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Bibus Programma per dati bibliografici, a codice aperto, gratuito, multiutente, multipiattaforma 1 Francesco Dell’Orso Università degli studi di Perugia Centro servizi bibliotecari [email protected] 31 Informatica documentaria Biblioteche oggi aprile 2010 Bibus è uno dei non tantissimi programmi per trattare dati biblio- grafici con un microelaboratore che sia gratuito, operativo anche fuori rete intra/internet, capace di lavo- rare sotto sistema operativo Linux e Windows e pressoché completo delle funzioni tipizzanti questa fa- miglia di software. È progetto di la- voro a codice aperto (open source) scritto in linguaggio Python, svilup- pato dal francese Pierre Martineau per operare espressamente con OpenOffice Writer (da ora in poi: OOw) e la sua funzione di tratta- mento dei dati bibliografici. L’inte- razione con OpenOffice – del qua- le Bibus utilizza il “motore biblio- grafico” – è sua cifra caratteristica e ne spiega alcuni dei pregi e dei difetti. 2 Bibus è un programma che si in- stalla sulla propria macchina – desk- top – e non web-based e può fun- zionare a scelta con due tipi diver- si di database sottostante: MySQL o SQLite, 3 il che non è equipollen- te, giacché solo con MySQL si può lavorare in rete locale di computer. Per ora è disponibile in inglese, francese, tedesco, portoghese, spa- gnolo, cinese, ungherese, ceco, slo- veno, russo (non italiano) e può venire tradotto in altre lingue da utenti collaboratori; le traduzioni non attingono tutte lo stesso livel- lo di completezza. 4 Spartana, non aggiornatissima, scar- ruffata la documentazione che con- fida nell’intuito e nella buona vo- lontà dell’utilizzatore o nella sua non- curanza. 5 Per questo, e consideran- do l’ancora scarsissima diffusione planetaria di Bibus, nonché la sua ancor più scarsa notorietà in Italia, ed in ultimo che il presente è il primo articolo pubblicato su Bibus, qui di seguito indico col loro no- me e luogo specifico varie funzio- ni e comandi, nell’auspicio che que- sto testo, coi dettagli che lo aggra- vano, possa fungere un po’ da gui- da introduttiva a chi si vuole acco- stare al programma, nella convin- zione che è molto meno facile co- minciare che proseguire. Della convenienza e capacità di riunire i record in vari gruppi Bi- bus fa proprio segno distintivo. I gruppi non sono mai raddoppi fi- sici dei record ma puntatori di col- legamento agenti come strumento collocativo. Si crea un gruppo (per materia, interesse...), si assegnano uno o più record di un archivio ad esso e quando lo si apre si rivedo- no quei record che dimorano an- che nella vista di tutto l’archivio. Non sono dunque equivalenti alle cartelle (folder, directories) di Win- dows, anche quando si presentano come tali “a bustina”, ma ai colle- gamenti ai programmi di Windows. I gruppi esistono da anni e sono sempre più diffusi in questi pro- grammi per il trattamento dei rife- rimenti bibliografici. Bibus li deno- mina keys e ne sciorina fino a otto tipi differenti: All my References, che riunisce in uno tutti i record del gruppo References e dei suoi sot- togruppi; solo il gruppo Referen- ces ammette sottogruppi ad uno o più livelli gerarchici di subordina- zione (Child). Nei Tagged stanno quelli marcati intenzionalmente al volo. Gruppi che possono essere attivi come espressioni di ricerche stanno in Queries. In altri gruppi i Fig. 1 - Vista generale dell’archivio a tre riquadri

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BibusProgramma per dati bibliografici, a codice aperto, gratuito, multiutente, multipiattaforma 1

Francesco Dell’OrsoUniversità degli studi di Perugia

Centro servizi [email protected]

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Bibus è uno dei non tantissimiprogrammi per trattare dati biblio-grafici con un microelaboratore chesia gratuito, operativo anche fuorirete intra/internet, capace di lavo-rare sotto sistema operativo Linuxe Windows e pressoché completodelle funzioni tipizzanti questa fa-miglia di software. È progetto di la-voro a codice aperto (open source)scritto in linguaggio Python, svilup-pato dal francese Pierre Martineauper operare espressamente conOpenOffice Writer (da ora in poi:OOw) e la sua funzione di tratta-mento dei dati bibliografici. L’inte-razione con OpenOffice – del qua-le Bibus utilizza il “motore biblio-grafico” – è sua cifra caratteristicae ne spiega alcuni dei pregi e deidifetti.2

Bibus è un programma che si in-stalla sulla propria macchina – desk-top – e non web-based e può fun-zionare a scelta con due tipi diver-si di database sottostante: MySQLo SQLite,3 il che non è equipollen-te, giacché solo con MySQL si puòlavorare in rete locale di computer. Per ora è disponibile in inglese,francese, tedesco, portoghese, spa-gnolo, cinese, ungherese, ceco, slo-veno, russo (non italiano) e puòvenire tradotto in altre lingue dautenti collaboratori; le traduzioninon attingono tutte lo stesso livel-lo di completezza.4

Spartana, non aggiornatissima, scar-ruffata la documentazione che con-fida nell’intuito e nella buona vo-lontà dell’utilizzatore o nella sua non-curanza.5 Per questo, e consideran-do l’ancora scarsissima diffusione

planetaria di Bibus, nonché la suaancor più scarsa notorietà in Italia,ed in ultimo che il presente è ilprimo articolo pubblicato su Bibus,qui di seguito indico col loro no-me e luogo specifico varie funzio-ni e comandi, nell’auspicio che que-sto testo, coi dettagli che lo aggra-vano, possa fungere un po’ da gui-da introduttiva a chi si vuole acco-stare al programma, nella convin-zione che è molto meno facile co-minciare che proseguire.Della convenienza e capacità diriunire i record in vari gruppi Bi-bus fa proprio segno distintivo. Igruppi non sono mai raddoppi fi-sici dei record ma puntatori di col-legamento agenti come strumentocollocativo. Si crea un gruppo (permateria, interesse...), si assegnanouno o più record di un archivio adesso e quando lo si apre si rivedo-

no quei record che dimorano an-che nella vista di tutto l’archivio.Non sono dunque equivalenti allecartelle (folder, directories) di Win-dows, anche quando si presentanocome tali “a bustina”, ma ai colle-gamenti ai programmi di Windows.I gruppi esistono da anni e sonosempre più diffusi in questi pro-grammi per il trattamento dei rife-rimenti bibliografici. Bibus li deno-mina keys e ne sciorina fino a ottotipi differenti: All my References, cheriunisce in uno tutti i record delgruppo References e dei suoi sot-togruppi; solo il gruppo Referen-ces ammette sottogruppi ad uno opiù livelli gerarchici di subordina-zione (Child). Nei Tagged stannoquelli marcati intenzionalmente alvolo. Gruppi che possono essereattivi come espressioni di ricerchestanno in Queries. In altri gruppi i

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mento per artigliare i record, delrisparmio di scrittura in creazionee modifica, dell’utilizzo diretto perpuntamento e clic che squadernae mostra senza ricerca, della mino-re sistematicità esibita ma anche diun’articolazione gerarchica tassono-micamente significativa, e con tut-to ciò il beneficio, se il non requi-sito, dell’intuitività. Potendo poi rap-presentare un’espressione di ricer-ca pendono come quesito che di-namicamente raggruppa i recordche lo appagano. In ogni caso igruppi non impediscono o contra-stano il funzionamento di parolechiave, soggetti, materie. ma lo af-fiancano e integrano.Bibus è stato concepito per fun-zionare anche in rete di PC conpiù utenti che possono godere diprivilegi distinti (sola lettura, scrit-tura e lettura) ciascuno dei qualidisporrà anche dei propri raggrup-pamenti di record: è però necessa-rio usare la base dati di tipo MySQL,disporre di una macchina serventecon MySQL e, meglio, anche Bi-bus, installare Bibus su tutte le mac-chine clienti e poi configurare i di-ritti degli utenti.

record finiscono automaticamentee temporaneamente fino a trasferi-mento in altro stabile: per effettodella ricerca remota in PubMed fi-niscono giustappunto in PubMedgià convertiti, per l’importazionein Import Buffer, per il venire cita-ti nel documento Word o OOw inCited, per cancellazione in NonClassified. Nell’ergonomia dei co-mandi, soprattutto per gestire i grup-pi, l’azione di spostamento per tra-scinamento (drag & drop) – copiao trasloco che sia – è diffusamen-te disponibile.6

Secondo l’opinione di alcuni i grup-pi vicariano ormai le parole chiave,i soggetti, ed altre classificazioni, colvantaggio di non reclamare che siregistri nulla nei campi dei record;per questo non equivalgono allefaccette (facets) comuni in program-mi per OPAC di recente fattura, chesfruttano contenuti dei record espo-nendoli, ad es. valori di campi codi-ficati in un formato MARC. I gruppi, a parere degli estimatori,esibiscono pregi in quantità: quel-lo dell’approccio iconico, della vi-sibilità immediata, della plasticitàdella classificazione, del trascina-

Offre una classica vista generaledell’archivio a tre riquadri (figura1) ove quello in alto a destra ospi-ta la lista breve dell’insieme in og-getto (tutto il catalogo o solo ungruppo di record); quello in bassomostra solo il record selezionatosopra nella lista breve: espanso egià formattato secondo lo stile inuso (Style), oppure in radiografiacompleta ad etichette (Details),7 op-pure con i dati di creazione e mo-difica, utente autore e date (Modif ),oppure con l’albero e i rami – gra-ficamente mostrati su una stessa ri-ga – dei gruppi in cui il record èpresente (Keys);8 il terzo pannelloa sinistra, in verticale, fa perlustra-re l’intero archivio ambulando pergruppi. Posizionatisi sulla riga diun record che contiene dati nelcampo URL/File, il tasto destro delmouse offre il comando Open peraprire file allegati o lanciare il na-vigatore verso un URL.9

La funzione di ricerca nel proprioarchivio – su tutto l’insieme o suun gruppo – si dispiega in due as-setti comunque eretti sulla gram-matica SQL, structured query lan-guage (figura 2): il primo è quellosemplice, a tradizionali finestrellesovrapposte. Qui per fortuna insi-ste un argine alla tracimante bana-lizzazione grazie alla possibilità diusare parentesi e operatori: quellibooleani10 ed altri SQL come: con-tiene, identico, diverso, maggiore ominore o uguale etc. indirizzando-si anche, a mo’ di ricerca sul testocompleto (full-text), su un grappo-lo (cluster) di campi assunti, a no-stra decisione nella configurazio-ne, come principali per la ricerca.Ogni ricerca elementare è traduci-bile al volo in SQL e volendo èeditabile in quella sintassi, così co-me è direttamente scrivibile in SQLquale secondo modo esperto, ilche è molto meno facile che mo-dificarne una esistente. Si possonoeffettuare ricerche su PubMed, an-che qui in modo piano (Normal)trasformabile in Expert all’istante,

Fig. 2 - Ricerca: livello semplice e livello avanzato SQL, possibile traduzioneautomatica dell’uno nell’altro

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stavolta secondo la grammatica Pub-Med e non SQL.11

Un’espressione di ricerca, comegià menzionato, può venire incor-porata in un gruppo del tipo Que-ries restante in attesa dei recordche le corrispondono e diventanosuoi membri (live/smart group). Questo è un modo indiretto di di-sporre di ricerche salvate, indirettoperché si tratta comunque di for-mularle due volte: la prima pereseguirle, la seconda per tramutar-le in uno dei gruppi smart. Pur-troppo la ricerca tiene conto degliaccenti: “liberte” non restituisce “li-berté” e viceversa; lo stesso varràper l’ordinamento alfabetico.12

Bibus può importare ed esporta-re dati in vari formati,13 ma i filtrisono sigillati, non si alterano né sicreano se non programmando inPython o derivandoli dalle risorsecomuni messe a disposizione daglisviluppatori.14 Nelle Preferences diconfigurazione generale si posso-no indicare i campi da confrontareper enucleare i record duplicatiche vengono sì intercettati durantele importazioni, ma senza il con-fronto e la proposta di azione chein genere offrono gli altri pro-grammi, bensì con la scelta a mon-te di eliminare l’intruso o all’inver-so lasciargli sloggiare il residente.In importazione ed esportazione sispecifica la codifica dei caratteri(ASCII, Latin-1 ISO 8859-1, cp1252ossia ANSI, o appunto UnicodeUTF-8). Quando svolge una ricer-ca a distanza su PubMed, Bibus re-cupera senz’altro chiedere i dati, liconverte, li pone in un gruppo adhoc PubMed (per conservarli, sidiceva, poi vanno spostati in ungruppo stabile), conserva nel cam-po URL/file anche il PMID (identi-fier) per diretto cammino a ritroso(in virtù del comando Open).Per formattare un dattiloscrittocon citazioni intratestuali e listadei documenti citati, Bibus sa inte-ragire con MS-Word (2000, 2003,2007) e OpenOffice Writer (3.1) e,

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sotto sistema operativo Linux, conLyX (http://www.lyx.org), mai al-l’interno di questi strumenti discrittura,15 ma copiando da Bibusnei documenti i propri segnalini(placeholders) che verranno poitrasformati in riferimenti puntualigenerando anche la lista bibliogra-fica completa (cfr. figura 7). Comeaccennato, il modello di Bibus èstato finora l’operatività bibliogra-fica di OOw e la concezione diuno stile citazionale è quasi iden-tica nei due programmi, ad es. perquanto attiene alla punteggiaturanon condizionata alla presenza delcampo cui si riferisce, e che per-tanto compare anche quando ilcampo manca. Situazione tutt’altroche invidiabile e che porta a trepossibili grami spedienti: compor-re citazioni – quantomeno per laparte da pubblicare – solo con cam-pi obbligatori; accettare di avere larelativa punteggiatura incongrua-mente sospesa nel vuoto (se i cam-

pi mancano); fare a meno di pun-teggiatura attorno ai campi non ob-bligatori. Campi di un certo rilievo,ma tutt’altro che onnipresenti, mal-tratterebbero lo stile, ad es. il nu-mero di volume o di fascicolo inarticoli di rivista, la menzione diedizione per un libro, la presenzadi curatori lascerebbero moschesulla tovaglia (figura 3).16

La finestra di catalogazione, unavolta aperto un record, si sventa-glia in tre lembi, rispettivamenteper i campi considerati principali,supplementari e residuali (Main,Supplementary, Other): questa ri-partizione è personalizzabile nellePreferences di configurazione, vo-lendo fino al punto di avere tutti icampi in un unico pannello.17

Utili le liste di voci creabili comeShortcuts – in Preferences – e riuti-lizzabili solo in catalogazione pernon riscrivere ogni volta una voce:prima si dà il nome alla lista, all’i-nizio vuota, poi se ne crea il con-

Fig. 3 - Preparazione di uno stile di citazione in Bibus e in OpenOfficeWriter: assetto praticamente identico evidenziante la punteggiatura incondizionata

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tenuto copiandolo a comando dauno o più campi del database, evia via si aggiornerà tale elencodeliberatamente con un’alimenta-zione da selezione, visto che nonsi può popolarlo automaticamentee dinamicamente in ragione di quan-to si scrive nei record, come sa-rebbe più efficiente. Di liste di ter-mini di questo genere se ne pos-sono avere quante se ne vuole.L’elenco già predisposto pei titolidi riviste non serve per la catalo-gazione, ma solo per l’output: es-so contempla in colonne parallelele abbreviazioni impiegabili nellecitazioni di articoli.18

I caratteri sono internamente codi-ficati in Unicode e – come già det-to – durante l’importazione e l’e-sportazione si possono specificareanche altre tre codifiche. Come in ogni programma che trat-ti dati bibliografici sono anche quiprevisti tipi di documento RT –reference types – diversi per tratta-re i vari generi di materiali: libri,articoli, video, siti web, con campiper i dati che variano: in un tipo“capitolo di libro” non sarà previ-sto il titolo della rivista e così via.In Bibus l’assetto prevede 22 tipidi documento (17 + 5 definibili dal-l’utente Custom, che si possono ri-battezzare al momento dell’instal-lazione) e 31 campi in totale (26 +5 campi utente, idem). Questo as-setto è interamente basato su quel-lo di OOw, lo replica. Il nome delcampo dimora il medesimo attra-verso i vari RT, ma cambiano lasua funzione e disposizione: la ra-dice comune ad entrambi è l’asset-to per tipi di documento e di cam-pi stabilito in BibTeX.19 Bibus con-divide con BibTeX, OOw e la stra-grande maggioranza dei program-mi di questa famiglia la strutturapiatta e lineare del database, nonrelazionale e che nemmeno con-sente di stabilire legami fra i re-cord o fra record e pagine di note,l’unico legame essendo quello ver-so allegati esterni.

Fig. 4, 5, 6 - Preparazione di uno stile di citazione in Bibus

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Le preferenze (Preferences) di con-figurazione prevedono la persona-lizzazione di vari ambiti. Fra quel-li sinora non citati: si può modifi-care l’aspetto della lista breve ag-giungendo e togliendo colonne, sucui si potranno ordinare i recordcon un clic (sort A-Z/Z-A). Per lastampa si tratta o di fare stamparesecondo lo stile in uso partendoda una qualsiasi lista e quindi usan-do l’ordinamento di quella, oppu-re di scegliere i campi per ognisingolo tipo di documento RT (ilche in realtà è solo una bruta do-cumentazione del contenuto deirecord coi nomi dei campi a sini-stra a bandiera): manca una vera,autonoma, funzione di stampa sal-vo che dentro ad un documento –Word o OOw o LyX – in cui sonostati inseriti i marcatori e in cui siutilizzano gli stili di citazione per iriferimenti bibliografici completicon numerose possibilità di ordi-namento e stile. Bibus si caratte-rizza quindi come programma bi-bliografico che interagisce semprecol programma di videoscritturaper produrre visualizzazione com-plete, accurate, flessibili, piuttostoche come un gestore agguerrito edautonomo di uscite a stampa.Tranne che durante l’importazionemanca la possibilità di irretire i du-plicati, ed è in effetti una mancanza.È offerta la possibilità di gestirecon un indirizzo unico (Paths) tut-ti i file allegati ai record (PDF, doc,jpg e quant’altro) garantendosi dinon dovere cambiare altro che quel-lo quando si dovessero fisicamen-te spostare i file, ad esempio da undisco fisso su una chiave USB.20

Ancora: si sceglie il videoscritturacon cui interagire, il database dausare (ma si possono aprire piùistanze di Bibus su database diver-si) e gli URL per interrogare Pub-Med.L’aspetto caratteristico di questafamiglia di programmi resta la pre-sentazione dei dati secondo stilibibliografici citazionali. Di pron-

ti in Bibus non ce ne sono molti,ma costruirli dall’interfaccia e sal-varli e metterli a disposizione dialtri non è complicato, e nemme-no divertente, e così fanno l’auto-re e gli altri utenti.21 Dentro gli sti-li, qui come altrove, si governa ilformato delle citazioni intratestualiin nota e nella bibliografia finale.Si indicano quali campi presenta-re, in che ordine di sequenza, conche punteggiatura di separazione,con che abbreviazioni, con che usodelle maiuscole, con che stile tipo-grafico. Si imposta l’ordinamento –numerico o alfabetico – sia all’in-terno della lista di riferimenti chenelle citazioni multiple, si dànnoindicazioni minuziose su come pre-sentare autori e curatori: quanti,con che ordine degli elementi delnome, abbreviazioni dei prenomi,connettivi fra i nomi, accorciamen-to di elenchi troppo lunghi; edanalogamente poi per le date, peri numeri di pagina e per i titoli del-le riviste, le citazioni ambigue ecc.Una non lunga scorsa alle figure 4,5, 3 e 6 (in quest’ordine) (figure 4,5 e 6) mostrerà un buon campionedelle circostanze e dei casi con-templati da ogni stile. Questo diBibus è, significativamente, un as-setto di facile uso in cui non si ver-ga manco l’accenno di un’istruzio-ne formale, ma solo si selezionanocol mouse opzioni già previste. Lafigura 3 mostra l’assetto gemello inBibus e OOw, con la rigida appo-sizione di punteggiatura attorno aicampi, soluzione scelta ed offertaa scatola chiusa (canned) da OOwe così recepita da Bibus, dove con-vergono semplicità e limitatezza.Bibus non dispone di alcuna fun-zione per pubblicare in modo di-namico un database in Internet,ossia renderlo ricercabile e ancheeditabile. Ben altro ovviamente è ilpubblicare pagine statiche, cosa che,come ormai tutti i programmi discrittura, senz’altro saprebbe fare,pur non sapendo rendere attivi –ciccabili – gli indirizzi URL.

Bibus ha cominciato a venire dif-fuso nel 2004. Quando un pro-gramma software entra nel mondodel codice aperto risulta fonda-mentale che il suo destino diventicaro ad una comunità internazio-nale di utilizzatori sviluppatori eprogrammatori, venendo così a cre-scere all’interno del circolo virtuo-so “uso-sviluppo”, altrimenti corren-do il rischio di scivolare in quellovizioso di “non uso-stasi”. Le risor-se di un solo individuo, che fa unaltro impegnativo lavoro, e non traealcun beneficio economico o dicarriera da tale impresa, in generenon bastano.22 Se la spirale dell’u-so-sviluppo vale anche per i pro-dotti commerciali, è però vero chequando una ditta pone un prodot-to sul mercato evita di piazzarceloinfante e soprattutto di lasciarlo intali panni a sbrigarsela da solo neidifficili inizi. Prevede sempre uninvestimento di manutenzione e svi-luppo che vada oltre il rilascio del-la prima edizione, contempla un’al-locazione di risorse per un po’ dilotta prima di abbandonare il mer-cato in caso di sfortuna. Non ci sipuò ingannare sulla taglia per oramolto ridotta della diffusione pla-netaria di Bibus ed in genere diprogrammi di questa risma. Perora i contributi allo sviluppo diBibus non abbacinano proprio: unpo’ di stili, tutt’altro che rigorosa-mente redatti, un po’ di filtri diconversione detestabili in quantosigillati e dissuggellabili solo conprogrammazione Python. Agire sulcodice aperto, programmare, è per-venire lì dove quasi ogni aspettodi Bibus diventa aperto e flessibilegiacché se ne costruiscono le com-ponenti: ma questa francamente èun’altra storia rispetto ad applica-zioni concepite per l’utilizzatore nonsviluppatore.Per ora Bibus fa decentemente ilnecessario richiesto a un BFS bi-bliography formatting software oPBMS personal bibliography ma-nagement system, ed ha una strut-

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tura aperta (open source) che quel-li commercialmente sviluppati nonesibiscono punto. Dispone di uncorredo di funzioni quasi comple-to, ma il paragone coi programmicommerciali della stessa famigliain termini funzionali ancora nonregge. Esso non ha imboccato né ilcircolo vizioso della stasi né quel-lo virtuoso dello sviluppo e c’è daattendere, e, per chi può, operare,per la sua sorte migliore.Certo è che quando la resistenzaad utilizzare un programma delgenere (BFS-PBMS) si barrica die-tro il costo del software, la gratui-tà di Bibus, unita all’affidabilità,alle sue prestazioni e alla buonaintegrazione con il gratuito OOw,suonano come un solido argo-mento per sormontare tale resi-stenza.Qui di seguito sottolineo i tratti sa-lienti pro e quelli contro, va da sésecondo la mia sola opinione.

Tratti salienti a favore

1. gratuità;2. a codice aperto;3. multipiattaforma: versioni che

funzionano con sistemi opera-tivi diversi sulla base di Python:Linux (Unix), MS-Windows, MacOS X (non testata dall’autore);

4. dati in sottostante databaseSQLite oppure MySQL;

5. multiutenza con MySQL anchea livelli diversi di operatività(lettura, scrittura);

6. interazione con MS-Word e Open-Office Writer e LyX per redige-re il corredo bibliografico di untesto;

7. ricerca semplice, ma anche com-plessa con reale capacità di for-mulare delle espressioni (basa-ta su SQL);

8. ricerca diretta in PubMed a duelivelli di complessità e impor-tazione con conversione auto-matica;

9. codifica interna dei caratteri inUnicode e capacità di importa-

re record in altre 3 codifiche;10. gruppi, vari, anche annidabili

gerarchicamente e concepibilicome ricerche attive;

11. liste di termini a piacimento dausare in immissione dati;

12. ampio spettro di opzioni nelladefinizione di uno stile di cita-zione per la formattazione di undattiloscritto;

13. facilità d’uso nell’esiguità di fun-zioni.

Tratti salienti a sfavore

1 manca di una funzione autono-ma di stampa, anche con ve-dette e ordinamento;

2 manca qualsiasi funzione di cor-rezione trasversale (aggiungi, eli-mina, cambia, sposta...);

3 modellato sulle caratteristichebibliografiche di OOw -quantoa tipi di documenti, di campi ealla concezione degli stili- e at-traverso questo su BibTeX- ne

condivide alcuni limiti: a) nonpuò aggiungere tipi di docu-mento e di campi (ma ve nesono 5+5 designabili dall’utiliz-zatore); b) manca di un lin-guaggio di formattazione perl’output adeguato a un vero pro-gramma per bibliografie (trattasolo la punteggiatura incondi-zionata fra i campi) e anche –per ora – di un’adeguata batte-ria di stili disponibili;

4 filtri di importazione ed espor-tazione sigillati, immodificabilie non creabili senza program-mazione esterna in Python;

5 manca ricerca via Z39.50;6 non si possono alimentare le

liste di termini dinamicamentein tempo reale dai record nécon importazione da file ester-ni, ma solo e sempre in tempodifferito e a partire dal conte-nuto esistente nei campi;

7 documentazione non completa,non aggiornata, non ordinata.

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Fig. 7 - Documento elaborato con OpenOffice Writer e formattato con Bibus

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Note

1 Manoscritto terminato il 18 gennaio2010. Indirizzi dei siti web controllatiin quella data. Un’analisi dettagliata èdisponibile presso: <http://www.biblioteche.unipg.it/lavori/bms-dasp/text/index.html> a cura di chi scrive. Hoanalizzato la versione 1.5.1 del 1.12.2009per MS-Windows -XP e Vista, con da-tabase SQLite, usandola insieme a Open-Office Writer 3.1 e a MS-Word 2007,entrambi in italiano.2 L’autore, pressoché unico, di Bibus,responsabile degli sviluppi e delle nuo-ve versioni è Pierre Martineau attivopresso l’INSERM di Montpellier in Fran-cia: [email protected]’interazione con MS-Word è dovutaal lavoro di Mounir Errami. Punti dipartenza per programi vari e per ladocumentazione sono i seguenti: <http://sourceforge.net/projects/bibus-bi-blio/> e <http://bibus-biblio.sourceforge.net/wiki/index.php/Main_Page>; èquest’ultimo il riferimento di base. Tutte le versioni di Bibus sono dispo-nibili in licenza GNU General PublicLicense pubblicata dalla Free SoftwareFoundation. Quanto a Python (http://www.python.org.), pare essere questoil vero requisito di base e non tanto ilsistema operativo: se è vero che unaversione Mac non è stata testata, essaè data per funzionante (corrisponden-za diretta con l’autore). Bibus richiededunque l’installazione di altri program-mi eseguibili (gratuiti): Python-2.6.1 eWxPython, Python-mysql solo per uti-lizzare la base dati MySQL, Pywin32per connettersi a MS-WORD; mentrei file indispensabili per interagirecon OOw stanno già nel file di in-stallazione di questo. Per Open-Office cfr. <http://www.openoffice.org/>, è consigliato di usa-re la versione 3.1 del moduloWriter, anche in italiano; per ilprogetto bibliografico di OOwcfr. <http://bibliographic.openoffice.org/>. Dalla documen-tazione annessa al programma:“It has been developed with Open-Office.org in mind. This meansthat the database is modeled onOpenOffice.org bibliographic data-base engine. As such it has the featu-res and most of the limitations of thisformat”.

3 Cfr. <http://www.mysql.com/> e <http://www.sqlite.org/>. In SQLite i campisono più ospitali in lunghezza rispet-to a MySQL.4 Cfr. <http://bibus-biblio.sourceforge.net/wiki/index.php/Starting_Bibus_in_a_non-English_language_%28on_Windows%29>.5 Punto di partenza per la documen-tazione a: <http://bibus-biblio.sourceforge.net/bibus_doc/html/en/bibus_doc.html>.6 Operazione talora perfino ineludibi-le, giacché difetta un comando di me-nu: ad es. per conservare i record im-portati – trasferendoli dal gruppo Im-port buffer o da quello PubMed a quel-lo delle References, o a un suo sotto-gruppo.7 I campi mostrati sono quelli che colReference editor noi stessi possiamolasciare o porre fra i Main fields, per-ché il contenuto dei campi Supple-mentary e Other non viene qui visua-lizzato. In Preferences | Reference edi-tor, per spostare – anche tutti – i cam-pi nei Main: prima gli Other vannomandati nei Supplementary con Re-move e da lì fra i Main, con Add. Perla ratio di tale ripartizione si veda lanota 19. 8 Un record può essere puntato da piùgruppi, segnatamente da: References,Tagged e da una o più Queries. Per fa-re sì che un record appartenga a più diun sottogruppo di References, occorre

che nel trascinare il record verso il sot-togruppo si tenga premuto il tasto Ctrl-,altrimenti il trascinamento è sempre untrasloco, ossia Taglia/Incolla.9 Anche se il comando può suonare“Open URL”, ciò non ha nulla a chevedere col generare metadati secondolo standard OpenUrl (American Na-tional Standards Institute, ANSI stan-dard Z39.88: cercabile a partire da<http://www.niso.org/kst/reports/standards>).10 Il NOT va reso con l’operatore “NOTLIKE” o con “non uguale” (“!=”) di SQL:al momento tradurre in esperta una ri-cerca semplice contenente “NOT LI-KE” non introduce il segno “%” di tron-camento (*) attorno alla stringa, lo sipuò aggiungere a mano: “Author NOTLIKE ‘%de martino%’”. Il NOT è inve-ce esplicitamente previsto nella ricer-ca su PubMed.11 Cfr. <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/advanced> e <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/bookshelf/br.fcgi?book=helppubmed&part=pubmedhelp>.Per raggiungere PubMed è possibilespecificare un proxy.12 Il valore dei caratteri che ne defini-sce l’identità è stabilito a livello di Py-thon e non è alterabile.13 Rispettivamente importazione da:Refer, EndNote/Refer, EndNote XML,ISI, PubMed, PubMed XML, RIS e Bib-TeX; esportazione in: SQLite, HTML,BibTeX, RIS, PubMed, Refer.14 La documentazione è sfortunatamen-te assente tanto più quanto queste ope-razioni sono cruciali e delicate, taliperché si muta di ambito software più

che in passato e perché la mole deidettagli è notevole. Quasi tutto si

impara ad intuito e per espe-rienza, anche per tentativi ederrori; ne è testimonianzaquanto riportato a propositoin: Using Bibus with OtherSoftware: General Considera-tions, <http://bibus-biblio.sourceforge.net/wiki/index.php/Us ing_Bibus_wi th_Other_Software:_General_

Considerations>.15 Non alla maniera, per inten-

derci, del CWYW-Cite-While-You-Write™ di ProCite e poi di EndNote

e di Reference Manager della ThomsonReuters©. Con OOw funziona ora inmodo molto più sciolto che nel passa-

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Page 8: 31-38dell'orso.qxd 16-04-2010 14:22 Pagina 31 Informatica ... 1) ove quello in alto a destra ospi-ta la lista breve dell’insieme in og-getto (tutto il catalogo o solo un gruppo di

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to, di cui – ahimé – si trova fin troppatraccia nella documentazione in linea(configurazione di una named pipe odi una porta dedicata TCP/IP richiestaora solo se si lavora su due macchinediverse).16 Come già MS-Word, OOw disponedi funzioni bibliografiche atte a tene-re un archivio di riferimenti inseribilinel documento in modo da produrrepoi, come già si fa con gli indici ecc.,citazioni formattate secondo uno stileed una lista finale. Ci sono due modiin OOw di trattare i dati bibliografici.Una si appoggia sul database interno,aggiunge e pesca da lì. L’altra trattasolo le citazioni nel testo. Queste siinseriscono a sé in una scheda, che,come il database bibliografico, tieneconto di tipi di documento e dei varicampi, procedendo da: Inserisci | In-dici | Voce bibliografica | Nuovo, equando poi si clicca sopra una “voce”inserita nel testo si apre la medesimamaschera per la modifica dei dati. OraBibus – di nascosto, noi non facciamonulla – usa solo questa seconda mo-dalità, non interferisce col databasebibliografico di OOw. Bibus eredita inparte le limitazioni di OOw (la citatapunteggiatura incondizionata ne è unesempio) ed in parte, avendo aggiun-to delle funzioni, riesce a superarlecon una sua rifinitura (Finalize) gene-rosa di finezze (ordinamento, fusionedi richiami, maiuscoletto, trattamentodegli anonimi...).17 Si veda la nota 7.18 La lista dei titoli di riviste con la for-ma estesa e una o due forme alterna-tive, abbreviazioni perlopiù, da utiliz-zare in fase di output è accessibiledalle Preferences ma è in sostanza unfile di testo in formato delimitato davirgola “csv” comma separated valuea tre colonne anche vuote. Nel defini-re uno stile ed indicare che esso do-vrà utilizzare una forma – e quindiuna colonna piuttosto che un’altra – siseleziona, in Fields formatting |Journal abbreviation, o “As in databa-se” per non cambiare nulla, oppureuno dei tre valori che seguono per in-dicare rispettivamente una delle colon-ne. I nomi che queste colonne hannosia nella definizione dello stile (PLosBiol, PLos Biol., PloS Biology) che nel-le Preferences | Journals (PubMed,ISO, Full) non servono a nulla e sono

sostanzialmente fuorvianti: conta l’or-dine delle colonne per definire le cor-rispondenze con le indicazioni delmenu a tendina dello stile.19 In genere nei BFS-bibliography for-matting software e Personal CitationManagers gli attributi dei campi nonmutano nei vari tipi di documento -RT-ma il nome sì. I campi dell’OOw ita-liano sono: Abbreviazione (Identifier),Tipo (RT), Autore/i, Titolo, Anno dipubblicazione, ISBN, Titolo del libro,Capitolo, Edizione, Casa editrice, Tipodi edizione, Istituzione, Rivista, Mese,Nota, Annotazione, Numero, Organiz-zazione, Pagine, Editore, Indirizzo e-ditore, Università, Nome della serie,Tipo di relazione, Numero del volu-me, URL + 5 ribattezzabili. In Bibussono i medesimi, tranne l’ampissimocampo per l’abstract (>65000 caratteri)aggiunto qui ex novo. I campi che inBibTeX sono considerati come obbli-gatori per ogni singolo tipo di docu-mento sono quelli che Bibus ripropo-ne in catalogazione sotto il pannelloMain. Rispetto ai campi di BibTexconsiderati standard c’è in più in Bi-bus e OOw l’ISBN, ed in meno: cros-sref, eprint, key (diverso dall’identifier).Quanto ai tipi di documento OOw eBibus hanno aggiunto a quelli stan-dard di BibTeX: www, email e jour-nal. Cfr. <http://en.wikipedia.org/wiki/BibTeX>, e <http://www.fb10.uni-

bremen.de/anglistik/langpro/bibliographies/jacobsen-bibtex.html>, sitidove almeno c’è anche una descrizio-ne della funzione di ogni tipo di do-cumento e di ogni campo, altrimentisempre più ridotti a nome ed intuitocon traduzioni, passaggi e massaggiche raramente aggiungono, ma piutto-sto erodono. 20 Occorre prima definire nelle Prefe-renze il valore della variabile path,mettiamo “C:\”; poi registrare nei re-cord il percorso in cui al posto dellavariabile “C:\” sta “$FILE\”, ogni voltaseguito dal nome del file allegato.Spostando i file allegati da c:\ a j: emodificando il valore del path da“C:\” a “J:\” nei record non occorreràcambiare nulla e il comando “Open”mostrerà appunto “$FILE\[nome-file]”e funzionerà.21 Cfr. <http://bibus-biblio.sourceforge.net/wiki/index.php/Styles_reposi-tory>.22 Dai colloqui epistolari avuti con ilcreatore, iniziatore e continuatore re-sponsabile di Bibus, il ricercatore del-l’INSERM Pierre Martineau, emerge laconsapevolezza di limiti ed asperitàdel programma da superare ed am-mansire, insieme a quella confliggen-te di ridotte risorse umane per addi-venirvi, dal tempo a disposizione alparco macchine per testare il funzio-namento multipiattaforma.

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Bibus is one of the not so many free, open source, multiplatform,multiuser, desktop personal bibliography management software(BMS). The 1.5.3.1 MS-Windows edition, interacting with MS-Wordand OpenOffice Writer, is fully reviewed here. A GNU/Linux editionexists as well; Bibus is said to be working also under Mac OS X, butit has not been tested. The programming language Python(http://www.python.org.) is the only real operating prerequisite.Bibus has been designed with the OpenOffice bibliographic functio-nality in mind and suffers from some of its limitations. The basic func-tions of any BMS are all present and working, most often flawlessly.This BMS would certainly be a good choice for those, like students,not able to afford the cost of other commercial products.Nevertheless Bibus does not rank at the top when compared withthem. As Bibus is OSS, it really belongs to the community of usersdeveloping it. So far the main author and responsible for its develop-ment has been its first creator: Pierre Martineau, researcher at theINSERM (Montpellier, France).

Abstract

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