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Domenica 30 settembre 2012 La Storia politica di Manduria a puntate a cura di Enzo Caprino (97 ma puntata a pag. 6) è in rete cliccate e consultate questo indirizzo www.casalnuovoilgiornale.it Sul web, grazie all’anonimato, che fa parlare anche chi è affetto da “ritrosia”, fioccano i commen- ti sulla manifestazione di Venerdì 21 settembre. Tutti, in verità pochi, perché a scrivere sono sempre gli stessi, con tanti problemi che si portano dietro, sono diventati rottamatori senza dire però che cosa propon- gono. Conoscono costoro la vita politico-amministrativa della loro città? Forse no e rifiutano di documentarsi ed accostarsi all’esame di ciò che è avvenuto negli anni con intelligenza serena ed indagatrice. Chissà perché? Forse hanno paura di vedersi smentiti nelle loro incrollabili ve- rità? E se non conoscessero ve- ramente i problemi della città e quindi non ne parlassero, proprio per questo motivo? E le regole dell’agire democrati- co le conoscono? Se i manduriani si affideranno a costoro nel governo della città, lo vedremo alle prossime elezioni, come ha detto l’opinionista della voce Pompeo Stano, ex assessore e segretario politico del partito comunista divenuto poi PdS. Egli i sindaci di Manduria non li butta tutti a mare; qualcuno, bon- tà sua, lo salva. Non ci dice chi, ma sicuramente quello della cui giunta lui ha fat- to parte, avendo la responsabilità dell’ecologia e dell’ambiente. Ha ragione Stano nel dire che bisogna fare le dovute distinzio- ni, perché quel sindaco e quel- la giunta hanno propiziato, per esempio, la nascita della grande discarica la Chianca. La loro attenzione per l’ambiente è stata “eccezionale veramente”. Se prima di parlare ci si ricor- dasse della famosa favola di Fe- dro e si guardasse nel sacchetto che ognino porta dietro le spalle, sarebbe molto meglio e soprat- tutto si diventerebbe un pò più credibili. David Il Corsivo Il portavoce di Torre Colimena per l’acqua e la fogna critico con gli ul- timi sindaci di Manduria. La Polizia ha fatto visita all’Ufficio Tributi del Comu- ne di Manduria A PAGINA 3 A PAGINA 2 L’attualità di Fedro CONTINUA A PAG. 4 A PAGINA 4 E 5 Sarebbe bello proclamare gli Stati Generali per Manduria. Le questioni da affrontare sono tan- te. Invitare la città a confrontarsi e discutere intorno a tavoli tema- Più partecipazione per scelte consapevoli Casalnuovo lancia l’idea degli Stati Generali per Manduria tici delle questioni più “calde” è l’unico modo per mettere al cen- tro del dibattito politico il futuro della città. Per cominciare, vorrei invitare tutti i cittadini, le associa- zioni, i partiti, i movimenti a dare un contributo di idee sul tema del riassetto istituzionale delle

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Stati Generali per Manduria, accorpamento delle provincie

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Domenica 30 settembre 2012

La Storia politicadi Manduria

a puntatea cura di Enzo Caprino

(97ma puntata a pag. 6)

è in retecliccate e consultate questo indirizzo

www.casalnuovoilgiornale.it

Sul web, grazie all’anonimato, che fa parlare anche chi è affetto da “ritrosia”, fioccano i commen-ti sulla manifestazione di Venerdì 21 settembre.Tutti, in verità pochi, perché a scrivere sono sempre gli stessi, con tanti problemi che si portano dietro, sono diventati rottamatori senza dire però che cosa propon-gono. Conoscono costoro la vita politico-amministrativa della loro città? Forse no e rifiutano di documentarsi ed accostarsi all’esame di ciò che è avvenuto negli anni con intelligenza serena ed indagatrice.Chissà perché?Forse hanno paura di vedersi smentiti nelle loro incrollabili ve-rità? E se non conoscessero ve-ramente i problemi della città e quindi non ne parlassero, proprio per questo motivo? E le regole dell’agire democrati-co le conoscono?Se i manduriani si affideranno a costoro nel governo della città, lo vedremo alle prossime elezioni, come ha detto l’opinionista della voce Pompeo Stano, ex assessore e segretario politico del partito comunista divenuto poi PdS. Egli i sindaci di Manduria non li butta tutti a mare; qualcuno, bon-tà sua, lo salva.Non ci dice chi, ma sicuramente quello della cui giunta lui ha fat-to parte, avendo la responsabilità dell’ecologia e dell’ambiente.Ha ragione Stano nel dire che bisogna fare le dovute distinzio-ni, perché quel sindaco e quel-la giunta hanno propiziato, per esempio, la nascita della grande discarica la Chianca.La loro attenzione per l’ambiente è stata “eccezionale veramente”.Se prima di parlare ci si ricor-dasse della famosa favola di Fe-dro e si guardasse nel sacchetto che ognino porta dietro le spalle, sarebbe molto meglio e soprat-tutto si diventerebbe un pò più credibili.

David

Il Corsivo

Il portavoce di Torre Colimena per l’acqua e la fogna critico con gli ul-timi sindaci di Manduria.

La Polizia ha fatto visita all’Ufficio Tributi del Comu-ne di Manduria

A PAGINA 3

A PAGINA 2

L’attualità di Fedro

CoNtINuA A PAG. 4

A PAGINA 4 E 5

Sarebbe bello proclamare gli Stati Generali per Manduria. Le questioni da affrontare sono tan-te. Invitare la città a confrontarsi e discutere intorno a tavoli tema-

Più partecipazione per scelte consapevoli

Casalnuovo lancia l’idea degli Stati Generali per Manduria tici delle questioni più “calde” è l’unico modo per mettere al cen-tro del dibattito politico il futuro della città. Per cominciare, vorrei invitare tutti i cittadini, le associa-

zioni, i partiti, i movimenti a dare un contributo di idee sul tema del riassetto istituzionale delle

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CronacaePolitica

Errata corrigeNell’articolo pubblicato la settimana scorsa, in cui si affrontava il tema del depuratore ed in particolare si riferiva dell’incontro di Bari tra il dott. Lombardo ed il governatore Vendola, abbiamo scritto che l’avvocato Sammarco è esponente del Movimento ItaliaFutura di Montezemolo.Ci scusiamo con l’avv. Sammarco che, è sì esponente di un Movi-mento, ma non di quello guidato da Gian Luigi De Donno, ma del Movimento Civico “Manduria Migliore”.

Il direttore Sallusti è stato condan-nato per diffamazione (la notizia è stata riportata da tutti i giornali e i telegiornali) ad una pena deten-tiva di diversi mesi. Niente pena sospesa, o meglio la pena è stata sospesa solo per il primo mese. La Suprema Corte di Cassazione così

ha confermato la condanna inflitta al noto giornalista nei precedenti gradi di giudizio. Non si può fare più alcun ricorso.Deve intervenire allora il Presi-dente della Repubblica e conce-dere la grazia, anche se non sarà richiesta dal giornalista. Questa dovrebbe essere la prima cosa da fare. Poi tocca al Parlamento, che

deve rivedere la legge o meglio deve immediatamente depenaliz-zare tutti i reati d’opinione.Non bisogna prendersela con i giudici che non fanno altro ( e questo devono fare) che applicare le leggi che il Parlamento appro-va. Chi esercita il mestiere di giu-dice ha il dovere di applicare le leggi, e anche comminare le pene che esse prevedono. Però è anche vero che i magistrati,come citta-dini anche politicamente orientati, possono e talvolta debbono nutrire dubbi sulla “giustizia” delle leggi che applicano. Il caso Sallusti for-se qualche dubbio dovrebbe susci-tare. Ad ogni buon conto è il Parlamento, intorno a cui ruota la vita democratica in Italia (siamo una Repubblica Parlamentare),

Sergio di Sipio, così si chiama il portavoce di Torre Colimena per l’acqua e la fogna, ci ha inviato una lettera di lagnanze che pubblichia-mo integralmente con una risposta del nostro direttore, però nella sua qualità di Sindaco negli anni 90:“Ma quale dibattito (il dibattito con i sindaci di venerdì 21 settem-bre ndr): si è parlato del passato remoto e sul futuro il pietoso velo è stato steso ancora una volta.La richiesta di Torre Colimena per avere acqua e fogne non è stata neppure menzionata. Il sondag-gio del Bruno Vespa manduriano riportava l’impegno degli ultimi sindachetti passati con al top le strade e poi acqua e fogna nelle marine di Manduria. Forse a cau-sa di uno spinello consumato ante riunione tutti i presenti pensavano agli impegni presi e sempre riman-dati. Via un sindachino se ne fa un altro. Ma noi sempre qui con il culo pieno di merda e la bocca che sa di acqua marina inquinata.Ciao Enzo Caprino, attendo fidu-cioso il tuo libro di storia per ri-prendermi dalle balle raccontate e da quelle future.Buona giornata. Sergio di Sipio,

portavoce di Torre Colimena per l’acqua e le fogne.”Questo il testo della lettera inviata-ci per posta elettronica.L’indirizzo di Sergio di Sipio è il seguente: [email protected]

A questa spiritosa lettera risponde Enzo Caprino:“Caro Sergio Di Sipio,non posso darti molto torto; ef-fettivamente non si è fatto mai molto per la marina di Torre Colimena. Però c’è chi si è speso per cercare di trovare una inno-vativa soluzione di gestione del territorio costiero. Gli avetrane-si, che hanno buona memoria e che sono di giudizio imparziale, devono riconoscere che uno dei miei primi atti da Sindaco, nel 1991, fu quello di riunire i due Consigli Comunali di Mandu-ria ed Avetrana congiuntamen-te - la riunione si tenne a Torre Colimena, nella sala grande del ristorante “La Scogliera”- per proporre l’approvazione della costituzione di un Consorzio in-tercomunale per la gestione di tutta la fascia costiera, località Urmo-Bel Sito compresa, con la

presidenza del Consor-zio affidata a persona diversa dal Sindaco, un anno di Avetrana ed un anno di Manduria.Sai chi fece saltare tut-to? Proprio il Sindaco di Avetrana.Se si fosse stati lungimi-ranti ed si fossero supe-rate le richieste, avan-zate da Avetrana.di proprietà di Torre Colimena, dettate da un pernicioso sentimento di cam-panile e quindi si fosse accettata la mia proposta, i due Comuni, all’epoca, avrebbero potuto ave-re l’accesso a tanti finanziamenti da impiegare per lo sviluppo di tutta la fascia costiera.Caro Di Sipio, quello che dico è storia; puoi - se non credi a me, controllare gli atti.Che dopo non sia stato fatto più niente, è vero. Ma va precisato che niente è stato fatto durante il periodo dei sindaci eletti diretta-mete dagli elettori. Prima qual-cosa di importante è stata fatta. Scusami se devo ancora una vol-ta fare riferimento al periodo in cui io sono stato assessore o sin-

daco ma l’acqua a San Pietro in Bevagna, (con fontana al centro) ed all’Urmo ( con due fontane) è stata opera voluta da quelle am-ministrazioni (Amministrazioni democristiane). Che succederà nel futuro, non so dirtelo: molto dipende dagli elettori. Andranno ad eleggere un sindachetto, come lo chiami tu, o un sindaco con le palle che qualcuno ha mostrato di avere nel passato?Si vedrà. Prima di salutarti, ancora una cosa: tu sei venuto al dibattito; perché non sei intervenuto?Con affetto e tante grazie per la copia del mio libro in uscita che acquisterai.

Enzo Caprino

Il portavoce di Torre Colimena per l’acqua e la fogna critico con gli ultimi sindaci di Manduria.Per lui sono stati dei “sindachetti”.

Caso Sallusti: è stata fatta giustizia?di Enzo Caprino

che deve darsi da fare. Veramen-te avrebbe dovuto già procedere a legiferare per depenalizzare reati del genere e tanti altri piccoli reati. Come al solito si è perso tempo.Il Parlamento renda giustizia alla democrazia ed il Presidente della Repubblica, attraverso la grazia, a Sallusti.

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CronacaePolitica

Molte scuole di Manduria di pro-prietà comunale sono risultate non accatastate e quindi non agibili. Si sa che se non vi è l’accatastamen-to non può essere rilasciata per un qualsiasi immobile l’agibilità.Il dirigente del Comune di Mandu-ria, però a luglio, esattamente il 24 luglio 2012, ha conferito a diversi professionisti esterni all’ammini-strazione gli incarichi per procede-re a tutte le operazioni di accatasta-mento delle scuole, che comunque, ad anno scolastico iniziato, risulta-no inagibili.Con la determinazione dirigen-ziale n° 672 appunto del 24 lu-glio (tutte le determine sono del 24 luglio) è stato affidato al geo-metra Salvatore Pesare l’incarico dell’accatastamento del fabbricato sede della scuola elementare “Don Bosco”. L’importo impegnato per tutte le operazioni è stato di euro 6.363,92.Con la determinazione n° 673 è stato dato incarico al geometra

Gregorio Fragola per procedere all’accatastamento del fabbricato sede della scuola elementare “Mi-chele Greco” e della scuola ma-terna “Poverella”. L’onorario pro-fessionale è stato calcolato in euro 5.075,15 più Cnpg ed Iva, cioè euro 6.363,92 (esattamente come il primo).Con la determinazione n° 674 è stato dato incarico al geometra Pietro Romano Dabramo per l’ac-catastamento del fabbricato sede della scuola media “E. Fermi” per un totale di euro 6,738,27.Con la determinazione n° 676 è sta-to dato incarico al geometra Gre-gorio Gentile per l’accatastamento del fabbricato sede della scuola materna “P. Borsellino” per un im-porto totale di euro 2.379,71.Infine con la determinazione n° 670 è stato dato incarico al geo-metra Giovanni Dinoi per l’ac-catastamento del fabbricato sede della scuola media “G.L. Marugj” per un totale di euro, per l’onora-

rio,6.738,27.Adesso biso-gnerà aspettare che i geometri portino a termi-ne l’incarico: ci vorrà qualche mese. Dopo aver esperito tutte queste procedure si dovrà proce-dere al rilascio delle agibilità.Bisogna dire che non erano solo le scuole a non essere state accatasta-te. Risultava non accatastato anche lo stadio comunale e gli annessi fabbricati, e quindi, anch’essi privi di agibilità.Per procedere all’accatastamento dello stadio comunale intestato a “Nino Dimitri” ed annessi fabbri-cati è stato dato l’incarico al geo-metra Giovanni De Pasquale per un importo, per l’onorario, di euro 6.363,92.

Non erano stati accatastati nean-che il centro servizi agricoli ed il centro sportivo polivalente di Ug-giano Montefusco ed anche l’area mercatale con annessi servizi. Per procedere all’accatastamento di tutti questi stabili è stato conferi-to incarico al geometra Raffaele Buccolieri per un importo di euro 6.363,92.Tutti i professionisti incaricati sono tecnici di fiducia dell’ammi-nistrazione. Così risulta dagli atti che abbiamo consultato.

Conferiti gli incarichi per l’accatastamento delle scuole

La Polizia ha fatto visita all’Ufficio Tributi del Comune di ManduriaÈ accaduto giovedì 27 settembre intorno alle 11.L’istruttore direttivo dell’Ufficio è stato sottoposto ad una sequela di domande.La Polizia di Stato Giovedì 27 settembre si è recata nell’Ufficio Tributi ed ha sottoposto ad una specie di interrogatorio l’istruttore direttivo per diverso tempo, fino alle 12.30 circa. I due sott’ufficia-li sono entrati nell’ufficio intorno alle 11 e sono andati via intorno alle 12,30. Non erano mai venuti prima e nessuno dell’ufficio era stato prima sottoposto ad interro-gatorio. È stato interrogato l’istruttore di-rettivo che però non è il responsa-bile del settore tributi, il respon-sabile dirigente di questo settore è il dott. Leonardo Franzoso, che di solito non c’è quasi mai nell’uffi-cio tributi, perché dirige anche al-tri due settori importanti , quali il personale e il settore economico-

finanziario. Se anche il dirigente sia stato interrogato non ci è dato saperlo.Non sappiamo che cosa abbia chiesto la Polizia; quel che sap-piamo è che si sono interessati al funzionamento dell’Ufficio. Altro non sappiamo, ci sono bocche cu-cite, come si suol dire.Quello che i nostri reporter sono riusciti a sapere è che vi sareb-bero esposti anonimi in seguito ai quali la Procura delle Repub-blica di Taranto avrebbe avviato una inchiesta affidata alla Polizia di Manduria. Di che tenore siano gli esposti non lo sappiamo, al momento. Possiamo fare conget-ture: riguardano il funzionamen-to dell’Ufficio? Potrebbe essere. Fanno riferimento al comporta-

mento di qualcuno? Non si sa.L’istruttore direttivo sembra che sia stato sentito come persona in-formata dei fatti. Ma quali siano questi fatti al momento non è dato saperlo. Di che cosa si sia parlato

durante la visita della polizia non lo sappiamo.Noi di Casalnuovo seguiremo questa vicenda e, come è giusto che sia, vi terremo, cari lettori co-stantemente informati.

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PrimoPiano4

Tutti i partiti, movimenti, forze so-ciali e politiche di tutta la provincia ionica sono in movimento. Lunedì ,24 settembre, nel pomeriggio si è tenuto un Consiglio Provinciale allargato ai Sindaci di tutti i Co-muni della Provincia, ai Consi-glieri Regionali, al Parlamentare (era presente solo l’on. Ludovico Vico; il deputato subentrato all’on. Pietro Franzoso era assente, ma lui non è espressione della nostra provincia) alle forze sociali, sin-dacali ed imprenditoriali, proprio per capire gli orientamenti in vista della decisione finale, cioè di sce-gliere con chi andare. Tutti hanno detto di voler andare con Taranto-Brindisi, la nuova provincia che

si dovrà costituire, ovviamente con due città capoluo-go (un’assurdità

che servirà a creare solo confu-sione). C’è stata, tra i Comuni, solo una voce dissonante: quella del Comune di Avetrana, l’ultimo ed estremo Comune della fascia orientale della Provincia. Il sinda-co avv. Mario De Marco non ha manifestato alcun dubbio: la sua scelta è stata per Lecce. Ha detto che presto il Consiglio Comunale, alla unanimità, adotterà la delibe-ra di passaggio alla Provincia di Lecce.E Manduria? Erano presenti per il nostro Comune il commissario dott. Lombardo e il dirigente-vice segretario comunale avv. Vin-cenzo Dinoi, i quali non si sono espressi. Aldo Lombardo sembra

province, che non deve tradursi in una “ghiotta” occasione di tra-sloco di poltrone, ma deve essere un’opportunità di rilancio del ter-ritorio. Manduria deve uscire dalla periferia della provincia di Taranto in cui è stata relegata negli ultimi cinquant’anni, per riappropriarsi della sua storia e del suo ruolo. Le pagine di Casalnuovo sono aperte ai contributi di tutti. L’idea degli Stati Generali non è soggetta al copy-right, perché più sono le oc-casioni di confronto, più cresce il grado di consapevolezza dei citta-dini. Sarebbe bello - però – vedere la città unita per una grande mani-festazione di piazza, che potrebbe concludersi con il referendum con-sultivo per testare la volontà popo-lare di ritornare nell’antica Terra d’Otranto o di entrare nella nuova super provincia Taranto-Brindisi. La questione è troppo importante per lasciare che siano “altri” a de-

incerto; tanti cittadini lo hanno incontrato per dirgli che vogliono che Manduria passi a Lecce.Egli ha chiesto, non solo alle for-ze politiche presenti nel disciolto Consiglio Comunale ma anche a tutte quelle forze che nelle ul-time elezioni non sono riuscite ad esprimere un consigliere co-munale ed a quei movimenti che sono nati dopo, di esprimersi per iscritto sul problema della appar-tenenza provinciale. A rispondere sono stati solo in ei. Hanno rispo-sto l’Associazione denominata “Tutti Insieme Per Manduria”, la Fiamma Tricolore, Il Popolo Della Libertà, la Federazione della Sinistra, l’UDC, il Partito dei Verdi.Tra chi non ha dato risposta ci sono i partitini e i movimentini, quelli che si agitano e cavalcano tutte

cidere la partita. La collaborazione è l’unica strategia vincente. Anche riconoscere gli errori può essere un buon inizio. Da parte mia, vorrei cominciare, scusandomi con Gre-gorio Mariggiò (presidente prov.le Ecologisti e Reti Civiche – Verdi Manduria) per non avergli dato spazio sufficiente, in occasione del dibattito del 21 settembre organiz-zato da “Casalnuovo”. Il suo con-tributo avrebbe meritato di essere ascoltato per intero e per questo motivo vi propongo di leggerlo. (Cinico Sanpietro)

È oramai sotto gli occhi di tut-ti: ci troviamo di fronte ad una profonda crisi della Politica. L’ultima crisi di Governo, que-sto governo, l’ultima ammini-strazione, queste ultime ammi-nistrazioni finite prima della naturale scadenza del mandato, infatti, sono solo l´esito di una più generale crisi di legittimità delle Istituzioni e della loro in-

le proteste e basta. Ce lo aspet-tavamo. Invece non ci aspettava-mo che non rispondesse il Partito Democratico. Pubblichiamo nella pagina accanto in maniera inte-grale le risposte fornite da alcune forze politiche manduriane.La nostra posizione - come gior-nale - è che bisognerebbe prepa-rare gli Stati Generali Cittadini per chiamare tutti a discutere. Cari cittadini bisogna discutere, appro-fondire la questione che merita veramente molta attenzione: si tratta effettivamente di esprimersi sul futuro della città.Con Taranto-Brindisi o con Lec-ce?Ecco per rispondere a questo inter-rogativo noi di Casalnuovo propo-niamo una grande manifestazione, alla quale voi dovreste accorrere di buon grado.

capacità di rispondere alle reali esigenze e richieste dei cittadini. Quando la politica smette di pro-gettare il futuro, quando cioè si mostra incapace di legare la pro-pria azione ad una idea di tra-sformazione che sappia parlare a tutti, il linguaggio politico di-venta immediatamente astratto e incomprensibile, il tempo poli-tico si frantuma in una miriade di emergenze, continue e sempre diverse e fanno perdere il centro del discorso pubblico, il suo sen-so profondo. “EMERGENZE”, il più delle volte conseguenza anche di piccole, ma pessime, delibere di giunta, insignificanti al momento, ma che a lungo pe-riodo possono essere decisivi per la qualità della vita di ogni citta-dino. Come dirigente di un movi-mento politico, quello dei Verdi Ecologisti, mi sono interrogato molto spesso su questa situazio-ne di stallo e di scarsa credibilità di cui godono le istituzioni, ho

Si facciano gli Stati Generali Cittadi-ni per discutere e poi deciderecon un Referendum. I tempi ci sono.

Più partecipazione per scelte consapevoli

Casalnuovo lancia l’idea degli Stati Generali per Manduria cercato di mettere a disposizione il mio ruolo di dirigente al servi-zio dei bisogni delle persone, ma non senza fatica e difficoltà. Ho capito quanto siano importanti le candidature, i nomi delle liste di ogni movimento o partito che si propone a governare la città. Il prezzo da pagare è quella situa-zione in cui, poi, ti trovi, in consi-glio comunale, di fronte alla figu-ra del consigliere con la maglia numero 16. Quel consigliere che ti compromette l’amministra-zione, ricattando. Voglio il mio amico assessore, voglio la festa, voglio il chiosco, voglio mio cu-gino assunto da quella ditta. Per-sonalmente, occupandomi della campagna elettorale di Taranto, oltre alla scrittura di un corag-gioso programma elettorale e di governo, della formazione eco-logista che è nata e che porta il

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PrimoPiano

L’UDC ha scritto al commissario Lombardo, lo ha fatto anche il par-tito della Fiamma Tricolore.Il Partito di Casini, il cui nome non è più nel simbolo, ma non è cam-biato niente, nel senso che è sem-pre lui il padre-padrone, per bocca di Cosimo Lariccia, ha comunicato che la scelta cade sulla nascente provincia di Taranto e Brindisi. Le motivazioni espresse da Lariccia sono le stesse di quelle espresse dal commissario del PdL.

La seconda forza politica, che , in-sieme al PdL, ha governato la cit-tà prima dell’autoscioglimento del Consiglio, a differenza del PdL, fa la scelta leccese. La provincia di Lecce va bene per gli amici di Leo Girardi.La risposta al commissario Lom-bardo l’ha data l’ing. Antonio Curri.Ecco il testo della lettera:“Egregio signor Commissario,Le ricordo che il Consiglio Co-munale di Manduria, recente-mente, ha espresso la propria adesione alla iniziativa referen-daria per la realizzazione della Regione Salento.Sicuramente ciò non sarà pos-sibile; sicuramente Taranto e

Il PdL di Manduria ha risposto al Commissario Lombardo che chie-deva di conoscere la posizione dei pidiellini manduriani circa la scel-ta della nuova Provincia. Con una lettera di 20 righi il commissario del partito dott. Francesco Turco ha spiegato la scelta del PDL di Manduria. L’opzione è per Taran-to- Brindisi.Ecco il testo della lettera:“Sicuramente il nostro territorio e in particolare la città di Man-duria storicamente nutre senti-menti di appartenenza alle terre del Salento.

All’opposto la posizione del partito della Fiamma Tricolore di Mandu-ria. Il responsabile del Partito di destra, il dott. Mario Miele ha in-dicato la provincia di Lecce. “Il ri-sultato - ha precisato Miele - è nato da una consultazione interna dei simpatizzanti”.Gli altri due partiti che hanno rispo-sto alla richiesta del commissario Lombardo, i Verdi e la Federazione della Sinistra, non hanno fatto alcu-na scelta.

Brindisi finiranno con l’accor-parsi e Lecce andrà per conto suo.La “Lista Girardi-Tutti Insieme per Manduria” ritiene di opta-re per il passaggio della Città di Manduria alla Provincia di LecceQuesto è il nostro pensiero.Ritengo però che il parere del-la scelta da compiere debba es-sere supportato dal parere dei cittadini manduriani. In buona sostanza le sto proponendo un Referendum.Egregio sig. Commissario, il Movimento le sta chiedendo, prima di esprimersi nelle sedi competenti su questa questione, di indire un Referendum, che è

Per ciò che riguarda la rimodula-zione delle province dettata dalla legge di riordino delle stesse, non è possibile rispondere basandosi in maniera esclusiva su valuta-zioni emotive e sentimentali, ma è sicuramente doveroso eseguire una attenta analisi delle prospet-tive socio economiche e di svilup-po industriale del territorio. Nella prospettiva dettata dalla legge in merito alla nascente nuova pro-vincia, che nascerà dalla fusione di Taranto e Brindisi, la città di Manduria si colloca in maniera naturale in una posizione centra-

I Verdi si sono espressi per la sem-plificazione degli apparati burocra-tici e si sono rifiutati di scegliere tra Taranto-Brindisi e Lecce. Il segre-tario del Partito dei Verdi di Man-duria Michele Matino ha scritto : “Ogni ipotesi di accorpamento, purchè improntata alla afferma-zione della razionalità nell’impie-go delle risorse, della trasparenza , dell’equità della concreta possi-bilità offerta a tutti i cittadini di partecipare ai processi decisiona-

un grande strumento di demo-crazia diretta.Certo che rifletterà sulla nostra proposta, a nome del Movimen-to “Lista Girardi-Tutti Insieme per Manduria”, saluto distinta-mente”. Sembra che la scelta pro Lecce sia scaturita dalla base del Movimen-to. Iscritti e simpatizzanti si sono schierati a favore dell’adesione alla provincia di Lecce.In realtà chi crede nella Regione Salento non può fare diversamen-te. Veramente anche Florido e Fer-rarese, che sono stati propiziatori della Regione Salento, avrebbero dovuto battersi per la nascita di una sola Provincia, quella jonica salentina che, se nascesse, po-

le rispetto ai due ex capoluogo. La nuova realtà provinciale nascen-te, che conta circa un milione di abitanti, di gran lunga superiore agli ottocentomila della provin-cia di Lecce, avrà l’opportunità di attrarre maggiori investimenti nazionali e comunitari. La pre-senza di due porti, due aeroporti, il doppio comparto produttivo energetico-industriale, il doppio polo aeronautico, il nascente di-stripark di Taranto con l’inter-porto di Francavilla, l’affaccio su due mari Jonio ed Adriatico rappresenterà, non la somma al-

li, sarà da noi bene accetta”.La Federazione della Sinistra ha ri-sposto contestando la legge di rior-dino delle province e quindi non ha fatto nessuna scelta.La responsabile del partito, l’avvo-catessa Maria Calò, ha scritto:“…La Federazione della Sinistra di Manduria, pur condividendo la ratio e necessità di contenimen-to della spesa pubblica, avanza le sue perplessità sull’impianto ge-nerale della “spendine review”.

UDC per Taranto-Brindisi, il Partito della Fiamma Tricolore per Lecce; i Verdi non prendono posizione e la Federazione della Sinistra boccia la legge di riordino.

L’Associazione “Tutti Insieme per Manduria” sceglie Lecce

Riordino delle province: il PDL di Manduria opta per la nascente Provincia Taranto-Brindisi

trebbe essere l’anticamera della piccola nuova Regione. Le pro-vince non sono sparite oggi, ma sicuramente in un futuro imme-diato saranno eliminate, perchè servono a poco, e, quando ciò accadrà, bisognerà battersi per la nascita di una Regione più picco-la, meno burocratizzata e vicina veramente al territorio. Se oggi, si realizzasse una grande provin-cia jonico salentina, domani tutto sarebbe più facile ovviamente. Lo capirebbe anche il più distratto dei cittadini: non lo hanno capito però Florido e Ferrarese e tutti gli altri Sindaci che hanno detto no alla nascita della provincia di Terra d’Otranto.

gebrica di due diverse realtà, ma un potenziamento esponenziale di queste con una ricaduta occu-pazionale sul territorio.Alla luce delle analisi effettuate, tra la scelta di essere l’ultimo Co-mune della prestigiosa ed amata provincia di Lecce e uno tra i più centrali comuni della nuo-va nascente provincia Taranto-Brindisi, tale opzione non potrà che ricadere sulla costituente di quest’ultima”.La lettera è stata inviata al commis-sario straordinario del Comune di Manduria dott. Aldo Lombardo.

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Novantasettesima puntata

Carmine Sammarco, che pure si era dato da fare, soprattutto nel set-tore dei Lavori Pubblici (era stato assunto un mutuo di 30.milioni di lire con la Cassa Depositi e Presti-ti per la costruzione del secondo lotto della Scuola di avviamento professionale a tipo agrario- un mutuo di 15 milioni di lire per la sistemazione della Villa Comu-nale) ed in quello della Pubblica Istruzione ( era stato assunto un mutuo di 15 milioni di lire per l’ar-redamento dell’edificio scolastico elementare di Manduria), aveva perduto la maggioranza all’interno del gruppo del suo partito. Se ne era infatti creata un’altra intorno a Cosimo Stranieri che sarebbe stato il nuovo candidato sindaco della DC. Come era stato possibile che in così poco tempo Sammar-co avesse perso la fiducia dei suoi colleghi? Non c’erano motivazioni

politiche, ma gli si voleva far pa-gare soprattutto il fatto che avesse gestito da solo tutte le assunzioni temporanee, che poi si sarebbero trasformate in definitive, destan-do in tutti la preoccupazione che potesse aumentare di molto i suoi consensi elettorali. Nel partito del-lo scudocrociato infatti vigeva la regola che il primo degli eletti poi avrebbe fatto il sindaco, nel caso la carica di primo cittadino fosse stata attribuita alla Democrazia Cristiana.Si può dire che. coloro, tra i con-siglieri del gruppo dc, che non avevano avuto ciò che avevano chiesto, si erano rivoltati contro Sammarco e speravano , cambian-do Sindaco e Giunta, di , o andare a governare o di ottenere quanto non avevano potuto raggiungere con Sammarco. Certo, di atti poco trasparenti ne erano stati fatti.Sammarco aveva permesso che un suo assessore fosse assunto quale veterinario interino direttamente, senza alcun bando di concorso. Questo fatto aveva suscitato anche una dura presa di posizione del capogruppo liberale che presentò una mozione di sfiducia .Ecco il testo della mozione:“Ill.mo Sig. Sindaco, il sotto-scritto Quero Luigi, quale capo-gruppo del PLI, pone la questio-ne di sfiducia verso il Sindaco e la Giunta per l’assunzione quale Veterinario Interino dell’asses-sore dott. Pasquale Mariggiò e circa l’incompatibilità del Sinda-co che ha fatto deliberare in suo favore la somma di Lire 150.000

La Storia politica di Manduria:dalla caduta del Fascismo ai giorni nostri

per visite praticate a poveri del Comune”. Questa mozione di sfiducia- che, come vedremo, non fu mai di-scussa, non impensierì il dott. Sammarco, perché sapeva che dif-ficilmente sarebbe stata approvata. Egli conservava l’appoggio dei socialisti, i quali aspettavano gli eventi, certi come erano che non vi era alcuna alternativa alla formula di centro-sinistra.Insomma le sorti politiche di Car-mine Sammarco dipendevano dal gruppo consiliare democristiano. Nella DC il disagio era evidente: il consigliere Walter Tommasino rassegnò le dimissioni dalla carica ed il suo posto in Consiglio fu oc-cupato dal dott. Euprepio Dimitri , che era il primo dei non eletti della lista democristiana. Anche a destra si erano registrate le dimissioni del consigliere Le-ardi ed al suo posto era subentrato il dott. Giovanni Scarano, primo dei non eletti della lista “Stella e Corona”.Walter Tommasino motivò le di-missioni per ragioni familiari, mentre Leardi per ragioni di co-erenza politica. Gregorio Leardi infatti aveva lasciato il Partito Monarchico nella cui lista era sta-to eletto consigliere comunale. Ad aprile del 1963, esattamente il 28, si erano tenute le elezioni politiche in tutto il Paese. La Democrazia Cristiana, a livello nazionale, si era imposta come il partito di mag-gioranza relativa. Alla Camera dei Deputati aveva ottenuto il 38,29% dei voti eleggendo 260 deputati mentre al Senato aveva raggiunto il 36,52% eleggendo 129 senatori. Anche il Partito socialista aveva avuto un buon risultato piazzan-dosi alla Camera al 13,84% dei voti con 87 deputati ed al Sena-to al 14,01% con 44 senatori. Il più grande partito di opposizione naturalmente si confermò il Par-tito Comunista Italiano, che era il secondo partito d’Italia, Il PCI nelle elezioni del 28 aprile aveva ottenuto alla Camera il 25,26% dei voti eleggendo 166 deputati ed al Senato il 25,24% dei voti eleg-gendo 84 senatori. La Democrazia Cristiana, rispetto alle precedenti elezioni aveva perso alla Camera il 4% dei voti; anche il PSI ave-

va fatto registrare un calo rispetto alle elezioni precedenti, però mol-to contenuto, esattamente dello 0,39% dei voti. Il Partito Comuni-sta invece era aumentato di quasi tre punti percentuali, esattamente del 2,58% dei voti.Gregorio Leardi era stato candida-to nel Collegio di Brindisi-Taran-to- Lecce nella lista non del partito monarchico, con il quale era sta-to eletto in Consiglio Comunale, bensì in quella del Partito Liberale, senza però essere eletto. Il Partito Liberale, a livello nazionale, ave-va fatto registrare un grande suc-cesso: aveva avuto alla Camera il 6,97% di voti con ben 39 deputati (il 3,43% in più rispetto alle prece-denti elezioni politiche), mentre al Senato aveva raggiunto il 7,52% di voti eleggendo 19 senatori.Il consigliere Leardi aveva presen-tato le dimissioni il 27 marzo 1963 per iscritto per potersi candidare alla Camera dei Deputati. Il Con-siglio Comunale però non aveva fatto la presa d’atto.Passate le elezioni, Leardi avrebbe potute ritirare le dimissioni o, sot-to sotto, fare in modo che il Con-siglio Comunale non effettuasse la presa d’atto. Invece Leardi le mantenne e lasciò il Consiglio Co-munale dando un buon esempio di coerenza politica. Ecco il testo della lettera di dimissioni inviata al Sindaco Sammarco;“Motivi di correttezza democra-tica, dovuti alla mia uscita dal PDIUM (Partito democratico italiano di unità monarchica) nella cui lista io fui eletto con-sigliere comunale nelle elezioni amministrative del 1961, mi in-ducono a rassegnare, come ras-segno, le dimissioni dalla detta carica. La prego pertanto di sottoporre le presenti dimissioni alla pre-sa d’atto nella prossima seduta dell’On/le Consiglio. Nel dichia-rarmi sempre pronto a dare il mio modesto contributo per la nostra diletta Manduria anche come semplice cittadino, porgo a Lei ed a tutti i signori Consiglie-ri il mio più caloroso saluto ed il mio fervido augurio di buon la-voro per un domani migliore di Manduria”.

continua

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Venerdì scorso (26 settembre) una commissione dell’ANICA (l’asso-ciazione sindacale degli industriali del cinema) ha scelto il film Cesa-re deve morire di Paolo e Vittorio Taviani quale candidato all’Oscar per il miglior film straniero per il 2013. A gennaio si saprà se il film dei Taviani sarà entrato ufficial-mente nella cinquina finale votata dai membri dell’AMPAS (Aca-demy of Motion Pictures Arts and Sciences), i professionisti dell’in-dustria cinematografica statuni-tense che ogni anno assegnano gli Academy Awards, gli “Oscar” ap-punto, ad ogni categoria (tecnica e creativa) dei cineasti entrati nelle “nominations”. In uno stimolante articolo apparso domenica 23/9 su La Lettura (inserto settimanale del Corriere della Sera), “Perché i film italiani non sono da Oscar”, il critico cinematografico Alberto Pezzotta ha delineato alcuni moti-vi per cui il cinema italiano manca all’appuntamento con l’Oscar dal 1999 quando La vita è bella di e con Roberto Benigni si aggiudicò ben tre “statuette”: miglior film straniero, miglior attore non prota-gonista (Benigni), miglior colonna

sonora (Nicola Piovani). Secondo Pezzotta i motivi sarebbero sostan-zialmente di carattere estetico e politico perché “nel mondo globa-lizzato il nostro cinema non viene associato all’aura che il Made in Italy irradia nel cibo e nella moda, e non gli viene riconosciuta alcuna emblematicità”. Entrando di più nel merito della complessità dei motivi che impediscono da quasi tre lustri al cinema italiano di vin-cere l’Oscar, Pezzotta prosegue elencando l’incapacità tutta italia-na di fare lobby e di valorizzare i propri prodotti (…); il mancato supporto di venditori internaziona-li e potenti (…); e certamente una sottovalutazione generale”. Sono tutti motivi questi che si possono più o meno condividere e ai quali se ne potrebbero aggiungere altri. Anche sul piano “storico” il giu-dizio di Alberto Pezzotta è ampia-mente condivisibile. Sono ormai lontani i tempi in cui De Sica e Fellini venivano premiati ripetu-tamente per i loro film. Comples-sivamente furono vincitori di ben quattro Oscar: De Sica per Sciuscià (1948), Ladri di biciclette (1950), Ieri, oggi e domani (1965), Il giar-dino dei Finzi Contini (1972); Fel-lini per La strada (1957), Le notti di Cabiria (1958), 8 e 1/2 (1964),

Amarcord (1975). Come scrive Pezzotta “se con il neorealismo di De Sica si premiava un paese povero, ma onesto, che si risolle-vava con fatica dal fascismo, nel 1964 l’Oscar a 8 e 1/2 non aveva connotazioni nazionali era l’omag-gio al massimo affabulatore del cinema mondiale”. Dopo il 1975 con Amarcord son dovuti passare quindici anni, un arco di tempo lunghissimo, per vedere di nuovo premiato alla serata degli Oscar un film italiano con Nuovo cine-ma Paradiso (1990) di Giuseppe Tornatore. Due anni dopo sarebbe toccato a Gabriele Salvatores con Mediterraneo (1992) stringere fra le mani la preziosa statuetta. Poi di

nuovo altri venti anni di esclusioni (a parte Benigni) per il nostro ci-nema divenuto sempre più provin-ciale e condizionato dalla cultura televisiva. Con la scelta della com-missione dell’ANICA di candida-re Cesare deve morire (2012) dei fratelli Taviani per la nomination della cinquina finale per il miglior film straniero 2013 si spera che sia la volta buona. Era dal 2006 con La bestia nel cuore di Cristina Comencini che l’Italia non entrava nelle nominations. Il film dei Ta-viani (per i lettori di Casalnuovo ricordiamo che è stato recensito su queste pagine da Gemma Lan-zo domenica 2 Marzo 2012), già vincitore dell’Orso d’oro a Berli-no, con stile paradocumentaristico narra la messa in scena nel carce-re romano di Rebibbia del Giulio Cesare di William Shakespeare, un capolavoro teatrale scritto nel 1600, protagonisti gli stessi de-tenuti. Il film, oltre ai suoi valori puramente cinematografici, si se-gnala anche come esempio civile di pedagogia riabilitativa. Una cu-riosità: tra gli interpreti anche un cittadino manduriano

Periodico registratopresso il Tribunale di Taranto.

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È pronta una nuova fiction televi-siva sulla vicenda triste e dram-matica di un uomo, un grande giornalista televisivo, onesto e coraggioso: Enzo Tortora.Il noto presentatore televisi-vo, che a Manduria presen-tò una edizione del Festival dei Messapi, accusato ingiu-stamente da un camorrista pentito di essere uomo della camorra e dedito al traffico di sostanze stupefacenti, finì sotto processo, condannato ed incarcerato per diverso tempo.Con il caso Tortora la Giu-stizia italiana ha perso la faccia: una vera vergogna.Enzo Tortora scontò il carcere, poi venne, tardiva, la revisione del processo e l’assoluzione. Venne anche il tempo per Torto-ra dell’impegno politico attivo e

Tifiamo per Francesca e Fabriziola sua elezione in Parlamento nel-le liste del Partito Radicale.Il presentatore di Portobello, una delle più fortunate trasmissioni della televisione italiana, amatis-

sima dagli italiani, morì a maggio del 1988.La triste vicenda di Tortora andrà ad ottobre in onda, grazie a RA-IUNO, sul piccolo schermo per

Prove di Oscardi Costanzo Antermite

la regia di Ricky Tognazzi che interpreta anche il ruolo di Enzo Tortora.Tra i figuranti di questa fiction troviamo di nuovo Francesca

Scorrano e Fabrizio Guida.I due giovani manduriani, allievi dell’Accademia di recitazione “Talenti Na-scenti”, che ha sede a Lec-ce ed è diretta da Rossana Ferrara, sono presenti in questa meravigliosa fic-tion, dopo essere stati tra i figuranti della fiction già andata in onda sulla vita di Enrico Caruso.Ai due promettenti giovani auguriamo che la loro par-

tecipazione continui e speriamo di poterli presto vedere recitare.Noi di Casalnuovo tifiamo per loro.

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Sarebbe be l lo s e l a q u e s t i o n e m o r a l e fosse il primo pun-to sull’agenda della

nuova classe dirigente che guiderà la città. La questione morale accompagna tutta la storia repubblicana. Nasce nel 1890 con la nascita del PSI e lo scandalo della Banca Romana: allora, si pensò che i lavoratori potessero custodire i valori della società, meglio dei “padroni del vapore”. Non è stato così. Anche la Seconda Repubblica - grazie a Mani Pulite e alla rottamazione di un’intera classe dirigente - avrebbe dovuto prosciugare - con un colpo di spugna - la pozzanghera del malaffare. Se nel ‘92, credevamo di aver toc-cato il fondo - oggi - ci siamo scavati la fossa da soli, con un debito pubblico pro-capite di 31mila e 654 euro. Euro più, euro meno. Nel frattempo, “la società civile” ha fatto il girotondo e ha riempito di indignazione luoghi fisici e virtuali. Con quale risultato? Contestare la “società civile” - però - è tabù. C’è poco da fare, soprattutto se l’unica vera vocazione del “popolo sovra-no” (manduriani compresi) è la capacità di dividersi sempre e su tutto. Il Belgio è stato per mesi senza governo e la sua economia è migliorata, un caso evidente di autogoverno dei cittadini. In Italia, un go-verno tecnico ci ha restituito credibilità internazionale. In Is landa, la Cost i tuzione è stata riscritta dai cittadini at-traverso Internet: non era mai accaduto nella storia moderna. Ci troviamo in un momento di passaggio epocale. La politica e il sistema dei partiti devono prendere atto del cambiamen-to. Chi dichiara di sapere tutto e avere la soluzione a tutti i problemi ci sta ingannando. Intanto, alla Camera, i deputati fanno muro contro la legge sul controllo dei bilanci dei partiti:

un tesoro di 72 milioni di fondi pubblici. Non è un bel segnale per il Paese, come la legge sulla corruzione (ma bisogne-rebbe aggiungere quella sulla concussione) che tarda ad ar-rivare. Il governo Monti, perde terreno di fronte alla pressione dei partiti, che sui giornali di-chiarano di essere a favore, ma nei fatti remano contro. Quan-do si parla di cambiamento, dare il buon esempio è l’unico argomento valido. La politica non può creare posti di lavoro a fini elettorali, con la solita logica di sistemarne uno per educarne cento. Il futuro non è una cosa astratta, dipende dalle scelte di ciascuno di noi, nella vita di tutti i giorni. Non c’è futuro senza lavoro. Non c’è futuro senza cultura. Fare le scelte giuste è più scomodo e la strada è più faticosa. Auguro alla futura classe politica di Manduria - di ogni colore, età e sesso - di fare scelte scomode. Non chiediamo solo agli altri di cambiare - però -chiediamo anche a noi stessi di fare la differenza. La cura dell’albero è la prima cosa che i cittadini devono pretendere dalla poli-tica. È responsabilità dei citta-dini controllare, ma i cittadini non devono essere lasciati da soli. Non ci sono ricette veloci. Per cambiare ci vogliono rego-le, meritocrazia, educazione. Alla lavagna si disegna bene il progetto, ma poi bisogna metterlo in pratica, cancellan-do comportamenti individuali e collettivi, che avvelenano la città. Nei giorni passati, ho incontrato molte persone, in troppi mi hanno detto: «Non lo so e naon mi interessa». Di questa rassegnazione, di que-sto fatalismo irresponsabile la città non ha bisogno. Sarebbe bello se tutti fossimo un po’ “cinici” - cani da guardia - perché si difende con i denti ciò che si ama. Manduria ha un bisogno disperato di amore e di cura.

nome di Taranto Respira, ho vo-luto fortemente che si ponessero le basi per la formazione di liste eticamente ineccepibili e credi-bili dal punto di vista delle com-petenze. In parte, un po’, ci sono anche riuscito. Sono dell’idea, quindi, che a Manduria, è ne-cessario fare un passo indietro ed avviare una riflessione com-plessiva, profonda e schietta, che sappia rimettere in questione questa crisi politica (ma anche crisi di valori etici), ricer-candone le cause.Allora, forse è la società stessa ad essere in crisi, ed è all’interno della società, non sempli-cemente nei palazzi della politica, che occorre ricercare la cause di questo problema. Quella che abbiamo di fronte, infatti, è una società fortemente frammentata, divisa e lacerata da interessi partico-lari che non riescono a trovare un orizzonte comune e a cui la politica stessa non riesce a dare alcuna risposta. La precarietà lavorativa, assenza di futuro e perdita della propria autono-mia sono i mali che colpiscono la nostra società nel profondo. Ma sono anche gli stessi mali che stanno alla base della cosiddetta crisi politica. La politica infatti non è una sfera separata, que-sta dovrebbe tradurre le istanze che provengono dalla società, in-terpretarle ed esprimerle. È ne-cessario ed urgente ricostruire, oggi, le condizioni minime per la vita sociale e comune, lavorare a ricreare le basi per ripensare il futuro e la libertà di ognuno. In questo senso e vengo a fare la mia proposta, da esponente di un

movimento ecologista, propongo la “sfida ECOLOGISTA”. Non mi stancherò mai di ripetere di come questa parola, L’ECOLO-GISMO, è così ampia, così forte e centrale per tutta la nostra vita. L’ecologismo è e rimane il centro gravitazionale di qualsiasi politi-ca a venire. La libertà, il lavoro, il rispetto dell’ambiente e del territorio, i rapporti sociali, la non contrapposizione dell’uno su l’altro. L’ecologismo per una de-crescita felice! Il futuro è nell’ef-

ficienza, gestendo un’amministrazio-ne in modo virtuo-so, dando spazio ad attività che garan-tiscono uno svilup-po futuro alla città e occupazione per tutte le competenze. Attività legate agli interventi e ai ser-vizi per l’ambiente, all’agricoltura, al

turismo, al terziario, al commer-cio. Adottare il principio delle “città intelligenti” e, quindi, fare di Manduria una città “nuova, intelligente e aperta”. Solo allo-ra i suoi cittadini parteciperan-no alla vita pubblica, avranno attenzione per i servizi cultura-li, per i servizi educativi, per le idee innovative e per la creatività artistica, tutti vorranno insieme migliorare il livello di qualità della loro vita. Bisogna ripartire da qui, senza una nuova cultura politica che rimetta al centro la dignità delle persone, la loro pos-sibilità di progettare il futuro, e di esercitare la propria autono-mia, la politica non uscirà mai dalla propria crisi, conseguen-za: vittoria del qualunquismo e dei poteri forti. Ma, come disse il compianto Alex Langer, sarà “difficile da accettare, difficile da fare, difficile persino a dirsi”. (Gregorio Mariggiò)

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