VILLA BASILICA 24-11-2019

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VILLA BASILICA 24-11-2019 "3 A Corri ai piedi della Rocca" Ancora pioggia sulle marce del Trofeo Lucchese... Dopo il sa- bato e la successiva nottata da diluvio uni- versale, stamattina tor- niamo a Villa Basilica. Non sono stati molto fortunati i nostri amici, che hanno voluto spo- stare il loro appunta- mento di fine dicembre, anticipandosi nel ca- lendario podistico di un mese. E se speravano di avere una giornata migliore, sono stati purtroppo ancora delusi da un meteo, che da un lungo periodo perseguita non solo le nostre marce, ma sta provocando grandi danni nell'intera nostra penisola. La passione del- la corsa e per le scar- pinate nei nostri bei ter- ritori però è più forte delle avversità del cli- ma. Così ogni domeni- ca è attesa quasi con ansia per rinnovare il piacere di incontrare nuovamente gli amici che condividono questa passione e di ci- mentarsi in una nuova prova... E non importa se non ci saranno vinti o vincitori. La marcia non è una competizione agonistica e la vera vittoria sarà ancora una volta aver messo alla prova noi stessi e le nostre capacità di potercela ancora fare... Ci siamo così ri- trovati presso le struttu- re delle scuole comuna- li, per condividere con gli amici di Villa questa giornata, che il gruppo A. S. D. Villa Basilica RUNNERS hanno

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VILLA BASILICA 24-11-2019 "3A Corri ai piedi della Rocca"

Ancora pioggia sulle marce del Trofeo Lucchese... Dopo il sa-bato e la successiva nottata da diluvio uni-versale, stamattina tor-niamo a Villa Basilica. Non sono stati molto fortunati i nostri amici, che hanno voluto spo-stare il loro appunta-mento di fine dicembre, anticipandosi nel ca-

lendario podistico di un mese. E se speravano di avere una giornata migliore, sono stati purtroppo ancora delusi da un meteo, che da un lungo periodo perseguita non

solo le nostre marce, ma sta provocando grandi danni nell'intera nostra penisola. La passione del-la corsa e per le scar-pinate nei nostri bei ter-ritori però è più forte delle avversità del cli-ma. Così ogni domeni-ca è attesa quasi con ansia per rinnovare il

piacere di incontrare nuovamente gli amici che condividono questa passione e di ci-mentarsi in una nuova prova... E non importa se non ci saranno vinti o vincitori. La marcia non è una competizione agonistica e la vera vittoria sarà ancora una volta

aver messo alla prova noi stessi e le nostre capacità di potercela ancora fare... Ci siamo così ri-trovati presso le struttu-re delle scuole comuna-li, per condividere con gli amici di Villa questa giornata, che il gruppo A. S. D. Villa Basilica RUNNERS hanno

organizzato in occasio-ne del 53° appunta-mento in calendario per il Trofeo Podistico Luc-chese. I percorsi predi-sposti sono di 3-5-10-15 km per venire incon-tro alle diverse possibi-lità dei podisti e propo-nendoli nel magnifico scenario delle colline che costeggiano la val-le attorno a questo paese. Villa Basilica paese di circa 1500 abitanti è capoluogo comunale e amministra diversi piccoli paesi del circondario, prospicienti la vallata della Pescia minore. Il pae-se situato a circa 330 m. sul livello del mare, si estende con la sua borgata ed il suo castello alle pendici dell’altopiano delle Piz-zorne, vicino a Collodi di Pinocchio. Il borgo è un agglomerato di case che creano vicoli e piazzette di struttura medioevale, dove senti essere passata la sto-ria. E non è difficile ca-pirlo se si ha il coraggio di arrampicarsi fino alla Rocca, che, posta in al-to a guardia del territorio, offre un ampio sguardo sulla valle e sul paese. Ed è proprio il tema della marcia odierna il correre ai piedi della Rocca, un modo per conoscere la realtà di Villa basilica e del suo territorio, condividendo la passione per l'esercizio fisico. E scrutando il cielo con sospetto, anche oggi la marcia parte attraversando la porta della vecchia cin-ta muraria, per comin-ciare a scendere lungo la stradina che condu-ce a Guzzano, terra di spade. Tra queste col-line, grazie alla prezio-sa risorsa dell’acqua dei torrenti, che alimen-tava con la forza mec-canica le fucine e l'ab-

bondanza del legname dei boschi per la forgia-tura, era infatti estre-mamente attiva e diffu-sa l’industria del ferro. In particolare, erano gli armaioli a dominare con la loro abilità, di-ventando il punto di ri-ferimento per eserciti e nobili casate, che qui trovavano le migliori

spade e altre lame da difesa. Questa maestria di fondere e lavorare il ferro grezzo, proveniente dall'Elba, dalla Garfagnana e da Pescia, tramandata nei secoli di padre in figlio, a partire dagli etruschi e dai liguri apuani, che abitavano queste vallate, rimase costante e divenne

eccellente fino alla fine del '500. Si dice che la qualità dell'acciaio non avesse niente da invi-diare alle altrettanto famose spade di Tole-do. Nel Medio Evo le spade, forgiate e affila-te dai maestri spadai di queste valli, furono tra le più ambite in Europa. Un importante acquirente fu il re di

Francia Francesco I di Valois, ma si ricorda che Cosimo de' Medici e successivamen-te anche Lorenzo il Magnifico, acquistavano regolarmente per se e per le loro armate queste spade preziose, firmate dai Nacchi e dagli Angeli. A Villa Basilica una delle famiglie che però si arricchì di più con questa attività fu la famiglia Biscotti. Esiste an-

cora in paese l'omoni-mo palazzo di questa antica casata che fu decorata con il titolo di nobile. Nello stemma di famiglia sono rappre-sentate appunto due spade incrociate, come pure nello stemma del Comune. All'epoca il pae-se era chiamato Villa

Battiferri e nel com-prensorio i nomi di strade e insediamenti ricordano quest'arte, come Guzzano, da a-guzzare, Distendino, da battere il ferro. L'attività degli armaioli sarà no-tevole fino alla fine del XVI secolo, quando ini-ziò una progressiva diminuzione produttiva a seguito della diffusione della polvere da sparo. Spade di pregio di origine villesi so-no esposte nei più importanti musei del mondo da Parigi a Madrid, Londra, New York e dove ancora oggi possiamo ammirarle. Ma alla fine del '500 la produzione delle ferriere e degli armaioli era divenuta talmente elevata che la Repubblica di Lucca dovette intervenire con una speciale legge a limitare il taglio e la di-struzione dei boschi di castagno, albero impor-tantissimo per l'alimen-tazione umana di allo-ra, il cui legno, o meglio il suo carbone, costitui-va la principale sorgen-te di energia per la fu-sione e la forgiatura degli acciai. Ci lasciamo pian piano alle spalle Guzzano scendendo prima tra i boschi e poi su strada asfaltata in una ripida discesa, che ci conduce sulla provinciale di fondo valle, la cosiddetta Via delle Cartiere, nella zona di Ponte a Villa, dove risiede l'area industriale. Anche di domenica le ciminiere immettono gran quanti-tà di vapor acqueo in atmosfera e non ces-sano la loro attività. Qui, grazie alla cospi-cua quantità di acque fornite dalla Pescia, ai bordi o direttamente nell'alveo del fiume, sorgono le moderne

cartiere più importanti dell'area. Mentre il percor-so segue la riva destra del torrente per risalire il versante della valle che porta in Fontalla, sotto di noi si stende il grande fabbricato della Cartiera di Ponte a Villa e poco più là le altre grandi aziende rimaste

sul territorio, che si susseguono su su fin verso la Biecina. Una realtà economica im-portantissima oggi quella della produzione della carta nel comprensorio comunale, che ha determinato nei secoli un rilevante benessere alle popolazioni locali. E si ha notizia delle prime cartiere lungo il percorso della Pescia minore fin dal '300, ma

quando nel '500 entra in crisi la lavorazione del ferro, queste costi-tuiranno un' importante alternativa nel quadro economico della valle. L'invenzione dei carat-teri da stampa, consen-tì volumi importanti di produzione di carta grazie anche all'intra-prendente editoria luc-chese.

La tecnica di produzione della carta a quel tempo avveniva in appositi mulini dove stracci di lana, cotone, seta venivano macerati nell'acqua fino a ridurli in polti-glia. Questa una volta lavorata e pressata in apposite forme, veniva stesa ad asciu-gare divenendo quindi carta, che avrebbe dato origine alle risme di fogli impiegati per

la scrittura o per la stampa. Ciò garantì be-nessere ai mulini ed al-la valle. Accanto alla carta si affiancò anche un fiorente commercio della seta ricavata dall' allevamento dei bachi, dal bozzolo dei quali si otteneva il pregevole filo, che si ordiva e si

tesseva nelle filande. E accanto al castagno si coltivò dunque anche il gelso, alimento prima-rio dei preziosi anima-letti. Ma il calo di vo-lume degli stracci e, fal-liti i tentativi di far carta con falasco ed ortica, provocò una contrazio-ne della sua produzio-ne, la quale ebbe però un nuovo impulso quasi improvviso grazie ad una casuale quanto semplice scoperta di una tecnica innovativa. E fu merito del farmacista villese Stefano Franchi, che nella metà dell' 800 mi-se a punto un metodo per ottenere un nuovo tipo di carta. Egli nella sua farmacia ca-sualmente infatti notò che lo sversamento di cloro su della paglia stesa sul pavimento ne provocava l'immediato sbiancamento. Di qui l'idea di usare la paglia come materia prima, da cui appunto il nuovo prodotto prese il nome di “carta paglia”. Il pro-cedimento industriale fu messo a punto otte-nendo un composto di paglia, calcina e acqua. Grazie a questa invenzione si poté creare un prodotto a basso costo con materiali base di facile reperibilità e lavorabile in ambienti contenuti con pochi dipendenti. Il successo ottenuto fu notevole, se si pensa che all'inizio '900 la provincia di Lucca vantava ben 106 cartiere artigianali, a conduzione familiare, nelle quali il prodotto principale era costituito proprio dalla carta-paglia, che si diffuse largamente per imbal-laggio e confeziona-mento di cibi non depe-ribili. E così tanta era l’importanza della carta

paglia, che in Borgo Giannotti a Lucca veni-va stabilito il prezzo della materia prima, la paglia, definendone il costo di riferimento per tutta Europa. Negli anni '70 le cartiere lucchesi erano divenute ormai 211, di cui la più alta concen-trazione era proprio nei

territori di Villa e Pescia, lungo i due corsi d'acqua maggiori. Ma a causa di una leg-ge volta a proteggere l'ambiente e le acque dalle sostanze usate per la carta-paglia, le aziende dovettero smetterne la produzione, perché divenuta troppo onerosa. Inizia così il periodo moderno quando subentra la produzione di tissue e cartone ondulato,

dando l'addio all' amata carta gialla. Fortunata-mente le imprese locali seppero trasformarsi e dedicarsi ai nuovi pro-dotti, molte trasferen-dosi anche nella piana di Porcari, dove era possibile una maggiore espansione produttiva e una migliore logistica, contribuendo a creare in lucchesia un polo

cartario di importanza mondiale. La materia prima che veniva sempre più usata era rappresentata da “carta da macero” e cellulosa e l’asciugatura del foglio avveniva a caldo. La carta quindi usciva dalla macchina già completamente asciutta. Con questo sistema divennero inutili i

locali adibiti a “spandi-toi” o essicatoi, classi-che strutture a mono-fore, che con il passare del tempo sono andate in decadenza e sono tutt'oggi visibili lungo il percorso della Pescia, come un museo a cielo aperto e come relitti di una gloriosa archeolo-gia industriale. Ogni

anno nella piazza di Villa Basilica si tiene la manifestazione "Ponti nel Tempo", in cui la carta riprende vita at-traverso l'uso di alcuni macchinari dell'epoca, che producono la carta paglia come si faceva un tempo. Abbiamo lascia-to la marcia a Ponte a Villa, dopo il quale il percorso ci vede impegnati alla prima vera fatica per risalire at-traverso i boschi e poderi abbandonati preda delle acace, su viottoli viscidi e fangosi. Incontriamo finalmente uno stradello ben curato, che attraversa il bosco e di accesso alle ultime coltivazioni. Foto ricordo alla Madonnina di Fontalla, luogo di ritrovo della fede campestre dei sangennaresi ed in un paio di km finalmente scollettiamo, mentre un' ampia visuale si apre sul paese di S. Genna-ro e sulla piana di Luc-ca. Implacabilmente la strada, ora divenuta asfaltata, ci porta sem-pre più su fino a rag-giungere la chiesa di Petrognano, nei cui pressi è allestito il primo ristoro. Una bella pausa sorseggiando un tè ed ammirando lo scenario sulla pianura, mentre nel frattempo ha smesso di piovere e un po' di sole fa ogni tanto capolino fra le nubi... Ci rinfranchiamo e riprendiamo il percorso in direzione di Gelli e di Duomo e ci atten-de un ulteriore fatica per raggiungere la Margine del Colle, splendida posizione panoramica, da cui nel-le giornate serene si possono vedere le isole dell'arcipelago toscano. La strada di Gelli in circa 3 km ci porta Duomo, piccolo abitato nelle vicinanze di Villa,

sulla strada di Pizzor-na. Seguiamo piccoli e sparuti gruppetti di te-merari podisti, che si son voluti cimentare sul percorso più lungo. E ben presto arriviamo al monumento simbolo e tema della giornata: la Rocca di Villa Basilica. L'edificio in parte recuperato, domina il

sottostante paese ed il corso della strada di fondovalle. Non si hanno notizie certe sulla data della sua costruzione, ma sembra plausibile datarla attorno al XIII sec. Col divampare delle guerre comunali fra le città di Lucca, Pisa e Firenze, era importante controllare l'importante nodo viario, potenziato dai Romani, che, staccandosi dalla

Via Clodia minor, attra-versava queste terre per raggiungere la Val di Lima, lungo la Pe-scia ed il passo del Trebbio. La rocca ebbe anche uno scopo di-fensivo trovandosi nella parte più alta di una cinta muraria, che no-nostante il pendio riu-sciva a racchiudere in-

teramente il borgo. E in documenti del '400 si fa menzione del castello di Villa Basili-ca, come una del fortezza potenziate dalla Repubblica di Lucca per difendere il suo fronte orientale contro i nemici fiorentini. Ma con la fine delle guerre con Firenze e soprattutto con la fine della Repubblica Oligarchica, la fortezza perse la sua impor-

tanza strategica e ven-ne abbandonata a se stessa. Finalmente con i lavori terminati nel 2014 fu restaurata e resa fruibile, con l'im-pulso dei componenti del centro commerciale naturale di Villa, sopra-tutto in estate con nu-merose iniziative atte a rivitalizzare il paese.

Dopo l'attraver-samento del borgo per raggiungere Caporna-no, il percorso passa poi per la piazza della bella chiesa romanica, la Pieve di S. Maria, dove campeggia la sta-tua ai caduti ed incom-be il grande palazzo del Vicario. E' sempre nel'400 infatti che Villa viene promossa a ran-go di Vicaria, raggiun-gendo il suo massimo splendore e la sua im-portanza politica, ma rimarrà sempre una ter-ra di confine, non tro-vando mai una pace ef-fettiva, travolta a fasi alterne dalle sover-chianti forze di Firenze o dai suoi mercenari. Nel XVII secolo, il bor-go fu colpito duramente dalla peste, l’economia crollò e le molte attività artigiane vennero a tro-varsi in grave difficoltà. Pian piano risorse, ma le sue burrascose vi-cende politiche termi-narono solo quando in-sieme al Granducato di Toscana venne annessa al Regno d’Italia. Al ritorno da Capornano, percorriamo un altro tratto del borgo riattraversando l'ultima porta che ci riconduce all'arrivo, dove ci attende la consueta calda polenta... Ringraziamo i Runners di Villa basilica, per il loro gradito lavoro, quando la marcia si chiude in circa 2ore e 30 minuti impiegati per percorrere solo 14 km effettivi, penaliz-zati purtroppo da un meteo non ottimale, su percorsi che ci hanno consentito di co-noscere meglio la storia e le laboriose genti di Villa Basilica. Graziano Giuliani 24-11-2019