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La sanità nel Lazio vista dai giornali Venerdì, 25 marzo 2016 a cura dell'Osservatorio delle politiche sanitarie del Lazio dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Frosinone La procura di Roma aveva ipotizzato che i vertici della struttura Villa Mafalda di via Salaria avessero manipolato molte cartelle cliniche per dissimulare operazioni estetiche e ottenere il rimborso dalle so- cietà assicuratrici. L’inchiesta, partita dalla denun- cia di una dipendente licenziata dopo ventitrè anni di servizio, aveva portato al sequesto di circa sette- mila cartelle sospette di cui solo due a processo. Erano stati analizzati anche i vetrini contenenti tes- suti asportati ai pazienti, per valutare l’effettiva pre- senza di cellule tumorali, come si desumeva dall’esito degli esami svolti. Ebbene, dopo gli ac- certamenti svolti dal medico legale Mario Arena, che ha analizzato tutti i vetrini nei quali erano stati con- servati i preparati istologici delle biopsie, le diagnosi sono state confermate. Per quanto riguarda invece i 7000 casi sospetti, presunti ritocchi estetici “camuf- fati” all’esito delle verifiche, l’accusa ha ritenuto so- spetti solo due interventi, contrabbandati da operazioni salvavita a danno della compagnia assi- curativa. Archiviati i vertici della clinica. Il giudice per le indagini preliminari Valerio Savio ha pertanto accolto la richiesta di archiviazione dello stesso pm, Elena Neri. Roma, Villa Mafalda: archiviata l’accusa di truffa ed associazione a delinquere Marino, sequestrata casa famiglia lager I carabinieri del nucleo operativo di Castelgandolfo hanno posto sotto sequestro una Casa Famiglia di Ma- rino che ospitava 8 ragazzini minori, provenienti dal- l'Africa, dall'Albania e da zone di guerra. I militari dopo aver trovato gli ospiti in condizioni sanitarie precarie e di grande degrado, hanno proceduto con la denuncia dei responsabili della struttura, una donna romana di 40 anni e tre educatori. L’accusa è quella di abbandono di minori e di persone incapaci. Dai primi accertamente emerge che nonostante il corposo assegno incamerato dalla struttura ogni mese dal Comune di Roma (oltre 20.000 euro - 70 euro a testa per ogni ospite), ai ragazzi veni- vano negate anche le coperte. Nel frigorifero e nella di- spensa poi erano presenti pochissimi alimenti mentre un pò ovunque si trovavano escrementi di topo. La Asl, in- tervenuta sul posto, non ha potuto che rilevare lo stato di avanzato degrado in cui si trovava la struttura. I gio- vanissimi ospiti, sono stati ora trasferiti in un'altra strut- tura di accoglienza romana. La struttura, aperta da due anni nella zona di via Papale, era stata autorizzata all'at- tività dal Comune di Marino nel 2014, ed accoglieva ra- gazzi segnalati dai Servizi sociali di Roma. On Line On Line

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La sanità nel Laziovista dai giornali

Venerdì, 25 marzo 2016 a cura dell'Osservatorio delle politiche sanitarie del Laziodell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Frosinone

La procura di Roma aveva ipotizzato che i verticidella struttura Villa Mafalda di via Salaria avesseromanipolato molte cartelle cliniche per dissimulareoperazioni estetiche e ottenere il rimborso dalle so-cietà assicuratrici. L’inchiesta, partita dalla denun-cia di una dipendente licenziata dopo ventitrè annidi servizio, aveva portato al sequesto di circa sette-mila cartelle sospette di cui solo due a processo.Erano stati analizzati anche i vetrini contenenti tes-suti asportati ai pazienti, per valutare l’effettiva pre-senza di cellule tumorali, come si desumevadall’esito degli esami svolti. Ebbene, dopo gli ac-

certamenti svolti dal medico legale MarioArena, cheha analizzato tutti i vetrini nei quali erano stati con-servati i preparati istologici delle biopsie, le diagnosisono state confermate. Per quanto riguarda invece i7000 casi sospetti, presunti ritocchi estetici “camuf-fati” all’esito delle verifiche, l’accusa ha ritenuto so-spetti solo due interventi, contrabbandati daoperazioni salvavita a danno della compagnia assi-curativa. Archiviati i vertici della clinica. Il giudiceper le indagini preliminari Valerio Savio ha pertantoaccolto la richiesta di archiviazione dello stesso pm,Elena Neri.

Roma, Villa Mafalda: archiviata l’accusa di truffa ed associazione a delinquere

Marino, sequestrata casa famiglia lager

I carabinieri del nucleo operativo di Castelgandolfohanno posto sotto sequestro una Casa Famiglia di Ma-rino che ospitava 8 ragazzini minori, provenienti dal-l'Africa, dall'Albania e da zone di guerra. Imilitari dopoaver trovato gli ospiti in condizioni sanitarie precarie edi grande degrado, hanno proceduto con la denuncia deiresponsabili della struttura, una donna romana di 40 annie tre educatori. L’accusa è quella di abbandono diminorie di persone incapaci. Dai primi accertamente emergeche nonostante il corposo assegno incamerato dallastruttura ogni mese dal Comune di Roma (oltre 20.000

euro - 70 euro a testa per ogni ospite), ai ragazzi veni-vano negate anche le coperte. Nel frigorifero e nella di-spensa poi erano presenti pochissimi alimentimentre unpò ovunque si trovavano escrementi di topo. LaAsl, in-tervenuta sul posto, non ha potuto che rilevare lo statodi avanzato degrado in cui si trovava la struttura. I gio-vanissimi ospiti, sono stati ora trasferiti in un'altra strut-tura di accoglienza romana. La struttura, aperta da dueanni nella zona di via Papale, era stata autorizzata all'at-tività dal Comune diMarino nel 2014, ed accoglieva ra-gazzi segnalati dai Servizi sociali di Roma.

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Il Protocollo d'intesa siglato tra Re-gione e sindacati rappresenta unprimo passo verso la presa di co-scienza delle Istituzioni di una pro-blematica reale, che colpiscemigliaia di famiglie in tutto il territo-rio. Un sistema assistenziale, socialee sanitario al collasso che ha visto,bilancio dopo bilancio, ridotte ai mi-nimi termini le risorse per garantirel'adeguato sostegno agli ospiti dellestrutture residenziali. Certamente vi-gileremo con attenzione sugli atti am-ministrativi necessari a rendereoperativo il protocollo e se dalla suaattuazione si dovesse rilevare un bluffo, peggio ancora, una modalità sub-dola per penalizzare i cittadini, scen-deremo nuovamente in piazza equesta volta piantoneremo la sededella presidenza della Giunta regio-nale, finché non verrà trovata una ri-soluzione definitiva''.Lo dichiara in una nota il capogruppodi Cuoritaliani in regione Lazio Da-niele Sabatini.

Aprilia, vuole cambiare medico di base ma per averela propria storia sanitaria gli chiedono 30 euro

Tempi biblici per un esame nelle strutture pubbliche

Dichiarazione delconsigliere regionale

Sabatini sull’accordo RsaUna donna di Aprilia che avevadeciso di cambiare medico dibase si è sentita chiedere 30euro per avere la propria storiasanitaria e 30 euro per ognialtro componente della fami-

glia. La questione è stata por-tata all'attenzione del Tribunaleper i diritti del malato di Apriliaed ora è in mano alla Direzionedella Asl per una valutazionesulla correttezza della richiesta.

Tiene ancora banco la polemicasulle lunghe liste d’attesa per chideve sottoporsi ad accertamentidiagnostici. Secondo un’inda-gine condotta dal Corriere di Vi-terbo, attraverso alcunetelefonate al cup, lunedì scorso èemerso che per un'ecografia al-l’addome completo, alla tiroide,alla cute ecc., la prima data di-sponibile è quella del 19 gennaio2017 adAcquapendente mentre aBelcolle non si accettano preno-tazioni tramite Cup. Per sotto-

porsi a un ecocardiogrammacolor doppler bisogna aspettareinvece il 24 novembre a Monte-fiascone oppure attendere il 12gennaio 2017 a Belcolle. Per unecocardiogramma sotto sforzo aBelcolle la prima data utile èquella del 22 settembre.Per una Tac all’addome com-pleto (caviglia, cranio, ginoc-chio, torace ecc.) si deveattendere l’11 luglio (Ad Acqua-pendente, Tarquinia e Civita Ca-stellana).

/"Finalmente i conti della sanità del Lazio sono in or-dine. E' la conferma di un trend positivo di calo nettodel disavanzo", lo ha dichiarato poco fa il governa-tore del Lazio Nicola Zingaretti presso la Sala Con-ferenze della Asl di Frosinone, dove è intervenutoper illustrare i contenuti del decreto firmato di re-cente che sblocca il turn over, e quindi le assunzioni,nella stessa Asl. Insieme a lui anche l'assessore al-l'Ambiente e ai rifiuti Mauro Buschini, oltre, ovvia-

mente, al padrone di casa: il commissario della Aslfrusinate Luigi Macchitella. Zingaretti, di fronte aduna folta platea, è quindi entrato nei dettagli: "Entroil 2016, grazie al decreto che abbiamo firmato, nellaAsl ciociara saranno possibili fino a 75 assunzioni atempo indeterminato (alle quali si sommano altri 26posti per i quali erano state concesse deroghe per il2015 ma che erano rimasti bloccati). Un risultatostraordinario, se si pensa che nel 2015 sono state 22

Zingaretti annuncia l’assunzione di 75 unità

e nel 2014 appena 5. Il bilancio della sanità - ha pro-seguito il Governatore - è di nuovo in ordine, anchese ciò non significa che è tutto risolto ma più sem-plicemente che è stata invertita la rotta e che ab-biamo imboccato la strada giusta e la stiamopercorrendo con tenacia: piano piano, passo dopopasso, stiamo ricostruendo il modello della sanità re-gionale e provinciale e le stiamo cambiando voltonel segno dell'ottimizzazione delle risorse, dell'effi-cienza e della valorizzazione delle eccellenze.Quanto al disavanzo - ha aggiunto Zingaretti - siamopassati dai 2 miliardi di euro annui di otto anni fa,quando iniziò la fase di commissariamento, ai 200milioni annui attuali. Una situazione, quella di al-lora, che passò anche attraverso la dolorosa chiusuradi diversi presidi ospedalieri. Oggi, invece, la ridu-zione del disavanzo passa attraverso l'ottimizzazionedella spesa"Il Governatore ha molto insistito su alcuni concetticardine: "Che sia chiaro un messaggio - ha infatti ri-badito - nessuno sostiene o sosterrà che abbiamo ri-solto i problemi della sanità regionale, ma la cosa

importante è che siamo entrati in un processo di ri-costruzione del tessuto sanitario territoriale. E inquesta ottica un'importanza decisiva la riveste l'au-torizzazione concessa alla Asl di Frosinone affinchéentro il 2016 possa assumere a tempo indeterminato75 unità di personale, più le 26 del 2015". Zingarettiha anche sottolineato che grande attenzione verrà ri-servata all'edilizia ospedaliera, per la quale sono statiprevisti investimenti per oltre 2 milioni di euro a fa-vore degli ospedali di Frosinone, Cassino, Alatri eSora. Soddisfatto, il commissario Macchitella ha af-fermato che il provvedimento regionale consentiràdi risolvere molti problemi che ad oggi attanaglianola sanità provinciale. "Ad esempio - ha tra l'altro evi-denziato - potremo accorciare i tempi di passaggiodal pronto soccorso al reparto". Per i singoli ospe-dali ha annunciato che grazie anche alle nuove as-sunzioni potranno essere attivati 20 nuovi posti lettoal "Santa Scolastica" di Cassino, dove tornerà ad es-sere operativa Gastroenterologia. Ad Alatri, invece,sarà potenziata la già funzionante divisione di Lun-godegenza.

Aurigemma (FI): Il ministro Lorenzin si sostituisca a Zingaretti

“Ci rassicurano le parole del mi-nistro Lorenzin che, parlando diallarme terrorismo, ha specificatoche abbiamo un sistema di allertaelevatissimo e sistemi di rispostaad ogni tipo di attentato, perquanto ci riguarda quelli batte-riologici e chimici. Di certo, noisiamo preoccupati perche nelLazio, a differenza di molte altreregioni, sul fronte sanitario - so-prattutto in termini di program-mazione - siamo nel più totalesbando. E questo a causa della to-tale inadeguatezza delle politichedel presidente Zingaretti. Nellospecifico, nel Lazio a causa di unvirus influenzale alcuni ps dei no-stri nosocomi (come il San Ca-millo e il Sant’Andrea, ma nonsolo) sono andati in tilt quest’in-verno. Nel Lazio si incontranograndi difficoltà nel gestire situa-

zioni ordinarie, di normalità, equesto nonostante la grande ca-pacità del nostro personale me-dico-infermieristico. Figuriamocinel caso di una situazione extra,di straordinaria emergenza. Nellanostra regione, i corridoi dei psmolto spesso vengono trasformatiin veri e propri reparti, con i pa-zienti che attendono in barellaanche per giorni interi in attesa diun ricovero. Addirittura, una an-ziana donna, invalida al 100%, haatteso a Rieti 14 ore prima di es-sere ricoverata: ricovero, tra l’al-tro, che le era stato prescritto siadalla casa di cura dove risiedeche dal medico di famiglia. Noti-zie, queste, che inondano lastampa locale, e che sempre piùspesso sono diventate oggettodelle inchieste di trasmissioni te-levisive nazionali (come Striscia

la notizia). Quindi, come abbiamopiù volte affermato, il Lazio pagal’inerzia del presidente Zingaretti,incapace di mettere in campo unagiusta e attenta pianificazione.Perciò, chiediamo al Ministro difare il possibile, nell’ambito delleproprie competenze, per poter farsi che anche la nostra regionepossa essere in grado di rispon-dere a casi di emergenza, perquanto riguarda l’ambito sanita-rio, visto che la sanità nel Lazio ètotalmente abbandonata dal pre-sidente della regione, nonchécommissario ad acta, Nicola Zin-garetti”

Lo dichiara il Capogruppo diForza Italia della regione Lazio evice presidente della Commis-sione Salute Antonello Auri-gemma

Abbruzzese (FI): “Dalla Corte dei Conti numerosi rilievi nei confronti delle politichesanitarie della Regione Lazio”

Ogni volta che il Presidentedella Regione Lazio Zingaretti siavventura in annunci trionfalisulle tematiche sanitarie, pun-tuale arriva un fatto o un atto asmentirlo. Questa volta, c’è ad-dirittura una relazione dellaCorte dei Conti che, con il Rap-porto 2016 sul coordinamentodella finanza pubblica, pubbli-cato proprio in questi giorni,nella parte finale dedicata allasanità, evidenzia diverse criti-cità verso le politiche sanitariedella Regione Lazio.È quanto dichiara, nel commentodel testo, il Presidente dellaCommissione speciale riformeistituzionali Mario AbbruzzeseInnanzituto, mentre Zingarettisolo qualche giorno fa dichia-rava “ Migliorano i tempi deipagamenti nel settore sanitario.A settembre la Regione Lazio pa-gava in 150 giorni, a dicembrein 94” La corte dei Conti nelsuccitato documento a pag 281scrive che “Persistono, infine,forti ritardi nei tempi medi deipagamenti ai fornitori. Con rife-rimento ai dati attualmente di-sponibili, l’importo deipagamenti effettuati oltre i ter-mini previsti dal dPCM del 22settembre 2014 supera in molterealtà il 70 per cento deglistessi, con punte superiori inCampania e in Calabria, su cuiincide ancora un pesante arre-trato degli esercizi precedenti al

2013. Tali andamenti sono con-fermati dai dati che emergonodalla Piattaforma di Certifica-zione dei Crediti che, con riferi-mento al II trimestre 2015,evidenzia una bassa movimenta-zione delle fatture: a fronte divalori medi del 47 e 49 per centoin Piemonte e Puglia, la percen-tuale scende al di sotto del 20nel Lazio” Ma vi è di più, sem-pre la Corte dei Conti a Pag279, scrive ancora che “ Seppurin riduzione, continua ad avereuna dotazione totale di postiletto superiore al valore di rife-rimento (3,7 per mille residentiprevisto dall’Intesa Stato-Re-gioni del 5 agosto 2014) il Pie-monte, con 3,95 posti: ilsuperamento del tetto comples-sivo è dovuto ad un eccesso diposti per le post acuzie (1,03 ri-spetto ad un intervallo di riferi-mento compreso tra 0,35 e 0,70).Anche il Molise presenta una do-tazione di posti letto superiorealla soglia (4,55 per mille resi-denti rispetto a 3,83, di cui 3,65per acuzie e 0,9 per post acuzie).Inferiori alla soglia corretta perla mobilità risultano, invece, lerestanti regioni: il Lazio, con2,98 posti per gli acuti e 0,63per la riabilitazione e la lungo-degenza post-acuzie” Quindi,anche dal punto di vista delladotazione di posti letto x abi-tante, il Lazio è ancora al disotto del valore di riferimento

previsto dalla Conferenza StatoRegioni. E questa carenza diposti letto si evidenzia soprat-tutto nelle province de Lazio edin quella di Frosinone in modoparticolare, dove ancora, tral’altro, tardano ad arrivare i fa-mosi, sempre promessi ma maiinviati, nuovi medici ed infer-mieri. Ulteriore rilevo dellaCorte dei Conti nei confrontidelle Regione Lazio, insieme aCampania e Calabria è quelloriportato a pag 280 dove èscritto che “Non ancora com-pletate in alcune regioni (Lazio,Campania, Calabria) le proce-dure di accreditamento dei sog-getti che erogano prestazioni peril servizio sanitario, si rilevanoritardi diffusi nella definizione eperfezionamento del processo disottoscrizione dei contratti congli erogatori privati e la defini-zioni o nel rinnovo dei protocollidi intesa con Università statali onon statali. A questi si accompa-gnano ritardi nella fissazionedelle tariffe e dei tetti di spesa,elementi essenziali della pro-grammazione regionale” Sitratta quindi, da parte dellaCorte dei Conti, di una sonorabocciatura delle politiche sani-tarie di Zingaretti nei territori, ilquale farebbe bene a mettere daparte i proclami e dedicarsi se-riamente alla risoluzione deiproblemi.Ha concluso l’On. Abbruzzese

L’associazionismo del Capoluogo ha ripetutamente sollevato, dall’inizio del 2014 fino ad oggi, il problema del-l’inquinamento ambientale (aria, acqua e terra) in tutte le iniziative che hanno visto le associazioni in un con-fronto pubblico, senza soluzione di continuità, con le Istituzioni.Le associazioni, pienamente coscienti e convinte che non ci può essere salute dei cittadini senza la salute del ter-ritorio, hanno condotto una battaglia serrata per una sanità efficiente e di qualità contro direttive della RegioneLazio che hanno portato allo sfascio dell’organizzazione sanitaria provinciale, evidenziando gestioni catastro-fiche e comportamenti che hanno scosso profondamente l’opinione pubblica.Dovrebbe essere noto e presente a tutte le autorità istituzionali, che agiscono e si muovono nell’ambito provin-ciale e nella Valle del Sacco, il fatto che la conformazione orografica del territorio della suddetta Valle, impedi-sce la presenza di correnti d’aria adeguate e capaci di spazzare via l’accumulo di sostanze inquinanti dell’area.E’, noto altresì, da più di mezzo secolo, a tutte le Istituzioni elettive ed a tutti gli Enti locali e provinciali,chenella Valle del Sacco esistono decine di impianti industriali sottoposti alla direttiva SEVESO, e discariche edinceneritori di ogni tipo, senza soluzione di continuità, da Colleferro a San Vittore del Lazio.E’, inoltre, ancora noto a tutti l’emissione di ordinanze sindacali per il divieto di pascolo, di coltivazione di or-taggi e di consumo di carni di animali allevati lungo le rive del Sacco e in altre aree del nostro territorio. Peresempio attorno allo stabilimento della Marangoni di Anagni.Dirigenti e rappresentanti delle Istituzioni conoscono perfettamente l’altissimo livello d’inquinamento atmo-sferico raggiunto nel Capoluogo e nei comuni di Ferentino, Ceccano, Alatri, Anagni etc etc.Dall’atto aziendale della ASL dal suo bilancio si è appreso, da tempo, ed anche questo dovrebbe essere noto airappresentanti ed ai dirigenti istituzionali, un aumento notevole di neoplasie polmonari, patologie respiratorieed altro.Resta difficile comprendere, perciò, come di fronte ad una realtà così documentata e certificata gli Enti pubblicicompetenti e preposti alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, abbiano potuto rilasciare l’autorizza-zione per realizzare un impianto di biomasse nel Capoluogo.Ancora, riesce difficile comprendere che nessun consigliere comunale del Capoluogo o consigliere provincialefaccia sentire la propria voce di dissenso. Essi non azzardano nemmeno a chiedere chiarimenti ne informazioni.Enti importanti, come la Camera di commercio e le organizzazioni sindacali tutte (Artigiani, Agricole, Com-mercio, Industria, Lavoratori dipendenti, Pensionati) brillano per il loro silenzio.Ecco cosa pensa delle centrali a biomasse il chimico, dott. Federico Valerio, già membro della Società ItalianaChimici e di Medici per l’Ambiente, responsabile scientifico dell’Osservatorio Salute-Ambiente del comune diGenova, in una intervista rilasciata il 2 ottobre 2014:

Dottor Valerio, lei si definisce scienziato preoccupato. Perché?«Il concetto deriva dalla “Union of Concerned Scientists”, che è un’associazione internazionale di scienziati ericercatori in tema ambientale, che si occupa, da qui il termine inglese, di tematiche ambientali e di salute. Maallo stesso tempo, il termine “concerned” significa anche preoccupazione, perché di fronte ai continui allarmi edisastri ambientali si fa poco o nulla per prevenirli e risolverli totalmente. E la storia delle biomasse rientra inquesta mia preoccupazione».

Qual è la situazione dei rifiuti in Italia e della loro gestione?«Le nuove tendenze derivano dalla raccolta differenziata, che permette di recuperare i rifiuti e di immetterli innuovi cicli produttivi, evitando così gli sprechi e creando altresì nuovi posti di lavoro. Ormai tutti quanti abbiamocapito che la strada da percorrere è questa, per cui la discarica da una parte o l’inceneritore dall’altro, dovespesso converge tutto senza differenziare, sono scelte antiche e sorpassate. L’Italia in questo senso ha accusatoforti ritardi rispetto al resto d’Europa».

Come mai l’Italia è lenta nel cambiare? E’ una questione politica o prettamente tecnica?«Sicuramente è politica, basti pensare a questa anomalia tutta italiana. Non tutti sanno che nelle tasse previste

L’Associazionismo dice NO all’impianto di biomasse a Frosinone.Problemi per la salute dei cittadini

per l’elettricità, c’è una voce (ComponenteA3), pari al 7% del valore della bolletta, che copre i costi per la pro-mozione della produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate. Ovvero quel 7% viene destinato anche allebiomasse, che beneficiano così di un vero e proprio finanziamento statale. Tutte queste centrali, inceneritoricompresi, esistono perchè permettono affari sicuri, grazie agli incentivi quindicennali generosamente regalatiloro, con i “certificati verdi”, certificati pagati da tutti gli italiani, con l'apposita tassa fissata sulla bolletta dellaluce».

Quante sono le centrali a biomasse in Italia?«Sono ormai un centinaio le centrali elettriche alimentate direttamente o indirettamente con biomasse, ovveroprodotti vegetali (cippato di legno, scarti alimentari, oli di mais, sansa di olive, eccetera) e scarti animali (pol-lina, scarti di macellazione, deiezioni da allevamenti suini e bovini). Inoltre, ci sono quindici inceneritori che oggiproducono elettricità bruciando materiali di origine organica (scarti alimentari, materiali cellulosici, sfalci, po-tature e altro ancora). In Italia, nel 2009, complessivamente, risultava installata una potenza elettrica, alimentataa biomasse, pari a 1.728 mega watt».

Lei nel suo blog scrive che le centrali a biomasse sono tutte illegali. Perché?«Esatto. La questione è semplice ed andrebbe approfondita da un punto di vista legale. In Italia esiste il DecretoLegislativo 155/2010 che, tra le sue finalità, prevede di "mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona,e migliorarla negli altri casi". E' una finalità chiara, sensata e, sostanzialmente, rispettata fino a qualche anno fa.L'illegalità è dovuta al fatto che tutti questi impianti, una volta entrati in funzione, hanno peggiorato la qualitàdell'aria dei territori che li ospitano con l'immissione in atmosfera di importanti quantità di ossidi d'azoto, pol-veri sottili e ultra sottili, idrocarburi policiclici aromatici, diossine. Tutte le statistiche dimostrano che, da alcunidecenni, a parità di produttività, le emissioni inquinanti inviate nell'atmosfera del nostro Paese, sono drastica-mente diminuite. Questo risultato è stato ottenuto migliorando i combustibili (gasolio a basso tenore di zolfo, ben-zina senza piombo), sostituendo olio combustibile e carbone con gas naturale. Questa tendenza, che hacomportato un progressivo miglioramento della qualità dell'aria del nostro Paese, si è interrotta con il prolife-rare di grandi e piccole centrali alimentate con biomasse, oltre ai "termovalorizzatori" di rifiuti urbani, in tutti icasi combustibili poveri e altamente inquinanti. Dunque, è inevitabile che tutti questi inquinanti provochino unsicuro peggioramento della qualità dell'aria e un proporzionale aumento di rischio sanitario per la popolazioneesposta. Questo significa che il rispetto delle concentrazioni di inquinanti nei fumi, ammessi dalla Legge, è unacondizione necessaria, ma non sufficiente, al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione e l'entrata in ser-vizio di questi impianti. L'autorizzazione ha valore solo se il progetto dimostra anche che l'entrata in funzionedell'impianto "mantiene la qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e la migliora negli altri casi". E questa du-plice norma cautelativa è stata fatta propria solo dall’Emilia Romagna.Pertanto, ipotizzo che gran parte delle at-tuali autorizzazioni rilasciate ad impianti alimentati a biomasse, oltre che molti inceneritori per rifiuti urbani,siano illegittime».

Allora, se gli impianti a biomasse sono inquinanti e illegali, perché continuano ad esistere e a funzionare?«Il problema è una mistificazione costruita ad arte. Negli USA, per esempio, fino alla fine degli anni 90, per lacostruzione degli inceneritori c’erano degli incentivi pubblici, terminati i quali non se ne costruirono più. Innord Europa, invece, oggi, si continuano a bruciare rifiuti perché sono costretti a tenere in vita gli impianti al finedi ammortizzare i costi e gli investimenti fatti in passato. Ecco perché l’Olanda spinge per avere i nostri rifiuti.A Genova, per esempio, ci siamo battuti contro la costruzione del termovalorizzatore dopo una importante sol-levazione popolare. Il contratto, che era già pronto, stipulava che il Comune di Genova si sarebbe impegnato aprodurre un tot di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti l’anno e, se non si fosse raggiunta tale quantità, ilComune stesso avrebbe pagato una penale, che sarebbe stata a sua volta scaricata sulle tasse dei rifiuti dei ge-novesi. Poi, da un punto di vista ambientale, non è questione di essere scienziati o meno, un inceneritore trasformaun rifiuto urbano in una serie di composti inquinanti che in parte vengono immessi nell’ambiente e in parte di-ventano rifiuti tossici da smaltire».

Altro che “energia rinnovabile”! Le centrali a biomasse sono un affare solo per chi le fa!

L’energia prodotta da impianti a biomassa o biogas possiamo definirla energia da fonte rinnovabile?Stando aquello che dice il prof. Gianni Tamino sicuramente no “si può parlare di fonti rinnovabili solo se nel territoriodi origine e nel tempo di utilizzo quanto consumato si ripristina” Ciò vale per l’energia solare, eolica e idrica,ma non si applica totalmente alle biomasse intese come materiale prodotto da piante e destinato alla combu-stione o alla digestione anaerobica.Come funzionano le centrali a biomasse: esistono centrali di tre tipi a) a biomasse solide (legno, cippato, pa-glia, ecc.), sono impianti tradizionali con forno di combustione della biomassa solida, caldaia che alimenta unaturbina a vapore accoppiata ad un generatore. b) a biomasse liquide (oli vari: palma, girasole, soia,ecc.); sonoimpianti, alimentati da biomasse liquide (oli vegetali, biodiesel), costituiti da motori accoppiati a generatori(gruppi elettrogeni). c) a biogas ottenuto da digestione anaerobica (utilizzando vari substrati: letame, residuiorganici, mais o altro). Da tener presente che una centrale a biogas con colture dedicate può ricorrere legal-mente anche alla Forsu (frazione organica rifiuti solidi urbani) in base al DL n°387 del 29/12/2003 e alla sen-tenza del Consiglio di Stato Sez. V n°5333 del 29/07/2004.Le centrali a biomasse funzionano per combustione: a temperature che di solito superano gli 800°C, trasfor-mano la materia delle biomasse (solide o liquide) in energia sotto forma di calore. Il calore alimenta una cal-daia che può fornire riscaldamento (c.d. Co-generazione e teleriscaldamento, cioè lo sfruttamento dell’energiatermica per riscaldare l’abitato circostante aumentando l’efficienza energetica dell’impianto che ne rappre-senta circa il 70-75% della produzione) o produrre il vapore necessario per azionare una turbina e produrreenergia elettrica (che rappresenta il 25-30% del potenziale energetico dell’impianto.Le centrali a biogas funzionano attraverso un processo di fermentazione-digestione-metanizzazione: trasfor-mano la materia attraverso la “digestione anaerobica” che, in assenza d’aria e per mezzo di batteri che si nu-trono della sostanza organica, producono gas/metano e digestato.Il digestato è un rifiuto (codice CER: 190600-03-04-05-06).Il gas captato dalle vasche di fermentazione viene immesso in centrali a gas con motori con potenza solitamenteinferiore a 1MW elettrico, dove per mezzo della combustione produce energia elettrica e calore.A chi servono queste centrali?Servono agli imprenditori che realizzano l’opera, per beneficiare di generosi incentivi statali previsti per le“fonti rinnovabili”. Senza incentivi statali verrebbe meno la ragione economica principale di questa attività. Inogni caso è possibile ritenere che la generalizzata propensione alle centrali a biomassa e biogas rientra anchein una più generale prospettiva di riutilizzo di queste centrali per il trattamento di rifiuti. Infatti, la frazione or-ganica dei rifiuti solidi urbani (Forsu) è equiparata alle biomasse con decreto ministeriale. Facile prevedere cheuna volta costruite queste centrali, invece di essere alimentate con biomasse agricole, di cui l’Italia non di-spone e che hanno un costo sempre maggiore, potranno essere alimentate con Forsu, il cui costo di smaltimentoè già una prima fonte di redditività. Il conferimento della Forsu vale da 80 a 110 €/t, il verde circa 60 €/t e ifanghi da depurazione circa 90 €/t.Se pensiamo che una centrale a biomasse solide della potenza di 1 MW accesa tutto l’anno, tutti i giorni 24 hal giorno consuma 14.400 t/anno di materia prima due sono le considerazioni: la prima è che l’enorme inqui-namento derivante dalla combustione di una così elevata quantità di materiale non è limitato soltanto all’en-tità dei fumi, delle ceneri e delle microparticelle emesse nell’aria, ma deve tener conto anche del traffico dicamion necessario per il continuo rifornimento della biomassa da bruciare; la seconda è l’impossibilità di ri-spettare una clausola che troviamo sempre nei progetti di questi impianti “materiale reperito in zona”. Non èdifficile capire come sia impossibile raggiungere tali quantità solo con le potature degli alberi o con il legnameresiduo del taglio consueto dei boschi in zona. Quindi il materiale da bruciare viene da forniture diverse, incluseimportazioni di cippato a prezzo più economico, spesso proveniente dall’estero, anche da zone altamente in-quinate o da paesi in via di sviluppo che subiscono il “land grabbing” (accaparramento di terreni da parte disocietà straniere).Le centrali a biomasse possono bruciare qualsiasi tipo di combustibile secco e purtroppo in molti casi è statoaccertato che in queste centrali venivano inceneriti illegalmente anche altri prodotti (immondizia, plastica,gomma). Inoltre il Decreto Ministeriale (DM 6 luglio 2012 “nuovi incentivi alle rinnovabili”) ha introdotto lapossibilità di alimentare le centrali a biomassa anche con Combustibile Solido Secondario (CSS) cioè il rifiutosecco trattato. Quindi è purtroppo possibile “per decreto” bruciare lecitamente i rifiuti in questo tipo di impianti.

Da quanto esposto sorgono spontanee due considerazioni: la prima che dietro l’etichetta BIO chi promuovequesti impianti ha spesso le carte in regola per partecipare al ricchissimo business del trattamento dei rifiuti;la seconda che i cittadini pagano quindi più volte: con i soldi per gli incentivi, con le tasse per lo smaltimentodei rifiuti e con la salute il proliferare di questi impianti.Quali rischi per l’ambiente e la salute sono connessi alle centrali a biomasse?Con le centrali a combustione diretta di biomasse l’impatto ambientale è molto gravoso, soprattutto in relazioneal fatto che vengono considerate biomasse anche materiali altamente inqinanti (elenco D.M. 6 luglio 2012).Tutte le biomasse bruciate liberano in atmosfera quantità enormi di sostanze altamente inquinanti che per ri-caduta vanno ad inquinare l’ambiente e in particolare i terreni agricoli, oltre a formare ulteriori aggregazionichimiche inquinanti che vanno a depositarsi anche nei polmoni di animali e umani. Infatti a temperature ele-vate, fino ad 800° C, gli impianti liberano fumi con molte sostanze inorganiche che volatizzano per poi ricom-binarsi sotto forma di polveri sottili ovvero di particolato. Questo termine, indicato con la sigla PM, designapiccolissime particelle solide o liquide del diametro del micron che rimangono sospese nell’aria per periodivariabili e dipendenti dalla loro massa e diametro prima di ricadere al suolo. Le particelle hanno un diametroche può variare da un paio di nanometri fino a 100 micron e in base a questa caratteristica possono avere unadiversa penetrazione nell’apparato respiratorio di animali e persone fino a penetrare direttamente nel sanguequando il particolato diventa ultrafine.Il termine “bio” viene utilizzato per attribuire una valenza positiva e “naturale” a questo tipo di impianti inmodo da poterli ascrivere al mondo della cosiddetta “green economy”. La mistificazione del linguaggio, in que-sto caso, è strumentale ad una politica di proliferazione di queste tecnologie sotto l’ombrello dell’ecologia e delrispetto della natura.Il termine “bio” significa vita, crediamo che questi impianti di vita non ne dispensino affatto.Contributo a cura del Comitato Lasciateci Respirare di Monselice

Per i motivi suesposti le associazioni chiedono al Sindaco ed al Consiglio comunale del Capoluogo, al Presidentedella provincia, ai consiglieri provinciali ed a tutti gli Enti preposti e competenti a rilasciare il nullaosta per si-mili impianti a ritornare sulle decisioni assunte per impedire con ogni mezzo, legale e democratico, la realiz-zazione dell’impianto di biomasse a Frosinone.A questi Enti ed alla Regione Lazio, si chiede, inoltre, di adottare e deliberare provvedimenti urgenti che vie-tino, inderogabilmente, la realizzazione e il potenziamento di impianti inquinanti, anche se la realizzazione ditali impianti fosse agevolata da leggi nazionali ( decreto sblocca Italia) o da accordi particolari tra Stato-Re-gioni.Le associazioni sollecitano, altresì, gli Enti sopra citati a promuovere iniziative per la realizzazione del catastodelle emissioni inquinanti e, il rispetto e l applicazione della normativa anti inquinamento (direttiva Seveso), chesi applica alle attività industriali particolarmente nocive, quale presupposto per iniziare a elaborare un progettodi recupero di tutta la Valle del Sacco, partecipato e condiviso da Enti locali, istituzioni, forze sociali ed asso-ciazioni per il rilancio economico e occupazionale dell’intera provincia.

Frosinone 23 marzo 2016

Presidente della Consulta delle associazioni della Città di FrosinoneAssociasione “Frosinone Bella e Brutta”Comitato “Salviamo il paesaggio”Associazione Italiana Pazienti AnticoagulatiAssociazione “Osservatorio Peppino Impastato”LegambienteAUT-FrosinoneAssociazione “Oltre l’Occidente”Comitato “Altiero Spinelli” –Possibile-Associazione “ Amici della Pescara “Comitato di lotta per il lavoro