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Girolamo De Michele

Girolamo De MicheleTre uomini paradossaliEinaudi

Lautore e leditore devolvono lo 0,5% dei proventiderivanti dalla vendita di questo libro a Emergency.Questo libro stato stampato su carta ecosostenibile CyclusOffset, prodotta dalla cartiera danese Dalum Papir A/S con fibre riciclate e sbiancate senza uso di cloro. Per maggiori informazioni: www.greenpeace.it/scrittori

Si consente la riproduzione parziale o totale dellopera e la sua diffusione per via telematica, purch non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta

2004 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torinowww.einaudi.itisbn 88-06-16750-2

Tre uomini paradossali

Cosa avr il sapiente pi dellidiota?

Nota dellautore

I fatti qui di seguito narrati hanno luogo fra il 3 e il 19 settembre 1993. Al settembre 1993 risale altres la prima stesura di questo romanzo: lautore non ha ritenuto di modificare la cronologia nel corso delle successive riscritture.Per una migliore intelligenza del testo si fa presente che: successivamente agli eventi narrati le scarpe scozzesi George Hogg sono tornate in commercio a Bologna, seppure con modelli di qualit inferiore alle originali degli anni Ottanta; i personaggi di questo romanzo sono forzatamente ignari, per ragioni cronologiche, di Pulp Fiction e Natural Born Killers; nella Borsa valori di Milano non era ancora stato introdotto il listino telematico; il Lance Haffners TKO Professional Boxing Game un programma computerizzato esclusivo della rivista sportiva The Ring, che simula incontri di boxe; lautore, non abitando pi nel quartiere Bolognina, non in grado di dare altre informazioni sulla donna che agli inizi degli anni Novanta viveva in una macchina in piazza dellUnit, e che effettivamente esisteva, a dispetto del fatto che pi volte le telecamere (con annessi e aggiunti giornalisti e commentatori) delle televisioni le siano passate accanto senza notarla.La menzione dellapprezzato lavoro storico e letterario di Nanni Balestrini e Corrado Stajano frutto della fantasia dellautore; parimenti immaginario larticolo a firma Alberoni qui presente.Il riferimento a una nota trasmissione televisiva artificioso nel suo montaggio, bench reale nelle singole parti qui assemblate; lautore deve doverosamente ricordare che nessuno degli ignari cittadini a loro insaputa tirati in ballo in diretta nel corso del detto programma ha poi deciso di commettere suicidio: il noto conduttore qui fittiziamente citato non dunque, suo malgrado, responsabile della perdita di alcuna vita umana.Lautore si scusa con lamico Claudio Lolli per la paranoica percezione della sua persona che alberga nella mente del narratore.Le poesie di Danilo Crespo Bonvicini sono state raccolte dopo la sua morte nel volume Sottili come la polvere (Bologna 1988, fuori commercio).La citazione in esergo tratta da Qohlet, VI, 8 (tr. G. Ceronetti).I diversi capitoli sono introdotti da parole di D. Bonvicini, G. Flaubert, C.E. Gadda, J. Prvert, E. Ruggeri.Lo studio di Francis Bacon presente nel romanzo uninvenzione dellautore.Il disco che compare nelle pagine finali Tea for the Tillerman (Freshwater Music/Island Rec., 1972) di Cat Stevens, che anche autore dellimmagine di copertina dellalbum

Lautore desidera amichevolmente ringraziare il gruppo di lettori-giapsters I Quindici e i Wu Ming per aver segnalato alla casa editrice il manoscritto di questo romanzo.

Ai vecchi amiciForever Young

0. Nebbie

Siamo rimasti soliora che Dio se n andato

1.17 aprile 1980, alba

Sveglia.Luce. Filtra dalle tapparelle semichiuse.C luce perch primavera. Stavo sognando linverno. primavera. Aprile.Caff. La moka gi pronta, basta accendere.Aprile il mese pi crudele C silenzio. Accendo la radio.

Oh, and I guess that I just dont knowOh, and I guess that I just dont know

Lou Reed. No, c la viola di John Cale. I Velvet.

Heroin, be the death of meHeroin, its my wife and its my life

La moka gorgoglia.Una goccia bollente mi schizza sulla mano. Ho dimenticato il filtrino interno. Verso il caff e lo butto gi per svegliarmi. C Crespo in radio, stamattina: la sua musica. Devessere rimasto su tutta la notte. Mi piacerebbe restare ad ascoltarlo, ma ho da fare.Suonano. il Cina.Sali su, c del caff anche per te.

And all the politicians makin crazy soundsAnd everybody puttin everybody else downAnd all the dead bodies piled up in mounds

Tutto bene? Tutto bene. Le nostre biciclette sono nel portone, gli altri ci aspettano davanti alla Feltrinelli. Com questa idea delle biciclette? Volevi rubare cinque moto? In bici si taglia la zona universitaria, e ci si disperde in via Zamboni. Il Comandante? Marco ci aspetta sul posto. Resta di retroguardia, in copertura. Perch resta indietro? Perch abbiamo deciso cos. Dice che ha lavorato allinchiesta, e lautista potrebbe riconoscerlo. E a te va bene? A me va bene. Siamo in cinque, il Pedro fa il palo pi avanti per ogni evenienza, voi tre restate a coprire la strada, io ammazzo il maiale. Marco resta accanto alle biciclette. Liscio come lolio, se nessuno fa cazzate.Ci alziamo col sapore del caff ancora in bocca. Avrei voglia di un caff fatto come si deve, ma non posso andare a berlo stamattina.

Fuori, in strada, un cielo basso e grigio come non si era mai visto, laria fredda immobile come cemento, poche voci spente e forme cariche di solitudine. Una noia pesante riga le cose e la gente come fili di saliva. Impiccano i poeti alle torri pi alte. Restano i guerrieri a festeggiare la vittoria.Non mi nascondo.Non cerco aiuto.Entro in una farmacia a cercare la vita.

Cazzo stai ascoltando? Crespo. Perch ascolti quello sfigato? Perch mi piace. Come fa a piacerti? I tuoi nichilisti sono solo dei controrivoluzionari, te lo vuoi mettere in testa? Allora sono un controrivoluzionario anchio. E comunque ha delle cose da dire. Quello l? Quello finisce male, tal dig m.(Perch, noi come finiamo?)

2.

Arriviamo in piazza Ravegnana in un quarto dora, scendendo da via Matteotti e via Indipendenza. Gli altri tre sono l. Ripassiamo i movimenti, poi in silenzio ci infiliamo nelle stradine, verso le Sette Chiese. Marco dallaltra parte del portico. Scendiamo dalle bici fingendo di non vederlo, e aspettiamo. Pedro tira dritto, con un sacchetto di granaglie in mano. Ma ti pare il momento? S, perch?C foschia a questora, meglio cos.Arriva puntuale. Scende dalla macchina senza salutare lautista, e si avvia verso il portone senza accorgersi del Pedro, mentre la Mercedes si allontana.Ci muoviamo, chiacchierando con indifferenza.Attraversiamo la piazza in parata. Gli altri tre si fermano. Io proseguo.Ho la pistola in pugno, il braccio steso lungo il corpo. La manica dellimpermeabile mi copre parzialmente la mano. Mi scusi, dottore Prego? Il dottor Varisi, se non sono in errore? Sono io. Desidera? Volevo solo dirle questo, dottore: chi lupo per luomo, merita di essere trattato da lupo.Il primo colpo lo coglie in pieno petto, con ancora in volto lo stupore per una citazione di cui non sapr mai lautore. Aspetto con calma che si accasci, mi piego leggermente in avanti e gli sparo un secondo colpo in fronte.Mi giro con indifferenza, e senza correre raggiungo le biciclette.Marco gi partito.

3.

Ci sono stati testimoni, ma non sono serviti a molto.Un geometra ha sentito i due colpi mentre si radeva, si affacciato alla finestra del bagno e ha scorto delle biciclette infilarsi nel vicoletto a destra. Quante, non sa dire: tre, forse quattro. Un passante, troppo distante per aggiungere nuovi particolari, conferma, e ricorda un ragazzo molto alto, che andato via dallaltra parte dopo aver gettato del becchime ai colombi. Infine, unanziana signora gi sveglia da unora, che dagli scuri semiaperti ha visto passare prima un giovane alto, poi gli altri quattro, dei quali d una sommaria descrizione.Il primo era castano biondo, robusto, con occhiali e un bel palt.Il secondo era pi piccolo, bruno, con basette, laria furbetta.Il terzo aveva laria nervosa, ha detto qualcosa in napoletano, o almeno cos le sembrato.Il quarto era biondo, alto, baffetti e basette sottili e accurati.Hanno superato la finestra, e sono andati oltre la sua visuale. Il primo colpo le sembrato il botto di una lavatrice che inizia a centrifugare, il secondo non lo ha sentito. Ha rivisto passare uno dei quattro, poi altri due, mentre sentiva uno rimasto un po pi indietro (quello castano e robusto) dire, con un accento bolognese un po sporco: Va ban a fer dal pugnatt, padrone.

Ne rimane un altro nascosto dalla foschia, avvolto dalle sottili nebbie del mattino. Le nebbie di aprile lo avvolgono, le nebbie della storia avvolgeranno le idee, i fatti e gli individui che hanno creduto di esserne protagonisti.I segni verranno cancellati, le ragioni dimenticate.Resteranno solo le nebbie.

1. Notturno

Dismela k intra de nn: ona voltaleva minga come al d dinkou

1.

me ne sono accorto un pomeriggio, alla Casa dello Studente di Pisa. Si aspettava il Gran Premio di automobilismo, e il telegiornale aveva parlato di un grosso incendio che divampava a Todi. Interruzione del programma, tig speciale, e nel silenzio sospeso un mormorio di apprensione: Todi Todi ed era invece la prima nave argentina colpita dai siluri britannici che affondava nelloceano: boato di giubilo, pugni di esultanza a fendere laria, vittoria! vittoria!, tutti in piedi E le Ferrari via a vincere sportello contro sportello, i polmoni dei marinai argentini a gonfiarsi dacqua salsa

cause the Times, They Are a Changing

insensibilmente, gli autunni cessarono di essere caldi e le primavere fondamentali. Gli inverni li scoprimmo sempre pi freddi, sempre pi lunghi. Lestate, come prima, ci rimase buona per andare in vacanza

durante quegli anni furono venduti e acquistati titoli e azioni vaporosi come gas leggeri, finch il grande Zeppelin, sollevatosi da terra, urt contro le punte di cristallo del lampadario, ed esplose. Qualcuno si spazz i detriti dalla giacca con un gesto della mano, altri rimasero sepolti, altri ancora pulirono il pavimento. Il gioco fu cos divertente da essere replicato molte volte

per Natale la televisione regal una rivoluzione in mondovisione, con divertimento e soddisfazione quasi unanimi. Un vecchio dittatore pietrificato in una smorfia di stupore scopr che, anche nella televisione, non tutto finzione

ragazzini troppo a lungo cresciuti nella bambagia smisero di mirare al cuore dello Stato colpendo il questurino, il portaborse o lusciere di Montecitorio, mentre uomini senza volto, seri e maturi, passavano dalle canne mozze alle autobomba. In uno degli ultimi scampoli di asilo infantile un industriale mor durante un gioco pi grande di lui, e di quasi tutti i partecipanti. Anni dopo il gioco fu ripreso per caso e concluso da un omicidio per interposta persona. Lesecuzione fu affidata a me, ma non ne fui informato. Sono sempre stato troppo buono, uno di quelli che si fidano

alcuni cantanti continuarono a morire, come negli anni Sessanta, ma con meno clamore, in genere. Ian Curtis si impicc, John Lennon fu ucciso a revolverate, David Crosby si convinse di essere la prossima vittima e fu arrestato con una pistola nella tasca della giacca (e centoventi chili di ciccia, pi o meno), e quando si disse che Cat Stevens, convertitosi al partito degli dei ingiusti e sanguinari, aveva inneggiato allassassinio di Salman Rushdie nessuno gli mand a dire just relax, take it easy Qualcun altro mor di cancro, ma i suoi amici non glielo dissero per non guastare lo show-business, il libro-remember, il film-reliquia e lalbum gi pronto per le esequie: finiti gli anni ruggenti e gli anni di piombo, anche la musica si adatt (non sempre) ai ritornanti anni di merda

qualcuno scolp Modigliani falsi col BlacknDecker, e Salvator Dal mor mentre il suo segretario firmava decine di Dal autentici. Tre tele di Bacon furono rubate, e solo due furono ritrovate prima della sua morte

le guerre divennero sempre pi banali, e qualcuna fu trasmessa per televisione, ma il grande scoop della Guerra Definitiva fu annullato per linsolvenza di uno dei partecipanti. I biglietti gi venduti non sono ancora stati rimborsati

solo gli operai continuarono, imperterriti, a scivolare gi da impalcature, ponteggi, passerelle prive di corrimano, pensili senza parapetto, cercando invano di librarsi in aria come uccelli dalle ali sottili. Ministri, capi del governo e generali avevano purtroppo finito la scorta di medaglie al valore e onorificenze al merito di strette di mano, unta di grasso e calce, fangosa o polverosa, neanche a parlarne! Limpasto di ossa, carne, sangue, tute, fango, grasso, vite, passioni che continuano a lasciare nelle fabbriche e sui selciati contribuisce ancora, per fortuna, a fornire quellindispensabile senso di continuit alle umane vicende, altrimenti condannate a un indescrivibile caos di soluzioni di continuit

da unintervista a Pino C., romanziere italiano: Perch il mio personaggio vomita sempre? Perch credo che vomitare sia lunico atteggiamento etico possibile nei confronti degli anni Ottanta

Istantanee dal catalogo dellEsposizione permanente:Migliaia di ragazzi inerpicati sopra un muro sbrecciato.Un piccolo uomo fermo al centro della strada blocca quattro carri armati.Un calciatore con la maglietta azzurra le braccia aperte la faccia felice e un sorriso da bambino.Un uomo soffoca sommerso da una valanga di corpi ammassati con colori e sciarpe della propria squadra.La Bastiglia invasa da bandiere rosse in un giorno di vittoria.Roma invasa da bandiere rosse in un giorno di lutto.Una navicella spaziale esplosa traccia una biforcazione di fumo bianco nel cielo.Autobus urbani drappeggiati con lenzuola pieni di corpi straziati via dalla stazione di Bologna

(di questi non ci sono foto, ma io li ho visti, ve lo giuro, gi per via Indipendenza, quel pomeriggio)

e ancora presidenti e first-lady, attori e atleti, uomini comuni e non, bambini sazi e affamati, vecchi Il Lance Haffners TKO Professional Boxing Game (The Ring, nov. 1991, $ 2.50, pp. 48-49) ha stabilito che Muhammad Ali stato il pi grande pugile di tutti i tempi, ai punti su Joe Louis il bombardiere nero che sino alla penultima ripresa era in vantaggio, ma lultima ripresa di Cassius, quel destro-gancio-destro

knockdown!

Ali dances and shouts and smiles to the fans, Louis takes command in the championship rounds, pinning Ali against the ropes and punching strongly to the mid-section. Ali recovers in the 14th, and, at the start of the 15th, waves Louis toward him. Ali then hammers Louis with a right-hook-rught combo and scores the bouts only knockdown. It is enough to secure him the decision.Scoring: 144-142, 144-141, and 144-142.

(Joe Louis morto in miseria nutre i vermi al Cimitero degli Eroi, mentre Muhammad Ali seduto scruta la sua mano galleggiare silenziosamente fra s e il tavolo centimetro dopo centimetro verso il bicchiere ed entrambi avrebbero battuto Mike Tyson con una sola mano)Verso la fine in molti si sono lavati la coscienza con detergenti ecologici, e per essere pi credibili hanno cominciato a frequentare i sagrati delle chiese, alla ricerca di qualche bara su cui sputare.

Io ho vissuto

Braves gens coutez ma complaintecoutez lhistoire de ma vie

ho vissuto per molto tempo con una ragazza che amavo, anche se non ha mai saputo fare un caff decente una ragazza che aveva amato la pittura, la boxe e la radio e per qualche tempo anche me, credo una ragazza che una volta aveva anche amato la politica, come tutti noi; e che era poi riuscita a scivolare via da quello spettacolo assurdo e sanguinoso che chiamano Storia, come quasi tutti noi una ragazza che un mattino mi sono alzato, che ho messo i miei vestiti in una borsa, che le ho rimesso il cucchiaino nel barattolo del caff e sono andato via.Una ragazza che per sei mesi ogni mattino ho continuato ad ascoltare la sua voce per radio.Che ogni mattino, per sei mesi, ho riempito la moka di caffho messo la caffettiera sul fuocoho acceso il fuocoho aspettato lemersione del caffho respirato il suo aroma esplodere nella stanza ho bevuto il caff (continuando ad ascoltare la sua voce per radio)senza avere il coraggio di maledirla.

Poi, una sera di settembre, volata gi dalla balconata di una discoteca, con una strana porcheria che le girava nelle vene. Iddio raccoglie tutto ci che cade con le sue grandi mani, mentiva un suo poeta: ma non quella sera

Da allora, per molto tempo, sono andato a letto sbronzo.

Tutto questo successo prima.

2.

E mi ricordo chi volevaal potere la fantasiaerano giorni di grandi sogni, sai,eran vere anche le utopiema non ricordo se chi ceraaveva queste facce quinon mi dire che proprio cosnon mi dire che son quelli l

Ecco qui, guardi mo: suola, cucitura, sopratacchi. Pu andar bene? Guardi che tutto lavoro fatto a mano, eh S,va benissimo. Quanto le devo? Eh, ban ban Qui c il lavoro, il materiale poi il tempo, sa Quegli attrezzi, son quelli che mi ha lasciato mio marito, puverin Sarebbero pi di ventzencmil franc facciamo, guardi mo, venti diciannovemila ( dalla radio, scampoli di canzoni e parole in libert preannunciano lavvicinarsi del mitico Vascodi)La pago in fretta, prima che sia lei a pagare me. Le raccolgo un ferro caduto per terra (per lamor di Dio, valgono un patrimonio) ed esco dal bugigattolo in cui la vecchina ciabatta tra una scarpa e laltra, in attesa di misurare i piedi del vecchio falegname ai cancelli del Cielo. una delle mie fissazioni, attraversare mezza Bologna per farmi restaurare le scarpe dalla vecchia ciabattina di piazza dellUnit. Ogni tanto adotto un vecchio mendicante, un pensionato, un avanzo smozzicato della vecchia Bologna, solo per il gusto amaro di sentire una voce proveniente da un passato cos lontano da sembrare finto. Del resto a queste Hogg ci sono affezionato: sono scozzesi, comode, calde, eterne, le cambierei solo con un paio identico, ma da un paio danni a Bologna non se ne trovano, solo imitazioni Piazza dellUnit immersa nella nebbia serale. La nebbia, a Bologna, ha una sua particolarit: non ha il carattere forte del nebbione che cela alla vista la Bassa, non la spessa zuppa biancastra che odora di salume ferrarese. una nebbiolina sgocciolante, umidiccia, che non nasconde, ma si accontenta di avvolgere: non comanda, le basta esserci, sdrucciolare sul marciapiede, luccicare acqua sullasfalto. Afferra le cose, le priva della loro consistenza, e le restituisce tremule, oscillanti: lascia intendere che potrebbe cancellarle, ma si accontenta di accennare il movimento. La sua vittoria non nello scacciare gli uomini, ma nel trasformarli in fantasmi, in spettri semitrasparenti. Forse nella nebbia i fantasmi di quei sette ragazzi immortalati sulla lapide ritornano in questa piazza, e riprendono a vigilare sulla Bolognina, in attesa dei tedeschi che verranno ad ammazzarli. Pi in l, la barbona che da due anni abita nella macchina parcheggiata allangolo sotto il bar dispiega i giornali per coprire i vetri, e si prepara al cambio dabito serale. Via Matteotti balugina tra i fasci di luce delle auto che fendono la pioggerellina nebbiosa. Ora che ci penso, devessere la prima serata di nebbia della stagione. Mi avvio verso il centro, alla ricerca del primo Margarita della serata.Cos, con la mente gi immersa nella schiuma bianca e salata del cocktail, non faccio caso al passante che incrociandomi si volta silenzioso a guardarmi per un istante. Se mi voltassi anchio, riconoscerei un mio vecchio amico, forse lultimo che mi sia rimasto, sempre che si ricordi ancora di me. diretto verso piazza dellUnit.

Non ha autunni da inaugurare n scarpe da risuolare, non ha amici da consolare n vecchini con cui ciacolare. Si fermer davanti a un vecchio palazzo, fisso a scrutarne la stinta facciata da edilizia popolare

Vai, vai pure, Andrea Vannini. Vai a sfamare la tenia sottile che ti coltivi dentro, aggiungi un pelo, una scaglia, qualche goccia dei tuoi peggiori umori, qualche brandello di te al fibroma che ti cresci dentro con amore, come fosse un figlio.E continua a credere che questa tua ossessione sia vita

uno di quegli appartamenti dove, anni fa, successo qualcosa. Un qualcosa nascosto fra le tapparelle verdastre e lintonaco scalcinato, che continua a ossessionarlo. Come se i muri potessero parlargli, fargli capire il perch, raccontargli cosa manca alla sua storia per essere finalmente compresa e accettata.

Suturargli le ferite, e spiegargli che lui non ne ha colpa.

Restano cos, lui e il caseggiato, luno di fronte allaltro.

Pietra contro pietra, muti.

2. Esterno

Un jour un gnralou bien, ctait une nuitun gnral eut donc

1. 3 settembre 1993. Alba

Il corpo giace sulla poltrona, innaturalmente piegato attorno al bracciolo. La giacca da camera si apre sopra il nodo allentato della cintura. Il petto, cosparso di radi peluzzi bianchi, urta contro il granata della stoffa. La giacca di ottima fattura. Sul perlato di Sicilia, una macchia quasi nera si sta rassodando: sarebbe rossa, in un fumetto o un film. Luomo che osserva la scena riuscir ad abituarsi, prima o poi. La scrivania in mogano scuro, intonata al colore della notte che filtra dalla grande vetrata non schermata dalle pesanti tende(avrebbe dovuto tirarle, prima? e se non lo ha fatto, perch non gli importava, o perch aveva altri pensieri? e se ne aveva, erano ricorrenti, o sono apparsi allimprovviso? da quanto tempo si stavano facendo strada verso la tempia destra, verso il pavimento, gorgoglianti dentro quella piccola pozza?)Sul caminetto un po tetro un busto (di chi?), giocattoli rari, una scatola vuota (cofanetto Sperlari), lorologio a cuc, una sedia in damasco. E il gran lampadario in mezzo alla sala, che specchia e moltiplica il pessimo gusto.

Le carte sulla scrivania non sembrano scompigliate; nel loro ordine sommario, lasciano intendere che lultimo foglio quello di carta intestata, bianco crema, col monogramma in rilievo dorato in alto nellangolo, e nullaltro. Bianco crema: niente ultime parole famose. Nel resto della stanza c tutto quanto ci si aspetterebbe di trovare in una signorile villa sui colli: una villa con un passato ben pi nobile e raccomandabile di quello del suo ultimo proprietario, e un presente abitato, sino ad ora, da un uomo che se potesse ancora parlare si definirebbe, con orgoglio, fatto da s. Probabilmente sar felice di parlare di lui qualcuno di quelli che per farsi da s ha dovuto, non sempre metaforicamente, disfare, cancellare, annientare. Quadri dautore alle pareti, accostati con gusto dozzinale; libreria di rappresentanza, imponente come una piazza darmi che schiera un reggimento di libri intonsi; un inginocchiatoio depoca, inatteso come la posizione assunta dal suo proprietario, che del resto non lo ha mai usato. In una cornicetta dargento, la foto di un monastero orientale, o qualcosa che gli somiglia, con un cerchietto in rosso attorno a una finestra.Che diavolo sta a significare, pensa il funzionario di polizia mentre si gira con la foto in mano, quasi avesse dimenticato a chi sta rivolgendo la sua domanda. con questa buffa espressione, a met fra lo stupito e il sentimento di essere un idiota, che vede per la prima volta la mano destra spuntare appena, schiacciata contro il pesante bracciolo della poltrona, di sotto il corpo. Nella mano destra, la pistola.Quella pistola fuori posto.Luomo avvolto dallimpermeabile chiaro, la faccia stanca per la sveglia indesiderata, la fissa con una strana espressione, come se quella mano stringesse un ferro da stiro o lombrello di Mary Poppins. Quella pistola non deve essere in quella mano, tutto qui. Anche se, ovviamente, chiaro che sempre stata in uno dei suoi cassetti.Ci sono investigatori che grazie al loro quoziente di intelligenza non sbagliano mai; altri che sono immancabilmente informati da una fitta lombare o un reumatismo che si presentano, puntuali come a un pranzo importante, nei momenti topici; altri ancora che sono baciati dalla fortuna proprio quando ti aspetti che debba succedere, in genere verso il penultimo capitolo. Poi, fuori dai libri, ci sono quelli che vengono dalla gavetta e si limitano a ricordarsi alcune delle cose accadute negli anni, magari perch hanno un buon metodo di archiviazione, o semplicemente una buona memoria. Come quello che, quindici anni prima, era dattilografo alla sezione balistica, presso la questura di Milano, e ha battuto il rapporto sulle armi che spararono, durante una manifestazione, contro la sede dellAssolombarda. Armi quasi tutte assenti dai normali schedari, e soprattutto da quelli politici, a eccezione di quella stupida Smith & Wesson a tamburo, puntualmente registrata e protetta da regolare porto darmi, che lanno precedente aveva quasi paralizzato un vagabondo a cavalcioni del muro di recinzione di Villa Dondi. Cos quel bossolo era stato archiviato, ed era rispuntato fuori quindici mesi dopo, partito dalle mani di uno di quelli del Comitato della Solferina e recapitato contro una finestra, e da l in una porta in legno, dove si era infine arrestato. Due stanze pi in l, il proprietario della Smith & Wesson guardava in basso, protetto da un vetro antiproiettile, assieme ad alcuni colleghi daffari.

Alberoni gli avrebbe dedicato il suo fondo, due giorni dopo:

edipo a milano

Una generazione che non ha saputo far dono ai propri figli di amore e felicit, scopre ora che il benessere non lenisce i conflitti fra padri e figli, ma anzi li ripropone su scala sociale: non pi attorno al tavolo, allora di cena, ma nelle strade, sul lavoro, nel mondo. Quella di due giorni fa non stata una manifestazione politica, ma una rappresentazione edipica. Due generazioni che, separate da un muro, non hanno altro da dirsi se non inviarsi messaggi di

eccetera eccetera eccetera

Per alcuni di loro, gi in basso, cerano forse Edipo, col suo carro sporco di sangue, il suo incombente destino e il suo piedone rigonfio. Per altri, cerano i propri figli in carne, ossa e revolver. Che non avevano bisogno di ricorrere ai consueti mercanti per procurarsi le armi: bastava il cassetto della scrivania di pap. O la cassaforte di Villa Dondi, dalla quale la Smith & Wesson risultava misteriosamente scomparsa. Quel giovane agente che batteva il rapporto balistico aveva poi cambiato ufficio, e tempo dopo materialmente timbrato larchiviazione della denuncia contro ignoti per il furto della pistola. Del resto, anche i ragazzacci della Solferina erano rimasti ignoti, ed erano stati quasi tutti archiviati negli uffici contro cui, in quel nebbioso giorno di marzo, scaricavano una selva di proiettili, vanamente ostacolati dallattonito servizio dordine. Avevano smesso di votare nelle assemblee levando in alto la pistola, e avevano imparato a votare sollevando la delega e contandosi per pacchetti azionari: cos va il mondo, cosa ci vuoi fare? Poi, una notte di settembre, quella Smith & Wesson ricompare, si appoggia sulla tempia destra di un facoltoso industriale e lascia uscire un proiettile che si fa strada attraverso due pareti ossee e un agglomerato di tessuto spugnoso e molliccio sino alla porta del bagno privato, dove resta conficcato. Se non unabitudine, ci manca poco. Naturalmente il mondo pieno di Smith & Wesson, e Andrea Vannini, rinchiuso dentro un impermeabile senza fodera, non potrebbe giurare che si tratti della stessa pistola; ma quando incontrer il perito balistico, gli consiglier di fare immediatamente un certo raffronto. Il giorno dopo, nessuna sorpresa: la pistola quella.

Nel frattempo lispettore Vannini appoggia sul suo tavolo, accanto a un bicchierino di carta pieno di caff bollente e una sigaretta spenta dopo un paio di boccate, il fascicolo di Alberto Dondi, figlio di Gian Maria Dondi. Sono le 9.24 del 4 settembre. Ventotto ore prima, il sangue di Gian Maria Dondi si raffreddava sul pavimento, mentre il personale di servizio veniva sommariamente interrogato.

Angelo Romboli, cuoco, cinquantatre anni, in servizio nella villa da tre. Faccia da macellaio toscano, amichevole ma severa. Il cadavere lo ha trovato lui, poco dopo le quattro del mattino. La sua stanza al piano terra, accanto alla cucina, e andando in bagno ho notato la luce che filtrava sotto la porta dello studio in fondo al corridoio: pensando che il signor Dondi si fosse addormentato sulla poltrona, ho aperto la porta. S, accadeva a volte che il signor Dondi lavorasse sino allalba, per inviare via fax agli agenti di borsa, o ai suoi pi stretti collaboratori, le istruzioni per la giornata a venire: il signor Dondi preferiva cos, piuttosto che svegliarsi prima dellapertura dei mercati e degli uffici, ma no, non ho notato nulla di insolito negli ultimi tempi, e no, il signor Dondi non dava confidenza al personale, e no, non ho alcuna idea, n alcun sospetto, sulle cause del suo gesto, e certo che mi sono rivestito mentre attendevo che arrivassero gli agenti, non amo farmi vedere in pigiama.

Giulia Baracca, responsabile del personale, trentasei anni, in servizio da due come responsabile, e in precedenza per altri due come cameriera. Lei, a differenza del cuoco, si limitata a gettarsi addosso una vestaglia da camera, che tiene stretta con le mani, mi scusi, ma non sono riuscita a trovare la cintura (in compenso si infilata le calze scure, per abitudine: erano sul letto, e meccanicamente, sa), no, sono lunico membro della servit a dimorare in villa, a parte il cameriere, certo, stato lui a svegliarmi, e ho chiamato immediatamente i carabinieri (come continuer a dire allispettore di polizia che smetter, dopo la seconda volta, di correggerla). Guarda spesso in terra, arrossisce leggermente ogni volta che risponde, e veramente no, non ho controllato se il signor Dondi fosse gi morto, o ancora in vita, ma sembrava cos cos cos morto, capisce, il mio compito specifico di dirigere il personale, che arriva in villa in parte alle sette del mattino (lautista, la prima cameriera, laddetta alla lavanderia), in parte a mezzogiorno (la seconda cameriera, laiuto cuoco, lautista per la signora Dondi, che per in questi giorni in congedo, perch la signora in Svizzera, in villeggiatura). Probabilmente, nel dirigere il personale, fa uso di quellautoritarismo un po stridulo, ma efficiente, tipico delle persone insicure. Ha un quasi impercettibile sbafo di rossetto poco sopra il labbro superiore, che non si noterebbe se non avesse una leggerissima peluria bianca.

Donato Vinciguerra, custode e giardiniere, trentasei anni, in servizio da nove. Tracagnotto, capelli corti e arricciati, con un principio di stempiatura, sbarbato con molta cura, in divisa, laria leggermente seccata, come se lo irritasse una piccola imperfezione dovuta al caso, o a una indebita interferenza altrui, che rester comunque a infastidire il suo senso della perfezione. Abita nel casotto allinizio del viale, da dove non potevo aver sentito alcunch, il mio compito sorvegliare lingresso della villa, attraverso un sistema di telecamere a circuito chiuso, e no, nello studio privato del signor Dondi non c una telecamera, come, del resto, negli altri appartamenti privati, c un interfono per comunicare, ma il signor Dondi stasera non lo ha mai usato, da dove ero non potevo sentire un rumore come un colpo di pistola esploso in questa stanza, se posso ritenermi libero, mi perdoni, ho paura che il mio cane stia abbaiando, molto vecchio, comprenda, il vostro arrivo lo ha svegliato, e sar certamente inquieto, la ringrazio.

Otto ore dopo Andrea Vannini tira gi due righe di appunti, prima del rapporto ufficiale.

Gian Maria Dondi, industriale e uomo daffari, sessantadue anni, sposato, un figlio. Azionista di maggioranza della FederFin, societ di importanza nazionale con interessi prevalentemente nel campo chimico. Arriva alla FederFin nel 1980, attraverso una serie di spericolate operazioni borsistiche. In precedenza si era costruito una posizione con la ChemiBrianza (societ con sede a Bologna, ma con interessi prevalenti nel nord Italia), di cui stato co-fondatore e vice-presidente sino allomicidio, di matrice terroristica, del suo socio, Gilberto Varisi, avvenuto nel 1980 (gruppo responsabile sgominato, esecutori materiali arrestati). Residente a Milano dal 1960. Acquista una villa sui colli bolognesi nel 1976, e vi si trasferisce lanno successivo, continuando per a fare la spola con Milano, dove la famiglia continua a risiedere sino al 1981. La moglie attualmente in Svizzera, ufficialmente in villeggiatura, in realt in una casa di cura per malattie della psiche. Il primario, Philippe Roche, la ritiene non curabile. Di famiglia borghese, sposa il Dondi nel 56, quattro mesi prima della nascita dellunico figlio. Comincia a dare segni di squilibrio allinizio del 1981. Il figlio irreperibile da oltre un decennio. Ha avuto qualche problema negli anni settanta (politica), apparentemente niente di serio. Le sue tracce si perdono in Irlanda, nel 1983, da dove forse si imbarca per lIndia. Probabilmente recita mantra con una sottana arancione, e si fa chiamare Dolcepetalodiqualchecosa. Patrimonio accertato notevole, in buona parte consolidato in immobili. Rapporti con la famiglia dorigine, inesistenti. Il Consiglio di Amministrazione della FederFin resta convocato per domattina. Ipotesi sulle cause: nessuna, per ora.

ps. La pistola usata compare nellassalto allAssolombarda. La cosa fu messa a tacere con una denuncia per furto contro ignoti, probabilmente per coprire il figlio. Chiedere una scheda informativa sul figlio.

nota bene: La ChemiBrianza riemp di sostanze cancerogene una fetta della provincia di Cuneo, dove aveva uno stabilimento, nel 1974. Una piccola Seveso, passata inosservata, o quasi. Rivedere anche quel fascicolo.

Mentre Renzo Tramaglino usciva dal lazzaretto, si scatenava su Milano un temporale dallinusitata violenza, che il giovane tessitore lombardo, ebbro di felicit, avrebbe bevuto senza riparo, come un Gene Kelly inciampato in una sfasatura temporale e riemerso nella Lombardia del xvii secolo. Dicono le cronache dellepoca che quel benefico diluvio abbia lavato via la peste da Milano. a questo che pensa, in piedi davanti alla finestra, lispettore Vannini. Un simile nubifragio, allinizio di settembre, non capitava da tempo immemorabile a Bologna. In silenzio, mentre osserva un vaso di rose che, strappato dalle raffiche di vento dal suo sottovaso, precipita tonfando sul marciapiede sottostante, Vannini pensa a tre persone ossessionate, direttamente o indirettamente dai Promessi sposi.Una di queste lo legge da anni. Ininterrottamente.Gli altri due pensano a lui da anni. Ininterrottamente.

Non la buona pioggia che spazza via la peste, la pioggia radioattiva, uno scampolo tardato di Cernobyl che porta gi la peste, che irradier le coscienze e far grondare sangue dai tetti delle case: il quarto cavaliere che suona la tromba, e chiama a s le sue armate

Questo diluvio gli fa salire un brivido lungo la schiena.Mentre impugna la fiaschetta dove residua un ultimo sorso di Bushmills. spegne la sigaretta appena accesa, lascia scendere il whisky gi per la gola, e compone un numero di telefono a memoria.Risponde una segreteria telefonica. Andrea Vannini lascia un messaggio, ne lascer altri, sino alla mezzanotte, nel corso del giorno, maledicendo il sabato.Quando mette gi il ricevitore ha lo sguardo fisso verso un punto imprecisamente al di l delle mura del suo ufficio. Pensa alla sua Irlanda, alla baia di Galway, allerba che cresce sul filo del mare, nel Connemare, e ai pony che la brucano, mentre rialza la cornetta, revoca i quindici giorni di congedo che aveva chiesto da tempo, e annulla la prenotazione per Dublino.

Tutto ha sotto il cielo una sua ora, un suo tempo.Il tempo di uccidere, e il tempo di curare.

2.

mentre giro la chiave nella serratura che sento gli ultimi rintocchi dellorologio. Secondo lui mezzanotte. Da qualche parte, nella mia testa, la mia voce (versione sarcastica) cantilena che lorologio indietro di un quarto dora. Sono cos scemo da ascoltarmi mentre schiaccio linterruttore e avanzo. Quando lo sgabello millividisce lo stinco lo riconosco, e penso che non dovrebbe suonare come un vaso che va in pezzi. Poi il tappeto mi urta con violenza la faccia, riempiendomi la bocca di polvere. Fossi Paul Newman, farei perno con un piede ruotando su me stesso, e userei laltra gamba come una forbice per colpire chiunque mi stia attorno nel raggio di un metro. Invece sono solo un povero investigatore privato, per di pi bruno, ubriaco come ogni fine settimana da quando ho smesso di bere nei giorni feriali, che avrebbe dovuto comperare la lampadina nuova. La mia vita piena di se non: se avessi cambiato la lampadina non sarei entrato in una stanza buia, se non avessi giocato a chi beve pi tequila alla messicana mi sarei accorto che la luce era rimasta spenta nonostante linterruttore premuto, se fossi capace di riassettare questo fottuto soggiorno allamericana (o, se preferite, questo delizioso monolocale con spazio cucina e bagno-con-doccia, cio senza vasca) non avrei lasciato uno sgabello nel mezzo della stanza, se lavassi i piatti non avrei il lavabo pieno e non sarei costretto a usare uno sgabello poggia-piedi come reggi-piatti-da-lavare (quando i piatti raggiungono lo sgabello segno che vanno lavati: in genere funziona cos). Forse lordine dei se non non logicamente inattaccabile, ma d un senso allinsieme. Inoltre ho scoperto cos quel rumore di vaso rotto, e la cosa mi rassicura (lultima volta che successo sono rimasto per mezzora per terra, con la testa che dava un party a cui era invitato tutto il quartiere Fuorigrotta nella notte di Capodanno, a chiedermi da dove spuntasse fuori quel vaso che avevo rotto senza averlo mai posseduto). Cos, rassicurato dal rumore che le rotelle fanno dentro la mia testa mentre compongo poemi logici riservati a pochi spettatori non paganti (i piatti e il bicchiere che ho rotto), posso rialzarmi e cercare con circospezione la scrivania, prima che la catena dei se non si srotoli da sola verso terreni delimitati da minacciosi cartelli

(Hic sunt leones!)

In quel momento la lampadina sovrastante la scrivania, sollecitata da un impulso proveniente dal suo interruttore, si accende, per un attimo gli occhi mi si riempiono di luce (quante probabilit ci sono di riuscire ad accendere unalogena al buio mentre i tuoi occhi non le sono accanto?), e resto un attimo imbambolato, mentre la vocina rassegnata mi dice, col suono di un corpo che cade su una poltrona (il mio, credo) che troppo tardi.Dovrei trovare il modo di togliermi dalla testa questa maledetta concatenazione di se non O quanto meno, dovrei trovare il modo di disattivarla. Se fossi rimasto, forse non sarebbe finito tutto. Forse avremmo trovato una soluzione. Forse Barbara sarebbe ancora viva. Forse

(ormai troppo tardi, tanto vale lasciar libero corso ai miei pensieri)

La vocina ipocrita dice, con tono sicuro, che lultima volta, ma questa volta per davvero. Da domani niente pi alcol, neanche di sabato sera. Lo squillo che la mette a tacere devessere un nuovo programma, una specie di salvaschermo, qualcosa di simile al tostapane con le ali che ti attraversa il monitor quando un po che non batti un tasto. Non ricordo di averlo inserito, ma sono contento che ci sia. Laltra voce non ha smesso di tormentarmi, per lei non ci sono sistemi di sicurezza. Se fossi stato con lei, Barbara non sarebbe volata dal tetto della discoteca Caribea, sorretta da una purpurea nube di ecstasy. Anche se non ha senso ripetermelo, continuo a pensare che lunica cosa che Barbara detestava pi delle droghe era la musica sudamericana, in tutte le sue varianti. E, in ogni caso, non aveva pi let per lecstasy. Sto per imbarcarmi in una caterva di recriminazioni, quando lo scatto meccanico della segreteria telefonica mi fa capire cosera quello squillo. (e io avrei pensato tutto questo nello spazio di quattro squilli del telefono?) Se non altro, i cattivi pensieri fuggono spaventati nelludire un: da oggi pomeriggio che ti cerco gracchiante dal registratore. Quanto a capire chi mi cerca, un altro paio di maniche. Ci penser domani, come diceva sempre la mia eroina preferita. Lultima immagine che ricordo mentre mi addormento sulla poltrona di me, in abito da Magnifico Rettore, mentre consegno la laurea honoris causa a Scarlet OHara per il suo contributo dato alla soluzione dei problemi dellumanit.

Andrea Vannini sempre stato un tipo fuori dal comune. Non ci ha mai detto perch, un bel mattino, ha lasciato Universit e collettivo per entrare in Polizia. E nessuno di noi glielo ha mai chiesto. Ai funerali di Barbara mand un mazzo di fiori, e a me un biglietto: Scusami, non posso venire. Mi spiace, Andrea.

Lultima volta che si fatto vivo stato, credo, pi di due anni fa. Anche allora una telefonata, come non ci si vedesse da due o tre giorni, un appuntamento al solito pub irlandese (lunico che abbia la Guinness alla spina, quasi vera, come fosse Donegal), una serata di chiacchiere, come tra amici che si vedono abitualmente (quella volta l, erano solo due anni che non si faceva vivo: i tempi si allungano, devessere stato molto impegnato), senza mai nominare I quattro gatti, come ci chiamavano con sarcasmo quelli pi impegnati, quelli pi organizzati, quelli pi armati, quelli pi fedeli alla linea. Quelli pi stronzi.

Noi quattro cani sciolti, sempre insieme sin dai tempi del liceo, anzi, ancor prima, sin dai tempi di quel baretto dove giocavamo al calcio balilla, e Andrea aveva quel tiro secco, potente, con cui segnava dalla difesa

ancora? Al bar, a calcetto, quando ancora non sapevamo niente di politica, da ragazzini insomma. Ma eravamo in cinque, cera anche quel ragazzo taciturno dalla testa grossa, e lo chiamavamo Giovannino Testagrossa, e un pomeriggio, in piscina, sbagli il tuffo, cos come si pu sbagliare un congiuntivo per troppa enfasi, e continuando a sorridere piomb in acqua, scomposto come una frase sgrammaticata, e lo recuperarono i bagnini, e tu eri l, presente, ma ogni volta che parli del circolo del calcetto ridiventiamo quattro, possibile? Ed era lui a tirare secco, di prima, Andrea aveva quel tiro obliquo, carezzava la palla e la effettava dolcemente, e non capivi se era un tiro o un passaggio, e gli altri pupazzetti giravano a vuoto come marionette dislessiche, mentre la palla rotolante varcava sempre pi lenta la soglia della porta avversaria, talmente lenta che a volte la si recuperava con la mano prima che andasse gi, e si giocava con una palla in pi

e noi da sempre impegnati a litigare sui western, a dividerci in fazioni organizzate, con statuti, documenti, comunicati che venivano stampati e volantinati nelle assemblee, affissi alluniversit: da sinistra (allestrema, ovviamente) la Colonna Clint Eastwood accusava John Wayne di essere un compagno che sbaglia, un elemento propulsivo del movimento ormai oggettivamente trasformatosi in ostacolo alla dialettica interna alla classe; da destra, il Nucleo John Wayne rivendicava lortodossia di linea dura e senza cedimenti contro lo spericolato soggettivismo dei Peckinpah e degli Aldrich, che utilizzavano poche citazioni di John Ford tirate e allungate come il chewing-gum per affermare una linea avventuristica, oggettivamente al servizio delle forze della controguerriglia psicologica.

Quando arrestarono Cristiano smettemmo di ridere quasi di colpo.

Pochi giorni prima si era alzato allalba per volantinare davanti ai cancelli della Weber, assieme ad Andrea (che aveva da poco ottenuto il trasferimento a Bologna, e smontava proprio allora dal servizio, pensa te se lo riconoscevano che casino) un duro volantino (Le discese ardite e le risalite) contro lultimo film di Walter Hill, I cavalieri dalle lunghe ombre,

opera di un agente della controguerriglia reazionaria, una fastidiosa zanzara estiva che svolazza sulla fanghiglia ai bordi dellinarrestabile fiume in piena della rivoluzione

Da allora con Andrea cos: ci si vede solo quando vuole lui, si parla di niente, e ciascuno dei due (con Andrea, anche quando Barbara era ancora viva, mai pi uscite di gruppo) sa che dietro quel muro di niente c il non aver capito che, mentre noi ci limitavamo a giocare ai cow-boy, Cristiano sparava per davvero.

E ammazzava.

da oggi pomeriggio che ti cerco. Chiamami a casa quando rientri, oppure domattina in ufficio. In quale momento, ieri sera, ho inserito nel registratore una delle vecchie registrazioni delle trasmissioni di Barbara? In ogni caso, durante la notte devo avere abbassato il volume (ci metter due giorni a ritrovare il comando a distanza dello stereo sotto il cuscino della poltrona). Cos, mentre sgranocchio fiocchi davena e latte freddo, mi riascolto il pezzo dei Residents con cui terminava ogni volta Il t del contadino. Mentre la moka gorgoglia (ecco unaltra cosa da fare: devo comperare un nuovo filtro), sento la voce bassa di Barbara che sussurra, dietro la voce profonda del cantante: E anche per oggi tutto. E, mi raccomando, non dimenticate di offrire il t alluomo dellaratro, una bistecca al sole splendente, e un bicchiere di vino alla fatina della buona pioggia. Dopo esserci lasciati, inizi quella trasmissione musicale, lei che possedeva s e no venti dischi. Mai saputo cosa diavolo volesse dire, con quelle frasi finali. Barbara aveva i suoi segreti. La sigla di chiusura si intitolava Pain & Pleasure. Almeno questo so perch lo aveva scelto. Paura e piacere ci girano intorno, sinch non comprendiamo che sono una cosa sola. Cos diceva, pi o meno, quella canzone, appena arrivatale dallAmerica. Aveva amici a San Francisco, che ogni tanto la aggiornavano sugli ultimi scampoli della declinante scena Californiana.

Mentre aggancio il casco alla ruota anteriore della mia Vespa mi sovviene che la prima volta che metto piede nellufficio di Andrea. Dellispettore Vannini, mi correggo davanti al giovane poliziotto al quale, soprappensiero, ho chiesto: Dove posso trovare Andrea?

3.

Fammi capire. Ti fai vivo dopo due anni, di domenica (ieri era sabato, ma fa lo stesso), e la prima cosa che mi dici, come fossi il tuo commercialista, : raccontami tutto della scalata alla FederFin del 1980. Ho capito bene, o mi sono perso qualcosa di essenziale, come scusa se non mi sono fatto vivo per tutti questi anni, oppure ti poi passata lasma? Hai capito male. Non voglio che mi racconti tutto. Ho gi letto il dossier, e non ci ho capito niente. O meglio, ho annusato una gran puzza. Voglio che tu me lo racconti saltando le fasi intermedie, le finanziarie dappoggio, i giri fasulli di azioni, i prestanome, e cos via. In trenta righe: una cartella secca. Sei tu che capisci leconomia: io mi fermo al modello 101. Le scuse te le faccio dopo. Uno pari, palla a te. Fammi sognare.In un mondo in frenetica trasformazione, consolante scoprire che non tutto cambia. Negli anni del liceo circolavano leggende sul tatto e la sensibilit di Andrea Vannini. Visto che alla fine vincer lui, rinuncio a combattere. Mi guardo intorno, tanto per far sbollire lirritazione. Le pareti sono bianche, o almeno lo erano quando cera Scelba. A parte il crocefisso e il presidente, non c nulla che ravvivi, per cos dire, il muro. Mentre mi giro verso Andrea, scopro una piccola foto sul mobiletto in legno, fissata con una puntina colorata. Sandro Pertini, col braccio sinistro sul fianco e il braccio destro imperiosamente levato in aria, elegantissimo come sempre, circondato da giovani armati e impolverati. Milano 1945. Andrea Vannini, non cambierai mai. Lunico, nelloccupazione del 74, a intervenire in una tumultuosa assemblea, gelando il frastuono, i fischi, il marasma citando il compagno Sandro Pertini. Chi? Il compagno Sandro Pertini.E lassemblea tace, nello sconcerto di quasi tutti i capetti abituati a citare nome improbabili come Cenpot, Trschi, Rudidsc-che, ai quali proprio non sovviene quale linea, quale tendenza di destra o di sinistra, spontaneista ovvero operaista faccia capo al compagno Sandro Pertini.Sotto la foto di Pertini, un ritaglio di giornale:

ritrovate a parma le tele di bacon

Bacon lo conosco. Barbara era stata in Svizzera a vedere una collezione privata, e mi aveva mandato una cartolina con un suo quadro. Una specie di pugile, una via di mezzo fra Picasso e un piatto di fegatelli, con dietro un saluto: la mia ultima scoperta. Te ne parler, quando ci rivedremo. Timbro postale, 29 agosto. Non ci vedevamo da sei mesi. Lho rivista sotto un lenzuolo, col collo spezzato, quando mi hanno cercato per il riconoscimento. Larticolo racconta della brillante operazione condotta dal giovane neo-ispettore Andrea Vannini, che si spacciato per un acquirente interessato per sgominare una centrale specializzata nella compravendita di opere darte trafugate. Oltre alle due tele, rubate a Londra nell82, ritrovati numerosi vasi etruschi, monete doro di epoca romana, degli acquerelli del

Il tuo primo successo? Cos c scritto.Quando risponde cos, vuol dire che qualcosa non funziona. Cosa c che non va in questo articolo? Le tele rubate a Londra erano tre. Ne abbiamo recuperate solo due. Mancava la tela centrale. E di quella non ne ho trovato neanche le tracce. Svanita nel nulla. Mai immessa sul mercato. Qualcuno, da qualche parte, si sveglia al mattino e se la guarda. Io al mattino posso al massimo contemplare limmondezzaio comunale.Poetica e retorica degli appartamenti Iacp. Sul suo tavolo, in una carpetta di cartone giallo-ittero, laffare FederFin. Una pagina gloriosa della finanza italiana. La prendo in mano, e sollevandola scopro che sotto c n unaltra, dello stesso colore, ma con meno documenti allinterno. Sopra c scritto: Alberto Dondi.Il nome mi dice qualcosa, ma non ricordo le circostanze. Anche la foto non mi dice niente. Dietro la carpetta, il volto inespressivo di Andrea. Quando avrai finito di studiare il panorama, ricordati di meContinuo a leggere, come non lo avessi sentito. Alberto Dondi, di Gian Maria e Andreina Pagnin, nato a Fiesole (fi) nel 1956. Segnalato in numerose manifestazioni dellultrasinistra, senza fissa collocazione. Nel 78 una nota informativa lo segnala attivo nel Comitato della Solferina (vedi fascicolo), organizzazione la cui pericolosit emersa nella primavera dello stesso anno. Iscritto a giurisprudenza, otto esami sostenuti in cinque anni. Irreperibile dalla fine del 79. Sospettato di contatti con Prima Linea. Nel settembre 1982 viene fermato a Londra, con documenti propri. Estradizione non concessa per mancanza di riscontri alle accuse. Lanno successivo si imbarca su un volo Dublino-Ankara-Bombay.

Quelli della Solferina me li ricordo. Figli di pap che hanno giocato ai soldatini per un paio danni, per poi scomparire nel nulla. Non avevano certo problemi a procurarsi le armi: in genere, sfoggiavano quelle di famiglia. Una volta uno di loro, dimentico di cambiarsi le scarpe, scoperto in assemblea con le Peter Flower ai piedi aveva tirato fuori un revolver spropositato, mancando di un niente uno di quelli che gli stavano sputando addosso. Anni affollati, gente Cosa centrano quei fighetti della Solferina? Probabilmente niente. Parlami delle gesta del padre di quel campione. Gian Maria Dondi, lo squalo che si fatto da s? Prego? cos che lo chiamano, nei salotti buoni. Non credo che lo chiameranno ancora. E se lo faranno, non credo che risponder.Devessere successo qualcosa. Forse dovrei ascoltare i notiziari, prima di uscire di casa. Forse dovrei addirittura comprarmi un televisore. (dovrei farlo, ma in questo caso non sarebbe servito a niente. La notizia del suicidio non ancora in mano alla stampa)Inizio a raccontare. Sono sempre stato bravo, nelle sintesi. Sono le analisi a fregarmi. per questo che mi sono specializzato nelle investigazioni finanziarie: al livello a cui opero io, in genere vengono a cercarmi con gi tutti i dati in mano, e io devo solo compiere quelle piccole correzioni alle vigenti normative per scoprire dov che i fili si sono annodati.

Laffare ChemiBrianza-Federfin. Tragedia in cinque atti e un intermezzo. Atto primo. La FederFin, azienda chimica di peso nazionale, numero due nel settore concimi, decide di accrescere il proprio peso sul mercato acquisendo la ChemiBrianza, spregiudicata azienda staccatasi da una costola dellIcmesa, specializzata nei materiali plastici. Obiettivo della fusione, la creazione a medio termine del terzo polo nazionale nel settore chimico, meno grosso ma pi agile di Eni e Montedison. Con un accordo fra le due societ, la Federfin acquisisce il pacchetto di maggioranza della ChemiBrianza, di propriet dei fondatori Gilberto Varisi e Gian Maria Dondi, a un prezzo rivalutato. Parte delle quote viene scambiato col sette per cento delle azioni FederFin, quattro per cento al Varisi e tre per cento al Dondi. Per finanziare loperazione, il dieci per cento delle azioni FederFin viene immesso sul mercato, mentre un altro dodici per cento viene acquistato da una finanziaria canadese, la Logan Ent. Incom., apparentemente interessata a farsi spazio sul mercato nordamericano con lapertura di un ramo canadese della Federfin. Loperazione pulita, apparentemente senza problemi: la FederFin si espande, Varisi e Dondi rivendono le proprie azioni realizzando una plusvalenza impensata, e per soprammercato entrano, come soci di minoranza, nel salotto buono della chimica, nel giro che conta. La Logan Ent. Incom. garantisce una presenza su un mercato dove i concorrenti europei non sono ancora presenti. Infine, il dieci per cento delle azioni, polverizzato sul mercato, non preoccupa nessuno. Chiaro, fin qui? Pi o meno. Spiegami perch la FederFin mette in vendita qualcosa come il ventinove per cento complessivo delle proprie azioni. Per due ragioni. Primo, ma questo non lo dovrebbe sapere quasi nessuno, ha nei piedi pi argilla di quanto sembri: non ha liquidit necessaria per un boccone come la ChemiBrianza, e non pu correre il rischio che qualcun altro ci arrivi per primo. Secondo, il quarantatre per cento delle azioni FederFin in mano alla famiglia Cabacci Cabacci. Nella chimica italiana da tre generazioni. Lesperienza al servizio del mercato e con una quota di maggioranza cos robusta i Cabacci si sentono al sicuro. Dopo tutto, il dodici per cento che parte per il Canada meno di quanto part da Torino in direzione Tripoli ai tempi dellintesa Agnelli-Gheddafi. Forte e chiaro. Atto secondo?Sono soddisfatto di come riesco a dipanare quel groviglio di serpi con poche frasi, eliminando tutti i passaggi intermedi, soprattutto quelli fatti apposta per depistare non solo un povero ignorante come Andrea Vannini, ma soprattutto le commissioni di controllo. Che, del resto, non chiedono che di essere prese per il naso in modo credibile, senza che la cosa appaia troppo evidente. Mi servo da solo un caff dalla macchinetta automatica, per coprire quel retrogusto di tequila che mi tormenta il palato. Atto secondo. Al momento della collocazione (Dio, che schifo! Con cosa lo fanno il caff qui, coi ceci tostati?) della collocazione del dieci per cento sul mercato, qualcuno gi pronto, con capitali liquidi freschissimi e ben oliati. Le azioni FederFin vengono rastrellate nel giro di quarantotto ore. Nel giro grosso cominciano a guardarsi lun laltro di traverso. I canadesi fanno la voce forte: se questa la credibilit e la riservatezza del mercato italiano, grazie tanto, non ci stiamo. I Cabacci sudano sette camicie per convincerli a rimanere nellaccordo. Intermezzo. Un dirigente dellIcmesa viene ucciso, a Monza. Seveso, tanto per capirci. Qualcuno di quelli che sparano pensa che sia una buona idea. Malauguratamente per Varisi, questo qualcuno si ricorda anche di quella nuvoletta che sorvol Cuneo una mattina di qualche anno prima. Morale, Varisi viene ucciso il 17 aprile 1980.(quando dico la data esatta, io che di solito non sono capace di ricordare la data di morte di Napoleone, Andrea mi fulmina. Non muove un muscolo, un sopracciglio, un labbro. Si limita a incenerirmi con lo sguardo e aspetta che io ricomponga misericordiosamente le mie ceneri. Cristiano Malavasi, che cazzo hai combinato?) Atto terzo. Nel mese di luglio, mentre lItalia parte per le vacanze, Gian Maria Dondi, che ha acquisito le azioni del suo socio e ha dichiarato, in una commovente commemorazione pubblica, che il programma di questa azienda, che noi abbiamo creato iniziando a lavorare con le toppe sotto i pantaloni e le maniche di camicie rivoltate, continuer immutato, perch alla sua testa saremo sempre in due, come lo siamo stati per trentanni, rileva le azioni dei canadesi. Si scoprir in seguito che la Logan stata creata da un gruppo di finanzieri per svolgere operazioni sporche come questa. Dondi e Varisi erano evidentemente della ballotta. Nel giro di due anni la Logan si scioglier nel nulla. A met agosto, nuovo colpo di scena: il dieci per cento immesso sul mercato lo ha in mano Dondi, che ha utilizzato, per rastrellarlo, i soldi con cui la FederFin ha acquistato la sua baracca velenosa. Fermo un attimo. Vuoi dire che la FederFin ha pagato in anticipo le azioni della ChemiBrianza?Non imparer mai. Scommetto che continua ad avere un conto in banca con interesse del due per cento, e paga pi interessi passivi di quanto non guadagni col deposito. Voglio dire che Dondi e Varisi si erano fatti anticipare, da qualche finanziaria lussemburghese o svizzera, i soldi per loperazione, utilizzando come garanzia e copertura i futuri introiti. A questo punto, Dondi ha in mano il ventinove per cento delle azioni della FederFin, e con piccoli azionisti di minoranza dalle comuni frequentazioni politiche costruisce una cordata che arriva al trentotto per cento. Cos, la situazione pericolosamente in stallo. I Cabacci hanno ancora il quarantatre per cento, ma una cordata rivale del trentotto per cento fa paura. Ciascuno dei due partiti sarebbe costretto a sorvegliare il mercato in unopera di costante accaparramento delle azioni disponibili, e la cosa non conviene a nessuno dei due. Per di pi, i Cabacci, ad agosto, hanno la cassa vuota. Dondi lo intuisce, e propone un accordo. Atto quarto. La Carbofibre, societ controllata dal maggior polo chimico nazionale, che possiede un simbolico due per cento della Federfin, acquista il tre per cento dai Cabacci, il cinque per cento dal Dondi e il tre per cento dai suoi soci di cordata. Situazione: Cabacci, quaranta per cento e due lire in cassa, per buona misura; Dondi, ventiquattro per cento; i suoi amichetti, sei per cento; a far da arbitro, col tredici per cento, la Carbofibre, che afferma di temere una guerra interna che dissangui il mercato e apra la porta principale ai gruppi chimici tedeschi e svizzeri. estate, lItalia suda, e quando non suda pensa a una stazione ferroviaria saltata in aria, e nessuno ha voglia di scavare sotto questa tregua.(credo di avere un pezzo di cicoria bruciata al posto della lingua: peggio per me, perch ho bisogno di un altro caff) Atto quinto, il gran finale. Allanno nuovo, Dondi acquista lintero pacchetto Carbofibre, e diventa il socio di maggioranza della FederFin. Dondi aveva una tale liquidit?Cosa posso fare? Eppure ha studiato, e il suo quoziente intellettuale nella norma Dondi li trova, i liquidi. Appesi al caminetto, nella calza della befana, se preferisci. E diventa il padrone della FederFin. Ai Cabacci, cornuti e mazziati, non resta che vendere parte delle loro azioni, per reperire un po di fondi con i quali andare a nascondersi da qualche parte. E adesso, indovina il buon Dondi, il gran prestigiatore che fa comparire capitali dal cappello come fossero conigli, cosa fa, per prima cosa? Cede alla Carbofibre il controllo della ChemiBrianza. Adesso, se hai studiato bene, dovresti sapermi dire la morale della storia.Schiaccia nel posacenere la sigaretta fumata a met e abbozza un sorriso. Fammi indovinare. Dondi era un piccolo padroncino, e ora possiede una societ dieci volte pi grande. I Cabacci, che con la loro debolezza rischiavano di essere scalati da altri gruppi, sono stati spazzati via dal mercato senza che i grossi calibri si sporcassero le mani. E la Carbofibre, stando a questo dossier, diventa (legge sul dossier) azienda leader nel settore delle plastiche chimiche.Li scrivono cos, i dossier, i nostri tutori dellordine: copiandoli dalle inserzioni pubblicitarie sui giornali. Azienda leader nel settore delle plastiche chimiche

ora di pranzo (o di cena, per chi non ha fatto colazione a mezzogiorno inoltrato con caffelatte e fiocchi davena), e ho una trib di vermi solitari nello stomaco. Andrea mi guarda, e abbozza un sorriso. Sento le labbra che gli si screpolano per linusualit del gesto, mentre mi dice: Vieni da me, ti racconto il resto a casa. Devi farmi un altro favore.

4.

Lultima volta che ho visto quel manifesto di Ombre rosse era sulla parete del nostro covo, un paio di piccole stanze, una delle quali foderata con i contenitori delle uova, che si dice assorbano i suoni (non hanno mai assorbito alcunch se non gli albumi delle uova rotte nel trasporto, ma del resto neanche noi ci abbiamo mai suonato). Adesso ha qualche strappo, ma protetto da una cornice a giorno. Su una mensola, alcuni libri familiari, una vecchia sveglia, di quelle che fanno tic-tac e suonano col martelletto sulle campanelle, un Monopoli e una foto di gruppo. Quattro ragazzi sorridenti, destinati a un brillante avvenire. Due sono in questa stanza, con un bicchiere in mano, mentre nel forno si scaldano due pizze surgelate. Ci metto un po a riconoscere i Quicksilver nellaria. Hai dimenticato John Cipollina?Credo di s. Adesso che la musica va mi ritorna in mente qualcosa. Una classifica, che non mai stata definitiva. Primo, a seconda degli umori, Eric o Jimi. Dietro, John Cipollina: sempre stato terzo, in ogni classifica. Forse mi piaceva per questo. Cos che ti rode, in questo caso? Un riccone si spara: e allora? Niente messaggio? Probabilmente non ha mai saputo scrivere. Forse voleva scrivere un addio, ma non sapeva quante d usare Hai controllato se nella stanza aveva un vocabolario? Non questo. Tra laltro, uno che la famiglia lha dispersa fra manicomi svizzeri, conventi tibetani e case popolari nella bassa magari non sa neanche a chi scriverlo, il biglietto daddio. Ma non mi va a genio lo stesso. A cominciare da quella pistola.Adesso, probabilmente, sono io a sembrare lo scemo del villaggio. Il fatto che in quella pistola non ci trovo niente di strano: quelli della Solferina, lo sapevamo che gente era. Adesso sappiamo che il figlio di Dondi era uno di loro o meglio, c anche un indizio, perch lo sapevamo gi. E allora? Non il figlio. Quel coglione adesso sar diventato un arancione(lo ha detto sottintendendo un coglione arancione) chi se ne frega. Al massimo, posso usare la pistola come pretesto per tenere la faccenda aperta per qualche giorno. il quadro dinsieme, o forse lo sfondo, che non mi convince. Immaginati Dondi: parte dal nulla, si fa strada a gomitate negli occhi degli amici, e ogni singolo successo deve sembrargli un brandello strappato con i denti dalla bocca di un mondo ostile. Come credi che funzioni la testa di un uomo cos?Quando parte per la tangente, inutile provare a rispondergli. Non sta dialogando: monologa ad alta voce. Mentre continua per conto suo, sforno le pizze, prima che si carbonizzino. Cerco dei piatti che non siano di plastica, invano. Io, anche se non li lavo di frequente, almeno mangio in piatti veri. Avrei voglia di chiedergli quando ha smesso di mangiare decentemente, ma non credo di voler ascoltare la risposta. Come uno che vive nel lusso, ma non butta via niente. Ho dato unocchiata nelle stanze: ci sono vecchi mobili che sono stati sostituiti nelluso da mobili nuovi, pi belli e confortevoli, ma sono rimasti al loro posto. Persino quella stupida pistola, che poteva creargli qualche grattacapo, rimasta conservata da qualche parte. stata la sua prima arma, comperata quando gli si manifestato per la prima volta il timore di essere derubato. uno status-symbol: possono derubarmi, dunque sono ricco. Invece la servit non resta in servizio per pi di quattro-cinque anni, durante i quali frequenta la villa lo stretto indispensabile per svolgere le proprie mansioni. Un uomo cos, soprattutto dopo che la moglie andata fuori dai coppi, dovrebbe aver piacere ad avere qualche vecchio servitore attorno: anche loro sono uno status-symbol, e lo aiuterebbero a sentirsi meno solo. E invece no. Tranne il custode. Che per non pu sorvegliare linterno della villa. Forse non si fida del tutto, o forse non vuole essere osservato. Ma allora, perch non rivolgersi a una sorveglianza privata? Cos uno spreco di denaro, paga come custode un giardiniere. Ti sembra il tipo?(no, non mi sembra, ma se il vecchio pirata aveva qualche mania cosa posso farci?) Poi unaltra cosa, anche questa quasi insignificante. Ho parlato con i suoi soci daffari. I quali, visto il modo in cui ha conquistato la societ, lo tenevano docchio, tanto per non farsi sorprendere con le braghe calate. Per farla breve, il Dondi ha dato disposizioni, due mesi fa, di trasferire una quota del suo pacchetto in affidamento a una finanziaria britannica, di cui si sa quasi niente, e che mantiene le labbra cucite. Per sembra che tra le disposizioni testamentarie ci sia qualcosa che riguarda un eventuale decesso. Stai dicendo che questa societ fantasma potrebbe essere divenuta proprietaria delle azioni ricevute in custodia? Esatto. Una quota non molto rilevante ai fini di uneventuale scalata, anche se convertibile in un gruzzolo cospicuo. Per ammetterai che la cosa ha poco senso.Gi. Non si lascia qualche miliardo in eredit a una scatola di cartone buona per tutte le stagioni. La puntina gratta sullultimo solco del disco. Andrea si alza, e comincia a scartabellare fra i dischi. Sei ancora convinto che i Cream siano stati il pi grande gruppo di tutti i tempi? mi chiede perplesso. Ho paura di non ricordarmi pi neanche chi fossero, i Cream, ma non faccio in tempo a dirglielo. Quando parte White Room crollano gi interi muri di oblio. Questo mondo fa un po meno schifo quando riesci a renderlo pi vivibile. questo il favore che devi chiedermi? No, c dellaltro. Nelle ultime settimane sono stati vendute piccolissime quote azionarie della FederFin. Niente di serio, e se gli amministratori della FederFin non avessero tenuto gli occhi ben aperti probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno. Ma a operare sembrano essere uno o due di quei barracuda del mercato che non lavorano mai con materiale di propriet, ma sempre per conto terzi. E i signori in questione sono convinti che quelle azioni provenissero proprio dalle mani del Dondi. Ora, perch uno che ha molti soldi fa vendere di nascosto, attraverso dei personaggi inaffidabili, le proprie azioni? Perch ha bisogno di contante senza passare dalle banche? Ridicolo. Chiss quanti conti in nero avr avuto. Per non parlare delle possibilit di lavare tutto il contante che voleva Lo penso anchio. A meno che non fosse qualcun altro a non fidarsi di lui. Prova a pensare: qualcuno deve incassare dei soldi, ma vuol essere sicuro che non risultino da nessuna parte. E non si fida del Dondi. E non uno di quelli che ha le mani in pasta con finanziarie bidone, conti in nero e cose simili. Tanto vero che si rivolge, come intermediario, a uno che, a quanto ne so, venderebbe sua sorella a una banda di stupratori.Comincio a capire. E allora voglio che tu domani mi vai a tenere docchio il mercato azionario, per vedere cosa succede. Cos capisco subito se il caso di andare avanti o no. E come ci arrivo a Milano per le otto del mattino? domenica sera, e non ho mai posseduto unautomobile. E anche se la possedessi, non ho la patenteQuando si rimette in moto la fabbrica del se non segno che ho gi perso. per questo che quando lo sento dire: Non ti chiedo di andarci in Vespa. Ti faccio dare un passaggio da una macchina che a Milano, per servizio, ci va tra un poco, non reagisco neanche. Lo so che quella macchina casualmente gi sotto casa, che aspetta. Sar una lunga notte, penso mentre salgo sul sedile posteriore e guardo le facce dei miei compagni di viaggio. Sicuramente la serata sar allietata da barzellette sui carabinieri, lopera omnia di Mino Reitano e birra nazionale. Certe cose si leggono sulle pieghe del viso, come fossero scritte col neon fosforescente.

5.

Mi sbagliavo: Mino Reitano roba passata. Toto Cotugno devo essermelo perso, nascosto fra le pieghe temporali che separano il periodo in cui ascoltavo musica, ma non quella italiana, da quello in cui sono rimasto senza radio, e per qualche anno non lho pi ricomprata. Oltretutto, allepoca ascoltavo musica in case di amici, e compravo non pi di due-tre dischi lanno. Adesso sono abituato ad accendere su un canale, e a dimenticarmelo acceso mentre faccio altre cose, e magari esco senza spegnere. Ci penso mentre faccio colazione vicino alla centrale di polizia, in un bar ( cara el me Cavenagh) chiassosissimo, affollato da credibilissimi hippy, spacciatori, ruffiani ( ona volta leva minga come al d dinkou) e quantaltro il catalogo del perfetto poliziotto-infiltrato-ma-riconoscibile prescrive. Dalla radio del bar ( dismela k intra de nn) sento lEnzo cantare Lui era dritto che scrutava nella nebbia, e mi sembra giustissimo come inno di questo circolo privato. Magari sono io a essere prevenuto. Essere passato dalla politica alle investigazioni private, restando sempre ai gradini pi bassi ( da due-tre anni che mi sono specializzato nelle indagini economiche e finanziarie, e riesco a dir di no ai tradimenti coniugali, pedinamenti dei figli per conto dei padri, mariti che mentono alle proprie mogli sui debiti di gioco mentre si ipotecano la casa, e via degradando), mi d una certa competenza, che al delinquente medio dovrebbe essere negata. Magari un travestimento cos serve da specchietto per le allodole, mentre il vero infiltrato passa inosservato. Magari sono semplicemente di cattivo umore, e cerco un pretesto per non cominciare a pensare male di Milano.Il fatto che odio Milano, lho sempre odiata. Non so che farci, io a Milano vorrei starci il meno possibile. Mai combinato alcunch di utile, e spesso litigato con tutti (e specialmente con Barbara): una depressione, sempre una citt che mi dice male, ha niente da dirmi, non mi importa alcunch, perci trovo inutile venirci. Non so che farmene del Campari in Galleria e del retaggio asburgico e della Madnina e delle cotolette e dei risottini allo zafferano e del burro. Amaro Ramazzotti, per me, no grazie, e la nebbia che belesa, la va gi per i pulmn, figuriamoci. Basta gettare uno sguardo lungo corso Buenos Aires e vedere la gente andar di fretta e i panni firmati Fiorucci, e subito mi viene una gran voglia di pizza come la sanno fare a Napoli, da Michele ai Tribunali, olio doliva e vino primitivo e zuppe di pesce. Lo so, ormai, che faccio uno sbaglio tutte le volte che ci vengo, forse perch era milanese tutto ci che non mi mai andato gi di Barbara, compreso il suo orribile caff allungato che lasciava nello stomaco un rigurgito dacqua calda e predisponeva a una pessima mattinata. Forse, semplicemente, sto diventando paranoico. Ho pensato a lei ieri, in questura e poi a casa di Andrea, e adesso sono solo le sei e tre quarti. In genere, quando non bevo, riesco a non pensarla. Talvolta riesco (persino) a uscire con altre ragazze, e ogni tanto mi capita (addirittura) di non dormire a casa mia. Provo a concentrarmi sul mio personale, privatissimo odio verso Milano, per togliermela di testa. Brutto segno: per riuscirci, devo arrivare a prospettare lidea di una destinazione di Milano quale poligono di prova per la bomba al neutrone (larchitettura della vecchia Milano, devo essere sincero, non male, e il Duomo mi sempre piaciuto). Cos, solleticato dalla visione di una Milano deserta, penso a don Abbondio, al suo auspicio di una peste ricorrente, che ogni tanto ripulisca e sgomberi le strade del mondo dal fango e dal sudiciume, e distrattamente faccio lerrore di ordinare un secondo caff. Mentre bevo la porcheria, penso a qualche tortura da infliggere al barista, finch la mia stupida mente, lasciata troppo libera, mi punisce con unaltra feroce associazione di idee. Cristiano, che passa le sue giornate a leggere e rileggere Manzoni. Cristiano, conosciuto come fra Cristoforo in quel di San Vittore, dove attualmente risiede. Non colpa di Milano, in fondo. Milano solo brutta. questo mondo che peggio. Esco dal bar.

Milano mia,portami viaho tanto freddo, schifo,non ne posso pi

luned, ho dormito da schifo in una macchina della polizia mentre percorrevo lautostrada di notte, mi sono ripulito al diurno della stazione, ho fatto colazione con una pasta risalente ai tempi in cui la linea pi breve fra due punti era sempre un lancio di Michel Platini (cosa ti aspetti, allalba di luned: croissant appena sfornati per te?) e sono pronto per una radiosa missione: entrare nel tempio della finanza e vedere cosa succede. Facile: centinaia di persone agitate, un listino di cui conosco a mala pena la met dei titoli, una confusione inenarrabile, e io l in mezzo che cerco di capire se qualcuno ha laria di aver saputo della piccola tempesta in un bicchier dacqua che verr annunciata alla stampa solo alla chiusura delle trattative. E ovviamente scoprire cosa sta trattando questo fantomatico veggente, e prendere mentalmente nota di tutto. Sono mesi che non metto piede qui dentro. Come sempre, scelgo a caso quale tesserino usare. Quello di operatore lho lasciato a casa, per cui sfodero la tessera verde scuro dellOrdine dei giornalisti (bei tempi, quelli in cui Stampa Alternativa la regalava a chiunque), poi vedo che lusciere di quelli che conosco, ed entro con un sorriso radioso, sfoggiando ottimismo da ogni poro.(Oggi Li Spacco In Quattro, dovrebbe essere la traduzione letterale della mia smorfia)Una volta dentro inspiro, pi che altro per il bisogno dun gesto che dia inizio alla ricerca, mi guardo intorno un paio di volte, poi comincio a fissare un codino unto che penzola sopra un Ermenegildo Zegna sicuramente sopra le righe. Giampiero Lamanna, una delle prove viventi che lAids non stato mandato da Dio per punire gli ingiusti e i malvagi, ancora sulla piazza, purtroppo in ottima salute. Non so se si riferivano a lui, gli amministratori della FederFin, quando hanno usato il termine barracuda: se cos, sono stati benevoli.Giampiero Lamanna un piccolo predatore della societ, passato attraverso unesistenza nomade non per vocazione, ma per necessit. Per anni ha pendolato fra quattro o cinque citt, ogni volta scomparendo dalloggi al domani, ogni volta lasciandosi dietro un refolo di sospetti su un magazzino di vestiti svaligiato, un Tir rubato e ritrovato vuoto, un ricco turista austriaco derubato di tutto. Tutto questo vagare, sfuggendo come unanguilla gi unta ma che non si riesce a mettere in padella, fra le maglie della giustizia penale lo ha temprato. Il Lama, come lo chiamano qui a Milano, morto molte volte, e ogni volta rinato pi forte, pi infido, pi repellente. Due anni fa lho incrociato, proprio qui. Annusai qualcosa, ma non era implicato nelle indagini che svolgevo, e lo lasciai al suo destino. Che evidentemente quello di incrociarmi ogni volta che passo di qui. Il Lamanna non , propriamente parlando, un operatore di borsa. Ma pu capitare che lo faccia. Cos, quando compare, quasi sempre allapertura (il Lamanna si muove sempre per conto terzi, e dunque tendenzialmente sa gi in partenza cosa fare), viene quasi sempre circondato da una piccola folla di mini-speculatori, pesci-pattumiera che nuotano al seguito dello squalo per cibarsi dei suoi scarti. Se il Lamanna vende, si pu esser certi che probabilmente vender sottocosto. Se compra, per rastrellare, e dunque comprer sovrapprezzo. Il Lamanna fa pagare a caro prezzo lincompetenza di chi si rivolge a lui. Del resto, rivolgersi a lui significa non solo incompetenza, ma soprattutto mancanza di alternative. In definitiva, un elemento tipico, come ce ne sono molti, n meglio n peggio di lui. Ma dal momento che ho piena libert di movimento, tanto vale scoprire cosa venuto a fare qui. Cos mi accodo alla torma di giovani unti che si guadagneranno la giornata sul grasso che gli cola dai capelli tirati allindietro. Oltretutto il Lamanna deve avere un solo incarico da espletare, perch butta unocchiata distratta sul listino dapertura (daccordo, pu esserselo studiato sul televideo), rilegge un paio di volte un appunto su un taccuino quadrettato, e va a piazzarsi in pole-position.

Oggi devessere la mia giornata fortunata, penso quando lo vedo alzare la mano e cominciare a vendere FederFin una sullaltra, sempre dando limpressione di non conoscere le quotazioni del titolo che, anche se di pochissimo, iniziano a calare in apertura. Me lo mangio con gli occhi, pensando che tutto troppo facile. Intorno, infarti precoci acquistano non appena il titolo comincia a scendere, qualcuno butta ogni tanto due conti su un foglietto, molti guardano ansiosamente il tabellone, in attesa del momento pi conveniente per rivendere. Usciranno di qui tutti alla stessa ora, andranno a riempirsi di colesterolo e grassi ultraveloci nello stesso posto, guadagneranno tutti le stesse quattro lire (oggi giornata facile), a rimorchio su una piccola speculazione altrui, ma fondamentale per ciascuno di loro che quelle quattro lire entrino entro le dieci e mezza. Dopo quel limite, iniziano le palpitazioni, le ansie, i sudori, le azioni delle coramine fluttuano in alto, gli ansiolitici dilagano, le toilette cominciano ad affollarsi e le narici a sgocciolare, il tutto esattamente in questa sequenza.Io odio i miei se non per vari motivi. Uno di questi che hanno sempre ragione. Ad esempio, se qualche minuto fa non mi fossi fatto fregare dalla mia vena moralisteggiante (solo per pochi minuti, il Seneca di piazza Affari, signori e signori!) non mi sarei inavvertitamente avvicinato troppo al Lamanna. Quando mi accorgo che mi sta fissando, resto imbambolato, stupito dallespressione inattesa del suo volto. Listintiva vampata dodio che dilaga dai suoi occhi sfuma immediatamente in un irritato stupore, poi si scioglie in un lago di disprezzo che si accartoccia attorno alla piega delle labbra, come una ruga di troppo. Nel momento in cui distolgo lo sguardo da quegli occhi sottili, appiccicati a zampe di gallina eccessive per la sua et, ma non certo per la suo tenore di vita, il Lamanna chiude di scatto il taccuino, si tuffa nella calca e scompare. Per un attimo mi chiedo se seguirlo, poi desisto. A che fine? Vendere non un reato, e quello che dovevo fare lho fatto. Vado a cercare un telefono, e compongo lo 051. Se mi va bene, sono sullIntercity di mezzogiorno.

Quando nel pomeriggio passo a trovare Andrea, resto deluso. Mi aspettavo unespressione pi aperta, sollevata. Invece rabbuiato come ieri, se non di pi. Evitiamo il solito bar di servizio, e andiamo a prendere un aperitivo in centro, dal mio barman. Il mio solito, per due! gli grido oltre la gente al bancone. E tramezzini. Quattro. Anzi, sei, aggiunge Andrea. Anche stasera la sua cena servita. In dispensa, se non ricordo male, ha sempre un paio di scatolette di tonno, se rincasando dovesse avere ancora fame. Allora? Allora, se di mezzo c uno come Lamanna, mi dice con la bocca impastata di maionese, mentre i tramezzini scompaiono uno alla volta nelle sue fauci, la cosa mi piace poco. Ho fatto fare un paio di accertamenti da quelli di Milano. Lamanna non rincasato, almeno sino a mezzora fa. E la cifra che ha realizzato oggi non indifferente, quanto a denaro. Per poteva aspettare, senza dare nellocchio. E invece sembra aver venduto tutto, e in una volta sola. Cosa ne dici?Il cameriere arriva con i due cocktail, le olive e i salatini. Aspetto che appoggi il tutto sul tavolo e si allontani. Dico che domani, quando la morte di Dondi sar di pubblico dominio, i titoli FederFin caleranno, almeno per un paio di giorni. E se quello che mi hai detto sulla finanziaria londinese vero, ci sar da ballare. Ma, nellincertezza, probabile che i soci di maggioranza del Dondi rastrellino il mercato, per coprirsi le spalle: e quindi sarebbe stato pi conveniente vendere fra qualche giorno, anche se forse pi rischioso. In conclusione, se tutto ci significa qualcosa, forse Lamanna sapeva della morte di Dondi. Ma non sa altro. E quindi E quindi ha senso, ma non quadra. O non basta. Lamanna solo un pupazzo, ma dietro di lui c qualcuno che forse si sta servendo anche di lui. Come se volesse farsi notare da noi, o da altri tramite noi. In ogni caso c stato movimento di denaro, e questo gi qualcosa. Tu hai qualche informatore che non collabora anche con noi? Uno che sappia se c del movimento, in questo momento, in altri ambiti? Credo di s. Lo vado a trovare stasera, e ti faccio sapere. Bene. A proposito, cos questa roba? Southern Comfort, angostura e succo darancia. Ti piace? No. Troppo dolce.Almeno in questo non cambiato.

6.

qualche anno che non vado al luna-park. Adesso che ci sono, so anche perch: questo posto triste, a partire dalla polvere sino alla sommit delle giostre, che a me danno il mal di mare solo a guardarle. Quandero piccolo ci venivo, e mi sembrava divertente. In questo momento non riesco a ricordarmi, a parte il tunnel dellorrore, cosa mi piacesse tanto, ma dal momento che otto volante e cose simili mi davano il voltastomaco sin da allora (non vero: adesso mi danno il voltastomaco, allora era una sacrosanta paura infantile), devono esserci delle giostre che col tempo sono venute a mancare, e che mi sono dimenticato. Do una rapida occhiata in giro, so chi cercare, e naturalmente non c. La mostra dei serpenti (orribili rettili vivi!, minaccia linsegna luminosa, lasciando immaginare iguane, cobra, piccoli coccodrilli, e quantaltro potrebbe rovinarmi la digestione per un paio di sere) al suo posto, ma Ruggero non lhanno neanche sentito nominare.Figurarsi.Ci metto dieci minuti a entrare nel Festival dellUnit e a trovare il capannone-libreria. Ormai non hanno neanche pi il pudore di tenere separati luna-park e festival. Chiss come faranno, a fine festival, a impedire che il popolo della sinistra vada a cercare il comizio del Segretario generale al banco dei pupazzi giganti in peluche (tre centri si vince lorsetto, cinque e si vince il tricheco!) E non solo questo: anche se lestate finita, si sente ancora del tanfo, come (per dire) lo scarico di una porcilaia che parte dallArena Parco Nord e arriva (sempre per dire) fino in Costarica. Sfoglio le cartoline, alla ricerca di un Togliatti purchessia. Eccolo l, il Migliore, con una bambina vestita alla marinara (anche a Yalta, evidentemente) che gli regala dei fiori, pochi giorni prima della fine. Potrebbe bastare, se non mi sentissi osservato da unaltra cartolina, leggermente pi piccola. Peppone Stalin aveva un modo tutto suo di sorridere, come fosse il vecchio nonno partigiano che ti racconta a mo di favola le storie dellinverno del 44 davanti a una fumante scodella di latte e caff. Scommetto che, nonostante tutto, la pi venduta. Ne prendo una anchio, so a chi darla.

Le ho gi detto che questo Ruggero neanche lo conosco. Poi non sono neanche di qui: giro per le feste, e dove c una fiera vengo con i miei serpenti. Vuole un biglietto? No, grazie, mai serpenti dopo il tramonto. Anche se non sa neanche chi , gli dia questa, e gli dica che lo aspetto laggi, dietro quella giostra, per i prossimi quindici minuti.Prende la cartolina come fosse una carta da salame unta, con la faccia di chi intenzionato a buttarla via appena volto le spalle. Probabilmente neanche sa chi c sopra. In fondo, neanchio. So soltanto che Ruggero Passarini, ex topo dappartamento, attualmente di professione incerta persino fra la vecchia malavita bolognese, nel 48, scalando un terzo piano, si prese un colpo di fucile (a salve, per fortuna) nelle gambe. E siccome quel giorno, a Roma, attentarono alla vita di Togliatti, la voce Hanno sparato a Togliatti si sovrappose, nella gente delle case fuori porta, alla voce che voleva Ruggero colpito a morte. Sopravvissero tutti e due, mentre Bartali andava a vincere il Tour. Chiss cosa sarebbe stato del suo vecchio soprannome, lacrobata, se la fucilata lo avesse mancato e fosse fuggito in bicicletta. Ma da allora Ruggero, per la sua gente, Togliatti. Gente ormai scomparsa, scacciata dalla periferia agricola dalla crescita della citt, emigrata con i figli in centro, o nella cintura di paesini circostanti. Che ha smesso di arrangiarsi, perch let si fa sentire, e una notte sue tetti bella a ventanni, ma non a cinquanta. E perch il vecchio coltello non fa pi paura a nessuno, e in compenso fanno paura quelli che ci sono adesso. Non perch siano armati di pistole, non per i giubbotti antiproiettile che sfoggiano di tanto in tanto, non per la loro arroganza. Da queste parti i tedeschi non sono passati, ci si sono fermati, ci vuol altro. Fanno paura per laura di morte che li circonda, per laspetto di chi non arriver alla pensione. E per lo sguardo di chi tutto questo lo sa, e non gli frega niente.Mentre aspetto Ruggero, mi guardo intorno. Lunico posto pi triste di un luna-park un luna-park semivuoto. Oltre, c solo un concerto di Claudio Lolli al Parco Nord, di mercoled. Lolli lho incrociato una domenica sera, in via Mascarella, solo, con un cane al guinzaglio, come quel tipo l in fondo. Chiss se quelli che si sentono soli portano a spasso i loro cani sperando di condividere la loro solitudine con altri solitari cinomuniti. Magari prima o poi Lolli scriver una canzone sulla solitudine dei cani da guinzaglio in un luna-park desolato. O magari sui mangiatori di crescentine che vanno a fare il giro a trecentosessanta gradi su queste giostre, per vomitare la crescentina e ricominciare a mangiarne.Di sicuro Ruggero si devessere chiesto chi si ricorda ancora del suo vecchio soprannome. Di solito quando lo cerco non ho mai molta fretta, e non ho bisogno di farlo correre. Ma mio zio, il Togliatti lo conosceva bene, e me ne parlava spesso. Tutti e due soldati in Grecia, poi prigionieri, poi, sempre insieme, evasi, e, sempre insieme, partigiani. Mio zio torn nel 45, Ruggero si concesse lillusione di una rivoluzione, un altro inverno fra i monti, e ancora prigioniero. Il primo soprannome se lo guadagn raccontando la sua seconda evasione, e il suo imbarco clandestino su una nave inglese in rotta verso Brindisi. Il Togliatti mi ha cresciuto sulle ginocchia, per certi versi. E quando, trentanni dopo, ho avuto bisogno di lui, sono stato contento di saperlo ancora in attivit. Cos, adesso hai unofficina poco fuori Bentivoglio. Ma con i rettili hai ancora a che fare, vedo. Non ce n poi molta di gente in grado di acchiappare una vipera con le mani. Cos, quando questo baraccone a Bologna, tiro su qualche lira in pi come guardiano dei rettili, se cos posso dire. Di solito, se qualche ragazzotto non ha alzato troppo il gomito, vengo pagato per nulla. Ma sai che preferisco guardare le serpi, invece che altri animali, magari a due gambe. Negli occhi di un serpente ci leggi una cosa sola, ed quella. Fosse tutto cos semplicePotrebbe essere linizio di un lungo sproloquio sulluomo doggi (prospettive e problemi), ma a Ruggero per fortuna non mai piaciuto troppo parlare. Neanche farsi notare, se per questo. Cos, anche se nessuno ha conti in sospeso con lui, preferisce far dire che non c. Movimenti di denaro, di questi tempi Droga, armi, donnine venute dallest? Devi dirmelo tu, Togliatti. Qualsiasi cosa. Non lo so neanche io cosa cercare.Ci pensa un po su. Ti dir. Te lo ricordi lo Strabico? diventato di colpo popolare. Giovanotti con i capelli impomatati, abbronzatissimi, col telefonino in tasca, hai presente? Be, sembra che trovino interessante la compagnia dello Strabico, ultimamente.Cos lo Strabico si messo nel giro della polvere bianca. E in un giro impegnativo, a quanto pare. Quanto, ultimamente? Oh, sai, diciamo una ventina di giorni? E in giro cosa si dice, in quel ramo? Nulla di nuovo. In qualche baretto di quartiere sono finite le scorte, ma sembra che il rifornimento arriver puntuale. E lo Strabico in mezzo? Non credo, mi dice grattandosi la testa sotto il berretto di lana. Forse sta cercando una toccata e fuga. Ma, attento, senza far torto a nessuno! Anzi, si dice in giro che a posto. Il che vuol dire che sta comprando da quelli giusti, e vender a gente altrettanto giusta. Insomma, gli vogliono tutti quanti un gran bene.Prima di salutarlo, gli faccio un regalo. La foto del Piccolo Padre, sorridente accanto a una rubizza compagna russa. La prende senza dir nulla, con gli occhi che brillano. Questa qui, quando passo da quel semaforo dove ci sono i russi a lavare i vetri, la tiro fuori e ci dico: lava mo questa!Certi inverni sui monti non si dimenticano facilmente.Quando faccio per allontanarmi, mi chiama. Di mo, non mica questo il tuo lavoro, vero? No, in effetti non per lavoro. Sto dando la mano a un vecchio amico, che forse non avresti piacere a incontrare.Si fruga nelle tasche, cava fuori un mozzicone di matita, tira fuori dal taschino del giubbotto un foglietto e ci scrive sopra dei numeri, sbuffando. Se hai bisogno, cercami qui. E fai attenzione. Gli uomini, per certe cose, sono per niente diversi dai serpenti. Mettili insieme, e si mangiano tra di loro.Sembra preoccupato.

Marcello Caracciolo uno di quei soggetti che fanno preferire a Ruggero i serpenti. Beninteso, ci vede benissimo. Anche troppo, se per questo. Ma non ha mai guardato qualcuno dritto negli occhi: la prima volta che guard di sbieco qual