4 - Capitolo 4 l'Alta Moda Italiana

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    IV. LALTA MODA ITALIANA

    IV.1. PRIMI TENTATIVI DI EMANCIPAZIONE

    Il settore tessile ha svolto un ruolo preponderante nel processo di sviluppo industrialeitaliano ed stata proprio la grande importanza economica e sociale di questo settore a stimolare il

    progetto di creare una moda indipendente da quella francese. Anche il Fascismo ha combattuto

    limportazione di abiti dalla Francia, in conseguenza della sua politica nazionalistica ed autarchica;

    poich lItalia possedeva le materie prime per produrre autonomamente seta, canapa e lino, ma non

    juta, lana e cotone il regime increment notevolmente la produzione delle nuove fibre tessili

    artificiali quali il raion, il lanital e la cisalfa.

    Anche il cinema italiano viene sottoposto ad una rigorosa censura che aveva imposto alle

    case di produzione limpiego di abiti di provenienza nazionale. Il Fascismo promuove anche una

    battaglia culturale per imporre il tradizionale modello femminile della donna florida madre e sposa

    esemplare e capace di dare figli alla Patria, in contrapposizione col modello trasgressivo della

    garonne, magra ed asessuata.

    E stato solamente dopo la Seconda Guerra Mondiale che i sarti italiani di Alta Moda hanno

    iniziato verosimilmente ad emancipasi dal modello e dai canoni dominanti parigini. Sul piano

    culturale ci che ha causato maggiormente lo sviluppo della moda italiana autonoma stata la

    ricchezza del patrimonio artistico nazionale che ha sensibilizzato lestetica delle persone, e la forte

    egemonia esercitata dal Cattolicesimo, che nelle chiese non ha eliminato larte, n la ritualit

    sociale, al contrario della religione protestante, dotata di una profonda concezione austera della vita.

    Va aggiunta labitudine tutta italiana di essere in contatto con una vasta gamma di climi e paesaggi,

    ma soprattutto con diversi popoli usi e tradizioni, e il risultato dei tanti innesti un mosaico di

    identit e unintegrazione virtuosa delle varie conoscenze che sono allorigine dellantico talento

    italiano nellaccostamento e combinazione di sapori, stili, e materiali diversi con armonia senza

    correre il rischio di cadere nella stravaganza e nelleccesso.

    Il trionfo avuto dallAlta Moda italiana non sarebbe stato possibile senza la capacit di

    questa di essere estremamente competitiva nellambito del rapporto qualit-prezzo, infatti i costi

    ridotti della manodopera le hanno consentito di praticare prezzi sul prodotto finale che

    corrispondevano circa al 50% di quelli della concorrenza francese, inoltre gli Italiani si

    differenziavano dai Parigini per unofferta di abiti sportivi e per il tempo libero con linee giovani e

    fresche, che allettava e veniva apprezzata particolarmente dalle donne statunitensi.

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    IV.2 ROMA E LA DOLCE VITA

    Roma diventa cos, tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, la nuova

    protagonista della moda italiana grazie soprattutto al successo nellimmaginario collettivo di via

    Veneto e della sua Dolce Vita. Fondamentale stato il ruolo esercitato dal cinema e da Cinecitt

    che attirava nella Citt Eterna una fetta significativa di Hollywood incentivando linstaurarsi di

    legami diretti tra sarti italiani e lo star system americano.

    La fama delle Sorelle Fontana, infatti, comincia ad imporsi gi con il matrimonio da favola

    tra gli attori Tyrone Power e Linda Cristian, avvenuto a Roma il 27 Gennaio 1949 dove labito da

    esse creato per la sposa, ampio e con un lunghissimo strascico, fu riprodotto dai principali giornali

    di tutto il mondo. Lo stile delle Fontana si differenziava dagli altri per il ricorso alluso di elementi

    dal gusto puramente romantico degli abiti di fine Settecento e inizio Ottocento, stile che ben si

    combinava con le esigenze di Hollywood che proponeva storie intensamente sentimentali.

    Figura 1

    Tutta lAlta Moda italiana lanciata negli anni Cinquanta era caratterizzata da una silhouette

    tradizionale, ma i couturiers italiani si sono distinti allepoca per aver usufruito delle loro risorse

    innate, ovvero le raffinate tecniche sviluppate dagli artigiani attivi nel capoluogo da diverse

    generazioni per conto della Chiesa: i merletti, i pizzi, i ricami, la lavorazione dei tessuti e della

    maglia.

    La societ degli anni Cinquanta aveva il problema di dover dimenticare gli orrori della

    guerra e limmaginario collettivo degli Italiani viene dominato dalle cosiddette maggiorate (Gina

    Lollobrigida, Sofia Loren), donne estremamente materne e rassicuranti. Le principali attrici

    indossavano in privato gli abiti dellAlta Moda romana ma sul grande schermo vestivano comelitaliana media, cio in maniera piuttosto modesta a causa dei ruoli di figure popolane che queste

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    interpretavano; per questo motivo le donne italiane rifiutavano il modello proposto nel cinema delle

    maggiorate, senza tuttavia rinunciare a quel sogno di opulenza che esse incarnavano con il loro

    stesso corpo. Le Italiane, non potendosi permettere i capi dellAlta Moda, ricorrevano allauto

    produzione e allimitazione, fattore determinante per il diffondersi anche in Italia

    dellabbigliamento economico proposto dai grandi magazzini come Upim (nato nel 1919) e Standa

    (nato nel 1931), Max Mara e il Gruppo finanziario tessile che ebbe per primo lidea di introdurre

    labbigliamento confezionato su taglie standardizzate.