricoltura Dipendenti 14 13 -1 -7,1 6 7 1 15,4 20 20 0 -0,3 Indipendenti 29 37 8 28,5 18 19 1 2,8 47 56 9 18,5 Totale 43 50 7 16,6 24 26 2 6 67 76 9 12,8 Industria Dipendenti 232 246 14 6,3 53 50 -3 -6,5 285 296 11 3,9 Indipendenti 82 80 -2 -1,7 12 10 -2 -18,4 94 90 -4 -3,9 Totale 313 326 13 4,2 66 60 -6 -8,7 379 386 7 1,9 di cui costruzioni Dipendenti 82 91 9 11,1 7 8 1 23 89 99 10 12 Indipendenti 41 43 2 6,1 4 2 -2 -56,9 45 45 0 -0,2 Totale 123 134 11 9,5 11 10 -1 -9,6 134 144 10 7,9 Altre attività Dipendenti 638 605 -33 -5,2 503 524 21 4,2 1.141 1.129 -12 -1 Indipendenti 230 229 -1 -0,4 124 132 8 5,9 354 361 7 1,8 Totale 868 834 -34 -3,9 627 655 28 4,5 1.495 1.489 -6 -0,4 di cui commercio Dipendenti 85 84 -1 -1,3 62 69 7 10,9 147 153 6 3,8 Indipendenti 107 106 -1 -1,1 55 56 1 1,4 162 162 0 -0,3 Totale 192 190 -2 -1,2 118 125 7 6,4 310 315 5 1,7 Totale 1.225 1.211 -14 -1,1 717 741 24 3,4 1.942 1.952 10 0,5

Totale dipendenti 884 864 -20 -2,2 562 581 19 3,3 1.446 1.445 -1 -0,1 Totale indipendenti 341 347 6 1,7 155 160 5 3,6 496 507 11 2,3 (A) Eventuali discordanze di valori sono da attribuirsi agli arrotondamenti effettuati dal software utilizzato Anni 2000-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati ISTAT - R.T.F.L.

Figura 12 Andamento occupazione nel Lazio – valori assoluti in migliaia

Anni 1996-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati Istat - R.T.F.L.

1.500

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1.700

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1.800

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Figura 13 Andamento del tasso di disoccupazione nel Lazio

Anni 1996-2001

9,0

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Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati Istat - R.T.F.L.

Figura 14 Andamento delle persone in cerca di occupazione – valori assoluti

Anni 1996-2001

200

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290ge

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Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati Istat - R.T.F.L.

Figura 15 Andamento degli occupati per carattere dell’occupazione – indici su base 1995=100

Anni: 1996-2001 Fonte: Regione Lazio - Elaborazione su dati Istat - R.T.F.L.

Figura 16

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1996 1997 1998 1999 2000 2001/1 2001/2 2001/3

Tempo pieno Tempo parziale Totale

Andamento del tasso di attività nel Lazio

Anni 1995-2001 Fonte: Regione Lazio - Elaborazione su dati Istat - R.T.F.L

Tabella 24 Popolazione per condizione professionale e sesso, Raffronto con stesso trimestre anno precedente miglia di unità - valori in migliaia di unità; variazioni assolute e percentuali (A)

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Femmine Maschi Totale

Valori assoluti Variazioni Valori assoluti Variazioni Valori assoluti Variazioni TIPOLOGIA DI POPOLAZIONE

lug-00 lug-01 ass % lug-00 lug-01 ass % lug-00 lug-01 ass %

Forze di lavoro 842 855 13 1,5 1.327 1.312 -16 -1,2 2.169 2.166 -3 -0,1 Occupati 717 741 24 3,4 1.225 1.211 -14 -1,1 1.941 1.952 11 0,5 Persone in cerca di occupazione 125 114 -11 -9,1 103 101 -2 -1,8 228 215 -13 -5,8 Disoccupati 36 31 -5 -13,4 49 48 -1 -2 85 79 -6 -6,8 In cerca di prima occupazione 43 45 2 4,3 43 41 -1 -2,8 85 86 1 0,7 Altre persone in cerca di occupazione 46 38 -8 -18 11 11 0 2,6 57 49 -8 -14 Non forze di lavoro 1.858 1.863 5 0,3 1.191 1.223 31 2,6 3.050 3.086 36 1,2 Cercano lavoro non attivamente 87 68 -20 -22,6 51 41 -10 -19,6 139 109 -30 -21,4

Con età minore di 15 anni 343 344 1 0,2 369 371 1 0,4 712 714 2 0,3 Con età maggiore a 64 anni 517 525 8 1,5 344 355 10 2,9 862 880 18 2,1 Popolazione 2.700 2.718 18 0,7 2.518 2.534 16 0,6 5.219 5.252 34 0,6 (A) Eventuali discordanze di valori sono da attribuirsi agli arrotondamenti effettuati dal software utilizzato Anni 2000-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati ISTAT - R.T.F.L

Tale tendenza sembra essere dovuta, in larga parte, dalla crescente quota di popolazione con più di 64 anni non più attiva nel mercato del lavoro. Si tratta di una parte della popolazione laziale, complessivamente 880.000 persone, nella maggioranza donne, che, solo nel corso di un anno, è andata aumentando di 18.000 unità. In particolare è cresciuta la componente maschile della popolazione non attiva, +10.000 unità contro le 8.000 delle donne che, tradotto in valori percentuali, significa un incremento pari, rispettivamente, del 2,92% e dell’1,5%. Gli uomini non attivi con più di 64 anni sono quindi aumentati del doppio rispetto alle donne, contribuendo ad abbassare il tasso complessivo di attività del Lazio.

4.3. Il mercato del lavoro laziale: andamenti particolari di genere Questi dati di scenario aiutano a comprendere la struttura del mercato del lavoro della regione. Ma non è fuori luogo vedere quali siano le dinamiche, all’interno dello stesso, in relazione al genere. Se consideriamo l’andamento occupazionale in base ai singoli trend dobbiamo considerare la variabile femminile come fondamentale, in quanto è la sola ad influenzare l’intero andamento dell’occupazione laziale. Si osservi il grafico seguente: l’andamento complessivo viene a comportarsi esattamente come quello relativo alla componente femminile laddove, quella maschile, non sembra mostrare grandi variazioni sostanziali nel corso del tempo. Dal gennaio del 1996 al luglio del 2001, la componente femminile è cresciuta di oltre 387.000 unità passando da 353.000 a 741.000 unità, mentre rimane pressoché stabile quella maschile. Anche il tasso di disoccupazione femminile decresce più consistentemente di quello maschile. Nei sei anni considerati quello relativo alle donne è diminuito di oltre 4 punti percentuali passando dal 17,6% del gennaio ’96, al 13,3% registrato nel luglio del 2001. Nelle stesso arco di tempo, il tasso di disoccupazione maschile è sceso di 1,6 punti percentuali (figura 18) Per quanto concerne le persone in cerca di occupazione, il trend relativo al genere non mostra significative differenze tra i due sessi, sebbene quello femminile si configuri per un andamento leggermente maggiore. Gli andamenti nel corso del tempo risultano simili nonostante fino al luglio del ’98 potevano quasi dirsi speculari (al calare dell’uno corrispondeva un aumento dell’altro) (figura 19). Ben più interessante è vedere la durata della ricerca. (tabelle 25 e 26). Secondo i dati dell’Istat, per trovare un lavoro è necessario, tendenzialmente, una lunga ricerca. Ciò vale sia per i giovani che per le altre persone in cerca d’occupazione, a dimostrazione di come la variabile età non sia affatto discriminatoria. Complessivamente il Lazio mostra una andamento non centralmente positivo, nonostante, come si è visto, l’occupazione vada costantemente aumentando: si riscontra, infatti, una quota di persone in

Figura 17 Andamento occupazionale del Lazio per genere – valori in migliaia

Anni 1996-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati ISTAT - R.T.F.L.

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Maschi Femmine Totale

Figura 18 Tasso di disoccupazione laziale per genere

Anni 1996-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati ISTAT - R.T.F.L.

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Maschi Femmine Totale

Figura 19 Persone in cerca di occupazione nel Lazio per genere – valori assoluti

Anni: 1996-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati ISTAT - R.T.F.L.

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Maschi Femmine Totale

Tabella 25 Persone in cerca di occupazione per sesso, durata della ricerca e ripartizione territoriale - valori in migliaia

Classi di età 15-24 25 e più Totale Durata Durata Durata

RIPARTIZIONE TERRIITORIALE

n. d. breve media lunga Totale n. d. breve media lunga Totale n. d. breve media lunga Totale Maschi Lazio 0 7 7 16 30 0 10 11 50 71 0 17 18 66 101 Nord-Ovest 1 15 10 10 35 0 20 19 33 71 1 35 29 42 107 Nord-Est 1 12 6 1 20 2 15 10 12 39 3 27 16 13 59 Centro 0 14 12 19 45 1 20 16 62 98 1 34 27 80 143 Mezzogiorno 1 41 33 144 221 3 91 60 344 498 5 132 93 489 719 Italia 4 83 61 173 321 6 146 104 450 706 10 228 165 624 1.027

Femmine Lazio 0 6 6 21 33 1 11 12 57 81 1 17 18 78 114 Nord-Ovest 1 14 8 14 37 2 33 31 60 125 3 47 39 74 163 Nord-Est 1 17 5 3 26 1 32 11 23 68 3 49 17 26 94 Centro 0 14 9 26 50 1 31 23 83 139 2 46 32 109 189 Mezzogiorno 1 29 34 158 222 4 78 59 356 497 4 107 93 515 719 Italia 4 74 57 201 336 8 174 124 523 829 12 248 181 724 1.165

Totale Lazio 0 13 13 37 63 1 22 23 107 152 1 35 35 143 215 Nord-Ovest 2 29 18 23 73 2 53 49 93 196 4 81 67 116 269 Nord-Est 3 28 11 4 46 3 48 21 35 107 6 76 33 39 153 Centro 1 29 21 45 95 2 51 38 145 237 3 80 60 190 332 Mezzogiorno 2 71 68 303 443 7 169 119 701 995 9 239 187 1.003 1.438 Italia 8 156 119 374 657 14 320 228 973 1.535 22 476 346 1.348 2.193 Anno 2001 Fonte: Rilevazione Trimestrale Istat sulle forze lavoro

Tabella 26 Persone in cerca di occupazione per sesso, durata della ricerca e ripartizione territoriale - valori percentuali (A)

Classi di età 15-24 25 e più Totale Durata Durata Durata

RIPARTIZIONE TERRIITORIALE

n. d. breve media lunga Totale n. d. breve media lunga Totale n. d. breve media lunga Totale Maschi Lazio 0,4 6,9 6,8 15,7 29,7 0,0 10,2 10,8 49,3 70,3 0,4 17,1 17,5 65,0 100 Nord-Ovest 0,8 14,1 9,5 9,0 33,3 0,1 18,6 17,4 30,6 66,7 0,9 32,7 26,9 39,5 100 Nord-Est 2,2 20,0 9,8 1,4 33,4 3,6 25,7 17,4 19,9 66,6 5,8 45,7 27,2 21,3 100 Centro 0,3 10,0 8,3 13,1 31,7 0,6 13,8 10,9 43,1 68,3 0,8 23,8 19,2 56,2 100 Mezzogiorno 0,2 5,8 4,7 20,1 30,7 0,4 12,6 8,3 47,9 69,3 0,7 18,4 12,9 68,0 100 Italia 0,4 8,0 6,0 16,9 31,3 0,6 14,2 10,1 43,8 68,7 1,0 22,2 16,1 60,7 100

Femmine Lazio 0,0 5,3 5,2 18,3 28,8 0,7 9,9 10,3 50,2 71,2 0,7 15,3 15,4 68,6 100 Nord-Ovest 0,9 8,4 5,1 8,5 22,9 1,1 20,2 18,8 37,0 77,1 2,0 28,6 23,9 45,5 100 Nord-Est 1,5 17,6 5,8 3,2 28,1 1,2 34,4 11,9 24,4 71,9 2,7 52,0 17,7 27,6 100 Centro 0,2 7,6 5,0 13,7 26,4 0,8 16,6 12,1 44,1 73,6 1,0 24,2 17,1 57,8 100 Mezzogiorno 0,1 4,1 4,8 22,0 30,9 0,5 10,8 8,2 49,5 69,1 0,6 14,9 13,0 71,5 100 Italia 0,3 6,3 4,9 17,2 28,8 0,7 15,0 10,6 44,9 71,2 1,0 21,3 15,6 62,1 100

Totale Lazio 0,2 6,1 5,9 17,1 29,2 0,4 10,1 10,5 49,8 70,8 0,6 16,1 16,4 66,9 100 Nord-Ovest 0,8 10,7 6,8 8,7 27,0 0,7 19,6 18,2 34,5 73,0 1,5 30,2 25,1 43,2 100 Nord-Est 1,8 18,5 7,3 2,5 30,1 2,1 31,0 14,0 22,7 69,9 3,9 49,6 21,3 25,2 100 Centro 0,2 8,6 6,4 13,4 28,7 0,7 15,4 11,6 43,7 71,3 0,9 24,0 18,0 57,1 100 Mezzogiorno 0,2 4,9 4,7 21,0 30,8 0,5 11,7 8,3 48,7 69,2 0,6 16,6 13,0 69,8 100 Italia 0,4 7,1 5,4 17,1 30,0 0,6 14,6 10,4 44,4 70,0 1,0 21,7 15,8 61,5 100 (A) Percentuali sul totale persone in cerca di occupazione Anno 2001Fonte: Rilevazione Trimestrale Istat sulle forze lavoro

cerca di lavoro da molto tempo superiore al dato nazionale, così come il valore di coloro che viceversa hanno trovato un’occupazione in breve tempo è percentualmente inferiore al relativo nazionale.Ciò è vero anche paragonando l’andamento laziale a quello medio del Centro. Vi è una sola eccezione: tra gli uomini più giovani il dato relativo alla lunga ricerca di un lavoro è inferiore al relativo nazionale (ma comunque superiore alla media dell’Italia Centrale). In totale, nel Lazio in 65% delle persone in cerca di occupazione sta effettuando la sua ricerca da molto tempo. Ma entriamo nel dettaglio. Tra i più giovani, non sussistono differenze di genere se si confronta il dato regionale con quello nazionale relativo alla durata breve della ricerca. Per entrambi i sessi la differenza tra il dato del Lazio e quello dell’Italia è circa di un punto percentuale a favore di quest’ultima.. Se il confronto viene effettuato con il dato medio del Centro allora si nota una situazione che premia leggermente le donne, pur restando negativo il valore laziale. Sono premiante le donne anche tra i meno giovani. Il dato di queste riferito al Lazio è pressoché uguale a quello nazionale (dove invece per gli uomini e inferiore di 0,6 punti percentuali). La situazione si inverte se confrontiamo il dato con la media del Centro: le donne con più di 25 anni in cerca da breve tempo di un’occupazione fanno registrare una differenza percentualmente negativa maggiore rispetto agli uomini (-1% delle donne rispetto al relativo dato del Centro; -0,6% degli uomini). Tra coloro che invece necessitano di una lunga ricerca si riscontra il dato positivo degli uomini con meno di 25, inferiore al dato nazionale, laddove le donne laziali fanno registrare un dato piuttosto elevato. Tra coloro che invece hanno più di 25 anni e necessitano di una lunga ricerca non si riscontano particolari differenze di genere: sia gli uomini che le donne fanno registrare valori sopra la media nazionale e dell’Italia Centrale di oltre 5 punti percentuali. Non esistono differenze di genere anche nel carattere di occupazione: sia gli uomini che le donne vedono aumentare drasticamente la quota di coloro che sono assunti a tempo parziale. Se paragoniamo i relativi andamenti (figure 20 e 22) si notano poche differenze se non il fatto che, percentualmente parlando il dato degli uomini è più contenuto di quello delle donne. Ponendo il dato del ’95 uguale a 100, il dato più alto degli uomini si riscontra neo secondo e terzo trimestre del 2001 (145) mentre, tra le donne all’inizio dello stesso anno dove doppiavano il valore del 1995. (211). Di notevole differenza, è invece il tasso di attività. Si può notare che i valori relativi all’andamento della componente maschile risultano sempre superiore al 60% mentre quelli delle donne, che trovano il loro massimo nell’aprile del 2001, non superano comunque il 37%. Da quanto detto, è possibile individuare due linee di tenenza del mercato del lavoro laziale in contrapposizione a quanto avviene nel resto del Paese. Il primo è rappresentato dal fatto che, in controtendenza a quanto accade a livello nazionale, nel Lazio ha registrato una

Figura 20 Maschi occupati per carattere dell’occupazione – Valori su base 1995=100 Anni 1996-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati Istat - R.T.F.L.

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Tempo pieno Tempo parziale Totale

Figura 21 Femmine occupate per carattere dell’occupazione – Valori su base 1995=100

Anni 1996-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati Istat - R.T.F.L.

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1996 1997 1998 1999 2000 2001/1 2001/2 2001/3

Tempo pieno Tempo parziale Totale

Figura 22 Tassi di attività per genere

Anni 1996-2001 Fonte: O.P.L. Regione Lazio - Elaborazione su dati Istat - R.T.F.L.

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Maschi Femmine

battuta d’arresto dell’occupazione tra l’aprile e il luglio del 2001, sebbene il dato annuale dimostri che l’occupazione continua a crescere. Il secondo, forse più importante, è determinato dalla diminuzione dei posti di lavoro nel terziario, laddove tale settore, nel resto della nazione, si è dimostrato e continua a dimostrare di essere il vero volano per l’incremento occupazionale.