2197 Relazione PSC - Comune di Cadelbosco · LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E LE STRATEGIE DI...

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COMUNE DI

CCAADDEELLBBOOSSCCOO DDII SSOOPPRRAA

PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

(Art. 28 Legge Rg. 24 Marzo 2000 n° 20)

RREELLAAZZIIOONNEE IILLLLUUSSTTRRAATTIIVVAA

Progettista responsabile:Arch. Aldo Caiti

Gruppo di lavoro CCDP: Studio geologico - ambientale:Grazia Bagnacani Intergeo s.r.l. di ModenaRoberta BagnacaniSimone CaitiSimone GelosiniM.Luisa GozziCaterina LucentiSimonetta LucianiMoreno Veronese

Collaboratori / Consulenti:Antonino Nava (indagini urbanistiche)Elisabetta Cavazza (ricerche e analisi storiche)Studio Alfa di Reggio Emilia (VALSAT)Studio associato di Ingegneria Gasparini di RE (Sistema acque superficiali)

Ottobre 2008

Comune di CADELBOSCO DI SOPRA PIANO STRUTTURALE COMUNALE RELAZIONE

Centro Cooperativo di Progettazione s.c.r.l. – RE I

INDICE

PREMESSA 1

1 – I CARATTERI DISTINTIVI, I CONTESTI PAESAGGISTIC I E LE STRATEGIETEMATICHE DEL NUOVO PTCP PER L’AMBITO CENTRALE N° 5 2

1.1. – I CARATTERI DISTINTIVI DELL’AMBITO CENTRALE DA CONSERVARE VENGONOINDIVIDUATI NEI SEGUENTI PUNTI : 2

1.2. – I CONTESTI PAESAGGISTICI DI RILIEVO PROVINCIA LE CHE CARATTERIZZANOL’AMBITO. 2

1.3. – LA STRATEGIA D’AMBITO 2

1.4. – OBIETTIVI DI QUALITÀ ED INDIRIZZI DI VALORI ZZAZIONE E TUTELA 41.4.1. - Valorizzazione del territorio rurale 41.4.2. – Riqualificazione insediativa e linee di sviluppo urbanistico compatibili 41.4.3. – Valorizzazione di particolari beni 51.4.4. – Qualificazione aree in trasformazione 5

2 – IL SIGNIFICATO PROGRAMMATORIO DEL PSC 6

2.1. – LE SFIDE PER UN PIÙ EFFICACE GOVERNO DEL TER RITORIO 62.2.1. Le criticità del processo di piano e le opportunità offerte dalla lr 20/2000 7

2.3. – L’ IMPOSTAZIONE METODOLOGICA E I CONTENUTI DEL PIANO 92.3.1. L’impostazione metodologica 92.3.2. Il percorso partecipato 102.3.3. L’iter di costruzione 11

3 – UN SISTEMA ECOLOGICO E AMBIENTALE DI QUALITÀ 13

3.1. VALORIZZAZIONE PAESAGGISTICA, NATURALISTICA ED AMBIENTALE 13

3.2. LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E LE STRATEGIE DI SVILUPPO DEL PSC 16

3.3. LA RETE ECOLOGICA COMUNALE E LE STRATEGIE DI RI QUALIFICAZIONE DELSISTEMA AMBIENTALE - TERRITORIALE 19

3.4. LE POLITICHE PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO 20

4 – UNO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO EQUILIBRATO 23

4.1. CADELBOSCO di SOPRA NEL SISTEMA DELLA CINTURA REGGIANA 23

4.2. IL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE 274.2.1. – Politiche e obiettivi per l’industria e l’artigianato 274.2.2. – Politiche e obiettivi per l’attivita’ agricola e zootecnica 31

4.3. IL TERZIARIO ED IL COMMERCIO 33

5 - IPOTESI DI EVOLUZIONE DEMOGRAFICA E STIMA DELLA DOMANDAABITATIVA 35

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6 - UN SISTEMA INTEGRATO DI DOTAZIONI TERRITORIALI E DIINFRASTRUTTURE PER L’URBANIZZAZIONE DEGLI INSEDIAME NTI ALSERVIZIO DEI CITTADINI SEMPRE PIU’ QUALITATIVO 39

6.1. RIQUALIFICAZIONE E POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A RETE 396.1.1. –Risorsa idrica 396.1.2. –Aria 406.1.3. –Rumore 406.1.4. –Energia 406.1.5. –Inquinamento elettromagnetico 406.1.6. –Rifiuti 40

6.2. IL SISTEMA DELLE DOTAZIONI TERRITORIALI 41

7 - UN SISTEMA INSEDIATIVO E TERRITORIALE DI QUALITA ’ 44

7.1. VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA INSEDIATIVO DI RILEV ANZA STORICO-CULTURALE46

7.2. AMBITI URBANI CONSOLIDATI A PREVALENTE USO RESI DENZIALE 47

7.3. AMBITI URBANI DA RIQUALIFICARE E DA TRASFORMARE 48

7.4. AMBITI PER NUOVI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI 52

7.5. POLITICHE PER LA CASA 557.5.1. – Il ruolo dell’edilizia residenziale pubblica 57

7.6. AMBITI URBANI CONSOLIDATI PER ATTIVITA’ PRODUTT IVE 58

7.7. DIRETTRICI DI SVILUPPO PRODUTTIVO 59

7.8. POLITICHE PER GLI AMBITI EXTRAURBANI E IL TERRI TORIO AGRICOLO 63

8 - UN SISTEMA DI MOBILITA’ SOSTENIBILE ED EFFICIEN TE 65

8.1. UNA LETTURA D’INSIEME DEL SISTEMA DELLA MOBILIT A’ DELLA CINTURAREGGIANA 65

8.2. IL SISTEMA VIABILISTICO LOCALE: CRITICITA’ E ST RATEGIE 67

8.3. UNA RETE PER LA FRUIZIONE “LEGGERA” DEL TERRITO RIO 69

9 - IL CORPO TECNICO NORMATIVO 70

10 - IL DIMENSIONAMENTO DEL P.S.C. 72

10.1. IL DIMENSIONAMENTO RESIDENZIALE DEL PSC 72

10.2 - IL DIMENSIONAMENTO PRODUTTIVO DEL PSC 75

10.3 - IL DIMENSIONAMENTO DELLE DOTAZIONI TERRITORIA LI 76

10.4 - TERRITORIO URBANIZZATO E TERRITORIO URBANIZZA BILE 78

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PREMESSA

L’adozione del Piano Strutturale Comunale (PSC) di Cadelbosco Sopra avviene inconcomitanza con l’adozione della Variante Generale al PTCP della provincia di Reggionell’Emilia, dopo un lungo iter di elaborazione dello strumento, avviato prima dell’entrata invigore della Lg. Rg. 20/2000 con la predisposizione del Quadro Conoscitivo che ha visto ilprogressivo aggiornamento dei dati di analisi dello stato di fatto e l’adeguamento dellametodologia alla nuova legislazione urbanistica e, nell’ultima fase, anche la concertazione e lamessa a punto delle scelte pianificatorie strategiche in conformità agli scenari di sviluppo eriassetto urbanistico territoriale e paesaggistico ambientale prefigurati nel documentopreliminare del nuovo PTCP.

Peraltro l’appartenenza di Cadelbosco di Sopra, Comune di cintura della città capoluogo diprovincia, al sistema insediativo centrale e all’ambito di paesaggio N° 5 “Ambito Centrale” non èche una reinterpretazione più articolata della zona planiziale coincidente con la porzione diterritorio provinciale compresa tra il Cavo Bondeno ad Est ed il corso del Crostolo ad Ovest,attraversata centralmente dal canalazzo Tassone che segna il confine tra i Comuni di Bagnolo inPiano e Cadelbosco di Sopra.

Il documento conclusivo della Conferenza di Pianificazione, posto alla base dell’accordo dipianificazione sottoscritto con la Provincia, documenta la correttezza dell’approcciometodologico con il quale è stata affrontata la redazione del nuovo strumento di pianificazione;è testimonianza di un percorso trasparente e partecipato che ha coinvolto gli enti ed i soggettiistituzionali preposti al governo del territorio, le associazioni economiche, i cittadini e le lororappresentanze politiche; ed infine da atto della condivisione delle scelte di pianificazionestrategica operate e degli obiettivi da conseguire nei prossimi 20 anni per la riqualificazione delterritorio, nonché delle azioni da mettere in campo nel RUE e POC per tradurre sul territorio lestrategie di sviluppo socioeconomico e di riqualificazione paesaggistica-ambientale e storico-culturale dell’ambito da pianificare.

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1 – I CARATTERI DISTINTIVI, I CONTESTI PAESAGGISTIC I E LESTRATEGIE TEMATICHE DEL NUOVO PTCP PER L’AMBITOCENTRALE N° 5

1.1. – I CARATTERI DISTINTIVI DELL’AMBITO CENTRALE DA CONSERVAREVENGONO INDIVIDUATI NEI SEGUENTI PUNTI :

- la città storica e l’area urbana di Reggio nell’Emilia;

- la fascia territoriale tra l’autostrada/TAV, la ferrovia storica e la Via Emilia;

- il sistema dei dossi fluviali di pianura;

- le aree agricole dell’alta pianura, strutturate dai rii incisi e segnate dai canaliderivatori del Secchia e dell’Enza, in stretta relazione con la quinta collinare;

- la fascia fluviale del Crostolo, caratterizzata a nord dal sistema rurale diffuso edalle corti agricole e a sud dal sistema del parco territoriale delle valli ducali(Rivalta, Rivaltella, Villa d’Este);

- la quinta collinare di Montecavolo – Puianello - Albinea – Montericco –Borzano caratterizzata dal sistema delle ville storiche e delle fortificazioni inposizione dominante rispetto agli accessi e valli appenniniche;

- il paesaggio agrario delle bonifiche benedettine con le Corti Casaloffia eBarisella.

1.2. – I CONTESTI PAESAGGISTICI DI RILIEVO PROVINCIA LE CHECARATTERIZZANO L’AMBITO.

I contesti paesaggistici di rilievo provinciale che caratterizzano l’ambito centraleN° 5, cui appartengono i Comuni di Reggio nell’Emil ia, Cadelbosco Sopra,Bagnolo in Piano, Castelnovo di Sotto, Novellara, Cavriago, Albinea, Vezzano sulCrostolo, Quattro Castella, vengono evidenziati nei documenti preliminari delPTCP con le seguenti siglature:

- CP 1 asse infrastrutturale Via Emilia

- CP 2 direttrice Reggio – Novellara

- Sistema “Crostolo Rivalta”

Pur non interessato direttamente, il Comune di Cadelbosco Sopra partecipa aicontesti paesaggistici di rilievo provinciale sia perché posto in tangenza alladirettrice Reggio-Novellara ed attraversato dalla ex SS 63, sia perché subiscedirettamente le influenze dell’asse infrastrutturale della Via Emilia del SistemaAutostrada – TAV sia infine perché, essendo interessato dai corsi del canalazzoTassone e del torrente Crostolo, è prosecuzione a livello locale di importanticorridoi ecologici con particolare riferimento a quello del Crostolo che attraversala provincia da Sud a Nord da Casina al Po e che connota in modo significativo ilpaesaggio provinciale.

1.3. – LA STRATEGIA D’AMBITO

La strategia per l’ambito centrale è fortemente incentrata sul ruolo di Reggio

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Emilia, quale nodo del sistema di città-territorio sull’asse Parma-Modena, e sullanecessità di attivare politiche territoriali coordinate a scala sovralocale nell’otticadella competitività internazionale del sistema mediopadano, di cui Reggio Emiliaè baricentro. La scommessa dell’efficienza del sistema si gioca su due piani: daun lato la polarizzazione delle funzioni di eccellenza nel campo della cultura, delsapere, del sistema direzionale, dei servizi e della produzione di punta, dall’altro ilrafforzamento del sistema dei collegamenti, sia merci che passeggeri. A tal fineoccorrerà incrementare la vocazione direzionale, culturale e commerciale dellacittà di Reggio Emilia, integrando paesaggio e territorio, a partire dallarivitalizzazione della città storica verso la zona nord (paesaggio contemporaneo)e verso la zona sud (paesaggio storico). In una logica sovracomunale andrannorafforzati e specializzati i diversi centri dell’ambito, decongestionando le radiali efavorendo l’accessibilità alla città regionale tramite politiche di riorganizzazionedella mobilità con particolare attenzione al trasporto pubblico su ferro, nonché adaltri sistemi innovativi (ad es. trasporto pubblico leggero in sede propria).

In sintesi si richiamano per tematismi le stategie indicate nel documento preliminare diPTCP cui il PSC di Cadelbosco Sopra si ispira :

Sistema ambientale eterritoriale rurale

• razionalizzare il rapporto fra grandi insediamenti e unterritorio periurbano ad alta vocazione produttiva agricola,soprattutto attraverso il contenimento del consumo disuolo e della diffusione insediativa; attivare azioni di tutelae di potenziamento delle continuità ecologiche residueattraverso il ripristino delle interruzioni critiche per leconnessioni ecologiche considerate strategiche, ilpotenziamento della funzionalità ecologica delle zoneumide (risorgive, sistema idrografico), la corretta gestionedel territorio periurbano al fine di costituire aree tamponeper la fornitura di servizi ambientali e la mitigazione dellepressioni reciproche città/campagna;

• salvaguardare e valorizzare i varchi agricoli fra le principaliaree insediate e i brani di paesaggio rurale ancorarelativamente integro, fra i quali in particolare l’altapianura;

Sistema infrastrutturale • portare a completamento il sistema viario tangenzialeprincipale, la connessione a sud con la Pedemontanaattraverso la variante ss 63, e realizzare la via Emilia biscon progetti di corretto inserimento ambientale;

• Valorizzare le due moderne porte della provincia costituitedal nuovo casello autostradale e dalla stazione medio-padana della Tav;

• riequilibrare il sistema della mobilità attraverso ilpotenziamento del servizio di trasporto pubblico (utilizzodelle linee ACT ed RFI come servizio di bacino per iltrasporto passeggeri in area metropolitana) e larealizzazione dei parcheggi scambiatori e di attestamentonei principali centri del sistema;

• strutturare una vera e propria rete di mobilità nonmotorizzata in sede propria di collegamento dei principalinodi funzionali dell’area urbana;

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Sistema insediativo • rafforzare le funzioni direzionali, culturali e commercialidella città di Reggio Emilia, investendo prioritariamente ladirettrice settentrionale, dove si colloca la nuova portaprovinciale sull’Europa (casello autostradale e stazionemedio-padana dell’Av);

• rafforzare i diversi centri dell’ambito attraverso: interventidi specializzazione funzionale; potenziamento di una retedi servizi integrati e complementari da localizzare neidiversi poli (in particolare nei centri a sud di Reggio perlilmitare il pendolarismo);

• promuovere il decongestionando delle radiali, favorendol’accessibilità con il trasporto pubblico su gomma e ferro;

• qualificare le aree produttive esistenti secondo le regoledelle aree ecologicamente attrezzate.

1.4. – OBIETTIVI DI QUALITÀ ED INDIRIZZI DI VALORI ZZAZIONE E TUTELA

Gli obiettivi di qualità e gli indirizzi di valorizzazione e tutela del PTCP che interessano ilterritorio Comunale si possono richiamare nei seguenti punti:

1.4.1. - Valorizzazione del territorio rurale

- incentivare la multifunzionalità aziendale per la fornitura di servizi plurimi di naturaambientale, ricreativa, didattica, alimentare, ecc.;- valorizzare il ruolo del territorio rurale interstiziale, quale serbatoio di naturalità residuae luogo ove incentivare la salvaguardia, la creazione di paesaggi, il potenziamento delledotazioni ecologiche;- sfruttare le opportunità introdotte dalla legge regionale n. 20/2000 in tema di accorditerritoriali e perequazione territoriale al fine di perseguire finalità di tutela di ambiti agricolidi importanza strategica, quali ad esempio i prati stabili dell’alta pianura costituenti areedi qualità dal punto di vista dei foraggi e del paesaggio, oltre che serbatoi di elevatabiodiversità;- salvaguardare il fondamentale ruolo di connettività ecologica delle campagne verso inodi ed i corridoi ecologici primari e favorire il riequilibrio dell’ecosistema agricoloincentivando interventi compensativi a carattere naturalistico da collegare alletrasformazioni urbanistiche, ovvero integrando le risorse del Piano di sviluppo ruraledestinate alla rinaturazione delle pertinenze idrauliche del sistema idrografico;- salvaguardare le aree agricole ancora integre di rilievo paesaggistico (quali inparticolare quelle dell’alta pianura, quelle delle bonifiche benedettine e le aree limitrofeal Canalazzo Tassone), evitando conversioni ad usi urbani, incentivando larifunzionalizzazione del patrimonio rurale storico, prevedendo interventi di conservazionee potenziamento della vegetazione lungo il sistema dei rii e dei corsi d’acqua in generale;

1.4.2. – Riqualificazione insediativa e linee di sv iluppo urbanistico compatibili

- Qualificare le funzioni di eccellenza e valorizzarne la visibilità all’interno del tessutoedilizio ordinario, orientando gli interventi verso un’alta progettualità dei principali fuochidi attrazione;- sfruttare l’opportunità di realizzazione della via Emilia bis per la riqualificazione dellefunzioni e del patrimonio edilizio sulla via Emilia storica, che dovrà essere qualificatacome asse urbano ospitante funzioni e servizi di qualità ad accessibilità preferenziale

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pubblica in sede propria;- riqualificare l’ambito di Mancasale secondo i criteri delle aree ecologicamenteattrezzate, eventualmente valorizzando le funzioni di terziario e di servizi avanzati, elimitando i nuovi interventi in modo tale da formare una ampia fascia libera versoBagnolo di Piano, costituente corridoio ecologico primario del progetto di Rete ecologicaprovinciale;- contenere l’edificazione arteriale lungo strada evitando ulteriori saldature edensificazioni sul sistema della viabilità radiale, individuando varchi da tenere liberi perconsentire anche una maggiore connessione ecologica, compattando gli insediamenti,evitando edifici fuori scala in rapporto a contesti agricoli ed edificati, e realizzando ampiefasce verdi tampone;- ipotizzare previsioni residenziali prioritariamente nei centri dotati di trasporto su ferroTPL;- qualificare il paesaggio edificato dei centri dell’alta Pianura, contenendo le pressioniinsediative, orientando i nuovi sviluppi verso la compattazione delle aree più sfrangiate, aqualificare gli spazi pubblici, a formare aree verdi organizzate sulle trame del territorioagricolo circostante, con tipologie che non alterino il paesaggio complessivo;- ricostruire i bordi urbani, organizzando cortine edificate e fasce arborate sulle trame delpaesaggio agrario, ed integrandole ad un sistema di aree verdi di compensazioneecologica.

1.4.3. – Valorizzazione di particolari beni

- conservare ed identificare i beni di interesse storico, paesistico e documentale,definendo le azioni e i requisiti degli interventi di recupero estesi alle aree di pertinenza,da mantenere libere da interventi trasformativi, che non siano legati alla specificafruibilità del singolo bene; prevedendo interventi di conservazione e valorizzazione deicollegamenti storici tra i sistemi di beni, percorsi di fruizione e fasce libere checonsentano la leggibilità delle relazioni storiche;- conservare le valenze panoramiche dell’ambito attraverso l’individuazione di percorsi,punti panoramici e dei coni visivi che intercettano i beni di particolare valore e le porzionidi paesaggio più integre, al fine di controllare l’impatto degli interventi trasformativi;- Progetto integrato di valorizzazione paesaggistica ed ambientale del Crostolocomprendente: la riqualificazione e rinaturazione del tratto urbano del Crostolo,finalizzato a dare continuità alla rete ecologica e a costituire un’armatura verde fruibilenella città; la formazione di una greenway ciclopedonale che collega la città con i contestipaesistici e storici del parco del Crostolo, del sistema di ville storiche di Rivalta-Albinea,delle corti del Traghettino e di Gualtirolo, della costituzione di fasce tampone e dipercorsi lungo il canale Tassone ed altri elementi del reticolo idrografico.

1.4.4. – Qualificazione aree in trasformazione

- Enfatizzare la funzione dell’area “Stazione Mediopadana-Nuovo casello-Fiera” di portadella città e della provincia, garantendo la qualità architettonica delle nuove funzioni neipressi del nodo multimodale e migliorando la qualità degli spazi periurbani,l’ambientazione di insediamenti e progettando itinerari riconoscibili che accompagninol’utente dentro la città.

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2 – IL SIGNIFICATO PROGRAMMATORIO DEL PSC

Il percorso di formazione del PSC ha attraversato più di una legislatura, ma, alla luce anche deinuovi orientamenti della pianificazione d’area vasta contenuti nel documento preliminare delPTCP, si può affermare che il progetto di piano strutturale che si presenta all’adozione delConsiglio Comunale non solo esprime una linea di continuità con la politica urbanistica delleGiunte Comunali precedenti, ma è anche “traduzione coerente” e, per molti aspetti anticipatoria,delle scelte pianificatorie strategiche della provincia per l’area di Cadelbosco di Sopra.

Il documento politico-programmatico elaborato dalla Giunta Comunale in carica nel 2001,richiamato nel paragrafo 1.1 pag. 2 del Documento preliminare con il titolo “Programma per ilnuovo Piano di Cadelbosco – Anno 2001” contiene infatti molti temi di riequilibrio eriqualificazione territoriale ed urbana e di valorizzazione paesaggistica-ambientale nonché disalvaguardia dell’identità storico-culturale del territorio che stanno alla base della formazionedel quadro conoscitivo e che vengono posti a fondamento delle scelte di PSC.

2.1. – LE SFIDE PER UN PIÙ EFFICACE GOVERNO DEL TER RITORIO

Il ruolo assegnato dalla Legge urbanistica regionale al P.S.C non è più quello di un disegnoatemporale di assetto del territorio, ma un quadro delle compatibilità ed un piano strategico dellepolitiche, capace di indirizzare e di dare coerenza nel lungo periodo alle azioni e alle prospettivedi governo del territorio.

Un documento delle strategie di governo del territorio capaci di pensare al tempo lungo einsieme di attivare il coinvolgimento delle forze imprenditoriali e dei cittadini nella definizionedelle scelte di piano, si configura a tutti gli effetti come un quadro delle “sfide” chel’Amministrazione Comunale intende affidare al nuovo strumento di pianificazione dell’areacomunale.

La pianificazione urbanistica e territoriale si configura perciò come il nodo di una rete di azioni estrategie per governare contemporaneamente le trasformazioni del territorio e la crescitasostenibile del benessere sociale.

Con queste consapevolezze, l’Amministrazione Comunale di Cadelbosco ha redatto, all’iniziodei lavori di stesura del nuovo PSC (nel 2001), uno schema dei principali contenuti, strutturali estrategici, da affidare al nuovo Piano, adottando un principio di trasparenza e condivisione dellelinee strategiche fondamentali per il governo del territorio; come evidenziato in precedenza,l’indirizzo politico programmatico del piano, che per brevità non si riporta, ha tracciato la stradaanche per l’elaborazione tecnica del progetto secondo una articolazione per sistemi territorialiche ha obbligato ad una approfondita riflessione sullo sviluppo urbanistico degli ultimi 20 anni,sulle sue criticità e sulle problematiche da affrontare con il nuovo PSC.

La discussione sulle sfide per il governo del territorio iniziata nel 2001, è stata rilanciata conforza nel 2004, in occasione delle elezioni amministrative. Nel Programma Elettorale dellacoalizione che ha espresso la nuova Giunta, molti temi possono essere interpretati come dellevere e proprie sollecitazioni da affidare all’agenda dei lavori del piano urbanistico, con esplicitiriferimenti ai temi delle politiche territoriali e del welfare urbano, secondo una linea di continuitàcon l’esperienza amministrativa precedente.

Un primo aspetto rilevante contenuto nel Documento di Programma è quello relativo allapartecipazione dei cittadini e dei vari gruppi di interesse alle scelte e alla realizzazione dellescelte stesse. Nello specifico delle tematiche urbanistiche, viene dichiarato che le scelte relativeal nuovo PSC saranno oggetto di un approfondito confronto con i cittadini, con le

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rappresentanze economiche, sindacali e associative.

Per quanto riguarda i servizi, nel Programma si sostiene l’esigenza di continuare ad investiresulle strutture esistenti e sulla qualificazione e l’incremento dell’offerta.

Relativamente ai temi dell’assetto insediativo e infrastrutturale vengono evidenziati i seguentiobiettivi prioritari:

� garanzia della compatibilità ambientale dei nuovi insediamenti;

� qualificazione delle aree artigianali e industriali;

� accentuazione dei caratteri identitari dei centri e delle frazioni, favorendo la presenza diservizi e occasioni di socialità;

� previsione di una nuova tangenziale che risponda alle esigenze dei cittadini di Villa Argine edegli imprenditori della zona industriale;

� incremento della rete di percorsi ciclopedonali di collegamento tra le diverse frazioni;

� creazione e sistemazione di spazi verdi attrezzati e fruibili;

� prosecuzione delle operazioni di riordino del centro capoluogo;

� previsione di un nuovo teatro da localizzare nella zona ex Conad/Vallechiara (nel frattemporealizzato);

� completamento del centro sportivo del capoluogo.

È a partire da queste “sfide” per il governo del territorio che la presente relazione illustra gliobiettivi, le strategie e le politiche che il nuovo strumento urbanistico intende perseguire, avendoaffidato al “Documento Preliminare” il compito di delineare il quadro di riferimento per la fase dipassaggio dalle strategie generali alle specifiche politiche urbanistiche che fanno parte delnuovo PSC.

2.2.1. LE CRITICITÀ DEL PROCESSO DI PIANO E LE OPP ORTUNITÀ OFFERTE DALLALR 20/2000

La nuova legge urbanistica regionale 20/2000 parte dalla consapevolezza della difficoltà diaffrontare alcuni aspetti importanti per il governo del territorio con l’apparato normativo dellaprecedente legge e con gli strumenti di pianificazione in questa contemplati.

Il PRG, prima della LR 20/2000, era chiamato a regolamentare in forma onnicomprensiva lediverse fasi dello sviluppo urbanistico secondo previsioni quantitative a validità decennale, macon un disegno di riassetto atemporale ed ancorato a previsioni di miglioramento equalificazione delle reti infrastrutturali che raramente ha avuto attuazione contestuale ecorrettamente rapportata alla crescita degli insediamenti e all’espansione polidirezionale dellearee urbane e della città diffusa.

Infatti, mentre la progressiva attuazione delle aree residenziali e produttive di espansione èproceduta a ritmi intensi e con una sempre maggiore attenzione alla qualità degli insediamenti ealla dotazione degli standard residenziali-urbani o di complesso insediativo, i progetti per larazionalizzazione della viabilità statale e provinciale e per il potenziamento del trasporto merciper vie d’acqua e per ferrovia sono troppo spesso rimasti per decenni disegnati sulla carta o soloprospettati negli obiettivi di riassetto territoriale.

Allo stesso modo la pianificazione del territorio rurale, supportata da approfondite analisi sullostato di fatto, tradotte in cartografie tematiche sull’uso del suolo, sulle condizionigeomorfologiche, sull’assetto idraulico, sulla presenza di risorse storico-testimoniali e

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naturalistico-ambientali, si è fermata troppo a lungo su enunciazioni di principio che hanno avutonel concreto scarsa incidenza sulla modifica degli assetti agronomici e sulla qualificazionedell’ambiente rurale, sia in termini di tutela delle produzioni storiche connesse al ciclo delparmigiano-reggiano, sia in termini di preservazione della biodiversità e di capacità dirigenerazione.

La riqualificazione ambientale e l’incentivazione delle politiche di recupero poste a fondamentodi molti dei piani regolatori scaturiti dalla LR 47/78, pur avendo avuto, in alcune realtà,significative testimonianze sia in ordine al recupero e alla riqualificazione del patrimonio ediliziodi valore storico-culturale, sia in ordine al decollo di azioni di riordino urbanistico-edilizio di areedegradate o a destinazione mista residenziale-produttiva, sono rimaste spesso in seconda linearispetto alla crescita quantitativa dei nuovi insediamenti che hanno eroso forti quantità di suoloagricolo fertile e distrutto risorse non rinnovabili.

La crescita dei nuovi insediamenti e la loro non sempre corretta collocazione sul territorio, conparticolare riferimento al proliferare di insediamenti produttivi lungo le principali direttrici ditraffico stradale, è stata spesso concausa per uno smisurato incremento degli spostamenti casa-lavoro e dei trasporti merci e passeggeri su gomma, tanto sulle strade di collegamento nazionalee regionale, quanto su arterie locali che fino a pochi anni orsono servivano prevalentemente perle relazioni tra Capoluogo di Comune e centri frazionali o per il collegamento del territorioagricolo.

La ricerca da parte degli utenti di tracciati alternativi alle sempre più intasate strade Statali eProvinciali, che ancora oggi innervano quasi tutti i principali centri urbani della Provincia sorti acavaliere proprio degli assi della grande viabilità di impianto storico, hanno spostato volumi ditraffico non sopportabili sulla viabilità comunale con conseguente incremento dell’inquinamento,dei disagi delle popolazioni insediate ed aumento dei costi di manutenzione.

Per altro verso la crescita quantitativa degli insediamenti e l’aumento delle superficiimpermeabilizzate ha messo sempre più in crisi un sistema artificiale di scolo delle acque chenella pianura reggiana registra ormai, con sempre maggiore frequenza, momenti di crisi ecriticità che a volte coinvolgono anche aree urbanizzate di recente sviluppo.

Rispetto a questo stato di cose, che anche nei casi delle Amministrazioni più attente e sensibilial problema della tutela ambientale i P.R.G comunali del recente passato non hanno saputo opotuto risolvere, la nuova legge urbanistica regionale, articolando il processo di piano in tredistinte e successive fasi elaborative ed operative, assegna al primo livello pianificatorio, il PSC,un ruolo nuovo e cioè quello di piano strategico o piano cornice tanto nella definizione dellepolitiche di riassetto di ampio respiro temporale, quanto nella individuazione del quadro dellecompatibilità per la cui realizzazione e verifica sono attivabili, in forma concertata e secondomodalità perequate, diversi strumenti quali gli accordi territoriali, gli accordi di programma, gliaccordi di pianificazione con i privati, i piani urbanistici attuativi (P.U.A.), il regolamentourbanistico-edilizio (RUE), il Piano Comunale Operativo (POC).

La LR 20/2000, infatti, introduce sostanziali innovazioni negli strumenti di pianificazione e affidaa Province e Comuni compiti primari di governo del territorio e dell'ambiente.

La sostenibilità delle previsioni di Piano sotto tutti i profili (socio-economico, urbanistico, culturaleed ambientale) è il comune denominatore cui rapportare le scelte di piano a tutti i livelli.

La condizione attuale di redazione di un nuovo strumento urbanistico comunale, consente diaffrontare percorsi sperimentali nel governo del territorio, in maniera decisamente più efficace, inparticolare in relazione alle questioni appena citate.

Il Comune di Cadelbosco Sopra ha riconosciuto, nel nuovo quadro legislativo e negli strumentiurbanistici ivi previsti, la chanche per coniugare le sfide per il governo del territorio (di cui alparagrafo precedente) in chiare strategie e politiche urbanistiche, a risposta di quegli obiettivi di

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sviluppo e di sostenibilità che l’Amministrazione intende affidare al nuovo PSC e che in questaRelazione sono illustrati.

2.3. – L’ IMPOSTAZIONE METODOLOGICA E I CONTENUTI DEL PIANO

2.3.1. L’IMPOSTAZIONE METODOLOGICA

Le innovazioni di contenuto e di metodo introdotte dalla LR 20/2000 per il processo diformazione della strumentazione urbanistica comunale, ed in particolare per la formazione delPSC, sono state viste dalla Giunta Comunale come una occasione per dare al nuovo piano unaimpronta più dinamica e una maggiore capacità di governo e controllo del territorio da pianificarerispetto a quanto avvenuto con il piano vigente scaturito dalla LR 47/78 che ha richiestonumerose varianti di adattamento per rispondere alla continua evoluzione dei bisogni dellacittadinanza.

Anche il PRG vigente, come ultimo anello di un processo pianificatorio a cascata (dal livelloregionale a quello locale), ha avuto il torto di essere caratterizzato da eccessiva rigiditàdisciplinare e da una scarsa verifica di compatibilità e coordinamento con le scelte pianificatoriedi scala sovracomunale e/o d’area vasta, che spesso si sono dimostrate ostative per una rapidaattuazione delle previsioni specialmente nel campo delle infrastrutture viabilistiche e dellarazionalizzazione dei principali nodi presenti nello stato di fatto.

Anche per Cadelbosco, infatti, il contributo partecipativo dei soggetti pubblici preposti al governodel territorio, delle associazioni di categoria, dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e delvolontariato alla formazione e alla gestione delle scelte pianificatorie non è bastato in passato adevitare: il ricorso ad indici di sfruttamento urbanistico-edilizio troppo elevati; errori ed imprecisioninei dimensionamenti; eccessiva rigidità normativa e, a volte, anche scelte contraddittorie siarispetto alle esigenze di salvaguardia e tutela delle risorse finite, con particolare riferimento alsuolo produttivo agricolo e alle risorse naturalistiche e storico culturali, sia rispetto alla necessitàdi coordinamento e corretto sviluppo delle infrastrutture a rete.

Peraltro il ricorso alla variante specifica, come metodo di progressivo aggiustamento diprevisioni di riassetto urbanistico - edilizio, non pienamente rispondenti ai bisogni dellapopolazione residente e alla evoluzione del quadro di riferimento socio - economico, è statacaratteristica comune a quasi tutti i piani regolatori dei Comuni dell’Emilia Romagna scaturitidalla LR 47/78.

Va anche detto che la richiesta preventiva di variante inoltrata da singoli cittadini, ed accoltadalla Amministrazione Comunale, è stata a volte occasione per forzare vincoli di piano di naturastrategica con conseguenze che nel tempo si sono rivelate errori difficilmente rimediabili, vuoiper la ricerca di una più elevata qualità ambientale, vuoi per la realizzazione di un più adeguatosistema di mobilità delle persone e delle merci.

Se da un lato l’articolazione del PRG nei tre livelli di PSC, di RUE e di POC rende piùtrasparente il processo di partecipazione alla formazione del quadro delle scelte strategiche e diverifica di compatibilità delle stesse nell’ambito intercomunale o dell’area vasta, dall’altro vaevidenziato come l’Amministrazione Comunale sia chiamata ad un ruolo di maggiore autonomia,ma anche di maggiore responsabilità nelle determinazioni pianificatorie e di gestione delle sceltedi riordino urbanistico-edilizio e di riqualificazione ambientale di rilevanza locale che devonoessere subordinate alle verifiche di compatibilità e di sostenibilità rispetto a parametri e limiticondivisi nella Conferenza di Pianificazione.

In tale prospettiva nel PSC, inteso come sintesi delle conoscenze dello stato del territorio e

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dell’ambiente e come quadro di riferimento condiviso delle strategie per il suo governo, devonoassumere particolare rilevanza:

a) L’individuazione del sistema delle tutele e delle invarianti nel rispetto della pianificazionesovraordinata ed in particolare del PTCP e del PAI del bacino del Po;

b) L’articolazione delle reti e del sistema dei servizi (le dotazioni territoriali);

c) Le azioni di monitoraggio delle trasformazioni e di verifica delle ricadute, che peraltrorichiederebbero la compilazione di bilanci ambientali sia a scala Provinciale che d’area edambito.

La sostenibilità come principio guida delle scelte di pianificazione, l’attivazione di un processo dipiano fondato non più sulla rigidità dello zoning, ma sulla individuazione di principi, obiettivi esulla definizione delle quantità e degli indici per conseguirli; la messa in atto di strumenti dipartecipazione reale alle scelte e alla gestione del piano (attraverso la conferenza dipianificazione, gli accordi di pianificazione, gli accordi territoriali, gli accordi di programma, cuipossono partecipare anche i privati, il coinvolgimento delle associazioni economiche e sociali, icittadini e le associazioni, fin dalla fase di formazione del quadro conoscitivo, gli accordipreliminari con i privati); l’equità delle politiche e l’efficacia delle azioni nel quadro di unaattuazione perequata delle trasformazioni; sono i riferimenti sui quali si deve fondare l’attivitàtecnico progettuale e amministrativa per la definizione del PSC.

2.3.2. IL PERCORSO PARTECIPATO

Rispetto ai temi della partecipazione attiva alla formazione, al governo e alla rapida attuazionedelle scelte pianificatorie (che si ritengono d’importanza rilevante non solo per la pubblicaamministrazione ma anche per gli operatori economici e per i cittadini), i piani scaturiti dalla LR47/78 hanno dimostrato, in alcuni casi, limiti attuativi rilevanti e sfasature preoccupanti traprevisioni ed attuazione degli interventi residenziali e produttivi e tra edificazione delle aree edadeguamento contestuale delle reti infrastrutturali e del sistema dei servizi.

Questa considerazione, anche in presenza di un mutato quadro di riferimento legislativo, cheesplicita in modo evidente la “concertazione” e l’attuazione perequata degli interventi comemomenti imprescindibili di legittimazione delle scelte alla scala sovracomunale e locale, nonappare completamente superabile se non si affrontano, sul piano culturale e del metodo,questioni irrisolte dall’urbanistica “contrattata” che possono presentarsi negli stessi termini delpassato.

Fra queste, in particolare, sembrano da annoverare:

� La difficoltà ad attivare forme di partecipazione dal basso alla costruzione dellastrumentazione urbanistica in grado di sanare la frattura che spesso si produce tra “addetti ailavori” e cittadini comuni e, allo stesso tempo, la difficoltà di tutti ad anteporre l’interessepubblico e/o collettivo al proprio specifico bisogno e alla tendenza, in alcuni casi, a volercostruire sulle aree di proprietà comunque collocate.

� La difficoltà degli urbanisti e degli amministratori a sviluppare, in modo trasparente esecondo parametri e criteri più semplici che in passato, valutazioni sulla opportunità o menodi trasformare un terreno agricolo in aree edificabili, di misurare le ricadute sul sistemaambientale ed insediativo delle scelte operate, di articolare un bilancio preventivo costi –benefici delle trasformazioni ipotizzate, di individuare in via preventiva, ed in modo credibile,le possibili modalità di finanziamento e gestione.

� La necessità di coinvolgere nella condivisione delle scelte, fin dal momento di formazionedelle proposte, forze economiche e sociali capaci di partecipare concretamente, ed in tempiprogrammati, all’attuazione del piano dopo la sua approvazione.

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� La scarsa propensione dei più ad individuare la sostenibilità ambientale, le questioni dellaprevenzione dei rischi, del risanamento e della mitigazione degli impatti, della correttautilizzazione e dell’efficienza dell’uso delle risorse, della ricerca di un bilancio ecologicopositivo delle scelte di piano, non come affermazioni di principio condivisibili fino a che nontoccano i propri interessi, ma come elementi fondanti ed irrinunciabili di un nuovo processodi piano che deve anteporre l’interesse collettivo e la pubblica utilità ai pur legittimi interessiprivati quando questi producono impatti non governabili.

� La necessità di superare realmente il processo di pianificazione a cascata e le vischiositàche ancora oggi si producono nell’assunzione di decisioni che coinvolgono più livelliistituzionali, nonostante il tentativo di semplificazione delle procedure che ormai permeabuona parte della legislazione urbanistica ed ambientale regionale.

� La necessità di mettere a regime strumenti legislativi e normativi ma anche disciplineurbanistiche in grado di affrontare in tempi certi, e possibilmente rapidi, l’attuazione integratadegli interventi complessi (il piano come carta unica del territorio è strumento capace diconsentire realmente la programmazione e la gestione delle risorse pubbliche e private).

� L’opportunità di ordine politico – programmatico, ma anche di giustizia sociale, di superare lasperequazione che si crea, non solo tra cittadino e cittadino, ma anche tra Comune eComune, nel momento in cui si producono o avvallano scelte urbanistiche che promuovonol’edificabilità privata con scarse o nulle ricadute per il pubblico, ovvero si introducono vincolidi inedificabilità anche in nome della tutela ambientale e/o dell’interesse collettivo senzaadeguato indennizzo.

In tale situazione, la volontà dell’Amministrazione Comunale che, sulla formazione del quadroconoscitivo e sulla individuazione degli obiettivi strategici, ha coinvolto in incontri preliminari laProvincia, le forze presenti in Consiglio Comunale, le Associazioni economiche e di categoria, isoggetti gestori dei servizi a rete, è quella di essere attenta a tutti i contributi e, per tale motivo,prima di attivare la Conferenza di pianificazione è stato presentato e discusso in ConsiglioComunale il Documento Preliminare, di cui il PSC è fedele traduzione in Piano definitivoelaborato nel rispetto dei contenuti della Lg. Rg. 20/2000.

2.3.3. L’ITER DI COSTRUZIONE

Il richiamo alla funzione strategica nella definizione delle politiche di piano e nella individuazionedei sistemi di gestione delle scelte concertate, impone ai Comuni che elaborano il PSC diprodurre una chiara identificazione delle strategie e di individuare modi e strumenti per la lorocomunicazione alle altre istituzioni, alle associazioni economiche, ai cittadini, tutti soggetti con iquali vanno concertate le politiche di riassetto territoriale, di salvaguardia e qualificazioneambientale, di consolidamento e di sviluppo socioeconomico.

In tale prospettiva lo sforzo richiesto a tutti per l’elaborazione di un “piano delle strategie”trasparente, incisivo ed efficace operativamente, è quello di lasciare sullo sfondo, o mettere peril momento da parte, il particolare (che potrà essere meglio valutato in sede di redazione delRUE e del POC) concentrando invece gli sforzi nella formazione del quadro conoscitivo e nellaindividuazione degli scenari evolutivi e degli obiettivi di riassetto, sugli elementi strutturali estrutturanti in grado di assicurare il miglioramento del sistema dei servizi e delle dotazioniterritoriali ed il consolidamento dello sviluppo socioeconomico.

Sul piano di metodo ciò significa affrontare, fin dalla fase di impostazione del progetto, legrandi questioni ed i problemi in grado di assicurare:

- una chiara rappresentazione degli obiettivi strategici e degli strumenti per perseguirli;

- la definizione della struttura funzionale e della qualità ambientale del territorio;

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- il modello spaziale ed organizzativo del sistema territoriale e l’idea urbana che lo sottende.

Allo stesso tempo al PSC, e successivamente al RUE ed al POC, è richiesto di rispondere arequisiti prestazionali che impongono:

− coerenza delle trasformazioni complessive e dei singoli interventi;

− ricerca di una migliore qualità ambientale del sistema territoriale ed urbano;

− efficacia delle azioni di trasformazione;

− efficienza del processo attuativo.

Alla luce di quanto sopra, il metodo scelto nella elaborazione del PSC è stato articolato nelleseguenti fasi operative:

a) indagine conoscitiva sul patrimonio edilizio esistente;

b) studi conoscitivi ed analisi relativi alle tematiche richieste dalla L.Rg. 20/2000 per laformazione del Quadro Conoscitivo;

c) discussione delle tematiche da affrontare nel nuovo processo di pianificazione in incontripreliminari con le forze economico – sociali, con i soggetti gestori dei servizi di rete e dellebonifiche;

d) disegno di un primo Schema preliminare e verifica dello stesso alla luce del sistema deivincoli sul territorio;

e) illustrazione degli obiettivi strategici e di riordino e sviluppo ai competenti uffici dellaProvincia,

f) analisi ambientale, individuazione delle criticità ed elaborazione della Valutazionepreliminare di sostenibilità ambientale;

g) stesura del Documento preliminare e dello Schema preliminare di assetto territoriale dapresentare alla Conferenza di Pianificazione;

h) discussione del Documento Preliminare nelle Conferenze di Pianificazione;

i) elaborazione del Documento Conclusivo e sottoscrizione dell’Accordo di pianificazione conla provincia di Reggio nell’Emilia;

j) Stesura del P.S.C.

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3 – UN SISTEMA ECOLOGICO E AMBIENTALE DI QUALITÀ

Dalla relazione illustrativa al quadro conoscitivo e dallo studio preliminare di sostenibilitàambientale, si desumono gli elementi di sintesi per l’inquadramento delle problematicheambientali che hanno più rilevante incidenza per la focalizzazione degli obiettivi di riassettocomunale, per la definizione delle strategie di piano e per la individuazione dei limiti e dellecondizioni dello sviluppo sostenibile.

3.1. VALORIZZAZIONE PAESAGGISTICA, NATURALISTICA ED AMBIENTALE

Il territorio del Comune di Cadelbosco di Sopra appartiene all’unità di paesaggio della primapianura reggiana.

Il PTCP vigente include il territorio comunale di Cadelbosco Sopra quasi integralmentenell’“Unità di Paesaggio di rango regionale n°8 del la Pianura Bolognese, Modenese, Reggiana”.Fanno eccezione la porzione nord-occidentale del comune (da Cadelbosco Sotto a SantaVittoria), che viene inserita nell’“Unità di Paesaggio di rango provinciale n°5A delle BonificheReggiane recenti” e la porzione di territorio ricompresa tra il Torrente Crostolo ed il Cavo Cava,che invece è inclusa nell’“Unità di Paesaggio di rango provinciale n°9B delle BonificheBenedettine della pianura occidentale reggiana”.

Nella Variante Generale al PTCP di prossima adozione il territorio comunale viene interamenteincluso, con il Comune di Bagnolo in Piano, nell’Ambito Centrale N. 5.

Gli elementi caratterizzanti di dette unità di paesaggio, già richiamate in precedenza, possonoessere individuati come segue :

Componenti del paesaggio ed elementi caratterizzant i

- Elementi fisici : presenza di dossi e di paleoalvei; depressioni bonificate con sistemi diappoderamenti riorganizzati nel XX° secolo; risorgi ve di pianura;

- Elementi biologici : fauna della pianura prevalentemente nei coltivi alternati a scarsi incolti;relitti di coltivazioni agricole tipiche; povertà di alberature e impianti frutticoli; presenza diesemplari isolati, in filari o piccoli gruppi;

- Elementi antropici : presenza di un complesso sistema di canalizzazioni, arginate o in fossa,dovute alla morfologia del terreno; presenza di aree a difficile scolo racchiuse da corsid’acqua arginati; centuriazione; abitazioni rurali a due elementi cubici o a porta morta;insediamenti sulle direttrici della viabilità storica; organizzazione poderale a grandi tenute,ricalcanti quelle predisposte dalle bonifiche effettuate in periodo medioevale, con pochi centriaziendali a Corte (Valle Re, Barisella, Casaloffia, Traghettino, Gualtirolo) con ville padronalied organizzazione territoriale coerente con le medesime;

Invarianti del paesaggio

- Dossi; centuriazione; Corti e Ville padronali e relativa organizzazione territoriale; sistema deicanali arginati e in fossa;

Beni culturali di particolare interesse

- Corti e Ville padronali e relativa organizzazione territoriale.

Per tali unità le politiche di piano, oltre alla tutela delle invarianti e dei singoli elementi

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caratterizzanti le diverse unità di paesaggio, devono perseguire strategie ed obiettivi mirati allavalorizzazione del sistema naturalistico-ambientale, sia nel territorio rurale che in quellourbanizzato ed urbanizzabile, promuovendo processi e progetti capaci di mettere in camporisorse culturali, umane ed economiche in grado di assicurare continuità all’azione disuperamento delle criticità in atto e potenziali che il PSC si propone e allo stesso tempo esserevolano per interventi di valorizzazione economica del territorio e delle risorse naturalistiche,culturali ed ambientali che lo caratterizzano.

Il passaggio dalla politica dei vincoli e della tutela passiva alla politica della valorizzazione dellerisorse e della tutela attiva è certamente più difficoltoso se ci si limita all’individuazione deisingoli elementi e delle emergenze di riconosciuto valore storico-culturale ed ambientale e sitrascurano le potenzialità di sistema, senza la piena consapevolezza della necessità di azioniconcertate e coordinate a livello d’area vasta e di bacino.

A tale riguardo, particolare attenzione va posta al sistema dei canali e corsi d’acqua,caratterizzanti del paesaggio e della funzionalità della pianura reggiana. Le politiche di tutela evalorizzazione del PSC devono essere messe in atto non solo per i corsi d’acqua, ma anche perl’area demaniale di pertinenza del reticolo idrografico e per le aree laterali ai cavi e canali. Pertali ambiti, attraverso il PSC vi si devono perseguire strategie di messa in sicurezza, di tutela dalrischio di inquinamento, di salvaguardia delle componenti naturalistiche e paesaggistichedell’ecosistema. Gli obiettivi devono essere quelli del recupero e riqualificazione delle risorsenaturali, di miglioramento dell’officiosità idraulica, di manutenzione e rinaturazione dei bacini,degli alvei e delle sponde, di valorizzazione delle componenti naturali del sistema idrografico e ditutela del territorio antropizzato.

Gli ambiti agricoli che fungono da fasce territoriali di tutela degli ambienti caratterizzati dallapresenza di corsi d’acqua, vengono interessati da tutela ordinaria. Nel PSC, oltre al recepimentodelle zone di tutela ordinaria individuate nel PTCP, vengono assoggettate a questo tipo di tutelaanche le fasce territoriali adiacenti al Naviglio – Tassone ed ulteriori aree laterali al Crostolo,nonché l’area più a nord del territorio comunale ad est del Canalazzo Naviglio – Tassone. Pertali ambiti il PSC deve perseguire strategie di tutela e salvaguardia dei caratteri naturali, storici,paesistici ed idraulico-territoriali ed obiettivi mirati alla conservazione dell’ambiente naturale ealla realizzazione di opere e manufatti finalizzati al miglioramento dell’assetto idrogeologico.

Le fasce laterali ai corsi d’acqua iscritti nell’elenco delle acque pubbliche del T.U. approvato conR.D. 11/12/1933 n. 1775, evidenziate in cartografia, sono altresì sottoposte a vincolopaesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Si tratta di fasce della profondità di 150 metri dalpiede dell’argine, entro le quali ogni intervento è subordinato per legge ad autorizzazionepaesaggistica rilasciata dalla competente Sovrintendenza.

Le aree agricole classificate come “zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale”vengono individuate nella fascia territoriale compresa tra il Cavo Cava e il Torrente Crostolo asud della SP 358R come previsto dal PTCP e ad ovest del capoluogo, queste ultime propostead integrazione del PTCP. Per tali ambiti il PSC individua specifiche strategie di salvaguardia etutela degli aspetti che caratterizzano il paesaggio agrario (qualità del paesaggio naturale, scorcivisivi significativi, elementi strutturanti l’insediamento sparso). Gli obiettivi da perseguire sonoorientati alla regolazione e controllo delle trasformazioni del suolo e degli aspetti naturali delpaesaggio.

Per le fasce di territorio agricolo che contornano le principali aree urbanizzate definite nel PSCcome ambiti periurbani, si perseguono strategie di consolidamento del ruolo di transizione trainsediamenti urbani consolidati e territorio riservato alle produzioni agricole ed obiettivi dilimitazione delle attività contrastanti con la funzione residenziale delle aree urbane con le qualivengono a contatto e di incentivazione delle attività agrituristiche integrative del reddito agrario.

Al fine di ridurre gli impatti generati dalle infrastrutture stradali, il PSC evidenzia delle specifiche

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“fasce verdi di ambientazione e mitigazione degli impatti” nelle quali favorire interventi in gradodi ottenere un abbattimento dell’inquinamento acustico ed atmosferico con particolariaccorgimenti (barriere e colline anti-rumore, fasce boscate, ecc.) e conseguire il migliore assettopaesaggistico delle infrastrutture per la mobilità.

Nell’ottica di salvaguardare le singole emergenze ambientali e paesaggistiche presenti nelterritorio comunale di Cadelbosco, vengono individuate nella Tav. P4 in anche le alberature chepossono essere considerate di pregio. Si tratta di alberature di valore monumentale e diinteresse paesaggistico, presenti sia nelle aree urbane che nel territorio rurale, per le quali ilPSC persegue obiettivi di salvaguardia e cura.

Oltre che dalle esigenze di salvaguardia e tutela, l’ambito del Canalazzo Naviglio – Tassone èinteressato da uno specifico progetto di recupero e valorizzazione. Si tratta di un insieme diinterventi per la tutela, il recupero e la valorizzazione del paesaggio della pianura reggiana miratial potenziamento della fruizione turistico-ambientale, attraverso la creazione di un percorsointerpretativo da organizzare appunto lungo il corso dell’antico Naviglio e del Tassone, secondolo schema-progetto già predisposto dal Comune di Cadelbosco, in coordinamento con i Comunidi Bagnolo (capofila), Gualtieri, Guastalla e Reggio Emilia e con la Provincia di Reggio Emilia.Obiettivo principale di tale progetto è quello di rafforzare il sistema delle relazioni tra lecomponenti ambientali e storico-insediative comprese tra Reggio Emilia e la riviera del Po.

Relativamente al tema delle risorse naturali e paesaggistiche, il PSC adotta scelte improntatealla salvaguardia attiva, alla qualificazione e alla valorizzazione delle emergenze riconosciute.

Ciò significa in via prioritaria: OBIETTIVI DEL PSC

• Adottare misure di salvaguardia degli areali di interesse naturalistico – ambientale e delpatrimonio verde (siepi, filari ed alberature di pregio) individuati in cartografia;

• Salvaguardare le aree agricole periurbane ed in particolare valorizzare le emergenze dicarattere urbano più facilmente aggredibili dal processo edificatorio;

• Potenziare i corridoi ecologici non solo laterali ai corsi d’acqua ma, in particolare, quelli diconnessione tra territorio e centri urbani avendo l’obiettivo di qualificare il mosaicopaesaggistico;

• Preservare da fattori di rischio d’inquinamento i principali dossi di pianura, già individuati nelPTCP come dossi caratterizzati da tracciati di valore storico o sedi di sistemi insediativistoricamente affermati;

• Intensificare l’azione di salvaguardia e valorizzazione delle emergenze di riconosciuto valorestorico-culturale; tra queste le strutture insediative storiche non urbane con particolareriferimento a Corte Traghettino, i nuclei storici ad originaria matrice rurale, gli edifici sparsi divalore tipologico – architettonico, la viabilità storica;

• Promuovere interventi di mitigazione degli impatti paesaggistici ed i trasferimenti degli edificie dei complessi edilizi che per funzioni e attività produttive risultano in contrasto con i centriabitati a prevalente destinazione residenziale ;

• Incentivare forme di riqualificazione del paesaggio anche in occasione di interventi di nuovaedificazione per scopi produttivi agricoli attraverso i piani particolareggiati agricoli e lerelative convenzioni attuative.

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3.2. LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E LE STRATEGIE DI SVILUPPO DEL PSC

La sostenibilità ambientale del PSC affrontata, fin dalla fase di impostazione del progettopreliminare, con valutazione anche quantitativa dei fenomeni e delle criticità in essere, non è quiintesa soltanto come ricerca di compatibilità delle scelte che si intende operare con gli equilibriecologici e/o economico ambientali secondo la filosofia pianificatoria già sperimentata in EmiliaRomagna nella elaborazione della terza generazione dei PRG (quelli dello sviluppo sostenibile) iquali, almeno come affermazioni di principio, si ispiravano ad obiettivi di utilizzo corretto dellerisorse non rinnovabili e alla individuazione di forme di sviluppo compatibili con gli scenari diordine economico e sociale prospettati.

In realtà, nell’economia globalizzata ed in presenza di livelli di sviluppo e di consumo comunqueelevati, come quelli che si registrano nelle economie occidentali a sviluppo industriale, l’improntaecologica del territorio è fortemente negativa (i consumi globali in termini di energia che lapopolazione residente ed i processi produttivi in atto comportano richiederebbero, per lacondizione di “Equilibrio”, estensioni territoriali da 4 a 6 volte superiori a quelle esistenti).

Per assicurare alle future generazioni un’adeguata disponibilità di risorse non rinnovabili econdizioni accettabili di sicurezza e qualità della vita, non basta perciò affidarsi a parametripuramente quantitativi e alla definizione di soglie di criticità oltre le quali non è opportunoandare.

Occorre invece fare della sostenibilità un “processo” che presuppone l’avvio dellariqualificazione ambientale; l’attivazione di percorsi di definizione condivisa e trasparente dellescelte di sviluppo che si ritengono compatibili con lo stato di equilibrio delle risorse ambientali econ gli obiettivi di risanamento assunti; la messa in atto di azioni di governo e monitoraggio delletrasformazioni in forma pubblica e facilmente comunicabile.

In questa prospettiva la sostenibilità ambientale non può risolversi nel rispetto di parametritecnici e soglie definite a priori, ma presuppone innanzitutto un cambio nella cultura di governo ed’impresa ed una trasformazione degli stili di vita.

Del resto tutta la procedura intrapresa da alcune Amministrazioni del Reggiano per lacertificazione ambientale, dimostra come nell’azione di governo del territorio e delle suetrasformazioni non si debba fare riferimento solo alla capacità di carico (intesa come capacitàdelle componenti ambientali di sopportare gli stress in termini di inquinamento e consumo dirisorse) ma, piuttosto, sulla definizione di “soglie di qualità” e di processi di piano i cui obiettivistrategici dovrebbero essere quelli di:

A) approfondire sempre di più la conoscenza dei rischi e delle condizioni di squilibrio;

B) migliorare le condizioni di sicurezza e ridurre i rischi per la conservazione delle risorse finite;in questo ambito va annoverata in primo luogo la questione del riassetto idrogeologico edella messa in sicurezza dei territori montani, ma anche la tutela dal rischio idraulico neicomuni di pianura;

C) ridurre le criticità e gli antagonismi tra le attività dell’uomo (antropiche ed economiche) el’ambiente;

D) migliorare la qualità ambientale e l’efficacia delle azioni di riassetto, impegnandosi, tra l’altro,a mettere in atto politiche di piano in grado di implementare il progetto di rete ecologica dellapianura reggiana e degli obiettivi d’intervento in esso riportati.

E) svolgere in permanenza funzioni di monitoraggio e valutazione degli effetti delletrasformazioni tramite parametri non solo quantitativi, ma anche qualitativi dell’ambienteantropizzato e naturale.

Alla scala locale il problema più rilevante, in questa fase, è quello di mettere in atto percorsi di

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conoscenza sempre più articolata e approfondita delle condizioni ambientali del territorio e deifenomeni evolutivi in atto, eliminando le difficoltà che si riscontrano per la mancanza dei dati eper la scarsa propensione di chi detiene le fonti di informazione a metterle a disposizione di tutti.

Sul piano del metodo, pare necessario:

a) che si formino e siano messe a disposizione banche dati di facile accesso a tutti gli operatoridel territorio (ad esempio su internet);

b) che siano definiti gli ambiti di riferimento, sia di studio che di intervento, cui relazionare iprogetti sul territorio (l’area comunale, il bacino idrografico, il quartiere, la specifica zona diPRG ecc.) in rapporto alle tematiche di volta in volta trattate e alle dinamiche in atto nelcontesto più vasto;

c) che siano indagati i processi degenerativi in atto e le probabili evoluzioni in assenza diinterventi;

d) che siano correttamente individuati gli obiettivi del miglioramento (la qualità attesa);

e) che siano delineate le caratteristiche dei percorsi e dei processi di riequilibrio da mettere inatto.

In questo quadro di riferimento, gli obiettivi da perseguire attraverso il nuovo PianoStrutturale Comunale, ma anche attraverso politiche settoriali da affiancare al Piano, possonoessere quelli di:

OBIETTIVI DEL PSC

• migliorare le modalità di programmazione degli interventi e di scelta degli indicatoriambientali, anche attraverso la realizzazione e l’applicazione di un sistema di contabilitàambientale locale;

• realizzare le varianti viabilistiche e le razionalizzazioni dei punti critici della viabilità esistentecapaci di assicurare migliori condizioni ambientali agli insediamenti urbani;

• eliminare i fattori di rischio idraulico;

• valorizzare le aree di valore naturalistico-ambientale, attraverso opere di ripristino,riqualificazione e manutenzione dell’ambiente naturale, nonché estendere la rete dei corridoiecologici tenendo conto, in primo luogo, del “Progetto di rete ecologica polivalente” delPTCP;

• incentivare la dotazione di piste ciclabili e di percorsi sicuri;

• monitorare e gestire le forme di contaminazione del suolo prodotte dalle attività pregresse,dalle attività suinicole e dallo spandimento di liquami zootecnici per la fertirrigazione delsuolo agricolo;

• integrare i propri strumenti di governo del territorio (Piani Urbanistici e regolamenti comunali)con una disciplina volta alla salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente naturale (conparticolare attenzione alla gestione delle emissioni sonore, elettromagnetiche), del suolo,sottosuolo e delle acque sotterranee. A tale riguardo diventa di fondamentale importanzatendere, non solo alla riqualificazione delle aree residenziali e del sistema dei servizi, maanche adottare politiche di controllo e qualificazione delle zone produttive già insediate;

• incentivare ulteriormente l’aumento della raccolta differenziata dei rifiuti;

• introdurre un sistema di monitoraggio sistematico dei consumi di risorse, con particolareriferimento a quelli degli Enti Pubblici e delle attività produttive volto ad individuare edadottare politiche di riutilizzo e di risparmio;

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• migliorare le modalità di prevenzione e gestione delle emergenze ambientali generate dacalamità naturali con particolare riferimento al rischio sismico;

• migliorare la gestione ed il controllo dei servizi ambientali affidati a terzi e delle infrastrutturedi proprietà del Comune.

La definizione degli obiettivi generali e specifici per il riassetto ambientale del territorio e lavolontà dell’Amministrazione Comunale di operare entro i limiti quantitativi e qualitativi di unquadro di sostenibilità accertato e condiviso, presuppongono scelte di piano più cogenti rispettoal passato in termini di contenuti ambientali ma, allo stesso tempo, snelle e flessibili sul versanteoperativo e sempre più approfondite nella individuazione dei percorsi di formazione e divalutazione.

Le scelte di dettaglio di carattere insediativo e normativo dovranno essere meglio definite insede di RUE e POC, così come la stesura definitiva del PSC, arricchita dagli apporti inter-istituzionali sanciti nell’Accordo di Pianificazione, evidenzia nel dettaglio con specifiche schedenormative il quadro delle scelte strategiche e le azioni di piano con ricadute ambientali.

In sintesi le strategie dell’azione pianificatoria intrapresa con la stesura del DocumentoPreliminare e dello Schema preliminare di assetto territoriale, confermate nel PSC si possonoelencare nei seguenti punti:

OBIETTIVI DEL PSC

• Dimensionamento residenziale rapportato non tanto al censimento della domanda e delleaspettative edificatorie, quanto piuttosto al calcolo del fabbisogno di medio termine (20 anni)operato in relazione alle ipotesi di evoluzione demografica della popolazione residente inpresenza di saldi migratori positivi e di sdoppiamento dei nuclei familiari. Le previsioni disviluppo residenziale sono state verificate e condivise in sede di conferenza e risultanoimprontate a criteri di contenimento degli sprechi di risorse e di preservazione dell’ambientenaturale e del suolo produttivo agricolo;

• Recupero e riqualificazione delle aree urbane degradate evidenziate nella cartografia delPSC ed in generale delle aree produttive a contatto con le zone residenziali esistenti e diprogetto, mediante l’adozione di un corpo normativo nel PSC e nel RUE mirato a conseguireil progressivo miglioramento delle condizioni ambientali e di lavoro nelle aree industriali –artigianali di recente e/o antico impianto nelle quali si svolgono attività inquinanti o a rischiodi incidente rilevante;

• Recupero del patrimonio edilizio storico culturale e/o produttivo agricolo dismesso o inconflitto d’uso con le residenze circostanti, tanto nelle aree periferiche dei centri abitatiprincipali, quanto nei centri minori;

• Recupero, su tutto il territorio comunale, dei volumi dismessi non più funzionali all’agricolturaper fini residenziali, agrituristici e/o per attività collettive e di servizio connesse al tempolibero, allo svago, allo sport e alla cultura, quando tali attività si configurano, a giudiziodell’Amministrazione Comunale e della popolazione residente, come elemento di sostegnoper la qualificazione dell'offerta turistica o agrituristica dei centri minori, ovvero possonoessere condizione di aggregazione sociale e di relazione con il contesto urbano consolidato;il rafforzamento del sistema dei servizi in ambiti a ridotta consistenza demografica, dovespesso la parrocchia, con le sue attrezzature, costituisce l’unico punto di riferimento sociale,non può non far conto anche sulle iniziative private che, ad esempio, recuperano a bar-ristorante un volume dismesso oppure si propongono di realizzare interventi di supporto alturismo naturalistico ed itinerante;

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• Scelta delle nuove aree edificabili in siti idonei per assetto paesaggistico, idrogeologico edidraulico, per accessibilità, per stato di inquinamento (da rumore e da traffico), per dotazionedi servizi a rete (energia, depurazione, risorse idriche), per assenza di inquinamentoelettromagnetico, per possibilità di dotare le aree di trasformazione o nuova edificazione diverde e parcheggi in modo che si possa prevedere la sostenibilità delle previsioni ed unaelevata qualità ecologico - ambientale;

• Promozione della qualità ecologica degli interventi urbanizzativi ed edilizi, con la messa incampo delle opportune incentivazioni di ordine fiscale o normativo (ad esempio premi disuperficie utile) per i progetti ispirati a criteri di risparmio energetico, sicurezza, salubrità,tutela ambientale e bioarchitettura;

• Individuazione delle criticità e delle fragilità ambientali da superare nel campo dell’assettoidrogeologico ed idraulico, della tutela dall’inquinamento (acustico, elettromagnetico, dapolveri), del rischio sismico;

• Individuazione degli ambiti agricoli di tutela e definizione della compatibilità d’intervento perl’uso del territorio rurale;

• Adozione di un corpo tecnico normativo capace di enucleare gli obiettivi di salvaguardia etutela del mosaico paesaggistico, delle emergenze naturalistiche ed ambientali, delpatrimonio di valore storico - culturale e di promuovere la qualificazione dei territori e dellearee di margine.

3.3. LA RETE ECOLOGICA COMUNALE E LE STRATEGIE DI RI QUALIFICAZIONE DELSISTEMA AMBIENTALE - TERRITORIALE

Il PSC individua il sistema delle reti ecologiche del territorio comunale recependo ed integrandola rete ecologica polivalente provinciale (REP) alla luce degli elementi da valorizzare e dellecriticità da recuperare che si sono evidenziate nel quadro conoscitivo e nel “Progetto direalizzazione di corridoio ecologico nel territorio comunale di Cadelbosco di Sopra”commissionato dall’Amministrazione Comunale alla D.ssa Tellini.

Con il disegno della Rete Ecologica Comunale (REC), rappresentata nella Tav. PS4, il PSCmette pertanto in campo scelte orientate al rafforzamento e all’implementazione della Reteecologica provinciale.

A tale fine vengono individuati nel territorio comunale i seguenti elementi della rete ecologicapolivalente:

a) corridoi ecologici planiziali costituiti da corridoi fluviali primari, secondari e dai corsi d’acquaad uso polivalente;

b) gangli e connessioni ecologiche planiziali da consolidare e/o potenziare (connettivo ecologicodiffuso);

c) fasce di ambientazione stradale;

d) direttrici di connettività esterna con il sistema della rete ecologica dei Comuni confinanti, conparticolare riferimento a Bagnolo in Piano e Reggio nell’Emilia per il corso del TorrenteCrostolo e CanalazzoTassone, con Castelnovo Sotto sempre per il corso del Crostolo e con iComuni di Gualtieri e Novellara per il canale Tassone ed i gangli e connessioni ecologicheplaniziali da consolidare.

Per questi elementi il PSC stabilisce adeguate misure al fine di potenziare le relazioni spaziali efunzionali tra territorio antropizzato, suolo agricolo ed ambiti di rinaturazione laterali al sistema

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idrografico nonché promuovere l’arresto della perdita degli habitat naturali e l’incremento dellearee naturali polivalenti, attraverso politiche di valorizzazione delle emergenze ambientali e diconservazione del patrimonio di biodiversità esistente.

In generale, quindi, al PSC e alle sue Norme, che specificano gli obiettivi da perseguire e gliinterventi ammessi negli elementi della REC, sono affidati obiettivi di conservazione del livello dibiodiversità, di connessione con il restante territorio attraverso corridoi ecologici, divalorizzazione del patrimonio naturale ed ambientale, a partire a dalle risultanze del Progetto direte ecologica polivalente privinciale, nonché dagli specifici Studi elaborati a scala locale.

3.4. LE POLITICHE PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO

Il tema della messa in sicurezza del territorio è ritenuto prioritario e propedeutico per un’efficacedefinizione di politiche e strategie di governo del territorio. In relazione a ciò, il nuovo strumentodi pianificazione, per il superamento delle situazioni di pericolosità e per la definizione di unsistema integrato di azioni mirato alla messa in sicurezza del territorio comunale, si farà caricodei seguenti obiettivi:

OBIETTIVI DEL PSC

• Riconoscere priorità ai temi del riassetto idraulico e della messa in sicurezza del territoriotenuto conto delle specifiche criticità segnalate nell’Analisi del sistema delle acquesuperficiali con il contributo dei Consorzi di Bonifica competenti per il territorio e nello Studiogeologico sismico ed ambientale;

• Esercitare una continua azione di controllo e promuovere, di concerto con i competenti ufficidell’ARPA e dell’AUSL, il censimento delle attività zootecniche a rischio d’inquinamento e piùcorrette pratiche di spandimento dei liquami sul suolo agricolo con particolare riferimento allearee a maggiore permeabilità, alle aree esondabili, alle aree periurbane;

• Preservare il suolo produttivo agricolo da utilizzazioni improprie scoraggiando le attesespeculative per destinazioni urbane, non solo ai margini dei centri abitati principali, ma anchein corrispondenza dei nuclei edificati minori e delle borgate agricole. Particolare attenzioneandrà posta alle strutture lineari attestate ai margini della viabilità per evitare la saldatura anastro, preservando gli scorci visivi e le viste più significative e alle aree contermini aicomplessi di valore storico - culturale introducendo, eventualmente in sede di RUE o POC,limitazioni definite e riconoscibili anche per le edificazioni in territorio agricolo;

• Contenere le espansioni urbane rapportando la crescita delle nuove aree edificabili aibisogni effettivi della popolazione residente e all’evoluzione programmata e sostenibiledell’offerta di case e posti lavoro privilegiando, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti, il riuso ed ilrecupero rispetto alla nuova edificazione;

• Introdurre misure di salvaguardia programmata delle “aree agricole ad elevata produttività”,che da un lato vanno preservate da utilizzazioni non rapportate alle vocazioni agronomichema, dall’altro, vanno garantite anche rispetto ad interventi di infrastrutturazione che neprecludano la funzionalità d’uso.

In particolare, sono due le tipologie di interventi legati alla sicurezza del territorio che entrano afar parte delle politiche di Piano e come tali contribuiscono a determinare l’assetto territoriale delcomune di Cadelbosco di Sopra.

La prima tipologia di intervento è legata al sistema delle infrastrutture per la mobilità, con lamessa in sicurezza e razionalizzazione degli incroci tra la viabilità esistente e quella di progetto

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(la variante Ovest alla SP 63R e l’asse di attraversamento est-ovest). Si tratta di nodi della retedella mobilità veicolare per i quali il Piano deve prevedere specifici interventi per l’aumento dellasicurezza, anche attraverso la creazione di soluzioni a rotatoria.

Per entrare invece nella sfera degli interventi per la sicurezza del territorio dal punto di vistadella pericolosità idrogeologica, vengono individuate delle aree del territorio comunale idoneeper il recepimento di infrastrutture per la laminazione delle piene dovute a piogge critiche, per ilsuperamento delle criticità idrauliche e la messa in sicurezza del territorio comunale e deicomuni contermini. Il PSC prevede la localizzazione di queste aree in due ambiti : il primo nelsettore sud nell’ambito della nuova direttrice di sviluppo produttivo di valenza sovracomunale(AP5 - Coopsette ); il secondo in fregio al nuovo tracciato della SP 358R immediatamente a norddella sua intersezione con la viabilità di progetto proveniente da Zurco e per Cadelbosco Sottotra il Cavo Barisello e il canale Vico Zoaro.

Tra le emergenze naturali segnalate dal Piano, inoltre, una particolare attenzione deve essereriposta alle situazioni di rischio, che dovranno essere affrontate nell’ottica sia di contenere econtrastare gli episodi che si configurano come pericolosi, sia di porre in sicurezza il territoriourbanizzato e gli elementi di valore in territorio rurale.

Due sono le tipologie di ambiti interessati da rischi naturali presenti nel territorio comunale diCaldelbosco; due tipologie molto caratterizzanti l’assetto idrogeologico dell’intera pianura.

Da una parte vi è tutto il sistema dei dossi storici di pianura, che ricoprono un ruolosovracomunale e che infatti sono anche identificati all’interno del vigente PTCP. Si tratta di dossistorici presenti nel settore orientale del territorio comunale con andamento nord-sud e lungo ilprincipale asse di connessione stradale (SP 63R). Il PSC persegue, per questi elementi delpaesaggio, specifiche strategie di salvaguardia delle componenti morfologiche-paesaggistiche.L’obiettivo delle politiche di Piano è quello di limitare il rischio di inquinamento e suscettività allaliquefazione in occasione di sollecitazioni sismiche, ma anche di salvaguardare i varchiinedificati lungo le direttrici viabilistiche storiche, di limitare le modificazioni dell’andamentoplanialtimetrico, di limitare le impermeabilizzazioni dei suoli agricoli.

Dall’altra parte, peraltro comune a tutto il territorio della pianura, vi sono particolari areecaratterizzate da rischio idraulico. Per Cadelbosco sono individuate:

� l’area alla confluenza tra il Cavo Cava e il Torrente Crostolo;

� l’area ad est del Naviglio Tassone, a confine con il comune di Novellara, fatta eccezione perl’area del dosso storico di pianura che attraversa quel settore di territorio comunale indirezione nord-sud.

Per tali aree suscettibili ad esondazione il PSC detta strategie di protezione da tale rischio epersegue obiettivi di limitazione delle nuove previsioni insediative e di contenimento del rischioper gli insediamenti esistenti.

Particolare attenzione a questo tema, sin dalle fasi preliminari di redazione del nuovo strumentourbanistico, è stata posta attraverso lo studio geologico – ambientale redatto dallo StudioIntergeo di Modena e la predisposizione di una specifica Indagine conoscitiva sul sistema delleacque superficiali a cura dello Studio Gasparini di Reggio Emilia.

Da tali studi – cui si rimanda per considerazioni di dettaglio – emerge come le aree esondabilirisultino modeste, anche per la presenza di opere di laminazione e di contenimento dei livelliidrici che determinano un discreto grado di protezione dalle piene. Tra queste poche aree,vengono segnalate lungo il Crostolo l’area indicata nella tavola del PAI come Variante alladelimitazione delle fasce fluviali di cui al “Piano stralcio delle Fasce Fluviali” e l’area classificatacome Zona di tutela ordinaria dal PTCP. Per tali aree si auspica quindi un intervento diconsolidamento degli argini per ridurre la possibile capacità distruttiva delle esondazioni e si

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impongono i vincoli descritti nel PTCP e nel PAI.

Altre criticità con le quali il nuovo strumento urbanistico dovrà misurarsi, sono legate ai corsid’acqua minori, a partire dall’eccessiva portata del Cavo Dogara e dalla verifica della sezione delCavo Modolena Bassa e del Cavo Modolenzola.

Va infine evidenziato che il Consorzio della Bonifica Parmigiana Moglia-Secchia ha trasmesso alComune uno “Studio idrologico e idraulico del reticolo artificiale di scolo consorziale”, le cuivalutazioni vengono qui fatte proprie. Tale studio, composto da relazione e tavole grafiche, èstato allegato al Progetto preliminare di PSC.

Per quanto riguarda le aree residenziali e produttive proposte nel PSC, è stata condotta unaspecifica indagine di fattibilità geologica, geotecnica e sismica dallo Studio InterGeo di Modena.

Dalle indagini effettuate e dalle considerazioni fatte in tale studio, è emerso un esito favorevolealle ipotesi di nuova urbanizzazione prospettate. Si è infatti verificata la mancanza dicontroindicazioni da un punto di vista geologico, geotecnico, idrologico, idrogeologico e sismico.

Per quanto riguarda l’esondabilità, la probabilità di eventi alluvionali, legati sia al TorrenteCrostolo sia ai corsi d’acqua minori, risulta da escludere anche nelle direttrici di sviluppo, inrelazione ai lavori di potenziamento ed innalzamento delle arginature avvenuti nel recentepassato.

La presenza di una falda freatica superficiale compresa tra 1÷5 m di profondità noncompromette la stabilità dei terreni di sottofondazione e quindi delle opere in progetto; dovràtuttavia essere tenuta in considerazione in caso di scavi e interrati. Se previsti abbattimenti dellivello di falda dovranno essere preventivamente valutate le possibili interferenze sugli edificicircostanti.

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4 – UNO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO EQUILIBRATO

4.1. CADELBOSCO di SOPRA NEL SISTEMA DELLA CINTURA REGGIANA

Il comune di Cadelbosco di Sopra si trova nel settore centrale della pianura reggiana e confina anord con Guastalla, a nord-ovest con Gualtieri, ad ovest con Castelnovo di Sotto e Campegine,a sud con Reggio Emilia, ad est con Bagnolo in Piano e Novellara.

Cadelbosco di Sopra occupa un territorio di 44,22 Kmq. corrispondente al 9,51% della superficiecomplessiva dei sette comuni dell'Area n°4 (464,89 Kmq) in cui è stato inserito dal PTCP e sicolloca al terzo posto per estensione e al quarto posto, dopo Reggio Emilia, Quattro Castella eBagnolo, per consistenza demografica al 2001.

Territorialmente, l’area cadelboschese occupa un ruolo di primaria importanza all’internodell’ambito generalmente denominato “cintura reggiana”.

Come si avrà modo di spiegare anche all’interno del capitolo sulle infrastrutture e sulla mobilità,il sistema territoriale di appartenenza, le dinamiche insediative e l’assetto infrastrutturale,spingono la riflessione verso un’analisi dell’intero sistema insediativo che si è sviluppato aridosso del capoluogo provinciale, con un approccio che può essere assimilato concettualmentea quelle delle aree metropolitane, ponendo cioè una particolare attenzione ai rapporti che siinnescano tra la città ed i comuni contermini. Nella stessa direzione si sono mosse le analisirelative ad altri importanti studi di pianificazione attualmente in fase di stesura definitiva, come ilnuovo PTCP della Provincia di Reggio Emilia, il PSC del Comune capoluogo, il Piano dellaMobilità del Comune di Reggio e della Provincia. Sempre nella medesima direzione e con lemedesime intenzioni di fondo, va interpretato il Protocollo d’Intesa per la collaborazione inmateria di pianificazione territoriale, sottoscritto dalla Provincia di Reggio Emilia, il Comune diReggio Emilia e tutti i Comuni della cintura reggiana, compreso Cadelbosco di Sopra come basedi formazione della strumentazione urbanistica di cui alla Lg. Rg. 20/2000

Comuni della cintura reggiana – Tendenze demografic he

Partendo da tale approccio “d’area vasta”, si può notare come il Comune di Cadelbosco siacaratterizzato da dinamiche e da pressioni piuttosto simili a quelle che hanno caratterizzato gli

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altri comuni della cintura, anche se in momenti differenti. Dalla valutazione delle dinamichedemografiche di lungo periodo (dal 1971 al 2006), infatti, si può notare come la popolazione diCadelbosco sia incrementata di più del 50%, ponendosi di circa otto punti percentuali al di sopradella media di tutti i comuni della cintura (capoluogo escluso).

Comuni della cintura reggiana – Incremento demograf ico dal 1971 al 2006

ALBINEA

BIBBIANO

CADELBOSCO DI SOPRA

CAM PEGINECASALGRANDE

CAVRIAGO

CORREGGIO

M ONTECCHIO EM ILIA

QUATTRO CASTELLA

SAN M ARTINO IN RIO

SANT'ILARIO D'ENZA

SCANDIANO

TOTALE CINTURA

TOTALE CINTURA+CAPOLUOGO

RUBIERABAGNOLO IN PIANO

REGGIO NELL'EM ILIA

0,00

10,00

20,00

30,00

40,00

50,00

60,00

70,00

80,00

90,00

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Comuni

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Comuni della cintura reggiana – Incremento demograf ico dal 2001 al 2006

Molto diversa invece è la collocazione temporale di tale crescita. Infatti mentre per altri comunidella cintura (soprattutto nel quadrante sud verso la collina) la crescita è avvenuta con ritmo piùsostenuto negli anni Settanta e Ottanta, il Comune di Cadelbosco ha concentrato il suofenomeno di crescita negli anni più recenti in concomitanza con la lievitazione dei prezzi dellearee edificabili registrata nel Capoluogo di Provincia e nei Comuni della cintura posti a sud dellaVia Emilia, in particolare a partire dalla seconda metà degli anni ottanta.

Comuni della cintura reggiana – densità abitativa al 2001 (Fonte Nomisma)

Peculiare è anche il dato sulla densità abitativa, che a Cadelbosco nel 2001 risultava tra le piùbasse dell’intera cintura reggiana, a testimonianza del persistere di una ancora notevoleporzione del territorio non antropizzata a quella data.

Un ultimo spunto di riflessione offerto dall’analisi dell’area vasta della cintura reggiana, èquello relativo agli spostamenti interni avvenuti negli ultimi anni. Nell’ultimo decennio, infatti,prendendo in considerazione i trasferimenti di residenza tra i comuni, appare significativo comela cintura reggiana abbia subito marcatamente il cosiddetto “effetto metropolitano”, assorbendo,cioè, una buona percentuale della popolazione in uscita dalla città. Preponderante è il fenomenodi micro-migrazione della popolazione della città capoluogo verso i comuni della cintura,fenomeno che in tutti i comuni (fatta eccezione per Casalgrande), risulta più consistente rispettoalla migrazione dall’esterno verso il capoluogo, come si può notare nella tabella seguente.

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A Cadelbosco, nell’ultimo decennio il saldo trala popolazione proveniente dal capoluogo e lapopolazione che ha lasciato Cadelbosco pertrasferirsi a Reggio, è tra i più positivi dell’interacintura reggiana.

Secondo i trend ormai consolidati intutta Italia, anche nella cintura reggiana - e cosìanche a Cadelbosco – ad un incremento dellapopolazione ha corrisposto un incremento piùche proporzionale del numero delle famiglie,per effetto della riduzione del numero mediodei componenti per ciascuna famiglia.

Dal punto di vista abitativo, l’incrementodel numero delle famiglie si traduce in manieraproporzionale in incremento di unità abitativeoccupate, anche se c’è da dire che aCadelbosco e in pochi altri comuni della cintural’incremento di abitazioni occupate si attesta suvalori leggermente inferiori rispettoall’incremento delle famiglie.

Comuni della cintura reggiana – trasferimenti diresidenza dal 1995-05 (Fonte Nomisma)

Comuni della cintura reggiana – Variazioni famiglie e abitazioni 1991-01 (Fonte Nomisma)

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A fronte di tali riflessioni e a fronte del complesso scenario infrastrutturale che si sta delineandonell’intero quadrante nord dell’”area metropolitana” reggiana, il PSC dovrà essere in grado diproporre politiche e strategie capaci di valorizzare il ruolo di Cadelbosco nel sistema integratodella cintura reggiana, dal punto di vista insediativo, dei servizi, delle dotazioni territoriali einfrastrutturali.

Il complesso delle linee strategiche per il nuovo assetto insediativo comunale, quindi, dovrà daun lato garantire uno scenario credibile e sostenibile per lo sviluppo di Cadelbosco; dall’altrodovrà anche garantire le opportunità per Cadelbosco di giocare un ruolo di primaria rilevanzaentro le strategie di sviluppo territoriale e infrastrutturale della provincia reggiana, con particolareriferimento agli scenari che si andranno delineando nel quadrante nord della cintura.

Compito del PSC per una migliore identificazione strategica del ruolo di Cadelbosco e del suosistema ambientale ed insediativo dovrà essere pertanto quello di definire, in un quadro dicompatibilità condiviso, strategie di trasformazione atte a:

OBIETTIVI DEL PSC

• fornire risposte correlate ai bisogni insediativi e di evoluzione qualitativa dei centri urbaniprincipali e dei nuclei frazionali minori, tenendo conto delle istanze che emergono dallecategorie sociali e dai cittadini e tenendo sempre in considerazione le dinamiche e lepressioni insediative che caratterizzano gli ambiti di cintura del capoluogo provinciale;

• identificare, attraverso il quadro complessivo delle politiche urbane, le soglie di sostenibilitàoltre le quali le risposte a bisogni specifici della collettività amministrata diventanoimpedimento ad un corretto sviluppo urbano o addirittura momenti di conflitto non sanabilicon le aspettative dei Comuni confinanti;

• evidenziare le criticità presenti nei campi dell’abitare, della qualità ambientale, del riassettodei settori produttivi tradizionali e dello sviluppo dei settori innovativi, delle dotazioniterritoriali e del sistema dei servizi, con riferimento alla dimensione d’area vasta, al fine diconcertare strategie pianificatorie e strumenti operativi in grado di portare a soluzione lescelte pianificatorie con maggiore coerenza entro il panorama insediativo della cinturareggiana;

• potenziare le direttrici infrastrutturali di rilievo provinciale, con particolare riferimento agli assinord-sud (SP 358R e SP 63R con le relative varianti) ed ovest-est (mediana di pianura versoBagnolo);

• monitorare l’offerta del sistema insediativo in relazione alle dinamiche in atto nell’interoterritorio della cintura reggiana, attraverso l’utilizzo dell’osservatorio urbanistico;

• sviluppare maggiormente i servizi telematici e le reti di comunicazione onde limitare ilpendolarismo e promuovere il tele lavoro e la didattica per la formazione a distanza;

• favorire la polarizzazione delle funzioni produttive e la contemporanea presenza nei polisovracomunali (aree ecologicamente attrezzate) delle funzioni produttive, di ricerca e diformazione, prevedendo il trasferimento delle localizzazioni incongrue o al di fuori dei sistemiviari principali.

4.2. IL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE

4.2.1. – POLITICHE E OBIETTIVI PER L’INDUSTRIA E L’ ARTIGIANATO

Il completamento della fase di analisi dello stato di fatto e di formazione del quadro conoscitivo

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ha consentito una articolata visione dei fenomeni in atto sul territorio e nell’assettosocioeconomico del settore artigianale - industriale locale sia in termini di assetto urbanistico -edilizio degli insediamenti, che in termini di struttura di settore.

Dal Censimento 2001 dell’Industria e dei Servizi, a Cadelbosco risultano presenti 2.791 addettialle attività economiche; nei dieci anni dal Censimento '91 si era registrata una crescita di 311addetti (+ 12,5%), con incrementi in quasi tutti i settori, ed in particolare nel settore dei servizi(con una crescita del 52,3%).

Da quanto emerge da dati recentemente diffusi dalla Camera di Commercio Industria Artigianatoe Agricoltura di Reggio Emilia, negli ultimi cinque anni (2000-2005) l’incremento delle impreseregistrate nel settore dell’industria a Cadelbosco, risulta il più elevato rispetto all’intero distrettodi Reggio Emilia (+49,6% rispetto al +32, 9% del distretto e al +23,6% dell’intera provinciareggiana). Tale incremento emerge anche per le imprese del settore dei servizi; anche in questocaso, negli ultimi cinque anni a Cadelbosco si registrano valori d’incremento del numero delleimprese decisamente più elevati che nel resto del distretto (+20,3% rispetto al +7% registrato neldistretto e nell’intera provincia).

Tale fenomeno, che ricalca grosso modo le tendenze registrate di recente anche nella strutturademografica comunale (già descritte nel precedente capitolo), lascia intendere che, oltre aldinamismo economico e produttivo che ha generato una domanda insediativa rilevante, vi siauna componente significativa da attribuire alla offerta di spazi disponibili nel comune. Anche inquesto caso, infatti, si deve notare come il boom sia avvenuto dopo l’approvazione del vigentePRG e delle relative varianti specifiche, che hanno reso disponibili nuove aree all’interno delterritorio comunale. I due fenomeni di crescita (demografico e produttivo) risultano avere grossecorrelazioni, come si può notare anche dalla seguente tabella, da cui emerge come lastragrande maggioranza delle imprese registrate di recente a Cadelbosco, risulti occupataproprio nel settore dell’edilizia.

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Tornando ai dati dei censimenti, che consentono un’analisi diacronica a livello di maggiordettaglio, si può notare come al 2001 a Cadelbosco le attività industriali rappresentino il 65,2%degli addetti (1.819). Il comparto più consistente risulta quello metalmeccanico con 662 addetti,al quale segue il comparto delle costruzioni (333 addetti) e le industrie per la lavorazione diminerali non metalliferi (213); di un certo peso risultano poi anche le industrie per lafabbricazione di macchine elettriche (156) e le industrie per la fabbricazione di mezzi di trasporto(108).

Tra i settori in crescita nell’intervallo intercensuario, si segnala il ramo delle costruzioni (+146addetti), seguito dalle industrie di fabbricazione mezzi di trasporto (+108) e dalle industrie deiprodotti in metallo (+102), mentre il maggior decremento lo fanno registrare le “Altre industriemanifatturiere” (-103 addetti) e le industrie dei prodotti alimentari (-91).

L’attuale situazione occupazionale, che vede un tasso di disoccupazione basso ed una costantericerca di manodopera, non induce a prevedere nel breve e medio termine grandi espansioni ditipo artigianale/industriale anche in virtù della stagnazione che la crescita dell’economia ha fattoregistrare negli ultimi anni e, condividendo quanto indicato dal PTCP, il PSC dovrà piuttostodeterminare le condizioni per una riorganizzazione degli insediamenti produttivi esistenti. Questoal fine di favorire i raggruppamenti fra imprese e la polarizzazione delle funzioni di servizio,incentivando il trasferimento delle attività localizzate all’interno delle zone residenziali o in ambitinon serviti da adeguata viabilità di scorrimento e di idonee infrastrutture di servizio.

Per quanto riguarda le esigenze di spazi per le attività produttive nel territorio cadelboschese,l’attenzione va posta principalmente sul riuso delle aree sottoutilizzate, sulla razionalizzazionedelle funzioni logistiche e sulla definizione di intese istituzionali (Accordi Territoriali) in grado difornire risposte adeguate in una logica di scala sovracomunale.

Gli obiettivi di sviluppo del settore produttivo locale vanno relazionati alla trasformazione delletecnologie, alle potenzialità di riutilizzo di siti dismessi, ad un’efficiente dotazione infrastrutturale,all’impianto logistico complessivo e non ultimo alle difficoltà di crescita del PIL che la crisi

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economica internazionale ha evidenziato per l’Italia ed anche per l’area della provincia di Reggionell’Emilia.

Obiettivo prioritario è quello di eliminare le situazioni di conflitto tra attività produttive e territoriourbano, a partire dalle situazioni critiche che richiedono interventi di risanamento ambientale.

Di interesse prioritario fin dalla fase di formazione dello Schema preliminare di PSC è statal’apertura, con gli imprenditori locali, con i Comuni confinanti e con la Provincia di Reggio Emilia,del confronto istituzionale sulle “Aree ecologicamente attrezzate” di rilievo sovracomunale, allequali affidare un ruolo di risposta al fabbisogno insediativo locale per domanda di trasferimento(nel caso specifico risposta al trasferimento dello stabilimento di produzione delle traversineferroviarie Coopsette), ma anche un ruolo strategico di riordino qualitativo degli insediamentiproduttivi a scala sovracomunale (nel nostro caso riordino degli insediamenti produttivi diCadelbosco e Castelnovo di Sotto serviti dalla SP 358R).

Per i tessuti a destinazione produttiva confermati, il Comune con il PSC prospetta la necessità diimpegnarsi in una qualificazione del sistema locale, al fine di affrontare con maggior vigore iltema della competitività. A tal fine si delineano politiche e azioni strategiche ed obiettivi miratialla qualificazione delle condizioni complessive di ambiente (fisico, sociale, dei servizi) checostituiscono una componente sempre più rilevante della competitività di un sistema produttivo.

Al fine di favorire la suddetta riorganizzazione delle attività produttive e la delocalizzazione diattività insediate in zone incongrue, il PSC prevede:

OBIETTIVI DEL PSC

• conferma delle aree produttive esistenti che per ubicazione e tipi di lavorazione risultanocompatibili con il contesto nel quale si trovano gli insediamenti;

• consolidamento e integrazione dei poli produttivi posti a sud del Capoluogo e ad ovest dellafrazione La Madonnina con quote aggiuntive di aree produttive riservate all’ampliamento diattività già insediate non altrimenti localizzabili e al potenziamento delle dotazioni territoriali;

• previsione di un nuovo ambito di localizzazione di una direttrice di sviluppo produttiva per iltrasferimento delle attività insediate in contrasto con l’ambiente urbano e per l’attrezzatura dizone industriali - artigianali di rilievo sovracomunale tramite accordi con i privati, i quali sidovranno fare carico del miglioramento delle dotazioni territoriali e del sistema di mobilità,risolvendo nel contempo i problemi delle criticità idrauliche del settore sud del Capoluogo;

• messa in atto, attraverso l’adozione del corpo tecnico normativo del PSC, di politiche dipiano in grado di :

- qualificare l’artigianato di servizio consentendone l’insediamento in quota percentualecomunque non superiore al 20% della potenzialità edificatoria anche in ambiti a prevalentefunzione residenziale purché si tratti di attività compatibili con l’ambiente urbano e di piccolilaboratori artigiani con scarso impatto sulle infrastrutture viarie, assenza di problematicherispetto alla fornitura delle materie prime e allo smaltimento dei reflui e dei rifiuti;

- promuovere conversioni d’uso (da artigianale a residenziale eventualmente integrato daattività laboratoriali a basso impatto) delle aree più prossime all’insediamento residenzialeconsolidato.

Resta fermo che tutte le eventuali nuove attività produttive da insediare nel territoriocadelboschese dovranno essere selezionate tra quelle a basso impatto e dovranno operare inun quadro di sostenibilità ambientale predeterminato in sede di redazione degli strumentiattuativi, in accordo con i competenti uffici ARPA e AUSL.

In merito alla presenza nel territorio comunale di uno stabilimento individuato a “Rischio di

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incidente rilevante” – la Liquigas spa ubicata nella zona industriale di Argine – in sede di PSCviene prodotto l’elaborato Tecnico R.I.R. e la cartografia riporta l’”Inviluppo delle aree di danno”con la siglatura R1 e R2.

4.2.2. – POLITICHE E OBIETTIVI PER L’ATTIVITA’ AGRI COLA E ZOOTECNICA

Il territorio comunale Cadelbosco di Sopra, in linea con quanto accaduto nel resto dellaprovincia, ha risentito negli ultimi anni della diminuzione sia del numero delle aziende, sia dellasuperficie totale, sia della SAU, come dettagliatamente descritto all’interno degli elaborati delQuadro Conoscitivo. Il concomitante incremento della superficie media aziendale testimonia unatendenza alla concentrazione della proprietà terriera, utile a contrastare i costi di gestionedell’attività agricola intesa in maniera più moderna.

Il progressivo declino della pratica agricola, così come il conseguente abbandono e degrado diparte del patrimonio edilizio rurale, la mancanza di manutenzione degli elementi strutturanti ilterritorio (canali, fossi, percorsi rurali), l’abbattimento della vegetazione arborea ed arbustiva chedisegnava il territorio di cinquant’anni fa e ne garantiva le diversità biologiche, rappresentano,oltre ad un’evidente ed inevitabile trasformazione del sistema produttivo locale, anche unconsiderevole rischio per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico e naturale, tipico dellapianura reggiana fino agli inizi degli anni settanta.

Ciononostante l’agricoltura di Cadelbosco costituisce ancora un settore importante nel sistemaeconomico.

Preponderante nel comune di Cadelbosco di Sopra, anche all’ultimo censimento del 2000,risulta l'incidenza delle aziende a conduzione diretta (quasi il 95%), mentre risulta in forte calo ilnumero delle aziende con allevamenti, segnale del progressivo abbandono della praticazootecnica da parte di un gran numero di aziende agricole della nostra provincia.

Rispetto ai territori limitrofi e alla media provinciale, il comune di Cadelbosco si caratterizza peruna dinamica di più marcata riduzione sia delle aziende allevatrici che dei capi allevati, conparticolare riferimento ai bovini.

Per quanto concerne l’estensione delle zone agricole, comunque, il comune presenta un valorepiuttosto elevato, non solo se confrontato con i comuni limitrofi, ma anche su base provinciale.

Questi dati confermano quindi una potenzialità di crescita del comune abbastanza consistente,vista la percentuale di territorio non ancora urbanizzato e la disponibilità di suolo produttivo.

Ad un simile processo di trasformazione in atto la pianificazione urbanistica deve rispondere conindicazioni per una tutela attiva che riesca a trasformare elementi di debolezza in risorse,individuando nuovi ruoli e motori di qualificazione, valorizzazione e sviluppo dell’economiaagricola.

In questo scenario, gli obiettivi del PSC per il territorio rurale devono in generale avere la finalitàdi:

OBIETTIVI DEL PSC

• tutelare le attività agricole in atto e promuoverne lo sviluppo;

• salvaguardare e potenziare la qualità ecologica;

• salvaguardare e valorizzare la qualità paesaggistico-ambientale tipica del paesaggio agricolodella pianura reggiana.

• promuovere, nel rispetto delle apposite tutele, il rafforzamento delle attività agricole giàinsediate, anche con forme di incentivazione e di promozione di attività integrative dell’attività

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agricola e ad essa compatibili;

• contrastare la formazione di nuove aziende per scorporo e frazionamento di aziendeesistenti per evitare potenziali effetti negativi nel sistema paesaggistico ed ambientale delterritorio rurale e nel sistema economico rurale nel suo complesso;

• garantire la minor erosione possibile del territorio rurale conseguente a nuove previsioniinsediative (residenziali e produttive), con particolare riguardo a quelle fasce territoriali diparticolare rilevanza per le loro funzioni di connessione ecologica;

• valorizzare i territori agricoli periurbani con attività integrative specificamente rivolte allaintegrazione funzionale tra la città e la campagna.

Le scelte strategiche di Piano per tutelare e valorizzare il territorio rurale, si articoleranno inattività politico – amministrative e per quanto concerne il PSC, in misure regolamentaricartografiche e normative che richiedono:

• la classificazione del territorio in base ai caratteri specifici, al livello di salvaguardianecessario, alle potenzialità di valorizzazione;

• la progettazione della rete ecologica comunale, intesa come sistema delle continuitàecologiche da tutelare rispetto a processi di erosione urbana e ad ogni trasformazioneincompatibile;

• la definizione delle norme per il recupero del patrimonio edilizio in territorio rurale e per latutela dei valori storici, architettonici e testimoniali;

• la delocalizzazione di edifici ed attività ritenuti incompatibili con i caratteri del paesaggiorurale;

• la definizione delle norme e degli incentivi per il potenziamento delle aziende esistenti, secompatibili con gli obiettivi di sviluppo economico ed ecologico da perseguire, nonché per lapromozione di attività per la produzione biologica e/o a basso utilizzo di pesticidi;

• la definizione delle norme per contrastare le attività in grado di produrre effetti negativi nelsistema rurale locale, anche attraverso il blocco degli allevamenti intensivi o di carattereindustriale e l’imposizione – per gli allevamenti esistenti – dell’obbligo di dotarsi dei necessariimpianti di depurazione e stoccaggio dei liquami e di rispettare gli indirizzi di recuperoambientale definiti dalle politiche Regionali e Provinciali;

• la definizione della “carta delle unità di paesaggio” di rango comunale dello studio geologico,con lo scopo di offrire ai tecnici e agli operatori agricoli utili strumenti di lavoro per unapratica sempre più corretta e produttiva dell'attività agricola che si misuri anche con i graviproblemi dell'inquinamento dell'ambiente e delle risorse idriche e con le esigenze di tutela eripristino delle forme del paesaggio agrario tipiche della pianura reggiana e delle sue valli;

• la definizione delle norme per l’abbattimento degli inquinanti e per la tutela delle risorseidriche superficiali e sotterranee, tramite la imposizione, ove possibile, dell’allacciamento allapubblica fognatura depurata, il controllo degli apporti idrici alla rete di scolo naturale delleacque superficiali e l’eliminazione delle condizioni di rischio idraulico, anche attraverso lamassimizzazione delle superfici permeabili.

In un territorio ampiamente interessato da canali di scolo e di bonifica, da aree di tutela dei corsid’acqua, da aree vallive a scolo artificiale, anche la pratica della fertirrigazione va portata avantinel rispetto, non solo della legislazione vigente in materia, ma anche delle caratteristiche

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geologiche e morfologiche del territorio comunale, soprattutto in corrispondenza di morfologie adosso e di aree a particolare fragilità.

Il principale obiettivo ambientale che si vuole perseguire nel territorio rurale, in definitiva, èquello di “riambientare” il territorio agricolo, anche attraverso la promozione di zone dicampagna/parco, private come proprietà ma aperte alla fruizione collettiva, poste preferibilmentea cintura dell’abitato e connesse – ove possibile – alla produzione agricola, nelle quali si possaincentivare anche un tipo di economia diverso e legato alla fruizione del territorio.

4.3. IL TERZIARIO ED IL COMMERCIO

Il commercio rappresenta a Cadelbosco il ramo del terziario che offre il maggior numero di postilavoro (349 addetti), nonostante il calo registratosi nell’ultimo intervallo di censimento. Ilcomplesso delle altre attività di servizio delle imprese fa conteggiare 428 addetti, ai quali siaffiancano i posti lavoro delle istituzioni pubbliche e non profit (rispettivamente 171 e 24).

In generale, la qualificazione della struttura del commercio al dettaglio di Cadelbosco, nelduplice ruolo di servizio al cittadino e di strumento che è partecipe e concorre agli esiti dellepolitiche di riqualificazione urbana, si declina negli obiettivi specifici di un rafforzamentodell’identità del sistema delle aree centrali e del relativo potenziamento e riorganizzazione dellaclasse delle piccole e medie strutture di vendita, alimentari e non.

Esaminando le variazioni intervenute nei vari rami del settore terziario, constatiamo che, a frontedi una riduzione dei posti lavoro nel commercio (-77 unità), tutte le attività economichepresentano incrementi; tra queste sono le attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altreattività professionali ed imprenditoriali che fanno registrare l’aumento più alto, con +110 addetti e+55 unità locali.

Rispetto a questo stato di cose, gli obiettivi di piano per la valorizzazione delle aree commercialie per la qualificazione della direzionalità, devono enuclearsi principalmente in termini di strategiedi ordine non solo urbanistico ma anche, e forse di più, di ordine politico programmatico.

In linea generale gli obiettivi per la qualificazione del commercio e della direzionalità vengonofondati sulle seguenti strategie pianificatorie :

OBIETTIVI DEL PSC

• incentivare le iniziative imprenditoriali tese al rinnovamento in termini strutturali e gestionalidelle imprese esistenti;

• sostenere le iniziative di insediamento di nuove attività commerciali, direzionali o alberghiereconnesse a settori innovativi con prospettive di consolidamento occupazionale nei campi delturismo agro-naturalistico, culturale ed ambientale;

• sviluppare le forme produttive appartenenti al terziario (servizi alla persona e servizi alleimprese tra i quali i servizi sociali, i controlli e gli interventi in campo ambientale, leinfrastrutture per la funzione ricreativa e sportiva, etc.) che devono essere rivolte ad unpotenziale di domanda di provenienza prevalentemente extra-locale, anche attraverso leopportunità derivanti dalla diffusione dei sistemi telematici e dal telelavoro;

• valorizzare e potenziare, tra i comparti esistenti e consolidati, quelli maggiormentequalificanti e dotati di specificità in termini di qualità dei prodotti e immagine;

• promuovere la cultura della diversificazione dell'attività e dello sviluppo delle forme diorganizzazione a rete delle imprese, nell'ottica di allacciare l'impresa locale con i sistemiproduttivi più sviluppati;

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• favorire il consolidamento e la riqualificazione della rete commerciale esistente nei centriurbani;

• agevolare gli accorpamenti e la qualificazione degli spazi commerciali e promuovere gliinterventi di ristrutturazione edilizia e di arredo urbano atti ad offrire al cliente un ambientegradevole;

• migliorare la interazione tra potenzialità turistica e potenzialità commerciale;

• migliorare i collegamenti pedonali e le dotazioni di aree standard con particolare riferimentoal verde, ai parcheggi, alle piazze attrezzate;

• favorire le domande insediative finalizzate alla nascita di nuove strutture ricettive a supportodel tempo libero, dello svago e dello sport e consentire la destinazione alberghiera aprevalente conduzione familiare nell’ambito delle zone residenziali urbane di trasformazioneo di nuovo impianto purché dotate delle necessarie aree standard con particolare riferimentoai parcheggi pubblici;

• qualificare la diversificazione dell’offerta implementando la ricettività agrituristica e per ilturismo itenerante anche in corrispondenza degli interventi di recupero dei volumi agricolidismessi, purché siano proposti secondo i criteri propri della sostenibilità ambientale epaesaggistica.

Per quanto riguarda la direzionalità, non sembrano esistere condizioni di domanda talmenteelevata da prefigurare la necessità di nuove specifiche zone direzionali-alberghiere. Ciò anche inrelazione al fatto che tali attività è opportuno siano previste nell’ambito delle aree a prevalentedestinazione residenziale come necessario mix funzionale per elevare la qualità degliinsediamenti esistenti e di progetto, ovvero come possibile incentivo al recupero di edifici divalore, ovvero sparsi in territorio agricolo.

Una particolare attenzione dovrà essere posta alla creazione delle migliori opportunità per losviluppo e l’affermazione del terziario avanzato, quale sbocco occupazionale locale per legenerazioni a venire, che sempre più si caratterizzano per il livello medio/alto di scolarizzazione.Dovrà acquisire grande importanza lo sviluppo dei servizi di supporto alla produzione e dei centriper le funzioni di ricerca e qualità, con la diffusione di nuove tecnologie legate ad una culturainnovativa nella gestione aziendale, con sviluppo del supporto telematico e potenziamento dellereti di comunicazione.

La diffusione dei sistemi di comunicazione telematica consentono oggi più facili procedure diaccesso a servizi rari che, dovendo fare riferimento a vasti bacini di utenza, non possono esseredistribuiti in modo capillare sul territorio.

Questo fatto e la consapevolezza che alcuni servizi rari non possono essere collocati se non alivello provinciale e regionale, fanno sì che si debba operare affinché siano favorite al massimotutte le iniziative private e pubbliche idonee a conseguire una ulteriore qualificazione dell’offertadi servizi terziari alla persona e alle attività produttive.

Ciò richiederà in sede di redazione del POC un più approfondito confronto con gli operatori e lecategorie economiche per la individuazione di fabbisogni puntuali ma, già in questa sede,appare necessario enucleare tra gli obiettivi strategici del PSC quello di favorire tutte le iniziativeimprenditoriali ed edificatorie che si propongono di aumentare le opportunità occupazionali nelsettore dei servizi privati alle persone e alle attività produttive.

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5 - IPOTESI DI EVOLUZIONE DEMOGRAFICA E STIMA DELLA DOMANDAABITATIVA

Dall’analisi dei fattori evolutivi della popolazione di Cadelbosco di Sopra, emerge in primo luogola costante crescita dei residenti avvenuta nell’ultimo ventennio, crescita che si è fattaparticolarmente consistente a partire dal 1999, ed ancor più dal 2001 periodo in cui lapopolazione residente è costantemente aumentata fino a superare le 10.000 unità (10.444abitanti al settembre 2008); al riguardo è interessante osservare come nel quinquennio (2001-2005) la popolazione residente sia aumentata di più rispetto all’incremento registrato nell’arcodel trentennio 1971-2001.

In base ai dati anagrafici, dal 1986 al 2005 (ultimi venti anni) i residenti sono aumentati di oltre il42%, portandosi da 6.734 a 9.592 unità, pari a +143 abitanti/anno.

Nei cinque anni, nei quali, come prima evidenziato, l’incremento si è notevolmente accentuato,gli abitanti sono cresciuti di ben 1.942 unità, corrispondenti ad una media di +388 personeall’anno, tant’è che Cadelbosco, nel quinquennio in questione, è il comune con il maggiorincremento di popolazione della Provincia di Reggio Emilia ed anche nel periodo 2005-2008, purnon avendo a disposizione dati omogenei e confrontabili, resta notevole la crescita dipopolazione residente (circa 300 abitanti / anno come media).

Determinante dell’incremento di popolazione è il fenomeno migratorio, che presenta saldi positivielevati (+254 persone/anno nell’ultimo decennio e +361 persone/anno nell’ultimo quinquennio),ma anche la ripresa della natalità, che nei primi anni del 2000 ha mostrato un’inversione ditendenza di tipo strutturale con saldi naturali positivi.

L’apporto migratorio ha inciso sulla struttura della popolazione rendendo il Comune più“giovane”, in quanto la nuova popolazione immigrata è andata ad incrementare principalmente leclassi di età giovani ed in età lavorativa.

Al 2005 il Comune presenta indici di vecchiaia, di dipendenza e di struttura più bassi rispetto siaalla media provinciale che a quella del comune capoluogo.

All’aumento di popolazione ha corrisposto un consistente incremento del numero di famiglie,secondo coefficienti di crescita superiori a quelli della popolazione; questo ha portato ad unamarcata diminuzione dell’ampiezza media famigliare.

Le famiglie residenti sono passate dalle 2371 del 1991, alle 2902 del 2001, alle 3656 del 2005 ela media di componenti per nucleo familiare è scesa da 2,87, a 2,69, a 2,61, con una variazionequindi di -0,26 punti nell’arco di quindici anni.

Nonostante il calo verificatosi, la media del nucleo familiare di Cadelbosco si attesta ancora oggisu valori tra i più alti della provincia e di gran lunga superiori alla media provinciale (2,40 al2005).

Con un quadro demografico così caratterizzato ed in un momento di rapide trasformazioni comequello che stiamo vivendo, formulare delle previsioni demografiche attendibili è operazione assaiardua e lo è ancor più quanto più ristrette dal punto di vista geografico risultano le aree oggettodi analisi.

Basta considerare che anche le più recenti previsioni dell’Istat (2001-2051) per la RegioneEmilia-Romagna, risultano nettamente sottostimate rispetto le dinamiche attuali.

Come ovvio, infatti, qualsiasi meccanismo di previsione in avanti di un certo fenomeno comporta

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un determinato grado di incertezza connesso con la mancata conoscenza del futuro. Ciò è tantopiù vero per la popolazione in relazione al fatto che gli eventi da cui dipendono le variazionitemporali (nascite, decessi, migrazioni) sono legati a molteplici fattori, difficilmente riconducibili astandard univoci.

Tuttavia se alcuni comportamenti demografici e sociali mutano con una certa lentezza, come lenascite e i decessi che, in un periodo non troppo ampio, possono essere previsti con attendibilitàa causa della sostanziale stazionarietà degli stili di vita, della percezione della situazioneeconomica individuale e delle condizioni di salute della popolazione, altrettanto non si può diredelle migrazioni, evento che ha un impatto sempre più significativo sulla popolazione residentema anche una estrema volatilità.

In effetti, se è vero da una parte che lo sviluppo futuro della popolazione è già parzialmentescritto nella struttura della popolazione attuale (e quindi possiamo considerarlo certo), dall’altro èinfluenzato da variabili, come quelle relative all’immigrazione, di cui possiamo solo supporrel’andamento.

Nessuno può dire infatti con ragioni particolarmente forti che l’immigrazione avrà effettivamenteun certo andamento piuttosto che un altro, perché questo dipende da variabili socio-economichee politiche che sono in buona parte fuori dal campo di azione di un Ente Locale (e forse anche diun singolo Stato nazionale).

Pertanto, gli scenari prospettati per il Comune di Cadelbosco di Sopra nel documentopreliminare, non sono derivati, se non in minima parte, da una procedura meccanica diestrapolazione di tendenze riscontrate negli anni passati, ma su riflessioni sugli aspettieconomici e sociali ad essi correlati, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile ed equilibratodel territorio.

E’ sulla base di tali valutazioni, che l’Amministrazione Comunale ha individuato comeobiettivi politico – programmatici prioritari il co ntenimento dell’espansione demografica,la limitazione della crescita residenziale, l’esigenza di garantire alla popolazione unadeguato e qualitativo livello di servizi pubblici e ha optato per un periodoprogrammatorio di riferimento del PSC ventennale.

La stima della popolazione futura è stata effettuata infatti secondo diverse ipotesi evolutive chehanno portato ad assumere, tra gli scenari prospettati, quello che più rappresenta ilraggiungimento degli obiettivi sopra descritti.

Dal punto di vista metodologico l'ipotesi prospettata è stata costruita come segue:

1) Proiezione della popolazione residente al 31-12-2005 scorporata per sesso e singolo annod'età, imponendo a ogni classe d'età le probabilità di sopravvivenza descritte nelle Tavole dimortalità della popolazione - Anno 2003 - relative alla provincia di Reggio Emilia e calcolandoil numero dei nati sulla base del tasso di fecondità generico (dato dal rapporto tra i nati viviper 1000 donne residenti in età feconda 15 - 49 anni) ipotizzato leggermente eprogressivamente in aumento rispetto ai valori medi registrati nel comune negli ultimi anni, inquanto la nuova popolazione immigrata incrementa soprattutto le classi di età dei giovani,favorendo la formazione di nuove famiglie che generano dei figli.

La ripartizione per sesso dei nati nell'anno di previsione cui ci si riferisce viene fattaassegnando le proporzioni costanti di M = 53% e F = 47%, corrispondenti ai valori medi degliultimi anni.

2) Vengono aggiunti, alle classi di età in tal modo ottenute, gli immigrati previsti nella misuradell’8‰ per anno (in misura quindi molto più contenuta rispetto a quanto avvenuto nel recentepassato e pari a circa 90-100 unità all’anno), considerando che gli stessi concorrano alladinamica della popolazione in cui si inseriscono e contribuiscano alle nascite e alle morti nelle

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medesime percentuali della popolazione residente.

Il modello viene iterato per ogni anno di previsione.

3) In tal modo si trova la quantità complessiva di popolazione suddivisa per sesso che su questebasi risulta anno per anno fino al 2025.

4) Allo stesso tempo si calcolano le quantità relative ad ogni classe quinquennale d'età e aparticolari fasce d'età, trovando quindi la struttura per età e per sesso della popolazione diprevisione ipotizzata.

Si è quindi in grado di valutare la struttura demografica e quindi le caratteristiche dei residentiprevisti, nonché i loro riflessi sulle politiche abitative, sociali e dei servizi.

In base a tali ipotesi-obiettivo, la popolazione residente prevista alla fine del per iodo diriferimento assunto per il PSC ( 2025 ) risulterebb e di 11.527 unità che, rispetto ai 9.592abitanti del 2005, corrispondono ad una crescita di popolazione nel periodo 2006-2025 di 1.935unità pari a +20,17% (equivalente ad una media annua di +97 persone all’anno) molto inferioririspetto a quella che si registra con continuità dagli inizi del 2000.

La struttura della popolazione comunale di previsione al 2025 così delineata, presenta leseguenti variazioni principali:

- lieve calo dei residenti appartenenti alla classe 0-5 anni, ovvero quella relativa alla domandadi servizi prescolastici, che in termini percentuali cala del 2,4% circa;

- aumento delle classi generatrici di domanda per la scuola dell'obbligo 6 - 13 anni, checrescerà di 326 unità, portandosi dal 7,78% al 9,30% della popolazione residente (+1,52%);

- la forte crescita della classe 14 - 24 anni, corrispondente ai giovani che possono accedere almercato del lavoro e all'istruzione superiore, che si attesterà sulle 1587 unità al 2025 controle 923 del 2005;

- l'incremento della popolazione in età lavorativa 25 - 64 anni che passa dalle 5525 unità del2005 alle 5874 unità del 2025 (pari ad un aumento di 349 persone e a +6,32%) e mette inluce un rafforzamento delle forze lavoro potenziali mostrando così una tendenza positiva peril sostegno dei livelli produttivi ed occupazionali;

la crescita dei residenti con oltre 65 anni (+di 597 unità), che tuttavia non aumentano dimolto il loro peso percentuale sul totale della popolazione (dal 17,08% al 19,54%).

Se infine si confronta la popolazione di previsione al 2025 con i dati relativi alla popolazioneresidente al 30-09-2008, ad oggi disponibile (10.444 abitanti), la crescita si attesterebbe invecesulle 1.083 unità pari a +10,36%.

Relativamente all’evoluzione dei nuclei familiari, appare corretto ipotizzare per il comune diCadelbosco di Sopra un ulteriore aumento del numero di famiglie dovuto sia al processo disdoppiamento dei nuclei familiari residenti sia all'incremento di popolazione ipotizzata.

Come abbiamo evidenziato precedentemente, la composizione media familiare è in progressivadiminuzione, ma presenta ancora oggi valori tra i più alti della provincia.

A che livello si fermerà il processo di diminuzione della dimensione media del nucleo familiarenon è semplice da stimare; tuttavia tenuto conto che il Comune presenta una composizionemedia familiare elevata e che la popolazione che immigrerà sarà prevalentemente composta dapersone giovani destinate a formare nuove famiglie con figli che compenseranno in parte lacrescita delle famiglie unipersonali, può essere credibile una ipotesi di calo non troppo drasticodella media di componenti per famiglia.

Si ritiene pertanto sufficientemente attendibile una media di componenti per famiglia al 2025

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attestata sulle 2,45 - 2,40 unità, che rispetto alla media odierna produrrebbe un calo di circa 0,15– 0,20 punti nell’arco del ventennio di riferimento assunto per il PSC.

In base a queste ipotesi ed in base alla quantità di popolazione ipotizzata nel documentopreliminare (11.527 abitanti), viene quindi quantificato il numero dei nuclei familiari previsti al2025 nel Comune di Cadelbosco come segue:

♦ 11.527 : 2,45 = 4.705 nuclei familiari (ipotesi minima), con un incremento rispetto al numerodi famiglie residenti al 2005 di 1.049 unità.

♦ 11.527 : 2,40 = 4.803 nuclei familiari (ipotesi massima), con un incremento rispetto alnumero di famiglie residenti al 2005 di 1.147 unità.

Poiché le famiglie residenti a Cadelbosco al 31-12-2006 risultano 3.826 e dal momento chequeste famiglie dispongono già di abitazione, l’incremento di nuclei familiari previsto si riduce a:

♦ 879 nuclei familiari nell’ipotesi minima;

♦ 977 nuclei familiari nell’ipotesi massima.

La domanda abitativa primaria stimata nel Documento preliminare oggetto di Accordo diPianificazione con la Provincia, è costituita dalle famiglie di nuova formazione al 2025 nellaipotesi di assicurare ad ogni nucleo familiare di progetto un alloggio.

Rispetto alle ipotesi demografiche e familiari sopra esposte, la domanda primaria vienequindi valutata in un minimo di 879 ed in un massimo 977 alloggi, per cui il fabbisogno dialloggi per il periodo 2007-2025 da soddisfare in interventi di recupero e trasforma zionedell’esistente e di nuova edificazione viene stimat o in :

� circa 880 alloggi minimo;

� circa 980 alloggi massimo .

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6 - UN SISTEMA INTEGRATO DI DOTAZIONI TERRITORIALI E DIINFRASTRUTTURE PER L’URBANIZZAZIONE DEGLI INSEDIAME NTI ALSERVIZIO DEI CITTADINI SEMPRE PIU’ QUALITATIVO

6.1. RIQUALIFICAZIONE E POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A RETE

L’esigenza di sintesi non consente di analizzare, qui, ogni singolo aspetto della problematicadella riqualificazione e del potenziamento dei servizi a rete per molti aspetti già trattato nellarelazione illustrativa del quadro conoscitivo e nella valutazione preliminare di sostenibilitàambientale.

Pare più opportuno, invece, richiamare i principali obiettivi che il documento preliminare haaffidato al PSC per il miglioramento della qualità ambientale, la tutela delle risorse finite, ilrisparmio energetico e la eliminazione delle criticità individuate in sede di formazione del quadroconoscitivo.

Per infrastrutture per l'urbanizzazione degli insediamenti si intendono gli impianti e le retitecnologiche che assicurano la funzionalità e la qualità igienico-sanitaria degli insediamenticome specificate al comma 2 art. A-23 L.R. 20/2000. Le dotazioni ecologico-ambientali delterritorio sono costituite dall’insieme degli spazi, delle opere e degli interventi che concorrono,insieme alle infrastrutture per l’urbanizzazione degli insediamenti, a migliorare la qualità e lafunzionalità dell’ambiente urbano, mitigandone gli impatti negativi. Le dotazioni sono volte inparticolare:

a) alla tutela e risanamento dell’aria e dell’acqua ed alla prevenzione del loro inquinamento;

b) alla gestione integrata del ciclo idrico;

c) alla riduzione dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico;

d) al mantenimento della permeabilità dei suoli e al riequilibrio ecologico dell’ambienteurbano;

e) alla raccolta e smaltimento dei rifiuti;

f) al risparmio energetico ed alla promozione delle fonti energetiche rinnovabili.

Rientrano tra le dotazioni ecologiche e ambientali anche gli spazi di proprietà privata checoncorrono al raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 4 attraverso le specifiche modalitàdi sistemazione delle aree pertinenziali stabilite dal Comune ai sensi della lettera b) del comma4 dell’art. A-6 della L.R. n. 20/2000.

Le dotazioni di cui sopra assumono interesse sovracomunale quando svolgono funzione diservizio per più Comuni. Fatto salvo quanto specificatamente previsto dagli strumenti dipianificazione di settore, il PSC ha dotazioni di livello sovracomunale per quanto attiene i servizia rete ed in particolare per quanto riguarda le linee e gli impianti per la trasformazione e ladistribuzione dell’energia elettrica, nonché relativamente agli ambiti per la formazione di invasiper la laminazione delle acque.

I PSC stabilisce, per i diversi ambiti del territorio comunale e con riferimento particolare alleschede normative allegate alle sue Norme, la quota complessiva di dotazioni ecologiche eambientali e di infrastrutture per l’urbanizzazione degli insediamenti e le relative prestazioni, nelrispetto dei seguenti obiettivi:

6.1.1. –RISORSA IDRICA

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- rapportare la realizzazione di nuovi insediamenti alla qualità e alla disponibilità della risorsaidrica ed al suo uso efficiente e razionale, differenziando gli approvvigionamenti in funzionedegli usi, in particolare negli ambiti produttivi idroesigenti, secondo anche quanto dispostodal PTA (Piano Regionale di tutela delle acque);

- garantire, per tutti gli insediamenti e centri urbani, la depurazione dei reflui secondo levigenti norme nazionali e regionali e secondo quanto disposto dalla pianificazioneprovinciale, con impianti di depurazione di potenzialità adeguata ai carichi inquinanti eidraulici ed alla portata di magra dei corpi idrici recettori;

- garantire un miglior equilibrio idrogeologico e la funzionalità della rete idraulica superficiale,anche attraverso il contenimento della impermeabilizzazione dei suoli e la dotazione dispazi idonei alla ritenzione e al trattamento delle acque meteoriche, al loro riuso o rilascio infalda o nella rete idrica superficiale secondo anche quanto disposto dalla pianificazioneprovinciale, in materia di invarianza ed attenuazione idraulica;

6.1.2. –ARIA

- preservare e migliorare le caratteristiche meteoclimatiche locali ai fini della riduzione dellaconcentrazione di inquinanti in atmosfera e di una migliore termoregolazione degliinsediamenti urbani in attuazione delle disposizioni del PTQA e secondo quantospecificatamente previsto dalla pianificazione provinciale, concorrono in tal senso ladotazione di spazi verdi piantumati, di bacini o zone umide, il mantenimento o la creazionedi spazi aperti all’interno del territorio urbano e periurbano;

6.1.3. –RUMORE

- migliorare il clima acustico del territorio urbano prioritariamente attraverso una razionaledistribuzione delle funzioni ed una idonea localizzazione delle attività rumorose, ovvero deirecettori particolarmente sensibili e secondo le ulteriori direttive ed indirizzi del piano dizonizzazione acustica vigente; concorrono in tal senso la dotazione di spazi destinati allarealizzazione di fasce di mitigazione;

6.1.4. –ENERGIA

- rapportare la realizzazione di nuovi insediamenti alla capacità della rete e degli impianti didistribuzione dell’energia e alla individuazione degli spazi necessari al loro efficiente erazionale sviluppo, assicurando la salvaguardia della salute e della sicurezza dei cittadini ela tutela degli aspetti paesaggistico ambientali; nei nuovi insediamenti deve inoltre essereassicurata una quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili secondo anchequanto disposto dalla vigente legislazione in materia;

6.1.5. –INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

- preservare il territorio urbano dall’inquinamento elettromagnetico, attraverso una razionaledistribuzione delle funzioni ed una idonea localizzazione delle sorgenti elettromagnetiche,promuovendo adeguate azioni di risanamento;

6.1.6. –RIFIUTI

- ridurre l’impatto sul territorio e favorire il riciclaggio dei rifiuti domestici secondo anchequanto disposto dalla pianificazione di settore; concorrono in tal senso la dotazione di spazidestinati alla raccolta differenziata ed al recupero dei rifiuti solidi urbani.

Il PSC provvede inoltre, per le dotazioni ecologico ambientali e le infrastrutture per

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l'urbanizzazione degli insediamenti di interesse comunale e sovracomunale, all'individuazionedelle aree più idonee alla loro localizzazione in conformità alle previsioni e disposizioni dellapianificazione provinciale e della pianificazione di settore, come evidenziato nelle tavole diprogetto PS1 in scala 1:5.000

6.2. IL SISTEMA DELLE DOTAZIONI TERRITORIALI

In termini di dotazioni territoriali e di standard di qualità urbana ed ecologico-ambientale, il PSC,nelle cartografie di progetto, oltre al sistema delle principali reti tecnologiche al servizio delterritorio comunale, evidenzia essenzialmente tre componenti.

Innanzitutto viene evidenziato il sistema del verde che contraddistingue il comune. Si tratta ditutti quegli spazi pubblici, esistenti e di progetto, attrezzati a verde per il gioco, la ricreazione, iltempo libero e le attività sportive che hanno rilievo prevalentemente comunale. Per tutte questearee, il PSC intende perseguire strategie di razionalizzazione, qualificazione ed incremento delledotazioni, attraverso politiche per l’integrazione delle diverse aree verdi presenti sul territorio(con opportuni percorsi ciclopedonali), al fine ultimo di migliorare il livello di qualità della vitadella popolazione residente.

Vi sono poi le aree destinate propriamente ai servizi e alle attrezzature, ossia tutto quelcomplesso di impianti, opere e spazi attrezzati pubblici, esistenti e di progetto, di rilievoprevalentemente comunale, che riguardano essenzialmente: l’istruzione prescolastica edell’obbligo; l’assistenza e i servizi sociali ed igienico-sanitari; la pubblica amministrazione, lasicurezza pubblica e la protezione civile; le attività culturali, associative e politiche; il culto; laricreazione, il tempo libero e le attività sportive. Per tali ambiti, il PSC intende perseguirestrategie di razionalizzazione, qualificazione ed incremento delle dotazioni, attraverso politiche diriordino e messa in sicurezza dell’esistente, di recupero dei deficit nelle aree insediate, dielevazione degli standard minimi nelle aree di nuovo insediamento, al fine ultimo di migliorare illivello di qualità urbana dei centri abitati e di qualità della vita della popolazione residente.

A tale scopo, nel PSC è prevista un’area destinata a ricoprire un ruolo di primissimo piano nelsistema delle dotazioni territoriali locali. Si tratta di un’area, localizzata nell’estremitàsettentrionale del capoluogo (a confine con Zurco), idonea ad ospitare un nuovo parco urbanoed attrezzature sportive in continuità con il polo sportivo esistente nel capoluogo. Tale parcodovrà essere attrezzato a verde per il gioco, la ricreazione, il tempo libero e le attività sportive dirilievo comunale. Attraverso la previsione di quest’area, il nuovo Piano mira a rafforzarel’integrazione di tutte le aree verdi presenti nel territorio comunale ed i servizi pubblici tramite larealizzazione di una efficiente rete di percorsi ciclopedonali separati dal traffico veicolare.

Oltre alle dotazioni territoriali di carattere prevalentemente comunale, il PSC individua,nell’estremità nord-est del territorio comunale in confine con Novellara, un Ambito riservatoall’ampliamento dei servizi e delle attrezzature per il trattamento dei rifiuti conferiti alla DiscaricaIntercomunale di Novellara, con esclusione tuttavia dell’utilizzazione per finalità di discarica; taleambito è regolamentato nel PSC in conformità allo specifico Accordo ai sensi ex Art. 11 dellaLegge 241/1990 e s.m.i. ed ex Art. 18 della Legge Regionale 20/2000 stipulato traAmministrazione Comunale e S.A.B.A.R..

Dal punto di vista della fattibilità economica e urbanistica, nelle previsioni di nuove dotazioniterritoriali si intende abbandonare il meccanismo dei vincoli preordinati all’esproprio, per adottareinvece meccanismi di cessione e attrezzatura in forma convenzionata delle aree, sfruttando apieno le opportunità offerte dall’urbanistica perequata, introdotte dalla LR 20/2000 (si vedano alriguardo le schede normative predisposte per l’attuazione degli ambiti di PSC).

Oltre alla proposta delle nuove previsioni di dotazioni territoriali appena descritte, il PSC assume

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come obiettivo prioritario la qualificazione delle dotazioni territoriali esistenti.

A Cadelbosco lo stato di attuazione delle previsioni di servizi del vigente PRG può essereconsiderato positivo. All’Amministrazione comunale si presenta ora una chiara esigenza diampliare e adeguare il ruolo di detti servizi, ponendo il tema della qualificazione dell’offerta tra gliobiettivi strategici da affidare al nuovo strumento di pianificazione.

Già nel Documento Preliminare, si è fatto emergere con chiarezza alcuni obiettivi specifici chesostanziano una metodologia di approccio al tema della pianificazione dei servizi e delledotazioni territoriali pienamente rispondente ai compiti che la Legge Regionale 20/2000 affidaall’Ente Locale quali :

OBIETTIVI DEL PSC

• l’adozione di un dimensionamento ancorato ad un corretto calcolo di fabbisogno riferito agliabitanti effettivamente residenti e insediabili, così come agli altri utenti della città nonnecessariamente ivi residenti;

• la valutazione quali-quantitativa del sistema degli spazi e delle attrezzature pubbliche, conriferimento alle caratteristiche fisiche ma anche alle caratteristiche della fruizione e alleeventuali situazioni di criticità;

• la previsione di meccanismi che garantiscano l’effettiva realizzazione delle previsioni didotazioni contestualmente alla realizzazione degli interventi edilizi e infrastrutturali;

• la valutazione del quadro delle dotazioni relative a funzioni e attrezzature di rangosovracomunale esistenti o di possibile insediamento, in relazione al bacino e allecaratteristiche dell’utenza;

• la progettazione di una vera e propria “rete” delle dotazioni territoriali, con l’obiettivo diincrementare il livello di connessione fisica, di integrazione delle funzioni e, nel caso deglispazi verdi, di connessione ecologica;

• il miglioramento dell’accessibilità alle dotazioni territoriali, non solo attraverso larazionalizzazione della viabilità di collegamento, ma anche attraverso la suddetta messa arete dell’offerta per divulgarne la conoscenza e favorire l’accesso da parte di tutti (residenti epopolazione turistica, categorie deboli e sfavorite), con particolare riguardo all’accessibilitàciclopedonale e alle relazioni tra dotazioni territoriali e sistema del trasporto pubblico;

• Il coinvolgimento nelle scelte localizzative dei servizi urbani (viabilità, parcheggi, aree verdi aparco, servizi sportivi e ricreativi) della cittadinanza e della categorie sociali di riferimentospecifico attraverso opportuni meccanismi partecipativi, al fine di perseguire soluzioni piùefficaci e rispondenti ai bisogni;

• l’adeguamento dell’offerta alla rapida evoluzione della domanda, che nella società modernae globalizzata evidenzia - anche per le città di provincia ed i comuni medio piccoli - nuoveesigenze di qualità che vanno oltre la copertura dei servizi di base e che riguardanoprincipalmente l’articolazione sempre di più delle risposte in rapporto alla diversificazione deibisogni e delle categorie sociali, nonché la selezione qualitativa delle specificità locali e degliapporti che possono essere dati dall’associazionismo e dal volontariato;

• la valorizzazione delle specificità dei diversi ambiti urbani e del sistema insediativo,assumendo la diversità come ricchezza e non come momento di esasperazione deicampanilismi, attraverso una selezione delle funzioni che miri ad ottimizzare le risorsedisponibili e a garantire adeguati standard qualitativi, prestazionali e funzionali;

• la garanzia della flessibilità delle decisioni, sempre più necessaria sia per la contrazionedelle risorse finanziarie pubbliche spendibili nella progettazione e nella realizzazione degli

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interventi, sia per la presenza di una compagine demografica e di una economia in rapidaevoluzione;

• la promozione di un modello di collaborazione pubblico - privato per soluzioni che sianocapaci di assicurare standard qualitativi omogenei, anche attraverso il coinvolgimentodell’associazionismo e del volontariato.

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7 - UN SISTEMA INSEDIATIVO E TERRITORIALE DI QUALITA ’

Un’analisi dettagliata dello stato di fatto della struttura insediativa di Cadelbosco è ampiamentetrattata all’interno degli elaborati del Quadro Conoscitivo, con particolare riferimento:

• al sistema insediativo di rilevanza storico-culturale (centri abitati, insediamenti in nucleo,insediamenti nel territorio rurale, viabilità, elementi del paesaggio, …)

• ai tessuti urbani, alle destinazioni d’uso in atto (residenziale, produttivo, a servizi) e allecaratteristiche insediative (densità, omogeneità, situazioni di degrado/abbandono, …)

• al sistema delle infrastrutture per i collegamenti esterni (con altri ambiti del territorioprovinciale) ed interni (tra le diverse frazioni del territorio comunale)

• al paesaggio urbano e al paesaggio rurale.

Se ne deduce un assetto insediativo caratterizzato da uno sviluppo maggiore delle localitàsituate lungo la ex SS 63, per la facilità di trasporto delle merci e di collegamento con ReggioEmilia, che ha portato il capoluogo e Cadelbosco Sotto a prevalere nettamente rispetto ai centriminori sia per la residenza che per le zone produttive, le quali, attraverso la frazione di Zurco, sisnodano quasi ininterrottamente da un centro all’altro.

La gerarchia urbana mostra come il capoluogo prevalga su tutti gli altri centri, tanto in terminiurbanistici che demografici e di sistema dei servizi offerti comprendenti le sedi amministrative ereligiose, le strutture socio-sanitarie, le strutture scolastiche di base e le principali strutturesportive – ricreative ed i più importanti servizi sociali, commerciali e culturali. Tale gerarchiaappare chiaramente determinata e riconosciuta anche dalla strumentazione urbanistica di livellolocale, che ha sempre localizzato le aree edificabili di espansione nel Capoluogo, a CadelboscoSotto e lungo la ex statale 63, mentre per le frazioni sono state previste modeste quoteinsediative.

In riferimento all’assetto urbanistico generale, per quanto riguarda le principali criticità cui ilnuovo strumento urbanistico deve dare risposte, si segnalano:

• momenti di conflitto tra insediamenti abitativi e qualità ambientale sia per la presenza dicentri abitati attraversati da strade ad elevato flusso di traffico, sia per la promiscuità trainsediamenti residenziali e insediamenti artigianali e industriali esistenti;

• la carenza di aree di parcheggio pubblico;

• la ridotta estensione delle superfici permeabili, con particolare riferimento alle zoneproduttive anche di recente impianto

• la mancanza di adeguate aree con funzioni di polmone verde, integrate con gli spaziedificati.

Tali limiti impongono specifiche misure di riqualificazione dei tessuti esistenti più degradati chevengono evidenziate nelle schede normative e più in generale nelle Norme Tecnichepredisposte per l’attivazione degli ambiti consolidati.

Per quanto attiene la residenza, gli obiettivi che si intendono perseguire, tramite la elaborazionedel nuovo PSC, sono quindi sostanzialmente i seguenti:

OBIETTIVI DEL PSC

• consentire uno sviluppo residenziale rapportato all’effettivo fabbisogno di nuove residenze alquale possa aver accesso la maggior parte delle fasce sociali, tenuto conto che le politiche

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abitative messe in atto dall’azione di governo locale, da sempre si caratterizzano in questadirezione;

• realizzare le migliori condizioni di compatibilità dei nuovi insediamenti sia dal punto di vistadell’inserimento nel tessuto urbano esistente, sia dal punto di vista della qualità urbanaattesa in tema di standards ambientali;

• recuperare dal punto di vista qualitativo porzioni estese di zona edificata esistente chemanifestano oggi criticità (rispetto alla tenuta idraulica e fognaria, rispetto agli standards diverde e parcheggi, …);

• incentivare una forma di edilizia ecosostenibile.

In considerazione del fatto che i margini agricoli e le aree periurbane, i tessuti incongrui efatiscenti, le aree intercluse in regime di attesa interagiscono con l’edificato facendo emergereconflitti funzionali, situazioni di degrado, impatti ambientali e paesaggistici negativi, gli obiettivi dipiano tendono alle seguenti politiche:

• eliminazione, nei centri abitati principali, delle conflittualità presenti; individuazione delle zonedi degrado da recuperare; valorizzazione ecologica ed ambientale dei margini urbani noninteressati da nuove previsioni insediative; individuazione del sistema del verde pubblico eprivato sostenuto dalla rete dei percorsi ciclopedonali che le connette e dei parcheggi ingrado di supportare i nuovi insediamenti e dare risposte ai fabbisogni pregressi;

• integrazione condizionata dei margini urbanizzati per funzioni di residenza permanente inrisposta alla domanda insediativa della popolazione già residente a Cadelbosco, evitando learee con impatti visivi verso gli edifici di valore storico culturale, con particolare riferimentoalle chiese, e le aree più prossime agli allevamenti zootecnici esistenti e dando comunqueprevalenza alla salvaguardia delle attività produttive agricole rispetto ai nuovi insediamentiresidenziali; l’integrazione dei margini urbanizzati dovrà comunque preservare lediscontinuità ed i varchi visivi verso la campagna evitando la saldatura a nastro dei tessuti;

• reperimento di aree di parcheggio pubblico e di aree verdi (pubbliche o private) per lamitigazione degli impatti visivi ed il recupero dei deficits delle dotazioni territoriali in alcuniambiti urbani;

• eliminazione delle situazioni di degrado edilizio.

Inoltre, l’obiettivo di rafforzare e rendere leggibile una identità urbana unitaria, articolata anche indiverse polarità, impone al PSC la definizione di scelte strategicamente mirate nella direzionedel rafforzamento e della riqualificazione del sistema insediativo e territoriale.

A tal fine, il PSC si fa carico anche di azioni strategiche che comportano:

• la definizione dei luoghi e degli elementi per il potenziamento e la nervatura strutturale delcapoluogo, rafforzando il sistema dei servizi, locali e di rango prevalentemente nel settorecentrale Nord del Capoluogo e nel settore Ovest di Cadelbosco Sotto;

• la promozione di interventi di recupero e riqualificazione dei tessuti esistenti, prevedendo,ove occorre, all’interno degli ambiti da riqualificare anche le quote di nuova edificazioneessenziali alla ridefinizione morfologica e funzionale dei margini urbani come previsto nelleschede d’ambito;

• la definizione di specifiche strategie in riferimento alle funzionalità, pubbliche e private, dellediverse frazioni, al fine di consolidarne identità e ruoli specifici;

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• la definizione di interventi e normative per la ricomposizione e riqualificazione morfologicadei tessuti;

• la riorganizzazione della rete dei collegamenti tra i centri attraverso l’attrezzatura e la messain sicurezza della mobilità veicolare e la realizzazione di una rete diffusa di percorsi ciclabili epedonali.

Per ciascuna componente dell’impianto insediativo cadelboschese, il PSC individua strategie edobiettivi da perseguire nei prossimi 20 anni che vengono di seguito illustrate.

7.1. VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA INSEDIATIVO DI RILEV ANZA STORICO-CULTURALE

La qualità ambientale delle aree urbanizzate dipende, per gran parte, dalle caratteristicheproprie delle diverse fasi dello sviluppo insediativo già illustrato in sintesi negli elementi grafici edescrittivi relativi allo stato di fatto.

La trama del sistema insediativo storico cadelboschese si caratterizza per l’assenza di un vero eproprio “centro storico”, assenza dovuta alla formazione relativamente recente dell’impiantourbano del capoluogo e delle principali frazioni.

D’altra parte, abbastanza ricca è la distribuzione di elementi connotativi dell’insediamento storicodi carattere isolato e di piccoli nuclei di “antico impianto” con impianto di valore storico-testimoniale specialmente per quanto attiene alla trama insediativa.

Le “strutture insediative storiche non urbane” rappresentano insediamenti non urbani di rilevanteinteresse storico e le relative aree di integrazione storico-ambientale e paesaggistica. Per taliaree, che vengono individuate nella cartografia di progetto, il PSC mette in atto adeguatestrategie di tutela degli edifici di valore storico-culturale-testimoniale e degli aspetti paesistici e dipercezione del patrimonio storico, con l’obiettivo di recuperare e valorizzare complessivamentel’ambito. Nel territorio di Cadelbosco sono individuate due zone: l’ambito del “Traghettino”, per ilquale si propone una perimetrazione più ampia di quella indicata nel PTCP, e l’ambito relativo al“Sistema delle tenute di Casaloffia e Barisella”.

Prezioso, come detto, è il patrimonio di edilizia sparsa nel territorio rurale e presente all’internodei tessuti residenziali, che presenta un particolare valore dal punto di vista tipologico etestimoniale. Dal censimento di tali edifici, effettuato in occasione dei lavori di stesura delQuadro Conoscitivo, nel territorio comunale di Cadelbosco risultano presenti edifici e/ocomplessi edilizi di evidente valore. Si tratta di edifici e complessi edilizi cui viene riconosciutoun particolare valore monumentale o tipologico-architettonico per i quali il PSC definiscepolitiche di salvaguardia degli elementi connotativi, ammettendo solo interventi di manutenzioneordinaria e straordinaria, nonché gli interventi conservativi e di recupero e restauro comespecificati nel RUE.

Sempre nel territorio rurale, vengono riconosciute le tracce, significative a livello sovracomunale,relative alle bonifiche storiche di pianura, che a Cadelbosco interessano l’area in sponda sinistradel torrente Crostolo e il vertice nord del territorio comunale. Per tali aree s’intende perseguireuna strategia di salvaguardia delle caratteristiche storico-testimoniali, ammettendo interventi dimanutenzione ordinaria e straordinaria, nonché gli interventi conservativi e di recuperospecificati all’interno del RUE.

L’intero territorio comunale è interessato dalla presenza diffusa di tratti stradali che sonoriconducibili al disegno storico della viabilità locale. Si tratta di strade che hanno mantenuto, nelloro tracciato e/o nella loro configurazione fisica, un valore testimoniale dei collegamenti

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consolidati nel corso dei secoli tra i vari luoghi del territorio comunale e sovracomunale. Perquesta viabilità di interesse storico si perseguono strategie di tutela e salvaguardia dei tracciati edei loro valori paesaggistico-ambientali, coerentemente con il livello di tutela previsto ancheall’interno delle norme di PTCP.

Inoltre, sempre in riferimento al sistema insediativo storico, il PSC provvede a tutelare evalorizzare gli elementi testimoniali dell’impianto storico della centuriazione, come elementocaratterizzante del sistema insediativo della pianura reggiana.

Un discorso a parte va fatto per gli edifici e manufatti di interesse storico culturale, che sono statioggetto di specifico rilievo e successiva schedatura durante i lavori di costruzione del QuadroConoscitivo e che vengono puntualmente individuati nella cartografia del PSC. Non vi è dubbio,infatti, che il nuovo PSC dove prefiggersi la tutela del patrimonio edilizio accentrato e sparso checonserva ancora valore culturale - testimoniale, con un impianto normativo specifico chegarantisca i livelli di tutela più adeguati (ristrutturazione edilizia con vincolo alle trasformazioniplanovolumetriche).

D’altro canto, il PSC non può esimersi dal ricercare e mettere a norma obiettivi d'intervento ecriteri di attuazione più articolati e permissivi anche per gli edifici ed i tessuti di antico impiantocaratterizzati da una presenza scarsa o nulla di valori architettonici ed ambientali ed unanotevole diversificazione delle problematiche di recupero.

In particolare, per quanto riguarda i tessuti edilizi e gli edifici di minore interesse storico-culturale, la nuova strumentazione urbanistica opera secondo due diverse linee di intervento.

La prima è riferibile ai tessuti in nucleo che conservano ancora caratteri ambientali e presenzearchitettoniche antiche, anche se in buona parte di scarso valore o compromesse, per i quali,con opportune disposizioni normative, si dovrà favorire il recupero e, ove del caso, lariconversione d'uso del patrimonio edilizio esistente attraverso interventi di ristrutturazioneedilizia e/o la predisposizione di specifici Piani di recupero a carattere conservativo.

La seconda riguarda gli edifici isolati in territorio agricolo che presentano soltanto un modestovalore ambientale e con una diffusa compromissione delle caratteristiche originarie per effetto diinterventi di ristrutturazione ed ampliamento non sempre appropriati realizzati anche di recente.

Per tali edifici gli obiettivi di tutela dovranno tendere alla salvaguardia delle emergenze di valoreancora presenti, assoggettando le stesse a disciplina particolareggiata, prevedendo invece lapossibilità di intervenire con vincoli conservativi più attenuati sul patrimonio edilizio di nessunvalore ed assicurare in tal modo il loro rinnovamento strutturale e funzionale, alla luce anchedelle nuove disposizioni conseguenti alla riclassificazione sismica del territorio.

In parallelo, per i contenitori agricoli dismessi e compatibili con l’ambiente, si propone diconsentire il recupero per fini residenziali o per attività agrituristiche e/o di servizio compatibilicon l’ambiente rurale, nel rispetto delle indicazioni operative del nuovo PTCP.

7.2. AMBITI URBANI CONSOLIDATI A PREVALENTE USO RESI DENZIALE

Come detto in precedenza, il sistema insediativo urbano consolidato del comune di Cadelboscodi Sopra si caratterizza per l’assenza di un vero e proprio centro storico.

Ciononostante, è possibile riconoscere, in tutto il territorio comunale, dei tessuti caratterizzati daimpianti insediativi di antica data a volte di interesse storico-culturale-testimoniale, da sottoporrea riqualificazione.

Si tratta di aree costituite da edificazione e infrastrutturazione di impianto antecedente il 1900 oprimo novecentesco per lo più a matrice rurale, per le quali si intende perseguire, tramite il PSC,

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strategie di tutela della trama insediativa e degli edifici di valore storico-culturale-testimonialeancora presenti attraverso l’eliminazione dei fattori di degrado ed il recupero del patrimonioedilizio esistente.

Nel PSC gli “Ambiti consolidati di antico impianto da riqualificare” (IAR) sono evidenziati concolore marrone e, come si può vedere, sono presenti in tutte le località ad eccezione di PonteForca e Quarti.

Per tutte le altre aree edificate ad assetto urbanistico consolidato (ambiti AC1) caratterizzate daun impianto più recente e da usi prevalentemente residenziali, il Piano mira a confermarne lavocazione ed a promuovervi interventi di riordino urbanistico, di riqualificazione ambientale, dicompletamento del tessuto edilizio esistente, di miglioramento della qualità ambientale e dellecondizioni di sicurezza statica.

Tra gli ambiti residenziali consolidati, il PSC individua anche le aree urbanizzate o in corso diattuazione sulla base di strumenti urbanistici preventivi o le aree con PUA approvato (AmbitiAC2). In queste aree il nuovo PSC conferma le previsioni vigenti fino allo scadere deglistrumenti, dopodiché saranno invece perseguite strategie mirate prioritariamente alconsolidamento della funzione residenziale, all’integrazione funzionale con le aree circostanti eal miglioramento delle dotazioni territoriali.

Vengono inoltre individuati, sempre tra gli ambiti residenziali consolidati, gli insediamenti lineari“di frangia” e le aree caratterizzati da edificazione rada. Tali insediamenti sono evidenziati nellacartografia di progetto come “Tessuti urbani radi a prevalente uso residenziale e aree verdi datutelare” da sottoporre ad interventi di riqualificazione urbanistica e paesaggistica con l’obiettivodi promuovere il recupero edilizio, la qualificazione del paesaggio e la valorizzazione dei conivisivi. Previo accordo con i privati sarà possibile localizzare, in sede di POC, limitate quote diedificazione per case singole e/o abbinate secondo modelli di aggregazione coerenti conl’ambiente ed il paesaggio a fronte di interventi di miglioramento della qualità architettonica, delledotazioni territoriali e di compensazione ambientale.

7.3. AMBITI URBANI DA RIQUALIFICARE E DA TRASFORMARE

Una componente significativa della manovra insediativa è riferita ai tessuti che necessitano diinterventi di riqualificazione/trasformazione. Il Piano riconosce due tipologie di ambiti dasottoporre a tali politiche.

La prima è relativa agli ambiti urbani che necessitano di interventi di riqualificazione urbanistico– edilizia e/o che presentano caratteri di degrado architettonico ed ambientale.

Per tali ambiti il PSC persegue strategie di riassetto ed obiettivi di riordino edilizio e diriqualificazione architettonica ed ambientale allo scopo di aumentare le dotazioni territoriali emigliorare la funzionalità e l’immagine del costruito, salvaguardando gli edifici di valore storico –culturale – testimoniale, individuati nel PSC con colore arancione e siglatura ARR ed inparticolare :

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Ambito ARRa, attestato su Via D’Oglio eretrostante Piazza della Pace, già individuatonel previgente PRG ed oggetto di Piano direcupero di iniziativa pubblica (Comparto Bdel PPR pubblico Via Monsignor Saccani-Viad’Oglio), per il quale si confermano leprevisioni del piano scaduto al fine dicompletare la riqualificazione dell’area

Ambito ARRb posto ai margini sud del centroabitato del capoluogo, caratterizzato dallapresenza di edifici di originaria matrice ruraledi valore storico – culturale – testimoniale instato di degrado, compreso tra Via D’Oglio ela SP358R, per il quale vengono riviste leprevisioni del previgente PRG, checlassificava l’area a Zona produttiva delsettore secondario, allo scopo di favorire ilrecupero del patrimonio edilizio esistente edil miglioramento della qualità ambientale edarchitettonica.

La seconda è relativa alle aree urbane caratterizzate dalla presenza di funzioni promiscue(attività produttive da trasferire perché incongruenti o incompatibili con la prevalentedestinazione residenziale degli edifici circostanti) e/o condizioni di degrado edilizio edambientale, per le quali si rendono necessari interventi di riqualificazione ambientale,trasformazione e riordino urbanistico, da attuare tramite strumento urbanistico attuativo, previoinserimento nel POC.

Il PSC evidenzia tali aree con colore arancione e rigatura rossa verticale e siglatura APT, ed inparticolare :

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CAPOLUOGO

Ambito APTa posto in Via Prampolini,occupato da edificio residenziale ecapannone destinato a magazzino e venditadi prodotti agricoli a contatto con zoneresidenziali, già previsto nel previgente PRGa zona tecnico-distributiva, annonariacommerciale e direzionale di espansione, dariconvertire ad usi prevalentementeresidenziali

CAPOLUOGO

Ambito APTb posto in Via Quattro Case acontatto con il tessuto residenziale, occupatoda capannone attualmente dismess, dariconvertire ad usi prevalentementeresidenziali

CAPOLUOGO

Ambito APTc attestato sulla SP63Rall’interno di un tessuto a valenza abitativa direcente realizzazione, occupato dall’edificiodella ex cantina attualmente dismesso dariconvertire ad usi prevalentementeresidenziali

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ZURCO

Ambito APTd parzialmente edificatoretrostante la cortina a destinazioneresidenziale attestata sulla SP63R, giàclassificato nel previgente PRG a zona diristrutturazione del settore secondariosoggetta a PP, occupato da capannoneattualmente adibito a magazzino di prodottiin plastica da riconvertire ad usiprevalentemente residenziali

ZURCO

Ambito APTe, già classificato nel previgentePRG a zona di espansione del settoresecondario soggetta a PP, occupato dallostabilimento della Ditta Coopsette nel qualesi producono traversine ferroviarie, dariconvertire ad usi residenziali e terziari unavolta avvenuto il trasferimento dell’attività nelnuovo ambito produttivo AP5

CADELBOSCO SOTTO

Ambito APTf attestato sulla SP63Rprospiciente tessuti a prevalentedestinazione residenziale, occupato dafabbricati produttivi (ex caseificio)attualmente adibiti in parte aconfezionamento e spedizione prosciutti dariconvertire ad usi prevalentementeresidenziali

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PONTE FORCA

Ambito APTg occupato da capannoni di uncerto impatto visivo attualmente dismessi dariconvertire ad usi residenziali e verde per ilmiglioramento della qualità urbana dellafrazione.

Per tali ambiti, da attuare tramite Piano Urbanistico Attuativo (PUA) previo inserimento nel POC,il PSC detta specifiche misure di riqualificazione nelle schede normative e di sostenibilitàallegate alle NTA.

7.4. AMBITI PER NUOVI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI

Fatta salva la priorità strategica di attribuire precedenza attuativa agli ambiti già edificati datrasformare e riqualificare, il Piano non può esimersi dall’individuare, per il soddisfacimento deifabbisogni insorgenti, alcuni limitati ambiti idonei ad ospitare future previsioni residenziali dacollocare su aree inedificate vocate alla trasformazione insediativa, integrabili con i tessuticonsolidati ed in grado di essere volano per la riqualificazione degli aspetti urbanistici dei centriabitati principali del territorio comunale.

Da una parte si tratta di alcuni ambiti residenziali o produttivi di espansione del previgente PRGnon attuati, per i quali si ritiene opportuno ridurre il carico insediativo attraverso la diminuzionedegli indici di sfruttamento edilizio/urbanistico, l’aumento delle dotazioni territoriali e la previsionedi fasce a verde pubblico di mitigazione degli impatti insediativi ed ambientali.

Tali aree sono localizzate nel Capoluogo e vengono individuate nel PSC come “Ambiti per nuoviinsediamenti residenziali soggetti a P.U.A.” con la siglatura ANRb e ANRc.

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CAPOLUOGO

Ambito ANRb (PP 26 del previgente PRG)localizzato est di Via Prampolini

CAPOLUOGO

Ambito ANRc (PP 30 residenziale ePP1 terziario del previgente PRG)localizzato tra Via Don P. D’Oglio e laSP63R

Dall’altra parte, il PSC individua, con un disegno di massima da precisare nel POC, le nuove“Direttrici di sviluppo residenziale” su porzioni del territorio comunale idonee alla localizzazionedella quota di fabbisogno residenziale non soddisfacibile attraverso gli interventi diriqualificazione e trasformazione dell’esistente.

Per detti ambiti il PSC si ispira a strategie di sviluppo sostenibile degli insediamenti abitativi e dipotenziamento del sistema dei servizi e del verde negli aggregati urbani più strutturati secondologiche di perequazione e mitigazione degli impatti, perseguendo obiettivi di miglioramento dellaqualità del vivere e dell’abitare

Per ciascun ambito ANR, attraverso le Schede normative allegate alle NTA del PSC, vengonodefinite un complesso di prescrizioni, direttive ed indirizzi per l'attuazione degli interventi,assegnando al POC il compito di definire in dettaglio le modalità di trasformazione.

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Le nuove “direttrici di sviluppo residenziale” sono limitate a tre localizzazioni : la porzione diterritorio a nord-ovest del Capoluogo; il quadrante ad ovest dell’abitato di Cadelbosco Sotto; ilterritorio ad ovest dell’abitato di Villa Argine.

• Ambito ANRa a Cadelbosco Sopra (per circa 78.000 mq), quale completamento dell’abitatodel capoluogo, consiste in un’espansione residenziale localizzata nel settore nord-occidentale del centro urbano, tra Via Quattro Case e Via Prampolini.

• Ambito ANRd a Cadelbosco Sotto (per circa 70.000 mq), ad ovest dell’abitato, in fregio avia Bastiglia, ove già si è sviluppato negli anni più recenti il centro urbano.

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• Ambito ANRe ad Argine (per circa 28.000 mq), ad ovest dell’abitato, alle spalle dell’attualefronte edificato.

Gli approfondimenti disciplinari condotti nella VALSAT sottolineano come la localizzazione diquesti tre ambiti risulti ottimale anche a livello di condizioni ambientali, anche se in fase diattuazione dovranno prevedersi opportuni interventi di mitigazione degli impatti generati dallanuova viabilità di progetto, al fine di garantire livelli di qualità ambientale ottimali anche adavvenuta realizzazione della viabilità di scorrimento, con particolare riferimento alla variante allaSP 63R..

7.5. POLITICHE PER LA CASA

Gli obiettivi strategici per la focalizzazione di politiche per l’abitazione mirate, sostenibili erapportate ai bisogni “reali” della popolazione residente tengono conto:

• delle risultanze emerse dalle analisi sullo stato di fatto (si vedano in proposito gli elaboratidel Quadro conoscitivo relativi alla descrizione del sistema insediativo attuale, allecaratteristiche del patrimonio edilizio, dell’attività edificatoria e allo stato di attuazione delvigente PRG);

• della evoluzione prevedibile nel medio termine della struttura della popolazione;

• della evoluzione ipotizzabile della composizione media dei nuclei familiari;

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• dei cambiamenti in atto e prospettabili nella domanda e nell’offerta di abitazioni.

È partendo da queste premesse che sono state fatte le valutazioni in merito al fabbisogno diabitazioni di cui il nuovo strumento urbanistico dovrà farsi carico.

L’ampia diversificazione dei soggetti portatori del bisogno (nuclei familiari consolidati, anzianisoli, giovani coppie, figli che lasciano il nucleo familiare per bisogno di autonomia, convivenze,soggetti emarginati e categorie deboli, studenti, immigrati, ecc.) costituisce uno dei problemi piùcomplessi e di difficile inquadramento per una corretta stima del fabbisogno, specialmente percompagini demografiche di ridotta consistenza numerica.

Dall’altro lato la diffusione del sistema insediativo; la coesistenza di diverse culture dell’abitare(non solo tra immigrati e autoctoni, ma anche tra giovani e anziani); la presenza di una domandadi edilizia sociale cui non si riesce a dare risposta soddisfacente con le sole risorse pubbliche; latendenza ad investire nei luoghi dove la redditività è assicurata e più elevata, sono problemioggettivi della realtà locale che fanno emergere situazioni di difficile soluzione se si ha l’obiettivodi fare incontrare a livelli sempre più alti e qualificati la domanda con l’offerta.

Come ulteriore aspetto problematico va evidenziato da un lato la forte connotazione delletipologie insediative storiche e dall’altro la necessità di prevedere una diversificazione tipologicadell’abitare non solo tra centro e periferia ma anche nell’ambito degli abitati più strutturati, neiquali oltre alla necessità di garantire l’alloggio in tipologie condominiali a costi contenuti continuaa permanere una domanda orientata alla costruzione di case singole su lotto di pertinenzaesclusiva, di maisonettes e case a schiera.

In questo scenario gli obiettivi di piano sono improntati ai seguenti criteri:

OBIETTIVI DEL PSC

• favorire l’accesso alla prima casa, specialmente delle classi meno abbienti, come rispostairrinunciabile per il consolidamento della popolazione residente anche nelle frazioni, in unalogica di contenimento del prezzo delle aree edificabili e degli alloggi attraverso il controllopubblico delle iniziative edificatorie (estendimento delle convenzioni attuative) edeventualmente accordi con i privati per la formazione di un demanio pubblico di areeedificabili per interventi nel campo sociale;

• incentivare gli interventi di recupero e riuso del patrimonio edilizio di rilevanza storico-architettonica, nelle aree urbane degradate e nei centri frazionali, contrastando le situazioniove si evidenziano presenze di abitazioni sfitte e di alloggi non utilizzati;

• contenere al minimo indispensabile e in corrispondenza di lotti chiaramente integrabili con itessuti residenziali esistenti riservati alla costruzione della prima casa in proprietà, le areeper l’integrazione “condizionata” dei margini urbanizzati, cioè le aree attuabili per interventodiretto supportato da convenzione attuativa per il completamento dei tessuti edificati esistentiprevio reperimento delle necessarie aree standard (verde, parcheggi, viabilità, fognature,ecc...);

• utilizzare indici insediativi contenuti, sia per il completamento che per le espansioni, perlimitare l’impatto ambientale delle nuove costruzioni dettando nel RUE prescrizioni specificheper la salvaguardia del paesaggio ed il corretto inserimento nell’ambiente naturale dellenuove costruzioni (prescrizioni in ordine all’uso dei materiali, alle altezze massime, alrisparmio energetico, alla bioedilizia, alla sicurezza sismica, alla dotazione minima di spazipermeabili, all’obbligo di allacciamento alla fogna depurata o alla messa in atto di sistemidepuranti compatibili con le prescrizioni igienico-sanitarie di legge); adozione degliaccorgimenti utili ad eliminare il rischio idraulico; completamento ed integrazione della

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viabilità ciclo-pedonale;

• contenere le nuove direttrici di espansione edilizia in rapporto al calcolo del fabbisogno realedi medio termine di edilizia residenziale e loro localizzazione in continuità con il tessutoedificato esistente, compatibilmente alle verifiche di fattibilità geologica delle iniziative etenuto conto del rischio idraulico e della vulnerabilità idrogeologica;

• utilizzare per il calcolo della capacità insediativa pezzature medie di alloggio che, purconsiderando la necessità di assicurare opportune diversificazioni tipologiche (ediliziacondominiale, case a schiera, maisonettes, case singole) siano più contenute di quelleutilizzate nel vigente PRG e rapportate più correttamente al mix tipologico che le diversearee edificabili dovranno sottendere;

• introdurre nelle norme urbanistiche criteri atti ad assicurare una più corretta rispondenza trail dimensionamento teorico e dimensionamento reale e ciò tra dimensionamento e capacitàinsediativa del PSC, per evitare che la capacità insediativa assegnata ai diversi ambitiedificabili per rispondere ad un determinato mix tipologico si trasformi, in fase attuativa, in unmaggio carico urbanistico tramite la realizzazione di un numero eccessivo di alloggi dipiccolo taglio e di monolocali; per evitare tale rischio, che si è manifestato con intensitàspecialmente negli ultimi anni, nelle norme di attuazione del PSC e del RUE e nelle Schedenorma di POC è reso vincolante e non superabile in fase attuativa il numero massimo dialloggi assegnato a ciascun ambito e a ciascun comparto.

7.5.1. – IL RUOLO DELL’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLI CA

Nel PSC, una particolare attenzione viene posta al tema della “edilizia sociale”.

L’esperienza dei PEEP appare oggi non più adeguata a dare risposte pienamente soddisfacential bisogno di prima casa per le classi meno abbienti e all’obiettivo di dare flessibilità e sicurezzadi risposta alla domanda di case in affitto a canone sociale. Il piano di zona, almeno nellaformulazione originaria, appare strumento superato.

In particolare oggi, in base ai criteri della vigente legislazione, la realizzazione di ediliziaconvenzionata è possibile al di fuori dei PEEP su qualsiasi area a destinazione residenziale omista.

È per questo motivo che l’Amministrazione Comunale, pur rinviando determinazioni più precisealla stesura del POC, cui compete il compito di mettere a punto i piani attuativi e gli accordi con iprivati, adotta nel PSC i seguenti obiettivi prioritari per l’attuazione di una politica sociale per lacasa:

OBIETTIVI DEL PSC

• fornire possibilità d’intervento per l’edilizia sociale a prezzi convenzionati;

• tendere alla formazione di un demanio di aree pubbliche da mettere a disposizione, a prezzicontenuti, delle cooperative di abitazione che intendono costruire direttamente la prima casae dei soggetti che siano disponibili a costruire alloggi da dare in affitto alle categorie debolied emarginate.

Le vie per raggiungere questi obiettivi fanno leva sulle disposizioni della nuova legge regionalen°24 dell’8/8/2001 a titolo “Disciplina generale de ll’intervento pubblico nel settore abitativo” e suesuccessive modificazioni da applicare secondo strategie di attuazione perequata nelle nuovedirettrici di espansione o negli interventi di recupero e qualificazione più significativi.

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A partire dalle possibilità introdotte dalla L.R. 24/2001, inoltre, un impegno particolare (solo inparte trasferibile in termini normativi all’interno del PSC) può essere assunto dal PSC in meritoalla crescita dell’offerta delle abitazioni in affitto, destinate oltre che alla fascia di popolazione abasso reddito, ad un mercato potenzialmente in crescita.

A tal fine è obiettivo dell’Amministrazione Comunale di convenzionare, con i soggetti attuatoridegli Ambiti di nuovo insediamento residenziale, quote edificatorie da riservare all’edilizia socialeorientativamente attestate intorno al 20% della capacità edificatoria, da precisare in sede diPOC.

Il nuovo PSC , in sostanza, intende fornire alle politiche abitative un supporto di proposteprogettuali e di strumenti procedurali e normativi in grado di:

OBIETTIVI DEL PSC

• promuovere l’integrazione dei soggetti su progetti unitari con forte capacità di concorrere adun nuovo disegno urbano;

• incentivare il rilancio quantitativo e qualitativo del ruolo del recupero e della riqualificazioneurbana;

• fornire risposte adeguate alla domanda sociale, nelle sue diverse articolazioni, attraverso levarie forme previste dalla L.R. n° 24/2001 e s.m.i. , utilizzando a tal fine il convenzionamentocon gli operatori;

• favorire l’innovazione tipologica premiando in particolare l’integrazione dei servizi edell’abitazione, attraverso l’incentivazione a sostegno della famiglia;

• incentivare la qualità insediativa, architettonica, tipologica degli interventi (ediliziabioclimatica, qualità architettonica diffusa, rispermio energetico e sicurezza sismica);

• favorire l’ottimizzazione dell’utilizzo del patrimonio edilizio esistente;

• favorire una crescita equilibrata della distribuzione insediativa sul territorio.

7.6. AMBITI URBANI CONSOLIDATI PER ATTIVITA’ PRODUTT IVE

La ricerca di un corretto rapporto tra tessuti esistenti e aree di nuovo impianto si propone congrande rilievo per quanto concerne il tema della pianificazione delle attività produttive.

Possono essere considerati ambiti produttivi consolidati tutte le aree produttive esistenti afunzione artigianale-industriale, commerciale-direzionale o tusitico-ricettiva, nelle quali si intendeconfermare le destinazioni d’uso esistenti.

Nel PSC vengono pertanto individuati individuati :

- gli ambiti per attività produttive consolidati a prevalente destinazione artigianale - industriale(ambiti AP1) per i quali il PSC mette in atto politiche urbanistiche di conferma delledestinazioni d’uso esistenti ma allo stesso tempo di riqualificazione urbanistico - edilizia edambientale, di miglioramento funzionale delle dotazioni territoriali e della mobilità, dimitigazione degli impatti;

- l’ambito interessatt dallo stabilimento Liquigas spa a rischio di incidente rilevante e le relativearee di danno (AP1-RIR), per il quale, in ottemperanza alla vigente legislazione in materia, èstato redatto l’Elaborato Tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR), che si allega al PSC aformarne parte integrante e sostanziale

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- gli ambiti per attività produttive edificati o in corso di attuazione tramite strumento preventivo(ambiti AP2) che corrispondono ai P.P. del vigente PRG in corso di attuazione nei quali siconfermano i piani attuativi vigenti. Allo scadere di tali strumenti, tuttavia, queste areedovranno sottostare alle previsioni del nuovo PSC, mirate prioritariamente al consolidamentodella funzione produttiva, al miglioramento funzionale delle dotazioni territoriali e dellamobilità, alla mitigazione degli impatti;

- gli ambiti per attività commerciali-direzionali e turistico-ricettive consolidati (ambiti AP3) che ilPSC conferma come elemento strutturale dell’insediamento consolidato perseguendoobiettivi di miglioramento delle condizioni urbanistico - edilizie ed ambientali nonché delledotazioni territoriali (con particolare riferimento alle aree di parcheggio, alle aree verdi epermeabili).

7.7. DIRETTRICI DI SVILUPPO PRODUTTIVO

Oltre ai tessuti consolidati e a quelli che necessitano di una riconversione ad usi residenziali(analizzati precedentemente), anche nel caso degli insediamenti produttivi il PSC prevede areedi insediamento diversificate per dimensioni e caratteristiche.

Sono previste alcune aree periurbane riservate alla qualificazione produttiva e al completamentodelle attività insediate sul confine. Si tratta, quindi, di ambiti produttivi riservati esclusivamenteall’ampliamento di attività insediate. L’attuazione di queste aree deve essere accompagnatadalla verifica delle condizioni di sostenibilità ambientale, nonché dall’incremento dei servizi edelle dotazioni territoriali.

Il PSC si attua per intervento preventivo tramite PUA di iniziativa privata previo inserimento nelPOC, secondo le disposizioni di dettaglio evidenziate nelle Schede normative allegate allenorme di PSC.

A questa categoria sono riconducibili le aree ad ovest dell’area artigianale – industriale in localitàMadonnina (siglatura AP4a); le aree del capoluogo poste a nord dello stabilimento “Cobo”(siglatura AP4b); le aree del capoluogo poste a sud-ovest interessate dall’insediamentocommerciale ubicato in corrispondenza della rotatoria recentemente realizzata sulla SP 358R(siglatura AP4c), così individuate nel PSC come “Ambiti per attività produttive di rilievo comunaledi integrazione dell’esistente tramite PUA”.

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MADONNINA

Ambito AP4a –riservato

all’ampliamentodelle attivitàinsediate sul

confine

CAPOLUOGO

Ambito AP4b –riservato

all’ampliamentodella Ditta COBO

spa

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CAPOLUOGO

Ambito AP4c -riservato alla

qualificazione e alpotenziamento delleattività commerciali– terziarie insediate

nell’area

Come per le previsioni residenziali, anche nel caso delle previsioni produttive il PSC indica unaspecifica “Direttrice di sviluppo produttivo”, ossia un ambito idoneo alla localizzazione di attivitàproduttive per il trasferimento di attività insediate in aree incompatibili con il contesto edificatolimitrofo, o nuova costruzione di stabilimenti produttivi per il consolidamento e la qualificazionedel settore secondario.

È questo il caso dell’area per la localizzazione della nuova sede della ditta Coopsette posta asud dell’abitato del capoluogo ed avente estensione di circa 420.000 mq, che si configura qualeambito di valenza sovracomunale per il quale :

- dovrà essere sottoscritto, da parte della Provincia, dei Comuni di Cadelbosco di Sopra eCastelnovo di Sotto, un Accordo Territoriale ai sensi del comma 2 art. 15 LR 20/2000 perdefinire le modalità di attuazione dell'area;

- dovrà essere sottoscritto specifico Accordo di programma con l’Amministrazione Provincialeper gli aspetti connessi alle infrastrutture per la mobilità di livello sovracomunale poste acarico del nuovo intervento urbanizzativo;

- dovrà essere elaborato un "masterplan", da progettare prima di iniziare l'attuazione, checoinvolga anche l’ambito a destinazione terziaria (indicato con la siglatura AP4c);

- dovranno essere coinvolti, per la realizzazione delle opere di eliminazione del rischioidraulico sul sistema di canali Barisello – Quartara, la B.P.M.S., l’ENIA ed il Comune diReggio Emilia;

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AMBITO AP5 - PER AREE PRODUTTIVE ECOLOGICAMENTE ATT REZZATE DI RILIEVOSOVRACOMUNALE

In questi ambiti il PSC, oltre a consentire l’insediamento di nuovi stabilimenti produttivi, intendepromuovere interventi di mitigazione degli impatti, di miglioramento dei percorsi ciclopedonali diconnessione con l’abitato, di reperimento delle dotazioni territoriali.

Dal punto di vista ambientale, infatti, dalla valutazione preliminare sulla sostenibilità, emerge chela localizzazione pare appropriata in quanto lontana dal tessuto residenziale consolidato. Andràcomunque predisposto, come suggerito nella VALSAT, uno studio di sostenibilità relativo alladiffusione di inquinanti atmosferici che tenga conto delle emissioni specifiche delle singoleattività nonché dei flussi veicolari indotti ed in particolare una valutazione degli effetti prodotti dainuovi insediamenti sul sistema di fognatura e di drenaggio delle acque piovane, nel rispetto dellelinee già tracciate nel progetto preliminare di riassetto idraulico del settore sud – occidentale delcomune predisposto dalla Bonifica Parmigiana Moglia – Secchia.

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7.8. POLITICHE PER GLI AMBITI EXTRAURBANI E IL TERRI TORIO AGRICOLO

Riguardo al tema della pianificazione del territorio rurale e delle zone agricole, ossia della quotadi territorio non ricompresa entro i confini dei territori urbanizzati ed urbanizzabili, oltre alle areedestinate a “zona agricola normale”, che caratterizzano gran parte del territorio comunale e chenon presentano peculiarità significative, il PSC mette a fuoco le politiche d’intervento e definiscei criteri normativi per la tutela, il riassetto ed il corretto utilizzo delle risorse negli ambitiextraurbani e nel territorio rurale, secondo azioni strategiche ed obiettivi rispondenti allevocazioni che i diversi ambiti sottendono.

A tale riguardo, il processo di pianificazione attraverso il disegno e la normativa di PSC,individua le “aree di particolare interesse paesaggistico-ambientale” ampliando le indicazionicontenute nello strumento di pianificazione provinciale. Le politiche di Piano relative a questearee sono già state descritte nel percedente capitolo 3 e assumono particolare rilievo inrelazione alla salvaguardia e alla valorizzazione delle emergenze naturalistiche epaesaggistiche.

Ma il Piano è chiamato anche ad individuare ambiti particolarmente vocati al mantenimento e alconsolidamento dell’attività produttiva agricola. Si tratta di ambiti ad alta vocazione produttivaagricola, individuati in base alle tipologie delle aziende agricole insediate ed in base allecaratteristiche del suolo e del sottosuolo. Queste aree per la qualità e la quantità di produzioneagro-alimentare per ettaro di superficie coltivata sono in grado di sopportare l’economia agricolae le attività di trasformazione dei prodotti agricoli tradizionali del Parmigiano Reggiano e dellaproduzione vitivinicola. Le politiche di Piano convergono a strategie di conservazionedell’integrità fisica del territorio e di salvaguardia del suolo agricolo produttivo per una agricolturacompetitiva, tecnologicamente avanzata e ad elevata compatibilità ambientale, perseguendoobiettivi di contenimento dell’urbanizzazione, di riordino degli assetti poderali, di qualificazionedelle risorse naturali, di miglioramento delle condizioni di vita nelle campagne, disperimentazione di forme di conduzione aziendale e di coltivazioni innovative etecnologicamente avanzate.

Nelle aree agricole normali e nelle aree ad alta vocazione produttiva agricola sono presenti, unpo’ in tutto il territorio comunale, degli “allevamenti specialistici”. Si tratta dell’insieme delle areedi pertinenza di edifici, o complessi edilizi, nei quali risultano localizzate attività di allevamentozootecnico specialistico, sia di bovini che di suini. Per tali aree, che verranno regolamentate nelRUE, il Piano persegue strategie di controllo delle trasformazioni, attraverso politiche per ilmiglioramento della qualità ambientale, con particolare attenzione agli allevamenti posti in areelimitrofe al territorio urbanizzato, per i quali si impongono misure di controllo dei contrastiambientali e di limitazione dell’inquinamento.

Per la fascia di territorio agricolo compresa tra il Cavo Cava ed il Torrente Crostolo, chepresenta nel suo complesso e per specifici insediamenti di riconosciuto valore storico – culturalee testimoniale, le strategie di Piano si fanno carico, oltre che della salvaguardia e della tuteladelle componenti paesaggistiche che la contraddistinguono, anche della incentivazione diprogetti di riassetto poderale e di recupero degli edifici di valore tipologico ed architettonico, perevitare trasformazioni degli impianti colturali e delle invarianti paesaggistiche in contrasto con leStrutture insediative storiche non urbane evidenziate nel PTCP.

Il PSC individua inoltre gli “Ambiti agricoli periurbani” e cioè le aree agricole limitrofe ai centriurbani che, per caratteristiche geomorfologiche ed assenza dei vincoli sovraordinati, potrebbero,in tutto o in parte, essere interessate da nuove edificazioni agricole e che invece si voglionolimitare per evitare contrasti con la prevalente funzione residenziale riconosciuta ai tessuti urbani

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consolidati con i quali gli ambiti agricoli periurbani vengono a contatto.

Un’ulteriore tipologia di area agricola individuata è quella relativa alle zone agricole di rispettocimiteriale. Si tratta di aree riservate al rispetto delle attrezzature cimiteriali presenti aCadelbosco Sopra, Cadelbosco Sotto, Argine e Seta, per le quali il Piano persegue obiettivi digaranzia di adeguati standard di qualità igienico-sanitaria agli insediamenti limitrofi, ancheattraverso l’arretramento dell’edificazione.

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8 - UN SISTEMA DI MOBILITA’ SOSTENIBILE ED EFFICIEN TE

8.1. UNA LETTURA D’INSIEME DEL SISTEMA DELLA MOBILIT A’ DELLA CINTURAREGGIANA

Il Protocollo di Pianificazione di prossima sottoscrizione tra Provincia, Comune di Reggio Emiliae i 14 Comuni reggiani di cintura, pone al centro delle politiche di concertazione il tema dellamobilità sostenibile, alla luce non solo della opportunità di una pianificazione coordinata econdivisa del sistema produttivo, dei servizi e della distribuzione, ma anche della inderogabilenecessità di affrontare il tema dell’inquinamento ambientale secondo strategie di riassetto piùattente alla qualità della vita della collettività amministrata.

A tale riguardo il tema della mobilità richiede una particolare attenzione alle dinamiche “d’areavasta”. Nell’affrontare strategicamente questo argomento non si può prescindere dallo scenariocomplessivo delle infrastrutture che caratterizzano quella specifica porzione del territorioprovinciale, estendendo le riflessioni all’assetto infrastrutturale sovracomunale, sia dal punto divisto fisico (la rete infrastrutturale), sia dal punto di vista delle dinamiche che su tale reteinsistono (la mobilità, appunto).

Immagine estratta dallo Schema Direttore della Mobi lità Sostenibile – Provincia di Reggio Emilia

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Nel caso cadelboschese, il sistema territoriale di appartenenza, le dinamiche insediative el’assetto infrastrutturale complessivo, spingono la riflessione verso un’analisi generale dell’interosistema insediativo che si è sviluppato a ridosso del capoluogo provinciale, con un approccioche può essere assimilato concettualmente a quelle delle aree metropolitane, ponendo cioè unaparticolare attenzione ai rapporti che si innescano tra la città ed i comuni contermini.

Una lettura d’insieme del sistema della mobilità della cintura reggiana, in particolare, è offerta -sia dal punto di vista analitico sia dal punto di vista critico - all’interno dei documenti di lavoroche costituiscono il Piano della Mobilità, in fase di redazione in forma coordinata dalla Provincia,dal Comune capoluogo e dall’ACT, giunto attualmente alla fase di presentazione dello “SchemaDirettore della Mobilità Sostenibile”.

In detti elaborati il comune di Cadelbosco di Sopra viene inserito nel “Quadrante Nord” dellacintura reggiana (insieme al comune di Bagnolo in Piano). Dalle analisi riportate nella tabellaseguente si può notare la rilevanza di questa fascia territoriale entro il quadro degli spostamenticomplessivi che avvengono nell’area “metropolitana” reggiana. La maggior parte deglispostamenti che hanno origine nel quadrante nord e sono rivolti nei territori circostanti, infatti,hanno come destinazione il capoluogo. Tale percentuale di incidenza degli spostamenti verso lacittà, risulta la più alta rispetto agli altri settori della cintura reggiana.

Tabella estratta dallo Schema Direttore della Mobili tà Sostenibile – Provincia di Reggio Emilia

Le ben note dinamiche di pendolarismo tra la cintura ed il capoluogo, tuttavia, non sono l’unicomotivo per cui valga la pena affrontare il tema della mobilità a scala d’area vasta. Vi è, infatti,una non meno rilevante questione legata al sistema infrastrutturale territoriale che si sta semprepiù strutturando a nord della via Emilia e che vede l’area cadelboschese al centro di unoscenario infrastrutturale che caratterizzerà fortemente il futuro quadro dell’accessibilità delquadrante nord e nord-est di Reggio Emilia.

Il PSC di Cadelbosco, quindi, definisce uno scenario locale delle infrastrutture per la viabilità chetiene in considerazione sia le dinamiche sovracomunali legate allo spostamento delle persone,sia l’inserimento del sistema infrastrutturale cadelboschese all’interno del quadro territorialedelle infrastrutture che si andrà consolidando all’interno del PTCP e del PSC di Reggio. Inparticolare, è compito specifico del PSC, definire uno scenario infrastrutturale che risulticompatibile – e rafforzi a sua volta – i seguenti interventi infrastrutturali strategici realizzati direcente o in via di realizzazione:

• il potenziamento della direttrice nord che dal capoluogo punta verso il Po;

• il potenziamento del sistema tangenziale nord della città di Reggio Emilia;

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• l’allacciamento tra l’asse nord della SP 63R ed il nuovo sistema tangenziale di Reggio,attraverso il tracciato di variante di Sesso, recentemente terminato;

• la connessione tra la SP 63R ed il quadrante nord del capoluogo attraverso il nuovosottopassaggio che divide Reggio Emilia da Sesso (in costruzione);

• la connessione tra l’asse della SS 63, le nuove opere infrastrutturali connesse alla TAV(ponti di Calatrava), il nuovo casello autostradale e il nuovo asse attrezzato Reggio -Bagnolo;

• il potenziamento delle connessioni est-ovest nella media pianura reggiana, che nel territoriocadelboschese riguarda essenzialmente la definizione del nuovo asse Bagnolo –Cadelbosco – Variante della Lora;

• la connessione, all’interno del territorio comunale, tra la direttrice est-ovest (di progetto) e ladirettrice nord-sud attraverso un nuovo tracciato di variante occidentale alla SP 63R che evitil’attraversamento della struttura insediativa lineare Cadelbosco Sopra – Zurco – CadelboscoSotto.

8.2. IL SISTEMA VIABILISTICO LOCALE: CRITICITA’ E ST RATEGIE

Il sistema locale delle infrastrutture per la mobilità è costituito da una maglia di tracciatiprovinciali, per le principali connessioni tra i diversi settori del territorio della pianura reggiana, ecomunali, per le connessioni secondarie e per la distribuzione locale dei movimenti.

In riferimento al sistema delle infrastrutture per la mobilità, lo Schema Preliminare di AssettoTerritoriale comprende un quadro delle principali progettualità finalizzate a garantire ilmiglioramento del sistema della mobilità e di trasporto su gomma di livello sovracomunale per ilpotenziamento delle relazioni con i territori contermini e la riduzione della conflittualità tra trafficodi scorrimento e tessuti residenziali.

A livello comunale, nella zona produttiva Madonnina, il PSC prevede la realizzazione di uncollegamento viabilistico tra Via Brodolini e la variante nord-sud alla ex SS 63 con l’obiettivo dilimitare il traffico di mezzi pesanti presso i nuclei abitativi che sorgono lungo la ex SS 63.

L’odierna situazione viabilistica del territorio comunale, descritta nel Quadro conoscitivo, oltrealle criticità puntuali evidenzia una criticità di sistema in corrispondenza della ex S.S. 63, sia perquanto riguarda la percorribilità che per le conseguenze in termini di inquinamento acustico edatmosferico. La crisi di tale asse viario è dovuta principalmente ai flussi che lo interessano ma èaggravata dalle caratteristiche tecniche dell’asse stesso, in molti tratti assai stretto e con edificispesso costruiti a ridosso della carreggiata.

Punti particolarmente critici sono gli attraversamenti dei centri abitati : il settore est diCadelbosco Sopra e le frazioni di Zurco e Cadelbosco Sotto, sviluppatesi proprio lungo l’asseviario. Notevole è inoltre la percentuale di veicoli pesanti, che arrivano anche ad 1/3 dei veicolitotali, con conseguenti disagi sia per gli stessi conducenti che per i residenti, disturbati davibrazioni e rumori continui.

Le strategie e gli obiettivi da perseguire nel PSC sono quindi mirati a risolvere le criticità esistentie a condurre a sistema il complesso delle opere esistenti ed in progetto, in un quadro coerentedi riassetto territoriale che dovrà prevedere :

OBIETTIVI DEL PSC

• il risanamento delle situazioni di degrado e di superamento dei limiti di legge per quantoconcerne il clima acustico e l’inquinamento atmosferico nelle zone laterali alla viabilità di

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scorrimento e in ambiente urbano;

• la formazione e il consolidamento delle fasce verdi di mitigazione degli impatti conparticolare riferimento alla viabilità di scorrimento;

• la separazione del traffico di attraversamento da quello di distribuzione interna dei flussiveicolari;

• l’eliminazione di alcune criticità in corrispondenza di intersezioni pericolose del sistemaviario;

• la tutela delle siepi esistenti ed il miglioramento dell’equipaggiamento arboreo lungo laviabilità minore anche come esigenza di tutela delle componenti paesaggistiche e dellevedute più significative;

• la messa in sicurezza ed il mantenimento delle strade comunali come rete di rafforzamentodelle relazioni tra frazioni e capoluogo, tra borghi e frazioni e tra i centri abitati ed il territorioagricolo, e ciò anche per garantire la permanenza di funzioni di presidio delle aree piùmarginali;

• il miglioramento dei collegamenti interni ai tessuti urbani;

• il potenziamento dell’offerta di parcheggi pubblici;

• la qualificazione del servizio di trasporto pubblico su gomma, rafforzando la rete dicomunicazione d’area vasta e con i servizi rari di livello regionale, ma anche con i restanticomuni della pianura, nonché con il capoluogo provinciale.

Negli elaborati prodotti prima per la Valutazione preliminare di sostenibilità ambientale e poinella VALSAT del PSC, inoltre, sono stati approfonditi gli aspetti relativi agli impatti, soprattuttoin termini acustici e atmosferici, del sistema viabilistico esistente e proposto. Nello specifico,sono stati verificati gli effetti generati dalla realizzazione dei nuovi tracciati stradali di progetto, inparticolare:

• l’asse nord-sud di Val d’Enza, ad ovest del comune di Cadelbosco,

• la variante nord-sud alla S.P. 63R, che costeggia il torrente Crostolo in sponda destradall’intersezione con l’asse est-ovest (subito a nord del capoluogo) fino a riconnettersi con laS.P. 63R a nord di Cadelbosco Sotto.

• la razionalizzazione dell'asse di collegamento trasversale del territorio comunale che ricalcain parte Via Prampolini e la SP 65 e che garantirà la distribuzione in sicurezza del trafficolocale verso i centri di Argine e Cantone.

Da tali simulazioni, emerge che a livello di inquinamento acustico diurno non sussistonocondizioni di criticità. Sono previsti, invece, dei miglioramenti nella situazione acustica notturna.La realizzazione della viabilità proposta nel PSC, infatti, consente di alleggerire i flussi veicolarilungo la S.P. 63R, con conseguenze positive per il primo fronte edificato.

Alcune criticità puntuali, con contenuti superamenti dei limiti notturni, sono previsti nel tratto suVia Saccani e su Via Ponte Forca. Detti superamenti non risultano tali da determinare situazionidi diffuso disturbo alla popolazione. Si rimanda, pertanto, alla verifica dei requisiti acustici passividegli edifici meno recenti al fine di garantire, qualora si renda necessario, il comfort interno.

Calcoli di previsione dei livelli acustici in corrispondenza del primo fronte edificabile, sono statisviluppati anche in riferimento agli ambiti di riqualificazione e trasformazione individuati dal PSC

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e dettagliatamente riportati nelle “Schede di valutazione di sostenibilità”. I calcoli previsionali nonevidenziano situazioni di incompatibilità acustica e possibili superamenti dei limiti di legge, nécon la viabilità attuale, né in seguito alla realizzazione della viabilità di progetto. Per quantoriguarda invece il possibile sviluppo produttivo a sud del capoluogo, si ritengono necessariespecifiche valutazioni previsionali di impatto acustico finalizzate a garantire la sostenibilità deisingoli progetti nell’area.

8.3. UNA RETE PER LA FRUIZIONE “LEGGERA” DEL TERRITO RIO

Oltre alle infrastrutture per la mobilità veicolare, nel sistema locale delle connessioni assumesempre più rilevanza anche l’offerta di infrastrutture più qualificate per la viabilità rurale e lamobilità ciclopedonale, al fine di assicurare la fruizione leggera delle risorse naturalistiche,paesaggistico – ambientali e storico – culturali di cui il territorio dispone.

Il potenziamento e la valorizzazione del sistema della viabilità ciclopedonale è da considerarecome un elemento centrale della rinnovata prospettiva di sviluppo sostenibile del territorio, comedel resto testimoniato anche dalla pianificazione di livello sovracomunale..

Si tratta delle infrastrutture e delle aree, esistenti e di progetto, destinate (o destinabili) allarealizzazione del sistema dei percorsi ciclopedonali, evidenziate schematicamente nella Tav.PS1 del PSC, per le quali si perseguono obiettivi di manutenzione, razionalizzazione e nuovacostruzione tanto di percorsi pedonali quanto di piste ciclabili in sede propria o laterali allaviabilità.

Lo scopo è quello di formare un’efficace rete di connessione delle aree urbane con il sistema deiservizi pubblici separata dalle strade a traffico veicolare e di favorire la fruizione turistica –culturale – ambientale delle aree di valore storico – naturalistico – ambientale.

Per sua natura, al PSC spetta l’individuazione dei tracciati di rilievo strutturale nel rispetto delnuovo Piano provinciale della viabilità ciclopedonale, mentre al POC è affidato il compito diprogrammare gli interventi anche attraverso una più puntuale analisi delle condizioni di fattibilitàe delle priorità attuative.

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9 - IL CORPO TECNICO NORMATIVO

Le norme tecniche di attuazione del PSC dipendono dalla nuova articolazione che la LeggeRegionale 20/2000 dà al processo di piano, che scorpora quello che era un unico strumento dipianificazione comunale ( il PRG ) il tre distinti livelli di pianificazione del territorio comunale.

Al primo livello, il PSC, è demandato il compito di valutare la consistenza, la localizzazione e lavulnerabilità delle risorse naturali ed antropiche presenti nel territorio, di indicarne le soglie dicriticità, di definire gli aspetti “strutturali” della pianificazione, le strategie e gli obiettivi per ilriassetto urbanistico ed ambientale del territorio da pianificare, secondo logiche di congruenza ecompatibilità con la pianificazione sovraordinata e di sostenibilità delle scelte per quanto attieneil territorio urbanizzato ed urbanizzabile, le infrastrutture e le attrezzature di maggiore rilevanzaper dimensione e fruizione, i sistemi territoriali, le trasformazioni che possono essere attuate perintervento diretto e quelle che invece richiedono l’approvazione di uno strumento preventivo el’inserimento nel POC.

Al secondo livello, il RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio), è demandata : la definizione delladisciplina generale delle tipologie e delle modalità attuative degli interventi di trasformazionenonché delle destinazioni d’uso; la regolamentazione delle attività di costruzione, ditrasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie ivi comprese le normeigieniche di interesse edilizio; la disciplina degli elementi architettonici ed urbanistici, degli spaziverdi e degli altri elementi che caratterizzano l’ambiente urbano.

Il RUE, in conformità alle previsioni del PSC, disciplina quindi con maggiore dettaglio : letrasformazioni nelle zone edificate urbane e nel territorio rurale; gli interventi diffusi sulpatrimonio edilizio esistente sia nel centro storico che nelle zone da riqualificare; gli interventi dicompletamento, modificazione funzionale, manutenzione ed ammodernamento delleurbanizzazioni e degli impianti tecnologici nelle aree produttive esistenti.

Al terzo livello, quello del Piano Operativo Comunale (POC), è demandato il compito diindividuare e disciplinare gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione etrasformazione del territorio da realizzare nell’arco temporale di 5 anni (piano di legislatura o delSindaco che entra in carica ad ogni legislatura) in conformità alle previsioni del PSC di cui nonpuò modificare i contenuti.

Il POC, per gli ambiti di riqualificazione e per i nuovi insediamenti da attivare attraversoconvenzioni attuative, accordi e strumenti urbanistici preventivi, definisce, con finalità attuative,la delimitazione dei comparti; il loro assetto urbanistico; le destinazioni d’uso; gli indici edilizi; lemodalità di trasformazione o di conservazione; i contenuti fisico-morfologici, sociali ed economicidelle trasformazioni e le modalità per la loro attuazione; l’entità delle dotazioni territoriali e lalocalizzazione delle opere e dei servizi pubblici e di interesse pubblico richieste a ciascunintervento; i casi e gli ambiti nei quali le trasformazioni sono subordinate a valutazioni disostenibilità e fattibilità e ad interventi di mitigazione e compensazione degli effetti.

In questo quadro, le Norme Tecniche di Attuazione del PSC definiscono strategie, obiettivi,modalità di attuazione, destinazione ed usi ammessi, parametri urbanistico - edilizi di riferimentoper la pianificazione:

a) del territorio urbano, articolato in urbanizzato ed urbanizzabile;

b) del territorio rurale, sia per gli interventi finalizzati all’agricoltura che per il recupero delpatrimonio edilizio non più connesso dall’attività produttiva agricola;

c) del sistema delle dotazioni territoriali, e cioè delle infrastrutture e dei servizi pubblici o diinteresse pubblico di livello comunale e sovracomunale;

d) delle aree di tutela naturalistica, ambientale, storico – culturale e degli ambiti interessati da

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rischi naturali e per problemi di inquinamento.

In generale, le norme adottate :

- Salvaguardano i diritti acquisiti sulle aree edificate ed edificabili dei tessuti urbani,proponendo le trasformazioni e le modifiche utili a conseguire più elevati livelli qualitatividell’abitare attraverso; l’individuazione del patrimonio edilizio di valore storico – culturale -testimoniale; una maggiore dotazione di verde, parcheggi e spazi pubblici; il contenimentodegli indici di sfruttamento urbanistico – edilizio per le nuove edificazioni in aree libere.

- Disciplinano le trasformazioni in territorio rurale nel rispetto dei vincoli derivanti dallapianificazione sovraordinata e delle modalità operative prescritte per i diversi ambiti dalla Lg.Rg. 20/2000.

- Introducono nuovi criteri pianificatori per gli ambiti di trasformazione e nuova edificazioneresidenziale e produttiva più attenti agli impatti visivi ed ambientali e all’attuazione degliinterventi secondo il criterio della perequazione, che richiede interventi organici e coordinatinei quali i proprietari delle aree per servizi e per gli interventi di compensazione ambientalehanno in fase attuativa gli stessi diritti e gli stessi doveri dei proprietari delle aree edificabili diun determinato comparto.

Detti criteri pianificatori, da precisare in sede di RUE e POC, sono tradotti in Scheded’ambito, predisposte per ciascuna delle aree di riqualificazione, trasformazione o di nuovoinsediamento previste nel PSC, nelle quali si localizza l’area d’intervento; se ne descrivono icaratteri morfologici e funzionali; si dettano i limiti e le condizioni di fattibilità degliinsediamenti; si delineano le direttiive per la progettazione planovolumetrica; si specificano ilcarico urbanistico massimo ammissibile, le funzioni e gli usi ammessi, le dotazioni territoriali ele prestazioni di qualità richieste (aree verdi; indice di permeabilità; tipologie edilizieconsentite; opere ed infrastrutture per viabilità, parcheggi, reti tecnologiche; interventi dimitigazione degli impatti o di compensazione ambientale).

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10 - IL DIMENSIONAMENTO DEL P.S.C.

Il PSC distingue tra dimensionamento e capacità insediativa teorica secondo le seguentidefinizioni:

a) con dimensionamento di Piano si intende la quantità di offerta di nuovi alloggi, superfici perinsediamenti produttivi, commerciali e terziari che il PSC prevede di realizzare nel periodoassunto a riferimento per le proprie previsioni attraverso il POC e RUE. Il dimensionamentorappresenta “la potenzialità edificatoria di base” definita dal PSC e si misura in alloggiconvenzionali per le funzioni residenziali e in Mq di Superficie Complessiva per le altrefunzioni;

b) con capacità insediativa teorica si intende la quantità massima, di superficie complessivacostruibile specificata per i diversi ambiti del territorio comunale, ovvero il “carico urbanisticomassimo considerato sostenibile” in relazione alle determinazioni della ValSAT. Si misura inalloggi convenzionali per le funzioni residenziali e in mq di Superficie Complessiva per lealtre funzioni analogamente alle modalità utilizzate per il dimensionamento (precedentelettera a). Concorrono alla sua quantificazione anche le quote di edificabilità assegnate dalPOC in aree soggette a vincolo di destinazione per dotazioni territoriali o per infrastruttureper la mobilità ai sensi del comma 11, art. 30 L.R. 20/2000.

Il dimensionamento di Piano non può essere mai superiore alla capacità insediativa teorica; percontro la sommatoria delle capacità insediative teoriche riconosciute per i diversi ambiti delterritorio urbano come sostenibili può essere superiore al dimensionamento di Piano in ragionedell'obiettivo di favorire quelle proposte di intervento che risultano più idonee a soddisfare gliobiettivi e gli standard di qualità urbana ed ecologico ambientale definiti dal PSC.

10.1. IL DIMENSIONAMENTO RESIDENZIALE DEL PSC

Il dimensionamento residenziale preliminare del PSC, condiviso in sede di Conferenza diPianificazione e di Accordo di Pianificazione, rapportato al fabbisogno residenziale ventennale èstato stimato in un massimo di 980 alloggi da soddisfare in interventi di recupero etrasformazione dell’esistente e di nuova edificazione.

In relazione a quanto previsto nel precedente paragrafo, il Comune riserva una potenzialitàedificatoria del 20% in più rispetto al dimensionamento di cui alla precedente lettera a) neicomparti residenziali di nuovo insediamento (ANR) secondo le modalità stabilite dalle NTA delPSC.

Rispetto ai 980 alloggi massimi stimati e condivisi, nella elaborazione del PSC definitivo ildimensionamento residenziale si è contenuto in 883 alloggi, per cui:

a) Il dimensionamento del PSC di Cadelbosco di Sopra è stabilito in 883 alloggi , con pezzaturamedia di 90 MQ Superficie Complessiva negli ambiti di riqualificazione, trasformazione enuovo insediamento;

b) La capacità insediativa teorica, in virtù della facoltà di riservare una potenzialità edificatoriadel 20% in più rispetto al dimensionamento di cui alla precedente lettera a) nei compartiresidenziali di nuovo insediamento (ANR) per la rilocalizzazione di volumi agricoli incongruie/o per la perequazione urbanistica, viene stabilita in :

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883 alloggi + 61 alloggi (corrispondenti al 20% della potenzialità edificatoria in termini dialloggi degli ambiti ANR) = 944 alloggi, inferiore al dimensionamento residenziale e allaconseguente capacità insediativa teorica stabilita in sede di Accordo di Pianificazione.

La ripartizione del dimensionamento residenziale e della capacità insediativa teorica del PSC,risulta pertanto così articolata:

Dimensionamento

N° alloggi

Capacità insediativateorica

N° alloggi

Interventi di recupero e riqualificazione nei tessuticonsolidati e di integrazione dei tessuti esistenti

100 100

Residuo PP e PR del previgente PRG (AC2) 274 274

Ambiti di riqualificazione (ARR) 44 44

Ambiti produttivi da trasformare (APT) 162 162

Ambiti di nuovo insediamento (ANR) 303 364

TOTALE 883 944

La potenzialità edificatoria in termini di superfici complessive e di alloggi degli ambiti residenzialidel PSC di riqualificazione, trasformazione e nuovo insediamento, risulta così ripartita:

- Ambiti ARR : 3915 mq. di Superficie complessiva edificabile residenziale corrispondenti a 44nuovi alloggi con 90 mq/alloggio;

- Ambiti APT : 14600 mq. di Superficie complessiva edificabile residenziale corrispondenti a162 nuovi alloggi con 90 mq/alloggio;

- Ambiti ANR : 27300 mq. di Superficie complessiva edificabile residenziale corrispondenti a303 nuovi alloggi con 90 mq/alloggio (o a 32760 mq. di Superficie complessivaedificabile residenziale corrispondenti a 364 nuovi alloggi).

Le quantità massime di nuova edificazione residenziale ricavabili nelle aree dei pianiparticolareggiati con PUA approvato del vigente PRG (ambiti AC2), nelle aree edificabiliresidenziali di nuova previsione (ambiti ANR), nelle aree edificate da riqualificare e/o trasformaretramite piano urbanistico attuativo (ambiti ARR e APT), ammontano complessivamente a 78235Mq. di SC residenziale corrispondenti a 844 alloggi.

La distribuzione territoriale degli 844 alloggi che il PSC prevede di realizzare nelle aree soggettead intervento preventivo (PUA) di cui sopra, risulta così ripartita :

Capoluogo = 545 alloggi (65%)Zurco = 88 alloggi (10%)Cadelbosco Sotto = 157 alloggi (19%)Argine = 37 alloggi (4%)Ponte Forca = 17 alloggi (2%)

TOTALE 844 alloggi (100%)

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Agli 844 alloggi vanno poi aggiunti gli alloggi ricavabili negli interventi di recupero eriqualificazione nei tessuti consolidati e di integrazione dei tessuti esistenti attuabili perintervento diretto che si stimano in circa 100 nuovi alloggi, per un totale di 944 alloggicorrispondente alla capacità insediativa teorica massima del PSC.

La quantificazione riepilogativa degli ambiti a prevalente destinazione residenziale di nuovoinsediamento e da trasformare viene riportata nelle successive tabelle 1 e 2.

TAB. N. 1 - POTENZIALITA' EDIFICATORIA DEGLI AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE E TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE SOGGETTI A P.U.A.

LOCALITA' AMBITO SUPERF. SC SC SC NUOVI NUOVI ABITANTI ABITANTI

TERRIT. EDIFICABILE EDIFICABILE EDIFICABILE ALLOGGI CON ALLOGGI CON TEORICI CON TEORICI CON

RESIDENZ. RESIDENZ. TERZIARIA 90 MQ/ALL 90 MQ/ALL 37 MQ SC/AB 37 MQ SC/AB

(A) (B) (B) (A) (B)

MQ MQ MQ MQ. N. N. N. N.

CAPOLUOGO ARRa 1.300 1.415 1415 16 16 38 38

CAPOLUOGO ARRb 21.200 2.500 2500 (1250) * 28 28 68 68

CAPOLUOGO APTa 11.000 1.300 1.300 14 14 35 35

CAPOLUOGO APTb 7.000 1.400 1.400 16 16 38 38

CAPOLUOGO APTc 4.600 1.300 1.300 14 14 35 35

ZURCO APTd 14.000 1.400 1.400 16 16 38 38

ZURCO APTe 40.000 6.500 6.500 1.500 72 72 176 176

CADELBOSCO SOTTO APTf 7.500 1.200 1.200 13 13 32 32

PONTE FORCA APTg 15.000 1.500 1.500 17 17 41 41

CAPOLUOGO ANRa 78.000 9750 11700 108 130 264 316

CAPOLUOGO ANRb 6.400 960 1152 11 13 26 31

CAPOLUOGO ANRc 56.000 5040 6048 3360 56 67 136 163

CADELBOSCO SOTTO ANRd 70.000 8750 10500 97 117 236 284

ARGINE ANRe 28.000 2800 3360 31 37 76 91

TOTALE 360.000 45.815 51.275 4.860 509 570 1.238 1.386

* eventualmente realizzabili in sostituzione della SC residenziale

(A) = Dimensionamento residenziale

(B) = Capacità insediativa teorica

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10.2 -IL DIMENSIONAMENTO PRODUTTIVO DEL PSC

La potenzialità edificatoria dei nuovi ambiti produttivi del PSC viene riportata nella tabellaallegata dove, per località e tipologia insediativa, si indicano i dati di Superficie territoriale e i datidi Superficie complessiva.

Il totale delle Superfici complessive edificabili nei nuovi ambiti produttivi artigianali – industrialidel PSC ammonta a 184.400 Mq. così ripartiti:

- Ambito AP4a di integrazione dell’esistente – Madonnina : 21.900 mq (11,9%);

- Ambito AP4b di integrazione dell’esistente – Capoluogo : 12.500 mq (6,8%);

- Ambito AP5 polo produttivo di livello sovracomunale – Capoluogo : 150.000 mq (81,3%).

TAB. 2 - POTENZIALITA' EDIFICATORIA MAX AMBITI RESIDENZIALI SOGGETTI A PUA DEL PSC PER LOCALITA'

ST SC

LOCALITA' EDIFICABILE

RESIDENZIALE (con 90 MQ.

MAX per alloggio)

MQ. MQ. N. %

Capoluogo 1.300 1.415 16

Capoluogo 21.200 2.500 28

Capoluogo 11.000 1.300 14

Capoluogo 7.000 1.400 16

Capoluogo 4.600 1.300 14

Capoluogo 78.000 11.700 130

Capoluogo 6.400 1.152 13

Capoluogo 56.000 6.048 67

185.500 26.815 298

Capoluogo 24.830 247

185.500 51.645 545 65%

Zurco 14.000 1.400 16

Zurco 40.000 6.500 72

54.000 7.900 88 10%

Cadelb. Sotto 7.500 1.200 13

Cadelb. Sotto 70.000 10.500 117

77.500 11.700 130

Cadelb. Sotto 2.130 27

77.500 13.830 157 19%

ARGINE 28.000 3.360 37 4%

PONTE FORCA 15.000 1.500 17 2%

360.000 78.235 844 100%

NUOVI ALLOGGI MAX

TOTALE NUOVI AMBITI PSC

ANRd

ANRe

TOTALE ZURCO

TOTALE CADELBOSCO SOTTO

PP e PR del PRG con PP approvato

ARRa

APTb

APTc

APTd

APTa

ARRb

TOTALE NUOVI AMBITI PSC

ANRa

ANRb

PP e PR del PRG con PP approvato

ANRc

TOTALE CAPOLUOGO

TOTALE GENERALE

APTf

APTg (Moreschi)

APTe

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Nei Piani particolareggiati del settore secondario del vigente PRG in corso di attuazione sonoancora realizzabili 24.084 mq, dei quali circa la metà nella zona industriale di Madonnina, 8.848mq nella zona produttiva di Argine e poco più di 2.500 nel PP2 “Cobo”.

Relativamente al terziario, le Superfici complessive edificabili nel nuovo ambito AP4cammontano a 8.400 mq, comprensivi anche delle superfici già esistenti.

A questa quantità vanno aggiunte le Superfici realizzabili per usi compatibili nell’ambito APTenell’ambito ANRc a prevalente destinazione residenziale, che ammontano come massimo a4.860 Mq. di SC.

10.3 – IL DIMENSIONAMENTO DELLE DOTAZIONI TERRITORIA LI

Come definito al comma 1 dell’art. A-24 dell’Allegato alla Lg.Rg. 20/2000, costituisconoattrezzature e spazi collettivi il complesso degli impianti, opere e spazi attrezzati pubblicidestinati a servizi di interesse collettivo, necessari per favorire il migliore sviluppo della comunitàe per elevare la qualità della vita individuale e collettiva.

Al comma 3 del medesimo art. A-24, per l'insieme degli insediamenti residenziali viene stabilitala seguente quota di dotazioni minime di aree per attrezzature e spazi collettivi, oltre alle areedestinate alla viabilità, riferite al dimensionamento complessivo degli insediamenti esistenti eprevisti dal piano:

• 30 mq per ogni abitante effettivo e potenziale del Comune, intendendo, per abitanti effettivi epotenziali, l’insieme:

- della popolazione effettiva del Comune all'atto dell’elaborazione del piano, costituita daicittadini residenti e dalla popolazione che gravita stabilmente sul Comune, per motivi distudio, lavoro o turismo ovvero per fruire dei servizi pubblici e collettivi ivi disponibili;nonché

- della popolazione potenziale, costituita dall'incremento della popolazione di cui sopra, che

TAB. N. 3 - POTENZIALITA' EDIFICATORIA DEGLI AMBITI PRODUTTIVI DEL P.S.C.

LOCALIZZ. DESTINAZIONE SUPERFICIE SUPERFICIE

D'USO TERRITORIALE COMPLESSIVA

( ST ) ( SC )

MQ. MQ.

MADONNINA AP4a AMBITO PRODUTTIVO DI INTEGRAZIONE DELL'ESISTENTE SOGGETTO A PUA industriale-artigianale 73.000 21.900

CAPOLUOGO AP4b AMBITO PRODUTTIVO DI INTEGRAZIONE DELL'ESISTENTE SOGGETTO A PUA industriale-artigianale 39.500 12.500

CAPOLUOGO AP4c AMBITO PRODUTTIVO DI INTEGRAZIONE DELL'ESISTENTE SOGGETTO A PUAcommerciale-direzionale-

artigianato di servizio56.000 8.400

CAPOLUOGO AP5 AREA PRODUTTIVA ECOLOGICAMENTE ATTREZZATA DI RILIEVO SOVRACOMUNALE industriale-artigianale 420.000 150.000

T O T A L E C O M U N A L E 588.500 192.800

AM

BIT

I

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è prevedibile si realizzi a seguito dell’attuazione delle previsioni del piano.

Come evidenziato nella Relazione illustrativa generale al Quadro conoscitivo, la dotazione diaree per attrezzature e spazi collettivi esistenti è già oggi abbondantemente superiore allostandard minimo di legge.

Il sistema degli spazi ed attrezzature di interesse pubblico di rilevanza comunale esovracomunale esistente e di progetto viene rappresentato nella Tav. PS1 in scala 1:5.000dove, con diverse campiture, viene indicata la “struttura” delle principali dotazioni di tali spazi,che potranno essere implementati in sede di RUE e POC per il reperimento delle quoteaggiuntive richieste per la qualificazione dei tessuti consolidati e per l’attuazione degli ambiti ditrasformazione e di nuovo insediamento residenziale e produttivo.

Dal punto di vista quantitativo il sistema delle dotazioni territoriali del Comune di Cadelbosco diSopra riportato in cartografia è così quantificabile in misura complessiva e per tipologia :

SISTEMA DELLE DOTAZIONI TERRITORIALI COMUNE DI CADELBOSCO

Ambiti per dotazioni comunali e di quartiere, tecnologici, cimiteri 187.000 mq

Ambiti a verde pubblico e attrezzature sportive 795.000 mq

Parcheggi 80.000 mq

Ambiti per attrezzature sportivo-ricreative private 32.500 mq

TOTALE DOTAZIONI TERRITORIALI COMUNALI 1.094.500 MQ

Ambiti per dotazioni territoriali sovracomunali (Area

accessoria discarica di Novellara)

193.300

TOTALE DOTAZIONI TERRITORIALI 1.287.800 MQ

Tra le dotazioni territoriali sono ricomprese, anche se non conteggiate in termini quantitativi, gliambiti per la formazione di invasi per la laminazione delle piogge critiche.

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Poiché la capacità insediativa teorica del PSC è stata quantificata in 944 alloggi ai qualicorrispondono (944 x 90 mq/alloggio) = circa 85.000 MQ di Superficie Complessiva, con ilparametro di 37 MQ/abitante si ottengono 2297 abitanti teorici.

A questi vanno aggiunti i 10.444 abitanti attualmente residenti, per cui la popolazione teorica cuirapportare lo standard di PSC è pari a 12.741 abitanti.

A tale popolazione di riferimento il PSC fa corrispondere ambiti per dotazioni comunali di oltre1.094.000 Mq. pari a quasi 86 MQ/ab teorico.

A tali dotazioni vanno aggiunte le quote derivanti dall’attuazione degli ambiti sottoposti a PUA, dicui alle schede normative, da precisare in sede di POC.

10.4 - TERRITORIO URBANIZZATO E TERRITORIO URBANIZZA BILE

Al fine di adeguarsi a quanto previsto nel punto 3.4 dell’Allegato 5 alle Norme di Attuazione delPTCP in fase di adozione, si riportano di seguito dati richiesti relativamente all’estensione delTerritorio Urbanizzato, del Territorio Urbanizzabile nonché il rapporto tra Territorio Urbanizzabilee Territorio Urbanizzato calcolato con le modalità colà previste.

- Territorio Urbanizzato : 4.138.600 Mq.

- Territorio Urbanizzabile : 752.000 Mq.

- Rapporto tra Territorio Urbanizzabile e Territorio Urbanizzato :

1) 4,46% considerando come territorio urbanizzabile gli ambiti ANRb e ANRc già inglobatinel territorio urbanizzato;

2) 3,30% escludendo i suddetti comparti dal conteggio del territorio urbanizzabile.