30 giorni a ovest - Tav, luci e ombre sui nostri quartieri

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 E’  bello considerare che Gesù ami la compagnia, la condivisio- ne e prenda con sé gli ami- ci del cuore. Li conduce sul Tabor, il monte della  buona luce, in mezzo alla  pianura di Esdrelon e lì si trasgura davanti a loro. Il manifestarsi nel suo splendore divino è una tappa importante nel cam- mino verso Gerusalemme dove verrà celebrato il mi- stero pasquale di morte e risurrezione. Gesù prepara i suoi amici allo scandalo della croce e lo fa riscaldando il loro cuore, aprendo i loro oc- chi in modo che abbiano a sostenere il peso degli av- venimenti che verranno. Sul Tabor faranno espe- rienza della Bellezza: è e sarà la Bellezza a salvare il mondo. E’ e sarà il più  bello tra i gli degli uomi- ni a salvare l’umanità. Dio è Bellezza ed è bello stare con Lui nell’intimità. Associare insieme l’im- magine di Dio a cui erano abituati, cioè di forza, po- tenza, vittoria con questo Figlio di Dio incatenato,  preso in giro, picchiato, appeso al legno infamante della croce, sarà davvero difcile e incomprensibile  per loro. Come accettare tutto que- sto? Come poter superare questo “perdere la vita” di Gesù? Emergeranno in tutto questo la fragili- tà, la debolezza, le paure dei discepoli. Accettare la fede che vuol anche dire “passare di luce in luce attraverso dei tunnels di oscurità” non è facile nep-  pure per noi che ora co- nosciamo l’esito glorioso della croce. Capita anche a noi talvol- ta di vivere dei momenti forti e signicativi nell’e- sperienza della fede dove  percepiamo vicinissima la  presenza del Signore. Poi giungono dei giorni cari- chi di prove, di fatiche, di lacrime e ci viene da du-  bitare della presenza del Signore. C i stiamo avviando verso una profonda tra- sformazione urbanistica e infrastrutturale del nostro “fazzoletto” di terra, da san Giorgio a sant’Agostino, passando per i ferrovieri. La TAV o TA C (Treni alta velocità o Treni alta capacità) è nel bel mezzo di un dificile dibattito nato dopo la sua approvazione in Consiglio. Associazioni, docenti universitari, l’Unesco addirittura, mani- festano perplessità e interrogativi sul progetto. Gli stessi interrogativi che si pone la gente di strada: quanto ci costerà? Perchè tanta fretta? Ci sarà trasparenza sugli appalti? Perchè non si è pensato prima alla salvaguardia delle ope- re monumentali? Il trafico nei nostri quartieri sarà veramente più leggero? E quanti anni di di- sagio dovremo sopportare? O vest   3  gior ni a Mensile d’informazione religiosa culturale e sociale dell’unità pastorale San Giorgio, Sant’ Agostino e Sant’Anton io Tav, luci e ombre sui nostri quartieri  A nno I - N. 2 Gio v edì 26 fe b braio 2 015 distribuzione gratuita DONARE SANGUE E’ DONARE VITA ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE Il dibattito E’ tutta questione di mentalità Le costose speranze dei poveri Opportunità ed alternative Vandali al parco giochi  A tt enti agli abbagli Focus Lo psicologo SEGUE APAG INA8-9-10-11-12 don Paolo Traverso don Enrico Massignani Oreste Benella La b ell ezza salverà il m ondo SEGUE APAGINA3 SEGUE APAGINA2 L’INTERVISTA NEI QUARTIERI CULTURA A colloquio con una monaca del Carmelo Alla scoperta dei nostri artisti detti “minori” La lunga storia della millenaria chiesa di San Giorgio  APAGINA5  ALLE PAGINE 6-7  APA GINA12  L ’assessore Dalla Pozza presenta lo studio di fattibilità votato in Consiglio comunale. L ’analisi di Guglielmo Vernau. Le lettere della gente della nostra zona Caro Direttore mi permetta di intervenire sulla questione che in que- sto momento sta occupando i vicentini: i Treni ad alta velocità o ad alta capacità. Difcile essere stringati o sbrigativi nel commentare ciò che forse verrà realizza- to nel tratto ferroviario che riguarda il nostro quartiere, ma ci provo. Prima di en- trare nel merito di questa importante opera, molte do- mande sorgono spontanee: diceva una volta il nostro Sindaco, che la partecipa- zione dei cittadini alle scel- te per il futuro della città è uno degli obiettivi princi-  pali della mia amminist ra- zione. Ma ha ancora signi- cato questa affermazione, dopo l’approvazione del  piano di fattibili tà in tempi rapidi e senza consultazio- ne ufciale alcuna? Nessu- no può dubitare in determi- nati contesti, l’importanza del quadruplicamento dei  binari, la valorizzaz ione del trasporto ferroviario rispet- to alla gomma, la velocità degli spostamenti ecc, ma credo anche che riconosce- re i propri limiti territoriali, qualche volta possa essere un vantaggio per i cittadini. Caro Trenta Giorni, Da residente nel territo- rio dell’Unità pastorale S. Agostino, S. Giorgio e S. Giuseppe ai Ferrovieri, vorrei fare alcune conside- razioni sulla futura linea di Alta capacità ferroviaria, il cui Studio di fattibilità, ela-  borato da ITALFERR Spa  per conto di Rete Ferrovia- ria Italiana – R.F.I. Spa, è stato approvato, per quanto di competenza, dal Consi- glio comunale di Vicenza nelle sedute di gennaio. Trovo del tutto sterili, ana- cronistiche e fuorvianti le campagne di arruolamento ideologico tra i contrari ed i favorevoli “a prescindere”, dai ben noti “NO TAV” ai magari più delati ma al- trettanto “partigiani” “SI TA V”, per i q uali il NO e d il SI sono l’espressione di un  posizionamento identitario,  piuttosto che l’esito di una riessione oggettiva sui pro ed i contro di una specica infrastruttura, in un deter- minato contesto socio-eco- nomico. Per quanto riguarda i nostri quartieri la scelta che più ci coinvolge è certamente rap-  presentat a dalla Stazione in Fiera.  Pasquale Caero Simonetta Brunelli L ’incontro tra un Papa e gli ambasciatori in V aticano sembra essere un appuntamento che poco ha da dire a noi, gente di  periferia. Non perché sia un contenitore di vuote  parole, ma perché spesso tratta di argomenti che ci sfuggono. Non sempre è così! Lo scorso 12 gen- naio, Papa Francesco, nel discorso in occasione de- gli auguri del corpo diplo- matico accreditato preso la Santa Sede, ha toccato un problema che s’impone nei grandi scenari interna- zionali, ma di cui faccia- mo esperienza anche noi negli orizzonti del nostro  piccolo mondo: il riuto! L a povertà e il bisogno  possono essere una trappola molto perico- losa per l’individuo e le famiglie. Innesca infat- ti tranelli cognitivi che spingono chi è in stato di necessità ad assumere comportamenti sbagliati,  peggiorando fatalmente le proprie condizioni. Tra questi meccanismi c’è il gioco d’azzardo e il pre- stito. Si tratta di reazioni conosciute ma che forse occorre ricordare. Chi ha pochi soldi tende a comportarsi come chi ha  poco tempo per svolgere il proprio lavoro, o pochi tentativi a disposizione in un gioco di abilità. Pesanti atti vandalici al parco giochi di via Baracca, ai Ferrovieri. E’ stata infatti com-  pletamen te divelta e ridotta in pezzi spa rsi tra l’erba la strutt ura perimetra le del castello in legno, è stato rotto il telo ombreggiante e sono stati presi a calci tre cestini. Sul lato di via Beroladi, inoltre, è stata divelta la staccionata, quasi certamente da parte di un’auto- mobile, come dimostrerebbero i vetri di nestrini andati in frantumi. Cercasi sicurezza.

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Parziale riproduzione del numero 2/2015 del mensile "30 giorni a ovest, mensile d'informazione religiosa culturale e sociale dell'unità pastorale San Giorgio, Sant'Agostino e Sant'Antonio", uscito il 26 febbraio 2015 a Vicenza.La parte riprodotta si riferisce allo speciale "Tav, luci e ombre sui nostri quartieri".

Transcript of 30 giorni a ovest - Tav, luci e ombre sui nostri quartieri

  • E bello considerare che Ges ami la compagnia, la condivisio-ne e prenda con s gli ami-ci del cuore. Li conduce sul Tabor, il monte della buona luce, in mezzo alla pianura di Esdrelon e l si tras gura davanti a loro. Il manifestarsi nel suo splendore divino una tappa importante nel cam-mino verso Gerusalemme dove verr celebrato il mi-stero pasquale di morte e risurrezione.Ges prepara i suoi amici allo scandalo della croce e lo fa riscaldando il loro cuore, aprendo i loro oc-chi in modo che abbiano a sostenere il peso degli av-venimenti che verranno. Sul Tabor faranno espe-rienza della Bellezza: e sar la Bellezza a salvare il mondo. E e sar il pi bello tra i gli degli uomi-ni a salvare lumanit. Dio Bellezza ed bello stare con Lui nellintimit. Associare insieme lim-magine di Dio a cui erano abituati, cio di forza, po-tenza, vittoria con questo Figlio di Dio incatenato, preso in giro, picchiato, appeso al legno infamante della croce, sar davvero dif cile e incomprensibile per loro. Come accettare tutto que-sto? Come poter superare questo perdere la vita di Ges? Emergeranno in tutto questo la fragili-t, la debolezza, le paure dei discepoli. Accettare la fede che vuol anche dire passare di luce in luce attraverso dei tunnels di oscurit non facile nep-pure per noi che ora co-nosciamo lesito glorioso della croce.Capita anche a noi talvol-ta di vivere dei momenti forti e signi cativi nelle-sperienza della fede dove percepiamo vicinissima la presenza del Signore. Poi giungono dei giorni cari-chi di prove, di fatiche, di lacrime e ci viene da du-bitare della presenza del Signore.

    Ci stiamo avviando verso una profonda tra-sformazione urbanistica e infrastrutturale del nostro fazzoletto di terra, da san Giorgio a santAgostino, passando per i ferrovieri. La TAV o TAC (Treni alta velocit o Treni alta capacit) nel bel mezzo di un dificile dibattito nato dopo la sua approvazione in Consiglio. Associazioni, docenti universitari, lUnesco addirittura, mani-festano perplessit e interrogativi sul progetto. Gli stessi interrogativi che si pone la gente di strada: quanto ci coster? Perch tanta fretta? Ci sar trasparenza sugli appalti? Perch non si pensato prima alla salvaguardia delle ope-re monumentali? Il trafico nei nostri quartieri sar veramente pi leggero? E quanti anni di di-sagio dovremo sopportare?

    Ovest3 giorni aMensile dinformazione religiosa culturale e sociale dellunit pastorale San Giorgio, SantAgostino e SantAntonio

    Tav, luci e ombresui nostri quartieri

    Anno I - N. 2 Gioved 26 febbraio 2015 distribuzione gratuita

    DONARE SANGUE E DONARE VITA

    ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE

    Il dibattito

    E tuttaquestionedi mentalit

    Le costosesperanzedei poveri

    Opportunited alternative

    Vandali al parco giochiAttentiagli abbagli

    Focus Lo psicologo

    SEGUE A PAGINA 8-9-10-11-12

    don Paolo Traverso

    don Enrico Massignani Oreste Benella

    La bellezzasalveril mondo

    SEGUE A PAGINA 3SEGUE A PAGINA 2

    LINTERVISTA

    NEI QUARTIERI

    CULTURA

    A colloquiocon una monacadel Carmelo

    Alla scopertadei nostri artistidetti minori

    La lunga storiadella millenariachiesa di San Giorgio

    A PAGINA 5

    ALLE PAGINE 6-7

    A PAGINA 12

    Lassessore Dalla Pozza presenta lo studio di fattibilit votato in Consiglio comunale. Lanalisi di Guglielmo Vernau. Le lettere della gente della nostra zona

    Caro Direttoremi permetta di intervenire sulla questione che in que-sto momento sta occupando i vicentini: i Treni ad alta velocit o ad alta capacit. Dif cile essere stringati o sbrigativi nel commentare ci che forse verr realizza-to nel tratto ferroviario che riguarda il nostro quartiere, ma ci provo. Prima di en-trare nel merito di questa importante opera, molte do-mande sorgono spontanee: diceva una volta il nostro Sindaco, che la partecipa-zione dei cittadini alle scel-te per il futuro della citt uno degli obiettivi princi-pali della mia amministra-zione. Ma ha ancora signi- cato questa affermazione, dopo lapprovazione del piano di fattibilit in tempi rapidi e senza consultazio-ne uf ciale alcuna? Nessu-no pu dubitare in determi-nati contesti, limportanza del quadruplicamento dei binari, la valorizzazione del trasporto ferroviario rispet-to alla gomma, la velocit degli spostamenti ecc, ma credo anche che riconosce-re i propri limiti territoriali, qualche volta possa essere un vantaggio per i cittadini.

    Caro Trenta Giorni,Da residente nel territo-rio dellUnit pastorale S. Agostino, S. Giorgio e S. Giuseppe ai Ferrovieri, vorrei fare alcune conside-razioni sulla futura linea di Alta capacit ferroviaria, il cui Studio di fattibilit, ela-borato da ITALFERR Spa per conto di Rete Ferrovia-ria Italiana R.F.I. Spa, stato approvato, per quanto di competenza, dal Consi-glio comunale di Vicenza nelle sedute di gennaio. Trovo del tutto sterili, ana-cronistiche e fuorvianti le campagne di arruolamento ideologico tra i contrari ed i favorevoli a prescindere, dai ben noti NO TAV ai magari pi de lati ma al-trettanto partigiani SI TAV, per i quali il NO ed il SI sono lespressione di un posizionamento identitario, piuttosto che lesito di una ri essione oggettiva sui pro ed i contro di una speci ca infrastruttura, in un deter-minato contesto socio-eco-nomico.Per quanto riguarda i nostri quartieri la scelta che pi ci coinvolge certamente rap-presentata dalla Stazione in Fiera.

    Pasquale Ca ero Simonetta Brunelli

    Lincontro tra un Papa e gli ambasciatori in Vaticano sembra essere un appuntamento che poco ha da dire a noi, gente di periferia. Non perch sia un contenitore di vuote parole, ma perch spesso tratta di argomenti che ci sfuggono. Non sempre cos! Lo scorso 12 gen-naio, Papa Francesco, nel discorso in occasione de-gli auguri del corpo diplo-matico accreditato preso la Santa Sede, ha toccato un problema che simpone nei grandi scenari interna-zionali, ma di cui faccia-mo esperienza anche noi negli orizzonti del nostro piccolo mondo: il ri uto!

    La povert e il bisogno possono essere una trappola molto perico-losa per lindividuo e le famiglie. Innesca infat-ti tranelli cognitivi che spingono chi in stato di necessit ad assumere comportamenti sbagliati, peggiorando fatalmente le proprie condizioni. Tra questi meccanismi c il gioco dazzardo e il pre-stito. Si tratta di reazioni conosciute ma che forse occorre ricordare.Chi ha pochi soldi tende a comportarsi come chi ha poco tempo per svolgere il proprio lavoro, o pochi tentativi a disposizione in un gioco di abilit.

    Pesanti atti vandalici al parco giochi di via Baracca, ai Ferrovieri. E stata infatti com-pletamente divelta e ridotta in pezzi sparsi tra lerba la struttura perimetrale del castello in legno, stato rotto il telo ombreggiante e sono stati presi a calci tre cestini. Sul lato di via Beroladi, inoltre, stata divelta la staccionata, quasi certamente da parte di unauto-mobile, come dimostrerebbero i vetri di nestrini andati in frantumi. Cercasi sicurezza.

  • PAGINA 8 Febbraio 2015

    Lintervento

    Ecco i vantaggiper i vostritre quartieri

    TAV e quartieri/Lassessore

    Planimetria del progetto. In blu continuo il fascio acciaierie/arsenale (su piano campagna), in blu tratteggiato la trincea coperta della linea storica e dei due nuovi binari. In giallo la gronda sud, la quale parte da Ponte Alto ed arriva a Pontara Santa Libera, con le interconessioni con Viale Verona (Piva Gomme), Via Maganza (ex distributore IP), Corso SS Felice e Fortunato (ex Pelizzari), e Viale Milano (FTV); la parte della strada evidenziata in nero il tratto in cui la strada posta anchessa in trincea coperta. Allaltezza della passerella, la strada scende nuovamente sotto il piano campagna, per realizzare la piazza pedonale tra Via DAnnunzio e Via Vaccari. E inoltre evidenziata il nuovo parco che sar realizzato al posto dellattuale stazione.

    Queste le domande che abbiamo posto ad Antonio Dalla Poz-za, assessore alla progettazione e sostenibilit urbana.Lei favorevole o contraria al progetto vicentino TAV/TAC? Ci indichi cinque motivi per argomentare la sua risposta.Viabilit: che cambiamenti e/o bene ci porter al Quartiere la nuova arteria che sar costruita sopra il tracciato ferroviario interrato? Nellipotesi di costruzione del tunnel stradale sotto Monte Berico, questultimo potrebbe in ciare la funzione del-

    la tangenziale sud come gronda di collegamento est-ovest della citt?Problema idrogeologico: la galleria scolmatrice, che smaltir le piene del Retrone bypassando il centro di Vicenza, effettiva-mente ef cace? Essa sola suf ciente a tale scopo, oppure ne-cessita di altre opere collaterali (anche in relazione al bacino del Bacchiglione)? In quali studi sul sistema idrogeologico si inseri-sce questo progetto?

    il primo motivo per il quale lAmmi-nistrazione comunale ha accolto favo-revolmente il progetto AC/AV che nalmente, dopo anni di parole, la con-nessione del territorio vicentino con il resto del nord Italia e dellEuropa pu diventare realt, con un progetto che costa sicuramente meno dei precedenti, e che sicuramente lo rende maggior-mente realizzabile. Questo risolverebbe nalmente il tema della connessione tra Torino e Trieste, che proprio nellattra-versamento di Vicenza aveva visto il suo problema maggiore. Inoltre, questo progetto porta ulteriori vantaggi per la nostra citt. Innanzitutto, consente di avere una fermata per i treni ad Alta Ca-pacit a Vicenza, cosa che non sempre era stata sicura (soprattutto con i pro-getti che prevedevano il passaggio della linea a sud dei Colli Berici), evitando cos la marginalizzazione del nostro territorio e portandolo anzi allinterno di un bacino di utenza molto pi ampio di quello dato dalla sola provincia. Poi, mette in sicurezza idraulica il territorio, creando opere di contenimento, scolmo e laminazione delle piene (in particola-re del Retrone) che, oltre a mettere in gravissimo pericolo le opere ferrovia-rie (nuova stazione della Fiera e tutti i ponti ferroviari), creavano enorme pre-occupazione in particolare in zona indu-striale, a S.Agostino ed in centro stori-co. Inoltre, consente la creazione di una nuova viabilit, alternativa - ma non supplementare - a quella che va da Cor-so S.Felice a Viale S.Lazzaro, consen-tendo di sgravare questo asse da parte del traf co e di creare cos le corsie pre-ferenziali per il lobus. Il lobus stesso poi uno dei punti positivi di questo progetto, poich lAmministrazione co-munale non avrebbe mai potuto dispor-re di cos ingenti risorse per la creazio-ne di un sistema di trasporto pubblico di massa cos innovativo, e capace di

    rivoluzionare il sistema della mobili-t cittadina, rendendola maggiormente sostenibile e meno dipendente dalluso dellauto. In ne, non va minimamente trascurata la grande opera di ricucitura urbana operata dallinterramento della linea ferroviaria, che render nalmente permeabile il passaggio tra il quartiere dei Ferrovieri e quelli di S.Lazzaro e di S.Felice, creando anche le premesse per una ricongiunzione tra lambito di Campo Marzo, laffaccio sul Retrone, la chiesa di S.Giorgio ed il futuro grande parco dellex colonia Bedin-Aldighieri.La nuova strada di gronda che verr re-alizzata sopra i binari interrati consen-tir di sgravare non solo lasse tra Corso S.Felice e Viale S.Lazzaro per potervi inserire le corsie preferenziali della li-nea loviaria, ma anche Viale S.Agosti-no, via Vaccari e tutte le strade interne del quartiere, oggi soffocate da un pe-sante traf co di attraversamento. Inol-tre, linterramento stesso della strada di

    di Antonio Dalla PozzaCaro direttore

    Siamo ancora al livello dello studio di fattibilit che il consiglio comunale ha approvato lo scorso 13 gennaio, ma a fronte di molte osservazioni 21 solo della maggioranza consegnate a Roma per migliorare il progetto Tav e limpatto del-le opere connesse. Le opere legate allalta velocit porteranno grandi bene ci: si tratta di unoccasione unica per risolvere problemi che attanagliano la citt e il territorio da decenni e che non avrebbero mai potuto trovare soluzione solo con le risorse del Comune martoriate dai tagli del Governo. Quello che succeder, se ci saranno i nanziamenti promessi, che la linea ferroviaria che da sempre divide i Ferrovieri da viale San Lazzaro e da San Felice, sar interrata e quindi nascer una ricucitura urbana impensabile no ad oggi. Anche la mobilit lungo quellasse sar modi cata riducendo drasticamente il traf co di attraversamen-to. Una pista ciclabile, inoltre, consentir di andare in sicurezza dal parco del Retrone no a piazza dei Signori con una passerella che attraverser il ume davanti alla chiesa di San Giorgio e quindi in Campo Marzo, poich non ci sa-ranno pi i binari davanti allattuale stazione. Certo ci saranno dei disagi, legati in particolare alla complessit dei cantieri, ma ritengo che per questa zona i bene ci saranno molto maggiori dei disagi: dalla gi citata ricucitura tra collina e citt e quindi tra le due parti della citt divise dalla ferrovia, allalleggerimento del traf co di attraversamento, alla messa in sicurezza idraulica per evitare il pericolo di esondazioni ed allagamenti.

    Il sindaco

  • Febbraio 2015 PAGINA 9

    Planimetria del progetto. In blu continuo il fascio acciaierie/arsenale (su piano campagna), in blu tratteggiato la trincea coperta della linea storica e dei due nuovi binari. In giallo la gronda sud, la quale parte da Ponte Alto ed arriva a Pontara Santa Libera, con le interconessioni con Viale Verona (Piva Gomme), Via Maganza (ex distributore IP), Corso SS Felice e Fortunato (ex Pelizzari), e Viale Milano (FTV); la parte della strada evidenziata in nero il tratto in cui la strada posta anchessa in trincea coperta. Allaltezza della passerella, la strada scende nuovamente sotto il piano campagna, per realizzare la piazza pedonale tra Via DAnnunzio e Via Vaccari. E inoltre evidenziata il nuovo parco che sar realizzato al posto dellattuale stazione.

    gronda in corrispondenza dellattuale cavalcaferrovia ciclopedonale di Via DAnnunzio, e nei pressi della stazio-ne Ftv in Viale Milano, consentiranno il passaggio a raso di pedoni e ciclisti, ricongiungendo tra di loro parti della citt che erano state separate dal passag-gio della ferrovia. Va considerato che la strada di gronda non sar una strada a scorrimento veloce, ma una semplice strada urbana a due corsie, mitigata an-che dal punto di vista del rumore (con alberature e barriere dove possibile), e con diversi punti in cui la velocit sar rallentata da rotatorie che distribuiran-no il traf co lungo la dorsale di Corso S.Felice/Viale S.Lazzaro.Il collegamento viario sotto Monte Berico, attraverso la cosiddetta galle-ria multifunzione (by pass idraulico e stradale), non avrebbe portato a drenare traf co dalla tangenziale sud (se non in minima parte), in quanto collegamento molto pi rapido e privo di elementi di

    rallentamento quali rotatorie, immissio-ni, ecc.Tuttavia, il Consiglio comunale di Vi-cenza ha richiesto a RFI di provvedere ad individuare soluzioni viarie alterna-tive al by pass in galleria sotto Monte Berico, con le medesime nalit di al-leggerimento del nodo di Viale Risor-gimento/Piazzale Fraccon, allo scopo di poter inserire in sede riservata il pas-saggio del lobus.La galleria scolmatrice, gi approvata ed inserita nel Piano degli Interventi predisposto dallAutorit di Bacino e di cui la Regione Veneto ha preso atto nell 2011, sicuramente ef cace per taglia-re le piene del Retrone, e quindi per mettere in sicurezza gran parte della cit-t, ovviamente accompagnandola agli altri interventi previsti, ovvero lutiliz-zo della golena di Gogna e di S.Pietro Intrigogna, e labbassamento dellalveo del Bacchiglione prima della con uen-za con il Tesina.

  • PAGINA 10 Febbraio 2015

    Riservata a pochie anche inutileCaro Trenta GiorniHo letto lintervista a sindaco Variati. E ho letto anche le due domande e risposte sul Treno ad Alta Velocit. Una cosa mi preoc-cupa: la velocit che stata data allo studio di fattibilit e alla fretta con cui il consiglio comunale ha liquidato la questione, salvo poi tirarsi indietro, soprattutto riguardo al tunnel previsto sotto Monte Berico e vicino alle bellezze palladiane, quando Unesco, docenti universitari, Cisa, gruppi di am-bientalisti che gridano ancora una volta allo scempio del territorio. Comunque penso che si tratti di unopera inutile, dispendiosa e ri-servata solo a pochi a scapito dei treni locali, e con un forte impatto ambientale.

    Maria Angela Comparotto

    Da pi parti si messa in dubbio la corret-tezza dellassunto riportato nelle Relazioni ITALFERR e, prima ancora, nello Studio di prefattibilit curato dalling. De Stavola per conto della CCIAA - che vorrebbe questa collocazione idonea a servire un bacino du-tenza ultra provinciale, addirittura sottraen-do viaggiatori alle Stazioni metropolitane di Verona e di Padova.Comunque sia, indubbio che la rete della viabilit che si sta con gurando grazie alla realizzazione della Superstrada Pedemonta-na Veneta, della variante alla Strada Pasu-bio e, di seguito, della Tangenziale Nord, della Valdastico Sud interconnessa con la Tangenziale Sud, nir per porre proprio larea della Fiera al centro di un sistema di collegamenti in grado di raccogliere utenza dallintera provincia berica, consentendole un agevole accesso alla Stazione sia con il mezzo privato, sia con quello pubblico.Gli ipotizzati interventi complementari sulla viabilit dellintera zona, a partire dal rifaci-mento del viadotto di Viale degli Scaligeri, potrebbero inoltre consentire di ripensare il rapporto tra la Fiera e la Citt, oggi neces-sariamente imperniato sullasse di raccordo con il casello autostradale, mettendo nal-mente in relazione ef ciente la Fiera con la parte est della zona industriale e con lo stes-so quartiere dei Ferrovieri, attraverso Viale dellIndustria nalmente in grado di prose-

    guire su Via dellOre ceria.Potrebbe essere questa la leva, no ad ora assente, per innescare quel processo di riquali cazione urbanistica della Zona Indu-striale di Vicenza Ovest, che la Variante al PRG adottata nel 2005 e lo stesso vigente Piano degli Interventi preannunciavano a li-vello normativo, senza peraltro fornire alcun supporto infrastrutturale indispensabile per attrarre investimenti e far decollare opportu-nit di trasformazione urbana.Non si pu, peraltro, non rilevare come lo Studio di fattibilit manchi di cogliere lop-portunit storica ed irripetibile di deloca-lizzare gli insediamenti delle Of cine Gran-di Riparazioni di Trenitalia Spa e del polo logistico della Ignazio Messina & C. Spa, entrambi attualmente collocati nelle struttu-re del cosiddetto Arsenale, di propriet del Gruppo FF.SS..Se nel quadro economico dellintero proget-to vengono immaginate risorse disponibili per realizzare una nuova Stazione (e rela-tivi impianti tecnologici) in prossimit del Tribunale, accompagnata dalla dismissio-ne dellattuale Stazione di Campo Marzio, con certo assai inferiori costi si potrebbe prevedere la rilocalizzazione delle struttu-re industriali dellArsenale, recuperando al Quartiere Ferrovieri spazi grazie ai quali progettare una concreta riquali cazione ur-banistica.

    Inoltre, a differenza di quanto ipotizzato per le aree dismesse dellattuale Stazione, che il Consiglio comunale vorrebbe priva-te di capacit edi catoria, loperazione di riquali cazione urbanistica dellArsenale potrebbe abbinare nuove dotazioni a stan-dard pubblico con recupero di volumetrie di signi cativo valore economico per lo stesso Gruppo FF.SS..Spostandosi verso est, in direzione dellat-tuale Stazione di Campo Marzio, il segno quali cante per i nostri quartieri dello Stu-dio di fattibilit della linea di Alta capacit dovrebbe essere il previsto interramento del fascio dei binari in trincea coperta, cos da consentire una maggiore permeabilit tra le aree oggi separate dai binari e raccordate esclusivamente con il cavalcavia Ferretto De Ferretti.Inoltre, sulla copertura della galleria arti- ciale ospitante i binari verrebbe realizzata una viabilit (la c.d. Gronda Sud) naliz-zata a drenare parte signi cativa del traf co oggi insistente su Viale San Lazzaro, Viale Verona e Corso SS Felice e Fortunato, di-minuendone il congestionamento veicolare cos da consentirvi la collocazione del per-corso di lobus in sede protetta.Se lobiettivo di una ricucitura urbana tra i quartieri oggi divisi dallasse ferroviario appare certamente apprezzabile, lidea di spingere ad est tale soluzione no allim-

    Opportunit irripetibile per risolvere la questione idrogeologica

    TAV e quartieri/Le lettere

    bocco di Viale del Risorgimento, andando ad interessare lintera area a sud dellattua-le Stazione di Campo Marzio, che verrebbe dismessa, personalmente solleva numerose perplessit.I contro:1) Centro Storico privato di una Sta-zione che ne costituisce il naturale approdo per chi utilizza il mezzo ferroviario e svuo-tato di una funzione-presidio essenziale per fronteggiare il degrado urbano e sociale e la stessa criminalit; 2) compromissione delle funzioni oggi esercitate nellarea a sud della Stazione a servizio delle utenze industriali poste lun-go il tratto urbano della linea MI-VE (rac-cordo con le Acciaierie Beltrame, raccordo con le Of cine Grandi Riparazioni di Tre-nitalia e con il polo logistico in gestione alla Ignazio Messina & C Spa, entrambe in zona Arsenale), in quanto solo piccola parte del fascio di binari attualmente utilizzati per la presa e consegna dei convogli merci diretti alle industrie raccordate potr essere ricollo-cato nel lato sud della Stazione Fierapaiono francamente pi pesanti dei pro:a) ulteriore prosecuzione in direzio-ne sud-est della viabilit denominata Gron-da Sudb) realizzazione di unarea di par-cheggio auto tra lattuale Stazione ed il u-me Retrone.

    Lenorme buco che Rete Ferroviaria Italiana vuole fare, fra il nostro quartiere e quello di S.Lazzaro per il quadruplicamento dei bi-nari per la TAV, con annessa mega stazione in zona era, e una grande strada di colle-gamento fra la zona ovest e Viale Risorgi-mento, serve davvero tutto ci ad una citt come Vicenza? E giusto che la nostra am-ministrazione si faccia cos sottomettere da RFI che intima o prendere o lasciare per qualche compensazione? E stato considera-to un eventuale rischio idrogeologico nei siti dove verranno collocate le due nuove stazio-ni Fiera e Borgo Berga ? Che impatto avr la viabilit durante i mesi o anni di realizza-zione del progetto fra gli abitanti, la tutela strutturale delle case limitrofe, i rumori ecc?Tutto questo per la fermata a Vicenza, ma: con pochi treni che fermano, non serve, mentre se se ne fermano tanti, si perde la competizione con auto e aerei. Quanto potr valere poi un bacino di utenza a Vicenza per quanti care le fermate?Studio di fattibilit: su che base stato fatto il riferimento reale del traf co, chi sarebbe-ro gli investitori privati che possano nan-ziare parte del progetto, sono stati ponderati i costi rispetto ai bene ci, e non solo i costi, ma chiarezza sui nanziamenti, chi paga e perch, in cambio di cosa, e vogliamo met-terci la preoccupazione della corruzione, tangenti ecc?Stazione: quella attuale baricentrica, in centro citt, poi ci sar inevitabilmente fran-tumazione oltre i costi di due nuove stazioni, comprensive di navetta di collegamento che probabilmente impiegheranno lo stesso tem-po di un interregionale veloce VI_PD. Sicuramente i progettisti e i nostri ammini-stratori avranno gi pensato a tutto, ma per-ch allora non parlarne? Perch tutta questa fretta che sa da ricatto? La val di Susa, non ha insegnato niente? dobbiamo ogni volta aspettarci la nascita dei comitati del no per discutere?

    Dicono che la fermata di Vicenza sia priori-taria, ma per chi e per quante persone?Non dimentichiamoci che i gestori della rete ferroviaria, si riserveranno nel tempo per decidere le fermate in base allutenza, non certo dallinvestimento della grande e nuo-va stazione, lItalia piena di opere e mega strutture anche ferroviarie, realizzate e poi abbandonate a se stesse in barba allinvesti-mento (tanto pagano i contribuenti). Da moltissimi anni nel nostro paese si parla di incentivare il traf co su rotaia passeggeri e merci, sviluppare una corretta intermoda-lit, di rinnovare i mezzi del trasporto regio-nale, e dopo tutto questo tempo, si ottenuto che linteresse solo dedicato ad un even-tuale pro tto, che solo almeno cos dicono, lalta velocit pu dare. Infatti il traf co merci praticamente scomparso, gli utenti pendolari sempre pi penalizzati, e i vetto-ri di trasporto sempre pi in competizione a rubarsi le tratte in barba allintermodalit, dove si prevedeva larrivo del treno e la par-tenza in coincidenza dellautobus su tratte diverse. Una societ cos detta civile, pu ancora permettersi questo?E in ne tornando al nostro quartiere, i nostri amministratori dicono che con questa opera il Quartiere dei Ferrovieri non si sentir pi tagliato fuori e nalmente si unir alla citt.Alzino la mano i cittadini abitanti dei ferro-vieri che si sono sentiti in tutti questi anni emarginati. Concludendo, solo il tempo dir se questa opera ha avuto un senso a scapito di molto, ma rimane comunque un grosso rammarico, la fretta irragionevole per que-ste decisioni, e il mancato coinvolgimento dei cittadini dimostrando una mancanza di rispetto. E il parco Retrone da sistemare? La Colonia Bedin da Boni care? La biblioteca da riaprire? Scusate sono fuori tema.Speriamo che il nostro Sindaco non prenda un grosso abbaglio con questa opera, magari solo per voler lasciare un grande ricordo per il ne mandato.

    Simonetta Brunelli

    Attenzione agli abbagli Unopera che sha da farema la stazione resti dovCaro Trenta Giorniin questi ultimi mesi a Vicenza non si fa che parlare della Tav. E io cosa cosa ne penso? Bella domanda! Mi son risposto guardando al sindaco che lannuncia e la spiega, ai di-battiti in corso in citt e, a quel che vedo, ai veleni che si incroceranno sulle nostre teste. Bella domanda, mi son detto, sopratutto se rivolta ad uno, come me, che ha trascorso tutta la sua vita lavorativa sopra un treno (capotreno). Uno che ha avuto il padre ferroviere (segre-tario in Arsenale), il nonno materno ferro-viere (falegname in Arsenale) ed abita nelle case dei Ferrovieri dalla nascita. Premet-to per che non sono molto al corrente del progetto TAV ma unidea me la sono fatta leggendo i giornali e ascoltando la TV. Prima di tutto il progetto TAV gi de ni-tivo e penso approvato, solo da Milano a Brescia. Per la tratta Brescia-Venezia invece ancora tutto in alto mare. Ci sono troppe parrocchie da mettere daccordo, pertanto si parla di progetti e di ipotesi ma di concreto non c ancora nulla. Dalle voci che circola-no a Vicenza, si fa lipotesi di costruire due nuove stazioni: una in zona Fiera per lalta velocit ed una in zona Stadio per la vecchia linea. Personalmente posso essere daccordo sulla prima stazione, per quanto riguarda la seconda invece. penso che lattuale stazione possa essere pi che suf ciente. La stazione FS, per una citt come Vicenza e non solo, un punto di riferimento anche storico per chi arriva in citt da fuori: teniamocela stretta, magari cercando di rimodernarla e di abbel-lirla. Per fare unesempio, io non vorrei mai, a Vicenza, uno stadio come lEuganeo di Padova. Mi tengo stretto il mitico e glorioso Menti, magari ristrutturato a dovere. Concludo dicendo che, a mio modesto pa-rere, la nuova linea ad alta velocit sha da

    fare. Uno dei motivi principali che sicu-ramente ci sono dei fondi Europei che altri-menti andrebbero perduti. Il secondo motivo che si spera possa essere utile per togliere dalle strade altri veicoli di-minuendo cos linquinamento atmosferico. Mi auguro inoltre che la nuova linea sia il meno possibile invasiva specialmente in prossimit delle citt, bisogna cercare di ridurre al minimo limpatto ambientale. In- ne v detto che in questo periodo di crisi, qualche posto di lavoro in pi non far certo male alla nostra disastrata economia.

    Roberto Pelizzaro (Riccio)

    segue dalla prima

    segue dalla prima

  • Febbraio 2015 PAGINA 11

    Gronda sud,risolveri problemi?

    Impressionatoda tanto entusiasmo

    Del resto, lo Studio di fattibilit pone en-trambe queste ultime opportunit in stretta correlazione con la realizzazione della galle-ria idraulico-stradale il cui imbocco previ-sto lungo Viale Fusinato, in corrispondenza di Via Facchinetti, e luscita collocata lun-go la Riviera Berica, in prossimit dellex Vivaio Pavan.Peraltro, visto che su tale galleria idrauli-co-stradale il Consiglio comunale - spinto delle numerose quanto quali cate critiche levatesi soprattutto a tutela del patrimonio storico culturale rappresentato dalla Villa Valmarana ai nani - si espresso alquan-to negativamente, sancendone il sostanziale abbandono, c da chiedersi se abbia senso mantenere inalterate soluzioni progettuali strettamente legate alla realizzazione della predetta galleria.Ma pi in generale, lintero sistema degli in-terventi che lo Studio di fattibilit ipotizza per lambito compreso tra lattuale Stazio-ne di Campo Marzio ed il Tribunale appare condizionato dalla scelta fondamentale di sopprimere la prima, sostituendola con una nuovo, collocata in prossimit del secondo.Come detto, questa scelta non appare affatto convincente sul piano urbanistico, e sembra trovare fondamento sulla necessit di gesti-re le interferenze tra le diverse linee (quelle provenienti da Padova - a servizio dei treni regionali e merci e, rispettivamente, dei tre-ni veloci e quelle provenienti da Treviso e da Schio) che con uiscono proprio ad est del Tribunale, dovendo regolare la transizio-ne tra i sei binari ad est della connessione tra le citate linee ed i quattro binari che attraver-sano Viale del Risorgimento per dirigersi, poi, verso la Stazione Fiera.Sullimpossibilit di aumentare il numero dei binari lungo Viale del Risorgimento e la conseguente necessit di realizzare nella-rea Tribunale quello che lo studio di prefat-tibilit commissionato dalla CCIAA pudi-camente denominava volano ferroviario, e che poi divenuta la nuova Stazione Tri-bunale in sostituzione di quella oggi attiva in Campo Marzio lo Studio di fattibilit perentorio: lostacolo sarebbe rappresentato dallesigenza di salvaguardare lArco palla-diano delle Scalette sito in Piazzale Fraccon.Pur non disponendo delle necessarie com-petenze tecniche, non ci si pu esimere dal rilevare che nel lato nord dellattuale trin-cea ferroviaria di Viale del Risorgimento presente una galleria cieca, che durante la seconda guerra mondiale veniva impiegata come bunker ricovero dei convogli ferrovia-ri.Essendo collocata nel versante opposto ri-spetto allArco delle Scalette, leventuale prosecuzione della citata galleria cieca, per inserirvi un quinto binario a servizio dei treni percorrenti la linea Di Treviso e di Schio, lasciando gli ulteriori quattro binari

    per i transiti sia veloci, sia lenti sulla Milano-Venezia, non pare operazione inge-gneristica pi complessa di altre, comunque ipotizzate dallo Studio di fattibilit.A maggior ragione ora, che con labbandono dellipotesi della galleria idraulico-stradale, si parla di pesanti interventi sia per la coper-tura di Viale del Risorgimento, sia per lal-largamento di Piazzale Fraccon!E evidente che laddove fossero rimessi in discussione i presupposti trasportistici addotti a giusti cazione della soppressione dellattuale Stazione di Capo Marzio e della sua sostituzione con quella in localit Tri-bunale, tali scelte andrebbero quanto meno riconsiderate, attese le evidenti controindi-cazioni che presentano dal punto di vista urbanistico.Unultima considerazione merita la que-stione idraulica, che non potendo pi esse-re affrontata ed in parte signi cativa risolta attraverso il bypass del Retrone in galleria, impone di governare le piene del ume che attraversa i nostri quartieri mediante bacini di laminazione in grado di ospitarne lacqua in esubero.La necessit di affrancare le aree interes-sate dalle nuove infrastrutture ferroviarie (Stazione Fiera, Stazione Tribunale se ed in quanto confermata, nuovi binari e nuovi ponti ferroviari) dallattuale classi cazione di pericolosit idraulica media (P2) loro at-tribuita dal PAI (Piano di assetto idraulico), pena limpossibilit giuridica della loro re-alizzazione, costituisce unopportunit irri-petibile per affrontare in modo risolutivo il rischio idraulico che secolarmente caratte-rizza i nostri quartieri.Pertanto, si dovr cercare di porre a carico del quadro economico dellintervento fer-roviario tutte le opere di difesa idraulica individuate nel Piano delle azioni e degli in-terventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico, predisposto dallAutorit di Ba-cino Alto Adriatico a seguito dellalluvione del novembre 2010.Opere che, per quanto riguarda il Retrone ed i suoi af uenti, consistono in una serie di casse di laminazione localizzate a cavallo tra Vicenza ed Arcugnano (lo Studio di fat-tibilit a tal proposito prevede una golena in localit Gogna, compresa tra il ponte di Via Maganza e la tangenziale sud), a Sovizzo sul torrente Onte e a Monteviale sulla roggia Dioma.Opere alle quali dovranno essere abbinati ul-teriori interventi sul bacino del Bacchiglione e dei relativi af uenti, cos da poter gestire la con uenza tra i due corsi dacqua citta-dini acquisendo quei margini di sicurezza idraulica necessari per la realizzazione delle nuove infrastrutture e da tempo immemora-bile agognati da chi abita, lavora, produce nei nostri quartieri.

    Pasquale Ca ero

    Caro giornale,vivo in Quartiere dal 1938, anno della mia nascita, dopo che mio padre fu assunto come Capostazione a Vicenza, ottenendo quindi labitazione nelle case dei Ferrovieri. Ho lavorato per quarantanni nella LEGO di Olivotto e dal 1956 mi occupo di politica, militando prima nella Democrazia Cristiana e poi nel Partito Democratico.Premettendo che non sono contrario al pro-getto TAV, quattro sono i punti che suscitano le mie perplessit, per limpatto territoriale che potrebbero avere sul nostro Quartiere.Innanzitutto, il progetto viario cosiddetto Gronda sud risolve il problema del traf- co tra la Riviera Berica e il centro, ma lo aumenta sullasse storico che parte da viale Fusinato e arriva in zona industriale, passan-do per via Vaccari: questo perch nessuno, dalla zona del nuovo tribunale, si servir della tangenziale ovest per arrivare, appun-to, in zona industriale.In secondo luogo, labbattimento del caval-caferrovia di via Ferretto de Ferretti rischia di privare il traf co veicolare privato e gli autobus AIM di unimportante arteria di col-legamento; mi stato risposto che nel pro-getto gura una nuova strada, che collegher la stazione FTV a via Maganza: questo non porter unulteriore aggravarsi del traf co sulle vie storiche del Quartiere?Mi domando, inoltre, perch non sia sta-to fatto uno studio per vedere se e in quale misura possa essere recuperabile il vecchio sedime ferroviario FTV, che collega la sta-zione FTV a Ponte Alto.In ne, penso che, in occasione del progetto TAV, lAmministrazione comunale avrebbe dovuto prendere in considerazione il recupe-ro dellarea ex-Lanerossi; pur essendo una propriet privata, danneggia due interessi pubblici primari, il decoro e la sicurezza dei cittadini di via Rossi e via Masotto, che lAmministrazione ha il dovere di salva-guardare.

    Pietro Gennari

    Per quanti anniavremo disagi?Caro Giornale Penso che oggi la Tav serva a poco, direi che non serve ad un granch, e forse serve solo a pochi.Mi chiedo se valga la pensa deturpare il nostro centro-citt e buttare via soldi per pochi? Non che sia contrario, intendiamo-ci, ma perch non passa fuori dal centro sen-za creare disagi alle nostre belle opere e anni di disagi, mi piacerebbe sapere quanti, alla nostra citt ? Vicenza doveva pensare a que-ste infrastrutture negli anni 60/70 quando le nostre industrie erano in pieno sviluppo e avevano bisogno di collegamenti e infra-strutture che la collegavano al Nord Europa. Siamo stati a guardare mentre Verona e Pa-dova ampliavano i loro terminal.

    Camillo Carvisiglia

    Non basta pensaresolo in grandeCaro DirettorePrima, e anche ora, la Basilica Palladiana che diventa con le grandi mostre, che pure apprezzo, un pozzo senza fondo (di soldi sintende) per qualcuno (ma il nostro Comu-ne ci guadagna qualcosa? E se non ci gua-dagna niente perch fa queste mostre: solo per il nostro arricchimento culturale?), poi il grande tribunale a Borgo Berga, ora lAlta Velocit o Alta Capacit. Io ho limpressio-ne che a questa nostra amministrazione piac-cia pensare in grande dimenticando i piccoli problemi dei quartieri. Insomma, posso chiedere che ne fanno i soldi che si gua-dagnano dalle mostre di Goldin? Possibile, tanto per stare nei nostri quartieri, che non ci siano due euro per il Bosco del Quarelo a SantAgostino e per la riapertura della bi-blioteca ai Ferrovieri?

    Savio L. (cognome illegibile)

    Nuove occasioniper il nostro turismoCaro DirettoreLa Tav a Vicenza una grande opportunit. Ci metter direttamente in comunicazione con gli aeroporti e quindi con il mondo inte-ro. Potr fare decollare Vicenza soprattutto da punto di vista turistico. E dal punto di vi-sta economico avremo tutto da guadagnare ad essere collegati e al contrario molto da perdere se non lo saremo. Certo la Tav deve essere progettata in modo da non risultare devastante per il territorio. Se mi permette, faccio unaltra considerazione: il trasporto a mezzo ferrovia stato per troppo tempo troppo colpevolmente trascurato. Fino a oggi in Italia abbiamo favorito il trasporto su gomma, che molto pi inquinante.

    Bruno Portinari

    Mi ha impressionato il rendering sullAl-ta Velocit stampato a pagina 14 del GDV mercoled 14 gennaio scorso, rappresentan-te una proposta progettuale o uno studio di fattibilit, per questa nuova grande opera. Mi ha anche impressionato lo slancio pro-grammatico che, dopo il via libera alla TAV, quasi con entusiasmo viene informata la cit-tadinanza e non solo, che entro sei mesi sar approntato il progetto nale. Naturalmente sappiamo, per esperienza di lavoro, che non sar cos facile la stra-da delliter burocratico. Il progetto dovr poi essere veri cato dagli uf ci comunali preposti al controllo che tutto sia stato con-siderato correttamente dal punto di vista urbanistico in senso lato, distanze, volumi, viabilit, ecc. Naturalmente le opposizioni politiche dovranno essere sentite e valutate per non dover sospendere i lavori in corso dopera. Si dovranno soprattutto valutare accortamente i costi di una tale opera.Questa nostra citt non considerata dal tre-no austro-germanico proveniente da Mona-co di Baviera, non si ferma a Vicenza, grave carenza economica e turistica, e Vicenza continua ad essere lunica citt dellalta Italia a non essere collegata direttamente e giornalmente con Roma. Se verr realizzata, sar comunque loccasione per appro ttare giustamente, di costruire il nuovo polo del trasporto pubblico accanto alla Fiera. Sar anche loccasione per aumentare il Park presso il nuovo Tribunale. Per quanto ri-guarda la destinazione futura dellattuale stazione, sono state espresse pi ipotesi. Ne indico solo due perch contrapposte.La prima suggerisce che lattuale stazione potr essere trasformata in un luogo di at-tivit culturali, turistiche, per accogliere ed indirizzare i visitatori della citt a godere delle bellezze artistiche e storiche della cit-t. Sar anche loccasione per migliorare il collegamento tra la zona Ferrovieri, viale Fusinato con viale Milano, corso San Felice e Fortunato. La seconda propone invece di mantenere luso attuale ma, come avviene nelle prin-cipali linee europee, separando la linea dei treni locali, regionali e merci. Dai treni ve-loci (Intercity e Tav), perch i treni locali e regionali saranno sempre pi usati ed giu-sta la centralit dellattuale stazione.S, penso che ci saranno sicuramente molti problemi da risolvere e dei sacri ci da sop-portare, ma alla ne vedr realizzata una cit-t moderna e funzionale alle nuove esigenze urbanistiche, funzionale alla rete dei treni

    metropolitani, nazionali ed internazionali. Certo che se si dovessero prendere in con-siderazioni le analisi del primo ricercatore Cnr-Igag e conduttore televisivo Mario Toz-zi, in merito alla TAV in generale, non c da rallegrarsene. Ha scritto un articolo intitolato Tav e pro-gresso nel quale si pone la domanda se veramente necessaria questopera, perch secondo lui c una certa confusione nel no-stro paese sul concetto di sviluppo e, pi in generale, di progresso. Per prima cosa si fa una grande confusione fra alta velocit e alta capacit, riferendosi la prima ai passeggeri e la seconda alle merci. Secondo lui i passeggeri sono in costante di-minuzione su questa direttrice. LEuropa vuole invece che si trasportino pi merci e pi velocemente in direzione est-ovest e non gli importa molto come. Dal momento che il passaggio merci ritorna-to ai livelli degli anni ottanta, si potrebbe potenziare la linea esistente. Il Prof. Mario Tozzi cos si esprimeva circa dieci anni fa a proposito dei problemi del traforo in Val di Susa, ma tra dieci anni quali saranno le necessit europee?E allora? Chi vivr, vedr!

    Giovanni Battista Fusa

  • PAGINA 12 Febbraio 2015

    TAV e quartieri/LespertoNon uno studiodi fattibilitma solo di intentiPer avere il quadro pi completo della Tav o Tac pubblichiamo par-te di un intervento delling. Guglielmo Vernau, tenuto il 10 gennaio scorso. Due giorni dopo il Consiglio comunale, maggioranza e oppo-sizione, hanno votato lo studio di fattibilit condizionato ad alcune richieste alle Ferrovie, soprattutto per quanto riguarda il tunnel sot-to Monte Berico. Ringraziamo lOsservatorio urbano-territoriale di Vicenza per averci concesso la pubblicazione

    Per quattro anni, dallinizio degli anni 2000 ho tenuto, presso il CUOA di Altavilla Vicentina, corsi post uni-versitari sugli Studi di Fattibilit. Leggendo lo studio, scaricabile dal sito del Comune, sia per quanto riguarda le opere Ferroviarie sia per quelle Complementari mi sono detto che: delle due luna. O per quattro anni ave-vo raccontato frottole perch degli studi di fattibilit non avevo capito niente o questo non uno studio di fattibilit.Tranquillizzo subito i miei studenti di allora. Protendo per la seconda ipotesi.Perch? Perch mancano, tra altri, due degli elementi fondamentali che devono essere inclusi in uno Studio di Fattibilit che tale vuole essere: quale il bisogno che lopera vuole soddisfare e quali sono e dove sono le risorse economiche per la sua realizzazione.Nello Studio di tutto ci non vi traccia. Le 800.000 persone, Vicenza centro del Vene-to, limpulso economico che ne ricever la provincia ecc. ecc. sono tutti bla bla privi di contenuto. Sono contenitori vuoti viziati da un po di megalomania. Lindividuare un bisogno signi ca individuare una mancanza, non enfatizzare una aspirazione. Ed il biso-gno deve emergere da un approfondito stu-dio supportato da precisi dati.Le poche considerazioni fatte da Con ndu-stria e Confcommercio, oltre a non essere supportate da dati puntuali, sono una aspira-zione. Che, per giunta, riguarda un limitato numero di cittadini.Nelle Opere Complementari nella Parte Ge-nerale, punto 2: Valutazione dellimpatto del progetto sulla viabilit urbana di Vicen-za, alle pagine 17, 18 e 19, sono incluse tre tabelle che dovrebbero costituire la base di tutta lopera.Le tabelle conteggiano movimento passeg-geri rilevato alla stazione di Vicenza tra le 7.00 e le 9.30 di alcuni giorni feriali. Eb-bene, in media, sono stati rilevati1505 pas-seggeri partiti e 1403 arrivati. Da questi lo studio elimina 312 passeggeri, sia in parten-za che in arrivo, in quanto in transito. Cio passeggeri che hanno solo cambiato treno alla stazione di Vicenza.Rimangono: 1193 in partenza, 1091 in arri-vo. Di questi: 839 sono saliti su treni regio-nali, 919 ne sono scesiSu treni di lunga percorrenza ne sono saliti 384 e scesi, niente pop di meno che, 120. Mi sembra che i dati si commentino da se. O la rilevazione sballata o lo il progetto.Avendo preso frequentemente ed in vari ora-ri per anni il treno per Milano propendo per la seconda ipotesi.Non secondario il fatto che molti dei dati contenuti nello studio fanno riferimento a rilevazioni del 2011 estrapolate a dieci anni: cio al 2021. Poich il completamento del primo stralcio dellopera previsto tra 15 anni, che poi diventeranno 20 se non di pi, lopera sar gi obsoleta come le centinaia di opere in Italia realizzate con tempi biblici.Delle fonti per nanziare i 5.400 milioni di euro necessari alla tratta ferroviaria, il lo-bus ed il tunnel di monte Berico non vi traccia. Di quelle, poi, che serviranno a fare le opere complementari: accesso alle stazio-ni, riquali ca del trasporto pubblico, ponti nuovi, rotatorie riquali ca e messa in sicu-rezza idraulica ecc. non c traccia dei costi gurarsi delle fonti. Quanto n qui detto lunica menzione che faccio al merito dello Studio. Mi soffermer, invece, su due punti che ritengo importanti in quanto avrebbero do-vuto precedere la approvazione dello studio da parte della amministrazione comunale: il primo un discorso di metodo; il secondo lanalisi di alcuni aspetti critici che susci-tano interrogativi ai quali non ho trovato risposte.Per quanto attiene al metodo ci troviamo per

    titetici. Il sistema ferroviario procede per blocchi. Se un treno transita su un blocco (una tratta di binario), in funzione della sua velocit, deve avere un certo numero di blocchi liberi davanti per potersi fermare in caso di inciampi sulla linea senza investi-re il treno che lo precede. Ne discende che quanto maggiore la velocit di un treno maggiore e il numero di blocchi, e quindi la lunghezza di linea necessaria per fermarsi. Di conseguenza sar minore limpiego della linea.Su questo lo studio, interrogato, non rispon-de. Siamo, poi, sicuri che tutta la rivoluzio-ne del sistema dei trasporti cittadini faccia risparmiare spostamenti in auto quando ab-biamo non una ma due stazioni da raggiun-gere di cui una decentrata a Ponte Alto?Una delle pochissime cose giuste che diceva Andreotti era: a pensar male si fa peccato ma ci si coglie. Mi mette in gran sospetto laccento posto sui parcheggi disponibili nelle due stazioni, la strada di collegamento da realizzare sulla parte interrata della linea, la strada che si vuole costruire sullo scolma-tore del Retrone che traversa Monte Berico che, tra laltro, risulta un doppione dellat-tuale tangenziale Sud che gi oggi utiliz-zata per non pi del 20 % della sua capacit.Mi sembra che si stia incoraggiando il tra-sporto su gomma anzich disincentivarlo.Faccio rilevare che oggi chi arriva alla sta-zione di Vicenza dopo le 20,30 o ha la mac-china o va a piedi. Chi mi assicura che do-mani non succeder la stessa cosa nelle due nuove stazioni? Ma questo un problema di futura programmazione! Scusatemi ma non mi chiaro perch le nuove stazioni dovreb-bero avere servizi regolati sugli orari di arri-vo e partenza dei treni e lattuale no.Lo studio dei ussi, poi, , a mio giudizio, viziato da dati basati sulla mobilit attuale.Ci si racconta che: tanti vanno in stazione a piedi, tanti in bicicletta, tanti con i mezzi pubblici e tanti con le auto. Bravi! Ma tutti quelli che se ci fossero mezzi pubblici pi continui ed ef cienti farebbero volentieri a meno della macchina?In conclusione continueremo ad andare in macchina o si incrementer adeguatamente la frequenza, capacit ed orario dei collega-menti?Nello studio tutto tace. Viene, poi, spontanea una domanda: ma questa rivoluzione coper-nicana del sistema trasporti urbani arriver prima, insieme o dopo le opere ferroviarie? Se arriva prima non serve a nulla se arriva dopo un disastro. Allora deve arrivare in-sieme. Ve lo immaginate una tale mole di lavori con le centinaia di modi che in corso dopera, realizzata da due enti indipendenti che avanzano allunisono?Passiamo ad altro punto critico. Avremo 1.360m di tratta interrata ed un tunnel sotto

    lennesima volta, non fosse bastato il Dal Molin, davanti a decisioni che vengono ca-late dallalto sulla testa dei cittadini. Quando nella mia carriera professionale mi sono tro-vato a lavorare nella Russia di Breshniev si sottolineava come la differenza tra uno stato autocratico, come quello sovietico di allora, ed uno stato democratico consistesse nel fat-to che lautocratico pretendeva di stabilire quali fossero i bisogni dei cittadini mentre lo stato democratico cercava di capirli.Qui qualcuno, contrabbandando gli interessi di alcuni gruppi economici che, purch gi-rino soldi, approverebbero qualunque opera si arrogato il diritto di decidere quali siano le esigenze dei cittadini in fatto di mobilit senza minimamente interpellare i diretti in-teressati.Esiste poi un problema di democrazia. Quando questa amministrazione, in occa-sione delle elezioni, ha chiesto ai cittadini il voto lo ha fatto su un preciso programma di amministrazione della citt. Non mi risulta che in quel programma fosse incluso questo mega progetto. Non mi si venga a dire che nel programma cera la riquali cazione del sistema dei trasporti.Una simile rivoluzione avrebbe dovuto esse-re speci catamente menzionata.Ora: possibile che nel corso di un mandato alcuni punti di un programma non possano essere portati a termine. Attraverso tutti gli strumenti possibili doveroso informare i cittadini del perch quei punti non sono rea-lizzabili. altrettanto possibile che sorgano improvvise opportunit, che si ritengono uti-li per la cittadinanza, che non fossero conte-nute nel programma.Nel momento in cui queste opportunit ri-voluzionano il sistema ferroviario della pro-vincia e viario della citt sarebbe stato pre-ciso dovere chiedere lopinione dei cittadini dopo avergli fornito tutti gli elementi ed il tempo necessari per studiare lopera, effet-tuare tutte le veri che dei dati indicati come presupposto e come risultato della operazio-ne, presentare alternative.Come minimo, dopo adeguata informazio-ne, chiamare ad una consultazione popolare.Come secondo punto mi limito ad alcuni interrogativi ai quali, nello studio, mancano adeguate, puntuali risposte. Eliminiamo su-bito lequivoco sullAlta Velocit. Nel pro-getto previsto che la tratta Verona Padova non possa superare i 200 Km/h con rallenta-mento a 140 nella tratta Montebello Vicenti-no Grisignano di Zocco. Quindi chi si deve recare a Milano, rispetto ad oggi, tanto se risparmia 10 minuti.Ma abbiamo lAlta Capacit. Ma lalta ca-pacit si ottiene facendo transitare pi treni nellunit di tempo. Ora esperti di traf co ferroviario, interpellati hanno confermato che Alta Velocit ed Alta capacit sono an-

    monte Berico come scolmatore del Retrone per non mandare sottacqua la stazione in era in caso di piena. La fragilit della falda della provincia di Vicenza nota.Ora le relazioni idrologiche contenute sia nella parte Ferroviaria che nelle Opere Complementari (che, per inciso, hanno tut-ta laria o di essersi copiate lun laltra o di avere entrambe copiato dalla stessa fonte), sono infarcite di analisi, modelli matematici, formule, tabelle, diagrammi ecc. che vivise-zionano ogni corso dacqua che interferisce con le linee ferroviarie.Si ipotizzano, sulla base dei dati registrati negli ultimi 200 anni, le portate massime, le minime, le medie e si correggono in difetto per tener conto delle opere di contenimento e mitigazione che devono essere completate a monte, prima dellopera, a seguito dellal-luvione del 2010. Su questa ipotesi si basa tutta la veri ca dellimpatto delle linee fer-roviarie con i umi. Se ce ne fosse bisogno ricordo che le opere previste dalla famosa relazione del prof. De Marchi redatta dopo lalluvione del 1966 sono rimaste lettera morta. Anzi mi risulta che in alcune aree, previste come casse di espansione in caso di piena, siano stati realizzati pro cui insedia-menti industriali.Ma qualcuno si accorto che il clima per quanto attiene la piovosit sta cambiando sempre pi velocemente e che i dati storici sono spesso superati dalla realt attuale? Si costruiscono ponti, se ne abbattono altri, si intubano corsi dacqua si alzano argini. Il tutto ampiamente supportato da autorevolis-simi studi geologici, idrogeologici, idraulici.Siamo perfettamente entro i limiti e le nor-me di legge! Tuona lo studio. Ma possibile che la storia non insegni mai niente?Quanti studi furono fatti sullinvaso del Vajont che smentivano quelli effettuati da eminenti professionisti Austriaci, indipen-denti, che sconsigliavano lopera? E come nita? Quanti studi disinvolti per non dire compiacenti, fatti per tutte le opere di im-brigliamento, canalizzazione, intubamento, copertura, sono depositati nei comuni della Liguria per confermare che ci che si faceva era nei limiti di legge? Come sta nendo? E gli studi sismici del terremoto dellAquila? Ma dovevamo dar credito a quel menagramo che aveva previsto tutto con largo anticipo? Cerano or di pareri che confermavano che tutto andava ben madama la marchesa.Ed abbiamo parlato dellimpatto a raso. Fuori terra.Ma provate a cercare, nelle decine di pagine delle citate Relazioni una menzione allim-patto che la parte interrata ed in trincea dellopera ha con la falda. Non la troverete. Per rimanere a casa nostra ricordo solo lil-luminato parere pro veritate che un eminente professore forn al sig. Costa, allepoca de-legato dal governo per realizzare la Base Dal Molin, che eliminava ogni possibile interfe-renza delle pali cazioni e fondazioni degli edi ci della Base con lassetto idrologico dellarea. Il risultato sotto gli occhi di tutti: bastano due o tre giorni di pioggia perch nella parte est dellarea arrivino gli aironi e la via S. Antonino si allaghi. E ancora: possibile che non si capisca che se con uno scolmatore che aumenta la portata dellulti-mo tratto del Retrone diminuisco il rischio di inondazioni a monte aumento quello a valle? Ma cosa c a Valle? Qualche vecchia villa? E poi, si faranno le opere necessarie. S ma nello studio nemme-no se ne parla.Concludo dicendo che non voglio arruolar-mi n nella schiera di quelli che sono favore-voli a prescindere n di quelli che sono con-trari a priori. Affermo solo che con tutti gli interrogativi e le incongruenze di uno studio che non di fattibilit ma a malapena di in-tenti non si pu cos disinvoltamente dare lassenso a simile Opera.

    Guglielmo Vernau

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