28 - Appendice - Medioevo a Donetta

33
 Marco Vignola Medioevo a Donetta I suoi metalli, da Crosiglia agli attuali scavi stratigrafici. Prefazione Contrariamente a quanto accade in molti scavi archeologici, il sito di Donetta si è rivelato particolarmente generoso di manufatti in ferro e leghe di rame, a tal punto che questa classe di materiali, generalmente soggetta ad un pesante degrado dovuto all'ossidazione, è nume ric amente tr a le pi ù sig ni fi cati ve . Ques ta peculi ar ità ha tuttavia ragioni ben chiare, riconducibili al metodo di scavo ed alle carat teris tiche del terre no. L'imp iego costante del metal detector , in  pri mo luog o, ha consen tit o una set acc iat ura mol to accurata del la terra di riporto, limitando così al massimo ogni possibile dispersione e salvaguardando anche il più piccolo ed invisibile dei frammenti. In seconda batt uta, un te rre no poc o aggre ssivo nei conf ronti degl i elementi metallici ha permesso una conservazione piuttosto buona dei reperti stess i, i quali assai di rado (e molto meno che in altri siti) si present ano così in taccati e corrosi da ri su lta re tota lme nt e illeggibili. Stupisce, in ogni caso, l'altissimo quantitativo di cuspidi d'armi da getto (ovvero, di punte di frecce e di dardi), tanto frequenti da las cia re poc hi dubbi sul la dest ina zione mil ita re del la str utt ura fortificata, così come la presenza di alcuni sproni, uno dei quali, scavato in tempi remoti dal Crosiglia, appare addirittura argentato e quindi agevolmente rif eri bile ad un personaggio di ra ngo cavalleresco. Proprio al Notaio Crosiglia (cultore di storia locale, autore nel 1865 di alcuni "sondaggi" sul luogo oggi rivisitato con ben altro metodo scientifico), si deve una prima raccolta di reperti, la cui  provenienza da Donetta, tramandata oralmente e per mezzo d'una

description

patranico local history

Transcript of 28 - Appendice - Medioevo a Donetta

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 1/33

 

Marco Vignola

Medioevo a Donetta

I suoi metalli, da Crosiglia agli attuali scavi

stratigrafici.

PrefazioneContrariamente a quanto accade in molti scavi archeologici, il sito di

Donetta si è rivelato particolarmente generoso di manufatti in ferro e

leghe di rame, a tal punto che questa classe di materiali,

generalmente soggetta ad un pesante degrado dovuto all'ossidazione,

è numericamente tra le più significative. Questa peculiarità ha

tuttavia ragioni ben chiare, riconducibili al metodo di scavo ed alle

caratteristiche del terreno. L'impiego costante del metal detector , in

  primo luogo, ha consentito una setacciatura molto accurata dellaterra di riporto, limitando così al massimo ogni possibile dispersione

e salvaguardando anche il più piccolo ed invisibile dei frammenti. In

seconda battuta, un terreno poco aggressivo nei confronti degli

elementi metallici ha permesso una conservazione piuttosto buona

dei reperti stessi, i quali assai di rado (e molto meno che in altri siti)

si presentano così intaccati e corrosi da risultare totalmente

illeggibili. Stupisce, in ogni caso, l'altissimo quantitativo di cuspidi

d'armi da getto (ovvero, di punte di frecce e di dardi), tanto frequenti

da lasciare pochi dubbi sulla destinazione militare della struttura

fortificata, così come la presenza di alcuni sproni, uno dei quali,

scavato in tempi remoti dal Crosiglia, appare addirittura argentato e

quindi agevolmente riferibile ad un personaggio di rango

cavalleresco. Proprio al Notaio Crosiglia (cultore di storia locale,

autore nel 1865 di alcuni "sondaggi" sul luogo oggi rivisitato con ben

altro metodo scientifico), si deve una prima raccolta di reperti, la cui

 provenienza da Donetta, tramandata oralmente e per mezzo d'una

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 2/33

 

succinta pubblicazione, è risultata ancor più rafforzata dalla totale

similitudine con quanto rinvenuto in corso di scavo.

Quello restituito da Donetta, dunque, è un repertorio assai prezioso

 per la conoscenza non solo del sito fortificato ma, più in generale, ditutta Torriglia: gli oggetti antichi sono infatti un tratto invisibile che

ci lega alla vita quotidiana di uomini in tutto identici a noi, le cui

vicende si perdono tuttavia nell'incertezza del passato. Ogni seppur 

  piccola testimonianza materiale è così la narratrice d'una civiltà,

d'una "cultura materiale" che aveva nelle cose della vita quotidiana,

intrise d'una manualità capace ancor'oggi di stupire, il suo umile ma

importantissimo sbocco. Di questo "saper fare", di questo artigianato,

alcuni di noi (i meno giovani, in particolare...) conservano senz'altro

una memoria diretta, o, ancor meglio, si pongono tra gli ultimi

depositari. Siamo purtroppo di fronte ai brandelli d'una conoscenza

un tempo diffusa e vitale, prima che la desolante e fredda

massificazione dell'industria la sospingesse nell'esilio delle cantine e

delle soffitte più polverose.

Armi.

La prima categoria di materiali cui si debba fare cenno in questarapida rassegna è senza dubbio rappresentata dagli oggetti

riconducibili alla sfera militare. Come accennato, i resti della

fortificazione che un tempo dominava l'intera vallata hanno

tramandato un repertorio vastissimo di ferri per armi da getto, e, più

nello specifico, di cuspidi di freccia e dardi di balestra. Le prime,

destinate ad essere lanciate dagli archi, si distinguono in genere dai

secondi per il loro formato più esile e per un minor diametro

dell'innesto con l'asticciola lignea, chiamato in gergo tecnico"gorbia". Le differenze tra questi due tipi di vettore sono note a tutti,

 perchè arco e balestra risultano ancora oggi ben diffusi nella pratica

del tiro sportivo, con caratteristiche poco o nulla mutate dall'avvento

di nuovi e più efficienti materiali costruttivi: appaiono meno

scontate, tuttavia, le loro caratteristiche medievali.

In generale, giova ricordare come la forza propulsiva delle balestre

(misurata in libbre nella moderna arcieria) fosse solitamente assai

maggiore rispetto all'arco, motivo per cui i loro dardi avevano una

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 3/33

 

massa superiore ed un ferro proporzionalmente più pesante, per 

infliggere ferite più profonde e letali rispetto ad una freccia.

Le balestre, nel dettaglio, erano poi realizzate in una moltitudine di

forme e già dagli inizi del Duecento se ne documentano di più foggee dimensioni, per le quali si impiegavano come minimo tre diverse

tipologie di munizionamento. Sappiamo che esisteva, almeno nei

centri dove quest’arma aveva una tradizione d’uso radicata (come a

Genova, dove i pezzi migliori venivano prodotti addirittura dalla

zecca), un tentativo di controllo governativo sulla bontà delle

cuspidi; ma, a lato di questa produzione per così dire “garantita”,

s'incontrava tutta una serie di ferri forgiati localmente, senza

verifiche altrettanto scrupolose da parte di un’autorità centrale. A

complicare il quadro della situazione, si deve infine aggiungere

l'esistenza nel medesimo arco cronologico di tipologie specializzate e

differenziate a seconda del loro impiego, senza trascurare la

 possibilità che alcune forme particolari si siano sviluppate nel corso

dei secoli per far fronte alle nuove esigenze dettate dallo sviluppo

della tecnica militare. Gli inventari degli oggetti custoditi nei castelli,

abbondanti soprattutto a partire dal Trecento, ci restituiscono infine

una singolare panoramica di quanto giaceva nel ventre delle fortezze,

confermando nelle sue linee generali il quadro d'una insospettabilevarietà tipologica, nella quale non è sempre facile orientarsi.

Di questa non scontata complessità, a ben guardare, il sito di Donetta

offre uno spaccato assolutamente singolare e veritiero, grazie ad un

 patrimonio complessivo di circa... esemplari.

La tipologia in assoluto più numerosa è rappresentata da un insieme

cuspidi di freccia dalla forma molto slanciata (si vedano, in figura 1,

molti esemplari della Collezione Crosiglia: lunghe fino a 17 cm. e

 per molti versi somiglianti ad uno spiedo).

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 4/33

 

Figura 1

Il loro corpo è costantemente di sezione circolare, mentre la punta, in

certi casi più sfuggente, in altri più marcata, ha invece l'andamento

d'una piramide a base triangolare. Si tratta quasi certamente di

oggetti militari, destinati per la loro forma affusolata a penetrare le

cotte di maglia, infliggendo ferite profonde attraverso queste difese

confezionate con migliaia di anellini d'acciao, le quali, almeno fino

alla metà del Trecento, rappresentarono l'armamento più diffuso tra

fanti e cavalieri. Efficacissime e tremendamente letali contro le cotteappena descritte, queste cuspidi scontavano invece una scarsa

capacità offensiva contro le protezioni in piastra, e specialmente

quelle giubbe rivestite internamente di placche metalliche che in area

genovese, sin dai primi anni del XIV secolo, erano generalmente

note con il nome di coyracie, cioè "corazze".

Oltre alla tipologia precedente, per la quale esistono confronti precisi

con reperti di area ligure e toscana databili tra il tardo Duecento e la

  prima metà del Trecento, tra i materiali metallici di Donetta

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 5/33

 

s'incontrano quindi molte cuspidi dalla tipica punta a sezione

quadrata (Figura 2).

Figura 2

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 6/33

 

Si tratta, in questo caso, della forma più comune di ferri per dardo e

freccia, chiamate nei documenti con il termine assai eloquente di

quadrella, cioè "quadrelli". Tali cuspidi coniugavano una relativa

facilità costruttiva (venivano infatti forgiate con una tecnica nonmolto diversa da quella riservata ai chiodi, con l'unica eccezione

della gorbia per l'innesto) ad una buona penetrazione contro ogni tipo

d'armatura. Nello specifico, la forma stessa della punta poteva

assumere diverse declinazioni, a seconda dell'impiego, sempre ed

esclusivamente di tipo bellico: più lunga e sottile (quasi a spillo, in

certi casi) per esemplari destinati a perforare senza impaccio le cotte

di maglia; piramidale o bi-piramidale, per enfatizzare invece il potere

d'impatto e non rimbalzare facilmente sulle piastre. In base alle

dimensioni della punta ed al diametro delle gorbia è oggi possibile

determinare con buona approssimazione quali di queste cuspidi

venissero lanciate con gli archi e quali con le balestre. Tra le prime,

in particolare, se ne ricordano sei venute alla luce nel corso della

campagna del 2005, molto esili, leggere e sicuramente foggiate a

misura d’arco: tra le seconde, invece, è necessario sottolineare la

  presenza tra i rinvenimenti dal Crosiglia d'un esemplare molto

grande, di dimensioni quasi estreme (Figura 3),

Figura 3

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 7/33

 

forse costruito per essere lanciato da un cosiddetto balistrum deturno, ovvero da una macchina a corda funzionante con il medesimo

  principio della balestra ma di formato assai maggiore, non

trasportabile ed impiegata unicamente come arma da postazione. Lestesse dimensioni dei loro ferri (peraltro rarissimi in contesti di

scavo) appaiono molto eloquenti del potere offensivo d'una tale

arma, la quale, anche a cento metri di distanza, poteva facilmente

sfondare qualunque tipo d'armatura.

Se per tutti gli esemplari citati si può certamente suggerire una

 precisa funzione bellica, ben altro è il discorso per una cuspide di

freccia, fornita non già della consueta gorbia, ma d’un codolo simile

ad un chiodo, unito ad un’ampia punta a forma di foglia (Figura 4).

Figura 4

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 8/33

 

La sagoma del ferro, che in questi casi veniva inserito nell’asticciola

tramite un tacca e poi fermato da strette legature, non era idonea a

garantire una buona penetrazione, per il suo angolo di vertice poco

acuto, facile ad incastrarsi negli anelli delle cotte. Di contro, lalarghezza del filo poteva infliggere ferite molto ampie, ideali per un

impiego venatorio contro animali di una certa mole, come daini e

cinghiali.

Da citare come unicum nel suo genere, infine, è la presenza tra i

recuperi non stratigrafici (ma di provenienza assolutamente certa,

trattandosi d'un antico ritrovamento effettuato da Mauro Casale), di

una cuspide recante un piccolo marchio(Figura 5).

Figura 5

 

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 9/33

 

Si tratta, a ben guardare, dell'unico caso di cuspide punzonata del

quale sia a conoscenza, e quindi d'un reperto la cui importanza

storica andrebbe ben oltre la semplice, banale apparenza.

L'apposizione del marchio, assai frequente in periodo basso-medievale, aveva infatti lo scopo di evidenziare l'origine del

 prodotto, garantendo un maggior controllo qualitatitivo da parte delle

corporazioni di mestiere ed una migliore tutela dell'acquirente, oltre

a costituire una sorta di "pubblicità" ante litteram per quegli artigiani

che si fossero meglio distinti nell'esercizio della loro professione.

Tale abitudine, nell'ambito dei metalli, riguardava tuttavia solo gli

oggetti di maggior mole e significato, quali i coltelli, le spade, gli

armamenti difensivi, le asce etc. Ben diverso il caso delle cuspidi.

Queste, infatti, opponevano una serie di problemi tecnici alla

  punzonatura: in primo luogo, le loro ridotte dimensioni non

garantivano uno specchio sufficientemente ampio all'accoglimento

del marchio, che poteva essere applicato solo a prezzo d'una

esecuzione quasi maniacale. In seconda battuta, non si deve

trascurare il costo assai ridotto delle cuspidi stesse, le quali, per la

loro intrinseca natura di oggetti "a perdere", venivano prodotte a

migliaia e commerciate in casse da 500 pezzi: s'intuisce come la

complicazione della marchiatura avrebbe allungato il processo produttivo, con una lievitazione dei costi non corrispondente ad un

effettivo miglioramento delle prestazioni belliche. Le ragioni d'una

simile operazione, inutile a fini pratici, dovevano dunque riposare

solo nel bisogno di attestarne la provenienza.

Sotto un profilo prettamente formale, la raffigurazione del marchio

in questione, qualora lo si osservi con una lente d'ingrandimento,

sembra per molti versi accostabile ai tipi monetali allora raffigurati

sul recto delle monete genovesi (Figura 6).

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 10/33

 

Figura 6

Alimentando così il sospetto che la cuspide rinvenuta da Casale

 possa essere una di quelle prodotte dalla zecca di Genova, delle quali

abbiamo precise notizie storiche, pur nell'assenza (almeno fino ad

oggi) di corrispondenti testimonianze materiali. Si tratta di un'ipotesi

senz'altro suggestiva, alimentata tuttavia da una serie di indizi

difficilmente casuali che, considerati nel loro complesso, potrebbero

forse costituire una vera e propria prova, pur soggetta ad ulterioricritiche ed approfondimenti.

Sempre riferibili alla categoria delle armi, in quanto elementi

indispensabili nella panoplia militare alla stregua d'una spada o d'una

corazza, sono quindi gli sproni, detti anche, meno propriamente,

"speroni". Questi compagni inseparabili dell'uomo a cavallo

 potevano anche rappresentare un distintivo del suo rango: quando

fossero stati dorati o argentati, infatti, erano in genere associati allo

 status cavalleresco, cioè a quel titolo di cavaliere che rappresentavala base della gerarchia nobiliare: non a caso le cronache insegnano

come dopo la battaglia di Courtrai (1302), che vide la disfatta del fior 

fiore della cavalleria francese per mano delle fanterie fiamminghe, i

soldati vincitori abbiano fatto un mucchio degli sproni dorati sottratti

ai loro antagonisti, a testimonianza tangibile dello scorno gettato

sulla nobiltà sconfitta.

Virando dalla "grande storia" allo specifico dei reperti di Donetta,

molto interessante appare soprattutto uno sprone sinistro in ferro, un

tempo rivestito interamento in lamina d’argento e riconducibile alla

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 11/33

 

tipologia cosiddetta “a brocco”, ben riconoscibile perchè la

stimolazione dell'animale era procurata non già della rotellina

ancor'oggi consueta, ma da una ben più pericolosa e acuminata punta

 piramidale ( Fig.1 e 2, cap.2). L'oggetto, seppure generalmente benconservato, appare lievemente fratturato all’altezza del becchetto

(cioè di quella sporgenza posta a salvaguardia del tallone d'achille) e

del passante posizionato sul lato interno del piede, entro il quale

correva il coietto che ne consentiva l’allaccio. Sul lato esterno, il

cinturino era invece assicurato all’estremità della branca (termine

con il quale si designa il "braccio" dello sprone) tramite due chiodini

di rame, in origine probabilmente dorati, mentre le branche stesse, di

sezione grossomodo ellittica, risultano dolcemente curvate per 

seguire al meglio la sagoma della caviglia fin sotto il malleolo.

Si tratta, lo sottolineo, d'un oggetto quasi suntuario, di ottima fattura

(splendida, per esempio, è l’esecuzione del brocco piramidale a base

quadrata, con facce morbidamente incavate) ed ulteriormente

impreziosito dall’argentatura, oggi sopravvissuta in qualche traccia:

 per un manufatto di questo genere, dunque, non pare fuori luogo

suggerire un’antica appartenenza ad un personaggio di rango elevato,

verosimilmente ascrivibile al ceto cavalleresco. Sotto il profilo

formale, le indicazioni offerte dagli sproni sono sufficienti agarantirne un inquadramento cronologico abbastanza efficace. Nella

fattispecie, è un dato condiviso che la tipologia “a brocco” sia

collocabile entro gli anni venti-trenta del XIV sec., termine dopo il

quale venne sostituita da quelle "a rotella", ancor'oggi in uso.

L’esemplare di Torriglia, data l’arcatura delle branche (piuttosto

accentuata, ma non ancora comparabile con quella di alcuni

esemplari del Trecento avanzato) e la forma abbastanza primitiva di

fissaggio del cinturino, si colloca probabilmente entro la secondametà del XIII sec., o nei primissimi anni di quello successivo.

Analoghi argomenti valgono quindi per un secondo sprone a brocco,

di fattura meno raffinata e mutilo delle branche, le quali, in origine,

avevano un andamento più rettilineo, indice assai probabile d'una

datazione anteriore, forse circoscritta entro gli ultimi anni del XIII

secolo.

Accanto a questi fortunati recuperi del Crosiglia, altrettanto

significativo appare un ulteriore frammento, corrispondente alla branca esterna d'uno sprone destro, curvata ad angolo quasi retto,

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 12/33

 

secondo una consuetudine ben attestata in esemplari databili tra la

fine del Duecento e gli inizi del Trecento. Dal solo esame dei suoi

resti non è ovviamente possibile affermare con certezza se si trattasse

di un tipo “a brocco” o “a rotella”, ma appare comunquestoricamente significativo se associato ai due precedenti ed in

rapporto ad un sito d'altura come Donetta, dove un'intensa

frequentazione equestre, data la natura impervia del luogo, appare

oggi ben poco scontata.

Oltre agli sproni appena descritti, infine, solo un altro dei reperti

 pervenuti si può ancora ricondurre al corredo dell’uomo d’arme. Si

tratta, nello specifico, d’una piastrina di forma vagamente

trapezoidale, fornita d’un piccolo rivetto o chiodino circolare in lega

di rame (Figura 7).

Figura 7

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 13/33

 

La sua presenza, in questo caso, potrebbe essere significativa della

vocazione bellica del manufatto, perchè di rivetti analoghi se ne

conoscono in abbondanza sulle protezioni lamellari tre-

quattrocentesche. La particolare forma della piastrina, tuttavia,sarebbe poco compatibile con le sagoma delle placche poste a

guardia busto, sembrando piuttosto associabile ad un guanto

corazzato, forse simile ad alcuni esemplari rinvenuti nelle fosse

comuni presso il luogo della battaglia di Visby (1361), sull'isola di

Gotland, ancora indosso agli scheletri dei loro sfortunati proprietari

(Foto Guanto – figura 8).

Figura 8

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 14/33

 

Chiodi ed utensili

La vita militare d'un fortilizio medievale, ovviamente, non poteva

consistere solo nella pratica delle armi, ma si svolgeva secondo ritmi

del tutto simili a quelli della vita civile. Il fattore bellico, invero, erasolo un'eccezione alla quale ciscun soldato doveva dirsi pronto

all'occorrenza, in un quotidiano dominato dai medesimi ritmi che

scandivano il mondo circostante, fuori dai limiti talvolta angusti

delle mura. Si comprende, dunque, perchè negli inventari, accanto

agli oggetti più schiettamente legati al settore bellico, si possano oggi

incontrare lunghi elenchi di cose che non sfigurerebbero tra le

masserizie d'una qualunque casa rurale. Scuri, pale, picconi, secchi,

 pentole, chiavi, mobilio, ferri per il fuoco e mille altri utensili, erano

dunque compagni del soldato quanto è forse più delle sue stesse

armi, perchè da quelli dipendeva la sopravvivenza quotidiana, come

in ogni altro luogo della terra.

L'archeologia tende puntualmente a confermare quanto si legge negli

inventari, restituendoci, insieme alle armi, alcuni labili brandelli di

quella cornice di manufatti che contornava e completava il quadro

operativo d'ogni fortificazione: ed anche a questo proposito lo scavo

di Donetta appare esemplare, per la grande ricchezza delle sue

testimonianze.L’oggetto più rappresentativo dell'intero repertorio, almeno dal punto

di vista della conservazione e della rarità, è senza dubbio costituito

da una scure rinvenuta nel 2004, chiaramente leggibile nella sua

forma originaria e provvista d'un tagliente piano, largo e dal forte

calo verticale (Foto 6 cap.7). Non è semplice indovinare la funzione

d'un simile manufatto, perché le scuri si prestavano ugualmente bene

ad essere impiegate come utensile, oppure, all’occorrenza, come

arma. Il peso ed il bilanciamento del suo ferro, tuttavia, sono tali dasuggerire un impiego in lavori di carpenteria piuttosto che in campo

 bellico. La forma piatta della lama è infatti particolarmente adatta

alle operazioni di sgrossatura delle travi, ma risulterebbe piuttosto

impacciata sui campi di battaglia, dove la velocità e la precisione del

movimento giocavano un ruolo fondamentale, persino superiore alla

semplice violenza dell'impatto. Sul piano dei confronti, un esemplare

molto simile proviene dal sito di Montale e Gorzano, in Emilia, dove

sulla base d’un semplice e criticabile accostamento tipologico è statoattribuito ad un'epoca anteriore all'anno Mille: la scure di Donetta ci

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 15/33

 

condurrebbe però ad escludere una simile datazione, a meno di non

ammetterne un’improbabile vita operativa plurisecolare. Parrebbe

invece più logico che il manufatto, secondo i dati stratigrafici in

nostro possesso, risalga ad un periodo non distante dall’ultimaoccupazione del sito, cioè tra fine Duecento e primo Trecento.

Come la scure, testimoni di questo piccole attività quotidiane sono

  pure un frammento di falcetto ed una lesina per forare il cuoio

(ambedue provenienti dalla collezione Crosiglia) ed una piastrina di

ferro forato, molto frammentaria ma ancora leggibile nella propria

destinazione originaria e certamente intepretabile come grattugia

(Figura 9).

Figura 9

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 16/33

 

Oltre ai confronti tra i repertori di scavo, a chiarire l’impiego di

quest'ultima è la tipologia stessa dei fori, praticati da uno strumento a

sezione quadra con il preciso intento di lasciare sulla faccia esternauno sbaffo di metallo, utile, appunto, a grattare gli alimenti che vi

fossero stati strofinati. L'impiego del formaggio sui cibi medievali,

d'altro canto, è assai ben documentato, in omaggio ad una pratica

culinaria giunta immutata sino ai nostri giorni.

Sempre rapportabili all'ambito “domestico” e quotidiano appaiono

quindi i resti di alcuni contenitori in lega di rame, dei quali, in base

ad una semplice valutazione degli spessori e della forma, è

ipotizzabile l’appartenenza ad almeno tre manufatti differenti. Uno di

questi frammenti, di medie dimensioni, porta in aderenza un grumo

di ossidi ferrosi, residuo d'un manico o d’una maniglia, ed è

riconducibile ad una padella o ad un secchio. Un altro, di formatrapezia, presenta invece due fori lungo il margine superiore, ove

alloggiano i resti d'una grappa in lega di rame, probabile residuo di

una maniglia o di un rinforzo applicato. Della terza forma, infine,

sopravvive solo una nebulosa di schegge minute o minutissime, tra le

quali si distinguono alcune sezioni di un orlo, ottenuto ripiegando la

lamina verso l’esterno. In questo caso saremmo di fronte ad un bacile

o, ancora, ad una padella, come suggerirebbero la tipologia del bordo

e gli spessori delle pareti, troppo sottili per un contenitore di

maggiori dimensioni.

Del mobilio, comunque indispensabile nelle fortezze come in ogni

edificio residenziale, resta solitamente assai poco per l'intrinseca

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 17/33

 

deperibilità del legno, capace di conservarsi solo in rari, fortunati

contesti anaerobici, cioè in assenza di ossigeno. L'unico indizio della

sua esistenza rimane così solitamente limitato alla ferramenta, che inantico ne rappresentava un elemento funzionale e complementare: la

  presenza tra i reperti di Donetta d'una chiave maschio in ferro

(Figura 10).

Figura 10

rinvenuta nel 2003 e piuttosto ben conservata, è perciò molto

significativa sotto il profilo della ricostruzione dell'arredo. Si tratta,

nello specifico, di un manufatto in ferro di buona fattura, con anello

circolare a sezione quadrata ed una mappa a due fori, appena

frastagliata "a pettine" lungo il margine. Tra le caratteristiche

 peculiari di questo reperto, utili a suggerirne l'epoca, si pongono

senz’altro la forma dell’anello, perfettamente circolare, e la sua

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 18/33

 

sezione grossomodo quadrangolare. Per oggetti simili esistono

confronti precisi in esemplari databili tra XIII e XIV secolo, ascritti

genericamente dal Mandel al “periodo gotico”. Date le dimensioni

(la sua lunghezza è di 10,5 cm), si trattava quasi certamente d'unachiave da porta (la simmetria della mappa, in particolare, rendeva

  possibile l'azionamento della serratura da ambo i lati) o ad un

cassone di grandi dimensioni.

Accostabile alla chiave è quindi un interessante boncinello da cassa

di fattura molto semplice, provvisto d'un foro per l’inserimento della

 piccola copiglia che lo fissava al coperchio, consentedogli un’ampia

libertà di movimento. La staffa sull'estremità inferiore del boncinello

 poteva così entrare in una piccola fenditura ricavata sulla piastra

della serratura, dove incontrava una stanghetta mossa internamente

dalla chiave che, a mo' di chiavistello, si inseriva nella staffa stessa

impedendone l'estrazione e realizzando la chiusura. In questo

esemplare, in particolare, si osserva un profilo nettamente curvato, a

testimoniarne l’impiego su una serratura dalla piastra bombata e

montata all’esterno della cassa. Per un oggetto di questo genere

esistono numerosi paralleli, generalmente datati intorno al secolo

XIV: data la sua estrema semplicità e la scabra funzionalità della sua

forma, tuttavia, non se ne può escludere un arco d’impiego ben piùampio.

Tra tutte le forme di incernieramento per ante di mobili, casse, porte

e finestre, “la copiglia” è senz’altro quella più economica e la più

  puntualmente rappresentata in contesti di scavo: questa, infatti,

consisteva in una barretta metallica (solitamente in ferro) la cui parte

centrale veniva curvata a formare una sorta di laccio: le estremità,

invece, erano appuntite e quindi forzate nel corpo del legno, a guisa

di chiodo. In tal modo due copiglie articolate l’una nell’altracostituivano una cerniera di fattura assai semplice, economica e,

 proprio per questo, difficilmente databile. Nello scavo di Torriglia le

copiglie sono due, le quali, viste le loro dimensioni, erano quasi

certamente destinate ad essere montate su una cassa.

Ancora riferibile all’arredo del castello è infine una cerniera

circolare, diversa dalle copiglie perchè costituita da una fascia

metallica piegata ad anello, strutturata per accogliere un cardine e

consentire l’apertura d’un battente (Figura 11).

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 19/33

 

Figura 11

Le sue dimensioni rilevanti (il diametro interno era in origine di poco

superiore ai 2 cm.) suggerirebbero non tanto il montaggio su una

cassa, quanto piuttosto l'impiego su un battente di grande dimensioni,

come quello d’una porta: la mancanza della parte finale delle

  branche, spezzate già in antico, rende tuttavia difficoltoso risalire

allo spessore originario del legno che l’accoglieva.

  Last but not least , come direbbero gli inglesi, giunge quindi il

repertorio più cospicuo: quello dei chiodi. Come in tutti i contesti di

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 20/33

 

scavo, anche a Donetta, infatti, i chiodi rappresentano l’insieme più

numeroso tra gli oggetti metallici, con ben 214 esemplari (tra integri

e frammentari) rinvenuti nel corso delle tre campagne stratigrafiche

condotte dal dott.Biagini, cui si devono sommare alcune decine dielementi scavati nel XIX secolo dal Crosiglia. Oltre alle forme più

comuni, a testa grossomodo circolare, stelo a sezione quadrata e

lunghezza inferiore ai 15 cm., assegnabili genericamente ad un

impiego di carpenteria leggera, si osservano alcune tipologie

specializzate, come i chiodi da ferratura e da scarpa. I primi sono

caratterizzati da una tipica testa piramidale a sezione rettangolare,

che s’inseriva al meglio nelle stampe dei ferri di muli e cavalli,

sporgendo per un tratto a creare una sorta di bassa ramponatura e

garantire una migliore presa sui fondi scivolosi (Figura 12):

Figura 12

la loro funzione, peraltro, risulta confermata dall'assoluta

corrispondenza tra la sagoma delle loro testa le stampe (cioè gli

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 21/33

 

alloggiamenti dei chiodi, n.d.a.) di un piccolo frammento di ferro di

cavallo, scoperto nella campagna del 2005. I secondi, invece, hanno

dimensioni assai modeste (di poco superiore al centimetro) e sono

dotati di una piccola testa foggiata a borchia: formato e tipologia nonsembrano renderli adatti ad altro impiego che non fosse il

rafforzamento delle suole dei calzari, operazione indispensabile in un

sito d’altura come quello di Donetta, dove il ghiaccio doveva

rappresentare un’insidia permanente nei mesi invernali (Figura 13).

Figura 13

Tra i chiodi più grandi provenienti da contesti stratigrafici se ne

distinguono almeno tre, mutili della punta ma di modulo assai

maggiore, forse destinati al sostegno d’elementi lignei strutturali più

 pesanti, quali piccole travature, come pure 8 esemplari di grosso

modulo pervenuti dalla collezione Crosiglia. La loro origine proprio

da Donetta, a ben guardare, sarebbe confermata dalle caratteristiche

della patina, del tutto compatibile con quella dei ferri trovati nelle

indagini stratigrafiche. Si tratterebbe in questo caso dei chiodi più

grandi restituiti dal castello, certamente impiegati nell'impostazione

di pesanti solai ed altri elementi di sostegno, unico indizio

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 22/33

 

sopravvissuto delle strutture lignee con le quali si definivano e

dividevano gli spazi abitativi all'interno delle murature in pietra

(Figura 14).

Figura 14

Oggetti decorativi e di uso personale

Il metallo, nel medioevo come oggi, entrava a buon diritto tra i

complementi del vestiario. Le fibbie, in particolare, potevano essere

  prodotte nei materiali più disparati: leghe di rame e ferro

 principalmente, ma anche, sebbene più di rado ed in oggetti di forte

 pregio, argento ed oro. Le fibbie, oltre che sulle cinture, venivano

anche impiegate per altri scopi, in particolare nell'allacciatura delle

scarpe e delle scarselle, cioè di quelle sacchette in pelle o tessuto che

si solevano portare appese alla cintura. I bottoni metallici, poi, fecero

la loro comparsa nel secolo XIII per diventare una delle principali

caratteristiche della moda trecentesca e del primo Quattrocento,

quando se ne impiegavano a profusione soprattutto nell’allacciatura

dei farsetti (sul petto e sulle maniche, fino all’altezza del gomito).

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 23/33

 

Il ricco repertorio di Donetta, anche in questo caso, ci illumina su

alcuni particolari del vestiario e ci avvicina di un altro passo alla

realtà degli uomini che vi operarono.

Bello e piuttosto ben conservato, in primo luogo, è un bottone sfericoin lega di rame rinvenuto nel 2003, costituito da due semicalotte

giuntate sulla mezzeria (dove, infatti, è visibile una sottile linea di

saldatura) ed appicagnolo ad anello (Figura 15).

Figura 15

Con questa tecnica particolarmente complicata si otteneva un

 prodotto finale cavo e leggero, con notevole risparmio di materia

  prima, a scapito tuttavia dei tempi d'esecuzione, senz'altro ben

superiori a quelli occorrenti per una semplice e massiccia fusione in

stampo chiuso.

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 24/33

 

Con la tecnica della fusione, in particolare, si producevano le fibbie

in lega di rame, mentre quelle di ferro erano generalmente battute a

caldo e rifinite a lima.  Restando a Donetta ed al frutto degli scavi

stratigrafici, proprio in ferro sono quattro piccole fibbie circolari, duedelle quali ancora fornite di ardiglione e quasi certamente

interpretabili, per caratteristiche e dimensioni, come fibbie da calzari

(Figura 16).

Figura 16

La forma circolare, diffusa in tutta Europa, è tipica dei contesti

trecenteschi, per quanto l’uso di questo genere di fibbie sia

documentabile su un arco cronologico ben più ampio, compresoalmeno tra il Duecento ed il Quattrocento. A queste quattro fibbie

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 25/33

 

circolari se ne aggiungono poi altre quattro, del tipo “a D” e di

dimensioni appena superiori (1,9 cm), il cui profilo esterno segue un

modello che trova anch'esso numerosi confronti nel XIV secolo. Di

forma simile ma più grande (2,9 cm) è quindi un esemplare anche inquesto caso conformato “a D”, senz’altro destinato ad un impiego su

cintura ed ancora munito dell’ardiglione e della piastrina per il

fissaggio al pellame (Vedi foto 8 e 17).

Figura 17

Scorrendo nuovamente i reperti tramandati dal Crosiglia, s'incontra

quindi la fibbia in ferro più grande dell'intero lotto (alt. 5,5 cm),

conformata “a D” e verosimilmente destinata ad un impiego su

cintura, piuttosto che su finimenti animali (Figura 18).

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 26/33

 

Figura 18

L’esemplare, infatti, risulta opportunamente incavato sulla faccia

interna per alleggerirne il peso, mentre l’ardiglione è sottile ed

appuntato, indicato per un pellame di spessore medio, come quello

delle cinture.

Tornando ai reperti provenienti dalle campagne stratigrafiche figuraquindi un singolare massello in lega di rame, piatto su un versante,

scantonato sull’altro. Lungo il lato appiattito si possono ancora

apprezzare le tracce d’un codolo ferroso, ora spezzato, mentre sulla

 parte scantonata si apre una profonda tacca triangolare, sagomata a

seguire il profilo d’un tagliente (Foto 19).

Figura 19

Un oggetto di questo tipo, confrontabile con un analogo esemplare

dal sito di Rougiers, in Provenza, è chiaramente interpretabile come

 parte dell'impugnatura per un coltello del tipo “a codolo”, di piccole

dimensioni, un tempo collocata tra la lama e l'impugnatura vera e

 propria, realizzata in materiali deperibili quali legno ed osso. Proprio

i coltelli, insieme a fibbie e bottoni, rappresentavano infatti un

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 27/33

 

ennesimo complemento al vestiario quotidiano, con una sorta di

"natura ibrida" che li collocava a mezza via tra gli oggetti di comune

utilità e la forme ornamentali. Abbondantissima sin dal Duecento è

l'iconografia che li ritrae racchiusi in foderi di pelle e sospesi allacintura della gente d'ogni ceto, con una declinazione di varianti che

andavano dalle più semplici dei meno abbienti a quelle più

riccamente ornate dei notabili. Un piccolo coltello a codolo,

verosimilmente destinato proprio ad essere portato proprio così, sulla

 persona, figura quindi tra i reperti del Crosiglia, a riprova della

diffusione d'un costume che non mancava di coinvolgere anche la

Torriglia medievale (Figura 20).

Figura 20

 

Gli scavo del 2003 e del 2004 hanno quindi restituito alcune

"misteriose" appliques in lega di rame dorata. Si tratta di 5 borchiette

decorate a giorno e recanti un motivo “a quadrifoglio” o “a croce

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 28/33

 

 patente”, unite ad alcune fascette sagomate “a treccia” che trovano

confronti in contesti duecenteschi (Vedi Foto 15 e Foto 21).

Figura 21

Una di queste borchie, identica nella decorazione, ha però diametro

assai maggiore rispetto alle altre (2,5 cm. contro 1,8 cm.). La

 presenza dei fori di fissaggio lungo i bordi delle borchie e le fratture

  ben visibili che accompagnano i margini delle fascette, inoltre,

dimostrano come tali elementi costituissero in origine un partito

decorativo unitario, presumibilmente applicato ad una superficie

 piatta, come quella d'un cofanetto o come la copertina d’un libro di

 pregio. A margine della borchietta più grande, poi, il foro appare ben

rifinito, cioè senza alcun segno di frattura, indizio che evidentemente

la pone al termine d’una sequenza formata da trecce e borchie

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 29/33

 

alternate. Significativa è poi la presenza di manufatti analoghi tra i

rinvenimenti ottocenteschi del Crosiglia, per un totale (forse ancora

 provvisorio) di sei borchie e tre frammenti di treccia, ad ulteriore

riprova dell'origine da Donetta della collezione da lui tramandata.Certamente destinata ad un libro è quindi una grossa borchia in lega

di rame (forse ottone) proveniente dalla medesima collezione e

sagomata "a trifoglio", con forte umbone centrale (Foto 16 Cap. 24).

Di tale borchie, infatti, si faceva ampio uso sulle copertine dei libri,

le quali erano in antico costituite da due tavole di legno rivestite in

 pelle e protette dagli urti con borchie e paraspigoli di metallo. La

 presenza di libri (ed anche di un certo pregio...) in un fortilizio

arroccato ed apparentemente secondario come Donetta pone

ovviamente alcuni quesiti, aprendo la possibilità che si dovesse

trattare d'un libro religioso, quali se ne trovano negli inventari dei

castelli forniti d'una piccola cappella. Le dimensioni della struttura,

tuttavia, parrebbero troppo esigue per avere accolto, almeno in area

sommitale, una struttura autonoma legata al culto, ragione per la

quale il nostro interrogativo appare ancora destinato a rimanere

insoluto, almeno fino a quando la prosecuzione degli scavi non regali

altre certezze storiche.

L'unico monile di tutto il repertorio è quindi rappresentato da anelloin lega di rame, la cui derivazione dal sito della Donetta è ancora una

volta confermata dalla relazione pubblicata dal Crosiglia a seguito

delle proprie scoperte (Foto 14 cap. 24.). Tale anello, di fattura

molto semplice, è formato da una fascetta appiattita che si apre in

una losanga decorata con un motivo inciso di linee e puntini. Si tratta

d'un manufatto puramente ornamentale, il cui valore venale doveva

essere piuttosto basso già in origine e che, almeno sul piano della

tecnica decorativa, trova confronti con esemplari provenienti dalontani contesti londinesi. Il gusto della decorazione incisa,

comunque, attraversò tutto il basso medievo senza distinzione di

tempo e di luogo, ed un oggetto simile appare pienamente

contestualizzato anche nel territorio di Torriglia.

Di fattura decisamente meno affrettata appare quindi una piccola

 porzione di lamina in lega di rame decorata a sbalzo, rinvenuta nel

2005, sulla quale s'intravedono il becco ed il capo di due uccelli

affrontati (Foto 1 cap.7). Nonostante le dimensioni assai contenute,colpisce molto la raffinatezza della lavorazione, eseguita con gusto

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 30/33

 

quasi miniaturistico ed una formidabile attenzione per il dettaglio. Le

misure contenute del frammento (il quale, lo sottolineo, rappresenta

solo una porzione esigua d'una placca ben più grande) impediscono

 purtroppo di risalire con chiarezza alla destinazione primitiva d'unasimile applique, cioè di definire se in origine fosse applicata ad una

cassetta o, in alternativa, ad una cintura. Oggetti di questo genere

sono piuttosto rari in contesti di scavo e, purtroppo, piuttosto avari di

confronti: potrebbe tuttavia risultare significativo l'accostamento con

una piastrina rinvenuta presso la Cripta Balbi di Roma, ov'è

riprodotto un volatile, o, ancora, con alcune placchette sbalzate

 provenienti da Rougiers, in Provenza.

Con la placchetta sbalzata, che si pone a buon diritto tra i reperti più

singolari di Donetta ed ultima in ordine di ritrovamento, si conclude

la panoromica dedicata ai metalli di questo piccolo, prezioso castello,

  purtroppo assai sintetica per la non facile gestione d'una materia

tanto suggestiva quanto complicata. All'occhio dell'archeologo,

tuttavia, un dato emerge con prepotenza: quello della relativa

sproporzione tra l'ampiezza del repertorio metallico e la discreta

  povertà delle testimonianze superstiti del fortilizio stesso: come,

cioè, così tanto materiale possa essere stato restituito da un sito

relativamente piccolo come Donetta, oltretutto rasato ad una quota piuttosto bassa e con poche zone di approfondimento stratigrafico.

 Non compete ovviamente ad un rapido contributo sondare le ragioni

storiche di questo fatto indiscutibile: basti perciò l'aver sottolineato la

ricchezza di spunti e suggestioni che questa fortunata "coincidenza"

ci ha offerto per entrare nel quotidiano d'una struttura dove la vita

terminò quasi sette secoli or sono, oggi riemersa dal passato per 

raccontarci alcuni brevi, preziosi episodi della propria storia.

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 31/33

 

BIBLIOGRAFIA:

AGRIPPA M.C. 1987, Area di scavo 9000, in FRANCOVICH R.-PARENTI R. (a cura

di), Rocca San Silvestro e Campiglia, Firenze, pp.91-108.

ALLEVI P. 1998, Museo d’Arti Applicate. Armi bianche, Milano.

BARBER R.-BARKER  J. 1989, Tournaments, Woodbridge.

BAZZURRO S. et al. 1974, Lo scavo del castello di Molassana, “Archeologia

Medievale”, I, pp.19-53.

BECK  P. 1989, Une ferme seigneuriale au XIV° siècle. La grange du Mont 

(Charny, Côte-d’Or), Paris.

BELLI M. 2003, Attraverso i corredi metallici di Rocchette Pannocchieschi:

dalla nascita dell’insediamento al suo definitivo abbandono (secoli IX-XV).

  Analisi preliminare, in FIORILLO R., PEDUTO P. (a cura di),  III Congresso

 Nazionale di Archeologia Medievale, Firenze, pp.59-65.

BELLI M. et al  2002, Castel di Pietra, Gavorrano, “Archeologia

Medievale”, XXIX, pp.165-167.

BIAGINI M. et al. 2004,  Indagini archeologiche in alta Val Trebbia e alta

Valle Scrivia. Lo scavo del castello di Donetta (GE), “Ligures”, n.2, pp.85-

108.

BIERBRAUER  V. 1987,  Invillino-Ibligo in Friuli I. Die römishe Siedlung und 

das Spätantik-Frühmittelaterliche Castrum, Münchener Beiträge zur Vor-

und Frügeschichte.

BOCCIA L. G. 1991,   L’armeria del Museo Civico Medievale di Bologna,

Busto Arsizio.

BRESSAN F. 1989, Le cuspidi di freccia del museo di Cividale, “Forum Iulii”,

XII-XIII, pp.59-75.

BUORA M.1996 (a cura di),  I soldati di Magnenzio. Scavi nella necropoli

romana di Iutizzo Codroipo, Trieste.

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 32/33

 

CABONA D. et al. 1978,   Zignago 1: gli insediamenti e il territorio,

“Archeologia Medievale”, V, pp.273-374.

CORTELAZZO M.-LEBOLE Di GANGI C. 1991,   I manufatti metallici, in

MICHELETTO E.-VENTURINO GAMBARI M. (a cura di), Montaldo di Mondovì. Un

insediamento protostorico. Un castello. pp. 203-234.

DE LUCA D., FARINELLI R. 2002, Archi e balestre. Un approccio alle armi da

tiro nella Toscana meridionale (secc. XIII-XIV), “Archeologia Medievale”,

XXIX, pp. 455-487

DEMIANS D’ARCHIMBAUD G. 1980,   Le fouilles de Rougiers (Var).

Contribution à l’archéologie de l’habitat rural médiéval en pays

méditerranéens, Paris.

FAVIA L. 2000,  I metalli, in COLUSSA S.-TOMADIN V. (a cura di), Castrum de

  Harperch apud Manzanum (1251-1431). Manzano e il suo castello:

ricerche storiche e indagini archeologiche, Udine, pp. 142-166. 

FAVIA L. 1994,  Le armi, in BIASI A.-PIUZZI F. (a cura di)., Sharfenberg-

Soffumbergo un castello tedesco nel Friuli medievale, pp. 57-72.

FAVIA L. 1992,  Reperti metallici, in FAVIA L. et alii, Le campagne di scavo

archeologico al castello di Zuccola in Cividale del Friuli, “Archeologia

Medievale”, XIX, pp. 263-274.FOSSATI S.-MURIALDO G. 1988, Metalli, in

BONORA E. et al.,  Il “castrum” tardo antico di S. Antonino di Perti, Finale

  Ligure (Savona): fasi stratigrafiche dell’area D. Seconde notizie

 preliminari sulle campagne di scavo 1982-87 , “Archeologia Medievale”,

XV, pp.380-386.

FRANCOVICH R. 1991 (a cura di), Rocca San Silvestro, Roma.

GAMBARO L. 1990, Catalogo dei materiali metallici, in BOATO et al., Scavo

dell’area est del villaggio abbandonato di Monte Zignago. Zignago 4,

“Archeologia Medievale”, XVII, pp. 385-406.

5/11/2018 28 - Appendice - Medioevo a Donetta - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/28-appendice-medioevo-a-donetta 33/33

 

GAMBARO L. 1985,  Reperti metallici, in BIASOTTI M. et al., Scavo dell’area

ovest del villaggio abbandonato di Monte Zignago. Zignago 3,

“Archeologia Medievale”, XII, pp. 224-236.

K ARPF K. et al. 1995,   Flashberg. Archäologie und Geschichte einer 

mittelalterlichen Burganlage bei Oberdrauburg in Kärnten, Innsbruck.

LIBRENTI M. 1999, I metalli, in GUARNIERI C. (a cura di),  Il tardo medioevo

ad Argenta, Firenze, pp. 119-134.

MILANESE M. 1982,   Lo scavo archeologico di Castel Delfino (Savona),

“Archeologia Medievale”, IX, pp. 74-114.

MOLINARI A. 1997, Segesta II. Il castello e la moschea (Scavi 1989-1995),

Palermo, pp. 167-188. 

 NAZZI A. 1994,  Ferri per cavalli, buoi e asini dal medio Friuli, “Quaderni

Friulani di Archeologia”, IV, Udine, pp.117-146.

R OMANINI A.M. et al. 1988, Il medioevo, Firenze.

SFLIGIOTTI P. 1990, Manufatti in metallo, osso, terracotta e pietra, in

MANACORDA D., Archeologia urbana a Roma: il progetto della Cripta Balbi.

5. L’esedra della Cripta Balbi nel medioevo (XI-XV secolo), Firenze, pp.

513-552.

PIUZZI F. 2003 (a cura di),  Progetto Castello della Motta a Savorgnano,

Firenze.

SOGLIANI F. 1995 (a cura di), Utensili, armi e ornamenti di età medievale da

Montale e Gorzano, Modena.

THORDEMAN B. 1939, Armour from the Battle of Visby, 2 voll., Uppsala.

VIGNOLA M. 2003,  Armi e armamento difensivo, in PIUZZI F. (a cura di),

 Progetto Castello della Motta a Savorgnano, Firenze, pp.182-199.