2.Editori Spagnolo

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ARCHITETTURE EDITORIALI ARCIPELAGO DEGLI EDITORI 27 Arnoldo Mondadori Editore (via Bianca di Savoia) 28 Arnoldo Mondadori Editore (Segrate) Mondadori: 100 anni e una sede sull’acqua «Mi sento legato in modo straordinario alla Casa per lo zelo con cui cura l’opera di tutta una vita e credo sicuramente di non sbagliarmi se penso che l’accoglienza cordiale, che di recente ho trovato nei circoli intellettuali a Roma, sia in ultima analisi da attribuire all’attività della Casa Editrice Mondadori.» Thomas Mann ad Alberto Mondadori Se questi muri potessero parlare… Gran parte del Novecento letterario è transitato nei luoghi della famiglia e della casa editrice Mondadori: nell’ufficio di Arnoldo Mondadori, Pirandello ha di- scusso animatamente sulla pubblicazio- ne della propria opera; Montale e Qua- simodo hanno cenato nel grande sog- giorno della villa di Meina, sul Lago Mag- giore, dove Georges Simenon e Thomas Mann hanno calpestato l’erba del parco e Walt e Roy Disney hanno firmato nel 1935 i contratti per la stampa in esclusi- va degli albi. Hemingway frequenta sia Arnoldo sia il figlio Alberto tra Venezia e Cortina d’Ampezzo, giornalisti e scrittori raggiungono Mondadori a Portofino per intrattenersi con lui, in virtù di un rappor- to esclusivo e personale che caratterizza buona parte dell’editoria novecentesca. Un piccolo esercito di classici contem- poranei italiani e stranieri ha condiviso prima a Milano in via Bianca di Savoia e poi a Segrate, negli immediati sobbor- ghi, l’appartenenza alla casa editrice che, pubblicando i primi libri scolastici nel 1912, ha costruito un estesissimo cata- logo di narrativa e saggistica. Un lembo di Brasilia alle porte di Milano Alla metà degli anni Sessanta matura nei Mondadori l’idea di decentrare la sede, ormai insufficiente (in un quindicennio i dipendenti sono triplicati), affidando il progetto a un grande architetto inter- nazionale. La scelta cade su Oscar Nie- meyer, artefice di Brasilia, che immagi- na un corpo sospeso su una struttura in cemento armato: all’interno gli uf- fici prevedono grandi open space che occupano l’intero piano. Gli altissimi archi, il laghetto artificiale, la scul- tura di Arnaldo Pomodoro sono tutti elementi che trasformano da subito il sito in un landmark e proiet- tano l’immagine della casa editrice verso un’avveniri- stica modernità. Il camino di Meina Recentemente restaurato a cu- ra della famiglia, la cappa del camino nella villa di Meina, sul- le rive del Lago Maggiore, col- locato nell’ampio soggiorno, è uno straordinario palinsesto della letteratura novecente- sca, soprattutto italiana: a ogni ospite, a partire dalla fine degli anni Quaranta, era infatti ri- chiesto di apporre la firma per lasciare traccia del proprio pas- saggio. A sinistra, la sede della Mondadori in via Bianca di Savoia. La piazza antistante ha preso il nome di piazza Mondadori Arnoldo Mondadori e Thomas Mann nella villa di Meina, Il camino di Meina con le firme degli ospiti ARQUITECTURAS EDITORIALES EL ARCHIPIÉLAGO DE LOS EDITORES Mondadori: 100 años y una sede a orillas del agua. Si estos muros pudiesen hablar… Gran parte del siglo XX literario ha transitado por los lugares de la familia y de la casa editorial Monda- dori: en la oficina de Arnoldo Mondadori, Pirandello discutió animadamente sobre la publicación de su obra y Montale y Quasimodo cenaron en el grande salón de la Villa di Meina, a orillas del Lago Maggiore, en donde Georges Simeon y Thomas Mann cami- naron por el pasto del parque y Walt y Roy Disney firmaron en 1935 los contratos para la impresión* en exclusiva de las historietas. Hemingway visitó tanto a Arnoldo como a su hijo Alberto en Venecia y en Cortina d’Ampezzo, periodistas y escritores alcanzan a Mondadori en Portofino para entretenerse con él, en virtud de una relación exclusiva y personal que caracteriza a buena parte de la industria  editorial del siglo XX. Un pequeño ejército de clásicos con- temporáneos italianos y extranjeros compartieron, primero en Milán en via Bianca di Savoia y luego en Segrate, en los cercanos suburbios, el pertenecer a la casa editorial que, publicando los primeros libros escolares en 1912, construyó por años un extensísi- mo catálogo de narrativa y ensayística. “Me siento ligado de forma extraordinaria a la Ca- sa por el celo con el que cuida la obra de toda una vida y creo con seguridad que no me equivoco si pienso que el cordial recibimiento, que reciente- mente encontré en los círculos intelectuales en Roma, es un último análisis atribuible a la activi- dad de la Casa Editorial Mondadori” Thomas Mann a Alberto Mondadori Una parte de Brasilia a las puertas de Milán A mitad de los años Sesenta madura en los Monda- dori la idea de descentrar la sede, ya insuficiente, (en una quincena de años los empleados se triplicaron), confiando el proyecto a un grande arquitecto inter- nacional. La elección recayó en Oscar Niemeyer, proyectista de Brasilia, que imaginó un cuerpo sus- pendido sobre una estructura de cemento armado: en el interior las oficinas prevén grandes open space que ocupan el piso entero. Arcos altísimos, un lagui- to artificial, la escultura de Arnaldo Pomodoro, todos son elementos que transforman inmediatamente la nueva sede en un punto de referencia y proyectan la imagen de la casa editorial hacia una modernidad futurista. La chimenea di Meina La chimenea en la Villa di Meina colocada en el grande salón, recientemente restaurada a cargo de la familia, es un extraordinario registro de la literatura del siglo XX, sobretodo italiana: a cada huésped, a partir de finales de los años Cuaren- ta, de hecho se le pedía poner su firma para dejar constancia de su paso.

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27 Arnoldo Mondadori Editore (via Bianca di Savoia)28 Arnoldo Mondadori Editore (Segrate)

Mondadori: 100 anni e una sede sull’acqua

«Mi sento legato in modo straordinario alla Casa per lo zelo con cui cura l’opera

di tutta una vita e credo sicuramente di non sbagliarmi

se penso che l’accoglienza cordiale, che di recente ho

trovato nei circoli intellettuali a Roma, sia in ultima analisi da attribuire all’attività della Casa Editrice Mondadori.»

Thomas Mann ad Alberto Mondadori

Se questi muri potessero parlare…Gran parte del Novecento letterario è transitato nei luoghi della famiglia e della casa editrice Mondadori: nell’ufficio di Arnoldo Mondadori, Pirandello ha di-scusso animatamente sulla pubblicazio-ne della propria opera; Montale e Qua-simodo hanno cenato nel grande sog-giorno della villa di Meina, sul Lago Mag-giore, dove Georges Simenon e Thomas Mann hanno calpestato l’erba del parco e Walt e Roy Disney hanno firmato nel 1935 i contratti per la stampa in esclusi-va degli albi. Hemingway frequenta sia Arnoldo sia il figlio Alberto tra Venezia e Cortina d’Ampezzo, giornalisti e scrittori raggiungono Mondadori a Portofino per intrattenersi con lui, in virtù di un rappor-to esclusivo e personale che caratterizza buona parte dell’editoria novecentesca. Un piccolo esercito di classici contem-poranei italiani e stranieri ha condiviso prima a Milano in via Bianca di Savoia e poi a Segrate, negli immediati sobbor-ghi, l’appartenenza alla casa editrice che, pubblicando i primi libri scolastici nel 1912, ha costruito un estesissimo cata-logo di narrativa e saggistica.

Un lembo di Brasilia alle porte di MilanoAlla metà degli anni Sessanta matura nei Mondadori l’idea di decentrare la sede, ormai insufficiente (in un quindicennio i dipendenti sono triplicati), affidando il progetto a un grande architetto inter-nazionale. La scelta cade su Oscar Nie-meyer, artefice di Brasilia, che immagi-na un corpo sospeso su una struttura in cemento armato: all’interno gli uf-fici prevedono grandi open space che occupano l’intero piano. Gli altissimi archi, il laghetto artificiale, la scul-tura di Arnaldo Pomodoro sono tutti elementi che trasformano da subito il sito in un landmark e proiet-tano l’immagine della casa editrice verso un’avveniri-stica modernità.

Il camino di MeinaRecentemente restaurato a cu-ra della famiglia, la cappa del camino nella villa di Meina, sul-le rive del Lago Maggiore, col-locato nell’ampio soggiorno, è uno straordinario palinsesto della letteratura novecente-sca, soprattutto italiana: a ogni ospite, a partire dalla fine degli anni Quaranta, era infatti ri-chiesto di apporre la firma per lasciare traccia del proprio pas-saggio.

A sinistra, la sede della Mondadori in via Bianca di Savoia. La piazza antistante ha preso il nome di piazza Mondadori

Arnoldo Mondadori e Thomas Mann nella villa di Meina,

Il camino di Meina con le firme degli ospiti

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Mondadori: 100 años y una sede a orillas del agua.

Si estos muros pudiesen hablar… Gran parte del siglo XX literario ha transitado por los lugares de la familia y de la casa editorial Monda-dori: en la oficina de Arnoldo Mondadori, Pirandello discutió animadamente sobre la publicación de su obra y Montale y Quasimodo cenaron en el grande salón de la Villa di Meina, a orillas del Lago Maggiore, en donde Georges Simeon y Thomas Mann cami-naron por el pasto del parque y Walt y Roy Disney firmaron en 1935 los contratos para la impresión* en exclusiva de las historietas. Hemingway visitó tanto a Arnoldo como a su hijo Alberto en Venecia y en Cortina d’Ampezzo, periodistas y escritores alcanzan a Mondadori en Portofino para entretenerse con él, en virtud de una relación exclusiva y personal que caracteriza a buena parte de la industria  editorial del siglo XX. Un pequeño ejército de clásicos con-temporáneos italianos y extranjeros compartieron,

primero en Milán en via Bianca di Savoia y luego en Segrate, en los cercanos suburbios, el pertenecer a la casa editorial que, publicando los primeros libros escolares en 1912, construyó por años un extensísi-mo catálogo de narrativa y ensayística.

“Me siento ligado de forma extraordinaria a la Ca-sa por el celo con el que cuida la obra de toda una vida y creo con seguridad que no me equivoco si pienso que el cordial recibimiento, que reciente-mente encontré en los círculos intelectuales en Roma, es un último análisis atribuible a la activi-dad de la Casa Editorial Mondadori”

Thomas Mann a Alberto Mondadori

Una parte de Brasilia a las puertas de Milán A mitad de los años Sesenta madura en los Monda-dori la idea de descentrar la sede, ya insuficiente, (en una quincena de años los empleados se triplicaron), confiando el proyecto a un grande arquitecto inter-nacional. La elección recayó en Oscar Niemeyer, proyectista de Brasilia, que imaginó un cuerpo sus-pendido sobre una estructura de cemento armado: en el interior las oficinas prevén grandes open space que ocupan el piso entero. Arcos altísimos, un lagui-to artificial, la escultura de Arnaldo Pomodoro, todos son elementos que transforman inmediatamente la nueva sede en un punto de referencia y proyectan la imagen de la casa editorial hacia una modernidad futurista.

La chimenea di MeinaLa chimenea en la Villa di Meina colocada en el grande salón, recientemente restaurada a cargo de la familia, es un extraordinario registro de la literatura del siglo XX, sobretodo italiana: a cada huésped, a partir de finales de los años Cuaren-ta, de hecho se le pedía poner su firma para dejar constancia de su paso.

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29 Rizzoli30 RCS MediaGroup

ARCHITETTURE EDITORIALI

«Nel terribile agosto 1943, anche il suo

stabilimento di piazza Carlo Erba fu sbriciolato

dai bombardamenti. Pallido, le braccia conserte,

passandosi la sigaretta dall’uno all’altro angolo della bocca, Rizzoli […]

rimase almeno un’ora come impietrito, gli occhi lucidi,

la gola chiusa. Poi disse: “Chiamatemi l’architetto e i capimastri. Da domani

si comincia a ricostruire”.»

Indro Montanelli

La saga dei RizzoliIl capostipite è Angelo Rizzoli, self-ma-de man con un grande fiuto per gli affa-ri. Da modestissime origini costruisce un impero basato sui periodici popola-ri a larga diffusione cui si affianca, negli anni, la produzione libraria. Nel 1949 viene lanciata con grande successo la «Biblioteca Universale Rizzoli», collana economica di classici di ogni tempo proposti a prezzo popolare.

Rizzoli, editore di Guareschi, Mon-tanelli e Fallaci, si cimenta anche con la cinematografia, producendo non solo pellicole tratte dalla saga di Mondo pic-colo, ma anche La dolce vita e 8½ di Federico Fellini, che offrono un contri-buto decisivo all’immagine dell’Italia e di Roma capitale della «dolce vita». Tra i sogni rimasti nel cassetto, un giornale che avrebbe dovuto chiamarsi «Oggi. Il quotidiano di domani», progetto che impegna lungamente, ma senza esi-to, la casa editrice negli anni Sessan-ta. Scomparso Angelo nel 1970, il figlio Andrea e il nipote Angelo Jr. acquista-no nel 1974 il «Corriere della Sera», ac-cumulando negli anni successivi un’e-sposizione finanziaria di proporzioni tali da costringere la famiglia a ritirarsi dalla casa editrice, ora parte di RCS Me-diaGroup.

Da via Rizzoli a via RizzoliLa nuova sede di RCS MediaGroup si in-nesta sull’edificio di via Rizzoli, in pros-simità del fiume Lambro alla periferia orientale di Milano, dove la Rizzoli si era trasferita da piazza Carlo Erba nel 1960. Il progetto è di Piero Portaluppi e Gaspare Pestalozza, che valorizzano l’ingresso con una sinuosa doppia scala elicoidale.

Dopo un intermezzo nella sede della Fratelli Fabbri, quarant’anni dopo Boeri Studio vince il concorso per l’amplia-mento verso il fiume con l’edificio C, ca-ratterizzato da corpi bassi aperti e da una

torre alta 80 metri destinata a ospita-re tutti i periodici del gruppo. Il rive-stimento in vetro verde dell’edificio C conferisce all’in-sieme un partico-lare cromatismo che stempera l’au-stero rigore del di-segno.

La R verde: Rizzoli e il Gruppo RCS

Collage di Giovannino Guareschi, conservato nelle collezioni di Fondazione Mondadori

Qui sopra Angelo Rizzoli, che utilizzava la stilografica

a inchiostro verde per siglare i documenti

Scalone d’onore della seconda sede di Rizzoli opera dell’architetto Piero Portaluppi

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La R verde: Rizzoli e il grupo RCS

La saga dei RizzoliEl fundador es Angelo Rizzoli, hombre triunfador con un gran olfato para los negocios. De muy mo-desto origen construyó un imperio basado en perió-dicos populares de amplia difusión al cual se abrazó, por años, la producción bibliográfica. En 1949 fue lanzada con gran éxito la “Biblioteca Universale Ri-zzoli”, colección económica de clásicos de todos los tiempos propuesta a precios populares. Rizzoli, editor de Guareschi, Montanelli e Fallaci se aventura también en la cinematografía, produciendo películas no sólo de la saga de Mondo piccolo, sino también La dolce vita y 8 ½ de Federico Fellini, que ofrecen una contribución decisiva a la imagen de Italia y de Roma, capital de la «dolce vita ». Entre sus deseos

no realizados, un periódico que se habría llamado «Oggi. Il quotidiano di domani», proyecto que com-prometió por mucho tiempo pero sin resultados a la casa editorial en los años Sesenta. Fallecido Angelo en 1970, su hijo Andrea y su nieto Angelo Jr. com-praron en 1974 el «Corriere della sera», acumulando en los años sucesivos una exposición financiera de tales proporciones que obligó a la familia a retirarse de la casa editorial, ahora parte de RCS MediaGroup.

«En el terrible agosto de 1943, también su esta-blecimiento de piazza Carlo Erba fue derribado por los bombardeos. Pálido, con los brazos cru-zados pasándose el cigarro de un lado al otro de la boca, Rizzoli […] permaneció al menos una ho-ra como petrificado, los ojos húmedos, la gargan-ta cerrada. Luego dijo: “Llámenme al arquitecto y a los maestros de obras. Desde mañana comen-zamos a reconstruir”.»

Indro Montanelli

De via Rizzoli a via RizzoliLa nueva sede de RCS MediaGroup se inserta en el edificio de via Rizzoli, en las proximidades del río Lambro en la periferia oriental de Milán, a donde la Rizzoli se había transferido de Piazza Carlo Erba en 1960. El proyecto fue de Piero Portaluppi y Gaspare Pestalozza, que resaltaron la entrada con una sinuo-sa doble escalera helicoidal. Después de un intervalo en la sede de la Fratelli Fabbri, cuarenta años des-pués Boeri Studio ganó el concurso para la amplia-ción hacía el río con el edificio C, caracterizado por cuerpos bajos abiertos y por una torre de 80 metros de altura destinada a alojar a todos los periódicos del grupo. El recubrimiento en vidrio verde del edificio C confiere al conjunto un cromatismo particular que diluye el austero rigor del diseño.  

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31 Giangiacomo Feltrinelli editore32 Fondazione Giangiacomo Feltrinelli 33 Nuova sede Editore e Fondazione Feltrinelli

Feltrinelli: un editore, cento librerie

«Živago richiese una decisione difficile e solitaria. Chi avrebbe

potuto consigliarmi in quel frangente? Insomma non fu,

come è quasi sempre per i bestseller, come è stato

con Il Gattopardo, un colpo di fortuna, ma una decisione

che coinvolgeva passato, presente e avvenire.»

Giangiacomo Feltrinelli

«I diritti di Pasternak? […] Sì, li amministro io.

Finché Pasternak fu vivo vi attinsi secondo le sue

disposizioni; molto danaro andò in beneficenza, grossi premi li dette

ai traduttori, e un giorno volle che spedissi

5000 dollari a un benzinaio.»

Giangiacomo Feltrinelli

L’eredeGiangiacomo Feltrinelli è l’erede di una delle famiglie più importanti e facoltose di Milano. Nel secondo dopoguerra co-stituisce la biblioteca (poi Fondazione) che porta il suo nome e la casa editrice: la prima diventerà un centro di docu-mentazione e ricerca di livello europeo nelle discipline storiche, politiche, eco-nomiche e sociali, la seconda è segnata dall’impronta indelebile del fondatore e ne rispecchia non solo gli interessi e i progetti culturali, ma anche il senso della testimonianza politica, orientata a sinistra. Dopo la morte di Giangiacomo nel 1972, saranno la moglie Inge Scho-enthal e più tardi il figlio Carlo a racco-gliere l’eredità della casa editrice.

Editori e libraiNel 1957 la sede si trasferisce in via An-degari 6, anche abitazione della fami-glia, e a poca distanza viene inaugurata la prima libreria milanese, progettata da Marco Zanuso insieme ad Albe Steiner, che sta definendo lo stile della grafica editoriale. Sono gli anni in cui Feltrinelli si impone all’attenzione internazionale con due bestseller globali: Il dottor Ži-vago di Pasternak e Il Gattopardo di To-masi di Lampedusa, entrambi oggetto di trasposizione cinematografica per la regia di David Lean e Luchino Viscon-ti. Le librerie Feltrinelli si propagano in tutta la penisola diventando con più di cento negozi la prima rete di retail ita-liana.

Un trasloco epocaleAlla fine del 2015 la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Gian-giacomo Feltrinelli Editore si sposteranno nella nuova sede a Porta Volta progettata dallo Stu-dio Herzog & de Meuron, autori tra l’altro della Allianz Arena a Monaco di Baviera e della Tate Modern a Londra: non solo edi-fici caratterizzati da ampie ve-trate, ma anche un polmone verde per la città, piste ciclabili, caffetterie, ristoranti e negozi.

Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, rispettivamente del 1957 e del 1958

Le prime edizioni italiane del Dottor Živago, di Boris Pasternak, e del

Sotto, rendering della nuova sede della casa editrice Feltrinelli

e della Fondazione Feltrinelli che sorgerà in via Pasubio

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Feltrinelli: un editor, cien librerías

El herederoGiangiacomo Feltrinelli es el heredero de una de las familias más importantes y acaudaladas de Milán. Después de la Segunda Guerra Mundial  constituye la biblioteca (luego Fundación) que lleva su nombre y la casa editorial: la primera se volvería un centro de documentación e investigación de nivel europeo en las disciplinas  históricas, políticas, económicas y sociales, la segunda está marcada por la huella inde-leble del fundador y de él refleja no sólo los intereses y los proyectos culturales, sino también el sentido del testimonio político, orientado hacia la Izquier-da. Después de la muerte de Giangiacomo en 1972, serán la esposa Inge Schoenthal y más tarde el hijo Carlo quienes reciben la herencia de la casa editorial.

«Zivago requirió una decisión difícil y solitaria. ¿Quién me habría podido aconsejar en aquel tran-ce? En resumen no fue, como sucede casi siempre con los bestseller, como sucedió con el Gattopar-do, un golpe suerte, sino una decisión que involu-craba al pasado, presente y al porvenir. »

Giangiacomo Feltrinelli

«¿Los derechos de Pasternak? […] Sí, yo los admi-nistro. Hasta que Pasternak vivió procedí  según sus disposiciones: mucho dinero fue a la benefi-cencia, grandes premios los dio a los traductores, y un día quiso que mandara 5, 000 dólares a un gasolinero de Colonia que se los había pedido a través de una carta.»

Giangiacomo Feltrinelli

Una mudanza históricaA finales del 2015 la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli y Giangiacomo Feltrinelli Editore se mudarán a la nueva sede en Porta Volta proyec-tada por el Estudio Herzog & de Meuron, autores entre otros de la Allianz Arena de Munich y de la Tate Modern en Londres: no sólo edificios carac-terizados por amplios ventanales, sino también un pulmón verde para la ciudad, ciclopistas, ca-feterías, restaurantes y tiendas.

Editores y librerosEn 1957 la sede se transfirió a via Andegari 6, tam-bién casa de la familia, y a poca distancia fue inaugu-rada la primera librería milanesa, creada por Marco Zanuso junto con Albe Steiner, quien definió el estilo de la gráfica editorial. Fueron los años en los cuales Feltrinelli se impuso a la atención internacional con dos best seller: El doctor Zivago de Boris Pasternak, y El Gattopardo de Tomasi di Lampedusa, ambos con versiones cinematográficas bajo  la dirección de Da-vid Lean y Luchino Visconti. Las librerías Feltrinelli se propagaron por toda Ia península convirtiéndose, con más de cien tiendas, en la primera red de venta masiva italiana.

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34 Editoriale Domus

ARCHITETTURE EDITORIALI

«Ponti e Portaluppi, ciascuno a suo modo,

sono artefici di studiate o ragionate, o comunque agiate strutture edilizie:

case, ville, palagi. E Ponti scrive dell’arte sua, e ne propaga la dottrina,

oltreché i paradigmi.»

Carlo Emilio Gadda

L’architetto e l’editoreNel 1929 un architetto in ascesa e un giovanissimo editore emigrato dall’Ita-lia centrale si incontrano a Milano per fondare la rivista «Domus». I temera-ri protagonisti sono Gio Ponti e Gian-ni Mazzocchi, uniti dall’ambizione di rinnovare l’architettura, l’arredamento e le arti decorative italiane. Insieme a «La Casa bella» (poi «Casabella»), che ha iniziato le pubblicazioni l’anno pre-cedente, «Domus» si candida a divenire una delle riviste più autorevoli del setto-re. Negli anni Trenta l’Editoriale Domus

– che ha acquisito anche «Casabella», diretta dall’architetto Giuseppe Pagano Pogatschnig – è al centro del dibattito sull’architettura moderna e sulle nuove tendenze delle arti decorative, ruolo che

risulterà ancor più decisivo nel se-condo dopoguer-ra, durante l’epoca d’oro del design industriale italia-no, capace di im-porsi a livello in-ternazionale per l’elegante linearità delle forme.

Guidare informatiAlla grande stagione del rotocalco, av-viata dalla fine degli anni Quaranta, l’E-ditoriale Domus contribuisce con i set-timanali «L’Europeo» (250.000 copie già nel 1947, ricco di fotografie e di grandi firme), «Il Mondo», «Settimo giorno», ma anche con il fortunatissimo ricet-tario Il Cucchiaio d’Argento, presenza indispensabile nelle cucine italiane.

Il mensile più venduto nasce nel 1956

per una coraggiosa intuizione dello stes-so Mazzocchi, che ne diventa diretto-re: si tratta di «Quattroruote», destinato «agli automobilisti di oggi e di domani», primatista dei periodici specializzati con le sue 400.000 copie che accompagna-no la motorizzazione di massa trainata dalle utilitarie della Fiat. Tra i progetti edi-toriali anche qualche rivista in anticipo sui tempi come «Quattrosoldi» – uscita nel 1961 per orientare il consumatore con accurate prove su diverse catego-rie merceologiche – e testate di maggior fortuna dedicate ai viaggi.

La redazione de «L’Europeo» riunita per il terzo compleanno del settimanale.

L’eredità di Marcello Nizzoli a Rozzano Una facciata che richiama il vol-to umano con due grandi oc-chi ai lati: tra paesaggi agricoli e tangenziali viene realizzata alle porte di Milano tra 1980 e 1981 la Palazzina uffici dell’Editoriale Domus, ampliando un prece-dente insediamento. La nuova sede si deve allo Studio Niz-zoli che, scomparso da tempo il grande architetto e designer Marcello Nizzoli, è raccolto in-torno a Giuseppe Mario Oli-vieri, per oltre vent’anni stretto collaboratore di Nizzoli. Olivieri è autore del progetto con An-tonio Susini e Paolo Viola. Negli anni successivi la sede sarà in-teressata da ulteriori interventi che includono la realizzazione degli spazi per il Museo dell’au-tomobile.

L’architetto e l’editore:l’Editoriale Domus

In piedi Gianni Mazzocchi, seduti Camilla Cederna, Dino Buzzati

Numero della rivista «Domus» con in copertina Gio Ponti (ottobre 1979)

ARQUITECTURAS EDITORIALESEL ARCHIPIÉLAGO DE LOS EDITORES

El arquitecto y el editor: la Editorial Domus

El arquitecto y el editorEn 1929 un arquitecto en ascenso y un muy joven editor emigrado del centro de Italia, se encuentran en Milán para fundar la revista Domus. Los osados protagonistas son Gio Ponti y Gianni Mazzocchi, unidos por la ambición de renovar la arquitectura, el mobiliario y las artes decorativas italianas. Conjun-tamente a La casa bella (posteriormente Casabella), que comenzó a publicar el año precedente, Domus se perfila para convertirse en una de las revistas más acreditadas del sector. En los años treinta la Edito-rial Domus que había adquirido también Casabella dirigida por el arquitecto Giuseppe Pagano Pogats-chnig, se encuentra en el centro del debate sobre la arquitectura moderna y las nuevas tendencias de las artes decorativas, papel que resultará todavía más determinante en la Posguerra de 1945 durante la época de oro del diseño industrial italiano, capaz

de imponerse a nivel internacional por la elegante linealidad de las formas.

“Ponti y Portaluppi, cada uno a su modo, son ar-tífices de estudiadas o razonadas, o en todo caso, lujosas estructuras urbanas: casas, villas, pala-cios. Ponti escribe de su arte y propaga la doctri-na de la misma además de los paradigmas.”

Carlo Emilio Gadda

Manejar informadosEn la gran época del rotograbado, desde fines de los años cuarenta, la Editorial Domus contribuye con los semanarios L’Europeo (ya en 1947 con 250 000 copias, rico en fotografías y grandes colaboradores), Il Mondo, Settimo giorno y también con el afortu-nado recetario Il cucchiaio d’argento, presencia in-dispensable en las cocinas italianas. La publicación mensual más vendida nace en 1956 por una valiente intuición del mismo Mazzocchi (de la que posterior-mente se vuelve director), se trata de Quattroruotte, dirigida a “los automovilistas de hoy y de mañana”, que se coloca a la cabeza de los periódicos especia-lizados con sus 400 000 copias que acompañan la

motorización de masa generada por los sedanes de la FIAT. Entre los proyectos editoriales también se encuentran algunas revistas adelantadas a su tiempo como Quattrosoldi, lanzada en 1961 con la finalidad de orientar al consumidor con esmeradas pruebas sobre diversas categorías mercadológicas, y publi-caciones con mayor fortuna dedicadas a los viajes. 

La herencia de Marcello Nizzoli en RozzanoUna fachada que recuerda al rostro humano con dos grandes ojos a los lados: entre paisajes agrí-colas y carreteras, es realizada a las puertas de Milán entre 1980 y 1981 la Palazzina de oficinas de la Editorial Domus ampliando un precedente asentamiento. La nueva sede se debe al Studio Nizzoli que, tras el fallecimiento del grande ar-quitecto y diseñador Marcello Nizzoli, quedó a cargo de Giuseppe Mario Olivieri, quien por más de veinte años fue cercano colaborador de Niz-zoli.  Olivieri es el autor del proyecto con Anto-nio Susini y Paolo Viola. En los años siguientes, la sede será objeto de sucesivas intervenciones que incluyen la construcción del espacio para el museo del automóvil.

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35 Marcos y Marcos (Frigoriferi Milanesi)

ARCHITETTURE EDITORIALI

Tutto il sapere nei FrigoriferiDa Greenpeace a Open Care - Servizi per l’Arte, che si occupa della conser-vazione, della vendita, del restauro e di tutto ciò che ruota intorno al mondo delle opere d’arte, da Slow Food a va-rie associazioni e società che lavorano nell’ambito del design e organizzano mostre ed eventi, dalla filosofia che si insegna alla scuola Philo alla psicotera-pia della scuola Nous fino alla Fondazio-ne Forma per la Fotografia, all’Archivio Ugo Mulas e a un ristorante che propo-ne cucina di ricerca: ogni arte e campo del sapere ha il suo posto ai Frigorife-ri milanesi, tanto da far sembrare che, oggi, tutto il sapere della città si dia quo-tidianamente appuntamento in questo

enorme complesso poco distante dal centro di Milano. E la letteratura? Con il festival Writers, una volta all’anno, an-che gli scrittori italiani convergono in via Piranesi e danno vita a letture, dibat-titi e incontri con i lettori.

«I Frigoriferi sono un posto magico,

unico a Milano: sembra di essere

in una grande città del Nord Europa.

È un luogo laico, pensato per tutelare cose diverse

dove tutti gli inquilini hanno voglia di collaborare

e relazionarsi.»

Luca Molinari

Marcos y Marcos: da una mansarda ai FrigoriferiAll’inizio ci sono due amici, Marco Franza e Marco Zapparoli (da cui il nome dell’editore, Marcos y Marcos), che hanno vent’anni e, in una mansar-da vicino a Porta Venezia, stampano in proprio piccoli libri di 30 pagine, li nu-merano e li spediscono a chi li richie-de: sono opere di Luzi, Novalis, Von Kleist. Poi il progetto diventa sempre più importante, Franza lascia e suben-tra Claudia Tarolo: Marcos y Marcos di-venta uno dei marchi indipendenti più visibili d’Italia e trova una sede in via Padova 221.

A loro si deve la riscoperta di John Fante e John Kennedy Toole, ma anche il lancio di alcune delle voci italiane più sorprendenti degli ultimi anni: come il tradottissimo bestseller “a sorpresa” Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas. L’editore, un marchio mila-nese riconosciu-to, si è trasferito nel 2012 presso la sede dei Fri-goriferi Milanesi dove, oltre agli uf-fici, ha una stanza uso foresteria per gli autori stranieri che sono di pas-saggio a Milano.

Un tempo ghiaccio, pellicce e rock ’n’ rollNon è però per l’arte e la cul-tura che nascono i Frigoriferi: costruiti nel 1899 come fabbri-ca del ghiaccio, hanno a lungo conservato in magazzini refri-geranti le derrate alimentari del-la città di Milano. Dalla fine degli anni Cinquanta non è più stato necessario avere un luogo che conservasse gli alimenti: perciò i Frigoriferi hanno convertito le celle refrigeranti in depositi per oggetti preziosi, soprattutto oro, pellicce e tappeti. Il Palazzo del Ghiaccio, che oggi è uno spazio polifunzionale all’interno dell’a-rea, fu costruito nel 1923. Con-teneva all’epoca la pista coperta più grande d’Europa, e assurse alle cronache nel 1957 per aver ospitato il primo turbolento ra-duno italiano di rock ’n’ roll.

Marcos y Marcos ai Frigoriferi Milanesi

In alto, foto della terrazza della casa editrice Marcos y Marcos

ARQUITECTURAS EDITORIALESEL ARCHIPIÉLAGO DE LOS EDITORES

Marcos y Marcos en los Frigoriferi Milanesi

Todo el conocimiento en FrigoriferiDesde Greenpeace hasta Open Care-Servicios pa-ra el arte, que se ocupa de la conservación, la venta, la restauración y de todo lo que gira alrededor del mundo de las obras de arte, desde Slow Food hasta varias asociaciones y sociedades que trabajan en el ámbito del diseño y organizan muestras y eventos, desde la filosofía que se enseña en la escuela Philo hasta la psicoterapia de la escuela Nous y la Funda-ción Forma para la fotografía, al archivo Ugo Mulas y un restaurante que propone cocina de experimenta-ción: todas las artes y los campos del saber tienen su lugar en Frigoriferi Milanesi, tanto así que hoy en día es como si todo el conocimiento de la ciudad se diera cita todos los días en esta enorme construcción poco distante del centro de Milán. ¿Y la literatura? Con el festival Writers, una vez al año, también los escritores italianos se congregan en Via Piranesi para dar vida a lecturas, debates y encuentros con los lectores.

Un tiempo hubo hielo, abrigos de piel y rock’n rollSin embargo no es para el arte y la cultura que nacen Frigoriferi: construidos en 1899 como fá-brica de hielo, por mucho tiempo en sus cámaras frías se conservaron los alimentos de la ciudad de Milán. A partir de finales de los años 50 ya no fue necesario un lugar para conservar alimentos: por eso Frigoriferi convirtieron sus cámaras frías en depósitos para objetos de valor, sobre todo oro, abrigos de piel y alfombras. El Domo del Hielo, que hoy es un espacio de uso múltiple dentro del área, fue construido en 1923. En ese tiempo al-bergaba la pista de hielo techada más grande de Europa, y fue noticia en 1957 por haber hospe-dado la primera turbulenta reunión italiana de rock’n roll.

“Frigoriferi es un lugar mágico, único en Milán: parece estar en una grande ciudad del norte de Europa. Es un lugar laico, concebido para res-guardar cosas distintas, donde todos los inqui-linos tienen ganas de colaborar y relacionarse.”

Luca Molinari

Marcos y Marcos de una mansarda a Frigoriferi Al principio había dos amigos, Marco Franza y Marco Zapparoli (de ahí el nombre de la editorial, Marcos y Marcos), que tienen 20 años y, en una mansarda cer-ca de Porta Venezia, imprimen por su cuenta peque-ños libros de 30 páginas, los catalogan y los envían sobre pedido: se trata de obras de Luzi, Novalis, Von Kleist. Luego el proyecto se vuelve más importante, Franza se va y en su lugar llega Claudia Tarolo: Mar-cos y Marcos se convierte en uno de los sellos inde-pendientes más conocidos en Italia y encuentra una sede en Via Padova 221. A ellos se debe el redescu-brimiento de John Fante y John Kennedy Toole, pero también el lanzamiento de algunas de las expresio-nes italianas más sorprendentes de los últimos años: como el muy traducido bestseller “con sorpresa” Se ti abbraccio non aver paura de Fulvio Ervas. El editor, un reconocido sello milanés, se trasladó en 2012 en la sede de Frigoriferi Milanesi donde, además de las oficinas, cuenta con habitaciones para huéspedes a disposición de los autores extranjeros de paso por Milán.

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ARCIPELAGO DEGLI EDITORIARCHITETTURE EDITORIALI

36 Palazzo dei Giornali37 Corriere della Sera 38 Il Sole 24 Ore

«Grazie dell’invio del “Corriere”.

Io ho paura dei giornali, dei quali ricevo molti,

tantoché finisco per non aprire i più.

Ma il “Corriere” lo aprirò e leggerò ogni notte,

od ogni sera.»

Benedetto Croce

Il «Corriere della Sera»: una lunga storia Le chiatte si muovono lente sul Navi-glio della Martesana, quasi sommerse dal carico di giganteschi rotoli di carta destinati alle rotative del «Corriere della Sera». Milano è ancora una città d’acqua solcata da canali quando il quotidiano nato nel 1876, che si appresta a diventa-re il primo d’Italia, affida a Luca Beltrami, artefice del restauro del Castello Sforze-sco, il progetto per la nuova sede.

Per i milanesi il palazzo di via Solfe-rino e la sede del «Corriere della Sera» diventano dal 1904 una cosa sola, e uno dei simboli più duraturi e autorevoli di Milano capitale morale del Regno d’I-talia. Il «Corriere» si ispira al «Times» e sostiene le istanze della borghesia in-dustriale, proponendo – se si esclude il Ventennio fascista – un modello di progresso liberal-moderato, e cercando negli anni di seguire e interpretare l’e-voluzione sociale, politica e di costume dei tanti lettori di riferimento. Dal 2011 pubblica «La Lettura», inserto domeni-cale dedicato alla cultura e ai consumi culturali, erede dell’omonimo periodico uscito tra 1901 e 1945.

«Il Sole 24 Ore»: sulle tracce del «Financial Times» A Milano ha sede un quotidiano econo-mico e finanziario di proprietà dell’as-sociazione di categoria degli industriali, terzo in Italia per diffusione. Da cento-cinquant’anni «Il Sole 24 Ore» è il prin-cipale strumento di informazione per gli operatori del settore. Nel contempo mi-lanese e internazionale, «Il Sole 24 Ore» esprime la propria vocazione globale alla fine del Millennio affidando a Renzo Pia-no il progetto della nuova sede.

Completata nel 2005 e condivisa con la Price Waterhouse & Coopers, si insedia in un’area industriale e risponde ai prin-cipi dell’architettura di Piano, innestan-dosi nella storia del sito senza stravolger-lo, trovando un equilibrio tra ambiente naturale, volumi e cubature, garantendo l’ecosostenibilità, attribuendo alla luce e alle vetrate, anche in funzione simbolica (la trasparenza dell’informazione), una funzione decisiva. In continuità con la corte lombarda, Piano reinterpreta le aree pubbliche del complesso predispo-nendo una collina artificiale, visibile dalla hall dell’edificio e dall’esterno, che copre come un abito il ristorante.

La stampa milanese in piazzaLa facciata del “Palazzo dei Giornali”, progettato da Gio-vanni Muzio e originariamente sede del «Popolo d’Italia», è im-preziosita dalle opere di Mario Sironi: il bassorilievo del balco-ne sopra l’ingresso, in porfido rosso, e poco più in alto l’am-pio fregio in marmo di Carrara. All’interno, nella sala-teatro da 500 posti, viene definitivamen-te collocato il grande mosaico L’Italia corporativa, sempre a opera dell’artista italiano. Nel dopoguerra piazza Cavour di-venta una Fleet Street milane-se dal momento che all’interno sono ospitati molti quotidiani: «Il Giorno», «La Gazzetta dello Sport», «La Notte», «Avanti!», «il Giornale», oltre le agenzie di stampa Ansa e AdnKronos.

La sede del «Corriere della Sera» tra via Solferino e via San Marco, riadattata da Vittorio Gregotti

A destra la nuova sede del «Sole 24 Ore» progettata da Renzo Piano

I palazzi della stampa

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Los palacios de la prensa

La larga historia del “Corrierone”Las barcazas se mueven lentas sobre el Naviglio della Martesana, casi hundidas por el peso de gigantescos rollos de papel destinados a las rotativas del “Corrie-re della Sera”. Milán todavía es una ciudad acuática surcada por canales cuando el diario fundado en 1876, que está por convertirse en el más importan-te de Italia, confiere a Luca Beltrami, artífice de la restauración del Castillo Sforzesco, el diseño para la nueva sede. Para los milaneses el palacio de Via Sol-ferino y la sede del “Corriere della Sera” se vuelven a partir del 1904 una sola cosa, y uno de los símbolos más duraderos y acreditados de Milán, capital moral del Reino de Italia. El “Corriere” se inspira al “Times” y representa los ideales de la burguesía industrial, sosteniendo –excepto en los veinte años del Fas-cismo – un modelo de progreso liberal-moderado, y tratando de acompañar e interpretar en el tiempo la evolución social, política y de las costumbres de muchos de sus lectores. A partir del 2011 publica “La

Lettura”, suplemento dominical dedicado a la cultura y a los consumos culturales, heredero de la homóni-ma revista publicada entre 1901 y 1945.

“Gracias por enviarme el Corriere. Yo les tengo miedo a los diarios, que recibo en cantidad, tanto que la mayoría ya no los abro. Pero el Corriere lo voy a abrir y leer cada noche, o cada tarde.”

Benedetto Croce

La prensa milanés en la plazaLa fachada del “Palacio de los periódicos”, di-señado por Giovanni Muzio, es embellecida por obras de Mario Sironi: el bajorrelieve del balcón arriba de la entrada y, un poco más arriba, el am-plio friso en mármol de Carrara. Después de la guerra Piazza Cavour se convierte en una Fleet Street milanés que alberga muchos diarios: “Il Giorno”, “La Gazzetta dello Sport”, “La Notte”, “Avanti!”, “Il Giornale”, además de las agencias de prensa Ansa y AdnKronos.

Tras las huellas del “Financial Times”: “Il Sole 24 Ore”En Milán tiene su sede un periódico económico y financiero de propiedad de la asociación de los em-presarios, tercero en Italia por difusión. Desde hace 150 años “Il Sole 24 Ore” es el principal instrumento de información para los operadores del sector. Mila-nés e internacional a la vez, “Il Sole 24 Ore” expresa su vocación global a finales del milenio confiriendo a Renzo Piano el diseño de su nueva sede. Termina-da en 2005 y compartida con la Price Waterhouse & Coopers, se sitúa en un área industrial y responde a los principios de la arquitectura de Piano, otorgan-do una función predominante a la luz y a los vidrios, también por su función simbólica (la transparencia de la información). La “Domenica” de “Il Sole 24 Ore” es el suplemento cultural que desde 1983 acompaña la edición dominical del periódico.

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39 Touring Club Italiano

EDITORI NEL CUORE DI MILANO

«I milanesi, il Luigi Vittorio, avevano perseminato l’Italia del seme raro

de’ loro ammonimenti, dei loro “cartelli stradali”.

Il loro spiccato semaforismo, un bel dì, fece

dello stivale vecchio, un semaforo nuovo.»

Carlo Emilio Gadda

«Il Touring in poco tempo ha fatto più bene

all’automobilismo di qualsiasi società sportiva d’Italia.»

Achille Bertarelli

Il «Gran Maestro del Touring» «Fare gli italiani», trasformarli in viaggia-tori consapevoli, migliorare l’accoglien-za turistica, descrivere la penisola, garan-tire ai ciclisti assistenza e promuovere le prime piste ciclabili: questi e molti altri gli ambiziosi obiettivi del Touring Club Ciclistico Italiano e del suo più strenuo animatore, Luigi Vittorio Bertarelli, pre-sidente dell’associazione e animatore delle riviste del sodalizio.

Con l’avvento dell’automobile, por-tatrice di un diverso modello di turi-

smo, divengono essenziali i servizi ad hoc, sia nella segnaletica (in-dicazione delle pendenze strada-li, «pali indicatori» di località e prece-denze), sia nelle infrastrutture di supporto (gara-ge, distributori di benzina e lubrifi-cante nei princi-pali snodi stradali).

Le Guide rosse e la nuova sedeNel 1914 il Touring pubblica il primo vo-lume della Guida d’Italia del Touring Club Italiano, dedicata a Piemonte, Lombar-dia e Canton Ticino, un modello di de-scrizione analitica del patrimonio stori-co-artistico italiano. Il colore della co-pertina le identifica subito come Guide rosse. Dal 1915 il Touring si insedia nell’edificio in stile eclettico di Corso Italia 10, proget-tato per l’associa-zione, dove si tro-va la libreria, pun-to di riferimento per geografia , guide e narrativa di viaggio.

Al centro e in alto, ingresso e interni della sede del Touring Club Italiano in corso Italia 10

I semafori del Touring Club Italiano

EDITORES EN EL CORAZÓN DE MILÁN EL ARCHIPIÉLAGO DE LOS EDITORES

Los semáforos del Touring Club Italiano

El “Gran Maestro del Touring”“Formar a los italianos”, transformarlos en viajeros conscientes, mejorar el recibimiento turístico, des-cribir la península, garantizar apoyo a los ciclistas y promover las primeras ciclovías; éstos y muchos otros fueron los ambiciosos objetivos del Touring Club Ciclistico Italiano y de su más incansable ani-mador, Luigi Vittorio Bertarelli, presidente de la aso-ciación y prolífico publicista de las revistas de ésta. Con la llegada del automóvil, portador de un modelo distinto de turismo, los servicios ad hoc se vuelven esenciales, tanto en la señalización (indicaciones de las pendientes de las carreteras, “postes indicadores” de localidades y precedencias) como en las infraes-tructuras de apoyo (talleres mecánicos, distribui-dores de gasolina y lubricante en las intersecciones viales).

“El Touring en poco tiempo ha hecho mayor bien al automovilismo que cualquier sociedad depor-tiva de Italia.”

Achille Bertarelli

“Luigi Vittorio y los milaneses habían disemina-do por Italia la rara semilla de sus advertencias, de sus ‘señalamientos de tránsito’. Su destacado ‘semaforismo’, un gran día, hizo de la vieja bota un semáforo nuevo.”

Carlo Emilio Gadda

Las Guide Rosse y la nueva sedeEn vísperas de la Primera Guerra Mundial el Touring Club Italiano publica el primer volumen de la Guida d’Italia del Touring Club Italiano, dedicada a Piamon-te, Lombardía y Cantón del Tesino (1914), que fue un modelo de descripción analítica del patrimonio histórico-artístico italiano. El color de la cubierta las identifica inmediatamente como Guide Rosse. En 1922 sale la primera Guida d’Italia per stranieri.Desde 1915 el Touring Club Italiano se identifica con su sede en el edificio de estilo ecléctico de corso Italia 10, diseñado específicamente para la asocia-ción, donde también halla espacio la librería, punto de referencia para la geografía, cartografía, guías y narrativa de viaje.

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40 Messaggerie Italiane41 GeMS

EDITORI NEL CUORE DI MILANO

Milano calamita d’Italia: Messaggerie ItalianeAll’inizio della storia troviamo le Mes-saggerie Italiane, costituite a Bologna nel 1914: sono una società di distribu-zione promossa da Giulio Calabi che guarda alla Borsa dei librai di Lipsia e alla Librairie Hachette di Parigi. Ben presto si dotano di una rete libraria, le Libre-rie italiane riunite, che gestiscono punti vendita nei centri storici delle principali città italiane: eleganti librerie dove i libri occhieggiano dalla boiserie. Ma è Mila-no, come sempre, ad attrarre chi lavora nell’editoria. Prima della Seconda guer-ra mondiale la direzione di Messaggerie si trasferisce infatti nel capoluogo e la famiglia Mauri subentra nella proprietà con Umberto Mauri. Tra grandi, medi e piccoli editori di periodici e di libri, im-portando stampa straniera ed espor-tando all’estero la produzione italiana, Messaggerie assume un ruolo di primo

E pluribus unum: il gruppo GeMSMessaggerie entra direttamente nell’e-ditoria libraria dalla fine degli anni Set-tanta, costruendo intorno a Longane-si (fondata nel 1946 da Leo Longanesi, poliedrica e pirotecnica figura di gior-nalista, editore, intellettuale, polemi-sta, illustratore) un arcipelago di case editrici specializzate. Gli artefici delle strategie di costituzione, acquisizione e risanamento di sigle che spaziano dalla narrativa (Corbaccio, Ponte al-le Grazie, Nord) alla poesia (Guanda), dai libri per ragazzi (Salani) ai tascabili (TEA) e alla saggistica d’attualità (Chia-relettere), sono, in tempi diversi, Lucia-no Mauri, Mario Spagnol, Stefano Mau-ri e Luigi Spagnol.

Nel 2013 Messaggerie si trasferisce nei pressi dell’Arco della Pace: dopo la costituzione del Gruppo editoria-le Mauri Spagnol, avvenuta nel 2005, la «concentrazione decentrata» si è popolata non come un sistema sola-re con una grande casa editrice capo-gruppo, ma come una galassia di case editrici che operano in autonomia (ol-tre a quelle già ci-tate sopra, anche Garzanti, Vallar-di e Coccinella a Milano, e Bollati Boringhieri a To-rino), lanciando nel 1998 ibs.it, primo sito italia-no di e-commer-ce dedicato ai li-bri e alla musica.

piano crescendo con nuovo impulso dagli anni Sessanta, quando il testimo-ne passa da Umberto al figlio Luciano, e consolidando la propria presenza nei decenni successivi come impresa fami-gliare – alla presidenza si avvicendano Fabio e Achille Mauri – aperta al contri-buto dei manager.

La sede del gruppo GeMS all’Arco della Pace in un’illustrazione di Michele Tranquillini

A destra in basso, primo numero del «Libraio», rivista del gruppo distribuita gratuitamente nelle librerie da oltre vent’anni

Un arco e sette editori: GeMS

«Il duraturo legame con Longanesi rappresenta

senza ombra di dubbio il rapporto più memorabile

e fecondo della mia carriera di scrittore.»

Wilbur Smith

EDITORES EN EL CORAZÓN DE MILÁN EL ARCHIPIÉLAGO DE LOS EDITORES

Un arco y siete editores: GeMS

Milán, imán de Italia: Messaggerie italiane Al principio de la historia está Messaggerie italiane, constituida en Bolonia en 1914: una distribuido-ra promovida por Giulio Calabi inspirada en la Bu-chhändlerbörse de Leipzig y la Librairie Hachette de París. Messaggerie pronto se equipó con una red de librerías, Librerie Italiane Riunite, que gestiona pun-tos de venta en los centros históricos de las prin-cipales ciudades italianas: librerías elegantes en las que los libros te llaman la atención desde la boiserie. Pero es Milán, como siempre, el imán que atrae a quienes trabajan en el mundo editorial. Antes de la Segunda Guerra Mundial la dirección de Messagge-rie se traslada, de hecho, a esta importante ciudad y la familia Mauri, con Umberto Mauri, toma control de la propiedad. Entre grandes, medianos y peque-ños editores de periódicos y de libros, importando ediciones extranjeras y exportando a otros países la producción italiana, Messaggerie asume un pa-

pel protagónico, creciendo con un nuevo impulso a partir de los años sesenta cuando la estafeta pasa de Umberto a su hijo Luciano, consolidando la propia presencia en las décadas sucesivas como empresa familiar, con Fabio y Achille Mauri alternándose en la presidencia, abierta a las aportaciones de los di-rectores.

“Longanesi es mi editorial en Italia desde la pu-blicación de Como el mar en 1980. La relación duradera con Longanesi representa, sin lugar a dudas, la relación más memorable y fecunda en mi carrera como escritor.”

Wilbur Smith

E pluribus unum: el grupo GeMS Messaggerie entra directamente al mundo edito-rial desde finales de los años sesenta, construyendo alrededor de Longanesi (fundada en 1946 por Leo Longanesi, periodista, editor, intelectual, polemista e ilustrador poliédrico y pirotécnico) un archipiélago de editoriales especializadas. Luciano Mauri, Mario Spagnol, Stefano Mauri y Luigi Spagnol, en distin-tos momentos, son los artífices de las estrategias de constitución, adquisición y renovación de sellos que abarcan desde la narrativa (Corbaccio, Ponte alle Grazie, Nord) hasta la poesía (Guanda), desde los li-bros para niños (Salani) hasta los de bolsillo (TEA) y a la ensayística contemporánea (Chiarelettere). En el 2013 Messaggerie se muda a las cercanías del Ar-co della Pace: después de la constitución del Grupo editorial Mauri Spagnol (GeMS) en 2005, la “concen-tración descentralizada” se ha poblado no como un sistema solar con una gran editorial a la cabeza, sino como una galaxia de editoriales que trabajan autó-nomamente, creando también Ibs.it, la primer pági-na italiana de comercio electrónico dedicada a libros y música.

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ARCIPELAGO DEGLI EDITORIEDITORI NEL CUORE DI MILANO

42 Adelphi43 il Saggiatore

«Durante le nostre feste si respira

una atmosfera gioiosa. Quello è il momento

in cui si palesa davanti ai nostri occhi

una figura mitologica del mondo editoriale:

il lettore ideale. E allora vedo il lettore di Lévi-Strauss, quello di Simone de Beauvoir,

quello del romanzo di David Peace,

quello del saggio di intervento politico.

Avere di fronte il lettore ideale

significa ammettere che il lettore ideale

non esiste. È anche questa la bellezza

del nostro lavoro.»

Luca Formenton

Adelphi: i «libri unici»È il triestino Ro-berto (Bobi) Baz-len il nume tute-lare di Adelphi, costituita nel 1962 a Milano da Lu-ciano Foà. Letto-re onnivoro, po-liglotta (conosce perfettamente italiano, francese, ingle-se e tedesco), dotato di un’intelligenza critica fuori dal comune, Bazlen attra-versa il secolo scorso senza apparire, ma determina la mediazione editoriale come pochi altri. Luciano Foà, che si è formato all’Einaudi, e il giovane Rober-to Calasso si dedicano inizialmente alla pubblicazione delle opere di Nietzsche a cura di Giorgio Colli e a una collana di classici (in prevalenza mitteleuropei e orientali) selezionati da Bazlen: la cura editoriale, l’eleganza delle edizioni, la raffinatezza e l’alterità del progetto edi-toriale, spesso estraneo alla temperie (da Kubin a Bernhard, da Lorentz a Daumal, da Bachmann a Roth, più tardi Kunde-ra, Šalamov, Cioran, Richler, Simenon…) e la recente ripresa di importanti auto-

ri del Novecento italiano (Gadda, Landolfi, Parise, Sciascia…) confe-riscono alla casa editrice un ruolo del tutto peculia-re all’interno del sistema editoriale italiano.

Il Saggiatore: i «buoni libri»Nell’Italia che sta rapidamente cam-biando, Alberto, figlio di Arnoldo Mon-dadori, fonda nel 1958 la casa editrice il Sagittario di Alberto Mondadori (poi il Saggiatore) con l’intenzione di «soddi-sfare le richieste e i gusti di un pubblico intellettualmente moderno» e di «stam-pare buoni libri; stamparne qualche volta anche di poco o niente redditizi, purché belli, per amore della cultura». Narrativa, storia, filosofia, architettura, antropologia, economia sono gli ambiti in cui si muove la casa editrice, pubbli-cando opere di Jean-Paul Sartre e Ed-mund Husserl, Ernst Bloch e Claude Lévi -Strauss, Walter Gropius e Simon Kuz-nets. Le scelte editoriali, spesso in anti-cipo sui tempi, rispondono alla volontà di Alberto di sprovincializzare la cultura italiana, ma agli ambiziosi programmi editoriali non sempre corrispondono adeguati profitti, tanto che la casa rien-tra ciclicamente sotto la tutela di Mon-dadori Editore. Dopo alterne vicende, all’inizio degli anni Novanta la casa tor-na indipendente e con Luca For-menton, nipote del fondatore, si trasferisce in uno stabile industriale in via Melzo, nel vivace e multiet-nico quartiere di Porta Venezia, non lontano da sceno-grafiche architet-ture liberty.

In alto, cortile interno della sede di Adelphi in via San Giovanni sul Muro, qui sopra,

interni della sede del Saggiatore durante una delle celebri feste

Editori cinquantenni: Adelphi e il Saggiatore

PUBLISHING IN THE HEART OF MILAN THE PUBLISHERS’ ARCHIPELAGO

Editoriales de cincuenta años: Adelphi e il Saggiatore

Los “libros únicos” de AdelphiEs el triestino Roberto “Bobi” Bazlen el ente tutelar de Adelphi, la cual fue fundada en 1962 en Milán por Lu-ciano Foà. Lector omnívoro, políglota (domina per-fectamente italiano, francés, inglés y alemán), do-tado de una inteligencia crítica inusual, Bazlen pasa sin destacar por el siglo precedente, pero promueve la labor editorial como pocos. Luciano Foà, quien se formó en Einaudi, y el joven Roberto Calasso se dedican inicialmente a la publicación de las obras de Nietzsche, cuyo editor es Giorgio Colli, y a una co-lección de los clásicos (preponderantemente auto-res de la Europa teutona, así como autores orienta-les), escogidos por Bazlen: el cuidado en la edición, la elegancia de las publicaciones, el refinamiento y la autenticidad del proyecto, sumamente raro en el medio (incorpora desde autores como Kubin, Bern-hard, Lorentz, Daumal, Bachmann, Roth hasta más

tarde Kundera, Shalámov, Cioran, Richler, Simenon, etc.) y la reciente recuperación de importantes au-tores del Novecento italiano (Gadda, Landolfi, Parise, Sciascia, etc.) confieren a la editorial un papel suma-mente peculiar dentro del sistema italiano

“Durante nuestras fiestas se respira una atmósfe-ra de alegría. Éste es el momento en el cual se re-vela frente a nuestros ojos una figura mitológica del mundo editorial: el lector ideal. Entonces veo al lector de Levi-Stauss, el de Simone de Beauvoir, el de la novela de David Peace, aquel del ensayo político. Tener de frente al lector ideal significa admitir que el lector ideal no existe. Ésta es tam-bién la belleza de nuestro trabajo.”

Luca Formenton

Il Saggiatore’s «good books» En una Italia que está cambiando rápidamente, Al-berto, el hijo de Arnoldo Mondadori, funda en 1958 la editorial il Saggitario de Alberto Mondadori (des-pués conocida como il Saggiatore) con la intención de “satisfacer las necesidades y gustos de un público intelectualmente moderno” y de “publicar buenos libros, publicarlos aunque algunas veces sea sin ca-si ninguna ganancia, con tal de que fueran grandes libros, por amor a la cultura”. Narrativa, historia, filo-sofía, arquitectura, antropología, economía, son los ámbitos en los cuales se mueve la editorial, publi-cando obras de Sartre y Husserl, Bloch y Lévi-Strauss, Gropius y Kuznets. Las selecciones editoriales, a me-nudo adelantadas a su tiempo, responden a la volun-tad de Alberto de desprovincializar la cultura italia-na, pero a los ambiciosos programas editoriales no siempre corresponden a los beneficios esperados, a tal punto que la editorial regresa una y otra vez bajo el patrocinio de Mondadori. Después de varias vici-situdes, al inicio de los noventa la editorial se vuelve independiente y con Luca Formenton, sobrino del fundador, se muda a un inmueble en via Melzo, en el vivaz y multiétnico barrio de Porta Venezia, no lejos de las magníficas obras arquitectónicas Art Nouveau.

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ARCIPELAGO DEGLI EDITORIEDITORI NEL CUORE DI MILANO

44 Electa45 Skira (Palazzo Casati Stampa)

Electa: un americano a FirenzeIl grande storico dell’arte, studioso di estetica e collezionista americano Ber-nard Berenson e l’industriale Dario Neri promuovono a Firenze nel 1944 Electa, una piccola casa editrice che tradisce nel nome latino la passione per le raf-finate pubblicazioni e la cura filologica degli studi. La sede si sposta a Milano negli anni Cinquanta.

Dopo un breve periodo in cui Electa è gestita da Giovanni Gualtiero Görlich, nel 1964 la casa è acquistata da Giorgio Fantoni ed Emilio Vitta Zelman, che av-viano nuove iniziative editoriali, tra le quali la «Storia universale dell’architet-tura», diretta da Pier Luigi Nervi e tra-dotta in sei lingue.

Negli anni successivi Electa si dedi-ca anche ai cataloghi delle grandi mo-stre d’arte e acquisisce alcune impor-tanti riviste, tra cui «Casabella», mentre la grafica editoriale è affidata all’archi-tetto e designer Pierluigi Cerri. Nel 1988 la costituzione di Elemond determina l’ingresso di Electa nel gruppo Monda-dori e la progettazione di collane di di-vulgazione artistica rivolte a lettori non specializzati.

Skira: da Losanna a MilanoNel 1928 Albert Skira fonda a Losanna una casa editrice specializzata in pre-ziose edizioni corredate da illustrazioni originali, tra gli altri, di Picasso e Matisse. Con l’apertura di una sede a Parigi, Skira diventa negli anni Trenta l’editore di rife-rimento per i surrealisti: la pubblicazione di «Minotaure», rivista diretta da Breton ed Éluard, è tra le esperienze più signifi-cative del periodo. Nel secondo dopo-guerra Skira assume una dimensione ancor più internazionale grazie alla col-laborazione di accreditati storici dell’arte e all’eccellente qualità delle riproduzioni. Dopo la scomparsa di Albert nel 1973 e alcuni passaggi di proprietà, nel 1996 la casa è rilevata da Giorgio Fantoni e Mas-simo Vitta Zelman, figlio di Emilio, che nel frattempo hanno lasciato Electa. Il cata-logo viene rivitalizzato grazie alla colla-borazione col «Corriere della Sera», alla stampa di cataloghi e alla gestione di bo-okshop delle mostre. Accordi sempre più stretti con RCS MediaGroup favoriscono l’entrata di Skira nell’orbita del gruppo.

«Nel campo dell’editoria d’arte Electa ha avuto

un ruolo primario, sia sotto l’aspetto grafico sia sotto

quello dei contenuti. […] Ritengo fondamentali,

tra i libri d’arte di Electa, quelli dedicati alla Pittura

in Italia nei vari secoli, quelli sulla pittura nelle varie aree

regional-culturali, quelli sulla Natura morta.

Tutte opere da inserire in una biblioteca d’arte ideale, per non parlare di molte monografie,

che spesso sono di un’importanza basilare.»

Federico Zeri

Libri a colori:Electa e Skira

Due volumi della collana di Electa «Bernard Berenson», pubblicati rispettivamente nel 1954 e nel 1949

Palazzo Casati Stampa, sede della casa editrice Skira

PUBLISHING IN THE HEART OF MILAN THE PUBLISHERS’ ARCHIPELAGO

Libros a colores: Electa y Skira

Un norteamericano en Florencia: ElectaEn 1944 el gran historiador del arte, estudioso de es-tética y coleccionista norteamericano Bernard Beren-son y el empresario Dario Neri promueven en Floren-cia Electa, una pequeña editorial especializada, que en el nombre latín revela su pasión por las ediciones elegantes y el cuidado filológico de las investigacio-nes. La sede se traslada a Milán en los años 50. Des-pués de un breve período de administración por parte de Giovanni Gualtiero Görlich, en 1964 la editorial es adquirida por Giorgio Fantoni y Emilio Vitta Zelman, que emprenden nuevas iniciativas editoriales, entre las cuales la “historia universal de la arquitectura”, di-rigida por Pier Luigi Nervi y traducida a seis idiomas. En los años siguientes Electa se dedica también a los catálogos de las grandes muestras de arte y ad-quiere algunas importantes revistas, entre las cuales “Casabella”, mientras la gráfica editorial es confiada al arquitecto y diseñador Pierluigi Cerri. En 1988 la creación de Elemond determina la entrada de Electa al grupo Mondadori.

“En el campo de la industria editorial dedicada al arte Electa ha tenido un rol sobresaliente, tanto en el aspecto gráfico como en el de los conteni-dos (…). Entre los libros de arte de Electa conside-ro fundamentales aquellos dedicados a la Pintura en Italia en los diferentes siglos, aquellos sobre la pintura en las distintas áreas regional-cultura-les y aquellos sobre Bodegones. Todas obras que deberían formar parte de una biblioteca de arte ideal, sin mencionar muchas monografías, que a menudo son de una importancia primaria.”

Federico Zeri

De Lausana a Milán: SkiraAlbert Skira es el fundador en Lausana, en 1928, de una editorial especializada en finísimas ediciones con ilustraciones originales de Picasso y Matisse, en-tre otros. Con la apertura de una sede en París, Skira en los años 30 se convierte en el editor de referencia para los surrealistas: la publicación de “Minotaure”, revista dirigida por André Breton y Paul Éluard, es una de las experiencias más significativas del período. En el segundo posguerra Skira adquiere una dimensión aún más internacional gracias a la colaboración de los más acreditados historiadores del arte, y la ca-lidad de sus reproducciones la sitúa en un nivel de

absoluta excelencia. Tras la muerte de Albert en 1973 y algunos cambios de propiedad, en 1996 la edito-rial es adquirida por Giorgio Fantoni y Massimo Vitta Zelman, hijo de Emilio, quienes mientras tanto ha-bían dejado Electa. El catálogo se regenera gracias también a la colaboración con el “Corriere della Se-ra”, a la impresión de catálogos y a la administración de las tiendas de libros en grandes exposiciones. La presencia de vínculos cada vez más estrechos con RCS MediaGroup favorecen la entrada de Skira en el ámbito de ese grupo.