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21 associazione si propone di dare il proprio contributo. La crisi economica, ritengo, è forse l’ultima causa in ordine di tempo che ha causato mol- te scomparse terminate pur- troppo in suicidio. Le vere cause sono da approfondire sia nel contesto intra fami- liare, che in quello familiare oltre che in quello lavorativo. Cosa le sta insegnando que- sta esperienza come Presi- dente dell’Associazione? Questa nuova carica è da un certo punto di vista d’arrivo e di maturazione personale e professionale. Da più di 15 anni frequento le aule di giu- stizia italiane, dedicando le mie energie in modo partico- lare al diritto penale e al dirit- to di famiglia. Da alcuni anni collaboro con il Tribunale per i minorenni di Venezia e sono tutore di alcuni fanciulli allontanati dalle loro famiglie naturali. Per oltre dieci anni mi sono occupata di persone detenute in carcere. Mi sono avvicinata allo studio del fe- nomeno delle persone scom- parse anche grazie agli studi di scienze criminologiche che, ormai, sono diventati una vera e propria passione. A questo proposito, unita- mente al dottor Luca Massa- ro, da circa quattro anni mi reco negli Stati Uniti un paio di volte l’anno per approfon- dire non soltanto questa te- matica ma anche tutte quelle che risultano essere in stretto rapporto alla scomparsa del- la persona. E’ proprio dall’e- sperienza americana che, unitamente ai soci fondatori di VITE SOSPESE , è nato il progetto multidisciplinare di cui accennavo poc’anzi. Tut- tavia, questa carica è per me anche un punto di partenza che mi permetterà di mettere al servizio della collettività oltre alla mia esperienza pro- fessionale ed individuale già acquisite, tutto l’entusiasmo personale e lavorativo in fieri che muoveranno lo spirito e le persone che lavoreranno insieme a me nell’associazio- ne. C’è davvero molto lavoro da fare. Quanta energia ci vuole a far conciliare il lavoro di av- vocato con la carica impor- tante che ricopre? Mi impegna tantissimo, “da matti”, si può dire? Non di- mentichiamo che oltre a svol- gere la professione di avvocato sono anche moglie e “mam- ma” di due gatti Maine Coon e di una simpatica cagnolina bassotto. Poi c’è la mia grande passione che condivido con mio marito, la criminologia. E quindi esiste lo studio costan- te della materia. Insomma, il vocabolo “noia” non e’ con- templato nel mio vocabolario. Inizio la mia giornata sempre alle sei e la termino verso le ventidue e trenta. Il tutto non stop. A parte gli scherzi, la ricetta per me e’ la seguente: tanta determinazione, impe- gno e senso del dovere. Por- tare sempre a termine ciò che mi viene affidato, dando il meglio di me stessa. Assolu- tamente indispensabile avere un grande ottimismo e la pre- senza di buoni collaboratori che mi affiancano sia nel la- voro che nella vita persona- le. Anzi, ne approfitto: grazie collaboratori! Se potesse risolvere un caso… Bella domanda...non vorrei che la mia risposta generas- se una classifica a livello di importanza di persone scom- parse. Non esiste la categoria A e quella B. Tutti gli scom- parsi sono importanti. Certo che messa alle strette con questa domanda, forse il caso che vorrei risolvere e che mi darebbe maggiore soddisfa- zione è quello di contribuire al felice ritrovamento di un minore scomparso. LE VERE CAUSE SONO DA APPROFONDIRE SIA NEL CONTESTO INTRA FAMILIARE, CHE IN QUELLO FAMILIARE OLTRE CHE IN QUELLO LAVORATIVO “MI ISPIRO ALL’ESPERIENZA AMERICANA E OFFRO TUTTO IL MIO ENTUSIASMO. C’E’ MOLTO LAVORO DA FARE” ”Vado negli stati Uniti due volte all’anno per approfondire queste tematiche, e proprio dall’esperienza americana è nato il progetto multidisciplinare di Vite sospese”, dice Patrizia Trapella. Il lavoro multidisciplinare coordinato è ancora una novità per l’Italia. Mi sono avvicinata allo studio del fenomeno delle persone scomparse anche grazie agli studi di scienze criminologiche che, ormai, sono diventati una vera e propria passione

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associazione si propone di dare il proprio contributo. La crisi economica, ritengo, è forse l’ultima causa in ordine di tempo che ha causato mol-te scomparse terminate pur-troppo in suicidio. Le vere cause sono da approfondire sia nel contesto intra fami-liare, che in quello familiare oltre che in quello lavorativo.

Cosa le sta insegnando que-sta esperienza come Presi-dente dell’Associazione?Questa nuova carica è da un certo punto di vista d’arrivo e di maturazione personale e professionale. Da più di 15 anni frequento le aule di giu-stizia italiane, dedicando le mie energie in modo partico-lare al diritto penale e al dirit-to di famiglia. Da alcuni anni collaboro con il Tribunale per i minorenni di Venezia e

sono tutore di alcuni fanciulli allontanati dalle loro famiglie naturali. Per oltre dieci anni mi sono occupata di persone detenute in carcere. Mi sono avvicinata allo studio del fe-nomeno delle persone scom-parse anche grazie agli studi di scienze criminologiche che, ormai, sono diventati una vera e propria passione. A questo proposito, unita-mente al dottor Luca Massa-ro, da circa quattro anni mi reco negli Stati Uniti un paio di volte l’anno per approfon-dire non soltanto questa te-

matica ma anche tutte quelle che risultano essere in stretto rapporto alla scomparsa del-la persona. E’ proprio dall’e-sperienza americana che, unitamente ai soci fondatori di VITE SOSPESE , è nato il progetto multidisciplinare di cui accennavo poc’anzi. Tut-tavia, questa carica è per me anche un punto di partenza che mi permetterà di mettere al servizio della collettività oltre alla mia esperienza pro-fessionale ed individuale già acquisite, tutto l’entusiasmo personale e lavorativo in fieri

che muoveranno lo spirito e le persone che lavoreranno insieme a me nell’associazio-ne. C’è davvero molto lavoro da fare.

Quanta energia ci vuole a far conciliare il lavoro di av-vocato con la carica impor-tante che ricopre?Mi impegna tantissimo, “da matti”, si può dire? Non di-mentichiamo che oltre a svol-gere la professione di avvocato sono anche moglie e “mam-ma” di due gatti Maine Coon e di una simpatica cagnolina bassotto. Poi c’è la mia grande passione che condivido con mio marito, la criminologia. E quindi esiste lo studio costan-te della materia. Insomma, il vocabolo “noia” non e’ con-templato nel mio vocabolario. Inizio la mia giornata sempre alle sei e la termino verso le ventidue e trenta. Il tutto non stop. A parte gli scherzi, la ricetta per me e’ la seguente: tanta determinazione, impe-gno e senso del dovere. Por-tare sempre a termine ciò che mi viene affidato, dando il meglio di me stessa. Assolu-tamente indispensabile avere un grande ottimismo e la pre-senza di buoni collaboratori che mi affiancano sia nel la-voro che nella vita persona-le. Anzi, ne approfitto: grazie collaboratori!

Se potesse risolvere un caso…Bella domanda...non vorrei che la mia risposta generas-se una classifica a livello di importanza di persone scom-parse. Non esiste la categoria A e quella B. Tutti gli scom-parsi sono importanti. Certo che messa alle strette con questa domanda, forse il caso che vorrei risolvere e che mi darebbe maggiore soddisfa-zione è quello di contribuire al felice ritrovamento di un minore scomparso. ■

LE VERE CAUSE SONO DA APPROFONDIRE SIA NEL CONTESTO INTRA FAMILIARE, CHE IN QUELLO FAMILIARE OLTRE CHE IN QUELLO LAVORATIVO

“MI ISPIRO ALL’ESPERIENZA AMERICANA E OFFRO TUTTO IL MIO ENTUSIASMO. C’E’ MOLTO LAVORO DA FARE” ”Vado negli stati Uniti due volte all’anno per approfondire queste tematiche, e proprio dall’esperienza americana è nato il progetto multidisciplinare di Vite sospese”, dice Patrizia Trapella. Il lavoro multidisciplinare coordinato è ancora una novità per l’Italia.

Mi sono avvicinata allo studio del fenomeno delle

persone scomparse anche grazie agli studi di scienze

criminologiche che, ormai, sono diventati una vera

e propria passione