25gennaio2009

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S ette giorni dagli Erei al Golfo Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. n. 46) art. 1 comma 1 CNS/CBPA-SUD2 Caltanissetta - Anno III n. 3 Euro 0,80 Domenica 25 gennaio 2009 Redazione: Via La Bella n. 3 - 94015 Piazza Armerina - Tel. Fax 0935/680331 ~ email [email protected] In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Caltanissetta per la restituzione al mittente previo pagamento resi Don Sturzo e il 90° anniversario del Partito Popolare 7 di Michele Pennisi ANNIVERSARI di Giuseppe Rabita La visita in provincia del governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo 2 8 Nel 2008 in aumento le nascite, i matrimoni, i divorzi e gli immigrati di Totò Sauna GELA EDITORIALE Obama, fede e democrazia O bama ha giurato su una antica co- pia della Bibbia sui cui giurò nel 1861 Abraham Lincoln. Non si è trattato solo di un atto voluto dal cerimo- niale. È la democrazia americana che ha profonde radici cristiane. Basta dare uno sguardo alla fede battista del neo presidente e ad alcuni suoi discorsi. Alcune espressioni: “Se epuriamo il nostro linguaggio politico da ogni contenuto religioso ci priviamo del- le immagini e della terminologia attraverso cui milioni di americani concepiscono la loro morale personale e la giustizia socia- le”. “...alla Casa Bianca abbiamo bisogno di cristiani, ebrei, musulmani che parlino delle imposte fondiarie. Quando circolano proposte che vorrebbero sottrarre risorse ai programmi sociali, per ridurre l’imposta fondiaria di mille miliardi di dollari, facen- do finire questi soldi nelle tasche di gente che non ne ha necessità e che non li ha mai chiesti, è evidente che abbiamo bisogno di un’iniezione di moralità nel nostro dibatti- to politico”. È l’immagine di una politica che trova una profonda ispirazione biblica per- ché non parte dall’economia o dal pragma- tico, ma dal riscatto dell’ultimo, dalla fede che nella democrazia americana è possibile realizzare un sogno di giustizia e di riscatto degli ultimi. Ma se ci pensiamo bene non è questo il grande messaggio cristiano? Queste parole di Barak Obama, 44° pre- sidente degli Stati Uniti d’America, riecheg- giano discorsi e ideali di Martin Luter King o di Kennedy e ci fanno frullare nelle orec- chie un modo nuovo e fresco di concepire il rapporto tra fede e politica per noi italiani, condizionati da un’idea di laicità spesso sinonimo di laicismo. Il deficit, più che di bilancio, per Obama è soprattutto morale. L’idea democratica di politica è qui radica- ta nell’idea di solidarietà. Ma questo non è un tratto inalienabile della più autentica tradizione cristiana? Una tradizione che at- tinge dalla visione apocalittica la ricerca di una pienezza che non è soltanto quella del Regno dei cieli, ma di un regno che irrom- pe qui ed ora nella vita quotidiana e che ognuno può contribuire a realizzare. È qui che si può conciliare l’ispirazione cristiana e la democrazia. Forse dovremmo riflettere più a fondo e renderci conto come demo- crazia, pluralismo, persino laicità abbiano un rapporto genetico decisivo con la radice cristiana. In fondo il cristianesimo vive come reli- gione in cui l’identità è fondata dall’alterità, riceve una grazia, una salvezza dall’esterno. Perciò l’identità cristiana è già una identità “aperta all’altro”. Ma la democrazia non è forse questo processo di laicizzazione, di se- colarizzazione necessaria in cui si riconosce che vi è una pienezza di senso da ospitare, da far venire? Perciò l’idea di democrazia e di pluralismo, persino di laicità è profon- damente cristiana. Mutuo queste idee da Gaetano Lettieri, docente all’università di Roma “La Sapienza” che ho accolto come una illuminazione. Probabilmente se in Ita- lia prendessimo più sul serio la tradizione storica e culturale cristiana in un rapporto non reattivo, ma aperto, forse potremmo avere la possibilità di rilanciare una poli- tica democratica con più sostanza e meno chiacchiere fumose. Giuseppe Rabita 4 di Carmelo Cosenza GIORNATE Il primo febbraio si celebra la Giornata per la Vita ENNA PROVINCIA ENNA Gli effetti del pronunciamento del Consiglio di Giustizia Amministrativo che ha sovvertito la sentenza del Tar Le tariffe di EnnaEuno sulla spazzatura erano illegittime A lla fine l’affare Kakà è sfumato, ma ciò non toglie validità alle rifles- sioni di don Fortunato Di Noto circa i costi assurdi e scandalosi del mondo do- rato del pallone. “Non rie- sco a capire perché nessu- no alza la voce per questa follia dei contratti astrono- mici per tirare dei calci ad un pallone, e nel frattempo si ostenta lo slogan: “con la fame non si gioca”. Con questo slogan Kakà (gioca- tore del Milan), testimonial del Programma Alimenta- re Mondiale contro la fame dei bambini, nei campi di calcio ha ricordato lo scor- so anno che “59 milioni di bambini, nei paesi in via di sviluppo, vanno a scuola affamati”. Ma si può com- prare solo un giocatore con 270 milioni di euro e lo stesso accettare simile offerta che offende i bam- bini che muoiono di fame? Perché è proprio vero “con la fame non si gioca”. Don Fortunato Di Noto è furibondo per quello che accade nelle contrattazioni del mondo del calcio con uno sguardo sugli sperperi che offendono la dignità di ogni bambino e uomo che stentano a mangiare e a vivere. “Follia e incoerenza - con- tinua don Di Noto. Un grosso affare che fa inorridire quei poveri bambini che non hanno più forze per mangiare”. Sono tanti, troppi i soldi per un “gio- catore”, anche se è un campione. Con 270 milioni per ti- rare calci a peso d’oro ad un pallone si sfamerebbero 270 milioni di bambini (con un euro a set- timana, così come testimonia nella campagna contro la fame). Kakà è testi- monial dallo scorso febbraio 2008 della campagna del Co- mitato Italiano per il Programma alimen- tare italiano (per sa- perne di più: http://www. comitatopam.org/page. php?id=234). Nel comu- nicato stampa dell’associa- zione Meter si legge: “Non è rivolto solo a lui l’appello - afferma don Di Noto - ed è evidente che questa nota non criminalizza nessuno, neanche i ricchi, che po- trebbero essere ricordati per aver sfamato intere na- zioni che muoiono letteral- mente di fame. La denun- cia e questa riflessione mi è balzata in mente quando mi sono chiesto stamat- tina: perché ricordiamo s. Antonio Abate dopo 1.700 anni circa? Perché vendette tutto e lo diede ai poveri e iniziò la sua vita a mangiare di Dio e della sua Parola. Chissà se fra 1.700 anni Kakà, o altri ricchi - conclude don Fortuna- to - saranno ricordati per aver rinunciato ai loro stra- tosferici contratti per aver scelto di essere coerenti con ciò che testimoniano e dicono: sfamare i bambini e dar loro un futuro”. L a notizia è clamorosa. Una di quelle che ha fat- to tremare le vene dei polsi ai sindaci e all’intera classe poli- tica della provincia. Il Consi- glio di giustizia amministrati- vo (Cga), con la pubblicazione del dispositivo n. 1/2009 del 13 gennaio 2009, ha sovverti- to la sentenza n. 52 del 4 gen- naio 2008 del Tar di Catania, che rigettava i ricorsi presen- tati dall’Assoutenti sull’illegit- timità delle tariffe di igiene ambientale (Tia) determinate dall’Ato EnnaEuno e dalla coo- perativa “Il Tiglio” di Troina, riguardante l’affidamento del servizio della raccolta rifiuti a Sicilia Ambiente. Sentenza alla quale si sono appellati nel giugno 2008 sia Assoutenti che la Cooperativa “Il Tiglio” e che il Cga, nell’udienza che si è tenuta l’11 novembre scorso, ha ritenuto di riunire pubblican- do al momento soltanto l’esito: “riunisce appelli - accoglie - spese compensate”. Ora si aspettano le motivazioni per capire bene gli ef- fetti della sentenza, fermo restan- do - come hanno sostenuto gli avvocati Fabrizia Segreto e Maria Forno - che in ogni caso, “la let- tura del dispositivo ci fa dedurre che i due appelli, quello di As- soutenti e quello proposto da “Il Tiglio”, sono stati accolti nel- la totalità”. “Quindi - hanno sottolineato Segreto e Forno - illegittime le tariffe 2006 e 2007 e di conseguenza anche quelle del 2008, considerato che sono state calcolate sulla base di quelle precedenti, ille- gittimo l’affidamento a Sicilia Ambiente e probabilmente anche illegittima la conven- zione con la Serit da noi pure impugnata”. Un dispositivo, questo, il cui effetto imme- diato è stato la messa in liqui- dazione da parte dei sindaci dell’Ato EnnaEuno in quando hanno riscontrato nell’appro- vazione del bilancio 2007, un buco di un milione di euro, valore superiore al capitale sociale. Dunque, quanto sta accadendo in questi giorni è l’onda lunga di una gestione poco accorta che ha fatto registra- re, oltre l’ignominia dell’illegalità di molti atti, anche cortocircuiti e scelleratezze come ‘Parentopoli’ e ‘Amiciopoli’. Insomma, un business a uso e consumo delle classi dirigenti lo- cali che hanno utilizzato i rifiuti, e non solo, per alimentare se stesse e le proprie clientele. E il centro- sinistra, a Enna, ha dato in questo senso inequivocabili segnali… di continuità, perdendo del tutto, e subito, quella sorta di verginità morale sbandierata per lustri, qui come altrove. Detto ciò, sulla ge- stione del business-rifiuti, proprio in questi giorni, il sostituto pro- curatore generale, Gianluca Albo, della Procura della Corte dei Con- ti, presso la sezione giurisdizio- nale per la regione siciliana, ha inviato al segretario generale della provincia regionale di Enna e ai segretari generali dei venti comu- ni della provincia una lettera (per conoscenza è stata inviata anche al presidente della provincia e a tutti i sindaci) dove “si chiede, nel- l’ambito delle rispettive compe- tenze, di costituire in mora, o far costituire in mora, dal dirigente competente la società EnnaEuno, nella persona del rappresentante Follia Kakà: 270 milioni solo per calciare un pallone continua a pagina 3 ...

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Nel 2008 in aumento le nascite, i matrimoni, i divorzi e gli immigrati Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura Il primo febbraio si celebra la Giornata per la Vita Don Sturzo e il 90° anniversario del Partito Popolare anniversari enna provincia La visita in provincia del governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo giornate gela enna Gli effetti del pronunciamento del Consiglio di Giustizia Amministrativo che ha sovvertito la sentenza del Tar continua a pagina 3 ...

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Settegiornidagli Erei

al GolfoSettimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. n. 46) art. 1 comma 1 CNS/CBPA-SUD2 Caltanissetta - Anno III n. 3 Euro 0,80 Domenica 25 gennaio 2009Redazione: Via La Bella n. 3 - 94015 Piazza Armerina - Tel. Fax 0935/680331 ~ email [email protected]

In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Caltanissetta per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Don Sturzo e il 90° anniversario

del Partito Popolare

7di Michele Pennisi

anniversari

di Giuseppe Rabita

La visita in provincia del governatore

della Regione Sicilia Raffaele Lombardo

2 8

Nel 2008 in aumento le nascite,

i matrimoni, i divorzi e gli immigrati

di Totò Sauna

gela

EditorialE

Obama, fede e democrazia

Obama ha giurato su una antica co-pia della Bibbia sui cui giurò nel 1861 Abraham Lincoln. Non si è

trattato solo di un atto voluto dal cerimo-niale. È la democrazia americana che ha profonde radici cristiane. Basta dare uno sguardo alla fede battista del neo presidente e ad alcuni suoi discorsi. Alcune espressioni: “Se epuriamo il nostro linguaggio politico da ogni contenuto religioso ci priviamo del-le immagini e della terminologia attraverso cui milioni di americani concepiscono la loro morale personale e la giustizia socia-le”. “...alla Casa Bianca abbiamo bisogno di cristiani, ebrei, musulmani che parlino delle imposte fondiarie. Quando circolano proposte che vorrebbero sottrarre risorse ai programmi sociali, per ridurre l’imposta fondiaria di mille miliardi di dollari, facen-do finire questi soldi nelle tasche di gente che non ne ha necessità e che non li ha mai chiesti, è evidente che abbiamo bisogno di un’iniezione di moralità nel nostro dibatti-to politico”. È l’immagine di una politica che trova una profonda ispirazione biblica per-ché non parte dall’economia o dal pragma-tico, ma dal riscatto dell’ultimo, dalla fede che nella democrazia americana è possibile realizzare un sogno di giustizia e di riscatto degli ultimi. Ma se ci pensiamo bene non è questo il grande messaggio cristiano?

Queste parole di Barak Obama, 44° pre-sidente degli Stati Uniti d’America, riecheg-giano discorsi e ideali di Martin Luter King o di Kennedy e ci fanno frullare nelle orec-chie un modo nuovo e fresco di concepire il rapporto tra fede e politica per noi italiani, condizionati da un’idea di laicità spesso sinonimo di laicismo. Il deficit, più che di bilancio, per Obama è soprattutto morale. L’idea democratica di politica è qui radica-ta nell’idea di solidarietà. Ma questo non è un tratto inalienabile della più autentica tradizione cristiana? Una tradizione che at-tinge dalla visione apocalittica la ricerca di una pienezza che non è soltanto quella del Regno dei cieli, ma di un regno che irrom-pe qui ed ora nella vita quotidiana e che ognuno può contribuire a realizzare. È qui che si può conciliare l’ispirazione cristiana e la democrazia. Forse dovremmo riflettere più a fondo e renderci conto come demo-crazia, pluralismo, persino laicità abbiano un rapporto genetico decisivo con la radice cristiana.

In fondo il cristianesimo vive come reli-gione in cui l’identità è fondata dall’alterità, riceve una grazia, una salvezza dall’esterno. Perciò l’identità cristiana è già una identità “aperta all’altro”. Ma la democrazia non è forse questo processo di laicizzazione, di se-colarizzazione necessaria in cui si riconosce che vi è una pienezza di senso da ospitare, da far venire? Perciò l’idea di democrazia e di pluralismo, persino di laicità è profon-damente cristiana. Mutuo queste idee da Gaetano Lettieri, docente all’università di Roma “La Sapienza” che ho accolto come una illuminazione. Probabilmente se in Ita-lia prendessimo più sul serio la tradizione storica e culturale cristiana in un rapporto non reattivo, ma aperto, forse potremmo avere la possibilità di rilanciare una poli-tica democratica con più sostanza e meno chiacchiere fumose.

Giuseppe Rabita

4di Carmelo Cosenza

giornate

Il primo febbraio si celebra la

Giornata per la Vita

enna provincia

enna Gli effetti del pronunciamento del Consiglio di Giustizia Amministrativo che ha sovvertito la sentenza del Tar

Le tariffe di EnnaEuno sulla spazzatura erano illegittime

Alla fine l’affare Kakà è sfumato, ma ciò non

toglie validità alle rifles-sioni di don Fortunato Di Noto circa i costi assurdi e scandalosi del mondo do-rato del pallone. “Non rie-sco a capire perché nessu-no alza la voce per questa follia dei contratti astrono-mici per tirare dei calci ad un pallone, e nel frattempo si ostenta lo slogan: “con la fame non si gioca”. Con questo slogan Kakà (gioca-tore del Milan), testimonial del Programma Alimenta-re Mondiale contro la fame dei bambini, nei campi di calcio ha ricordato lo scor-so anno che “59 milioni di bambini, nei paesi in via di sviluppo, vanno a scuola affamati”. Ma si può com-prare solo un giocatore con 270 milioni di euro e lo stesso accettare simile offerta che offende i bam-bini che muoiono di fame? Perché è proprio vero “con la fame non si gioca”.

Don Fortunato Di Noto è furibondo per quello che accade nelle contrattazioni del mondo del calcio con uno sguardo sugli sperperi che offendono la dignità di ogni bambino e uomo che

stentano a mangiare e a vivere. “Follia e incoerenza - con-tinua don Di Noto. Un grosso affare che fa inorridire quei poveri bambini che non hanno più forze per mangiare”. Sono tanti, troppi i soldi per un “gio-catore”, anche se è un campione. Con 270 milioni per ti-rare calci a peso d’oro ad un pallone si sfamerebbero 270 milioni di bambini (con un euro a set-timana, così come testimonia nella campagna contro la fame). Kakà è testi-monial dallo scorso febbraio 2008 della campagna del Co-mitato Italiano per il Programma alimen-tare italiano (per sa-perne di più: http://www.comitatopam.org/page.php?id=234). Nel comu-nicato stampa dell’associa-zione Meter si legge: “Non è rivolto solo a lui l’appello - afferma don Di Noto - ed è evidente che questa nota non criminalizza nessuno,

neanche i ricchi, che po-trebbero essere ricordati per aver sfamato intere na-zioni che muoiono letteral-mente di fame. La denun-cia e questa riflessione mi è balzata in mente quando mi sono chiesto stamat-tina: perché ricordiamo

s. Antonio Abate dopo 1.700 anni circa? Perché vendette tutto e lo diede ai poveri e iniziò la sua vita a mangiare di Dio e della sua Parola. Chissà se fra 1.700 anni Kakà, o altri ricchi - conclude don Fortuna-to - saranno ricordati per

aver rinunciato ai loro stra-tosferici contratti per aver scelto di essere coerenti con ciò che testimoniano e dicono: sfamare i bambini e dar loro un futuro”.

La notizia è clamorosa. Una di quelle che ha fat-

to tremare le vene dei polsi ai sindaci e all’intera classe poli-tica della provincia. Il Consi-glio di giustizia amministrati-vo (Cga), con la pubblicazione del dispositivo n. 1/2009 del 13 gennaio 2009, ha sovverti-to la sentenza n. 52 del 4 gen-naio 2008 del Tar di Catania, che rigettava i ricorsi presen-tati dall’Assoutenti sull’illegit-timità delle tariffe di igiene ambientale (Tia) determinate dall’Ato EnnaEuno e dalla coo-perativa “Il Tiglio” di Troina, riguardante l’affidamento del servizio della raccolta rifiuti a Sicilia Ambiente. Sentenza alla quale si sono appellati nel giugno 2008 sia Assoutenti che la Cooperativa “Il Tiglio” e che il Cga, nell’udienza che si è tenuta l’11 novembre scorso, ha ritenuto di riunire pubblican-do al momento soltanto l’esito: “riunisce appelli - accoglie - spese compensate”. Ora si aspettano le motivazioni per capire bene gli ef-

fetti della sentenza, fermo restan-do - come hanno sostenuto gli avvocati Fabrizia Segreto e Maria Forno - che in ogni caso, “la let-tura del dispositivo ci fa dedurre che i due appelli, quello di As-soutenti e quello proposto da “Il

Tiglio”, sono stati accolti nel-la totalità”. “Quindi - hanno sottolineato Segreto e Forno - illegittime le tariffe 2006 e 2007 e di conseguenza anche quelle del 2008, considerato che sono state calcolate sulla base di quelle precedenti, ille-gittimo l’affidamento a Sicilia Ambiente e probabilmente anche illegittima la conven-zione con la Serit da noi pure impugnata”. Un dispositivo, questo, il cui effetto imme-diato è stato la messa in liqui-dazione da parte dei sindaci dell’Ato EnnaEuno in quando hanno riscontrato nell’appro-vazione del bilancio 2007, un buco di un milione di euro, valore superiore al capitale sociale. Dunque, quanto sta accadendo in questi giorni è l’onda lunga di una gestione

poco accorta che ha fatto registra-re, oltre l’ignominia dell’illegalità di molti atti, anche cortocircuiti e scelleratezze come ‘Parentopoli’ e ‘Amiciopoli’.

Insomma, un business a uso e

consumo delle classi dirigenti lo-cali che hanno utilizzato i rifiuti, e non solo, per alimentare se stesse e le proprie clientele. E il centro-sinistra, a Enna, ha dato in questo senso inequivocabili segnali… di continuità, perdendo del tutto, e subito, quella sorta di verginità morale sbandierata per lustri, qui come altrove. Detto ciò, sulla ge-stione del business-rifiuti, proprio in questi giorni, il sostituto pro-curatore generale, Gianluca Albo, della Procura della Corte dei Con-ti, presso la sezione giurisdizio-nale per la regione siciliana, ha inviato al segretario generale della provincia regionale di Enna e ai segretari generali dei venti comu-ni della provincia una lettera (per conoscenza è stata inviata anche al presidente della provincia e a tutti i sindaci) dove “si chiede, nel-l’ambito delle rispettive compe-tenze, di costituire in mora, o far costituire in mora, dal dirigente competente la società EnnaEuno, nella persona del rappresentante

Follia Kakà: 270 milioni solo per calciare un pallone

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� Domenica 25 gennaio 2009

Settegiorni dagli Erei al Golfo

Notizie dai Comuni

“Presidente abbiamo fiducia in lei”! È stato accolto con queste

parole il presidente della Regione Raf-faele Lombardo all’ingresso della Pro-vincia regionale di Enna. Ad aspettarlo non solo politici e amministratori locali ma anche decine di lavoratori dell’Ato rifiuti che hanno voluto sperare nel-l’azione amministrativa del governatore per superare la difficile situazione che attraversa la gestione del settore.

Per il sindaco Agnello “è stato un in-contro operativo e proficuo. Abbiamo sottoposto al presidente una serie di problemi che riguardano la città ed egli ci ha assicurato l’in-teresse e l’impegno”. Tra gli argomenti affrontati, quelli che riguardano gli interventi sui beni monumentali della città e l’occupazione. Ho chiesto a Lombardo - aggiunge il sinda-co di Enna - il decreto sul passaggio del personale ex Asen al gestore del Servizio idrico integrato, così come interventi per i cantieri di servizio”. Alle ore 12 Raffaele Lombardo ha poi tenuto una riunione con i venti sindaci dei comuni del-la provincia di Enna. I temi affrontati hanno riguardato la realizzazione della nord-sud e il miglioramento della viabi-lità provinciale che rischia di non essere più concretizzata a causa del taglio dei fondi attuato dal governo nazionale. Lombardo ha comunque garantito che farà tutto il possibile per non perdere le somme messe a disposizione dal prece-dente governo. Il governatore ha parlato poi dell’importanza che i fondi strutturali rappresentano per i paesi delle comu-nità montane e delle anticipazioni finanziare che la Regione

metterà a disposizione dei comuni per fronteggiare l’emergenza rifiuti. Nes-suna dichiarazione inve-ce per quanto riguarda le spaccature interne alla maggioranza di centro destra: “è compito dei di-rigenti locali - ha detto - Lombardo - fare chiarezza su questa problematica”. Nel pomeriggio Lombar-do ha incontrato i dirigen-ti locali dell’Mpa e succes-

sivamente si è recato a Piazza Armerina per un incontro con il vescovo mons. Michele Pennisi.

In episcopio i due compaesani (sono entrambi di Gram-michele) hanno discusso della situazione del territorio dio-cesano che comprende comuni di due province (En-Cl) e del possibile sviluppo turistico legato al recupero dell’ingente patrimonio artistico, delle necessarie infrastrutture e della viabilità. Assieme a don Giuseppe Paci, il vescovo ha presen-tato la situazione dei beni culturali ecclesiastici che necessi-tano di interventi di restauro, primo fra tutti la chiesa del-l’Itria con le case circostanti, interessate da un movimento franoso, la chiesa della Catena e di S. Veneranda. Lombardo ha poi visitato i locali del seminario i cui lavori di restauro e adeguamento stanno per avere inizio.

Giuseppe Rabita

IN GIRO NEL WEB: I SITI CATTOLICI

www.iginogiordani.info

È il sito del centro “Igino Giordani”. Igino Giordani (1894 -1980), laureato il lettere, fu scrittore e giornalista e

scrisse di patristica, apologetica, ascetica, ecclesiologia, politica e anche di narrativa. Molte delle sue opere sono state tradotte in diverse lingue con grande diffusione nei paesi Europei ed Americani e nei paesi come l’India, il Giappone e la Cina . Fu articolista in giornali e riviste ita-liane ed estere e fu direttore di quotidiani quali “Il Quoti-

diano” e “Il Popolo”. Fu anche un politico e visse la sua pri-ma esperienza con don Sturzo; amava definirsi “deputato di pace”. Nel 1927 partì per gli Stati Uniti, dove, per conto della Biblioteca Vaticana, seguì corsi di Biblioteconomia e Bibliografia nelle università di Ann Arbor, Michigan e poi di New York. Tornerà negli USA nel 1938 per un congresso di Biblioteche cattoliche nel Missouri, e nel 1966 per alcu-ne conferenze organizzate dall’Istituto italiano di cultura. Durante la sua permanenza negli USA scrisse articoli sul “Commonweal” e inviò articoli in Italia al “Carroccio” e all’ “Avvenire d’Italia”. In Italia lavorò alla Biblioteca Vaticana dal 1928 sino al 1944. Tra i tanti suoi libri di successo

sono da citare “Segno di contraddizione” e “Il messaggio sociale di Gesù”. Nel settembre del 1948 incontrò Chiara Lubich e colpito dalla forte spiritualità del movimento dei Focolari, vi aderì collaborando a mettere a punto alcuni aspetti tanto da essere considerato un confondatore. Il sito, dedicato a questo grande personaggio, contiene del-le ricche rubriche quali “archivio notizie” , il “profilo”, la “biografia analitica”, le sue “opere” e i suoi “scritti”. Una rubrica, infine, accoglie le ultime notizie sulla sua causa di beatificazione che è ancora in corso.a cura dei Giovani Insieme (www.movimentomariano.org)e-mail: [email protected]

enna �Taglio delle spese, potenziamento del turismo e confronto con la Kore

Monaco, �bilancio �di �sei �mesiIl 30 dicembre scorso nella

sala riunioni della Provin-cia di Enna, il Presidente della provincia Giuseppe Monaco ha tracciato un primo bilancio della sua presidenza. “Ringra-zio la giunta per la collabo-razione che ha dimostra-to nel corso di questi sei mesi - ha esordito -. Un periodo di tempo piut-tosto breve che non ha impedito di rinviare una sintesi degli obiettivi che l’amministrazione vuole raggiungere nel corso del 2009”.

Sistema viario. Monaco ha espresso la necessità improrogabile di migliora-re la viabilità secondaria di questa pro-vincia ormai ridotta a livelli da “terzo mondo”. È stata inoltre evidenziata la necessità di riottenere i finanziamenti bloccati per il biennio 2009/10 dall’at-tuale governo nazionale. Un argomento su cui aveva espresso sensibilità anche la passata amministrazione Salerno or-ganizzando manifestazioni di protesta a livello regionale e nazionale.

Piano finanziario. “La Provincia di Enna - dichiara Monaco - presenta un bilancio ingessato che impedisce a que-sta amministrazione di avviare nuove politiche per lo sviluppo del territorio. Sarà quindi necessario ridurre nel cor-so del 2009 i costi d’affitto che l’ente sostiene annualmente. L’operazione prevede lo spostamento di alcuni uffici e del parco automezzi presso l’ex ca-serma dei Vigili del fuoco di Enna alta. Mentre i settori che attualmente si tro-vano presso palazzo Militello, verranno trasferiti presso la sede della OneCall e del comando provinciale della Guardia di Finanza che nel frattempo troverà

nuova sistemazione a Enna bassa”.Edilizia scolastica. Verrà ban-

dita una gara d’appalto per la ri-strutturazione del Liceo classico di Enna. L’operazione è possibile

grazie ai fondi del Ministe-ro per le Infrastrutture che ha stanziato un importo di 1 milione di euro a favore del-l’istituto. Altri inter-venti sono previsti per l’adeguamento sismico degli edifi-ci scolastici Ipsia di Piazza Armerina e

Liceo psicopedagogico di Enna alta per una spesa di 1 milione e 300 mila euro. In totale saranno stanziati 80 mila euro per gli edifici scolastici della zona nord e 120 mila euro per la zona sud.

Patto per lo sviluppo. Oltre 100 i progetti presentati. Toccherà adesso ad un professionista del settore effettuare la selezione degli elaborati in base alle direttive imposte dalla Regione sicilia-na e alle reali esigenze del territorio.

Turismo. Il 2009 sarà un anno di vitale importanza per questo settore e per l’intera provincia. Lo scopo è quello di pianificare un evento che si prefigu-ra di portata mondiale: il ritorno della Venere di Morgantina. “La Provincia di Enna - commenta Monaco - deve esse-re in grado di ridurre il turismo mordi e fuggi che impedisce lo sviluppo del-l’economia turistica legata al territorio. È volontà di questa amministrazione fare sistema con le strutture ricettive locali per far conoscere le bellezze del territorio”.

Pasquasia. Potrà diventare gra-zie alle nuove tecniche di estrazione una miniera nuovamente attiva, in cui estrarre non solamente kainite per la

produzione di solfato di potassio ma nuovi metalli di cui fino a poco tempo fa si sconosceva la presenza. La riaper-tura della miniera rappresenta quindi un plus valore che l’amministrazio-ne provinciale vuole portare avanti. L’obiettivo se raggiunto permetterebbe inoltre di creare nuovi posti di lavoro e fare luce sull’eventuale presenza di sco-rie radioattive presenti nel sito. L’ass regionale all’Industria Pippo Gianni ha già garantito la possibilità di accedere ai fondi comunitari per avviare una ri-cerca e conoscere la miniera nella sua complessità.

Finanziamenti pubblici. La Pro-vincia di Enna, spende ogni anno fino a 8 milioni per le società partecipate. L’obiettivo è quello di ridurre queste somme almeno del 25% nel corso del 2009. “Dobbiamo evitare le sacche di sperpero - commenta Monaco - e per fare questo è necessario che la Provin-cia promuova una politica del rispar-mio. Solo in questo modo si potranno realizzare nuove strade e scuole per la comunità locale”.

Università Kore. “L’ente Provincia - commenta Monaco - ha svolto un ruolo determinante nella realizzazio-ne dell’università Kore e attualmente siamo soci di maggioranza. La nascita del quarto polo è stata una grande con-quista per il territorio ennese. Quello che non condivido è l’occupazione del-l’università Kore da parte degli attuali detentori del potere. La fondazione è stata blindata. Mi auguro che non si arrivi a contrapposizioni nette e che si possa trovare una soluzione condivisi-bile a questo problema”.

Mario Barbarino

ENNA PROVINCIAL’assessorato alla viabilità conta i danni relativi al maltem-po di questi giorni. Il settore viario ha monitorato le strade di tutto il territorio. Lo staff dei tecnici del settore, dopo una verifica per quantificare i danni causati dai nubifra-gi, ha rilevato che solo un’arteria rimane chiusa al traffico, la Sp 4 bivio Mulinello - bivio SS 117 bis per la presenza di frane e di fanghiglia che ostruiscono la carreggiata. Le squadre operative dell’Ente sono al lavoro per rimuovere i detriti, e consentirne la riapertura in tempi brevi. Il presi-dente Monaco ha fatto sapere che sarà inoltrata al Gover-no la richiesta di stato di calamità, calcolati i danni che in provincia ammontano a circa 3 milioni e 500 mila euro.

Il 13 gennaio scorso il presidente Giuseppe Monaco ha incontrato a Palermo il direttore generale dell’Anas, Ugo De Bernardo, per esaminare le problematiche legate alla viabilità del territorio ennese, con particolare riferimento ai cantieri sulla Statale 117 relativi all’asse viario Nord-Sud che collega Gela con santo Stefano di Camastra. L’atten-zione si è posata anche sul progetto viario che riguarda lo snodo della viabilità di Enna bassa, attraverso la realiz-zazione di una tangenziale, i cui lavori dovrebbero esse-re finanziati dall’Anas. Il raccordo andrebbe a formare un anello circolatorio alternativo di collegamento al tratto au-tostradale A-19 da e per lo svincolo di Enna. La tangenziale verrebbe a snellire il collegamento Enna-Caltanissetta-Gela specialmente nei casi d’interruzione dell’autostrada, evi-tando l’attraversamento di Enna Bassa.

in Breve

UN VESCOVO IN DIALOGO CON LA SUA CHIESA: MARIO STURZO E LE SUE LETTERE PASTORALI

di Pasquale BuscemiGiunti - Studio Teologico S. Paolo, Catania 2008 pp. 253

Pasquale Buscemi, sacerdote della diocesi di Piaz-za Armerina, docente di Teologia morale presso

lo Studio Teologico S. Paolo di Catania, è l’autore del libro su Mario Sturzo, figura importante di vescovo,

teologo, filosofo e maestro di spiritualità del cattolice-simo siciliano contempora-neo, ebbe il culto inesau-ribile della ricerca attenta, ma orientata all’apostolato. Non perse mai di vista il fine del suo operare in-stancabile: educare l’uomo alla globalità della sua do-manda culturale, spirituale, sociale e politica, fino alla conquista del fine supre-mo, Dio, in un itinerario di esperienza interiore di fede. Le trenta lettere pastorali, oggetto di questa pubblica-zione, sono viste dall’Autore come un invito pressante

alla santità, a ritornare a Cristo e mettersi al suo seguito, a ricercare Dio per la via dell’interiorità, del vivere bene, del-l’ordine morale della vita che dà alla persona la rettitudine del ragionamento in modo da aspirare alla comunione pie-na con Dio, attraverso la preghiera, i sacramenti e un amo-re operoso. Il testo è composto di sei capitoli che trattano i seguenti temi: l’educazione; la conversione; la vita in Dio e ciò che comporta per l’uomo; la preghiera. Ad ogni capitolo l’autore ha inserito un paragrafo introduttivo che consente una panoramica storica, ecclesiale, teologica e culturale del tempo in cui visse ed operò il vescovo di Piazza Armerina. Il libro propone una lettura inedita delle opere del vescovo, studiato finora solo nella sua riflessione filosofica, metten-do in evidenza gli aspetti morali presenti nelle sue opere pastorali.

IL L

IBRO

enna �Monaco, Agnello e Pennisi accolgono il presidente della Regione e presentano le loro priorità

Visita del governatore Lombardo

Lombardo con il vescovo e don Giuseppe Paci mentre visita il chiostro del Seminario

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�Domenica 25 gennaio 2009

Settegiorni dagli Erei al Golfo

Notizie dai Comuni

“Il nostro obiettivo non è quello di strumentalizzare le battaglie

a fini personali né aspirare ad avere assessorati o posti di sottogoverno. Portiamo avanti un progetto per una politica pulita che rifiuta i trasversa-lismi. Siamo stati traditi. Si sono di-menticati di noi, ma noi non dimen-tichiamo i cittadini”.

Con queste brevi ma dense parole di Nunzio Plumari si apre l’appun-tamento il 14 gennaio scorso per fe-steggiare la sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo riguardante la tassa sui rifiuti.

Presso la sede del Comitato cittadino capofila della provincia di Enna erano pre-senti Licia Minacapilli, presidente dell’asso-ciazione Cittadinanza Attiva di Aidone, Se-bastiano Pruiti per il Comitato Cittadino di Troina, Carmelo Di Marco per il Comitato di Catenanuova, Arcangelo Bruno per Bar-rafranca, Francesco Ferragosto per Leon-forte, Ferraro Francesco per Valguarnera e Carmelo Mazzaglia per Catenanuova. I sette rappresentanti dei Comitati cittadini

si sono riuniti all’indomani della sentenza del CGA di Palermo per informare i citta-dini dell’obiettivo raggiunto. Il ricorso pre-sentato da Assoutenti viene accolto in tutti i suoi punti.

Secondo Carlo Garofalo “sono da con-siderare illegittime le cartelle del Serit e il preavviso di fermo dei beni mobili registra-ti, ma anche le tariffazioni stabilite dai sin-daci per gli anni 2006-2007, poichè la deci-sione spetta ai consigli comunali”.

“È la vittoria di tutti i cittadini, af-ferma Francesco Ferragosto, la no-stra iniziativa non rappresenta nes-suna forza politica ma solo la voce della gente. Finalmente Enna dopo quattro anni di battaglie è riuscita a vincere una grande scommessa di legalità che viene lodata da questa sentenza. Chiediamo adesso che i dirigenti di Enna Euno e Sicilia Am-biente si dimettano e che venga no-minato un commissario liquidatore. Chiedo infine che Enna Euno depo-siti i libri contabili e sociali presso il Tribunale di Enna”. Per Nunzio Plu-

mari “Giustizia è fatta. I servizi essenziali vanno ora gestiti dai Comuni. Speriamo si possa procedere sulla base delle nuove ta-riffe a dei conguagli per gli anni che vanno dal 2004 al 2008”. Conclude con un sensato pensiero al futuro Sebastiano Pruiti: “non bisogna abbassare la guardia, e stare attenti a quello che succederà domani”.

M. B.

CALTANISSETTA PROVINCIACon provvedimento del dirigente del settore viabilità provinciale è stata disposta la chiusu-ra temporanea al transito veicolare del tratto della strada provinciale 172 “Riesi - Sp. 49/a” a causa dell’impercorribilità dovuta ad un mo-vimento franoso di notevoli dimensioni, ulte-riormente accentuatosi a causa dei recenti nu-bifragi. Per il periodo della chiusura, il traffico sarà deviato sul percorso alternativo da Riesi sulla Sp. 70 “Riesi-Bivio Ravanusa Licata”, Sp. 47 “Innesto ss. 190 – confine Agrigento verso Licata”, Sp. 49/a “Ravanusa-Butera” e vicever-sa.

La Provincia di Caltanissetta ha emesso un av-viso per la concessione dei contributi annuali provinciali per l’anno 2009 a favore delle as-sociazioni antiracket ed antiusura legalmente costituite, iscritte nell’apposito elenco istituito presso la Prefettura, che abbiano sede e sia-no operanti nel territorio nisseno. I contributi potranno essere concessi agli enti e organismi che produrranno, entro il 16 febbraio 2009, regolare istanza spedita esclusivamente a mez-zo posta tramite raccomandata. Il pagamento dei contributi concessi che è subordinato al finanziamento dei pertinenti capitoli del bi-lancio 2009 da parte del Consiglio provinciale. Informazioni: www.provincia.caltanissetta.it.

La Provincia comunica che rimane confermato al 31 marzo il termine per la richiesta dei con-tributi annuali per attività culturali e sportive svolte dalle associazioni ed enti operanti sul territorio. Per sovvenzioni di particolari mani-festazioni, le istanze dovranno essere prodot-te almeno trenta giorni prima dell’inizio del-le manifestazioni stesse. I contributi previsti dalla Provincia sono concessi ad enti pubblici e privati, a cooperative, ad associazioni, a so-cietà ed istituzioni civili, religiose, scolastiche, sportive e culturali, a centri operativi e comi-tati organizzatori appositamente istituiti, che operino prevalentemente nell’ambito territo-riale provinciale.

Una serie di lavori sono stati appaltati dal Ge-nio Civile nel comune di Gela. A darne notizia è il presidente della Provincia on. Giuseppe Fe-derico, che ne ha seguito l’iter, compreso quel-lo del finanziamento da parte dell’Assessorato regionale dei Lavori pubblici. Il primo inter-vento riguarda i lavori urgenti per il dragaggio dell’imboccatura del porto rifugio di Gela, per un importo di spesa prevista di 200 mila euro. Sempre per il porto rifugio sono stati, inoltre, appaltati gli interventi per il ripristino dei se-gnali luminosi, con una spesa di 50 mila euro. Il terzo intervento, per complessivi 86 mila euro, riguarda invece i lavori di somma urgen-za per la riparazione di alcuni cassoni della diga foranea.

GELA

(GF) Disagi presso gli uffici postali di Gela. Lun-ghe code in vista della scadenza per la presen-tazione delle istanze della social card, la carta acquisti varata dal governo nazionale relativa al trimestre ottobre-dicembre che prevede un totale di 120 euro ai pensionati che ne possie-dono i requisiti. Gli utenti, soprattutto perso-ne anziane, hanno lamentato le lunghe attese prima di accedere al proprio turno. Il Presi-dente della libera associazione consumatori di Caltanissetta, Giulio Cordaro è intervenuto sulla questione interrogandosi sulle file inter-minabili per la social card in questi giorni a Gela e nel resto della Sicilia che si aggiungono al normale lavoro a cui gli uffici sono preposti creando innumerevoli disagi alla cittadinanza intera.

(Carcos) Ancora problema randagismo. Branchi di cani che scorrazzano per le vie di Manfria, rendendo insopportabile la vita ai cittadini residenti nella frazione balneare gelese. La denuncia parte da un comunicato stampa del presidente del “Comitato permanente per lo sviluppo di Manfria”, Maurizio Cirignotta. Anche buttare l’immondizia o attendere l’au-tobus è diventato un pericolo. Il comunicato denuncia che i “cittadini si trovano a fronteg-giare il branco, anche nei quotidiani atti di vita”. Per questo motivo il comitato ha iniziato una raccolta firme per una petizione-denuncia, da presentare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela. “Le molteplici let-tere - continua il comunicato - indirizzate al-l’amministrazione comunale ed ai vigili urbani non hanno prodotto mai nessun risultato”.

in Breve

“L’affaraccio rifiuti” par-te dal maggio 1999

quando la società Enna Am-biente, oggi si chiama Sicilia Ambiente, elabora un proget-to tecnico-economico per il servizio di gestione dei rifiuti urbani. Si tratta di un prezioso documento che individua gli interventi necessari per risol-vere il problema della nettezza urbana. La strada da seguire sarebbe quella della partecipa-zione dell’ente locale e una so-cietà mista. Il progetto prevede l’impiego di 34 unità lavorative (oggi sono 71), di 9 automezzi del comune e di 4 della società, l’utilizzo di tutte le attrezzature del comune (cassonetti e bido-ni) alle quali si aggiungeranno altri 50 contenitori per la rac-colta differenziata. Costo com-plessivo dell’operazione: 2 mi-liardi e 630 milioni di lire (pari a circa 1 milione e 360 mila euro). Poi, il dettagliato “pro-getto” tecnico-economico viene accantonato. Ed è come se non esistesse, quando il 20 novem-bre del 2001, il consiglio comu-nale approva la delibera n. 70 di “esternalizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Un’ampia maggioranza trasver-sale (21 voti a favore, 5 contrari e 2 astenuti), difatti, decide che il servizio sia affidato a imprese private attraverso le procedure dell’asta pubblica a evidenza comunitaria. Da questo mo-mento in poi è un susseguirsi di errori. Il primo lo commette lo stesso consiglio comunale, che non solo delibera l’esternalizza-zione del servizio, ma approva anche il relativo piano tecnico-economico, senza procedere ad

alcuna discussione sul punto. Eppure sarà l’approvazione del piano economico a consentire l’affidamento del servizio ad una società privata, ponendo a carico del bilancio comunale una spesa troppo onerosa, pari a quasi 8 miliardi di lire (4 mi-lioni di euro) l’anno. E non è tutto. In base al piano, il comu-ne sarà costretto a sobbarcarsi anche il costo del personale, prima impiegato nei servizi di nettezza urbana e ora utilizza-to in altri servizi nei vari uffici comunali. L’errore commesso nel 2001, continua a pesare an-che dopo la costituzione del-l’Ambito territoriale ottimale EnnaEuno. E al primo errore se ne aggiungono altri, che si estendono anche nei rimanen-ti 19 comuni della provincia. Inizia il Commissario regio-nale per l’emergenza rifiuti, che, con ordinanza dell’agosto 2003, affida alle società d’am-bito il compito di determinare la tariffa rifiuti, in violazione del decreto legislativo n.22 del 1997, che riserva agli enti locali tale potere. E nell’errore per-severa l’assemblea regionale, approvando l’art. 11 della legge finanziaria per il 2005 secondo cui “la tariffa del servizio della gestione del ciclo rifiuti urbani” è deliberata dall’assemblea dei soci della società d’ambito. Poi, d’improvviso, a fine 2004, gli errori si trasformano in minac-cia per le tasche degli ennesi. Perché l’Ato EnnaEuno, prima determina la tariffa rifiuti senza applicare i criteri stabiliti per tutto il territorio nazionale dal Dpr 158 del 1999; poi, quan-do il Commissario dello Stato

impugna l’art. 11 della legge finanziaria regionale, non si astiene dal richiedere il paga-mento di una tariffa stabilita in modo illegittimo, ma affigge un manifesto con cui sollecita il pagamento in quattro rate. In-somma, l’affaire tariffa rifiuti è una intricata vicenda giuridica, forse anche politica, che ruota attorno a un decreto legislativo e a un regolamento. In base al decreto legislativo del 97, spet-ta agli enti locali la determina-zione della tariffa del servizio di gestione dei rifiuti.

Al Commissario dello Sta-to, dunque, non è rimasto che impugnare l’art. 11 della legge regionale, sottolineando che “benché l’assemblea dei soci della società d’ambito sia co-stituita dai sindaci dei comuni rappresentati, non può non ri-levarsi che nei loro poteri non è compreso il compito di deter-minare la tariffa per la fruizio-ne dei beni e dei servizi, che è di competenza del consiglio, organo rappresentativo dell’in-tera collettività”. Una lezione di democrazia, che avrebbe do-vuto indurre alla sospensione di ogni procedura di riscossio-ne, in attesa del responso della Consulta. Peraltro, questa de-cisione del Commissario dello Stato non è isolata. A stabilirlo successivamente sono state an-che le Commissioni tributarie provinciali di Enna, Catania, Messina, la Commissione tri-butaria regionale di Caltanis-setta, la pronuncia del Tar Si-cilia (2295/2007), del Tar della Toscana con la sentenza 800 del 29 maggio 2007. Ma anche a ritenere gli Ato competenti

a determinare la tariffa, entre-rebbe in gioco il regolamento (Dpr 158/99) “recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per ridefinire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani”. Un lungo elenco di regole, coef-ficienti e formule algebriche per determinare la parte fissa e quella variabile della tariffa. E qui il caso ‘caro bollette’ assu-me contorni poco chiari. Il Dpr prevede tutto un sistema volto a garantire che la nuova tariffa non si discosti molto dalla tas-sa degli anni precedenti. E, co-munque, attraverso il sistema dei coefficienti, garantisce che la tariffa non superi una de-terminata soglia. Ciò significa che, se in un comune il servizio di gestione dei rifiuti è stato af-fidato a un’impresa privata in base a un contratto d’appalto in-giustificatamente oneroso, tale costo non può ripercuotersi sui cittadini, se non nei limiti sta-biliti dalla norma”. E che a Enna e provincia tali limiti siano stati superati sarebbe provato da al-cuni confronti con altre città. Il consiglio comunale di Sassuolo, ricca cittadina in provincia di Modena per i locali adibiti ad abitazione ha stabilito una tarif-fa pari a 1,57 euro al mq; nel co-mune di Ciriè (To) per una casa di 100 mq abitata da due perso-ne si pagano 126,78 euro (1,26 al mq); ad Imperia si pagano 133 euro per una casa di 90 mq abi-tata da 5 persone (1,47 al mq). Mentre, ad Enna si chiedono 290,52 euro per una casa di 100 mq abitata da una sola persona (2,9 al mq).

G. L.

legale, e il presidente e i consiglieri di am-ministrazione succedutisi dal 2002 ad oggi” e cioè: Serafino Cocuzza, Antonio Cam-marata, Giuseppe Buscemi, Gioacchino Todaro, Francesco Santangelo, Giovanni Antonio Vitale, Cateno Cravotta, Giuseppe Tambè, Piero Capizzi, Vladimiro Crisaful-li, Michele Galvagno, Carmelo Tumino, Ugo Maria Grimaldi, Salvatore Termine, Francesco Costanza, Giuseppe Marchì, Giuseppe Nunzio Scornavacche, Giuseppe Assennato, Salvatore Ragonese, Maurizio Prestifilippo, Antonino Catania.

Il provvedimento è la diretta conseguen-za dell’istruttoria n.V2006/00201/GA, ri-guardante le “presunte irregolarità ammi-nistrative contabili in ordine al personale regolato dal contratto di collaborazione a progetto”. Non si tratta, al momento, del-

l’avvio di alcun ‘procedimento’ nei con-fronti degli amministratori della società d’ambito, le cui eventuali responsabilità sa-ranno da accertare in un secondo momen-to con apposito iter, ma dalla lettura delle note della Procura della Corte dei Conti si evince la volontà di non tralasciare alcun aspetto della vicenda. Per questo, solleci-ta la “tempestiva e rituale costituzione in mora dei soggetti” interessati e quindi il blocco dei termini di prescrizione “median-te intimazione o richiesta fatta per iscritto, ove sia specificato il titolo per il quale vie-ne chiesta la restituzione del “danno era-riale derivante da tutti gli atti di gestione della società EnnaEuno S.p.A. con riper-cussione negativa sul patrimonio dei soci pubblici”. Intanto, va ricordato anche che è stato chiesto il rinvio a giudizio da parte

del pubblico ministero, dott. Calogero Fer-rotti - la prima udienza davanti al Gup si svolgerà il 19 marzo prossimo - per abuso d’ufficio a carico degli ex vertici dell’Ato rifiuti di Enna, indagati nell’ambito dell’in-chiesta sulle “assunzioni facili”. Assunzioni di “un rilevante numero di persone, circa 101 unità, del tutto sovrabbondanti rispet-to alle necessità dell’ente”. Si tratta dell’ex presidente Serafino Cocuzza, l’ex ammini-stratore delegato Antonio Cammarata, gli ex consiglieri d’amministrazione, Giovan-ni Vitale di Leonforte, Giuseppe També di Barrafranca, Francesco Santangelo di Re-galbuto, Claudio Cravotta di Enna e Piero Capizzi di Calascibetta.

Giacomo Lisacchi

... segue dalla prima pagina

I rappresentanti dei comitati dei cittadini della provincia di Enna

Quanti errori nella gestione dei rifiuti a Enna!

valguarnEra I Comitati in difesa dei cittadini esultano dopo la sentenza

La vittoria degli utenti

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Settegiorni dagli Erei al Golfo

�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 25 gennaio 2009Vita Diocesanachiesa� Il 1° febbraio si celebra la 31a Giornata per la vita

La vita bene indisponibile

Questo il tema trattato nell’incontro organizzato dal CIF di Piazza Ar-

merina con l’adesione del gruppo locale dell’UCIIM il 12 gennaio scorso nel salone parrocchiale di S. Stefano a Piazza Armeri-na. La presidente La Malfa, dopo i saluti, ha introdotto il relatore don Antonino Rivoli che ha illustrato l’argomento della sua tesi di licenza in Teologia. La parola “simbolo” racchiude un concetto che rimanda ad una realtà che sta oltre e, nella sua lunga sto-ria, l’uomo ha usato il simbolo della croce, pensando a qualcosa di più grande e che trascende la sua natura finita. Dinanzi ad una platea attenta, don Nino ha tracciato il

lungo percorso di questo simbolo, presente già in epoche molto lontane. Con l’ausilio di proiezioni, il relatore ha presentato una gran quantità di immagini provenienti dal-le civiltà più antiche come quella italica, egizia ed etrusca. Interessanti le riflessioni sulla croce tracciata dagli egizi e chiamata “Ankh” simbolo della vita e donata dalla di-vinità al faraone o portata dal dio nel pas-saggio all’aldilà. Si è fatto anche cenno a un tipo particolare di croce, la “svastica” che, in tempi assai remoti, era un simbolo di vita e si trova come ornamento nelle vesti degli antichi romani (come si può vedere in alcune figure dei mosaici della Villa romana

del Casale) ma anche in molti reperti della civiltà Indù. A Roma in S. Sabina la prima rappresentazione ecclesiale della croce, non più, quindi, espressione di un bisogno spirituale personale. Per i cristiani, la croce è, prima di tutto, il simbolo della salvezza, del Cristo che abbraccia tutti gli uomini e che unisce il cielo e la terra. A conclusione per l’UCIIM le riflessioni di mons. Anto-nino Scarcione, conculente ecclesiastico e i ringraziamenti della presidente Prof.ssa Calcagno.

Maria Teresa Ventura

Il mese della Pace è l’oc-casione migliore perché i

ragazzi colgano che la PACE rappresenta l’espressione più autentica e significativa del-la vera bellezza che l’ACR in questo anno associativo vuole annunciare a tutti. Contem-plare questa bellezza però non è sufficiente: è necessario “sporcarsi le mani”, darsi da fare per costruirla e soprat-tutto perché possa diventare un patrimonio comune e con-diviso da tutti.

I ragazzi saranno chiamati allora a diventare degli “ar-tisti” che nelle Botteghe del Mondo si daranno da fare per costruire gesti quotidiani di Pace, aprendosi anche alla co-noscenza e all’aiuto di quello

che fanno i loro amici lontani (ma vicini nella fede) del Ban-gladesh e Paraguay. L’ACR vuole far vivere, in questo mese, un apprendistato alla scuola dell’unico e vero arti-sta della pace: il Signore Gesù! Sarà Lui a guidare i ragazzi, a far “modellare” atteggiamenti concreti di pace nella loro or-dinarietà! A guidare ulterior-mente il Mese della Pace sarà il messaggio del Santo Padre per la 42° Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio 2009 che, fin dal titolo “Combat-tere la povertà, costruire la pace”, pone in evidenza quan-to siano legate strettamente la dimensione della povertà, della fame con il bisogno di lavorare per la pace.

Nello svolgimento della fe-sta, i ragazzi verranno educati a cogliere che i propri deside-ri devono essere relazionati, devono inserirsi nello spazio degli altri, in maniera da rea-lizzare i desideri di tutti nel miglior modo possibile, ma-gari facendo una piccola ma necessaria rinuncia. Proprio per questo l’ACR in collabo-razione con “Altromercato” ha deciso di far entrare i ra-gazzi nel mondo del commer-cio equo e solidale: questo sarà possibile attraverso l’ac-quisto di un gadget (Irene, la borsa in juta appositamente realizzata per l’ACR) che so-sterrà alcuni progetti in Ban-gladesh e Paraguay. La Festa della Pace è il momento in cui

l’ACR si apre al territorio, per interagire con esso e poter es-sere presenza viva e operante proprio dove viviamo.

Una particolare attenzione va data quest’anno alla città di Mazzarino, che il 1 febbraio vedrà riuniti a questa grande festa tutti i ragazzi dell’ACR della diocesi di Piazza Ar-merina. Ci sarà l’accoglienza del primo cittadino Giovanni Virnuccio e dopo la Messa celebrata da mons. Michele Pennisi, si metterà la “Pace al centro” con il lungo corteo nelle vie principali di Mazza-rino.

Gaetano Giarratana

La Croce. Da simbolo cosmico a strumento di salvezza

Pia�zza� a�rmerina� Conferenza-dibattito nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

ecumenismo e dialogo interreligiosoNei locali del Liceo classico e

scientifico di P. Armerina, messi a disposizione dal diri-gente, prof. Giuseppe Russo, ha avuto luogo una conferenza-di-battito su “Ecumenismo e Dialogo interreligioso”. È stata presentata la “Carta Ecumenica”, firma-ta a Strasburgo dalle Chie-se Cattolica, Ortodossa e Protestante.

Il relatore, mons.Anto-nino Scarcione, assistente dei Laureati Cattolici, ha illustrato i punti caratte-rizzanti del documento, precisando che la “Carta” si articola in tre parti: 1. Crediamo la Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica; 2. In cammino ver-so l’unità visibile delle Chiese; 3. La nostra comune responsabilità in Europa. “I lavori per la stesura della ‘Lex fundamentalis’ del-l’Ecumenismo e dialogo interreligioso, ha sottolineato il preside, furono improntati all’ascolto e al rispetto reciproco tra i dele-gati, nell’unico intento di “implorare da Dio il dono dell’unità” e di sperimentare, già in

quella sede, ‘com’è’ bello e gioioso che i fratelli stiano insieme” (Salmo 113). Le Chiese sono consapevoli che i cri-stiani, pur essendo una minoranza, (2 miliardi su oltre 6 miliardi di abi-tanti della terra), possono avere un

ruolo importante e dare un contributo originale alla soluzione dei problemi della giustizia e della pace nel mondo”.

Il relatore, tra l’altro, ha messo in risalto l’impor-tanza di alcuni paragrafi del documento. Il 6 “La salvaguardia del creato” (la

natura è un dono di Dio e quindi bisogna rispettarla; ogni forma di inquinamento co-stituisce una grave lesione; semmai, vanno creati i presupposti per uno sviluppo soste-nibile, nel rispetto del creato; istituire e so-stenere la Giornata ecumenica di preghiera per l’Ambiente e valorizzare le organizzazio-ni ambientaliste delle Chiese). Il paragrafo 10 “Approfondire la comunione con l’Ebraismo” (contro ogni revisionismo, tenere viva la me-moria dell’olocausto, perché mai più abbia a

ripetersi il genocidio di un popolo; ribadire la netta condanna dell’anti-semitismo, dell’antigiudaismo e del-la vergognosa legislazione razziale del 1938). Il paragrafo 11 “Curare il dialogo”, nonostante le enormi diffi-coltà, derivanti dagli attentati e dal terrorismo presente, purtroppo, anche in altri paesi, e le relazioni con l’Islam (è op-portuno, altresì, seguire lo spiraglio creato, recentemente, dalla Lettera dei 138 saggi musulmani al Papa, a cui ha fatto seguito la disponibilità della Chiesa e la costituzione di una speciale Commissione Islamo-Cri-stiana). Paragrafo 12 “L’incontro con le altre religioni” e visioni del mondo (l’Induismo e il Buddismo, che possono contribuire alla riscoperta di valori, ad esempio quello del-la non-violenza, per la costruzione di un mondo nuovo e in pace. Discernere, infi-ne, le comunità e i gruppi con cui ricercare dialoghi e incontri, rispetto, invece, a quelle aggregazioni, dalle quali cautelarsi.).

Al termine del sereno e ampio dibattito, il relatore ha fatto dono ai presenti di una copia della” Carta Ecumenica”.

“Esperienze pastorali” cinquant’anni dopo. L’attualità di don Lorenzo Milani

Il motivo che mi spinge ad ono-rare uno scritto come ‘Esperien-

ze pastorali’ di don Lorenzo Milani, si trova dentro la questione culturale che oggi sta affrontando la Chiesa e in particolare quella italiana. La pastorale, questa sco-nosciuta, oggi sempre più intesa come il ricettario di soluzioni pratiche vendute a buon mercato nei diversi convegni – vedi le pubblicazioni di atti che si produco-no a dismisura -, o semplicemente il frutto dell’improv-visazione di quel tal parroco o buon operatore pastora-le privo di confronto critico con la tradizione di quella chiesa o con il vissuto del territorio in cui si intende la-vorare. ‘Esperienze pastorali’, l’opera che segna la matu-rità ministeriale di don Milani, oggi passa in sordina per un duplice motivo: il primo è dato dal fatto che è ve-nuto meno il clima culturale dentro il quale ‘Esperienze pastorali’ è stato immaginato e scritto e di conseguenza è venuta a mancare l’attenzione che gli si sarebbe potu-ta dedicare; il secondo è correlato ad alcune “mancan-ze” insite nel metodo adottato che tradisce una scarsa centralità della Parola, come ha evidenziato il cardinale Martini, e una esagerata declinazione intellettuale lega-ta al modello classico della scuola. Per tali ragioni, esi-ste dunque il rischio reale che il cambiamento culturale avvenuto dentro la chiesa porti ad archiviare in fretta e anche con un po’ di superficialità eventi e riflessioni che non soltanto hanno segnato e costruito il nostro passato e la nostra memoria ecclesiale, ma contengono doman-de e sfide avvincenti anche per il nostro presente. È que-sto il motivo che mi spinge a onorare con questo scritto il cinquantesimo anniversario di ‘Esperienze pastorali’ per la rubrica del nostro settimanale diocesano. Capire l’intenzione che ha spinto questo prete a intraprendere questa sua ricerca, e successivamente a renderla pub-blica. È chiaro che questa è una riflessione che porta ad un discorso teologico che il contesto di questa rubrica non permette per spazio e finalità. Il tratto profetico del priore di Barbiana consiste nello sforzo compiuto da questo prete per operare un discernimento profon-do del suo tempo, una lettura seria della storia alla luce della fede, e le conseguenze che derivano da una simile lettura, a livello di strumenti, contenuti e obiettivi nel-l’immaginare la presenza e la missione del cristianesi-mo e della Chiesa. Finisce il tempo di una pastorale im-maginata come semplice e acritica ripetizione di gesti legittimati da una vaga idea di tradizione, e sostenuti da quel grande principio di azione che è l’abitudinarie-tà; con il suo testo don Milani vuole invece avviare in modo positivo il tempo di una riflessione sulla pastora-le, il tempo di una pastorale che sia frutto di un’analisi critica e motivata. L’intenzione dichiarata è questa: in-dividuare gli scopi reali delle nostre azioni pastorali, va-lutarli, sceglierli in base al fine che si vuole perseguire. Questa è anche la semplice aspirazione della pastorale giovanile diocesana, intenta a legittimare quei percorsi che ogni realtà ecclesiale dei dodici comuni crea a favo-re dello sviluppo integrale di ogni persona.

di don Giuseppe FauscianaPianeta Giovani

Domenica 1 feb-braio alle ore

16,30 nei locali di via Cairoli a Gela, verrà inaugurata la 151a sede in Italia dell’Apostolato del mare. L’Apostolato del mare, che fa capo alla fondazione Mi-grantes, è l’organi-smo costituito dalla Conferenza episco-pale italiana per as-

sicurare l’assistenza religiosa ai migranti, italiani e stranieri, per promuovere nelle comunità cristiane atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi, per stimolare nella stessa comuni-tà civile la comprensione e la valorizzazione del-la loro identità in un clima di pacifica convivenza rispettosa dei diritti della persona umana. L’Apo-stolato del mare svolge altresì un ruolo di coordi-namento delle “Stelle Maris”, circoli di accoglienza e assistenza verso i marittimi diffuse in tutta Italia, nonché dei cappellani di bordo. Le singole dioce-si che hanno uno sbocco al mare sono chiamate a dare testimonianza di Chiesa che accoglie davvero tutti. Nella fattispecie ogni diocesi con un porto o una forte presenza di lavoratori marittimi, pesca-tori e familiari è chiamata a designare un cappella-no per una specifica cura pastorale di queste per-sone. Da qualche anno il vescovo mons. Pennisi ha nominato in tale ruolo don Giovanni Tandurella.

“La forza della vita nella sofferenza” è questo il tema della 31a Gior-

nata Nazionale per la Vita che verrà celebrata l’1 febbraio 2009. Il Consiglio Episcopale Permanente della Cei ha reso noto già dal mese di ottobre un messag-gio, che è una riflessione sul senso della sofferenza fisica e spirituale che purtrop-po interviene a segnare l’esistenza uma-na di per se fatta per la gioia. La giornata è occasione per riflettere su quanto “la vita umana sia un bene inviolabile e in-disponibile (…)”. Diverse le aggregazioni e i movimenti impegnati per celebrare questa giornata, anzi a celebrare la vita, anche quella di chi soffre.

In diocesi il Centro di aiuto alla vita, che ha due sedi, una ad Enna e l’altra a Gela, ha programmato una celebrazione eucaristica che sarà presieduta dal ve-

scovo nella chiesa di s. Giacomo a Gela, proprio l’1 febbraio alle ore 19. Durante la celebrazione della messa, avrà luogo la benedizione di tutte le donne in stato di gravidanza.

Nel messaggio dei vescovi italiani si sottolinea che “non può mai essere legit-timato e favorito l’abbandono delle cure, come pure ovviamente l’accanimento terapeutico, quando vengono meno ra-gionevoli prospettive di guarigione”. È necessario invece “percorrere la strada della ricerca, e moltiplicare gli sforzi per combattere e vincere le patologie - anche le più difficili - e a non abban-donare mai la speranza”. Poiché “la soffe-renza appartiene al mistero dell’uomo e resta in parte imperscrutabile: I vescovi rivolgono un appello “ai parenti e agli amici dei sofferenti, a quanti si dedica-

no al volontariato, a chi in passato è stato egli stesso sofferente e sa che cosa significhi avere accanto qualcuno che fa compagnia, incoraggia e dà fiducia”. Nel messaggio si affronta anche il tema del-l’aborto: “Talune donne, spesso provate da un’esistenza infelice, vedono in una gravidanza inattesa esiti di insopporta-bile sofferenza”. Se la risposta è l’aborto, “viene generata ulteriore sofferenza, che non solo distrugge la creatura che custo-discono in seno, ma provoca anche in loro un trauma, destinato a lasciare una ferita perenne. La via della sofferenza - si legge ancora nel messaggio - si fa meno impervia se diventiamo consapevoli che è Cristo, il solo giusto, a portare la soffe-renza con noi”.

Carmelo Cosenza

a�zione ca�ttoLica� ra�ga�zzi Il 1 febbraio festa della pace dell’ACR

A Mazzarino “La Pace conviene”

Si inaugura a Gela la 151a Stella Maris

Mons. Antonino Scarcione

Don Giovanni Tandurella

Salvina Farinato

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�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 25 gennaio 2009 Vita Diocesana

Commento alla liturgia domeniCaleIV domenica del tempo ordinario - B

a cura di don Angelo Passaro

1 febbraio 2009

Dt 18,15-201Cor 7,32-35

MC 1,21-28

«Ed entrarono a Cafarnao. Significativo e felice è questo cambiamento: ab-

bandonano il mare, abbandonano la barca, abbandonano i lacci delle reti ed entrano a Cafarnao. Il primo cambiamento consiste nel lasciare il mare, la barca, il vecchio pa-dre, nel lasciare i vizi. Osservate il cambia-mento. Hanno abbandonato tutto questo: e

perché lo hanno fatto? Per trovare che cosa? Entrarono, dice Marco, a Cafarnao, cioè entrarono nel campo della consolazione, perché Cafar significa campo, Naum signi-fica consolazione. Entrarono in Cafarnao, e subito, entrato di sabato nella sinagoga, inse-gnava loro: insegnava affin-ché abbandonassero gli ozi del sabato e cominciassero le opere del Vangelo. Si stupiva-no della sua dottrina. Perché,

mi chiedo, insegnava qualcosa di nuovo, di-ceva cose mai udite? Egli diceva con la sua bocca le stesse cose che aveva già detto per bocca dei profeti. Egli parlava e diceva oggi quello che già aveva detto per mezzo dei profeti: Io che parlavo, ecco sono qui (Is 52,6)» (Girolamo, Commento al Vangelo di Marco).Il testo di Deuteronomio (prima lettura) an-nuncia la decisione di Dio di suscitare un profeta come Mosè, sulla cui bocca ci sa-ranno le parole di Dio stesso. Il vero profeta diviene così voce della parola che appartie-ne ad un Altro, la sua esistenza è la testimo-nianza della risonanza della parola detta dal Signore. Il profeta non dice cose proprie,

il suo dire, infatti, è un «dire pro». In ciò sta la sua autorevolezza e la sua stessa identità. Il brano evangelico racconta del compimen-to di questa profezia dell’Antico Testamen-to. Gesù parla e insegna con autorità, rico-nosciuta anche dai demoni: «Comanda agli spiriti impuri e gli obbediscono» (Mc 1,27). Infatti Gesù sconfigge lo spirito immondo solo con la potenza della sua parola! È la pa-rola che, come quella di Dio nella creazione (cf. Genesi 1), sconfigge le forze del caos, qui rappresentate dal demone. La forza della Parola di Gesù rende impotente la forza del male. Gesù dunque si presenta alla gente del suo tempo, ai suoi discepoli, a noi che oggi ascoltiamo questa parola evangelica, come Colui che ha exousía, ha autorità, quella che gli proviene dall’Alto, quella del profeta ul-timo inviato da Dio (cf. Dt 18,15ss.) che rea-lizza il Regno di Dio, lo rende presente nel-la storia dell’uomo. Il potere di satana, che sembra poter dominare sul mondo e sull’uo-mo, viene contrastato e annientato dall’ir-ruzione di un nuovo potere che si presenta nella persona di Gesù. Egli con la forza della sua parola libera l’uomo da ogni forma di schiavitù e lo ristabilisce nella sua condizio-ne originaria, secondo la volontà del creato-re: essere a immagine e somiglianza di Dio

(cf. Gen 1,26). Perciò Gesù compie questo miracolo, rivela cioè la potenza di Dio, in giorno di sabato, giorno in cui la creazione arriva al suo compimento. In questo giorno nessun’altra signoria che non sia quella di Dio è possibile. Quanto Gesù compie è allo-ra un atto di nuova creazione: il regno di Dio ri-colloca l’uomo nel progetto originario di Dio, progetto di libertà e di verità, progetto di vita e non di morte, perché Dio è il Dio dei vivi non dei morti!Di fronte alla parola creatrice e liberante di Gesù l’uomo scopre la sua condizione di incapacità di liberarsi da solo dalle forze che lo allontanano da Dio, dalla sua santità. La forza rigenerante della parola di Gesù, ascoltata nell’incontro con lui, ha il pote-re di liberarlo. Essa è dono di grazia che in Gesù raggiunge chi non ha timore di acco-gliere la sua autorità.L’umile riconoscimento - che sa gridare a Dio: «Liberaci dal male» - del proprio biso-gno di salvezza è perciò insieme radice e frutto dell’ascolto della parola autoritativa di Gesù che viene a liberarci per una vita di pienezza con Lui, in Lui e per Lui.

Lampada per i miei passi è la tua Parola...

Il 13 gennaio scorso è sta-

to firmato tra la diocesi di Piazza Armerina, rap-presentata dal vescovo mons. Michele Penni-si e l’Ausl n. 4 di Enna, rappresen-tata dal diretto-re generale dr. Francesco Iudica il preliminare di compravendita dell’ex convento S. Francesco, per anni sede dell’ospedale “Chiel-lo” di Piazza Armerina. Si av-via così a conclusione un lungo iter che ha portato la diocesi a tornare in possesso di un bene sottratto alla chiesa con

le leggi Siccardi dopo l’unità d’Italia. La diocesi ha anticipa-to la somma di 100mila euro su un costo complessivo di 1.377.240,00, valore ritenuto congruo dall’Assessorato re-

gionale al bilancio con provvedimen-to del 14 dicembre 2006 in seguito ad una valutazione tecnica di una so-cietà di Pinerolo. La cessione del-l’immobile era sta-ta autorizzata già nel 2006 dall’as-sessorato regiona-le alla Sanità, ma attendeva quella dell’Assessorato ai beni culturali. Tale atto è arrivato il

17 novembre scorso su parere della Soprintendenza di Enna.

L’ex convento è destinato a divenire la sede del vescova-do, della curia e casa alloggio per gli impiegati della stessa

curia, ubicati attualmente in modo inadeguato nei locali del Seminario in via La Bella. Ov-viamente saranno necessari la-vori di ripristino dell’immobi-le, abbandonati ormai da anni e recentemente danneggiati da furti e saccheggi, non ulti-mo quello di sei colonne del chiostro. Perciò il vescovo ha avviato la pratica per la con-cessione di un contributo da parte della Cei, fondi otto per mille, che potrebbe intervenire con un finanziamento massi-mo del 75% dell’intera somma necessaria all’acquisto.

Giuseppe Rabita

piazza armerina Con il preliminare di compravendita si conclude la vicenda dell’ex ospedale “Chiello”

L’ex convento torna alla diocesiincontro giornalisti

Domenica 25 si svolge a Piazza Armerina in un noto albergo cittadino l’annuale incontro dei giornalisti e operatori della comunicazio-ne che operano nel territorio diocesano in occasione della festa del patrono, s. France-sco di Sales che ricorre il 24 gennaio. L’ini-ziativa, consolidata ormai negli anni, è stata voluta dal vescovo mons. Pennisi e promossa dall’ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali. Per l’occasione don Liborio Palme-ri, vicario generale della diocesi di Trapani tratterà il tema: “La notizia come oggetto del desiderio”. Nel corso dell’incontro verrà distribuito il messaggio del s. Padre per la Giornata mondiale delle comunicazioni so-ciali sul tema “Nuove tecnologie, nuove re-lazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”, pubblicato in occa-sione della festa di s. Francesco di Sales, che si svolgerà il 24 maggio, solennità dell’Ascen-sione del Signore.

laboratorio di regiaIl MoVi e il CesVop sezione di Gela, insie-me al Centro giovanile “Caposoprano” della parrocchia Sant’Antonio di Gela organizza-no un laboratorio di regia e sceneggiatura con Ottavio Mussari regista di “Mu’afah”. Il laboratorio avrà la durata di 60 ore ed è ri-volto a 25 ragazzi e giovani di età compresa tra i 16 e 22 anni, ed ha lo scopo di fornire gli strumenti di analisi e di comprensione del linguaggio delle immagini e di acquisire competenze nella progettazione di prodotti audiovisivi. La partecipazione al corso è gra-tuita, le lezioni si svolgeranno il venerdì e il sabato dalle 15 alle 19 nei locali del centro giovanile “Caposoprano” della parrocchia sant’Antonio. È possibile iscriversi anche on line al sito www.volontariatogela.org Infor-mazioni 346.3720323. Il termine ultimo del-le iscrizioni è fissato per il 28 gennaio.

giovaniIl Forum delle associazioni familiari di Gela organizza per domenica 25 gennaio alle ore 16 un convegno dibattito su “La riflessività educativa”. Si svolge nell’aula magna del li-ceo classico “Eschilo”. Intervengono la dr.ssa Nuccia Morselli che relaziona su “Dinamiche familiari ed educazione dei giovani” e don Carmelo Umana su “Educare i giovani nei contesti socio-culturali”.

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Caritas� Tra difficoltà crescenti proseguono gli aiuti. Appello per 1,6 milioni di euro

Bombardato un Centro Caritas a gazaLa Caritas

d i o ce s a n a , per voce del di-rettore don Giu-seppe Giugno, ha rilanciato alle parrocchie l’ap-pello di Caritas Italiana del 13 gennaio scorso in favore delle popolazioni di Gaza sottoposte ai bombarda-menti israeliani. “Siano rilancia-ti i negoziati di pace rinuncian-do all’odio, alle provocazioni e all’uso delle armi”. Queste parole indirizzate da Benedetto XVI ai membri del Corpo diplomatico presso la Santa Sede sono solo uno dei ripetuti e accorati appelli ad Israeliani e Palestinesi perché fermino le violenze in Terra Santa. Uno dei sei centri sanitari della Caritas, nel distretto Al Maghazi a Gaza, è stato distrutto dai bombardamenti. La situazio-ne è sempre più difficile ed estremamente complessa.

Lo staff di Caritas Gerusalemme, aiutato da gruppi di volontari, lavora senza ripo-so, in piena emergenza per dare sostegno

a circa 25.000 persone, alloggiate in locali di fortuna nel quartiere di Shati camp, nella periferia di Gaza. Le loro case sono distrutte, manca il pane perché in gran parte delle panetterie i forni non funzionano, di notte fa freddo, il sistema fognario è grave-mente danneggiato, le immondizie si accumulano, l’aria è resa irrespirabile dalla polvere e dai bombardamenti. I servizi sanitari sono ovviamente al collasso, bambini, disabili, donne in-cinte restano privi di assistenza.

Tramite la rete internazionale la Caritas ha lanciato un appello per

1,6 milioni di euro per aiuti d’urgenza per 4 mesi. In particolare, oltre ad aiuti alimentari per 4.000 famiglie, si preve-dono interventi sanitari anche con cli-niche mobili e ambulanze a sostegno di 4 ospedali a Gaza, kit con prodotti per l’igiene e aiuti economici per 2.000 fa-miglie, coperte per 1.000 famiglie e assi-stenza sanitaria d’urgenza a 1600 perso-ne, fra cui un centinaio di mutilati.

Il chiostro dell’ex convento S. Francesco

Per sostenere gli interventi in corso (causa-le “TERRA SANTA”) si possono inviare offer-te a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013. Offerte sono possibili anche trami-te altri canali, tra cui: Allianz Bank, via San Claudio 82, Roma - Iban: IT26 F035 8903 2003 0157 0306 097 Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113 Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012 UniCredit Banca, piazzale dell’Industria 46, Roma - Iban: IT02 Y032 2303 2000 0000 5369 992 CartaSi e Diners telefonando a Caritas Ita-liana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

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�Settegiorni dagli Erei al GolfoSettegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 25 gennaio 2009Chiesa e Società

Il 19 gennaio 2008 la Casa francescana S. Antonio da

Padova di Manfria, organizza-va il primo Premio nazionale intitolato al sacerdote gelese don Franco Cavallo che, dopo essersi speso come parroco di San Sebastiano nel proble-matico quartiere Settefarine, è venuto a mancare tre anni fa. Con l’entusiasmo della fa-miglia Cavallo e l’affetto del-la gente che ha conosciuto il “prete di periferia”, quest’anno l’evento non solo si è ripropo-sto ma è cresciuto godendo del patrocinio della Provincia di Caltanissetta e della prezio-sa collaborazione della sezione gelese dei club service Kiwanis e Rotary.

La nuova edizione del pre-mio ha avuto luogo venerdì 16 gennaio e si è articolata in due momenti, il primo dei quali si è svolto presso l’oratorio pub-blico di Manfria di cui il sa-cerdote fu direttore spirituale. All’interno della stessa cappel-la in cui don Cavallo emise la professione dei voti nell’ordine Francescano secolare, dopo un’introduzione del rettore della casa Giovanni Virgadau-la, il presidente del Kiwanis cittadino Giuseppe Vitale ha consegnato una borsa di stu-dio al gelese Nunzio Samà, novizio della comunità reli-giosa degli Oblati del Cuore Eucaristico di Avezzano (AQ). Il giovane seminarista fu un discepolo di don Franco, gra-zie all’aiuto del quale nel 2002 entrò nel seminario diocesa-no di Piazza Armerina (che avrebbe lasciato qualche tem-po più tardi per motivi di salu-te), dopo l’esperienza pastorale come catechista e ministrante alla parrocchia San Sebastiano di Settefarine. Samà ha testi-

moniato con passione il suo incontro con don Cavallo su cui, tra l’altro, ha scritto una tesina dal tito-lo “don Franco Cavallo, infati-cabile apostolo della carità”.

Questa pri-ma fase della giornata si è conclusa con la concelebrazio-ne eucaristica officiata da don Filippo Saler-no, attuale parroco di San Se-bastiano, e padre Rocco Quat-trocchi, parroco della chiesa dei Cappuccini.

Ad ospitare nel pomerig-gio la seconda parte del pro-gramma è stato invece l’arch. Salvatore Gueli, direttore del Museo archeologico di Gela, per il conferimento del Premio nazionale “Don Franco Caval-lo 2009”, assegnato al missio-nario palermitano Biagio Con-te, fondatore dell’associazione “Speranza e Carità”, e alla gior-nalista fiorentina Silvia Guidi, prima penna femminile nella redazione italiana dell’Osser-vatore Romano, il quotidiano della città del Vaticano. “Que-sto riconoscimento - ha detto Biagio Conte - è per me un ulteriore incoraggiamento alla perseveranza e all’abnegazione nei confronti dei più deboli e bisognosi poiché ho conosciu-to personalmente don Franco condividendo pienamente il suo messaggio di carità”. La vocazione di quest’uomo come angelo dei “fratelli ultimi” ini-ziò all’età di 26 anni quando rinunciò alla sicurezza econo-mica che il padre, un abbien-

te imprenditore palermitano, poteva garantirgli per aiutare i poveri e gli emarginati. Oggi frate Biagio è un laico consa-crato che dopo tante pacifi-che battaglie è riuscito a fare dei locali dell’ex disinfettatoio comunale di via Archirafi a Palermo un posto accogliente dove trovano spazio circa cen-tottanta ospiti. A consegnargli il premio sono stati Anna Giu-dice, presidente del Rotary di Gela e Giovanni Virgadaula.

Anche la dott.ssa Silvia Gui-di ha mostrato grande sensi-bilità nel ricevere il riconosci-mento in memoria di padre Cavallo: “Ritengo questo pre-mio - ha affermato la Guidi - un premio non di forma ma di sostanza e sono lieta che esso testimoni la mia sollecitudine nel difendere e promuovere i valori cristiani in assenza dei quali il cuore dell’uomo rimar-rebbe irrimediabilmente in-quieto”. Laureata in letteratura latina medievale, prima di ap-prodare all’Osservatore Roma-no come redattore della cultu-ra, Silvia Guidi ha collaborato per otto anni con il quotidiano Libero diretto da Vittorio Fel-tri nel ruolo di vice capore-dattore del settore Esteri. La

Guidi, religiosissi-ma, fa inoltre parte dell’associazione “Memores domini” che riunisce i mili-tanti di Comunione e liberazione che hanno scelto di vi-vere da consacrati la loro totale dedi-zione a Dio. Le ha conferito il premio il vescovo mons. Michele Pennisi. “In un momento in cui - ha dichiarato il vescovo - il rela-

tivismo etico confonde la co-scienza degli uomini, la figura di don Cavallo, uomo di Dio, rappresenta un coraggioso esempio di tenacia e coerenza”.

La seconda edizione del pre-mio, presentata da Fabiola Po-lara, ha inoltre potuto contare sul contributo del movimento Europa Cristiana “Giovanni Paolo II” e sulla partecipa-zione della sezione nissena dell’Unione cattolica stampa italiana rappresentata dal vice presidente Nuccia Morsel-li che in qualità di psicologa collaborò con padre Cavallo in diversi progetti per il recu-pero del quartiere Settefarine. Presente alla giornata anche la famiglia Cavallo che ha soste-nuto l’evento in memoria del congiunto sacerdote sin dal suo concepimento.

Ha chiuso i lavori l’ideato-re e promotore del premio, il prof. Giovanni Virgadaula, che come rettore della Casa fran-cescana di Manfria ha curato l’evento per rendere omaggio a un sacerdote al quale è stato legato da fraterna amicizia per oltre quarant’anni.

Miriam Virgadaula

+ famigliadi Ivan Scinardo

La ceLLuLa fondamentaLe deLLa società

Qualcuno continua a travisare il concetto di famiglia e gioca spesso in malafede sui dop-

pi sensi e soprattutto sulla necessità che ci si deb-ba mettere per forza al passo con i tempi. Non si è moderni, sostiene qualche illustre intellettuale del nostro tempo, se non si va oltre il concetto di uomo e donna insieme per procreare figli. Per-sonalmente inorridisco di fronte a questi soloni della verità che si permettono di pontificare su temi di cui non sono degni. Fa bene dunque il Papa a scuotere le coscienze e ribadire che la fa-miglia non deve essere confusa “con altre forme di convivenza”, deve avere protezione giuridica e sociale. Un concetto fra tutti è fondamentale: le si deve riconoscere sempre la libertà educativa. Non arriva a caso questo messaggio ma durante i lavori del VI congresso mondiale delle famiglie, di Città del Messico. “Data la sua funzione sociale essenziale - ha riaffermato il Papa - la famiglia ha il diritto a essere riconosciuta nella sua propria identità e a non essere confusa con altre forme di convivenza, così come a poter contare su una adeguata protezione culturale, giuridica, socia-le, sanitaria, e particolarmente a un appoggio che, tenendo conto del numero dei figli e delle risorse economiche disponibili, sia sufficiente a permettere la libertà di educazione e la scelta della scuola”. Nel messaggio è stato annunciato che il prossimo incontro, un evento che in gene-re raccoglie centinaia di migliaia di partecipanti da tutto il mondo, avrà luogo a Milano, nel 2012. Dal Messico giunge dunque la speranza che la fa-miglia possa essere “formatrice ai valori umani e cristiani”. Il sociologo Pierpaolo Donati ha scritto: “se la società non è capace di riconoscere la fami-glia e di aiutarla ad essere fedele alla sua vocazio-ne, come istituzione fondante della società, dif-ficilmente si potranno avere individui integri. La famiglia crea virtù non solo personali e private, ma anche sociali, perché è quella che ci fornisce la capacità di relazionarci”. Tempo fa la Chiesa proclamava solennemente la famiglia come mo-dello di vita cristiana attraverso la beatificazione dei coniugi romani Beltrame - Quattrocchi alla presenza di tre figli, due dei quali sacerdoti. Ecco cosa dice p. Federico Lombardi: “per fortuna an-che i figli di genitori non buoni possono riuscire ottime persone. Però, non si può negare che buo-ni genitori aprono più facilmente ai figli la strada verso le virtù umane e cristiane. Se poi i genitori sono molto buoni, del tutto dedicati alla loro vo-cazione di amore, i figli crescono ogni giorno con davanti agli occhi un esempio che propone alla loro libertà gli ideali più grandi. Nel vocabolario cristiano si dice, con parola un po’ solenne, ma che non ci deve spaventare: la santità. Insomma: se i genitori sono uniti, si vogliono bene e sono consapevoli delle loro responsabilità davanti a Dio e agli uomini, tutti hanno da guadagnarne: loro stessi e i figli per la loro felicità, la società umana, la comunità della Chiesa. Allora: aiutia-moli a volersi bene!”.

[email protected]

Venerdì 30 gennaio presso la sede della Conferenza epi-

scopale siciliana in corso Cala-tafimi a Palermo avrà luogo un convegno regionale dal tema: “Orientamenti per la progetta-zione di nuove chiese e l’ade-guamento di quelle esistenti alla riforma liturgica”. Il simposio, organizzato dagli uffici liturgico, dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto regionali, è rivolto ai direttori e presidenti diocesani degli uffici liturgici, dei beni culturali ecclesiastici e ai membri delle commissioni dio-cesane liturgiche e di arte sacra. Relazioneranno don Stefano Rus-so, direttore dell’ufficio nazionale per i beni culturali ed ecclesia-

stici della Conferenza episcopale italiana, e l’arch. Massimiliano Valdinoci, membro della com-missione d’arte sacra della dioce-si di Verona.

Il convegno presenterà i “crite-ri e le problematiche nella com-mittenza di una nuova chiesa”, e alcuni esempi di progettazione di nuove chiese in Italia. Uno spazio della giornata sarà riservato alla presentazione della nota pasto-rale della CEI sull’adeguamen-to delle nuove chiese. Anche su questo tema verranno presentati alcuni esempi concreti di ade-guamento di chiese esistenti in Italia.

Carmelo Cosenza

Convegno su come progettare le nuove chiese

a cura di Emanuele Zuppardo

Marco Di Stefano

Marco di Stefano è un giovane poeta di Gela che ha già dato alle stampe la sua prima opera “Il ven-

to fuggire via” pubblicato coi tipi dell’editore Calabria. Studente in giurisprudenza a Catania, volontario pres-so l’“Unione Italiana Ciechi”, collaboratore di alcuni giornali locali, ha partecipato a diversi concorsi poe-tici dove ha ottenuto lusinghieri successi. Nella poesia di Marco Di Stefano c’è tanta tensione, tanta tristezza e sofferenza e, soprattutto, tanta solitudine. Sicuramen-te per la immatura scomparsa del padre che gli fa dire: “Da quando te ne sei andato,/ tutto sembra essere cam-biato/ e non c’è più voglia/ o la forza di andare con la testa alta:/ anche in mezzo alla folla più lieta,/ ci si ren-

de conto che sei tra quelli più sfortunati/ ed è faticoso essere del tutto spogliati”.

La scarpetta ancora a spasso

Leggiadra una scarpetta sta sulla riva del mare,con una conchiglia che solletica la suolae un’alga verde che l’assale delicata,vicino a quel naufrago proprietarioche di notte salpò col cuore in gola…

Si placa il braccio di chi vuol remare,quando ha fatto più volte la triste spolae non esiste speranza che sia agognata

da chi se ne sta inerte e solitarioa giacere sotto uno stormo che affamato vola.

Cosparsa di sabbia, la scarpa fa capolinodalla rotondità di un piccolo sassoe sembra infreddolirsi lentamenteper la brezza mattutina che si alza circospettasu chi non può più muovere alcun passo.

L’acqua del mare arriva così sul clandestinocon un allungo che non fa chiassoe ritira con sé quella scarpa da niente,che per ineguagliabile vendettai flutti portano ancora a spasso…

Gela La cerimonia di consegna del premio “Don Cavallo” al Museo archeologico Regionale

Premiati Biagio Conte e Silvia Guidi

“Pericoloso e senza pudore”, così commenta don For-tunato Di Noto, presidente dell’Associazione Meter

in merito alla scoperta dei suoi volontari: “Un sito di pe-dofili il CLResistance - Resistenza Pedofila è stata rinve-nuta in Internet dove dei soggetti hanno impiantato una campagna pubblicitaria con : “Biglietti augurali e da visita, libretti divulgativi e poster” elaborati, prodotti e messi a disposizione di tutti da questa fantomatica “Resistenza dei pedofili”- CLResistance (Risorse e attività per la comunità degli amanti dei bambini - Child Love) sottolineando che essendo “a Natale, ed è la festa dei bambini” i pedofili vo-gliono mostrare il loro volto umano”. Una scoperta a dir poco agghiacciante per come “senza pudore” sono divulga-ti nei portali pedofili di tutto il mondo Europa compresa. Immediata la denuncia dettagliata dell’Associazione Meter alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania e al-l’Interpol per i risvolti internazionali e per conoscere se vi sono italiani coinvolti. Il portale principale ospita 24 orga-nizzazioni pedofile e sembra essere allocato in Canada dove in alcune sezioni riservate è presente la CLResistance.

Meter denuncia: scoperta la “Resistenza Pedofila”

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�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 25 gennaio 2009 Cultura e Società

anniversari � Con l’appello a tutti gli uomini liberi e forti, il 18 gennaio nasceva il partito dei cattolici

Don Sturzo fondatore del Partito PopolareIl 18 gennaio

1919 don Lui-gi Sturzo lanciò l’appello “A tutti gli uomini libe-ri e forti” con il quale nacque il Partito Popolare Italiano, definito dallo storico Fe-derico Chabod “il più importan-te evento poli-tico nella storia italiana del XX secolo”. Con Sturzo l’idea di partito in campo cattolico acqui-stò cittadinanza. Egli valorizzò lo strumento del partito come portatore di ideali morali e civili, mezzo orga-nizzativo delle forze sociali, stru-mento di partecipazione del popolo alla vita pubblica, importante ele-mento dialettico della vita ammini-strativa e politica.

Il sacerdote di Caltagirone per-venne all’elaborazione della sua idea di partito non da un disegno teorico, ma attraverso la partecipa-zione attiva alla vita amministrativa della sua città dove introdusse al posto dei partiti personali e clien-telari un partito fondato su uno specifico programma di ispirazio-ne democatico-cristiana. Un ruolo

fondamentale nella matura-zione del parti-to ipotizzato da Sturzo ebbe il suo costante riferimento ai problemi sociali del meridio-ne e il suo im-pegno sociale nella società civile a fianco degli operai, dei contadini, degli artigiani, degli studenti, del piccolo ceto medio, che lo portò a ricono-scere il carattere autonomo, sul piano culturale e politico di una

vasta rete di organizzazioni cat-toliche (cooperative, casse rurali, circoli, associazioni professionali) sia rispetto ad altre organizzazioni operanti in campo politico sia ri-spetto all’organizzazione ecclesia-stica in quanto tale.

Nella nascita del nuovo partito l’autorità ecclesiastica riscontrò come novità positiva che il Parti-to Popolare, a differenza della De-mocrazia Cristiana di Murri, pur ispirandosi ai principi cristiani si presentasse come “aconfessiona-le”, distinguendo il proprio campo di azione da quello della gerarchia

ecclesiastica e dell’Azione Catto-lica. L’aconfessionalità del partito dei cattolici democratici, teorizza-ta nel discorso di Caltagirone del 1905 e realizzata con la fondazione del Partito Popolare Italiano, volle essere un tentativo non di trovare una zona intermedia tra la fede e la storia in cui si potesse mettere fra parentesi l’identità cristiana, ma di far lievitare dal basso alcuni valori fondamentalmente cristiani pre-senti nella realtà popolare, rivendi-cando una responsabilità diretta ai cattolici impegnati in politica e una autonomia nei confronti della ge-rarchia ecclesiastica, di cui tuttavia non si intendeva mettere in dubbio la missione “direttiva” di illuminare le coscienze alla luce del Vangelo. Il nuovo partito ha una chiara e articolata piattaforma programma-tica i cui principali punti saranno la difesa della famiglia, la libertà d’insegnamento, la legislazione so-ciale, la ricerca della pace in campo internazionale, la rappresentanza proporzionale e il voto femminile. La battaglia politica di Sturzo è sta-ta caratterizzata da un impegno di riforma dello Stato che non voleva più accentrato, né solo rappresen-tativo di una limitata élite politica, ma popolare, articolato nelle auto-nomie locali e quindi decentrato.

A proposito della militanza dei cattolici nella vita politica don Sturzo, in una riflessione condotta durante l’esilio, non elaborò teorie astratte e valide per tutti i tempi

ed in tutti i luoghi, ma storicizzò il problema dell’appartenenza dei cri-stiani nei vari partiti in riferimento alle varie e mutevoli situazioni con-crete. Egli constata che nei regimi costituzionali si sono percorse tre vie: o quella di costituire un parti-to di ispirazione cristiana separato dall’Azione Cattolica e indipenden-te dall’episcopato (come in Belgio, in Olanda ed in Italia); o quello di entrare nei partiti legali continuan-do ad avere gruppi di animazione cristiana all’interno dei vari partiti (come per esempio in Francia); o quello di aderire indifferentemente ai vari schieramenti politici caratte-rizzati non su basi ideologiche ma su impostazioni pragmatiche (come negli Stati Uniti ed in Inghilterra).

Sturzo con molto realismo vede i rischi che i cattolici possono corre-re nelle varie circostanze storiche. A proposito dei cattolici che si in-seriscono in partiti cosiddetti “lai-ci” egli vede il rischio che i cattolici diventino spesso una minoranza isolata e senza influenza. Il rischio che possono correre i cattolici mi-litanti nei partiti di ispirazione cri-stiana è quello di ispirarsi ad uno spirito partigiano, mentre i cattolici dovrebbero mettere il bene comune della nazione al di sopra degli inte-ressi di partito.

Il contesto attuale, anche in Ita-lia, è molto diverso da quello de-scritto da Sturzo. In molti tende a prevalere sull’impegno politico come luogo di “apostolato sociale”

una impostazione pragmatica ed utilitaristica che spesso rischia di censurare i valori fondamentali de-rivanti dalla presenza dell’esperien-za cristiana in campo culturale, so-ciale e civile. In altri è presente uno sterile moralismo che considerando la politica “cosa sporca” si rifugia in una malintesa “scelta religiosa” o al massimo in un impegno sociale di corto respiro in quanto staccato da un progetto politico e culturale di alto profilo. Il rischio è che i catto-lici, pur nella legittima pluralità di soluzioni politiche, si disperdano in una frammentazione che travolge assieme all’unità partitica, anche quella culturale ed ecclesiale, col risultato di far sparire i cattolici come soggetto sociale. Don Luigi Sturzo “infaticabile promotore del messaggio sociale cristiano ed ap-passionato difensore delle libertà civili” - secondo la definizione da-tane da Giovanni Paolo II durante il suo discorso alla Università di Palermo - ha avuto il merito di in-fondere nei cattolici il senso del diritto-dovere della partecipazione alla vita politica e sociale alla luce dell’insegnamento della Chiesa e di concepire l’impegno politico come un atto d’amore verso la società.

+ Michele PennisiPresidente della

Commissione storica per la causa di canonizzazione

di don Luigi Sturzo

music’@rteFrancesco Lojacono

Ricordiamo uno dei più importanti personaggi dell’arte dell’Ottocento

italiano, noto paesaggista e macchiaio-lo, Francesco Lojacono, nato a Palermo nel 1838 e morto nel 1915. Di questo grande artista abbiamo molte opere che rispecchiano varie sue esperienze, influenzate dagli studi e incontri con altri artisti e salotti, che hanno inciso sulla sua formazione artistica.Francesco Lojacono, figlio d’arte, viene subito indirizzato dal padre ed inizia così a conoscere le basi della pittura, che lo portano subito ad essere affida-to a Salvatore Lo Forte, che lo forma pienamente. Viste le grandi doti, Loja-cono parte per Napoli nel 1856 per migliorare le sue conoscenze presso la allora conosciuta scuola dei fratel-li Palizzi, ma nello stesso anno fa già il primo esordio con una esposizione del “Paesaggio Grande Ideale” con un buon riscontro. Da questo momento in poi la carriera del pittore siciliano sarà

sempre più in ascesa, conquistando riconoscimenti e successi, come la Me-daglia d’oro per una mostra fatta a Pa-lermo, mentre nel 1864 l’opera “Mare all’Acquasanta” viene molto gradita ed acquistata dal futuro presidente del Consiglio Menabrea. Grande ricercato-re e sperimentatore, riesce a farsi spa-zio anche con la fotografia che muove i primi passi, cosa che sconvolse il modo di fare la pittura. Gli vengono affidate le cattedre dell’Istituto delle Belle Arti di Napoli, come professore di Paesag-gistica, mentre a Palermo è nominato socio dell’Accademia di scienze lettere e arti. Tante anche in questo periodo sono le committenze, che lo portano ad essere definito il “Ladro del Sole” per la sua capacità di ricreare una par-ticolare luce nei suoi quadri. Oltre che grande paesaggista, diventa un esper-to macchiaiolo, chiamato così per la tecnica particolare di dipingere senza disegni preparatori, ma con pennellate a volte lunghe e larghe che solo grandi artisti riuscivano a fare.

Dal 1870 in poi è il grande esordio nel panorama internazionale dove viene molto apprezzato, cominciando dalle varie esposizioni in Europa: da Vienna a Parigi fino a Bordeaux. Partecipa an-che alla mostra nazionale di Palermo con “l’Estate”, fino alla biennale di Ve-nezia, mentre nell’esposizione di Roma la Regina Margherita, acquista per il Quirinale “l’Arrivo Inatteso”, in quella di Torino il Principe di Trabia, acquista “Dopo la Pioggia”, e nello stesso anno a Lojacono viene conferita l’onorefi-cenza di Commendatore della corona d’Italia, e nell’esposizione nazionale di Palermo il Re Umberto I, acquista “l’Estate”. Per quando riguarda le al-tre grandi opere ricordiamo i paesag-gi di Favignana, della Conca d’oro, del famoso Orto Botanico, che danno ve-ramente prova della grande capacità dell’artista di riuscire a curare anche i minimi dettagli, nonostante le difficol-tà dello stile adottato.

di Maximilian Gambino

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Settegiornidagli Erei

al GolfoSettimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

LussograficaTipografia Edizioni

Chiuso il 21 gennaio 2009 alle ore 16.30Periodico associato via Alaimo 36/46

Caltanissetta tel. 0934.25965

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La letteratura e le fonti storiche di Mazzarino si

arricchiscono di nuovi spunti bibliografici offerti dal libro del prof. Giuseppe Ferreri, dal titolo “Il Mistero Mazzarino” (edizioni NovaGraf ).

L’opera è il risultato di un lavoro di interpretazione e ricostruzione di fatti e per-sonaggi storici, durato ben 5 anni, che oltrepassano i con-fini della città di Mazzarino. Alla cerimonia di presenta-zione, lo scorso 5 gennaio nella chiesa di San-t’Ignazio, erano presenti il sindaco Giovanni Virnuccio, il prof. Serafino Gueli, don Car-melo Bilardo, il prof. Sebastiano Lorenzo Di Stefano, la prof.ssa Ida Rampolla Del Tindaro e l’avvocato Emanuele Bruno.

Quali motivazioni sottendono alla stesura

del libro? L’autore, convinto dell’esistenza di un possibile legame tra la città di Maz-zarino e il Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, gran-de uomo politico che ope-rò nella Francia del ‘600, si è imbattuto nella ricerca di prove a ciò favorevoli. Il col-legamento con la città sareb-be scaturito dallo studio dello stemma araldico del Comune, i cui simboli (fascio del litto-rio simbolo di laicità, banda

azzurra con 3 stelle simbolo della religiosità, corona ducale) avrebbero contraddistinto il casato dei Mazzarino. Fu il capostipite della famiglia da cui discende il cardinale, il conte Giovanni Mazzarino (figura che il Ferreri de-finisce “martire sconosciuto della libertà sici-liana” negli anni della rivoluzione del Vespro

contro gli Angioini) ad utilizzarlo nella sua unità. Lo stesso Cardinale avrebbe riprodotto lo stemma in molte sue opere ed edifici come il frontone della chiesa San Vincenzo in piaz-za Trevi a Roma, o a Parigi nel palazzo delle Quattro Nazioni dove è situata la biblioteca Mazarina.

Il libro riporta, inoltre, fatti che conferma-no la fortissima devozione dei vari personag-gi e del popolo mazzarinese a Maria Ss. del Mazzaro. Per consentire ai mazzarinesi di celebrare il ritrovamento dell’icona bizantina della Madonna del Mazzaro (raffigurata in-sieme alle due sante siciliane, Agata e Lucia) il conte Enrico di Lombardia fece costruire ai piedi del castello “U Cannuni” una chiesa che poi divenne il primo sito dei carmelitani, in cui operò, nel periodo in cui era ospite a Maz-zarino, sant’Alberto da Trapani (primo santo dell’ordine carmelitano) il quale attingeva da una fonte vicina al castello l’acqua miracolo-

sa con cui c o m p i v a delle gua-rigioni.

A l t r a i p o t e s i

avanzata dal Fer-reri si riferisce alle origini della città di Gela: la sua fondazione non sarebbe di origine greca ma risalirebbe all’antico popo-lo dei fenici che, al fine di commercializzare i cereali prodotti, costruirono una base commerciale proprio sul fiume Gela, sulla foce situata nel mar Mediterraneo, scelta in alternativa rispetto a quella già presente nella zona di Catania, dif-ficile da raggiungere.

Siamo di fronte a vere e proprie scoperte? Se così fosse, come gli studiosi avranno modo di approfondire, la storia della città di Maz-zarino, il suo ruolo politico e religioso, si ar-ricchirebbe di nuovi e interessanti eventi che è possibile raccontare alle nuove generazioni. Un’opera che sicuramente apre riflessioni e commenti a studiosi e amanti della storia del-la Sicilia e non solo.

Concetta Santagati

mazzarino �L’ipotesi avanzata nel libro “Il mistero Mazzarino” del prof. Giuseppe Ferreri pubblicato di recente

Tra il cardinale e la città ci sarebbe un legame

Lo stemma di Mazzarino

L’autore del libro Giuseppe Ferreri

Page 8: 25gennaio2009

�Settegiorni dagli Erei al Golfo Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 25 gennaio 2009

Le parachiese in Sicilia

Le parachiese, che hanno una note-vole importanza nel mondo prote-

stante contemporaneo, non sono de-nominazioni o Chiese, ma agenzie di servizio che svolgono la loro opera a profitto di comunità diverse, in genere all’interno del mondo evangelical. Talvolta le parachiese sono confuse con Chiese, mentre si tratta di realtà diver-se. Una Chiesa - per quanto impegnata nella cooperazione con altre - tende a chiedere alle persone che le si avvici-nano di diventare fedeli della sua par-ticolare comunità o denominazione. Una parachiesa, che non ha una “sua” comunità da promuovere, chiederà a chi si avvicina alle sue attività di trova-re nella zona dove risiede una Chiesa di sua fiducia dove vivere la propria espe-rienza di fede. Alcuni propongono di di-stinguere le parachiese secondo il loro orientamento teologico prevalente. Noi qui parliamo di iniziative presenti in Si-cilia e che concentrano le loro attività principalmente sull’isola. Cristo Regna è un’associazione evange-lica missionaria interdenominazionale fondata a Siracusa per iniziativa di un gruppo di evangelici e ufficialmente co-stituita il 25 luglio 1995. L’associazione promuove e finanzia attività sociocul-turali e religiose; offre anche gratui-tamente attraverso propri operatori socio-assistenziali volontari, assistenza e consulenza, indirizzi evangelici utili, informazioni e notizie evangeliche. Il presidente nazionale e del Comitato di Zona Sicilia è Giuseppe Scaringella, che ha un’esperienza precedente in Cristo è la Risposta e dal 1993 vive a Siracusa, dove svolge il suo ministero, anche con le Chiese che collaborano con la missio-ne in tutto il mondo. I membri e soste-nitori dell’associazione sono impegnati in attività missionarie, musicali, sociali, culturali e di volontariato. La missione opera principalmente nell’Italia Meri-dionale e Centrale. I lineamenti dottri-nali di base sono di tipo evangelical.La Società Missionaria Evangelica Italia-na (SMEI) di Catania nasce ufficialmente nell’ottobre del 1997 come organo di preghiera e sostegno di missionari per l’evangelizzazione. Fra gli scopi ci sono la promozione e la costituzione di un Albo Nazionale Missionari SMEI, oltre alla realizzazione di visite alle Chiese lo-cali per promuovere conferenze e dibat-titi sul tema della Missione. Gli obiettivi statutari comprendono la promozione della conoscenza e l’approfondimento della Parola di Dio attraverso la medi-tazione, la predicazione e lo studio del-la Bibbia. Altri obiettivi della SMEI sono quelli di collaborare alla fondazione di Chiese locali e sostenere quelle già esistenti sia sul territorio nazionale sia all’estero; sostenere le famiglie e i sin-goli che, avendo una chiara vocazione, si dedichino all’attività missionaria, in Italia e all’estero; svolgere attività edi-toriale; realizzare e gestire asili, scuole, istituti, corsi, convegni, dibattiti, confe-renze, cicli di lezione, gruppi di studio, missioni, viaggi di studio e gestire isti-tuzioni di carattere sociale, senza scopo di lucro; svolgere attività e servizi di ri-levanza e solidarietà sociale, anche tra-mite altre associazioni di volontariato, per l’assistenza di persone bisognose, ispirandosi ai principi cristiani; istituire corsi di studio per la preparazione teo-logica di coloro che si predispongono alla chiamata come ministri di culto, missionari, predicatori e proclamatori del Vangelo.I soci si suddividono in missionari, onorari e sostenitori. I soci missionari operano attivamente nel campo mis-sionario. Gli onorari sono coloro cui il Consiglio direttivo ha conferito questo titolo. I sostenitori sono coloro che, non potendo operare praticamente, de-siderano sostenerla finanziariamente. I principi teologici sono di tipo evangeli-cal conservatore.

[email protected]

gela �I dati comunali registrano anche un incremento di matrimoni e divorzi

Aumentano le nasciteConoscere l’altro

di Alberto Maira

Nel 2008 a Gela è aumentato il numero dei divorzi. Se nel

2007 se ne contavano circa 90, nel 2008 si è superata quota cen-to. Un matrimonio si scioglie alla media di uno ogni tre giorni. Un segno chiaro di sofferenza della famiglia. Però, ci si sposa mol-to di più in Chiesa. Se nel 2007 i matrimoni celebrati davanti ad un sacerdote sono stati 346, nel 2008 c’è stato un aumento notevole. In-fatti, si sono celebrati 540 matri-moni. Ci si sposa di più in chiesa, ma si crede di meno ad un rap-porto duraturo. I matrimoni civili restano stabili. Erano stati 78 nel 2007, nel 2008 sono arrivati a 81.

Sono in aumento a Gela gli im-migrati regolari. Se nel 2007 ar-rivavano a 417, ora sono 528. Un aumento notevole. Più di cento unità. In percentuale siamo ad un 25% in più. Il gruppo più nume-roso è quello dei rumeni: una vera colonia! Se nel 2007 erano presen-ti 90 rumeni, nel 2008 questo nu-mero si è raddoppiato. Sono 182 i rumeni presenti in città. Quasi tutti di sesso femminile, che tro-vano lavorano facendo le badanti agli anziani gelesi. Un settore la-vorativo cui i gelesi pare che non siano attratti. Una conseguenza di questo fenomeno sono i matrimo-ni misti tra gelesi e immigrati. So-

pratutto, con ragazze rumene ed albanesi. Anche, la classe politica deve iniziare a porsi in maniera significativa, cosa deve fare con questo numero sempre più cre-scente di stranieri in città? Quali servizi offrire?

Un occhio ai residenti in città. La popolazione di Gela è cambia-ta poco rispetto all’anno scorso. I residenti ufficiali nella città del golfo sono 77.500. È chiaro che questo numero non comprende quelli, che pur vivendo in città, non sono iscritti all’anagrafe citta-dina. Si raggiungono così, circa i 90.000 residenti. Eppure, nel 2008 ci sono stati un numero maggiore

di morti. Nel 2007 erano stati 586, nel 2008 sono stati 644. Però ci sono state più nascite. Gela è una realtà rara. Il numero delle nasci-te è superiore a quello dei morti. Nel 2007 erano nati 1006 bambi-ni, nel 2008 hanno aperto gli oc-chi ben 1103 bambini. Quasi 100 in più. Un record in un periodo di crescita zero, dove il numero dei morti è superiore a quello delle nascite. Hanno ottenuto la citta-dinanza italiana ben 38 stranieri.

Totò Sauna

Un grande evento musicale quello che ve-dremo in diretta sugli schermi di Anten-

na Sicilia e Sicilia Channel (canale 874 di Sky) ogni giovedi sera, a partire dal 22 gennaio fino a giugno. Si si tratta del “X Festival della nuo-

va canzone siciliana” una manifestazione unica che mette insieme molti dei prota-gonisti della musica “made in Sicily” che si esibiranno nel nuovo Teatro Abc di Cata-nia accompagnati dal vivo da un orchestra di venti elementi.

L’intero programma sarà condotto da Salvo la Rosa e vedrà di volta in volta le irruzioni comiche del cabarettista Enrico Guarnieri “Litterio” e, per la prima serata, ospite d’onore e padrino l’uomo del festi-val per eccellenza: Pippo Baudo. La mani-festazione si preannuncia davvero molto interessante, non solo per gli ospiti e i per-sonaggi che via via interverranno ma an-

che e soprattutto per la qualità degli artisti che presenteranno le loro canzoni. Saranno tren-ta in tutto tra i quali compaiono molti grandi nomi del panorama musicale siciliano che si sono fatti strada anche fuori dai confini del-

l’isola come “Sugarfree”, “Archinuè”, “Tinturia”, “Lautari”, “Francesca Alotta”, “Mario Incudine” solo per citare alcuni nomi.

Ma non è finita qui, a portare alto il nome della città di Piazza Armerina ci sarà una band ormai storica, i “Romano Bros” formata dai fratelli Angelo e Marco Romano che si presen-tano a questo appuntamento più in forma che mai con il brano inedito “Nu chiantu di spi-ranza”, una nuova canzone che sarà contenuta nel loro secondo disco di prossima uscita. Ine-vitabile il paragone con il modello nazionale di riferimento: quel Festival di Sanremo che si è oramai trasformato in un carrozzone conte-nente di tutto tranne la buona musica italiana. Ma nel caso del Festival della nuova canzone siciliana la musica è diversa nel vero senso del-la parola. Prepariamoci dunque ad assistere ad una manifestazione tutta nostrana dove final-mente protagonisti assoluti sono le canzoni e gli interpreti e dove al di là della competizione sarà possibile vedere il fermento del panorama musicale dell’isola che cresce e si rinnova con-tinuamente.

Angelo Franzone

catania �Il festival giunto alla decima edizione vedrà in lizza i grandi nomi del panorama musicale isolano

Su Antenna Sicilia in scena la musica siciliana

Settegiornial GolfoSettimanale cattolico

di informazione, attualità e cultura

Agli abbonati vecchi e nuovi Settegiorni regala una copia del libro“Guida essenziale alla Sacra Bibbia”

L’Abc per avvicinarsi al Libro dei libri di Pietro Principe della Libreria Editrice Vaticana. “Uno strumento semplice e accessibile per familiarizzarsi con la Bibbia”.

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dagli Erei

diverso dagli altri

Da due anni attendono le promesse fatte dall’ammi-

nistrazione comunale di Gela che avrebbe dovuto concedere in comodato d’uso i locali del Liceo musicale di piazza Padre Pio. Ma alle promesse non sono mai se-guiti i fatti e così stanchi di atten-dere, i ragazzi del centro oratorio “Madre Teresa di Calcutta”, della parrocchia San Francesco hanno deciso, insieme agli animatori, di trasformare la piazza antistante il Palazzo di città in un oratorio pubblico. L’iniziativa si è svolta

sabato 17 gennaio con centinaia di ragazzi che hanno invaso l’area antistante il comune di Gela pa-ralizzando per due ore il traffico. Una provocazione all’ammini-strazione comunale? Si! Un modo questo per porre l’attenzione sugli spazi aggregativi che questa cit-tà non ha. Almeno una volta al mese, ha assicurato il responsa-bile dell’oratorio Angelo Ferrera, bloccheremo il centro storico per far giocare i nostri ragazzi. All’ini-ziativa di sabato i ragazzi hanno invitato i politici locali. Ma nessu-

no di loro era presente. Da oltre due anni la parrocchia

ha chiesto all’amministrazione co-munale i locali del Liceo musicale che un tempo ospitavano le suore salesiane. Il primo cittadino, Ro-sario Crocetta, aveva ribadito il suo impegno con la promessa di emettere apposita ordinanza per dare spazi adeguati ai ragazzi. Il sindaco in ogni caso ha riferito al responsabile dell’oratorio che a giorni organizzerà un tavolo di confronto per dare risposte ai tanti ragazzi che frequentano la

parrocchia. Sulla vicenda è in-tervenuto anche il presidente del comitato di quartiere del centro storico, Giuseppe Filetti il quale ha affermato che la politica locale elude i problemi, nessuno infatti - a suo dire - si interessa dei reali problemi. Intanto i giovani atten-dono l’incontro con il primo cit-tadino. Ma attenzione - afferma-no - questa volta fanno sul serio. Piazza Municipio potrebbe tra-sformarsi in oratorio permanente.

Gianni Abela

I Romano Bros durante l’ultima esibizione al teatro Garibaldi di Piazza Armerina in omaggio a Fabrizio De Andrè

I ragazzi di S. Francesco chiedono i locali per l’oratorio