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BENV Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario Numero 24 Aprile 2016 - CESME Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento dellle malattie esotiche degli animali - COVEPI Centro di Referenza Nazionale per l’Epidemiologia Veterinaria, la Programmazione, l’Informazione e l’Analisi del Rischio Foto Anna

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Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario

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BENVBollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario

Numero 24Aprile 2016

-CESMECentro di Referenza Nazionaleper lo studio e l’accertamentodellle malattie esotichedegli animali

-COVEPICentro di Referenza Nazionaleper l’Epidemiologia Veterinaria,la Programmazione,l’Informazione e l’Analisidel Rischio

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2 Indice

INDICE

-EDITORIALE 3 - IN QUESTI MESISituazione epidemiologica della Bluetongue in Europa 4Il Modello 4 informatizzato 7

-DATI ALLA MANONumero di focolai notificati in SIMAN nel primo trimestre 2016 10Numero di focolai notificati dalle Regioni in SIMAN nel primo trimestre 2016 11Animali coinvolti da focolai notificati in SIMAN nel primo trimestre 2016 13

-UNO SGUARDO ALLE MAPPE 14

-INTORNO A NOIPrimo caso di Chronic Wasting Disease (CWD) in Europa 16Il rapporto comunitario EFSA sull’andamento delle zoonosi, degli agenti zoonotici e dei focolai di tossinfezione alimentare nel 2014: principali risultati e conclusioni 19

-TERRITORI UFFICIALMENTE INDENNI 26

-REDAZIONE & CONTATTI 30

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3 Editoriale

EDITORIALEIl BENV come strumento per la diffusione dell’informazione

Cari lettori,

In questo secondo numero del 2016 il Benv presenta una serie di interessanti articoli. Nella sezione In questi mesi, troverete il consueto aggiornamento sull’andamento epidemiologico delle malattie che si sono verificate sul territorio nazionale e in Europa. Un articolo, in particolare, mostra la l’andamento della Bluetongue in Europa nel corso degli anni: la recente ri-emergenza del BTV8 in Francia, a distanza di 5 anni dall’ultima epidemia, conferma che l’attività di sorveglianza programmata e costante rappresenta l’unica strategia in grado di evidenziare precocemente la circolazione virale in un territorio e di fornire una risposta rapida ed efficace nella gestione della malattia sul territorio europeo.

Un altro articolo, nella stessa sezione, pone l’attenzione sul Modello 4, il documento di trasporto degli animali che è stato reso disponibile in formato elettronico nella Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe zootecnica (BDN). Il Modello 4 è la dichiarazione di provenienza che segue gli animali durante il trasporto fino alla destinazione. L’utilizzo del Modello4 in formato elettronico è stato reso obbligatorio dal 24 dicembre 2015, data di entrata in vigore dell’Ordinanza del Ministero della Salute del 28 maggio 2015, relativa a misure straordinarie di polizia veterinaria in materia di tubercolosi, brucellosi bovina, bufalina e ovicaprina, e leucosi enzootica bovina.

Nella sezione Intorno a noi, un articolo mostra il primo caso di Chronic wasting disease (CWD) in Europa, riportato in una renna adulta (Rangifer tarandus tarandus) catturata da una popolazione a vita libera della regione Nordfjella nel sud della Norvegia. La renna è stata individuata nella metà di Marzo durante le operazioni di cattura effettuate dal Norwegian Institute for Nature Research (NINA) per l’applicazione di radiocollari GPS: il cervello dell’animale è risultato positivo ai test effettuati per la ricerca dei prioni (ELISA-test, Western Blotting, immunoistochimica). Questo è il primo caso di infezione naturale nella renna da virus della CWD in Europa e nel mondo.

Nella stessa sezione, un articolo mostra i risultati principali della relazione congiunta EFSA-ECDC sull’andamento e le fonti di zoonosi, agenti zoonotici e focolai di tossinfezione alimentare in Europa nel 2014 (EUSR 2014).

La relazione presenta i risultati del monitoraggio e sorveglianza di zoonosi in animali, alimenti, mangimi e uomo in 32 Paesi europei.

Per quanto riguarda i dati sui focolai, nella sezione Dati alla mano, è possibile consultare le tabelle con i dati sui focolai di malattie animali notificati in SIMAN nel primo trimestre 2016, nonché lo stato sanitario delle Regioni e le specie animali coinvolte nei focolai. Le mappe, presentate nella sezione omonima, mostrano la diffusione sul territorio nazionale di alcune malattie animali notificate nello stesso periodo.

In questo numero, inoltre, sono state pubblicate le tabelle e le mappe dei territori ufficialmente indenni a leucosi e tubercolosi bovina, brucellosi bovina e ovvicaprina, aggiornate al 5 febbraio 2016, secondo quanto riportato nella Decisione della Commissione n. 2016/168/EU, che modifica gli allegati della Decisione n. 2003/467/EC e che stabilisce i territori ufficialmente indenni da queste malattie. In base a tale Decisione, il Piemonte e la Liguria, e le provincie di Pesaro Urbino e Ancona per le Marche, sono state dichiarate ufficialmente indenni da tubercolosi bovina.

Infine, ricordiamo ai lettori che il Benv offre la possibilità di inviare articoli: nella sezione Invia il tuo articolo, è possibile consultare le linee guida per la stesura degli articoli ed ulteriori dettagli sulle modalità di invio. Il Benv è in continua evoluzione e aggiornamento, per questo i vostri commenti e suggerimenti sono benvenuti, potete lasciarli nella apposita sezione Suggerimenti.

Aspettando numerosi i vostri articoli vi auguriamo una piacevole lettura del nuovo numero.

Simona Iannetti COVEPI

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4 In questi mesi

IN QUESTI MESII principali avvenimenti di interesse epidemiologico in questi ultimi mesi in Italia ed in Unione Europea

Situazione epidemiologica della Bluetonguein Europa

La febbre catarrale degli ovini, più comunemente nota come Blue tongue (BT), è una malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti domestici e selvatici, trasmessa da insetti vettori ematofagi (culicoidi). L’agente eziologico è un virus della famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, del quale si conoscono a oggi 27 sierotipi.

Fino al 1998, la BT era considerata in Europa una malattia esotica, con occasionali ondate epidemiche stagionali (Portogallo e Spagna 1956, Cipro 1975, Grecia 1979). Tra il 1998 e il 2001 almeno quattro sierotipi del virus sono stati rilevati nei paesi del bacino del Mediterraneo (BTV 1-2-4-9-16).

La prima epidemia di BT in Europa si è verificata in Italia nel 2000 interessando le regioni Sardegna, Sicilia e Calabria. Da allora la BT non ha mai abbandonato il continente europeo e l’infezione è progredita verso nord, con ondate epidemiche causate da differenti sierotipi, provenienti da territori a sud o a est del bacino del Mediterraneo.Nel mese di agosto del 2006 la BT ha raggiunto l’Europa settentrionale, Il sierotipo coinvolto, il BTV8, probabilmente di origine sud africana, non era mai stato notificato prima in Europa. Dal 2006 al 2009 l’epidemia da BTV8 si è estesa con velocità e severità impreviste (elevata mortalità anche nei bovini), comportando l’istituzione di zone di restrizione con pesanti ripercussioni sugli scambi intercomunitari. I Paesi dell’Europa settentrionale interessati dalla circolazione del BTV8 sono stati Olanda, Germania, Belgio, Francia continentale, Danimarca, Inghilterra, Lussemburgo e Svezia. La malattia è stata inoltre notificata in Svizzera Austria, Grecia, Repubblica Ceca, Ungheria, Portogallo e Spagna. Nel 2008, l’infezione da BTV8 è stata notificata anche in Italia, con la prima conferma di positività in Veneto, probabilmente riconducibile all’importazione di animali viremici dalla Francia. Nel corso degli anni successivi numerosi casi sono stati riscontrati in altre regioni. L’implementazione di programmi di vaccinazione obbligatoria nei confronti di BTV8 ha garantito un’importante riduzione del numero di casi d’infezione. L’ultimo caso di BT causato da BTV8 è stato riportato a maggio 2011, nel nord della Sardegna. La circolazione del BTV8 in Europa settentrionale ha rivelato la capacità del virus di adattarsi a vettori diversi da Culicoides imicola, storicamente identificato come vettore principale della BT in Africa, quali Culicoides obsoletus/Culicoides scoticus and Culicoides dewulfii, presenti nel nord ed Europa centrale. Questi vettori hanno caratteristiche ed esigenze differenti dal C.imicola, preferiscono, infatti, ambienti ombreggiati e ricchi di materiale organico di origine vegetale.

Fin dal 2000, con la Direttiva 2000/75/CE del Consiglio, sono in vigore in Europa misure di controllo per contrastare la diffusione dell’infezione, tra cui l’istituzione di zone di protezione e sorveglianza e il divieto di lasciare queste zone per le specie animali sensibili. In seguito alla diffusione del virus in Europa settentrionale il corpo legislativo è stato rivisto con l’approvazione del Regolamento 1266/2007/CE della Commissione, che ha introdotto misure dettagliate per quanto riguarda la lotta, il controllo e la vigilanza degli animali e degli insetti, oltre che restrizioni dei movimenti per determinate specie di

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5 In questi mesi

animali. La nuova normativa ha posto l’accento sull’importanza della vaccinazione contro la febbre catarrale come strumento per il controllo della malattia e per garantire un commercio sicuro dei ruminanti vivi.

Nel 2013 il BTV1 si è diffuso ampiamente sul territorio italiano, associato principalmente alla presente del C. obsoletus. All’inizio del 2014 lo stesso sierotipo è stato isolato in Corsica (Francia) e nella Spagna occidentale (provincia Ca’ceres). Nello stesso anno 59 focolai causati da BTV4 sono stati notificati nel sud della Spagna (Andalusia) e 10 nella regione di Algarve in Portogallo. Chiare ed evidenti sono le correlazioni genetiche and antigeniche tra il BTV-1 isolato in Italia, Francia e Spagna con il BTV-1 circolante in nord-Africa a testimonianza dell’assoluta importanza della messa a punto di piani di sorveglianza comuni per intere macro-aree come, ad esempio, quella rappresentata dal bacino del Mediterraneo.

Nel 2014 la Grecia e a seguire gran parte delle nazioni dell’Est Europa (Bulgaria, Romania, Albania, Bosnia and Herzegovina, Croazia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Ungheria, Montenegro, Serbia) sono state interessate da una grave epidemia causata dal sierotipo 4 (BTV4). Nel mese di ottobre dello stesso anno, al termine della stagione epidemica, il BTV4 è stato riscontrato nel sud dell’Italia, nella regione Puglia, da dove si è diffuso nel corso del 2015. Sebbene entrambi i virus notificati in Spagna e nei Balcani appartengano allo stesso sierotipo, la costellazione genomica caratterizzante i due virus appare diversa. Entrambi, infatti, sono virus riassortanti, in altre parole con geni derivanti da uno o più virus parentali, e altri studi sono attualmente in corso presso il centro di Referenza. In ogni caso, il segmento codificante la VP2, la proteina più esterna del virus responsabile della comparsa di anticorpi sierotipo-specifici, appare conservato tra i due virus e con i ceppi vaccinali attualmente in uso.

Nel settembre 2015 le Autorità francesi hanno notificato un focolaio di BT8, a distanza di 5 anni dall’ultima epidemia. In seguito alla conferma della circolazione del BTV8 è stata condotta una campagna di sorveglianza con l’obiettivo di determinare la distribuzione geografica del BTV e studiare la siero-prevalenza del BTV sul territorio francese al fine di identificare lo status immunologico del patrimonio zootecnico e il relativo livello di protezione nei confronti del sierotipo 8. Questi sono i primi focolai di BTV-8 segnalati nell’UE dal 2011 e dal 2010 in Francia. I risultati preliminari delle indagini epidemiologiche condotte in Francia suggeriscono che l’origine dell’infezione non sia da attribuire all’importazione di animali infetti bensì a una circolazione residua nel bestiame domestico e probabilmente nella fauna selvatica non rilevata fino ad oggi. Infatti, il virus isolato nel 2015 mostra un 95% identità nucleotidica con il ceppo circolante nel 2007 in Europa settentrionale.

Il riscaldamento globale, il commercio internazionale di specie recettive, la competenza vettoriale di diverse specie di culicoidi e la capacità del virus di modificarsi geneticamente anche tramite riassortimento sono fattori che continueranno a minacciare l’Europa meridionale ma anche le regioni temperate del nord in termini di nuove introduzioni e diffusione del virus del BT. Per tali ragioni, sebbene ogni regione geografica abbia caratteristiche peculiari, ogni strategia d’intervento nei confronti della BT rischia di non sortire effetti positivi in mancanza di un approccio condiviso nella gestione della problematica. La legislazione europea, relativamente alle strategie di lotta da mettere in atto nei confronti della malattia, è, infatti, molto flessibile: fornisce gli strumenti utili per affrontare la BT ma lascia ogni Paese libero di utilizzare le regole più idonee alle proprie necessità e alla situazione locale.

La recente ri-emergenza del BTV8 in Francia conferma che l’attività di sorveglianza programmata e costante rappresenta l’unica strategia in grado di evidenziare precocemente la circolazione virale in un territorio e di fornire una risposta rapida ed efficace nella gestione della malattia sul territorio europeo.

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6 In questi mesi

Figura 1.Distribuzione geografica della BT in Francia - 2015-2016 (Fonte Ministero dell’Agricoltura francese)

Figura 2.Distribuzione geografica della BT

in Europa e nei paesi del Bacino del Mediterraneo – 2015-2016

--A cura di:Rossana Bruno, Daria Di Sabatino COVEPI - Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”

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7 In questi mesi

I processi di semplificazione amministrativa e dematerializzazione dei documenti cartacei, rappresentano una delle linee di azione maggiormente significative, promosse dal governo, ai fini della riduzione della spesa pubblica e riportate nell’“Agenda per la semplificazione 2015-2017” (www.italiasemplice.gov.it). Il codice dell’amministrazione digitale, introdotto con D.L.vo n. 82 del 7 marzo 2005 (e successive modifiche), prevede l’impiego di strumenti informatici e telematici per la comunicazione tra le amministrazioni pubbliche e tra queste ultime e le imprese: in particolare, prevede l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per garantire la disponibilità e facilitare la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale.

Il sistema informativo delle anagrafi zootecniche è da sempre in continua evoluzione e presta sempre grande attenzione alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, allo scopo di agevolare l’utilizzo dei sistemi, semplificare i processi amministrativi e realizzare in maniera compiuta la dematerializzazione. In questa ottica si inquadra l’introduzione, in Banca Dati Nazionale zootecnica (BDN), del Modello 4 elettronico.

Il Modello 4 è la dichiarazione di provenienza che accompagna l’animale durante il trasporto e contiene le informazioni riguardanti l’identificazione (parte A), le dichiarazioni per il macello riguardo ai trattamenti farmacologici o con sostanze vietate (ormoni) (parte B), la destinazione (parte C), i dati del trasportatore (parte D), e l’attestazione sanitaria del veterinario che ha visitato il capo prima dello spostamento (parte E). Esso deve sempre essere compilato in almeno 4 copie:

• una per l’azienda di spedizione; • una per il servizio veterinario della A.S.L. di partenza; • una per l’azienda di arrivo; • una per il servizio veterinari o della A.S.L. di arrivo. Con l’Ordinanza Ministeriale 28 maggio 2015 - “Misure straordinarie di polizia veterinaria in materia di tubercolosi, brucellosi bovina e bufalina, brucellosi ovi-caprina, leucosi bovina enzootica” è stato reso obbligatorio l’utilizzo del Modello 4 elettronico su tutto il territorio nazionale1 a partire dal 24 dicembre 2015, data di entrata in vigore dell’Ordinanza. Quindi, il 21 dicembre 2015 la BDN ha reso possibile la compilazione in modalità informatica del Modello 4. Al fine di consentire una gradualità nell’applicazione dell’obbligatorietà di utilizzo del modello 4 informatizzato, il Ministero della salute, con nota del 24 dicembre 2015, ha consentito in via transitoria per la durata di 6 mesi l’utilizzo del modello 4 cartaceo (compilato secondo le modalità previste dal DM. del 16 maggio 2007). Un Decreto ministeriale sarà predisposto entro il giugno 2016 al fine di stabilire ufficialmente il formato e le regole di compilazione del Modello 4 elettronico e verrà quindi definitivamente superato quello cartaceo.

Intanto, da qualche anno è stata avviata in via sperimentale l’abolizione del Modello 4 cartaceo e l’utilizzo del corrispondente modello informatizzato nella Regione Sicilia: una opportuna modifica legislativa, concordata con il Ministero della Salute, ha abolito la necessità di produrre il documento di accompagnamento in quattro copie cartacee, stabilendo che le stesse informazioni dovessero essere registrate dai soggetti competenti, come l’allevatore o suo delegato e gli operatori del servizio veterinario, solo all’interno del sistema informativo dell’anagrafe zootecnica. Pertanto, i moduli funzionali per la gestione del Modello 4 elettronico per i bovini, ovi‐caprini, suini ed equidi in BDN sono stati sviluppati in via sperimentale per la Sicilia: le nuove funzionalità consentono ai detentori (o ai loro delegati) di compilare direttamente in BDN il Modello 4 che, sulla base dei dati, anagrafici e sanitari, già registrati nella BDN stessa potrà essere validato in automatico dal sistema o, a seconda delle condizioni, autorizzato dal Servizio Veterinario ufficiale della ASL competente.

La registrazione dei dati nel sistema mediante il certificato elettronico con Carta Nazionale dei Servizi, la possibilità di reperire informazioni da altri sistemi informativi,

1 O.M. 28 maggio 2015 art. 3, comma 7: “In tutto il territorio nazionale le movimentazioni degli animali entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente ordinanza, sono autorizzate esclusivamente tramite l’utilizzo del modello informatizzato”.

Il Modello 4 informatizzato

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Figura 1.Cooperazione tra sistemi informativi per la generazione delle informazioni nel Modello 4 elettronico

I differenti soggetti deputati al controllo, collegandosi con l’applicazione di gestione della BDN, possono verificare immediatamente che tutti i dati, relativamente ai Modelli 4 di propria competenza, siano registrati correttamente. A tal proposito, per garantire il controllo direttamente durante il trasporto sono state realizzate delle specifiche applicazioni per dispositivi mobili (tablet e smart-phone), che saranno rese disponibili a breve e che consentono una verifica immediata dei dati del modello.

Al fine di adattare il modello alla struttura della BDN e di cogliere al meglio le potenzialità offerte dagli strumenti informatici, il formato del Modello 4 previsto dal Decreto ministeriale del 16 maggio 2007 è stato opportunamente modificato. In particolare, la parte B è stata integrata con le “Informazioni della Catena Alimentare (ICA)” previste dal Reg. (CE) n. 853/2004, al fine di accorpare in un unico modello i diversi obblighi dichiarativi da parte dell’Operatore del Settore Alimentare (OSA), ossia il detentore degli animali. Inoltre, il nuovo formato è stato concepito in maniera tale da favorire il più possibile il recupero di informazioni, come ad es. le strutture di partenza e destinazione e lo stato sanitario degli animali da movimentare, già presenti nei sistemi informativi, (SANAN, Prontuario farmaceutico, Anagrafe Trasportatori e naturalmente BDN). Lo scopo è quello di avere informazioni più affidabili e sicure, certificate dalla loro preventiva registrazione in tali sistemi, senza la necessità, per tutti i soggetti coinvolti (detentore e veterinario ufficiale), di apporre le firme, come avveniva sul cartaceo.

Da un punto di vista operativo, nel caso di movimentazioni che devono essere autorizzate dal Veterinario Ufficiale della ASL, l’allevatore, direttamente o tramite il proprio delegato, effettua una prenotazione del modello 4 inserendo in BDN tutti i dati di propria competenza. Completato l’inserimento dei dati, la BDN invia una comunicazione al Veterinario Ufficiale dell’ASL che, effettuati gli adempimenti del caso, provvede a validare la richiesta di movimentazione. Da questo momento il Modello 4 diviene efficace e in automatico è reso disponibile ai soggetti interessati, e può essere stampato nell’unica copia al momento necessaria per il trasporto: la copia cartacea per il trasporto contiene degli appositi spazi in cui è possibile inserire eventuali variazioni rispetto a quanto già riportato sulla stampa; tali eventuali variazioni dovranno essere obbligatoriamente registrate in BDN entro il tempo massimo di sette giorni dalla partenza. Successivamente, l’allevatore o il suo delegato provvederà a scaricare i capi dall’azienda registrando la movimentazione di uscita e l’allevatore o il macellatore di

come ad esempio la qualifica sanitaria dell’azienda registrata in BDN, gli interventi di controllo sanitario e vaccinazioni in SANAN, l’anagrafica del trasportatore in SINVSA, garantisce la completezza e la veridicità dei dati riportati sul modello di accompagnamento elettronico ma, ancor più importante, garantisce, grazie alla possibilità della rete internet, la disponibilità in tempo reale di tali informazioni ovunque, sia negli uffici che nelle strutture di partenza e di arrivo degli animali, che direttamente in strada durante il trasporto (figura 1).

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destinazione (o il loro delegato) provvederanno ad inserire i capi registrando l’ingresso o la macellazione. Attualmente, le movimentazioni verso il macello generalmente non necessitano di autorizzazione da parte del Veterinario Ufficiale dell’ASL e quindi il Modello 4 compilato dall’allevatore, direttamente o tramite il suo delegato, è immediatamente efficace non appena completata la procedura di registrazione in BDN.

Le regole che determinano la necessità di validazione da parte del Veterinario Ufficiale dell’ASL sono al momento in fase di revisione e dovranno tener conto, non solo del tipo di movimentazione (verso macello o per vita) ma anche dello stato sanitario dell’azienda o del territorio di provenienza e destinazione. Inoltre, la BDN rende disponibile al Veterinario Ufficiale dell’Asl, una funzionalità che consente di porre sotto vincolo, totale o parziale, un singolo allevamento (o anche più di uno) al fine di regolamentare l’autorizzazione alla movimentazione per tutte le situazioni che lo richiedono. In particolare, un allevamento sotto vincolo totale, ad esempio sotto sequestro giudiziario, non ha la possibilità di procedere alla prenotazione di Modello 4, mentre un allevamento sotto vincolo parziale, ad esempio in zona di restrizione, può registrare una prenotazione, ma movimenta animali solo dopo autorizzazione del Veterinario ufficiale, anche se la destinazione è il macello.

Dall’analisi dei dati sulle movimentazioni registrati in BDN, la percentuale di utilizzo del Modello 4 elettronico si è attestata nei primi mesi del 2016 mediamente tra il 6% e l’8%, ad eccezione della Regione Sicilia, dove raggiunge il 100% in virtù della sperimentazione avviata da qualche anno; si può notare comunque un trend di crescita settimanale (figura 2). Il rilascio di applicazioni specifiche per dispositivi mobili e l’introduzione di nuove funzionalità in BDN, definite sulla base delle indicazioni ricevute da parte dei primi utilizzatori, che tendono a migliorare e semplificare l’utilizzo del modello 4 elettronico, dovrebbero consentire un incremento rilevante dell’utilizzazione di questa nuova modalità.

--A cura di:Luigi PossentiCentro Servizi Nazionale Anagrafi Animali - Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”

Figura 2.Andamento settimanale dell’utilizzo del Modello 4 elettronico a partire

dalla sua entrata in vigore

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10 Dati alla mano

DATI ALLA MANOData elaborazione: 18 aprile 2016

Numero di focolai notificati in SIMAN nel I trimestre 2016Malattia Gennaio Febbraio Marzo Totale

Agalassia contagiosa degli ovini e dei caprini 6 5 4 15

Anemia infettiva degli equini 1 3 4

Arterite equina 1 1 2

Artrite / encefalite delle capre (CAE) 1 1

Brucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini 39 50 47 136

Clamidiosi ovina - Aborto enzootico 1 1

Febbre Catarrale degli ovini (Bluetongue) 9 10 8 27

Febbre Q 1 1

Idatidosi (echinococcosi) 1 2 1 4

Leptospirosi animali 1 1 1 3

Leucosi bovina enzootica 1 1 2

Mal rossino 2 1 3

Malattia virale emorragica del coniglio 1 1

Paratubercolosi 2 1 3

Peste americana 1 1

Peste Suina Africana 32 1 3 36

Rinopolmonite 1 1

Salmonellosi aviare non tifoidee 1 1 2 4

Salmonellosi delle varie specie animali 2 1 3

Salmonellosi ovina 2 4 1 7

Scrapie 1 1 2

Trichinosi 2 1 3

Tubercolosi Bovina 19 24 17 60

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11 Dati alla mano

Numero di focolai notificati dalle Regioni in SIMAN nel I trimestre 2016Regione Malattia Gennaio Febbraio Marzo Totale

ABRUZZO

Agalassia contagiosa degli ovini e dei caprini 1 1

Anemia infettiva degli equini 1 1

Brucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini 1 2 3

Idatidosi (echinococcosi) 1 2 1 4

Malattia virale emorragica del coniglio 1 1

BASILICATA

Anemia infettiva degli equini 1 1

Brucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini 1 1 2 4

Febbre Catarrale degli ovini (Bluetongue) 1 2 3

CALABRIA

Brucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini 6 5 4 15

Febbre Catarrale degli ovini (Bluetongue) 3 1 1 5

Salmonellosi aviare non tifoidee 1 1

Salmonellosi delle varie specie animali 1 1

Tubercolosi Bovina 3 1 1 5

CAMPANIA

Brucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini 10 2 8 20

Febbre Catarrale degli ovini (Bluetongue) 1 2 3

Leucosi bovina enzootica 1 1

Tubercolosi Bovina 2 2 4

EMILIA ROMAGNA

Paratubercolosi 1 1

LAZIO

Anemia infettiva degli equini 1 1

Arterite equina 1 1

Clamidiosi ovina - Aborto enzootico 1 1

Febbre Catarrale degli ovini (Bluetongue) 2 2 4

Leptospirosi animali 1 1

Leucosi bovina enzootica 1 1

Rinopolmonite 1 1

Salmonellosi delle varie specie animali 1 1

Salmonellosi ovina 1 1 2

Scrapie 1 1

LOMBARDIA

Leptospirosi animali 1 1

Peste americana 1 1

Salmonellosi aviare non tifoidee 1 1

MOLISEBrucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini 1 2 3

Tubercolosi Bovina 3 3

PIEMONTEParatubercolosi 2 2

Salmonellosi aviare non tifoidee 1 1

PUGLIA

Anemia infettiva degli equini 1 1

Arterite equina 1 1

Brucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini 3 7 8 18

Salmonellosi aviare non tifoidee 1 1

Tubercolosi Bovina 1 1 1 3

SARDEGNA

Agalassia contagiosa degli ovini e dei caprini 5 4 4 13

Artrite / encefalite delle capre (CAE) 1 1

Leptospirosi animali 1 1

Mal rossino 2 1 3

Peste Suina Africana 32 1 3 36

Salmonellosi ovina 1 2 1 4

Trichinosi 2 1 3

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12 Dati alla mano

Regione Malattia Gennaio Febbraio Marzo Totale

SICILIA

Agalassia contagiosa degli ovini e dei caprini 1 1

Brucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini 18 32 23 73

Febbre Catarrale degli ovini (Bluetongue) 5 6 1 12

Tubercolosi Bovina 13 17 15 45

TOSCANA

Febbre Q 1 1

Salmonellosi delle varie specie animali 1 1

Salmonellosi ovina 1 1

Scrapie 1 1

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Animali coinvolti da focolai notificati in SIMAN nel I trimestre 2016Malattia Animali coinvolti Capi

presentiCapi

malatiCapi morti

Capi abbattuti

Capi distrutti

Agalassia contagiosa degli ovini e dei caprini Ruminanti 3669 594 0 0 0

Anemia infettiva degli equini Equini 49 5 0 0 0

Arterite equina Equini 40 2 0 0 0

Artrite / encefalite delle capre (CAE) Ruminanti 143 7 0 0 0

Brucellosi dei bovini, dei bufalini, degli ovini, dei caprini e dei suini

Ruminanti 13282 1634 0 224 54

Clamidiosi ovina - Aborto enzootico Ruminanti 230 3 0 0 0

Febbre Catarrale degli ovini (Bluetongue) Ruminanti 2175 71 0 0 0

Febbre Q Ruminanti 105 2 0 0 0

Idatidosi (echinococcosi) Ruminanti 187 5 0 0 0

Leptospirosi animaliEquini 180 2 0 0 0

Suini 7945 7945 0 0 0

Leucosi bovina enzootica Ruminanti 33 3 0 1 0

Mal rossino Suini 72 14 10 0 10

Malattia virale emorragica del coniglio Lagomorfi 6 6 6 0 6

Paratubercolosi Ruminanti 325 3 1 0 1

Peste americana Api 8 1 1 0 0

Peste Suina Africana Suini 57 50 6 51 54

Rinopolmonite Equini 23 2 0 0 0

Salmonellosi aviare non tifoidee Pollame 89247 81686 0 0 0

Salmonellosi delle varie specie animaliPollame 91070 19850 0 0 0

Ruminanti 8 8 0 0 0

Salmonellosi ovina Ruminanti 2214 86 5 0 5

Scrapie Ruminanti 712 2 1 0 1

Trichinosi Fauna Selvatica 3 3 1 2 3

Tubercolosi Bovina Ruminanti 3712 295 0 33 5

13 Dati alla mano

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14 Uno sguardo alle mappe

UNO SGUARDO ALLE MAPPELa distribuzione geografica delle principali malattie animalinotificate in SIMAN nel primo trimestre 2016

Data elaborazione: 18 aprile 2016

Anemia infettiva equini

Bluetongue

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15 Uno sguardo alle mappe

Scrapie

Peste Suina Africana

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16 Intorno a noi

La Chronic wasting disease (CWD) è una encefalopatia spongiforme trasmissibile (TSE) dei cervidi. Le TSE vengono considerate un gruppo di malattie in quanto accomunate da un profilo neuro-isto-lesivo caratterizzato da lesioni di natura spongiforme, astrogliosi, astrocitosi e conseguente perdita neuronale, che risulta essere la diretta conseguenza della deposizione di una proteina patologica (PrPSc), a livello cerebrale, a seguito di una conversione post-traslazionale della proteina prionica cellulare codificata dall’ospite (PrPc) (Figura 1). L’esito della CWD è sempre infausto e il decorso clinico varia da alcuni giorni a massimo un anno.

INTORNO A NOII principali avvenimenti di interesse epidemiologico in questi ultimi mesi in Unione Europea ed in altri Paesia noi vicini

Primo caso di Chronic Wasting Disease (CWD)in Europa

Figura 1.Prioni al microscopio ottico

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17 Intorno a noi

Solo quattro specie della famiglia dei cervidi sono naturalmente suscettibili al CWD: il cervo mulo, il cervo dalla coda bianca (Odocoileus virginianus), l’alce (Alces alces shirasi), e il cervo delle Rocky Mountain (Cervus elaphus nelsoni), anche se è molto probabile che altre sottospecie del C. elaphus siano suscettibili alla CWD. La suscettibilità di altri cervidi non è nota. La suscettibilità alla malattia, in specie diverse da questi solipedi invece non è stata di fatto dimostrata. La trasmissione sperimentale per via orale a specie diverse dai cervidi citati sarebbe improbabile, mentre maggiore successo ha avuto la trasmissione dell’agente a seguito d’inoculazione intracerebrale. Secondo la comunità scientifica, attualmente il superamento naturale della barriera di specie non sarebbe possibile (Sigurdson et al., 2008).

La CWD nel cervo mulo (Odocoileus hemionus) è nota come sindrome clinica da almeno trenta anni ed è stata descritta per la prima negli Stati Uniti alla fine del 1960. Da allora la malattia si è diffusa ad altri membri della famiglia dei cervidi in 22 stati americani, 2 province canadesi, e nella Repubblica Koreana. I tassi di prevalenza della CWD in alcune zone degli USA e del Canada raggiungono il 50% nelle popolazioni selvatiche e il 90% nelle popolazioni in cattività, testimoniando buone capacità di diffusione della malattia (Gilch et al., 2011). La CWD rappresenta a oggi fonte di crescente preoccupazione per i gestori della fauna selvatica in tutto l’America settentrionale: ad oggi la malattia è endemica in Wyoming, Colorando e Nebraska ed è presente in forma epidemica in diversi stati americani (Figura 2).

La trasmissione della malattia avviene per via diretta attraverso il contatto tra animale infetto e animale sano e per via indiretta attraverso il contatto con terreni o acque contaminate. L’efficienza della trasmissione intraspecifica sembrerebbe molto alta; tale condizione, unitamente alla variabile della distribuzione della malattia in popolazioni selvatiche, rende i piani di eradicazione difficili da programmare e da applicare con efficacia (Sigurdson et al., 2008). La trasmissione dell’agente della CWD all’uomo non è ad oggi di fatto dimostrata.

Diverse indagini sono state condotte soprattutto negli Stati Uniti, in cui la malattia è endemica e dove la probabilità di contatto fra il prione e l’uomo, aumenta a

Figura 2.Diffusione della CWD in Nord

America. In giallo: aree infette da CWD nei cervi. In verde: Stati/Province dove la CWD è stata localizzata nelle popolazioni in

cattività. (fonte: http://cwd-info.org)

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18 Intorno a noi

causa di un maggiore consumo di carne di cervo, per questo la comunità scientifica ha concentrato la sua attenzione sulla possibile capacità del prione della CWD di superare la barriera di specie.

I segni clinici della CWD includono perdita di peso e cambiamenti comportamentali come aumento dell’aggressività, salivazione eccessiva, e ipereccitabilità. La sintomatologia si può protrarre per settimane o mesi, fino al sopraggiungere della morte dell’animale.

Tra il 2006 e il 2010 la Commissione Europea ha condotto un’indagine volta a rilevare la presenza della CWD e di altre TSE nei cervidi selvatici e allevati presenti nell’Unione europea. Complessivamente, furono raccolti 13.000 campioni da cervidi di specie diverse in 21 Stati membri e in Norvegia. Nessun campione risultò positivo al test. A tal riguardo una Opinione dell’EFSA chiarì come i limiti dell’indagine condotta non permettessero di escludere la presenza di TSE nei cervidi europei soprattutto in aree geografiche remote e non campionate nel corso dell’indagine. I risultati d’altro canto confermarono l’assenza di epidemie da CWD in corso.

ll 4 Aprile 2016il Norvegian Veterinary Institute ha confermato il primo caso di CWD in Europa in una renna adulta (Rangifer tarandus tarandus) catturata da una popolazione a vita libera della regione Nordfjella nel sud della Norvegia. In Norvegia è in atto un piano di sorveglianza nazionale che prevede il campionamento e la successiva indagine istopatologica, immunoistopatologica ed immunnobiochimica del cervello dei cervidi di età maggiore ai 18 mesi per la ricerca del CWD. L’animale malato è stato individuato nella metà di Marzo durante le operazioni di cattura effettuate dal Norwegian Institute for Nature Research (NINA) per l’applicazione di radiocollari GPS (Figura 3). L’animale, morto durante le operazioni di cattura, è stato conferito presso il Norwegian Veterinary Institute di Oslo per le indagini collaterali: il cervello della renna è risultato positivo alla ricerca di prioni sia al primo test di screening (ELISA-test) sia a due prove supplementari (Western Blotting, immunoistochimica).

Si tratta del primo caso confermato di infezione naturale da CWD in Europa e nelle renne in tutto il mondo.

--A cura di:Daria Di Sabatino1, Guido Di Donato2

1COVEPI 2Accettazione e ControlloIstituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”

Bibliografia

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3. Olszowy KM, Lavelle J, Rachfal K, Hempstead S, Drouin K, Darcy JM, Reiber C, Garruto RM (2014). Six-year follow-up of a point-source exposure to CWD contaminated venison in an Upstate New York community: risk behaviours and health outcomes 2005-2011. Public Health. Sep;128(9):860-8.

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Sitografia

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2. Norvegian Veterinary Institute. http://www.vetinst.no/eng/Highlights/The-first-detection-of-Chronic-Wasting-Disease-CWD-in-Europe

Figura 3.Localizzazione approssimativa dell’animale infetto da CWD

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19 Intorno a noi

All’interno della coordinazione scientifica della Valutazione del rischio e assistenza scientifica dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), è presente l’unità Monitoraggio biologico che ha il compito di raccogliere ed analizzare i dati sulle zoonosi, la resistenza agli antimicrobici, i contaminanti microbiologici e le tossinfezioni di origine alimentare. L’unità è affiancata dal Network per la raccolta di dati sulle zoonosi, un gruppo di lavoro composto da rappresentanti degli Stati membri e di altri Paesi non membri (Islanda, Norvegia, Svizzera), della Commissione europea. I dati sulle zoonosi, la resistenza agli antibiotici e i focolai di tossinfezione alimentare sono inviati all’EFSA annualmente dagli Stati membri e da altri Paesi ai sensi della Direttiva 2003/99/CE . In base all’articolo 9, l’EFSA analizza le relazioni nazionali che gli Stati membri trasmettono entro la fine di maggio alla Unione Europea (UE) e pubblica il rapporto sull’andamento e le fonti di zoonosi, in collaborazione con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Il 17 dicembre 2015 l’EFSA e l’ECDC hanno pubblicato il rapporto congiunto sull’andamento e le fonti di zoonosi nel 2014 (EFSA and ECDC, 2015. The European Union summary report on trends and sources of zoonoses, zoonotic agents and food-borne outbreaks in 2014. EFSA Journal 2015; 13 (12): 4329, 191 pp. doi:10.2903/j.efsa.2015.4329). Il rapporto presenta i risultati delle attività di monitoraggio e sorveglianza delle zoonosi in animali, alimenti, mangimi e uomo in 32 Paesi europei (28 Stati membri e 4 Stati non membri). Il rapporto è stato modificato e la versione aggiornata al 4 febbraio 2016 è pubblicata sul sito dell’EFSA.

I dati raccolti nel 2014

I dati umani riportati nell’EUSR sono stati raccolti dall’ECDC nell’ambito del programma delle malattie alimentari e delle zoonosi dal Sistema di sorveglianza europeo (TESSy), gestito dall’ECDC. TESSy è una piattaforma informatica, attiva da aprile 2008, dove sono registrati i dati di 52 malattie e di particolari situazioni sanitarie.

I dati su alimenti, animali e mangimi sono stati raccolti dai Paesi in forma obbligatoria per i seguenti otto agenti zoonotici in animali, alimenti e mangimi: Salmonella, Campylobacter, Listeria monocytogenes, Escherichia coli verocitotossico (VTEC), Mycobacterium bovis, Brucella, Trichinella ed Echinococcus. Inoltre, sulla base della situazione epidemiologica negli Stati membri, sono stati raccolti dati sui seguenti agenti zoonotici: Yersinia, Toxoplasma, Lyssavirus, Coxiella burnetii, West Nile virus (WNV), Cysticercus, Francisella, Chlamydia e Sarcocystis, e Bacillus. Nell’EUSR 2014 sono presentati i dati degli otto agenti zoonotici e anche di rabbia, Toxoplasma, Febbre Q, West Nile Disease, Yersinia, Francisella, Cysticercus e Sarcocistis. Inoltre, sono stati trasmessi i dati su Staphilococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) e i dati sulla antibiotico-resistenza in isolati di E. coli indicatore ed Enterococcus. I Paesi hanno inoltre trasmesso dati su alcuni contaminanti in alimenti, quali le enterotossine stafilococciche, istamina e Cronobacter spp. per i quali sono stabiliti criteri di sicurezza alimentare in UE.

Per quanto riguarda i dati sui focolai di tossinfezione alimentare, 26 Paesi membri e 3 Paesi non membri hanno riportato dati nel 2014.

Il rapporto comunitario presenta le informazioni più rilevanti sulle zoonosi e le epidemie di origine alimentare nell’UE nel 2014. I risultati presentati nel rapporto devono essere considerati con attenzione, dato che i piani di monitoraggio e di sorveglianza per la maggior parte degli agenti zoonotici non sono armonizzati tra gli Stati membri. Infatti, i dati presentati possono derivare da piani di campionamento non pianificati dal punto di vista statistico, e pertanto, possono non rappresentare

Il rapporto comunitario EFSA sull’andamento delle zoonosi, degli agenti zoonotici e dei focolai di tossinfezione alimentare nel 2014: principali risultati e conclusioni

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accuratamente la situazione nazionale sulle zoonosi. Quindi, i risultati in genere non sono direttamente comparabili tra Stati membri e talvolta persino tra anni differenti in uno stesso Paese.

Dati sull’uomo

La figura 1 mostra i tassi di notifica delle zoonosi nei casi umani confermati. Dal 2005 al 2014, il Campylobacter ha continuato ad essere il patogeno gastrointestinale più comunemente riportato nell’uomo in UE: il numero di casi confermato di campilobatteriosi umana è di 236.851, con un aumento del tasso di notifica UE del 9,6% rispetto al 2013. Segue la salmonellosi, con 88.715 casi confermati ed un aumento del tasso di notifica UE del 15,3% rispetto allo scorso anno. Come negli anni precedenti, i due sierotipi di Salmonella più comunemente rilevati nel 2014 sono S. Enteritidis e S. Typhimurium, che rappresentano il 44,4% e il 17,4% rispettivamente di tutti i sierotipi riportati in casi umani confermati. Per quanto riguarda la listeriosi, 2.161 casi sono stati notificati da 27 Paesi, con un tasso di notifica aumentato del 30% rispetto al 2013. Diciassette Paesi hanno riportato 210 decessi dovuti a listeriosi, il numero più alto di morti dovuti a listeriosi dal 2009. Per quanto riguarda E. coli verocitotossico (VTEC), sono stati notificati 5.955 casi, il 46,3% dei quali dovuti al sierogruppo O157. La terza zoonosi più frequente è la yersiniosi, con 6.625 casi notificati in UE ed un tasso di notifica più alto nel nord est Europa. Per quanto riguarda brucellosi e tubercolosi da M.bovis, sebbene si tratti di una infezione infrequente nell’uomo in UE, sono stati notificati 347 e 145 casi rispettivamente.

(a): per West Nile Fever, è stato utilizzato il numero totale di casi.(b): L’ordinamento delle malattie è in base al tasso di notifica.(c): il numero totale di casi confermati è indicato tra parentesi al termine di ciascuna barra.

Focolai di tossinfezione alimentare

Nel 2014 sono stati notificati in UE 5.251 focolai di tossinfezione alimentare, inclusi quelli dovuti al consumo di acqua contaminata. In totale, sono stati riportati 45.665 casi umani, 6.438 ospedalizzati e 27 decessi. L’evidenza a supporto del legame tra i casi umani e il veicolo alimentare è stata forte in 592 focolai (figura 2). Il più alto numero di focolai è dovuto a virus (il 20,4% del totale dei focolai), che ha superato la Salmonella

Figura 1.Numero e tassi di notifica dei casi umani confermati nell’UE nel 2014. Fonte: EFSA Journal 2015; 12 (1): 4329

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(20% dei focolai) come causa più comune di focolai di tossinfezione alimentare in UE.

Come negli anni precedenti, i veicoli alimentari più riscontrati in caso di focolai con evidenza forte sono stati uova e ovo prodotti, seguiti da alimenti misti, crostacei, molluschi e derivati e verdure e succhi.

Alimenti, animali e mangimi

I criteri microbiologici per la Salmonella previsti dal Regolamento (CE) 2073/2005 (rivisto dai Regolamenti (CE) 1441/2007 e 1086/2011) sono in vigore dal 1 ° gennaio 2006. Il Regolamento prescrive i requisiti di campionamento e di analisi, e fissa i limiti per la presenza di Salmonella in specifiche categorie di alimenti. Nel EUSR 2014 è stata fatta una valutazione della conformità ai criteri a livello UE per il periodo 2011-2014 ed è riassunta nella figura 3.

21 Intorno a noi

Figura 2.Distribuzione dei focolai di

tossinfezione alimentare per agente causale in UE nel 2014

Figura 3.Percentuale di unità (campioni

singoli) non conformi con i criteri microbiologici stabiliti per Salmonella in alimenti, 2011-2014

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22 Intorno a noi

Come negli anni precedenti, i livelli più alti di non conformità si sono verificati in alimenti carnei, da sottoporre a cottura prima del consumo . Per questi alimenti, le carni macinate e le preparazioni di carne di pollame hanno mostrato il livello più alto di non conformità (8,1% di campioni singoli). Poche non conformità sono state riscontrate nei prodotti carnei da consumarsi crudi. La presenza di Salmonella in alimenti carnei da consumarsi crudi è di particolare rilevanza dato il rischio che tali alimenti rappresentano per la salute umana.

Per quanto riguarda la Salmonella nel pollame, il Regolamento (CE) 2160/2003 obbliga i Paesi membri a stabilire dei programmi nazionali di controllo per i sierotipi di Salmonella in pollame e maiali, che sono ritenuti di rilevanza per la salute umana. La popolazione animale target riguarda gruppi di polli da riproduzione, di ovaiole e di polli da carne Gallus gallus e gruppi di riproduttori e tacchini da carne. L’andamento della prevalenza UE a livello di gruppo è mostrata in figura 4: è possibile notare la sua graduale e costante riduzione nel corso degli anni, dovuta al successo nella applicazione della legislazione.

I dati sulla Salmonella nei mangimi raccolti dai Paesi membri derivano da diversi programmi di sorveglianza mirata, così come da campionamenti casuali di mangimi di origine nazionale o estera.

Il livello di contaminazione di Salmonella in mangimi derivati da animali e vegetali è risultato basso, con il 3,8% di unità positive su 4.041 unità testate e riportate da 19 Paesi membri, rispetto all’1,4% riportato nel 2013. La più elevata proporzione di campioni positivi è stata riportata per la categoria “materiale per mangimi derivati da semi di olii o frutta”, principalmente da semi di soia e di girasole.

La presenza di Campylobacter nella carne di pollo fresca, è stata riportata da 18 Paesi membri nel 2014: per quanto riguarda i campionamenti effettuati nelle fasi della macellazione, lavorazione e vendita al dettaglio, la prevalenza è stata del 38,4% (6.703 unità testate).Per quanto riguarda i dati negli animali, nel 2014 il Campylobacter è stato trovato nel 30,7% delle 13,603 unità testate nei Paesi membri: nel 31,8% dei lotti di macellazione di polli da carne testati, nel 30,3% dei gruppi testati.

Campylobacter è stato riportato dall’Italia anche in altre specie animali nell’ambito di ricerche o indagini in 23 diversi gruppi di animali, rappresentando il 50,0% dei 3.614 campioni riportati. Nessun campione positivo è stato riportato in solipedi (cavalli domestici) e la prevalenza riscontrata in pecore e capre è stata bassa.

La listeria monocytogenes è diffusa nell’ambiente e pertanto una vasta gamma di diversi alimenti può essere contaminata. Il Regolamento (CE) 2073/2005 stabilisce i criteri di sicurezza alimentare per la L. monocytogenes in alimenti pronti per il consumo (Ready to eat – RTE). I dati riportati riflettono quindi gli obblighi dei Paesi membri riguardo tale Regolamento e le indagini, pertanto, sono focalizzate sugli alimenti RTE per la verifica della conformità ai criteri microbiologici legali stabiliti. Gli alimenti che non superino il livello di 100 UFC/g di L. monocytogenes sono considerati

Figura 4.Prevalenza di S. Enteritidis, S. Typhimurium, S. Infantis, S. Virchow ed S. Hadar nei gruppi positivi di Gallus gallus durante la produzione in UE dal 2008 al 2014; prevalenza di S. Enteritidis edS. Typhimurium nei gruppi di ovaiole, di polli da carne e di tacchini riproduttori e da carne, durante il periodo di produzione in UE dal 2008 al 2014

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a rischio trascurabile dalla legislazione; pertanto, il criterio microbiologico comunitario stabilito per la L. monocytogenes in alimenti RTE è inferiore a 100 UFC/g per i prodotti RTE commercializzati. Per tali prodotti, sono stati riscontrati valori molto bassi di non conformità ( <1%).I livelli più alti di non conformità (principalmente presenza in 25 g) sono stati riportati in campioni di prodotti RTE prelevati allo stadio della trasformazione, variando dallo 0% al 4.7% in campioni singoli non conformi. Come osservato negli anni precedenti, i prodotti della pesca hanno il più alto livello di non conformità allo stadio della trasformazione (4,7% di campioni singoli e 10,8% di lotti non conformi), in particolare salmone affumicato, seguiti da formaggio molle e semi-molle, prodotti RTE a base di carne e formaggi duri.

Per quanto riguarda i dati negli animali, in totale il 71,3% di positività (799 unità) sono stati riportate come L. monocytogenes, seguite da Listeria spp. (16,0%), L. ivanovii (1,6%) ed L. innocua (0,3%). Gli isolati restanti sono stati riportati senza riferimento alla specie. Il patogeno è stato spesso riportato in bovini, pecore, capre, maiali e solipedi, nonché in polli da carne, gatti, cani cinghiali cacciati, volpi e altri animali selvatici e da zoo.

Per migliorare la qualità dei dati rendicontati sul monitoraggio di VTEC in UE, EFSA ha pubblicato delle specifiche tecniche nel 2009. Tali specifiche incoraggiano i Paesi membri a monitorare e riportare dati sui sierogruppi che sono stati considerati dai membri del Panel sui rischi biologici (BIOHAZ) come importanti indicatori di patogenicità umana (EFSA BIOHAZPanel, 2013).

Dato che i criteri per il monitoraggio ed i metodi analitici non sono completamente armonizzati tra i Paesi, la distribuzione ineguale delle unità campionate per Paese può aver introdotto un bias di selezione nel calcolo della prevalenza o della distribuzione dei sierogruppi al momento dell’analisi dei dati a livello UE. In toto, 15 Paesi membri hanno riportato 355 campioni positivi, corrispondenti all’1,7% dei 21.420 campioni di alimenti testati in UE.

La carne bovina contaminata è considerata la principale fonte di focolai di tossinfezione alimentare dovuti a VTEC nell’uomo. Nel 2014, 9 Paesi membri hanno riportato 2.549 unità di carne fresca bovina (945 lotti e 1.604 campioni singoli) testate per VTEC, di cui il 2,6% risultate positive (lo 0,9% positive per VTEC O157). I sierogruppi più frequentemente riportati nella carne bovina (inclusi tutti i tipi di carne bovina) sono stati O157 (25 isolati), O113 (8), O103 (6), O174 (6) ed O26 (5). VTEC è stato inoltre riportato nel 4,9% di campioni di carne ovi-caprina.

Inoltre, il 2014 è stato il primo anno di applicazione completa del Regolamento (UE) 209/2013, che stabilisce i criteri microbiologici nei semi germogliati: 761 campioni di semi germogliati sono stati riportati dai Paesi membri, risultati tutti negativi come nel precedente anno.

Nel 2014, 26 Paesi membri e 3 Paesi non membri hanno fornito informazioni sulla Trichina in animali allevati (maiali, cinghiali e cavalli) e 10 Paesi membri hanno riportati risultati positivi.

Nove Paesi membri hanno riportato risultati positivi in animali allevati (0,02% in oltre 10.000 maiali testati). In totale, sono stati riportati 31.588.613 maiali da ingrasso e 466.926 animali da riproduzione tenuti sotto condizioni abitative controllate ; l’Italia ha riportato una positività. Dodici Paesi membri hanno riportato dati su maiali da riproduzione e da ingrasso non allevati sotto condizioni abitative controllate e 5 Paesi membri hanno riportato positività.

Nessuna positività è stata riportata nei 198.665 solipedi domestici testati in UE (principalmente cavalli, ma anche asini e muli).

Diciannove Paesi membri ed un Paese non membro hanno riportato dati sui cinghiali cacciati. Dodici Paesi membri hanno riportato 1.049 unità positive su 884.369 testate, con una proporzione UE di campioni positivi dello 0,12%. La maggior parte degli animali positivi è stata riportata dai Paesi orientali come la Polonia, che ha riportato il 58,3% i campioni positivi, seguita dalla Spagna (19,8%), Estonia (7,2%) e Lituania (7,0%). La maggior parte delle positività è stata riportata come Trichinella spp. (64,5%) seguita da T. spiralis (25,6%) e T. britovi (8,8%). Nei Paesi membri, la Trichina è comunemente riportata nelle specie

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selvatiche, specialmente in alcuni Paesi dell’est e nord est europeo. Diciotto Paesi membri hanno riportato dati in 27 diverse specie selvatiche oltre che i cinghiali cacciati, per un totale di 421 positività (in 14 diverse specie) su 13.374 animali testati (3,1%). La percentuale di campioni positivi provenienti da animali selvatici, ad eccezione di cinghiale, è stata più alta in procioni, seguita da orsi. La Trichina è stata riportata anche in ratti, lupi, ghiottoni, tassi, sciacalli, visoni, castori, martore, lontre e gufi.

La toxoplasmosi rappresenta un importante rischio per la salute umana e deve essere considerata un pericolo pertinente da affrontare nei sistemi di ispezione delle carni rivisti per i suini, ovini, caprini, cinghiali e cervi allevati. I dati riportati dai Paesi membri dimostrano che il Toxoplasma è presente nella maggior parte delle specie zootecniche in tutta l’UE. Campioni positivi sono stati segnalati anche nei gatti (gli ospiti naturali), in cani, così come in altre specie di animali domestici, il che indica l’ampia diffusione del parassita tra le diverse specie di allevamento, domestiche e della fauna selvatica.

La rabbia è stata completamente eradicata dall’Europa occidentale e centrale. Tuttavia, la rabbia è endemica ancora in volpi e in altre specie selvatiche in alcune zone orientali dell’UE, in particolare in Romania, con sporadici spill-over negli animali domestici, soprattutto in cani e gatti (domestici e randagi) e ruminanti. Nel complesso, 319 casi di rabbia sono stati riportati in volpi da sei Paesi membri: Romania (215 casi), Polonia (73 casi), Ungheria (20 casi), Grecia (8 casi), Bulgaria (2 casi) e Croazia (1 caso).

Bibliografia

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6. EFSA (European Food Safety Authority), 2007c. Scientific Opinion of the Panel on BIOHAZ on a request from EFSA on monitoring and identification of human enteropathogenic Yersinia spp. The EFSA Journal 2007, 595, 1- 30.

7. Pozio E and Murrell KD, 2006. Systematics and epidemiology of Trichinella. Advances in Parasitology, 63, 367- 439.

8. Schink SB, Faber M, Mayer-Scholl A, Ziesch C, Schönfelder R, Wichmann-Schauer H, Nöckler K and Stark K, 2014. Rapid information to the public helps to contain trichinellosis outbreak: early post-exposure prophylaxis limits infection after exposure to contaminated raw meat products, Germany, 2013. Proceedings of the European Scientific Conference on Applied Infectious Disease. Available at: http://ecdc.europa.eu/en/ESCAIDE/programme/abstract-book/Documents/ECSAIDE-2014-abstracts.PDF

Page 25: 24 benv aprile 2016 it

Aprile 2016 Numero 24

25 Intorno a noi

9. Schroeder S, Harries M, Prager R, Rabsch W and Rimek D, 2014. A prolonged outbreak of Salmonella Infantis associated with pork products in central Germany, April to October 2013. Proceedings of the European Scientific Conference on Applied Infectious Disease, Stockholm 5-7 November 2014. Accessible at: http://www.ecdc.europa.eu/en/ESCAIDE/programme/abstract-book/Documents/ECSAIDE-2014-abstracts.PDF

--A cura di:Simona IannettiCentro di referenza per l’epidemiologia veterinaria, la programmazione, l’informazione e l’analisi del rischio - COVEPI Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”

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BENV Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario

26 Territori ufficialmente indenni

TERRITORI UFFICIALMENTE INDENNI

Tubercolosi bovina: Province e Regioni ufficialmente indenni ai sensi della normativa comunitaria al 5/02/2016

Tubercolosi bovina

Decisione Regione Provincia

Abruzzo PescaraEmilia Romagna Tutta la regioneFriuli Venezia Giulia Tutta la regione

RietiViterbo

Liguria Tutta la regioneLombardia Tutta la regione

AnconaAscoli PicenoFermoPesaro-Urbino

Piemonte Tutta la regioneCagliariMedio-CampidanoOgliastraOlbia-TempioOristano

Toscana Tutta la regioneBolzanoTrento

Veneto Tutta la regione

Sardegna

2016/168/CE

Tubercolosi bovina: Province e Regioni ufficialmente indenni ai sensi della normativa comunitaria al 05/02/2016

Trentino-Alto Adige

Lazio

Marche

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Aprile 2016 Numero 24

27 Territori ufficialmente indenni

Decisione Regione ProvinciaAbruzzo Pescara

AvellinoBeneventoNapoli

Emilia Romagna Tutta la regioneFriuli Venezia Giulia Tutta la regione

FrosinoneLatinaRietiViterbo

Liguria Tutta la regioneLombardia Tutta la regioneMarche Tutta la regioneMolise Tutta la regionePiemonte Tutta la regionePuglia BrindisiSardegna Tutta la regione

AgrigentoCaltanissettaCataniaEnnaPalermoRagusaSiracusaTrapani

Toscana Tutta la regioneBolzanoTrento

Umbria Tutta la regioneValle D'Aosta Tutta la regioneVeneto Tutta la regione

Trentino Alto Adige

Leucosi enzootica bovina: Province e Regioni ufficialmente indenni ai sensi della normativa comunitaria al 05/02/2016

2014/91/UE che modifica l'allegato III cap.2 della Decisione 2003/467/CE

Campania

Lazio

Sicilia

Leucosi Enzootica bovina: Province e Regioni ufficialmente indenni ai sensi della normativa comunitaria al 5/02/2016

Leucosi bovina

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BENV Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario

28 Territori ufficialmente indenni

BENV Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario

Brucellosi bovina: Province e Regioni ufficialmente indenni ai sensi della normativa comunitaria al 5/02/2016

Brucellosi bovina

Decisione Regione ProvinciaAbruzzo PescaraEmilia Romagna Tutta la regioneFriuli Venezia Giulia Tutta la regione

FrosinoneLatinaRietiViterbo

Liguria Tutta la regioneLombardia Tutta la regioneMarche Tutta la regioneMolise CampobassoPiemonte Tutta la regionePuglia BrindisiSardegna Tutta la regioneToscana Tutta la regione

BolzanoTrento

Umbria Tutta la regioneValle d’Aosta Tutta la regioneVeneto Tutta la regione

Brucellosi bovina: Province e Regioni ufficialmente indenni ai sensi della normativa comunitaria al 05/02/2016

2014/91/UE che modifica l'allegato II cap.2 della Decisione 2003/467/CE

Lazio

Trentino Alto Adige

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Aprile 2016 Numero 24

29 Territori ufficialmente indenni

Brucellosi ovi-caprina

Brucellosi ovi-caprina: Province e Regioni ufficialmente indenni ai sensi della normativa comunitaria al 5/02/2016

Decisione Regione ProvinciaAbruzzo PescaraEmilia Romagna Tutta la regioneFriuli Venezia Giulia Tutta la regioneLazio Tutta la regioneLiguria Tutta la regioneLombardia Tutta la regioneMarche Tutta la regioneMolise Tutta la regionePiemonte Tutta la regioneSardegna Tutta la regioneToscana Tutta la regione

BolzanoTrento

Umbria Tutta la regioneValle d’Aosta Tutta la regioneVeneto Tutta la regione

2014/91/UE che modifica l'allegato II della Decisione 93/52/CEE

Brucellosi ovi-caprina: Province e Regioni ufficialmente indenni ai sensi della normativa comunitaria al 05/02/2016

Trentino Alto Adige

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BENV Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario

30 Redazione & Contatti

BENV Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario

-CENTRO DI REFERENZA NAZIONALE PER L’EPIDEMIOLOGIA VETERINARIA, LA PROGRAMMAZIONE, L’INFORMAZIONE E L’ANALISI DEL RISCHIO (COVEPI)Rossella Lelli

Centro di Referenza Nazionale Analisi del RischioArmando Giovannini

EpidemiologiaPaolo Calistri

Statistica e GISAnnamaria Conte

Centro di Referenza Nazionale per l’Igiene Urbana Veterinaria e le Emergenze non Epidemiche (IUVENE)Fabrizio De Massis

-CoordinatoreSimona Iannetti (COVEPI)

Comitato editorialeBarbara AlessandriniPaolo CalistriFabrizio De MassisGianfranco DilettiNicola FerriArmando GiovanniniFederica MonacoDaniela MorelliFrancesco PomilioGiovanni Savini

Progetto graficoAlessandro De Luca

Web master e desktop publishingSandro Santarelli mail [email protected] +39 0861 332251www.izs.it

REDAZIONE& CONTATTI

-CENTRO STUDI MALATTIE ESOTICHE (CESME)Rossella Lelli

Diagnostica e Sorveglianza Malattie Virali EsoticheFederica Monaco

Diagnostica e Sorveglianza Malattie Batteriche e Parassitarie Esotiche, Laboratorio Virologia Windhoek, NamibiaMassimo Scacchia