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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

28/12/2012

Pagina I

Fiesole

28/12/2012 p. III "Con la ‘chiave del bulgaro' ormai entrano senza scassinare" Mario NeriRepubblica Firenze 1

28/12/2012 p. 17 Compiobbi e Vallina, i paesi uniti come un tempo C'è il sìpolitico alla passerella pedonale sull'Arno

DanielaGiovannetti

Nazione Firenze 2

28/12/2012 p. 38 Il top della moda mondiale alla corte della pelle toscana Silvia PieracciniSole 24 Ore 3

Iniziative ed eventi

28/12/2012 p. 15 Laboratorio per bambiniCorriere Fiorentino 7

28/12/2012 p. 17 Fiesole: presepe di villa rigoli fino al 27 gennaioNazione Firenze 8

28/12/2012 p. 17 FIESOLE Pomeriggio amarcord alla Fratellanza Oggi torna latombola natalizia alle Caldine

Nazione Firenze 9

28/12/2012 p. 22 Chaplin e Capone ‘fanno' teatroNazione Firenze 10

28/12/2012 p. 31 I bimbi aspettano... e fanno il presepeQn 11

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I fabbri subissati di chiamate: "Molte serrature di sicurezza ormai sono inefficaci"

"Con la `chiave del bulgaro'ormai entrano senza scassinare"MARIO NERI

«È vero, c'è stata un'impennata deifurti a Firenze. Mentre nel 2011 du-rante i periodi più a rischio, come l'e-state e le vacanze di Natale, raggiun-gevamo un massimo di due o tre casi asettimana, quest'anno stiamo facen-do almeno una riparazione al giornoin una casa svaligiata o dove qualcunoha tentato un'intrusione». CherkouiSofiane, titolare di S.o.s fabbro è unodegli artigiani che aderiscono a Okay-Casa, un progetto promosso dalla Ca-mera di commercio che mette in retevarie ditte per fornire assistenza aprezzi contenutianche duranteifesti-vi, 24 ore su 24. I fabbri fiorentini sonol'altra faccia dell'emergenza. Sono lo-ro a raccogliere gli s.o.s di chi si ritrovacon la casa svuotata al rientro dal la-voro, dalle vacanze o al risveglio. Inmolti raccontano di dover riparareporte sfondate,fi nestrerotte,inferri a-te divelte e serrature forzate almenouna volta al giorno. E non più solo inzone di pregio o sulle colline punteg-giate di ville e residenze lussuose. Nelmirino delle bande sono entrati an-che quartieri popolari e soprattuttoappartamentidovevivono gli anziani.

Tanto che non esisterebbe più unamappa del rischio, piuttosto una fe-nomenologia del furto. E soprattuttocase più o meno facili da svaligiare.«Sono le case dove alle porte ci sono leserrature a "doppia mappa", quellecon chiavi con la parte finale a due ali- dice Franco Montefiori della Ellelfe -Perimalviventitrovarsi difronte aunaserratura così è come trovare la chia-ve nella toppa». «L'effrazione non av-viene nemmeno - racconta SalvatoreFonti, titolare della Center Service inBorgo San Frediano - molti ladri si so-no dotati di quello che in gergo vienechiamato "l'attrezzo del bulgaro", èuna specie di passepartout che deco-difica la serratura riproducendo lacombinazione della chiave. Il 70% deifurti avviene così».

«E se non si vuole o non si può ri-correre a sistemi di allarme elettroni-ci, la serratura più sicura sul mercato -

continua Montefiori - è il cilindro eu-ropeo. Installarlo costacirca400 euro,ma dà buone garanzie. Innanzituttoperché la chiave non è duplicabile senon attraverso una tessera magneti-ca, e poiperché è dotata diun sistemaanti-trapano». E comunque di frontea ladri ben organizzati o molto capar-bi anche i sistemi di difesa più moder-nipossonononbastare. «Alugliofum-mo noi a intervenire a casa di Anto-gnoni- dicono dalla S.o.S. HouseMul-tiservice - lì i ladri avevano diveltocompletamente le inferriate di una fi-nestra. Ma possono usare di tutto.Una settimanafa ci è capitato di dover

rimettereunaportabuttata giùconunmartùietto idraulico in piena notte».Nel mirino, poi, non ci sono più sol-tanto i ricchi: «Certo, in estate - con-cludono dalla S.o.S. House Multiser-vice - le zone più battute restano Por-ta Romana, Poggio Imperiale o Fieso-le, ma ormai i ladri si intrufolano an-che nei palazzi di Novoli e dell'isolot-to. Soprattutto dove ci sono personeanziane. Prima di fare il colpo sorve-gliano abitudini, spostamenti e oraridelle vittime. Per questo c'è chi si ri-trova la casa svuotata anche in pienopomeriggio».

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LE SERRATUREI I cilindro europeo (foto sotto) è la serraturapiù sicura. Quella a "doppia mappa" (foto adestra) la più a rischio

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PROTOCOLLO D'INTESA PER STUDIARE F TTIBILITA' DEL PONTE

Compiobbi e Valliva, i paesi uniti come un tempoC'è il sì politico alla passerella pedonale sull'AmoDOPO l'associazionismo locale,anche le istituzioni dicono sì allapasserella ciclopedonale sull'Ar-no. I Comuni di Fiesole e di Ba-gno a Ripoli hanno predispostoil testo di un protocollo d'intesaper studiare la fattibilità di uncollegamento fra le due spondedel fiume, fra Compiobbi e Valli-na. Un progetto di cui si parla daanni e che risolverebbe non po-

Collegare nuovamentele sponde significherebbeanche il rilanciare le attività

chi problemi di spostamenti nel-la valle dell'Arno. «Il documentoha già il via libera della Provinciaed è frutto di oltre un anno di la-voro - ha spiegato il presidentedella Proloco Valle dell'Arno diFiesole, Francesco Cecconi, pro-motore della progetto insiemeall'associazione Natura e Vita

Onlus di Bagno a Ripoli- L'ideadella passerella è stata illustratain quattro convegni di grande ri-chiamo; il progetto è pronto euna volta che le giunte dei dueComune avranno sottoscrittol'accordo, il traguardo sarà davve-ro più vicino».

RAVVICINARE gli abitanti del-le due sponde, come nel passatoquando esistevano il "canapo" ele barche dei renaioli, avrebbe ilvantaggio di un uso integrato ecomplementare delle infrastrut-ture presenti sui territori dei dueComuni, a cominciare dai mezzidi trasporto quali treno e bus. Mac'è anche un risvolto economicoche merita di essere preso in con-siderazione.Al collegamento potrebbe dareuna boccata di ossigeno ai negozidi Compiobbi e alle aziende diBagno a Ripoli- prosegue Cecco-ni- Stiamo parlando di un'utenzapotenziale di oltre 4mila perso-ne».

Certo resta il problema dei finan-ziamenti. Al progetto a cui ci ispi-riamo è quello costruito a Casa-lecchio di Reno, che bene si adat-ta alla nostra situazione con unapasserella pedonale e ciclabile dapiazza Mazzini a via di Compiob-bi di Bagno a Ripoli che, come di-mostra il toponimo, in passatoera un tutt'uno con il nostro pae-se.

Per realizzare la strutturaservono 800míla euro:una banca nell'operazione

I TECNICI parlano di un investi-mento di circa 800mila curo. Pertrovarli- chiude Cecconi- faremoun'associazione con capofila unabanca. Le adesioni siamo convin-ti non mancheranno, visto chegià alcune aziende locali si sonodimostrate più che interessate».

Daniela Giovannetti

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Il top della moda mondialealla corte della pelle toscanaDa Gucci a Dior: le griffe attratte da know how e qualità delle lavorazioni

Silvia PieracciniFIRENZE -,= = Quindici anni fa, quando Il Sole 24 Ore de-scrisse per la prima volta il "fenomeno" del polofiorentino della pelletteria di lusso, le stime se ledovette fare "in casa". Nessun economista s'era(ancora) chiesto qualefosseilpeso di questa con-centrazione di piccole aziende che da Firenze siirradiava a est verso Pontassieve, a ovest versoScandicci, e a sud-est in direzione del Valdarno, eche sempre più massicciamente produceva bor-se e portafogli per le griffe; e non se l'era chiesto,semplicementeperché aFirenzeipellettieric'era-no sempre stati, interpreti di un'antica tradizioneartigianale. Dunque, cosa c'era di nuovo?

Di nuovo c'era la conversione, perlopiù silen-ziosa, di artigianino-brand dalgrande saper fare edallo, scarso saper-vendere, a contoterzisti dei

Baccani (Confindustria):«Dai garage si è passati a lavorarenei capannoni. Sulla spinta dei biganche la produzionein outsourcing è cambiata»......................................................................................................

grandi marchi del segmento lusso, intenti a co-struire una catena produttiva lunga e articolataadattandola alle esigenze delle griffe.

«Ametà degli anni Novanta le griffe hanno co-minciato a rafforzarsi e ad assumere stilisti per lelinee di pelletteria, e anche la modalità dì produr-re in outsourcing è cambiata», racconta FrancoBaccani, presidente della sezione Pelletteria dìConfindustria Firenze e titolare della B&G di La-stra a Signa, 9,5 milioni di fatturato zo12 realizzatiproducendoborseperinomitop dellamodamon-diale. «Daigarage edaisottoscala, dove lapellette-ria fino a quel momento era sempre stata, si è cosìpassati a produrre nei capannoni-aggiunge Bac-cani-e le aziende hanno cominciato astrutturar-si pur mantenendo sempre l'artigianalità, che re-stalaveraforza».

Il motore del cambiamento è stato Gucci,l'azienda fondata nel 1921 aFizenze protagonistadi una straordinaria crescita a partire dagli anniNovanta del secolo scorso che, entrata nel 1999a far parte del gruppo francese del lusso Ppr,

mantiene testa e gran parte della produzione inToscana. Cucci; insieme con Ferragamo, altrogrande marchio fiorentino in forte crescita, maanche conPrada, Fendi e Céline (gruppoLvmh),ha stimolato la crescita dei laboratori artigiani,l'organizzazione produttiva (oggi in molti casistrutturata in fornitori di primo livello, che ac-quisiscono la commessa dalla griffe, e subforni-tori che lavorano per il primo livello) e l'evolu-zione tecnologica.

E così, in pochi anni, il know how, la qualità ela flessibilità dei pellettieri fiorentinihanno atti-rato a produrre nell'area tutti i grandi nomi dellamoda mondiale, da Bulgari a Cavalli, da Valenti-no a Tod's, da Dolce & Gabbana a Trussardi,compresi i marchi americani (Ralph Lauren,Donna Karan, Tommy Hilfiger, Marc Jacobs) euna lunga lista di francesi tra cui Chanel, Cartier,Louis Vuitton, Yves Saint Laurent e Dior,quest'ultimo in procinto di trasferire la direzio-nepelletterialtalia a Scandicci, in un capannonedi quattromila metri quadrati proprio di fronteallasede di Gucci.

La crescita è stata eccezionale: nel giro di undecennio il distretto fiorentino dellapelletteria dilusso ha triplicato la produzione, diventando ilpiù importante centro manifatturiero al mondoin questo segmento; e stimolando la nascita di unpolo della meccanica applicata alla lavorazionedella pelle che abbracciaproduttori di macchina-rima anche di fibbie, chiusure e altri accessorime-tallici.Oggi il distretto contá2.5oo aziende specializzateinborse,portafogli evaligie, con17milaad-detti e, secondo le ultime stime di ConfindustriaFirenze, quasi sei miliardi di volume d'affari 2011,di cui 2,3 all'export (+29,6% rispetto al 2010). Il2012 è stato un altro anno di forte crescita, conl'export salito del i2,3oro nei primi sei mesi. E conulteriori investimenti, come quello concluso nelgiugno scorso daMontblanc (gruppo dellussoRi-chemont). «II board tedesco ha deciso di riorga-nizzare la catena produttiva e di concentrate inToscana la divisione pelletteria, che prima era inGermania- spiega Giacomo Cortesi, ad di Pellet-teria Montblanc, 4o milioni di fatturato -. Ora lagestione della produzione avviene nel nuovo sta-bilimento di S c andicci, che ha richiesto un investi-mento di alcuni milioni e che conta 5o addetti E ilmotivo è che l'area fiorentina è stata consideratacome quella d'eccellenza, esattamente come laSvizzera lo è per gli orologi».

Un'area che - forte delle sue competenze e del-lavicinanza col distretto della concia di Santa Cro-ce sull'Arno (Pisa) che assicura gran parte dellematerie prime - èuna delle poche anon temere laconcorrenza della Cina: chi vuol produrre pellet-teria di qualità, è la convinzione degli operatori,deve venire qui, perché il distretto non è esporta-bile. E infatti è in atto una corsa per venire a pro-durre pelletteria made in Italy nel territorio fio-rentino (in qualche caso trasferendola dalla Cinao dalla Romania), con quotidiane perlustrazionidi marchi di mezzo mondo alla ricerca di conto-terzisti che realizzino le linee. Il rischio, a questopunto, è chela capacità produttiva sia insufficien-te a soddisfare tutti.

E infatti, pur avendo davanti buone prospetti-

ve assicurate dalla corsa delle griffe del lusso suimercati mondiali (e dal crescente peso che lapel-letteria sta conquistando nei loro bilanci), il di-stretto fiorentino soffre di due sindromi da cor-reggere in fretta: piccole dimensioni aziendali escarsa formazione professionale.

Sul primo fronte, è necessario che l'evoluzioneche ha interessato i produttori di "primo livello"si estend a anche ai subfornitori o, come li chiama-no qui, ai "gruppi esterni". «Il passaggio epocale èriuscire a far crescere le piccole aziende della su-.bfornitura - dice Massimiliano Guerrini, titolaredella Almax di Scandicci, produttrice di borseCucci con 13 milioni di fatturato 2oi2 e 8o dipen-denti diretti più 300 all'esterno - e farle cresceresul fronte imprenditoriale oltre che su quello deinumeri: bisogna far sì che queste aziende abbianoun patrimonio, riescano a capitalizzarsi e ad ave-

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re accesso a tecnologia e formàzione». È inquest'ottica che ConfindustriaFirenze (che asso-cia7o aziende pellettiere, loo con quelle di acces-sori) sta puntando sulle reti come strumento perdiffondere la cultura d'impresa a tutti i livelli del-1 afiliera produttiva. «Abbiamo già costituito 9 re-ti d'impresa tra aziende fornitrici e subfornitricidi Gucci-spiega Baccani- e altre due reti sono invia di realizzazione. L'obiettivo è trasferire com-petenze e know how alla filiera, per far crescere ildistretto e assicurare maggior flessibilità e miglio-reorganizzazione.Finoral'elemento chehaattira-to di più nelle reti è la formazione». E proprio persviluppare la formazione, seconda cura necessa-ria al settore, si guarda all'intesa firmata due mesifa tra categorie economiche e istituzioni guidatedalla Regione Toscana, che si sono impegnate astanziare risorseper qualificare imprenditori e la-voratori (sia giovani che disoccupati) eper rileva-re i fabbisogni occupazionali delle aziende'. Giàoggi le previsioni degli addetti ai lavori diconoche, nei prossimi tre-cinque anni, il distretto fio-rentino assorbirà dai tremila ai cinquemila nuovilavoratori. La grande sfida sarà dunque quella diformare la manodopera necessaria a far fronte al-la domanda, trasmettendole conoscenze deivec-chipellettieri. Efäcendo evolvere i corsi dell'Altascuola di pelletteria italiana (Aspi) di Scandicci,finora limitati a 250-500 ore. «Vedo rischi legatialla mancanza del ricambio generazionale - diceCortesi di Montblanc - soprattutto perché scar-seggiala dignità del lavoro del pellettiere: dobbia-mo ridare la giusta nobiltà a questo mestiere».Passi avanti il settore ne sta facendo invece sulfronte della tracciabilità del prodotto, tema caroal consorzio Centopercento italiano (45 aziendeassociate) che difende il vero made in Italy. Pro-prio Andrea Calistri, presidente del consorzio, il15 gennaio presenterà im progetto di filiera pro-mosso dalla sua Sapaf (3 milioni di fatturato, 30dipendenti) per estendere la tracciabilità delleborse anche a monte, alle concerie. E i subfornito-ri cinesi che producono abasso costo ancheperlegriffe? «Buona parte di quelle aziende sta arrivan-do all'emersione completa e si sta integrando nel-la filiera- annuncia Calistri - spinta dallanecessi-tà: se vogliono lavorare per le griffe, oggi anche icinesi devono avere requisiti e certificazioni».

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PIANO I CRESCITA

Braccialini ripartedopo gli strascichidovuti al crack Burani

Le borse-fantasia di Braccialini trovano lastrada dell'accordo sindacale. Si è chiuso così,nei giorni scorsi, l'unico caso di crisi aperto inun'azienda di pelletteria del distretto fiorentino,legato non tanto a problemi di mercato quantodi riorganizzazione gestionale. Al posto dei 77esuberi annunciati nei mesi scorsi (su191 addettidella sede di Scandicci), l'azienda fiorentinafondata da Carla Braccialini nel 1954 e ora inmano per il 22% alla famiglia Braccialini eper ilresto ai fondi Sici, Hat e Nem, farà ricorso perdue anni ai contratti di solidarietà, al termine deiquali scatterà la mobilità per una trentina didipendenti. Buona parte degli esuberi, spiegal'azienda cui fanno capo i marchi Braccialini,Gherardini e Francesco Biasia, deriva dallagraduale esternalizzazione dellalogistica, chesarà affidataa un operatore specializzato. Conl'accordo sindacale l'azienda si las cia alle spalleunperiodo turbolento, seguito alcoinvolgimento nel fallimento del gruppoBurani, di cui faceva parte: nei mesi scorsi sonostati tagliati gli ultimi fili che legavanoBraccialini al cráckBurani (con l'accordo con lebanche per l'uscita dal piano di risanamento exart. 67 che limitava l'accesso al credito) el'azienda è tornata in bonis. Ora «si apre unanuova fase di sviluppo - annuncia l'ad RiccardoBraccialini- con possibilità di accesso al creditoe investimenti per rafforzare la retedistributiva» che oggi conta su 70 monomarcain 65 Paesi del mondo. Le vendite in questa fas ehanno retto: il 2012 chiuderà con quasi 8o milionidi fatturato, per il 7o% all'export, in linea colton, anche se la redditività è in calo.

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LavorazioniartigianaliA sinistra, una fase dilavorazione di unaborsa di lusso allaPelletteria Almax alleporte di Firenze.Sopra, studentesse invisita in un laboratoriodel distretto toscano.A destra, pellettiere allavoro nella PelletteriaEnnepi di Castelfrancodi Sopra, in provinciadi Arezzo

0 0. : I.a pe etterga florentinaIl cluster conta 2.500 aziende specializzate in borse, portafoglivaligie e cinture, con 17n-ila addetti e 6 miliardi di fatturato

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Il punteggioAttraverso una griglia di dodici variabili ciascundistretto è definito nei suoi punti di forza e didebolezza. La pelletteria fiorentina vanta un elevatotasso di internazionalizzazione e attrattività, masconta dimensioni d'impresa e scarsa formazione.

IL GIUDIZIO

OCCUPAZIONEIldistretto ha bisogno di manodopera oggi,e ne avrà ancora di più nei prossimitre-cinque anni: le previsioni dicono cheserviranno dai tremila ai cinquemila nuovilavoratori. Dunque la grande sfida delfutu ro sa rà propri o quella di riuscire aformare le figure necessarie, soprattuttoquelle tecniche, senza disperdere lepreziose conoscenze dei vecchi maestriartigiani di pelletteria.

ALTA

INTERNAZIONALIZZAZIONELe produzioni del distretto sono fortementeproiettateverso l'estero, anche se quel cherisulta dai numeri (export pari a[40% delfatturato) è più basso di quanto non sianella realtà perché molti dei terzisti toscaniche producono per le griffe spediscono alcentro logistico italiano, da cui borse,portafogli evaligie prendono poi la via deinegozi e delle reti distributive collocateall'estero.

IL RAT:ING.DEL SOLE 0

ATTRATTI VITAIl know how accumulato da secoli neldistretto fiorentino della pelletteria di lussoha attirato, e sta attirando, molti marchiinternazionali, in perlustrazione nell'areaalla ricerca di aziende a cui affidare laproduzione delle proprie linee di pelletteria.A differenza di altre filiere che soffronoschiacciate dalle griffe per cui lavorano,quella della pelletteria cresce ed evolvegrazie alla forza delle proprie competenze.

DISCRETA

PUNTI DI DEBOLEZZA

1CAPACITÀ DI FARE RETEFinora le aziende di pelletteria sonoandate ciascuna per conto proprio, senzaaggregazioni né alleanze. Ma oraqualcosa sta cambiando: spinte dallanecessità di evolvere per lavorare per legriffe, un primo nucleo di aziende stacercando di compattare la filiera e dicollaborare per diffondere tecnologia eformazione. E lo strumento della reted'impresa (nove quelle già nate) si staaffermando.

BASSA

PRODUTTIVITÀIl tema della produttività si lega anche alladisponibilità di manodopera specializzata eformata adeguatamente. E questa la grandenecessità dei distretto: formare i giovani almestiere di pellettiere e ridare dignità aquesto lavoro manuale che ancora attraepoco. Una prospettiva è quella della Scuoladi alta pelletteria di Scandicci che oggipropone corsi brevi, e che in futuro dovrebbetrasformarsi in una sorta di liceo tecnico.

SCARSA

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DIMENSIONI D'IMPRESALe aziende della pelletteria sonotroppopiccole e hanno bisogno di crescere,soprattutto quelle della subfornitura chelavorano perfornitori di "primo livello" chericevono la commessa dalla griffe. Oggiqueste aziende, che hanno in mediacinque-sei dipendenti ciascuna, sono le piùesposte ai venti e allefluttuazioni del mercatoe rischiano di scomparire odi andare in crisialla prima flessione dell'economia.

INSUFFICIENTE

BUONA

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Laboratorio per bambiniFiesole, Museo Bandini, via Duprè, 1Domani e domenica (dalle 15 alle 17) torna illaboratorio natalizio per bambini per larealizzazione di un presepe con le opere d'arte.

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FINO al 27 gennaio si può visitare il Presepe artistico di Villa Rigoli dellaparrocchia di Borgunto, che ha come caratteristica la riproduzionemeccanizzata del ciclo giorno-notte, fino al 6 gennaio tutti i giorni dalle 10alle 19, dal 7 al 27 gennaio solo sabato e domenica dalle 10 alle 19.

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Ponierí9ffio amarcord l FratetLanzaOqqí iiri'r?%, Umbela nataLiz ia atte CaLd ine

TOMBOLA natalizia oggi, allaFratellanza Popolare di Caldine,in piazza dei Mezzadri 7. Torna,così, una della manifestazioniche da anni riscuotono maggiorsuccesso nella frazione.L'estrazione dei numeri iniziadalle 15.30. L'iniziativa èorganizzata dalla FratellanzaPopolare di Caldine insieme aMaiDireVecchio (progettosociale reso operativo dallaSocietà della Salute della ZonaFiorentina Nord Oveste dal consorzio CO&SO)e al Comune di Fiesole.

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Chap l;n'fanno' t tr

II Teatro Solare di Fiesoleporta in scena lo spettacolo«Al & Charlie in America1929», allestito insieme alLaboratorio Ragazzi dei Centridi Attività Teatrale di Fiesole.La rappresentazione, che sitiene alla palestra di Pian diMugnone (via Pian diMugnone, 1), è in programmadomani e domenica con inizioalle ore 21 (ingresso libero).«Al & Charlie» è unospettacolo teatrale sul temadei ruggenti anni `20 e `30nell'America di Al Capone eCharlie Chaplin. L'iniziativa èorganizzata con lacollaborazione del Comunedi Fiesole.

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I bimbi ...

e fanno i l presepe

Aspettando Capodannocontinua il laboratorionatalizio per bambini che dàspazio alla creatività dei piùpiccoli nella realizzazione di unpresepe con le opere d'arte.L'appuntamento è al MuseoBandini di Fiesole (via Duprè,1) somani e domenica 30 dalle15 alle 17. Gesù bambino,dame, messeri e altripersonaggi escono dalle tavoleper arricchire e comporre unpiccolo presepe, che poiciascun bimbo potrà portare acasa. Un pomeriggio dedicatoall'estro dei più piccoli che ilMuseo Bandini ospita neipropri ambienti ogni sabato edomenica fino al 6 gennaio.Numero massimo dipartecipanti a ogni laboratorio(gratis) è di dieci bambini. Ènecessaria la prenotazione.

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