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7 Marzo 2014 Anno 10 - n° 3 - Distribuzione Gratuita IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI A IS K 275 ATTUALITA’ ULTURA INFORMAZIONE SPORT & TURISMO K Marino Giuseppe C.so Italia, 96 - ACIREALE Via Vitt. Emanuele, 35 ACI S. ANTONIO Scorre forte l’archetto sulle corde del violino a sprigionare acuti che trapassano di melodie il cuore. Lorenzo Marotta LA GRANDE BELLEZZA ONORA L’ITALIA BUON LAVORO, SEGRETARIO! Fausto Raciti Emanuele Macrì (40 Anni dalla morte)

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7 Marzo 2014Anno 10 - n° 3 - Distribuzione Gratuita

I L G I O R N A L E D E L T E R R I T O R I O D E L L E A C I

A I SK275

ATTUALITA’ ULTURA INFORMAZIONE SPORT & TURISMOK

Marino GiuseppeC.so Italia, 96 - ACIREALE

Via Vitt. Emanuele, 35ACI S. ANTONIO

Scorre forte l’archetto

sulle corde del violino

a sprigionare acuti

che trapassano di melodie il cuore.Lorenzo Marotta

LA GRANDE BELLEZZA

ONORA L’ITALIA

BUON LAVORO, SEGRETARIO!

Fausto Raciti

Emanuele Macrì (40 Anni dalla morte)

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Venerdì 7 Marzo 20142 A ISK

Chiuso il lunedì

All’indomani dell’ufficializzazione della sua candidatura a Primo Cittadino, l’ing. Michele Di Re, caposquadra” dei “Trenta per Acireale”, ha avviato unpercorso di ascolto e di conoscenza delle realtà del territorio per comprendere a fondo le criticità di una comunità in perenne fermento. Nella sua agenda,incontri con le associazioni di categoria (ingegneri, architetti, geometri, commercianti, avvocati) e di volontariato, dibattiti con le comunità dei residenti dellefrazioni acesi e semplici momenti di confronto con tanti privaticittadini, utili a capire cosa ci si aspetta dal prossimo Governodella Città. Nonostante ancora incerti appaiono i possibiliapparentamenti con i partiti politici, continua, così, incessantel’impegno di tutto il movimento civico, capitanato dall’impren-ditore acese e formato da professionisti, tecnici e gente lonta-na dalle classiche appartenenze alla politica tradizionale,senza dimenticare l’apporto fornito da tutte le migliori espres-sioni del panorama imprenditoriale locale.Prosegue, quindi, il percorso di ascolto dell'ing. Michele Di Re,candidato sindaco di Acireale, con le associazioni di categoria,i professionisti ed i privati. Obiettivo la ricezione di istanze,segnalazioni e proposte, per capire cosa ci si aspetta dal pros-simo Governo della Città. Nell'incontro dello scorso Mercoledì26 Febbraio, spazio alla comprensione delle criticità piu evi-denti dell'Istituto Sperimentale per l'Agrumicoltura di Acireale,i cui ricercatori hanno segnalato all'ing. Di Re i motivi e l'esi-genza di ridare lustro a questa eccellenza cittadina ancheattraverso la concertazione di un piano di sviluppo culturale eturistico integrato a beneficio dell'ente.

ph Fabio Consoli

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Venerdì 7 Marzo 2014A ISK

“Sette storie per sette giorni”

il nuovo lavoro di Gabriella Calì, raccontala storia di Andrew De Falco, un magnateitaloamericano che, un po’ per capriccio,un po’ per il desiderio di fare del mecenati-smo sfruttando le sue grandi ricchezze,bandisce un vero e proprio concorso lette-rario, offrendo a sette scrittori dilettanti lapossibilità di risiedere per una settimanapresso la splendida Villa dei Pavoni e didimostrare il proprio talento ed il proprio

estro con la scrittura di una novella che tragga ispirazione dal tema dei fan-tasmi. Come in una sorta di Decamerone, il tempo all’interno della villa saràscandito dalla lettura delle sette novelle, una al giorno per sette giorni. Soloalla fine della settimana, dopo aver ascoltato le sette storie, Andrew doneràad uno dei sette autori la possibilità di stipulare un contratto letterario perpubblicare un’opera.Alla narrazione dei fatti che si svolgono dentro la villa e alla lettura delle settenovelle, si intreccia il racconto delle vicende personali di Andrew.Parallelamente alla narrazione delle vicendedel protagonista, si svolge il racconto dellegiornate presso la Villa dei Pavoni. L’autriceracconta con immagini vivaci e dettagliate iltrascorrere del tempo tra i lussuosi salonidella villa e la natura rigogliosa del grandeparco che la circonda; durante la settimanadi convivenza, i sette protagonisti di questainsolita avventura, diversi per indole edesperienze ma accomunati dall’amore per lascrittura, imparano a conoscersi e a legaretra loro. Insieme vivono momenti di allegria,tra le portate dei banchetti che loro stessipreparano, passeggiando tra i boschi dellaricca tenuta, esplorando le grandi stanzedella casa; ma spesso condividono anchemomenti di sconforto, soprattutto a causadell’imbarazzo per la pubblica lettura deiloro scritti. L’autrice presenta ogni personaggio caratterizzandolo appienosia con la descrizione delle vicende personali, sia per mezzo della novella

che attribuisce a ciascuno. E proprio questo è l’escamotage di Andrew: lanovella assume qui un significato e una funzione fondamentale. Diversi enumerosi possono essere i motivi del narrare: descrivere, tramandare, ricor-dare un evento o una persona, comunicare informazioni, riferire fatti.

Sempre e comunque, la narrazione è humanitas, espressione dell’anima,delle esperienze e dei pensieri degli uomini. Andrew ha fatto dell’empatia ilmezzo più forte per conoscere il prossimo: per lui anche le parole di unasemplice novella che racconta storie di fantasmi assumono un significatonuovo. Le parole sono rivelatrici: ognuno racconta una storia che in qualchemodo lo riguarda, che lascia trapelare un episodio della sua vita, un partico-lare aspetto del suo carattere, il suo personale modo di intendere e di vede-re la realtà.

Chiara Licitra

CARO PITAGORA: UN LIBRO COLTO, MA DI SEMPLICE FRUIZIONE…

ALLA RISCOPERTA DEI SEGRETI DEL MONDOPresentato a l Teatro Comunale di Gravina di Catania lo scorso 22 gennaioalle ore 17.30 il libro “Caro Pitagora, a scuola con il Maestro Pitagora e ilmiracolo della Conoscenza” (casa editrice Rupe Mutevole –Roma), scritto aquattro mani da Loredana Fratantoni, docente di scuola elementare eGiulietta Bizzarro, psicologa e psicoterapeuta. In qualità di moderatori sonointervenuti la d.ssa Antonella Gugliemino, direttore responsabile della Rivista“Globus Magazine” e il dott. Gaetano Pulvirenti, direttore della BancaAgricola Popolare di Ragusa (Acireale). ‘Ho già avuto piacevolmente mododi intervistarle. Una lettura semplice, ma di profonda cultura’, ha dichiaratola d.ssa Guglielmino, mentre il dr. Pulvirenti ha precisato che ‘É già la secon-da volta che ho il piacere di introdurle ad una loro presentazione. È un libro

che parla di fede, di scienza, di spiritualità. Ma spiritualità nell’accezione di“ricerca della perfezione”. Perché spesso siamo soliti confondere il difficilecon l’impossibile. Ma nulla è realmente mai impossibile. E questo libro èrivolto anche ai bambini, abituati a vivere ancora più nell’intravisto che nelvisto…perché anche le cose difficili possono essere descritte semplicemen-te, stimolando la curiosità’.Una presentazione-intervista, magistralmente argomentata e condotta dellad.ssa Guglielmino, che, con domande stuzzicanti e aperte, ha dato l’inputalle relatrici di esporre e toccare i punti cardine della loro scrittura. La d.ssaBirrazzo ha tenuto a precisare come ogni cosa, dal momento stesso in cuiha deciso di scrivere questo libro, coadiuvata dalla compagna di avventuraLoredana, nulla sembra capitato per caso. ‘Anche la scelta del titolo sembraci sia stato quasi suggerito, come se non potesse essere che questo. Miamadre era greca…una mattina l’ho sentito alla radio, l’ho letto su un pulmi-no per ragazzi…Pitagora…doveva essere lui…’. La prof.ssa Fratantoni,invece, ha comunicato agli uditori il motivo della loro scelta dell’immaginedella copertina ‘Le piramidi (pyramis (πυραμίς), che significa letteralmente"della forma del fuoco")…non è un caso che siano tre, che siano in Egitto.Perché niente è un caso, ma il nostro prioritario intento era proprio di sotto-lineare questa “interconnessione”…perché le piramidi si interconnettono conl’universo, con il tutto. È tutta una questione di energie: perché noi siamo allabase della piramide, ma facciamo parte di una mente universale unica, cheè Dio. E solo attraverso le piramidi possiamo comprendere come migliorar-ci per raggiungere Dio’.Hanno presenziato all’evento, l’assessore del Comune di Gravina AgataViola ed il console onorario di Grecia Arturo Biuzzarro. Gremita la platea,che, a conclusione dell’evento di presentazione, ha attorniato piacevolmen-te le scrittrici per un gradito autografo sulla seconda di copertina del libro. Inun momento in cui la cultura è in forte crisi, in cui si discute costantementesulla carta stampata soppiantata dal web, presenziare alla presentazione diun libro, che per lo più non racconta una favoletta come tante, ma parla dicultura a 360° è un evento davvero straordinario.Foto Alessandro Favara Giuliana Corica

La festa della donna... ... si sa, è legata ad una strage di donne a cui fu dato fuoco in una fabbricaamericana. Con conferenze, convegni, mimose e torta mimosa si ricordaquesto tragico avvenimento e si festeggiano le donne e la loro operosità.C’è un filo rosso che nei secoli lega alcune donne famose. È il filo rossodella passione e del sangue. Mi riferisco a donne lontane nei secoli comeIpazia, Trotula, Artemisia Gentileschi, Jane Austen e Virginia Woolf. Ipazia,scienziato, musicologo, medico e filosofo del IV secolo, erede della scuolaneoplatonica alessandrina, per ordine del vescovo di Alessandria, Cirillo, futorturata in modo orrendo e poi bruciata. Con la sua morte termina in occi-dente la cultura al femminile. Le donne però, fortunatamente, sono come lagramigna, difficili da estirpare e così nel secolo XI, nell’ambito della ScuolaSalernitana, una donna medico fa il suo ingresso. È Trotula, della nobilefamiglia de Ruggiero, che diventa ostetrico e ginecologo di fama e addirit-tura scrive un trattato, De passionibus mulierum ante e post partum, stam-pato poi a Strasburgo nel 1544, la cui maternità le verrà contestata e si cer-cherà di cancellare anche lei dalla storia. Nel Seicento, ArtemisiaGentileschi, figlia del pittore Orazio Gentileschi, vuole entrare all’Accademiadel Disegno a Firenze, prerogativa esclusivamente maschile, fino ad allora.Incontra diversi ostacoli, ma alla fine con la sua caparbietà e la sua bravu-ra la spunta. Violentata a soli 17 anni dal pittore Agostino Tassi, lo accusadavanti ai giudici. Lei subisce la tortura delle cordicelle della Sibilla e perpoco non le fanno saltare le dita. I giudici le credono, ma non la riabilitano,tanto che deve andare via da Roma e trasferirsi a Firenze con un marito chele hanno procurato, mentre Agostino Tassi, praticamente, la fa franca. Ilmatrimonio con il pittore Pietro Stiattesi dura pochi anni, poi lui l’abbando-na, forse schiacciato dalla personalità di Artemisia e dal suo talento.Divenuta l’amante di Nicholas Lanier, musicista alla corte di Carlo I, orga-nizza con lui il colpo del secolo: vende al re la collezione del duca diMantova. Artemisia non vuole seguire l’amante in Inghilterra e la relazionefinisce. A 28 anni Artemisia ha conquistato un’esistenza giuridica, dei dirittie un potere legale. Può vendere, comprare, affittare, ma nel suo intimo è tor-mentata dal passato, dal matrimonio fallito e dall’incomunicabilità col padre.

A due secoli di distanza, la scrittrice Jane Austen, appartenente a una fami-glia della buona borghesia inglese, scrive dei romanzi di grande successocome Orgoglio e pregiudizio, Emma, Ragione e sentimento, ma non li firmacon il suo nome. Usa lo pseudonimo A lady. Questo perché, nella societàinglese del tempo, il ruolo della donna è quello di moglie e madre e noncerto di scrittrice. La Austen accetta il suo destino. Nel Novecento la scrittri-ce inglese Virginia Woolf, profondamente addolorata dal ruolo socialesecondario della donna nella società, scrive Una stanza tutta per sè in cuiesprime l’umiliazione che le donne subiscono per non potere avere una pro-pria stanza in cui leggere e scrivere, per non potersi recare in biblioteca, senon accompagnate da un uomo, per non essere accettate come scrittrici,ma solo come protagoniste dei romanzi, per non potere vendere e compra-re, per non potere ereditare. Tant’è che spesso, per salvare i patrimoni fami-liari, le donne sono costrette a sposare dei parenti anche vecchi e sgraditi.Sembra che dai tempi in cui il culto del femminino sacro scomparve, vi siastata la volontà di relegare la donna al ruolo di moglie e madre, chi nonaccettava il ruolo veniva perseguitata e annientata. Della donna erborista ecuratrice si comincia ad avere terrore, così pure di quella che vive da solao che ha un gatto nero oppure i capelli rossi. Queste donne vengono tac-ciate di stregoneria e dall’anno Mille arrestate, torturate e bruciate vive. Soloil fuoco evidentemente può estinguere il male che la donna rappresenta. Nel1782, in Europa, viene giustiziata l’ultima donna ritenuta strega. Le donneche abbiamo preso in esame non sono famose solo per il loro talento e laloro perizia, ma anche per la loro bellezza. Di Trotula non sappiamo comefosse esteticamente, ma di Ipazia e Artemisia si sa che erano molto belle.Forse non solo il talento, ma anche l’avvenenza di Ipazia e di Artemisia furo-no motivo di ostilità non solo da parte delle altre donne, ma anche da partedegli uomini. Queste due donne sono belle e di talento ed è proprio il talen-to che le fa grandi e infelici, perché non accettano il solo ruolo di donne.Sono artiste e vogliono essere riconosciute e per questo ricordate.

Maria Rita Pennisi

Franca FlorioSe la storia di tutti i tempi racconta didonne bellissime, la Sicilia, sicura-mente, non è da meno! Donne bellee, soprattutto, intelligenti, la nostraterra ne ha avute diverse. DonnaFranca Jacona della Motta dei baronidi San Giuliano nata a Palermo nel1873, proveniva da un'importantefamiglia dell'antica nobiltà siciliana equando a vent’anni sposò il riccoindustriale Ignazio Florio Junior diedeuna vera svolta alla sua vita, dandoinizio ad una esistenza travolgenteche la portò a diventare donna sim-bolo della Belle Époque italiana fragossip, tragedia e arte. Era unadonna di grande bellezza: alta, slan-ciata, un portamento regale, un sorri-so verginale e con occhi che trasmet-tevano bontà d’animo. Il marito,Ignazio Florio, oltre ad essere un

grande industriale famoso per ilmarsala, possedeva panfili, navicommerciali, alberghi e le isoleEgadi. Ignazio era famoso peressere un grande rubacuori e peraver avuto numerose relazionisentimentali, e così, il padre diFranca, che all’inizio aveva osta-colato il fidanzamento della figliaanche perché le lontani origine deiFlorio risalivano a dei commer-cianti, acconsentì al matrimonioma pretese una cerimonia stretta-mente privata, e questo, per l’opi-nione del tempo, fu considerato unmatrimonio riparatore. Negli anniche seguirono, l’impresa di fami-glia passò nelle mani di Ignazio Jr,al fianco del quale Donna Francaricoprì un ruolo fondamentale nellagestione di una fortuna. Il sogno diIgnazio Florio e della moglie fu,precisamente, di dare a Palermo ealla Sicilia un ruolo nell’Europa,attirando capitali e investimentistranieri nell’isola, intessendo unarete di rapporti e di amicizie presti-

giose e influenti. Il capoluogo della Sicilia fiorisce diarchitetture nel nuovo stile Liberty che fa tanto moderno.Ecco allora il lussuoso albergo Art Nouveau di Villa Igieao il Villino dell'Olivuzza dove c'è lo zampino dei Florio,anche dietro alla costruzione del Teatro Massimo diPalermo, progettato, infatti, da Ernesto Basile, che poeera l'architetto di famiglia. In tutto questo, Franca, chesi muoveva con eleganza nella sfavillante vita mondana,giocò un ruolo di grande protagonista.Eccola, perciò, in compagnia degli uomini più potentid’Europa, come in una celebre foto che la ritrae assiemeal Kaiser Guglielmo II, o con il grande D’Annunzio,Giacomo Puccini, e sfoggiare abiti sontuosi e favolosigioielli, che il marito le regalava per farsi perdonare lenumerose scappatelle. Famosa era la sua collana diperle che si diceva fosse lunga sette metri: pare che ilmarito la faceva allungare per ogni avventura galante.L'impero dei Florio dopo la Prima Guerra Mondiale, però,comincia un lento e inesorabile declino, dei fasti di iniziosecolo rimane ben poco. Lo Stato Italiano, secondo lapolitica Giolitti, tagliò le convenzioni alla Società di navi-gazione Florio, decidendo di concentrarsi sul porto stra-tegico di Genova. Ignazio, però, perseverando nel tenta-tivo di rammodernare e ampliare i cantieri navali dellasua città, investì nell’opera l’intero capitale dei Florio,portando, in poco tempo, ad un progressivo disfacimen-to del suo impero e all’assorbimento da parte delle ban-

che delle proprietà. Inutili furono i tentativi di riaprirsi lastrada con nuove iniziative imprenditoriali. Presto arriva-no anche le tragedie famigliari. Nel giro di pochi mesimuoiono prima la figlia Giovanna, poi il piccolo Ignaziodetto “Baby Boy”. In seguito Donna Franca rimane incin-ta di nuovo ma la piccola Giacobina visse solo per pocheore. Solo le figlie Igea e Costanza, nate molti anni dopo,riuscirono a diventare grandi. Negli anni Venti, la Reginadi Sicilia, fu costretta, per racimolare liquidi, a vendereall’asta tutti i suoi gioielli, persino la famosa collana diperle che possiamo ancora ammirare nei numerosi ritrat-ti di Donna Franca Florio.

Mariella Di Mauro

Donne Siciliane

A IS

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Venerdì 7 Marzo 20144 A ISK

Finalmente l'ANAS risponde...Da circa un anno ha segnalato la pericolosità del tratto efinalmente sembra che, anche se con un minimo inter-vento, qualcosa si stia muovendo (ai fini di ottimizzare lavisualizzazione del tracciato stradale, è stata predispo-sta la collocazione di nuovi dispositivi rifrangenti costitui-ti da delineatori per barriere metalliche di sicurezza).L'eventuale installazione di 'bande luminose', ovvero disegnali complementari (bande di rallentamento ottiche

art. 42 del Codice della Strada)per evidenziare particolaricurve o punti critici, dovràessere opportunamentevagliata dai tecnici, in quanto lapresenza di eccessivi segnaliluminosi lungo la carreggiatapotrebbe solo generare confu-sione.) A questo punto ilMonaco ha chiesto con qualitempistiche saranno effettuatigli interventi indicati."Dopo numerose segnalazionifinalmente l'ANAS risponde con l'indicazione di un inter-vento concreto, dice Paolo Monaco. Sicuramente nonsarà sufficiente ma mi sembra un primo passo verso larealizzazione di quanto sarà necessario a rendere que-sto tratto di strada totalmente sicuro. Ho chiesto di indi-carmi le tempistiche per il posizionamento dei nuovidispositivi rifrangenti e di procedere al più presto allavalutazione tecnica per l'installazione delle bande lumi-nose. Mi auguro che presto i residenti siano più sereni eche gli incidenti mortali ai quali hanno assistito nel corsodegli anni possano essere solo un ricordo"

Dalle ore 12 del 5 marzo è possibile presentare le istan-ze per accedere alle agevolazioni previste dal bando perle Zone Franche Urbane.Le istanze, firmate digitalmente, devono essere presen-tate, complete di eventuali allegati, in via esclusivamen-te telematica tramite la procedura informatica accessibi-le dalla sezione "ZFU Convergenza e Carbonia Iglesias"del sito Internet del Ministero dello sviluppo economico(www.mise.gov.it). L'accesso alla procedura informatica prevede l'identifi-cazione dell'impresa tramite codice fiscale e l'autentica-zione, tramite credenziali informatiche, inviate all'indiriz-zo di posta elettronica certificata (PEC) dell'impresa,come risultante dal Registro delle Imprese. E’, pertanto,indispensabile accertarsi che la PEC non sia scaduta.Attraverso la procedura informatica, l'impresa avràaccesso alla specifica sezione relativa alla Zona FrancaUrbana di interesse, dove saranno riportate le informa-zioni inerenti le risorse finanziarie disponibili, le riservefinanziarie di scopo attivate e le relative risorse dedica-te, nonché l'elenco delle sezioni censuarie che indivi-duano l'area della ZFU. Le istanze possono essere presentate sino alle ore12:00 del 23 maggio 2014; quelle pervenute fuori daitermini, iniziale e finale, così come le istanze redatte oinviate con modalità difformi da quelle indicate nelbando, non saranno prese in considerazione. Le istanze dovranno essere sottoscritte in forma digita-le,pertanto è necessario essere in possesso di firmadigitale. Per chi non lo fosse è essenziale munirsi pertempo della firma al fine di evitare possibili problemi dirilascio da parte del Registro Imprese di Catania.Si ricorda che, non ha nessuna importanza la data dispedizione in quanto verranno ammesse alle agevola-zioni tutte le domanda pervenute regolarmente e fraqueste verranno distribuite le somme stanziate tenutoconto del credito d’imposta richiesto e delle riserve discopo previste dal bando.Vediamo nel dettaglio gi stanziamenti previsti per lezone franche presenti nella Provincia di Catania: Catania 18.478.551,34 euro, con le seguenti riservedi scopo:– Imprese di nuova o recente costituzione 20%– Imprese sociali 10%

Acireale 10.242.483,28 euro con le seguenti riservedi scopo:– Imprese di nuova o recente costituzione 15%– Imprese femminili 15% Aci Catena 8.918.279,15 euro, con le seguenti riser-ve di scopo:– Imprese di nuova o recente costituzione 15%– Imprese operanti nei settori “Istruzione” e “Sanità eassistenza sociale” (sezioni P e Q classificazione Ateco2007) 15% Giarre 6.211.567,45 euro, con le seguenti riserve discopo:– Imprese di nuova o recente costituzione 15%– Imprese femminili 15%

L’agevolazione consiste in un credito d’imposta da utiliz-zare in compensazione ai fini Ires, Irpef e Irap, ai finicontributivi per i contributi sui dipendenti, oltreché ai finiImu, nel caso in cui l’azienda sia proprietaria dell’immo-bile in cui svolge l’attività. Si ricorda che è importanteche l’azienda abbia almeno un’unità locale all’internodella ZFU e, per quanto riguarda l’agevolazione contri-butiva, che almeno il 30% risieda all’interno del SistemaLocale Lavoro interessato.Per assistere coloro che vorranno presentare istanze nelterritorio del Comune di Acireale, è stato istituito, pres-so gli uffici dello sviluppo economico, uno specifico uffi-cio di supporto per tutti coloro che vorranno chiarimentiin merito alla predisposizione della domanda, e, soprat-tutto, per fugare ogni dubbio in merito alle zone che rica-dono all’interno della Zona Franca Urbana. Infine si rammenta che l’agevolazione rientra tra gli aiuti“De Minimis” pertanto, è di fondamentale importanza,fare attenzione alle agevolazioni già ottenute nel triennioprecedente che vanno riportate nella domanda da pre-sentare. L’eventuale errore o omissione potrebbe com-portare anche la revoca delle agevolazioni. Risulta dun-que indispensabile da parte delle imprese farsi assiste-re dai propri commercialisti nella determinazione dell’e-satto ammontare dell’agevolazione da richiedere.

Parte il Bando per le Zone Franche Urbane

dott. Fabrizio Leotta

“Quello che i ragazzi dicono” era il tema del concorso bandito dal Comune in occasione del XXIV

Anniversario della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, concorso che ha registrato la premiazione delleclassi IIID della S.M.S.Galileo Galilei e IIA dell’Istituto Fuccio/La Spina-plesso Fanciulli.Alla manifestazione hanno partecipato i dirigenti delle due scuole partecipanti (prof.sse G.Montella per la GalileoGalilei e M.Castiglione per la Vigo Fuccio La Spina) e l’assessore alla Cultura prof.ssa Nives Leonardi.

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Venerdì 7 Marzo 2014 5A ISK

A proposito della lettera inviataci dal dott. GiuseppeContarino e da noi pubblicata nel numero scorso, nonabbiamo ricevuto risposta e/o riscontro da parte del prof.

Alfonso Sciacca, chiamato in causa, e per il quale teniamo a disposizionelo spazio che potrà aventualemnte richiedere.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Grande partecipazione di studenti siciliani e dell’area acese al concorso “Un poster per la pace” del Lions International

Nella sede dell’Istituto Comprensivo ”Paolo Vasta” di Acireale ha avutoluogo la premiazione degli studenti di 11, 12, 13 anni vincitori dell’edizio-ne 2013-2014 di “Un poster per la pace”, giunto alla 26^ edizione, che ilLions propone in tutto il mondo al fine di sensibilizzare i ragazzi al valoredella convivenza pacifica tra i popoli. Il tema di questa edizione è stato: “Ilnostro mondo, il nostro futuro”. I poster sono stati giudicati in base all’ori-ginalità, al merito artistico e all’attinenza al tema. Vincitore del multidi-stretto Italy è stato l’alunno Christian Varisco della provincia di Rovigo, cheparteciperà alla selezione mondiale ed il vincitore verrà premiato a NewYork durante la Giornata Lions delle Nazioni Unite che si svolgerà in que-sto mese di marzo. In Sicilia hanno partecipato circa seimila alunni di 180scuole. Vincitore distrettuale per la Sicilia è stato Alessio Colombo dellascuola media “Quasimodo” di Ragusa; vincitore della IV Circoscrizione,che raggruppa una parte dei Comuni della Provincia di Catania, è stataChiara Rapisarda del 1° Istituto Comprensivo “Fabrizio De André” di Aci

Sant’Antonio, sponsorizzato dal Lions Club di Acireale. Menzioni di meritosono andate a Maria Rosaria Barbagallo del 2° Istituto Comprensivo “VigoFuccio-La Spina” di Acireale, sponsorizzato anch’esso dal Lions acese, ilquale, peraltro, si è classificato primo, per il secondo anno consecutivo, alivello regionale per il numero di scuole che ha coinvolto nel concorso(undici). Gli alunni partecipanti sono stati 153 (un numero maggiore rispet-to all’anno scorso) appartenenti alle scuole secondarie di primo grado diAcireale, Acicatena, Aci S. Antonio, S. Venerina e Viagrande. Accanto allaselezione distrettuale regionale, il Lions Club Acireale ha stilato una gra-duatoria fra gli undici elaborati selezionati come primi nelle rispettive scuo-le con la collaborazione delle socie Irene Patané, Graziella Scalia eRosaria Scuderi. Sono stati assegnati i seguenti premi, nell’ordine:Francesco Raciti del 2° I.C. “Alcide De Gasperi” di Aci S. Antonio,ChiaraRapisarda del 1° I.C. “Fabrizio De André” di Aci S. Antonio, Maria RosariaBarbagallo del 2° I.C. “Vigo Fuccio-La Spina” di Acireale. Infine sono statipremiati anche altri otto alunni classificatisi primi nelle rispettive scuole:Antonella Pulvirenti (I.C. “F. Guglielmino” di Acicatena; Ada Martinez (Ist.paritario “Spirito Santo” di Acireale; Laura Grasso del 1° I.C. di Acireale;Julia Laguzza del 3° I.C. “G. Rodari” di Acireale; Carla Pellicori del 4° I.C.“G. Galilei” di Acireale; Giorgio Bonaventura del 5° I.C. “P. Vasta” diAcireale; Aurora Calcagno dell’I.C. di S. Venerina, Martina Calabretta dell’I.C. “G. Verga” di Viagrande. Davvero una edizione ben riuscita grazieall’impegno dei docenti e all’organizzazione impeccabile per il Lions Clubdi Acireale del preside Rosario Musmeci. Un momento altamente educa-tivo che ha convogliato l’attenzione di tantissimi ragazzi sul mondo attua-le e su come si può costruire un futuro migliore di concordia e di pace trai popoli.

Giovanni Vecchio

Torneo “Aci e Galatea”Si è svolto il torneo sociale della Galatea Scacchi Rapid Play denominato“Aci e Galatea” disputato in otto turni di gioco con la formula italo-svizzeracon 15 minuti di tempo per giocatore (Semilampo), a cui hanno preso parte12 giocatori. Ha vinto Giovanni Sposito, 2° Paolo Di Mauro, 3° GiuseppeMagazzù. Nella foto Sposito (al centro) viene premiato dal Vice Presidentedella Galatea, Salvatore Mangiagli (a sinistra), a destra il socio LuigiSafiotti.

Proviamo a chiedere a Salvo Raciti di fare una presentazione di se stesso?

Sono nato ad Acireale il 01/04/1957 da una famiglia umile. Mio papà e miamamma a fronte di enormi sacrifici hanno dato a tutti noi figli ( 4 maschi)l’opportunità di poter acquisire un titolo di studio. Ho frequentato il LiceoClassico Gulli e Pennisi e successivamente ho conseguito la laurea inScienze Politiche. Pur studiando ho collaborato nella gestione della piccolaimpresa edile di mio papà e questa esperienza assieme a tante altre hannocontribuito a formarmi con una visione della vita ,da più prospettive. La for-mazione ricevuta nella mia famiglia, mi ha portato a schierarmi sempre dallaparete dei più deboli e a scommettermi in prima persona per cercare dimigliorare il sistema. Scioperi ed assemblee studentesche miranti ad otte-nere il diritto allo studio e la democrazia che i ragazzi di oggi si ritrovanonelle scuole, occupazione del Collegio Pennisi, militanza nel sindacato etante esperienze che mi hanno aiutato sicuramente a crescere e delle cuinon sono assolutamente pentito e per le quali ho pagato spesso un prezzosalato. Infatti buona parte dei mie amici di allora , “strusciandosi” opportu-namente con i politici in auge, hanno in un battibaleno trovato “sistemazio-ne” mentre il sottoscritto, per tanti anni ha dovuto lottare con le unghie e coni denti per ottenere il posto di lavoro che in atto ricopre presso l’Ipab OasiCristo Re di Acireale.Ho da sempre creduto alla Politica con la P maiuscola, intesa come servi-zio a favore dei cittadini e dopo tantissimi anni passati ad assistere alloscempio operato dai mestieranti della politica, a 56 anni ho pensato cheforse sarebbe stato opportuno metterci la faccia in prima persona per cer-care di fare qualcosa per arginare tale degrado. E questo non per un biso-gno di rivalsa personale ma perché avendo un figlio di 20 anni credo chequesta mio impegno coniugato con quello di tanti altri che sono pervenutialle mie medesime convinzioni, possa consentire alle nuove generazionidi poter riavere il diritto di vivere in una società pulita, sana, rispettosa dellapersona, ove la meritocrazia diventi regola di vita, ove le persone possanovivere libere da ricatti e condizionamenti , piuttosto che nell’attuale sistemaove gli interessi e lo strapotere di pochi, uccidono giorno dopo giorno l’am-biente e gli esseri umani che dello stesso sono parte integrale.Ma per quale motivo , fra tante forze politiche presenti in campo, hascelto di entrare a fare parte del M5S?La risposta in parte credo di averla già accennata sopra e sta nel fatto chela mia formazione mi ha da sempre portato a non accettare determinatelogiche che, anche se sotto diverse sfaccettature , di fatto sono riscontrabi-li in tutti i partiti politici. La militanza giovanile, nel vecchio PSI è stata per

me una esperienza traumatizzate . Lotte per la conquista delle poltroneusando metodi più o meno corretti, constatazione che il malaffare si trovatrasversalmente in tutti i partiti a prescindere dalla loro collocazione e daiprincipi ispiratori. Tutto ciò mi ha convito a restarne lontano. Solo da recen-te avendo conosciuto alcuni attivisti del M5S e avendo non riscontrato neglistessi tutte quelle zone d’ombra che caratterizzano i “mestieranti “ della poli-tica, ho deciso che forse era arrivato il momento di scendere in campo ,accompagnandomi a delle persone che la pensavano nella mia stessamaniera , per costruire assieme un percorso mirato al raggiungimento di unobiettivo ben definito: ridare dignità alle persone, eliminando le cause mor-tificanti che la politica di basso rango, ha generato. Quali gli obiettivi che il M5S si prefigge di raggiungere nell’im-mediato?Certo la situazione in cui versa l’Amministrazione e la città tutta è dramma-tica e di questa emergenza ne abbiamo tenuto conto nello stilare il nostroprogramma, frutto di approfondimenti ed analisi. In esso vengono esami-nate delle macro arie e successivamente si propongono le azioni da met-tere in atto . Ben sappiamo quali grandi difficoltà incontrano oggi gli EntiLocali per fare stare in piedi i loro bilanci e a fronte di tutto ciò , da subitoproponiamo interventi mirati , rivolti a garantire la trasparenza nell’azioneamministrativa e un contenimento delle spese, utilizzando ad esempio ladiretta streaming sia in consiglio che nelle commissioni consiliari. In talmaniera si eliminerebbe la costosissima quanto inutile diretta TV con unrisparmio di decine di migliaia di euroAnche alcuni sprechi degli apparati della politica si possono drasticamentearginare con la riduzione del 30% delle indennità di sindaco,giunta e con-siglieri ,regolarizzando altresì la erogazione dei gettoni di presenza e nelcontempo intervenendo sulle partecipate, eliminando i costi degli apparatidi sotto-governo . Proponiamo inoltre un nuovo metodo di raccolta dei rifiu-ti, ben sperimentato in altri comuni virtuosi, al fine di venire fuori da un siste-ma ormai superato, che ci ha condotti drammaticamente in coda nella clas-sifica nazionale a fronte di una spesa di oltre 11 milioni di euro. Il program-ma contiene ulteriori misure da porre in essere nella gestione dei vari servi-zi, atte a contribuire alla riduzione della spesa . Le somme recuperatesaranno destinate ad assicurare ulteriori servizi con conseguenti benefici afavore dei cittadini. Il nostro obiettivo nell’immediato è quello di avvicinare la gente comune, lecategorie, le associazioni, gli imprenditori e tutti coloro che operano sul ter-ritorio e fare si che tutti conoscano quali sono i contenuti del nostro pro-gramma e che si convincano che non tutto è perduto. Vorremmo che tuttii delusi della politica che hanno già da tempo disertato le elezioni, avesse-ro il coraggio di scommettere sul programma per la città che il M5S ha com-pilato e che dessero con il loro voto la possibilità di metterlo in atto. Solo intal maniera potremo insieme lavorare per ridare a questa città e ai suoi figlila dignità che è stata loro rubata.

Salvo Raciti

Santa Venerina: primo incontro sugli 80 anni di autonomia comunale

Nei locali del Centro diurno “Arcobaleno” a Santa Venerina, si è svolto l’in-contro sul tema “Santa Venerina: 80 anni in comune” per il cicloGiovediamoci, ideato dall’associazione culturale Sto. Cu. Svi. T (Storia,Cultura e Sviluppo Territoriale) e presentato dal prof. Giovanni Vecchio.Trattasi del primo momento di informazione a carattere storico e documen-tario sul Comune di Santa Venerina, a cui ne seguiranno altri più specificifino al 2016, quando ricadrà l’anniversario della vera e propria attivazionedel nuovo ente locale. Dopo i saluti del presidente della suddetta associa-zione, dr. Domenico Strano, e di Antonino Russo, presidente del Centro, laserata ha avuto inizio con il video realizzato e montato dal dott. SalvatoreSciacca riportante immagini dei luoghi più significativi dell’intero territoriocomunale com’erano in passato e come sono oggi, molto apprezzato daipresenti specialmente per la rarità di alcune foto o cartoline d’epoca. Il prof.Vecchio ha percorso poi l’itinerario per l’istituzione del nuovo comune diSanta Venerina con i tentativi falliti dal 1838 fino al 1895, con l’ausilio delleletture di pagine e documenti da parte di Teresa Maccarrone e FrancoCannata, per poi passare al XX secolo e alla Delibera del Fascio diCombattimento di Santa Venerina del 10 giugno 1928 indirizzata al Prefettodella provincia di Catania con la quale si ribadiva che si erano ormai deter-minate le condizioni richieste per l’istituzione del nuovo Comune. In effettile condizioni socio-economiche del territorio erano molto migliorate graziesoprattutto alla varie distillerie che avevano acquistato anche fama interna-zionale e al superamento dell’analfabetismo che aveva caratterizzato ilsecolo precedente. Con il Regio Decreto 19 febbraio 1934,n°412 e la con-versione in legge dello stesso il 7 giugno 1934 fu finalmente istituito ilComune di Santa Venerina con una parte proveniente dal Comune diAcireale (S. Venerina, Linera, Cosentini), un’altra da Giarre (Dagala del Re,Monacella, Dalaga Sottana) e un’altra ancora da Zafferana Etnea(Bongiardo). Non poche le ‘grane’ che i primi commissari prefettizi dovet-tero affrontare dopo il Regio Decreto n. 1294 dell’8 giugno 1936 per amal-gamare sul piano politico, economico e spirituale la nuova entità, comehanno spiegato il professore e il dott. Strano, tra queste la delimitazioneinterna o la denominazione dello stesso Comune. Il relatore ha accennatoalle polemiche sorte a seguito della richiesta del 1948 (ovvero dopo 12 annidi vita del Comune) da parte di un comitato di cittadini del quartiere diBongiardo di aggiungere alla denominazione S. Venerina quella, appunto,di Bongiardo, istanza che fu accolta dalla Provincia di Catania, ma che pro-vocò forti reazioni dai rappresentanti delle undici importanti distillerie localinote in tante parti del mondo con il toponimo S. Venerina, agli amministra-tori comunali che deliberarono, invece, a maggioranza, per il manteni-mento della denominazione originaria e fecero appello alla Regione sicilia-na in tal senso. Ci fu anche un serrato confronto di posizioni sui quotidianidell’epoca (specialmente nell’anno 1949). Si aggiunsero i parroci delle par-rocchie locali che indirizzarono delle petizioni per il mantenimento del nomeanche alle autorità di governo nazionale e regionale e ai rappresentantinazionali e locali della politica. Tra le delibere illustrate merita di esseresegnalata quella del 28 aprile 1949 (designazione capoluogo del comune edeterminazione delle frazioni) che poneva fine alla annosa questione diquale doveva esser considerato il territorio del centro del nuovo ente loca-le (comprendente unitariamente S. Venerina, Bongiardo e Dagala Sottana),luoghi nei quali avrebbero potuto essere allocati gli uffici comunali unitari. Ilprof. Vecchio ha, dunque, illustrato con ampia documentazione i fatti e leragioni che hanno portato all’istituzione del nuovo Comune ed ha espressoil proposito di proseguire la ricerca con l’esame dei provvedimenti piùimportanti delle varie amministrazioni che sono succedute dal 1946 ad oggipresentando, intanto, le foto di tutti i sindaci del secondo dopoguerra.Durante la conferenza la Scuola di formazione musicale Etra di Linera,diretta da Cristina Mammino, ha allietato il numeroso pubblico presentemediante le voci di Valentina Abramo, Alfio Calì, Veronica Grasso e ElianaBattiato, che hanno eseguito brani degli anni Trenta e Quaranta in abiti d’e-poca. Un indirizzo di saluto è stato rivolto dal sindaco di S. Venerina arch.Salvatore Greco, mentre in sala era presente anche il dott. AntoninoArcidiacono che in passato per ben tre volte ha ricoperto la carica di sin-daco. La lettura di una poesia “Alla città di Santa Venerina” di GiovanniFormisano jr (poeta e drammaturgo), nipote del grande GiovanniFormisano, autore del testo di “E vui durmiri ancora” e della commedia“Matrimoni e viscuvati”, ha concluso la ricca serata tra gli applausi del pub-blico e gli assaggi di prodotti tipici stagionali del territorio, messi a disposi-zione dai soci dell’associazione organizzatrice.

Nhora Caggegi

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A ISK6 Venerdì 7 Marzo 2014

Esame per l’intolleranza alla caffeinaEsame genetico del metabolismo della caffeina

per ridurre il rischio d’infarto.

La caffeina è un alcaloide naturale apprezzata per lasue proprietà stimolanti. Essa viene ingerita sottoforma di caffè o tè (la cioccolata la contiene solo in trac-ce). Uno degli effetti più conosciuti della caffeina è lasua capacità di agire come eccitante in grado di ritar-dare�la stanchezza fisica, di migliorare i riflessi e lacapacità di concentrazione e di avere una blanda azio-ne analgesica; la sua conformazione chimica ( è una1,3,7 trimetilxantina derivata dalla purina), la rendeinfatti idonea, anche a concentrazioni molto basse, adinteragire con specifici recettori biologici che regolanola funzionalità del sistema cardiovascolare, endocrinoe nervoso; grazie alla sua azione di antagonista com-petitivo nei confronti dei recettori dell’adenosina, la caf-feina favorisce il rilascio di due ormoni chiamati adre-nalina e noradrenalina. Le catecolamine favorisconol'aumento del metabolismo corporeo, della frequenzacardiaca, della pressione arteriosa e del numero di attirespiratori (aumentando così l'ossigenazione del san-gue). Ulteriori funzioni dimostrate sono :aumento della

sintesi acida a livello gastrico, aumento della diuresi,se applicata sulla cute tramite cosmetici specifici(creme, gel e patch), risulta utile nel trattamento delleadiposità localizzate. Come poche altre sostanze inol-tre, ha la capacità di passare rapidamente la barrieraemato-encefalica, nonché di attraversare la placentaed essere presente nel latte materno. Uno studio del2006 pubblicato nel Journal of the American MedicalAssociation , Cornelis et al. ha monitorato circa 4000individui di cui 2000 reduci da infarto del miocardio;considerando altri fattori variabili come il consumo dialimenti, l’attività fisica o lo stato socio economico, laloro ricerca ha evidenziato come le persone a meta-bolizzazione lenta di caffeina secondo il geneCYP1A2-1F, erano associate ad un alto rischio di infar-to, rischio che aumenta, anche in base al numero ditazzine consumate. L’esame si prescrive come poli-morfismo CYP1A2-1F

Dott. Giovanni Tringali

“La voce dell’interprete nelle zone di conflitto”Si è svolta l’Aula Magna “La Bianca” dell’“Archimede”,per iniziativa dell’Associazione Culturale Archimede e

dell’Istituto Siciliano di Bioetica diCatania, la conferenza dal titolo “Lavoce dell’interprete nelle zone di con-flitto” tenuta dalla dott.ssa ValentinaScandura, brillantemente introdottadal dott. Giuseppe Quattrocchi. Lagiovane dott.ssa che vanta già uncorposo curriculum, ha esposto le

problematiche salienti della figura dell’interprete suiteatri di guerra, figura di cui nessuno si occupa. Con lasua esposizione chiara ed ineccepibile ha fatto cono-scere ad una platea molto attenta una situazione che,come tutte le cose che sentiamo lontane da noi, nonavevamo mai considerato e su cui non si era mai riflet-tuto abbastanza: come avviene l’arruolamento di que-

sti interpreti improvvisati, cosa viene promesso a loro equali poi in realtà sono alla fine le cose che ottengono.Ha evidenziato una vera e propria mancanza di tutelaverso queste figure che si potrebbero definire eroiche,e il loro stato psicologico durante l’incarico e alla finedei loro servigi quando si trovano in uno stato di “nonappartenenza”, né ormai all’esercito, ne al loro Paesedal quale vengono tacciati come “traditori”. Comesempre l’Associazione Culturale Archimede e l’IstitutoSiciliano di Bioetica, ci propongono argomenti di gran-de interesse.

Cettina Quattropani

Presentazione di “Bioetica e Cultura” con un incontro sul tema

“La guerra e l’etica che non c’è”

Si è svolto l’incontro sul tema “La guerra e l’etica chenon c’è” nell’aula magna del Liceo Scientifico“Archimede”, organizzato dall’Istituto Siciliano diBioetica per la presentazione dei nn. 45 e 46 della rivi-sta “Bioetica e Cultura”. Aperto da un’editoriale diCettina Ardita dal titolo eloquente: “… Vinci le tueragioni di morte …”, è proseguito con un incisivo inter-vento del direttore scientifico dell’Istituto GiuseppeQuattrocchi, il quale ha dichiarato che la guerra, piagasanguinante della storia umana, non può mai esseregiustificata, esaltata, glorificata, santificata, ma deveessere soprattutto condannata. Quattrocchi ha poidenunciato l’imbarbarimento evidente nei più recenticonflitti e si è soffermato sulle cosiddette “missioni dipace” nonché sulle tecnologie di potenziamento umanoin ambito militare. Giovanni Vecchio, direttoredell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Cultura,nel coordinare gli interventi successivi per la presenta-zione di alcuni saggi contenuti nei due numeri della rivi-sta, ha ricordato il centenario dello scoppio della primaguerra mondiale e la trasformazione dei metodi e deglistrumenti di bellici da allora ad oggi con il coinvolgi-mento sempre maggiore di vittime tra i civili ed ha poiillustrato analiticamente il documento del Comitato

Nazionale per la Bioetica “Diritti umani, etica medica etecnologie di potenziamento in ambito militare”, nelquale, dopo una puntualizzazione del ripudio dellaguerra come sancito dall’art. 11 della Costituzione, siprende in considerazione soprattutto lo sviluppo e l’ap-plicazione pratica di tante tecniche innovative tendentiad incrementare il quoziente di difesa/offesa dell’”armamento” nonché la cura sempre più sofisticatanella preparazione del “fattore umano”, ovvero degliUfficiali e dei soldati per elevare il loro livello di profes-sionalità. Proprio questo processo di sperimentazionein corso pone dei seri problemi di bioetica perché c’èun costo da pagare in quanto “il contesto della guerrafutura metterebbe in discussione essenziale il dirittoalla vita ma anche quello dell’integrità del corpo e dellapsiche, sempre più manipolati per esigenze diversedalla tutela della salute o dalla ricerca del benessere”.Sono seguiti gli interventi di alcuni autori dei saggi con-tenuti nella rivista: l’avv. Valentina Pennisi ha relazio-nato su”Il ripudio della guerra nelle Carte CostituzionaliEuropee”, don Alfio Spampinato su “Sturzo, <profeta>di soluzioni di pace”, il neuropsichiatra infantile RenatoScifo ha messo in rilievo il rapporto tra “guerra e salu-te mentale in età evolutiva”, mentre la teologa LetiziaFranzone ha posto l’accento “sui conflitti che offendo-no la dignità dell’uomo e del creato”; Barbara Messina,

specializzata in Bioetica e Sessuologia, si è soffermatasulla posizione attuale della Chiesa sul tema dellaguerra. Ha chiuso gli interventi degli autori la psicologaMaria Teresa Privitera con alcune puntuali annotazionisulla socializzazione come controllo dell’aggressività eil ruolo dei videogiochi. La seconda parte dell’interes-sante incontro culturale è stata curata dal “GesueleSciacca Group”, il quale ha presentato le più belle liri-che di Giuseppe Ungaretti, scritte nel periodo del primoconflitto mondiale, e musicate dallo stesso Sciacca.All’esecuzione è stata abbinata la proiezione di filmatid’epoca proprio sulla stessa guerra creando un coin-volgimento anche emozionale del numeroso pubblicointervenuto. Maria Grazia Ardita, infine, ha recitatomagistralmente un brano dal romanzo di ClaudioCalandra “Bucce d’arancia sul fronte del Nord Est”, cherievoca un evento verificatosi sul Carso quando dinotte, mentre le armi tacevano, si alzò nel silenzio lavoce di un soldato siciliano che cantava “E vui durmitiancora” e alla fine giunsero gli applausi anche dall’altraparte della barricata dove si trovavano i soldati austria-ci “nemici”. Si è visto un pubblico attento e partecipeper un incontro di alta cultura e ben articolato nei suoimomenti. Il direttore responsabile della rivistaGiuseppe Vecchio ha proposto di effettuare degliincontri anche con gli studenti di mattina per agevolarela loro partecipazione e riflessione su temi di particola-re rilevanza sociale ed etica. G.V.

Si è svolta a Catania la cerimonia di premiazione orga-nizzata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocatidi Catania. In tale occasione sono state consegnate lemedaglie celebrative agli avvocati che esercitano laprofessione da oltre un cinquantennio. Tra questi, gliacesi Avv.ti Nunzio Bonaccorsi, Matteo Calabretta e

Vincenzo Crisà (nell’ordine). Sono state consegnate,inoltre, delle spille celebrative agli avvocati che eserci-

tano la professione da oltre un sessantennio e delletoghe ai giovani che si sono distinti agli esami di avvo-cato. Oltre agli avvocati acesi sopra citati, la medagliad’oro per i cin-quant’anni è stataconferita agli avvo-cati: DomenicoBuscemi, GiovanniCaruso, FeliceCaruso Messineo,Ferdinando Ciancio,Placido Mazzamuto,Francesco Sapia,Vincenzo Trantino.Le spille celebrativesono state conse-gnate agli avvocati:Antonino Caruso,Antonino Lombardo,Barbara Mirenna. G.C.

Torneo di CarnevaleNell’ambito del programma del “Carnevale di Acireale, ilpiù bel Carnevale di Sicilia” si è disputata sabato 1marzo la dodicesima edizione del “Trofeo di Carnevale,Città di Acireale”, quadrangolare scacchistico organiz-zato dalla Società Dilettantistica Galatea Scacchi, pre-sieduta da Rosario Puglisi, in collaborazione con laFondazione Carnevale di Acireale e con l’Assessoratoal Turismo della Città di Acireale. Il torneo si è svoltopresso la sede del 52° Club Frecce Tricolori, gentilmen-te messa a disposizione dal direttivo del club presiedu-to da Antonino Zangrì. Ha vinto il quadrangolare la Galatea Scacchi diAcireale, che ha totalizzato 6 punti; al secondo posto si

è classificato il Circolo Scacchi Giarre con 3 punti disquadra e 11 individuali, terza l’AssociazioneScacchistica Etnea di Catania con 3 punti di squadra e10 individuali; chiude la classifica il Taormina, compostoda promettenti studenti, al quarto posto. La Galatea Scacchi Acireale iscrive così per la sestavolta il proprio nome nell’Albo d’Oro del torneo; con dueaffermazioni vi è poi il Circolo Scacchi Giarre, mentread una sono il Grammichele, l’A.D. Scacchi Valverde,l’Associazione Scacchistica Etnea di Catania e l’A.P.D.Kodokan di Messina. Alla premiazione sono intervenuti l’assessore alTurismo della Città di Acireale, prof.ssa Nives Leonardi,il consigliere comunale dott. Antonio Riolo e la Sig.raRosaria Ferlito del Comune di Acireale.

Rodolfo Puglisi

La prova provata che nella vita

come a Sanremo sono più remunerative

le battute da trivio che le sonate.

Grande successo della retrospettiva

di Michele Pennisi

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Sabato 7 Marzo 2014 7A ISK

AKIS: Anno X, numero 3 del 7 Marzo 2014 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania - Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.AntonioRedazione: via Alliotta, 14 - 95024 Acireale - Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected] - Tipografia-Litografia: “TM” di Mangano Venera - via N. Martoglio, 93 - S. VENERINA (CT) -Tel. 095 953455 - Site: www.akis-aci.com - www.akis-acionline.com - Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 - Distribuzione earretrati: 340 7152814 - Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dei rispettivi autori e non rispecchiano necessariamente la linea editoriale assolutamente indipendente della testata. La Direzione si riserva di pubblicare in tutto o in parte le foto, gli articoli e i servizi pervenuti, secondo le esigenze di spazio. Il materiale anche se non pubblicato non sarà restituito.A IS IL GIORNALE

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All’inizio di questo secolo il legislatore ha introdotto nel nostro ordi-namento positivo il riferimento all’etica, lasciando alle associazionidi categoria e ai privati la relativa regolamentazione. Il D.Lgs.231/2001 costituisce il primo significativo caso. L’esigenza del riferi-mento all’etica è dovuta all’attuale crisi dei valori con le gravi con-seguenze prodotte nei mercati e nella società. E’ sempre più avver-tita, in economia, l’esigenza di rispettare non solo la legalità maanche l’eticità. Su questo tema si è dibattuto un interessante congresso sul quale ildott. Saverio Continella, Direttore Generale del Credito Siciliano, hacommentato “ la normativa che, oltre un decennio addietro, ha intro-dotto nelle aziende la cultura dei controlli interni come strumento diprevenzione dei reati”. Prosegue, poi, “dichiarando che in un conte-sto gravemente deficitario come è quello della lotta alla criminalitàeconomica del nostro paese, il decreto 231 rappresenti un approdoimportante, riconosciuto a livello internazionale, che merita unamaggiore valorizzazione”Hanno partecipato al congresso:il dott. Saverio Continella (Direttore Generale Credito Siciliano), ilRettore dell’Università, prof. Giacomo Pignataro, il Presidentedell’ODEC, dott. Sebastiano Truglio, il Presidente di Confindustria,dott. Domenico Bonaccorsi di Reburdone, il Presidente OdV 2Credito Sicilia, dott. Antonio Pogliese, il prof. Giovanni Grasso, ordi-nario di Diritto Penale , il Presidente del Tribunale del Riesame, dott.Maria Grazia Vagliasindi, il prof. Ruggero Vigo, Ordinario DirittoCommerciale, il dott. Ciro Strazzeri, Presidente Sezione ConsulenzaConfindustria , il dott. Giacomo Casale, dello Studio Pogliese, il dott.Edoardo Della Cagnetta , Presidente Collegio Sindacale CreditoSiciliano, il dott. Maurizio Stella, Consigliere ODEC Catania, il dott.Vincenzo Di Cataldo, Ordinario Diritto Commerciale.

ph Fabio Consoli

“Una iniziativa civica, veramente civica, che nascedal cuore della società civile che non sta a guar-dare dall’esterno quello che succede, chevuole riunire le migliori risorse di Acireale,valorizzandole in un progetto di sviluppo e dicrescente coesione civile nell’interesse col-lettivo”. Questo quanto proposto da“Acireale al Centro” nuovo movimen-to civico che fa capo all’avv.to Mario Di Primae che si è proposto in’assemblea cittadini assie-me a Salvatore Ferlito (Presidente AssociazioneNazionale Costruttori Edili), Ornella Raneri (Presidente Sezione Alberghi eTurismo di Confindustria Sicilia), Francesco Sorbello ( Vice Direttore

Confcommercio Catania), Corrado Vigo ( Presidente Regionale OrdineDottori Agronomi e Forestali di Sicilia). Non ha ancora espresso alcun can-didato sindaco, il movimento, ma ha come obiettivo quello di aggregare tuttiattorno ai valori comuni dell’amore e dell’impegno per il bene della città.

IL TAKEOVER DELL’AZIENDA ITALIASquallido spettacolo il pseudo-incontro tra Renzi e Grillo. Ma non me laprendo con loro. In Parlamento tutti e due non ci sono mai entrati e, con-seguentemente, possono permettersi un linguaggio da talk show alla Gilettio Barbara D’Urso anche quando provano a giocare a fare le consultazioniin vista del nuovo governo. Io me la prendo invece con gli azionisti dell’a-zienda Italia, quelli che da noi votati siedono in Parlamento, che dopo il votodel 2013 non sono riusciti a superare l’oggettiva frammentazione della rap-presentanza politica del Paese trovando dall’interno un accordo serio e sta-bile, un compromesso verso l’alto, che assicurasse un governo credibileall’Italia. E che, per ben due volte, hanno avuto bisogno di Napolitano pertrovare una via d'uscita. Per usare un paragone aziendale, non me ne

voglia nessuno, quello di Renzi assomiglia tanto ad un takeover, all’”acqui-sizione non amichevole” di un’azienda in crisi, decotta, ove il managementesistente si è finora distinto per incapacità e opportunismo. Arriva un'offer-ta esterna, tutti i piccoli azionisti vendono, e si rimpiazzano proprietà emanagement. Succede così nelle aziende quotate, quando i meccanismiesterni di governance surrogano quelli interni. Abbiamo capito che ciò puòaccadere anche in politica, ma non dovrebbe mai succedere in democra-zia. Non ci resta dunque che augurare a Renzi, che in Parlamento non ciha mai messo piede, di operare velocemente quel cambiamento di mana-gement e di rotta che solo con un ribaltone della proprietà dovrebbe esse-re a questo punto possibile. Ho qualche dubbio, ma – a questo punto dellastoria del Paese – provarci non costa nulla. Quanto a noi? Beh…io speria-mo che me la cavo!"

Rosario Faraci

Riflessioni teorico-pratiche dopo 13 anni dallaemanazione del D.Lgs.231/2001 I Modelli diorganizzazione e di gestione idonei a preveni-re reati, le connessioni con i delitti di crimina-lità organizzata e contro l’industria ed il com-mercio. Il sistema sanzionatorio.

A IS

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A ISK8 Venerdì 7 Marzo 2014

347 [email protected]

I GRANDI CONSENSI DEL DOTT. NOÈI grandi risultati si ottengono grazieall’unione tra volontà, talento ecompetenze. È il connubio checaratterizza il Dott. Salvo Noè,noto Psicoterapeuta e MentalCoach di atleti, aziende ed istitu-zioni. Il suo lavoro si esplica in tuttoil territorio nazionale ed ogni tantofa una capatina anche negli States.Lo incontriamo nel suo studio econ la disponibilità che lo contrad-distingue, facciamo una bella dis-sertazione sulla crisi e sulle poten-zialità.

Dott. Noè, vista la sua capacità di fare conferenze con la presenza di

migliaia di persone, qual è la cosa che ha fatto scattare in Lei la voglia

di fare questo lavoro in maniera così particolare?

Ognuno di noi deve trovare la sua strada, il suo talento, la sua ricchezza inte-riore e metterla a disposizione degli altri. Io ho scoperto di avere un dono:quello di comunicare in modo chiaro ed appassionato. Quando ho scopertoquesta mia tendenza, ne ho subito approfittato, ho studiato facendo il miopercorso accademico, ho fatto tanti corsi di specializzazione, master e varieesperienze che mi hanno arricchito tantissimo. Ho conosciuto, girando ilmondo, persone straordinarie che mi hanno dato tanto. Io cerco di trasferireil mio sapere a tutti coloro che lo vogliono, con un linguaggio semplice epieno di pathos, perché io non faccio un lavoro, io sono il lavoro che faccio.Le mie cellule sono intrise della mia materia ed esprimo con spontaneità,tutto quello che ho dentro.Su che cosa si è concentrato primariamente?

Ho pensato di attingere dalle tante risorse che avevo dentro e fuori di me enon dai limiti di un contesto che parla sempre di cosa si dovrebbe fare (vediperiodo elettorale) e agisce poco nel determinare quei pensieri che sono bellia sentirsi, ma che poi non trovano quasi mai realizzazione. È l’azione chedetermina il cambiamento. Io ho fatto di questa frase il mio start-up continuo.Sono le azioni proattive che innescano nel cervello nuove tracce che ci per-mettono di utilizzare al meglio questo organo meraviglioso che insieme alcorpo nella sua totalità, ci permette di vivere e di fare l’esperienze straordi-narie. La mia più grande fortuna è stata capire la grande potenzialità chec’era dentro di me. Tutti possiamo fare grandi cose, dobbiamo solo darevalore ed importanza alla nostra vita. Ognuno viene al mondo per realizzareun progetto, un disegno meraviglioso. Però se frequentiamo limiti, se cilamentiamo, se parliamo sempre di quello che non va, rischiamo di rovinaretutto. Dobbiamo essere capaci di ottimizzare quello che abbiamo e farnequalcosa di più. Tutti noi possiamo fare meglio quello che facciamo, eccoperché ho scritto un libro dal titolo:”Diventa il meglio di te!In cosa consiste il suo lavoro praticamente?

Io lavoro per rendere migliore la vita degli altri attraverso la conoscenza ditutte le quelle strategie comportamentali che consentono risultati sempre piùadeguati agli standard di valore. Con le singole persone come psicoterapeu-ta, lavoro per fronteggiare nel giusto modo tutti quei disturbi d’ansia, depres-sivi, e difficoltà comportamentali in genere che spesso creano seri problemia chi ne soffre. Nelle aziende lavoro per la gestione dello stress, della comu-nicazione, della motivazione e della leadership. Le aziende sono come lefamiglie, hanno punti di forza e punti di debolezza. Il mio lavoro consiste nelpotenziare i punti di forza e migliorare quelli di debolezza. Ormai c’è tutta unaletteratura scientifica che supporta il mio lavoro e che lo rende efficiente edefficace. La stessa cosa faccio con gli atleti, è bello anche il progetto delCalcio Catania che ho sposato con entusiasmo, perché stiamo lavorandocon tutto il settore giovanile per formare campioni sia nel campo che nellavita. E poi, L’università, le Istituzioni militari (Guardia di Finanza, Arma deiCarabinieri), le scuole ed i gruppi di lavoro che mi chiedono sempre più inter-venti nel settore della gestione delle risorse umane. Un lavoro veramenteinteressante il mio.Le sue conferenze sono molto frequentate. Qual è secondo Lei il moti-

vo di tale successo?

La gente ha bisogno di capire come può vivere meglio. Noi non veniamoeducati alla vita, ma a ripetere le lezioni, a sentire bugie, a vedere compor-tamenti discutibili sia in famiglia che nel sociale. Quindi abbiamo magari una

buona intelligenza tecnica che non è supportata da quella che io chiamo l’in-telligenza della vita, che non si apprende nei libri, ma facendo esperienzepragmatiche. A scuola non ci hanno mai fatto una lezione sulla comunica-zione, sulle emozioni, sull’autostima, sulla cooperazione e questo ci ha moltopenalizzati. Cresciamo senza crescere veramente e le nevrosi che si forma-no dentro di noi ( a causa di traumi o di difficoltà di esprimere al meglio sestessi), creano quelle difficoltà che tutti conosciamo. Le mie conferenzeaprono varchi, fanno capire alle persone che si può cambiare in meglio lapropria vita e questo innesca in chi mi ascolta entusiasmo e quella sanariflessione che permette a genitori, figli, amministratori, liberi professionisti…di avere più consapevolezza ed acquisire quello che io chiamo: “PoterePersonale”.

Secondo Lei perché siamo in crisi?

La vera crisi è quella dei valori. I valori supremi hanno perso valore e cisiamo ridotti così. La nostra non è stata una crisi legata alla mancanza dirisorse, ma all’incapacità di saper gestire le risorse che avevamo.Il sistema ci ha impoveriti, perché dietro c’è stata una strategia veramentediabolica, ma conveniente per alcuni. Se un popolo si impoverisce, non hapiù potere di parola e dipende dai potenti. Ecco cosa è successo: ci hannoresi schiavi di un sistema che ha lavorato per schiacciarci. Oggi siamo tuttialla ricerca di qualcosa per vivere quando potevamo fare una vita da ricchi.Ma la vera ricchezza non sta nei soldi che hai in tasca, ma nella tua mente.Se non hai abilità emotive e cognitive adeguate, il denaro può diventare latua peggiore disgrazia. Bisogna portare le persone ad un più alto livello diconsapevolezza. Ci vorrebbe una “Rivoluzione mentale”. La gente si lamen-ta, ma non fa nulla per cambiare in meglio la vita. Tranne rari casi. Ecco per-ché ho scritto l’altro libro: “Smettila di lamentarti” e ho fatto anche un cartel-lo “Vietato Lamentarsi”.Infine, da dove bisogna partire per migliorare la nostra società?

Dal pensiero collettivo! Dobbiamo renderci conto che l’azione dei singolidetermina il risultato sociale. Quindi ognuno di noi è responsabile del propriocomportamento che a sua volta influenza il comportamento degli altri. La feli-cità arriva quando io faccio qualcosa che fa bene a me e al mondo. Bastacon l’individualismo. Bisogna perpetrare il paradigma “Vincere/Vincere” chesignifica fare delle cose vincenti per me e vincenti per gli altri. Non possiamoparlare di un mondo migliore se costruiamo bombe... Vorrei chiudere con quella bella frase di Ghandi che diceva: “Un pianetamigliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide dimigliorare se stesso.”

QUALCOSA BOLLE...

IN PENTOLA?

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Venerdì 7 Marzo 2014A ISK 9

Ad Acireale si parla nuovamente dello scrittore trapane-se Tito Marrone e del suo importante ruolo nell'ambito delmovimento crepuscolare e questa volta dinanzi ad unpubblico di giovani attenti e desiderosi di apprendere.L'avvenimento culturale a cui hanno preso parte tutti glialunni delle quinte classi dell'Istituto SuperioreBrunelleschi è stato preparato con grande cura e siner-gia dalla nuova D. S. dell'Istituto, la prof.ssa Maria ElenaGrassi , coadiuvata dai docenti di Lettere delle variesezioni e dalla collaborazione della prof. Maria RitaPennisi, esperta animatrice di incontri letterari e cultura-li. Nell'Aula Magna multimediale del Brunelleschi laDirigente ha porto i saluti ed il benvenuto ai convenuti,presentando brevemente il significato dell'incontro ed haquindi dato la parola alla moderatrice, prof.ssa Pennisiche ha coordinato le varie parti del convegno. Hannopartecipato alla conversazione tre relatori, i prof.riRosario Musmeci, Carmelo Di Blasi e Pinella Musmeci,animati dal desiderio di poter colmare un "buco nero"nella storia della Letteratura italiana, individuato già datempo da Francesco Flora e segnalato da parecchi criti-ci, ma mai finora messo a fuoco in modo deciso e chia-ro. I relatori sono partiti dalla pubblicazione recente (nelMaggio 2013) del saggio critico di Pinella Musmeci editodalla Collana Atheneum, MEF, Firenze e presentato adOttobre 2013 alla Fiera Internazionale del Libro diFrancoforte e di cui è stata già esaurita la prima edizionein tiratura bassa di mille copie. Per primo il prof. Di Blasi,docente emerito dell'Istituto, ha presentato il saggio, arti-colato in quattro capitoli, corredato da antologia poeticae da due allegati esplicativi di tutte le opere crepuscolarIsia del Marrone che di altri poeti. Egli ha accennato allasingolare origine dell'opera, nata dall'occasione scolasti-ca di una visita di istruzione effettuata a Trapani dallaprof.ssa Pinella Musmeci in compagnia di una terzaLiceo Scientifico un po' di anni fa. La relazione del prof.Di Blasi è stata accattivante, puntuale ed attentamenteseguita. Successivamente ha parlato il prof. RosarioMusmeci, docente, preside ed Ispettore emerito delMinistero della P.I., residente a Roma, ma spesso in visi-ta ad Acireale sua città natale. Egli, con padronanza del-l'argomento e con efficace comunicativa, ha chiarito gliaspetti peculiari della poetica marroniana, gli aggancicon la tradizione classica e con quella moderna sia stra-niera che italiana, con particolare riferimento a situazioni,lessemi e pensieri che sono comuni all'ermetismo, allapoetica pascoliana e carducciana ed al teatro pirandel-liano. Un momento di silenzio e di piacevole sorpresa èstato offerto dalla drammatizzazione della lirica“Serenata nuziale”, interpretata dagli alunni della classeV A , Giusi Leone e Mauro Pulvirenti. Ha concluso la tor-nata culturale l'autrice del saggio trattato, PinellaMusmeci con la lettura ed il relativo commento di cinqueliriche esemplari per comprendere a fondo la poeticamarroniana e per dare la misura della valenza del poetatrapanese sia nell'ambito del Crepuscolarismo sia comeanello imprescindibile di continuità far la letteraturadell'Ottocento e quella del Novecento.Un incontro svolto in due ore, all'insegna della cultura,della didattica applicata, della semplicità e del volontaria-to che ha gratificato per l'alto livello di resa, gli alunni, idocenti e la dirigenza scolastica: un inizio di ottimo auspi-cio per la nuova gestione dirigenziale dell'IstitutoSuperiore Brunelleschi di Acireale.

Giusi Benintende

Considerazioni su Tito Marrone Tito Marrone, nobile cantore. Siciliano. Ignoto ai più.Perché, mi chiedo, “Tito” mettendo da parte l’anagrafe di“Sebastiano Amedeo”? Forse un vezzeggiativo, di casa odegli amici; oppure, com’era stato per Foscolo, un nome“di più gradito suono”? Sfoglio il volumetto che la nostraPinella Musmeci gli ha dedicato (TITO MARRONE, CHIERA COSTUI?) e mi avviene di pensare ai versi di unapoesia latina del secondo secolo d.C., il “PervigiliumVeneris”. Il poeta aveva descritto momenti della primave-ra, si era fermato sul garrire incessante delle rondini edera tornato a sé e alla propria condizione: “lei non cessail suo canto, mentre io seguito a tacere: quando verrà lamia primavera? Quando farò come la rondine e cesseròdi tacere? Ho perduto la mia Musa, tacendo, e il dio dellapoesia non mi mostra il suo volto..”. Al suo lungo silenzioe alle occasioni perdute dové a lungo pensare TitoMarrone, nel suo esilio romano. Ma se il poeta latinosilenzioso è per noi solo una meteora, Marrone, schivo diogni moda e di ogni esibizionismo, continuò la sua “fati-ca di vivere”: gli altri, tranne qualche amico, non sapeva-no; ma il poeta non lasciava scivolare via senza frutto ilsuo macerarsi nell’intimo. Quel che il cuore gli “dittavadentro andava significando” (tanto per adattare il versofamoso del Purgatorio dantesco). Scriveva. Quarant’annidi pagine nascoste nel cassetto. Attendeva: il ritornodella primavera?

“Ozio”, del 1947, in “Esilio della mia vita” (“io sono dentroil vuoto del mio giorno..”) è paradigmatico del tormento edell’orgoglio. Tentare l’abisso del silenzio, il conteso infi-nito: mettere alla prova, varcati i confini dell’esistere, l’im-mortalità. Conteso, l’infinito, perché si rivela al termine diun tormento senza pari. Non vince l’angoscia del dubbio,però, ma la certezza. Nella “prigione del silenzio”, in cuivolontariamente si è recluso il poeta, le porte si apronoall’infinito del “tempo senza tempo”. La profonda forma-zione classica del Nostro gli consente di richiamarsi, dauna parte, ai foscoliani Sepolcri (il tempo, che ogni cosacancella, viene vinto dalla poesia, sì che “onore di pianti,Ettore, avrai, / ove fia santo e lagrimato il sangue / per lapatria versato, e finché il sole / risplenderà su le sciagu-re umane”), dall’altra all’oraziano “ho eretto un monu-mento che durerà più a lungo di una statua di bronzo..che non potrà ridurre in rovina la pioggia che tutto con-suma né il vento impetuoso, né il volgersi innumere deglianni e la fuga del tempo.. Non morirò del tutto, anzi granparte di me sfuggirà alla dea della Morte..”; sono i versiche concludono i primi tre libri delle Odi e certamente liha presenti Marrone. Ma il suo infinito ha anche unadimensione spirituale. Ce lo rivela la lirica “liberazione”nella quale ritornano accenni mutuati, in qualche modo,dal Vangelo: “Sono nei poveri /che incontrai sul camminodegli anni: nello storpio, /nel cieco, nel demente. Mi acca-scio fra lo strame dei trivi, sotto l’arco /dei ponti, agliangoli / delle vie disperate;/la mano ho teso a tutte / levanità. / E posso risalire a te, mio Dio: /cantare la più libe-ra / gioia. Stelle in attesa / d’ogni mia notte, io sonovostro. Parlo / con l’infinito.”“Ozio” riconferma, nel suo schema, il dramma del poetache deve esprimere sentimenti difficili, per pudore, damanifestare: leggiamo e non tutto è limpido al lettore.Ecco, c’è una differenza profonda fra Marrone e gli altridel cenacolo; tutti hanno qualcosa da dire, e l’esprimonoin forma piana, semplice, colloquiale: così Corradini, cosìil Moretti del notissimo: “Piove. Mercoledì. Sono aCesena..”. Marrone è limpido e semplice da comprende-re nel suo dire, come loro, ma non sempre: a volte il pen-siero risente del tormento dell’anima e le parole sgorga-no in qualche modo oscure ad immagine del dubbio inte-riore. Così è in “Ozio”. Ma questa lirica riprende fremitioscuri che si ritrovano nei versi delle prime poesie; pen-siamo, che so, a “Mascherine di Mirella”, canto di disillu-sioni e di morte (“chiudi le tue palpebre / per incontrare ilre /che sorride e non parla”). Marrone si pone, da unaparte, all’inizio della poesia che si definisce crepuscola-re: dall’altra getta i semi che germoglieranno nell’ermeti-smo.

Spesso, nello scritto della Musmeci, troviamosottolineato il senso della nullità, del vuoto, della morte.C’è, veramente, in buona parte dell’opera marroniana.Anteriore, perfino, ai drammi che lo colpirono (come lamorte della futura sposa adorata). Lo troviamo anche nelteatro, e non solo nelle parole destinate agli attori: bastafermarsi, a caso, alla descrizione della scena in cui sisvolge la vicenda de “Il francobollo”: “La sera fredda dinovembre scende nella piazzetta d’un paesino oppressada nere case imbronciate. Nessuna bottega. Un sololampione sporge duramente da un rozzo muro, sbatten-

do in terra la sua luce giallastra. Il vento sbuca da unaviuzza, fa mulinello e fugge. Due vecchi cenciosi stannoaccovacciati in un angolo, sopra un gradino.” In parallelocon “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello?Pessimismo, fatalismo, nichilismo..: la Musmeci vi si sof-ferma anche commentando il “Dialogo del giovedì gras-so”; e si sofferma sul sapore di morte di altre situazionidescritte. Ora io non so quanto si debba ad ascendenzeletterarie, anche recenti (Foscolo? Stecchetti? i lamentidi Corazzini?), quanto invece ad un fondo oscuro dell’a-nima siciliana; viene alla mente la figura del principeFabrizio, de “Il Gattopardo”: il suo dialogo con Chevalley,sul sonno che sembra essere l’aspirazione più profondadei Siciliani, e l’altra affermazione del nipote Tancredi,“tu, zione, corteggi la morte”.O forse bisognerebbe andare ancora più indietro neltempo. Vorrei poter sapere quali siano stati gli scrittorigreci suoi preferiti: egli stesso ha sottolineato con orgo-glio la sua formazione classica (in una lettera romana del25 settembre 1950: “La mia educazione letteraria si è for-mata sui Latini e, più, sui Greci..”). Il liceale che scrive isuoi primi versi conosce, sono nel programma dei suoistudi, Sofocle e Menandro (attraverso Terenzio). Il sapo-re amaro della morte è ben presente in Sofocle, chenell’Edipo Re afferma “non esser mai nati è la cosamigliore, e la seconda, una volta venuti al mondo, torna-re là donde si è giunti”, e in Menandro, “muor giovanecolui che al cielo è caro”.. E chi gli fu caro fra i poeti del-l’età ellenistica, gli alessandrini cui si riferisce nella lette-ra a De Maria? Perché tra i cantori più delicati troviamoun Asclepiade di Samo: “Ahimè, ventidue anni ancoranon ho / e già sono stanco di vivere! O Amori / che cos’èquesto tormento? Perché / mi bruciate? E se la morte micolpisce, / Amori che farete? Ah! Come prima / continue-rete a giocare con i dadi.”Corriamo il rischio di perderci, nell’approfondire le fontimolteplici del “sapere” marroniano: a molte ha attinto, daognuna ha raccolto sentimenti e significati dell’essere.Per questo non possiamo considerarlo semplice disce-polo o seguace di una corrente. Gli altri poeti del cena-colo crepuscolare o coloro che li hanno preceduti(Gozzano) sembrano monocordi o ripiegati su se stessio non perdono di vista l’oggetto della loro reazione o affe-zione - contro tutti questi imitatori Marrone si rivolge lasua critica nella lettera a De Maria del 3 ottobre 1949; loscrittore ritorna ad uno dei suoi argomenti critici predilet-ti: il rapporto fra antichi e moderni: “Non dico cosenuove, ma pare che, benché ovvie, gli artisti contempo-

ranei non le tengano presenti: niente scuole, di nessungenere: il Petrarca, e non i petrarchisti; il Manzoni e noni manzoniani; il Carducci, il D’Annunzio, il Pascoli, manon i loro pallidissimi copiorecchiatori. [...] Credono,codesti signori, di essere nuovi e sono invece terribil-mente vecchi: della vecchiaia delle mondane disfatte checelano le rughe antiche sotto i recenti belletti.. “. Chebello, quel “copiorecchiatori”, orecchianti, che copianouno stile imitando solo per aver sentito dire!Richiama Carducci e qui qualcosa lo avvicina a lui: sem-bra di ascoltarne la voce (“Davanti a San Guido”) che irri-de al “manzonismo degli Stenterelli”, agli imitatori diManzoni e al loro tentativo di “sciacquare i panni in Arno”(tanto per citare la lettera di don Lisander alla madre).Certamente all’interno del gruppo dei “crepuscolari” l’in-tento di Marrone si impose: “niente scuole”, niente mani-festi alla Berchet, o, come sarebbe stato poi, perMarinetti e il futurismo. Giustamente, orgogliosamente,nella lettera del 17 ottobre 1949 Marrone può affermareche “tutta, dico tutta, la poesia crepuscolare nasce dame”. Qualcosa vorrei riprendere del “dire poetico”. Vede,Marrone, che la formula del verso scandito da strettilegami di formula sillabica e nei giochi delle rime non èadeguata per esprimere i sentimenti; non si tratta solodel compromesso necessario per mediare tra pensiero eformula, si tratta anche del dominio sulla parola che siadegua al sentimento. Sente forse stridere il rapporto fracontenuto e formula, ad esempio, nello schema dell’ana-creontica che Carducci dedica al figlio Dante (“l’alberocui tendevi..”); o, ancor più, del contrasto fra il “Miocuore, fanciullo giocondo..” che Gozzano compone sullasua abituale musica del doppio novenario e il drammati-co contenuto del racconto (la scoperta della malattia chelo porterà alla morte). E’ verso che suona e non crea; nonsi può tradire il sentimento. Conosce, Marrone, la natu-rale musicalità delle parole; a pensarci bene, qualcosache avevano scoperto i Greci (“parliamo in trimetri giam-bici”) avviene anche per la nostra lingua (spesso natural-mente ci esprimiamo nell’endecasillabo, basta leggere ititoli dei giornali – anche in questa frase, “spesso natu-ralmente ci esprimiamo” è un perfetto endecasillabo).Vorrei pensare che l’attenta lettura del mondo classicoha dato a Pascoli fonte d’ispirazione per le figure e le sto-rie, a Carducci per la ricchezza dei ritmi greci e latini; alNostro, da una parte il desiderio di far parte al Popolodella ricchezza della tradizione tragica, dall’altra, nellalettura dei tragici, la scoperta di una risorsa nella formu-la del coro, libera, all’occhio del lettore comune, dellaschiavitù del verso codificato. Sia ben chiaro, per il poeta

greco c’è la legge dellamelica corale, della musicache accompagna i versi;ma nella lingua nostra rima-ne l’armonia della parola eil sentimento. E’ vero, con-temporaneamente si snodail verso libero diD’Annunzio: ma è fastoso,in qualche modo wagneria-no. Marrone lega il verso a una semplicità di dire e fluireche appare spontanea, non meditata; vorrei pensare allanudità dei versi di Ungaretti, quelli della guerra sul Carso.Dopo Marrone la formula poetica non sarà più la stessa.Ciò non significa abbandono dei metri classici e soprat-tutto dell’endecasillabo o di strutture quale il sonetto;anche la rima è accettata, la ritroviamo ad arricchire lamusicalità di versi che sembrano solo “sciolti”. Ma nonsiamo più alla presenza di una legge assoluta. Come sela ricerca della sottigliezza, il numero delle sillabe, larima, in qualche modo possano rompere l’enunciazionedel sentimento: volere “il mio canto libero” (come dice ilrichiamo fortunato di un moderno cantore, Lucio Battisti).Carducci aveva fatto rinascere gli schemi poetici diRoma, aveva meditato sulla sua grandezza e sulle suerovine; Pascoli ne aveva ricreato le atmosfere nei suoipoemi latini. Marrone pensa che non sia sufficiente ilrichiamo al mondo classico, il semplice mediare, cioè, fral’antico e il nuovo. E’ necessario invece che le genera-zioni nuove tocchino con mano le realtà e i sentimentidell’Antico, senz’altra mediazione che l’adeguarsi dellalingua. Chissà se il Nostro aveva conosciuto il motto cheio ho ritrovato in una grammatica greca del Settecento,avanzo dei libri di uno zu’ parrinu della mia famiglia (aimiei tempi, ogni famiglia ne aveva almeno uno), “phosapan ex Ellados”, “tutta la luce viene dall’Ellade”. Rimanel’orgoglio di colui che per primo ha aperto una finestra suorizzonti sconfinati e meravigliosi: “diedi con la traduzio-ne dell’Orestiade il segnale della ripresa del teatro grecotra noi” (la lettera del settembre1950).Perché poi scegliere la trilogia di Eschilo per far rinasce-re il teatro antico? Io integrerei quanto scrive la Musmecicon la considerazione che il poeta affronta il problemadella colpa, in chiave della giustificazione e della libera-zione dell’uomo, solo che il suo agire sia in consonanzacon il volere della divinità (nel dramma finale Oreste èassolto, nella parità dei voti dell’Areopago, per il votodella dea Atena); non parimenti avviene nelle tragedie diSofocle (l’eroe è al di sopra di tutti e basta a se stesso) edi Euripide (l’eroe è solo un pover’uomo); allo stessomodo, del “dramma con una tesi nascosta”, è concepitala vicenda di Alda e Bramimonda, sofferente rielabora-zione del mito di Roncisvalle: ma qui si scoprono supe-ramento del dramma e sublimazione nel divino e nell’a-more, e l’idea che l’amore è più forte della morte (mipiace ricordare i versi di Properzio per Cinzia, che si ritro-veranno dopo la morte, “stringerò le tue ossa alle miefino a consumarle..” in un definitivo sublime abbraccio).Poesia drammatica, specchio di un’anima tormentata,talvolta oscura. Quasi solo nel ricordo della terra amatala poesia di Marrone si fa aperta, solare; come in “Erice”:“Sereno è l’uomo che ti guarda, o monte;/ e l’anima sualibera viaggia / altrove, lunge dalla nostra lite; / poi chedall’alto a lui, bianca la fronte, / per l’infinito riso dellapiaggia, / scende l’eterna giovine Afrodite.

Rosario Musmeci

"Tito Marrone... poeta crepuscolare e non solo..."

La notte

Arrivata lo sera il mondo sta in silenzio;

ci vuole ascoltare e sta attenta.

Ascolta i nostri amori, i nostri silenzi,

i nostri sguardi.

Tra le lacrime di un bambino,

c'è un abbraccio che lo fa addormentare.

I nostri respiri si fanno forti,

come gli strattoni di una bambina

alla gonna della propria mamma.

I ricordi della notte,

sono i riflessi dei desideri del giorno,

mascheriamo gli uni con gli altri,

per paura che il mondo se ne accorga.

Un uomo con la barba

Portami in quei luoghi in cui lei sorrise,

Dove le foglie sono leggere,

portate via dai sospiri dei vecchi barbuti.

Portami dove non avrai paura dei visi tristi,

che con i loro silenzi appesantiscono i sorrisi.

Portami dove la folla è un miscuglio di colori,

e un bicchiere di vino

ti faccia sorridere con chi, ormai,

non trova più niente da dire.

Salvatore MusmeciIV A Liceo Artistico“F.Brunellesci”

“Il ruolo e la funzione dei magistrati nella lotta alla

mafia” è stato il tema che ha trattato l’incontro orga-

nizzato dalla prof.ssa Grassi Maria Elena, attivissimo

Dirigente Scolastico del “Liceo Artistico

“F.Brunelleschi” di Acireale (le sue citazioni, segnate

su questo articolo, hanno lasciato il segno!) e che ha

registrato qualificatissimi interventi prodotti dal

sostituto procuratore generale alla Corte d’Appello di

Catania, giudice Vittorio Fontana,da Carmelo

Cavallaro, già dirigente polizia, Attilio Cavallaro, pre-

sidente “Associazione Livatino”, dott. Carmelo

Strano, Presidente Associazione “Brunelleschi” e

della stessa prof. Grassi Maria Elena. Una grande

attenzione da parte dagli alunni che in massa hanno

affollato la capiente aula magna e che hanno senti-

tamente applaudito gli interventi.

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Venerdì 7 Marzo 2014 A ISK10Durante i lavori di restauro della statua della statua diSan Filippo d’Agira (sotto il rivestimento argenteodella stessa) è venuta alla luce una preziosa scultura inlegno che il prof. Gaetano Correnti di Misilmeri ha illu-strato ad un folto pubblico riunito nella chiesa di AciS.Filippo (moderato da Antonio Carreca ) assieme alprof. Paolo Giansiracusa. L’intervento era stato pro-mosso dal dott. Vincenzo D’Agata, consigliere provin-ciale che ne aveva promosso il finanziamento.

Due colorate mongolfiere in cartapesta, per volare conla fantasia attraverso il sogno del Carnevale. I ragazzidell’Istituto Penale Minorile di Acireale, a chiusura delprogetto ideato dal locale Rotary Club, hanno conse-gnato a Palazzo di Città i manufatti carnascialeschi rea-lizzati sotto l’egida dei maestri del Carnevale di Acireale,Luciano Parlato e Sebi Torrisi. Due mongolfiere che sisono staglate tra i monumentali balconi barocchi delMunicipio. “Un segno di partecipazione al Carnevale, unmotivo di impegno per i nostri ragazzi, un progetto che èstato accolto con interesse da chi in questo modo desi-dera partecipare alla gioiosa festa” ha commentato ladottoressa Carmela Leo, direttore dell’Istituto. Un impe-gno che in realtà si rinnova: dopo la “Chiave delCarnevale” ideata e “forgiata” nel 2012 con cui il sinda-co ha aperto la sarabanda dedicata a Re Burlone - con-segnando la stessa chiave alla Reginetta-., e dopo lemaschere della tradizione carnascialesca italiana(Pantalone, Pulcinella, Gianduia, Colombina e la“Gattina violinista” di Acireale) del 2013, i ragazzi sonoandati oltre: le mongolfiere per volare con la fantasia

verso un futuro che tutti si augurano più roseo. “Per noiè motivo di soddisfazione proseguire questo connubioche nasce per integrare e che tutta Acireale ha già benintegrato. Adesso non ci resta che ammirarle, colorite efrizzanti sulla bianca pietra del Palazzo di Città” spiegail presidente del Rotary Club di Acireale. dott. GiuseppeLicciardello. In tal senso fa da eco l’assessore alTurismo Nives Leonardi: “Ci siamo abituati ormai a que-ste forse piccole, ma significative innovazioni, certa-mente visibili e apprezzate dal grande pubblico delCarnevale di Acireale”. Mongolfiere, belle a vedersi,che“sono frutto di numerose ore di lavoro trascorseprima sulla lavorazione dello stampo, poi sulla stesuradella carta, quindi sulla colorazione degli elementi in car-tapesta: davvero un bel lavoro che i ragazzi hanno por-tato a compimento con l’allegria, sentimento che è tipicodel nostro Carnevale”. Le mongolfiere sono state conse-gnate al sindaco di Acireale Nino Garozzo.Presente allaconsegna anche l'ex presidente del Rotary, LucianoPrivitera, che anni fa ideò il progetto.

Foto Fabio Consoli

Il sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano, è vicino aifamiliari ed in particolar modo alla mamma e FilippoLa Spina, autorevole componente nazionale dell'anti-doping, per la prematura scomparsa dell'adorato AlfioLa Spina. Apprezzatissimo giornalista ed insegnante,Alfio La Spina, nel corso della sua vita si è distinto nelsociale e nello sport.Tifosissimo dell'AciCatena calcio, ha con-dotto talvolta battagliesportive anche in soli-tario, pur di fare risal-tare i colori biancoros-si che amava.L 'ammin is t raz ioneMaesano è vicina aldolore dei familiari.Turi Consoli che lo haavuto come amico,collega a scuola e col-laboratore nel giornaleAKIS lo ricorda conparticolare affetto mentre formula alla famiglia le piùsincere condoglianze.

ISTITUTO TECNICO ECONOMICO “AMMINISTRAZIONE FINANZA E MARKETING” – “SISTEMI INFORMATIVI AZIENDALI”

Via Luigi Galvani n° 5 - 95024 – Acireale (CT) - Tel/Fax 095 7633724 - ISTITUTO PROFESSIONALE INDUSTRIA, ARTIGIANATO E SETTORE SERVIZIVia delle Terme 78, 95024 Acireale (CT) – Tel/fax 095 605275 - 095 7631761

e-mail : [email protected] web: www.majorana-meucci.it

“Con l’Europa investiamo nel vostro futuro”

“Programma Operativo Nazionale: “Competenze per lo sviluppo”

2007IT051PO007 FSE. Autorizz AOODGAI – 11920 del 19.11.13

Codici progetti B7-FSE-2013-457, C1-FSE-2013-2600

Il Dirigente scolastico dell’Istituto Superiore MAJORANAMEUCCI, prof. Ing. Gaetano La Rosa, comunica chesono in fase di avvio i seguenti interventi formativi finan-ziati con il Fondo Sociale Europeo, fondo a sostegnodell’innovazione e della qualità del sistema scolastico:

Progetti destinati agli studenticod. C1-FSE-2013-2600

Competenze nelle lingue straniere “Oscar Wilde”: per l’approfondimento della lingua ingle-se e il conseguimento della certificazione Trinity; “Machado”: per l’approfondimento della lingua spagnolae il conseguimento della certificazione Dele; “Moliere”: per l’approfondimento della lingua francese eil conseguimento della certificazione Delf;Competenze digitali“Jobs”: per il conseguimento della patente europea delComputer ECDL; Spirito di iniziativa e imprenditorialità“Keynes”: per la simulazione di iniziative imprenditorialinel settore turistico-ricettivo Competenze scientifiche e tecnologiche “Green”: per l’acquisizione di conoscenze specifiche nelsettore delle energie alternative; “Lupin”: per l’acquisizione di competenze specifiche perla realizzazione di impianti di sicurezza;“Montalcini”: per l’acquisizione di competenze nel setto-

re della chimica Consapevolezza ed espressione culturale “Aciantica”: per la conoscenza del territorio – area arti-stico-culturale ”Eracle”: per la conoscenza del territorio – area natura-listico-ambientale

Progetto destinato al personale della scuola codice B7-FSE-2013-457

“Learning”- per l’approfondimento della lingua inglese

Un regolamento che arricchisce il senso civico di una comunità

E’ stato, infatti, approvato Giovedì 13 febbraio dalConsiglio Comunale di Acireale il regolamento per latutela degli animali costituito nel suo insieme da ben 51articoli che oltre a specificarne i principi e le finalità sioccupa della detenzione degli animali, del divieto dimaltrattamento di questi, degli animali randagi e diquelli di compagnia, di animali pericolosi, dell’abbando-no degli animali, del trasporto di cani o di altri animali diaffezione, degli spettacoli ed intrattenimenti con l’utiliz-zo di animali, delle colonie feline, di tutti gli animali sel-vatici che vivono nel nostro territorio ed infine delle san-zioni e della vigilanza. Il regolamento fortemente volutodalla settima commissione consiliare è stato redatto ecompletato dal comandante della polizia MunicipaleDott. Alfio Licciardello, cui vanno i miei ringraziamentiper l’ottimo lavoro svolto. Il regolamento riconosce allespecie animali non umane il diritto a un’esistenza com-patibile con le proprie caratteristiche biologiche, fisiolo-giche ed etologiche e adotta provvedimenti per la lorotutela; inoltre, istituisce la consulta comunale per i pro-blemi e la convivenza con gli animali che dovrà inseguito essere costituita deliberando un apposito rego-lamento. Appunto prendendo spunto dai primi articolidel regolamento, che riconoscono agli animali il diritto aun’esistenza compatibile con le proprie caratteristichebiologiche – fisiologiche – etologiche, ho presentatodegli emendamenti che tendevano a mettere fine, final-mente, all’utilizzo e alla detenzione di animali durantegli spettacoli circensi. Ritengo sia impensabile al giornod’oggi, accettare che animali come felini, elefanti, scim-mie, rinoceronti, orsi, foche, ecc. possano essere utiliz-zati al fine di far divertire noi essere umani, costringen-do questi a movimenti ed atteggiamenti non conformialla loro natura. Ritengo impensabile che si possaaccettare che animali in via di estinzione possano vive-re in pochi metri quadrati, in gabbie, in cui rimarrannorelegati per tutta la loro esistenza. Non accetto assolu-tamente tutto questo, ritengo che una società civile esensibile debba ribellarsi a ciò dichiarando apertamen-te che i circhi che detengono e utilizzino animali nonsiano i benvenuti nel nostro territorio comunale. Nonritengo, inoltre, che gli animali nati in cattività siano ido-nei all’attività circense e alla vita dentro una gabbia, chiaccetta questo lo fa solamente per dare una giustifica-zione a quello che ritengo sia una tortura psico- fisica aquesti esseri viventi nati e manipolati dall’essereumano per creare spettacoli che hanno come fine l’in-troito economico. Abbiamo potuto assistere, qualcheanno fa, presso il Palazzetto di contrada Tupparello aduno spettacolo meraviglioso messo in scena dal Cirquedu Soleil esempio chiaro di come si possa fare spetta-colo circense senza l’utilizzo degli animali. Da sottoli-neare, inoltre, che anche nei tradizionali circhi, l’utilizzodegli spettacoli con animali, rappresenta solamente il10% di tutta la manifestazione. Ecco perché ho pre-sentato degli emendamenti che vietano l’utilizzo e ladetenzione di animali in via di estinzione nelle strutturecircensi. Emendamenti votati positivamente dal civicoconsesso che hanno completato un regolamento cheelenca una serie di comportamenti dell’essere umanonei confronti degli animali, definendone chiaramente gliaspetti di detenzione, di cura ed igiene, di alimentazio-ne e di sgambamento. Tra gli articoli da evidenziare ilriconoscimento e la tutela da parte dell’ente comunedelle colonie feline che saranno censite in collaborazio-ne con l’Azienda Sanitaria e le associazioni del settore.Il Comune di Acireale si impegna con questo regola-mento ad assicurare nei nuovi parchi urbani almenoun’area destinata ai cani, posta all’interno di spazi verdipubblici; inoltre incoraggia, collaborando con le asso-ciazioni preposte, attività di cura, riabilitazione ed assi-stenza a persone, che prevedono l’impiego di animali(Pet Terapy) per una moderna collaborazione con inostri amici animali già sperimentata nel mondo dellascuola attraverso dei progetti di ippoterapia. Nonnascondo che il mio intendo era quello di evitare deltutto l’utilizzo degli animali all’interno degli spettacolicircensi ma da un’accurata ricerca ho potuto riscontra-re che tutti i regolamenti approvati dai consigli comunaliche prevedevano il divieto assoluto di utilizzo di anima-li nei circhi erano stati smentiti dai giudici a cui si eranorivolti le strutture circensi attraverso dei ricorsi. L’unicomodo per evitare l’iniziativa di ricorso ai giudici da parte

dei circhi è stato innanzitutto il riferimento, all’internodel regolamento, alla delibera CITES (Convention onInternational Trade of Endangered Species) 2006 econseguentemente il divieto di utilizzo e detenzionedurante gli spettacoli circensi di animali in via di estin-zione come appunto raccomandato dalla deliberaCITES 2006. Un obiettivo certamente non di pococonto considerato che gli animali utilizzati dai circhisono quasi del tutto animali in via di estinzione. La con-venzione sul commercio internazionale delle specieminacciate di estinzione o CITES è una convenzionefirmata da numerosi stati a Washington nel 1973 ed halo scopo di regolamentare il commercio di fauna e florain pericolo di estinzione, mirando ad impedire lo sfrut-tamento commerciale delle specie in pericolo, primacausa di estinzione seguita dalla distruzione dell’habi-tat. Il nostro Comune, in questo modo, anticipa quantosta avvenendo nel parlamento nazionale, dove è statoapprovato al Senato un decreto legge che mira a con-trastare l’utilizzo degli animali all’interno degli spettaco-li circensi. Il grado di civiltà di un Comune si giudicaanche da questo.

Saro Raneri

UNA “BUONA” PER IL PALASPORT “TUPPARELLO”

Il Dipartimento Regionale delle Attività Produttive in data18 febbraio u.s. ha indirizzato una nota all’IRFIS e p.c. alComune di Acireale con la quale si invita tale Istituto “avoler provvedere alla predisposizione ed al successivoinoltro a questo Dipartimento della proposta del piano diammortamento del mutuo” concesso nell’aprile 1991 allaPallavolo Srl, rinegoziandolo alle stesse condizioni afavore del Comune di Acireale.Il Sindaco Garozzo e l’Assessore Pavone hanno avuto ilgarbo, e per quesro li ringrazio, di darmene comunica-zione,stante che sull’argomento “Palasport Tupparello”ho presentato nel corso della consiliatura tre puntualiinterrogazioni, volte a scongiurare - come ottenuto dalcompianto prof. Marino e dall’avv. Condorelli - dapprimala vendita all’asta richiesta dall’IRFIS, stante l’accolta

richiesta di considerare il Palasport Tupparello“Patrimonio indisponibile del Comune” ; di poi la “rinego-ziazione del mutuo allo stesso tasso agevolato” a cui oraha acceduto l’Assessorato alle Attività Produttive, perl’attenta e puntuale attività portata avanti dagli avv.Condorelli e Patanè che in tal senso hanno ricevuto spe-cifico incarico dall’Amministrazione.L’IRFIS dovrà ora predisporre la proposta di piano diammortamento del mutuo in questione e il Comune, avu-tone comunicazione dal Dipartimento delle AttivitàProduttive, dovrà contrarre il nuovo mutuo. Questo sarà preciso dovere da parte della nuovaAmministrazione.Sarà così scongiurata la perdita di un patrimonio di asso-luta rilevanza qual’è il Palasport Tupparello.

Dr. Ambrogio Bonaventura

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Venerdì 7 Marzo 2014A ISK 11BALLO DI CARNEVALE 2014Come per gli anni passati il nostro club si inseriscenell’ambito delle manifestazioni de “ Il più belCarnevale di Sicilia “ ed ha organizzato la tradizio-

nale “ Serata Danzante “. In un clima festoso i kiwaniani nostri soci e delladiv. Sicilia 2 e gli ospiti hanno trascorso una festosa serata insieme. Hanno

allietato il tutto il suono dell’orchestra “ Blue Sound 2 “ e le attrattive delleragazze “ brasiliane “ e delle “ danzatrici del ventre “che hanno stimolato ipresenti al ballo.

Ignazio Mammino

Una serata di intima magia quella vissuta al Resort S. Biagio. Non la festa tradizionale nel giorno di S. Valentino, ma un incontro dedica-to ai “sentimenti parlati e cantati”. La Presidente del sodalizio, prof.ssa VeraPulvirenti, nel salutare i numerosi ospiti convenuti in una sala gremita oltreogni limite, alla presenza di autorità distrettuali, presidenti di sezioni(Catania, Giardini), presidenti di club service (Serra e Kiwanis), del presi-dente della Zelantea dott. Contarino, ha sottolineato come la manifestazio-ne sia scaturita dal desiderio di celebrare in modo originale la data del 14febbraio, riproponendo brani lirici della nostra poesia e del nostro patrimo-nio musicale, ridondanti di sentimenti universalmente comuni, presenti intutti i tempi. Sentimenti amorosi che partono dal cuore: dolci, teneri, miste-riosi, sofferti, multiformi come appunto è l’Amore. Non c’è stato poeta chenon l’abbia trattati ampiamente e la coincidenza con la giornata di S.Valentino, patrono degli innamorati, a cui anche Papa Francesco ha volutorendere omaggio incontrando a Roma migliaia di coppie di fidanzati, hafatto sì che si allestisse un itinerario romantico dedicato ad alcuni autori delpassato, partendo proprio da una donna, Elisabeth Barrett Browing, perproseguire poi con altri “cantori” dell’amore, quali Aznavour, Neruda ePrevert. Le opere sono state recitate con sapiente maestria e intima dol-cezza dalla socia prof.ssa Corradina Schinocca Calì, attrice di consumataesperienza - anche se questa non è diventata mai la sua professione - chela Fidapa ha voluto valorizzare, dando giusto risalto alle qualità di una pro-pria socia; al suo recitato si sono alternate le due splendide voci del sopra-no Rosanna Leonti e del mezzosoprano Maria Motta. Calde e pastose le voci di Maria e Rosanna, che si contraltavano duettan-do in maniera elegante e persuasiva, trasmettendo al folto pubblico (pre-senti anche gli ospiti del Resort, attirati già dalle prime note) vibrazioni inten-se e forti emozioni. La duttilità e la versatilità delle loro voci, dalle variegatesfumature timbriche, hanno permesso alle due artiste di spaziare, partendodall’amabilità di alcune “Chansons d’Amour” del repertorio di musica dacamera, fino alle più belle “Arie Amorose” del repertorio italiano e straniero,accompagnate magistralmente al pianoforte dal M° Vera Pulvirenti, in dop-pia veste di Presidente e Pianista. Alla fine dell’incontro le artiste hannoconcesso dei bis: Corradina con la luce tenue di ”Abat Jour”, Rosanna eMaria con la suggestione di “Musica Proibita” hanno reso ancora più magi-ca la serata.

Interessante seminario alla Fidapa di Acireale sui “Codici Miniati”dell’abbazia dei Benedettini di S, Nicolò l’Arena di Catania, tenuto dalla dott.Giuseppina Lo Coco, Conservatore Beni Musicali Librari. Si tratta di unaraccolta di libri di canto liturgico in uno dei complessi monastici più grandid’Europa. La relazione è dedicata al lavoro condotto sui libri di canto liturgi-co del Fondo benedettino, conservati presso le Biblioteche Riunite “Civicae A. Ursino Recupero” di Catania. Il Fondo proviene dal Monastero di SanNicolò l’Arena, luogo magnifico per la storia della cultura e per la vastità (èil secondo complesso monastico in Europa, per grandezza dopo quello diMafra in Portogallo). Raggiunse il suo massimo fulgore nel ‘700, quandoaumentarono lasciti e donazioni, in parte conseguenza dell’accoglienzariservata soprattutto a novizi di nobili origini. La sala Vaccarini, la grandebiblioteca dei monaci fondata nella prima metà del ‘700, conserva integro il

suo patrimoniolibrario, non aven-do subito disper-sioni dopo l’ever-sione dell’asseecclesiastico del1866-67, che latrasformò inBiblioteca civica. I libri di canto litur-gico, diciannovemanoscritti e quat-tro libri a stampa,definiti “Corali”,c o s t i t u i s c o n oparte del Fondobenedettino. Imanoscritti, quasi

tutti settecenteschi, sono Salteri, Antifonari e Graduali. Il contenuto è costi-tuito da canti monodici notati con la tipica notazione quadrata nera, dispo-sta sempre su tetragramma (nelle stampe compaiono anche righi musicalia tre e cinque linee) in inchiostro rosso. Il Fondo è arricchito da un prezio-so salterio del secolo XIII, di origine pisana, con notazione neumatica dia-stematica dell’Italia centrale. Sono tutti di grandi dimensioni, tranne ilSalterio trecentesco che può essere tenuto in una mano. I manoscritti risal-tano per la ricchezza delle decorazioni, la bellezza delle miniature e la raf-finatezza della scrittura. Dall’analisi del Fondo è emersa una raccolta di libridalla tipologia complessa; infatti, o per esigenze pratiche o per motivi dirisparmio e riuso, i monaci in molte occasioni hanno operato tagli e accor-pamenti, producendo palinsesti e aggiungendo fogli e frammenti. Una perlustrazione in archivio di stato non ha confermato l’esistenza di unoscriptorium regolare e organizzato all’interno del monastero, tuttavia non sipuò escludere che i monaci richiedessero manoscritti in prestito per la dupli-cazione e dedicassero energie nella copiatura e decorazione dei codici litur-gici, usufruendo dell’aiuto di maestranze esterne. Nulla si sa degli uominiche hanno partecipato alla loro realizzazione, gli scribi, i rubricatori, i deco-ratori. Le poche notizie che si ricavano sono emerse dall’analisi del Fondoe si riferiscono ad un periodo successivo al confezionamento quando, neiprimi anni del XVIII secolo, i cenobiti di San Nicolò l’Arena avviano unimportante intervento atto a tutelare il proprio patrimonio librario, rinfre-scando e in alcuni casi riscrivendo i propri codici. Numerosi frammenti, pro-venienti da altri libri, fanno da carte di guardia e controguardia ad alcunimanoscritti. La bravissima relatrice si è avvalsa anche di bellissime proie-zioni che hanno fatto gustare ai presenti in sala momenti di alta cultura.

Alumni - Associazione ex Alunni -Liceo Classico Statale “Gulli e Pennisi” - Acireale

Mi è gradito invitare i soci e gli amici

alla conferenza che il prof. Alberto Andronico,

ordinario di Fiolosofia del Diritto presso l’Università di Catania,

terrà il giorno 14 marzo p.v., alle ore 18,

presso la sede del “Gulli e Pennisi”, via Arcidiacono, 2,

sul seguente tema:

“Sulla dismisura Nomos e Dike

nell’Antigone di Sofocle” (e non solo)

Il Presidente

Alfonso Sciacca

Il progetto “Incontro al territorio” che ha coinvolto 27 giovani divarie scuole medie acesi di utilizzare il “ritratto” come mezzo di espressio-ne artistica ha avuto il suo epilogo con gli studenti del locale Liceo Artistico,che hanno fatto da tutor, durante una cerimonia conclusiva che si è tenutacon la dirigente prof.ssa Maria Elena Grassi, nei locali del CollegioSantonoceto. Particolarmente soddisfatta la Preside che assieme aidocenti Tomasello e Carlino ha seguito l’iter del progetto.

STORIA ZEN - I DUE VASIUn'anziana donna aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all'e-stremità di un palo che lei portava sulle spalle. Uno dei vasi avevauna crepa, mentre l'altro era perfetto, ed era sempre pieno d'acquaalla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quellocrepato arrivava mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così,con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d'acqua.Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma ilpovero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilitodi saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto. Dopo due anniche si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlòalla donna lungo il cammino: "Mi vergogno di me stesso, perché que-sta crepa nel mio fianco fa sì che l'acqua fuoriesca lungo tutta la stra-da verso la vostra casa". La vecchia sorrise: " Ti sei accorto che cisono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell'al-tro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò hopiantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentretornavamo, tu li innaffiavi. Per due anni ho potuto raccogliere quei beifiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze peringentilire la casa.”Il nostro benessere psicologico dipende dal modo in cui percepiamonoi stessi e gli eventi che ci accadono. Lo psicologo è un “allenato-re” che aiuta le persone a prendere consapevolezza delle emozionie dei comportamenti che mettono in atto e migliorare la qualità dellaloro vita. Lo “psicologo in farmacia” ti aspetta ogni lunedì pomeriggio,

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Dott.ssa Rosa Puglisi

Psicologa e psicoterapeuta

Tel. 3207171341

Itinerario attraverso i luoghi

del Commissario Montalbano: Scicli e lungomare di Donnafugata “punta secca”

Domenica 23 marzo 2014

Sagra del Mandorlo in fiore Valle dei Templi Agrigento Domenica 16 marzo 2014

Per informazioni: 3498407204 – 3397624238mail [email protected] http://www.associazionevolipindarici.it/

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Venerdì 7 Marzo 2014 A ISK12

Spettacolo nato dalla riduzione teatrale

degli articoli del battagliero giornale

“D’Artagnan” di Nino Martoglio che

meglio esprimono la vena ironico-umo-

ristica ed il pensiero politico e sociale

del noto commediografo siciliano.

“Il giornale D’Artagnan” è un’opera teatraleche trae spunto dal giornale politico-lette-rario-umoristico “D’Artagnan” fondato nel1889 e diretto a Catania da Nino Martoglio.Il foglio ebbe un notevole successo, spe-cialmente per la ricchezza delle sue rubri-che, per il suo modo vivace, battagliero,nuovo di raccontare gli avvenimenti cor-renti e per le ferme prese di posizione, immuni da condizionamenti esterni,assunte nei confronti dei gravi problemi sociali, politici e culturali del tempo.Il tutto espresso con un linguaggio alla portata di tutti, denso d’umorismoma incisivo e corrosivo al tempo stesso, temuto da chi del potere ne face-va un uso sconsiderato e invece apprezzato da coloro che vivevano neldisagio subendo tale potere. Oltre a scrittori locali, come Giuseppe Borrello, Agatino Perrotta, FilippoMarchese, Vincenzo Finocchiaro, l’acese Saru Platania ed altri, collabora-rono al “D’Artagnan” anche Trilussa, Di Giacomo, Scarpetta, Pascarella,

Fucini. Ma fu Martoglio con le poesie, le feroci polemiche sulle questionipolitiche e la comicità dei suoi personaggi, il mattatore principe del giorna-le, l’animatore delle sue rubriche.Nella stesura del presente lavoro teatrale, nato, appunto, dalla lettura del“D’Artagnan”, è stata scrupolosamente curata l’aderenza al testo giornali-stico originale. Infatti, le rielaborazioni e le invenzioni sceniche rispettanotale regola ed aiutano a completare e a sviluppare meglio la trama del rac-conto. Fra gli innumerevoli articoli presi in esame, oltre un migliaio, si sonoprivilegiati quelli inerenti ai temi del disagio sociale delle classi menoabbienti, afflitte da ingiustizie sociali, miseria e dalla piaga dell’emigrazio-ne. O, ancora, relativi alle deluse aspettative sull’Unità d’Italia, ai sommo-vimenti politici e sociali, come i “Fasci dei lavoratori siciliani”, allo stato d’as-sedio, al brigantaggio e ad eventi come la morte del Cardinale Dusmet. Manon sono state tralasciate le rubriche sugli usi e i costumi del popolo minu-to, nella fattispecie gli abitanti della Civita, quartiere popolare catanese“adottato” da Martoglio, quali il "puntamento di matrimonio", la superstizio-ne, il gioco del lotto, il ballo…, oppure quelle satiriche che hanno per ogget-to i politici catanesi. Sarà lo stesso Martoglio-D’Artagnan a condurci per mano attraverso unapreliminare presentazione dell’argomento, proposto a mo’ di articolo difondo, che verrà successivamente sviluppato e “tradotto” in scenette gusto-se dai proletari civitoti o dai rappresentanti della classe borghese, ciascu-no secondo il proprio stile.Nella composizione della colonna sonora, si è cercato di privilegiare can-zoni popolari e ballabili in voga tra l’800’e il 900’, periodo della pubblica-zione del giornale, e frammenti della “Norma” di Bellini. Le musiche “Laminestra” e “Musica bizzarra”, invece, sono state composte, rispettivamen-te, dai maestri Francesco Mangiagli e Lorenzo Grasso.

Domenico Platania

Nei locali parrocchiali della frazione acese di S.M.Ammalati, g. c. dal par-roco, si è svolto l'incontro tra il candidato Sindaco del progetto civico"Trenta per Acireale", ing. Michele Di Re ed i residenti.L'appuntamento, coordinato da Paolo Monaco,referente per il territorio nel corso degli ultimianni e tra i fondatori del Movimento Civico deiTrenta, ha visto la presentazione alla platea siadel progetto che ha portato alla nomina aSindaco di Michele Di Re che l'indicazionedegli obiettivi prefissi per le prossime settima-ne. La prima parte del progetto di Di Re puntasicuramente all'ascolto e proprio per questomotivo Di Re ha incontrato già numerosi grup-pi e realtà locali..Il dibattito è stato sentito e sincero, con nume-rose domande e problematiche poste dai resi-denti presenti, aprendo un confronto costruttivo che sarà utile al candidatoSindaco ed al gruppo dei Trenta per stilare il programma da presentare allacittà nel corso della prossima campagna elettorale.

Alla fine dell’incontroPaolo Monaco, che haefficacemente organizza-to l’incontro ha registratoper la nostra testata que-sta dichiarazione che haavuto l’avallo anche delcandidato Sindaco Di Represente: "Siamo soddi-sfatti della consistentepartecipazione all'incon-tro, per niente scontatavista il periodo di forterepulsione a qualsiasiforma di partecipazionepolitica. Numerosi gliargomenti trattati e le

problematiche sollevate. Utilizzeremo questo materiale nella stesura delprogramma che presenteremo alla città nel corso della prossima campa-gna elettorale.Oggi più che mai sono convinto che incontri come questo possano ridarefiducia ed ottimismo, riportando la gente alla partecipazione politica attiva.Il nostro compito, in caso di vittoria delle prossime elezioni, sarà quello dinon deludere le aspettative e di alimentare l'entusiasmo e la crescita cultu-rale della nostra città senza dimenticare che per amministrare e' fonda-

mentale la diligenza del buon padre di famiglia e la lungimiranza tipica dichi ha la capacità di spingersi oltre la burocratica esigenza quotidiana.

Ma è mai possibile, mi domando cariamici e lettori, che per farmi un’allegrapasseggiata, zompettando allegramentecome natura comanda, debba essere iocostretto a sgranocchiare pietruzze eincrociare i miei passi tapini su di un sel-ciato croccante?!?! Ditemi ora, se unarguto osservatore, critico non lo nego,come me della realtà di ciò che circondala vetusta e disgraziata Aci debba esserecostretto a masticare duro lungo i viali delpolmone verde per eccellenza, passando

da lastricati a ghiaietta, salite e discese, cambi di direzione e di marciamanco fossimo ad Imola. Insomma, cari amici, ho pure un’età, me misero,e di questi passi mi servirà un sostegno. Non fisico, ma mentale, perchéfaccio ormai fatica a capire quali siano le logiche di questa Città, di gran-dezza, ma di inconsistenza, di sfarzo, ma di spending review, di “abbiamofatto meglio di quanto tutti potessero fare”, ma di “alla fine dei conti, si ètutti scontenti”. Che ne sarà della vecchia Eden, dove i miei avi, in assola-te giornate di canicola estiva, cantavano allegramente tra uno spettacolo e

l’altro? Ecco, arriverà una struttura nuova e rinnovata, uno spazio doveorganizzare eventi e concertini, sagre e “tarallucci e vino” ( perché mi sem-bra che ci si sia ridotti così). Poi se piace o meno, questo è un altro paio dimaniche. All’acese, secondo tante menti contorte che affollano e rimbalza-no negli ambienti del Palazzo, non è dato esprimere compiacenza, ma solosentirsi dire “è un progettone magnifico, eco sostenibile, eco realizzabile,eco qua ed eco là”. Intanto fioccano le lettere, si scrivono appelli, si inter-viene sulle televisioni, risuonano i “non ci sto” e via trascorrendo. Ma vivaddio, prepariamoci ad una giornata campale, quella dedicata pereccellenza alle donne, le donne del Palazzo delle Commedie capitanate dauna sfavillante “Miss Tuppetturu” dallo sfavillante sorriso a 102 denti.Prepariamoci ad una inaugurazione senza precedenti, un evento mondanoche non importa quanti consensi riscuoterà. L’importante è che le parole dicircostanze, i falsi sorrisi ed i paroloni “riempi bocca” vengano ben sciori-nati. Prepariamoci all’8 Marzo, data storica per Acireale….Ah scusate….per chi non l’avesse ancora capito, prepariamoci alla nuova(?!?!?!) Villa Belvedere.Me lo permettete un “Iddio Potente e Misericordioso, perdona loro, perchénon sanno ciò che faranno…”?

Il Grillo (S)Parlante

Farmacia Dott. Teresina Ferreri & C. sncTel. 095 7921871 - [email protected] - Piazza Cantarella, 10 - ACI S. ANTONIO