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Il PresidenteAntonio Toppao

Sono passati quarantacinque anni e non ce ne siamo accorti. Quanti ricordi, e la memoria ci riporta indietro nel tempo, quando nel 1970 un gruppo di amici, artisti innamorati dell’arte trovandosi per strada o davanti ad un buon bicchiere di vino al bar, discutevano e si confrontavano sulle varie ten-denze e diversità che l’arte sa dare e che poi si trasforma in singola e personale espressione artistica. Fu cosi che questi amici decisero di fondare un’associazione, chiamandola appunto “Circolo Arte Libera”. Ma penso sia doveroso almeno citare questi fondatori, e partirei da Cenni tra i più dinamici, poi Prior, Stangherlin, Saccardo, Andriollo, De Monte in primis, successivamente Carlon, Bortolan, Broggian e lo scrivente. Successivamente si aggiunse Marinato che fu il presidentissimo, uomo di grande carisma che ha saputo dare al circolo un impronta di grande coesione ma anche di innalzare il livello culturale, mettendo a disposizione le sue capacità artistiche, umane ed organizzative. Da sempre, lo scopo del nostro gruppo è di sviluppare un confronto e creare una simbiosi fra le varie tipologia d’arte, siano esse pittura, figurativa o astratta, acquarello, affresco, incisione, installazione e fotografia, promuovendo corsi periodici fra iscritti ed esterni. In tutti questi anni molti giovani e meno giovani hanno voluto toccare l’interesse per l’arte, passando per il nostro circolo, molti sono rimasti, altri se ne sono andati, altri ancora sono ritornati e questo ci ha fatto piacere. D’altra parte il nome della nostra associazione non lascia dubbi: “Circolo Arte Libera”. Ringrazio comunque tutti quelli che hanno portato esperienze nuove e che ci hanno fatto crescere, coloro che hanno lavorato per la riuscita delle mostre e delle varie manifestazioni correlate all’arte. Siamo anche orgogliosi che i tanti risultati delle mostre ottenuti fuori dalle mura abbiano dato lustro e prestigio alla nostra città di appartenenza, Castelfranco Veneto. Siamo sempre stati disponibili con varie associazioni di volonta-riato e scuole, perché oltre ad essere alrtisti siamo anche cittadini, una forza propositiva per la città, per il comune che ci ha sempre sostenuto, concedendoci una sede confortevole, bella, di cui noi siamo orgogliosi. Per concludere, ringrazio tutti gli artisti iscritti e anche tutti coloro che sono stati iscritti e che comunque hanno lasciato una loro impronta e dei ricordi. Un pensiero va anche per quei soci che ci hanno lasciato e che sono sempre nei nostri cuori. Un ringraziamento doveroso va all’amministra-zione comunale di Castelfranco Veneto per averci concesso il prestigioso Teatro Accademico come sede per la nostra ricorrenza. Infine un grazie va anche al direttore del teatro Dottor Carlo Simioni, che ha curato nei dettagli l’evento in stretta collaborazione con i responsabili del nostro circolo.

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Il Sindacoon. Luciano Dussin

Castelfranco Veneto si onora di accogliere le iniziative proposte dal Circolo Arte Libera per cele-brare il 45’ anniversario della sua fondazione. Questa Associazione culturale nata in Città negli anni settanta si è sempre contraddistinta per l’entusiasmo che l’ha animata, e ancor oggi conta come soci diverse decine di pittori che amano l’arte. Il Circolo è sempre pronto a condividere la passione che lo contraddistingue coinvolgendo altre persone nel piacere del conoscere, apprezzare, elaborare e vive-re le creazioni degli artisti impegnati a diffondere il “bello” dell’ingegno e dei sentimenti umani. In questi anni sono state numerose le manifestazioni proposte da Arte Libera, e sempre hanno ricevuto il plauso e l’interesse da parte dei visitatori. Gli attestati di stima, raccolti in qualunque città sia stato possibile apprezzarne le qualità e i contenuti, testimoniano che il Circolo rappresenta pura passione interna, sempre pronta ad espandersi verso il pubblico più attento. Per questi motivi auguro al Circolo Arte Libera altri successi conseguenti a quelli già vissuti, questo per il giusto riconoscimento che meritano gli artisti che lo animano e per il sentimento di orgoglio che si vive in Città ospitandoli.

Quarantacinque anni di “Arte Libera” nella terra di GiorgioneProf. Vittorio Caracuta

lampi analogici della vecchia pellicola proiettano pantaloni a zampa d’elefante, maglie e giacche strette; giovani ribelli in scarpe da tennis; le ragazze vestono minigonne, cappelli a larghe falde e zeppe o stivali alti; il cubo Brionvega trasmette due sconosciuti ad “Alto Gradimento”; l’Italia potrebbe vincere il mondiale; la gente impaz-zisce per i nastri e i vinili di Mina, Battisti, Celentano; i Beatles ripetono “Let It Be”, ma nessuno pensa che siano alla fine: è il 1970, quarantacinque anni fa! Il ‘68 era appena passato, l’ottimismo virava lentamente nel presagio della nuova dura stagione. Tutto appare lontanissimo, irripetibile. LArte era stata il linguaggio privilegiato della ricerca e del cambiamento, dirompente nel duro sperimentalismo come nel pop: molto di quel che doveva essere era già stato. Come una magica macchina del tempo, il “Circolo Arte Libera” di Castelfranco Veneto è arrivato fino a noi. Ci piace fantasticare i momenti in cui gli artisti discutevano e concepivano quella che sarebbe stata la loro storia, con le basettone, i baffi folti e neri, il look elegante eppure bohemienne, goliardico, delle foto di allora; le sintonie, le empatie che li misero insieme e insieme li hanno tenuti. E quelle parole orgogliose e mai tradite: “Arte Libera”. Questa libertà è stato l’incantesimo che li ha trasferiti ad oggi e che nella lunga strada ha coinvolto tantissimi altri, spesso giovanissimi, e tutti contagiati dalla libera frenesia del creare e comunicare Bellezza attraverso l’Arte. In un tempo lungo un’epoca, le tecniche sono state affinate e diversificate; i soggetti

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ricercati e approfonditi; i messaggi e le poetiche pazientemente costruiti: ciascuno ha maturato la propria auto-noma proposta, cercandosi con caparbietà e riconoscendosi infine in qualcosa di proprio ed originale. Troverete pittura, ma anche scultura; i materiali più diversi; influenze di espressionismo, impressionismo, costruttivismo, macchinismo, optic art, geometrismo; astratti, informali, paesaggi, figura e voglia di giocare col mondo e scher-zarlo per quel che è lecito. Molti hanno esposto opere in tante parti d’Italia e anche fuori; alcuni sono entrati negli annali dell’Arte contemporanea o hanno ricevuto premi importanti. E c’è chi non c’è più! Come Gianfran-co Marinato, giunto presto e presto presidente, per dare l’impronta indelebile allo stile di vita ed organizzativo del Circolo. Nella sua pasta umana, al tempo stesso calorosa ed energica, si riconoscevano con naturalezza tutti gli altri, convinti che l’Arte debba essere esperienza inebriante, prima che regola ed Accademia, sintesi che è capacità di stare assieme, valorizzando le differenze. Qualcuno è anche andato via, ma senza mai allontanarsi, covando sempre in sé quell’amore per le cose belle ed umane, che lo unisce comunque ai suoi iniziali compagni. Ce chi vede la cultura come HYPERLINK “http://www.treccani.it/enciclopedia/elite_%28Enciclopedia_dei_ra-gazzi%29/’elite esclusivista; chi privilegia il messaggio propagandistico; chi gli affari commerciali e chi invece vive l’Arte come “mission”, perchè la Bellezza possa migliorare il mondo. Gli artisti del Circolo appartengono a quest’ultima schiera. Le loro opere nascono spesso tra la gente e verso la gente si aprono con facile prassi co-municativa, immediata, disponibile. Eccoli allora nelle tante en plein air ed estemporanee, da essi stessi stabilite, o ispirate, nei luoghi elettivi del nostro territorio, tra scorci magici e borghi unici. Eccoli a riscoprire, a tentare di salvaguardare, le tecniche del passato, con la ricerca sui colori e sui pigmenti naturali; ecco l’affresco e lo strappo d’affresco, arte antica riattualizzata dalla recente presenza della Bellona a Castelfranco. Ecco, alcuni anni fa, le impalcature dei restauri nel Centro Storico affrescate per mantenere la gentile bellezza della dolce città murata. Uno spazio a parte merita il loro “rito del mercoledì”, mai interrotto: qualche parola, rapide decisioni e poi via a dipingere: se doveste trovarvi lì, in sede, state attenti, perché la frenesia artistica “abbellirebbe” qualsiasi cosa, immota oppure viva. E poi il vino buono ed il buon cibo! Rivive lo spirito autentico degli artisti veneti, qualco-sa che non muore, la spontaneità simultanea dell’amore per il paesaggio e per le cose belle della propria terra, sempre con l’animo acceso dai colori, o il tenue romanticismo tonale degli afflati sentimentali, melancolici; e dipingere come musica e poesia! E’ Castelfranco, la casa del Giorgione, dell’angelo musico liutaio; è lo spirito pittorico che non è mai uscito dai dolci portici del Borgo lo spessissimo contesto dell’avventura estetica dei liberi pittori! Così, avete capito: quelli di “Alto Gradimento” erano Arbore e Boncompagni; l’Italia non vinse più il Mondiale; i Beatles non ritornarono mai più insieme; la Rivoluzione non c’è stata; tutto passa ed il resto va, ma di quella stagione incantata, dopo quarantacinque anni, qualcosa resta qui e prova sempre ad alimentare la libe-razione dell’uomo attraverso il bello artistico: è il “Circolo Arte Libera” di Castelfranco Veneto, con la pulsione creativa dei suoi tanti e vitali artisti.

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Galleria artisti

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Bellussi FrancoVia Gattoli, 19 Istrana (TV) Cell. 380.7178556Mail: [email protected]

Franco Bellussi è un artista trevigiano nato nel 1943. Il suo medium prediletto è in assoluto la pittura, benché sia ricorso ad altre modalità espressive, in particolar modo l’architettura, nel corso della sua lunga

esperienza professionale. La pit¬tura è la sua dimensione esistenziale, coltivata fin da giovanissimo al fianco di personalità di spicco nel mondo dell’arte a Treviso, come De Tuoni e Renato Nesi. Dipinge con dedizione e minuzia spesso sconosciute oggi. Maestro del colore e architetto della composizio-ne, riesce ad equilibrare con professionalità le esigenze prospettiche della tridimensionalità con una assoluta precisione nella stesura delle campiture cromatiche. All’interno del suo corpus di opere si percepiscono le linee guida di un’evoluzione stilistica personale capace di compendiare buona parte della contemporaneità. A partire dalla paesaggistica bretone e buranese, per le avanguardie del cubi-smo e, seppur velatamente, del futurismo, fino all’Op-tical Art, illuminante nella comprensione del suo modus operandi. Stupisce il fatto che le sue opere a qualsiasi distanza ci si ponga di fronte, non smettano mai di conquistarci per la maniacalità eccellente con cui sono state rifinite e manipolate, senza lasciare traccia del passaggio dell’autore, quasi si trattasse di opere in serie di produzione mec-canizzata. In linea con la migliore tradizione neo-plastica e razionalista, Bellussi elimina qualsiasi componente che lasci trapelare la componente manualistica, l’intervento gestuale dell’autore, che pare quasi celarsi tra le trame perfette, le linee cromatiche intersecantesi e la stesura à plat. Eppure dietro la struttura ineluttabile, razionalista ed impersonale, emerge l’umanità di un artista capace di confrontarsi, come detto, con una pluralità di movimenti artistici che l’hanno preceduto. Dal maestro Renato Nesi, per il cubismo, il neo plasticismo, le evoluzioni futuriste, sino al maitre à penser Vic-tor Vasarely, Bellussi non disdegna di cimen¬tarsi nell’arduo compito di rivitalizzare il già visto, di rielaborare forme del passato attraverso modalità espressive innova¬tive. Una delle ultime serie, di cui Arrows ne è testimonianza. Rappresenta un’interessante «trovata» artistica, basata sul linguaggio convenzionale dei Codici a barre; spunto affascinante per muoversi nel contesto, a Bellussi familiare, dell’astrat¬tismo cromatico. L’artista è presente in collezioni italiane ed estere: Francia, Svizzera, Cina, Giappone. Testi Critici: Vittoria Magno, Sergio Favotto, Elisa Fabeni, Giordano Russo, Gabriella Nie-ro, Giuseppina Gava, Daniel Buso e Vittorio Caracuta.

Daniel Buso

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7Arrows, 100x100 cm, acrilico su tela, anno 2014

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Broggian ArmandoVia Pozzetto, 82 Piombino Dese (PD) Tel. 049.9365587

La tranquillità del luogo in cui vive, il trascorrere lento del tempo, il pae-saggio quasi immutato, offrono ad Armando Broggian gli elementi essen-ziali della sua espressione artistica. Autodidatta, ma tenace ricercatore di

tecnica per la formulazione del colore, ci fa rivivere momenti di vita agreste con quella stessa serenità e semplicità che da secoli caratterizzano il mondo contadino. Nelle sue opere il tempo si è assopito e il ricordo ci conduce a quegli scorci agresti che si ripetevano: la cena, la vendemmia, la pigiatura dell’uva, la dissetazione / calore dell’ambiente si tramuta in colore, l’odore in composizione, la dura fatica quotidiana in espressione: paesaggi, figure, volti, sui quali gravitano sofferenze e tradizioni an-cora vive. La spiccata sensibilità a queste cose impone l’artista a lavorare sodo, quasi a non smentire chi ispira, e ne è testimonianza la cospicua produzione che si alterna tra tele, affreschi e sculture. I soggetti sono sempre in movimento, con un gran senso del coordinamento delle masse, che si bilan-ciano bene. Punto focale di ogni opera è tutta l’opera con spiccato senso della luce, che non distrae ma si diffonde. La luce propria di ogni luogo, colta nell’attimo preciso in cui fa scorgere i luoghi e vivere le espressioni. Gli oli sono costruiti partendo da uno sfondo scuro, assumono corpo crescendo con addizione cromatica, con pennellate sicure, precise, embriciate che proprio per la tecnica usata, fanno distinguere le sfumature. Gli affreschi sono elemento di studio e di ricerca, riprendono il me-todo tradizionale del colore su fino, con cromatismo sfumato pur mantenendo l’incisività del segno; lo strappo dell’affresco, poi, viene eseguito anch’esso con molta pazienza e consapevolezza strumen-tale. Affascinante e possente è la scultura di Broggian: forme armoniche, compatte, monolitiche che esprimono la durezza, la forza e il calore della natura del legno che le genera; non a caso l’artista ha scelto il legno che proprio come l’uomo, quando è vecchio, stagionato, dà calore e rivive. Tutte le opere di Armando Broggian sono da assaporare in tutta la loro vera forza e autentica semplicità”.

Giorgio Biheller

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9Gregge, 90x60 cm, olio su tela, anno 2007

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Fabbris LinaVia Castellana, 46Treville, Castelfranco Veneto (TV)Tel. 0423.472027Cell. 329.1853667

Nata a Roana, sull’altopiano di Asiago, da sempre amante della pittura e del disegno. Negli anni perfeziona la sua tecnica specialmente con olio e acquereli. La natura in tutti i suoi aseptti, è il tema fondamentale della sua pittura.

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11Papaveri, 120x70 cm, olio su tela

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Favrin EzioVia Treviginana, 26 Altivole (TV)Cell. 333.1737901 Mail: [email protected]

Ezio Favrin nasce ad Altivole (TV) il 10 Dicembre 1951. Trascorre l’infanzia presso il mulino del padre, dove, unendo il lavoro al diletto, apprende importanti abilità manuali. L’incontro con la pit-tura avviene all’età di 18 anni grazie all’insegnamento del pittore Federico Polo (Tito) di Asolo. Nel 1974 tiene la prima personale a Bassano del Grappa (VI) presso la Galleria d’Arte “San Marco”. Nel 1983 inizia per l’artista un periodo di introspezione che vede i suoi frutti in alcune sculture anomale costituite da pietre incastonate ora nel legno ora nel ferro. Nasce in questo periodo “Spazio Vitale”, una scultura in ferro e cemento piccola ma molto significativa per il percorso di Favrin. Da questo momento in poi l’artista decide di firmare le sue opere semplicemente con “ezio”. Il cammino prose-gue con la serie “piccolo trono”, una piccola sedia abbandonata che trova nuova vitalità per servizi resi. Seguono le “viti tormentate” dentro il paesaggio Asolano e la scoperta di un capitello privo di immagini sacre, da qui la serie “cercando Dio”. Continua la ricerca di piccoli oggetti del quotidiano, linfa vitale della poetica pittorica dell’autore, portata all’estremo o quasi all’essenza.

“Uomo schivo (evita le citazioni sulla propria carriera). Vi si offre tutto intero nella purezza del suo sentire, senza nascondersi eppure con pudore” Cit. Vittorio Caracuta

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13La Resa, 60x80 cm, olio su tela, anno 2013

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Marchetti FrancescoVia Gatto, 5 Castelfranco Veneto (TV)Cell. 333.1737901

L’atmosfera calma e silente dei suoi oli dedicati al paesaggio, ci offre un senso di grande ariosità che dipana fino all’orizzonte nello spazio profondo della campagna veneta. I colori vengono diluiti ampiamente sulle superfici, stesi cioè con una morbidezza che dà esiti pastellati, vellutati. L’accenno figurativo è condotto con minuzia, i dettagli diventano parti essenziali del racconto. Ancora una volta il paesaggio romantico ed armonioso diventa protagonista nelle suggestive variazioni di luce. Francesco Marchetti effonde il suo senso lirico per l’aria e l’atmosfera trasfigurando lo stato d’animo del momento condotto verso la felicità del cuore e della mente. La pittura si fa atto creativo denso di armonia e pace interiore.

Gabriella Niero

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15Rustico, 50x60 cm, acrilico su tavola, anno 2013

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Marconato RobertoVia Dese, 3 Piombino Dese (PD) Cell. 340.2841793Mail: [email protected] Blog: http://macomunquesia.blogspot.com Sito : www.robertomarconato.it

Vive e lavora a Piombino Dese (PD). Autodidatta inizia a dipingere nel 1977. Non si lega a nessuna scuola anche se il suo operare può essere definito surrealistico. Lo guida quella che lui chiama “pit-tografia”: una mistione tra pittura e grafica in cui balza la sua volontà di ridurre il mondo in fram-menti e di riproporlo secondo una sua personale impronta. Emerge la sua “filosofia del recupero” che contraddistingue in maniera inequivocabile tutta la sua vita artistica con l’obiettivo di valorizzare l’oggetto, quasi sempre in disuso o vero e proprio scarto del quotidiano, per sublimarlo ed innalzarlo ad oggetto esclusivo. Tra le sue mostre: le personali presso la “Chiesetta dell’Angelo” a Bassano del Grappa (1988 e 1997), il “Chiostro San Giacomo” a Castelfranco Veneto (1992) e nella sede espositiva della Banca di Asolo e Montebelluna di Treviso (1998). Nel 2005 è stato selezionato nella categoria brevetti per “qualcosa che cambierà il mondo”: un’iniziativa di Fondazione Sigma-Tau con la collaborazione di Focus e Radio 24 con pubblicazione del suo “fantabrevetto” ne: “Il Sole24 Ore” (2005). Dal 2009 organizza e partecipa agli eventi d’arte di Piombino Dese. Nel 2011 ha partecipato alla manifestazione “ ADAMA” cantica per la terra presso PaRDes, laboratorio di ricerca arte con-temporanea di Mirano (VE) nel 2012, alle Collettive “ BOLASCO DIPINGE” a Castelfranco Veneto (TV) e “NON STOP ARTE” a Villa Benzi di Caerano San Marco (TV). Nel 2013 nel suo “Parck Arcobaleno” è stato girato il video-film “LARCA DELLA PASSIONE”, registi Sirio Lunginbuhl e Francesco Mazzuccato. Nel 2014 è presente nella mostra “Enèrgheia” Cariche e flussi artistici di energie alternative presso PaRDes di Mirano. Nel 2015 una sua installazione si trova a Dolo, Piazza Cantiere, nella manifestazione ARIA e ACQUA, ASPETTANDO EXPO.

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17S.Valentino, 50x40 cm, grafica e acrilico su tela, anno 2011

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Marinato ElenaVia Canova, 6 Castelfranco Veneto (TV) Tel. 0423.495905

Elena Sanzeri Marinato vive a Castelfranco Veneto TV. Si diploma all’Istituto Tecnico Statale di Tre-viso. Il suo primo “maestro” è il marito Franco Marinato, noto pittore castellano, fondatore e primo presidente del Circolo Arte Libera di Castelfranco Veneto. Negli anni ‘90 frequenta corsi di pittura con il M° Gianni Ambrogio a Treviso e successivamente quelli di figura con Sergio Favotto e Walter Furlan, artisti veneti. Dal 1991 espone in mostre personali, e collettive a carattere internazionale, vincendo molti premi e segnalazioni tra i quali a Venezia nel ‘94 vince “la Palma d’oro”, nel ‘97 “il Leon d’oro”. E’ presente nel ‘92 all’Arte Fiera di Vicenza, nel ‘93 e ‘94 Arte Fiera di Pordenone. Nel ‘94 e ‘95 Arte Fiera di Bolzano e dal ‘99 al 2005 all’Arte Fiera di Padova. E’ presente in esposizioni a Marostica, Treviso, Padova, Bardolino, Rovigo, Firenze, Udine, Taormina, Asiago ecc. oltre che in Germania, Spagna e Francia. Nel 2009 è l’artista del Palio di Castelfranco Veneto. Gran parte delle sue opere sono in collezioni e raccolte private. E presente in una ventina di prestigiosi annuari e ca-taloghi d’arte moderna e contemporanea. Privilegia la pittura figurativa, in particolare nudi e volti re-alizzati con tecniche miste. Ultimamente la sua ricerca la sta portando ad astrarre la forma inserendo spatolate larghe e di colore rosso che riassumono la drammaticità del suo vivere.

Sergio Favotto

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19Maschera Veneziana, 50x70 cm, acrilico su tela, anno 2010

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Martinazzo GianniVia Casonere, 9 Caerano S.Marco (TV)Tel. 0423.859675 Cell. 333.1049004 Via C.Battisti, 22 Bardolino (VR) Tel. 045.7211086

Gianni Martinazzo, pittore e scultore, nasce a Caerano di San Marco (TV) nel 1953. Dal 1987 si presenta al pubblico riscuotendo numerosi consensi. Ha partecipato dal 1993 a tutte le fiere d’arte del Nord Italia, da Torino a Udine, oltre a molte personali e collettive in gallerie private e spazi pubblici a Cortina d’Ampezzo, Auronzo di Cadore, Udine, Castelfranco Veneto, Padova, Vicenza, Verona, Torino, Marina di Pietrasanta, Venturina. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche. Dal 2006 vive e lavora dividendosi tra la sua casa-studio in campagna, a Caerano di San Marco (TV), e Bardolino (VR), sul Lago di Garda. La sua produzione pittorica spazia tra le tecniche dell’affresco, olio, acrilico, tecniche miste, con soggetti che variano dal paesaggio alla figura e alla natura morta, mentre le opere di scultura si esprimono in materiali come il marmo, il legno, il ferro, l’alluminio, le plastiche e il bronzo. Alla sua attività si sono interessati critici come Segato, Rizzi, Bordignon, Stefani, Caracuta, Niero, Fontebasso, Tomezzoli.

“Nellapittura di Martinazzo vi è il ritmo musicale e soprattutto biologico della mano, frenesia cadenzata del gesto, orchestrazione bilanciata di segni e colori. Il tessuto è compatto, anche se all’apparenza tutto si manife-sta in modo estemporaneo, fresco, appunto “impressionistico”. La coerenza del linguaggio è così evidente che non si può non riconoscere all’Artista una sua precisa autonomia espressiva: quel certo tocco spiritato, quella frenesia gestuale, quelle svirgolate istintive, quelle macchie di luce, quel cogliere il baluginare dell’atmosfera, le vibrazioni del fogliame, i riflessi dell’acqua, lo scivolare dell’aria. Tutto viene ridotto all’unità dalla molteplicità dell’esperienza visiva. Le barche galleggiano, il movimento dell’acqua le fa continuamente dondolare e l’acqua stessa è qualcosa di inafferrabile. Come riuscire a rendere questa sorta di dinamismo pendolare nella pittura? Direbbe uno studioso d’oggi, Ernest Gombrich: “Il movimento nella vera pittura si fa virtuale: esso è connesso con i meccanismi percettivi della nostra mente.” Allora? Quelle barche sono, proprio come voleva Boccioni, degli “stati d’animo”. E’ il nostro cervello che le fa muovere, sulla spinta di un movimento che l’artista ha trattenuto e, quasi biologicamente, compresso sulla superficie del quadro come un tessuto organico pronto a espandersi elasticamente... Paolo Rizzi

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21Bardolino, 150x200 cm, acrilico su tela, anno 2015

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Nigido AntoninoVia Morgana, 4 Istrana (TV) Tel. 0422. 73598 Cell. 340.0824859

Antonino Nigido nasce nel 1972 a Castelfranco Veneto e vive a Istrana (TV). È pittore, opera instal-lazioni ed è compositore di musica e testi. Consegue il diploma all’istituto d’arte di Cittadella (PD) e si iscrive all’accademia delle belle arti di Venezia, presso la quale frequenta per quattro anni la scuola libera di nudo. Ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti di pubblico e critica fin dal 1985, quindi a soli 12 anni, partecipando con successo a numerosi concorsi di pittura. Ha maturato fino ad oggi un centinaio tra mostre collettive e biennali d’arte non solo in Veneto. Su di lui hanno scritto: Saverio Simi de Burgis, Luigina Bortolato, Orfago Campigli, Vittorio Caracuta, Marcello Stefani, Giorgio Biheller, Giordano Russo, Valentina Francalanza, Alessia Francescato, Gabriella Niero, Ottorino Ste-fani, Vittoria Magno, Gianmaria Fontebasso, Raffaella Ferrari, Stefano de Grandis, Virginia Milici.

La pittura di Nigido esprime tutta la sua passione attraverso tele, dove lo spazio a disposizione è totalmente ricoperto da un’esplosione di colori e simboli, un oscillare tra sogni e realtà. Attraverso la gestualità del suo segno conduce l’osservatore in un mondo interiore fatto di silenzi e sguardi os-servativi quasi volere acquistare una totale libertà dell’essere, liberando così sulla tela i suoi racconti dell’anima.

Virginia Milici

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23Il viaggio, 70 X 70, tecnica mista, anno 2011

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Rigato SergioVia PozziSalvatronda, Castelfranco Veneto (TV) Tel. 0423.497027 Cell. 339.5482344

Sergio Rigato nasce a Istrana il 9 Novembre 1949. Vive e lavora a Salvatronda di Castelfranco Ve-neto in Via Pozzi 2/D. Dipinge praticamente dall’età di tredici anni. È uno dei soci fondatori C.A.L. (Circolo Arte Libera), che opera a Castelfranco Veneto. Ha partecipato a innumerevoli rassegne e mostre pittoriche sia in Italia che all’estero, riportando vari riconoscimenti. Fin dagli inizi del suo percorso artistico è stato definito “pittore della domenica” in quanto il suo lavoro lo portava spesso a viaggiare sia in Italia che all’estero lasciandogli quindi poco tempo da dedicare alla sua passione artistica. Attualmente, raggiunta l’età pensionabile, può finalmente dedicarsi ai suoi hobby preferiti che sono: pittura, fotografia e aeromodellismo. Il percorso artistico di Sergio Rigato lo si può ben riconoscere nelle sue tele che parlano chiaramente di lui. Pittore che si esprime attraverso immagini ed emozioni suscitate dalla forza del colore con il quale imprime le sue tele, specialmente quando di-pinge scorci e paesaggi Veneti di cui è fortemente innamorato. È in lui la capacità e la consapevolezza di essere un’artista che ha la forza di fermare con colori vigorosi e una sensibile manualità, la poesia naturale della sua terra e della sua cultura.

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25Montello, 60 X 80, olio su tela, anno 2013

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Rosina FrancescoVia Roma, 3Castelfranco Veneto (TV) Cell. 346.4110836 Mail: [email protected]

Nasce ad Altivole (TV) nel 1941. Frequenta le Scuole medie inferiori a Montebelluna, nelle quali insegna disegno la prof, ssa Marcassa, nota pittrice, che lo incoraggia a dipingere ad acquerello. Suc-cessivamnete studia presso le Scuole superiori a Treviso; in questo periodo dipinge a tempera e poi ad olio. Durante il periodo della professione dipinge saltuariamente, attratto dagli ambienti in cui vive, con l’uso sfumato dei colori ( Friuli-Venezia Giulia, Toscana ed Umbria ). Attualmente vive ed opera a Castelfranco Veneto. Cessata la professione riprende a dipingere in maniera sistematica seguendo anche corsi di perfezionamento. Partecipa alle attività del circolo “Arte Libera” in mostre personali e collettive, ex-tempore, manifestazioni pubbliche con la presenza di artisti che operano, fa dipingere i bambini durante le suddette manifestazioni. Ama lavorare anche con l’argilla (terracotta dipinta e trattata) producendo statuette e bassorilievi con qualche predilezione per l’iconografia cristiana. Si considera un figurativo, sempre ricercando una modalità espressiva personale. Ama il movimento espressionista perché la sua creatività è tesa anzitutto a esprimere i propri sentimenti e la personale visione della vita.

“Pittore e scultore, usa l’olio in modo materico quasi a voler dare la terza dimensione ai suoi quadri. Chiari riferimenti nella sua cifra stilistica vanno conferiti alla corrente espressionista, ma il silenzio radicato profondamente in essi e gli sguardi persi delle donne ricordano la corrente surrealista.Le donne ritratte nei suoi quadri aprono liberamente tra loro un dialogo fatto di gesti, incontri di sguar-di d’intesa, tipicamente femminili.”

Dott.ssa Raffaella Ferrari

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27Brinata, 60 X 30, tecnica mista su tavola, anno 2010

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Signor DanieleVia Strada dei Colli, 6 Castelcucco (TV) Cell. 347.3061642Mail: [email protected]

Daniele Signor, nato ad Asolo (Tv), il 25 novembre 1965, risiede a Castelcucco, Via Strada dei Colli 6. Luce e ombre, colore e sentimento, questi sono gli elementi fondamentali dell’opera artistica di Signor. L’Uomo, attraverso l’artista, comunica l’anima di se stesso: i sentimenti, i ricordi, il proprio percorso di vita: colori, luci ed ombre rappresentano tutto ciò. Lbpera e colui che la crea coincidono, i colori immersi nelle ombre emergono come luci nella notte, l’ombra non è mai il buio; ce sempre una luce, una speranza lungo il percorso della vita, l’armonia che traspare nell’opera di Signor e che coinvolge l’osservatore è il messaggio che l’artista uomo vuole trasmettere usando saggiamente le proprie qualità pittoriche. I suoi quadri, trasmettono una sensazione di quiete, è l’animo che fa tra-sfigurare attraverso gli stessi, poiché il paesaggio, “l’immagine”, appare chiara e nitida, mai distorta, nessun colore prende il sopravvento su di un altro, tutto appare molto naturale , i colori si mescolano sapientemente, delineando, attraverso la luce e le ombre, l’immagine. Nell’osservatore, nasce un sen-timento di riflessione interna: così Signor raggiunge lo scopo primario della propria opera. L’artista cerca di descrivere e rappresentare attraverso i propri dipinti, un percorso di vita fatto di ricordi ed emozioni; il rosso, il verde ed il viola, sono i colori che esso usa particolarmente poiché rappresentano meglio l’anima di se come Daniele uomo artista. Passione e sentimento, mai in modo eccessivo, sono raffigurati con sobrietà. Nel tempo, l’artista ha saputo dare più corposità ed espressività alle proprie opere, le quali spesso includono ed indicano un percorso, un sentimento battuto, una via. Nei paesaggi di Signor, non mancano mai una scalinata, una piccola palizzata, un corso d’acqua, un muretto o una stradina, accompagnate da una miriade di colori (i fiori, le siepi, le piante, si prestano perfettamente a questo), facendo immaginare a colui che li guarda in quel momento, di trovarsi a sostare in prossimi-tà di quei luoghi a meditare, facendo affiorare alla mente ricordi ed emozioni passate. Ha realizzato oltre 60 mostre, personali e collettive, concorsi, riscuotendo consensi e apprezzamenti nel pubblico. Luglio 2014,

Urbano Bazzacco

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29Impressioni Pedemontane, 60 X 80, olio su tela, anno 2013

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Signor MarianoVia S.Gaetano, 44 Castelcucco (TV) Tel. 0423.563388 Cell. 380.7069764

Nasce a Castelcucco nel 1952, dove risiede tuttora. Inizia a dipingere in giovane età frequentando l’ambiente artistico asolano che negli anni settanta era molto vivace data anche la presenza di artisti stranieri. “Gli inizi sanno di familiare e di rapporti umani profondamente condivisi con il suo antico maestro e con i compagni di sempre, che per buona parte non sono mai cambiati. Allora la sua pittura si nutriva di una tavolozza essenziale, fatta di pochi colori tenui e chiari. L’ispirazione semplice ed intensa, si rivolgeva comunque alle cose vicine, case e campagne ritratte con velo onirico e sospen-sione di sogno, evidente da subito già per le scelte cromatiche e gli accordi tonali delle tele. Acque, case, imposte, luci, natura, alberi, monti trasmettevano il gusto mite e sapido della vita di una volta e di un Veneto allora vicino e vivo caldamente inciso nel cuore dell’artista”. Ultimamente si è dedicato alla figura ritraendo un’umanità assorta e assorbita nel peso del vissuto. In un ciclo pittorico dedicato alla figura si vedono coppie di amanti e ballerini: “le espressioni sono ferme e provocano un lieve sgomento, le palpebre socchiuse ci introducono in dimensioni sognanti e rendono il dualismo tra realtà visibile e mondo dell’inconscio. E’ un percorso affascinante che si snoda attraverso riflessioni profonde sul rapporto di coppia, complesso, talvolta ambiguo, sensuale ed inquietante, sempre in bi-lico sul filo sottile del contrasto interiore”. Ha esposto per la prima volta in una personale nel 1974, e da allora ha partecipato a molte esposizioni sia personali che collettive in Italia e all’estero.

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31Villa Pasina (Asolo), 60 X 80, olio su tela, anno 1983

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Stocco LorenzoVia 1° Maggio, 14Loria (TV)Cell. 3291661557Mail: [email protected]: www.arteebotanica.org

Pittore funambolico, padrone dei colori e dell’immagine è Lorenzo Stocco. Subito agli occhi balza la sua passione per la fantascienza, di cui tradu-

ce in arte suggestioni e fascino misterioso, dando vita a quadri ricchi di inventiva e immediatezza. Sarebbe dunque la fantasia l’ingrediente principe della sua opera, e certamente non gli manca, ma l’osservazione più attenta della sua pittura rischia di complicare alquanto l’analisi, poiché alla luce vengono altri e più reconditi aspetti della sua ispirazione.Innanzitutto ci accorgiamo che se anche è vero che il totale della figura appare quasi come una sorta di traslazione su tela della realtà virtuale e di un ipotetico iperuranio visionario, ognuno dei dettagli, dei particolari è invece alquanto realistico e tratto, come dire, da un universo tanto astronomico, quanto floreale e vegetale in genere. Il suo ap-parirebbe allora come la fusione di mondi diversi in un universo unico che disvela il proprio carattere meramente simbolico e dunque denso di significati.La prevalenza di elementi vegetali e di tonalità verdi, suggerirebbe di definire la pittura di Stocco “metafisica verde” ,sia perché le immagini si qua-lificano come sguardo su di un sovramondo ideale, in cui ogni cosa si ripresenta mondata da ogni impurità e imperfezione, e specialmente la figura umana femminile, sia perché questo appare essere il termine di una ricerca di forme di vita superiori e ulteriori, le quali popolano la realtà fisica dell’u-niverso, prima di superarla oltre ogni forma attuale verso una presenza ultima e divina. In pittura ci appare quasi l’immagine della quarta dimensione, dell’antimateria; un’oasi oltre il diaframma ignoto dei buchi neri, come a volerci dire che la vita non si ferma a ciò che conosciamo, bensì di gran lunga lo supera ; la visualizzazione del possibile attraverso il riferirsi all’impossibile. Spesso d’altronde, la scienza stessa riesce a dimostrare che la realtà può essere superiore all’immaginazione che di essa noi facciamo.Un ultimo riferimento a certi copiosi particolari che rischiano di dimostrarsi simboli erotici, i quali però ci si offrono pacifici e come semplice simbologia di fertilità e di germinazione, visione del farsi delle cose e della natura fra bellissime e semidivine fanciulle rappresentanti natura naturans o naturata, a seconda della loro compiutezza stilistica, tra magiche ampolle di vetro, o forse bolle di sapone, che un soffio più forte rischierebbe di perturbare. Vittorio Caracuta

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33Darlìngtonia, 90 X 80, alchidico su tela, anno 1998

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Scquizzato GianfrancoVia SS. Salvatore, 8 Piombino Dese (PD)Tel. 049.9366125 Cell. 349.6454270 Mail: [email protected]

Scriveva Dostoevskji che “la bellezza salverà’ il mondo”. Ma la bellezza non può’ essere solo armonia e ignorare il terribile e scandaloso dolore del mondo; il pittore del futuro dovrà’ trovare le forme giuste per esprimere la difficile conciliazione di male e bene, di tenebre e luce. L’ uomo e’ proprio 1’ essere che si pone tra luce e tenebra, tra la vita e la morte: e’ una soglia. Ogni luce infatti contiene necessariamente la propria ombra. Dott. Stefano de Grandis

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35Solitudine, 35x50 cm, tecnica mista su cartone, anno 2011

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Toppao AntonioVia S.Daniele, 1Treville, Castelfranco veneto (TV) Tel. 0423.452278 Cell. 347.5090880 Mail: [email protected]

Antonio Toppao, di Castelfranco Veneto, non entra nella scena dell’arte con le vesti dell’iniziando: è alla sua prima personale, ma ha al suo attivo, oltre alla presenza in molte collettive, un bagaglio di idee, una preparazione tecnica che lo escludono a priori dall’area dei dilettanti e lo vedono alla ricerca di uno stile, di una forma, della propria personalità insomma. Nello stesso tempo non va annoverato fra gli adepti di personalità già arrivate. In silenzio, attraverso una sua interiorità solitaria e pensosa, seguendo i consigli di sinceri amici di buon avvio professionale, ha trovato elementi tutti individua-li, per condurre un certo discorso di fondo, tra il simbolistico, il problematico, attuale e soprattut-to l’amore per la natura cui lo legano aspirazioni costituzionalmente sentite, senza il tanto adusato travaglio, il tanto spesso artificioso, in sincero patimento denunciato da buona parte dei pittori del giorno. Aperto, semplice ed onesto: in una cornice, d’aggiunte, di umiltà, che ha proprio il sapore delle sue espressioni compositive, farfalle, fiori, momenti di maternità e di concepimento, realistici o fantasiosi. Ma in un contesto narrativo intelligente, armonico negli accostamenti tonali (di massima squillanti, accesi ) e in una estrosa ideazione di fattori eterogenei, fusi con gusto del clima degli sfondi celesti azzurri blu, di pronta efficacia emotiva. “Serra”, “Attesa”, “Avvenimento”, “Voli di farfalle”, “Gente e infinito”; costante omaggio passionale a tutto quanto di romantico, di perduto nel tempo forse, e di libero, di distintivo, ci dona il creato. Lui ne fa a suo modo, originalmente studiato attento, ricerca severa degli intimi sapori, oggetto di poesia. A tali traguardi di elevazione Toppao giunge con la freschezza di una visione serena, non formalistica né clamorosa, come colui che fa dell’arte per sé, in funzione di un proprio appagamento spirituale. In possesso com’è di un tratto disegnativo agile, che spesso ha il predominio sullo stesso nucleo centrale del dipinto, qua surreale, là astratto e financo impressionistico-figurativo, Toppao potrà fare strada. Non si è accodato a nessuna corrente, vuole essere un isolato, nella umanità della sua essenza originaria. Mario RizzoliDe “ Il Gazzettino” di Padova

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37Figura, 60x80 cm, olio su tela, anno 1995

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Turetta ManuelaVia Borgo Vicenza 56/B31033 Castelfranco Veneto (TV)Cell. 348.1711935Mail: [email protected]

Manuela Turetta nata a Castelfranco Veneto il 15 luglio 1956 e residente a Castelfranco Veneto. Au-todidatta e autocritica, al punto da provare un senso di velato disagio nell’esporre, trasmette nei suoi lavori tutto il suo essere pieno di emozioni. E sono le emozioni delle immagini che lei vuole far sue e trasferire nelle tele spaziando cosi’ tra volti di vecchi, ritratti di personaggi, interni dall’atmosfera sempre calda e tranquilla, fiori e bimbi... dolci come il suo essere.

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39Ritratto, 50x70 cm, olio su tela, anno 2013

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Vanzetto DomenicoVia Carlo Zozzani, 15 Cavasagra, Vedelago (TV) Tel. 0423.451715 Cell. 333.7316688Mail: [email protected]

Vanzetto Domenico, in arte Van Nini. Pittore autodidatta, Nasce a Rosa (VI) nel 1956. Fin da ragaz-zo aveva un talento per il disegno e la pittura. La sua passione inizia all’età di 21 anni con l’approccio ai colori ad olio. Col tempo è andato sem¬pre di più ad affinare la tecnica portandolo a creare opere che lo personalizzano nel suo interiore espressivo. Le sue opere si rifanno all’arte del paesaggio na-turalistico con colori luminosi fortemente contrastati. La tecnica usuale è olio su tela di dimensioni moderate. Vanta varie esposizioni, soprattutto nel Veneto.

Artista di vivace gusto estetico e dagli accesi sensi coloristici, Van Nini si presenta come raffinato “cesellatore” dei suoi soggetti artistici, che pazientemente porta ad “emergere” dalle tele, grazie alla sapiente lavorazione per strati progressivi. Il colore e le immagini crescono dal fondo, fino ad assumere trasparenze e velature in contrasto con parti nette e brillanti. La luce domina la gestio-ne delle campiture, tersa e giocata finemente tra pieni e vuoti, radiazioni e ombreggiature, e fonde l’osservazione del paesaggio in un gentile idealismo cromatico, per il quale elementi architettonici, oggetti, acque, cieli, piante vive e verdicanti, in spazi aperti, proiettano sullo spettatore la sensibile commozione, da cui fiori l’ispirazione pura nell’animo dell’autore.

Vittorio Caracuta

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41Primavera Asolana, 50x70 cm, olio su tela anno 2013

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Zilio AntonioVia San Pio X, 17 Altivole (TV) Tel. 0423.569862 Cell. 339.4525333

L’arte di Antonio Zilio nasce da una lunga riflessione, maturata nell’intimo rapporto con le “piccole cose” del mondo circostante. Annotazioni, appunti, progetti accompagnano il suo percorso creativo in un lavoro continuo che ha le sue radici nell’umile realtà della terra e del mondo contadino. Proprio dalla concretezza del fare ha origine quella particolare visione della natura, degli animali e degli oggetti che spinge l’artista verso una riflessione quasi “mistica” sul creato come immagine dell’uni-verso. Nel ciclo “Dalle stalle alle stelle” il famoso detto comune diviene allusione di una profonda e soggettiva interpretazione della realtà: dalla terra all’universo. Lo sguardo dell’artista si avvicina con umiltà al mondo, affascinato e incuriosito, nell’intento di cogliere con l’intuizione e l’immaginazione il mistero e la poesia che si nascondono dietro ogni cosa. Il profondo atteggiamento di rispetto sembra generato da un sentimento religioso che cerca di capire con la semplicità del proprio sentire. La serie di opere si apre con “La porta della stalla” che rievoca le origini contadine dell’artista. Con la sua struttura di legno, policarbonato e inserti di erba secca, l’opera rappresenta l’elemento che divide in due lo spazio, offusca la realtà e rende ciechi di fronte a una possibile visione. La porta permette di accedere all’immaginazione, così l’artista può solo intuire ciò che esiste al di là della materia. L’ar-monia della natura, per molti aspetti ancora sconosciuta alla scienza, viene rievocata nelle opere di Antonio Zilio, attraverso un calibrato impianto architettonico costituito dall’assemblaggio di materia-li diversi. Legno, lastre di policarbonato, fili di ferro, chiodi e altri oggetti si combinano creando pure geometrie di forme essenziali e primarie interrotte dagli inserti di materiali organici come sabbia ed erba secca. La realtà della materia e le sue forme si caricano di significati e richiami al ciclo della vita e alle leggi originarie che regolano il mondo e il cosmo. La perfezione di alcune forme spinge Anto-nio Zilio a creare richiami lontani e liriche relazioni, come nell’opera “Fiore stella con otto petali”, in cui la purezza geometrica del fiore apre una riflessione verso le stelle dell’universo. Un principio di ordine e di armonia regola il tutto, in cui materia e geometria sono profondamente intrecciate nella dinamica relazione spazio-tempo.

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43Ciclo: Dalla terra all’universo. Sequenza Alternata, 65 x 83 cm, tecnica mista su tavola, anno 2014

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Omaggio all’Artista Marinato Franco

“Fu persona rappresentativa, un padre, un fratello, un grande presidente. Tutti noi lo ricordiamo con affetto, fedeli ai suoi principi e a quel percorso artistico che lui stesso ha iniziato e che noi stiamo portando avanti”.

Franco Marinato ci offre una pittura colta e dipinta con estrema schietezza, la sua mano sicura co-glie il nerbo, la struttura delle cose, che si trasforma in colore pieno, denso, costruttore delle forme nel loro volume plastico. In tal modo ecco che la raffigurazione si presenta come una composizione solida, fatta da ritmi ed assonanza, in cui ogni particolare è concatenato all’altro in una sequenza di ombre e di luci, di pieni e di vuoti. La natura è vista quindi come uno scenario di elementi dotati di peso, uniti fra loro tendenti all’equilibrio della linea curva, dell’angolo retto, del cerchio e del quadrato.

Dottoressa Gabriella Niero

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45Atelier, 50x70 cm, olio su tela, anno1993

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IndiceSaluto del Presidente Pag. 2

Antonio Toppato

Lettera del Sindaco Pag. 3 on. Luciano Dussin

Quarantacinque anni di “Arte Libera” nella terra di Giorgione Pag. 3-4

Prof. Vittorio Caracutta

Galleria ArtistiBellussi Franco Pag. 6Broggian Armando Pag. 8Fabbris Lina Pag. 10Favrin Ezio Pag. 12Marchetti Francesco pag. 14Marconato Roberto Pag. 16Marinato Elena Pag. 18Martinazzo Gianni Pag. 20Nigido Antonino Pag. 22Rigato Sergio Pag. 24Rosina Francesco Pag. 26Signor Daniele pag. 28Signor Mariano Pag. 30Stocco Lorenzo Pag. 32Scquizzato Gianfranco Pag. 34Toppao Antonio Pag. 36Turetta Manuela Pag. 38Vanzetto Domenico Pag. 40Zilio Antonio Pag. 42Omaggio a Marinato Franco Pag. 44

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Organigramma consiglio direttivoPresidenteAntonio Toppao

Vice PresidenteGianfranco Scquizzato

SegretarioFranco Bellussi

ConsiglieriEzio Favrin Gianni Martinazzo Sergio Rigato

Soci ordinariBaesso Alice Bellussi Franco Broggian Armando Fabbris Lina Favrin Ezio Marchetti Francesco Marconato Roberto Martinazzo GianniMilosanovic SladjanaNigido Antonino Rigato Sergio

Rosina Francesco Sanzeri Elena Marinato Signor Daniele Signor Mariano Scquizzato Gianfranco Stocco Lorenzo Toppao Antonio Turetta Manuela Vanzetto Domenico Vezzaro Valeria Zilio Antonio

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