23/12/2010 - Rassegna Stampa

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vi p i a zz i/iazz i,, a rrr L r%%/rr// / rr / rrr rr r// /rr e 1 0/t/I IICI / Doppio corteo Le manifestazioni studentesche contro la riforma dellTJniversi- tà, a Firenze sono iniziare nel primo pomeriggio cori un "flali- rnob" in piazza Santa Croce. "Colori contro la crisi" Qualche decina di studenti uni- versitari (soprattutto della fa- coltà di Architettura) hanno da- to vita a un presidio divertente e colorato per poi muovere in cor- teo, tra, fischi e musica,, allavolta, di piazza Santissima Annunzia- ta. In testa alla manifestazione (autorizzata) lo striscione "Co- lori contro la crisi". Gli studenti, vestiti da clown, con abiti sgar- gianti, si sono truccati il viso di verde, bianco e blu. "Noi siamo vestiti da clown, provocatoria- mente - ha spiegato uno studen- te - per testimoniare come, ari- cera una volta questi parlamen- tari abbiano confermato di esse- re niente più che una manica di pagliacci: oggi in piazza portia- rne i colori del malcontento". "11 problema non è solo la riforma Gelmini- continua Marco, stu- dente di architettura, truccato come il Bianconiglio diAlice - C'è una crisi più generale che coin- volge anche i teatri, i musei, il mondo della cultura,". Vernice contro i negozi La seconda parte della giornata è invece iniziata nel tardo pome- riggio, verso le 18, quando un al- tro corteo (stavolta non autoriz- zato), con circa 400 manifestan ti dei collettivi e dei centri socia- li, è partito dal Piazza San Mar- co snodandosi perle vie del cen- tro. Molto più "duro" il trono di questa manifestazione. I giova- ni, tra rulli di tamburi, hanno avanzato verso piazza Duomo scandendo slogan e lanciando diversi fumogeni. Uno dei primi cori è stato: "Sbirri e giornalisti: liberi i terroristi". Qualche mo- mento di tensione quando, dopo piazza della Repubblica, dal cor- teo è partito un lancio di uova, e di vernice nera contro banche e molti negozi. (Cr2Y)

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vi pi azzi/iazzi,,arrr L r%%/rr// / rr / rrr rr r// /rr e 10/t/IIICI /

Doppio corteo

Le manifestazioni studenteschecontro la riforma dellTJniversi-tà, a Firenze sono iniziare nelprimo pomeriggio cori un "flali-rnob" in piazza Santa Croce.

"Colori contro la crisi"Qualche decina di studenti uni-versitari (soprattutto della fa-coltà di Architettura) hanno da-to vita a un presidio divertente ecolorato per poi muovere in cor-teo, tra, fischi e musica,, allavolta,

di piazza Santissima Annunzia-ta. In testa alla manifestazione(autorizzata) lo striscione "Co-lori contro la crisi". Gli studenti,vestiti da clown, con abiti sgar-gianti, si sono truccati il viso diverde, bianco e blu. "Noi siamovestiti da clown, provocatoria-mente - ha spiegato uno studen-te - per testimoniare come, ari-cera una volta questi parlamen-tari abbiano confermato di esse-re niente più che una manica dipagliacci: oggi in piazza portia-rne i colori del malcontento". "11problema non è solo la riformaGelmini- continua Marco, stu-dente di architettura, truccatocome il Bianconiglio diAlice - C'èuna crisi più generale che coin-volge anche i teatri, i musei, ilmondo della cultura,".

Vernice contro i negoziLa seconda parte della giornataè invece iniziata nel tardo pome-riggio, verso le 18, quando un al-tro corteo (stavolta non autoriz-zato), con circa 400 manifestanti dei collettivi e dei centri socia-li, è partito dal Piazza San Mar-co snodandosi perle vie del cen-tro. Molto più "duro" il trono diquesta manifestazione. I giova-ni, tra rulli di tamburi, hannoavanzato verso piazza Duomoscandendo slogan e lanciandodiversi fumogeni. Uno dei primicori è stato: "Sbirri e giornalisti:liberi i terroristi". Qualche mo-mento di tensione quando, dopopiazza della Repubblica, dal cor-teo è partito un lancio di uova, edi vernice nera contro banche emolti negozi. (Cr2Y)

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di GIUSEPPE VETTORI*

aro direttore,pochi giorni fa il Ret-

tore dell'Università di Fi-renze ha invitato i docenti a so-spendere le lezioni per pro-muovere una riflessione collet-tiva sulla riforma. Dopo un dia-logo con gli studenti, l'impres-sione è di non aver affatto per-so del tempo. Ciò che ho dettoloro coincide in gran parte conle riflessioni di Tomaso Monta-nari sul Corriere Fiorentino edi Michele Salvati sul Corsero.Posso aggiungere solo qual-che suggestione in un momen-to di profonda incertezza sullasorte della nostre Facoltà.

L'impressione è proprio cheparte degli studenti e molticommentatori spesso abbianosbagliato il bersaglio. L'elencodei mali dell'Università attualeè lungo. La frantumazione del-le sedi e degli atenei spesso pri-vi degli elementi minimi perun'istituzione culturale. Le in-credibili vicende delle Univer-sità private e telematiche gesti-te e fondate senza adeguaticontrolli sulle loro funzioni.Le carenze e le colpe, a voltegravi, di alcuni «baroni». L'ec-cessivo numero e la bassa qua-lità dei corsi affidati, in moltesedi, a precari a volte sfruttati,a volte non sufficientementeselezionati. La passività deglistudenti contro una deriva delsistema accademico negli ulti-mi decenni. Tutto vero. Ma c'è

REGI E DIFETTI :IL CATALOGO

DELL' UNI VER SITAdi più. Mi colpisce da moltotempo che l'Università nonsappia attrarre i giovani mi-gliori. Dopo la laurea i più bril-lanti guardano altrove e consi-derano la ricerca come un par-cheggio temporaneo. Agli esa-mi di ammissione ai dottoratispesso non si presentano can-didati sufficienti a coprire i po-sti. Le professioni legali, purin grave crisi, sono affollate di«praticant » sfruttati dai lorodorninus per pochispiccioli. Mala pas-sione per la ricercalangue. Al duro maimpagabile sforzodi conoscere sisfugge. Questo di-sincanto credo sia uno dei peg-giori mali di questa società ele cause sono plurime. Spessotrascurate.

Certo le risorse sono pochee tagliarle ancora è folle. Si fini-rebbe per minare alla radice ilsistema universitario pubblicoper favorire un sistema priva-to che non ha in Italia nientedella funzionalità anglosasso-ne e ha anzi, in certi casi, solo idifetti di un modello poco effi-ciente. Ma un giovane bravo eappassionato agli studi ha og-gi in Italia possibilità se solovuole investire su se stesso e

sa scegliere i luoghi e le perso-ne per la propria formazione.Forse a loro non è stato dettoche è l'allievo a scegliere il ma-estro e non viceversa. E' suc-cesso così nelle epoche d'orodelle Università medievali ovesi girava il vecchio continentealla ricerca dei pensatori mi-gliori. Questo messaggio posi-tivo va rivolto con forza. Glistudenti debbono parteciparealla vita dell'Università e criti-

care con un dialo-go costruttivo le ca-renze didattiche.Se hanno attitudi-ne e passione perla ricerca debbononutrire questa vo-

cazione. Ciò esige, una voltascelti, di accettare i costi di unlavoro duro, incerto, poco re-munerato ma capace di dareun senso forte alla loro vita.L'università pubblica, d'altraparte, deve garantire l'egua-glianza delle opportunità e lalegalità delle selezioni dei mi-gliori, allievi e docenti.

Quanto alla riforma Gelminimi limito a una breve osserva-zione. Una onesta legge rifor-matrice non azzera il passato enon può proporsi come unicoe solo rimedio ai guasti pre-gressi. Un'istituzione essenzia-

le e delicata come l'Universitànon può mutare volto ogni cin-que o dieci anni. Occorre unprogetto forte da sperimenta-re e correggere strada facendocon scelte coraggiose. Dopo leriforme del centro sinistra el'inerzia del ministro Mussi siera capito che occorreva cor-reggere un sistema che avevamolte disfunzioni ma un nu-cleo da salvaguardare. Occorre-va in particolare fermare unmeccanismo di accesso dei do-centi che ha prodotto moltiguasti. Occorreva correggere ilmeccanismo delle lauree bre-vi. Fermare la proliferazionedi sedi e atenei. Si doveva valo-rizzare il merito degli studentima anche dei docenti e ricerca-tori per impedire che una vol-ta conquistato un posto di ruo-lo si potesse non produrre piùniente di significativo sino allapensione.

I maestri di un tempo diceva-no che un candidato modesto(e spesso raccomandato) pote-va forse divenire professore,ma non poteva e non era maiaccaduto che un candidato bra-vo fosse escluso dall'Universi-tà. E' ancora così? Credo in par-te di sì. Solo che il numero deinon meritevoli rischia di esse-re tanto numeroso da mutareil volto delle Università e dellaclasse dirigente italiana. Que-sti problemi non potranno enon dovranno attendere anco-ra a lungo una soluzione.

*DocenteUniversità di Firenze

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Vetrine bruciaff Tn*COI.oresfregiate,

Studenti in corteo. Uova e vernice sui negozi di via Tornabuoni, banche e RegioneLa doppia faccia della prote-

sta contro la riforma Gelmini.Gli studenti medi e universitarisono tornati in piazza ieri in tut-t'Italia. A Firenze i cortei sonostati due: uno al pomeriggio (au-torizzato e del tutto pacifico),l'altro, più movimentato, dallei8 in poi. E proprio la secondamanifestazione, che già da mar-tedì aveva messo in allarme laquestura per la presenzadei centri sociali, ha con-fermato le preoccupazio-ni della vigilia. Uova e ver-nice contro la filiale diUnicredit banca in via Ro-ma e contro il negozio diValentino, scritte sulle ve-trine dei negozi in Via de-gli Strozzi, Via dei Torna-buoni, Via Cerretani.Obiettivo le grandi firme,i simboli della «borghe-sia, il cui puzzo invade levie del centro». Ieri pome-riggio, mentre il ddl Gelminiera in discussione al Senato, glistudenti fiorentini hanno deci-so di colpire il salotto buono del-la città per dire no alla riforma.Sono circa trecento i giovani,quasi tutti universitari, che han-no preso parte al corteo non au-torizzato organizzato dalla Retedei Collettivi.

Dopo essersi dati appunta-mento in piazza San Marco, di re-cente dichiarata off limits per lemanifestazioni dal prefetto Pao-lo Padoin, si sono diretti verso ilDuomo bloccando il traffico invia Cavour.

In testa le bandiere rosse e ne-re degli anarchici e lo striscione«Blocchiamo la riforma, bloc-chiamo la città», il serpentoneha iniziato a muoversi verso lesei del pomeriggio, accompagna-to dallo scoppio di petardi e dallancio di fumogeni. «Andremo

sui viali, oppure colpiremo obiet-tivi sensibili» avevano dichiara-to i ragazzi poco prima della par-tenza. Un percorso prestabilitonon c'è, e anche le forze dell'ordi-ne si limitano a scortare i manife-stanti, chiedendo di volta in vol-ta delucidazioni sul percorso.Non sono mancati slogan controla digos e contro i giornalisti, in-viati più volte a tenersi lontani. Imanifestanti non hanno rispar-miato nemmeno Roberto Savia-no. Il corteo, preceduto da unaventina di agenti in tenuta anti-sommossa, ha sostato alcuni mi-nuti davanti alla Prefettura, espo-nendo lo striscione «la vostra re-pressione non ci fermerà».

Poi, superata piazza Duomo(dove un fumogeno ha raggiun-to anche l'albero di Natale), èscattata l'incursione nelle vie del-lo shopping natalizio, tra glisguardi stupiti di fiorentini e tu-risti. All'arrivo del corteo le sara-cinesche si abbassano: «Questinegozi sono borghesi» accusauna voce al megafono, e dopopochi istanti parte il blitz: in viaRoma alcuni manifestanti, pro-tetti dalla nebbia dei fumogeni,prendono di mira il negozio diValentino e banca Unicredit conun lancio di uova e vernice. Al-l'ingresso della banca compareanche la scritta «vampire»; dellostesso tono quelle che hanno im-brattato - pochi metri più avan-

ti - le vetrine di Dolce e Gabba-na, Bulgari, Bottega Veneta ed al-tri negozi in via degli Strozzi evia dei Tornabuoni: «Tutto que-sto lusso è provocazione», «lamerce brucerà», «assassini».

In via Tornabuoni slogan con-tro la riforma ed il governo: «I di-sordini di Roma sono solo l'ini-zio - minaccia una voce al me-gafono - continueremo a fare

paura», mentre la ver-nice contenuta in alcu-ne uova non risparmia-va i capelli di una turi-sta spagnola ed i cap-potti di due ignari pas-santi . Dopo circa dueore di corteo, gli stu-denti hanno deciso diattraversare di nuovopiazza Duomo, inter-rompendo con gridaoffensive i cantanti delcoro gospel «The Pil-grims»» che si stavano

esibendo sulla scalinata di SantaMaria del Fiore. Diretti verso laFacoltà di Scienze della Forma-zione in via Laura, dove gli orga-nizzatori hanno deciso di scio-gliere il corteo e valutare ulterio-ri azioni in vista dell'approvazio-ne rinviata ad oggi, i manifestan-ti hanno attraversato via degli Al-fani. Qui di nuovo violenza: alcu-ni cassonetti rovesciati, una ban-diera strappata dalla vetrina diun negozio e poi bruciata; ne na-sce uno scontro tra manifestan-

ti, alcuni studenti intervengonoe spengono il tricolore. In BorgoPinti viene distrutta una teleca-mera di videosorveglianza.

Nel primo pomeriggio una cin-quantina di studenti, «armati»di orecchie di coniglio, fischiettie parrucche, a ritmo di tamburie truccati in maniera stravagan-te, aveva attraversato alcune viedel centro raggiungendo piazzaSantissima Annunziata. Manife-stazione autorizzata, partita dapiazza Santa Croce con in testalo striscione «colori contro la cri-sv»: «Una forma di protesta cherappresenta un avvicinamentoalla gente comune, perché la cit-tadinanza ha sempre condivisole preoccupazioni sui tagli allacultura, che a Firenze riguarda-no anche cinema e teatri, non so-lo Università » - commentanoMarco ed Enrico, studenti di Ar-chitettura ideatori di questa par-ticolare protesta - «L'idea deicolori è stata suggerita dalle tra-gicomiche scene viste in Senatonegli ultimi giorni, che hannoconfermato per l'ennesima voltache siamo governati da una ma-nica di pagliacci: noi i pagliaccili abbiamo portati in piazza, co-me gli altri colori di questo cor-teo che mostra la gioia e la vitali-tà che questo sistema sta cercan-do di cancellare».

Gaetano CervoneMatteo Leoni

In Santa Croceuna manifestazione

pacifica

Solo tamburi e colori

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Anti-Gelimini Vetrine sfregiate in tutto il centro storico. Qui nella foto la vetrina di unbar in piazza del Duomo. Accanto la manifestazione che in serata ha creato tensioniin via Tornabuoni, in piazza della Repubblica e in via Cavour. Dopo, sono statiattaccato negozi e banche (foto Bramo/Sestini)

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Siena, fuocoai librettiPisa si incatena

PISA - Saranno state le feste di Nata-le con vacanze programmate. Oppure,come dicono i detrattori, qualche ripen-samento da repulsione per una protestasempre più «istituzionalizzata» e condi-visa da parte dell'establishment accade-mico. Stadi fatto che ieri alle Pisa e a Sie-na di cortei e serpentoni anti-Gelmininon se ne sono visti. Si, qualcosa si èmosso. Ma molto poco se paragonato aciò che era accaduto durante la clamoro-sa protesta di novembre.

Non solo (per fortuna) le zone rosse,aeroporto e stazione, non sono state sfio-rate, ma a manifestare sono stati pocopiù di un centinaio (divisi in due iniziati-ve) a Pisa e addirittura una sparuta venti-na a Siena. Nella città della Torre pen-dente la protesta, che ha avuto nuova-mente la solidarietà del neo eletto retto-re Massimo Augello che ha persino ri-nunciato ai tradizionali e scaramanticispumante e pasticcini perché come hadetto lui «non c'è niente da festeggiare»,è stata divisa in due momenti. Al matti-no un centinaio di studenti e ricercatorisi sono ritrovati davanti alle Logge deiBanchi. E qui, nel centro storico pisano,hanno srotolato uno striscione con suscritto «Una generazione appesa a un fi-lo». Sara Manghetti, una dottoranda del-la facoltà di Chimica, si è fatta imbraga-re con corde assicurate a un balcone delPalazzo dell'Orologio. «Con questa rifor-ma siamo realmente appesi a un filo»,ha poi gridato la giovane aiutata da unmegafono mentre penzolava tra gli ap-plausi, «e questo filo rischia di spezzar-si. Continuiamo a combattere per difen-dere l'università pubblica. La riformacolpisce chi fa ricerca, ma noi non ci ar-rendiamo». Nel pomeriggio il corteo de-gli studenti e dei precari ha raggiunto laprefettura. Sotto un cartello, «Incatenatial nostro futuro», una trentina di ragazzisi sono incatenati davanti al Palazzo delGoverno. Poi due studenti sono stati ri-cevuti dal prefetto, Antonio De Bonis, alquale hanno consegnato un documentocon le ragioni della protesta da inoltrareal governo Berlusconi. «Conoscenza cri-tica, ricerca e diritto allo studio», si leg-ge nel documento, «sono beni comuni,di cui nessun governo e nessuna mag-gioranza ha la disponibilità. Lo ribadia-mo, a maggior ragione, dopo l'indecoro-so spettacolo offerto durante la sedutadel Senato». A Siena una ventina di stu-denti ha bruciato quattro libretti univer-sitari nella centralissima piazza Tolomei. «Abbiamo voluto dimostrare», hannospiegato i ragazzi, «che i nostri studinon valgono nulla e vanno in fumo».

M .Ga.

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Nessun blocco del traffleo alla ® iid 1'ommasoGall gan

Non hanno bloccato il trafficocome avevano promesso, mahanno attaccato le strade delloshopping-bene del centro fioren-tino, bersagliando con lanci diuova, secchiate di vernice escritte spray le vetrine dei nego-zi di lusso di via Tornabuoni edel quartiere della moda. Prota-gonisti del blitz, alcuni manife-stanti del corteo, non autorizza-to, organizzato ieri pomeriggiodai collettivi universitari perprotestare contro la riforma

Gelmini al quale hanno presoparte circa 300 manifestanti.Nessun incidente né tensionicon la polizia, che ha seguitopasso passo la manifestazione:a fare le spese della rabbia deigiovani solo le vetrine di circa20 negozi di lusso come Ferra-ri, Dolce & Gabbana. Luis Vuit-ton, Valentino, Patrizia Pepe,Bulgari, Cavalli, Luisa Spagno-li, Bottega Veneta, Valentino.Hogan e Pomellato. «Boicottala città vetrina», «questo lussoè una provocazione». «Paghere-te tutto», «ruba», «ladri», «vam-

CONTRO LA _IFO_ iGli studenti anti-Gelmini

piri» (a Unicredit). queste alcu-ne delle scritte vergate a spraydai graffitari del corteo. Altromomento clou è stato quando igiovani, passando in piazza delDuomoa, hanno incrociato uncoro gospel che si esibiva sul sa-grato della cattedrale di SantaMaria del Fiore, che i contestatori hanno bersagliato con slo-gan di scherno. La marcia deglistudenti, partita intorno alle 18da piazza San Marco, si è con-clusa dopo le 20 di fronte allafacoltà di Scienze della Forma-zione.

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Studenti in corteo , uova contro i negozi e fumogeniCirca trecento manifestanti contro la riforma Gelmini. Bruciato un tricolore Slogan e scritte con lo spray

di AGATA FINOCCHIARO

UNA BANDIERA italiana «ruba-ta a un ristorante del centro, data afuoco e subito spenta» (come si leg-ge sul sito di informazione univer-sitaria www.unicitta.it). Decine divetrine del lusso e tre banche, nelquadrilatero d'oro, imbrattate conuova riempite di vernice e con lescritte «Vampiri», «Ladri», «Ruba-tutto», tracciate con bombolettespray. Alcuni cassonetti rovesciatiin via de' Servi e via degli Alfani.E' quello che è rimasto ieri sera, do-po le 20, del corteo non autorizzatocontro la riforma Gelmini, partitoalle 18 da piazza San Marco e con-cluso alle 20 in via Laura, nella se-de della facoltà di scienze della for-mazione. Circa 300 manifestantihanno attraversato il centro, accom-pagnati da tamburi, slogan scandi-ti al megafono e dal lancio di fumo-geni . E concordando di volta in vol-ta il percorso con le forze dell'ordi-ne (meno di un centinaio tra agentidi polizia e carabinieri). Senza maiarrivare allo scontro. Nonostantealcuni momenti ad altissima tensio-ne, come in via del Brunelleschi,quando una ventina di ragazzi si èallontanata dal corteo e si è direttaverso un gruppetto di finanzieri.Uno degli agenti in testa al cordo-ne di sicurezza si è avvicinato al co-ordinatore del corteo e ha sibilatotra i denti: «Se toccate la finanza ola banca finisce la pace». Messaggioricevuto.

Con le forze dell'ordine che hannoincassato le provocazioni e "incana-lato" la rabbia dei manifestanti,concendendogli di sfilare in cen-tro, davanti a negozianti incuriositie in alcuni casi terrorizzati. Comein via Cavour, dove al passaggio delcorteo i dipendenti della libreriaFeltrinelli si sono affrettati a chiu-dere la serranda, stessa scena in al-tre vie. Stupiti dalla protesta moltituristi e fiorentini; i più non si so-no lasciati scomporre da veri e pro-pri comizi e slogan contro il capita-le, e hanno continuato imperterritii loro acquisti natalizi . Stando benattenti a non finire nel mirino diuova e vernice.

UNO DEI MOMENTI di maggio-re tensione, quando il corteo, sfilan-do in via Cavour, alle 18,30, si è fer-mato sotto la prefettura, sede delconsiglio regionale e della provin-cia e - coperto da una cortina di fu-mogeni - ha esposto uno striscionecon la scritta : «La vostra repressio-ne non ci fermerà». E' stata la sostapiù lunga, poi una serie infinita distop and go. E un ricco campiona-rio di slogan, vecchi e nuovi , che in-neggiavano alla lotta politica e di

classe. Accanto ai logori : «Sbirri egiornalisti : liberi i terroristi», «Lot-ta di classe vincono le masse» e«Che la crisi la paghino i padroni»,scanditi a tempo di musica . Ci sonostati i più "creativi" slogan: «Chepuzza di merda in questa via, ci so-no i negozi della borghesia», chehanno accompagnato il passaggionelle vie del quadrilatero d'oro.Nessun blocco dei viali, come erastato paventato nel pomeriggio,quando anche Lottini aveva dichia-rato: «Sarà un corteo variabile, ve-dremo se creare blocchi al traffico oconcentrarci su alcuni obiettivi sen-sibili , come i palazzi del potere e lesedi del capitale privato che conquesta riforma entrerà nell'univer-sità». Per ieri solo obiettivi "sensibi-li": sedi istituzionali e negozi dellusso. Mentre la viabilità, con la po-lizia municipale a presidiare i viali,è stata messa a dura prova soprattut-to dagli irriducibili dello shoppingnatalizio . A conclusione del corteoi manifestanti sono rientrati nellafacoltà di Scienze della formazione,dove si è svolta un'assemblea perdecidere le iniziative per oggi, gior-nata decisiva per il voto finale sullariforma Gelmini.

NESSUNA VIOLENZA se nonquella verbale. Gli studenti dei col-

Momenti ad alta tensionecon i poliziottima nessuna violenza

lettivi, che hanno organizzato lamanifestazione (ma c'erano anchegiovani dei centri sociali, precari estudenti delle superiori) hannomantenuto l'impegno. «Niente vio-lenza se non ci saranno problemida parte delle forze dell'ordine»,aveva annunciato prima dell'avviodel corteo Matteo Lottini, portavo-ce del collettivo di Scienze politi-che. E così è stato: sangue freddo enervi tesi da entrambe le parti.

LO SCENARIO

«Sono uno studente dettarivista "Riot Van ", facevo

delle riprese, imanifestanti mi hanno

scambiato per un agentee lanciato oggetti

negandomi il diritto attalibertà di informazione»

Quando il corteo hasfilato in piazza Duomo,

sul sagrato dettacattedrale si esibiva il

coro gospel " Pilgrims" e icanti natalizi

hanno coperto gli sloganscanditi dagli studenti

al megafonoStudenti in corteo, uova contro i negozi

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SCRITTE SULLE VETRINE Durante la manifestazionealcuni studenti hanno imbrattato le vetrine dei negozi del centro

BARRICATI In bassodue commessiattendono che il corteosi allontani prima diuscire, a sinistra unadelle scritte lasciate sullevetrine

SPAZZATURA Sopra icassonetti rovesciati instrada dai manifestanti e asinistra un dipendente che siè chiuso dentro il negozio

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Facce colorate e freesbeLa sfilata della creatività .

TRENTA, forse quaranta. Faccecolorate, parrucche da clown, gio-chi da saltimbanchi, persino un`freesbe'. Nessuna bandiera, ad ec-cezione di una, con una "A" stileanarchia. Passo scandito da nac-chere e tamburi, sono partiti dapiazza Santa Croce e, venti minu-ti dopo, si sono fermati in Santissi-ma Annunziata. Questo è stato

consegnando ai passanti e ai com-mercianti fuori dalle botteghe ilvolantino della loro "manifesta-zione artistico culturale di infor-mazione pubblica". Lungo il per-corso, qualcuno ha applaudito, co-me dalla sede della Cgil, ed altrihanno detto loro "bravi". Forse,per via del maltempo - una legge-ra pioggia è caduta anche nel cor-

ALLEGRIA E IDEE La prima manifestazione del pomeriggio

l"altro" corteo degli studenti,quello autorizzato dal questore,che si è dipanato, goliardico e co-lorato, tra le tre e le tre e mezzo, inBorgo dei Greci, via del Proconso-lo, via dei Servi. Tutti dietro lostriscione "Colori contro lo crisi",senza intonare cori ma ballando e

so della protesta - i partecipanti so-no stati addirittura di meno diquelli preventivati nel corso deltavolo tecnico che si era tenuto ilgiorno prima in questura. Alcunidi loro, poi, si sono aggregati aglialtri, in piazza San Marco, per par-tecipare al secondo corteo.

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Sempre peggio Non si placa la protesta contro la riforma dell' università. Ieri due manifestazioni. Una è degenerata

Gli studenti sporcano il salotto buonoUova e vernice contro i negozi di via Tornabuoni da 300 giovani in un corteo non autorizzato

FIRENZE - Due diversi corteihanno sfilato ieri a Firenzecontro la riforma Celmini. Ese il primo (autorizzato) hadato voce a tanti studenti ve-stiti da clown alla protesta, ilsecondo (non autorizzato) havisto i giovani arrivare fino avia Tornabuoni e imbrattarele vetrine del centro con ver-nice e uova.Il tutto mentre c'era chi rove-sciava cassonetti e tirava pe-tardi e fumogeni, cantandoslogan contro giornalisti epolizia. Nessuno è rimastoferito, ma alcuni negozi han-no chiuso le saracinesche etanta gente - presente in cen-tro per lo shopping - ha cam-biato zona. La polizia sta cer-cando di fare la stima deidanni del vandalismo controi negozi.

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Slogan e fumogeni Paura e danni nel pomeriggio fra la gente che affollava il centro. Bruciata una bandiera italiana

Lo scempio di via TornabuoniVernice e uova sui negozi durante il corteo non autorizzato degli studenti

FIRENZE - Due cortei hanno sfilatoieri per la città contro la riformadelle università. Due cortei diver-si, uno autorizzato che ha marcia-to con studenti vestiti da clown estriscioni contro il ministro Gel-mini, e uno che invece non eraautorizzato ed è servito a chi ne hafatto parte per fare vandalismi perle strade del centro. I trecento chevi hanno preso parte hanno infattilanciato uova marce e vernice con-tro le vetrine di tutti i negozi di viaTornabuoni e di una filiale di Uni-credit di via del Brunelleschi, alritmo di slogan un po' vetusti co-me "giornalisti terroristi" e altriripresi dai cortei degli anni `70.Durante questa manifestazione,organizzata dai Collettivi univer-sitari ma non autorizzata dallaquestura, sono state percorse levie del centro storico accompa-gnati dal lancio di petardi e fumo-geni. Arrivati in via Tornabuoni,una delle strade simbolo del com-mercio e della "Firenze Bene", al-cuni giovani adesso in via di iden-tificazione da parte della polizia

(pare che ci fossero anche infiltra-ti) hanno scritto - con vernice ros-sa - sulla vetrine di una banca"Vampiri". Sono volate anche uo-va marce, qualche casco e moltescritte spray che hanno colpitotantissimi negozi di griffe, im-brattate con "Assassini" o "Tuttoquesto lusso è una provocazione","Ruba tutto", o "Pagherete tut-to", fino a "ladri". Il tutto mentreil centro era pieno di gente per loshopping di Natale e i commer-cianti che hanno fatto in tempohanno chiuso le saracineschechiudendosi dentro e i manife-stanti cantavano "che puzza dim... in questa via, ci sono i negozidella borghesia" e "tutti i padroniappesi a testa in giù". Passando invia Cavour, sotto la sede della Pre-fettura i manifestanti hanno tira-to fuori uno striscione con la scrit-ta "la vostra repressione non cifermerà". Con i megafoni gli orga-nizzatori hanno urlato "stiamoportando in piazza una generazio-ne che si è rotta i coglioni". Tanti

anche gli slogan contro il ministroCelmini e le famose griffe, mentrein testa al corteo ha capeggiato alungo uno striscione con la scritta"Blocchiamo la riforma, blocchia-mo la città". E' stata anche brucia-ta una bandiera italiana presa da-vanti ad un ristorante e rovesciatidei cassonetti. Se questa è stata lamanifestazione dei "non autoriz-zati", due ore prima invece c'erastato anche il corteo autorizzatodalla questura, che ha visto sfilareragazzi con le facce truccate daclown, gli abiti colorati, e le pro-poste per la riforma universitaria."Ci siamo vestiti da clown, provo-catoriamente, per testimoniarecome, ancora una volta questi par-lamentari abbiano confermato diessere niente più che una manicadi pagliacci: oggi in piazza portia-mo i colori del malcontento". Tra igiovani, alcuni espongono cartellicon scritte come "Colori contro lacrisi" e "Perché ogni mese ho l'im-pressione di essere io che pago lacassa integrazioni di un operaio?"Intanto nel pomeriggio uno stu-dente fiorentino di scienze politi-che, Alessio Branciamore, ha in-contrato a Roma il presidente Na-politano. (sp)

Rovesciatialcuni cassonetti

e buttatipetardi:

nessun ferito

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Alcuni momenti dellamanifestazione di ieri Nessunferito ma molti danni allevetrine dei negoziimbrattate con vernicespray rossa e uova marce.Lanciati anche caschi efumogeni

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Se 1`alta cultura" finisce nell'oblio

ALESSANDRO PAGNINI

SI VARA la legge sull'Università e la Ricerca. Ritengo che, insiemea quelli della sanità e dei trasporti, gli interessi generali e le pro-gettualità in essa implicati costituiscano il momento caratte-

rizzante una democrazia e, oserei dire, un'intera civiltà. Parliamone.SEGUEA PAGINAXI

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L 'UNIVERSITA, LA RIFORMAE QUELLA PAROLA: CULALESSANDRO PAGNINI

DOVESCRIVEREInviate le

(segue dalla prima di cronaca)

a non prima di aver biasimato cheuno dei momenti più delicati e im-portanti della vita democratica è sta-to ridotto a un gioco di schieramenti,a un'occasione peri politici di raccat-tare consensi e infine, come troppevoltein passato, ai in'arenadove si fo-mentano scontri sociali e si finisconoper radicalizzare e "personalizzare" itorti e le ragioni, perdendo di vista lavera posta in gioco. E dico subito checosa penso. Che della vera posta ingioco non parli nessuno, neppurequando erano altrigoverni a cumula-redecreti elegginepertapparebuchi,per lenire malcontenti, in genere persancire uno stato di fatto provocatoda un'endemica incuria e da mille ri-tardi. Nessuno nega che al centro diuna riforma dell'Università ci debba-no essere gli studenti, i professori, iprecari, l'entità degli stanziamenti; epoi gli sbocchi professionali, le com-mittenze con l'industria (semmai èmeno condivisibile che i termini del-

vostre lettere ladiscussionesuqueiproblemilidet-a LaRepubblicaviaLamarmora45,50121Firenze

tinoil sindacalismo,ilpedagogismo eun solidarismo troppo spesso tutt'u-no conia demagogia). Mac'èungran-de assente trai temiinquestione: ave-te mai sentito pronunciare da qual-cuno, se nonin modo distratto e acri-tico, la parola "cultura"? Qualcuno siè posto il problema che l'Università èda sempre il luogo eletto e insostitui-bile per la conservazione, la produ-zione e la trasmissione di "alta" cul-tura? Qualcuno hafatto una pausa diriflessione per comprendere a fondoche cosa significhi "scienza" (dalmo-mento che si inflaziona l'offerta for-mativa con le "scienze" della forma-zione, della comunicazione, persinocon le scienze filosofiche) e che rap-porti intrattengano, necessariamen-te, le scienze congli studi umanistici?Qualcuno si è posto la domanda in-versa a quella, ormai rituale, di qualecultura serva agli studenti, per chie-dersi quali studenti servano alla cul-tura, affinché sopravviva e prosperiuna civiltà? Eppure una volta l'Uni-versità formava le coscienze, inse-gnava a conoscereilrnondo eia storiaper fornire strumenti critici che con-

sentissero non solo di abitare, ma an-che di cambiare consapevolmentequel mondo e quella storia. Un gior-nalista di una testataberlusconiana èandato inTV, purtroppo conilpiausodi alcuni studenti, a assicurare cheper fare il suo lavoro non serve stu-diare la storia. Eccoci al punto: diquella "vecchia" alta cultura se nepuò benissimo fare a meno, perchéalle classi dirigenti del "fare" si addi-ce la cultura del "saper fare", che im-mola a una logica efficientista e prag-matica un'autorifiessione consape-vole, unariappropriazione critica deivalori. Il senso della meritocraziasbandierata dalla legge Gelmini è,

purtroppo, un senso che non tieneconto di quale cultura debba stabili-re icontenuti e le assiologie di merito.Quella cultura, secondo la legge, do-vrebbe "democraticamente" emer-gere da una sottile dialettica traistan-ze dalbasso e offerte delmercato; tan-to"democraticamente", che sarannole autonomie delle singoleUniversitàa farsene carico. Ma l'irrimediabile ègià avvenuto a monte, perché la "cul-tura" ispiratrice di tutto ciò non è l'al-ta cultura, ma è la sottocultura nefa-stamente relativistica delle cose checambiano e che richiedono valori la-bili e negoziabili. Innome diunama-lintesa libertà. I baroni ringraziano, econ loro i figli di papà.

L'a utore è docente di storiadella filosofia cori lemoranea

all'università diFirenze

n RIPRODUZIONE RISERVATA

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Protesta anti Gelmini in tutta la Toscana. A Pisa ricercatori appesi nel vuoto e incatenati, a Sienagli studenti bruciano i libretti

Università 3Oo inpia a non autorizzatiuova e vemice contro le vetnne.,,., de.,1 ee.,ntro

UOVA, vernice e fumogeni nellestrade dello shopping. Gli stu-dentiin lotta contro il ddl Gelmi-ni hanno scelto «il centro vetri-na» come bersaglio della loromanifestazione di ieri pomerig-gio. Al corteo, organizzato daicollettivi e non autorizzato dallaquestura, hanno partecipato cir-ca trecento giovani, tra universi-tari, medi ed esponenti di centrisociali: assenti le sigle dei rap-presentanti studenteschi in ate-neo come Studenti di sinistra eUdu. Partiti da San Marco intor-no alle 18 con uno striscione consu scritto «Blocchiamo la rifor-ma, blocchiamo la città» imani-festanti si sono diretti primaver-so il Duorno, poi verso via Stroz-zieviaTornabuoni, poi ancorainvia degli Alfani e da lì in via Lau-ra, alla facoltà di Scienze dellaformazione ancora parti almea -te occupata. Lungo il tragitto, se-guiti d alle forze dell'ordine, han-no acceso pe tardi e fumogeni e,una volta arrivati nei pressi dipiazza della Repubblica, lancia-to uovae imbrattato conlaverni-ce le vetrine di boutique come

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Blocchiamo la rifonrna,blocchiamo la cittàE sulla facciata diUnicredit la scritta"Vampiri"

Il sit-in di Architettura:in piazza Santa Crocetutti truccati da clownSono i colori del nostromalcontento

Valentino e Louis Vuitton. Suquella di una filiale di Unicredithanno scritto, a caratteri rossi,«Vampiri». Stesso trattamentoper i negozi di via Tornabuoni:trale scritte «Tutto questo lusso èunaprovocazione» e «Boicottalacittà vetrina». Alcuni comnner-cianti, al passaggio dei manife-stanti, si sono barricati dentro gliesercizi. Mentre, davanti alDuo-mo, dal corteo sono partiticori discherno nei confronti di un corodi gospel che si stava esibendo inun concerto natalizio. Scongiu-rato comunque il rischio di bloc-co del traffico, annunciato allavigilia del corteo. Un'altra mani-festazione, questa volta autoriz-zata, si è invece svolta nel primopomeriggio tra Santa Croce eSantissima Annunziata: a orga-nizzarla un piccolo gruppo distudentidiArchitettura, confac-cetruccate da clown elo striscio-ne «Colori contro la crisi».

ASiena, intanto, unaquindici-na di universitari di DimensioneAutonoma Studentesca hannodato fueco ailibretti, asimboleg-giare gli sforzi degli studenti resivani dalla nuova riforma. A Pisaalcuni ricercatori hanno inveceissato una corda sul balcone diunedificio eunadiloro èrimastasospesa nel vuoto, per denun-ciare che« laricercaèappesaaunfilo». Sempre nella città dellaTorre circa trenta studenti si so-no legati ai cancelli della Prefet-tura. Tra di loro anche i dieci cheda tre giorni portano avanti losciopero della fame. Due porta-voce harino poiincontrato il pre-fetto Antonio De Bonis al qualehanno consegnato un docu-mento di protesta indirizzato algoverno. Mentre a Massa i mili-tanti di Forza Nuova, anche loroin lotta contro il ddl, hanno tintodi rosso l'acqua di due fontane.

Fumogeni al corteo di studenti

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Centinaia in corteo, uova e vernicecontro banche e vetrine dei negozi

" (una non autorizzata) hanno sfilato ieri per le viedel centro cittadino. Un fiorentino nella delegazione ricevuta da Napolitano

SILVIA [email protected]

oppia manifestazionestudentesca ieri per lestrade del centro di Fi-renze. Alle 15 circa qual-

che decina di studenti della facoltàdi Architettura truccati da clown earmati di strumenti musicali sonopartiti da Santa Croce e hanno sfila-to fino a Santissima Annunziata.Durante il corteo, regolarmentepreavvisato, i partecipanti distribui-vano ai passanti volantini in cuispiegavano che «dopo le tragicomi-che in Senato, c'hanno confermatoche sono una manica di pagliacci».Tre ore dopo circa, partiva da SanMarco un altro corteo, non autoriz-zato dalla Questura, composto daalcune centinaia di studenti medi euniversitari di tutte le facoltà, oltreai docenti precari del collettivo Ci-pì. Mancavano gli Studenti di sini-stra, collettivo interfacoltà che con-ta vari rappresentanti negli organiistituzionali d'ateneo, che hannodeciso di non aderire. I partecipan-ti si definivano, nella partecipazio-ne, i "senza futuro" e dal microfonourlavano: «Siamo la generazioneche si è rotta». C'erano alcuni deiclown provenienti dal primo cor-teo, ma anche ragazzi col volto co-

Il corteo degli studenti a Firenze

perto che hanno lasciato scrittespray sui muri e lanciato uova pienedi vernice contro la filiale Unicredit euna boutique Valentino di piazza del-la Repubblica. Sulla banca è statoscritto "Vampiri": «Le banche salvatedai governi sono il simbolo di una cri-si scaricata su di noi», spiegano. Po-co prima, sotto la Prefettura, era sta-to esposto lo striscione "La vostra re-pressione non ci fermerà", in riferi-mento alle denunce che stanno col-pendo il movimento. Nonostante lascritta che capeggiava sullo striscio-ne d'apertura, "Blocchiamo la rifor-ma, blocchiamo la città", e i timoridella Questura, gli studenti non han-no interrotto la circolazione sui viali:hanno percorso via de' Tornabuoni,dove altre vetrine sono state imbrat-tate, poi sono tornati verso il Duomoe sono arrivati alla Facoltà di Scienzedella Formazione di via Laura, anco-ra occupata, dove verso le otto si èconclusa la manifestazione. «Pienosostegno» agli studenti è stata espres-sa dall'Anpi di Scandicci: «Una inte-ra generazione vede da tempo i dirit-ti all'istruzione e al lavoro lesi in ma-niera pesante, senza avere alcunaprospettiva per il domani». Intantoieri pomeriggio c'era anche un ragaz-zo fiorentino, Alessio Branciamore,già rappresentante in Senato, ad in-contrare il presidente Napolitano anome del movimento studentesco.v

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Incatenati o «appesi a un filo»Studenti ancora mobilitati

Una ricercatrice si butta in piazza legata ad una fune.In prefettura gli universitari s'incatenano ai cancelli . Gli scioperi della fame

GABRIELE [email protected]

La mattina i ricercatori"appesi" a una corda perdenunciare che «la ricercaè appesa a un filo», nel po-

meriggio gli studenti universitari le-gati l'uno con l'altro ai cancelli del-la prefettura. La mobilitazione con-tro la riforma Gelmini non si fermae per dieci giovani è già arrivato ilterzo giorno di sciopero della fame.I primi ad andare in scena sono sta-ti proprio dottorandi e ricercatoricon un autentico blitz nella piazzaantistante il Comune: hanno calatogiù dal balcone di Palazzo Pretoriouna fune e poi una di loro, imbraca-ta, è rimasta sospesa nel vuoto, perdenunciare che con la riforma Gel-mini la ricerca è «appesa a un filo».Nella piazza erano presenti anchealcune decine di studenti universi-tari - tra loro anche i 10 giovani insciopero della fame - che hannoscandito slogan contro il Governo,il Ddl Gelmini e hanno chiesto agran voce lo sciopero generale.

Sciopero generale che è statopoi invocato anche nel pomeriggioquando gli universitari, dopo unbreve corteo partito dal rettorato,hanno raggiunto la prefettura e sisono legati ai cancelli esponendo

Ricercatrice appesa a Palazzo Pretorio

un cartello con la scritta "Incatenatial nostro futuro". Per oltre un'ora so-no rimasti legati davanti al palazzodel governo controllati a distanzadalle forze dell'ordine. Poi, due di lo-ro sono stati ricevuti dal prefetto, An-tonio De Bonis, al quale hanno conse-gnato un documento con le ragionidella protesta da inoltrare al Gover-no: «Conoscenza critica, ricerca e di-ritto allo studio sono beni comuni, dicui nessun governo e nessuna mag-gioranza hanno la disponibilità. Lo ri-badiamo, a maggior ragione, dopol'indecoroso spettacolo offerto ieridurante la seduta del Senato». Neldocumento consegnato al prefettogli studenti affermano anche che «ildisprezzo autoritario del Governo ciha spinto ad adottare tutti gli stru-menti di protesta a nostra disposizio-ne: dall'occupazione delle facoltà al-le forme di blocco che hanno interes-sato ponti, stazioni, aeroporto, auto-strada e torre pendente». «La nostrabattaglia - concludono - mette il te-ma della formazione al centro dellapiù ampia e centrale questione dellagestione della crisi. Il nostro movi-mento fa paura proprio per questomotivo: lo smantellamento dell'uni-versità, così come il furto di beni co-muni come la dignità del lavoro, l'ac-qua, i territori, sono punti fermi chesi impongono al dibattito politico, esui quali tutti siamo coinvolti e tuttinon possiamo arrenderci».v

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