23 24 aprile 2012

5

Click here to load reader

description

Note ... a margine: racconto autobiografico

Transcript of 23 24 aprile 2012

Page 1: 23 24 aprile 2012

23 aprile 2012

- Note .. a margine - prima giornata

Sembra assurdo, ma non ho molto dormito durante la notte; sembra tutto ancora più assurdo

quando, arrivando a scuola alle 7.30, trovo già la maestra Francesca che mi paralizza la mente con

il sogno che sembra aver appena smesso di sognare:

…. Non ci crederai - mi dice - ma ho fatto un sogno in cui io, te e Patrizia (Patrizia è la nostra

trainer - operatrice) partiamo per Roma, anzi siamo già a Roma e realizzo che non posso essere

“qui” visto che proprio oggi iniziano le due giornate del Libro all’Arcobaleno. Ma, vedo voi due, di

solito puntuali e serie, così pacifiche che non posso immaginare siate consapevoli del guaio in cui

ci siamo messe. Allora, telefono a Lucio (trainer – operatore 2) e gli dico che non ci saremo alle

giornate, perchè siamo a Roma, ma che faremo in maniera di tornare per tempo … Lucio,

tranquillo come sempre, da quella sua postazione che gli permette di guardare il mondo femminile

che lo circonda da lontano e da fuori, mi risponde: - Contente voi … -

E’ un attimo, un momento, un breve cuscinetto morbido tra il sonno e la veglia, il prima ed il dopo,

l’aspettare ed il succedere. Un vortice, subito, decolla piano e mi avvolge per tutta la giornata.

Andiamo in palestra, unico luogo che può contenere tutti; là c’è già una prima specialista, Rachele

Colombo, una voce e un timbro ritmato che di lì a poco farà entrare i bambini in uno spazio

costruito apposta e che sta tra il libro e la musica. Sì, perché quest’anno, rispondendo ad un

desiderio di alcune maestre coltivato ancora molto lontano, il tema scelto per le due giornate del

Libro è appunto il Libro e la Musica.

Note … a margine è il titolo dell’iniziativa, come a dire che la Musica se ne esce dalle pagine del

libro, lo attraversa, lo incide, lo estende fuori da esso; ma come a dire, anche, che il Libro

costruisce musicalmente frasi e parole rendendo un’opera letteraria in grado di essere percepita

come melodia adatta all’animo umano..

Rachele incanta con il suo insieme di strumenti musicali conosciuti o insoliti, facendo partecipare i

bambini fino all’ultimo applauso.

Page 2: 23 24 aprile 2012

Poi i gruppi: le classi (10) si sciolgono, i nomi dei bambini scanditi da Marisa si intrecciano in nuovi

gruppi (10) mescolando età, competenze, curiosità ed espressività, una magia, sperimentata altre

volte, che regala a tutti piccoli e grandi, insegnanti e bambini, un modo di restare in situazione con

modalità differenti; un’opportunità capace di tirar fuori competenze sconosciute o poco

valorizzate; un’emozione gustata a piccoli morsi e assaporata fino in fondo.

Il viaggio ha inizio e ciascun gruppo, pilotato da un cartello con numero (+ insegnante) e il disegno

di uno strumento musicale esce dalla palestra e si avvia verso il primo laboratorio.

C’è chi sarà catapultato in biblioteca a seguire un fumettista e Leonardo (un alunno) sulla musica

di Pierino e il lupo; chi entrerà in aula senza più banchi e sedie per incontrare una ballerina classica

sulle arie dello Schiaccianoci; chi sarà ipnotizzato dalla voce della cantante lirica e le arie del

Barbiere di Siviglia. Chi, guidato dalla narrazione animata della maestra Susanna, si accorgerà solo

lentamente delle ombre cinesi che due mamme muovono come se avessero fatto in vita loro

sempre quell’itinerante mestiere; e chi ancora propone ai bambini un ritmo di musica dopo aver

letto e gustato una storia africana.

Le proposte si susseguono durante la mattina per poi riprendere il pomeriggio dopo essere stati in

una mensa rivisitata da gruppi così tranquilli da far dire: - .. ma perché non facciamo così tutto

l’anno!-

In effetti si sta a scuola come se fosse facile prendere la parola, fare una proposta, apprendere e

dire la propria idea senza esitare, persino restare a mensa diventa facile e piacevole.

Infatti: perché?

Infine i gruppi, per 5 minuti, tornano a essere classi ed è, in un batter baleno, finita la giornata.

Ci sono stati problemi da risolvere. Tutto era fatto ad incastro: orari, insegnanti, esperti esterni,

gruppi di bambini equilibrati …

Manca un’insegnante. Che si fa?

Alcune insegnanti della Commissione biblioteca sono a scuola per seguire tutte le attività; ci sono

un paio di genitori volontari in caso di emergenza tecnica; e si può contare su qualcuno che resta

oltre il proprio orario: risolto il problema.

Page 3: 23 24 aprile 2012

L’eccezione c’è: un’insegnante, qui da poco tempo, si rifugia in aula informatica, alla prima

occasione. Qualche altra, in una rappresentazione incantevole per suoni e allestimento, continua a

mantenere attivo il cellulare e a rispondere ai messaggi..

I bambini non s’accorgono di questo, presi come sono dalle storie, dalla musica, dal canto, dai loro

artefatti che, orgogliosi, portano a casa. E’ un problema nostro, infatti: come passare la stessa

intensità di passione a chi non vede in alcun modo futuro .

24 aprile

- Note .. a margine - seconda giornata

Piove, questo complicherà un’organizzazione già intricata, penso, mentre vado a prendere sotto casa Karla

Fernandez, la ragazza spagnola arrivata giusto ieri alla nostra scuola per fare il tirocinio del suo corso di

Biblioteconomia dell’Università di Barcellona. Ha voluto proprio l’Italia e la nostra biblioteca, è la prima del

suo corso a venire in Italia per il tirocinio di 100 ore. La realtà delle biblioteche scolastiche spagnole, nella

realtà, non sono molto differente da quella italiana. Ora là c’è l’obbligo di dedicare uno spazio alla

biblioteca in ogni scuola; ma anche nella penisola iberica non vi sono stanziamenti economici vista la

situazione europea.

Karla sprigiona vitalità da tutti i pori e ha una capacità incredibile non solo di entrare in relazione con le

persone e le situazioni in modo pertinente, ma anche di stare zitta quando è il momento, fare domande

azzeccate, dare il suo contributo in ogni tipo di lavoro. Starà con noi 3 settimane. Troppo poco penso,

mentre penso anche ad altre cose che hanno a che fare con la nostra situazione scolastica …

Nonostante la pioggia e la forzata partenza delle attività all’interno invece che all’esterno della scuola, dopo

la raccolta delle presenze nelle singole classi, 10 bambini di terza, ciascuno con il proprio cartello numerato,

partono, passando di classe in classe, alla raccolta dei propri compagni: velocemente si formano i 10 gruppi

del giorno prima e, pur velocemente, ogni gruppo trova lo spazio giusto nel quale, di lì a poco, si svolgerà il

nuovo laboratorio, il terzo delle giornate.

Solo qualche maestra, poco accorta o poco attenta, nel frattempo, si è persa.

Esperti esterni suonano alla porta della scuola al ritmo dei laboratori che nel frattempo prendono forma;

ancora musica e costruzione di strumenti, cannocchiali, ombre e fondali, ma anche danza e simulazione,

ritmi e parole.

Page 4: 23 24 aprile 2012

Le narrazioni vengono bevute da bambini, incantati e ipnotizzati dalle parole in musica, dalle persone con

facce nuove, dalle proposte di attività a volte simili nella metodologia a quelle affrontate solitamente in

classe, a volte differenti e, forse dai più grandi, proposte a lungo sognate.

Sì, perché i bambini di quinta e di quarta hanno sicuramente nella loro pelle, oltre che nella loro memoria, il

ricordo dei due laboratori che ritmavano, fino a qualche anno prima, la settimana scolastica: il momento

cioè, nel quale ogni bambino usciva dalla propria classe e andava a costituire un gruppo “in verticale” ed

incontrava una maestra “ altra “, di una classe, appunto, che non era la propria. Il taglio di personale,

gradualmente, non ha più permesso di organizzare così i laboratori; lentamente si sono lasciate pratiche e

pensieri e la classe è diventata l’unico luogo di attività ed incontro. Un assetto mai conosciuto prima dalla

scuola Arcobaleno, nata 32 anni fa con tre pilastri: integrazione, laboratorio, scelta alternativa al libro di

testo.

I bambini si spostano, di spazio in spazio e in un lampo si arriva al pranzo.

Piove ancora e restare all’interno della scuola, invece che in cortile, anche durante il gioco preoccupa non

poco le insegnanti, consapevoli che non tutti i bambini si conoscono perfettamente.. Ma esce il sole giusto

il tempo per fare qualche corsa e qualche gioco e i bambini si cercano e si rincorrono al di là dell’età e

dell’appartenenza alla classe.

Quando riprendono le attività del pomeriggio si ritorna ad essere classe, per un’ora. In ognuna delle 10 aule

c’è un cartellone: una grande fisarmonica disegnata contiene all’interno la lista completa dei laboratori;

accanto al titolo del laboratorio ci stanno caselle fatte apposta per inserire pensieri, giudizi, apprezzamenti,

critiche.

Ogni classe è pronta adesso per ritornare in palestra; là dove tutto era iniziato il giorno prima ora si avvia

alla conclusione. Un grande cerchio fatto da tutti i bambini è tenuto unito da due nuovi musicisti. Dijana fa

uscire la sua voce e il chitarrista la accompagna in un breve percorso di musica balcanica. Arie popolari si

alternano al variare dei territori di quella penisola. I bambini dell’est presenti sono particolarmente attenti

e fieri nell’ascoltare melodie sicuramente familiari.

C’è anche la Dirigente Scolastica: ha appena terminato il suo breve discorso di apprezzamento. Intanto

sono arrivati tanti genitori; tutti i genitori, infatti, per la conclusione sono stati invitati.

Un saluto finale, un applauso e l’uscita da scuola attraverso il cortile per genitori e bambini che, prima di

andare a casa, sostano in biblioteca per vedere la mostra di manufatti, cartelloni, libri e strumenti che nel

frattempo è stata allestita.

Page 5: 23 24 aprile 2012

Più tardi le/gli insegnanti ripercorrono il corridoio all’interno, sistemando qua e là qualcosa. Un ultimo

sguardo alla biblioteca e alla mostra che rimarrà allestita per qualche giorno ancora per dar modo a tutti i

bambini di conoscere ciascun laboratorio.

Infine, ci si prende una rosa dal cesto posto vicino all’uscita: un grande mazzo di rose arancioni, fin dal

giorno prima, aveva infatti preso quel posto; ogni partecipante esterno ne prendeva una in segno non solo

di gratitudine, ma di partecipazione alle giornate.

La valutazione, che nei giorni successivi verrà fatta, avrà il colore e la forma della rosa; intense le giornate;

complesse ma coordinate da pratiche consolidate nel tempo; fulminee nella loro attuazione: - Cosa sarà

rimasto ai bambini? Non sarà forse meglio diluire in uno spazio temporale più ampio i laboratori?-

Ma noi sappiamo il profondo motivo che quest’anno ci ha fatto agire così: 2 giornate con tanti laboratori

per ricordare a noi e a tutti che il tempo pieno non sono 40 ore di didattica frontale, ma un tempo con

laboratori e pratiche in cui il bambino sia posto al centro del pensare, fare, rielaborare.