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27-11-2019 Media Monitoring per Rassegna stampa del 27-11-2019

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27-11-2019

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 27-11-2019

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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ 26/11/2019 - BLOG.EDISES.IT

Concorso infermieri all'Ospedale di Salerno: bando160 posti 1 ................................................ 26/11/2019 - WWW.CRONACHESALERNO.IT

Lo specialista della tecnica Laac fa tappa a Salerno 2 .............................................................. 26/11/2019 - WWW.ILQUOTIDIANODISALERNO.IT

SANITA’: Ruggi, storia di ordinaria follia !! 3 ............................................................................ Sanità Salerno e provincia 6 ..............................................................................................................

27/11/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)Ambulatorio arriva il nuovo software stop alle attese 6 ...........................................................

27/11/2019 - CRONACHE DI SALERNOIl percorso della donazione e del trapianto organi in Campania 8 ............................................

Sanità Campania 9 ............................................................................................................................... 27/11/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)

Irpini sempre più vecchi: uno su quattro alle prese con patologie cardiovascolari 9 ................ 27/11/2019 - IL MATTINO

Lettera al direttore/CONTRO L'EMERGENZA BARELLE IL LAVORO È GIÀ INIZIATO 11 ................ 27/11/2019 - IL ROMA

Sanità 3.0, il futuro entra negli studi 13 ................................................................................... 27/11/2019 - IL SANNIO

Spesa sanitaria, il Sannio è virtuoso 15 .................................................................................... Sanità nazionale 17 .............................................................................................................................

27/11/2019 - LA STAMPA"L 'urgenza non sia garantire il fine vita, ma le cure palliative" 17 ...........................................

27/11/2019 - IL MESSAGGEROAids, è ancora allarme: troppe diagnosi tardive 20 ..................................................................

27/11/2019 - IL GIORNALE«I malati gravi triplicheranno da qui al 2050» 22 ......................................................................

27/11/2019 - IL MESSAGGEROCome l' orologio sa registrare il mal di cuore 24 .......................................................................

27/11/2019 - IL MESSAGGEROEsce dall' ospedale e muore «Ora diteci cosa è successo» 26 ...................................................

27/11/2019 - LA NAZIONEIl ministro Speranza: «Il 118 è una risorsa preziosa e va curata» 28 ........................................

27/11/2019 - IL GIORNALELa «Soi» guarda più lontano E salva la vista agli italiani 29 ......................................................

27/11/2019 - IL GIORNALELa visita dall' urologo? Anche per l' uomo la regola è prevenire 31 ..........................................

27/11/2019 - CORRIERE DELLA SERALeslie, il papà che lotta per portare in Irlanda i test del Dna ai neonati 33 ..............................

27/11/2019 - LA STAMPAMarcorè porta i libri in ospedale "La lettura è terapeutica" 35 .................................................

27/11/2019 - IL GIORNALEStop danni da tabacco grazie a innovazione e ricerca scientifica 37 ........................................

27/11/2019 - IL MESSAGGEROTumore al seno, test e nuove cure se nella diagnosi ci sono metastasi 39 ...............................

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26/11/2019 blog.edises.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 1.136Lettori: 10.233

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Concorso infermieri all'Ospedale di Salerno: bando160 postiSul sito dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e RuggiD’Aragona di Salerno è stata pubblicata la Deliberazione n. 195 del 19/11/2019relativa al concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione di 160 infermieri,categoria D, a tempo pieno e indeterminato, con riserva del 40% dei posti riservatoal personale precario. Requisiti e domande di partecipazione Per prendere parte alconcorso per 160 infermieri all’Ospedale di Salerno i candidati devono essere inpossesso dei requisiti generali per l’accesso alle selezioni pubbliche e dei seguentirequisiti specifici: laurea in Infermieristica, Lauree delle Professioni sanitarieInfermieristiche e Professione sanitaria ostetrica ovvero diploma universitario diinfermiere conseguito con il precedente ordinamento, ovvero titoli equipollenti;iscrizione all’Albo Professionale. La domanda di partecipazione al concorso deveessere presentata, pena esclusione, esclusivamente per via telematica, entro il 30°giorno successivo alla data di pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale,utilizzando la piattaforma informatica all’indirizzo web dell’ AOU San Giovanni eRuggi iscrizione concorsi e seguendo le relative istruzioni. Fasi di selezione Ilconcorso prevede le seguenti prove: prova scritta: svolgimento di un tema osoluzione di quesiti a risposta sintetica o multipla attinenti gli ambiti di competenzadella professione di infermiere;; prova pratica: esecuzione di tecniche specifiche onella predisposizione di atti connessi alla qualificazione professionale di infermiere;;prova orale: verterà sulle materie attinenti al profilo per cui si concorre. La provaorale comprenderà anche l’accertamento delle conoscenze informatiche e la verificadella conoscenza della lingua ingelese o francese. Risorse per la preparazione Per levarie fasi della selezione del concorso per 160 infermieri a Salerno puoi prepararticon il nuovo Kit EdiSES composto da: Manuale Test Video-corso di tecnicheinfermieristiche Software di simulazione per effettuare infinite esercitazioni di testpreselettivo Per la verifica di informatica ed il colloquio in lingua straniera, consulta i manuali specifici .

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26/11/2019 cronachesalerno.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 341Lettori: 900

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Lo specialista della tecnica Laac fa tappa a Salernodi Erika NoscheseIl dottore Antonio Sagone, responsabile di Elettrofisiologiadell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico MultiMedica di Sesto SanGiovanni farà tappa a Salerno quest’oggi. Il noto professionista, conosciuto a livellonazionale ma anche nel salernitano dove è stato “ospite” presso alcuni ospedali sianell’Agro nocerino che ad Eboli, di fatti, questa mattina sarà all’ospedale SanGiovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, intercettato dalle migliori professionalità dellacardiochirurgia per intervenire in casi particolarmente complessi che risultanoessere invece risolutivi con la tecnica operatoria non invasiva da lui praticata. Laprocedura, in inglese Laac, consiste nella chiusura meccanica dell’auricola sinistrache può considerarsi una valida alternativa alla terapia anticoagulante nei pazienticon un maggior rischio di sanguinamento. In Italia, solo due primari sonospecializzati in tale tecnica e sono entrambi in Lombardia. Il dottor Sagone si èdunque rivolto a Fiorinda Mirabile, responsabile dello studio-sportello Sos Corte diGiustizia Europea, segnalando proprio la carenza di queste figure professionali chepotrebbero salvare la vita di numerosi pazienti. L’avvocato Mirabile, dal canto suo,ha già provveduto a scrivere al presidente della Regione Campania Vincenzo DeLuca e al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli per chiedere un’audizione per chiederela possibilità di avviare una formazione per implementare questi interventi salva vitaanche nella regione Campania. Il dottor Sagone approderà questa mattina al Ruggidopo un “tour” internazionale che lo ha visto far tappa prima a Tokio poi Berlino eRoma. Lo specialista è un proctor, una sorta di supervisore che accompagna leequipe mediche verso la specializzazione in determinate procedure.

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26/11/2019 ilquotidianodisalerno.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 285Lettori: 300

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SANITA’: Ruggi, storia di ordinaria follia !!

Al.Bi. SALERNO – Quella che sto perraccontarvi è la storia di una mattina di“ordinaria follia” consumata all’ombra diuna sanità pubblica che spesso nonfunziona, e che in specifici casi assume icontorni pessimi e delittuosi. L’aggettivo“ordinaria” aggiunto alla parola “follia” èutile a spiegare che solitamente la follia nel mondo della sanità pubblica è ordinaria.Scontato ribadire che in campo, però, ci sono fulgidissimi esempi (e non sono pochi)di singoli medici e paramedici che, spesso andando al di là del modulo di lavoro edei tanto decantati protocolli, riescono letteralmente a salvare la vita della genteche in un sistema democratico ha diritto, ripeto “ha diritto di curarsi dove, come,quando e quanto vuole”. Ma le eccezioni, come si sa, confermano la regola. Ilracconto (suddisivo in più puntate per ragioni di brevità ) che sto per farvi, quindi,non intende attaccare il singolo medico o il singolo paramedico ma il “sistemasanitario nazionale” (S.S.N.) nel suo complesso che non può rimanere incollatoall’ordinaria follia di qualche anonimo e freddo funzionario o, peggio ancora, allagestione di moduli lavorativi e protocolli sanitari che, per quanto vi dirò, appaionopalesemente ai limiti dell’incostituzionalità e, forse, del codice penale. FATTO: F.B. lasera del 9 novembre scorso viene colto da “emorragia cerebrale” mentre è a Messanella Chiesa di Santa Croce a Torrione. Prontamente soccorso viene subitoricoverato presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria (A.O.U.) “San Giovanni di Dio eRuggi d’Aragona ” nella Stroke-Unit annessa al reparto di neurologia, al quinto pianodella palazzina “C-D” della cittadella sanitaria di San Leonardo. Dopo alcuni giorni didegenza ed un’adeguata assistenza presso la Stroke-Unit, superata la fase acuta, ilpaziente viene trasferito in un letto del Reparto di Neurologia; e i medici pianificanocome da prassi il trasferimento presso un Centro di Riabilitazione Intensiva post-acuzie per mettere in atto tutte le procedure assistenziali necessarie al recuperofunzionale. E qui iniziano i problemi … !!! Il paziente presenta un grave deficit

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motorio con paralisi del braccio e della gamba destra e con un terribile disturbochiamato afasia, che consiste nell’incapacità di capire il linguaggio verbale e dipronunciare le parole. Ebbene, i familiari vengono a conoscenza che la struttura acui il paziente è destinato, l’Ospedale Giovanni Da Procida, non è dotata di unServizio di Logopedia e che bisogna chiamare un logopedista esterno; sipreoccupano e studiano una nuova soluzione, perché depositare il paziente in unastruttura carente di adeguata professionalità potrebbe voler dire che quella strutturaè anche priva delle necessarie attrezzature. Decidono di trasferire il paziente aRoma presso il San Raffaele, una struttura riabilitativa all’avanguardia dotatadell’indispensabile Servizio di Logopedia. Ed ecco levarsi all’improvviso un muroinvalicabile … I familiari si sentono rispondere che i “protocolli vigenti” nonammettono il trasferimento del paziente in una struttura situata fuori dalla RegioneCampania! C’è una sola possibilità: provvedere autonomamente al trasporto delpaziente mediante un’ambulanza privata. I familiari ritengono la cosa ragionevole,confermano la propria volontà di trasferire il paziente a Roma e si adoperano perorganizzare il trasporto. Ma i problemi non finiscono qui … Il trasferimento richiestodai congiunti viene convalidato dall’istituto sanitario capitolino e i Dirigenti Medicidella Neurologia del San Leonardo compilano e sottoscrivono, come richiesto dallaprassi, il modulo necessario a fornire all’altro nosocomio tutte le informazioninecessarie sul paziente . Sembra fatta ma ecco levarsi un altro incredibile ostacolo:ai congiunti viene comunicato che i “protocolli vigenti ” impediscono all’ospedaleSan Leonardo di inviare il fax di richiesta posto letto a un ospedale situato fuori dallaRegione Campania per cui i familiari devono provvedere in via autonoma all’invio delfax stesso! Peccato che una delle più elementari norme del Servizio SanitarioNazionale stabilisce che un Centro di Riabilitazione post-acuzie può accettareesclusivamente richieste di trasferimento provenienti da un altro ospedale e noncerto da privati cittadini! Le richieste dei familiari, disorientati e frustrati, continuanoa rimbalzare contro il muro di gomma delle procedure burocratiche che paralizzanola sanità. Un muro di gomma dietro al quale non è facile individuare le singoleresponsabilità. Alla fine, dopo inenarrabili insistenze, il fax viene inviato . Tuttiappaiono colpevoli e tutti sembrano, però, innocenti dietro il paravento delladisposizione organizzativa generale. Inaugurazione unità Stroke H/24 del Ruggi allapresenza del governatore Vincenzo De Luca OSSERVAZIONI : L’Articolo 32 dellaCostituzione sancisce la tutela della salute come diritto inalienabile del cittadinoancorandolo strettamente sia ad un principio di uguaglianza che ad un principiodi libertà personale: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto

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dell’individuo … Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamentosanitario …“. In altre parole la nostra Costituzione promuove sia il diritto delcittadino di essere curato dalle malattie che il diritto del cittadino di scegliere comee dove curarsi . Ma oggi, come dimostra la triste vicenda che abbiamo incominciatoa raccontare, questo diritto è gravemente ostacolato dalla tendenza (cioè lamicidiale “prassi” ) a una gestione regionale “chiusa” della sanità. La politicasanitaria degli ultimi anni, in particolare con la riforma del 12 Aprile 2016 che haalterato l’Articolo 117 della Costituzione , ha radicalmente cambiato l’assetto delServizio Sanitario Nazionale, delegando alle singole Regioni responsabilità sempremaggiori nella programmazione e organizzazione delle attività sanitarie. Ciò hadeterminato il progressivo sviluppo di un fenomeno che merita una profondariflessione: da una parte si sta creando una netta sproporzione nella qualità deiservizi offerti dalle varie Regioni, a seconda delle loro risorse, e dall’altra stadiventando sempre più difficile per il cittadino spostarsi in una Regione diversa daquella di residenza al fine di ottenere cure migliori. Ma di tutto questo vi rimando alprossimo approfondimento; anche perché a questo punto della storia si impone unadomanda precisa: “Ma il paziente, che al di là delle chiacchiere deve essere assistitoal meglio possibile, che fine ha fatto ?”. Beh !!, questo lo scopriremo, insieme, nellaprossima puntata di questa telenovela; e non mancheranno le sorprese che non soloevidenziano le storture del sistema sanitario cui brevemente si è fatto cenno, maanche, se non soprattutto, lo squallido traffico che potrebbe esistere intorno alleambulanze ed alle associazioni che lo governano . Un aspetto triste e sconfortante.

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27/11/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 30 EAV: € 3.329Lettori: 107.296

Ambulatorio arriva il nuovo software stop alle attese

CAVA DE' TIRRENI Simona ChiarielloDopo lunghe file e una buona dose diattesa, la risposta che non ti aspetti:stop forzato alle pratiche per esenzioneticket, alle prenotazioni e alla scelta delmedico di base. Il motivo? L'installazione di un nuovo software e laformazione di nuovi operatori. Unasettimana di disagi per gli utenti deldistretto sanitario che ora possono tirareun sospiro di sollievo: «La cosiddettaemergenza è rientrata e non ci sarannopiù disagi per gli utenti - spiega ildirettore sanitario - gli intoppi si sonoregistrati circa una settimana fa. Ildistretto sanitario, come gli altri presididell' Asl, ha dovuto procedere arimodernare il suo software,installandone un nuovo che si chiamasinfonia. Ci sono voluti dei tempi tecnici, cui sono seguiti altri giorni per consentire laformazione degli operatori che devono utilizzarla. Ci sono stati degli stop e dei ritardiragionevoli, perchè causati da una questione tecnica e cioè dall' installazione di unnuovo software, ma ripeto ci sono stati una settimana fa». «Oggi la situazione ètornata alla normalità - assicura - e pertanto gli utenti potranno sbrigare le propriepratiche senza alcun intoppo o black out informatico». IL PRECEDENTE Nei giorniscorsi molti utenti si sono recati agli sportelli del poliambulatorio di via Gramsci e,dopo lunghe file e attese, non sono riusciti a sbrigare le proprie pratiche perchè icomputer erano fuori uso. «In realtà pensavamo che i disagi ed i tempi per l'installazione e la formazione fossero più lunghi - ammette il direttore Vecchione - ed

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invece sono stati molto stretti. Si è trattato solo di un stop temporaneo, ma oggitutto è tornato alla normalità. L' emergenza, per così dire, è rientrata: file e lungheattese sono state prontamente smaltite». Già negli anni passati al poliambulatorio divia Gramsci si sono registrati disagi e diservizi specie per gli utenti anziani, ma inquesto caso, come precisato dallo stesso direttore Vecchione, si è trattato di unproblema tecnico, legato all' installazione di un nuovo programma software. Lasituazione è ora rientrata e per gli utenti non ci sono più disagi. © RIPRODUZIONERISERVATA.

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27/11/2019

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 5 EAV: € 564Lettori: 29.750

Il percorso della donazione e del trapianto organi inCampania

L' EVENTO Oggi, presso l' Ordine deiMedici di Salerno si terrà l' eventoformativo "Il percorso della donazione edel trapianto organi nella RegioneCampania". L' incontro si prefigge difavorire la conoscenza delle disposizionidi legge in materia, degli stili di vita utilia prevenire l' insorgenza di patologie chepossano richiedere come terapia anche iltrapianto di organi, delle possibilitàterapeutiche e delle problematichescientifiche collegate al trapianto diorgani e di tessuti. L' evento èorganizzato dallo Sportello AmicoTrapianti dell' Asl Salerno, di cui èreferente Maria Immacolata Borrelli, èvedrà, tra gli altri, la presenza diVincenzo del Giudice, referente Area Sanitaria del Centro Regionale Trapianti. Ipartecipanti saranno formati sulle procedure previste dalla legislazione in merito alladonazione degli organi e tessuti e sulle procedure amministrative attivate in RegioneCampania. Saranno aggiornati, inoltre, sulle più recenti novità in merito alla gestioneclinica dei pazienti trapiantati o in attesa di trapianto.

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27/11/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 24 EAV: € 5.758Lettori: 107.296

Irpini sempre più vecchi: uno su quattro alle prese conpatologie cardiovascolari

I DATI Antonello Plati La Regioneapprova il Piano della rete di assistenzasanitaria territoriale per il triennio2019-2021: tanti gli interventi previstiper la nostra provincia dove si registraun indice di invecchiamento secondosolo a Benevento con una speranza divita alla nascita che supera gli 80 anni eoltre 100mila persone (irpino su 4) chesoffre o ha sofferto per patologiecardiovascolari. Quindi c' è molto da fareper garantire cure a una popolazioneavanti con gli anni. Le misureprogrammate vanno dal potenziamentodei sistemi informativi e digitali asupporto della rete territoriale nonchédella telemedicina a domicilio alladefinizione dei fabbisogni dell' offertapubblica e privata accreditata, delletariffe e degli interventi di edilizia sanitaria programmati. Ma anche più attenzione alruolo delle reti assistenziali in particolare di quelle connesse alle malattie croniche eun cronoprogramma delle azioni di riorganizzazione, della pianificazione aziendale edel relativo monitoraggio con una valutazione dell' impatto economico. Insomma,una rivoluzione se si considerano le attuali difficoltà della medicina territoriale inIrpinia con la continuità assistenziale (medici di guardia) sottodimensionata e l'emergenza (118) che quotidianamente deve far fronte alle esigenze di migliaia dipazienti. Condizioni che si ripercuotono negativamente sulla gestione dei Prontisoccorso, in particolare quello della cittadella ospedaliera costantemente

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congestionato dai codici in ingresso. Per rendere davvero efficace il Piano a PalazzoSanta Lucia hanno effettuato un monitoraggio sullo stato di salute dei cittadini. Nellanostra provincia, preoccupa l' indice di vecchiaia, pari a 179,1, secondo solo aBenevento (185,9) e che nel complesso ha una distribuzione difforme con valorimolto bassi nelle province di Napoli e Caserta (rispettivamente 116,7 e 116,9) e piùalti nelle restanti province (con Salerno a 153,7). Se la speranza di vita ad Avellino èdi 79,9 anni per gli uomini e 84,5 anni per le donne, un altro dato che consente diperfezionare l' azione è quello relativo agli indicatori di consumo dei farmaci. Questaanalisi ha permesso di selezionare sia le singole cronicità che le multi-patologie. Irisultati ottenuti consentono di delineare un quadro generale sia dei farmaci sia deirelativi utilizzatori. Nel territorio dell' Asl di Avellino, ci sono 111mila 408 utilizzatoridi farmaci per patologie cardiovascolari, 34mila 374 per quelle reumatologiche,26mila 202 per quelle neurologiche e psichiatriche, 18mila 179 per quellerespiratorie, 24mila 085 per quelle diabetiche, 6mila 681 per quellemuscoloscheletriche, 5mila 183 per quelle oftalmiche, 2mila 290 per quelleoncologiche, 2mila 562 per la terapia del dolore, 2mila 181 per le patologiegastroenteriche, 1.352 per quelle dermatologiche, 433 per quelle epatiche, 98 perquelle nefrologiche. Entrando nel merito degli interventi, il primo stralcio dell'accordo di programma prevede il potenziamento dell' offerta territoriale con lariconversione del presidio di Bisaccia in Ospedale di Comunità. Nel secondo stralciosono, invece, previsti la realizzazione dei distretti sanitari di Atripalda e di Baiano(già ultimata) e l' adeguamento funzionale e impiantistico di diverse struttureterritoriali (Centro Australia di Avellino, distretto sanitario e consultorio di Sant'Angelo dei Lombardi; Montoro Centro «Tobagi» di Montoro; distretto sanitario diAriano Irpino, Sert di Avellino e Grottaminarda, Centro Autismo di Sant' Angelo deiLombardi e Rsa di Bisaccia). Poi si agirà anche per potenziare le farmacie dei servizi,le forme associative delle cure primarie, le strutture intermedie, le cure domiciliariintegrate, la telemedicina e la teleassistenza: tutti servizi che mirano ad aumentarela prossimità alla popolazione e incrementare la risposta ai bisogni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/11/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 42 EAV: € 3.478Lettori: 107.296

Lettera al direttore/CONTRO L'EMERGENZA BARELLE ILLAVORO È GIÀ INIZIATO

Gentile direttore, ci risiamo con l'emergenza barelle come ha raccontato ilsuo giornale. Il più grande ospedale delMezzogiorno, il Cardarelli, che dovrebbeessere un vanto ed un presidio diriferimento per tutto il Sud, soprattuttoper le urgenze, in alcuni giorni dellasettimana risulta intasato per i ricoveri.E con il picco influenzale credo che lasituazione peggiorerà. Intanto si registra,come ogni fine anno, il brutto spettacolodella sospensione delle prestazioni inconvenzione con il Servizio SanitarioNazionale presso i centri convenzionatidella Regione Campania. Se dovessigiudicare l' operato dellaamministrazione regionale sulla qualitàdella sanità, direi che non raggiunge lasufficienza. Credo che i viaggi dellasperanza non finiranno, purtroppo. Massimo Lamanna Email. Caro Massimo, lavergogna delle barelle nei corridoi del pronto soccorso al Cardarelli va avanti ormaida tempo immemore. Basti pensare che due anni fa era sta annunciato, in pompamagna, un piano per rimettere in sesto tutto il sistema delle emergenze. Il piano èfermo al palo. I reparti avrebbero dovuto collaborare mettendo a disposizione postiletto soprattutto durante il giorno. Di questa collaborazione non c'è traccia. Anchel'organizzazione avrebbe dovuto cambiare con un servizio destinato ai codici bianchie verdi e uno destinato a quelli rossi, più gravi. Il quadro, se possibile, è invecepeggiorato perché nel frattempo molti medici esausti hanno chiesto il trasferimento,

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il pronto soccorso notturno del Cto è stato chiuso, quello del San Paolo è ascartamento ridotto. E il vizio dimolti pazienti di presentarsi al Cardarelli anche perun semplicemal di pancia, intasando il lavoro dei medici, è duro a morire. Ingenerale la sanità campana con De Luca ha fatto grossi passi in avanti soprattuttodal punto di vista del riequilibrio dei conti. I livelli minimi di assistenza sono cresciutima restano ancora troppo bassi per essere toccati davvero con mano dai cittadini. Illavoro fatto, chiunque vinca le prossime elezioni regionali, non andrà allora buttato,riniziando, come spesso accade, da capo.

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27/11/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 14 EAV: € 874Lettori: 29.750

Sanità 3.0, il futuro entra negli studi

I medici di famiglia dovranno dotarsi distrumentazione per fare prime diagnosiNAPOLI. I giovani medici, futuri Medici diMedicina Generale della Campania ditutti e tre gli anni di corso, si preparanogià alle novità che verranno introdottecon la Legge Finanziaria, relative alladotazione di dispositivi diagnostici per glistudi della Medicina Generale. In più di300 hanno preso parte a Napoli (nell'ambito del corso di Formazione Specificain Medicina Generale) al seminario sullo"studio medico 3.0" per l' utilizzo diSmart Device negli studi dei Medici diFamiglia. A introdurre le novità di questoinnovativo percorso sono stati MassimoMagi (responsabile Fimmg del progetto)Francesco Montanino (coordinatorescientifico del corso) e Vincenzo Schiavo(consigliere dell' Ordine dei Medici di Napoli). «Il nostro obiettivo - dice Schiavo - èproprio quello di formare le nuove leve all' utilizzo di queste tecnologie nell' ottica diun cambiamento che, fortunatamente, sembra ormai alle porte e che migliorerà l'assistenza ai cittadini». Elettrocardiografi, holter cardiaci, holter pressori, nevo scopie spirometri digitali collegati in telemedicina con stu di specialistici di riferimentoconsentiranno presto ai Medici di Medicina Generale la possibilità di effettuare primediagnosi senza lunghe liste di attesa e senza ticket per i cittadini. «Studio Medico 3.0- spiega Magi - è un progetto che Fimmg attraverso Nusa Servizi mette adisposizione dei Medici di Famiglia, una piattaforma organizzativo-gestionale perpotenziare le attività professionali e facilitare l' accesso alle cure dei cittadini

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migliorando l' organizzazione delle cure primarie. Studio Medico 3.0 si sviluppa su 2assi fondamentali, quello digitale per la organizzazione delle attività di studio equello diagnostico "in -office". Nel corso della mattinata di formazione i medici LuigiSparano, Carmen Ascione e Pina Tommasielli sono intervenuti chiarendo i percorsicontrattuali che consentiranno ai medici di poter accedere a questo tipo distrumentazione tecnologica, soffermandosi sulle proposte di inserimento nel mondoprofessionale dei giovani Medici in Campania.

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27/11/2019 Il Sannio

Argomento: Sanità Campania

Pagina 6 EAV: € 856Lettori: 29.750

Spesa sanitaria, il Sannio è virtuoso

Negli anni scorsi 'economie di guerra'per Asl Benevento e Azienda San PioPersonale falcidiato e costi ridotti. Piùche dimezzati però i tempi di pagamentoper i fornitori Il risanamento della sanitàregionale rappresenta un processoavanzato (quanto emerge dallacarrellata di dati relativi al Pianosanitario regionale triennale 2019-2021)che potrebbe sancire il definitivoriequilibrio finanziario e funzionale delsistema sanitario campano, e gli entisanitari beneventani, negli anni scorsi,hanno rappresenta to una punta didiamante riguardo l' ossificazione dellespese, con un tasso di virtuosità forsefinanche eccessivo. Due dati colpiscono nella carrellata di analisi statistiche suglienti sanitari campani: quello relativo alla riduzione del personale (da non imputarealla gestione ma al blocco delle assunzioni), soprattutto alla Asl Benevento e lariduzione dei tempi di pagamento ai fornitori, indicatore di una gestione finanziariaattenta e parsimoniosa dei manager degli anni scorsi. Sul piano del personale vera epropria falciadia alla Asl di Benevento che tra 2007 e 2018 è passata da 1.617dipendenti a 1.008 con 536 unità in meno. Bilancio pessimo ma non così impattanteanche all' Azienda Ospedaliera San Pio da 1.355 a 1.266, con 89 addetti in meno(non del tutto chiaro però il dato aggregato tra i due presidi). Risanamentofinanziario che ha ridotto i tempi di pagamento ai fornitori che sono stati più chedimezzati: l' Asl Benevento è passata dai 95 giorni del 2015 ai 58 del 2018; l'Azienda Ospedaliera San Pio dai 205 giorni del 2015 ai 44 del 2018. Insommaalmeno i fornitori di servizi e beni hanno di che essere soddisfatti per l' operato degli

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ex manager dell' Asl Franklin Picker e dell' Azienda San Pio, Renato Pizzuti. Rigorefinanziario peraltro evidenziato - come già anticipato - dai dati sul ricorso aconsulenze di privati: 163mila euro per la Asl Benevento e 717mila per l' AziendaOspedaliera San Pio: dati assolutamente al di sotto della media regionale. Lasoddisfazione dei fornitori però evidentemente non si traduce - con sguardoretrospettivo - in quella degli utenti.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 14 EAV: € 27.320Lettori: 418.324

"L 'urgenza non sia garantire il fine vita, ma le curepalliative"

DOMENICO AGASSO JR.

MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA PontificiaAccademia per la Vita domenico agassojr. città del vaticano Perché il dibattitopubblico si svolga in un clima più serenoe per prendere decisioni sagge sui temidel fine vita, il punto di partenza è«garantire effettivamente l' accesso allecure palliative». Dopo la pubblicazionedelle motivazioni della sentenza con cuila Consulta ha escluso in determinaticasi la punibilità dell' aiuto al suicidio,parla monsignor Vincenzo Paglia,presidente della Pontificia Accademia perla Vita. Monsignor Paglia, qual è la suavalutazione sulla decisione dellaConsulta? «Partiamo dagli aspettipositivi. Il primo è che la Consulta nonriconosce un diritto all' aiuto al suicidio,che rimane un crimine. Solamente si stabilisce che non è punibile in condizioni moltostringenti: malattia irreversibile, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale,sofferenza fisica o psichica intollerabile, capacità di prendere decisioni libere econsapevoli». Questo che cosa significa? «Il medico non ha l' obbligo di fornirequesta prestazione a chi la richiede: la risposta è affidata alla sua libertà dicoscienza. Inoltre, fra le condizioni previe rientra anche l' avvio di un percorso dicure palliative, da assicurare al paziente insieme alla terapia del dolore». Le curepalliative sono una novità delle motivazioni della sentenza? «La Consulta le avevagià menzionate nell' ordinanza n. 207 del 2018. Ma ora devono essere garantite e loritengo un punto della massima importanza». Perché? «È un elemento di accordo

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molto ampio. Il Comitato nazionale per la bioetica nel suo recente parere sul suicidioassistito, che pur riportava opinioni differenziate, auspica in modo unanime ladiffusione delle cure palliative. Ma anche la Dichiarazione congiunta delle trereligioni abramitiche sulle questioni di fine vita, che abbiamo firmato in ottobre inVaticano alla presenza di papa Francesco, afferma un comune impegno su questofronte. In Italia poi abbiamo la legge n. 38/2010, che è molto valida, ma ampiamenteinapplicata». Cosa si può fare per diffondere le cure palliative? «Il primo passo è ditipo culturale. Si tratta di promuovere una cultura della cura come stile di relazionecon gli altri». E la medicina? «Occorre passare dalla logica della prestazione e dellaguarigione a tutti i costi all' accompagnamento della persona malata in tutte le suedimensioni, senza fuggire il limite. Non sempre si può guarire, ma si può, anzi sideve, continuare a curare la persona e le relazioni in cui è inserita». Quali sono ipassi da compiere? «Il primo, secondo l' espressione di papa Francesco, è superarela "cultura dello scarto" e la "globalizzazione dell' indifferenza". Come Accademiaper la Vita abbiamo pubblicato un libro bianco che si rivolge ai diversi soggetti chepossono contribuire». Quali sono? «Operatori sanitari, universitari, politici, giornalistie altri. È cruciale l' impegno formativo nelle università, dove la medicina palliativaviene vista come scelta di ripiego, mentre richiede competenze e capacità moltoavanzate. Garantire l' accesso alle cure palliative è condizione importante perché ildibattito su questi temi possa svolgersi con serenità e senza la paura di sofferenzeche possono invece essere eliminate». Vede altri punti su cui insistere? «Farechiarezza sul no all' accanimento terapeutico o, meglio, all'"ostinazioneirragionevole" dei trattamenti». Ci spiega? «Bisogna affermare che è legittimo per ilpaziente non iniziare o sospendere i trattamenti quando, attraverso un adeguatodialogo con i medici (e i familiari), egli giudica che siano sproporzionati. In questocaso non si intende procurare la morte, ma si riconosce di non poterla impedire(come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2278). I Comitati etici, menzionatidalla Consulta, possono essere di aiuto in questo dialogo». Quindi una Sentenzatotalmente positiva o vede anche delle difficoltà? «Il rischio che si percorranoscorciatoie e diminuisca l' impegno nel prendersi cura della vita umana là dove è piùfragile. Ritengo sia un errore pensare che la scelta di togliersi la vita riguardi solo chila compie». E per il mondo della sanità? «Per la medicina c' è il rischio che siasnaturato l' oggetto stesso su cui verte, che consiste nei trattamenti dasomministrare per far fronte alla malattia e non la vita stessa. Nel caso del suicidioassistito, invece, è proprio sulla vita che si decide, per di più con l' obiettivo disopprimerla. Inoltre, nella sentenza non è chiaramente riconoscibile la differenza tra

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suicidio assistito ed eutanasia: rimangono indefiniti chi somministra il farmaco letalee come. Infine, collegando i comportamenti non punibili alla Legge 219, per cui tutti itrattamenti sono rifiutabili, ci si riferisce a condizioni molto meno restrittive di quellestabilite dalla Consulta. Occorre fare attenzione al possibile ampliarsi di questoperimetro». La versione integrale dell' intervista su www.vaticaninsider.it - ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 23 EAV: € 16.521Lettori: 292.828

Aids, è ancora allarme: troppe diagnosi tardive

IL FOCUS È un mostro che conosciamoormai da 40 anni e che non abbiamoancora imparato a curare. Eppure,ancora oggi di Aids ci si ammala, anchenel nostro Paese, e su questa malattiacontinuano a circolare vecchi e pericolosipregiudizi. I casi sono certamente dimeno rispetto al passato, ma ancoratroppi per non preoccuparsene. Perquesto la Giornata mondiale contro l'Aids, che si celebra la prossimadomenica, potrà anche quest' annodiventare l' occasione per puntare iriflettori su una malattia che non è maiscomparsa, ma che anzi torna aminacciare seriamente i più giovani,meno attenti a proteggersi nei rapportisessuali e sembrerebbe anche menopropensi a considerarsi a rischio.Secondo i dati dell' Istituto superiore di sanità (Iss), nel 2018 sono stati diagnosticati661 nuovi casi di Aids pari a un' incidenza di 1,1 nuovi casi per 100mila residenti. L'incidenza è in lieve diminuzione. Tuttavia, rimane costante negli ultimi anni laproporzione delle persone con una nuova diagnosi di Aids che scopre di essere Hivpositiva nei pochi mesi precedenti alla diagnosi di Aids. Perché per non arrivare adammalarsi di Aids è necessario tenere sotto controllo il virus dell' Hiv quando sirimane contagiati. È quindi fondamentale scoprire tempestivamente se si èsieropositivi. LA SITUAZIONE In Italia purtroppo le diagnosi sono molto spessotardive. Si stima che nel nostro paese ci siano 130mila persone con l' Hiv, di queste82mila in terapia antiretrovirale. Questo significa che ci sono 60mila persone che

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dovrebbero essere trattate e non lo sono, quindi possono trasmettere il virus. Nonconforta dunque il dato positivo relativo allo scorso anno, quello secondo il quale,per la prima volta, i contagi sono scesi sotto quota 3000, arrivando 2.847, pari a 4,7nuovi casi per 100mila residenti. Un progresso così importante rischia di essereannullato da un così ampio sommerso. Non solo. Viene anche minato dai dati,sempre più preoccupanti, che riguardano le fasce giovanili (in particolare quelle dai25 ai 29 anni d' età) che restano le più colpite con un calo di diagnosi meno evidentee, addirittura, una tendenza al rialzo, dal 2015, nella fascia d' età tra i 15 e i 24 anni.Tra i motivi principali di questo grave calo di attenzione, secondo gli esperti dellaSocietà italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), ci sarebbe una scarsacapacità di comunicare efficacemente il problema. «Il fatto che l' incidenza più altadi nuove diagnosi di Hiv continui a essere registrata tra i giovani adulti, di etàcompresa tra i 25 e i 29 anni, ci deve preoccupare», dice il viceministro della SalutePierpaolo Sileri. «Tra le nuove generazioni c' è una scarsa consapevolezza econoscenza del virus, di come si trasmetta e di cosa fare per difendersi dal rischio diinfezione. Molti confondono - continua - la prevenzione delle gravidanzeindesiderate, mediante l' uso della pillola contraccettiva, con la prevenzione Hiv edalle altre malattie che si possono prendere durante un rapporto sessuale nonprotetto, contro cui l' unica arma davvero efficace è il profilattico». Addiritturacircola ancora la bufala secondo la quale l' Aids colpisca solo gli omosessuali. Unfalso mito, questo, smentito dagli esperti di Dottoremaeveroche, il sito dellaFederazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo)contro le fake news. È sufficiente - ribadiscono gli esperti - leggere i datiepidemiologici, secondo i quali solo quattro casi di nuove infezioni su dieciriguardano gli omosessuali. Per questo c' è ancora bisogno di una Giornata mondialecontro l' Aids, un' occasione per educare i giovani alla prevenzione. Nel nostro paesec' è ad esempio la campagna di sensibilizzazione all' uso dei condom, Aids is notdead, lanciata da ContestaRockHair e Rufa - Rome University of Fine Arts incollaborazione con Lila (Lega italiana per la lotta contro l' Aids). È rivolta invece aigiovanissimi, gli studenti delle scuole medie superiori, la campagna Io&Freddie. Unaspecie di magia, che verrà presentata dal Centro studi delle professioni sanitarie perla giustizia Majorana oggi pomeriggio a Roma. L' iniziativa prevede, da gennaio amaggio, incontri di informazione e confronto con medici infettivologi, sociologi edistituzioni nelle scuole, al termine del quale sarà proiettato il cortometraggio cheporta lo stesso nome della campagna. Valentina Arcovio © RIPRODUZIONERISERVATA.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 35 EAV: € 7.731Lettori: 163.650

«I malati gravi triplicheranno da qui al 2050»MDL

L' INTERVISTA Il presidente Piovellalancia un appello alle mamme: «Fatecontrollare i vostri figli fin da neonati»Sono i primi 150 anni della «Soi», laSocietà Oftalmologica Italiana. Neparliamo con il presidente MatteoPiovella in occasione del congressotenutosi pochi giorni a Roma,coinvolgendo oltre 7mila oculisti.Professor Piovella, c' è da festeggiare unanniversario? «La Soi festeggia i 150anni. Vuol dire che la SocietàOftalmologica Italiana è da 150 anni chegarantisce le migliori cure, le piùavanzate terapie e strumentazioni alservizio dei pazienti». Numeri importanti«Sì. Vorrei aggiungere una cosa:permetteteci di continuare a farlo. Esupportateci affinché possiamo continuare a migliorarci. Questo è l' unico significatoche dobbiamo dare ai 150 anni della Soi». Ora parliamo di oculistica. Cos' è la cecitàevitabile? «Molto semplice. Oggi le persone pensano che diventare ciechi sia unacosa del passato. Ma è giusto dire che da qui al 2050 ci sarà un aumento di tre voltedelle persone che avranno problemi molto gravi di vista». Cosa si può farerealmente? «Tutti sanno che gli occhi hanno tantissime malattie. Purtroppo ci sonomalattie silenti, nel senso che noi continuiamo a fare test ma non servono a nulla.Tutto però si può gestire facendo dei controlli». Sono fruibili le cure con il sistemasanitario nazionale? «Gli Stati non ce la fanno con la Sanità. Non esiste nessunsostegno economico che garantisca tutto a tutti. Ma sono i politici che devonorisolvere questo. Non siamo noi oculisti a dover risolvere il problema. Però noi

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abbiamo il dovere di informare le persone: che ognuno di noi deve prendersi curadei propri occhi. Per questo Soi ha stilato un calendario da seguire». Vediamolo neldettaglio? «Serve prevenzione. Una visita entro i primi tre anni di età, il primo giornodi scuola, a 12 anni. Dai 40 ai sessant' anni ogni due anni e dopo i sessanta unavolta l' anno. Chi ha subito un intervento oculistico deve anche lui controllarsi unavolta l' anno. Non è difficile. Basta poco». Quali controlli affrontare? «Cose semplici.Basta veramente poco. Fate le visite oculistiche. Perché vi salva la vita. E nondimenticate che l' 83% delle relazioni esterne nella vita passa dagli occhi. Quindiuna persona che non ci vede parte con una penalizzazione dell' 83 per cento». Qualè la sua indicazione alle neomamme? «La visita alla nascita di un figlio dovrebbeessere un automatismo. Occupiamoci delle mamme che sono le più attente almondo per i propri bambini». Un' altra domanda sulle malattie dell' occhio: ilglaucoma «Sono noioso, il problema è che il glaucoma deve essere seguito da unmedico. E basta con questi autocontrolli attraverso il web. Siamo arrivati a dire che ilglaucoma è qualcosa di pericoloso, ma basta con il fai-da-te. La maggior parte deipazienti hanno la malattia perché da anni non si sono fatti controllare. E per anni lamalattia a poco a poco ha rubato la loro vista. È il ladro silenzioso della vista». Letecnologie aiutano? «Oggi abbiamo tecnologie invidiabili. Strumenti che quando misono laureato io sembravano portarci sulla Luna. Ma per utilizzarli è necessario checi sia una visita medica. Usiamo questi strumenti». Che cosa chiedete alleistituzioninell' ambito della cura delle patologie dell' occhio? «Non voglio chiederenulla. Ma penso che se ci troviamo in difficoltà è perché chi ha la responsabilità didecidere non ha la giusta competenza. Abbiamo una continua riduzione delle risorse.Noi di Soi abbiamo una storia lunga 150 anni e abbiamo fatto sempre bene.Permetteteci di continuare a farlo». MDL.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 24 EAV: € 14.007Lettori: 292.828

Come l' orologio sa registrare il mal di cuore

Alla Stanford University in California si èdeciso di verificare la validità dell' allertacardiaca segnalata dagli smartwatch Irisultati, dopo diversi controlli, si sonodimostrati attendibili TECNOLOGIAEvidenziare i segnali di una fibrillazioneatriale con un' applicazione del cellulare,anzi meglio, con uno smartwatch èpossibile? Questo è il quesito che si sonoposti Marco V. Perez ed i suoi colleghidella divisione di Medicinacardiovascolare della Stanford University(California) in collaborazione con i tecnicidella Apple, quando hanno progettato l'Apple Heart Study, uno studio congiuntopoi pubblicato dalla rivista scientificaNew England Journal of Medicine nelnumero di novembre 2019. Il lavoro èstato compiuto su un campione di 419mila persone sane che usavano l' Apple watch con l' applicazione per monitorare ilritmo cardiaco. Risultato: le allerte segnalate dai sani, dopo un super controllomedico e tecnico, si sono rivelate corrispondenti a reali movimenti del cuore. Non sisono presentati, per dirla in modo semplice, dei falsi positivi. È stata attestata, consuccesso, l' affidabilità del dispositivo. È chiaro, e questo viene ripetuto sia dairicercatori che dai costruttori dello smartwatch, che le persone con problemi cardiacinon posso affidare il monitoraggio unicamente all' orologio. La fibrillazione atriale èun' aritmia cardiaca molto frequente. In Italia colpisce circa lo 0.5%-1% dellapopolazione ed il numero è destinato a salire. La sua incidenza cresce con l' età.Relativamente bassa tra i giovani, riguarda invece il 4.8% della popolazione tra i 70

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e 79 anni e l' 8.8% tra gli 80 ed 89 anni. Ma l' esperienza quotidiana nei reparti dicardiologia ci dimostra che l' età si sta abbassando. Secondo stime dell' IstitutoSuperiore di Sanità in Italia 600.000 persone hanno la fibrillazione atriale e negliultimi venti anni si è osservato un incremento del 66% delle ospedalizzazioni dovutealla malattia. I COSTI Il disturbo è diventato un problema di sanità pubblica perchénotevolmente costoso. Se il problema non è diagnosticato in temp può generarescompenso cardiaco o ictus. E la diagnosi, non è sempre così semplice. Ancheperché nelle prime fasi di questa patologia, gli attacchi di fibrillazione possonoessere di breve durata e terminare spontaneamente dopo aver magari causato dannicerebrali. Un importante studio internazionale sull' Ictus criptogenetico ( di cui cioènon si trova la causa) coordinato da Tommaso Sanna del Policlinico Gemelli epubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2014, ha dimostrato che unamonitorizzazione per lungo tempo del ritmo cardiaco permetteva di attribuire l' ictusad una fibrillazione atriale misconosciuta in una notevole percentuale deicasi.Proprio da questo lavoro è partito l' Apple Heart Study che è durato circa ottomesi. Nei casi in cui l' orologio evidenziava una irregolarità del battito o addiritturauna fibrillazione atriale, veniva immediatamente effettuato un colloquio medico adistanza e successivamente l' esito di questo veniva inviato al paziente undispositivo che permetteva di monitorare l' eletteocardiogramma per almeno unasettimana. L' AVVISO Di tutti i partecipanti 2161 ha ricevuto dal dispositivo un avvisodi irregolarità di battito. Si trattava di persone anziane, soprattutto maschi e con piùfattori di rischio. Come il diabete o l' ipertensione. La ricerca ha comportato diversicontrolli incrociati. In conclusione, lo smartwatch può essere un valido strumento permetterci in allarme. Ma poi ci si deve rivolgere subito al medico. Antonio G.RebuzziDirettore Cardiologia intensiva Policlinico Gemelli Università Cattolica Roma ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 44 EAV: € 16.624Lettori: 292.828

Esce dall' ospedale e muore «Ora diteci cosa è successo»

Giuseppe è stato dimesso dal Cristo ReLa madre: «Soffriva solo di una gastrite»Anche le quattro sorelle non si dannopace: «Non vorremmo fosse malasanità»IL COLLOQUIO Al sesto piano di unapalazzina in via Bernardo da Bibbienaquartiere Primavalle a pochi metri dall'edificio dove morirono i fratelli Mattei, lasignora Concetta appoggia le mani sultavolo del soggiorno e dice: «Nessuno miridarà mai Giuseppe ma voglio tantocapire se c' è stato un errore nelladiagnosi o se i medici non c' entranonulla e lui è morto perché doveva andarecosì». Negligenza o fatalità? Confinitroppo distanti e nessuna certezza perpoter prendere una posizione. E lei,questa donna che lunedì notte ha visto ilfiglio morire sul pavimento delsoggiorno, aspetta solo di capire quale strada prendere per poter poi salutare per l'ultima volta il suo primogenito. È circondata dall' affetto delle altre quattro figlie cheaspettano l' esito dell' autopsia (in programma oggi all' ospedale Gemelli per voleredella Procura che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo) sul corpodi Giuseppe Mura, 54 anni, morto nella notte tra domenica e lunedì scorsi dopo esserstato dimesso dal pronto soccorso dell' ospedale Cristo Re. Cosa è accaduto? «Giàdal pomeriggio di domenica racconta mamma Concetta mio figlio aveva accusatodolori allo stomaco, all' addome, che non passavano. Non ha mai sofferto di nullafatto salvo una gastrite che si trascinava da qualche tempo e che era provocataforse dallo stress e da una dermatite che stava curando». Sono circa le 19 di

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domenica e Giuseppe, che passa molto tempo a casa della madre per accudirla dopol' infarto che l' ha colpita, non riesce neanche a bere dell' acqua. Con lui c' è anche ilfiglio, diciassettenne. Alla fine decide di andare in ospedale perché «quei crampiprosegue la madre non gli davano tregua». Passa un' altra ora e alla fine il 54ennevarca l' ingresso del pronto soccorso del Cristo Re. «È tornato a casa poco dopo lamezzanotte prosegue la madre mi ha detto che si sentiva un po' meglio, che i medicigli avevano detto che se voleva, poteva anche mangiare e lui aveva fame per cui haspizzicato qualcosa che avevo lasciato in cucina ma nella notte si è sentitonuovamente male». Non è escluso che i medici abbiano creduto che Mura avesse incorso un infarto senza valutare altre ipotesi, come, ad esempio, un aneurisma dell'aorta addominale. I SOCCORSI Fino a che intorno alle 5 del mattino Giuseppe si èalzato dal letto, ha urlato, ha chiesto aiuto, la madre Concetta ha chiamato l' excognata che le abita di fronte. «Sono stata io a toccarlo in viso mentre era caduto interra aggiunge la zia per provare a rianimarlo, ho visto che gli si gonfiava la vena sulcollo e poi con gli occhi sbarrati ha esalato un ultimo respiro». Tutta la famiglia èriunita in questo piccolo appartamento alla periferia di Roma. «Siamo cresciuti quiaggiunge la sorella di Giuseppe, Cristina vogliamo capire cosa è successo econfidiamo che non si sia trattato di un errore medico, di una leggerezza perché pernoi sarebbe uno strazio: sapere che forse Giuseppe si sarebbe potuto salvare invecedi morire in questo modo». Alto, allegro, solo lo scorso 14 novembre Giuseppe avevafesteggiato il suo compleanno a casa della madre. «Non la voleva fare affaticare incucina spiega ancora la sorella e così aveva portato la pizza per tutti». La sua,ricordano i parenti, è stata una vita «normale» ma non per questo «scontata». «MIMANCHI PAPÀ» Dopo il lavoro per una ditta di pulizie di Ciampino, dove eraimpiegato da ormai trent' anni, Giuseppe passava il suo tempo libero con il figlioancora adolescente che proprio ieri su Facebook ha scritto un post che ha strappatovia altre lacrime. «Ciao papà i momenti più belli della mia vita li ho passati con te ele cose che abbiamo fatto insieme non le farò mai con nessuno... mi manchi perchénon te lo meritavi sia perché non avevi fatto niente di male sia perché in Italia anessuno frega niente del prossimo». La famiglia di Giuseppe non punta il dito e nonaccusa. «Non abbiamo sporto denuncia conclude la sorella Cristina perché ci hapensato la polizia, ora attendiamo solo di capire perché Giuseppe è morto esperiamo davvero di non dover fare i conti con un caso di malasanità». CamillaMozzetti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/11/2019 La Nazione

Argomento: Sanità nazionale

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Il ministro Speranza: «Il 118 è una risorsa preziosa e vacurata»

2«Credo che il 118 sia una risorsapreziosa del nostro Paese. Le risorsepreziose del Paese vanno curate conattenzione e credo che dobbiamolavorare per questo. E' oggetto di unariflessione in corso» ha detto il ministrodella Salute, Roberto Speranza,intervenuto a Firenze in occasione delForum Risk Management rispondendosulla la possibilità di un potenziamentolegislativo del 118.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

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La «Soi» guarda più lontano E salva la vista agli italianiMichele Di Lollo

L' APPUNTAMENTO A ROMA Il 99°congresso della Società Oftalmologicaitaliana Visite specialistiche cruciali perprevenire le malattie Michele Di LolloGuardare lontano non è un sogno. È undiritto. Di questo e di molto altro si èparlato dal 20 al 23 novembre 2019 al99esimo congresso «Soi« a Roma. LaSocietà Oftalmologica Italiana, la «Soi»,ha aperto uno spazio in cui poterdibattere e confrontarsi. In unabellissima cornice, nella capitale, pressoil Rome Cavalieri Waldorf Astoria Resort,migliaia di oculisti si sono datiappuntamento per discutere deimaggiori temi che riguardano lacategoria. A presiedere gli incontri, ilprofessor Matteo Piovella che della «Soi»è appunto presidente. Dai dibattiti emergono elementi importanti soprattutto per ipazienti, perché, come dice il professore, disporre di una buona vista èstraordinariamente importante per tutti noi. Esistono malattie come glaucoma,cataratta e degenerazione maculare che devono essere curate perfettamente pernon portare alla cecità. Prendiamo le maculopatie. Sono un gruppo di malattiecroniche che colpiscono la macula, ossia la parte centrale e nobile della retina doveè massima la concentrazione dei coni, i fotorecettori (cellule nervose) specializzatiper la visione dei dettagli. È questa zona che consente di leggere, guidare,riconoscere i volti e i colori. La degenerazione maculare senile è una delle patologieprincipali che interessano la macula. Questa patologia determina unacompromissione della visione centrale che può essere più o meno grave, mentre la

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visione periferica o laterale viene conservata. Solitamente la patologia insorge moltolentamente e nelle fasi iniziali i sintomi sono modesti. È una malattia che insorgedopo i cinquant' anni con un' incidenza che cresce con l' avanzare dell' età e nelmondo occidentale rappresenta la principale causa di cecità legale e di ipovisionenei soggetti con più di 65 anni. In Italia, secondo stime recenti, circa un milione dipersone presenta i primi segni di degenerazione maculare legata all' età. Di queste,si calcola che circa 260mila siano affette dalla forma neovascolare o umida. Ognianno si registrano 20mila nuovi casi. La Società Oftalmologica Italiana si batte daanni per diffondere tra i cittadini il concetto che sottoporsi a una visita medicaspecialistica salva la vita. Molte persone infatti si stupiscono che al giorno d' oggi sipossa ancora perdere la vista, come se la cecità fosse una tragica eventualità delpassato, ormai dimenticata. Mentre i dati in possesso dimostrano il contrario. Amoderare l' appuntamento Livia Azzariti, conduttrice televisiva e medico. A tenerebanco Piovella che afferma: «Gli oculisti sono fondamentali. La cultura dell' occhio èstata un po' messa da parte, almeno fino a oggi. Quando studiavo io la materia erafacoltativa. Pensate un po'. Soi oggi si impegna anche per questo. Salviamo lepersone. E abbiamo pari dignità con le altre professioni mediche. Abbiamo unagrande storia. Salviamo la vista a oltre un milione di persone l' anno». Migliaia lepresenze nella tre giorni. E soddisfatto il presidente Piovella per l' andamento dellegiornate con un programma di grande interesse come la presentazione degliaggiornamenti delle linee guida sulla chirurgia della cataratta e la sessione sullagestione e il controllo della pressione intraoculare nei pazienti affetti da glaucoma.Si è parlato di terapie intravitreali e di tutte le problematiche connesse. Si è dettoche oggi settemila medici oculisti salvano la vista a un milione e trecentomilapersone l' anno. E questo numero deve essere un punto di partenza e non di arrivo.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 34 EAV: € 8.346Lettori: 163.650

La visita dall' urologo? Anche per l' uomo la regola èprevenire

Viviana Persiani

LE PATOLOGIE DELL' APPARATO URO-GENITALE Ogni anno diagnosticati450mila tumori prostatici. I dispositivi diBoston Scientific Viviana Persiani Laparola d' ordine è prevenzione. Lacampagna dedicata alla salute maschilee alle patologie dell' apparato uro-genitale, sostenuta anche da BostonScientific, società impegnata nellosviluppo, produzione e distribuzione didispositivi biomedicali, ne è la prova. Ladivisione Urology and Pelvic Health dell'azienda, che segue, fra le altre areeterapeutiche, i problemi correlati altumore alla prostata e l' intero percorsoterapeutico di questa patologia - dalladiagnosi al post-intervento -, ha messo apunto dispositivi biomedicali ad altainnovazione per garantire la qualità della vita a coloro che abbiano subito l'asportazione di ghiandole e tessuti dell' apparato genitale. Ad oggi, le patologiemaschili più diffuse sono il carcinoma della prostata, l' iperplasia prostatica benigna,l' incontinenza urinaria e la disfunzione erettile. Per questo, la divisione hasostenuto, anche nel 2019, il mese di prevenzione della salute maschile. Gli europeihanno scarsa conoscenza delle malattie dell' apparato urologico e ne sottovalutano isintomi e i segnali di possibili patologie. E gli esperti ricordano come anche l'alimentazione corretta, l' attività fisica e l' abolizione di fumo e di alcol, siano ipilastri della prevenzione primaria. Anche per l' uomo, la nutrizione è un fattoreprotettivo da varie malattie, come quelle cardiovascolari, il diabete e i tumori.

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Occorre mantenere un indice di massa corporea minore di 30. Attenzione, quindi, aigrassi saturi, al sale e al colesterolo: il girovita fa presto ad aumentare a causa dellaformazione di grasso addominale o viscerale, dando vita a un vero e proprio organoendocrino che interviene nella produzione di stati infiammatori. Il dottor AlbertoTagliabue, Responsabile Uos - Unità Operativa Semplice, Neurourologia dell'Ospedale di Magenta, spiega quanto sia importante una diagnosi precoce dellamalattia prostatica, ricordando che il tumore alla prostata viene diagnosticato ognianno a 450mila uomini europei. «Purtroppo, non è possibile uno screening di massaperché la valutazione del Psa (Antigene Prostatico Specifico) non è un parametrosufficiente. Sicuramente, il dosaggio dell' Antigene Prostatico è importante per chiha un' età compresa tra i 40 e i 50 anni, purché con fattori di rischio quali lafamiliarità. Dopodiché, l' esplorazione rettale è indispensabile; se si manifesta ilsospetto, si procede anche attraverso biopsie prostatiche o risonanze. In caso dipositività, si attua la terapia che non sarà mai uguale a un' altra, ma personalizzatae condizionata dalla classe di rischio, dall' età del paziente e dalla presenza di co-morbilità. Di certo, non esiste una terapia uguale per tutti: quando il paziente sirivolge al proprio medico, deve poter parlare e illustrare tutti i problemi che vive. Asua volta, il medico deve spiegare con franchezza se e quando si evidenzinosituazioni problematiche e quali siano i percorsi terapeutici da affrontare». Oggi, perfronteggiare le patologie maschili, si ricorre anche a dispositivi biomedicali chepossono contribuire concretamente a recuperare funzioni vitali e una buona qualitàdi vita. Pensiamo, per esempio, al problema dell' incontinenza urinaria (ne soffrono,in Italia, oltre 2 milioni di uomini) e a quanto sia più complesso, ad esempio,ripristinare il pieno controllo vescicale dopo interventi chirurgici come laprostatectomia. Per questo, sono oggi disponibili dispositivi biomedicali quali glisfinteri urinari artificiali. Realizzati in maniera da riprodurre integralmente gli organinaturali, i dispositivi vengono impiantati all' interno del corpo, consentendo diripristinare appieno le funzioni vitali.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 25 EAV: € 31.285Lettori: 725.830

Leslie, il papà che lotta per portare in Irlanda i test del Dnaai neonati

Adriana Bazzi

La malattia rara dei 2 figli: uno è curatograzie a Telethon Il nome Ciaran, inlingua gaelica, significa: «Il piccolo daicapelli scuri». Ma lui, Ciaran Martin, unbambino irlandese di cinque anni emezzo, i capelli neri non li ha; però haaltro da raccontare al mondo. È nato conuna malattia terribile, genetica, rara, checorrode i nervi e il cervello: si chiamaleucodistrofia metacromatica. «È lapeggiore malattia che possa capitare aun genitore. È un inferno», ci dice Leslie,il suo papà. Il piccolo la stacombattendo, grazie ai medici del SanRaffaele Telethon Tiget di Milano, gliunici al mondo capaci di arginare, con untrapianto di geni, quell' accumulo disostanze tossiche che tolgono la vita. Egrazie a un padre coraggioso e determinato che lotta non solo per lui, ma anche perassicurare a tutti i bambini, che nascono in Irlanda, quei test genetici capaci discoprire alla nascita queste rare malattie (replicando il modello italiano dove questeanalisi neonatali ne identificano almeno una quarantina) e di consentire, dove èpossibile, una cura in tempi rapidi. Perché Ciaran ha un fratellino più grande, Cajal,meno fortunato di lui, se così si può dire. «Cajal è venuto al mondo senza problemi -continua Leslie al telefono dall' Irlanda -. A un anno ha cominciato a parlare e amuoversi. Ma sul pavimento non gattonava: si spostava da seduto. C' era qualcosache non andava e due giorni prima del Natale del 2016 è arrivata la diagnosi:leucodistrofia metacromatica». Per lui una diagnosi terribile, per il fratellino più

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piccolo, Ciaran, all' epoca di appena nove mesi, un segnale di allarme e un'opportunità per salvarsi. Il nome Cajal, in gaelico, significa : «Dono di Dio». «Io e miamoglie Linda avevamo una probabilità su quattro di trasmettere quel difettogenetico ai nostri figli - dice Leslie -. Abbiamo fatto il test a Ciaran: era positivo,anche se non presentava sintomi. Però poteva essere curato. I medici del SanRaffaele, chiamati dai colleghi irlandesi, ci hanno subito suggerito di prendere ilprimo aereo per Milano. E noi siamo partiti». L' Istituto Telethon Tiget è il primo almondo ad avere messo a punto una cura genetica per alcune di queste malattie rare(cinque in tutto, al momento). «La terapia genetica della leucodistrofiametacromatica, dovuta al difetto di un gene che elimina certe sostanze tossiche dell'organismo, consiste nel prelevare cellule staminali del piccolo paziente, nell'infettarle con un virus capace di veicolare il gene sano all' interno delle cellule e poidi reinfonderle nel paziente stesso - spiega Alessandro Aiuti, vicedirettore del SanRaffaele Telethon per la terapia genica -. Queste cellule sono in grado di produrre l'enzima giusto e di controllare la malattia». Ciaran oggi sta abbastanza bene, ma hadavanti un futuro non facile. Cajal è in fin di vita. Il senatore David Norris haannunciato la costituzione di una commissione per gli screening in Irlanda, inparticolare per quelli neonatali. Leslie sta vincendo la sua battaglia.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 27 EAV: € 17.142Lettori: 418.324

Marcorè porta i libri in ospedale "La lettura è terapeutica"FRANCA CASSINE

torino franca cassine torino Bastano solo6 minuti con gli occhi su un romanzo e ilbattito cardiaco inizia a rallentare, imuscoli si rilassano e lo stress si riduce.Ad affermarlo sono serissime ricerchescientifiche, tra cui quella condotta daldottor Lewis dell' Università del Sussex.Leggere fa bene a se stessi, dunque, mapure agli altri, soprattutto se lo si fa adalta voce. Dimostrazione concreta è«Leggere dappertutto», il progetto dellaFondazione Circolo dei Lettori di Torinoche, con una serie di iniziative diresponsabilità sociale, coinvolge chirimane ai margini. Grazie a un esercitodi volontari per la lettura, luoghi qualiospedali, case di riposo e carceri, sianimano di voci e storie. «Spesso sidiscute del fatto che in quest' epoca le persone si ritrovano sempre più isolate - diceNeri Marcorè -. Questo vale sia per i giovani che per gli anziani, e se i ragazzivincono la timidezza o la solitudine con la tecnologia, il rischio di andare verso unasorta di emarginazione esiste. Quindi, qualsiasi occasione per poter stare insieme ecomunicare ci fa sentire più vivi e umani. La lettura è uno di quei canali attraverso iquali si può pensare di essere meno soli». L' attore marchigiano è stato coinvolto nelprogetto in qualità di formatore dei volontari e ha pure fatto un' irresistibileperformance all' interno del Presidio Sanitario San Camillo di Torino facendodivertire i degenti. Duecento uomini e donne Un percorso articolato quello di«Leggere dappertutto» che passa dalla formazione dei volontari strutturata in lezionitenute da professionisti. Duecento gli uomini e le donne che si sono resi disponibili

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in qualità di lettori. «Queste persone oltre a svolgere un' opera meritoria sonoparecchio preparate - prosegue l' attore -. Leggono bene, con ritmo giusto, le sceltesulle pagine da proporre sono ben ponderate, tra romanzi e poesie. Penso svolganoottimamente il loro compito e credo che chi riceve questo dono lo possaapprezzare». I volontari sono molto attivi, in maggioranza sono donne, hanno un' etàche va dai 20 fino a superare gli 80 anni. Umberto Maccioni è uno di loro: a gennaiocompirà 90 anni e possiede una perfetta capacità interpretativa, un' innata simpatiae un' incredibile vitalità, quasi una cartina di tornasole del fatto che leggere facciabene alla mente e al fisico. «Credo che la lettura sia fortemente terapeutica -conclude Marcorè -. Nel caso di "Leggere dappertutto" è quasi un pretesto percreare una sinapsi tra le persone. Poi c' è il valore intrinseco dalla lettura in sé, ma l'aspetto fondamentale è il passare attraverso l' incontro, la comunicazione umana, equando c' è empatia si può fare qualsiasi cosa». - © RIPRODUZIONE RISERVATA NeriMarcorè, marchigiano, 53 anni, è attore, doppiatore, conduttore tv, imitatore,comico e cantante L' attore ha formato i volontari del progetto della FondazioneCircolo dei Lettori, che raccontano storie in nosocomi e carceri.

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 37 EAV: € 8.047Lettori: 163.650

Stop danni da tabacco grazie a innovazione e ricercascientifica

LA FOTOGRAFIA SCATTATA AL SUMMIT DILONDRA Il ministero della Salutebritannico: «Le e-cig abbattono i fumidella combustione» Da sempre il mondodel tabacco suscita amore (nei fumatori)e odio (nei non fumatori). Sentimentinegativi sorgono invece puntualmentesia in chi non fuma, sia in chi invece lofa, pensando agli effetti del fumo sullasalute. Ormai da molti anni sono stateinfatti raccolte e rese note evidenzeinoppugnabili dell' impatto dannoso sullasalute derivante dall' inalazione, attiva opassiva, del fumo prodotto dallacombustione delle sigarette. Un aspettoche sembrerebbe essere stato quasi deltutto eliminato con l' avvento dellesigarette elettroniche (o e-cig), almenosecondo le stime di Public Health of England (Phe), organo del Ministero della Salutedel Regno Unito (Uk) che ha recentemente ribadito la posizione secondo cui «lesigarette elettroniche sarebbero meno dannose di almeno il 95% rispetto allesigarette tradizionali». Ma quante persone sanno che cosa si intende esattamentecon il termine «sigaretta elettronica»? In realtà si tratta esclusivamente deicosiddetti prodotti da vaping, vaporizzatori di liquidi del tutto privi di tabacco,contenenti nicotina o senza, con o senza aromi. Da non confondere con i prodotti atabacco scaldato, anch' essi privi di combustione e anch' essi definiti «a potenzialerischio ridotto», ma pur sempre prodotti del tabacco. La diffusione di questeinnovative categorie di prodotti ha aggiunto nuovi elementi al dibattito sul fumo e

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sulla riduzione del danno che vede il coinvolgimento di svariati attori, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità ai ministeri della salute, dalle societàscientifiche a medici, professionisti della salute pubblica, psicologi e media. Forse èarrivato il momento di cercare di fare più chiarezza, in una società in cui si tendespesso a cavalcare le notizie più eclatanti (di solito negative) per fare audience, enon scarseggiano le fake news. Anche di questo si è, infatti, discusso all' E-cigaretteSummit: Scienza, Regolamentazione e Salute Pubblica che si è tenuto a metànovembre a Londra. Tra i temi al centro del dibattito, il clamore mediatico suscitatodai recenti ricoveri e decessi negli Usa per delle gravi patologie polmonariapparentemente legate al vaping. Gli esperti sono apparsi concordi sul fatto che ilproblema non sia però il consumo delle e-cig in sé, ma il loro uso improprio. Ineffetti, sia la Fda che il Center for Disease Control and Prevention statunitensisembrano aver individuato in prodotti e liquidi acquistati in strada e in miscele fai date, contenenti oli alla Thc e vitamina E acetato, l' origine di questi tragici eventi.Inoltre quello Usa è un mercato non regolamentato, a differenza di quello europeo eUk in cui vige uno stringente sistema di controlli a monte su fabbricanti eimportatori, con l' obbligo di notificare alle autorità informazioni dettagliate suingredienti, emissioni e dati tossicologici, proprio per scongiurare potenziali rischiper la salute pubblica: in Europa e Uk, effettivamente, non si è mai verificato un casosimile. Nel corso del summit si è andato poi delineando un «modello Uk»: «NelRegno Unito abbiamo dimostrato che le e-cig funzionano nell' aiutare i fumatori asmettere», ha dichiarato Simon Burns, ex ministro della Salute. «La sfida delGoverno negli ultimi anni è stata quella di ridurre il numero dei fumatori. Da quandosi è scelto di usare le e-cig quale strumento alternativo, come supporto perabbandonare le sigarette, la percentuale di fumatori è in costante calo». Un esempioMade in Uk che potrebbe rappresentare uno spunto anche per altri Paesi?

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27/11/2019

Argomento: Sanità nazionale

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Tumore al seno, test e nuove cure se nella diagnosi ci sonometastasi

LA TERAPIA Fino a qualche anno fascoprire di avere un tumore al seno infase metastatica equivaleva ad una verascommessa sull' esito delle cure. Oggi,grazie a equilibrate (e spessopersonalizzate) strategie terapeutiche enuovi farmaci, non è più così. Per le5.300 donne italiane che nel 2019 hannoricevuto una diagnosi di tumore del senogià in fase avanzata, esistono, infatti,nuove possibilità di cura e la possibilitàdi vincere la battaglia contro il cancro. L'INCONTRO Il carcinoma mammariometastatico è diventato una malattiatrattabile. Un malato su 4 è vivo a 5 annidalla diagnosi. I nuovi percorsi di curasono stati al centro della sesta edizionedell' International Meeting on New Drugsand NewInsights in Breast Cancer, unodei più importanti congressi internazionali sul tumore al seno ospitato dall' IstitutoNazionale Tumori Regina Elena di Roma. Hanno partecipato alcuni tra i più grandiricercatori del mondo.«In Italia vivono circa 815 mila donne dopo la diagnosi dellamalattia spiega Francesco Cognetti, direttore di Oncologia Medica del Regina Elena epresidente del Congresso - Oggi abbiamo molte armi a disposizione, dallachemioterapia all' ormonoterapia alle terapie target fino all' immunoterapia. Tutte lepazienti devono però essere trattate nelle Breast Unit, nei centri totalmente dedicatialla cura del cancro al seno. Qui, infatti, è più alta l' adesione alle linee guida,migliore l' esperienza degli specialisti ed è garantito uno studio della paziente dal

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punto di vistamultidisciplinare». Ma la novità che potrebbe cambiare il futuro dellamedicina oncologica e il destino di milioni di donne, l' hanno dimostrata numerosistudi scientifici: la validità dei test genomici, esami in grado di orientare la scelta deltipo di terapia da adottare, con la possibilità, in circa il 40% delle pazienti, di evitaretrattamenti chemioterapici particolarmente pesanti da sopportare. LADISPONIBILITA' «Purtroppo però questi test sono disponibili e rimborsabili solo inLombardia - ricorda Cognetti - quindi, questa opportunità, è di fatto negata a molte».La classica chemio resta un' arma fondamentale. «Se la malattia è in stadio iniziale-aggiunge Alessandra Fabi, oncologia dell' Istituto Nazionale Tumori Regina Elena -lastrategia terapeutica può prevedere una combinazione di chirurgia, terapiafarmacologica e radioterapia». Il tumore, ormai è chiaro, è una malattia complessache non colpisce solo il corpo ma anche la psiche. Troppo spesso la paura paralizza.Condizione che non aiuta la paziente a curarsi con fiducia e tranquillità. «Nonostantele alte percentuali di guarigione si tratta di una patologia che spaventa - sottolineaCecilia Nisticò dell' Oncologia Istituto Nazionale Tumori Regina Elena- Le donnevedono improvvisamente la loro vita stravolta e il corpo trasformarsi. Il compito dell'oncologo non è semplice perché oltre a dovere individuare la cura migliore deveessere in grado di sostenere e accompagnare la paziente, con determinazione, in unpercorso non sempre facile senza mai perdere di vista il traguardo finale che èvivere». IL RITARDO La salvezza delle donne coincide sempre più spesso con unadiagnosi precoce ma le chances non mancano anche a quante arrivano alla diagnosiin ritardo. A loro disposizione non più solo la chemio ma la chirurgia conservativa, lechemioterapie combinate, le terapie ormonali e i farmaci biologici. La strategiavincente per combattere il big killer sembra andare in un' unica direzione: quella diterapie personalizzate e tarate sulle caratteristiche specifiche delle pazienti. BarbaraCarbone © RIPRODUZIONE RISERVATA.