23 GIUGNO 2014 Copia privata e Samsung HU8200 …d’autore. Il Ministro Franceschini e il...
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
Copia privata e l’opacità di StatoVenerdì sera d’inizio estate con brutta figura: non stiamo parlando della nazionale italiana, ma del Ministro Dario Franceschini che proprio venerdì scorso ha firmato il decreto di adeguamento dei compensi per copia privata.
Non è tanto la sostanza che dà fastidio: 4 euro per uno smartphone da 16 GB sono comunque tanti per una non-contropartita come la copia privata; ma data la completa arbitrarietà del sistema dei compensi, sia nella ratio originaria che nella raccolta e nella ridistribuzione, se fossero stati 5, 6 o 20 euro non si sarebbe po-tuto obiettare nulla. Sono cifre a caso (per non dir di peggio), senza alcun fondamento reale e anzi ampiamente contraddette dagli studi commissionati (e mai contestati) dallo stesso Ministero dei Beni Culturali, che dimostrano come la copia privata sia oramai una pratica residuale e in via di esaurimento.
Quello che è offensivo è il modo in cui il Ministro Franceschini e il suo staff hanno comu-nicato l’avvenuta firma del decreto. Innanzitutto il momento: dopo settimane di attesa, Fran-ceschini comunica con un tweet e un post su Facebook l’avvenuta firma poco dopo le 20 di venerdì sera, subito dopo la conclusione della partita dell’Italia, ovverosia nel momento in cui, per mille motivi, la notizia ha meno chance di essere ripresa con tempismo e quindi anche letta; strategicamente dopo le elezioni e nel cono d’ombra del primo weekend d’estate e delle discussioni sull’Italia calcistica.
Unica fonte di informazione, un lungo ma incompletissimo comunicato stampa, privo della sostanza, ovverosia i nuovi compensi (se non pochi esempi); un’accozzaglia di excusatio non petita e falsi argomenti, come l’ampia citazione della petizione di 4000 auto-ri (e come tali ben interessati ad un aumento) tacendo colpevolmente le petizioni firmate da decine di migliaia di comuni cittadini. Le tante falle della nota del Ministero sono state ampiamente descritte in queste ore nel bell’articolo di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano, a cui rimandiamo volentieri.
La nota del Ministero, di cui abbiamo dato completa pubblicazione, è tutt’altro che equidistante, come si richiederebbe alle Istituzioni e riporta una a una tutte le mozioni sostenute da SIAE e aventi diritto, trascurando le altre (compreso il fatto, da noi più volte dimostrato, di come alla fine paghino i consu-matori): una brutta figura la cui responsabilità oggettiva è senza dubbio in capo al Ministro Franceschini ma della quale pare plausibile ritenere responsabili anche gli apparati del Ministero che hanno favorito questo tipo di comunicazione.
Tanto che l’ufficio stampa del Ministero, perseverando nella medesima linea di non-trasparenza, per tutta la giornata di sabato e di lunedì (giorno in cui scriviamo) si è rifiutata di condividere il testo del decreto come anche solo la tabella completa dei compensi riade-guati: si tratta di fatti, non più di anticipazioni; di numeri passati alla firma: nasconderli all’opinione pubblica, tanto per far sbollire un po’ dello sdegno che nel frattempo si sta diffondendo, è offensivo nei confronti dei cittadini e contraddittorio rispetto alla tanta sbandierata trasparenza.
Ma c’è un’altra vulnerabilità in tutta questa storia: il comunicato stampa del Ministero inizia con la celebrazione di un accordo tra il Ministro e Gino Paoli finalizzato a destinare l’incremento del gettito delle nuove tariffe
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Huawei Ascend P7 OK il prezzo è giusto
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“alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime”. In questa vicenda di cui la trasparenza non è certo la migliore qualità, il Ministro Franceschini si sostituisce al legi-slatore e addirittura determina con una delle parti interessate una nuova destinazione dei compensi che, invece, secondo la legge vigente, vanno semplicemente ridistribuiti agli aventi diritto. E qui si apre una discrezionalità – l’ennesima in questa storia - molto pericolo-sa: chi decide chi sono i giovani autori e artisti
a dover beneficiare? E con quali meccanismi? Si tratterà delle solite discrezionalità all’ita-liana per sostenere autori ed artisti “amici” o peggio ancora organizzatori di eventi e manifestazioni ancora più “amici”? Vorremmo poter credere che la finalità sia davvero quella di aiutare i giovani autori e artisti. Permetteteci, nell’Italia dell’Expo e del Mose, di non nutrire questa fiducia, almeno a priori.
Gianfranco GIARDINA
Copia Privata Franceschini firma Via libera al decreto legge Compensi a 4 euro su smartphone e tablet da 16 GB02
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
MERCATO Franceschini firma, via alla riderminazione dei compensi per copia privata applicati ad apparecchi e supporti
Copia privata: compensi a 4 euro su smartphone e tabletSi prende dove “girano i soldi”: diminuzioni solo per CD-R e DVD-R, che nessuno compra più. Per la serie “ti piace vincere facile...”
di Gianfranco GIARDINA
È lo stesso Ministro Dario Franceschini
a darne conferma via Twitter (di venerdì
sera e in pieno “cono d’ombra” da Ita-
lia-Costa Rica): “Firmato decreto copia
privata. Il diritto d’autore garantisce la
libertà degli artisti e i costi vanno sui
produttori, non sui consumatori”
La telenovela sui compensi per copia
privata, stagione 2013-14 si chiude quin-
di qui: il Ministro dei beni e delle attività
culturali e del turismo ha infatti promul-
gato l’atteso e discusso decreto mini-
steriale di riadeguamento dei compensi.
Non si conosce ancora il testo preciso
del decreto, ma in una nota diffusa dal
- sono stati comunicati alcuni (pochi)
elementi chiave: innanzitutto i compensi
su smartphone e tablet, che passano a
4 euro (un aumento di circa il 350% per
gli smartphone, che partivano da 0,90);
sono stati poi comunicati anche i com-
pensi relativi ad altre fattispecie oramai
in completo abbandono, guarda caso
questi al ribasso: i CD-R passano da 0,14
a 0,10 e i DVD-R da 0,41 a 0,20. Ma nul-
la si sa, per ora, relativamente al resto
delle categorie soggette, come PC, TV,
hard disk e altri apparecchi con memoria
integrata. Qui di seguito le uniche cifre
comunicate per ora dal Ministero, con il
solito confronto con Francia e Germania
e la consueta omissione degli altri Paesi
che non hanno compenso o ce l’hanno
inferiore al nostro.
Una nota, quella diffusa dal Ministero,
scritta evidentemente con il contributo
di SIAE: Franceschini e Gino Paoli si im-
pegnano, non potendo cambiare il det-
tato di legge, a far sì che le associazioni
che percepiscono i compensi destinino
l’incremento generato dalle nuove tarif-
fe (e quindi si sa già che si tratta di in-
cremento) ad attività di “promozione di
giovani autori e artisti e di opere prime”.
Inoltre si cita ampiamente la raccolta di
firme tra artisti promossa da SIAE, che
ha raccolto 4000 sottoscrizioni da parte
di una parte evidentemente interessata
ad incassare, ma si trascura di citare le
petizioni con molte più adesioni realiz-
zate per esempio da alcune associazioni
dei consumatori. Come dire: vale di più
il parere di pochi aventi diritto (che sono
ovviamente favorevoli agli aumenti dei
propri guardagni) rispetto all’appello di
molti cittadini. Una spiacevole asimme-
tria: il Ministro avrebbe fatto meglio a
non citare né gli uni né gli altri e limitarsi
al suo ruolo istituzionale, che non do-
vrebbe essere schierato.
La nota ministeriale dedica poi ampio
spazio a sottolineare, come già nel tweet
di Franceschini, che l’incremento dei
compensi non graverà sui consumatori.
Come abbiamo più volte sottolineato,
ovviamente le industrie che pagano il
compenso non sostengono certo diret-
tamente il costo ma lo ribaltano, in modo
più o meno trasparente, sul consuma-
tore, che è quello che paga davvero: il
Ministro sostiene – non sappiamo sulla
base di quale elementi – che invece i
consumatori saranno tenuti indenni.
Vi aggiorneremo preso sui dettagli del
decreto non appena questi verranno
resi disponibili. Qui a fianco l’intero testo
della nota del Ministero.
La nota del Ministero del 20-6-2014FRANCESCHINI FIRMA DECRETO EQUO COMPENSO, SALVAGUARDATO DIRIT-TO D’AUTORE PER GLI ARTISTI, NESSUNA TASSA SUI TELEFONINI
NUOVE RISORSE SERVIRANNO A PROMUOVERE ESORDIENTI E OPERE PRIME
Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, dopo un’ap-profondita istruttoria e un confronto che ha visto coinvolte tutte le categorie interessate, ha firmato il decreto ministeriale che aggiorna per il prossimo triennio il compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi previsto dalla legge sul diritto d’autore. Il Ministro Franceschini e il Presidente della Siae, Gino Paoli hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale di gettito delle nuove tariffe, affinché tutte le catego-rie di titolari dei diritti di copia privata impieghino una quota di tali somme alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime.
GARANTITA LA CREATIVITÀ
“Con questo intervento - ha commentato Franceschini - si garantisce il diritto degli autori e degli artisti alla giusta remunerazione delle loro attività creative, senza gravare sui consumatori.”
CAPZIOSO CHI PARLA DI TASSA SUI TELEFONINI A CARICO DEI CONSUMATORI
“Parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa ma si limita a rimodulare ed aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge”.
NESSUN AUTOMATISMO SUI PREZZI DI VENDITA
“Il decreto non prevede alcun incremento automatico dei prezzi di vendita. Peraltro, com’è noto, in larga parte gli smartphone e tablet sono venduti a prezzo fisso”.
AGGIORNAMENTO PREVISTO DALLA LEGGE
“Ho applicato doverosamente una norma di legge vigente” ha concluso il ministro France-schini ricordando che “è dal 2012 che le tabelle sull’equo compenso attendevano di essere aggiornate. E ho anche ricostituito il tavolo tecnico che dovrà monitorare l’evoluzione e le tendenze del mercato e che, entro 12 mesi, verificherà lo stato di applicazione di questo provvedimento. Governo e parlamento dovranno adesso riflettere sulla necessità di adeguare la norma di legge ai cambiamenti tecnologici e di mercato, in parte già avvenuti e in parte prevedibili”.
L’APPELLO DEL MONDO DELLA CULTURA
Il decreto corrisponde alle tante sollecitazioni del mondo della cultura. Solo un mese fa, oltre 4.000 autori hanno chiesto al governo di intervenire a tutela del diritto alla creatività e di monitorare i riflessi della costante e rapida evoluzione tecnologica nel mondo dell’arte.
I FIRMATARI: DA SORRENTINO A MORRICONE
Hanno firmato l’appello al ministro Franceschini tra gli altri: Paolo Sorrentino, Toni Servillo, Roberto Andò, Renzo Arbore, Pupi Avati, Malika Ayane, Claudio Baglioni, Al Bano, Angelo Barbagallo, Franco Battiato, Pippo Baudo, Andrea Bocelli, Fausto Brizzi, Caterina Caselli, Luca Carboni, Riccardo Cocciante, Paolo Conte, Paola Cortellesi, Maurizio Costanzo, Simone Cristicchi, Gigi D’Alessio, Maria De Filippi, Francesco De Gregori, Elisa, Roby Fac-chinetti, Fedez, Sabrina Ferilli, Tiziano Ferro, Elio Germano, Paolo Genovese, Dori Ghezzi, Irene Grandi, Raphael Gualazzi, Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Daniele Luchetti, Neri Marcoré, Franco Migliacci, Riccardo Milani, Mogol, Enzo Monteleone, Gianni Morandi, Ennio Morricone, Orchestra Piazza Vittorio, Laura Pausini, Piero Pelù, Max Pezzali, Nicola Piovani, Eros Ramazzotti, Danilo Rea, Antonio Ricci, Marco Risi, Kim Rossi Stuart, Stefano Rulli, Renzo Rubino, Stefano Rulli, Claudio Santamaria, Enrico e Carlo Vanzina, Antonello Venditti, Carlo Verdone, Renato Zero, Nina Zilli e Zucchero.
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PlayStation TV In Europa dopo l’estateDopo un anno di commercializzazione in Giappone, la versione “domestica” di PS Vita si prepara al mercato americano ed europeo di Michele LEPORI
All’E3, Sony ha annunciato il lancio di PlayStation TV, una sorta di “versione da salotto” di PlayStation Vita, in America ed Europa dal prossimo autunno. Ma di cosa si tratta? PS Vita, la piccola console portatile lanciata nel dicembre 2011 come erede della PSP, non ha mai fatto brec-cia nel cuore dei videogiocatori e la grande S ha tentato di reinven-tarla come console da casa con “Vita TV”, che ora è pronta a espor-tare in tutto il mondo. PlayStation TV, questo il nome che avrà fuori dal Giappone, è l’hardware di una PS Vita dentro uno chassis che ha le uscite e gli ingressi di una console da salotto, per collegarsi a un TV e alla rete. Le app a uso TV sono un’incognita sulla quale per ora Sony non ha fornito in-formazioni: in Giappone, gli utenti possono fruire contenuti cinema-tografici e musicali in streaming o in abbonamento in alternativa ai contenuti del PlayStation Store, cosa che non sembra sarà possibi-le in Occidente, perlomeno al lan-cio. PlayStation TV usa l’hardware della sorellina portatile e per i co-mandi ecco il DualShock 3, con cui sarà anche proposta in bundle con cavo HDMI, SD da 8GB e il gioco Lego Movie, in America a 139 dollari. PlayStation TV potrà es-sere usata per accedere e giocare anche col servizio di cloud gaming PlayStation Now. Per chi vuole ac-quistare la sola PlayStation TV, il prezzo è di 99 dollari.
di Roberto PEZZALI
A breve la Lega Calcio dovrà de-
cidere a chi affidare i diritti TV
per la trasmissione delle stagioni
2015-2018 della Serie A e la situazio-
ne non è mai stata ingarbugliata come
in questa ultima asta. Sul tavolo sono
arrivate offerte per circa 1.1 miliardi di
euro, una cifra superiore a quanto la
Lega si aspettava di incassare. Ma il
rischio di dover rifare tutto è concreto,
anche perché alla Lega Calcio spetta
ora una decisione delicata visto che,
al contrario di quanto si pensava inizialmente, Sky Italia ha spaccato
la barriera tra digitale terrestre e sa-
tellite, facendo l’offerta migliore per
entrambe le piattaforme. Una cosa che
ha fatto anche Mediaset, ma mettendo
sul piatto meno soldi. Per il pacchetto
A, infatti, quello che offre le migliori
8 squadre via satellite, Sky ha offer-
to 355 milioni di euro superando la
base d’asta di 273 milioni. Dopo Sky
ci sono le offerte di Mediaset e Fox,
decisamente inferiori. Il colpo a sor-
presa però c’è stato nel
pacchetto B, la versione
DVB-T del pacchetto A:
secondo alcune agenzie
di stampa Sky ha offerto
420 milioni, seguita da
Fox con 400 milioni e,
solo dopo, da Mediaset.
La Pay TV di Piersilvio
Berlusconi avrebbe però
presentato la migliore offerta per il
pacchetto D, ovvero l’esclusiva delle
altre 12 squadre, mentre il pacchetto
integrativo di interviste e immagini
dagli spogliatoio non ha raggiunto la
base d’asta: Sky ha offerto solo 15 mi-
lioni, la base d’asta era 66.
Difficile capire cosa deciderà la Lega
Calcio, anche perché le soluzioni sul ta-
volo sono tante. Si potrebbe, ad esem-
pio, rifare l’asta, puntando sul fatto che
il pacchetto E è risultato invenduto, ma
con una nuova asta il rischio di non
raggiungere più queste cifre è concre-
to. I presidenti dei Club premono per
accettare la situazione attuale (con i
ENTERTAINMENT La Lega Calcio ha ricevuto per i diritti TV offerte per circa 1.1 mld di euro
Serie A esclusiva Sky. A breve la veritàManca poco all’assegnazione dei diritti TV 2015-2018 per la trasmissione della Serie A Sky sembra essere in vantaggio con una offerta mangiatutto, digitale terrestre incluso
soldi dei diritti TV le società minori de-
vono fare il mercato), ma scegliendo
l’offerta di Sky si potrebbe aprire un
complicato ricorso legale. L’ipotesi più
credibile, a questo punto, è una asse-
gnazione dei diritti a Sky con una sorta
di accordo che prevede uno scambio,
per lo stesso triennio, con i diritti della
Champions League che si è aggiu-dicata proprio Mediaset. Una pace
forzata che ristabilisce l’equilibrio tele-
visivo degli ultimi anni, una soluzione
che accontenta tutti i consumatori che
non si vedono costretti a pagare due
abbonamenti per poter seguire Coppe
e Campionati di calcio.
di Gianfranco GIARDINA
Avevamo già visto questa “acro-
bazia” digitale di Rai, ma mai
su Rai 1 e mai in prima serata.
Lunedì 16 giugno, l’emittente di Stato si è
superata: la fiction L’uomo che cavalca-va nel buio con Terence Hill è stata man-
data in onda in primissima serata e su Rai
1 in un originalissimo “black box”, ovvero-
sia con spesse bande nere su tutti e quat-
tro i lati. In pratica, il master utilizzato è
formattato su un canvas 4:3 ma essendo
girato in widescreen è stato ovviamente
trasferito in letterbox. Mandando questo
master in onda su un canvas che ora è
nativamente 16:9, vengono aggiunte le
bande nere anche ai lati. Il risultato è quel-
lo che si vede nello screen capture in alto
a destra. In questo modo la porzione utile
dello schermo si riduce sulla diagonale al
ENTERTAINMENT La fiction in questione, L’uomo che cavalcava nel buio, risale al 2009
Rai 1, la fiction in prima serata è...“riquadrata” Il 16 giugno, su Rai 1 in onda una fiction recente di produzione Rai in formato “riquadrato” Bande nere sopra, sotto, a destra e a sinistra. Così Rai 1 ha trasformato i televisori 50” in 37”
75%: tanto per fare un esempio
un 50” diventa equivalente a
un 37”, praticamente la metà
della superficie dello schermo
diventa inutile e dedicata alle
bande nere. Se lo spettatore
provvede autonomamente e
manualmente a fare lo zoom
dell’immagine operando sul
TV, lo schermo si riempie ma
con una risoluzione dimezzata e quindi
con una qualità di certo non accettabile.
La cosa che rende tutta questa storia ai
limiti del credibile è che L’uomo che ca-
valcava nel buio, la fiction mandata in
onda in questa originale modalità, è del
2009 ed è di produzione Rai: possibile
che in Rai non avessero un master cor-
rettamente formattato in 16:9? E soprat-
tutto, possibile che nessun tecnico in Rai
abbia intercettato il problema, ponendo
rimedio per tempo? Siamo oramai ai limiti
del sabotaggio tecnico.
Tanto per rendere la cosa ancora più
grottesca, la Rai ha provato l’esperimento
del “black box” anche in alta definizione
nell’emissione sul canale Rai 1 HD. E per
non farsi mancare nulla, per una settima-
na la fiction riquadrata sarà liberamente
visibile su Rai Replay a questo indirizzo.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Gianfranco GIARDINA
D olby cerca di rivoluzionare (ancora) il mondo
dell’audio, questa volta con particolare atten-
zione al mondo dello sport. Infatti, nel conte-
sto del Forum Digitale Europeo di Lucca, Dolby ha
presentato una soluzione di audio evoluto pensato
per le trasmissioni TV, soprattutto per quelle delle
trasmissioni sportive; una specie di rideclinazione
dell’audio multicanale finalizzato a una personalizza-
zione dello spettacolo da parte dello spettatore.
In pratica, la proposta di Dolby indirizzata ai broadca-
ster è quella di integrare nel flusso una serie di tracce
audio diverse, permettendo allo spettatore una serie
di opzioni di mix, alcune decisamente interessanti.
Si parte, ovviamente, dagli aspetti più “scontati”,
come per esempio il commento in lingue diverse:
l’utente può scegliere di ascoltare in commento in
una delle lingue disponibili, cosa che si fa già oggi
con gli stream con più tracce audio. Ma dato che,
nel progetto Dolby, la traccia audio degli effetti del-
lo stadio è separata da quella del commento, poi lo
spettatore può scegliere come miscelare la voce con
i cori dei tifosi arrivando addirittura, se lo desidera, ad
escludere completamente lo speaker o ad eliminare
del tutto i rumori dello stadio.
Inoltre, Dolby ha previsto anche un remix particolare
dei microfoni attorno al campo, che ricrei direttamen-
te l’esperienza audio vissuta dall’atleta in gioco. Nella
demo alla quale abbiamo assistito (una partita di Hoc-
key), una volta inserita la “On The Ice Experience” è
ENTERTAINMENT Al Forum Digitale Europeo di Lucca Dolby ha dimostrato come potranno essere le trasmissioni sportive del futuro
Audio evoluto Dolby: lo spettatore TV decide cosa sentireSi potrà scegliere il mix tra le tracce audio e persino chattare a voce con gli amici, proprio come se ci trovassimo al bar
stato escluso il commento e sono stati decisamente
enfatizzati i rumori di gioco, come i colpi sul dischet-
to, mentre i suoni del tifo sono stati spostati sui canali
surround.
La cosa che abbiamo ritenuto più interessante e in-
novativa è la modalità social: lo spettatore può unire
allo stream audio della partita quello proveniente da
una app social, per commentare in viva voce l’anda-
mento del match con gli amici: addio partite al bar, il
bar lo si fa in casa propria... Il tutto mantenendo il mix
con i rumori dello stadio e quindi senza una separa-
zione “brusca” tra effetti sonori e chat audio.
Dolby ha integrato nel proprio sistema di audio
evoluto anche una serie di strumenti informativi:
per esempio, lo spettatore può essere informato
sia acusticamente che in grafica che su altri campi
è cambiato un risultato. In un opportuno pannello si
possono configurare gli eventi che devono scatenare
una notifica.
Si tratta, per ora, semplicemente di una proposta ai
broacaster, che addirittura non ha neppure un nome
commerciale: solo se si riuscirà a convincere con-
temporaneamente le emittenti e i produttori di TV ad
aderire a questo standard potrà nascere e svilupparsi
questo nuovo ecosistema audio TV. Ma Dolby ci ha
insegnato negli anni che quello che gli riesce meglio
è senza dubbio riuscire a mettere d’accordo tante
parti diverse sul fatto che il proprio standard sia van-
taggioso. Scopriremo nei prossimi anni se ce l’avrà
fatta anche questa volta.
Commento in lingue diverse, lo spettatore può scegliere di volta in volta quale ascoltare.
La traccia audio degli effetti dello stadio è sea-parata e può essere miscelata con il commento.
Utilizzando microfoni posti a bordo campo è possibile ricreare l’esperienza vissuta dall’atleta.
I rumori di gioco possono essere enfatizzati ottenendo un effetto molto coinvolgente.
È possibile unire allo stream audio della partita il proprio commento e condividerlo con gli amici.
Sono previsti anche strumenti informativi che mantengono sempre aggiornato lo spettatore.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
Costa più di 1 milione di euro il TV da 370”Zeus è il TV più grande al mondo, misura 8x5m metri e pesa più di 1 tonnellata, ma è solo un esercizio di stile di Vittorio Romano BARASSI
Qualche giorno fa, giusto in tempo per l’inizio dei Mondiali di calcio (il tempismo è tutto nella vita!), l’azienda britannica Titan ha annunciato Zeus, un televisore mastodontico desti-nato a pochi fortunati che pos-sono permettersi di spendere 1 milione di sterline, al cambio attuale circa 1,25 milioni di euro.Sì, perchè la cosa diverten-te è che questo TV ambisce a un’utenza domestica o comun-que indoor (musei/mostre...), per quanto sia difficile ipotizzare chi possa esserne davvero attratto.Stiamo parlando del televisore più grande al mondo e che è, e ci mancherebbe, anche 4K. La diagonale è impressionante: 370 pollici. Ciò significa che per farlo entrare in casa ci sarà biso-gno di uno spazio di 8x5 metri e di un pavimento in grado di sostenere l’imponente mole di circa una tonnellata. I facoltosi acquirenti di Titan Zeus saranno felici di sapere che nel prezzo fi-nale è compreso sia il trasporto che l’installazione su un suppor-to ad hoc, effettuata da parte di tecnici specializzati. E non fa niente che i mondiali nessuno li farà vedere in 4K; mostrare agli amici il TV più grande al mondo: questo non ha davvero prezzo.
di Roberto PEZZALI
S amsung aggiunge alla lineup di
TV 4K due nuovi modelli, conti-
nuando a premere l’acceleratore
sul concetto di “curvo è bello”. La nuova
gamma HU8200 arriverà presto in Italia
in due diversi tagli, 55” e 65”, ai prez-
zi di 2999 euro per il 55HU8200 e di
4499 euro per il 65HU8200.
Proprio il prezzo è il nodo chiave: se gli
appassionati continuano a ritenere il TV
curvo tanto fumo e poco arrosto, basta
fare quattro passi presso i negozi della
grande distribuzione per rendersi conto
che effettivamente il TV curvo colpisce,
proprio perchè diverso da quanto si è
visto negli ultimi 15 anni (leggi: i pro e
i contro di un TV curvo). Finora, però, il
prezzo elevato della soluzione ha sco-
raggiato gli acquirenti: circa 1000 euro
di differenza per la curvatura sono una
cifra che in pochi sono disposti a paga-
re per avere l’ultimo ritrovato nel cam-
po del design dei TV, ecco quindi che
Samsung prova ad accontentare tutti
con la serie HU8200.
Come si intuisce dal nome, la serie è una
via di mezzo tra la 8500 da noi provata (e
risultata eccellente) e la serie HU7500,
il modello Ultra HD piatto che viene
venduto a 2799 euro di listino. Appa-
rentemente tra HU8500 e HU8200 non
ci sono differenze, tuttavia l’HU8500 di-
spone di One Box Connector esterno,
mentre i TV HU8200 hanno i connettori
integrati (ma possono essere aggiorna-
ti tramite Evolution Kit 2.0).
Tutte da verificare ovviamente le per-
formance, ma se la serie HU8200 do-
vesse vedersi come la serie HU8500
da noi provata, a 500 euro in meno il
nuovo Samsung sarebbe davvero un
prodotto interessante.
TV E VIDEO Samsung ha lanciato sul mercato due nuovi televisori Ultra HD con schermo curvo
Samsung HU8200: il TV curvo costa menoLa gamma HU8200 in vendita con schermo da 55” (2999 euro) e da 65” (4499 euro)
di Paolo CENTOFANTI
D iciamocelo, sembra quasi un
film già visto. La stessa situa-
zione infatti l’avevamo vissuta
con l’avvento dei TV full HD: conte-
nuti in HD inesistenti, ma tanti DVD e
scaler all’interno dei TV non sempre
all’altezza per visualizzarli al meglio.
Ora siamo a punto a capo, con i TV
Ultra HD e con i Blu-ray Disc o i canali
HD a fare le veci dei contenuti in bas-
sa definizione, che comunque non ci
hanno ancora abbandonato neppure
loro. Ecco allora che torna alla carica
DVDO, marchio famoso per i suoi pro-
cessori video capaci di ottimizzare e
migliorare ogni tipo di contenuto alla
risoluzione di uscita voluta. Pronto
per il 4K arriva il DVDO iScan Mini, un
piccolissimo processore con ingresso
e uscita HDMI 2.0 e capace di effet-
tuare al meglio l’upscaling di qualsiasi
contenuto in 4K. Il processore integra
il rinomato sistema di elaborazione
di immagine VRS ClearView, che ridi-
TV E VIDEO Sono arrivati i TV 4K ma i contenuti latitano, ci viene in aiuto DVDO con iScan Mini
DVDO lancia iScan Mini, lo scaler 4K ultra compattoLo scaler è in grado di ottimizzare video SD e HD sui pannelli Ultra HD, costa 349 euro
mensiona il segna-
le video filtrando il
rumore e miglioran-
do il dettaglio delle
immagini.
Il DVDO iScan Mini
può funzionare sia
in modalità automa-
tica che manuale,
per offrire agli ap-
passionati la possi-
bilità di intervenire
su ogni parametro.
Il processore utilizza preset separati
per ogni tipo di contenuto (definizio-
ne standard e HD) e offre una moda-
lità che applica i filtri di riduzione del
rumore ed edge enhancement, ma
senza upscaling. In più offre la funzio-
ne di “audio stripping”, per collegare
tramite uscita digitale ottica dispositivi
audio privi di ingresso HDMI.
Tra le altre funzionalità si segnalano
anche il generatore di segnale inte-
grato e la possibilità di forzare un se-
gnale video tramite l’editor di EDID.
Il DVDO iScan Mini è disponibile in Ita-
lia a un prezzo di listino di 349 euro.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Gianfranco GIARDINA
S ta per arrivare la app TV di
RAI News. Si tratta di una applica-
zione mhp che utilizza la rete come
canale di approvvigionamento delle in-
formazioni e che offre un’aggregazione
delle principali notizie, sia testuali che vi-
deo, da fruire on demand. A mostrare in
anteprima la nuova applicazione, ancora
in versione beta, sono stati i tecnici del
Centro Ricerche e Innovazione Tecnolo-
gica RAI di Torino, durante la conferenza
nazionale di HD Forum Italia a Lucca. Si
tratta di una buona integrazione tra con-
tenuti testuali e immagini, rapida nella na-
vigazione e nell’erogazione di contenuti
proprio grazie al collegamento di rete. La
nuova App di Rai News sarà disponibile
su tutti i canali RAI, insieme alle altre app
come Rai Replay e TGR, per fruirne è ne-
cessario un TV “Bollino Gold”, ovverosia
dotato di interattività mhp e presa di rete,
oltre che un collegamento a Internet.
Le diverse sezioni della app aggrega-
no contenuti secondo l’argomento o la
tipologia. Nella sezione principale (pri-
ma pagina) si trovano tutte le news più
importanti, con la possibilità di scorrere
in orizzontale le pagine per accedere al
altri contenuti. La presentazione è grafi-
ca e coinvolgente, non certo sul modello
“televideo” o simili. Ogni “tile” contiene
un articolo o un servizio filmato.
Per avere molta più profondità di notizia,
ENTERTAINMENT Svelata l’app di Rai News, arriverà nei prossimi mesi su tutti i canali RAI
Con l’app mhp Rai News TG sempre in lineaÈ una specie di TG interattivo sempre online per costruirsi la propria informazione su TV Offre tutti i vantaggi delle news presenti sul Web, insieme a quelli del grande schermo
si può consultare la sezione tematica: è
possibile scegliere un settore e appro-
fondire tutte le notizie relative allo spe-
cifico argomento. Interessante anche
la possibilità di vedere in streaming in
qualsiasi momento l’ultima edizione di
tutti i notiziari Rai. C’è poi una sezione
che aggrega tutte le fotogallery, conte-
nuti che sono spesso molto consultati su
Web ma che difficilmente trovano spazio
nelle app TV. L’ottima reattività della app
è solo un po’ compromessa dalla logica
di navigazione che, ovviamente, è le-
gata ai tasti colorati del telecomando e
che quindi non è sempre così intuitiva
come si potrebbe desiderare. Speriamo
che questa bella app riceva l’opportuna
visibilità e che venga promossa almeno
sui canali RAI e non nascosta come ac-
caduto per molti mesi a RAI Replay: non
sarebbe la prima volta che l’ottimo lavo-
ro del Centro Ricerche RAI finisce per
essere vanificato e messo in second’or-
dine nel viaggio tra Torino e Roma.
È partito Prime MusicLo streaming di AmazonAmazon ha lanciato negli Stati Uniti Prime Music, il suo servizio di streaming musicale ora incluso nell’abbonamento Prime. Un milioni di brani e niente artisti Universal di Paolo CENTOFANTI
Amazon entra nell’arena del-la musica in streaming. Lo fa a modo suo e, come da ulti-me anticipazioni, si tratta di un servizio integrato all’inter-no dell’abbonamento Amazon Prime, al momento per i soli utenti statunitensi. Amazon ha deciso di accorpare tutti i ser-vizi musicali sotto l’unico om-brello di Amazon Music: MP3, Cloud Player e AutoRip. Per gli abbonati Prime a queste funzio-nalità si aggiungono ora anche circa 1 milione di brani disponi-bili in streaming e per l’ascolto off-line, tramite app per desktop e mobile e dispositivi Kindle. E come era già emerso dalle indiscrezioni, non ci sono le ulti-missime uscite discografiche.Quello che però manca di più al momento è un accordo con una delle tre major del disco, Uni-versal, e con esso i tantissimi ar-tisti di primo piano dell’etichetta (U2, Madonna, Bon Jovi, Lady Gaga, giusto per citare alcuni due più famosi). Insomma, un servizio decisa-mente più limitato rispetto a Deezer o Spotify, ma essendo già incluso in Prime è comun-que un’interessante aggiunta per gli abbonati Amazon.
di Emanuele VILLA
Questa volta parliamo di chi vuole
costruirsi un futuro professionale
nel mondo della tecnologia, gio-
vani, ma anche chi decide di lanciarsi
in una nuova avventura professionale:
a tal fine, due nomi storici della forma-
zione, Eurosatellite e Rener, hanno an-
nunciato la loro fusione e la contestuale
creazione di un nuovo soggetto giuridi-
co, Next Generation Training (NGT), un
centro di formazione tecnica per pro-
fessionisti e non, legato all’innovazione
tecnologica. NGT nasce dalla confluenza
MERCATO Eurosatellite e Rener si fondono e creano NGT: formazione professionale al top
Nasce NGT, il nuovo nome della formazione hi-tech Pronti diversi Corsi e Master, tra i più interessanti figurano quelli legati all’economia verde
di Eurosatellite e Rener: il primo, nato nel
1989, si è sempre occupato di formare
tecnici specializzati nell’ambito della
ricezione satellitare di tipo domestico,
mentre Rener è, invece, un nome noto
nel mondo delle energie rinnovabili;
insieme le due realtà si propongono,
mediante la tradizionale formazione in
aula e piattaforme online, di formare e
certificare la competenza dei professio-
nisti del futuro. NGT ha sviluppato il por-
tale www.ilmioinstallatore.it e un’app per
pubblicizzare e geolocalizzare i tecnici
adatti per le proprie esigenze.
Attualmente tra i progetti più interessanti
troviamo i Master e Corsi di Mobile Appli-
cation Development su piattaforma iOs:
Developer iOS Basic da 40 ore, Account
Manager iOS da 40 ore e Master svilppa-
tori App iOS da 160 ore, mentre chi voles-
se crearsi un profilo professionale legato
all’economia verde e rinnovabile sarà
interessato ai Master e Corsi in Gestione
dell’energia, tra cui Esperto in gestione
dell’energia da 40 ore + e-learning e il
master Energy & Business Management
da 200 ore. Per ulteriori informazioni
www.eurosatellite.it e www.rener.it
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Massimiliano ZOCCHI
I device Lumia continueranno ad es-
sere brandizzati Nokia ancora per
alcuni mesi e troveremo lo storico
nome anche sulla gamma Nokia X, ma
solo fino alla fine del 2015. Il marchio,
a cui molti clienti sono affezionati, con-
tinuerà ad esistere solo sulla gamma
economica e per i cosiddetti feature
phone per altri dieci anni. In pratica
una conferma di quanto trapelato al-
cuni mesi fa, ma un documento interno
all’azienda, scovato e pubblicato da
Evleaks, aggiunge altri dettagli.
Per quanto riguarda gli store con in-
segna Nokia e i Care Centers, la nota
indica che per il momento rimarranno
tali, per non generare confusione nei
clienti, mentre da un punto di vista
istituzionale Microsoft consiglia a tutti
i dipendenti di attuare il cambiamento
quanto prima, a partire dai semplici bi-
glietti da visita, stampe ufficiali e pro-
mozionali, o anche
slide di presentazio-
ni. Tutto questo ma-
teriale dovrà utiliz-
zare da subito i loghi
Microsoft e non fare
più cenno a Nokia.
Dettagli importanti
uniti a cambiamen-
ti più di contorno,
come gli account
Twitter di alcuni di-
pendenti, che spes-
so contenevano nel
nome un riferimento
a Nokia, dovranno
essere adeguata-
mente modificati. Inoltre, sarà richiesta
maggiore attenzione nella realizzazio-
ne di campagne pubblicitarie e mate-
riale informativo, dato che i cavilli del-
l’acquisizione sono molti. Ad esempio il
contratto non prevede l’uso del famoso
slogan “Connecting People”, che quin-
di dovrà essere evitato od eliminato
dal materiale già preparato. Un cam-
biamento graduale, che alla fine porte-
rà alla scomparsa del marchio Nokia in
favore del nuovo Microsoft Mobile.
MERCATO Dagli smartphone sparirà il marchio Nokia, destinato solo alla gamma economica
Addio a Nokia, dal 2015 il brand sarà Microsoft Evleaks pubblica un documento destinato ai dipendenti con una tabella di marcia precisa
di Roberto PEZZALI
P rezzofelice.it, dopo tre anni di bi-
lanci in perdita, è stata messa in
liquidazione. “Siamo spiacenti di
comunicarvi che i servizi di prezzofelice.
it saranno sospesi a partire da giovedì
12 giugno” campeggia sul sito, sotto un
beffardo slogan “Felice lui, felice tu”,
frase che ovviamente ha scatenato su
Facebook le proteste di coloro che ave-
vano appena ordinato l’ultimo ritrovato
in termini di smartphone ad un prezzo
scontatissimo, senza però averlo ancora
ricevuto. Prezzofelice, fondata nel 2010
da Raffaele Giovine, è anche la società
dei figli di secondo letto di Berlusconi,
che detenevano il 40% delle quote: la
colpa, secondo il CDA, sarebbe dell’ex
amministratore delegato Pietro Dore
che ha nascosto il cattivo andamento
dei conti e le problematiche emerse nel-
l’ultimo periodo. La vera causa del falli-
mento di Prezzofelice sembrano però
essere gli smartphone che, grazie al
prezzo super aggressivo, erano il caval-
lo di battaglia dell’azienda: con un solo
fornitore e una vendita praticamente al
costo Prezzofelice si è concentrata trop-
po su un prodotto a basso margine sen-
za riuscire a far fruttare abbigliamento,
turismo e altri settori merceologici che
avrebbero, invece, garantito un certo
guadagno. Anche le campagne pubbli-
citarie, andate in onda sulle emittenti
Mediaset, erano focalizzate su prodotti
a bassissimo margine, spesso tecnologi-
ci, cosa che ha portato al rapido deterio-
ramento dei conti. Non è la prima volta
che Prezzofelice finisce sotto i riflettori:
già negli anni passati era stato denun-
ciato all’antitrust per pratiche commer-
ciali scorrette, con smartphone appena
lanciati venduti sottocosto e misterio-
samente esauriti a pochi secondi dal
lancio dell’offerta, salvo poi essere so-
stituiti con prodotti meno allettanti. Chi
ha comprato su Prezzofelice uno smar-
tphone (a quanto pare sono in tanti) dif-
ficilmente riceverà qualcosa a casa, così
come coloro che hanno in mano coupon
e buoni per ristoranti e hotel: i fornitori
dei servizi, infatti, non li accettano più.
L’unica possibilità è scrivere al supporto
clienti ([email protected]), ma il
rimborso è una ipotesi remota.
MERCATO La società che fa capo per il 40% ai figli di Berlusconi, è stata messa in liquidazione
Prezzofelice chiude: tutta colpa degli smartphoneProtestano i clienti che non hanno ricevuto i loro acquisti e, a quanto pare, sono in tanti
Arrivano le scuse per il venerdì 13 di Wind25 milioni di clienti Wind sono stati colpiti da un blackout totale di 5 ore: l’azienda si scusa ufficialmente e spiega l’accaduto di Emanuele VILLA
Com’è noto, nella giornata di venerdì 13 (guarda caso) i clienti Wind, a prescindere dalla natura e dal tipo di contratto (fisso/mo-bile, consumer/business) hanno dovuto sopportare un blackout totale della durata di qualche ora. In particolare, le prime av-visaglie del problema si sono avute verso le ore 11 e, mentre quasi tutti gli utenti hanno con-fermato la rimessa in servizio verso le ore 16, alcuni hanno dovuto invece attendere fino alla tarda serata per poter tele-fonare, inviare sms e navigare in Internet. A dire il vero, Wind ha comunicato tempestivamente un danno sulla linea, ma senza dare indicazioni precise sui tem-pi di recupero (che poi si sono concretizzati in qualche ora) e, soprattutto, sulle cause del dis-servizio. Parliamo di 25 milioni di utenti, un numero enorme di persone coinvolte in quello che verrà ricordato come il venerdì nero di Wind. In tutto questo, va comunque segnalato il comportamento trasparente dell’azienda, che venerdi è intervenuta più vol-te via tweet per far sapere ai propri clienti di essere attiva in merito (“Abbiamo ancora diffi-coltà generalizzate sulla rete: i nostri tecnici sono a lavoro. Comprendiamo e ci scusiamo per il grosso disagio”), poi nella giornata di domenica ha dira-mato un comunicato stampa in cui, oltre alle scuse del caso e alla definizione del fenomeno come “anomalo, di carattere eccezionale e (soprattutto, ndr) irripetibile”, comunica ai propri utenti le cause del disservizio. A questo indirizzo il comunicato stampa integrale.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Emanuele VILLA
Jeff Bezos aveva promesso qualcosa di innovativo,
di bellissimo ma soprattutto di diverso. Diverso dai
soliti smartphone con potenza da vendere, design
sempre più curato ma che, in fondo, fanno tutti le stes-
se cose. E non ci si può stupire che qualcosa di inno-
vativo arrivi proprio da Amazon, dall’azienda che (unica
nella storia recente) ha deciso di prendere Android, di
abbatterlo e ricostruirlo completamente, di mettere al
centro i contenuti, costruirgli uno store ad hoc (d’al-
tronde chi più di Amazon ha esperienza di “store”?) e
di venderlo come strumento d’intrattenimento e non
come concentrato di tecnologia alla ricerca di 1 GHz
più degli altri o di quel GB di memoria extra che farà la
differenza. All’evento di Seattle, attesissimo dalla stam-
pa di tutto il mondo, Jeff Bezos ha inizialmente mostra-
to al pubblico una serie di slide relative alla crescita
esponenziale dei servizi dell’azienda, in particolare di
quel Prime il cui boom è stato la diretta conseguenza
dell’efficienza del servizio, dell’introduzione di funzio-
nalità extra (come Prime Instant Video, che da 5.000
titoli è passato rapidamente a 40.000) e, soprattutto,
della sempre crescente fiducia dei consumatori nei
confronti del marchio Amazon. Bezos sostiene che gli
abbonati a Prime rinnovino sempre perché la qualità
paga, e in più ormai ci sono decine di milioni di utenti
di Kindle Tablet. Inoltre, anche il Fire TV, ultimo nato in
casa Amazon, sta crescendo a ritmo incalzante. Prime
esiste anche in Italia, per quanto i due servizi non siano
paragonabili: mentre il nostro è un abbonamento men-
sile che consente spedizioni illimitate con consegne
in 2-3 giorni lavorativi, in America è più un ecosistema
che un servizio, consente l’accesso a Prime Music, un
database di milioni di brani audio e playlist da ascolta-
re in streaming, a Prime Instant Video, che sostanzial-
mente incarna lo stesso concetto di Prime Music ma è
rivolto a film e serie tv, e a 500.000 eBook.
Ecosistema Amazon che ovviamente è il cuore pul-
sante del prodotto che tutti stavano aspettando: Fire
Phone. Guardando le prime foto,
sembrerebbe avere uno stret-
to rapporto di parentela con
iPhone, ma addentrandoci nel-
le specifiche e nella finalità del
prodotto, le differenze sono
molteplici. Come volevasi di-
mostrare, le caratteristiche
tecniche sono buone, ma
ben lontane da un “effetto
wow”: il display è un 4,7’’
HD IPS, quindi non il top
di gamma a livello tecni-
co (altrove si è già due
passi avanti, prima col
Full HD poi col Quad
HD) ma ugualmente
interessante poi-
ché luminosissimo
MOBILE Amazon presenta l’innovativo smartphone Fire Phone, integrato nell’ecosistema Amazon. Scopriamolo insieme
Amazon Fire Phone vede e riconosce le cose Riconosce oggetti, canzoni, film e offre un sistema di “prospettiva dinamica” grazie a quattro fotocamere frontali
(590 nits), con polarizzazione circolare e dall’angolo
visuale esteso. A livello di pura potenza troviamo un
processore quad core da 2,2 GHz con grafica Adreno
330 e 2 GB di RAM, oltre alla camera principale di alto
profilo, da 13 Megapixel a cinque elementi f/2.0 e con
stabilizzazione ottica; le foto possono essere salvate
su Amazon Cloud Drive (viene offerto spazio illimita-
to) e a livello audio c’è un doppio speaker stereo con
Dolby Digital Plus. Più che le specifiche, ciò che conta
è l’integrazione con l’ecosistema Amazon, che come
abbiamo già detto ormai comprende qualsiasi cosa,
dalla musica in streaming agli eBook, ai film e alle serie
tv. Inoltre, Fire Phone è integrato con i servizi di Fire
TV come Second Screen e supporta ASAP, il servizio
che impara i gusti dell’utente, prevede ciò che questo
vorrà vedere in streaming e lo precarica. Visto che è un
telefono improntato sui servizi, non potevano mancare
Netflix, HBO, Hulu, ESPN e via dicendo, nonostante al
“core” dell’esperienza vi siano quelli di Amazon.
Una Lucciola per riconoscere 100 milioni di cose diverseGiungiamo finalmente all’elemento innovativo: FireFly,
letteralmente “lucciola”, il servizio di cui si parla da mesi
tra congetture e indizi più o meno verosimili. FireFly è
un servizio integrato nel telefono che permette il rico-
noscimento, non solo via fotocamera, di QR Code, co-
dici a barre, indirizzi web, numeri di telefono, ma anche
100 milioni (sì, milioni) di oggetti ed elementi diversi,
offrendo informazioni e, qualora possibile, permetten-
done l’acquisto. Con la musica funziona tipo Shazam,
ma riconosce anche oggetti fisici (alla presentazione,
ne è stato mostrato il funzionamento con un baratto-
lo di Nutella, tra l’altro), opere d’arte mostrandone la
scheda di Wikipedia, insegne e via dicendo.
Bezos parla di una tecnologia di Semantic Boosting
per migliorare il riconoscimento di ciò che viene inqua-
drato e, inoltre, FireFly usa il cloud di Amazon per tutte
le operazioni di computing. Al cloud, FireFly invia solo
le informazioni essenziali per non sprecare banda (da
una foto, per esempio, elimina lo sfondo e invia solo
l’oggetto da analizzare). Morale: con Fire Phone uno
vede un oggetto, gli piace, gli fa la foto e se lo compra
online. Che sia un oggetto “in carne ed ossa”, una can-
zone, un film e via discorrendo: la Lucciola ha tra l’altro
il suo tasto dedicato sul bordo del telefono.
Quattro fotocamere per l’effetto di “prospettiva dinamica”Dimenticate il 3D di qualche anno fa, o il fatto che il
telefono possa scattare immagini 3D: Fire Phone non
fa nulla di tutto ciò. Piuttosto, ha quattro camere frontali
che gli permettono di proporre un’interfaccia utente e
segue a pagina 09
Localizza un luogo e mostra le informazioni, comprese le valutazioni di Yelp.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
una funzionalità assolutamente innovativa: la prospet-
tiva dinamica. In poche parole: le quattro fotocamere
grandangolari frontali (che agiscono a coppie, ognuna
copre un campo visivo di 120 gradi e sono pure dotate
di raggi infrarossi), tengono traccia, istante per istante,
della posizione degli occhi e del viso dell’utente rispet-
to al telefono e propongono un quadro che tiene con-
to della prospettiva di visione. Spostandosi, cambia la
prospettiva e il quadro si sposta in modo fluido e natu-
rale, generando un vero e proprio effetto 3D.
È quindi una combinazione di hardware (le fotocamere
frontali) e software, un meccanismo che arriva ad ag-
giornamenti fino a 60 fps per seguire la posizione del
viso e offrirgli una vera e propria visione prospettica di
quanto vi è sullo schermo. Nelle intenzioni di Amazon,
la prospettiva dinamica non è solo un esercizio di stile:
nelle mappe, per esempio, modificando la posizione
del telefono rispetto ai propri occhi cambia automatica-
mente la prospettiva degli edifici, e a seconda di come
si pone l’utente gli sviluppatori possono decidere di
mostrare solo alcuni layer, ovvero solo alcune informa-
zioni (è l’effetto dell’immagine di cui sopra: inclinando il
telefono cambia la prospettiva di visione e vengono vi-
sualizzare informazioni aggiuntive). È quell’effetto che
Amazon voleva trasmettere nel suo teaser, un effetto
che è molto difficile da descrivere a parole e che bi-
sogna vedere per capire al 100%: quando lo vedremo
in azione, ne valuteremo l’efficacia pratica. Ed è vero,
come sostiene qualche commentatore d’oltreoceano,
che siamo solo agli albori: se anche oggi la prospettiva
dinamica può sembrare un “di più” di limitato valore,
con una community di milioni di sviluppatori attivi sul
fronte, sarà senz’altro possibile ottenere risultati tan-
to affascinanti quanto utili. Uno di questi è già stato
mostrato: sfogliare le pagine del Washington Post
semplicemente inclinando il telefono; non che non sia
MOBILE
Smartphone Amazon Fire Phonesegue Da pagina 08
Basta premere il pulsante FireFly sullo smartphone per identificare film, musica, oggetti e molto altro ancora.
già possibile, ma pare che col metodo 3D di Amazon
il risultato sia estremamente preciso e fluido. Staremo
a vedere. Fire Phone è al momento previsto in uscita
solo in USA, a 199 $ con piano AT&T (649 $ senza pia-
no) nella versione da 32 GB di storage e con 12 mesi
di Prime incluso. Tutto sta, a questo punto, ad essere
capaci di attendere…
di Roberto PEZZALI
S arà di 599 euro il prezzo di listi-
no dell’ultimo gioiellino Nokia, il
Lumia 930. Presentato ufficial-
mente, lo smartphone con Windows
Phone 8.1 sarà disponibile a partire da
luglio, seguendo quindi il debutto dei
fortunati Lumia 630 (leggi la prova completa) e Lumia 635 dotati già del
nuovo sistema operativo Microsoft.
Il Lumia 930 è il nuovo top di gamma
Nokia (o Microsoft) e come i modelli
precedenti integra tutte le più evolute
tecnologie Nokia in campo mobile, dal
PureView per le foto alla ricari-
ca wireless con caricabatterie,
questa volta incluso.
Il Lumia 930, che abbiamo avu-
to modo di toccare con mano,
giustifica il suo prezzo comun-
que elevato con una scocca in
alluminio rivestita, per dare un
tocco di colore, con il classico
pannello in policarbonato sul
retro.
Lumia 930 può contare, inol-
tre, su uno schermo OLED Full
HD con Gorilla Glass 3, su un
processore Snapdragon quad
core da 2.2 GHz e ovviamente
di connettività LTE. Con 2 GB di
RAM (32 GB di memoria interna) le pre-
stazioni dello smartphone Nokia 930
ci sono sembrate davvero ottime, an-
che perché l’hardware è pari a quello
di un top di gamma Android ma come
sappiamo Windows Phone è molto più
leggero e snello del sistema operativo
di Google. Quattro le colorazioni in cui
MOBILE Prestazioni ottime anche grazie all’integrazione del sistema operativo Windows Phone 8.1, completo e “leggero”
Nokia Lumia 930 arriva a luglio. Un gioiellino da 599 €Top di gamma Microsoft Mobile per la prossima stagione. Colorato con scocca in alluminio, schermo OLED Full HD e PureView
Lumia 930 sarà disponibile: arancio,
nero, verde e bianco, anche se for-
se l’arancio e il verde sono quelli più
caratteristici che colpiscono di più. A
bordo Windows Phone 8.1, un sistema
rivoluzionato e completissimo: tutte le
novità della nuova release sono state approfondite in questo articolo.
Speaker Bluetooth portatile con funzione vivavoce, NFC e fino a 8 ore di autonomia. Sound 2.1 integrato da 40 Watt. Prezzo al pubblico: 299 Euro. www.loewe.it
Rock’n’Go.Loewe Speaker 2go.Rock’n’Go.Loewe Speaker 2go.
torna al sommario 11
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Emanuele VILLA
Tutto come da previsione. Samsung
ha concluso il suo evento “Premiere”
di New York, dove il grande annun-
cio è stato Galaxy Tab S, il nuovo tablet
top di gamma che entra direttamente in
competizione con i riferimenti del setto-
re, iPad in primis.
Tutto confermato, dicevamo: Galaxy Tab S
uscirà in America prima dell’estate e do-
vrebbe arrivare anche da questa parte
dell’oceano a luglio; sarà disponibile in
due versioni, da 8,4’’ e 10,5’’ a seconda
delle esigenze ed entrambe disponibili
in versione Wi-Fi o con (anche) connet-
tività cellulare 3G/LTE. In attesa di una
conferma da parte dell’azienda, si voci-
fera di un prezzo al pubblico di 399 euro
e 499 euro per le due versioni Wi-Fi e di
100 euro in più per quelle con connetti-
vità cellulare.
Confermato anche il fatto che, nono-
stante i due apparecchi abbiano (ovvia-
mente) un look diverso, le caratteristiche
tecniche sono analoghe. Partiamo con
il display, che è il fiore all’occhiello del
prodotto: entrambi i Galaxy Tab S dispor-
ranno di un display AMOLED in formato
16:10 con risoluzione WQXGA, ovvero
2.560 x 1.600, con tre preset a secon-
da della modalità di visione; troviamo,
infatti, Amoled Cinema, Amoled Photo e
Basic. Tra i dati di targa del display trovia-
mo un rapporto di contrasto di 100.000:1
e una copertura di più del 90% dello
spazio colore RGB. Altre caratteristiche
fondamentali sono innanzitutto il design,
classico ma con un peso di 465 grammi
(versione Wi-Fi) e 6,6 mm di spessore
per la versione da 10,5’’ e di 294 grammi
e 6,6 mm per quella più piccola. Dentro
troviamo 3 GB di RAM con 16 o 32 GB
di storage rigorosamente espandibili via
micro SD (fino a 128 GB), la batteria da
7.900 mAh (per la versione da 10.5’’) e da
4.900 mAh (per la versione da 8,4”), con
capacità di riproduzione di 11 ore conse-
cutive di video 1080p. Il processore sarà
il già citato Exynos 5 Octa (1,9 GHz + 1,3
GHz), ma è prevista anche la variante do-
tata di Snapdragon 800 a 2,3 GHz. No-
tevole, per essere un tablet, il comparto
fotografico, con una camera principale
da 8 Megapixel e quella frontale da 2,1
Megapixel con capacità di ripresa Full
HD. Entrambi i modelli disporranno di
un lettore Fingerprint, derivato diretta-
mente da Galaxy S5, e sono ovviamente
basati su Android 4.4 KitKat, con diverse
app e servizi preinstallati. Sotto questo
profilo, Samsung segnala che, grazie ad
accordi con oltre 30 aziende che si oc-
cupano di sviluppo di contenuti mobile,
Galaxy Tab S dispone di alcuni servizi
esclusivi, tra cui tre mesi gratis di Marvel
Unlimited per accedere al catalogo di
15.000 fumetti e Kindle for Samsung per
ricevere un libro gratis al mese. Clicca
per vedere l’elenco di servizi previsti,
con la premessa che non tutti potrebbe-
ro essere disponibili anche in Italia.
MOBILE Look diverso per i due modelli ma caratteristiche tecniche analoghe e Fingerprint
Galaxy Tab S, il tablet senza compromessiPresentato a New York, il tablet top di gamma con schermo AMOLED da 2.560 x 1.600 pixel Sono previste due versioni, da 8,4’’ e 10,5 pollici, in arrivo sul mercato italiano entro l’estate
di Paolo CENTOFANTI
Apple ha annunciato un programma
di sostituzione per l’alimentatore
USB venduto insieme agli iPhone
3GS, iPhone 4 e iPhone 4S. L’alimenta-
tore per il mercato europeo “in rari casi”
potrebbe, infatti, surriscaldarsi tanto da
compromettere la sicurezza degli utenti. Il
richiamo dell’alimentatore prevede la so-
stituzione gratuita per tutti gli utenti pres-
so gli Apple Store, i rivenditori autorizzati
o i negozi degli operatori telefonici che of-
frono iPhone in Italia. La sostituzione con
il nuovo modello esente da difetti inizierà
il 18 giugno e tutto quello che occorrerà
fare sarà recarsi in un punto vendita con
l’alimentatore e il proprio iPhone, visto
che per la sostituzione verrà presa nota
del numero di serie. Ulteriori informazioni
sul richiamo e l’operazione di sostituzio-
ne si possono trovare alla pagine ufficiale
dell’avviso: http://www.apple.com/it/sup-port/usbadapter-european/.
MOBILE La causa è un difetto che porta al surriscaldamento. Cambio gratuito dal 18 giugno
Apple sostituisce l’alimentatore di iPhone 3GS, 4 e 4SL’alimentatore A1300 venduto in bundle con gli iPhone dal 2009 al 2012 viene cambiato
Triplicato il numero di app su Amazon AppShopAmazon, presentato il suo smartphone, dichiara che le app di App Shop sono passate da 80.000 a 240.000 in un anno. Raddoppiato anche il numero di sviluppatori
di Emanuele VILLA
Dopo aver presentato il suo primo smartphone (che promette fun-zionalità innovative), Amazon ha diffuso un comunicato stampa in cui annuncia che il suo Appstore (App-Shop in Italia) è letteralmente triplicato nell’ultimo anno, passan-do da 80.000 a 240.000 app e di-ventando così sempre più influente nel mondo mobile. Nel comunica-to, Amazon parla non solo dell’au-mento esponenziale di volume di app (3x rispetto allo scorso anno), ma anche del fatto che i propri Coin stanno diventando sempre più popolari e che il numero di nuovi sviluppatori che entrano nel mondo Amazon è quasi raddop-piato rispetto allo scorso anno. Lo stesso comunicato cita uno studio di IDC secondo cui il ritorno eco-nomico per gli sviluppatori di App è almeno pari (ma spesso superio-re) rispetto a quello offerto dalle piattaforme concorrenti, ovvero in particolare AppStore di Apple e Play Store di Google; il 65% degli sviluppatori ha comunicato che il proprio ricavo totale è lo stesso o superiore rispetto a quello delle altre piattaforme, ma soprattutto il 76% degli sviluppatori indica che la piattaforma Kindle Fire li ha aiu-tati a raggiungere nuovi segmenti di mercato, ampliando considere-volmente il proprio target e otte-nendo così nuove opportunità di business.
torna al sommario 12
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
Microsoft verso lo smartphone con 1 settimana di autonomiaLa divisione ricerca e sviluppo di Microsoft sta studiando diversi metodi per migliorare l’autonomia dei device portatili
di Massimiliano ZOCCHIArrivare a sette giorni di autonomia senza mai ricaricare, senza batterie di scorta e senza l’aiuto di battery pack o mini-pannelli fotovoltaici. Questo l’obiettivo da raggiungere per il dipartimento di ricerca Mi-crosoft: focus sulle batterie degli smartphone, ma più avanti anche per altre applicazioni. È quanto è emerso durante il MIT Digital Sum-mit in San Francisco. La ricerca è stata focalizzata su due aspetti: ri-durre al minimo gli sprechi e la di-spersione di energia, e ottimizzare il software per ridurre i consumi. Per il primo aspetto Microsoft ha pensato a una batteria composta da due unità al litio. Prendendo spunto un po’ dal funzionamento dei processori ARM multi core, in questa batteria troviamo un’unità principale che eroga corrente in modo massiccio quando il carico di lavoro lo richiede, e una seconda unità che invece mantiene lo stato di stand-by e le funzioni minime in assenza di richieste esose. Se-condo Ranveer Chandra, questo meccanismo aiuterebbe non poco a risparmiare energia dispersa sot-to forma di calore. Sul lato softwa-re, invece, gli uomini di Redmond stanno lavorando a “E-Loupe”, una tecnologia capace di identificare le applicazioni che consumano più batteria e di controllarle me-glio, fino a congelarle quando non sono utilizzate dall’utente. Al momento il traguardo dei sette giorni è lontano, ma Microsoft di-chiara che tramite i primi prototipi ha già raggiunto miglioramenti tra il 20 e il 50% dell’autonomia. Nei piani futuri dell’azienda c’è anche la possibilità di adattare il software per essere utilizzato in altri settori, come, ad esempio, quello delle vetture elettriche.
di Emanuele VILLA
Chili, noto servizio di video on de-
mand, ha annunciato il rinnova-
mento della propria app Android,
un cambiamento totale e pensato per
rendere l’esperienza utente più sempli-
ce e appagante.
Parliamo di rinnovamento estetico, quin-
di, e di contenuti, mentre le funzionalità
restano le stesse della precedente ver-
sione. Ciò nonostante, Chili è già al la-
voro su alcune funzionalità che verran-
no rilasciate a breve: per esempio, tra
un mese sarà possibile navigare anche
nel catalogo delle serie TV, acquistan-
dole o noleggiandole (oggi è possibile
lo streaming e il download delle serie
TV acquistate via PC e TV), mentre è
prevista nel prossimo futuro anche la
compatibilità Chromecast. Per quanto
concerne le funzionalità già disponibili,
segnaliamo la navigazione nel catalogo
di oltre 3.000 film, con tanto di acqui-
sto, noleggio e streaming degli stessi,
lo scaricamento del film per la fruizione
offline, lo streaming e il download delle
serie TV (acquistate dal sito o dalla TV)
e funzionalità WatchON su tutti i device
Samsung. La nuova app di Chili è già
disponibile su Google Play e a breve lo
sarà anche su Samsung Apps e Ama-
zon Store.
MOBILE Non è un segreto che Samsung stia lavorando alla versione “compatta” del suo top di gamma
Samsung Galaxy S5 mini è quasi pronto al debuttoAlcune immagini leaked su SamMobile.com mostrano S5 mini insieme al fratello maggiore
di Massimiliano ZOCCHI
Q ualche settimane fa era spuntata
una prima immagine rubata del
presunto Galaxy S5 mini. Il sito
SamMobile.com mostra un reportage
completo di foto leaked di quello che
sembra in effetti il modello mini del top
di gamma Samsung Galaxy S5. Stesso
design del modello più grande, anche
per quanto riguarda la parte posteriore
con la cover puntinata che tanto ha fat-
to discutere.
Non ci sono ancora comunicati ufficia-
MOBILE L’app è già disponibile su Google Play e a breve lo sarà su Samsung Apps e Amazon
Rinnovamento per l’app Android di ChiliUser experience rivista e nuove funzionalità, tra cui Chromecast e il catalogo delle serie TV
li da parte di Samsung ma i ragazzi di
SamMobile sono sicurissimi di quelle
che saranno le specifiche tecniche,
che come al solito per la versione mini
sono riviste un po’ verso il basso: pro-
cessore Exynos quad core con archi-
tettura Cortex A7 da 1,4 GHz, 1.5 GB
RAM, GPU Mali 400, 16 GB di storage
oltre alla solita micro SD, fotocamera
principale da 8 Megapixel e frontale
da 2.1. Il tutto racchiuso nella classica
scocca di policarbonato con display da
4.5 pollici Super Amoled con risoluzio-
ne 720p. Tutto
il resto rimane
invariato rispet-
to al Galaxy S5,
compreso il let-
tore di impron-
te digitali, il
sensore per il
battito cardiaco
e anche la cer-
tificazione IP67,
tra l’altro senza
l’uso di flap di gomma a protezione
della presa micro USB. Non potevano
mancare le consuete schermate dei
più noti benchmark, che sembrano
confermare le specifiche citate. Imma-
gini e informazioni molto dettagliate
dunque, ma trattandosi di rumor dob-
biamo sempre prenderle con le pin-
ze. Al momento l’unica informazione
mancante è una data di rilascio. Manca
poco all’evento Samsung Galaxy Pre-
mière 2014, ma pare che in quest’oc-
casione verrà presentato solo il tablet
Galaxy Tab S.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
MOBILE Affiancare due app nello screen di iPad si può
Prove di multitasking per iPad In un video la dimostrazione
di Andrea ZUFFI
N ei mesi immediatamente prece-
denti la presentazione di iOS 8 si
sono susseguiti vari rumor sulle
novità che sarebbero state introdotte
da Apple. Una delle voci era relativa
alla possibilità che su iPad si sarebbe
potuta ridimensionare la schermata per
ottenere un multitasking con più qua-
dranti visibili contemporaneamente. Stando a un video divulgato, lo sviluppato-
re Steve Troughton-Smith (sempre intento ad armeggiare con ogni nuova riga di
codice iOS) sembrerebbe aver trovato riscontro di questa feature di split-screen.
Il video mostra su un simulatore con orientazione landscape come sia possibile,
tramite uno swipe a due dita, modificare le dimensioni della schermata visibile
lasciando così spazio alla possibilità di aprire due app da utilizzare in contempo-
ranea. La sequenza in realtà mostra solo il ridimensionamento al 75%, 50% o 25%,
non dando evidenza di una seconda
applicazione veramente “up and run-
ning”. Questa feature di sicuro interes-
se, peraltro già presente nel Surface di
Microsoft, rimane al momento solo una
porzione di codice in fase di sviluppo,
che potrebbe non vedere la luce con
il primo rilascio ma rappresentare una
delle chicche pronte a giustificare una
versione 8.1 di iOS.
MOBILE
Vodafone spinge sul 4G con copertura e promozioniVodafone Italia ha annunciato un’im-portante accelerazione nell’esten-sione della copertura LTE nel resto di Italia. Come parte degli investimenti Spring sulle proprie infrastrutture (3,6 miliardi di euro), Vodafone a partire da giugno ha acceso il 4G in 100 nuovi comuni ogni mese, fino ad arrivare a una copertura del 90% della popolazione entro il 2016. Oggi sono 300 i comuni coperti dall’LTE Vodafone ed entro fine anno arri-veranno a 1.000, per toccare quota 1.500 a marzo 2015. In concomitanza con l’allargamento della copertura LTE, Vodafone lancia anche una nuo-va tariffa promozionale per spingere la scoperta e l’utilizzo del 4G tra i suoi utenti. La nuova promozione di chia-ma Giga Summer e consente ai clienti Vodafone di avere per i tre mesi estivi 2 Gigabyte di traffico al mese su rete LTE, al costo di 9,90 euro una tantum. La promozione è sottoscrivibile con qualsiasi SIM Vodafone, anche quelle con solo piano vocale attivo. L’offerta è attivabile fino al 30 giugno 2014.
Galaxy Note 4 avrà un display da 5,7’’ Quad HDMancano un paio di mesi alla presentazione di Galaxy Note 4, ma parrebbe già sicura (o quasi) la presenza del display da 5,7’’ Quad HD e del processore Snapdragon 805 di Emanuele VILLA
Considerando la timeline seguita da Samsung per l’introduzione di nuovi device, non ci stupiremmo di vedere un Galaxy Note 4 come protagonista del prossimo IFA di Berlino. Del tutto naturale, quindi, iniziare ad assistere ai primi leak di informazioni e rumor da ogni par-te del globo. Uno di questi indica che Samsung non “ingrandisce” ulteriormente il display, puntando al suo posto su un incremento di
qualità. Parliamo dunque di un di-splay da 5,7’’ con risoluzione Quad HD (2.560x1.440 pixel) allineata con quella dei top di gamma della prossima generazione, cui LG G3 è il precursore. Display Amoled ultradefinito, design come sempre sottile e leggero, ma per il momen-to non si parla di versioni in allumi-nio o affini (in attesa del “famoso” S5 Prime di cui si parla da mesi ma che ancora non si vede all’orizzon-te); presumibilmente, Samsung confermerà il look del Galaxy S5, che infatti ha riproposto anche sui nuovi tablet, i Galaxy Tab S. Un po’ presto per le specifiche tecniche, ma avremo quasi sicuramente la medesima gamma di sensori di S5, un processore Snapdragon 805 per non rischiare rallentamenti su un display così definito, 3 GB di RAM, 16 Megapixel di fotocamera con probabile stabilizzatore ottico, certifica IP67 e lettore di impronte.
di Paolo CENTOFANTI
U no dei migliori programmi per la ge-
stione di account e password sbar-
ca anche su Android. 1Password di
Agile Bits diventa così multi piattaforma,
con la versione per Android che va ad af-
fiancarsi a quella già disponibile per PC,
Mac e dispositivi iOS. L’app non solo me-
morizza i nostri account già esistenti, ma
suggerisce anche nuove password robu-
ste e permette di memorizzare anche i
dati di carte di credito per l’inserimento
automatico sui siti di e-commerce, il tutto
protetto da un’unica password. I dati me-
morizzati all’interno di 1Password sono
protetti con crittografia AES a 256 bit e
le password possono venire sincronizza-
te tra le varie istanze dell’app su diversi
dispositivi via Dropbox. Per presentare
l’app anche agli utenti Android, Agile Bits
ha deciso di distribuire 1Password gratui-
tamente sul Play Store fino ad agosto,
dopo l’app sarà accessibile in sola lettura
e occorrerà acquistare la versione com-
pleta. Attualmente l’app ha un costo di
15,99 € su iOS e 50 dollari su Windows,
quindi probabilmente non sarà economi-
ca neppure su Android a regime.
MOBILE L’applicazione memorizza gli account esistenti e suggerisce nuove robuste password
1Password disponibile anche per AndroidIl pratico password manager diventa completamente multi piattaforma. Gratis fino ad agosto
1Password
Split screen su iPad
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
Android Wear punta tutto sulla semplicitàIn un video, Timothy Jordan di Google spiega come funziona Android Wear per i dispositivi portatili di V. R. BARASSI
Timothy Jordan di Google ci in-troduce in Android Wear, variante di Android che presto vedremo operare su diversi dispositivi indossabili (attualmente tutto è focalizzato sugli smartwatch) sviluppati da terze parti come Motorola e LG. Secondo Google, oggi passiamo troppo tempo ad estrarre lo smartphone dalla tasca e controllare le varie noti-fiche, operazioni che potranno essere svolte in meno tempo e in modo “smart”, senza di fatto estraniarsi da ciò che ci circonda. Tutto questo grazie, ovviamente, ad Android Wear.Google ci dà anche un assag-gio dell’interfaccia standard di Android Wear, che non sarà una versione “in piccolo” del drawer per le app dello smartphone ma qualcosa a sé: semplice, intuitiva, smart e interattiva. Si potrà par-lare al dispositivo e il dispositivo potrà parlare con l’utente; tutto sarà sempre sotto controllo e con un paio di tap e slide si potrà cer-care ogni tipo di informazione.Qualche indicazione anche per gli sviluppatori: il sistema delle notifiche è praticamente stan-dard e non ci sarà bisogno di fare nulla per rendere compatibili queste con la propria applicazio-ne. Qualche linea di codice in più sarà necessaria se si vogliono sfruttare alcune funzionalità ex-tra, ma Google assicura che il tut-to sarà estremamente facile.
di Roberto PEZZALI
L ascia lo smartphone in tasca e lui
si ricarica: l’ultima frontiera del
wearable sono i pantaloni dise-
gnati per Microsoft e Nokia da Adrien
Sauvage, uno stilista e designer che ha
presentato i primi pantaloni in grado
di caricare senza fili uno smartphone
una volta infilato in tasca. Un’idea nata
in collaborazione con Microsoft, e non
è un caso infatti che lo smartphone
ricaricato sia un Nokia Lumia: Adrien
Sauvage ha smontato e integrato in
una delle tasche frontali dei pantaloni
un caricatore wireless Nokia DC50.
Tutto bello, anche se il costo dei pan-
taloni è decisamente elevato (340 $) e
qualche dubbio da chiarire ancora c’è:
che i pantaloni non possano essere la-
vati, sempre che il dispositivo non sia
stato isolato, è abbastanza chiaro ma
non si capisce neppure dove venga
presa l’energia per la ricarica. Il carica-
tore Wireless Nokia DC50, infatti, deve
essere in qualche modo alimentato, e
utilizzare un battery pack nei pantalo-
ni sarebbe davvero poco efficace vi-
sta anche la dispersione della ricarica
wireless e il peso. “È stato difficile la-
vorare con la tecnologia”, - ha afferma-
to Sauvage - “anche perché abbiamo
dovuto fare i conti con la dispersione
del calore, all’inizio chi indossava i
pantaloni si sentiva come all’interno di
una sauna”.
MOBILE È possibile che una versione con caratteristiche analoghe arrivi in Europa e Stati Uniti
Samsung Galaxy S5 LTE-A “super” arriva in CoreaIl nuovo modello rinnova anche il comparto hardware: Snapdragon 805 e display WQHD
di Emanuele VILLA
A giudicare dai rumor, notizie e an-
nunci degli ultimi mesi, sembra
proprio che molti si aspettassero
di più (a livello tecnico) dal Galaxy S5
di Samsung. Appena uscito non fece
gridare al miracolo causa dell’eccessiva
- a detta di molti - somiglianza con l’S4,
poi si iniziò a parlare di una versione
Prime con cover in alluminio, infine di
MOBILE Costeranno 340 dollari e saranno in vendita su Amazon. Funzioneranno davvero?
La ricarica wireless è integrata nei pantaloniDalla collaborazione tra Nokia, Microsoft e lo stilista Sauvage arrivano i pantaloni che ricaricano
un Galaxy F e via dicendo. L’annuncio di
questi giorni, sebbene (al momento) li-
mitato al mercato coreano, suona come
una prima risposta ufficiale a tutti questi
rumor: Samsung ha presentato Galaxy
S5 LTE-A, un modello che, nonostante
sia finalizzato al supporto per la rete
LTE Advanced coreana a 225 Mb/s di
banda, rinnova un po’ tutto il compar-
to hardware del telefono: sì, perché
nonostante il display continui a esse-
re un 5.1 pollici, ora la risoluzione è da
2.560 x 1.440 (WQHD) con un valore di
PPI molto elevato, pari a 576. Non plus
ultra anche il processore: si passa dal-
l’attuale Snapdragon 801 di Qualcomm
a uno Snapdragon 805 da 2,5 GHz
che, a dispetto della vicinanza numeri-
ca, rappresenta un vero e proprio salto
generazionale grazie anche alla GPU
Adreno 420. Nessuna variazione di ri-
lievo per quanto concerne il design e
la dotazione di memoria di storage, che
però in questo caso parte da 32 GB,
mentre la RAM, complice il nuovo SoC
e un display più “oneroso” in termini di
potenza, passa da 2 a 3 GB. Identica la
batteria, da 2800 mAh, e nessuna va-
riazione di rilievo sul sistema operativo,
che è Android KitKat con personalizza-
zione TouchWiz. Possibile (probabile?),
che una versione dotata di caratteristi-
che analoghe diventi sul serio il Galaxy
S5 “Prime” per Europa e Stati Uniti: ma
c’è ancora da attendere.Android Wear
“Energia wireless in tasca, co-moda ma pochi si fidano”
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
Auto elettrica Tesla regala i suoi brevettiI brevetti accumulati da Tesla in questi anni nello sviluppo delle sue auto elettriche sono disponibili gratuitamente per tutti coloro che vorranno produrre i propri autoveicoli basati sulle tecnologie Tesla di Paolo CENTOFANTII
Sono queste giornate importanti per il mercato delle auto elettri-che. Elon Musk, il giovane im-prenditore e fondatore di Tesla Motors, infatti, ha deciso di ren-dere “open source” tutti i brevet-ti relativi alle tecnologie svilup-pate dall’azienda nello sviluppo delle proprie auto elettriche. Si tratta di una mossa che punta a scuotere il mercato, incentivan-do altri costruttori a iniziare a sviluppare auto completamen-te elettriche, anche utilizzando quanto già sviluppato da Tesla Motors. In un appassionato mes-saggio sul blog aziendale, Elon Musk ha ribadito come la mis-sion principale di Tesla sia quella di mandare in pensione una vol-ta per tutte il motore a scoppio, ma per farlo occorre che anche altre aziende entrino con mag-giore impegno sul mercato. In questa ottica, proteggere con dei brevetti le tecnologie che potrebbero accelerare la produ-zione di veicoli elettrici efficienti non sarebbe la strada giusta secondo Musk, da qui la scelta di “donare” a tutti il patrimonio di know-how acquisito in questi anni da Tesla. La sfida è lancia-ta, ma davvero le auto a benzina hanno i giorni contati?
di Roberto PEZZALI
C reative Cloud cambia ancora: gli
oltre due milioni di abbonati al
servizio Adobe possono ora ag-
giornare interamente la suite per avere
accesso ai nuovi programmi creativi
che Adobe ha sviluppato per questa
release. Creative Cloud, ricordiamo, è
il nome che Adobe ha dato a quella che
fino a pochi anni fa era la Creative Sui-
te, un gruppo di programmi votati alla
creatività che includono anche i noti
Photoshop, Premiere, Illustrator, Audi-
tion e After Effects (in tutto sono 14).
La nuova soluzione Adobe rappresenta
un po’ una chiusura del cerchio rispetto
a quanto fatto fino ad oggi ma anche
una apertura di nuove strade, che pas-
sano inevitabilmente tra mobile, cloud
e hardware. Le novità principali sono
sicuramente gli strumenti che fino ad oggi erano conosciuti come “Project Napoleon”: Adobe Ink e Adobe Slide,
rispettivamente una penna e un righel-
lo digitale, permettono di trasformare
l’iPad in una tavola da disegno profes-
sionale con possibilità di gestire pro-
spettiva, disegni tecnici oppure sempli-
ci disegni artistici.
Ink è in alluminio, utilizza la tecnologia
Adonit Pixelpoint e permette con il ta-
sto di accedere ai profili personali del
creativo memorizzati sul proprio ac-
count Adobe. A complemento di Ink e
Slide, che verranno venduti in kit a 199
euro, Adobe ha preparato una serie di
nuove app (solo iOS) che non hanno
bisogno necessariamente dei due stru-
menti per funzionare, Adobe Sketch e
Adobe Line.
Se Sketch è una app per iPad per rea-
lizzare schizzi e disegni di forme libere
(ce ne sono però tante), Adobe Line è
la prima app al mondo per il disegno
e la scrittura di precisione su iPad. In-
teressante anche Photoshop Mix, una
app per iPad che permette di mesco-
lare immagini ritagliando elementi e
incollandoli su altre foto alla quale
sono state aggiunte potenti funzioni
come il Content Aware Fill e Camera
Shake Reduction, strumenti presenti su
Photoshop per desktop. Adobe in que-
sto caso sfrutta il cloud per ovviare alle
performance non eccellenti dell’iPad
con carichi di lavoro così complessi: la
foto è inviata al server cloud per la ridu-
zione del mosso e il server, dopo averla
elaborata, restituisce diverse versioni
processate in remoto.
Adobe però non si ferma qui: nei pros-
simi mesi sarà disponibile per gli svilup-
patori l’SDK completo per sfruttare sia i
servizi cloud sia l’hardware, che potrà
così dialogare anche con applicazio-
ni di terze parti. Le novità di Creative
Cloud si allargano anche al desktop,
ma ovviamente la parte hardware e mo-
bile è quella più interes-
sante e anche in eviden-
za: nel corso dell’anno
le applicazioni classiche
sono state costantemen-
te aggiornate e le nuove
versioni racchiudono un
po’ gli annunci fatti da
Adobe in occasione di
manifestazioni come il
NAB, la fiera del video
professionale per eccel-
lenza. Adobe ha comun-
que annunciato che, oltre
FOTOGRAFIA Per accedere alle tante novità di Adobe è necessario aggiornare la suite
Adobe lancia la sua nuova Creative Cloud Nuove app e arriva anche un kit hardwareAlle app desktop si aggiunge un kit con righello e penna oltre alle nuove app mobile
ad aver migliorato radicalmente le pre-
stazioni delle app, ha anche aggiunto
una serie di funzionalità molto richie-
ste. In Photoshop CC sono presenti ad
esempio novità per i fotografi, come gli
effetti di motion Blur Gallery che crea-
no una sensazione di movimento; Fo-
cus Mask, che fa risaltare i ritratti con
scarsa profondità di campo, le nuove
funzioni Content-Aware e il nuovo stru-
mento Perspective Warp che è in gra-
do di aggiustare la prospettiva di una
parte specifica di un’immagine senza
distorcere l’area circostante. Photo-
shop è stato anche rivisto per assicu-
rare un’esperienza d’uso più reattiva
sui dispositivi Windows 8 Touch come
Microsoft Surface Pro 3. Per quanto ri-
guarda Premiere la novità principale è
l’integrazione di alcune librerie di After
Effects che permettono funzioni video
evolute sulla timeline, come i Live Text
Templates e Masking and Tracking,
ovvero la possibilità di applicare il
tracking a un effetto senza passare dal
più evoluto programma di video com-
positing. Ogni applicazione Adobe ha
subìto molte migliorie, ma ovviamente
non è questo l’ambiente per descriver-
le minuziosamente.
Interessante anche il piano destinato ai
fotografi: quello che fino ad oggi era una trial diventa ora un piano fisso,
12,29 euro al mese per Photoshop CC
e Lightroom, due strumenti indispensa-
bili per il fotoritocco e lo sviluppo dei
file RAW. L’accesso al piano dà diritto
ovviamente anche allo spazio cloud
e alle app per iPad e iPhone di Li-ghtroom, sincronizzabili con l’applica-
zione desktop.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Michele LEPORI
P anasonic potrebbe aver presen-
tato con la Lumix FZ1000 la solu-
zione ideale per unire prestazioni
e praticità. La nuova Lumix FZ1000 alza
l’asticella sul curriculum delle ultrazoom
avvicinandole alle sorelle maggiori DSLR:
montati su questo body, dove il family
feeling con l’ammiraglia GH4 è eviden-
te, troviamo infatti un generoso sensore
CMOS da 1” e 20 MP di risoluzione: le
notevoli dimensioni del sensore vanno di
pari passo con quelle dei suoi fotodiodi
che sono quindi in grado di assorbire più
luce e garantire risultati migliori rispetto
alle compatte.
Non dimentichiamo poi che la lente mon-
tata sulla FZ1000 è Leica, che questa vol-
ta installa un 25-400 f/2,8-4,0 con zoom
ottico 16x in grado di compensare tanto
le curvature della focale grandangolare
quanto le aberrazioni cromatiche “a tut-
to tele”. Sotto il versante software, è da
segnalare come Panasonic abbia riscritto
dalle basi il proprio Venus Engine: sulla
Lumix FZ1000 troviamo prestazioni netta-
mente migliorate in termini di resa croma-
tica, mentre sull’acquisizione immagine
il nuovo filtro rumore riduce eventuali
FOTOGRAFIA Tra le specifiche, in primo piano il sensore CMOS da 1” e 20 MP di risoluzione
Panasonic FZ1000, la prima bridge 4KL’azienda di Osaka presenta la prima unione tra una vera fotocamera DSLR e una ultrazoom Ciliegina sulla torta della Lumix FZ1000, la possibilità di riprendere filmati in qualità 4K
disturbi e - trattando il segnale sulla base
dell’apertura focale - il Venus Engine
elabora dettagli fini come ad esempio i
capelli a frequenze molto più alte.
Una fotocamera che riprende in Full
HD ormai è quasi una non-notizia, ecco
perché la FZ1000 vuole far parlare di sé
sotto l’aspetto video poiché è la prima fo-
tocamera “compatta” in grado di ripren-
dere filmati in qualità 4K (3840x2160) a
25 fps ma anche nel “normale” Full HD
(1920 x 1080), stavolta però a 100 fps: la
capacità di riprendere tanto in MP4 quan-
to in AVCHD è pensata per permettere
facilità di esportazione e lavorazione dei
progetti mentre l’accoppiata sensore
e ottica Leica, supportata da 7 opzioni
di messa a fuoco (Full Area, 49-Area, 1-
Area, PinPoint, Low Light, Focus Peaking
ed Eye Detection) e stabilizzazione ottica
su 5 assi (Hybrid 5-axis Optical Image
Stabilization), intende garantire risultati
ottimali per ogni scena e in ogni condi-
zione, anche in precario equilibrio.
Panasonic annuncia la disponibilità sul
mercato italiano per agosto ma non si
hanno ancora indicazioni precise sul
prezzo. Indicativamente, sul mercato
americano la Lumix FZ1000 è proposta
a 899 dollari.
FOTOGRAFIA Per ora è un prototipo, ma la mass production potrebbe non essere lontana
Da Sony un sensore curvo simile all’occhio umanoIl sensore Sony promette fotocamere più semplici e migliore resa in condizioni di poca luce
di Roberto PEZZALI
Sony ha realizzato una serie di sen-
sori ispirati alla superficie interna
dell’occhio sfruttando una partico-
lare macchina capace di curvare la su-
perficie dei sensori rendendola conves-
sa. Il risultato è stato esposto nel corso
di un simposio alle Hawaii da Kazuichiro
Itonaga, ingegnere di Sony, che ha de-
lineato i vantaggi di un sensore curvo
rispetto a uno piatto di tipo tradizionale,
focalizzandosi sulla migliore efficacia nel
catturare la luce. Come succede all’inter-
no dell’occhio umano, con un sensore
curvo la luce impatta in modo ortogona-
le sui fotodiodi periferici, permettendo di
sfruttare al meglio tutta la superficie. Un
sensore curvo, secondo Sony, è 1.4 volte
più sensibile di uno tradizionale al
centro e due volte più sensibile ai
bordi, oltre ad avere migliori perfor-
mance in termini di rumore grazie a
una riduzione del gap tra i diversi
fotoricettori e un abbassamento
della “corrente oscura”, ovvero la
corrente che transita nei fotodiodi
quando non sono esposti alla luce.
La curvatura del sensore è stata
fatta con un particolare strumento, par-
tendo da un sensore piatto, e per sta-
bilizzare il chip dopo il processo è stato
applicato un substrato ceramico. La cur-
vatura dovrebbe essere simile a quella
dell’occhio umano, quindi un angolo
abbastanza spinto. Sony al momento ha
realizzato due versioni di questi sensori:
uno con diagonale di 43 mm destinato
alle fotocamere e uno da 11 mm destina-
to agli smartphone. Al momento ha cur-
vato circa 100 sensori e il passaggio dal
prototipo alla produzione potrebbe non
essere così complesso, anche se difficil-
mente ai nuovi sensori potranno essere
abbinate vecchie ottiche.
PSVita Slim in Italia a 200 €Dopo essere stata presentata al TGS 2013 lo scorso settembre e poi commercializzata sul mercato giapponese prima (ottobre) e su statunitense poi (febbraio), la nuova PS Vita Slim sbarca in Europa ed è disponibile in tutti i principali punti vendita italiani al prezzo di 199,99 €. La nuova PS Vita Slim,(PCH-2000) ha la stessa potenza di calcolo del pre-cedente modello (processore, GPU e RAM non cambiano) ma può contare su un nuovo display LCD IPS - sempre da 960x544 pixel - che manda in pensione l’ottimo OLED visto sul mo-dello originale e vanta un design più moderno e snello (20% più sottile e il 15% più leggera). Grandi sforzi sono stati fatti per innalzare l’autonomia della console di Sony la quale ora riesce a spuntare mediamente un’ora di più nelle sessioni di gioco (si passa da 3-5 ore a 4-6 ore) e un paio di ore in più nella visualizzazione dei filmati (da 5 a 7 ore). Presente 1 GB di stora-ge interno, ottimo per giocare anche senza scheda di memoria esterna.
FOTOGRAFIA
Fujifilm XF18 135mm, super stabilizzatore e waterproofFujifilm presenta il nuovo zoom XF18-135mm F3.5-5.6 R LM OIS WR, il primo obiettivo della serie X water resistant pensato per la sua mirrorless X-T1. Un obiettivo con un’avanzatissima tecnologia di stabilizzazione dell’immagine a 5 stop e una struttura sigillata in 20 diversi punti per una protezione quasi totale da acqua e polvere. Il nuovo XF può essere visto come uno zoom universale, con una copertura da 27 mm a 206 mm (equivalenti) che equivale a 7.5x come fattore di ingrandimento. Sarà in vendita da luglio 2014 al prezzo al pubblico di 869,99 euro.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
PC Estensione della gamma iMac, il nuovo entry level è in vendita a partire da 1129 euro
Apple presenta il suo iMac più economico Offre display da 21,5’’, CPU Core i5 da 1,4GHz, 8 GB di RAM e completa dotazione software
di Emanuele VILLA
Apple annuncia l’estensione della
linea di desktop all-in-one con
un nuovo modello dedicato alla
massima convenienza e all’ottimizzazio-
ne del rapporto qualità/prezzo: parliamo
di un modello da 21,5’’ che, oltre a man-
tenere intatte le caratteristiche di design
dei modelli superiori, offre caratteristiche
tecniche quali il processore Core i5 dual
core da 1,4GHz con grafica integrata
Intel HD 5000, Wi-Fi ac, 8 GB di memoria
RAM e un disco rigido da 500 GB.
Tutto questo per un listino al pubblico
di 1129 euro: di fatto si tratta di un entry
level per la gamma Apple, ma pur sem-
pre con caratteristiche tecniche tali da
permettergli l’impiego in ogni ambito,
semplicemente con prestazioni inferiori
rispetto ai modelli superiori. A livello di
connettività, il nuovo iMac da 21,5’’ offre
due porte Thunderbolt e quattro porte
USB 3.0, mentre per quanto concerne
il software, oltre all’immancabile OS X
(aggiornabile gratuitamente a Yosemite
il prossimo autunno), il nuovo iMac di-
spone delle suite iLife e iWork: la prima
permette di montare video con iMovie,
suonare con GarageBand e organizzare,
modificare e condividere gli scatti con
iPhoto. Dal canto suo, invece, iWork si
compone dei noti tool di produttività Pa-
ges, Numbers e Keynote.
Il nuovo iMac da 21,5’’ è già disponibile
sull’Apple Store: le possibili personaliz-
zazioni della configurazione base com-
prendono un disco rigido da 1TB, Fusion
Drive da 1TB e unità flash fino a 256GB.
PC HP rilascerà i primi prototipi l’anno prossimo, ma non sarà in vendita prima del 2018
The Machine è il computer “più veloce della luce” Può elaborare calcoli esponenziali in tempi irrisori: per HP è la nuova frontiera dell’IT
di Michele LEPORI
C i sono delle volte in cui, per
spiegare qualcosa, è necessario
usare più numeri che parole. È il
caso di The Machine e della sua capa-
cità di elaborare 160 petabyte di dati in
250 nanosecondi. Numeri quasi extra-
terrestri, che cerchiamo di tradurre in
linguaggio più comprensibile.
Secondo gli stessi creatori, The Machine
nasce per gestire la Internet of Things, un
concetto molto di moda negli ultimi tem-
pi, ma che ha visto la luce verso la fine
degli anni ’90 e nel quale si ipotizza che
una miriade di oggetti di uso comune
siano connessi alla rete per dialogare.
Se una quindicina di anni fa poteva
sembrare lo scenario perfetto per un
progetto cinematografico dei fratelli
Wachowski, oggi è normale avere TV,
console, le luci di casa e la fotocamera
connesse e pronte a rispondere ai no-
stri input da computer o smartphone.
Per gestire questa montagna di dati,
The Machine usa un’architettura a
gruppi di core specializzati che lavora-
no in parallelo con altri gruppi di core
generici collegati non dai “vecchi” cavi
di rame, bensì da un complesso al si-
licio che sfrutta la tecnologia fotonica
per comunicare ad altissima velocità,
consumando 8 volte meno degli attuali
server.
A dispetto di queste spiegazioni tecni-
che, HP vede vantaggi tangibili appli-
cabili nella vita di tutti i giorni: Martin
Fink, Chief Technology Officer del pro-
getto The Machine (video) spiega che
un medico potrebbe essere in grado di
mettere a confronto le analisi dei propri
pazienti collegandosi ad un database
mondiale quasi infinito ed ottenere le
informazioni necessarie ad identificare
le patologie in tempi brevissimi.
Come spesso accade con innovazioni
di questa portata, HP prevede di rila-
sciare i primi prototipi l’anno prossimo
ma l’avvento commerciale non avverrà
prima del 2018.
Intel ricavi record grazie al pensionamento di Windows XPPer Intel il secondo trimestre 2014 dovrebbe chiudere con un risultato economico superiore alle aspettati-ve. Merito, sostiene Intel stessa, del rinnovo del parco PC per il business, innescatosi in molte aziende da quando Microsoft ha terminato il supporto per Windows XP. Secondo quanto stimato da Intel, i ricavi del periodo aprile-giugno 2014 sfiorerebbero i 13,7 miliardi di dollari, questo rappresenterebbe un discreto rialzo rispetto alle proie-zioni dell’azienda, che si attendeva entrate per 13 miliardi di dollari. Intel prevede, comunque, solo un lieve aumento degli utili, a causa del concomitante aumento dei costi. Oltre a beneficiare del turnover dei PC aziendali, Intel potrebbe trovare nuovo vigore per il futuro aumen-tando la sua presenza nel settore mobile e continuando a coltivare le nuove tendenze, in particolare nel segmento dei dispositivi indossabili.
MAGAZINEEstratto dal quotidiano online
www.DDAY.itRegistrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabileGianfranco Giardina
editingClaudio Stellari, Maria Chiara Candiago,
Alessandra Lojacono, Simona Zucca
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via Gallarate, 76 - 20151 MilanoP.I. 11967100154
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Michele LEPORI
S ono stati tre giorni intensi, tre giorni importan-
ti e che gli appassionati di videogame hanno
vissuto, come sempre, come un evento unico
nel panorama mondiale. Se l’anno scorso le console
next-gen erano le indubbie protagoniste, con l’an-
nuncio di giochi ad hoc ma, soprattutto, con la cu-
riosità di poterle vedere e “toccare con mano” per la
prima volta, l’E3 2014 è stato completamente dedi-
cato ai videogiochi, con qualche timida comparsa di
hardware come la PlayStation TV che, peraltro, non
è altro che la PS Vita TV con un nuovo nome.
PlayStation avanza, Xbox avara di “hit”Nella classica sfida tra Sony e Microsoft, quest’an-
no ha vinto la prima: mentre Phil Schiller parla di sé,
del mercato, e di come “… you are shaping the fu-
ture of Xbox, and we are better for it”, in realtà le
hit Microsoft sono un video pre-renderizzato di 60
secondi scarsi di Halo 5 e uno Scalebound intrigan-
te ma di cui non si sa ancora nulla. Un po’ pochino
per rispondere degnamente alla rivale che regala
ai suoi fan qualcosa di cui parlare: una nuova livrea
PS4 glossy white dedicata all’uscita dell’attesissi-
mo Destiny, beta pubblica di PlayStation Now, data
d’uscita di PlayStation TV, Morpheus VR che inizia
a prendere corpo e una sfilza di giochi come No
Man’s Sky, Uncharted 4, il remake di Grim Fandango
e l’annuncio che no, The Last Guardian non è stato
cancellato: è “solo” in riscrittura completa per PS4.
Millemila anni di lavoro per PS3 buttati via, ma va
bene così.
Microsoft, dal canto suo, ha mostrato una sfilza di
giochi ma è sembrata avara di novità davvero di spic-
co o che generassero il più genuino “effetto wow”:
dopo lo smembramento di Kinect dalla console e le
pubblicità che fanno bella mostra del nuovo prezzo,
puntare su nuove feature del rilevatore di movimenti
sarebbe stato impossibile, ma si poteva comunque
proporre qualcosa di nuovo sul fronte del design,
che continua ad essere argomento di discussioni.
Oppure pensiamo anche a nuove funzionalità di
dashboard o Xbox Live che potevano catturare l’at-
tenzione… Invece no, tutta l’attenzione di Microsoft
è riservata ai giochi, molti dei quali senza dubbio
eccellenti (pensiamo a un Assassin’s Creed: Unity,
il più classico dei Call of Duty o a un The Witcher
3), ma non esclusivi o comunque difficilmente adat-
ti a spostare gli equilibri tra le due console (diversi
DLC, Project Spark, Fable Legends e i citati Halo 5
e Scalebound, per esempio). La guerra è tutt’altro
che decisa e l’impegno di entrambe le aziende è
davvero notevole, ma l’impressione è che Microsoft,
Halo 5 a parte (e di cui si sa ancora pochino), debba
davvero calare qualche asso se vuole recuperare il
terreno perduto.
Un buon E3 per NintendoLa casa di Kyoto, dal canto suo, ha giocato d’astuzia:
basse aspettative e altrettanto basse speranze di
pubblico causa nessun keynote scoppiettante han-
no fatto sì che la presentazione pre-registrata con gli
effetti speciali giusti al momento giusto colpisse al
cuore gli affezionatissimi fan. Il nuovo Zelda, il nuovo
Star Fox, Yoshi e gli Amiibo piazzano i colpi vincenti
anche se praticamente tutto quanto annunciato non
arriverà nei negozi prima di ottobre, ad essere otti-
misti. Probabilmente è troppo tardi per recuperare
terreno sulle rivali, ma storicamente i titoloni forti di
Kyoto hanno contribuito a vendere milioni di console
nel mondo e anche questa volta la storia potrebbe
essere pronta a ripetersi.
Che tifiate per una console o per l’altra, alla fine
quello che conta sono i giochi e le emozioni che ci
trasmettono nel tempo che trascorriamo in compa-
gnia dei loro protagonisti: ecco perché ogni idea,
ogni annuncio e ogni nuovo progetto presentato
sotto le luci della ribalta californiane ci accompagne-
ranno da questo rovente inizio d’estate fino ai mesi
invernali, momento in cui inizieranno a comparire
sugli scaffali blockbuster e attesissimi sequel. Abbia-
mo fatto un’attenta selezione di tutto quanto è stato
presentato alla fiera californiana o che, nonostante
fosse stato annunciato in precedenza, ha comunque
occupato un ruolo da protagonista.
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain(PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One)L’ultimo, spettacolare lavoro di Hideo Kojima e
Konami. Sull’eterna saga di Solid Snake si potreb-
bero scrivere tesi e articoli ma probabilmente ci si
dimenticherebbe qualcosa: arrivata fino al 2014 dagli
albori degli anni ’80 e del NES 8-bit, l’ultimo capitolo
di questa saga è in realtà la seconda parte del pro-
getto Metal Gear Solid: Ground Zeroes dove i gioca-
tori impersoneranno Big Boss aka “Venom Snake”
che - dopo i tragici eventi di Ground Zeroes e del-
GAMING L’ultima edizione dell’Electronic Entertainment Expo si è tenuta a Los Angeles dal 10 al 12 giugno di quest’anno
Da Halo 5 a Uncharted 4: i giochi “top” dell’E3Sony, Nintendo e Microsoft hanno mostrato i muscoli sui palchi delle conferenze stampa della fiera a Los Angeles I giochi rimangono i protagonisti della kermesse californiana: andiamo alla scoperta dei titoli che ci faranno sognare
segue a pagina 20
torna al sommario 20
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
l’annientamento dell’unità Militaires Sans Frontières
- finisce in coma. Il risveglio avviene 9 anni dopo e
coincide con la nuova fondazione di un gruppo di
mercenari chiamati Diamond Dogs con i quali ten-
ta di infiltrarsi in Afghanistan durante la guerra con
l’Unione Sovietica. Lo scopo primario è la vendet-
ta, ma la scoperta del progetto per la creazione di
un’arma ancora più potente di un Metal Gear da par-
te dell’organizzazione Cipher cambierà i piani della
missione. Clicca qui per il video.
No Man’s Sky (PS4, PC)Il gioco che ha letteralmente stregato la platea pre-
sente alla conferenza stampa e che si sta imponendo
su tutta la stampa specializzata pur avendo mostrato
pochissimo delle sue potenzialità. In No Man’s Sky
il giocatore potrà farà tutto quello che vuole, lette-
ralmente. Il gioco prevede la possibilità di esplorare
liberamente il pianeta di partenza e scoprire le spe-
cie che lo abitano, le razze che lo governano, esplo-
rare la terra e le profondità dell’oceano aggiornando
il database con dati che vanno in condivisione con
la comunità dei giocatori ma - e qui entra in scena
l’elemento wow - il giocatore potrà prendere una
navicella spaziale ed uscire dall’atmosfera del pia-
neta per poter viaggiare su altri mondi liberamente
esplorabili, combattere nello spazio, atterrare su sta-
zioni orbitanti ed interagire con chi le abita, prendere
parte ad alleanze intergalattiche o esplorare libera-
mente il mondo alla ricerca di... beh, ancora non si
sa bene cosa. Hello Games promette l’infinito e noi
non vediamo l’ora di metterci le mani sopra. Clicca
qui per il video.
Far Cry 4 (PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One, PC)Il grandissimo ritorno di uno sparatutto che si è già
conquistato un posto d’onore sul podio dei più amati
dai giocatori. Ubisoft Montréal in collaborazione con
altre sue filiali sparse nel mondo annuncia il nuovo
capitolo che vedrà protagonista Ajay Ghale che, al
suo ritorno nel villaggio natio sull’Himalaya si troverà
coinvolto in una guerra civile molto più grande di lui.
Tantissima attesa anche e soprattutto per la modalità
multiplayer, da sempre cuore pulsante del genere.
Clicca qui per il video.
FIFA 15 (PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One, PC, iOS, Android, PS Vita, Nintendo 3DS)U blockbuster autunnale per antonomasia, riveduto e
corretto per la nuova stagione calcistica. Con una co-
munità online che vive praticamente solo di Ultimate
Team e sfide con altri utenti sparsi nel mondo, EA do-
vrà solo preoccuparsi di tenere stabili i server e siste-
mare qualche bug di troppo del capitolo 14, specie
su prestanza dei giocatori e “papere” dell’IA. Le pre-
messe, come sempre, sono eccellenti, più che altro
bisognerà valutare sul campo le differenze, in termini
tecnici e di giocabilità, rispetto al già valido Fifa 14. Nel
frattempo, EA ha presentato all’E3 il primo Gamaplay
Trailer ufficiale. Clicca qui per il video.
Assassin’s Creed: Unity(PC, Xbox One, PlayStation 4)Ubisoft non lascia ma anzi, raddoppia. La gallina dal-
le uova d’oro autunnale della software house cana-
dese non mancherà l’appuntamento con i suoi fan
alla fine di ottobre: quest’anno la guerra fra Assassini
e Templari si svolgerà all’ombra di Nôtre Dame, nel-
la Francia alle porte della rivoluzione del 1789. Arno
Dorian, questo il nome del personaggio che inter-
preteremo, combatterà al fianco del popolo contro i
reali e contro l’esercito al loro servizio: le probabilità
che a Versailles si nascondano dei Templari è molto,
molto alta. Clicca qui per il video.
The Witcher 3: Wild Hunt (PS4, Xbox One, PC)Tempo di sequel anche per la saga RPG-fantasy
targata CD Projekt RED, la relativamente piccola
software house polacca che ha trasportato in video-
gioco l’omonima saga fantasy cartacea delle avven-
ture di Geralt. Questo terzo capitolo prenderà il via
dove partivano i titoli di coda del precedente episo-
dio e questa volta ci troveremo ad affrontare un eser-
cito invasore chiamato Wild Hunt che sta mettendo
a ferro e fuoco i Northern Kingdoms. Il giocatore è
chiamato a prendere in mano il destino di Geralt e
farlo crescere di quest in quest in un mondo che i
ragazzi di CD Projekt RED promettono essere più
grande di quello di Skyrim di un buon 20%. Appunta-
mento all’inizio del 2015 per imbracciare la spada e il
libro degli incantesimi. Clicca qui per il video.
Alien: Isolation(PC, PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One)Tante volte si è cercato di portare il franchise Alien
anche in ambito videoludico e altrettante volte ci
siamo trovati di fronte a sonori fallimenti, con titoli
pensati quasi esclusivamente a capitalizzare la po-
polarità della saga cinematografica, oppure capaci
di cogliere il solo aspetto action del secondo film,
diretto da James Cameron. Con Alien: Isolation, for-
se è la volta buona e i primi riscontri dicono che una
cosa è certa: questo gioco fa paura, tanta paura. Il
gioco prodotto da SEGA e sviluppato da Creative
Assembly è un vero e proprio survival horror che ha
l’obiettivo di proiettarci nelle atmosfere claustrofobi-
che del primo Alien di Ridley Scott. In Alien: Isolation
impersoniamo Amanda Ripley, figlia di Ellen, intrap-
polata su una stazione spaziale con il mortale xeno-
morfo. Non avremo armi efficaci contro l’alieno, e
tutto quello che possiamo fare è scappare. Se l’alie-
no ci vede siamo morti. Se l’alieno ci sente siamo
morti. Se sente il nostro odore siamo morti. Per farci
strada negli spazi contorti dell’astronave nella nostra
fuga, avremo l’iconico sensore di movimento, oltre a
qualche arnese di fortuna con cui affrontare gli altri
abitanti della stazione spaziale, a quanto pare non
meno letali dell’alieno. Insomma, un approccio molto
diverso da quanto visto fino ad ora e chi ha provato il
gioco ne è uscito terrorizzato. L’appuntamento è per
ottobre 2014. Clicca qui per il video.
Grim Fandango Remaster (PlayStation 4, PS Vita)Manny Calavera sta per tornare sulle console
next-gen. I più giovani probabilmente non cono-
scono l’originale uscito su PSX nel 1998, quel Grim
Fandango che assieme ai Monkey Island e a Full
Throttle rappresenta il meglio delle avventure grafi-
che degli anni ‘90. Poco da dire e tanta attesa nostal-
gica per un grande ritorno che speriamo non soffra
più delle lacune di gameplay causate - all’epoca - da
poca precisione nell’interfaccia utente con tastiera e
joypad. Clicca qui per il video.
The Legend of Zelda (Wii U)I fan Nintendo lo aspettavano dalla presentazione
della Wii U, finalmente è arrivato. Sono bastati po-
chi secondi di un trailer che sembra un filmato più
che un pezzo di gameplay vero e proprio (ma non
GAMING
I giochi “top” dell’E3segue Da pagina 19
segue a pagina 21
torna al sommario 21
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
ditelo ad Aonuma-sensei, che giura essere un pezzo
assolutamente in-game) per far gridare al miracolo
e rimettere la povera, bistrattata Wii U sulla bocca
di tutti.
Prendete una grafica a metà tra Wind Waker e
Skyrim, in un mondo completamente aperto ed
esplorabile, mescolatelo con le atmosfere magiche
di Zelda ed ecco servito il gioco che - probabilmente
- farà vendere da solo milioni di console nel mondo.
In attesa di qualcosa di più concreto, iniziamo il con-
to alla rovescia per il 2015. Clicca qui per il video.
Uncharted 4: A Thief’s End (PlayStation 4)Naughty Dog presenta quello che - perlomeno
stando a quello che il titolo sembra suggerire - sarà
l’ultimo capitolo delle avventure di Nathan Drake. Il
nostro Drake intraprende un viaggio in giro per il
mondo alla ricerca dei misteri che coinvolgono una
cospirazione storica che sta dietro a un favoloso te-
soro di pirati.
Viene definita dagli sviluppatori “La sua più grande
avventura” che metterà alla prova le sue capacità,
i suoi limiti e ciò che sarà disposto a sacrificare
per salvare coloro che ama. Una trama più oscura
rispetto al passato, figlia probabilmente dell’espe-
rienza e del successo ottenuto con The last of us a
cui questo Uncharted 4 deve più di qualcosa. Clicca
qui per il video.
Bloodborne (PlayStation 4)Miyazaki Hidetaka e From Software: un’accoppiata
che i fan dei giochi difficili e con pochissimo margine
d’errore conosceranno senza dubbio per Demon’s
Soul e Dark Souls. L’E3 è l’occasione colta dal team
giapponese per presentare Bloodborne, horror in
salsa RPG in cui i giocatori si troveranno catapultati a
Yharnam, una cittadina di epoca simil-vittoriana col-
pita da una epidemia. La malattia è talmente potente
da trasformare i cittadini in mostri, di conseguenza
una squadra di cacciatori avrà il compito di debellare
la pericolosa minaccia. Clicca qui per il video.
Scalebound (Xbox One)Platinum Games, la software responsabile di Metal
Gear: Rising e The Wonderful 101 presenta a questo
E3 2014 una delle pochissime esclusive per la con-
sole Made in Redmond. Scalebound, questo il titolo
del gioco, decide di sfruttare un vecchio adagio del
mondo dello spettacolo per creare aspettativa: non
rivelare praticamente nulla. Ci dobbiamo quindi affi-
dare al solo virgolettato di Kamiya Hideki, direttore
creativo del progetto, che afferma: “Il focus del mio
nuovo gioco è la gigantesca bestia che regna sul
genere fantasy: il drago. I draghi hanno un potere
unico di catturare l’immaginazione e ho amato i dra-
ghi sin da quando ero un bambino. Ho sempre spe-
rato di poter creare un gioco con questa magnifica
creatura; ora, è giunto il momento per me di realiz-
zare il mio sogno”. Clicca qui per il video.
Halo 5: Guardians (Xbox One)Il titolo che ogni possessore di Xbox One aspetta.
Il ritorno di Master Chief. Una Collector’s Edition in
uscita a dicembre che conterrà la beta di Halo 5 in
anteprima esclusiva. Queste, e praticamente solo
queste le notizie rilasciate da Microsoft sulla sua
killer application, anch’essa impegnata a giocare a
nascondino con i fan. Clicca qui per il video.
Xenoblade Chronicles X (Wii U)Tutti i fan di RPG cresciuti a pane e Final Fantasy
(quelli belli) ogni volta che leggono “Xeno...”, ma-
gari accompagnato da una X rossa pennellata
hanno quantomeno un tuffo al cuore: il ricordo di
Xenogears è ancora indelebile e difficilmente se ne
potrà mai andare.
Monolith Software lo sa bene, e ha infatti rilanciato
qualche anno fa il brand Xeno con discutibile succes-
so: all’E3 la software house nipponica prova a calare
l’asso con un titolone vecchio stampo tutto mecha e
statistiche per fare la gioia dei fan più hardcore, sen-
za perdere di vista grafica dettagliata, mondi com-
pletamente esplorabili e battaglie spaziali campali: il
trailer, che strizza l’occhio agli anime di genere, ne è
un ottimo esempio. Clicca qui per il video.
Yoshi’s Wooly World (Wii U)Nintendo ha dato spettacolo durante il suo evento
e con la presentazione di Yoshi’s Wooly World ha
dimostrato di essere in forma smagliante nonostan-
te Wii U non stia ottendendo il successo di vendite
sperato.
In questo platform con protagonista il simpatico di-
nosauro Yoshi, il giocatore dovrà esplorare un mon-
do aperto e mutevole in quanto composto di... lana!
Yoshi, i sentieri, le montagne e i personaggi... tutto
sarà composto di lana e quindi soggetto a muta-
menti continui e imprevedibili: più che le parole, mai
come in questo caso un video può rendere al meglio
l’idea del gameplay. Clicca qui per il video.
GAMING
I giochi “top” dell’E3segue Da pagina 20
Qui sopra a sinistra, Uncharted 4, forse l’ultima avventura di Nathan Drake, e a destra Halo 5, di cui si sa ancora molto poco.
torna al sommario 22
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Massimiliano ZOCCHI
Oculus Rift sarà pronto per il mer-
cato di massa entro il 2015, parola
di Brendan Iribe, CEO di Oculus,
che dopo l’acquisizione da parte di
Facebook ha mantenuto una propria
identità e indipendenza aziendale. Iribe
si sbilancia anche sul numero di unità
che spera di vendere al lancio, circa un
milione. Numeri bassi rispetto al merca-
to delle console, e questo perché lo sco-
po iniziale sarà di soddisfare al meglio i
pionieri che si lanceranno nell’acquisto,
e grazie a loro attirare quanti più svilup-
patori possibile per creare contenuti che
faranno alzare gradualmente il livello del
prodotto e ampliare il suo target.
Iribe ha spiegato che, al momento, l’in-
fluenza di Facebook non sta pesando
sul progetto. È troppo
tardi per intervenire
su un prodotto già in
stato avanzato, per
cui il “peso econo-
mico” di Zuckerberg
tornerà utile quando
si passerà a proget-
tare la seconda ver-
sione di Oculus Rift. Tuttavia il leader di
Facebook non sta certo a guardare, e
ha espresso il suo pensiero riguardo al
prezzo di vendita. Zuckerberg vorrebbe
al momento ignorare il profitto diretto
per puntare a guadagni futuri dati da
servizi e contenuti vendibili agli utenti.
Iribe, pur non completamente d’accor-
do, ritiene che il prezzo di vendita deb-
ba essere il più basso possibile, ma non
al costo come vorrebbe Mark.
Brendan Iribe ha concluso ricordando
che senza gli sviluppatori Oculus può
fare ben poco: non bastano, infatti,
normali videogames “convertiti”, ma
sono necessari contenuti creati ap-
positamente per alzare il livello della
proposta e dare ai clienti la vera realtà
virtuale. Sicuramente i 40.000 deve-
loper kit che saranno spediti il mese
prossimo aiuteranno a raggiungere
questo scopo.
GAMING Oculus è stata recentemente acquistata da Facebook per circa 2 miliardi di dollari
Oculus Rift pronto non prima del 2015, costerà poco Oculus Rift non sarà pronto per il mercato prima del 2015, ma Zuckerberg ha le idee chiare Venderà al prezzo più basso possibile e punterà ai profitti tramite contenuti e servizi
di Michele LEPORI
L’annuncio shock, l’aveva fatto al
CES, ma all’Electronic Entertain-
ment Expo Sony rincara la dose e
incendia il cuore dei suoi milioni di fan an-
nunciando l’apertura del servizio PlaySta-
tion Now a tutta la community, in versione
beta e per PlayStation 4. Si parte da USA
e Canada, ma il resto del mondo seguirà
nel 2015. L’annuncio a gennaio del pro-
getto PlayStation Now ruotava attorno a
Gaikai, un servizio di cloud gaming che
permette lo streaming di videogame ridu-
cendo al minimo i lag. Il gioco che normal-
mente gira sulla console di fianco al TV
ora “gira” su un server da cui il giocatore
sceglie fra centinaia di giochi quello che
preferisce e dal quale la console attinge
i dati previo login dell’utente (pagante) e
lo trasmette al TV: una realtà futuristica e
agli antipodi del concetto tradizionale di
home entertainment. PlayStation Now è
tutto questo, è stato testato in closed beta
da gennaio e diventerà pubblico dal 31 lu-
glio su PS 4 e da settembre anche su PS
3 e PS Vita ma anche sui terminali di fa-
scia alta Xperia, che diventano veri e pro-
pri strumenti di visualizzazione o fruizione
dei contenuti. Si parla anche di alcuni TV
Sony di fascia alta in grado di accedere
direttamente a PlayStation Now senza
console: il controller potrebbe essere di-
rettamente lo smartphone/tablet Xperia
o un DualShock. Sony sta giocando una
partita importante e rischiosa al tempo
stesso, il cui premio sarebbe una futura
console streaming-only, punto focale di
un ecosistema proprietario che potreb-
be abbattere il costo dei giochi a fronte
di un canone mensile o modulare che
al lancio sarà di 2,99 dollari al mese per
l’accesso a PlayStation Now e con giochi
che oscillano fra i 2,99 e i 19,99 dollari.
Il grosso nodo che il colosso nipponico
sarà chiamato a sbrogliare è l’Europa,
dove le infrastrutture Internet sono un’in-
cognita variabile da Paese a Paese e che
- salvo alcuni casi - mal si sposa con una
politica interamente basata su servizi
cloud e streaming: PS 3 era Blu-Ray only,
PS 4 fa del digital delivery una colonna
portante… Chissà che PS 5 non sia solo
un piccolo ricevitore da cui sincronizzare
i dispositivi e giocare su di essi.
GAMING L’annuncio alla recente conferenza dell’E3 era stato preceduto da uno fatto al CES
Sony apre PlayStation Now in versione beta Annunciata l’apertura della beta pubblica di PlayStation Now. Nel 2015 anche in Europa Accesso a videogame da giocare in streaming tramite le console, TV e prodotti Xperia
Venduta la più grande collezione di videogiochi 750.000 dollariLa collezione di videogiochi più grande al mondo è stata venduta per 750.000 dollari; l’anonimo compratore si porta a casa oltre 11.000 videogame di Vittorio Romano BARASSI
Se la sono giocata in due ma alla fine l’asta si è conclusa a favore dell’anonimo personaggio nasco-sto dietro il nickname di peeps_10091970; questo, con un’offerta di 750.250 dollari, ha vinto un’asta la cui base era di 150.000 dollari.L’oggetto della contesa non è un’automobile e neppure un’ope-ra di un artista famoso, bensì la più grande collezione di video-giochi del mondo appartenente al tutt’altro che ragazzino Michaer Thomasson, il quale a seguito di un “trauma infantile” piuttosto singolare (i nonni gli regalarono una console a Natale, ma dovet-te aspettare quello successivo per giocare al primo videogame) decise di acquistare praticamen-te ogni videogioco che sarebbe uscito da lì in avanti (per oltre 25 anni). Ovviamente, com’è facile in-tuire, i soldi per lui non sono mai stati un problema. A molti anni di distanza, decine di console dopo e migliaia di videogiochi giocati (più di 2600 sono però ancora nella plastica originale), Thomas-son ha messo su famiglia e per necessità di spazio ha deciso di vendere tutto su Internet. La col-lezione, certificata dal Guinness dei Primati e composta da oltre 11mila videogiochi, passa dunque di mano per 750.000 dollari.
torna al sommario 23
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Emanuele VILLA
Se l’anno scorso, in occasione dei 125 anni del-
l’azienda, Yamaha aveva deciso di premiare i pro-
pri fan proponendo loro l’accoppiata pre-finale
multicanale, le novità di quest’anno sono dedicate a
una fetta più ampia di pubblico e, pur non dimentican-
do la tradizione del gruppo, si allineano con la tenden-
za di “compattare” il cinema in casa in oggetti facilmen-
te integrabili in ambiente e dal design curato. Stiamo
parlando di soundbar, di proiettori sonori, di speaker
portatili, di tutto ciò che rappresenta l’ultima tendenza
in fatto di audio domestico, una tendenza che fa di ver-
satilità e minimo ingombro i propri punti di forza.
Rinnovamento in chiave soundbarAd Amburgo veniamo condotti nella sala d’ascolto e
di test audio/video per una dimostrazione dell’attuale
gamma di sintoampli: si tratta di una sala da una trentina
di metri quadri trattata acusticamente, dove ascoltiamo
in azione l’accoppiata Blu-ray BD-S477 e amplificazio-
ne RX-V677, alternando brani tratti da Blu-ray musicali
ad altri appartenenti ai blockbuster più recenti. Tutto
questo col tradizionale coinvolgimento offerto dai pro-
dotti Yamaha e dal loro “mitico” DSP; ma più che sulle
doti sonore, molta enfasi è stata data alle funzionalità
connesse, a partire dalle regolazioni DSP tramite smar-
tphone (nella fattispecie, si trattava di un Galaxy Note
2) fino al meccanismo di funzionamento di Spotify Con-
nect. Passiamo alle novità: da qui a fine anno Yamaha
espanderà buona parte della propria offerta, dai pro-
dotti di Desktop Audio all’Hi-Fi, ma senza dimentica-
re i sintoampli “tradizionali” e il segmento dell’Interior
Audio, i cui prodotti sono veri e propri oggetti d’arredo
con un’anima musicale (per esempio, il Relit LSX-700).
Ma il segmento che negli ultimi anni ha offerto le più
ampie possibilità di crescita è quello delle soundbar,
mercato nel quale Yamaha è presente fin dagli albori
e che vede un’offerta strutturata in diverse sottocate-
gorie, tra cui sound-bar, sound-base, sound-projector
e sound-booster. Il prodotto che viene presentato è
l’YSP-2500, ovvero il sound-projector dedicato a chi
vuole il massimo risultato senza dover ricorrere a un
impianto a diffusori separati.
YSP-2500, il proiettore sonoro hi-techYSP-2500 è l’erede diretto di YSP-2200, dal quale de-
riva parte delle soluzioni tecniche e costruttive appor-
tandovi tante novità: innanzitutto è più sottile, 53 mm o
73 mm con i piedini regolabili fino a 88 mm, la base è
di 94,4 cm ed è spesso 144 mm; in questo modo può
essere posto subito di fronte al TV (pur non potendo
fungere da base) oppure anche appeso. Inoltre, è do-
tato di subwoofer wireless e di bluetooth aptX per la
riproduzione sonora da apparecchi mobile come smar-
tphone e tablet. Più in dettaglio, YSP-2500 è basato su
uno chassis in alluminio anti vibrazioni e si compone
di un array di 16 speaker (2W) con raggio di emissione
“orientabile” a seconda del materiale sorgente e della
HI-FI E HOME CINEMA Ci siamo recati ad Amburgo, alla sede europea di Yamaha, per assistere alla presentazione dell’YSP-2500
In casa Yamaha per ascoltare il nuovo YSP 2500ll proiettore sonoro coniuga qualità, versatilità e ingombri contenuti. Sarà in vendita da luglio, al prezzo di 899 euro
modalità di ascolto, che passa da un comunissimo ste-
reo fino a 5Beam+2 pensato per riprodurre in modo
realistico sorgenti audio a 7.1 canali. Ma abbiamo an-
che il 3 Beam adatto alla maggior parte dei film e un 3
Beam + stereo pensato per la riproduzione delle sor-
genti video musicali. Interessante, a tal fine, la possibili-
tà di intervenire con l’app per smartphone Home Thea-
ter Controller (disponibile sia per iOS che per Android)
modificando non solo il campo sonoro via preset, ma
anche con regolazioni fini sul volume e l’angolazione
di ciascun raggio sonoro, di modo tale da ottenere le
riflessioni volute e quindi il coinvolgimento che si desi-
dera. YSP-2500 si completa con il subwoofer wireless
a doppio woofer da 10 cm e amplificatore analogico da
75 watt integrato. La sua conformazione assicura rigi-
dità e, soprattutto, possibilità di installazione in orizzon-
tale o verticale, tra l’altro senza l’assillo di cavi sparsi
per la casa. Infine, l’altra novità degna di rilievo è il sup-
porto per HDMI 2.0 con 4K a 50/60p pass-through e
supporto 3D, mentre per quanto concerne i connettori,
troviamo 3 ingressi HDMI, 2 digitali ottici, 1 coassiale e
un ingresso analogico; le uscite sono 1 HDMI, 1 presa
subwoofer e l’uscita per le cuffie. La disponibilità del
prodotto sul nostro mercato è prevista per luglio, con
un prezzo al pubblico di 899 euro.
Coinvolgente il giusto: da provareLa visita alla sede Yamaha è stata l’occasione per vede-
re il nuovo prodotto in azione: considerando che l’am-
biente era di fatto una piccola sala conferenze, e quindi
ben più ampia rispetto a un comune salotto, la calibra-
zione automatica e la riproduzione alternata di brani
musicali e spezzoni di blockbuster recenti ha suscitato
impressioni positive. Quello che ha colpito gli spetta-
tori, in particolare, è stata la capacità di YSP-2500 di
“scomparire” quasi completamente: i dialoghi prove-
nivano sì da un centrale virtuale, ma localizzarne la
provenienza sotto il televisore (dov’era posto il proiet-
tore sonoro) era pressochè impossibile; poteva essere
tranquillamente dietro o sopra, l’unica certezza era la
provenienza frontale. Appagante, in attesa ovviamente
di una prova approfondita, la capacità surround trami-
te riflessione delle onde sonore: pur nei limiti di una
sala enorme, la localizzazione degli effetti era precisa
e solo leggermente ovattata, rischio tipico di questa
categoria di prodotti. Davvero notevole la pressione
sonora e precisi gli interventi del subwoofer, che ci è
sembrato dotato del giusto controllo e incisività. Torne-
remo sull’argomento con una prova approfondita, ma
già così sembra che YSP-2500 abbia tutte le carte in
regola per ottenere ciò che promette: coinvolgimento,
minimo ingombro e versatilità assoluta.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
Proiettore LED Optoma HD90 100” di schermo da 3 metri L’HD90 è il nuovo proiettore home Optoma con tecnologia LED Offre un’elevata luminosità e può proiettare immagini fino a 100 pollici da meno di 3 metri di distanza di Michele LEPORI
Optoma annuncia la disponibilità del proiettore HD90, che si af-fianca al modello esistente HD91 estendendone le caratteristiche di luminosità a 1200 Lumen e aumen-tando la dimensione dell’immagi-ne proiettata. Grazie alla combi-nazione di una lente short throw e di una notevole gamma di zoom, è possibile ottenere un’immagine da 100 pollici da una distanza infe-riore a 3 metri. La tecnologia LED fornisce una maggiore profondità di colore e una luminosità costan-te che, per il fenomeno chiamato effetto Helmholtz – Kohlrausch, viene percepita dall’osservatore come due volte superiore a quella di un proiettore equivalente che utilizza una tradizionale lampada. Tra i vantaggi dell’utilizzo dell’il-luminazione a LED ci sono anche una minore produzione di calore, ciò consente di installare il video-proiettore senza i vincoli di dissi-pazione imposti dai modelli con lampada ad incandescenza, una accensione diretta e una durata praticamente infinita. I proietto-ri HD91 e HD90, con 2 ingressi HDMI v1.4a 3D, uno VGA, uno Component e uno Video, permet-tono anche la visione in 3D trami-te gli occhiali wireless ricaricabili ZF2100 realizzati da Optoma. L’HD90 costerà 4.199 euro.
di Roberto FAGGIANO
I l marchio AKG festeggia i 20 anni
di appartenenza al gruppo Harman
e i suoi 65 anni di attività e ha col-
to l’occasione per invitare a Berlino la
stampa europea per presentare nuovi
prodotti e la nuova filosofia del grup-
po. Nello stesso periodo, infatti, è stato
completamente rinnovato anche il sito
Web del marchio austriaco, all’insegna
del motto Inspired e con il concorso
Inspired Award, dedicato ai creativi.
L’obiettivo è quello di attirare il pubbli-
co più giovane che probabilmente non
conosce la storia e la fama del marchio,
un blasone guadagnato in decenni di
produzione di microfoni e cuffie pro-
fessionali. Durante la presentazione, il
designer Rafal Czaniecki ha illustrato
le varie fasi del progetto e la ricerca
di ogni dettaglio per personalizzare il
prodotto, come la Y stilizzata presente
su ogni cuffia della serie. Il concorso
Inspired Awards è aperto a tutti i crea-
tivi che potranno proporre il loro dise-
gno per i padiglioni di una cuffia della
serie Y, il vincitore avrà un premio di
5.000 euro e vedrà entrare in produ-
zione la “sua” cuffia, mentre altri quattro
concorrenti meritevoli riceveranno un
premio di 1.000 euro ciascuno.
Per la prossima stagione, AKG strutture-
rà la sua gamma su tre linee di prodot-
to: la gamma K è quella già in vendita e
comprende modelli che sono diventati
veri best seller come la K45; in occasio-
ne dell’IFA verrà poi lanciata la nuova
gamma top N che comprenderà cuffie e
auricolari con il meglio della tecnologia
AKG in una veste curata e raffinata, con
prezzi conseguenti.
La gamma che invece sarà dispo-
nibile nel giro di pochi giorni è la Y o
Young Pro, dedicata al pubblico più
giovane che non si accontenta di un
prodotto qualsiasi ma è più orientato
sul migliore rapporto qualità/prezzo. La
nuova gamma inizia dagli auricolari Y10
(10 euro), Y15 (20 euro) e Y16 (30 euro)
già presenti sul mercato, prodotti affida-
bili per fare grandi numeri di vendita. i
prodotti più interessanti però sono le
cuffie Y40, Y45BT, Y50 e Y55DJ. Sono
tutte cuffie con un veste estetica molto
più personale che in passato, disponibili
in colori vivaci e con il marchio sempre
in bella mostra. I materiali sono studia-
ti per la migliore affidabilità nel tempo,
con particolare attenzione agli archetti
e ai meccanismi di ripiegamento.
Il modello di punta, e migliore rappre-
sentante del nuovo corso, è la Y50
(99 euro), caratterizzata dal vistoso
logo di fabbrica su entrambi i padiglio-
ni. La struttura è leggera con comodi
cuscini sui padiglioni, trasduttori da 40
mm, impedenza a 32 ohm, sensibilità di
115 dB SPL/V, archetto metallico, cavo
separabile con microfono di tipo uni-
versale e finitura molto vistosa, nelle
varianti rosso, giallo, azzurro e nero.
Dopo un breve test di ascolto della Y50,
eseguito a Berlino, una volta tornati a
casa abbiamo avuto modo di testare in
modo approfondito queste cuffie, trova-
te qui la nostra prova.
La Y40 (89 euro) è, invece, una cuffia
molto compatta e leggera, fatta per
ascolti prolungati senza fatica o fastidio.
Questo modello è disponibile in colore
nero, giallo e azzurro, ha il microfono
lungo il cavo, trasduttore da 40 mm,
impedenza di 32 ohm e sensibilità di
120 dB SPL/V, padiglioni ripiegabili e
cavo staccabile.
La Y45BT (129 euro) ha le stesse carat-
teristiche del modello precedente ma
è dotata di connessione Bluetooth con
NFC ed è disponibile in versione bianca
o nera. L’autonomia della batteria ricari-
cabile è di circa 8 ore.
La Y55 (119 euro) è una cuffia dedicata
ai deejay, con prestazioni professionali
nella risposta in frequenza e con il mas-
simo comfort per poter essere indossa-
ta molto a lungo. Anche questo modello
ha il trasduttore da 40 mm, impedenza
di 32 ohm, sensibilità di 115 dB SPL/V e il
meccanismo dei padiglioni snodabile; è
disponibile in colore nero con padiglioni
neri, bianchi, rossi o azzurri. Qui un vi-
deo di presentazione dei prodotti
HI-FI E HOME CINEMA Presentate a berlino le cuffie AKG Y, segnano l’inizio di una nuova era
AKG cambia la sua filosofia con le cuffie YOltre che sulla qualità si punta molto anche sul design, con il concorso Inspired Award
AKG Y40 AKG Y45
AKG Y50
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Paolo CENTOFANTI
D iverse associazioni di categoria
statunitensi, in accordo con le
principali etichette discografi-
che, hanno deciso di dare una defini-
zione precisa di audio ad alta risolu-
zione o High Resolution Audio, in vista
evidentemente di una prossima spinta
commerciale dei formati audio ad alta
qualità. La definizione è stata coniata
dalla Consumer Electronics Association
- l’associazione che tra le altre cose
promuove il CES di Las Vegas -
il Digital Entertainment Group e la
Recording Academy e stabilisce che
si parla di audio ad alta risoluzione in
riferimento a: “Audio lossless capace
di riprodurre l’intero spettro sonoro da
registrazioni che sono state masteriz-
zate da sorgenti con qualità superiore
a quella del CD”.
All’atto pratico, potremo parlare di
high resolution audio per qualsiasi file
in formato lossless con risoluzione su-
periore ai canonici 44.1 KHz e 16 bit, a
patto che anche il master di partenza
sia ad alta risoluzione. Per identificare
quest’ultima informazione, le associa-
zioni hanno deciso di definire anche dei
descrittori di Master Quality Recording,
per indicare appunto la qualità del
materiale sorgente. Questi “bollini”
sono quattro e ricordano le sigle
HI-FI E HOME CINEMA una serie di “bollini” identificherà la qualità delle registrazioni audio
Audio ad alta risoluzione, ora c’è una definizione La Consumer Electronics Association, il Digital Entertainment Group, la Recording Academy e le etichette discografiche hanno varato la definizione ufficiale di High-Resolution Audio
SPARS (Society of Professional Audio
Recording Services) che accompagna-
vano i primi Compact Disc per identi-
ficare quali dischi partivano da master
digitali (AAD, ADD, DDD). Gli identifica-
tori saranno i seguenti:
• MQ-P: per sorgente PCM a 48 KHz
e 20 bit o superiore (96/24 o 192/24)
• MQ-A: per master analogico
• MQ-C: per master di qualità CD
a 44.1 KHz e 16 bit
• MQ-D: per sorgente DSD/DSF a
2.8 o 5.6 MHz
Ciascuno di questi descrittori certi-
ficherà che il file è stato realizzato a
partire dal migliore master di parten-
za disponibile. Nel caso del “bollino”
MQ-C non si potrà parlare tecnicamen-
te di alta risoluzione, ma i file così con-
traddistinti consentiranno comunque
di ascoltare i brani “così come gli arti-
sti, i produttori e gli ingegneri del suo-
no gli hanno concepiti”. Per celebrare
la “pietra miliare”, le tre associazioni
hanno organizzato l’evento High Re-
solution Audio Listening Experience,
che si terrà a New York presso i Jungle
City Studios il 24 giugno. Qualche an-
nuncio in arrivo? Secondo indiscrezio-
ni, Apple avrebbe dovuto annunciare
l’arrivo dell’audio ad alta risoluzione
all’appena conclusasi WWDC, ma poi
non si è visto nulla. Non è da esclu-
dere che le novità relative ad iTunes
possano arrivare insieme ai prossimi
iPhone, prodotti che anche in questo
caso si mormora siano pronti per l’au-
dio ad alta risoluzione.
Tempo di Samba per Sennheiser Sennheiser tinge di verdeoro il piccolo gioiellino della famiglia Momentum: stessa qualità e stesso prezzo delle sorelle “regolari” in una veste limitata di Michele LEPORI
Sennheiser, per celebrare il Mon-diale di calcio 2014, presenta una nuova versione delle apprezza-tissime Momentum on-ear tutte dedicate al paese della Seleçao.Le Momentum on-ear sono tra le cuffie più apprezzate nella cate-goria. Tecnicamente interessanti, con una risposta in frequenza da 16 a 22.000 Hz, 112 dB di sensi-bilità e 18 Ohm di impedenza, queste piccole Momentum han-no saputo conquistare anche il cuore di chi vive la passione per la musica con attenzione alle ten-denze della moda, grazie a ma-teriali pregiati come l’alcantara, utilizzati per l’archetto e i padi-glioni. Questa particolare Limited Edition Samba vede come colore dominante l’oro, profilato da una fascia verde sulla giuntura con i padiglioni. Che le si voglia usare per vivere l’emozione e la tensio-ne dei match senza disturbare il resto della famiglia (che potreb-be voler dormire, vista la diffe-renza oraria con il Brasile), che le si voglia sfruttare per rilassarsi durante l’intervallo o nell’attesa del fischio d’inizio, le Momentum On-Ear si propongono per vivere il Mondiale 2014 a tutto volume. Sono disponibili sullo store onli-ne dell’azienda tedesca e in una selezioni di negozi specializzati, al prezzo di 199€.
di Paolo CENTOFANTI
P uò sembrare davvero strano, ma
fino ad oggi l’apprezzata gamma
di cuffie Beats by Dr.Dre non in-
cludeva anche degli auricolari wireless.
La musica cambia con le nuovissime
Powerbeats² Wireless, le prime cuffie
in-ear Bluetooth 4.0 del produttore
americano.
Si tratta di cuffie dedicate soprattutto
a chi pratica sport, con certificazione
IPX4 di resistenza all’acqua e un co-
modo archetto per un aderenza più
salda alle nostre orecchie durante
l’attività fisica. Le cuffie sono dotate di
HI-FI E HOME CINEMA Beats presenta Powerbeats², i suoi primi auricolari in-ear wireless
Beats lancia gli auricolari in-ear wireless per lo sportFino a 6 ore di autonomia e certificazione di resistenza all’acqua IPX4, prezzo 199,95 euro
sistema acustico a doppio driver per
restituire il distintivo suono profondo
del marchio e offrono un’autonomia di
circa 6 ore a carica completa.
Soli 15 minuti di carica, però, garan-
tiscono un’ora di ascolto, sufficiente
per un veloce allenamento. Le cuffie
sono anche dotate di telecomando a
filo RemoteTalk, che permette di con-
trollare la riproduzione e di effettuare
chiamate telefoniche.
Le Powerbeats² Wireless saranno
disponibili già a partire da questo
stesso mese, a un prezzo di listino di
199,95 euro, si può scegliere tra tre
colorazioni: nero, rosso e bianco.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
Project LiveWireL’Harley-Davidson diventa elettrica Il rombo delle mitiche Harley diventa un sibilo nel video che annuncia Project LiveWire, la prima motocicletta elettrica dello storico marchio Per ora è solo un prototipo di Paolo CENTOFANTI
Pronti a dire addio al classi-co rombo potente e profondo che da sempre è sinonimo di Harley-Davidson? Lo storico mar-chio americano, infatti, ha svelato Project LiveWire: il suo primo pro-totipo di moto elettrica.
Per ora non ci sono molti detta-gli, se non una gallery fotogra-fica e il video introduttivo che pubblichiamo a fondo pagina. Harley porterà Project LiveWire in un viaggio attraverso gli Stati Uniti sulla storica Route 66 per racco-gliere feedback dai biker america-ni, prima di mostrarla in Europa e poi nel resto del mondo. Ma Project LiveWire è, per il mo-mento, solo un prototipo e non è ancora stato diramato alcun an-nuncio riguardo alla disponibilità ai primi modelli commerciali.
di Paolo CENTOFANTI
L ’appello lanciato da Neelie Kroes
per uno sviluppo armonizzato a
livello globale delle reti 5G sta
dando i primi frutti. L’Unione Europea
e la Corea del Sud hanno firmato, in-
fatti, un accordo per la collaborazione
nella definizione e realizzazione delle
reti mobili di prossima generazione.
L’accordo, firmato dal vice presidente
della Commissione Europea per l’Agen-
da Digitale Kroes e dal ministro della
Scienza, Telecomunicazioni e Sviluppo
della Corea Mun-Kee CHOI, propo-
ne una più stretta collaborazione sia
a livello governativo, che industriale,
con la prossima firma di un ulteriore
memorandum di intesa tra il gruppo
europeo 5G Infrastructure Associa-
tion (che include Alcatel-Lucent, Atos,
Deutsche Telekom, Ericsson, Nokia,
Orange, Telecom Italia, Telenor e Te-
lefonica) e il 5G Forum coreano (che
include LG, KT, Qualcomm, Samsung,
SK Telecom e altri). L’obiettivo dell’ac-
cordo è la stesura di standard tecnolo-
gici comuni e un’armonizzazione delle
frequenze da adibire ai nuovi servizi a
livello globale, per evitare il ripetersi di
quanto successo con il 4G. Tre in parti-
colare i punti dell’accordo:
• arrivare entro la fine del 2015 a un
consenso comune sulla definizione
di 5G, le sue funzionalità chiave e
una tabella di marcia verso il lancio
delle nuove reti;
• individuare e avviare progetti di
ricerca comuni sul 5G da lanciare nel
2016, per arrivare alla standardizza-
zione delle tecnologie in seno agli
organismi 3GPP e ITU;
• collaborazione per facilitare le indivi-
duazione delle frequenze più adatte
per soddisfare i nuovi requisiti posti
dal 5G a livello globale e in concerto
con l’ITU e il WRC.
La sfida delle reti di prossima genera-
zione non è solo quella di offrire sem-
plicemente connessioni più veloci per i
telefonini, ma di creare un’infrastruttura
wireless in grado di connettere i miliardi
di nuovi dispositivi che avranno bisogno
di un’accesso a Internet: dalla smart city
all’Internet delle cose, sono tantissime
le nuove categorie di apparecchi inte-
ressati, ma per far questo occorrono reti
ancora più veloci e in grado di gestire
sempre più dispositivi connessi.
SCIENZA E FUTURO Firmato un accordo stategico per lo sviluppo delle infrastrutture wireless
Unione Europea e Corea firmano l’accordo sul 5GDefinito lo sviluppo comune dello standard 5G, che dovrà connettere l’Internet delle cose
SCIENZA E FUTURO Sharp ha annunciato un nuovo processo di fabbricazione dei pannelli LCD
Sharp annuncia il display a forma liberaLe possibili applicazioni sono tantissime, dall’automotive alle installazioni commerciali
di Paolo CENTOFANTI
S harp ha annunciato lo sviluppo
del Free-Form Display: un nuo-
vo processo di fabbricazione dei
pannelli LCD che permette di realiz-
zare display di qualsiasi forma. Grazie
alla tecnologia IGZO e a un nuovo pro-
cesso di design dei circuiti elettronici,
Sharp è riuscita ad eliminare il vincolo
della forma rettangolare o quadrata dei
display LCD, dovuto all’integrazione
nella cornice di parte dell’elettronica di
controllo dei pannelli. Tramite la nuova
tecnologia infatti, l’elettronica può veni-
re distribuita uniformemente tra i pixel
del display portando così alla riduzione
non solo della cornice, ma eliminando
anche il vincolo della forma.
Tra le prime applicazioni Sharp ha pre-
sentato display su misura per il mondo
delle automobili, ad esempio per la
realizzazione di cruscotti. Le applica-
zioni sono chiaramente infinite, dagli
elettrodomestici, ai cartelloni pubblici-
tari, fino naturalmente alla tecnologia
indossabile. Per quanto riguarda la
disponibilità, Sharp ha annunciato che
punta a iniziare il prima possibile la
produzione di massa.
Harley-Davidson Project LiveWire
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
SMARTHOME Whirlpool ha presentato alcune novità in fatto di grandi elettrodomestici
Whirlpool: elettrodomestici sempre più eco Filo conduttore dei nuovi prodotti tutta una serie di tecnologie per la riduzione dei consumi
di Simona ZUCCA
L e ultime novità di Whirlpool in fatto
di grandi elettrodomestici a libera
installazione sono all’insegna della
lotta allo spreco. L’azienda, da sempre
sensibile al corretto utilizzo delle risor-
se, continua nel suo impegno di propor-
re apparecchi attenti ai consumi, la cui
durata sia più lunga, e che prolunghino
anche la vita dei nostri cibi o dei nostri
capi di abbigliamento. E lo fa con tutta
una serie di tecnologie proprietarie che
contraddistinguono il settore del lavag-
gio e della conservazione degli alimen-
ti, pensate per fa risparmiare energia,
soldi, tempo e fatica. Prodotti innovativi
che, come ci racconta Raffaella Berar-
do, Marketing Director, si basano fon-
damentalmente sui tre pilastri che da
sempre contraddistinguono Whirlpool:
performance superiori, un’esperienza
d’uso intuitiva e design.
6° Senso, la tecnologia Whirlpool in gra-
do di adattare parametri e consumi alle
reali esigenze, questa volta la ritrovia-
mo sulla nuova lavastoviglie a libera in-
stallazione PowerClean con tecnologia
PowerDry (prezzo al pubblico 749 euro)
che mira a risolvere il problema del-
l’asciugatura di stoviglie in plastica e
teflon. Un video dimostrativo realizzato
da Whirlpool ci mostra come in un’ora,
con un apposito programma, piatti e
pentole sono asciutti, anche quelli che
con programmi standard necessitano
di essere asciugati a mano, grazie a un
particolare condensatore che trasforma
il vapore in acqua e che tra l’altro risol-
ve il problema del vapore che fuoriesce
dall’apparecchio al termine del pro-
gramma rischiando spesso di rovinare i
mobili circostan-
ti. A questo si
aggiunge la tec-
nologia Power-
Clean i cui par-
ticolari sensori
rilevano il livello
di sporco e re-
golano i parame-
tri del lavaggio,
durata, acqua,
temperatura. La
classe energeti-
ca è A+++.
Nessuna novità
particolare, inve-
ce, per quanto riguarda il settore delle
lavatrici, che propone una nuova lava-
biancheria 6° Senso Slim (549 euro al
pubblico) dotata sì di tecnologie volte al
risparmio e a un attento utilizzo di ener-
gie (acqua, corrente e detersivo) ma co-
munque già viste in precedenza su altri
prodotti, come ad esempio EcoDose,
che suggerisce la giusta quantità di de-
tersivo in base al carico e al program-
ma, Ecomonitor che indica il livello di
consumi legato al programma scelto e
Colours 15° che lava a 15° con gli stessi
risultati di un lavaggio
a 40°. Whirlpool si è
concentrata, invece,
molto sul settore del
freddo ed è, infatti,
riuscita negli ultimi
mesi a immettere sul
mercato prodotti inte-
ressanti non solo dal
punto di vista del de-
sign. Cominciamo con
il nuovo congelatore
verticale monoporta
a libera installazione
Fjord con tecnologia
6° Senso e No Frost,
organizzato interna-Il congelatore e il frigorifero monoporta Fjord affiancati
mente con 5 cassetti e 2 sportelli. Il
congelatore è pensato per essere lette-
ralmente affiancato al frigorifero mono-
porta Fjord con 6° Senso Fresh Control,
esteticamente identico. Tecnologie,
queste, pensate per prolungare la vita
degli alimenti all’interno degli elettro-
domestici, creando all’interno l’ambien-
te ideale per loro. Entrambi con classe
energetica A+++, costano rispettiva-
mente 849 e 799 euro nella versione
inox (disponibili anche in bianco). Cer-
to, le dimensioni non li rendono proprio
alla portata di tutte le case (120 cm di
larghezza per averli entrambi), ma l’im-
patto estetico ci è sembrato decisamen-
te piacevole per coloro che dovessero
avere importanti necessità di conser-
vazione dei cibi. A questi si aggiunge
il combinato Absolute Pure (949 euro)
con Active0°, cassetto a circa 0° per
carne e pesce, e il combinato da incas-
so Everest (prezzo da rivenditore) con
la recente tecnologia Stop Frost per il
congelatore: un elemento estraibile fa-
cile da sbrinare con un semplice getto
di acqua e che lascia quindi più spazio
al congelatore stesso. Punto di forza di
questo combinato è la capienza netta
di 310 litri in 193 cm di altezza.
Tra le novità presentate, a destra il frigorifero Absolute Pure
Aston Martin rinfresca l’aria con l’energia solare Lo storico marchio britannico doterà alcune Aston Martin da corsa di un sistema di aria condizionata ad energia solare. Lo vedremo a breve anche sulle auto di serie? di Vittorio Romano BARASSI
Aston Martin ha annunciato di aver avviato una collaborazio-ne con Hanergy Global Solar Power & Applications Group per portare aria condizionata “green” a bordo delle sportive prodotte dalla casa. Inizialmente il tutto sarà testato su veicoli da gara e, se tut-to dovesse andare per il verso giu-sto, in men che non si dica potrem-mo vedere le stesse tecnologie anche sui modelli di serie. Punto centrale di tale studio è quello di offrire ai piloti delle Aston Martin da corsa (le V8 Vantage GTE) un ambiente “confortevole” nel quale guidare, senza intaccare le prestazioni globali delle vetture. I regolamenti FIA WEC, infatti, ob-bligano le case ad equipaggiare le vetture con sistemi di aria con-dizionata in grado di garantire una temperatura interna inferiore a 32 gradi o 12 gradi al di sotto di quella ambientale; i sistemi attuali riescono a “raffreddare” le vetture sfruttando l’energia del motore, ri-ducendo però la potenza a dispo-sizione e aumentando il consumo di carburante. Il nuovo sistema di aria condizionata permetterà di ottenere migliori risultati senza pesare su questi aspetti perchè sarà alimentato dall’energia sola-re. Se lo studio porterà a risultati incoraggianti la tecnologia sarà trasferita anche sulle V12 Vanta-ge GT3 e sulle V8 Vantage GT4; se tutto dovesse davvero andare bene, non è esclusa un’estensio-ne sulle vetture di serie.
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
Samsung SmartBike La sicurezza prima di tuttoDalla collaborazione tra un telaista italiano e una studentessa nasce una bicicletta connessa che fa della sicurezza il suo punto cardine di Vittorio Romano BARASSI
Dal programma Samsung Maestros Academy arriva Smart-Bike, bicicletta connessa che na-sce da un progetto tutto italiano frutto della collaborazione tra il telaista Giovanni Pelizzoli e la stu-dentessa Alice Biotti. L’idea era di creare un prodotto di nuova con-cezione con numerosi dispositivi di sicurezza e diversi “punti smart”. Il risultato è impressionante: na-scosti in una linea moderna vi sono un modulo Arduino (con bat-teria), WiFi, Bluetooth e un sistema di tracking GPS. Sul manubrio c’è uno spazio per il posizionamento dello smartphone e non manca una videocamera posteriore. Pez-zo forte del progetto è il sistema di LED e laser di cui è provvista la bici: i primi permettono di rendere visibile la bici anche nel bel mezzo della notte mentre i laser, due an-teriori e due posteriori, disegnano una vera e propria pista ciclabile davanti e dietro al ciclista, segna-lando e aiutando chi ci precede e chi ci segue la distanza di sicurez-za da rispettare. Tutte le funziona-lità sono orchestrate per lavorare in stretto connubio via software e la gestione di ogni caratteristica avviene tramite smartphone. C’è anche l’immancabile parte social: il ciclista potrà condividere in ogni momento il tragitto che sta per-correndo. Samsung SmartBike è solo un prototipo, ma l’idea è senza dubbio interessante e, ol-tretutto, totalmente italiana. Clicca qui per il video.
di Roberto PEZZALI
GoPro ha fatto scuola, e ora non c’è
produttore che non abbia a cata-
logo una sport cam o una video-
camera per ripresa soggettiva, di fatto
gli unici modelli di videocamera che si
riescono ancora a vendere. Chi usa as-
siduamente questo tipo di videocamere
tuttavia inizia a capire qual è il problema
principale, la modalità di ripresa a tratti
noiosa: o si inquadra l’attore, ma si per-
de la scena, o si inquadra la scena e non
si capisce chi è che compie l’azione.
Airdog è quello che molti definiscono
già come “l’accessorio definitivo” per
le videocamere stile GoPro: è un drone
cameraman, un quadricottero stabilizza-
to capace di seguire una persona effet-
tuando spettacolari riprese aeree.
Airdog è stato lanciato come campagna
su Kickstarter, ma il prodotto già esiste,
funziona e il sito sembra più una vetrina
per mostrare le potenzialità di questo
oggetto volante ben identificato. Gra-
zie a un GPS e a un sistema di object
tracking, Airdog è in grado di seguire
una persona sfruttando una GoPro come
videocamera: il sistema di mon-
taggio compensa le oscillazioni e
i movimenti del volo, permettendo
riprese stabili e continue. I creatori di Air-
dog hanno pensato quasi a tutto, anche
alla scarsa autonomia: avendo solo 15
minuti di autonomia di volo il drone può
essere richiamato da telecomando solo
quando serve, decollando ad esempio
dalla spiaggia. Il problema, ad oggi, è
la questione ostacoli: non c’è ancora un
sistema per evitare collisioni con oggetti
in volo anche se il team ci sta lavorando.
Per migliorare la qualità e l’efficacia delle
riprese, Airdog dispone di diversi profili:
a seconda dello sport selezionato cam-
bierà il tipo di riprese e l’altezza.
Oltre a funzionare come cameraman
per riprese aeree in perfetta autonomia
il drone può essere usato anche come
normale drone da ripresa con teleco-
mando separato; resta il neo del prezzo,
circa 1500 dollari quando arriverà sul
mercato anche se per i primi acquirenti
c’è il classico “early bid” a 999 dollari.
Un video di quello che Airdog può fare.
GADGET Il suo prezzo al momento dell’uscita sul mercato dovrebbe essere di 1500 dollari
Airdog, drone cameraman per riprese aereeAirdog è il drone che segue e riprende un soggetto da svariate altezze per riprese mozzafiato
di Emanuele VILLA
È senza dubbio il momento della tec-
nologia indossabile, tra sensori di
ogni genere, smartwatch, bracciali
per il fitness, life tracker, ecc. Ma una
cosa è certa: lo smartwatch “definitivo”,
quello che spingerà le persone a sosti-
tuire il proprio orologio classico, non è
ancora arrivato; molti parlano del futuro
iWatch, altri delle soluzioni LG e Moto-
rola basate su Android Watch, ma non
dobbiamo dimenticare un immenso sot-
tobosco di soluzioni meno altisonanti ma
anche più innovative rispetto a quelle dei
“mostri sacri”. È il caso dello smartwatch
Moment, realizzato da Momentum Labs
e pronto per la produzione, qualora ov-
viamente riesca a raggiungere il quo-
rum previsto in kickstarter; si tratta di
un braccialetto dal look estremamente
moderno e ricercato, con finitura lucida
e bordi interni metallici, il tut-
to per 100 grammi di peso e
0,9 mm di spessore ai bordi.
Innovativo lo è senz’altro: in
pratica è completamente av-
volto da uno (o più) display
e-paper flessibili con 150dpi
di risoluzione e rigorosa-
mente touch; quello esterno
mostra l’orologio, permette la
gestione via gesture delle funzionalità
del bracciale (per le quali l’azienda ha
già coinvolto produttori di terze parti) ed
eventualmente le notifiche, ma è nella
parte posteriore che si nasconde una
tastiera qwerty completa e che permette
di rispondere a email e interagire con il
massimo livello di privacy. Anche perché
qui non è previsto il collegamento con
uno smartphone: Moment è del tutto
indipendente e può essere personaliz-
zato con l’inserimento di moduli aggiun-
tivi che offrono allo smartwatch feature
extra come la ricarica a induzione, il mo-
nitoraggio della frequenza cardiaca, ecc.
Inoltre, sfruttando un display e-paper,
Moment può assicurare un livello di
autonomia da record (per essere uno
smartwatch, ovvio), ovvero un mese in
condizioni di uso costante.
Niente male, nella speranza di vederlo a
breve sul mercato.
Clicca qui per il video.
GADGET Particolarmente curato il design: finitura lucida, bordi in metallo, spessore di 0.9 mm
Lo smartwatch Moment ha un mese di autonomia Moment ha display e-paper curvo e touch e tastiera qwerty per rispondere ai messaggi
torna al sommario 30
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Roberto PEZZALI
H uawei, forte della terza posizione come produtto-
re di smartphone a livello globale, sta lavorando
tantissimo per far crescere il suo marchio anche
a livello di riconoscibilità. In questo senso il nuovo
Ascend P7 vuole essere il prodotto “da vetrina”, quello
di punta con cui il produttore cinese non ha paura di
confrontarsi con nomi ben più altisonanti dell’attuale
panorama. L’Ascend P7 ha infatti caratteristiche da vero
top di gamma, sia per quanto riguarda i dati prettamen-
te tecnici, che per il design.
Design non originale, ma curatoHuawei durante la presentazione ha posto molto l’ac-
cento sulla qualità della costruzione del suo nuovo
dispositivo e a ragione: in questa fascia di prezzo è
infatti impossibile trovare prodotti così ben costruiti.
Se l’Ascend P7 ha un difetto è solo quello forse di non
spiccare per originalità: Huawei sembra aver pescato
un po’ dalla linea degli ultimi Sony Xperia e un po’ dagli
iPhone di Apple, il che non è necessariamente un male
intendiamoci. Di certo l’Ascend P7 è sottilissimo, appe-
na 6,5 mm, leggero e appunto denota una precisione
nella costruzione notevole: sono piacevoli i materiali,
giunzioni e spigoli, qualità dei tasti. Il profilo laterale è in
alluminio ben lavorato e il bordo inferiore è arrotondato
con al centro la porta micro USB. Huawei durante la pre-
sentazione ha parlato di nano coating per la protezione
dagli spruzzi accidentali, ma il telefono non ha alcuna
particolare certificazione per l’impermeabilità. Il display
è da 5 pollici e come impone la moda del momento con
risoluzione Full HD per una densità di
445 punti per pollice e riempie
ben il 72,16% della superficie
del frontale dello smartpho-
ne, con una cornice laterale
di meno di 3 mm. Huawei
TEST L’Ascend P7 è uno dei prodotti migliori del catalogo Huawei e non ha nulla da invidiare ai top di gamma del momento
Huawei Ascend P7: completo e al giusto prezzoUno smartphone Android “personalizzato” contraddistinto da un design molto curato e un’ottima costruzione tecnica
non dichiara esplicitamente il tipo di display se non che
utilizza la tecnologia touch “in cell” a indicare che lo stra-
to sensibile al tocco è direttamente integrato nel piccolo
pannello, il che lo rende più sottile e con immagini an-
cora più vicine alla superficie dello schermo stesso. Per
il processore Huawei ha deciso di giocare ancora una
volta in casa, optando per il SoC HiSilicon Kirin 910T che
integra una CPU quad core da 1.8 GHz basata su archi-
tettura ARM Cortex-A9, e GPU Mali-450. La verà novità è
però l’integrazione anche di un processore di immagine
della Altek completamente dedicato all’elaborazione
dei dati del sensore della fotocamera principale. Que-
st’ultima utilizza un sensore Sony Xmor da 13 Megapixel
anche se qui la vera sorpresa è la fotocamera frontale
con sensore da ben 8 Megapixel. La memoria RAM di
sistema è da 2 GB e troviamo 16 GB di memo-
ria integrata espandibili con lo
slot per schede microSD. Qui,
rispetto a quanto visto alla pre-
sentazione ufficiale dell’Ascend
P7, purtroppo dobbiamo segna-
lare che la versione distribuita in
Italia non implementa l’ingegnoso
slot doppia funzione che permette
di utilizzare lo smartphone anche
in modalità dual SIM. Per quanto
riguarda le restanti caratteristiche
tecniche c’è ancora da segnalare
la scelta di utilizzare un gel termico
per migliorare la dissipazione del ca-
lore all’interno del sottile chassis, e la
doppia antenna per migliorare le
performance della connetti-
vità LTE cat 4 a 150 Mbit/
s. Per il resto c’è tutto
quello che ci si aspetta
da un moderno smar-
tphone: Bluetooth 4.0
LE, NFC, completa
dotazione di sensori
e forse possiamo solo
lamentare la mancata
compatibilità con il Wi-Fi
802.11ac o l’802.11n dual
band. Vista la struttura uni-
body la batteria non è chiara-
mente csostituibile dall’utente e ha
una capacità da quasi 2500 mAh.
Interfaccia custom più elegante e ricca di funzioniL’Ascend P7 è naturalmente uno smartpho-
ne Android, in particolare nella versione
KitKat 4.4.2, con interfaccia custom di Huawei
denominata EmotionUI, giunta alla versione
2.3. La nuova interfaccia grafica di Huawei
presenta da una parte icone contraddistin-
te da un design nettamente migliorato, con
colori e forme più morbide, dall’altra un’im-
postazione dell’home screen che, fatta
segue a pagina 31
lab
video
Huawei Ascend P7DESIGN PREMIUM E PRESTAZIONI ADATTE A QUALSIASI UTILIZZO 399,00 €ll design non teme confronti con prodotti dai nomi molto più altisonanti e il display è molto bello sia come resa cromatica che per luminosità massima. Anche l’interfaccia personalizzata di Huawei è stata sensibilmente migliorata, è molto piacevole e troviamo alcune funzioni decisamente interessanti. Il processore non è forse al pari degli ultimi Qualcomm, ma nelle nostre prove, a parte qualche rallentamento, lo smartphone è risultato in grado di offrire un’esperienza di utilizzo sicuramente superiore a quella di tanti altri prodotti di fascia media. Buono il comparto fotografico anche se ci aspettavamo qualcosa di più dalla resa con scarsa luminosità. Nel complesso si tratta di un prodotto ben riuscito soprattutto alla luce del prezzo.
COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEDisplay luminosoOttima qualità costruttivaFotocamera frontale da 8 Mp
Qualche rallentamentoProcessore non da top di gamma
Qualità Longevità Design Simplicità D-Factor Prezzo
7 8 9 8 8 98.0
La particolare finitura della scocca posteriore dove si può vedere il micro-pattern creato dal vetrino a sette strati.
torna al sommario 31
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
eccezione per i widget e i tasti di navigazio-
ne/funzione nella parte bassa dello
schermo, può ricordare quella
di iOS. Le applicazioni, infatti,
non finiscono nel cassetto del-
le app, ma rimangono sull’home
screen. Più applicazioni abbiamo
installate, più pagine dovremo ag-
giungere. Le app possono essere
naturalmente raccolte in cartelle
e l’unica cosa che non ci è pia-
ciuta del tutto è proprio la grafi-
ca di queste ultime che stona un
po’ con il resto della home screen.
Per disinstallare un’app, basta tene-
re premuta un’icona e trascinarla sul
cestino che compare. Molte le funzio-
nalità aggiunte da Huawei all’Ascend
P7 specie per quanto riguarda l’ottimiz-
zazione dello smartphone e i consumi. Tra
le app pre-installate ne troviamo infatti una
denominata “Gestione telefono” che permette anche
in modo del tutto automatico di effettuare una sorta di
scansione per liberare la memoria del telefono, oltre
che controllare l’accesso a Internet delle singole app
e persino gestire un “filtro molestie” che permette di
nascondere chiamate e messaggi indesiderati, fino ad
arrivare al blocco totale di un contatto. Nel comples-
so si tratta di un’app davvero ben fatta e offre notevoli
possibilità di personalizzazione nell’utilizzo delle risor-
se dello smartphone. Le altre app di base (chiamate,
messaggi, ecc) sono abbastanza standard, ma vale la
pena di segnalare l’integrazione della tastiera Swype
all’interno di quella di sistema, con un tasto dedicato
per l’utilizzo e la sua personalizzazione. Tra le app pre-
installate si segnalano il registratore vocale, le note,
il file manager, la gallery con riproduzione via DLNA
integrata, un’app per la creazione di backup criptati
sulla memoria del telefono, la radio FM e Polaris Of-
fice. Completo il menù delle notifiche, con l’area delle
scorciatoie alle impostazioni di uso più comune che
si espande per mostrare praticamente tutto quanto ci
può servire davvero. Qui troviamo anche il comando
per avviare il mirroring dello schermo con display Mi-
racast compatibili. Da segnalare, oltre al risparmio
energetico configurabile, anche la modalità
di risparmio “ultra” che in sostanza
disattiva tutto tranne chiama-
te, SMS e rubrica. Con questa
modalità lo smartphone è in
grado di resistere in stand-by
per quasi un giorno con il 10% di
batteria a disposizione.
Fotocamera: focus sui selfiePer la fotocamera frontale abbiamo praticamente tutte le
stesse funzionalità che solitamente troviamo per quella
principale, come i filtri artistici, il riconoscimento del sor-
riso e soprattutto la modalità panorama che consente
di realizzare quelli che Huawei ha ribattezzato groufies,
cioè autoscatti realizzati combinando diverse immagini
tra loro per riprendere gruppi. Sempre per la fotocame-
ra frontale c’è poi la modalità di ripresa “bellezza”, un
filtro che permette di migliorare il nostro look, con tanto
di preview in tempo reale e possibilità di intervenire su
parametri come naso, occhi, pelle, ecc. Passando alla
fotocamera posteriore, aumentano il numero di regola-
zioni disponibili (ISO, bilanciamento del bianco, esposi-
zione, ecc.) e di modalità di scatto. Ci sono l’HDR, ma
anche un’interessante funzione di tracking per la messa
a fuoco. Altra particolarità è la modalità di scatto rapido
che consente di azionare la fotocamera posteriore da
schermo bloccato, con un doppio click. Huawei dichiara
un tempo di scatto minimo di 1,2 sec. dalla pressione
del tasto: nei nostri test ci siamo fermati a 1,3 sec. che
comunque è un valore degno di nota. La qualità della
fotocamera è decisamente buona in condizioni di lumi-
nosità favorevole. Ottimi sono il livello di dettaglio, bilan-
ciamento cromatico e pulizia delle immagini, la resa sui
primi piani delle persone. La gamma dinamica è discreta
e l’HDR è poco marcato e produce effetti abbastanza
naturali anche se introduce in alcune situazioni qual-
che alone. Quando la luce è inferiore la resa è meno
sensazionale. A dispetto del processore di immagine
dedicato, il rumore comunque si nota. In esterni, anche
all’imbrunire, nonostante un po’ di rumore sulle ombre la
resa è comunque convincente, ma in interni e con poca
luce il dettaglio può risentirne.
Impressioni d’usoUsare Huawei Ascend P7 non ci è dispiaciuto affatto.
La qualità della costruzione è qualcosa che si percepi-
sce immediatamente al tocco ed è senza dubbio uno
dei punti di forza di questo smartphone, che offre uno
schermo ampio e allo stesso tempo grande leggerez-
za. Il retro è molto bello, ma anche un po’ troppo liscio,
tanto che se non è appoggiato su una superficie perfet-
tamente piana lo smartphone tende a scivolare. Difficile
pensare di avere a che fare con uno smartphone che
costa così poco in rapporto alla qualità della costruzio-
ne e al bel display. Il display è molto luminoso e l’unico
limite per la visibilità
in pieno sole è dato
dai riflessi sullo
schermo. La defi-
nizione è ottimale
(pannello Full HD) e
le immagini sembra-
no davvero a pelo
della superficie.
Sempre precisa la
risposta anche del
touchscreen. L’in-
terfaccia a schermo
ci è parsa general-
mente fluida nelle
animazioni princi-
pali, anche se in al-
cuni menù abbiamo
riscontrato qualche
tentennamento, ma
niente da pregiudicare l’esperienza di utilizzo. Il passag-
gio da un’applicazione all’altra è quasi sempre rapido,
anche con diverse app aperte in background. D’altra
parte il processore scelto da Huawei non è esattamen-
te il più performante sulla piazza, con i benchmark che
mettono l’Ascend P7 comunque dalle parti dell’HTC One
dello scorso anno, il che non è poi poco. A penalizzare
un po’ l’Ascend P7 sono le prestazioni pure della CPU,
mentre la parte grafica non si comporta affatto male. Ab-
biamo giocato a Dead Trigger 2 con i dettagli al massi-
mo, in generale con prestazioni buone incappando solo
in qualche sporadico rallentamento. Stiamo parlando
ricordiamo sempre di uno smartphone che ha un prezzo
di listino di 399 euro. Anche la navigazione via browser
è in generale fluida, ma anche qui, dopo qualche ora di
utilizzo e molte app aperte si può assistere a un leggero
rallentamento per lo più con i siti più complessi (nella
nostra esperienza sono quelli con banner pubblicitario
sullo sfondo della pagina a creare più problemi). Per
quanto riguarda le funzioni prettamente telefoniche
l’Ascend P7 fa quello che deve fare. L’unica cosa che
ci sentiamo di segnalare è che lo speaker, anche se è
in grado di emettere un consistente volume, a causa
del retro completamente liscio, quando lo smartphone
è appoggiato, ad esempio, su un tavolo, il suono viene
soffocato di molto con il rischio che la suoneria non sia
più udibile. La batteria è da ben 2460 mAh, che per un
telefono così sottile non è cosa da poco e garantisce
un’autonomia tutto sommato buona, che ci ha permesso
di arrivare sempre a fine giornata. Difficile però arrivare
a superare le 24 ore (stand-by incluso), a meno di un
uso davvero light in cui si fa unicamente uso di mail e
social network. Fotocamera e giochi sono naturalmente
gli utilizzi che consumano maggiormente.
TEST
Huawei Ascend P7segue Da pagina 30
Molto pulita anche la lock screen. Un pannellino compare con un
meccanismo molto simile a quello del control center di iOS, con alcune
scorciatoie come la torcia o il calenda-rio, il meteo o il volume.
Huawei Ascend P7in prova
lab
video
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Huawei punta molto sulla moda dei selfie e non è un caso che la fotocamera frontale sia mol-to curata, con un sensore BSI da ben 8 MP e obiettivo a 5 elementi con lenti asferiche.
www.audiogamma.it
Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frut-to della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tec-nologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stes-so creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibi-le in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la per-sonalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ov-vero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte-
nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è in-fatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con mi-crofono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gliamanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamente-P3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello,da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite ilcavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple.
Concert for one
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
133_bw_P3_pgp_ddy.qxp:- 29-04-2014 20:01 Pagina 1
torna al sommario 33
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Vittorio Romano BARASSI
P rima Samsung, poi HTC e Sony e infine anche LG:
da qualche tempo vanno di moda i “mini” e nessu-
no dei grandi produttori, per ovvi motivi di marke-
ting, sembra volerne fare a meno. Ma ci sono mini e mini:
il G2 mini di LG vuole offrire alla clientela un prodotto
dal design pressoché identico a quello del più grande
e costoso G2, ma in scala. Affermare che G2 Mini sia
piccolo in senso assoluto però è abbastanza difficile:
si tratta di un device di 129,6 x 66 x 9,8 mm che non
sorprende affatto per le dimensioni generali bensì per
il senso di leggerezza che si prova una volta preso in
mano. Il dispositivo pesa appena 121 gr e questi sono
ben distribuiti, elemento che contribuisce non poco
alla sensazione di peso piuma che contraddistingue il
telefono. Se da un lato fa molto piacere scoprire come
LG sia stata in grado di creare un prodotto così leggero,
fa meno piacere percepire come la qualità dei materiali
scelti dall’azienda coreana sia tutt’altro che eccelsa: una
plastica di modesta qualità avvolge l’intero dispositivo
e la particolare finitura “a griglia” della cover posteriore
rimovibile non aiuta a potenziare la sensazione di soli-
dità. LG G2 non è certo un “mostro” nella qualità delle
finiture ma LG ha fatto di tutto per limitare al massimo gli
scricchiolii che, pur essendo presenti, non sono mai così
gravi da essere percepibili durante l’uso di tutti i giorni.
Come già visto sul G2 e sul neo-arrivato G3, anche G2
mini non propone pulsanti sui lati ma questi sono rag-
gruppati nella porzione posteriore della scocca, al di sot-
to dello spazio riservato alla fotocamera da 8 Megapixel
(affiancata da un buon flash LED); i tasti sono
tre e tutti in rilievo, con i comandi del volume
che abbracciano il pulsante di accensione-
blocco-sblocco del dispositivo.
I pixel si vedono, ma colori e angolo di visione convinconoLa porzione anteriore di LG G2 mini è con-
traddistinta da un generoso display da 4,7
pollici che occupa circa il 71% dell’intera su-
perficie a disposizione; da spento l’impatto
TEST Il piccolo di casa LG oltre al design, ha poco a che vedere con il fratello maggiore, processore e performance diventano“mini”
LG G2 Mini: dimensioni e prestazioni “in scala”Un dispositivo di fascia media adatto a chi non ha grandi pretese ma non rinuncia ad estetica e funzionalità del top di gamma
è di rilievo ma una volta acceso il dispositivo non si fa
fatica a capire come la qualità del pannello scelto da LG
sia inferiore a quella eccelsa del Full HD da 5,2 pollici
visto sul G2 che abbiamo provato diversi mesi or sono.
Quello di G2 mini è un pannello qHD da soli 540x960
pixel che su una diagonale così ampia risultano forse un
po’ pochi; un occhio attento, infatti, non farà troppa fa-
tica a notare i circa 234 pixel per pollice, soprattutto in
ambienti particolarmente bui oppure con la luminosità
impostata a livelli medio-alti. A proposito di luminosità
è doveroso segnalare come LG abbia deciso di rispar-
miare sul sensore di luminosità ambientale: sul G2 mini
non c’è ed è presente solo quello di prossimità. Volendo
esprimere un parere generale sul pannello ci viene dif-
ficile elogiarlo incondizionatamente ma è giusto essere
obiettivi: G2 mini costa la metà di G2 e qualche rinuncia
è normale; il display non sarà paragonabile a quello del
fratello maggiore ma ci si fa lo stesso di tutto, inoltre par-
liamo di un pannello tutt’altro che risoluto ma dai colori
sempre molto realistici, Infine,
il fatto che sia un LCD IPS
permette sempre all’uten-
te di apprezzare tonalità
verosimili anche da angoli
di visione estremi. Davanti
al display c’è pure un Go-
rilla Glass 2 di Corning,
elemento che permetterà
di tenere il dispositivo al
riparo dai graffi.
Tutto è mini: anche processore e RAMDiminuiscono le dimensioni e diminuisce la potenza:
sembrerebbe una cosa naturale ma non
lo è affatto e Sony lo ha ben dimo-
strato con il suo Z1 Compact. LG
G2 mini non è sicuramente un
dispositivo dedicato ai ma-
niaci delle prestazioni: lo
smartphone è equipaggia-
to con lo Snapdragon 400
(Qualcomm MSM8226)
quad-core da 1,2 GHz or-
mai standard dei prodotti
di gamma media, supporta-
to per la parte grafica da una
GPU Adreno 305 e affiancato
da un solo GB di memoria RAM. Il
dispositivo resta decisamente piace-
vole da utilizzare nella routine quotidiana,
ma nelle situazioni più difficili fa intravedere tutti i suoi
limiti. Facendone un uso basilare difficilmente ci si ac-
corgerà della poca grinta del device, e d’altronde, consi-
derando prezzo, fascia di mercato e target preferenziale
(primo smartphone con buon rapporto qualità/prezzo), la
scelta di LG sulla dotazione hardware è comprensibile.
Con G2 mini si può lavorare, giocare e guardare video
senza problemi, ma ovviamente non si deve rientrare
nella cerchia degli appassionati, pena qualche attesa
di troppo (1 GB di RAM si nota) e qualche indecisione.
segue a pagina 34
lab
video
LG G2 miniUNA VERSIONE “CASUAL” DEL (MOLTO) PIÙ POTENTE G2
299,00 €LG G2 mini non è nato per assicurare la stessa identica esperienza d’uso del fratello maggiore, ma si rivolge a un’utenza più ampia, dalle pretese nettamente minori, pur mantenendo un approccio analogo al top di gamma. Ecco perché è sì più piccolo, ma anche le specifiche tecniche sono state ridimensionate. Un processore meno potente, un quantitativo di RAM inferiore e un display tutt’altro che eccezionale; alquanto positiva è però la presenza di una cover posteriore rimovibile che dà accesso all’ottima batteria e agli slot microSIM e microSD. Con G2 mini ci si fa di tutto, è discreto e completo, ma è un terminale di fascia media, alla quale assicura versatilità, ma attenzione a non stressarlo troppo: se dovete pesare fortemente sul multitasking o ci tenete alle prestazioni, qui troverete purtroppo qualche rallentamento di troppo.
COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEBatteria eccezionale e rimovibilePresenza del modulo 4GBuona fotocamera
Performance non sempre di alto profiloDisplay poco risolutoPrezzo di listino
Qualità Longevità Design Simplicità D-Factor Prezzo
7 7 8 8 7 67.0LG G2 mini a confronto con G2: un paragone che stenta a stare in piedi. Meno potenza, meno RAM, fo-tocamera meno performante e un display meno definito. Ovvia-mente cambia anche il prezzo, e non di poco.
torna al sommario 34
MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
A puri fini di test, che come anticipato difficilmente an-
dranno a ricalcare le comuni condizioni di utilizzo, l’ab-
biamo stressato duramente, e in effetti in questo caso
le incertezze vengono fuori. Nel multitasking “estremo”,
per esempio: dopo aver aperto molte applicazioni lo
smartphone fatica a tenere il ritmo e ci vorrà più di qual-
che secondo per ritornare alla normalità; in questi casi
di multitasking avanzato si segnalano incertezze anche
in funzioni di base come le chiamate e la messaggistica,
con LG G2 mini spesso in netta difficoltà a capire quan-
do - ad esempio - stacchiamo il telefono dall’orecchio
per accedere al tastierino numerico on-screen. Morale:
è un terminale di fascia media, con dotazione hardware
di medio profilo e pensato per l’utilizzo “ca-
sual”. Se si vuole un telefono da stressare
con 1000 applicazioni aperte, passando da
una all’altra compulsivamente e non accet-
tando attese e indecisioni di alcun genere,
G2 (anzi, ora G3) è la soluzione cui puntare.
LG G2 mini gira su Android KitKat 4.4.2 e
presenta un’interfaccia utente molto pia-
cevole e “giovanile” (ottima la possibilità di
personalizzare i tasti on-screen); non ci ha
fatto impazzire forse il design un po’ anonimo di alcune
applicazioni standard come Galleria e Video (file .MOV a
parte apre tutto, compresi DivX e filmati con codec AC3),
ma non ci sembrerebbe giusto puntare il dito contro LG
per questi piccoli dettagli. Un dettaglio certamente più
importante è quello che riguarda il blocco/sblocco del
dispositivo; come abbiamo detto in precedenza lo smar-
tphone presenta tutti i tasti nella sua porzione
posteriore e, di conseguenza,
se LG non fosse intervenuta
in qualche maniera non si
sarebbe potuto sbloccare il
device quando appoggiato
da qualche parte. Per fortuna
(ovviamente) gli ingegneri co-
reani hanno riproposto il pra-
tico Knock On (doppio tap sullo schermo per il
blocco e lo sblocco del device) che su G2 mini è in
versione “evoluta”; il disposi-
tivo infatti è equipaggiato con
la tecnologia Knock Code, la
quale permette all’utente di im-
postare una sequenza di tap - da
2 a 8 tocchi sui quattro quadranti
del display - utile per lo sblocco. Il
sistema funziona davvero bene e lo
ab- biamo trovato addirittura più reattivo
del normale Knock On, a volte un po’ indeciso. Sco-
modo, secondo noi, il tasto di sblocco posteriore: è trop-
po prominente e spesso, soprattutto in tasche piuttosto
strette, si rischia di premerlo (più volte ci è successo di
tornare a casa con il telefono spento); stesso discordo
per gli altri due pulsanti: a display spento se si preme
Volume+ si accede a QuickMemo mentre tenendo pre-
muto Volume- si accende la fotocamera. Forse a cau-
sa dei soli 8 GB di memoria fisica installati (quantitativo
però espandibile tramite microSD fino a 32 GB ), LG non
ha esagerato sotto il profilo software: ci sono tutte la app
Google, un browser di sistema (ma funziona molto me-
glio Chrome) e poco altro. Da segnalare solo LG Backup,
RemoteCall Service (app per il supporto remoto), Think-
Free Viewer per l’apertura di documenti e file PDF, Box
(servizio di archiviazione cloud) e LG SmartWorld, una
sorta di store dove scaricare sfondi, temi e app per il
dispositivo.
Non è un camera-phone ma la fotocamera è promossaUna delle caratteristiche principali di LG G2 “normale”
è senza dubbio la fotocamera da 13 Megapixel con sta-
bilizzatore ottico, elemento che probabilmente l’azien-
da avrebbe potuto riproporre qui ma che, a causa del
ridimensionamento dell’hardware, non ritroviamo.
G2 mini monta un semplice modulo da 8 Megapixel (in
4:3, 6 Megapixel se si scatta in 16:9), senza OIS, che
se la cava bene in ogni situazione ma ha ben poco
a che vedere con quello del fratello maggiore. Di
giorno le foto e i video (1080/30p ma si può scende-
re fino a 176x144 pixel per gli MMS) sono sempre di
buonissima qualità; certo il dettaglio non è alle stelle
e la compressione JPEG degli scatti si fa sentire, ma
tutto sommato non ci si può affatto lamentare. Di sera
e di notte il sensore fa un po’ più di fatica ma non è
poi così difficile ottenere foto e video di qualità più
che sufficiente: basta stare lontano dalle luci troppo
forti che “mandano in confusione” il pacchetto. La
velocità di scatto non è fulminea, quasi sicuramente
a causa di un sistema di messa a fuoco non proprio
velocissimo. Per vedere i video di esempio clicca:
video notturno - video diurno
È anche un buon telefonoè 4G e la batteria duraSotto il profilo prettamente telefonico LG G2 si com-
porta in maniera molto positiva; la ricezione è molto
buona in ogni situazione e la qualità delle chiamate è
superiore alla media di categoria: dalla cuffia aurico-
lare si sente bene e anche chi ci ascolta riferisce di
sentirci molto bene. Piccolo appunto sulla vibrazione:
anche impostata al livello più alto spesso si fa fatica
a sentirla, sia che il telefono stia in una tasca sia che
esso stia, per esempio, sulla scrivania o sul comodino.
Lo smartphone in questione è 4G (LTE 800 / 900 / 1800
/ 2100 / 2600) e questo, a cui si aggiunge la presenza
dell’NFC, è certamente un punto a favore di un disposi-
tivo in vendita sotto i 300 euro. Altro punto nettamente
a favore di LG G2 mini è caratterizzato dalla batteria
che evidentemente non risente della presenza del già
citato modulo 4G: il pacchetto da 2440mAh - rimovibi-
le - permette di superare tranquillamente la normale
giornata lavorativa e se non si esagera con i giochi si
rischia addirittura di coprirne due senza mai dover ri-
correre al caricabatterie. LG G2 mini non manca poi di
Bluetooth 4.0, Wi-Fi a/b/g/n, Wi-Fi Direct, DLNA e GPS
con A-GPS e GLONASS. La piccola confezione di ven-
dita propone anche un paio di cuffie standard: la quali-
tà è nella media e certamente gli amanti del bel suono
dovranno guardare altrove. Buono il lettore musicale
proposto da LG, il quale è in grado di eseguire anche
file .FLAC e .WAV.
TEST
LG G2 Minisegue Da pagina 33
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Software fotocamera: ricco di funzionalità (alcune anche abbastanza simpatiche) e di opzioni, ma non spicca per rapidità e immediatezza
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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014
di Roberto FAGGIANO
I l mercato delle cuffie negli ultimi anni ha visto un
radicale cambiamento nelle prospettive di vendita:
non più strumenti per ascoltare musica a casa pro-
pria senza disturbare il resto della famiglia ma vero e
proprio status symbol da esibire in strada e sui mezzi di
trasporto pubblico. Alcuni marchi, in particolare, hanno
sfruttato l’immagine di vip assortiti, attraendo così chi li
voleva imitare. Altri marchi hanno proseguito sulla loro
buona strada, forti dell’esperienza sul campo e negli
studi di registrazione ma hanno poi dovuto fare i conti
con il pubblico più giovane, poco interessato alla tradi-
zione e molto sensibile all’immagine e alle mode.
65 anni e li dimostra tuttiNel campo musicale sono davvero pochi i marchi
che sono praticamente nati assieme agli studi di regi-
strazione. Tra loro AKG, Akustische und Kino-Geräte,
marchio austriaco specializzato in cuffie e microfoni;
modelli come le Kardan 140 e 240 sono state utiliz-
zate per registrare moltissimi dischi e hanno deliziato
gli ascoltatori di vinile negli anni ‘70 e ‘80 dello scor-
so secolo. Chi scrive ha avuto come prima cuffia una
K140, sostituita solo per il “fine vita” dei suoi cuscinetti,
ormai introvabili come ricambi. Potrete quindi immagi-
nare le nostre perplessità quando AKG ha lanciato i
nuovi modelli Y con estetica molto vistosa per attirare
i nuovi clienti più giovani. Non era forse meglio ricor-
dare la fama raggiunta nel passato? Probabilmente
ha, invece, avuto ragione il gruppo Harman, da tempo
proprietario del marchio europeo. Per toglierci ogni
dubbio abbiamo provato le nuove Y50 (99 euro), per
l’occasione in una vistosa finitura rossa. Si tratta di un
esemplare tra i primissimi usciti dalle linee di produ-
zione, ma ci assicurano del tutto comparabile a quelli
in vendita a breve. I dati tecnici parlano di impedenza
a 32 ohm, sensibilità di 115 dB e risposta in frequenza
tra 16 Hz e 24 kHz.
Linea vistosa, materiali di qualitàPer il nostro test abbiamo utilizzato un iPod Touch e
il convertitore Denon DA-300USB in modo da poter
ascoltare non solo MP3 ma anche musica su PC in
formato Flac e addirittura DSD. Nella dotazione della
cuffia c’è, infatti, oltre a una comoda sacca da viaggio,
anche un adattatore jack da 6 mm per l’utilizzo con
apparecchi casalinghi. L’analisi esterna della cuffia
deve partire dal vistoso logo sui padiglioni, in pochi
hanno osato tanto, nemmeno il celebrato marchio
americano che ha lanciato questa moda. Molte parti
sono metalliche, come il padiglione stesso e l’archet-
to; le parti in plastica sono di spessore adeguato e
senza apparenti punti deboli. Anche il meccanismo
di rotazione dei padiglioni ha un perno in metallo nei
punti critici. Ottima l’imbottitura dei cuscinetti, molto
morbida e avvolgente, più leggera quella sull’archet-
to. Il comfort è ottimo anche dopo ascolti molto pro-
lungati e non c’è nessuna pressione eccessiva sulle
TEST Cuffie più che ottime, comode da indossare e realizzate con materiali duraturi; buono anche il rapporto qualità/prezzo
AKG Y50, provata in anteprima la cuffia della svoltaVeste più moderna per avvicinarsi ai giovani, ma la qualità sonora per fortuna non è cambiata, adatta a ogni genere musicale
orecchie, nonostante il buon isolamento dai rumori
esterni. I canali destro e sinistro sono ben evidenziati
all’interno del padiglione, non come certi concorrenti
dove sembra abbiano studiato il punto meno visibile
dove contrassegnare i due canali. Unico punto miglio-
rabile ci pare il cavo di collegamento, separabile ma
molto sottile e con microfono a un solo pulsante uni-
versale per ogni smartphone: un modo semplice per
risparmiare sulla certificazione dai vari loghi di fabbri-
ca ma scomodo nell’uso quotidiano perché impone di
andare sul telefono per molte operazioni.
Nuova filosofia Vecchia (ottima) qualità d’ascoltoEd eccoci finalmente all’ascolto, dove AKG non do-
veva certo cambiare rispetto all’ottimo passato. Ave-
vamo già ascoltato le cuffie durante la presentazione
europea a Berlino, avendo come sorgente un banco
da deejay e un amplificatore Project Audio Head Box
S, ricavandone un’ottima impressione. Ora possiamo
dedicarci a un ascolto molto più attento e con musica
ben conosciuta. La sensibilità della cuffia è nella me-
dia ma la dinamica è di ottimo livello, anche alzando
al limite il volume non si colgono distorsioni o fatica
d’ascolto. La risposta in frequenza è molto estesa e
permette di cogliere nuovi dettagli in gamma acuta
con i brani meglio registrati e meno compressi; sui
bassi più profondi il controllo è notevole tranne con
brani malamente mixati per essere più coinvolgenti
con gli auricolari più economici. La tridimensionalità
c’è e questa è già una notizia, i suoni non vengono
compressi tra le due orecchie ma si espandono verso
l’esterno creando una bella scena frontale; meno ap-
prezzabile la profondità ma non possiamo chiedere
troppo a ua cuffia di questo prezzo. Dopo il primo ap-
proccio per saggiare i limiti della nuova AKG possia-
mo passare al piacere d’ascolto, lasciando scorrere
senza problemi interi brani, un fattore raro e segnale
che stiamo usando una buona cuffia. Ritorniamo sul-
l’estremo acuto perché nonostante il grande dettaglio
non si sconfina mai nel graffiante e le voci femminili
non vengono penalizzate. Con i brani in alta risolu-
zione dal convertitore Denon si va verso un ascolto
decisamente serio, dove ci siamo sforzati di trovare il
limite delle Y50. Sin dai primi brani si nota la raggiunta
profondità che mancava con gli MP3, con una collo-
cazione molto accurata degli strumenti e il cantante
al centro della scena. La gamma bassa è notevole ma
forse senza la dinamica perfetta; ottimo il dettaglio
degli strumenti e ancora nessuna fatica d’ascolto no-
nostante l’estrema precisione in gamma acuta. Solo a
volume davvero alto si nota l’arrivo della saturazione
in ingresso, ma abbiamo portato il volume del Denon
quasi al massimo. Nessuna preferenza per i generi
musicali, tutto scorre con la massima piacevolezza ed
è proprio l’ascolto della musica a prevalere su tutto.
lab
video
AKG Y50ESTETICA VISTOSA, BUONE PRESTAZIONI SONORE 99,00 €Per questo livello di prezzo è difficile chiedere - e ottenere - di più. Anzi bisognerà preoccuparsi di fornire alle cuffie sorgenti e musica alla loro altezza per non mortificarne le prestazioni. AKG ha cambiato filosofia ma per fortuna il progetto è rimasto quello di un tempo: passi pure l’estetica vistosa se questo può far avvicinare alla musica ben riprodotta anche quei giovani che non conoscevano il marchio austriaco. Il risultato è una cuf-fia di qualità più che ottima, adatta all’ascolto di ogni genere musicale, comoda da indossare e costruita con materiali duraturi. Se avesse potuto partecipare alla nostra comparativa di cuffie sotto i 100 euro, la Y50 sarebbe stata la vincitrice. Il rapporto qualità/prezzo è molto favorevole.
COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEPrestazioni sonoreCostruzione accurataRapporto qualità/prezzo
Estetica vistosa dei padiglioniCavo di collegamento migliorabile
Qualità Longevità Design Simplicità D-Factor Prezzo
9 8 7 7 8 98.4